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Rassegna Stampa di sab. 14, dom. 15, lun. 16 marzo 2015 SNALS / CONFSAL Agenzie di stampa e on line 13/03/2015 SCUOLA: SNALS, QUALCHE PASSO AVANTI MA MOLTO RESTA DA MIGLIORARE Avvenire 14/03/2015 "IL GOVERNO NON CI VUOLE ASSUMERE? PRONTI A LANCIARE UNA CLASS ACTION" Il Cittadino (Lodi) 16/03/2015 SCATTANO LE LEZIONE DELLA LIBERA UNIVERSITA' Il Secolo XIX - Ed. Savona/Cairo/Val Bormi 16/03/2015 "SENZA DECRETO RISCHIANO DI SALTARE 600 ASSUNZIONI" Il Mattino - Ed. Caserta 15/03/2015 VILLAGGIO, SCOPPIA IL CASO STIPENDI La Stampa - Ed. Savona 15/03/2015 "NONOSTANTE LA RIFORMA OTTO SCUOLE SENZA PRESIDE" La Tribuna di Treviso 15/03/2015 PRATICHE FERME, DOCENTI SENZA PENSIONE Il Cittadino (Lodi) 14/03/2015 SCATTANO LE LEZIONE DELLA LIBERA UNIVERSITA' La Provincia - Ed. Lecco 14/03/2015 LA BUONA SCUOLA? "BELLE PAROLE VEDREMO I FATTI" Corriere di Maremma 16/03/2015 BANCA D'ITALIA A RISCHIO OGGI 4 ORE DI SCIOPERO Corriere di Maremma 16/03/2015 "COSI' SI PRIVANO CITTADINI E IMPRESE DI SERVIZI ESSENZIALI" Giornale di Sicilia - Ed. ME - CT 16/03/2015 FINANZIAMENTI AGEVOLATI ALLE IMPRESE GIOVANILI STANZIATI 600 MILA EURO Giornale di Sicilia - Ed. ME - CT 16/03/2015 SCIOPERO E SIT-IN CONTRO I TAGLI DELLA BANCA D'ITALIA Il Messaggero - Ed. Viterbo 16/03/2015 LA BANCA D'ITALIA RISPARMIA LA TUSCIA PERDE LA FILIALE Il Tirreno - Ed. Grosseto 16/03/2015 SEDE A RISCHIO OGGI SCIOPERO Ilsole24ore.com 16/03/2015 BANKITALIA, IN SCIOPERO I DIPENDENTI DELLE SEDI LOCALI La Nazione - Ed. Grosseto 16/03/2015 BANKITALIA, OGGI SCIOPERO La Nuova Sardegna 15/03/2015 FILA ALLE POSTE, SVIENE UNA DONNA La Provincia - Ed. Lecco 15/03/2015 SIT-IN DI PROTESTA PER SALVARE LE POSTE MA LECCO E' ASSENTE LA SICILIA 15/03/2015 "SCUOLA IN UNA ZONA A RISCHIO" La Sicilia - Ed. Caltanissetta/Gela 15/03/2015 IN BREVE - I DIPENDENTI NISSENI IN SCIOPERO Corriere di Viterbo e Provincia 14/03/2015 GLI IMPIEGATI DELLA BANCA D'ITALIA INCROCIANO LE BRACCIA CONTRO I TAGLI Il Messaggero - Ed. Umbria 14/03/2015 "PIU' SICUREZZA, ZERO SPRECHI: SUBITO VIA ALLA RIFORMA" la Prealpina 14/03/2015 POSTE, LUNEDI' A VARESE PRESIDIO CONTRO LA CHIUSURA La Provincia - Ed. Varese 14/03/2015 TAGLI ALLE POSTE SIT IN A VARESE L'AZIENDA DEVE ASCOLTARCI Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 14/03/2015 LE LEZIONI D'AMORE PER IL LATINO E IL GRECO il Sole 24 Ore 14/03/2015 SCUOLA, RIFORMA CON 14 DELEGHE Corriere della Sera 15/03/2015 IL PAPA AGLI INSEGNANTI "SIETE MALPAGATI, QUESTA E' UN'INGIUSTIZIA" Corriere della Sera 15/03/2015 LA SFIDA E' SULLA VALUTAZIONE BOCCIATURE DA RIPENSARE Corriere della Sera 14/03/2015 ISLAM PIU' VISIBILE OLTRE IL VERDETTO E FRANCIA PIU' SOLA Corriere della Sera 14/03/2015 RESTA IL NODO DI TANTI PRECARI E L'ANNO PROSSIMO AVREMO ANCORA 10 MILA CONTRATTI PER SUPPLENTI la Repubblica 14/03/2015 IL VECCHIO PRESIDE DI "CUORE" NELLA TRAPPOLA DELLA BUONA SCUOLA la Repubblica 14/03/2015 I PRECARI ESCLUSI: "PUGNALATI ALLE SPALLE" la Stampa 15/03/2015 IL COMANDO CHE MANCA ALL'ITALIA la Stampa 14/03/2015 COSA CAMBIA CON I PRESIDI AL POTERE la Stampa 14/03/2015 E SUL PRESIDE-ALLENATORE E' GIA' SCONTRO la Stampa 14/03/2015 BOTTE ALLA DISABILE, L'INSEGNANTE GUARDA Italia Oggi 14/03/2015 LE RIFORME DELLA SCUOLA E DELLA RAI RICORDANO TANTISSIMO IL GATTOPARDO il Messaggero 16/03/2015 L'EDUCAZIONE FINANZIARIA ENTRI IN CLASSE il Messaggero 15/03/2015 CARTA DEL PROFESSORE, OGNI MESE 50 EURO il Messaggero 14/03/2015 Int. a S.Giannini: "ORA SCUOLE PIU' AUTONOME POI TOCCA ALL'UNIVERSITA'" il Messaggero 14/03/2015 ANCHE I DIRIGENTI SOTTO ESAME, MA ANCORA NON SI SA COME il Messaggero 14/03/2015 PARITARIE, I GENITORI: "POCHI GLI SGRAVI FISCALI" il Messaggero 14/03/2015 PER I PRESIDI AUMENTI IN BUSTA PAGA il Giornale 15/03/2015 DAL VELO ALL'ALCOL COSI' L'EUROPA SI PIEGA AD ALLAH Libero Quotidiano 14/03/2015 Int. a E.Centemero: "LA NUOVA SCUOLA NON E' MERITOCRATICA E BISOGNA INSEGNARE PIU' ECONOMIA" (Ch.pel) Libero Quotidiano 14/03/2015 DISABILE PICCHIATA IN CLASSE, LA PROF NON INTERVIENE Avvenire 15/03/2015 FORMAZIONE PROFESSIONALE ASSENTE Avvenire 15/03/2015 MILANO. SCOLA: "LA VERA SFIDA E' LA SCELTA EDUCATIVA PLURALE" Avvenire 14/03/2015 BENE LA SCELTA DEI PROF "MA AL DIRIGENTE SERVE IL SOSTEGNO DEL TERRITORIO"

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Rassegna Stampa di sab. 14, dom. 15, lun. 16 marzo 2015

SNALS / CONFSAL Agenzie di stampa e on line 13/03/2015 SCUOLA: SNALS, QUALCHE PASSO AVANTI MA MOLTO RESTA DA MIGLIORARE Avvenire 14/03/2015 "IL GOVERNO NON CI VUOLE ASSUMERE? PRONTI A LANCIARE UNA CLASS

ACTION" Il Cittadino (Lodi) 16/03/2015 SCATTANO LE LEZIONE DELLA LIBERA UNIVERSITA' Il Secolo XIX - Ed. Savona/Cairo/Val Bormi

16/03/2015 "SENZA DECRETO RISCHIANO DI SALTARE 600 ASSUNZIONI"

Il Mattino - Ed. Caserta 15/03/2015 VILLAGGIO, SCOPPIA IL CASO STIPENDI La Stampa - Ed. Savona 15/03/2015 "NONOSTANTE LA RIFORMA OTTO SCUOLE SENZA PRESIDE" La Tribuna di Treviso 15/03/2015 PRATICHE FERME, DOCENTI SENZA PENSIONE Il Cittadino (Lodi) 14/03/2015 SCATTANO LE LEZIONE DELLA LIBERA UNIVERSITA' La Provincia - Ed. Lecco 14/03/2015 LA BUONA SCUOLA? "BELLE PAROLE VEDREMO I FATTI" Corriere di Maremma 16/03/2015 BANCA D'ITALIA A RISCHIO OGGI 4 ORE DI SCIOPERO Corriere di Maremma 16/03/2015 "COSI' SI PRIVANO CITTADINI E IMPRESE DI SERVIZI ESSENZIALI" Giornale di Sicilia - Ed. ME - CT 16/03/2015 FINANZIAMENTI AGEVOLATI ALLE IMPRESE GIOVANILI STANZIATI 600 MILA

EURO Giornale di Sicilia - Ed. ME - CT 16/03/2015 SCIOPERO E SIT-IN CONTRO I TAGLI DELLA BANCA D'ITALIA Il Messaggero - Ed. Viterbo 16/03/2015 LA BANCA D'ITALIA RISPARMIA LA TUSCIA PERDE LA FILIALE Il Tirreno - Ed. Grosseto 16/03/2015 SEDE A RISCHIO OGGI SCIOPERO Ilsole24ore.com 16/03/2015 BANKITALIA, IN SCIOPERO I DIPENDENTI DELLE SEDI LOCALI La Nazione - Ed. Grosseto 16/03/2015 BANKITALIA, OGGI SCIOPERO La Nuova Sardegna 15/03/2015 FILA ALLE POSTE, SVIENE UNA DONNA La Provincia - Ed. Lecco 15/03/2015 SIT-IN DI PROTESTA PER SALVARE LE POSTE MA LECCO E' ASSENTE LA SICILIA 15/03/2015 "SCUOLA IN UNA ZONA A RISCHIO" La Sicilia - Ed. Caltanissetta/Gela

15/03/2015 IN BREVE - I DIPENDENTI NISSENI IN SCIOPERO

Corriere di Viterbo e Provincia 14/03/2015 GLI IMPIEGATI DELLA BANCA D'ITALIA INCROCIANO LE BRACCIA CONTRO I TAGLI

Il Messaggero - Ed. Umbria 14/03/2015 "PIU' SICUREZZA, ZERO SPRECHI: SUBITO VIA ALLA RIFORMA" la Prealpina 14/03/2015 POSTE, LUNEDI' A VARESE PRESIDIO CONTRO LA CHIUSURA La Provincia - Ed. Varese 14/03/2015 TAGLI ALLE POSTE SIT IN A VARESE L'AZIENDA DEVE ASCOLTARCI

Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 14/03/2015 LE LEZIONI D'AMORE PER IL LATINO E IL GRECO il Sole 24 Ore 14/03/2015 SCUOLA, RIFORMA CON 14 DELEGHE Corriere della Sera 15/03/2015 IL PAPA AGLI INSEGNANTI "SIETE MALPAGATI, QUESTA E' UN'INGIUSTIZIA" Corriere della Sera 15/03/2015 LA SFIDA E' SULLA VALUTAZIONE BOCCIATURE DA RIPENSARE Corriere della Sera 14/03/2015 ISLAM PIU' VISIBILE OLTRE IL VERDETTO E FRANCIA PIU' SOLA Corriere della Sera 14/03/2015 RESTA IL NODO DI TANTI PRECARI E L'ANNO PROSSIMO AVREMO ANCORA 10

MILA CONTRATTI PER SUPPLENTI la Repubblica 14/03/2015 IL VECCHIO PRESIDE DI "CUORE" NELLA TRAPPOLA DELLA BUONA SCUOLA la Repubblica 14/03/2015 I PRECARI ESCLUSI: "PUGNALATI ALLE SPALLE" la Stampa 15/03/2015 IL COMANDO CHE MANCA ALL'ITALIA la Stampa 14/03/2015 COSA CAMBIA CON I PRESIDI AL POTERE la Stampa 14/03/2015 E SUL PRESIDE-ALLENATORE E' GIA' SCONTRO la Stampa 14/03/2015 BOTTE ALLA DISABILE, L'INSEGNANTE GUARDA Italia Oggi 14/03/2015 LE RIFORME DELLA SCUOLA E DELLA RAI RICORDANO TANTISSIMO IL

GATTOPARDO il Messaggero 16/03/2015 L'EDUCAZIONE FINANZIARIA ENTRI IN CLASSE il Messaggero 15/03/2015 CARTA DEL PROFESSORE, OGNI MESE 50 EURO il Messaggero 14/03/2015 Int. a S.Giannini: "ORA SCUOLE PIU' AUTONOME POI TOCCA ALL'UNIVERSITA'" il Messaggero 14/03/2015 ANCHE I DIRIGENTI SOTTO ESAME, MA ANCORA NON SI SA COME il Messaggero 14/03/2015 PARITARIE, I GENITORI: "POCHI GLI SGRAVI FISCALI" il Messaggero 14/03/2015 PER I PRESIDI AUMENTI IN BUSTA PAGA il Giornale 15/03/2015 DAL VELO ALL'ALCOL COSI' L'EUROPA SI PIEGA AD ALLAH Libero Quotidiano 14/03/2015 Int. a E.Centemero: "LA NUOVA SCUOLA NON E' MERITOCRATICA E BISOGNA

INSEGNARE PIU' ECONOMIA" (Ch.pel) Libero Quotidiano 14/03/2015 DISABILE PICCHIATA IN CLASSE, LA PROF NON INTERVIENE Avvenire 15/03/2015 FORMAZIONE PROFESSIONALE ASSENTE Avvenire 15/03/2015 MILANO. SCOLA: "LA VERA SFIDA E' LA SCELTA EDUCATIVA PLURALE" Avvenire 14/03/2015 BENE LA SCELTA DEI PROF "MA AL DIRIGENTE SERVE IL SOSTEGNO DEL

TERRITORIO"

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l'Osservatore Romano 15/03/2015 SI' AL VELO PER LE DOCENTI MUSULMANE Cronache del Garantista 14/03/2015 AL VIA L'OPERAZIONE SCUOLE PULITE DI LEGAMBIENTE Cronache del Garantista 14/03/2015 LA RIFORMA DELLA SCUOLA DI RENZI FA FUORI UN PRECARIO SU DUE il Manifesto 14/03/2015 DDL AUTORITARIO E CONFUSO la Gazzetta del Mezzogiorno 14/03/2015 SOLDI ALLE PARITARIE DELUSIONE DEI CATTOLICI la Gazzetta del Mezzogiorno 14/03/2015 LA LOTTA ALL'OBESITA' COMINCIA A SCUOLA Left Avvenimenti 14/03/2015 IL LATO OSCURO DELLA SCUOLA Left Avvenimenti 14/03/2015 BERLINGUER, IL RITORNO Corriere della Sera 15/03/2015 UNIVERSITA' DI FIRENZE: SOLIDARIETA' A GIANCARLO CASELLI - Corriere della Sera 14/03/2015 L'INCIVILTA' DI CHI VIETA IL DIRITTO DI PAROLA Corriere della Sera 14/03/2015 ENI, PIANO CONTRO IL CALO DEL PETROLIO PIU' PRODUZIONE, MA E' GELO IN

BORSA il Mattino 15/03/2015 "DIDATTICA VA PREMIATO IL MERITO NON LA QUANTITA'" Il Secolo XIX 15/03/2015 ISCRIZIONI, IL BOOM DI AGRARIA il Tempo 16/03/2015 L'ACCADEMIA DI BELLE ARTI DIVENTA PRODUTTRICE DI MOSTRE ED EVENTI Corriere dell'Umbria 16/03/2015 DUE DONNE PER CELEBRARE LA STRANIERI: STEFANIA GIANNINI E IRINA

BOKOVA Milano Finanza 14/03/2015 PROMOSSI E BOCCIATI

Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 16/03/2015 ARRIVANO SEGNALI DI RIPRESA ANCHE DALLE RETRIBUZIONI il Sole 24 Ore 16/03/2015 NELLE STARTUP INNOVATIVE 3MILA POSTI il Sole 24 Ore 16/03/2015 COSI' LA TECNOLOGIA CREA OCCUPAZIONE PER I DISABILI il Sole 24 Ore 16/03/2015 NEGLI ENTI RISCHIO DI NUOVI PRECARI Corriere della Sera 16/03/2015 E SULLE NUOVE REGOLE IL GOVERNO VUOLE MEDIARE: CONVOCHEREMO I

SINDACATI Corriere della Sera 16/03/2015 FERROVIERI IN SCIOPERO NTV: NOI DANNEGGIATI Corriere della Sera 15/03/2015 NUOVE REGOLE PER I SINDACATI ORA IL PREMIER ACCELERA CorrierEconomia 16/03/2015 L'INPS MISURERA' GLI ISCRITTI AI SINDACATI la Repubblica 16/03/2015 Int. a M.Madia: MADIA: "SARANNO LICENZIATI I DIRIGENTI PUBBLICI INADEGUATI

NIENTE JOBS ACT PER GLI STATALI E … la Repubblica 16/03/2015 "CORRUZIONE, DISSERVIZI E RINCARI" I SINDACATI INTERNAZIONALI BOCCIANO

LE PRIVATIZZAZIONI Affari&Finanza 16/03/2015 INVESTIRE IN PREVENZIONE LO STATO TI DA' UNA MANO la Stampa 16/03/2015 LANDINI AVVISA: IO E I LAVORATORI CAMBIEREMO L'ITALIA PIU' DI RENZI Italia Oggi 14/03/2015 TFR DI FEBBRAIO A QUOTA 0,25% Italia Oggi 14/03/2015 CO.CO.CO., LA SANATORIA E' TOMBALE il Messaggero 16/03/2015 VA CANCELLATA L'ANOMALIA DEI BILANCI FINTI il Messaggero 16/03/2015 LA SFIDA DI RENZI SU TRASPARENZA E RAPPRESENTANZA SPACCA I

SINDACATI il Messaggero 15/03/2015 TRASPARENZA, UN LEGGE SU SINDACATI E PARTITI: ECCO IL PIANO DI RENZI il Giornale 14/03/2015 "NOI, POLIZIOTTI E BERSAGLI NON POSSIAMO DIFENDERCI" il Tempo 16/03/2015 Int. a G.Pitzianti: "ASPETTI UMILIANTI E RESTRITTIVI" il Tempo 16/03/2015 IL SERVITORE DELLO STATO SI DIFENDE DA SOLO il Mattino 15/03/2015 CRESCITA, IL GOVERNO CI CREDE: MA NIENTE PAUSE SULLE RIFORME Plus24 (il Sole 24 Ore) 14/03/2015 TFR IN BUSTA PAGA E PENSIONI ECCO COME OTTENERE RISPOSTE il Sole 24 Ore 15/03/2015 PER IL PIL +0,8% E DEFICIT AL 2,6% il Sole 24 Ore 14/03/2015 IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO D'EUROPA Corriere della Sera 16/03/2015 IL VATICANO APRE ALL'USO DELLA FORZA PER METTERE FINE ALLE

PERSECUZIONI Corriere della Sera 16/03/2015 CENTO GIORNI IN PIU' PER PAGARE IL DEBITO Corriere della Sera 14/03/2015 IL GIALLO DELLA SPENDING REVIEW FERMO IL DECRETO SULLE NOMINE la Repubblica 15/03/2015 Int. a N.Roubini: "I SEGNALI POSITIVI VANNO SOSTENUTI CON L'ATTACCO ALLA

CORRUZIONE" la Repubblica 15/03/2015 ENI FIRMA ACCORDO DA 5 MILIARDI IN EGITTO la Repubblica 14/03/2015 IL GIUBILEO A SORPRESA DI FRANCESCO DALL'8 DICEMBRE VIA ALL'ANNO

SANTO "IL MIO SARA' UN PONTIFICATO la Stampa 15/03/2015 "GRANDE OCCASIONE PER LA RIPRESA MA NON CI RILASSIAMO SULLE

RIFORME" il Messaggero 15/03/2015 MENO TASSE SUL LAVORO E NIENTE SCATTI IVA COSI' IL GOVERNO VUOLE

USARE I RISPARMI il Messaggero 14/03/2015 PA, IL GIALLO DELLA NORMA SALVA-SINDACI il Giornale 16/03/2015 IN ITALIA SALGONO I REDDITI MA LA META' FINISCE IN TASSE

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Nel lungo servizio dedicato alla riforma della scuola, lo SNALS-Confsal è stato citato nelle frasi: “Qualche passo avanti è stato fatto; bene la conferma del meccanismo degli scatti di anzianità. Preoccupa invece l’incertezza alla stabilizzazione dei precari”.

13/03/2015

SCUOLA: SNALS, QUALCHE PASSO AVANTI MA MOLTO RESTA DA MIGLIORARE = Nigi, va data certezza alla stabilizzazione di tutti i precari Roma, 13 mar. (AdnKronos) - ''Dopo il Consiglio dei ministri di ieri, qualcosa è cambiato nella Buona scuola e qualche passo avanti è stato fatto, ma è importante che venga data certezza alla stabilizzazione di tutti i precari''. E' quanto afferma Marco Paolo Nigi, segretario generale Snals-Confsal, secondo il quale, "in ogni caso, resta molto da migliorare in sede di conversione''. Dal sindacato viene valutato positivamente il cambio di rotta del governo che, ascoltata la voce dei lavoratori della scuola, ha confermato l'attuale meccanismo degli scatti di anzianità. Bene anche l'affermazione secondo cui, per premiare il merito, il governo reperirà risorse aggiuntive - come rivendicato da sempre dallo Snals-Confsal. Positiva, infine, l'istituzione di un credito per le spese culturali dei docenti. Preoccupa, invece, l'incertezza, l'incompletezza e la parzialità di alcuni aspetti della stabilizzazione del precariato, in particolare in merito all'individuazione degli aventi diritto e alle decorrenze. (segue) (Ste/AdnKronos) 13-MAR-15 11:37 ADN0218 7 CRO 0 DNA CRO NAZ

SCUOLA: SNALS, QUALCHE PASSO AVANTI MA MOLTO RESTA DA MIGLIORARE (2) = (AdnKronos) - ''Confidiamo - ha concluso Nigi - che il parlamento, in sede di conversione, non cada nella tentazione di invadere le materie contrattuali con la legge, ma solleciti l'emanazione di un atto di indirizzo all'Aran per l'avvio del rinnovo del contratto scaduto da troppi anni, migliori i contenuti del provvedimento ed elimini alcune norme inaccettabili, in primis quelle relative a ipotesi di chiamata diretta senza regole da parte dei dirigenti scolastici''. ''Gli operatori scolastici siano certi che lo Snals-Confsal opererà, lungo tutto l'iter parlamentare del provvedimento, affinché vengano apportate le modifiche e le integrazioni necessarie. A loro e alla scuola vanno date le risposte che da tanto tempo attendono'', ha concluso Nigi. (Ste/AdnKronos) 13-MAR-15 11:37

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13/03/2015

Scuola, Snals-Confsal: passi avanti ma resta molto da migliorare (askanews) - Roma, 13 mar 2014 - "Dopo il Consiglio dei ministri di ieri, qualcosa e' cambiato nella Buona scuola e qualche passo avanti e' stato fatto, ma e' importante che venga data certezza alla stabilizzazione di tutti i precari. In ogni caso resta molto da migliorare in sede di conversione". E' il commento di Marco Paolo Nigi, segretario generale dello Snals-Confsal. Il sindacato valuta positivamente "il cambio di rotta del governo che, ascoltata la voce dei lavoratori della scuola, ha confermato l'attuale meccanismo degli scatti di anzianita'. Bene anche l'affermazione secondo cui, per premiare il merito, il governo reperira' risorse aggiuntive - come rivendicato da sempre dallo Snals-Confsal. Positiva, infine, l'istituzione di un credito per le spese culturali dei docenti". "Preoccupa invece - prosegue lo Snals-Confsal - l'incertezza, l'incompletezza e la parzialita' di alcuni aspetti della stabilizzazione del precariato, in particolare in merito all'individuazione degli aventi diritto e alle decorrenze. Confidiamo che il parlamento, in sede di conversione, non cada nella tentazione di invadere le materie contrattuali con la legge, ma solleciti l'emanazione di un atto di indirizzo all'Aran per l'avvio del rinnovo del contratto scaduto da troppi anni, migliori i contenuti del provvedimento ed elimini alcune norme inaccettabili, in primis quelle relative a ipotesi di chiamata diretta senza regole da parte dei dirigenti scolastici". "Gli operatori scolastici siano certi che lo Snals-Confsal operera', lungo tutto l'iter parlamentare del provvedimento, affinché vengano apportate le modifiche e le integrazioni necessarie. A loro e alla scuola vanno date le risposte che da tanto tempo attendono", ha concluso Nigi. 13-03-2015 11:31 [Cronaca] Red/Sav /Sav

13/03/2015

Scuola, Snals Confsal: “Va data certezza alla stabilizzazione di tutti i precari” Scuola, Snals-Confsal: qualche passo avanti, ma molto da migliorare di com/mal - 13 marzo 2015 16:46 e com/ilp - 13 marzo 2015 13:00

fonte ilVelino/AGV NEWSRoma “Dopo il Consiglio dei ministri di ieri, qualcosa è cambiato nella Buona scuola e qualche passo avanti è stato fatto, ma è importante che venga data certezza alla stabilizzazione di tutti i precari”, ha dichiarato Marco Paolo Nigi, segretario generale SNALS-CONFSAL. “In ogni caso, resta molto da migliorare in sede di conversione”, ha aggiunto Nigi. Dal sindacato viene valutato positivamente il cambio di rotta del governo che, ascoltata la voce dei lavoratori della scuola, ha confermato l’attuale meccanismo degli scatti di anzianità. Bene anche l’affermazione secondo cui, per premiare il merito, il governo reperirà risorse aggiuntive - come rivendicato da sempre dallo SNALS-CONFSAL. Positiva, infine, l’istituzione di un credito per le spese culturali dei docenti. Preoccupa, invece, l’incertezza, l’incompletezza e la parzialità di alcuni aspetti della stabilizzazione del precariato, in

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particolare in merito all’individuazione degli aventi diritto e alle decorrenze. “Confidiamo, ha concluso Nigi, che il parlamento, in sede di conversione, non cada nella tentazione di invadere le materie contrattuali con la legge, ma solleciti l’emanazione di un atto di indirizzo all’ARAN per l’avvio del rinnovo del contratto scaduto da troppi anni, migliori i contenuti del provvedimento ed elimini alcune norme inaccettabili, in primis quelle relative a ipotesi di chiamata diretta senza regole da parte dei dirigenti scolastici”. “Gli operatori scolastici siano certi che lo SNALS-CONFSAL opererà, lungo tutto l’iter parlamentare del provvedimento, affinché vengano apportate le modifiche e le integrazioni necessarie. A loro e alla scuola vanno date le risposte che da tanto tempo attendono”, ha concluso Nigi.

13/03/2015

Snals-Confsal: Buona scuola, passi avanti ma da migliorare Roma - 13 mar (Prima Pagina News) “Dopo il Consiglio dei ministri di ieri, qualcosa è cambiato nella Buona scuola e qualche passo avanti è stato fatto, ma è importante che venga data certezza alla stabilizzazione di tutti i precari”, ha dichiarato Marco Paolo Nigi, segretario generale SNALS-CONFSAL. “In ogni caso, resta molto da migliorare in sede di conversione”, ha aggiunto Nigi. Dal sindacato viene valutato positivamente il cambio di rotta del governo che, ascoltata la voce dei lavoratori della scuola, ha confermato l’attuale meccanismo degli scatti di anzianità. Bene anche l’affermazione secondo cui, per premiare il merito, il governo reperirà risorse aggiuntive - come rivendicato da sempre dallo SNALS-CONFSAL. Positiva, infine, l’istituzione di un credito per le spese culturali dei docenti. Preoccupa, invece, l’incertezza, l’incompletezza e la parzialità di alcuni aspetti della stabilizzazione del precariato, in particolare in merito all’individuazione degli aventi diritto e alle decorrenze. “Confidiamo, ha concluso Nigi, che il parlamento, in sede di conversione, non cada nella tentazione di invadere le materie contrattuali con la legge, ma solleciti l’emanazione di un atto di indirizzo all’ARAN per l’avvio del rinnovo del contratto scaduto da troppi anni, migliori i contenuti del provvedimento ed elimini alcune norme inaccettabili, in primis quelle relative a ipotesi di chiamata diretta senza regole da parte dei dirigenti scolastici”. “Gli operatori scolastici siano certi che lo SNALS-CONFSAL opererà, lungo tutto l’iter parlamentare del provvedimento, affinché vengano apportate le modifiche e le integrazioni necessarie. A loro e alla scuola vanno date le risposte che da tanto tempo attendono”, ha concluso Nigi. (PPN) 13 mar 2015 14:29

13/03/2015

Scuola, Snals-Confsal: passi avanti ma resta molto da migliorare Scritto da Red/Sav | TMNews – ven 13 mar 2015 Roma, 13 mar. (askanews) - "Dopo il Consiglio dei ministri di ieri, qualcosa è cambiato nella Buona scuola e qualche passo avanti è stato fatto, ma è importante che venga data certezza alla stabilizzazione di tutti i precari. In ogni caso resta molto da migliorare in sede

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di conversione". È il commento di Marco Paolo Nigi, segretario generale dello Snals-Confsal. Il sindacato valuta positivamente "il cambio di rotta del governo che, ascoltata la voce dei lavoratori della scuola, ha confermato l'attuale meccanismo degli scatti di anzianità. Bene anche l'affermazione secondo cui, per premiare il merito, il governo reperirà risorse aggiuntive - come rivendicato da sempre dallo Snals-Confsal. Positiva, infine, l'istituzione di un credito per le spese culturali dei docenti". "Preoccupa invece - prosegue lo Snals-Confsal - l'incertezza, l'incompletezza e la parzialità di alcuni aspetti della stabilizzazione del precariato, in particolare in merito all'individuazione degli aventi diritto e alle decorrenze. Confidiamo che il parlamento, in sede di conversione, non cada nella tentazione di invadere le materie contrattuali con la legge, ma solleciti l'emanazione di un atto di indirizzo all'Aran per l'avvio del rinnovo del contratto scaduto da troppi anni, migliori i contenuti del provvedimento ed elimini alcune norme inaccettabili, in primis quelle relative a ipotesi di chiamata diretta senza regole da parte dei dirigenti scolastici". "Gli operatori scolastici siano certi che lo Snals-Confsal opererà, lungo tutto l'iter parlamentare del provvedimento, affinché vengano apportate le modifiche e le integrazioni necessarie. A loro e alla scuola vanno date le risposte che da tanto tempo attendono", ha concluso Nigi.

venerdì, marzo 13th, 2015

Promossa con riserva la Buona Scuola di Renzi Interviene nel merito del pacchetto scuola licenziato ieri dal Consiglio dei ministri guidato da Matteo Renzi, il segretario generale Snals-Confsal, Marco Paolo Nigi: “Dopo il Consiglio dei ministri di ieri, qualcosa è cambiato nella Buona scuola e qualche passo avanti è stato fatto, ma è importante che venga data certezza alla stabilizzazione di tutti i precari. In ogni caso, resta molto da migliorare in sede di conversione”. Nigi ha sottolineato ancora: “Confidiamo che il parlamento, in sede di conversione, non cada nella tentazione di invadere le materie contrattuali con la legge, ma solleciti l’emanazione di un atto di indirizzo all’Arn per l’avvio del rinnovo del contratto scaduto da troppi anni, migliori i contenuti del provvedimento ed elimini alcune norme inaccettabili, in primis quelle relative a ipotesi di chiamata diretta senza regole da parte dei dirigenti scolastici”. Ritiene invece insufficienti “i provvedimenti assunti su tali delicati aspetti che riguardano la vita di studenti e insegnanti e la qualità del servizio scolastico”, il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, che spiega: “L’Osservatorio per l’edilizia scolastica istituito presso il Miur è totalmente inutile, dal momento che già esiste una mappatura precisa delle scuole a rischio, redatta dallo stesso Ministero e pubblicata sul web dal Codacons”. Bocciatura in toto per il piano di edilizia scolastica: “I 40 milioni di euro stanziati per i controsoffitti appaiono poi come una misura ‘spot’, inserita a seguito delle cronache periodiche su crolli e cedimenti negli istituti scolastici, che non risolverà il problema della sicurezza delle aule. Ci chiediamo in proposito che fine abbia fatto il piano sulle ‘scuole sicure’ annunciato dal premier Renzi che prevedeva 400 milioni di euro per 2400 interventi

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a partire dal 2015, e il famoso Piano generale di edilizia scolastica che avrebbe dovuto mettere in sicurezza tutti le scuole itallane”. GM

12/03/2015 Politica scolastica

Sindacati, opposizione e studenti non fanno sconti: #riformabuonascuola da rivedere!

