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Rassegna del 03/03/2015

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Pagina I

Si parla di noi

I talenti dei colletti bianchi aiutano a lavorare meglioProvincia Varese 03/03/2015 p. 21 1

Il manager didattico che ama la lirica ora canta per tuttiProvincia Varese 03/03/2015 p. 21 2

La foto del giornoGiorno Como Lecco 03/03/2015 p. XIX 4

Umanesimo manageriale: prima di tutto, la personaLa Prealpina 03/03/2015 p. 16 5

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I talenti dei colletti bianchiaiutano a lavorare meglio

È possibile migliorare la pubblicaamministrazione recuperando ilvalore delle singole persone, al dilà di ruoli egerarchie? AII'Insubrianon solo credono di sì, ma hannoanche messo in campo un progettoad hoc - presentato ieri - che vasotto il nome di "umanesimo mana-geriale".«Con questa formula - spiega GraziaMannozzi , professore di diritto pe-nale all ' Insubria - si intende unostile digestione dei management edell'organizzazione del lavoro vol -

toa porre al centro la persona, il suovalore unico e irripetibile, primaancora che il ruolo istituzionaleri-vestito».Così nei prossimi mesi, lasciate lescrivanie, saranno diversi i "collettibianchi" pronti a leggere poesie,parlare di gastronomia odi lavora-zioni orafe , mettendo in campo ipropri talenti . La conseguenza? Ri-conoscere il valore della personaporta a lavorare meglio, sentendosiun vero team, con un ritorno positi-vo in termini di qualità di vita, ma

soprattutto di efficienza e produtti-vità.La progettazione e la realizzazionedel progetto , coordinato da GraziaMannozzi edal direttore generaledell'Università dell'Insubria GianniPenzo Doria, sono stati possibiligrazie alla collaborazione con ilCentro studi sulla giustizia riparati-va dell 'Università dell'Insubria (Ce-sgrem) e con un team di studiosi. Lataskforce annovera un teorico delleorganizzazioni, Alfredo Biffi, pro-fessore di organizzazione azienda-le; un esperto di mediazione, Gio-vanni Angelo Lodigiani , docente digiustizia riparativa e mediazionepenale ; uno psichiatra , Simone Ven-der, direttore della scuola di medici-na dell'Insubria . P. PRO.

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manager didattico

liricac e a aoracantaper tuttiMaria Teresa Balsemin studia al Liceo musicaleVocazione adulta legata alla passione giovanileE nei concerti l'accompagna un maestro speciale

PAOLA PROVENZANO

Il suo strumento musi-cale? t la sua stessavoce, con laquale può permettersi di into-nare arie da soprano. Ogni mat-tina varca però l'ingresso dellasede universitaria di viaDunantnellaveste di manager didatticodel dipartimento di scienze teo-riche e applicate. In tasca ha unalaurea in biologia, conseguitanel 1999, nella stessa universitànella quale lavora.

Curriculum originaleNon si può negare che MariaTeresa Balsemin abbia un cur-riculum quantomeno originale.È toccato a lei l'onore di aprireufficialmente, ieri, il calendariodelle iniziative che all'Insubriavanno sotto il cappello di "uma-nesimo manageriale".

Qualcosa che la sua storiaesemplifica alla perfezione per-ché ciascuno, al di là di ruoli ecompetenze che il lavoro ci ta-glia addosso, è prima di tuttouna persona, unica e irripetibi-le.

Una conclusione che - per chista portando avanti il cambia-mento dell'interno della pubbli-ca amministrazione - può porta-re a migliorare non solo rappor-ti e relazioni, ma anche l'effi-cienza del sistema.

Maria Teresa, come accadràper altri colleghi nei mesi futuri,si è messa in gioco con la passio-

ne di sempre, quella del cantolirico, che ha coltivato e coltivacon anni di studio: dopo dueanni in gioventù in cui ha fre-quentato la Civica di Milano, haripreso da un po' di tempo glistudi al Civico Liceo Musicaledi Varese sotto la sapiente guidadi Maria Grazia Liguori.

Ieri, in trasferta a Como, nellabasilica di Sant'Abbondio, ha in-tonato un repertorio impegna-tivo: "Parentesibarocca: musi-che per soprano solo e organo".Solo il giorno prima era a Galla-rate, nell'ambito della rassegnaFilosofarti. Ad accompagnarla,all'organo nel primo caso e alclavicembalo nel secondo, ilma-estro Roberto Passerini, suoconsorte nella vita.

L'armonia della coppia«La mia storia è molto partico-lare - racconta Maria Teresa - Misono laureata nel 1999 in biolo-gia, ma mi sono poi trovata a fareun lavoro del tutto differenterispetto ai miei studi».

