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H&K P30

Firma ben nota e apprezzata per l’elevato contenuto tecnologico delle sue armi, la Heckler & Koch ha sempre seguito con estrema attenzione il mercato

istituzionale, realizzando fucili e pistole semiautomatiche all’avanguardia che hanno trovato un favorevole riscontro in molti paesi. Non fa eccezione la P30,

degna rappresentante delle pistole d’ordinanza d’ultima generazione

di Francesco Battista

HECKLER & KOCH P30

Fondata alla fine degli anni Quaranta da tre ex dipenden-ti della Mauser e non a caso basata in quel di Oberndorf

am Neckar, la Heckler & Koch gode di una solida e meritata fama per le sofisticate soluzioni meccaniche e gli elevati livelli qualitativi che da sempre contraddistinguono i suoi prodotti: nel campo delle pistole semiautomatiche modelli come la P9S, la VP70 e la P7 hanno fatto la storia, trovando largo impiego pres-so organizzazioni militari e di poli-zia di tutto il mondo e incontrando l’ammirazione del pubblico civile più esigente e raffinato. Quando, nell’ultimo scorcio dello scorso secolo, l’azienda tedesca decise di esplorare il rampante settore delle pistole che vengono definite “di ultima generazione” con fusto in polimero (i materiali plastici erano peraltro già stati impiegati dalla H&K nel-le poc’anzi citate P9S e VP70), lo fece quindi con perfet-ta cognizione di causa: il risultato fu la USP, pistola che abbandonava certe raffinatezze dei modelli precedenti ma presentava caratteristiche di funzionalità e flessibi-lità d’impiego ai massimi livelli, soprattutto grazie alle diverse configurazioni del congegno di scatto di cui po-teva essere provvista.Ancor oggi in produzione, la USP ha dato origine a di-verse versioni finalizzate a diversi impieghi sia nel cam-po militare sia in quello civile; da una di queste, la Com-pact, è derivato il modello P2000 del 2001, evolutosi a sua volta nella P30 del 2006.

Parola d’ordine: modularitàLa P2000 introdusse la possibilità di variare le dimen-sioni dell’impugnatura grazie alla particolare realizza-zione di quest’ultima, in cui la parte posteriore può essere agevolmente rimossa e sostituita con sezioni dorsali di diversa misura. Questa caratteristica, oggi

adottata in pratica da chiunque co-struisca pistole con fusto sintetico, è stata naturalmente ripresa nella P30, che è corredata di tre inserti dorsali; il progettista dell’arma, Frank Hen-ninger, decise però di spingersi anco-ra oltre e inserì nella struttura della nuova P3000 – questa in origine do-veva essere la sigla identificativa del-la P30 – anche l’opzione di sostituire i pannelli centrali dell’impugnatura. Ogni arma viene quindi consegnata all’acquirente con tre dorsalini e tre pannelli di misura piccola (S), media (M) e grande (L): considerando che questi ultimi possono essere montati

anche in modo asimmetrico, assortendoli a piacimen-to, possiamo affermare che ci troviamo di fronte a una pistole più personalizzabili in assoluto, con ben venti-sette combinazioni possibili.Sempre nell’ottica della modularità, un parametro per-seguito con assidua costanza nelle moderne armi so-prattutto di impostazione militare, la P30 ha ereditato anche la possibilità di essere fornita con diversi sche-mi della catena di scatto: al pari della P2000, infatti, la P30 può adottare ben sei diversi congegni, individuati con le sigle VO, V1, V2, V3, V4 e V6, che rappresentano diverse variazioni dei convenzionali sistemi in azione mista (SA/DA) e in sola doppia azione (DAO), queste ultime chiamate dalla ditta Combat Defensive Action (CDA) o Law Enforcement Modification (LEM), con sfor-zi di trazione del grilletto di varia entità. Le P30 disponi-bili sul nostro mercato, ovviamente in calibro 9x21 mm (all’estero l’arma viene proposta nell’originale 9x19 mm Parabellum e in .40 S&W), sono munite di scatto in azione mista convenzionale V3 con cane esterno: le sue caratteristiche appaiono perfettamente adeguate a impieghi operativi o difensivi, infatti la singola azione è tarata sul peso di 2.000 g mentre per la doppia ne occorrono 5.100. La corsa del grilletto è invece di 7 mm

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La finitura superficiale che caratterizza l’impugnatu-ra della P30 si rivela assai confortevole per il tiratore e assicura una presa efficace anche con le mani umide

La P30 è corredata di tre inserti che costituiscono la parte dorsale dell’impugnatura, ovviamente di misura diversa (S, M e L) onde consentire al tiratore di modifi-care la presa dell’arma in relazione alle caratteristiche della sua mano

La P30 era denominata, durante la fase di sviluppo, P3000, sigla che denotava la sua discendenza dal mo-dello P2000 di cui costituisce l’evoluzione