Alessandro Giuliani Giovedì, 12 Marzo 2015 Nel complesso, sono negativi i commenti a caldo sul ddl sulla scuola: confuso, sbagliato, deludente, approssimativo, insufficiente, autoritario. Confuso, sbagliato, deludente, approssimativo, insufficiente, autoritario: sono severi i primi giudizi che arrivano da sindacati, associazioni, partiti d’opposizione e studenti sul ddl approvato dal Consiglio dei ministri il 12 marzo. Vi proponiamo alcune sintesi. …omissis… Per Marco Nigi, Segretario generale SNALS-CONFSAL, "Dopo il Consiglio dei ministri di ieri, qualcosa è cambiato nella Buona scuola e qualche passo avanti è stato fatto, ma è importante che venga data certezza alla stabilizzazione di tutti i precari”. …omissis…

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«Il governo non ci vuole assumere? Pronti a lanciare una dass action» PAOLO FERRARIO MIlANO

li idonei non sono vincitori del concor­so». Questa frase del presidente del Con­siglio, Matteo Renzi, rischia di mettere u­

na pietra tombale sulle aspirazioni dei 6.600 irIse­gnanti idonei del concorso 2012, esclusi dalle 100.701 assunzioni annunciate l'altra sera dal premier, che riguardano soltanto gli iscritti alle graduatorie ad e­saurimento e, appunto, i vincitori del concorso ban­dito dal mirIistro Profumo. Ma per il governo può trasformarsi in un pericoloso boomerang, con la Buona scuola travolta da una «valanga di ricorsi». A minacciarli sono proprio gli idonei (cioè coloro che, pur avendo supera-

de che le assunzioni avvengano per il 50% dalle Gae e per il 50% dalle graduatorie concorsuali o di me­rito; il decreto ministeriale dello scorso maggio che prevede lo scorrimento delle stesse graduatorie ed equipara gli idonei ai vincitori di concorso; il decre­to D'Alia del 2013 che impone di esaurire le gradua­t011e di merito prima di indire nuovi concorsi (co­me il governo sarebbe intenzionato a fare nel 2016) . Infine, l'ultima norma contro cui cozzerebbe il pia­no dell' esecutivo è, nuovamente, il Testo unico, lad­dove prevede che le graduatorie abbiano durata triennale. Considerando che per molte classi di con­corso (materie) la decorrenza è il 2014, tali gradua­torie dovrebbero restare irI vigore almeno fino al 2016

e dalì si dovrebbe attirIgere per le nuo-ve assunzioni.

to la selezione, non sono rientrati nel numero di posti disponibili), che co­stituitisi irI comitato, starmo pensan­do, tra le altre iniziative, di avviare u­na class action contro lo Stato. «Siamo delusi e arrabbiati - sbotta An­gelo Palumbo, uno dei portavoce del gruppo -e non riusciamo a capire che cosa è successo. FirIo al3 marzo era­vamo compresi tra i candidati a una cattedra, una settimana dopo abbia­mo scoperto dalla viva voce del pre­mier che i nostri sogni si erano in­franti».

Gli idonei «Qualsiasi tribunale ci darebbe ragio­ne, per cui la nostra stabilizzazione conviene a tutti, a cominciare dal go­verno», chiude Palumbo, lanciando un «appello alla politica».

del concorso 2012: «O si cambia

E sì che loro, gli idonei del concorso 2012, si erano spesi molto per la Buo­na scuola. Avevano partecipato alla consultazione popolare e alle irIizia-

o valanga di ricorsi» La minaccia di

ricorrere ai tribunali e il peso della

sentenza europea «Le Gae? Uno su tre

resterà fuori»

A fianco degli idonei si è subito schie­rato il sindacato autonomo Anief, ri­cordando di aver già ottenuto la sta­bilizzazione (con relativo irIdennizzo tra i 30mila e i 50mila euro) di «più di 400 precari» e di avere in corso «altri 4mila ricorsi». Anche i l O milioni pre­visti dal governo per risarcire i preca­ri «sono una cifra a dir poco mode­sta», secondo il presidente Marcello Pacifico, per il quale, anche dopo le

tive organizzate nei territori. Erano presenti anche il 22 febbraio alla festa del Pd per il primo armo del governo Renzi, che aveva posato con loro per unafo­to ricordo. Insomma, tutto bene, fino alla sera di gio­vedì. Quando harmo scoperto di essere fuori. Senza una spiegazione. «Non ci arrendiamo di certo - prosegue Palumbo­e, a questo punto, confidiamo o in un ripensamen­to del governo o nell'irItervento del Parlamento irI se­de di discussione del disegno di legge. N aturalmen­te non siamo disposti ad accettare questo sopruso». Molte le frecce all' arco degli idonei. La prima riguarda l'assunzione, a settembre 2014, di 5.500 loro colle­ghi in occasione dell' avvio del nuovo anno scolasti­co. Perché 5.500 sono dentro e 6.600 fuori, pur es­sendo nella medesima condizione? Le altre ragioni della protesta degli idonei sono ricordate da Tutto­scuola. Se confermata, la decisione di escluderli vio­lerebbe ben quattro leggi: il Testo unico che preve-

100mila assunzioni, «un docente su tre delle Gae resterà fuori».

«Sulle assunzioni - spiega il sindacalista - è evi­dente che il governo sta cercando di sanare una pia­ga storica, quella della precarietà, ma le soluzioni sono ancora lontane. E ciò perché l'Italia deve an­cora adeguare la propria normativa alla direttiva comunitaria, perché proprio da una sentenza del­la Corte di giustizia europea scaturisce questa esi­genza di cambiamento. E la prima cosa il governo non l'ha fatta, sebbene l'abbia promessa da set­tembre: un semp lice censimento senza il quale tut -to l'impianto cade». Sulla «stabilizzazione di tutti i precari» punta, in­fine, anche Marco Paolo 1DDsegretario generale dello Snals-Confsal. «In ogni caso resta molto da migliorare in sede di conversione», aggiunge B Mehe giudica «inaccettabili» le norme che preve­dono la chiamata diretta degli insegnanti da par­te dei presidi.

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CODOGNO SCATTANO LE LEZIONE DELLA LIBERA UNIVER51TA

Il valore della conoscenza, l'obiet­tivo dell'aggregazionE'; ai ranghi di par­tenza la "Liber'a Università del Basso­lorligiano" L'ora X scatterà il16 mar­zo con il primo corso che la Lub proporrà al territol'io - un excursus sul legame tra il Lodigiano e la sua campagna tenuto dall'architetto Gia­como Bassi - ma già sabato 28 feb­bl'aio la Lub si è presentata alla città e alla Bassa, affollata l'aula magna dell'istituto Ambrosoli, scuola che, con la media Ognissanti, sarà sede dei corsi. "La Lub è dei cittadini e del .. le associazioni che vorranno parteci' parvi", così il presidente Rotary Co­dogno Fabrizio Marchesi, facendo ca­pire che, se il club rotariano è il soggetto promotore dell'iniziativa, è dalla sinergia di collaborazioni a più voci che la Lub nasce e può andare avanti. Ad oggi questa nuova univer­sità del tempo libero ha trovato il pa­trocinio dei Cornuni di Codogno e Ca­sale (presenti sabato il vicesindaco e l'assessore alla cultul'a di Codogno Roberto Nalbone e Mario Zafferri, e il vicesindaco di Casale Alber'to Lab" badini), nonché l'adesione di Ascom, iii Confartigianato, Cgil, Cisl e

Codogno Nuova. Presidente della Lub è Dornenico Cesarano, e l'in­carico non capita a caso: tre anni fa, quand'era presidente Rotary, sua fu l'idea di una universita del ternpo li·· bem sul territorio, "per offrire un ul­teriore strumento cii attrazione cultu­rale. aperto all'ingresso di associazio" ni culturali e sociali che mantengono la loro autonomia rna collaborano con la Lub - ha detto Cesarano ... Partia­mo da Codogno e Casale, ma ci rivol­giamo a tutti i Comuni del territorio: la Lub vuole essere associazione che porta i suoi corsi anche fuori Codo­gno, a fronte cii persone interessate a parteciparvi. Di sicuro, non è una università della terza età, ci si può iSCl'ivere ad ogni eta". La segretel'ia della Lub è già attiva alla sede di Co­dogno Nuova in via himerio (telefono 371-1749456, email: info@ulliversita­lub.it , sito www.universitalub.it ) Quote annue di iscrizione a 100 euro per le associazioni, 30 euro per le per­sone fisiche, mentre ogni corso avra 10 eum di quota di frequenza.

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ILSECOLOXIX SAVONA

I SINDACATI

«Senza decreto rischiano di saltare 600 assunzioni» SAVONA. La rabbia dei sinda­cati verso la "Buona scuola" non si placa. Nonostante sia­no stati salvati gli scatti di anzianità, le criticità restano tante. A partire dalle assun­zioni che, nel Savonese, sfio­rano i 600 docenti, ma che, senza lo strumento del de­creto legge, rischiano di non arrivare in tempo. «Siamo molto preocdai - dice En­zo Sabatini, . a fronte di un modus operandi, come il disegno di legge, che può es­sere importante per temi meno urgenti, ma non com­patibile con le immissioni in ruolo garantite. Il rischio è che i tempi tecnici, alla fine, escludano tutte quelle assun­zioni promesse. Sarebbe di­sastroso. Chiediamo, quindi, al governo, di intervenire con un decreto almeno su questa voce». Non piace, poi, alla Cgill'aumento di potere nelle mani dei dirigenti scolastici. «Una scelta che mette a ri­schio principi costituzionali come la libertà di insegna­mento - dice Mario Lugaro, Flc Cgil-.I presidi potranno assegnare discrezionalmente premi di stipendio ai docenti "meritevoli" e sceglierli da un albo territoriale. Una sorta di "vetrina" dove sarà pubbli­cato il loro curriculum.lnac­cettabile». Resta sempre at­tuale il tema delle reggenze. Il concorso non è in grave ri­tardo, per cui, a settembre, le reggenze passeranno a 12 su 35 istituti: un numero altissi­mo, con tutte le aggravanti del caso: plessi allo sbando, difficoltà di coordinamento.

«È importante che gli stu­denti savonesi sentano il bi­sogno di approfondire i temi della "Buona scuola" - con­cludono i sindacati - e speria­mo si possa organizzare una manifestazione partecipata e responsabile che invii un for­te messaggio al governo». s.c.

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LA STAMPA

SINDACATI DELUSI

"Nonostante la riforma otto scuole senza preside"

La riforma della scuola non garantirà la nomina di otto nuovi presidi e non colmerà la carenza di insegnanti in pro­vincia. I sindacati, che hanno seguito con occhio critico le lente fasi del disegno sulla «buona scuola», restano criti­ci sulla reale efficacia di quella che era annunciata come una rivoluzione.

«II governo è stato evasivo e illusorio - commenta il se­gretario provinciale dello fiEi!!!I! Enzo Sabatini -. Ora la realtà è che le scuole che han­no la reggenza continueranno

SAVONA E PROVINCIA

ad averla anche l'anno prossi­mo». Niente preside, neanche nell'anno scolastico 2015-2016, al Mazzini-Da Vinci di Savona, al liceo Arturo Issel e all'Istituto secondario supe­riore di Finale, al quarto Com­prensivo, al Comprensivo Al­benga 1, al Comprensivo di Lo­ano-Boissano, a quello di Pie­tra e di Vado Ligure. «II con­corso per i presidi era atteso a dicembre, ma nulla. AI mo­mento non è in programma e ad aprile non uscirà di certo. Quindi è tutto fermo. Le primi indicazioni hanno creato false

aspettative negli insegnanti, che stavolta speravano davve­ro di sistemarsi. Qualche as­sunzione dovrebbe arrivare, ma siamo lontani dai numeri auspicati», aggiunge Gianni Garino, segretario Cisl Scuola di Savona e Imperia.

La lunga gestazione del di­segno di legge di Renzi ha fat­to infrangere i sogni dei 300 precari che, stando ai primi proclami, a settembre avreb­bero potuto iniziare a inse­gnare con un nuovo contrat­to. La riduzione di un terzo del numero di assunzioni pre-

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viste - dovevano essere 150 mila, ma se tutto andrà bene saranno non più di 100 mila -fa notevolmente ridimensio­nare anche la ricaduta sul Sa­vonese, dove mancano 250 in­segnanti. Negli ultimi anni, in pratica, è stato garantito solo il turnover (pensionamenti pari a nuove assunzioni), ma il «buco» di cattedre resta e resterà. Alle Superiori si re­gistrano i numeri più dram­matici, con una carenza di 108 posti e una cinquantina di docenti rimasti intrappolati nel blocco dei cosiddetti «quota 96». [C. BEN.]

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LO ~1~'" .. 11 COSTRETTI A LUNGHE ATTESE

Pratiche ferme, docenti senza pensione Pratiche per il pensionamento che si ammucchiano mentre in­segnanti e personale Ata atten­dono di avere una risposta cer­ta sul loro diritto o meno di po­ter andare in pensione, col ri­schio di restare senza pensione o doverla rinviare a causa delle lungaggini. Accade a Treviso e a denunciare il caso di una buro­crazia che avanza a passo di lu­maca è Salvatore Auci, dello mmJil sindacato nazionale au­tonomo lavoratori della scuola. «Abbiamo una decina di lavora­tori, tra docenti e collaboratori scolastici che stanno vivendo nel limbo a causa della doman­da di pensione che hanno pre­sentato, ma che non è ancora

andata a buon fine perché man­cano le relative certificazioni dell' attività lavorativa svolta, sia nel pubblico, ma anche nel privato, per alcunh> , spiega il sindacalista, «il problema è che l'Inps non riesce a evadere tutte le domande a causa delle trop­pe richieste che gli pervengono tutte insieme».

Un accumulo di lavoro stret­tamente collegato all'invio del­le circolari da parte del Ministe­ro, aggiunge il sindacalista, <<llon è certo tutta colpa dell' Inps. Quest'anno la domanda per andare in pensione doveva essere presentata tra l'l1 dicem­bre e il15 gennaio, tempirisica­ti, se poi si aggiunge il fatto che

ci sono pure le festività di mez­zo».

A oggi questi lavoratori trevi­&~ che si sono rivolti allo

• non hanno le certificazio­ni indispensabili per andare in pensione. Se la situazione non si sbloccherà il rischio di restare senza lavoro e senza pensione si fa concreto. «La pratica è bloccata», conclude Auci, «o questi lavoratori ritirano per si­curezza la domanda e vanno in pensione l'anno prossimo, op­pure accettano il rischio di an­darci ugualmente fatto salvo re­stare senza stipendio e senza pensione se non verranno con­fermati i requisith>. (v. c.)

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5CA TT ANO L.E LEZIONE DEl.L.A LIBERA UNIVER51TA

Il valore della conoscenza, l'obiettivo ai ran· ghi di partenza Universita del Bassolodigiano". L'or'a X scatte· l'a il16 Illarzo con il corso che

proporra un sul tl'a il Lodigiano

e la sua call1pagna tenuto dall'archi· tetto Giacoillo Bassi" Illa saba· to 28 febbraio la Lub si è presenta .. ta alla citta e alla Bassa, affollata l'aula dell'istituto Alllbrosoli,

con la Illedia sarà sede corsi. "I.a è dei cittadini e delle associazioni che vorranno pal·teciparvì", cos1 il dente Rotary Codogno Marchesi, facendo capire che, Sé' il club rotar'iano è il tore dell'iniziativa, di collaborazioni a più voci che L.ub nasce e può andare avanti. Ad

questa nuova università ciel libero ha trovato il patroci' CDllluni di e Casale

sabato il e alla cultul'a di CodDgno

Roberto Nalbone e Mario Zafferri, e il vicesindaco di Casale AlbNtD Labbadini), nonché l'adesione di Ascolll, Anap Cgil, Cisl e" Codogno dente della Lub è DOlllenico Cesara no, e l'incàrico non capita a caso: tre anni Fa, quand'era [xesidente Ro" tary, sua fu l'idea di una università del telllpo libero sul telTitorio, "per offrire un ultedore struillento di at­trazione culturale, aperto all'ingres· 50 di associazioni culturali e sociali che Illantengono la loro autonomia ma collaborano con la Lub ha detto Cesara no - . Partiaillo da Codogno e Casale, ma ci rivolgiaillo a tutti i Comuni del territorio: la Lub vuole essel'e associazione che porta i suoi corsi anche fuori Codogno, il fmnte di persone interessate il parteci·

Di SiCUI-O, non è una universita tel-za eta, ci si può iscrivere ad

ogni età" La segreteria della L.ub è già attiva alla sede di Codogno Nuo­va in via Ti'irnerio (telefono 371" 1749456, elllail: info@universita­lub.it , sito www.universitalubit ). Quote annue di iscrizione alOO eum per le associazioni, 30 euro per le persone fisiche, Illentre ogili corso

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Labuonascuola? «Belle le

moifatti» Insegnanti, presidi e genitori divisi sul progetto «Ma il governo Renzi sta dimostrando attenzione»

PAOLA SANDIONIGI ranno pagati -. Siamo contrari _ I sindacati bocciano la al bonus che verrà dato ai do-"Buona scuola".

Salvano gli scatti d'anziani­tà' ma criticano aspramente sia l'albo dei docenti che il bonus a disposizione per andare a teatro o a concerti gratuita­mente, e ribadiscono la neces­sità di mettersi ad un tavolo e per parlare della revisione del contratto di lavoro dellacate­goria.

Approvato dal Consiglio dei ministri il disegno di legge sul­la riforma della scuola, tra le novità prevede che

centi per andare a teatro o a concerti, passerà un messaggio negativo, già i più hanno un giudizio non sempre positivo degli insegnanti, ora diranno che oltre a non lavorare vanno pure in giro a spese di chi lavo­ra».

Pellegrino non nasconde le sue perplessità sulle assunzio­ni: «I numeri non tornano sono inferiori alle attese».

Cri tico anche Mario Ram­pello, sindacalista della Cisl: ~ «Il numero delle as­

saranno i presidi a scegliere i docenti.

Restano invariati gli scatti di anziani­tà, e ci saranno le tanto attese assun­zioni dei precari tra coloro che fanno parte delle graduato­rie ad esaurimento. Per gli altri sarà ban-

Provveditore soddisfatto

<<! docenti

sunzioni dei precari è basso. Inoltre tutto questo potere nelle mani dei presidi che potranno decidere chi assumere è molto preoccupante. As­sunzioni che avver­ranno attraverso un albo dei docenti che

verranno premiati

per merito»

dito un concorso.

Il giudizio «Questo documento non ci piace - ribadisce Giuseppe Pellegrino, della Uil - tanto che nelle prossime settimane daremo il via ad una mobilita­zione in tutte le scuole del ter­ritorio, abbiamo già in pro­gramma una serie di assem­blee».

«L'unica cosa positiva che vediamo è l'impegno a mante­nere gli scatti d'anzianità an­che se non è chiaro come ver-

non è ancora chiaro come verrà stilato».

Michela Magni, della Cgil ribadisce: «Meno assunzioni rispetto a quelle previste, e non si parla di rinnovo del contrat­to di lavoro che è lo snodo fon­damentale. Inoltre siamo pre­occupati per questo accentrare tutto nelle mani dei presidi, che potranno scegliere i do­centi da un albo. Unica nota positivail via libera agli scatti di anzianità».

A Lecco si parlava della sta­bilizzazione di 800 precari, di cui 250 nelle scuole superiori.

Dato che oggi a livello locale non rispecchia piùle previsio­ni, in quanto a livello nazionale si è passati dai 150 mila iniziali a 100 mila, forse ancora di me­no.

«Un passo avanti» «Questo documento è un passo avanti - fa notare Roberto Co­Iella, dello 13m'I1ll- o ggi prima di tutto è necessario il rinnovo del contratto di lavoro».

Il provveditore Per il provveditore Tiziano Secchi, la "Buona scuola" «ha numerosi aspetti positivi: il rilancio dell'autonomia scola­stica, la possibilità per i docen­ti di fare carriera per anzianità e merito, e l'organico funziona­le».

«Ma soprattutto - prosegue il suo ragionamento il provve­ditore Secchi - il governo Renzi sta dimostrando attenzione al­la scuola, già l'aver messo l'ar­gomento tra le priorità del­l'agenda è positivo. Ora auspi­chiamo che i precari, grazie a cui in questi anni la scuola è andata avanti, possano entrare in servizio a tempo indetermi­nato, e inoltre si nota un'atten­zione agli studenti, non ci sa­ranno più classi pollaio e ci saranno anche attività pomeri­diane».

Negli istituti presenti nel territorio Lecchese però la maggior parte delle scuole ha già lezione anche nelle ore po­meridiane. _

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Le paritarie aspettano «Per ora c'è incertezza» __ Inizialmentesieraparlato della possibilità di avere una detrazio­ne fiscale delle rette di frequenza delle scuole paritarie. Detrazione fiscale non con una percentuale, ma con una som­mastandard,ovverounadetra­zione graduale.

Il nuovo decreto legge can­cella questa opzione, almeno per le scuole superiori parita­rie.

«Per avere però un giudizio che entri in merito alle detra­zioni fiscali occorre aspettare

lunedì la presentazione in Par­lamento. Al momento molti da­ti sono ancora nebulosi» - dice Giuseppe Meroni, preside del liceo paritario Leopardi di Ran­cio.

«L'aspetto preoccupante che emerge da questo disegno di legge è la concezione circa la scuolalibera.Daquelchesem­bra la scuola libera viene vista solo come supplenza a ciò che lo Stato non può fare. Così però lo Stato non riconosce la libertà di educazione, dal momento

per esempio chele scuole supe­riori vengono totalmente esclu­se dal regime delle detrazioni fiscali».

Numerose le famiglie che confidavano nella possibilità di avere una detrazione fiscale, considerato che sono parecchi i ragazzi che frequentano le pa­ritarie sul territorio.

Bianca Brambilla, preside della media paritariaKolbe ag­giunge: «L'attenzione maggiore emersa nei confronti della pro­fessionalità dei docenti di lin­gue, musica, arte e motoria è sicuramente un aspetto im por­tante che conferma e valorizza aspetti che nelle p aritari e sono già curati da moltotempo».

Lunedì potrebbe arrivare qualche chiarimento in più. _

L'associazione genitori: «Positivo far scegliere i docenti dall'albo»

«Dare ai presidi la fa­coltà di scegliere i docenti, at­traverso un albo dove verranno pubblicati e aggiornati i curri­culum, è a nostro parere una buona iniziativa. N elle scuole ci sono molti docenti preparati e con tanta voglia di fare, che si tengono aggiornati e che amano la loro professione, ma purtrop­po ci sono anche persone che fanno questo mestiere solo per arrivare alla fine del mese e

prendere lo stipendio». Renato Vescovi, presidente dell'Age, l'associazione dei genitori, oggi sarà a Brescia ad un incontro di tutte le varie sezioni Age della Lombardia, per fare il punto sulla "Buona scuola" e soUoli­nearne positività e criticità.

«Il docente è come un infer­miere o un medico deve vedere il suo lavoro come una missione - prosegue Vescovi - deve esserci portato. Personalmente in pas-

sato ho fatto delle battaglie con­tro docenti che non svolgevano il loro compito. Oggi serve una scuola di qualità con insegnanti pronti e motivati. Sarà mia pre­mura approfondire al meglio questo capitolo, anche perché vogliamo capire quali saranno

gli strumenti attribuiti ai presi­di per scegliere».

Altro punto che l'Age appro­fondirà è quello de15 per mille. I finanziamenti alle scuole po-

tranno arrivare anche destinan­do i15 per mille nella dichiara­zione dei redditi.

«L'idea de15 per mille non è male - prosegue Vescovi - po­trebbe essere un modo per assi­curare alle scuole una base eco­nomica, in cambio però va can­celIato il contributo volontario. Da parte nostra, come già più volte abbiamo ribadito preferi­remmo introdurre cambiamen­ti ben più concreti». Il presiden­te Age rimarca: «Lo Stato dice che per ogni studente investe una somma annua attorno agli 8 mila euro. Come Age siamo dell'idea che sarebbe bene ver­sare questi soldi direttamente alle scuole, dando loro autono­mia».

L'Age guarda ad una scuola che si rinnova e che si inserisce nel contesto territoriale, non una scuola chiusa ma che collo­quia e che si apre all'esterno.

Nelfrattempo l'Age propone uno sportello di consultazione per confrontarsi sui piccoli e

grandi problemi della scuola. Genitori che spesso si trova­

no ad affrontare piccole e grandi difficoltà, come la disaffezione dalla scuola dei figli soprattutto alle superiori con l'abbandono degli studi magari a metà per­corso, oltre che problemi di ap­prendimento, o anche difficoltà di colloquio con alcuni docenti.

Gli interessati possono con­tattare l'Age scrivendo ad age­[email protected]. _

Il documento del governo Renzi ha diviso tra favorevoli t! contrari: giUdiZio positivo dal provveditore, negativo dai sindacati

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n preside Rossi ci crede «Stimola a fare bene» - «II primo giudizio sulla b "Buona scuola" è positivo. Ora il docu­mento va approfondito e letto con­frontandolo poi con la realtà specifica di ciascuna scuola». Giovanni Rossi, preside del li­ceo classico e linguIstico Man­zoni, rimanda al mittente le ac­cuse di chi vede nella proposta del premier Renzi un voler ac­centrare il potere nelle mani dei presidi.

Presidi che vengono definiti manager pronti a trasformare la scuola in un'azienda privata.

«Non vedo proprio nessun accentramento di potere, anzi per i dirigenti sarà unmodoper dare il meglio, per creare un po-01 di docenti il più preparati e motivati possibile - prosegue Rossi -.Con la "Buona scuola" il preside diventa responsabile dei risultati ottenuti, cosa che già capita. Noi dirigenti siamo già responsabili dei risultati che ottengono i nostri studenti, e Giovanni Rossi, preside del liceo Manzoni della didattica».

L'idea dell'albo Rossi reputa interessante !'idea di creare un albo con i curri­culum dei vari docenti. Una scuola sempre più trasparente che non ha nulla da nascondere, e che soprattutto non deve avere nulla da nascondere. Una scuola si racconta e grazie all'ausilio di intemetraccontalesueattività, i suoi programmi.

«Ben venga questo albo però è fondamentale capire cosa si­gnificanello specificolapossi­bilità di avere l'organico funzio­nale - prosegue il preside del liceo Manzoni-.Daquantoab­biamo preso con questa novità potremo avere lID numero mag­giore di docenti che verranno impegnati in varie funzioni. Do­centi che però non saranno dei "tappa buchi". Importante è che non passi il messaggio che illoro ruolo sarà solo quello di coprire le supplenze, saranno parte atti­va della scuola».

Organico funzionale che cia-

«Non vedo rischi di accentramento

dipotere per i dirigenti»

scun dirigente dovrà decidere comeimplementare.Piùinse­gnanti di matematica in quelle scuole che vorranno puntare su questa materia, o maggiori do­centidilingue straniere soprat­tutto nei licei linguistici.

«Bisognerà valutare conmol­ta attenzione e stabilire come destinare al meglio queste mag­giori risorse. Faccio l'esempio, un paio di docentidimatemati­ca in più di quelli solitamente assegnati, potranno essere il traino per corsi di potenzia­mento, per studenti ma anche per i colleghi che insegnano quella materia - prosegueRossi -. Adesso voglio approfondire tutta la documentazione e poi

cominceremo a lavorare su que­ste nuove basi. Il mio giudizio sulla "Buona scuola" è tutto sommato positivo, come dicevo prima, poi chiaramente come ogni cosa è migliorabile».

La realtà lecchese Ieri i dirigenti hanno comincia­to a fare il punto, a leggere il documento e soprattutto a valu­tarIo nella realtà lecchese, per­ché fondamentale sarà poi ap­plicarlo a seconda della scuola e del contesto.

Facile dire che non ci saranno più le classi pollaio, con tanti studenti, ma sarà ben difficile concretizzare visto che manca­no le aule, e sono parecchie le scuole lecchesi che hanno biso­gno di aule in più, ma senza gli spazi non sarà possibile.

Il liceo Mazoni continua a crescerema deve fare i conti con la mancanza di una sede unica ed ampia, il Greppi diMonticel­lo scoppia così come il Viganò e l'Agnesi di Merate. _ P.san.

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SETTIMANA PROSSIMA -La "Tommaso Grossi" trasloca nei nuovi spazi del Campus

Dalla prossima settimana le sette classi della scuola secon­daria di primo grado "Tomma­so Grossi" diLecco si trasferi­ranno, come previsto, nell'edi­ficio di via Amendola, già sede universitaria del Polo di Lecco del Politecnico di Milano, di proprietà dell'Istituto Don Guanella di Lecco.