Dopo qualche tempo passatoa sgobbare traprovette evetrini,vista la penuria di fondi perlaricerca, per Maria Teresa un'oc-casione di lavoro è arrivata daun bando che riguardava la ri-forma dell'università nel pas-saggio dalle lauree tradizionalial modello "tre più due". Dopoqualche anno di collaborazionila sua posizione si stabilizza nel

2006 e da allora, come managerdidattico, lavora in quello cheper molti resta il "dietro le quin-te" di un ateneo. «Il mio lavoromi piace - dice - siamo un teame ci occupiamo di un campo nelquale bisogna spesso fare tuttoin fretta per rispettare le sca-denze, ma continuo a trovaretutto questo stimolante».

In famiglia e ritornoIl canto? «Ho cominciato quan-do ero in seconda media - ricor-da - anche se nella mia famiglianon c'era nessun musicista. De-cisi di entrare in un coro chefaceva un repertorio lirico».

Un genere che difficilmentetoccale corde dei giovanissimi,eppure per lei è stato così finoal momento della scelta. «Quan-do sono cresciuta ho cominciatoa frequentare la Civica scuola dicanto di Milano, ma dopo dueanni ho capito che non era com-patibile con gli studi universita-ri».

Poi sono arrivati la laurea, ilmatrimonio e due bimbe. «Soloqualche anno fa, dopo lanascitadella mia seconda figlia, ho deci-so di riprendere con il cantosotto la guida di una maestrameravigliosa, con la quale sonocresciuta ancora tanto».

Il tempo per studiare?A cassi può trovare, visto che accanta lei ha chi condivide la sua passione per la musica. n

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Maria Teresa Balsemin, manager didattico con l'hobby della musica lirica

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Umanesimo manageriale: prima di tutto, la personaCambiare il volto della pubblica amministrazio-ne? Si può fare.È un obiettivo ambizioso, quello dell'Universitàdegli Studi dell'Insubria che lancia un progettodestinato a mutare l'immagine dell'amministra-zione dell'Ateneo dal suo interno, un progetto su-scettibile di essere esportato in realtà gestionalipubbliche e private: l'Umanesimo manageriale.Di cosa si tratta? «Con questa formula -spiegaGrazia Mannozzi , professore di Diritto penaledell'Università degli Studi dell'Insubria- si inten-de uno stile di gestione del management e dell'or-ganizzazione del lavoro volto a porre al centro lapersona, il suo valore unico e irripetibile primaancora che le sue competenze, il ruolo istituziona-le rivestito, il suo essere risorsa professionale».L'Umanesimo manageriale, quindi, «recupera ilprofilo alto della persona, della sua formazione,l'importanza del tessuto relazionale tra colleghiindipendentemente dagli incarichi e dalle gerar-chie funzionali. Riconoscere anzitutto gli altri co-me persone vuol dire che si può lavorare megliosull'individuazione degli obiettivi lavorativi co-muni e dei metodi ottimali per raggiungerli, ci si Alcuni protagonisti dell'incontro sulpuò sentire un vero team con un ritorno positivo cosiddetto "Umanesimo manageriale"non solo in termini di qualità di vita ma soprattut- promosso dall'Università dell'insubriato di efficienza e produttività complessive». Nelquadro delle attività promosse dal progetto, sonopreviste numerose iniziative: nell'apri le 2015 Ca-tia Imperatori (ufficio Sistemi informativi dire-zionali) e Roberta Meroni (segreteria del Retto-re) terranno un seminario su "I segreti della cuci-na: dessert su misura per le occasioni importan-ti"; a maggio Luca Gallo (capo ufficio Relazioniinternazionali) metterà in mostra la sua collezio-ne di lame giapponesi; a giugno Isabella Bechini(capo ufficio Segreterie Studenti) parlerà di "Ladonna nel Medioevo"; infine, a luglio, GiovanniBarbieri (capo ufficio Contabilità) mostrerà lesue "Foto d'autore: viaggi e sport", assieme adaltre suggestioni di viaggio curate da SimonaCentore (capo ufficio Formazione e sviluppo).Per tutto il 2015 l'Università degli Studi dell'In-subria applicherà metodi e tecniche dell'Umane-simo manageriale e della Giustizia riparativi, at-traverso incontri in cui sarà possibile apprenderele tecniche del dialogo riparativo, leggere poesie,ascoltare canto lirico, parlare di gastronomia o dilavorazione orafe, a partire dalla valorizzazionedel talento di ciascuno, indipendentemente dairuoli burocratici. «L'Umanesimo manageriale-aggiunge il professor Giovanni Angelo Lodi-giani , docente di Giustizia riparativa e Mediazio-ne penale- si fonda sulla cultura della giustizia ri-parativi, un modello di fare giustizia che si avva-le di modalità dialogico-riparative di gestione eprevenzione dei conflitti e che, dopo aver dato ot-tima prova di sé nell' ambito dei conflitti aventirilevanza penale, comincia ad essere impiegatoin contesti diversi: dalle scuole (per gestire e pre-venire il bullismo), ai contesti lavorativi (ancheper affrontare e prevenire il mobbing), ai conflittiinter-etnici e inter-religiosi».

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