La tacca di mi-ra è munita degli oramai usuali ri-ferimenti circolari bianchi, realizzati con la vernice Su-perluminova al fine di assicurare una efficace visibilità anche in condizioni di scarsa luminosi-tà ambientale

Il serbatoio caricatore è realizzato in lamiera d’ac-ciaio e ospita quindici cartucce calibro 9 Parabellum o, nel caso delle P30 distribuite nel nostro paese, 9x21 IMI

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Il sistema che con-sente di disarmare il cane in sicurezza è munito di un pul-sante di comando posto sullo spigolo posteriore sinistro del carrello, so-luzione ereditata dalla P2000

Il mirino della P30 è, secondo le ultime tendenze, inse-rito a coda di rondine in una fresatura trasversale pra-ticata sul dorso del carrello: questa soluzione consente la sua agevole sostituzione e permette di effettuare eventuali aggiustamenti sul piano orizzontale. Notare il terzo elemento del sistema di allineamento

La slitta tipo Picatinny integrale alla porzione distale del fusto consente di assemblare alla P30 una vasta serie di congegni elettronici per l’illuminazione o la designazione del bersaglio, opzione molto popolare tra gli utilizzatori professionali delle moderne pisto-le d’ordinanza

La leva di svincolo del caricatore è ambidestra e integrata alla base del-la guardia. Il suo disegno consente un’acquisizione estremamente istin-tiva e veloce da parte del pollice del-la mano che impugna la pistola

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in SA e di 14 mm in DA. In sintesi, grazie alla mancanza di esitazioni e asperità, lo scatto V3 ci è parso ottimale per la destinazione dell’arma, permettendo di sfruttar-ne appieno le capacità in termini di precisione.La P30 non presenta congegni di sicurezza manuale, che la casa offre solo su richiesta nelle versioni S; tro-viamo invece il consueto blocco automatico del percus-sore, che viene disinserito dalla pressione completa sul grilletto, nonché il sistema per disarmare in sicurezza il cane la cui leva di comando è posta, come nella P2000, nello spigolo posteriore sinistro del carrello, a fianco del cane stesso. La parte superiore dell’estrattore spor-ge poi dalla sua sede quando in camera è presente una cartuccia ed è verniciata in rosso, venendo quindi a co-stituire un utile segnalatore sia alla vista sia al tatto.L’organizzazione meccanica è quella consueta tanto per la maggior parte delle moderne pistole semiautomati-

che di grosso calibro quanto, in particolare, per le USP e le P2000: ritroviamo quindi il sistema di chiusura geo-metrica a corto rinculo di canna di tipo Browning modi-ficato, con vincolo della canna al carrello attuato trami-te l’interazione tra la culatta prismatica della prima e la finestra di espulsione. L’apertura è invece determinata dal contrasto tra la fresatura a piano inclinato ricava-ta nello zoccolo della canna e il corrispondente incavo presente nella base dell’asta di guida della molla di re-cupero, su cui è investito anche un cospicuo ammortiz-zatore in materiale sintetico che provvede a smorzare efficacemente il rinculo. Aggiungiamo, a proposito del-la canna, che essa è munita di rigatura poligonale, in squisito stile Heckler & Koch.Di ottima esecuzione ed estremamente funzionali si palesano i congegni di mira, entrambi uniti al carrel-lo tramite incastro in sedi a coda di rondine al fine

La leva di arresto del car-rello in apertura è di cospicue dimensioni e si trova su en-trambi i lati del fusto, contri-buendo a esaltare la fruibilità dell’arma

La molla di recupero presenta il filo a sezione piatta. Notare la presenza del cilindro di mate-riale plastico in funzione di am-mortizzatore di rinculo, soluzio-ne che consente di attenuare le sollecitazioni trasmessa all’arma e di renderne l’impiego più con-fortevole

Le P30 importate e distribuite nel nostro pa-ese sono dotate di catena di scatto in singola e doppia azione con cane esterno. Sul mercato internazionale l’arma è altresì disponibile con diverse configurazioni del congegno di scatto

Le fresature di presa compaiono anche sulla sezione anteriore del carrello e sono di foggia tanto pecu-liare quanto efficace ai fini del ma-neggio dell’arma in piena sicurezza

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Un meritato successoCome abbiamo accennato, la P30 è stata studiata e otti-mizzata per l’impiego da parte degli operatori di polizia e, a tal fine, l’azienda produttrice non ha lesinato certo gli sforzi. Lo studio delle caratteristiche afferenti l’ergo-nomia dell’arma è attento e accurato, mentre l’affidabi-lità è quella tradizionale di una firma come la Heckler & Koch, ovvero pressoché assoluta. Grande attenzione è stata rivolta anche alla rusticità, in particolare attra-verso la finitura superficiale HE del carrello, sigla che sta per Hostile Envinronment: essa garantisce una ele-vatissima resistenza all’usura e all’azione di ogni agente esterno, comprese l’acqua salata e la traspirazione.Tanto impegno è stato ripagato con l’adozione della P30 da parte di numerosi enti e corpi di polizia in Eu-ropa, principalmente in Germania: qui infatti la Polizia federale (Bundespolizei) ha acquistato 30.000 P30 con scatto V2 (CDA), mentre l’Amministrazione Federale delle Dogane ne ha immesse in servizio 13.500 nella variante V6 (DAO). Altre 16.000 P30 V2 sono state in-vece adottate dalla polizia e dall’amministrazione peni-tenziaria dell’Assia.