-

«Con alcuni adeguamenti funzionali e la fattiva collabo­razione degli enti a diverso titolo coinvolti - Istituto Com­prensivo Lecco 4, Polo territo­riale di Lecco del Politecnico di Milano e Istituto Don Gua­nella - spiega l'assessore al­l'istruzione Francesca Bonaci­na - si è potuta offrire ai ragazzi

BRUNA PONZIAN I Docente al liceo Grassi

«Progetto bocciato Proposte all~italiana»

Qual è il suo giudizio sulla "Buona scuola" di Renzi? «Bocciata. Un giudizio negativo. Si tratta di un

documento dove c'è molto poco di buono, e dove i buoni propo­sitinonpotrannodiventarere­altà - spiega Bruna Ponziani, docente di matematica da qua­rant'anni di cui una buona parte al liceo scientifico Grassi -. A mio parere si tratta della solita idea all'italiana. La base di fon­do è anche buona ma ormai è superata e soprattutto non sarà facile mettere in atto queste novità».

Si parla di una scuola trasparente, con il curricul um dell'istituto e dei docenti an-Ii ne, ovvero pubblico. Non le sembra positivo?

«N essun problema nel pubbli­care il curriculum. Ora mi chie­do come verrà fatta questa for­mazione: ci sarà la classica cor­sa alla raccomandazione, ci sa­ranno docenti che seguiranno tutti i corsi possibili e cosÌ avranno un lungo curriculum e verranno definiti dei "bravi insegnanti"».

Dopo anni di precariato per molti docenti sarà la volta buona, final­mente verranno assunti con un con­tratto a tempo indeterminato. Non le pare positivo? «Tutti noi docenti siamo contro il precariato, però la cosa che mi lascia perplessa è l'illusione che il governo Renzi sta dando a tanti insegnanti. Docenti che ora dovrebbero venir assunti,

una più adeguata collocazione scolastica, che consentirà la riunificazione delle classi oggi suddivise su due sedi, miglio­rando la funzionalità della scuola».

Monitoreremo con molta attenzione il nuovo insedia­mento - conclude il suo ragio­namento l'assessore Bonacina

- e nelle prossime settimane saremo a fianco della scuola nell'organizzazione di un open day, aperto ai genitori e alle famiglie degli alunni».

Quindi a breve avverrà la riunificazione delle classi, oggi ancora separate sulle due sedi il che andrà a vantaggio degli studenti.-

Il liceo Grassi di Lecco

come è giusto che sia, ma a quali scuole verranno destinate? Co­sa faranno? E soprattutto quan­ti saranno davvero coloro che potranno accedere ad un incari­co a tempo indeterminato».

La "Buona scuola" punta sull'orga­nicofunzionale, non Le sembra po­sitivo? «Innanzitutto devono spiegarci come si farà ad implementare il numero dei docenti, ad avere maggiori classi se poi non ci sono gli spazi. Inoltre quali ma­terie verranno incrementate, e con quali criteri. Si parla di clas­si con pochi alunni e poi non si tiene conto della mancanza del­le aule. La "Buona scuola" do­vrebbe promuovere il livello formativo, ma quale saràillivel-

lo standard. Ci sono scuole co­me la nostra che ha sempre guardato all'eccellenza, ora il rischio è che si scenda, e che il livello formativo generale non sia elevato come dovrebbe».

Renzi si è però impegnato a salva­guardare gli scatti di anzianità? «Una presa in giro, trenta euro ogni tre anni, e che non si parli di aumento di stipendio. Questo documento, come dicevo pri­ma, potrebbe anche avere delle basipositivemanondaràbene­fici, anche perché alla fine non è ancora chiaro come verrà ap­plicato, e quando. Rischiamo quindi di arrivare a completare l'iter quando la proposta sarà già superata, e amio parere è già tardi» .• P.San.

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LA SCLJOLA OLTRE LA RJFORMA

Le lezioni cl' aI110re per il latino e greco di Paola Mastrocola

i deve ancora studiare latino e greco oggi a scuola, su questo siamo d'ac­

cordo. Ma inche modo? Maurizio Bettini ha scritto un articolo illuminante in pro­posito ("Quelle inutili anzi dannose tra-

OLTRE lA RIfORMA DEllA

duzioni greche e latine" su Repubblica), incui auspica chela seconda prova di ma­turità al classico venga al più presto cam­biata: non più soltanto la nuda versione, ma anche commento, contestualizzazio­ne e test a domande chiuse e aperte. Non fermiamoci a rilevare la mera capacità di

tradurre un testo, dice Bettini, chiedia­mo allo studente "anc'he ciò che ha capi­to, e possibilmente amato, della cultura classica". Mi piace molto questo discor­so. D'altronde, chi mai potrebbe non es­sere d'accordo?

COlltillUi! ~ pagina 22

Energie di vita nelle lingue morte Latino e greco fanno emergere in ognuno qualcosa che sprigiona conoscenza e creatività

di Paola Mastrocola

ovevamo arrivarci prima; quando facevo il liceo io, e c'era sempre la frase che non mi veniva, quante volte

ho pensato: che bello sarebbe se mi chiedessero altro, per esempio di par­lare distesamente del testo che sto traducendo, delle idee, dello stile, an­ziché chiedermi soltanto di saper tra­durre impossibili supini e insolubili ablativi assoluti. ..

Eppure, la nuova curva che prenderà (di sicuro, a gran richiesta!) la prova di latino e greco per me ha un' aria di resa, un odore di disfatta: che sia l'ennesimo nostro adeguarci ai tempi? Se la prova si allargherà a comprendere il contesto, lo stile e le tematiche, ho il timore che inevitabilmente si ridurrà lo studio me­ramente linguistico. E la nuova prova di maturità sarà, come già fu per il tema, un brodo annacquato. E anche l'inse­gnalliento, dovendo puntare alla pro­va, si diluirà in acque più scorrevoli ri­spetto agli scogli della sintassi. Si tra­durrà sempre meno, e i ragazzi sempre meno sapranno tradurre.

Ovvio. Ma mi dispiacerebbe, perché c'era una grande ragione secondo me nel chiedere soltanto la versione. Era una prova squisitamente tecnica e li­mitata. Ma altissima: era la richiesta di una precisione ed esattezza, della ca­pacità di "vedere" la struttura delle fra­si come fosse la struttura ossea in una immagine radiografica, i connettivi sintattici, le sfumature del lessico, i sot­tosensi, l'ambiguità. Chiedevamo sol­tanto di tradurre, d'accordo. Quindici righe, che però mettevano in gioco l'uso di tutte le capacità mentali, scien­tifiche e letterarie insieme. E che fosse­ro righe avulse da un contesto, forse, rendeva la prova ancora piùcentratasu

queste capacità puramente logiche, analitiche: radiograiìche.

È vero, come dice Bettini, che è più facile appassionare parlando in gene­rale della cultura classica. L'età augu­stea, il significato del carpe diem, o la brevità della vita. Sì, ma è altro. È un al­tro esercizio, un altro studio. Che tutto sommato si può fare anche senza sape­re il greco e il latino, semplicemente adottando il testo a fronte, o delle buo­ne traduzioni. Che riguarda uno studio individuale, un personale approfondi­mento. E che si può fare anche dopo, ad esempio all'università.

Ma c'è un prima essenziale: il prima del liceo, appunto, dove c'è bisogno che si faccia quello studio bieco e noioso ma basilare per saper leggere e compren­dere un testo. È un percorso lungo, che dovrebbe arrivare dalle elementari, e si chiama apprendimento dei cosiddetti fondamentali. Apprendistato, per dirla alla WilhelmMeister. Quel che fale fon­damenta, appunto, su cui poi costruire l'edificio intero fino al tetto. E che ha sempre un che di noia e fatica: tabelline, derivate, analisi logica ...

Invece oggi vogliamo essere subito sul tetto per godere di tutto ilpanorama. Vogliamo portarli subito lì per paura che non trovino la voglia di studiare e scappino via. Abbiamo paura, noi, oggi. Paura della dispersione scolastica, del­la crisi del liceo classico, di non motiva­re abbastanza. E per queste nostre pau­re snaturiamo la scuola, ci mettiamo a rincorrere l'utenza, a blandire le sue de­bolezze. E chiediamo un impegno sem­pre più ridotto, o impegni sempre più laterali ma più avvincenti.

Prendiamo un corso di apnea: l'istruttore deve insegnare all' allievo ad andare giù per decine di metri ad esplo­rare gli abissi. Bene, è come se noi dices­simo: mano, è troppo riduttivo, è diffici­le, la conoscenza del mare non è solo immergersi il più fondo possibile; fac-

ciamo fare agli allievi qualcosa di più ampioegratificante,adesempioungiro in barca per coste e baiette, prendere il sole sulla tolda, gustarsi quattro cala­maretti in padella, studiare il volo degli albatros in cielo, misurare il perimetro degli isolotti: tutto questo insieme offre un'esperienza ben più gratificante. Certo. Ma si stava parlando di un corso di apnea, si voleva insegnare a star sotto il più possibile senza respirare ...

Credo che dovremmo avere il corag­gio di essere meno attraenti, e tornare ad avere l'umiltà di insegnare le cose ba­silari, senza fronzoli. Ab biamo il dovere dell'umiltà. Il panorama si conquista poi. Dobbiamo dare ai ragazzi l'idea di una costruzione, che si fa col tempo: l'idea di una pazienza.

Lo so che c'è internet, e che lo studen­te trova le traduzioni in rete e se le scari­ca. Ma è qui la sfida. Dovremmo accet­tarla, e non aggirarla cambiando la pro­va di maturità. Mi sembra un banale istinto animale di sopravvivenza: nes­suno vuoI più tradurre, quindi noi per non morire diciamo che la traduzione è diventata obsoleta. Inutile e dannosa, com'è nel titolo dell'articolo di Bettini.

Vorrei che la prova di quinta liceo ri­manesse nudamente tecnica. Una me­ra traduzione. Avulsa, straniera, uno shock. Una sfida: vediamo cosa riesci a leggere, a capire. Le lingue morte non sono uguali all'inglese: proprio perché "morte", cioè svincolate dal contesto, inattuali e libere da ogni finalità comu­nicativa, potenziano al massimo quelle capacità logiche di collegamento, ana­lisi, deduzione, inferenza e organizza­zione mentale che ai ragazzi saranno utilissime poi, qualsiasi lavoro faccia­no nella vita, qualsiasi corso di studio intraprendano. Perché dobbiamo equiparare sempre tutto all'inglese? Certe materie hanno un'utilità indiret­ta, intrinseca. Accettiamolo con grati­tudine. Il latino e greco non servono so-

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lo ad apprezzare meglio le opere di diare lastoria, visto che sÌtrova tutto su zione" che dobbiamo ritrovare, sia co­Omero e Virgilio. CosÌ come studiare Wikipedia. Ci sono studi che servono a me insegnanti che come studenti. Se ci cinese o russo non è utile a gustare un qualcosa che non sappiamo dire che crediamo, e se diventiamo credibili, classico cinese o russo, è utile ad altro. cosa sia, però arriva sui fondali di noi, e nessuno scaricherà più la versione. E CosÌ come nonè utile saper fare i calco- da lì farà emergere energie conosciti- internet se ne starà lì da solo. In questo li, visto che esiste la calcolatrice; o stu- ve, e creative. Q].1estaè l'unica "motiva- caso, inutile e dannoso.

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Il disegno di legge approvato dal Governo fa prevedere una complessa fase attuativa

Scuola, riforma con 14 deleghe Dalla riforma di abilitazione e organi collegiali al diritto allo studio Eugenio Bruno Claudio lucci ROMA

Stefania Giannini, ai microfoni di Radioz4,ha parlato di «parto in­dolore»commentandoilvaro,gio­vedì scorso, della riforma della Scuola Ma l'attuazione del prov­vedimento si armunda tutt'altro che in discesa. Non solo per i pro­babili "assalti alla diligenza" inPar­lamento. Ma anche per la sfasatura dei tempi di attuazione di alcune misure. E, non ultimo, per l'ecces­sivo numero di "norme delega": se ne contano ben 14, accompa­gnate da una decina di decreti mi­nisteriali (per dettagliare altre di­sposizioni,comeperesempioicri­teri e le modalità di utilizzo della «Carta del docente», il voucher di 500 euro per l'aggiornamento de­gli insegnanti armundato con en­fasi da Matteo Renzi - ma che ve­drà la luce a Ddl approvato e solo dopo il varo di questo ulteriore at­to amministrativo).

La strada di provvedimentilegi­slativi che rinviano a loro volta ad altre norme attuative è stataspesso criticata da questo Governo. Ma per lascuolasembrasifacciaun' ec­cezione. La riforma del lavoro, per esempio,contienesol05deleghe(e su materie "pesanti", coma la ri­scrittura dello Statuto dei lavora­tori e degli ammortizzatori soda­li).AnchelariformadellaPa(dicui la Scuola è un settore) prevede at­tualmente 12 deleghe.

ConlabozzadiDdlsull'istruzio-

ne si sale a 14 e c'è scritto che il go­verno dovrà provvedere «entro 18 mesi» dall'entrata in vigore del provvedimento. Nel dettaglio, si spazia da interventi più di sistema come la riforma dell'abilitazione all'insegnamento (si punta a intro­durre lauree abilitanti), il riordino degli organi collegiali della scuola e delsostegno,larevisione della di­sciplina in materia di diritto allo studio.Matraledeleghecisonopu-

re interventi di micro-settore, co­melapropostadiparzialesemplifi­cazione degli Hs, le super scuole di tecnologia post diploma alternati­ve all'università, che sono piutto­sto urgenti, e che potrebbero esse-

re fatti, più semplicemente, modi­ficando le norme già esistenti.

Trale deleglle al Governo c'èan­che l'istituzione del sistema inte­gratodieducazionedallanasdtafi­no ai sei anni,il riordino delle classi di concorso, e la riforma dellanor­mativacheattieneaglia!p.bientidi­gitali per ladidattica.Perilmeritosi stanziano zoo milioni (dalZ0l6); ma, nell'articolato, spunta un «co­mitato di verificatecnico-fmanzia­ria» Miur-Mef per monitorare la spesa per leassunzioni,gliaumenti ai docenti e per il fondo perrisard­re i precari con oltre 36 mesi di ser­vizio "a termine". -

C'è un rischio "sfasatura" del­l'intera riforma: la stabilizzazione dilOomiladocenti partiràasettem­bre. Ma la definizione dell' organi­co funzionale (il "contenitore" che dovrà raccogliere una fetta consi­stente di questo surplus di inse­gnanti)saràdelineato neimesisuc­cessivi. Con una procedura "cala­ta" dall'alto (dal Miur). Nel frat­tempo la "supplentite" continuerà: asettembre servirarmo lOmila pre­cari. E gli esclusi dal piano di 'im­missioni in ruolo minacciano già ricorsi, spinti dai sindacati (sono Z3mila gli iscritti Gae dell'infanzia che nonsararmo stabilizzati).

11:; R:PR0f1lJlIONfR:SE.RVA1A

Le deleghe

011 TESTO UNICO Saranno riordinate le norme in tema di istruzione, adeguandole a norme Ue e sentenze

021 AUTONOMIA SCOLASTICA L'obiettivo è valorizza re il ruo lo dell'istituto scolastico m anche all'interno del contesto territoriale, responsabilizzando il preside

0:31 ABIUTAZIONE Si riscrive l'abilitazione all'insegnamento, con introduzione di lauree abilitanti e periodo di tirocinio professionale

041 ASSUNZIONI I criteri di delega indicano la creazione del ruolo unico dei professori e l'introduzione di elementi di flessibilità all'interno delle classi di concorso

051 SOSTEGNO Va ridefinito il ruolo del personale di docente di sostegno perfavorire una migliore inclusione scolastica

061 GOVERNANCE Ogni scuola dovrà dotarsi di un o statuto e si dovranno riordinare pure gli organi collegiale (consiglio d'istituto, collegio dei docenti)

011 FORMAZIONE REGIONALE Dovranno essere ridi segnati i

percorsi di istruzione professionale e ci dovrà essere un potenzia mento delle attività pratico-laboratoriali

081 ISTRUZIONE TECNICA Si punta a introdurre parziali semplificazioni agli Its. Una quota del finanziamento pubblico dovrà essere assegnato su base premiale

091 INFANZIA Andranno definiti livelllessenziàli delle prestazioni in scuola dell'infanzia e servizi educativi fino a 6 anni. Obiettivo: generalizzare questa esperienza e promuoverla

10 I DIRITTO ALLO STUDIO Rendere effettivo il dirittoallo studio su tutto il territorio nazionale

111 DIGITALE Definire la gestione dell'identità e del profilo digitale degli studenti

12 I SCUOLE ALL'ESTERO Nuova disciplina su personale e stipendio

13 I CONVITTI Revisione delle norme statutarie e contabili

141 VALUTAZIONE Revisione delle modalità di valutazione e certificazione delle competenze degli alunni

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COBBIEBE DELLA SEBA I

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I DATI RECORD NEGATIVO DELL'ITALIA, "40'~" nEL PORTOOAtLO

TI Papa in difesa dei prof: sono pagati troppo poco

«TI vostro è un lavoro bellis­simo: peccato che siate malpa­gati». A dirlo a duemila inse­gnanti, ieri in Vaticano, è stato papa Francesco. <<È una vera in­giustizia - ha proseguito -

perché non c'è soltanto il tem­po che spendete per fare scuo­la: poi dovete prepararvi, pen­sare a ognuno degli alunni, a come aiutarli».

I dati confermano le parole del Pontefice: nonostante sia-

no tra quelli che passano più ore in classe, i docenti italiani sono tra i meno pagati d'Euro­pa. In Portogallo gli stipendi per gli insegnanti delle supe­riori sono più alti del venti per

TI Papa agli insegnanti «Siete malpagati, questa è un' ingiustizia» Scola sulle paritarie: un errore chiedere retta e tasse

CInA DEL VATICANO «Cari colle­ghi e colleghe, permettetemi di chiamarvi cosÌ ... ». Francesco si rivolge in aula Paolo VI a due­mila insegnanti e pensa a quel­li che definì gli «anni felici» tra illg64 e illg65, quando aveva ventotto anni ed era professore di letteratura al «Colegio de la Inmaculada Concepcion» di Santa Fé, in Argentina, un gio­vane gesuita che gli studenti chiamavano maestri Ilo e spa­ziava tra romanzi, poesia e tea­tro, fino a invitare Jorge Luis Borges a fare lezione nella sua classe. «Insegnare è un lavoro bellissimo» sorride il Papa, poi alza lo sguardo dal testo scritto e considera a braccio: «Peccato che gli insegnanti siano malpa­gati. Perché non c'è soltanto il tempo che spendono per fare scuola, poi devono prepararsi, poi devono pensare ad ognuno degli alunni: come aiutarli ad andare avanti».

Risate liberatorie, applausi tra i professori dell'Unione cat­tolica insegnanti. «È vero? È

un'ingiustizia. lo penso al mio Paese, che è quello che cono­sco: poveretti, per avere uno stipendio più o meno che sia utile, devono fare due turni! Ma un insegnante come finisce dopo due turni di lavoro? È un lavoro malpagato, ma bellissi­mo perché consente di veder crescere giorno dopo giorno le persone che sono affidate alla nostra cura. È un po' come es­sere genitori, almeno spiritual­mente. Ed è una grande re­sponsabilità» .

Francesco parla in particola­re dell'impegno degli inse­gnanti cristiani nella scuola, «a prescindere dalla sua gestione statale o non statale». Anche qui si tratta di andare «nelle periferie» che non possono «essere abbandonate all'emar­ginazione, all'ignoranza, alla malavita». Insegnare non si ri­duce alla «trasmissione di co­noscenze tecniche» (<<per im­parare i contenuti è sufficiente un computer») ma significa «costruire una relazione edu-

cativa con ciascuno studente, che deve sentirsi accolto e ama­to per quello che è».

Il «prossimo» di un inse­gnante sono i suoi studenti, c'è tutto Francesco nella racco­mandazione centrale del di­scorso: «Il dovere di un buon insegnante - a maggior ragio­ne di un cristiano - è quello di amare con maggiore intensità i suoi allievi più difficili, deboli, svantaggiati. Gesù direbbe: se amate solo quelli che studiano, che sono ben educati, che me­rito avete? E ce ne sono alcuni che fanno perdere la pazienza, ma quelli dobbiamo amarli di più! Qualsiasi insegnante si trova bene con questi studenti. A voi chiedo di amare di più gli studenti "difficili", quelli che non vogliono studiare, quelli che si trovano in condizioni di disagio, i disabili, gli stranieri, che oggi sono una grande sfida per la scuola».

Sulle scuole paritarie si è in­vece soffermato a Milano il car­dinale Angelo Scola, durante la

cento, e addirittura del 40 per cento se si confrontano le bu­ste paga di maestri delle scuole elementari.

alle pagine 16 e 17 Santarpia Vecchi, Voltattorni

e commento di Matteo Lancini

tradizionale marcia Andemm al Domm: «Vogliamo crescere donne e uomini liberi. Voglia­mo essere liberi di educare» ha detto a migliaia di ragazzi, ge­nitori e insegnanti.

«Non smetteremo di chiede­re agli organismi statali che la· libertà di educazione si deve af­fermare in modo compiuto, co­me già avviene in tutti i Paesi avanzati» ha aggiunto: «Dob­biamo passare dall'idea della scuola paritaria come una mo­dalità di essere scuola pubbli­ca, all'idea di scuola libera, do­ve i soggetti che sanno fare scuola, ricevendo l'accredito dello Stato, possano effettiva­mente farla».

Conclusione: «Non basta più il pluralismo della scuola pari­taria in un'unica idea, occorre un pluralismo di modelli. E chiediamo il giusto trattamen­to a livello economico: non è giusto per chi frequenta la pari­taria pagarla due volte: con le tasse e con la retta».

Gian Guido Vecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA

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GL'analisi

La sfida è sulla valutazione Bocciature da ripensare di Matteo Lanclnl

L a fonnazione dell'individuo è fortemente condizionata dall'esperienza scolastica. Così quando

la scuola prova a modificare la propria organizzazione in sintonia con il funzionamento affettivo e relazionale delle nuove generazioni, si compie un'operazione importante. Gli adolescenti sono cresciuti in un sistema educativo familiare nuovo, organizzato intorno alla valorizzazione dei talenti, così come delle loro difficoltà. L'espressione delle caratteristiche personali e delle problematiche evolutive avviene sempre più spesso anche a scuola, contesto in cui si esprimono nuove fonne di disagio ed esclusione. La maestra delle elementari mi ha insegnato ad aiutare i compagni in difficoltà e non ci ha mai valutato e probabilmente anche PeJ: questo ho scritto una tesi di laurea sull'esperienza di volontariato svolta all'interno di un centro di cultura popolare. Mi chiedo quali siano i ragazzi che oggi la mia maestra e donMilani vorrebbero includere. Penso che guarderebbero ai ragazzi che si vergognano. Ci sono studenti che sempre più spesso abbandonano le aule di scuola, non perché non ci tengano, non perché i genitori non li seguano, ma perché mortificati dal doloroso sentimento della vergogna sperimentato in occasione di una, a volte due, bocciature o perché fragili e inibiti. La nuova scuola non può non interessarsi a chi ha deciso di ritirarsi dalla scena, alle nuove e crescenti fonne di dispersione. Oltre alla scuola digitale, la sfida odierna è ripensare al significato della valutazione e, soprattutto, della bocciatura. l ragazzi non valuta bili non sono per questo meno preparati e dotati di capacità, rispetto ai propri coetanei che fortunatamente riescono a varcare la soglia della scuola senza essere schiacciati dalla vergogna e dal pensiero che in quell'ambiente non riusciranno mai a sentirsi sostenuti nella crescita.

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Data 15-03-2015 Pagina 17 Foglio 1

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e II commento

Islam più visibile oltre il verdetto E Francia più sola di Marco Ventura

D a ieri fIslam è più v,isibile e la Francia è più sola. E questo il significato della storica

sentenza d(!i giudici costituzionali tedeschi grazie alla quale lt:; insegnanti musuImane potranno onnai portare il velo in tutte le scuole del Paese. Dal 2004 la Francia cerca di llmitare la visibilità dell'Islam. soprattutto nella scuola

pubblica e nelle istituzioni statali. I fatti parigini del gennaio scorso h~o raffOrlato il modello: si discute in questi giorni di vietatI!! il velo anche nelle università. Nel resto d'Europa, invece, l'Islarn sta vincendo la sua battaglia simbolica. La Gennania è il caso più significativo. Già nel2oo3la corte costituzionale .tedesca decise contro l'esclusione dal lavoro di un'insegnante musuImana in quanro velata, ma i giudici apparvero divisi e t:lmidi.

In questi dodici anni è cambiato il vento. Le corti si sono fatte sempre più decise nel difendere il velo. Un caso recente ha palesato la logica Bottesa al cambiamento di rotta: un tribunale tedesco ha

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respinto la richiesta di alcune ragazze musulmane di essere esentate dalle lezioni scolastiche in piscina, ma ha riconosciuto loro il diritto di indossare il costume integrale. Se in Francia l'integrazione esige bassa visibilità, la giustizia tedesca inVerte i fattori: riconosco la vostra identità, ma voi state nel coro. Visibilità in cambio di integrazione è appunto il . ' pnncipio cui s'è ispirata ieri la Corte di Karlsrnhe: portate pure il velo, ma non turbate la quiete della scuola La lotta per la visibilità dell1slam non è finita La tensione resta alta su burqa: moschee e minareti, circoncisione, macellerie halal. Ma da ieri l'Islam europeo è pif1 in vista

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. GL'analisi

Resta il nodo di tanti precari e r anno prossimo avremo ancora 10 mila contratti per supplenti

.. '

dì Gianna fregonara

I 1 ministro Stefania Giannini ha voluto essere precisa: i precari as~ti a settembre saranno 100.701 con un

aumento de19,8% dell'organico della scuola: «E così finiscono le graduatorie ad esaurimento e·avremo un organico che cotrisponde a quello che serve», Non proprio, perché nonostante venga assunto un nuovo insegnante ogni dieci già di ruolo, a settembre serviranno ancora supplenti. 10 ha spiegato il premier Matteo Remi: ci vorranno diecimila contratti a termine. E per materie non secondarie anche in un curriculum flessibile: le graduatorie sono già esaurite in molte province, specialmente al Nord, per gli insegnanti di italiano, matematica (nelle medie) e inglese. I ragazzi dunque avranno ancora supplenti in attesa del concorso che, secondo la Buona scuola, avrebbe già dovuto essere bandito in questo mese di marzo per arrivare a settembre deI 2010 con i nuovi insegnanti in cattedra per tutte le materie. Ma che fine hanno fatto gli altri cinquantamila precari di cui si è parlato in questi mesi? Dai conti fatti al ministero, ripuliti dalle assunzioni di quest'anno, dal piano per il sostegno, gli insegnanti delle Gae da assumere risultavano poco più di l20 mila. Dopo' settimane di ipotesi e di consultazioni anche con gli avvocati. Renzi e Giannini hanno deciso che invece di limare ulteriormente le graduatorie cancellando quanti non hanno più insegnato negli ultimi anni, sarebbe stato meglio fare un'infamata complessiva che limitasse i ricorsi e i risarcimenti. E cosi tutti dentro i precari storici più i vincitori del concorso del 2012, anche se non più di 5O-Qp mila hanno insegnato nell'ultimo anno e se sono in graduatorie che geograficamente non corrispondono alle necessità dellà scuola, essendo soprattutto al Sud. Resta anconi aperta la graduatoria degli insegnanti delle materne - circa 23 mila - che aspettano la riforma del settore. Ma gli altri precari sono sul piede di guerra: non solo gli idonei del concorso 2012 che non vorrebbero ripetere i test, ma soprattutto i 60 mila professori delle graduatorie di istituto che anche quest'anno sono in cattedra come supplenti: di questi solo 10 mila, forse 15 mila, riavranno il posto. Per gli altri l'alternatiYa è l'attesa del concolSÒ - rimanendo almeno ùn anno senza stipendio - o la causa. Sperando che un giudice estenda anche a loro la sentenza della Corte europea che impone di assumere chi ha insegnato almeno 36 mesi.

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la Repubblica IL CASO

II vecchio preside di "Cuore" nella trappola della buona scuola

FRANCESCO MERLO

N ELL'ITAUA degli Schetti­no e dei capetti improv­visati vogliono fare an­

che del presideunpiccolo boss di paese. Senza insegnargli il comando, senza prepararlo alla leadership dell'azienda pubblica più delicata e più grande, senza formazione né stipendio da manager.

SEGUE A PAGINA 33 NERI EZUNINOAPAGINA24

lAMISSIONEDELPRESIDE <SEGUE DALIA PRIMA PAGINA

FRAlliCESCO MERLO

.-., LI danno infatti il potere e la responsabilità di assumere docenti per cooptazione e di ~ premiare e punire il merito distribuendo danaro. E tutti capiscono che, solo per l'ef­~ Jfetto annuncio, la famosa stanza del preside sta già diventando l'ufficio raccoman-

dazioni e suppliche di quel proletariato intellettuale di. cui parlava Salvemini. Que­sta è insomma la definitiva trasformazione della figura più bella della scuola italiana in un So­prastante che amministra la disperazione e l'irrilevanza sociale dell'insegnante meno pa­gato d'Europa che, al contrario dei suoi allievi, non ha i mezzi per comprarsi un computer né per abbonarsi alle riviste specialistiche come Studi italiani di filologia classica di Le Monnier, acquistare edizioni critiche di questo o di quell' altro testo greco, l'Oxoniensis per esempio o i libri della Fondazione Valla, e neppure i volumi con il testo a fronte della vecchia Utet, népuò permettersi l'iPhone e il tablet che periI governo Renzi sono sicuramente più importanti del­la matita rossa e blu. Una mia amica preside a Roma mi segnala la marca scamuffa del tablet che la scuola ha potuto fornire ai suoi docenti: Archos (55 euro secondò il Trovaprezzi) che fa pendant con le polacchine "quattro stagioni" dell'Upim e con i maglioni dell' Oviesse.

il "signor direttore" di De Amicis, che era il più bravo dei professori, una specie di prima­rio di quel mondo rotondo e perfetto che formò !'identità italiana, diventa dunque il capora-

lato delle questue, degli incarichi comunque poveri, dei piccoli conforti, proprio come fa­ceva Totò quando catalogava «il latore della presente» fregiandosi del titolo di presiden­te della Spa (Società parcheggiatori abusi­vi).

Si sta parlando infatti di un preside che può omaggiare con gratifiche sino a 500 eu­ro l'anno il5 per cento dei suoi docenti, ovve­ro uno su 20. Sono piccole mance che ribadi­scono però la condizione di straccioni della cultura degli insegnanti italiani che sono pa­gati quanto le cameriere, vivono di espe­dienti, prolungano la propria adolescenza in famiglia sino ai trentacinque e ai qua­rant'anni, e diventano canuti restando pre­cari in scuole che più che ai pollai evocati da Renzi somigliano alle piazze, ad agglomera­ti di umori giovanili ingovernabili.

Nell'immaginaria scuola dell'autonomia il preside già dal 2001 è pomposamente ri­battezzato "dirigente scolastico" con !'idea nòminalistica, che piacerebbe certamente agli antichi grammatici, secondo la quale c'è una magica corrispondenza tra il nome e la

cosa. In realtà il preside oggi fa soprattutto il procacciatore di piccoli fondi europei (si

chiamano "Pon" quelli per le zone disagiate) attraverso i progettiafinanziamento: trenta ore sulla prima guerra mondiale valgono 1500 euro lorde, quarantasullafotografiane valgono 1400 euro, trenta sulla danza spagnola ne valgono 1500 ed è inu~ile dire che si tratta in genere di uno svili­mento della scuola su argomenti più o meno forzati, qualche volta inventati. Insieme al segretario, che a sua volta è diventato intanto "direttore", il presi-de dirige poi i tecnici e i bidelli, pro­mossi a loro volta "collaboratori scola­stici". E sovrintende il collegio dei do­centiper garantire, per esempio, che in Italiano si vada davvero dal Trecento a Camilleri. E assegnalecattedresezione per sezione e classe per classe. Ma pas-sa la gran parte del suo tempo ad acco­gliere le proteste dei genitori, che in tutta Italia sono sempre più conflittua-li a difesa del "figlio nostro", u figghiu

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miu, a creatura, il piccinin. erpischello, il toso, contro le prerogative istituzio-nali della scuola, contro la formazione del cittadino. Non può esserci riforma e buona scuola senza ridimensionare padri e madri che, dinanzi alla punizione del figlio, reagiscono da superbulli fabbricatori di bul­li. Quasi mai i presidi riescono a farli arretra­re, a convincerli a cedere il passo e conse­gnare il figlio all'insegnante e alla scuola. Un tempo era riconosciuto il diritto alla punizio­ne dello scolaro, si aveva fiducia nella qualità dell'insegnante, e anche gli aristocràtici mandavano i figli a scuola conIa convinzione di trovarvi unassemblaggiodistrumenti, uo­mini e opportunità educative e formative che in casa, nonostante l'agio, non c'erano. La punizione, per esempio, di copiare cento volte una frase sul quaderno scolastico si chiamava "penso" ed era un' antica, cardina­le istituzione della scuola che era fatta anche di compiti a casa, interrogazioni e rimprove­ri. Ricordo di avere scritto per cento volte su un quaderno nero «non dirò mai più "piccolo babbeo" al mio compagno Gulizia». E ricordo anche che mio padre, convocato a scuola, si

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la Repubblica mise a dare fin troppo ragione all'insegnan- gia Fracchia, che si può restituire credito so­te, accusandomi più di quanto non avesse ciale, appeal, fascino e autorevolezza a una fatto il professore, il quale, a un certo punto, professione irresponsabilmente degradata. fu costretto a difendere me da mio padre: Tanto più che la riforma della buona scuola «Non esageriamo, il ragazzo vale». E invece pretende che per meno di mille e cinquecen­oggiipadrifannoricorsoalTaranchepercin- . toeuro al mese il docente maltrattato nonso­que insufficienze: in latino, greco, italiano, lo si occupi di aoristi e della scansione dei tri­matematica e inglese. Persino per i 7 in con- metri giambici, ma anche di educazione alla dotta (ora si chiama voto disciplinare) le fa- salute, legalità, educazione stradale, com­miglie mandano a scuola gli avvocati. E si ca- puter, lotta al bullismo, arte, musica, diritto, pisce qui benissimo che nulla si può cambia- economia, e magari insegni pure a offrire il re nella scuola italiana sino a quando non si braecio alla vecchietta che attraversala stra­restituisce agli insegnati l'antico decoro a da,arispettareidiversi,adapprezzareilpro­partire dall'innalzamento dello stipendio a gresso, a formare insomma la piccola vedet­livelli di decenza europea. Non è trasfor- ta democratica di un borgo felice.

• mando i presidi in tanti malpagati e frustra- E che l'idea del preside-sceriffo ti dottor Orimbelli, il capufficio che sbeffeg- sia improvvisazione si capisce dan-

, Il "signor

direttore" di De Amicis

diventa dunque il

caporalato delle questue, degli incarichi

comunque poven

dei piccoli conforti ,

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do un' occhiata ai brogli, alle irrego­larità e alle inadeguatezze dei con­corsi a preside. Ne sono stai annul­lati tantissimi: in Molise, in Abruz­zo, in Toscana. E nell'ultimo concor­so in Sicilia la commissione non solo corresse 1400 compiti, di dieci pagi­ne ciascuno, in meno di tre ore, ma promosse un testo dov' era scritto: "Ciò induce il dirigente ha (sic) ri­cercare accordi». E nessuno si accor­se di quel candidato che aveva scrit­to "Iedership". il concorso fu annul­lato ma i trecento promossi furono salvati da unalegge nazionale. Sono ancora presidi. E presto saranno clientela, baronato dei poveri, an­che loro, come Totò, presidenti di unaSpa.

~ I~Jlepubbliç~ . @;c;i,~::!~:;;; ~;f:;~~iI:c~;

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la Repubblica Data 14-03-2015 Pagina 24 Foglio 1 /2

I precari esclusi: "Pugnalati alle spalle" Tagliati fuori dal ddl70milasuppienti che stanno lavorando quest' anno. I sindacati: quelli che restano a casa saranno il triplo degli assunti. Docenti pronti a ricorsi e sciopero della fame: "Il nostro futuro è svanito nel nulla"

CORRADOZUNINO

ROMA. Quando il premier, laseraaPalazzo Chi­gi,hadetto: «Iosonounleadereunleaderfadel­le scelte», Claudia Pinna, 41 anni, ricercatrice microbiologa di Sassari, ha smesso di respira­re. Alcuni secondi. «Ho scoperto che gli idonei non erano più previsti nelle assunzioni degli in­segnanti e tutto è diventato una nuvola. I pro­grammiperilfuturo,ilmutuoperaccedereal­la casa, l'idea di un altro figlio». Nel vortice del­le anticipazioni si era già detto: Renzi vuole di­stinguere tra vincitori residui del concorso 2012 (1.700) e idonei (8.3OO).Poièarrivatala conferma, a Palazzo Chigi: la stabilizzazione dei centomila precari non prevedeva gli idonei. «Chi è fuori è fuori, ciao ciao». Ha detto così il premier, mentre argomentava.

Il piano straordinario della Buona scuola aB­

sumecentomilaaspirantienelasciaaterra520 mila, distribuiti nelle tre fasce di riferimento: Gae, poi prima e seconda d'istituto. L'ultimo aggiornamento ufficiale-e il non avere anco­ra presentato un censimento definitivo è grave colpa del ministero dell'Istruzione - dice che gli iscritti alle Graduatorie a esaurimento (che Renzi vuole sopprimere) sono 125.700. Bene, 99 mila entreranno inruolo, se il piano regge al passaggio parlamentare, ilIo settembre e per

ILCONCORS02016

27 mila insegnanti di scuola materna dovreb­be arrivare l'assunzione subito dopo attraver­so la legge delega e il prowedimento "asili ().6

anni". Con questo schema le graduatorie di pri­ma fascia (Gae, appunto) andranno a sparire dawero. Male incrostazioni scolastiche hanno reso il sistema complesso, doloroso, e le scelte del premier - molte maturate solo nelle ulti­me ore - quel dolore l'hanno allargato. L'ag­giornamento della seconda fascia delle gra­duatoried'istituto (gliabilitatinoninseritinel­le Gae) certifica 130.000 ospiti. Bene, i sinda­cati dicono che di questi 70 mila oggi sono in classe come supplenti annuali. Il Miur scende a 30mila.Disicuro,lesceltediRenzinonsolonon permettono di assumere definitivamente que­sti "supplenti lunghi", ma di fatto li licenziano. Sepoi si scende di categoria e siva a cercare nel­laterzafascia (inonabilitati-laureati) si scopre che li ci sono 337.458 iscritti. TI ddlli lascia tut­ti a casa Solo gli iscritti alle supplenze annuali - iscritti, la maggior parte poi non le ha otte­nute - sono 460 mila. Tolti i centomila assun­ti al prossimo primo settembre, fuori resta un numero enorme: 360 mila aspiranti docenti. «Più del triplo di quelli assunti», dicono i sinda­cati. Servirebbero sei concorsi da 60 mila vinci­tori ciascuno per assorbirli: diciott'anni di con­corsi. È vero che in quel mare che sono le "gra­duatorie d'istituto" ci sono laureati con poche ore di insegnamento, altri che hanno trovato

Il prossimo bando prevede fino a 60.000 vincitori. Con la legge

1 6L1ASSUNTI La Buona scuola assumerà 100.701 precari il1 o settembre prendendoli dalle Gae (99.000) edal concorso 2012 (1.700)

6L1I00NEI Il disegno di legge del governo, a sorpresa, non considera da assumere 8.300 idonei del concorso

delega sugliasili andranno in ruolo 27.000 delle materne

Tum I PRECARI Nelle tre graduatorie della scuola ci sono 620.000 precari, 70 mila supplenti che oggi insegnano da giugno saranno fuori

Il ministro Stefania Giannini

un lavoro diverso, una marea di insegnanti malpagati delle private. Ma ci sono anche 22 milaabilitaticonitirociniTfa,60milauscitidai percorsi Pas, 55 mila diplomati magistrali, quelli delle ex Siss che hanno fatto un esame con valore di concorso. Le scelte del leader to­glieranno questo lavoro -l'insegnamento -a capaci e no, a esperti e neofiti, senza le raffi­nate distinzioni che in partenza erano state promesse. E sulla scuola si abbatterà una va­langa di ricorsi di dimensioni mai viste.

«Mi piaceva l'idea di entrare a far parte di una cosa in cui credevo, la scuola a me piace molto», si legge nei gruppi facebook. Un fol­lower figlio del Tfa scrive: «Abilitati di stato trattati come cartastraccia, proletariato scola­stico».Angelo Palumbo, 42 anni, di Napoli, lau­reato in lettere moderne, è un delegato degli 8.300 idonei del concorsone 2012. Dice: "Sia­mo stati pugnalati alle spalle. Abbiamo aspet­tato tredici anni per il concorso, l'abbiamo vin­to. Eravamo dentro il decreto legge con la dici­tura idonei, voluti dal ministro. Abbiamo par­tecipato alla grande festa del Pd e ora non c'è più traccia di noi».

Class-action, Tar e tribunali del lavoro. Ade­sioni a scioperi già proclamati da altri. C'è chi - oggi fuori dall'insegnamento - contro la "Buona scuola" annuncia lo sciopero della fa-me.

(ha collaborato Giorgio Caruso) @RIPRODUZIONERISERVATA

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I LA STAMPA

I Il caso presidi

IL COMANDO CHE MANCA

ALL'YlrulA GIOVA:"I:"II ORSI:"IA

U no spettro si aggira per l'Italia: lo spettro della decisione. Il po­

tere decisionale d'un presi­de che scelga i docenti per la sua scuola. Ma anche quello di un premier che goda di una maggioranza stabile e coesa in Parlamento. Sono questioni assai diverse, d'ac­cordo. Però non manca una logica comune nel modo in

IL COMANDO CHE MANCA

ALL'ITALIA GIOVAI\i:\] OnSI:\'A SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Per quel che riguarda l'Italia, poi, non si tratta certo d'una questione che si pre­senta solo adesso: è almeno mezzo se­

colo che qui da noi si dura gran fatica a deci­dere. C'entra qualcosa l'ondata culturale del Sessantotto, con la sua carica anti-istituzio­naie? Con ogni probabilità c'entra parec­chio. Ma non è impossibile che c'entri ancor di più la fragilità antica d'un Paese senza ve­rità: vuoto di valori e criteri condivisi, diffi­dente del potere e delle istituzioni, segmen­tato in clan convinti che le regole siano fatte per essere applicate ai nemici ma interpre­tate per gli amici.

Con buona pace degli antiberlusconiani diventati renziani, è difficile negare che lo sforzo di ricostruzione delle catene di co­mando al quale si sta applicando oggi il go­verno, nella scuola cosÌ come nelle istituzio­ni, trovi degli ,antecedenti negli analoghi tentativi dei gabinetti Berlusconi. Quei ten­tativi sono falliti, o riusciti solo in parte, sia perché maldestri, sia perché si sono scon­trati con un'opposizione ideologica durissi­ma, a tratti apocalittica - dietro la quale, per altro, si nascondevano spesso le corporazio­ni. A voler continuare con la parafrasi semi­seria del Manifesto di Marx ed Engels che apre quest'articolo, si potrebbe dire che per anni tutte le potenze della vecchia Italia si sono coalizzate in una sacra caccia alle stre­ghe contro lo spettro della decisione: giudici e presidenti, accademici e letterati, studenti e girotondini. Fino a quando il conflitto sulla capacità decisionale della politica è arrivato a un punto tale che la politica non ha retto più, e ha collassato. E dal suo cortocircuito è nato il governo tecnico di Monti. Perché le decisioni, in fin dei conti, qualcuno deve pur prenderle.

Sono pericolosi, i tentativi del governo

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cui il governo le sta affron­tando: è la logica di chi tenta di ricostruire una catena di comando e responsabilità. E non è affatto un caso che per la «buona scuola» così come per la riforma delle istituzio­ni pubbliche sia stata utiliz­zata la stessa metafora, quella del sindaco - il «sin­daco d'Italia» a Palazzo Chi­gi; il preside che guida la co-

munità scolastica come un sindaco.

I! problema della decisio­ne non è soltanto italiano. È da qualche anno ormai che gli studiosi parlano di «fine del potere» (Moisés Nafm), o della trasformazione delle democrazie in «contro-de­mocrazie» fatte soltanto di veti e opposizioni (Pierre Rosanvallon).

CONTINUAAPAGINA23

Renzi di ricostruire le catene di comando al­l'interno della politica e nei luoghi, come la scuola pubblica, che dalla politica dipendo­no? Altroché se lo sono. Che un potere con­centrato si presti al rischio d'abuso - al li­vello al quale si concentra, s'intende: un preside è cosa ben diversa da un premier - è a tal punto ovvio che non c'è nemmeno biso­gno di sottolinearlo. Sono maldestri, quei tentativi, superficiali, approssimativi? An­che in questo caso la risposta, purtroppo, dev'essere troppo spesso affermativa: basti pensare che la proposta cruciale di dar più potere ai dirigenti scolastici è stata un colpo di scena dell'ultima ora. Chiedere al gover­no più pensiero e meno improvvisazione, va­gliarne con cura le proposte, pretendere dei contrappesi là dove i poteri si stiano con­centrando troppo - come ha fatto ottima­mente ieri su questo giornale Andrea Gavo­sto proprio a proposito dei presidi di scuola -: tutto questo è non soltanto opportuno, ma obbligatorio.

Detto ciò, tuttavia, a me sembra pure in­discutibile che l'Italia non potrà mai risolle­varsi se le catene di comando, che ovviamen-

I te sono anche catene di responsabilità, non vengono ricostruite. È troppo tempo che in questo Paese si ha l'impressione che nessu­no decida più nulla; che chi è in posizione di comando abbia paura di decidere; che qual­siasi decisione sia destinata fatalmente a smarrirsi e annegare in paludi sconfinate di veti e distinguo; che si esorcizza la discre­zionalità del potere circondandola di vincoli formali e criteri «oggettivi» - con l'ottimo risultato di massimizzare al contempo la pa­ralisi, il disimpegno e la corruzione. È depri­mente, per tornare all'esempio della scuola, sentir venire da un preside al quale si sta chiedendo conto d'un disservizio soltanto parole depresse d'impotenza - anche perché sono parole di irresponsabilità, parole pila­tesche buone a scaricare le inefficienze nelle nebbie d'un «sistema» senza volto. ,

Se Renzi sta trovando il consenso del Pae­se, è soprattutto perché cerca di sciogliere il nodo pluridecennale della decisione. I molti che gli si oppongono dovrebbero badare di meno a come impedirgli di scioglierlo, e di più a come scioglierlo meglio. Anche perché il vero contrappeso a un potere concentrato - e qui non parliamo più di presidi, ma di premier - può fornirlo soltanto un'opposi­zione robusta, vitale e propositiva. Un'oppo­sizione che non sappia soltanto dir di no.

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LA STAMPA

I SCUOLA

COSA CAl\!IBIA CON I PRESIDI

AL POTERE A:'IIDREA GAVOSTO

C'"A'1Ion un ennesimo colpo

,di scena, il governo ha j approvato un disegno

di legge sulla scuola, che non solo è ormai parente lontano del documento sulla Buona scuola presentato a settem­bre, ma è anche sensibilmen­te diverso dalle linee guida esposte appena una settima­na fa. E' poi probabile che il dibattito parlamentare por­terà a ulteriori cambiamenti, anche significativi, al testo: bisogna quindi aspettare che il provvedimento si consolidi, prima di formularne un giu­dizio definitivo.

CONTINUAA PAGINA 21

GO SA CAMBIA eONI PRESIDI

AL POTERE ANDREA GA~oSro SEGUE DALLAI'RNtAf>A6iNA

Due novitià~ti bèaoo però agli occhi. In primo luogo, il governo chiede al Parlamento una delega am­plissima:per riformare la scuola nei prossimi 18 mesi, di

fatto azzerando tutta la legislaziolle attualm!Y}te in vigore. Po­trebbe essere l'occasione per dare un impulso decisivo al nostro sistema scolastico e condurlo ai vertici europei. Per farlo, però, occorre non solo eliminare le decennali incrostazioni normati­ve e organizzative che il nostro sistema di istruzione si porta dietro, ma anche - e forse soprattutto - definire quali conoscen­ze e competenze si vuole che la scuola sviluppi, quali orienta­menti pedagogici e didattici vadano seguiti e, coerentemente con queste scelte, quali insegnanti sia necessario formare e as­sumere. Un compito che richiede un dibattito pubblico molto più ampio e profondo di quello avvenuto finora.

Ualtra novità è l'enorme rilievo attribuito all'autonomia delle singole scuole e, in particolare, del dirigente scolastico. Da quel­lo che si capisce - ma qui le cautele legate all'iter parlamentare sono davvero d'obbligo - il preside potrà selezionare i docenti da impiegare nella propria scuola da albi (provinciali?) che con­tengono i neo-assunti e i docenti di ruolo che vogliono spostarsi altrove; lo potrà fare sulla base di un piano triennale dei fabbi­sogni della sua scuola, corrispondente all'offerta formativa e vidimato dal ministero.

La proposta rappresenta un cambiamento di grande porta­ta: in questo modo, infatti, si garantirebbe alle scuole la possibi­lità di scegliersi, in larga misura, gli insegnanti e ai docenti quel­la di scegliersi le scuole. In particolare, il dirigente si assume­rebbe la piena responsabilità di definire e realizzare gli obiettivi della scuola, formando la squadra dei collaboratori. Il Governo punta dunque a un preside-manager, con ampi poteri discrezio­nali. Perché questo nuovo ruolo del preside, sulla carta molto positivo, sia davvero un veicolo di miglioramento della scuola, occorre però che si realizzino alcune condizioni importanti. In primo luogo, che si riesca a selezionare dirigenti con spiccate attitudini gestionali: una recente ricerca internazionale a cui ha partecipato la Fondazione Agnelli mostra come i nostri presidi non ne abbiano ancora a sufficienza. In secondo luogo, un'auto­nomia del dirigente scolastico così vasta deve avere almeno due contrappesi. Da un lato, un consiglio di istituto che vagli preli­minarmente le proposte del dirigente e abbia la possibilità di criticarle e al limite impedirle, se impraticabili o sbagliate: da questo punto di vista, la governance della scuola andrebbe ri­formata e arricchita. Dall'altro, un efficace sistema per giudica­re a posteriori le scelte e i risultati del preside, che nello spirito del disegno di legge, coincide largamente con una valutazione esterna della scuola. Oggi, il sistema nazionale di valutazione, deciso nel 2013, procede con lentezza e si limita a questionari di autovalutazione che le scuole devono compilare: davvero trop­po poco per giudicare l'operato di una scuola autonoma.

Direttore Fondazione Giovanni Agnelli

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LA STAMPA Data 14-03-2015 Pagina 9 Foglio 1

E sul preside-allenatore è già scontro ------- -- -- -------- - - ------ -- ~---------------------------

Il sottosegreta.no Faraone:. "Avrà un compito di g1Iida per un'intera comunità, come un sindaco" llipposizione replica: "Il rischio adesso è che diventino comandanti assoluti, autentid scerif6HIJ

FLAVIA AMABILE Nulla di tutto questo accadrà, as- soprattutto presidi-panda in via ROMA sicura la ministra dell'Istruzione d'estinzione,

Ecco Ieri nelle scuole italiane si re- Stefania Giannini in un'intervi­spirava un'aria diversa, Gli uni- sta a Radio 24, «Il meccanismo di ci tranquilli erano i prof di ruolo valutazione dei risultati delle come sopravvissuti alla «Buona scuole, della didattica e dell'ap-Scuola» presentata due giorni prendimento degli studenti sarà cambia fa in Consiglio dei ministri sen- attribuito ai dirigenti scolastici ____ -- --za subire troppi colpi. Gli altri, nella parte che loro compete, Chi dai dirigenti ai supplenti e pre- ha una responsabilità così forte cari si sono svegliati senza sa- deve renderne conto ed essere pere bene quale futuro avranno v:uutato~>, !l, pro~e~so ~i valuta­davanti. Il disegno di legge in- ZIO~~ ?~I dl~gentI e pero appena troduce quelli che Renzi ha de- agh mlZl e~ e tu~to da vedere ~e e finito i «presidi-allenatori», di- com,e funzl?~er~, Nessun perlco­rigenti scolastici che avranno lo dI favorItIsmI anche secondo molta più autonomia e più pote- Giorgio Rembado, presidente re, Come ha chiarito il sottose- dell~sociazione Nazionale Pre­gretario Davide Faraone, «de- sidi «E' una vecchia obiezione vono avere un compito di guida ma c'è tutto l'interesse del diri­per un'intera comunità, come gente a scegliere le persone più un sindaco», E, quindi, «potran- adatte al progetto educativo al­no scegliere liberamente da un trimenti non si raggiungono i ri­albo i docenti di cui hanno biso- sultati prefissati» anche perché gno e potranno godere di mag- «può esserci una mela marcia giori risorse per tenere le scuo- ma non per questo bisogna bloc­le aperte il pomeriggio», E poi care le riforme», potranno «assumere i docenti L'Era Gelmini precari ma non perché lo Ìm- Via libera alle riforme, quindi, pong~ qual?uno ~a per coprire ma è anche vero che i dirigenti I fabbIsognI reah delle scuole», sono una figura già messa a dura VuoI dire, insomma, non avere prova dai tagli dell'era Gelmini. vincoli di, gr~duatorie ~ agire in Non a caso, sono i dirigenti pub-base a crIterI autonomI, blici con il peggior rapporto re-I, nuovi manager munerazione/responsabilità, La E l'evoluzione sulla falsariga eu- parte fissa del loro stipendio -ropea di un processo iniziato con uguale per tutti -è di circa 47,500 Letizia Moratti alla guida del mi- euro annui lordi (su 13 mensili­nistero dell'Istruzione e l'arrivo tà), La parte variabile oscilla fra i dei presidi-manager. Oggi, infat­ti, si chiamano ufficialmente di- lO e i 15 mila euro annui lordi. E rigenti scolastici, controllano i almeno il 35% lo versano in tasse, fondi in arrivo dallo Stato, devo- Arrivano alla nomina dopo aver no fare periodicamente il reso- superato un concorso regionale conto del bilancio al Consiglio in via di riforma e che è una delle d'Istituto, firmare ogni circolare tante fonti di infiniti ricorsi che o documento emesso dalla scuo- rendono la nomina sempre e co-la, e quindi assumersene la re- munque precaria, In totale sono sponsabilità alla stessa maniera in 8070 ma erano 10,400 nel 2011, di un qualunque dirigente In tre anni si sono persi 2400 po-d'azienda, Rispetto -ai colleghi sti. In 1300 sono stati cancellati europei hanno un controllo infe- dagli accorpamenti tra Primarie riore con l'alto rischio che alcuni e Medie che hanno portato alla futuri preside-allenatori diventi- n~scita degli istituti comprensi-

," , VI con grande risparmio di per-no presldl-scenffi, «comandantI- sonale Altn'l100 s t t' l t' d' 't d" " onosa Ican-assrt0 u I cOl~ , IrIt o I :'lta e dI celIati dai tagli dell'era Tremon-mo e sug I InsegnantI», come ti che hanno previsto accorp _ ha commentato dall'opposizione mentI' per tuttI' l" t't t' ha 'l t Fab" B h' d l g I IS I U I c e I sena ore, nZlo occ mo e avevano meno di 600 studenti. Gruppo MIsto, Forse saranno presidi-allenato-È solo l'inizio ri ma per il momento sembrano

Meritocrazia _ Il merito e la bravura sono i nuovi essenziali elementi della riforma della scuola voluta dal governo Renzi: restano però le preoccupazioni per i precari che temono di essere esclusi dalle assunzioni

Nuove materie _Trale svariate materie che verranno impartite nella scuola pubblica troveranno posto anche musica e storia dell'arte. Ma ci sarà finalmente posto anche perle lezioni sui temi ambientali con sperimentazioni anche esterne

Più autonomia _ Gli Istituti scolastici godranno di maggiore autonomia finanziaria ei presidi saranno trasformati in manager che dovranno essere ingradodi gestire fondi economici per la gestione ordinaria dei plessi

la scuola comincia

la riforma con una

maggiore valorizzazione

della figura del preside

che avrà maggiore

potere decisionale nell'ambito

delle sue funzioni di capo

di Istituto

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VERCELLI. LA VIOLENZA IN UN ISTITUTO ALBERGHIERO. I RAGAZZI SONO STATI DENUNCIATI

Botte alla disabile, l'insegnante guarda La scena ripresa e messa in Rete I]intervento del ministro Giannini

MARIA CUSCELA GIUSEPPE ORRU VARALLO (VERCELLI)

Tre ragazzi la ricoprono di botte e di sputi. Lei, una ra­gazzina marocchina disabile, urla e piange. L'insegnante se ne accorge ma si allontana e tace. Il video girato con il tele­fonino da una quarta ragazza racconta solo 24 secondi delle scene di follia avvenute in un'aula dell'istituto alberghie-

ro «Giulio Pastore» di Varallo Sesia, in provincia di Vercelli. Il resto lo faranno carabinieri e magistratura, che hanno de­nunciato tre ragazze (una è quella che ha ripreso la scena) e un ragazzo, tutti di 16 anni e re­sidenti in Valsesia. Il filmato sa­rebbe stato realizzato un mese fa e ha iniziato a girare prima su Whatsapp e poi su Facebook, aggiungendosi alla galleria de­gli orrori del bullismo. Con l'ag­gravante di un'insegnante che non interviene come dovrebbe. Il ministro della Pubblica Istru­zione Stefania Giannini è inter­venuta avviando un'indagine interna sull'accaduto. La scuola blasonata La scena, un misto è stata ripre­sa in un'aula dell'alberghiero,

bulli La ragazzina

disabile è stata picchia­

ta e colpita con sputi

da 3 ragazzi e una ragazza

secondi Il video girato

emesso in Rete dalla

ragazza che ha preso

parte alla violenza

una delle scuole superiori più blasonate del Vercellese. I ra­gazzi stanno per uscire da scuo­la. La telecamera è già accesa quando si vede la docente che cerca di allontanare gli altri dalla ragazzina disabile, impau­rita contro la lavagna. Ma la prof viene richiamata da un gruppo di alunni fuori dalla classe e una ragazzina grida: «Il vero bullismo» e parte con una raffica di calci e pugni. La vitti­ma urla, piange. La docente rientra subito, le dà un'occhiata ma torna di nuovo fuori. E da al­tri due coetanei partono gli spu­ti in faccia. L'Indagine interna Il provveditore agli studi Anto­nio Catania, ha chiesto «una re­lazione al preside dell'alber-

ghiero; faremo un'indagine in­terna per capire quali provvedi­menti prendere nei confronti dei ragazzi e valutare il com­portamento dell'insegnante». Il preside dell'Alberghiero, Silva­no Gardinale, non commenta: «Questa settimana sono stato assente per malattia. Mi pro­nuncerò soltanto quando farò rientro lunedì». A ricostruire l'accaduto sono i carabinieri di Borgosesia e la magistratura, che mantengono il massimo ri­serbo. Prima che qualcuno av­visasse i carabinieri, molti han­no condiviso e commentato il video su Facebook. C'è chi se la prende con i genitori dei bulli, accusati di non aver svolto il proprio dovere di educatori. Il fatto che la ragazzina sia ma­rocchina, secondo altri, farebbe intravedere un atto di razzismo.

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Data 14-03-2015 Pagina 4 Foglio 1

téggìa:re la resistenza ueliè t~~a:zionisìndacalìzzai;:e ed, $I'Eiiantiaehe, . .