di consentire eventuali aggiustamenti sul piano oriz-zontale; la tacca presenta un’ampia finestra a sezione quadrata in cui il mirino a lama viene comodamente e rapidamente acquisito e il tutto è completato dai tre elementi circolari assai visibili anche in condizione di scarsa luminosità ambientale, essendo verniciati con Superluminova. Per impieghi particolari è poi pre-sente – e non poteva essere altrimenti in una pistola progettata in primis per le forze di polizia – la guida Picatinny, integrale alla porzione anteriore del fusto, grazie alla quale è possibile montare torce elettriche, puntatori laser e quant’altro.L’alimentazione è affidata a un robusto serbatoio ca-ricatore bifilare in lamiera d’acciaio, che ospita quin-dici cartucce. Il relativo tasto di svincolo è integrato alla radice della guardia del grilletto e si segnala per la sua naturalezza di azionamento e la sua funziona-lità, essendo ambidestro; su entrambi i fianchi del fusto si trova anche la lunga leva di arresto del car-rello in apertura, che permette anche di smontare l’arma. Da notare che, in quest’ultimo caso, dopo averla sfilata la leva rimane vincolata al fusto.

L’ o r g a n i z z a z i o n e meccanica della P30 non si discosta da quella propria della serie USP e del mo-dello P2000, basata sulla chiusura geo-metrica a corto rin-culo di canna sistema Browning modificato. La leva di arresto del carrello è vincolata al fusto

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La P30 è arrivata poi in Norvegia, ove 7000 esempla-ri della versione L (ovvero con canna lunga 113 mm in luogo dei 98 standard) con scatto V1 sono andati al Servizio di Polizia; in Svizzera, per la precisione a Zuri-go, la Polizia Cantonale ha invece sostituito le Sig Sauer P228 con un cospicuo numero di P30, mentre in Olanda essa è attualmente in corso di valutazione nell’ambito del travagliato programma per l’adozione di una nuova arma da fianco per le forze di polizia. Infine la P30 equi-paggia dal 2009 la Polizia per la Pubblica Sicurezza e la Guardia Nazionale Repubblicana portoghesi.

In conclusioneCon la P30 la Heckler & Koch ha confermato ancora una volta la sua capacità di innovazione tecnica e la grande attenzione nei confronti delle esigenze dei soggetti isti-tuzionali, che costituiscono peraltro la base della sua for-tuna dai tempi del leggendario G3. Certo le ultime armi progettate e realizzate dall’azienda tedesca non vantano quelle soluzioni meccaniche che da decenni affascinano il pubblico degli appassionati, come la chiusura metasta-bile a rulli o quella a freno di gas: la USP, la P2000 e la P30 sono meccanicamente assai più semplici delle P9S e P7, così come il G36 lo è nei confronti del G3, ma tut-te sono ai vertici delle rispettive categorie e rispondono perfettamente alle attuali esigenze di chi deve affidare a un’arma la propria e l’altrui sicurezza, garantendo con la loro eccellente esecuzione una totale affidabilità. Il che è sempre un risultato di cui andare fieri. n

Scheda tecnica

Produttore: Heckler & Koch GmbH – Oberndorf am Neckar (DE) www.heckler-koch.de

Importatore: Bignami Spa – Via Lahn 1 – 39040 Ora (BZ) www.bignami.it

Modello: P30

Tipologia: pistola semiautomatica

Calibro: 9x21 IMI

Sistema di funzionamento: chiusura geometrica a corto rinculo di canna sistema Browning modificato

Scatto: in azione mista, singola e doppia

Alimentazione: serbatoio caricatore bifilare amovibile, capacità 15 cartucce

Congegni di mira: tacca di mira e mirino in sedi a coda di rondine su dorso carrello, riferimenti Superluminova

Congegni di sicurezza: blocco automatico del percussore, leva disarmo cane

Lunghezza canna: 98 mm

Lunghezza totale: 177,5 mm

Peso: 740 g scarica

Materiali: carrello in acciaio, fusto in polimero

Finitura: trattamento superficiale HE

Numero di catalogo: 16422

Oltre alla parte dorsale dell’impugnatura, nella P30 è possibile sostituire anche i pannelli centrali della stessa. Ogni arma è infatti dotata di tre coppie di pannelli, che possono essere montati anche asimmetricamente

La rosata di prova della P30 da noi esaminata, realizzata in appoggio alla distanza di 15 metri, testimonia le soddisfacenti capacità dell’arma in termini di precisione operativa