:ij~nzi $ostieneehe <I)li31 ntaèil ritmo deHé ii ..

tempestività :nelle iQ!,zìa.tiVElclel gtlverno; ilehé dòvrebbedistogliete l'àtten-· zio,nè:daì«dettagH» laceui

. criticità: viene sottolÌlìéàta S#19 a scopo propagandisti­cQl:laIleopposizioni esterne edmtel1ìe a.l Partito délÌlQ~ ~~tiCQ.E vero che il fàtt~re tell;lpo ha un suo peso, spe-

nta ~i!ii'lmentetlena percezio-sa alla ne " i .nanella eapa.tlità per sd!i!:de,:..., tiV'o. Però è alme-dellerÌ :;Iì~'Ìilt~ttaIìto impvrtafite elettora • utl) concretodèl1e ragioiiE! c che ~poi qneIIo.ehe ma se SI ~ar . . una riforma di tae-eriunçiazii:minon si pUò 8V1- a Una modiHcazitme tilredi no~a:re. i pJ:'Ìmis~g~li cl~a docenza dev~.ia~ptìt~re,\e~tettiva dena' realtà. 'Nelle di cedimetlto; La: rlform.:àiitèl-,gràndi jstituzioni (non solo Ili' Rai e qu~ , ~". e'l1i:s~;@la;ma vengano sistè , .i' .,' i, ' éin'9u~lIe pubbliche ma so-in ·attesa:di 'uelle almeno tecnica. del todds:!t:a.lJ.Iil1ef9s .. ttutto ill, queste) si sono "aitrettanto:iml)ègn~tlvé:del ben ,100 milli p1;e~t'h';t\l<}JI'r~ , ,lJi;7!zati rapporti diforza fisco e d~napubbhca,àm.· ra:ranno ì presidi!Ji~?1:~s~j;èr~· , poterecne determitìl.J.no ministra~ion.e,s~gùaraate allli pression k • "va". ,.' .lltlizlollèdi paraHeiedì 'controluce appai91lO/assai qllando il gove ,~.eiènzaattuali. Senons). limitate. In sostan:zasi ~unta: mosttato di dov ,. cesti rap,pottl ognì, solo a definiré nuovi sistemi stessòproble , " ., ' .' " . rischia didiV'~n:tàì'e di gO'vernO' interlllliUa socie- l'O amministratO' ipù:ì'a~entégattO'pardèìsca> tà televisiva pubblica e alla della Rai, quandO'i ~RiprtJt1uziollèriser~~tà·

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La proposta L'educazione finanziaria entri in classe Antonio Patuelli *

L' àpertura di una nuova fase di riforme della scuola in Italia apre una tematica di grande inte­

resse per molte ragioni. Continua apag. 14

La proposta

Data 16-03-2015 Pagina 1 Foglio 1

L'educazione finanziaria entri in classe Antonio Patuelli *

segue dalla prima pagina

Il mondo cambia di continuo, freneticamente, e il mondo della 'scuola deve tenerne conto. Non entro nel merito del disegno di legge presentato dal Governo nei giorni scorsi, ma ritengo che esso sia l'occasione più giusta per pensare all'utilità di inserire nei programmi scolastici qualche idoneo spazio per l'ed ucazione finanziaria e al risparmio nello spirito stesso dell' educazione civica e civile che rappresenta una delle più profonde e quasi bisecolari funzioni della scuola soprattutto pubblica in Italia.

Infatti, qualunque corso di studi, oggi più che mai, non può prescindere dall'educazione finanziaria e al risparmio in una società in via di continua e

intensa modernizzazione che vede l'economia sempre più diversa da quella dei secoli scorsi, con rischi e potenzialità che è bene studiare fin dagli anni giovanili nelle scuole. Un esempio interessante in proposito viene dalla Spagna dove la recente proposta governativa di riforma degli insegnamenti comprende anche l'educazione finanziaria. Insomma, alle ragazze e ai ragazzi spagnoli verrebbero fatti conoscere concetti come il mutuo, la rata d'affitto, le

. assicurazioni, le tasse, le attività bancarie e le carte di credito, ecc. Insomma, verrebbero iniziati ad essere consapevolmente formati i consumatori del futuro con elementi di conoscenza e di responsabilità.

E chiaro che non occorre copiare di sana pianta l'esempio spagnolo che deve essere

valutato sempre con metodo critico costruttivo: per esempio, ho perpl~ssità sulla proposta spagnola di ridurre proprio le ore di insegnamento di filosofia per far spazio all' educazione finanziaria e al risparmio. Ma relemento più importante da esaminare è come inserire negli orari scolastici italiani proprio l'educazione finanziaria e al risparmio, materia indispensabile ancor di più dopo le grandi evoluzioni degli ultimi decenni ed anche dopo la grave e lunga crisi degli scorsi anni.

Confido che le pubbliche autorità italiane e gli esperti delle materie scolastiche colgano l'occasione dell'attuale rilancio del riformismo scolastico per colmare questa lacuna e introdurre nei programmi scolastici anche elementi di educazione finanziaria e al risparmio.

,.. Presidente Associazione Bancaria Italiana

~ .. ]lllrssaggrrtJ <,~

ruli!iij~i~;~~::S;··~~:ttg;'

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Data 15-03-2015 Pagina 15 Foglio 1 /2

Carta del professore, ogni mese 50 euro ~Come funzio~:rà il bonus per gli acquisti formativi dei docenti ~Nessuna distinzione "di qualità" per libri on rti tt 1" Una tessera abIlItata a pagare solo alcuni tipi di beni e servizi In totale quasi 400 milioni per l'industria ~~tu~:le ~!~~n~~~ l

LA RIFORMA ROMA La Carta del professore è senza dubbio la misura più inno­vativa della riforma della scuola targata Renzi-Giannini, ovvero una carta di credito prèpagata su cui verranno caricati 500 euro al­l'anno, che potranno essere spesi per consumi culturali (libri, mo­stre, spettacoli, cinema, concerti). Questo provvedimento, che si di­ce sia stato fortemente voluto dal­lo stesso Renzi, si configura come un investimento sulla formazione permanente del personale docen­te e come una notevole spinta in­centivante ad investire nella pro­pria professione, ascoltando an­che gli eterni appelli della catego­ria, che più volte ha lamentato preoccupazione e disamoramen­to per la propria funzione.

lE MODALITÀ Se appare certo il suo scopo, non' si hanno ancora informazioni pre­cise sulle modalità di emissione, di ricarica e di utilizzo. Secondo alcune indiscrezioni la Carta del professore somiglierà molto alla "Social card" di tremontiana me­moria; in pratica un ente erogan­te, in questo caso il ministero del­l'Istruzione, ogni mese per dieci

mesi provvederà a ricaricare i 50 euro sulle tesserè prepagate che giungeranno ai docenti. Il paga­mento alla cassa dell'esercizio commerciale verrà tracciato e va-

lidato tramite il "merchant cate­gory code", un codice merceologi­co utilizzato dai circuiti di paga­mento internazionali e dagli isti­tuti di credito per riconoscere la tipologia dei beni e dei servizi for­niti. Sarà impossibile quindi, così come accade per la social card, utilizzarla per altri acquisti.

COSA SI PUÒ ACQUISTARE Gli insegnanti potranno utilizza­re la somma per l'acquisto di beni di consumo culturale. Il paniere dovrebbe essere vasto e senza li­mitazioni di gusto, con la card in­fatti si potrà pagare il biglietto per assistere a un concerto di musica classica così come per uno di mu­sica rock, si potrà acquistare in li­breria "Guerra e pace" oppure "Cinquanta sfumature di grigio", si potrà assistere ad un monologo di Pirandello oppure un film dei Soliti idioti. Al provvedimento verranno, presumibilmente, ac­compagnate delle "tabelle di congruità", in cui i servizi e i beni utilizzabili saranno circoscritti. Se da un lato, si può storcere il na­so e prestare il pensiero all'eterno dilemma su cosa sia "cultural­mente valido", dall'altro la Carta del professore darà una scossa si­gnificativa ai consumi culturali nel nostro Paese, mettendo nelle tasche dei docenti altra liquidità da investire per se stessi e la pro­pria professione ..

Il provvedimento sembra'inse­rirsi nella logica iniziale del gover­no Renzi: restituire potere di ac· quisto alle famiglie. Se infatti som-

SOMMANDOlA AGLI 80 EURO DEll'lRPEF ORA CENTINAIA DI MIGLIAIA DI DOCENTI SI TROVANO 130 EURO IN PiÙ DA SPENDERE

Il prec(~dente

Quando Tremonti diede la "social card" ai poveri La Carta acquisti nasce da un'idea di Giulio 'fremonti (ispirata ai food stamps americani): istituita nel 2008 è è tuttora in uso: vale 40 euro al mese eviene concessa ad anziani o famiglie con minori a basso reddito.

miamo il bonus Irpef di 80 euro e i 50 euro al mese che percepiranno i docenti, nell'arco di un anno cir­ca 130 euro al mese sono tornate nelle tasche di centinaia di miglia­ia di italiani, che inevitabilmente produrranno un effetto domino sull'indotto economico e cultura­le del Paese. Se da un lato la carta appare come un segno di attenzio­ne dall'altro, ad esempio, secondo Patrizia Borrelli, docente all'Isti­tuto Comprensivo "Domenico Pu­rificato" di Ròma, «la carta è un provvedimento senza dubbio po­sitivo che va a colmare una lacu­na tutta italiana. In Francia da sempre gli insegnanti hanno dei bonus e delle gratuità per la loro formazione permanente, come l'entrata gratis nei musei, che fu sperimentata anche in Italia lo scorso anno con un protocollo di intesa tra Beni culturali, Miur e ministero delle Finanze durante il governo Letta. Ovviamente il provvedimento non è stato rinno­vato per mancanza di risorse».

PiÙ RISORSE Proprio sulle risorse sembrano addensarsi i dubbi maggiori, in­fatti, il provvedimento che era sta­to annunciato già nelle scorse set­timane aveva come base iniziale 400 euro e non i 500 poi scritti nel disegno di legge, che'ha dichiara­to di voler estendere la soglia eco­nomica della èarta individuando le coperture finanziarie in accor­do col ministro Padoan.

Massimiliano Coccia • ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Data 14-03-2015 Pagina 7 Foglio 1 /2

«Dopo la scuola tocca agli atenei autonomia e meno burocrati» ~ Intervista al ministro Giannini: ora la riforma per l'università

ROMA «Dopo la riforma della scuola dovremo occuparci del­l'università», dice il ministro dell'Istruzione Stefania Gian­nini in un'intervista al Messag­gero: «Gli atenei hanno già avu­to una complessa riforma del­la loro architettura, ma che de­ve ancora trovare slancio. An­che lì la parola magica è: auto­nomia». Nell'università, affer­ma il ministro, «resta ancora una pesantezza burocratica, ci sono ampi margini di miglio­ramento». Per quanto riguar­da la scuola «il prossimo anno avrà ilIO% di insegnanti in più. Le risorse per il merito sono una svolta importante».

Piovani a pago 7

(~iannini

li ANNO PROSSIMO Il DEGLI INSEGNANTI AUMENTA DEL 10% SARANNO au~sl 50 MilA IN PIU

ABBIAMO ESCLUSO DAGLI SGRAVI fiSCALI I LICEI r~RIJ ARi PERCHE E li CHE SI ANNIDANO i CASI

«Ora scuole più autonome poi tocca all'università» ~La titolare dell'Istruzione e la riforma ~«Servirebbe un fondo per riequilibrare «Il Parlamento potrà migliorare il testo» le differenze tra istituti ricchi e poveri»

ROMA «Il prossimo anno la scuo­la italiana avrà ilIO per cento di insegnanti in più. Per la prima volta si trovano risorse aggiunti­ve da destinare esclusivamente ai premi per il merito. Si attribui­sce una forte autonomia agli isti­tuti e ai dirigenti scolastici, e si introduce il principio della tra­sparenza e della "accountabili­ty", parola che in italiano po­tremmo tradurre con rendicon­tazione, una vera svolta per il no­stro sistema dell'istruzione». Tutto questo per dire che la ri­forma approvata dal Consiglio dei ministri l'altroieri è «una grande svolta», usando di nuovo le parole del ministro Stefania Giannini.

C'è però chi si aspettava un cambiamento ancora più radi­cale. Sui premi di risultato, per esempio. Facendo due con­ti, con soli 200 milioni da di­stribuire al 5 per cento degli insegnanti, c'è il rischio che tutto di riduca a un'indennità da pochi spiccioli. «Quei 200 milioni sono una cifra significativa, soprattutto se si pensa che la cifra è strutturale, ed è solo un punto di partenza. All'inizio si ipotizzava di usare le risorse degli scatti di anzianità; invece gli scatti di anzianità restano immutati, so­no state trovate risorse aggiunti­ve solo per il merito, e mi per­metto di far notare che questo è

un grande passo in avanti, è la prima volta che accade nella scuola italiana. Peraltro questo testo ora passa al Parlamento non per essere solo sfogliato». Nel senso che si può modifica­re? «Certamente la nostra è un'ipo­tesi di legge che può essere emendata e migliorata». Quando il Parlamento avrà ap­provato i vostri provvedimen­ti, che cosa le resterà da fare come ministro dell'Istruzio­ne? «Dovremo occuparci dell'uni­versità, che già aveva avuto una complessa riforma della sua ar­chitettura, ma che ha ancora bi­sogno di trovare slancio. Anche

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lì la parola magica è: autono­mia». In effetti lì l'autonomia c'è già. «Sì, ma resta ancora una pesan­tezza burocratica, ci sono ampi margini di miglioramento. Non credo che la mia missione sarà finita dopo la riforma della scuo­la». Con i vostri provvedimenti i presidi avranno più autono­mia, più poteri, ma anche un ulteriore carico di responsabi­lità. Tutto questo non viene ri­conosciuto da un punto di vi­sta economico. «Certamente sì. È stato previsto un apposito fondo di 35 milioni di euro a regime dal 2016». Lei e Renzi avete sottolineato che anche i presidi dovranno essere soggetti a valutazione e non sempre il loro incarico triennale deve essere rinnova­to. Ma come funzionerà questa valutazione, chi avrà il potere di valutare i dirigenti? «Questo è uno degli argomenti che troveranno ampio spazio nella delega, così come la valuta­zione dei docenti. Il preside è ca­ricato di responsabilità enormi, e deve fare le sue scelte con tra­sparenza, comunicando al­l'esterno il perché delle sue scel­te. Già questo è un forte stru­mento di valutazione da parte della comunità. Si dovrà tenere conto di un complesso di ele­menti: i dati delle prove Invalsi, il giudizio sulla reputazione del­la scuola, l'opinione delle fami-

gne». Le scuole dovranno cercare al­tre fonti di finanziamento, compreso il5 per mille devolu­to dai contribuenti. Non c'è il rischio di penalizzare le zone più povere del paese? I quartie­ri e le regioni dove vivono fa­miglie con un reddito inferio­re avranno scuole peggiori? «Certo, il rischio c'è, e anche in quel caso si possono pensare dei correttivi». Per esempio? «Si potrebbe creare a un fondo perequativo dove mettere una parte delle risorse incassate con il5 per mille. Va detto che già og­gi, con i contributi cosiddetti vo­lontari che le famiglie versano agli istituti, c'è una sperequazio­ne tra scuole ricche e scuole po­vere». Un'altra grande novità della vostra riforma sono gli sgravi fiscali per chi manda i figli alle scuole paritarte. Come mai avete deciso di escludere gli studenti dei licei? «Perché è nelle superiori che si annidano alcuni casi di malco­stume, e in attesa di riuscire a correggere e a sanare questa di­sfunzione abbiamo preferito te­nerli fuori. Anche perché la stra­grande maggioranza dell'offerta e della domanda di istruzione non statale riguarda le elemen­tari, le scuole dell'infanzia e le medie». Chi è interessato agli sgravi fi­scali lamenta, anche in questo

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caso, l'esiguità della cifra. «Il punto non è la cifra, ma il cambiamento culturale, il rico­noscimento di un principio. Quel principio della libertà di scelta educativa che era stato in­trodotto dalla riforma Berlin­guer e a cui non era mai stata da­ta una reale attuazione». Ma secondo lei qual è la cosa più importante della vostra ri­forma? «I punti cardine sono l'autono­mia degli istituti, il riconosci­mento della dignità sociale degli insegnanti, e un terzo punto che viene molto trascurato. Voi gior­nalisti parlate tanto di cifre, ma a mio giudizio non si parla abba­stanza di quello che dovrebbe es­sere il centro di ogni politica per l'istruzione: le competenze degli studenti, l'offerta formativa. Cambiare la scuola non consiste in un'aggiunta o una sottrazione di ore, non è una contabilità del­la conoscenza, ma è la proposta di obiettivi educativi. Parlare di educazione all'ambiente, educa­zione alla salute, significa crea­re cittadini consapevoli. Tutto quello che facciamo è mirato a questo». Anche regalare 500 euro agli insegnanti per comprare libri e biglietti di teatro? «Quello è un segnale molto im­portante che si dà ai docenti, che avranno un loro tesoretto perso­nale per migliorare la qualità delle loro conoscenze, aggior­narle, autoformarle».

Pietro Piovani (ç) RIPRODUZIONE RISERVATA

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Anche i dirigenti sotto esame, ma ancora non si sa come

lA MERITOCRAZIA ROMA La nuova figura del Presi­de-sindaco è senza dubbio la novità della Riforma della scuola presenta­ta da Matteo Renzi due giorni fa: tra estensione dei poteri e ampliamen­to della tipologia di intervento, la lo­ro figura assumerà sempre più centralità, tanto da trasformarsi quasi in un amministratore delega­to. Tuttavia se appare chiaro che la scuola del futuro legherà le sue for­tune e la sua gestione ad un uomo solo, più che alla collegialità espres­sa in passato, rimane awolto da una coltre di mistero il meccanismo del­la valutazione, argomento da sem­pre awolto in una vera selva legisla­tiva. Quella dei principi e le modalità dì valutazione del dirigente scolasti­co è una lunga storia di tentativi abortiti: l'ultimo in ordine cronologi-

co risale al 25 novembre del 2008,. quando l'Invalsi presentò, al mini­stro dell'Istruzione, Maria Stella Gel­mini, un sistema dal titolo "La valu­tazione dei Dirigenti scolastici", che prevedeva l'istituzione dì un team dì esperti che nell'arco di tre anni avrebbe dovuto esaminare tutti i di­rigenti in servizio, azione che non awennemai. MENSILIT À AGGIUNTIVE

VALUTAZIONE ·IUiLlunl E RIMOZIONI

Tuttavia alcuni paletti valutativi si trovano all'interno del contratto na­zionale collettivo di lavoro dei diri­genti statali, che prevede due mensìlìtà aggiuntive in caso dì giudi­zio positivo nel raggiungimento dei risultati previsti, anche in base al ca­none territorialedi complessità, un elemento che tiene conto della diffi­coltà dì azione del territorio nel qua­le si agisce. Un' altra chiave dilettura che potrebbero utilizzare il governo e la maggioranza, in fase dì stesura dei decreti attuativi della riforma, è rappresentato dell' autovalutazione dell'Istituto, in cui nell' analisi incro­ciata tra piani ed obiettivi, il dirigen­te scolastico con la stesura del "pia­no dì miglioramento" può dimostra­re le proprie competenze gestionali e portare l'istituzione scolastica al raggiungimento degli obiettivi piani­ficati.

Anche in questo caso, come nei precedenti, non esiste nessun ele­mento vincolante per la riconferma del dirigente scolastico. La partita ol­tre che giuridica sembra essere an­che sindacale, infatti ad oggi il prin­cipio di rotazione dei dirigenti scola­stici non riguarda quasi mai il rag­giungimento degli obiettivi, ma si in­serisce in uno spostamento su base empirica e alle volte temporale, tan­to che ad oggi non si conosce nessu­na statistica che ci dica quanti diri-

NUOVA FIGURA La valutazione dei presidi legata ai risultati

genti scolastici siano stati rimossi dal loro incarico per motivi di meri­to. Per trovare un modello di verifica più strutturato ed efficiente, occorre volgere lo sguardo nel profondo Nord, in Trentino Alto-Adige, nelle provincie autonome di Trento e Bol­zano, dove il raggiungimento degli obiettivi, l'applicazione del piano dell' offerta formativa, il rapporto tra corpo docenti e studenti, la salute economica dell'Istituto, sono da qualche anno valutati da appositi nuclei ispettivi dell'Uflìcio scolasti­co provinciale, che non hanno sola­mente poteri di verifica ma anche dì rimozione o promozione. Ma in al­tre regioni del Paese la situazione è ben diversa, ad esempio la Val D'Ao­sta è esclusa da qualsiasi sistema centrale di valutazione; anche del corpo docenti.

l'OSTACOLO Ad oggi, la strada per la creazione di un modello efficiente di valutazione dei dirigenti scolastici è quindi falli­ta non solo per una difficoltà dì ela­borazione di metodo, ma per un pro­blema di volontà politica, forse Mat­teo Renzi e il ministro Giannini han­no già calcolato l'ostacolo, che per i loro predecessori si è rivelato ostico, perché in fin dei conti la scuola è un universo in costante conservazione.

Massimiliano Coccia © RIPRODUZIONE RISERVATA

Per i presidi aUlnenti hl busta paga

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Paritarie, i genitori: «Pochi gli sgravi fiscali» ROMA Gli sgravi richiesti dalle scuole paritarie al Governo Ren­zi sono arrivati, ma non sembra abbiano suscitato ondate di sod­disfazione, anzi. L'annunciato tetto del rimborso fiscale di 400 euro a studente fino alla scuole primarie e la mancata erogazio­ne di finanziamenti agli istituti secondari, hanno lasciato l'ama­ro in bocca alle tante associazio­ni, congregazioni e mondi educa­tivi.

ITIMORI Il timore lamentato da più parti è che le risorse previste non siano sufficienti a sowenzionare le fa­miglie che hanno scelto un per-

corso diverso di istruzione per i loro figli. «Fermo restando a quanto fino ad ora fatto intende­re anche se in maniera approssi­mativa, per quanto riguarda le scuole paritarie rimaniamo per un verso delusi e rammaricati in quanto la prevista detraibilità delle spese sostenute dalle fami­glie è limitata alle scuole dell'in­fanzia e del primo ciclo, quasi che le altre non fossero scuole paritarie a tutti gli effetti e non svolgessero un servizio pubblico e di pubblico interesse». A dirlo in una nota è la Presidenza Na­zionale della Fidae, la Federazio­ne per le attività educative. Ag­giungendo: «Samo preoccupati e timorosi in quanto non si cono­sce l'effettiva consistenza della detraibilità in questione ed alcu-

ne indiscrezioni farebbero pen­sare al peggio. Si tratterebbe so­stanzialmente di una parziale so­luzione all'italiana».

LE SPERANZE E se la Fidae si mostra preoccu­pata, Roberto Gontero dell'A­gesc (Associazione genitori scuo­le cattoliche), attacca il Governo, affermando «che dopo mesi di di-

scussioni sulle detrazioni per le famiglie della scuola paritaria, il risultato sono soltanto 76 euro a famiglia di sgravi fiscali all'anno e oltre tutto solo per gli studenti delle scuole inferiori, determi­nando una discriminazione enorme nei confronti di quelle famiglie meno abbienti che non potranno così scegliere il percor­so formativo più idoneo per i propri figli». C'è scontento e cau­tela, la speranza comune nel mondo cattolico è quella che in sede di discussione in Aula le ri­sorse diventino più ampie e che il veto sulle scuole secondarie ca­da. Per il momento "La buona scuola" non fa contente le parita­rie.

MasC. ~0 RIPRODUZIONE RlSERVATA

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Per i presidi aumenti in busta paga ~Previsto un fondo per riconoscere le maggiori responsabilità ~Molto più contenuto invece (circa 1.300 euro) il premio per a chi guida un istituto: il bonus supererà i 4 mila euro l'anno i 30 mila insegnanti che saranno riconosciuti più meritevoli

lA RifORMA ROMA Ci sono 200 milioni sul piat­to per premiare gli insegnanti più capaci. Ma il rischio è che quando si siederanno a tavola troveranno solo le briciole lascia­te dai collaboratori dei dirigenti scolastici. Il Ddl della "buona scuola" punta a premiare i docen­ti più meritevoli. I quali però do­vranno dividere la torta degli stanziamenti predisposti da Pa­lazzo Chigi con il mento re e con gli staff destinati a guidare la vita delle scuole nei prossimi anni. Si tratta di uomini di fiducia dei pre­sidi che appaiono chiaramente in pole position dal punto di vista delle potenziali gratifiche econo­miche. Lo schema di riforma messo a punto dal governo preve­de infatti che questi collaboratori potranno arrivare fino 15% del­l'organico complessivo naziona­le ed avranno diritto ad un au­mento di stipendio non inferiore al 10% della retribuzione base.

LA RIPARTIZIONE Così, fatti alcuni rapidi calcoli, 100mila docenti sui circa 600 mi­la attualmente in attività potran­no entrare a far parte dello staff.

Con quali costi per le casse del bi­lancio pubblico? Considerando un aumento della retribuzione di 170 euro lorde in rapporto ai 1.700 percepiti in media attual­mente, fanno 2mila euro lordi al­l'anno. Moltiplicati per i 100 mila docenti che potrebbero entrare a far parte dello staff, la spesa com­plessiva si aggira intorno a 200 milioni di euro. Vale a dire, ap­punto, tutta la posta a disposizio­ne. Con buona pace degli inse­gnanti che aspirano a vedersi ri­conoscere il merito guadagnato nella aule durante le ore di lezio­ne. La riforma prevede che al 5% di loro spetterà, a partire dal 20l6, il neo nato "bonus annuale delle eccellenze". Un premio che il dirigente scolastico, sentito il Consiglio di istituto, indirizzerà ai professori più bravi per qualità dell'insegnamento, capacità di utilizzare metodi didattici inno­vativi e per il contributo offerto al miglioramento complessivo della scuola. In linea teorica cor­reranno in 30 mila per tagliare questo traguardo. Ma alla fine della corsa il premio potrebbe es-

sere una vigorosa pacca sulla spalla o poco più. Magari solo spiccioli. Fonti del ministero del Tesoro rassicurano che i soldi ba-

steranno per tutti in quanto la quota parte della dotazione orga­nica del mento re e dei docenti con le funzioni di staff sarà distri­buita tra le regioni, le province e le istituzioni scolastiche in pro­porzione al numero degli alunni. GlI80MILA COLLABORATORI Il che, viene sottolineato, signifi­cherà distribuire le risorse in mo­do tale da assegnare più soldi do­ve c'è maggior bisogno. Ma resta il fatto che su 40 mila scuole di­stribuite sul territorio nazionale e con una media di almeno 2 per­sone di collaboratori per ciascu­na, gli uomini di staff reclutati dai dirigenti non potranno esse­re meno di 80 mila. E questo vuoI dire, sottratti i 160 milioni loro destinati, che sul tavolo restereb­bero appena 40 milioni. Con il ri­sultato finale che i 30 mila inse­gnanti modello si metterebbero' in tasca 1.300 euro ciascuno. E cioè poco più di un centinaio di euro al mese. Molto meno rispet­to ai 4 mila e300 euro annui che, dal 20l6, entreranno nelle tasche dei presidi ai quali il governo ha promesso 35 milioni come pre­mio di merito. Anche se non è stato ancora chiarito se la dota­zione cadrà a pioggia gratifican­do tutti gli 8 mila presidi.

Michele Di Branco > RIPRODUZIONE RISERVATA

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LE NOVITÀ

Sostegno agli istituti con il5 per mille La riforma introduce la possibilità di destinare il5 per mille della dichiarazione dei redditi alla scuola dei loro figli. Si tratta di una misura pensata per eliminare, o quantomeno ridurre, il fenomeno dei contributi "volontari" che oggi le famiglie versano per coprire le spese della scuola.

Un posto fisso per 100 mila È la misura più annunciata. Circa 100 mila insegnanti precari avranno finalmente il posto fisso. La stabilizzazione però non riguarderà gli iscritti alle graduatorie di istituto, né gli insegnanti delle scuole dell'infanzia, che protestano: "Siamo considerati di serie S»

Bonus da 500 euro per libri e teatro Tutti i 600 mila insegnanti italiani avranno una cifra di 500 euro ogni anno per gli acquisti culturali: libri, spettacoli teatrali, concerti. La somma sarà resa disponibile attraverso una card. Probabile che si ricorra a convenzioni tra scuole e librerie, teatri, eccetera.

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Cambiano regole e didattica per gli 8 mila istituti scolastici italiani

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LA MINACCIA ISLAMICA Dal velo all'alcol Così l'Europa si piega ad Allah Non solo il si al jihab per le insegnanti in Germania In Bel~o il crocifisso e vietato in tutte le scuole e nei quartieri musulmani gli alcolici sono messi al bando

E

Luigi Guelpa

• Le rivendicazioni islamiche sono sempre più esigenti, e la sentenza della Corte suprema te­descaè soltanto l'ultimo capito­lo di una lunga serie di conces­sioni dell'Europa nei confronti della cultura, enonsolo, musul­mana. Sulla spontaneità di que­sto fenomeno sorgono parecchi dubbi. Molti analisti sostengo­no che sia il frutto di una strate­gia perpetrata dalle eminenze grige dell'islam radicale che, molto prima dell'Il settembre, sono riuscite a farsi riconoscere come rappresentanti legittimi dell'islam europeo, fagoci­tando i leader musulmani moderati. La Germania ha lasciato cadere l'ultimo ta­bù, permettendo alle inse­gnantimusulmanediindossa­re il velo nelle scuole e ribaltan­do la sentenza di parere oppo­sto de12003. Forse in pochi però sanno che proprio in Germania, come del resto in Belgio e Olan-

A Roma, capitale del cattolicesimo, la moschea più grande del continente

da,laleggeprevedeunfinanzia- strazione delle bevante alcoli­mento dello Stato non solo per che nei quartieri di Saint Josse, la costruzione delle moschee Scharbeek o Molenbeek, zone ma anche per stipendiare gli in­segnanti di islam nelle scuole pubbliche. Per ottenere nuove concessioni, non mostrano illo­ro volto intollerante e ostile all' integrazione, ma spesso stru­mentalizzano ilmalessere socia­le degli immigrati ei valori tolle­ranti dell'Europa, costruendo mattone dopo mattone un altro califfato.

E se Al Baghdadi vive nel de si -deriofebbriledimetterelemani sul Vaticano e issare sulla cupo­la di San Pietro la bandiera nera, proprio aRoma, capitale del cat­tolicesimo' è stata edificata la moschea più grande d'Europa, finanziata peril75% dall' Arabia Saudita con 35 milioni di euro. N ella vicina Svizzera un decreto

ad alta concentrazione islami-ca, dove persino le forze dell' or­dine preferiscono non avventu­rarsi. Lastessarestrizione è stata firmata dal sindaco dell' Aia, ca­pitale dell' O landa, peril quartie­re di Schilderwijk, dove lo scor­so luglio tra le altre cose venne organizzata una manifestazio­neinstrada pro-Isis, autorizzata dal primo cittadino Jozias van Aartsen. Sempre nei Paesi Bas­si, un decreto della Corte Supre­ma de130 maggio 1986 assegna agli imam (pur essendo aperta­mente radicali) lo stesso valore giuridico concesso ai sacerdoti cristiani, consentendo loro di esercitare negli ospedali, nelle carceri e di ottenere persino sus­sidi pubblici. E ancora inBelgio:

federale autorizzale ragazze ain-dossare il velo nelle fotografie il crocifisso è vietato in tutte le suiloro passaporti. Spostandosi scuole, aeccezione di quelle cat -in Belgio, dalle parti di Bruxel- toliche gestite dalla chiesa. Per­les, esiste il divieto di sommini- messi che spesso si trasformano

in rese incondizionate, come in

Danimarca, dove la legislazione più liberale d'Europainmateria d'istruzione religiosa, concede velo e burka per le strade e con­sente l'amministrazione delle scuole islamiche a imam waha­biti, spesso reclutatori di giova­ni miliziani dello stato islamico. Non poteva mancare all'appel­lo la cattolicissima Spagna. Du­rante il suo incarico di premier Zapatero ha legalizzato il «Parti­to del rinascimento e dell'Unio­ne della Spagna», il cui leader, MustafaBarrach, sostieneinAn­dalusia l'idea del ritorno della Spagna all'islam, e intrattiene rapporti con Fatiha Mehadi, nuova leader della cellula Isis di Ceuta.

Lavicendapiùclamorosasiri­ferisce invece alla città di Mal­moe, in Svezia. Nel marzo del 2014 è bastato l'arrivo della na­zionale israeliana di tennis, im­pegnata in Coppa Davis contro la Svezia, afarinsorgere la comu­nitàislamica. Da quel momento Malmoenon concede più alcun pass agli sportivi provenienti da Israele.

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I Paesi Bassi assegnano

in Germania Belgio e Olanda la costruzione delle moschee e stipendia gli insegnanti di islam nelle scuole pubbliche

~\ Zapatero

~1a) ~~ncesso agli imam (anche quelli più radicali) lo stesso valore giuridico dei sacerdoti cristiani e dei rabbini

la nascita del Partito del rinascimento e dell'Unione della Spagna, il cui leader vuole il ritorno del Paese all'islam

Ilterrorismodeitagliago­le si combatte anche co­noscendo la loro cultura di morte. Perciò vi offria­mo una lettura del Cora­no alla luce dell'attualità edel pericolo Isische«mi­naccia la nostra civiltà». Da ieri il libro sacro dei musulmani, analizzato e commentatodaMagdiAI-lam, sarà allegato al «Giornale». Il prezzo di vendita èdis,60 euro(più il costo del quotidiano). Nonostantevoglianocen­surarci, è nostro diritto entrare nel merito dei contenuti della religione islamica per sconfiggere il terrorismo di chi si bat­te contro la libertà.

L'EGO

autorizza le ragazze a indossare il velo islamico nelle fotografie dei loro passaporti validi per l'espatrio

',O, '"l,', ,'""' In Belgio il crocifisso . è vietato in

tutte le scuole, a eccezione di quelle cattoliche A Bruxelles nei quartieri islamici l'alcol è proibito

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concessi velo e burqa e anche l'amministrazione delle scuole islamiche ai wahabiti

COPERTE Il velo nasconde i tratti delle donne musulmane

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Elena Centemero (Fi)

«La nuova scuola non è meritocratica E bisogna insegnare più economia»

111111111 «La riforma scolastica del premier Mat­teo Renzi, ancora una volta, non lascia spa­zio al merito degli insegnanti». CosÌ Elena Centemero deputata di Forza Italia, mem­bro commissione Cultura della Camera dei deputati ma soprattutto dirigente scolastico all'istituto tecnico commerciale Vanoni di Vi­mercate (Milano).

Onorevole, gli scatti di anzianità sono stati confennati, non basta?

«Dopo un estenunante braccio di ferro con i sindacati. La riforma manca di corag­gio, quello di riconoscere l'importanza del curriculum degli insegnati, di creare delle dif­ferenziazioni di carriera e di stipendio non in base all'anzianità ma alla preparazione».

Onorevole, in base alle sue competenze tecniche e sul campo cosa manca in que­sto disegno di legge?

«Partiamo dall'assunzione dei lOOmila precari, perfortuna non sono i 150mila sban­dierati a settembre, che non corrispondeva­no realmente agli effettivi bisogni della scuo­la. Stando alle slides presentate da Renzi, non ho avuto modo ancora di visionare la

bozza di legge, è stato calcolato una quota del 9,8% in più di personale per ogni scuola».

Troppo poco? «No, potrebbe andare bene ma non è an­

cora chiaro quali insegnanti verranno man­dati. Se l'autonomia dei dirigenti è reale. E se, invece, verranno assegnate cattedre di mate­matica laddove c'è bisogno di insegnanti di cinese magari. E poi è mancato coraggio sul piano di assunzione dei docenti. Il primo an­no di formazione non deve essere un pro for­ma ma una reale valutazione dell'insegnan­te».

Com' è la scuola del futuro? «Non solo inglese, quello sÌ, certo, ma an­

che insegnamento dell'economia e del dirit­to in tutti i licei non solo nei tecnici. Rendia­mo questi ragazzi autonomi e in grado di confrontarsi criticamente con la realtà che li circonda. E ancora scuole aperte anche d'e­state, non solo di pomeriggio come vuole Renzi, con attività parallele: sport, volontaria­to e possibilità di lavoro a scuola nei periodi di sospensione»

eH.PEL.

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Elena Centemero [Fotog]

Stefania Giannini [Oly]

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Bullismo in una scuola del Vercellese

Disabile picchiata in classe, la prof non interviene 111111111 L'hanno presa a calci e pugni e l'han­no ricoperta di sputi. Lei, una ragazzina disa­bile, è stata la vittima scelta dai suoi tre com­pagni di classe: due ragazze e un ragazzo, tutti sedicenni. Non sia mai poi, che nell' era social per eccellenza, non si faccia un video per documentare tutto e farlo girare in rete. A questo ha pensato una terza ragazza: ha filmato tutto per poi diffonderlo su What­sapp e su Facebook. L'ennesimo episodio di bullismo, ma anche di pura umiliazione e di violenza gratuita, è avvenuto all'istituto al­berghiero «Giulio Pastore» di Varallo Sesia, in provincia di Vercelli, durante una lezio-

ne. Nel filmato si vede anche l'insegnante, che però non interviene per difendere la ra­gazzina disabile e non fa nulla per mettere fine alla prevaricazione degli alunni sulla co­etanea.

I carabinieri della Compagnia di Borgose­sia si stanno occupando del caso: i protago­nisti del video - che è stato rimosso da inter­net - sono chiaramente riconoscibili e i re­sponsabili sono già stati individuati. Oltre ai quattro ragazzini coinvolti bisognerà accer­tare la responsabilità della docente presente in classe durante la registrazione e che ha assistito alla scena senza intervenire.

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Data 15-03-2015 Pagina 9 Foglio 1

Formazione professionale assente «Il Parlamento rimedi a questa lacuna della Buona scuola»

PAOLO FERRARIO MIlANO

a Buona scuola non si può chiudere in clas­se ma comprende anche le officine e i labo­ratori del sistema di Istruzione e formazio-

ne professionale che, invece, sembra sia sparito dal disegno di legge approvato giovedì sera dal go­verno, che domani comincia il proprio iter parla­mentare. «Ci ha sorpreso questa assenza», chiosa don Mario Tonini, presidente Cnos-Fap (Centro nazionale opere salesiane - Formazione e aggior­namento professionale), che ricorda come al si­stema della formazione professionale facciano ri­ferimento oltre 300mila studenti trai 14 e i 18 an­ni, in costante crescita negli ultimi anni. «I nostri studenti - osserva - assolvono l'obbligo di istru­zione e i centri rappresentano uno dei canali del diritto-dovere di formazione e istruzione. Da que­sto punto di vista, siamo quindi inseriti a pieno ti­tolo nel sistema scolastico e ci stupisce l'assenza di riferimenti precisi all'Istruzione e formazione professionale nel ddllicenziato dall' esecutivo». Una lacuna che il Parlamento è sollecitato a sana­re mediante l'introduzione, specifica don Tonini, di «un articolo specifico che metta a sistema il pre­sidio dei livelli essenziali delle prestazioni» della formazione professionale e «indichi con chiarez­za le risorse che lo Stato è chiamato a mettere a di­sposizione» dei centri. Finora, invece, al crescere degli allievi (passati dai 25mila del 2003 agli attuali 300mila), si è assistito a una progressiva diminu­zione delle risorse erogate dalle Regioni (da 200 a 189 milioni di euro all'anno), mentre è sparito il contributo di 40 milioni del Miur, fagocitato dai tagli lineari di questi anni. Gran parte delle risor­se sono poi assorbite dagli Istituti professionali di Stato, che, per singolo allievo, ricevono un con­tributo di circa 7mila euro all' anno, rispetto ai 4.900 euro per ciascuno studente dei Centri di for-

mazione professionale. Con la differenza che, mentre i primi presentano un tasso di dispersio­ne del 24%, tra i più alti in assoluto di tutto il si­stemanazionale d'istruzione, la Formazione pro­fessionale ha tassi di abbandono del 12%. E, stan­do a recenti indagini dell'Isfol, il 50% degli allievi trova lavoro entro un anno dalla qualifica, nono­stante la crisi occupazionale che ancora interes­sa il nostro Paese. Per tutte queste ragioni, il sistema di Istruzione e formazione professionale chiede l'introduzione di un costo standard, per una distribuzione più equa delle risorse a disposizione. «La mancanza di finanziamenti lirnital'offerta-la­menta don Tonini - proprio in un momento sto-rico che, invece, vede aumentare l'attenzione de­gli studenti per la formazione professionale e lo di­mostra il trend delle iscrizioni. Una riforma mo­derna dovrebbe allargare l'offerta per far crescere le opportunità a disposizione dei ragazzi». Secondo il presidente del Cnos-Fap, la formazio­ne professionale, come le scuole paritarie, è vitti­ma di un pregiudizio, ancora prevalente nel di­scorso pubblico, secondo cui la scuola debba es­sere soltanto statale. «Così si sacrificano le e­spressioni della società civile», ricorda don Tonini e non si «favorisce nemmeno la diffusione della co­noscenza di tutte le opportunità» offerte dal siste­ma di istruzione e formazione. Come dimostra la ricerca dell'Isfol "Disinformazione di sistema", che ha "misurato" il livello di conoscenza delle fami­glie del sistema educativo. I ricercatori hanno sco­perto così che, mentre i percorsi liceali sono co­nosciuti dalla maggioranza dei genitori, quelli del­la formazione professionale restano ancora in un cono d'ombra. «L:idea di un pluralismo del siste­ma educativo ancora non è patrimonio comune della nostra cultura politica», conclude don Toni­ni, che guarda «con attenzione» all'imminente di­battito parlamentare sulla Buona scuola.

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ALLIEVI DEL SISTEMA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE

STUDENTI CHE LAVORANO A UN ANNO DALLA QUALIFICA

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Scola: «la vera sfida è la scelta educativa plurale» «Occorre riconoscere i passi in a­vanti che fino ad oggi sono stati com­piuti, fino a giungere all'affermazio­ne del concetto di scuola paritaria». Il cardinale Angelo Scola, arcivesco­vo di Milano, torna a parlare di libertà di scelta per le famiglie in campo e- Angelo Scola ducativo e di libertà nell'educare. «E-ducazione infatti è affare di libertà. Vogliamo crescere come uomini e donne liberi». L'occasione è il saluto por­tato ai partecipanti alla marcia della scuola cattolica de­nominata «Andemm al Domm», giunta alla sua 33a edi­zione. La manifestazione giunge all'indomani del varo da parte del governo della riforma della scuola, nella quale si trovano anche gli sgravi fiscali per le rette. È uno dei passi a cui fa riferimento Scola, che ribadisce con forza che «è ingiusto che oggi le famiglie con i figli alla scuola paritaria paghino due volte: con le tasse prima e le rette poi». Ma la vera sfida, per il cardinale di Milano, è «pas­sare dal pluralismo all'interno dell'unica scuola di Stato a una pluralità di scuole libere». Passaggio importante, che presuppone la creazione di scuole libere, «dove i soggetti che sanno fare scuola, ricevendo l'accredito del­lo Stato possono effettivamente fare scuola». Un plura­lismo più ampio offerto a tutti, così come la battaglia con­dotta in questi anni per la libertà di scelta in campo e­ducativo. «Qui non chiediamo qualcosa solo per noi - ha aggiunto il cardinale di Milano -, non abbiamo interessi privati, chiediamo un passo decisivo verso la scuola li­bera per il bene del Paese intero».

Enrico Lenzi

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I i Bene la scelta dei prof «Ma al dirigente selVe il sostegno del territorio» MILANO

a bene la ritrovata centralità della dirigenza sco­lastica e la possibilità di scegliere la squadra de­gli insegnanti. Il preside, però, non deve essere ab­

bandonato a se stesso, non può essere «un uomo solo al comando», ma deve poter contare su una «leader­ship diffusa» e sul sostegno del territorio. Un giudizio in chiarioscuro, quello delle associazioni della dirigen­za scolastica, sul disegno di legge di riforma del gover­no. La figura del «preside-allenatore», evocata l'altra se­ra dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, piace fi­no a un certo punto alla categoria, che la ritiene non e­saustiva del ruolo e della funzione dei dirigenti. «È un'immagine parziale e un po' riduttiva», commen­ta Ezio Delfino, presidente di Disal, per il quale il piano del governo è un «crepuscolo d'aurora», che «se i venti freddi delle aule parlamenta-ri e delle stanze ministeriali non cambieranno direzione durante il periodo di trasfor­mazione in legge, potrebbe rivelarsi foriera di novità per una "buona" scuola». Tra queste, forse la più cari­ca di aspettative, è quella che riguarda la chiamata dei docenti "pescati" da al­bi regionali. «L'idea di fare incontrare domanda e of­ferta di competenze didat-tiche è sicuramente inte-

Delfino (Disal): «Quella del

preside­allenatore è un'immagine

parziale»

ressante - rilancia Delfino -. Che tutto ciò possa es­sere caricato sulle spalle del solo preside non mi sem­bra praticabile. Il dirigente deve poter contare sul­l'aiuto di un board (composto anche darappresen­tanti dei genitori e delle istituzioni locali) con cui condividere questa responsabilità». Richiesta che arriva anche dal presidente diAndis, Pao­lino Marotta, a cui non piace la figura del «preside-sin­daco» e che avrebbe voluto che nel ddl si facesse riferi­mento anche al rinnovo degli organi collegiali «che ri­salgono agli anni '70». «Serve una nuova governance della scuola - riprende Marotta - che snellisca e semplifichi la gran mole di la­voro che intasa la scuola e che, per i presidi, si traduce sovente in molestie burocratiche». Per questa ragione, sottolinea il presidente di Andis, «il preside va aiutato e affiancato da uno staff di direzio­ne», con cui condividere le responsabilità. Sulla necessità di introdurre nella scuola dosi massicce di autonomia, insiste il presidente dell'Associazione na­zionale presidi, Giorgio Rembado. «I cambiamenti sul­la scuola - osserva Rembado - vanno fatti», perché il si­stema su cui si regge oggi, è «antiquato. Iimportante 0-

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ra è che non vengano ostacolati». E che dalle dichiara­zioni si passi ai fatti. Ovvero che la riforma sia finanzia­ta e divenga operativa. Per Rembado, la possibilità di sce­gliere gli insegnanti è «un passo avanti». «Scegliere al­l'interno di una rosa di docenti - conclude - vuoI dire verificare la compatibilità tra le competenze e la pro­fessionalità dei candidati e le esigenze dell'istituto. C'è la possibilità quindi di verificare la corrispondenza tra l'esperienza di chi è chiamato a insegnare e il progetto educativo della scuola».

Paolo Ferrario © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Giranttsta Data 14-03-2015 Pagina 23 Foglio 1

CosÌ il governo tradisce precari e abilitati di Marco Giordano Il! pagina 23

Larifonna della scuola di Renzi fa fuori

• I l disegno di legge sulla rifomla

dell'istruzione P, sbagliato nei numeri e nelle scelte. Sono sta­

te ridotte di un terzo le 150mila im­missioni in ruolo inizialmente an­nunciate, lo scorso settembre, nel piano "La Buona Scuola"; numero iniziale che, peraltro, già aveva sol­levato le nostre perplessità in quan­to non teneva in alcun conto i cif(~a 100mila abilitati inseriti nelle gra­duatorie di circolo e d'istituto. Ri-

un preCarIO

cordiamo eh8 un precario su dU8 è scelto da quelle liste di attesa.

su due di Marco Giordano·

Il disegno di legge sulla riforma dell'istruzio,­ne, presentato ieri dal pren:ie,r Ma~teo, R,en~I dopo il via libera del ConsIglIo del MInlstn"

per Anief è sbagliato nei numeri e nelle ~celte, E, sbagliato nei numeri, perché sono state ndotte dI un terzo le 150mila immissioni in ruolo inizial­mente annunciate, lo scorso settembre, nel pia­no "La Buona Scuola"; numero iniziale che, pe­raltro, già aveva sollevato le nostre perplessità in quanto non teneva in alcun conto i ci:ca , 100mila abilitati inseriti nelle graduatone dI circolo e d'istituto, Ricordiamo che un precario su due è scelto da quelle liste di attesa e senza di loro l'offerta formativa ordinaria non sarebbe adeguata, Per non parlare della decisione di escludere dal no vero degli aventi diritto gli idonei al concorso 2012 e quelli dei concorsi precedenti le cui gra­duatorie sono ancora in corso di validità, Cam­biare le regole in corsa significa tradire la fidu­cia di chi, da anni, attendeva che il proprio me­rito venisse finalmente premiato, Il ddl sulla scuola è sbagliato anche nelle scelte: perché la chiamata diretta dei presidi ha profili di costituzionalità tutti da verificare; perché non è possibile obbligare un candidato all'assunzio­ne ad accettare una sede al di fuori della provin­cia prescelta originariamente; per~hé non si 'può pensare di eliminare le gra~uatone a~ esaun­mento senza che appunto SIano esaunte: farlo vorrebbe dire eliminare il precariato facendo sparire i precari anziché assumerli; perché il , personale Ata delle scuole è il grande assente dI, questa riforma; perché si decide, giustamente, dI mantenere gli scatti di anzianità per il personal~ di ruolo ma si omette di ricordare che sono staÌl comunque bloccati fino al 2018, Infine, è una pessima scelta quella di voler provare a circo­scrivere la portata, in realtà dirompente, della storica sentenza della Corte di Giustizia europea sul precariato scolastico, che i legali dell' Anief hanno ottenuto lo scorso 26 novembre: sono ben

più delle poche migliaia calcolate dal Miur i precari della scuola che hanno lavorato con con­tratti a termine su posti privi di titolare oltre il limite di 36 mesi previsto dalla direttiva europea 1999/70/CE. Il ministero non tiene conto, infatti, che i calcoli dovrebbero essere fatti non solo sui contratti assegnati di anno in anno fino al 31 agosto, ma anche su quelli disposti fino al 30 , giugno, che nell'80% dei casi riguardano posÌl vacanti. La Buona Scuola avrebbe potuto rappre­sentare l'occasione per avviare un percorso di soluzione reale ed efficace a questa situazione economicamente esplosiva per le casse dello Stato, Stabilizzare tutti (ma davvero tutti!) i pre­cari farebbe risparmiare parecchi soldi allo Sta~ to ovvero a tutti noi cittadini. Ma sembra che Il pr'emier voglia intraprendere un'altra strada, , quella dello scontro in tribunale, Lo dimostra Il, fatto che il Governo sta creando un fondo 20 mI­lioni per risarcire chi ricorrerà contro l'abuso d,i contratti a termine, Ora, è evidente che solo ChI sa di essere colpevole può decidere di stanziare un fondo per pagare i danni a chi sta facendo ,e farà ricorso in tribunale, A questo punto conSI­gliamo al Premier di iniziare a cercare sin da ora risorse aggiuntive: i precari della scuola sono stanchi di essere presi in giro, e 20 milioni di euro non basteranno per risarcire le decine di migliaia che, esclusi dal piano di assunzioni, non avranno altra scelta che chiedere giustizia nei tribunali. Auspichiamo che tutti i precari diano dimostrazione di unità in questo momento decisivo e aderiscano in massa allo sciopero che abbiamo proclamato per il 17 marzo, Bisogna immediatamente far sentire la propria voce e chiedere al Parlamento di correggere le numero­se storture di quella che, così com'è, assomiglia più a una controriforma che a una riforma, Altri­menti, come purtroppo accade con frequenza sempre maggiore, l'ultima parola la dir~nno an­cora una volta i tribunali della RepubblIca,

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il manifesto Data 14-03-2015 Pagina 5 Foglio 1

«BUONA SCUOLA» • Sindacati, studenti e opposizioni: «Testo da rivedere»

Ddl autoritario e confuso Roberto Ciccarelli

L 'ordalia renziana sulla scuola ieri ha seminato dubbi sui tempi di approvazione del

Dd! e sulle coperture della «Buona Scuola». L'esame del provvedimen­to licenziato giovedì dal consiglio dei ministri dovrebbe iniziare solo lunedì 23 marw. TI conto alla rove­scia imposto da Renzi alle Camere è da cardiopalma. Ad oggi i tempi non dovrebbero andare oltre fine aprile, Senato e Camera dovrebbe­ro approvare un Disegno di legge che contiene, tra l'altro, l'assunzio­ne di 100.701 docenti precari dalle graduatorie ad esaurimento (Gae) e la svolta manageriale dell' organizza­zione degli istituti (ne parliamo ac­canto, ndr.). Prendere o lasciare: se le aule traccheggiano, Renzi farà un decreto d'urgenza, passerà per sal­vatore della patria e nessuno potrà accusarlo di «autoritarismo». TI pro­blema è che, così facendo, il gover­no farà passare una riforma autori­taria della scuola. Per Mimmo Pan­taleo (Flc-Cgil): i super-poteri ai diri­genti scolastici mettono «a rischio principi costituzionali come la liber­tà di insegnamento». In più non è ancora chiaro se i 200 milioni di eu­ro per la «valorizzazione del meri­to» dei docenti scelti dai presidi an­dranno ai «mentOf» o al «team» scel-

to dal preside per controllare la pro­duttività dei loro colleghi. TI rischio di una deriva ispettiva nella vita de­gli istituti è stato denunciato da Pie­ro Bernocchi (Cobas che sciopera­no il 5,6 e 12 maggio) per il quale <d docenti verranno sottomessi alle re­gole della scuola-azienda e della scuola-quiz». «TI preside-manager alla caccia di sponsor, questa è l'idea di autonomia scolastica di Confindustria. È una vergogna» so­stiene Danilo Lampis (Unione degli Studenti).

I dubbi riguardano le coperture per gli scatti di anzianità che il go­verno ha mantenuto, segno di una pesante sconfitta politica rispetto al­le velleità iniziali sugli «scatti di me­rito». Come verranno finanziati, vi­sto che la legge di stabilità del 2014 li ha bloccati fino al 2018? E dove verranno presi, forse dai tagli al fon­do di istituto come già accaduto con il governo Letta, che poi si ri­mangiò la decisione? La stessa tro­vata populista della «carta del proD> per i consumi culturali da 500 euro costerà tra i 3 e i 400 milioni di euro. Ad oggi questa cifra non c'è in bilancio. La si dovrà trovare in 40 giorni. Impre-sa ardua, .in parla-mento se ne vedran-no delle belle. Sem-

pre poi che il testo resti così come lo consegnerà il gover­no.

Soprattutto il go­verno non ha anco­ra chiarito se i 100 mila assunti (e non più 148 mila annun­ciati e poi ritirati) andranno in catte-dra tutti dal prossimo primo settem­bre. Sono dettagli complicati, ma di sostanza. Ad oggi i posti sulle catte­dre vacanti non dovrebbero essere più di 50 mila. Gli altri andranno nell'organico «funzionale», sempre che il Dd! riesca ad essere approva­to. TI problema è che le scuole han­no tempo fino al 30 maggio per co­municare il numero dei docenti di cui hanno bisogno. Ma come posso­no farlo se manca la legge? Per l'Anief (che manifesta il 17 marw) l'organico funzionale per eliminare le supplenze è impraticabile: ri­schiamo di veder sostituito un do­cente di latino con uno di educazio­ne fisica. L'esclusione degli idonei del «concorsone» 2012 scatenerà migliaia di ricorsi contro il governo. Di Meglio (Gilda) pone un altro pro­blema: le assunzioni dì Renzi non ri-

spondono alla sentenza della Corte di Giustizia Ue che impone l'assun­zione di tutti i precari che hanno la­vorato più di 36 mesi. Forte è l'im-

Approderà in parlamento il 23 marzo. Idubbisullecope~e

dure critiche al «preside-manager»

pressione di un governo che, non potendo rinviare l'approvazione del Dd! per la quarta volta, ha inve­stito il parlamento di un problema che non sa risolvere.

Sul fronte politico, la sinistra Pd distingue ma converge su Renzi. Proprio come sul Jobs Act. Della «Buona Scuola» Cesare Damiano lo­da l'alternanza scuola lavoro e la «stabilizzazione» dei precari. Fassi­na vede «ambizioni importanti e po­sitive» ma chiede di ridiscutere i po­°teri dei presidi. Bersani ne loda la «spinta rifonnatrice». «Come parla­mento - ha ribadito - cercheremo di andare alla svelta». Per l'ex mini­stro Luigi Berlinguer i critici di Ren­zi sarebbero i «nostalgici della scuo­la iper-centralista», mentre la rifor­ma sarebbe «moderna» perché de­centralizza. Queste argomentazioni ricorrenti nella pedagogia neoliberi­sta nascondono il rafforzamento au­toritario delle figure apicali, oltre che della valutazione poliziesca dei docenti. l Cinque Stelle prometto­no di «essere propositivi, ma questa riforma ha un enorme bisogno di essere migliorata». Vendola (SeI): «Faremo una battaglia parlamenta­re per cambiarlél». Drastica Maria Mussini (Misto e firmataria della proposta di legge Up): «È una ri­strutturazione aziendale». Alfano CNcd) rivendica i soldi alle paritarie. TI pegno 'Pagato da Renzi.

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lA GAZZEllA DELMEZZOGIORNO

INIZIATIVA LlLT FINO A FINE MESE

La lotta all' obesità comincia a scuola

MARINA DlMATTlA

• GRAVINA. L'appetito figlio di conoscenza e con· sapevolezza. A lezione di educazione alimentare. «Una corretta alimentazione sin dall'infanzia pone le basi per una buona salute». Sono queste le premesse che ruotano intorno alle iniziative messe a punto dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), delegazione di Gravina, durante la Settimana nazionale della preven­zione oncologica. Per mettere ordine alle abi­tudini culinarie dei bambini, sono comin­ciati 1'11 e proseguiran­no fino al 26 marzo sva­riati incontri alla prima­ria «Michele Soranno» e alle materne «Il Giroton­do» e «Albero Azzurro», con la collaborazione della biologa nutrizioni­sta Maria Stefania Pa- GRAVINA No ali· obesità infantile ternoster.

In cattedra alimenti confezionati, grassi, proteine, carboidrati e sali minerali. Fino a imbandire la tavola perfetta. «L'obesità infantile - spiega l'avvocato Maria­lina Loschiavo, coordinatrice dell'associazione gravi­nese - è un problema di notevole rilevanza sociale. Il fenomeno denunciato a gran voce dai più autorevoli nutrizionisti (in Italia colpisce un bambino su quattro, ndr) è il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo. In pratica si introducono più calorie di quante se ne consumano», continua Loschiavo con­vinta che l'esempio della famiglia sia fondamentale.

Obiettivo numero uno: garantire ai più piccoli un un presente e un futuro privi di eccessi alimentari. «Per far in modo che i bambini si cimentassero in prima persona, abbiamo letto insieme le etichette dei cibi confezionati, delineando le componenti e le proprietà di quello che mangiamo», aggiunge la nutrizionista Paternoster.

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Nelle paritarie private, I I benvolute " da destra e Pd, si apprende poco e spesso si sfruttano i docenti, E i finanziam.enti non mancano mai

di Donatella Coccoli

«Verranno a fare i controlli all'asilo, i bambini sono in più rispetto al nu­mero regolare, mi hanno detto di na­sconderne 8, che devo fare?», chiede disperata al telefono un'educatrice di un nido toscano a una collega sinda­calista. <d bambini dalle suore stanno sempre chiusi, non escono quasi mai, non corrono», si sfoga una madre ro­mana in autobus. «Le prove lnvalsi? Ri­empivo io i test dei ragazzi. uno a uno, con pazienza», racconta a Left un'ex docente scappata da un istituto supe­riore del Lazio, «dove più sono somari e meglio è, perché se diventano bravi se ne vanno e loro perdono le rette». Un docente di Lettere di Firenze, an­cora traumatizzato da guell' esperien­za, rincara la dose: «Non ci ho dormito la notte, ero presidente di commis­sione d'esame in una scuola "bene": ragazzi fragili, bocciati piii volte, alla ricerca di un diploma a tutti i costi e i professori tutti molto giovani, precari e ricattabili». Scene dal pianeta oscuro dell'istruzione italiana: le scuole pari­tarie private, cioè gli istituti, in gran parte religiosi, fìnanziati dallo Stato in base alla legge 62/2000, adesso in procinto di ricevere nuovi benefì.ci dal disegno di legge della Buona scuola.

Luoghi dove la formazione e l'ap­prendimento precipitano rovinosa­mente. A denunciarlo, non sono i pa­sdaran della scuola pubblica, ma le

implacabili rilevazioni internazionali Ocse Pisa. In Italia nel 2012 i peggio­ri risultati in comprensione del testo, conoscenze matematiche e compe­tenze scientifiche, li hanno ottenuti proprio le paritarie private, che risul­tano quindi ben al di sotto delle priva­te e delle statali (le migliori). Sarà per­ché nelle "parificate" non è così facile far apprendere gli studenti. La libertà d'insegnamento del singolo docente deve fare i conti con l'orientamento religioso dell'istituto. «Nelle scuo­le dell'Opus Dei, molto difuse nelle grandi città, la presenza della reli.gio·· ne è massiccia e anche la divisione in classi per genere - maschi e femmine separati - può rallentare la didattica e la conoscenza», racconta Paolo La·· tella, docente e sindacalista Unicobas che ha curato un dossier sulle scuole paritarie pubblicato su Orizzonte­scuola. it a novem bre 2014 con il titolo Libro nero della scuola italiana. Ma in molti casi chi si trova dall'altra parte della cattedra è soggetto anche a un vero sfruttamento. Una giungla soprattutto al Sud: contratti fantasma, buste paga firmate senza ricevere al­cun compenso, orari a piacimento del­la direzione. Istituti "laici" e gestiti da ordini religiosi: tutti uguali nell'assen­za di controlli da parte degli Uffici sco­lastici regionali. «Devo fare esperienza nelle scuole, mi serve il punteggio per i corsi abilitanti, inizio a lavorare in una

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5% secondaria di secondo

il 63% SI:»I10 l'!Itltfll!~~II1A

~ milii:me studenti

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clicu!:

fonte:

in corso

paritaria a 65 km da Catania, mi pa­gano solo il treno e quando possono, mi costringono a stare tre ore in classe a guardare il muro, perché spesso di quei 20 scritti nel registro frequentano 2-3. E spesso nemmeno questi sì pre­sentavano». Così Annamaria (nome di fantasia) racconta la sua odissea fatta di minacce e depressione nel dossier di LateUa. Numerose le testimonian­ze raccolte negli ultimi quattro anni. «Ciao Paolo ti segnalo sette scuole a Napoli dove si lavora gratis ... », scrive Alfredo. «Nella scuola dell'infanzia paritaria di Catania ... non solo siamo trattate da schiave, perché pur avendo un contratto part time lavoriamo full­time, ma dobbiamo pulire le aule, i bagni... Vengono dichiarate sezioni in piil per prendere più finanziamenth, scrive Giuseppina.

Oggi, rispetto al dossier di Latella, non è cambiato granché. «Sono un'inse­gnante di sostegno per alunni disabili, nella mia scuola paritaria non esisto­no le abilitazioni, capita addirittura che l'incarico vada a una docente in pensione. È il contratto di volonta­dato», dice con un pizzico di ironia emiliana Barbara da Bologna. Le ir­regolarità nelle paritarie qualche vol­ta sono incappate nelle mag\ìe della giustizia, come è accaduto a Pescara dove la Procura a fine 2014 ha aper­to un'indagine per evasione fiscale nei confronti di Carmine De Nicola, amministratore di una rete di istituti abruzzesi. Uno di questi, il polo sco­lastico Il Nazareno, figura nell'inter­rogazione alla VII Commissione della Camera presentata a metà febbraio dal deputato M5s Gianluca Vacca. Insegnante di scuola media, dall',lU­tunno ha aperto la pagina facebook "Stop ai diplomitìci" in cui raccoglie segnalazioni di illegalità scolastiche in Abruzzo. «Tra qualche giorno porte­rò tutto alla procura di Pescara», dice il parlamentare. Nell'interrogazione chiede come mai un istituto che è stato condannato nel 2011 «per non aver rispettato i contratti collettivi na­zionali di lavoro possa mantenere la

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parità». Misteri scolastici. O piiI sem­plicemente controlli fantasma. Per questo motivo Vacca ha presentato una proposta di legge che contempla regole stringenti sulla trasparenza e i requisiti che devono possedere le pa­ritarie. «Anche il ministro Carrozza nel suo decreto scuola del 2013 aveva pre­visto norme piìl severe, per esempio l'obbligo per gli studenti di svolgere l'esame di maturità nella provincia di residenza, ma è stato tutto stralciato nei governi successivi», sottolinea il deputato. I 5 stelle comunque hanno già sfornato un'altra proposta di legge: «L'abolizione del finanziamento alle paritarie private lasciando solo quel­le degli enti locali». Naturalmente se passasse - ma è fantapolitica, visto il fronte trasversale pro private - smon­terebbe l'impianto della legge varata il lO marzo 2000. Quando, ricordiamo, l'autonomia scolastica stava facendo i primi passi e il centrosinistra strizzava l'occhio alle istanze "centrifughe" di Bossi. Allora 1'obiettivo sbandierato dal governo D'Alema e prima ancora del suo predecessore Prodi, inseguen­do il modello anglosassone, era quel­lo di portare l'Italia verso un sistema d'istruzione integrato di cui facevano parte le scuole statali, quelle private e le parital'ie appunto, suddivise in pri­vate e degli enti locali.

Quindici anni dopo l'obiettivo è fallito. E per difendere il principio di laicità dell'istruzione sancito dalla Costituzione, ci si ribella. Come è ac­caduto a Bologna nel 2013 con il re­ferendum contro i finanziamenti alle materne private, o come accade ades­so con la mobilitazione per la legge di iniziativa popolare, che è la rispo­sta dal basso alla proposta renziana. Il premier di obiettivi sembra che ne abbia uno solo: la privatizzazione sempre meno strisciante dell'istru­zione pubblica. Quale che sia la mo­tivazione, in Italia, a differenza di altri Paesi, questa è una strada che porta -direttamente o indirettamente nella maggior parte dei casi, a un luogo pri­vilegiato: il Vaticano.

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Scuola: testate nazionali

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LA. SCUOLA

Come funziona l'inventario dell'anticaglia politica secon­do il vangelo di Matteo Ren­zi'? Un politico di lungo corso come Luigi Berlinguer, per dire, ha titoli sufficienti per aspirare alla rottamazione? Sembrerebbe di no, a giudi­care dall' accoglienza calorosa ricevuta alla festa per il primo compleanno del governo Ren­zi, celebrato a fine febbraio con una puntata mOI1ogra­fica sulla scuola. Ha preso la parola anche lui, l'ex mini­stro dell'Istruzione, che, con un accorato intervento, ha prevedibilmente rimbrottato gli insegnanti. Secondo lui i docenti della scuola italiana non hanno ancora capito che con l'attuale impianto educa­tivo !'Italia non va da Ilessuna parte. Non c'è stato bisogno di spiegare perché, né avreb­be potuto far presa, in mez­zo al risentimento contro gli insegnanti generato dall'ex ministro, l'obiezione che dell'attuale impianto educati·· vo lui debba risponderne più degli accusati. Nella riunione dei democratici le sue parole sono risuonate come quelle di un visionmio che finalmente vede avvicinarsi la realizza­zione del sogno per il quale ha combattuto una vita intera contro ignoranza e pregiudizi. Così si è detto entusiasta per aver colto l'intenzione di Ren­zi di rivoltare la scuola da cima a fondo. Poi ha esteso l'accusa di miopia politica a gran par-

te dell'opinione pubblica, che non ha capito che la scuola va assolutamente cambiata. Ha urlato che la scuola non è più banchi e cattedra, anche se non ha spiegato che cosa dovrebbe essere. Infine ha at­taccato chi ha bandito dalla scuola l'arte, la cultura, la cre­atività (per la precisione «chi ha mutilato l'emisfero destro del cervello»). E ancora chi ha sradicato quella bellezza che è dentro di noi. Perciò ha giustifìcato e difeso gli studen­ti, che a scuola «si spallano». Pochi giorni dopo, tutt' altro che pago, è tornato alla carica con dichiarazioni pubbliche a favore di sconti fiscali per chi iscrive i figli nelle scuole pri­vate. Coerentemente con la legge da lui ispirata (62/20QO) che ha rimescolato il sistema cii istruzione, confondendo pubblico e privato. Con lui siamo in debito anche per una riforma scolastica monca, che ha comunque aperto la via alle distruzioni del centrodestra, e per una riforma universitaria nota come "tre più due uguale zero", per la svalutazione del sapere e dei titoli di studio. Un curriculum che non poteva lasciare indifferente l'attua­le classe dirigente, smaniosa di proseguirne l'opera. Altre opinioni che l'hanno reso simpatico ai rottamatori sono quelle sul ridimensionamento delle discipline umanistiche. In particolare, lo studio del­le lingue classiche dovrebbe,

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di Giuseppe Benedetti

come propone anche Confin·· dustrìa, diventare facoltativo e a pagamento. E, secondo Ber­linguer, anche la storia antica dovrebbe essere sacrifìcata a vantaggio di materie più. uti­li. Come ha notato Luciano Canfora, intorno al ruolo del­la Storia nella scuola si gioca una partita decisiva. Infatti, il vero obiettivo di una classe dirigente che vuole impoveri­re la scuola non è tanto l'ac­cerchiamento nei confronti delle lingue classiche quanto insinuare la convinzione che sia inutile studiare la Storia. Quella antica, che, osservava Marc Bloch, «si colora delle sottili seduzioni del diverso». O la storia in generale, che ci induce a pensare che nulla è inevitabile e nella quale, di­ceva Gramsci, riconosciamo l'unica spiegazione della no­stra esistenza, senza cadere nelle braccia della religione.

Berlmguer. ministro delrIstruzione dal 1996 al 2000

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Università di Firenze: solidarietà a Giancarlo Caselli Caro direttore, le scrivo per rinnovare anche attraverso il Corriere la mia solidarietà a Giancarlo Caselli, che - in seguito a pesanti intimidazioni ricevute - ha rinunciato a partecipare a un incontro dedicato alla lotta contro le mafie, all'interno di un'iniziativa organizzata da un gruppo studentesco e dall'Associazione Libera. Tuttavia, la più che comprensibile amarezza di Caselli per il sopruso subito rischia di far apparire l'Ateneo fiorentino come un'istituzione a libertà limitata. Non è così. In questi anni abbiamo responsabilmente e doverosamente sempre perseguito la strada del dialogo e del confronto con tutti, anche con gli studenti desiderosi di esprimere il proprio dissenso senza che mai si fosse impedito a nessuno di prendere la parola. Ricordo soltanto, perché anche il Corriere ne parlò, quando

personalmente mi spesi, con successo, per fare in modo che la contestazione al governatore di Bankitalia Visco non impedisse a questi di tenere regolarmente la sua lezione. Per cause non dipendenti dalla volontà dell'Ateneo, tutto questo mercoledì scorso non ci è riuscito. Quanto accaduto, peraltro stigmatizzato dalla dura mozione di condanna del Senato Accademico, dovrà far riflettere i nostri organi collegiali - come già è stato deciso - sulle azioni da compiere affinché un episodio simile non si ripeta e lo spazio universitario resti uno spazio di pubblico confronto, aperto a tutti, e non diventi un territorio privatizzato dalla voce dell'arroganza di pochi. Altrimenti si minano le fondamenta dei legami di rispetto e di condivisione che caratterizzano l'autonomia e la libertà della comunità universitaria. Si tratta di valori che le Università devono garantire attraverso un processo di sempre maggiore apertura e inclusione nei confronti dei giovani ricercatori e degli studenti a sostegno della crescita civile del Paese.

Alberto Tesi, Rettore Università degli Studi di Firenze

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1~ERRORISMO ---~-- ----~---~

L'INCIVILTÀ DICHIVIETA ILDllUTTO DIPAROIA

C aro direttore, ci sono, nel­la storia eli ogni democra­zia, alcuni capo saldi che

soltanto dei cialtroni ignoranti (o peggio, dei nostalgici fo­mentatori eli disordine) posso­no contestare.

Il terrorismo brigatista ha impestato il nostro Paese con 15 anni eli violenza sanguinaria (omicidi spietati e feroci «gam­bizzazioni»). Lo sa chiunque abbia un minimo di informa­zione, intelligenza, buon senso e moralità. Nulla eli tutto que­sto, anzi ieliozia pura, in chi in­vece afferma che non eli terrori­smo si è trattato ma eli «movi­menti sociali eli operai, studen­ti, contadini che rivendicavano un cambiamento rivoluziona­rio verso una società più giu­sta». Una rlmasticatura eli vec­chi volantini con stella a 5 pun­te. In questo contesto, anche

sostenere che «noi non faccia­mo della legalità la nostra ban­diera» significa accettare la mentalità brigatista, perché erano proprio le Br che rifiuta­vano programmaticamente la legalità, facendo dei processi momenti di rottura e scontro.

Si potrebbe dire che queste citazioni sono la riprova del detto: «la madre dei cretini è sempre incinta». Ma non ba­sta. Perché sono testualmente riprese da un documènto ela­borato (si fa per dire ... ) dai componenti di un «Collettivo Scienze politiche» dell1Jniver­sità eli Firenze. Più canaglie che studenti, posto che il docu­mento è stato diffuso e accom­pagnato da bieche minacce per impedire lo svolgimento in quella libera (?) università dì un dibattito, al quale avrebbe dovuto partecipare anche il

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sottoscritto, sulla criminalità mafiosa e sulle vittime inno­centi delle mctfie.

Non avere rispetto per que­ste tragedie e sofferenze è se­gnale cupo di irrazionalità e in­civiltà. Che spaventano, anche perché provengono da un luo­go come l'università, che do­vrebbe essere di studio e for­mazione, non pratèria senza li­miti (come pare essere Firenze) di scorribande di bulli - sedi­centi scienziati della politica -che operando in branco riesco­no a trasformare la loro vigliac­cheria in intolleranza, arrogan­za e protervia, arrivando addi­rittura a negare a chiunque non accetti di omologarsi il di­ritto di intervenire e di parlare. Siamo dunque in presenza di gravi rigurgiti del «pensiero» brigatista intrecciati con prati­che di chiaro stampo squadri-

I stico (con il web che sostituisce o anticipa l'olio eli ricino).

È vero, per fortuna, che ci so­no anche studenti coraggiosi, non pochi, che utilizzano gli strumenti della democrazia per pensare e operare in con­trotendenza rispetto alla teppa­glia. Latitano invece (persino in ambito accademico) molti «in­tellettuali»: quelli che, invece di prendere una posizione cri­tica su fatti che potrebbero de­generare, preferiscono forme di miopia indulgente o compli­ce. Dimenticando l'ammoni­Plento di Calamandrei che «la libertà è come l'aria: ci si accor­ge di quanto vale quando co­mincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia» che caratterizza ogni totalitari­smo.

Gian Carlo CaHlli Ex Procuratore Capo di Torino

Cc> RIPRODUZIONE RISERVATA

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Eni, piano contro il calo del petrolio Più produzione, ma è gelo in Borsa Pesa il taglio del dividendo. Descalzi: mossa obbligata. Strategica la cessione Saipem

DALLA NOSTRA INVIATA

LONDRA «Non guardo all'anda­mento di Borsa dell'oggi ma al lungo termine. E quello che stiamo facendo è giusto per gli azionisti perché creiamo un'azienda che non usa le riser­ve per pagare il dividendo, ma il cash flow (flusso di cassa, ndr) per investimenti e operazioni. li mercato capirà». L'ammini~ stratore delegato di Eni, Clau­dio Descalzi, è a Londra per la presentazione del piano strate­gico 2015-2018. Piazza Affari ha subito reagito male alla notizia che il dividendo per il 2015 sarà tagliato a 0,80 euro da 1,12 euro: il titolo, sospeso per volatilità, ha poi chiuso in rosso del 4,59% a 15,58 euro. n convitato di pie­tra è il Tesoro che possiede di­rettamente il 3,9% del Cane a sei zampe ç indirettamente trami­te la Cdp il 26,3%: in~sserà 350 milioni in meno. Ma che la de­cisione sia stata ponderata e

8 miliardi di euro l'ammontare delle dismissioni dell'Eni scritto nero su bianco sul piano industriale da qui al 2018, ideato dal Ceo Descalzi

condivisa lo ha confermato Em­ma Marcegaglia, presidente di Eni, che ha parlato di diversi in­contri del board sul tema e di voto «unanime».

n crollo del prezw del petro­lio si fa sentire in modo pesante sul piano industriale dell'Eni, che deve fare i conti con un Brent a 55 dollari al barile, oltre la metà della media degli ultimi quattro anni. L'effetto imme­diato, oltre al taglio del divi­dendo, è la sospensione del piano di «buy bacio> (riacquisto di azioni proprie) lanciato al­l'inizio del 2014 e legato al pro­getto del governo Letta di cede­re il 3% del capitale di Eni nel­l'ambito del piano di privatizza­zioni. La «cura» Descalzi, cominciata un anno fa (<<non sono pentito della nomina, so­no cresciuto in questo ambien­te», ha commentato) con la riorganizzazione e la semplifi­cazione del gruppo, ora punta su 47,8 miliardi di investimenti flessibili e focalizzati ma anche

inferiori del 17% rispetto al pia­no precedente. L'esplorazione si conferma il settore guida per la crescita con un obiettivo nel­la produzione di idrocarburi di un +3,5% annuo. n flusso di cas­sa operativo nel biennio 2015-2016 sarà in grado di finanziare integralmente gli investimenti, spiega rEni, considerando uno scenario di prezzi di petrolio medio di 63 dollari al barile.

Prosegue la politica di di­smissioni per 8 miliardi: circa il 50% riguarderà la cessione di partecipazioni in recenti sco­perte esplorative nelle quali Eni, detenendo quote molto elevate, intende diluirsi pur mantenendo il ruolo di opera­tore. Una di queste riguarda il Mozambico, dove «i negoziati sono in uno stato molto avanza­tO», ha detto Descalzi.

La vendita delle quote azio­narie residue in Snam e Galp rappresenterà circa il 25% men­tre il restante 25% deriverà dalla cessione di asset maturi upstre-

am e di attività minori. La ces­sione di Saipem resta «tra gli obiettivi strategici» per Eni, ma Descalzi ha spiegato che andrà fatta «al momento giusto e alle giuste condizioni» e che «con­tinuerà a sostenere finanziaria­mente la controllata». Gli effet­ti finanziari dell'eventuale ope­razione non sono contabilizzati nel piano strategico. Non ha vo­luto invece commentare le in­discrezioni sul cambio di verti­ce. Per quanto riguarda i 10 mi­lioni di clienti gas, il Ceo ha spiegato che «è qualcosa su cui stiamo lavorando»,

Descalzi punta poi ad abbas­sare ulteriormente i costi ope­rativi del 7% rispetto al piano precedente, mentre dai costi generali e amministrativi conta di ottenere risparmi per circa 2 miliardi. L'obiettivo del piano, ha spiegato Descalzi, è rendère Eni «un gruppo solido», Ora si tratta di vedere se il mercato ca­pirà,

Francesca Basso © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il piano del Cane a sei zampe Chiè

• Claudio Descalzi, amministratore delegato dell'Enida maggio 2014. Vicepresidente di Confindustria Energia e consigliere di amministra-zionedella Fondazione Teatro alla Scala -- ~---

• Laureato d'Arco in Fisica

all'Università degli Studi di Milano è entrato nel Cane a sei zampe nel 1981 come ingegnere di giacimento. Ha scalato i vertici societari fino alla carica diCeo

• Sei anni fa è stato nominato dal suo predecessore Paolo Scaroni responsabile della divisione esplorazione e produzione del colosso di San Donato

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«Didattica va premiato il merito non la quantità»

Competizione globale nello svi-1uppo scientifico tecnologico e occupazionale, job act & skilled jobs, diritto allo studio e sistemi fonnativinell'Università delfutu­ro, ma anche meritocrazia nella società civile e nell' Accademia: ne ha parlato a lungo, nel corso di una conferenza organizzata dal Rotary Club Napoli Ovest (presidente Corrado Moschitti) il professor Luigi Frati, attual­mente direttore scientifico dell'Irccs N euromed e dell'Istitu­to dei Tumori Regina Elena di Ro­ma dopo aver rivestito numerosi prestigiosissimi incarichi (Presi­de della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Presidente della Con­ferenza dei Presidi delle Facoltà di Medicina e Chirurgia Italiane, Direttore di ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Presi­dente del Consiglio Superiore di Sanità, Presidente della Federa­zione Europea delle Accade-mie di Medici­na e, infine, per due volte consecutive, Magnifico Ret­tore dell'Uni­versità La Sa­pienza di Ro­ma)

Fratisièsof­fermato ad analizzare il rapporto fra

sinergia Il giurista Frati: le imprese collaborino con gli Atenei per migliorare il sistema produttivo

l'economia delle varie nazioni europee e la qualità della ricerca scientifica, nonché il rapporto

dell'Università con l'industria (e, segnatamente, con le Pmi)j que­ste ultime, in particolare, soltan­to nella percentuale del 4,3% cir­ca collaborano con altre impre­se, Università e società di consu­lenza su progetti di innovazione, compromettendo il rapporto fra laureati e sistema produttivo. Un accento particolare è stato posto sul diritto allo studio ma anche sulla resistenza di un modo di pensare che porta i giovani a sce­gliere l'Università "sotto casa" e non quella che si ritiene miglio­re, pur ponendo l'accento sulla necessità di offrire adeguati allog­gi e ulteriori servizi agli studenti fuori sede. A questo proposito, netta presa di distanza dal mini­stero della pubblica istruzione, che finisce per premiare la «quan­tià» e non la «qualità» della didat­ticaj con il Fondo difinanziamen­to ordinario, rileva Frati, si verifi­cherà un incremento del nume­ro degli studenti nei corsi di lau­rea a scapito della qualità nella preparazione dei futuri laureati.

Su questi tempi si è poi svilup­pato un ampio dibattito, che ha visto coinvolti il presidente del RotaryCorrado Moschitti, la pro­fessoressa Rosalba Tufano, il no­taio Giancarlo Laurini, i professo­ri Luigi D'Angelo, Francesco Fimmanò, Maria Ferrara, Salva­tore Esposito De Falco, il dottor Michele Orefice e l' ingefnere An­gelo Zerella.

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IL POLO DELL'ISTITUTO TECNICO DI VIA PASTORINO BATTE I LICEI

Iscrizioni, il boom di Agraria "Matricole" raddoppiate al corso di Enologia. Studenti anche dalla Liguria

BRUNO MATTANA

OVADA. È boom di iscrizioni al corso di Agraria, Agroali­mentare e Agrindustria atti­vato un anno fa all'Istituto Barletti di via Duchessa di Galliera e che da settembre verrà trasferito nel comples­so di via Pastorino. Particola­re successo - manco a dirlo -per il corso di Enologia (im­mancabile in una terra, l'Ova­dese, di colline, vigne e pro­duzioni vinicole blasonate), che ha addirittura raddoppia­to gli iscritti rispetto al 2014.

Il dato emerge dal quadro delle iscrizioni alle scuole su­periori ovadesi, ormai quasi definitivo (qualche movi­mento significativo potrebbe verificarsi soprattutto tra i 117studentidiquinta,percui si può stimare una quota di respintiattornoal10%).Afor­nire i dati è il dirigente scola­stico, Felice Arlotta, d9po .una

massICcia campagna Ql onen­tamento che ha fatto muove­re perfino le Università di ri­fermento (Alessandria e Ge­nova in primis) che, in tra-

sferta ad Ovada, hanno spiegato motivi d'attrazione e novità delle loro (ex) facoltà di riferimento.

Per quanto riguarda il corso di Agraria, sono ben 42, i nuo­vi iscritti per l'anno 2015-2016: due classi, in totale, che accontentano anche le richie­ste extra territoriali, prove-nienti daAcqui Terme, Prasco Strevi, e perfino dallagenove­se Valle Stura e da altre parti della Liguria, dove pure la col­tivazione della vite è un'ec­cellenza.

Il corso per periti agrari fa da traino anche per tutti gli al­tri indirizzi scolastici inclusi nel polo delle superiori di

Ovada. Dove, complessiva­mente, gli iscritti alle prime classi aumentano di 40 unità

III.. DEBUTTO

Sono 149 i ragazzi che a settembre

InIZIeranno il percorso di studi

alle superiori

rispetto all'anno scorso. Le "matricole", in totale, sono 149: 42 al liceo scientifico più i 22 dell 'opzione Osa (Scienze applicate); 22 al tecnico di Amministrazione Finanza Marketing (ex Ragioneria); 21 all'istituto per perito di Meccanica, meccatronica ed Energia.

Infine, come detto, ci sono i 42 nuovi iscritti al corso di Agraria, che dalla sede di via Galliera occupata quest'anno entreranno a far parte del Po­lo di via Pastorino. L'ultima novità di rilievo per il corso di Agraria, viene confermata dallo stesso dirigente Arlotta.

«Siamo entrati a far parte della Rete nazionale degli istituti agrari (Renisa) - sotto­linea - che ci permette di usa­re la piattaforma "Rural Sear­ving" con i suoi corsi svolti online. È un mezzo didattico in più e all'avanguardia per completare gli insegnamen­ti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Stefania Giannini

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L'anticipazione Domani l'annuncio del progetto nella sede di Campo Boario: all'attività didattica si aggiungerà quella culturale e creativa

L'Accademia di Belle Arti diventa produttrice di mostre ed eventi

Unire attività didattica e pro- il 40% dei quali stranieri ma che duzione culturale e creati- potenzialmente potrebbero arriva­va, in quello che potrebbe re almeno al doppio. «L'esperi­

diventare uno dei più grandi cam - mento pilota che vogliamo concre­pus europei dedicati alle arti con- tizzare-cidiceD'Acchille-hasem­temporanee. Ecco l'ambizioso pro- pre al centro gli studenti e per que­getto dell' Accademia di Belle Arti sto stiamo realizzando una rete di di Roma che sarà annunciato do- sinergie istituzionali che porti alla mani, durante l'inaugurazione produzione di laboratori didattici, dell' anno accademico, nella sede mostre, premi internazionali per i di Campo Boario, alla presenza del giovani artisti. In tal modo gli stu­Ministro dei Beni culturali Dario denti potranno fare esperienza sul Franceschini, del Capo Diparti- campo, utile peril loro futuro lavo­mento per l'università e l'alta for- rativo, collaborando con impor­mazione artistica e musicale del tanti musei per la creazione di Ministero dell'Istruzione Marco eventi a carattere anche interna­Mancini e dell'Assessore alla Cultu - zio naIe». Sono già attivi laboratori ra del Comune Giovanna Marinel- didattici che vedono protagonisti i li. Per raggiungere questo obietti- docenti e gli studenti nei Musei Ca­vo il Presidente dell'AccademiaRo- pitolini, in Palazzo Braschi e nei berto Grossi e la Direttrice Tiziana Mercati di Traiano, con un grande D'Acchille rinnoveranno larichie- successo di pubblico, grazie all'ac­sta urgente al Comune di restituire cordo stretto con il Sovrintenden­il prima possibile all'Accademia te Capitolino ai Beni Culturali Clau­gli spazi di Campo Boario ancora dio Parisi Presicce. E i migliori gio­indebitamente occupati dalle bot - vani artisti dell'Accademia avran­ticelle. Il recupero di questi spazi, no ogni anno lapossibilitàdi espor­per la cui ristrutturazione è pronto re le proprie opere per 15 giorni in unfinanziamentodi3,lmilionidi una sede d'eccezione come MA­euro, darebbe respiro ad una popo- CRO Testaccio, grazie alla disponi­lazione di quasi duemila studenti, bilitàdellanuova direttrice Federi-

Il ministro Dario Franceschini

caPirani. Promossa dalI' Assessora­to alla Cultura, dall'Accademia di Belle Arti e dalla Fondazione Scia­loja, il2? marzo si inaugurerà nella Sala Enel del MACRa di via Nizza la grande mostra che celebrail cen­tenario della nascita di Toti Scia­loja, per molti anni docente e poi direttore dell' Accademia. Inoltre l'Accademia e l'Azienda Speciale Palaexpo stanno per lanciare il pri­mo Premio per i giovani artisti del­le Accademie di Belle Arti europee e le opere selezionate saranno esposte in una sede prestigiosa co­me il Palazzo delle Esposizioni. Fra qualche mese, infine, l'Accademia e l'Istituto Centrale per la Grafica produrranno una mostra dedicata a uno dei maggiori incisori del se­condo '900, Jean-Pierre Velly, nel­le belle sale di Palazzo Poli. Chissà se Renzi e il Ministro dell'Istruzio­ne Giannini prenderanno final­mente atto dell' eccellenzadelleAc­cademie e riconosceranno falle al­te istituzioni per la formazione arti­stica un pieno status universitario, con il compimento di una riforma iniziata nel 1999 e mai, scandalosa­mente, portata a termine.

Gabriele Simongini

Cultura Spettacoli

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Data 16-03-2015

CORRIERE MBRIA Pagina 11 Foglio 1

Entro maggio !'inaugurazione dell'anno accademico. L'Unipg in attesa di Draghi

Due donne per celebrare la Stranieri: Stefania Giannini e lrina Bokova

di Sabrina Busiri Vici

PERUGIA - In ritardi sui calendari accademici tradi­zionali ma sempre in tempo per le cerimonie solenni, gli atenei dell'Umbria non han­no ancora dato il via ufficiale al proprio anno accademico. Il rito, ormai privo di partico­lare appeal, negli anni in U m­bria è andato sempre più sci­volando avanti nei mesi: da novembre si è arrivati a pri­mavera e ora si rischia di rag­giungere l'estate. Poco male, si potrebbe dire visto che, co­me tutte le celebrazioni, an­che l'inaugurazione dell'an­no accademico si nutre di for­ma più che di sotanza, ma la forma diventa sostanza quan-

do si riempie di contenuti per­ciò è prioritaria la necessità di puntare i riflettori sull' evento invitando personalità rappre­sentative. Agli impegni del mi­nistro o di autorevoli presi­denti è quindi vincolato il giorno "x" in calendario. Passati l'autunno, l'inverno, ora con l'approssimarsi della primavera la domanda va di nuovo ai rettori: ci sono novi­tà sull'apertura ufficiale del­l'anno accademico 2014/2015. E se Giovanni Pa­ciullo, primo ermellino della Stranieri, promette che per palazzo Gallenga sarà tutto pronto a breve, si attende so­lo il sì del ministro Stefania Giannini, già rettore della Stranieri di Perugia, sarà lei

l'ospite d'onore. In più c'è una novità: la laurea honoris causa a Irina Bokova. nume-

Laurea honoris causa Irina Bokova, numero uno dell'Unesco

ro uno dell'Unesco. "Que­

st'anno niente sigilli - precisa il rettore Giovanni Paciullo -vogliamo mettere al centro l'impegno per i beni cultura-

li". Una scelta che si allinea con le cronache di questi gior­ni che hanno visto Bokova lanciare appelli per protegge­re il patrimonio artistico cul­turale dalla furia devastante dell'Isis. "Non abbiamo anco­ra fissato la data - spiega Pa­ciullo -, ma una bozza della giornata è definita e sicura­mente non andremo oltre la fine di maggio perché la no­stra università quest'anno ospiterà in giugno le giornate mondiali di incontro degli isti­tuti di cultura italiana. Un' oc­casione importante su cUI stiamo lavorando".

Mentre, dunque, palazzo Gallenga entra nella pista di lancio per il nuovo anno acca­demico, nessuna novità arri­va da palazzo Murena, sede del rettorato dell'Unipg. Il rettore Franco Moriconi è sempre in attesa di un sì del presidente della Bee, Mario Draghi, che riceverà nella stessa occasione la laurea ho­noris causa in Giurispruden­za. "Il presidente Draghi in questo periodo ha tantissimi impegni - fa sapere il pro ret­tore Fabrizio Figorilli - fissa­re una data diventa quasi im­possibile perché potrebbe sal­tare all'ultimo momento. E' un rischio che non si può cor­rere". Gli ermellini dello Studium, perciò, rimarranno ancora per un po' sotto naftalina op­pure dovranno rivedere il pro­~amma. ~

O6OSSnmlfl'r:1) FI'IAZIOn~CRocmssa5iIA .. ~075. $942872 ~m:. 92880'20'

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Data 14-03-2015 Pagina 1 4/1 5 Foglio 1 /3

n:,g:'e3!!:'lln\jdlll~'iiiJI Piazza Affari si esprime positivamente sull'azione del governo: manca poco per la sufficienza piena. TI premier Renzi, Padoan e Boschi ampiamente sopra la media, mentre Alfano si becca un 4 e mezzo. Piace la politica economica

ProInossi e bocciati di Andrea Di Biase prezzamento nella comunità la possibilità di introdurre il bitrato, del ruolo degli

----------- finanziaria di Piazza Affari. voto plurimo negli statuti delle avvocati e delle ferie ai

P r e s i d e n t e d e l Non per niente tra i provve- società quotate in borsa (5,7). magistrati, è stata pro­Consiglio promos- ~imenti. che han~o ottenuto Sonoramente bocciata invece mossa a pieni voti con so a pieni voti, ma il Il.maggl~r.e gra~lm~n~o tra la tassazione sui capitaI gain, un 6,79. giudizio complessivo glI eSI?erb mtervlstab Cl. sono che gli esponenti della comuni- ~nsl!ffiçiE!nte invece sull'esecutivo guida- propno. alcun~ delle mIsure tà finanziaria di Piazza Affari Il gmdlzlO sul

to da Matteo Renzi non arriva economIche sImbolo del go- intervistati hanno giudicato minis~ro del-~eppur di poco, alla sufficienza: verno Renzi: la riforma d~l gravemente insufficiente con la DIfesa, E questo il quadro che emerge, mercato del lavoro, meglIo un secco 4,5. Promosso invece, P a ? l .o a poco più di un anno dall'in- nota come Jobs Act, che ha con un voto medio del 6 21 il Gen tdOlll, che sediamento del governo Renzi, ottenuto una. ~edia voto del provvedimento che innaÌza'la deve acconten­dalla rilevazione effettuata da 7,05, e la declslOne del gover- tassazione sulle fondazioni di tarsi di un 5,6. Milano Finanza interpellan- no di procedere alla riduzione origine bancaria (6,21 il pun- Ma. ~nche la do un gruppo di operatori del dell'Irap sulle imprese, che è teggio medio ottenuto), mentre polItlca este­mondo della finanza dell'in- stata apprezzata con una me- il giudizio degli intervistati ra, condotta dal dustria e della con~ulenza dia voto del 7,1. Sopra il 7 sulle politiche di privatizzazio- suo predeces-cui è stato chiesto di esprime~ anche la rirorma delle ban- ne finora realizzate o messe in sore, l'attuale re il proprio voto (da O a 10) che popolan,. ch~ ha ottenu~o cantiere è di poco insufficien- responsabile sui componenti dell'esecutivo un voto medlO dI 7,05 (grazIe te (5,76). degli Affari e sui principali provvedimenti a~c~e al f~tto ~he nel panel de~ Se Padoan prende un vo- E s t e r i già approvati e messi in can- glI mterv.lstab. ~g~ra~o 1?0Chl to superiore alla politica dell'Unio-tiere. Il risultato, riassunto e~pon~nb d~glI lsbtub ~l cre- economica, lo stesso vale per n.e Europ~~, nelle tabelle, è di un giudi- dIto dI ~atnce ~ooperabv~). Il il ministro Boschi. La titola- Fedenca .Moghenm, zio complessivamente buono punteggIo maSSImo lo raggmn- re delle Riforme Istituzionali non ha nscontrato successo sull'azione di governo (6,2 la ge però l'accordo fiscale con l.a ha infatti ottenuto una media tra gli interyistati, ottenen­media voto ai provvedimen- ~vlzzera, che d~vreb?e faCl~ voto del 6,4, mentre i provve- do un~ ?ledla voto del ~,~3. ti, alle riforme e alle politiche lIta~e l.a. re~ol~nzzazlOne del dimenti da lei promossi hanno Insu.fflcl~nte, seco?d? glI m­messe in atto), che si scontra caplta!l ltal~an~ ancora nasco- ottenuto giudizi di segno tra tervlstat~, anche 1.azlOn~ d~l con una valutazione insuffi- sb nel forzlen delle banche loro opposto: insufficiente la ri- governo m tema dI flUSSI ml­ciente (anche se di poco) dei elvetiche. La ~rma dell'ac~ordo forma costituzionale che ha il gra~ori e de~l'~me.rgenz~ legata suoi componenti. tra Padoan e Il capo del dlpar- suo architrave nella modifica aglI sbarchI dI mlgranb prove-

timento federale delle Finanze del ruolo del Senato e della sua nienti dalla Libia sulle coste Dei 14 ministri che compon- dell~ Conf~derazione elvetica, composizione (5,72 il voto me- si~il~ane. Ancheyer questo il gono l'esecutivo Renzi, infatti, EvelIne Wldmer-Sc.hlumpf, ha dio), più che sufficiente invece ~mlst.r~ della Dlfe~a, Roberta solo il ministro dell'Economia ottenuto ~na ~edla. voto del la riforma della legge elettora- Pmotb, e. stata boccIata con ~~ e delle Finanze Pier Carlo 7,5, che fa Il palO con 116,89 at- le il cosiddetto Italicum che voto medlO del 5,61. Ancora pm Padoan (7,14 la media voto), tribuito da~li intervistati alla vi~ne promosso con un 6,35. severo il giudiz~o ~ul vic~p~esi­quello delle Riforme costituzio- voluntary dlsclosure, la proce- Sorte opposta è toccata invece dente del ConSIglIo e mmlstro nali Maria Elena Boschi (6 4) dura che dallo scorso 2 marzo al titolare del dicastero del- dell'Interno, nonché leader del quello del Lavoro Giuli~n~ permette a chi detiene capitali la Giustizia Andrea Orlando Nuovo Centro Destra, Angelino Poletti (6,1), e quello della fuor~ dall'I.talia non dichiar~ti che non raggiunge per poc~ Alfano. La n:e~ia vot.o .del ti~ Salute Beatrice Lorenzin (611) al FISCO dI sanare la propna la sufficienza ottenendo una tolare del Vlmmale e mfatb fanno compagnia a MaÙeo posizione (anche penale, nel media voto d~l 5,92, e al mi- lay~ù ~assa in assoluto tra.i Renzi (7,18) tra i promossi. Il C~SO! con uno ~conto sulle san- nistro dell'Istruzione, Stefania mmlst~l del &"overno: 4,52. (n­titolare del Tesoro nonostan- ZlOm, mentre Imposte evase e Giannini «rimandata a set- oroduzlOne nservata) te un giudizio ambivalente da int~~essi doyran.no essere pa- tembre» c~n un voto medio del parte degli interpellati sul- g~~ll.n mamera mtegrale. .. 5,68, mentre i provvedimenti le misure economiche prese PlU In ge~erale, alla polIb~ di loro competenza sono stati nell'ultimo anno, ha ottenuto ca economIca por~ata avan~l approvati dagli intervistati. La un giudizio pressoché analo- dal tand~~ Re~zl-~adoa.n Il riforma della scuola, approva-go a quello del premier. Segno ~ruppo dI mterv~st~b attnbu- ta dal Consiglio dei ministri lo che nel suo complesso la poli- ~sc~ u~ vot~ med~o dI 6,.32. No~ scorso 12 marzo, ha ottenuto tica economica finora condotta e placmta mfatb la mIsura dI una media voto del 6 33 me n-dall'esecutivo, pur incanalata stimolo all'e~onomia r~ppr~,- tre la riforma della giustizia, in un'agenda prevalentemen- sentata daglI 80 e.tlfo m pl~ che ha introdotto diver-te dettata da Bruxelles e nelle buste-paga dellavoraton se novità in ambito del Francoforte, ha trovato ap- dipend~nti (5,84 la media vo- processo civile, dell'ar-

to), COSI come la norma che dà Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

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GRAFICA MF-MILAN?~~

Data 14-03-2015 Pagina 1 4/1 5 Foglio 2/3

IL VOTO ALLE POLITICHE E AI PROVVEDIMENTI DELL'ESECUTIVO PANEL SONDAGGIO SU GOVERNO

Fabrizio Veltosi (Managing Dir. Venice Shipping e Logistics), Arabella Caporello (Coordinatore Circolo della Pallacorda), Massimo Arrighelti (amministratore delegato Sia), Eugenio Aringhieri (ceo Gr. Dompè Farmaceutici), Daniele Monarca (Pigreco Corporate Finance), Roberto Minerdo (Dir. Public Affairs e Comunicazione Energetic Source), Andrea Ferretti

(Ufficio Didattica Direzione Risorse Umane Banco Popolare), Simone Strocchi (Electa Italia, Ipo Challenger), Francesco Perilli

(amministratore delegato di Equita SIM), Andrea Battista (amministratore delegato di Eurovita Assicurazioni), Francesco

Sògaro (senior partner Fondo Italiano d'Investimento Sgr), Giovanni Tamburi (Presidente e Amministratore delegato Tip),

Gabriele Corte (responsabile mercato in Italia Bsi Europe), Davide d'Affronto (partner studio legale Simmons&Simmons), Andrea Tavecchio (Managing Partner Tavecchio & Associati),

Giovanni Natali (amministratore delegato Ambromobiliare), Tommaso Beolchini (manager del fondo Charme), Pietro Salini

(amministratore delegato Salini Impregilo), Riccardo Silva (presidente MP&Silva), Giovanni La Croce (founding partner Studio

La Croce), Franco Carlo Papa (Studio Papa), Marco Tofanelli (segretario generale Assoreti), Carlo Ghiani (presidente

Credifarma), Riccardo Ruggeri (ex ceo Case New Holland), Cfo Corporate Family Office, Francesco Priore (docente marketing

finanziario Università di Ferrara

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Data 14-03-2015 Pagina 1 4/1 5 Foglio 3/3

LA PAGELLA DEI MINISTRI DOPO UN ANNO DI LAVORO Sondaggio - Voto da 1 a 10

• Matteo Renzi Presidente del Consiglio

• Maria Elena Boschi Riforme costituzionali

• Maria Anna Madia Semplificazione e Pubblica Amministrazione

• Paolo Gentiloni Affari Esteri

• Angelino Alfano Interno

• Andrea Orlando Giustizia

Difesa

• Pier Carlo Padoan Economia e Finanze

• Federica Guidi Sviluppo Economico

• Maurizio Lupi Infrastrutture e trasporti

• Giuliano Polelli Lavoro e Politiche sociali

• Stefania Giannini Istruzione, Università e ricerca

Beni e attività culturali e turismo

.' BI~atrice ILorlmzin Salute

Politidle agricole, alimentari eforeffiali (delega I:xpo 2015)

• MEDIA GoVERNO

GRAFICA MF-MILANO FINANZA

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COBBIEBE DELLA SEBA

IL NUOVO FRONTE DEL PREMIER

Renzi e le regole nuove su partiti e sindacati di Marco Galluzzo

atteo Renzi replica alle iniziative di Mauri­zio Landini bollando come «politica» la

battaglia del leader della Fiom. Ma non solo: nel­le intenzioni del presidente del Consiglio c'è an­che la voglia di accelerare sulla legge di riforma della rappresentanza sindacale e su una che re­goli in modo diverso la vita dei partiti.

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Data 15-03-2015 Pagina 11 Foglio 1 /2

Nuove regole per i sindacati Ora il premier accelera La riforma della rappresentanza e l'intervento sui partiti

ROMA Maurizio Landini gli con­testa di aver cancellato lo Statu­to dei lavoratori, di aver cancel­lato diritti senza consultare i diretti interessati, i lavoratori, né chi li rappresenta, ovvero i sindacati. Matteo Renzi replica alle iniziative del leader della Fiom bollando come «politi­ca» la battaglia che in questi mesi ha condotto il sindacali­sta, politica e «non sindacale».

Ma non è solo questa la ri­sposta del premier agli annun­ci di Landini, alle promesse di abolire le leggi appena appro­vate con una raffica di referen­dum, nelle intenzioni di Palaz­zo Chigi c'è anche la voglia di accelerare sulla legge di rifor­ma della rappresentanza sin­dacale e su una che regoli in modo diverso la vita dei partiti, anche intervenendo sull'artico­lo 49 della Costituzione (<<tutti i cittadini hanno diritto di asso­ciarsi liberamente in partiti per

concorrere con metodo demo­cratico a determinare la politi­ca nazionale»).

Insomma Renzi è sempre più convinto che vadano date regole diverse sia ai partiti che ai sindacati: i primi come i se­condi, almeno nella costruzio­ne legislativa attuale, protetti da principi costituzionali che nel tempo si sarebbero rivelati più in grado di proteggere pri­vilegi che in grado di garantire una reale rappresentanza.

Una legge sulla rappresen­tanza sindacale è già allo studio del governo da diverso tempo. Che il modello della rappresen­tanza classico sia in crisi è ma­teria di dibattito da diverso an­ni. L'uscita di Fiat dalla Confin­dustria, quella di Unipolsai dal-

l'associazione delle compagnie di assicurazione, la voglia di al­cune banche di avere un pro­prio contratto di gruppo non collettivo, la polverizzazione

delle sigle sindacali, che spesso siedono ai tavoli di concerta­zione senza avere un reale peso né in termini di iscritti né in termini di rappresentanza aziendale, sono alcuni degli ar­gomenti che hanno stimolato il dibattito e convinto l'esecutivo che occorra una svolta già nei prossimi mesi.

Per quanto riguarda i partiti politici sarebbero allo studio norme che obblighino tutti i partiti ad adottare fra gli altri statuti con alcune precise ga­ranzie di trasparenza e di rap­presentanza, per quanto ri­guarda i sindacati il lavoro è già in corso d'opera da mesi. Un provvedimento annunciato a gennaio dal consigliere econo­mico di Renzi, Yoram Gutgeld, di cui esisterebbe già un testo preparato da 9 professori uni­versitari, che in sostanza riscri­ve le regole e le procedure per le trattative fra le parti, fissa i

criteri in termini di iscritti per potersi sedere a un tavolo di contrattazione, regola in modo diverso lo spazio dato alla parte nazionale di un contratto e a quella aziendale. Un anno Cgil, Cisl e Uil da una parte e Confin­dustria dall'altra hanno firmato un accordo che affida alle parti stesse queste regole; una legge significherebbe avere delle re­gole che si applicano a tutti sia che abbiano firmato un accor­do di contrattazione sia che non l'abbiano fatto.

Fra le indiscrezioni uscite nelle settimane scorse il peso dei sindacati verrebbe calcola­to facendo la media ponderata tra il numero degli iscritti e i voti presi alle elezioni delle Rsu, le rappresentanze sinda­cali unitarie. Solo chi supera una certa soglia, si parla del 5%, avrebbe diritto a partecipare al­la trattativa per il contratto na­zionale.

Marco Galluzzo © RIPRODUZIoNE RISERVATA

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Corrie.onomia Pagina 10 Foglio 1

tlial'io sindacale I a cura di Enrico Marro --- ---- - ------ --- -

L lups misurerà gli iscritti ai sindacati AI via l'accertamento delle deleghe ma resta l'incognita Cnel. Oggi attesa la firma

A più di un anno dall'ac­c.ord~) tra si.ndacati e Confmdustna sulle re­

gole per accertare la rappre­sentatività delle organizza­zioni dei lavoratori, oggi verrà finalmente firmata all'Inps la convenzione tra lo stesso isti­tuto e le parti sociali che per­mellerà di avviare le proce­dure previste. Le nuove rego­le serviranno a stabilire i rap­porti di forza in ciascuna categoria e a sancire la validi­tà dei contratti sottoscritti a maggioranza.

Firmeranno il nuovo presi­denle delJ'Inps, Tito Boeti, il

direttore generale di Confin­dustria, Marcella Panucci, e i segretari generali di Cgil. Cisl e CiI, Susanna Camusso, An­namaria Furlan e Carmelo Barbagallo. In base alla con­venzione, l'Inps dovrà racco­gliere, elaborare e comunica­re i dati relativi al numero di iscritti alle organizzazioni sindacali per ciascuna catego­ria di lavoratori (chimici, me-

[email protected]

lalmeccanici, eccetera). I dati verranno raccolti in

riferimento alle deleghe alla trallenuta mensile sullo sti­pendio risultanli presso le aziende e che queste ultime dovranno comunicare al­J'Inps attraverso il modello Uniemens.

Falla questa pri­ma operazione. po­trà pat1ire la secon­da, cioè la raccolta dei dali - anche qui per categoria ---- sui voti ricevuti da ciascun sindaca­to nelle elezioni delle Rsu (rappre­sentanze sindacali aziendali). Infine, mettendo insieme numero degli iscritti e voti, si ar-

riverà a determinare per cia­scuna categoria l'indice di rappresentatività dei sinda­cati, ai fini della conlrallazione na-zionale. i\ questa

saranno infatti am­messi solo quelli con un indice supe­riore al 5%. E i con­traili sottoscritti da sindaca I i rappre­sentativi per alme­no il 50Qo+ 1 saran­no vincolanti per tulla la categoria. Solo che quest'ulti­mo passaggio. cioè il calcolo dell'indice, dovreb­()(' essere fatto, secondo rac­cordo dellO gennaio 2014, dal Cnel, il Consiglio nazionale dell'economia e del Lavoro. che però è in via di soppres­sione, come prevede la rifor­ma della Costituzione all'esa­me del Parlamento. Bisogne­rà quind i trovare una soluzio­ne allernativa, che però non è stata ancora individuala.

I primi indici di rappresen­tativilà non saranno comun­que pronli prima dPlle impor­tanti tornate l'ontralluali del 2015. dai chimici agli alimen­taristi ai metalmeccanici. Ed è

Aivel'tlce Tito Boeri, neo pre­sidente dell'lnps

prevedi bile che questo ritar­do diventerà argomento di contesa tra sindacati e azien­de. '\ieI senso che le associa­zioni imprenditoriali. che a causa della deflazione hanno già erogato aumenti supetiori al costo della vita. cercheran­no di guadagnare tempo nelle trattative per il rinnovo dei contralti aspettando gli inclici di rappresentativilà. Che. in particolare, potrebbero esse­re molto utili per i melalmec­canici. visto l'hl' gli ultimi tre contratti non sono stati fir­mati dalla Fiom-Cgil. che li ha contestati andw davanLi alla magistratllra, sostenendo di essere più rappresentativa di tutti gli altri sindacati messi assieme.

Le nuove regole dovrebbe­ro servire proprio a evilare contenziosi dc>] genere. Le aziende, non a torto. reclama­no chiarezza. Ma i sindacati luLli, non solo la Fiolll. non hanno alcuna intenzione di subire sliltamenli deI rinnovo del contralto.

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la Repubblica Data 16-03-2015 Pagina 2/3 Foglio 1 /3

Il ministro della Funzione Pubblica presenta la riforma. "I manager saranno autonomi e indipendenti dalla politica" "Da aprile la mobilità dei 20mila dipendenti delle Province"

Madia: "Saranno licenziati i dirigenti pubblici inadeguati Niente Jobs actper gli statali e ora soldi peri contratti" ROBERTO MANIA

_ spoils system, oppure quello di una dirigenza in attesa di un nuovo incarico. Potrà autonoma e indipendente dalla politica, come anche andare a lavorare tempora­disegnatadallanostraCostituzione.Abbiamo neamente nel privato. Ma se scelto quest'ultima, pensando, però, che l'au- dopo un congruo periodo ....... ROMA.«Un dirigente inadeguato potrà essere

licenziato», dice Marianna Madia, ministro della Pubblica amministrazione. «Questa è una vera rivoluzione», aggiunge. Questo è uno dei capitoli principali della riforma della pub­blica airuninistrazione che nei prossìmi.giorni comincerà ad essere votata dall' Aula del Sena­to. Entro l'estate dovrebbe essere legge e, in­sieme, saranno approvati quasi tutti i decreti attuativi.

La sua non è certo la prima riforma della pubblica amministrazione che promette di trasformare il volto e il funzionamento della burocrazia italiana. L'elenco di mi­nistri che ci hanno provato è lungo, Cas­sese, Bassanini, Brunetta, solo per indi­carne alcuni. Quasi sempre il percorso rifurmatore siè fermato davanti alle resi­stenze dei dirigenti. Da loro, essenzial­mente, dipende l'esito dei cambiamenti Perché questa volta dovrebbe essere di­verso? «Intanto una premessa: noi non diremo mai

cheuna riforma non si è realizzata perché qual­cuno non l'ha attuata. No. Questo governo si as­sumelaresponsabilità politìcadell' attuazione. Detto ciò, lanostraèunariformaanchedelladi­rigenzapubblica.Avevamo davanti due strade alternative: o il modello anglosassone dello

tonomia e l'indipendenza non coincidano con che escluda qualsiasi ipotesi di fumus persero­l'inamovibilità dei dirigenti, né con la progres- tionisun dirigente continuerà ad essere senza sione di carriera automatica al di fuori di qual- incarico perderà l'abilitazione fino a perdere il siasi meccanismo di mercato e di merito». lavoro».

Inconcretocomecambieràlafiguradeldi- Potrà essere licenziato? rigentepubblico? «Sì». «Dovrà superare un concorso per l'abilita- Restiamo sulterrenodeilicenziamenti. n

zione ed entrerà così nel ruolo unico dei diri- governo ha deciso se estendere al pubbli-genti. Dirigenti della Repubblica italiana e co impiego il Jobs act con il nuovo articolo non, come adesso, dirigentfdella singola am- 18? . . miÌlistrazione o di una Regione. Dovrà esserci «Nel pubblico impiego resteràilreintegro in un rapporto osmotico tra i dirigenti dei diversi __ caso di licenziamento ingiustificato. livelli dello Stato, si potrà passare dal centro al- Non è un favoritismo ma il lavoro pub-la periferia e viceversa. Prevediamo l'istituzio- blico è diverso: chi licenzia non è un ne di una commissione superpartes composta imprenditore che decìde con le pro-da tecnici che deciderà quali sono i dirigenti prie risorse. Lo stessQ obiettivo si adattiperundeterriùnatoincaricoanchesulla può raggiungere in altro modo. base del lavoro svolto in precedenza e sulla ba- Già oggi c'è la messa in mobilità se della loro stessa capacità di valutare i propri L che può portareallicenziamen­collaboratori. La carriera dei dirigenti dipen- to. Renderemo più semplici i derà da queste valutazioni: si potrà scendere o procedimenti disciplinari, salire. Finirà la stagione dei dirigenti sempre r quelli per scarso rendimento. allo stesso posto. L'incarico sarà affidato per i Ci saranno procedure specifi-tre anni e saràrinnovabile una sola volta. Poi che per contrastare i casi di assenze di massa, si ricomincerà». come quelle dei vigili di Roma lo scorso Capo-Cosa succederà a Chi non sarà confer- danno, o di assenze sospette (tutti i venerdi o i fiato? «Decadrà e tornerà nel ruolo unico lunedi)>>.

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la Repubblica Lei promette un'amministrazione pub­blica flessibile, efficace, modèrna La realtàè diversa. Per esempio: quanti sono i dipendenti pubblici che hanno cambiato posto di lavoro dopo il suo decreto dell' e­state scorsa? «Entro la fine di questo mese termineremo,

con il ministero dell'Economia, un' operazione molto complicata: la definizione delle cosid­dette tabelle di equiparazione. In sostanza)' e­quiparazione degli inquadramenti nei diversi settori. Da quel momento in poi sarà possibile la mobilità. E partirà la più grande operazione di mobilità di dipendenti pubblici della storia repubblicana: quella dei circa 20 mila lavora­tori delle Province che non sono più necessari per l'espletamento delle attività rimaste nelle competenze provinciali dopo la riforma DeIrio. Sarà il grande banco di prova dell' operazione

mobilità. Per questo abbiamo bloccato per due anni le assunzioni pubbliche a parte per coloro già vincitori di concorso non ancora assunti. Dalle vecchie piante organiche si passerà ai fabbisogni: i lavoratori andranno dove c' è biso­gno, non dove prevede una statica pianta or­ganica».

Eico.co.co? AboJireteicollaboratoricome prevede ilJobs Act per assumerli a tempo indeterminato? «I co.co.co li dovremo abolire per forza. Mol­

ti dilorooggireggono interi servizi delicati nel­la pubblica amministrazione, ne siamo assolu­tamente consapevoli. Un percorso sano di as­sunzioni partirà dopo i prossimi due anni dedi­cati alla riallocazione dei dipendenti delle Pro­vince».

Dal 2008 sono bloccati i rinnovi contrat­tuali nel pubblico impiego. I sindacati sti­mano una perdita media del potere d'ae­quistosuperiore alI O % nel periodo 2010-2014. Nella prossima legge di Stabilità d saranno le risorse per i contratti? «Dipende da cosa succederà nell' economia.

TI ministro Padoan ha detto che si sta aprendo una finestra importante per la crescita. La sta­bilizzazione del quadro economico è conse­guenza anche dalle riforme che stiamo realiz­zando. Se ci saranno le risorse peri rinnovi con­trattuali sarà una doppia buona notizia perché vorrà dire che la crisi è alle spalle e che si riapre una fase di contrattazione collettiva».

A proposito del mondo sindacale, lei cosa pensa dell'iniziativa perla "coaIizione so­dale" promossa da Landini e dell' accusa che vi ha rivolto di aver cancellato i dirit­ti? «Non capisco come possa dirld. Nessun lavo­

ratoreha perso diritti che aveva in precedenza. Questa crisi ha messo a nudo il lato selvaggio della flessibilità. Molti miei coetanei si sono ri­trovati senza lavoro. Per questa generazione abbiamo introdotto il diritto alla malattia, alla maternità e pure alla disoccupazione. Di que­sto ci accusa Landini?».

© RIPRODUZIONE RISEAVATA

SUPERPAR'l'ES

Una commissicr

nesuper partes

deciderà i dirigenti

adatti per un detenninato . .

mcanco

R.:mmvrEGRO

Nel pubblico ImpIego resterà il

reintegro in caso di

licenzia­mento

ingiustificato

ICO.oo.oo

Aboliremo i co.co.co

ma perle

assunZIOnI bisognerà attendere . .. I prOSSImI due anni ,

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Aggiornamento in base ai dati Istat

Tfr di febbraio a quota 0,250/0

AJebbraio il coefficien­

te di rivalutazione del trattamento

i fine rapporto è 0,250 (vedi colonna incr. mese).

L'indice dei prezzi al con­sumo calcolato dall'Istituto nazionale di statistica, con esclusione del prezzo dei ta­bacchi lavorati, è al valore di 106,8

Tramite i dati resi noti ieri dall'Istituto di statistica è possibile calcolare il dato del trattamento di fine rap­porto, introdotto dalla legge n.297/82.

Il calcolo vienè fornito mensilmente per permet­tere di rivalutare le somme accantonate al31 dicembre dell'anno precedente, nel caso di cessazione di rap­porti di lavoro elo conteggi in sede di bilanci infran­nuali.

Secondo quanto stabilito dal codice civile (art. 2120) il trattamento di fine rap­porto accantonato al termi­ne di ogni anno deve esse­re rivalutato mensilmente sommando due elementi: il 75% dell'aumento del costo della vita rispetto al mese di dicembre dell'anno pre­cedente (colonna rival. 75%) e 1'1,50% annuo, frazionato

su base mensile (colonna ri­val. 1,5%).

Esempio di calcolo Tfr.

Un dipendente ha cessa­to il rapporto di lavoro il 28 febbraio 2015. La sua situa­zione è:

- Tfr maturato al 31.12.14 euro 25.000,00 - imponibile previdenziale anno 2015 euro 3.200,00 - Tfr maturato nell'anno

2015 euro 237,04

Pertanto la sua liquida­zione, al lordo delle imposte sarà:

- Tfr al 31.12.14 euro 25.000,00

+ - riv3.J.utazione (0,250% di

25.000) euro 62,50 + - Tfr maturato nell'anno

2015 euro 237,04 + - ritenuta previdenziale (0,50% su 3.200) euro 16,50-

- totale euro 25.283,54

a cura di Bruno Toniolatti,

Studio Associato Paoli

Data 14-03-2015 Pagina 31 Foglio 1 /2

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. Tutti gli indici dal 1984 a ~-"""""'I'i""'l"""

Anflo2014

Anno 2015

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fml~OJ.'mli li lA VOIW

La stahilizzazione dei co. co. co.

est~eviolazioni precedenti

Cirioli a pal!' 88

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I tecnici del ministero nel corso del Videoforum lavoro sulle prospettive per chi assume

Co.co.co., la sanatoria è tombale La stabilizzazione estingue tutte le violazioni precedenti

DI DANIELE CmIOLI ~

E«tombale» la sanatoria sulle cO.CO.co. L'assun­zione del collaboratore con rapporto di lavoro

dipendente, infatti, estingue tutte le violazioni legate all'ex collaborazione e, di conseguen­za, l'estinzione non soltanto delle sanzioni, ma anche degli eventuali recuperi contributivi (legati alle violazioni). Di fatto, il datore di lavoro è messo a riparo da ~gni possibile conte­stazione. E quanto precisato ieri, nel corso del videoforum lavoro sul Jobs Act, dai tecnici del ministero del lavoro.

Addio lavoro a proget­to e cO.cO.co. Alcuni chia­rimenti ministeri ali hanno riguardato le collaborazioni coordinate e continuative, in attesa di riforma in base alla delega dell'art. 1, comma 7, della legge n. 183/2014 (Jobs Act). Stando alle norme dello schema di dlgs approvato dal consiglio dei ministri il 20 feb­braio (art. 47), dallO gennaio 2016 «ai rapporti di collabo­razione che si concretino in prestazioni di lavoro esclusiva-

mente personali, continuative, di contenuto ripetitivo e le cui modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro» si appli­cherà la disciplina per il lavoro dipendente.

Il requisito «persona­le». In merito a tale .norma è stato chiesto al ministero di chiarire se il concetto di «esclusivamente personali» debba essere inteso nel senso che esso escluda la subordi­nazione in caso in cui il pre­statore si avvalga di apporto altrui. Qministero ha chiarito che «la norma non stabilisce chi è subordinato o autono­mo» ma serve unicamente «a delimitare le ipotesi in cui va certamente applicata la disci­plina del rapporto di subordi­nazione unitamente agli altri requisiti previsti. Se ricorrono tutti gli indici, si applica la di­sciplina della subordinazione. Nelle ipotesi diverse, l'accer­tamento sarà sempre sulle concrete modalità esecutive della prestazione». Entran­do nello specifico del quesito ha aggiunto che «prestazio­ni esclusivamente personali

sembra riferirsi alle ipotesi in cui l'apporto di attrezza­ture e materiali sia assente o considerabile irrilevante». In conclusione «la presta­zione di lavoro autonomo da parte di chi si avvalga di apporto altrUI, colìocherebbe tale posizione nell'alveo di un ipotesi interpositoria, se non è assunto il rischio in proprio nell'esecuzione dell'opera (] del servizio, ovvero sarebbe riconducibile alla genuina posizione di un artigiano, un professionista ecc. ».

La sanatoria è tombale. La riforma prevede anche una sanatoria per promuovere la stabilizzazione dell'occupazio­ne, nonché il corretto utilizzo dei contratti di lavoro autono­mo. In pratica, i datori di la­voro che procederanno all'as­sunzione «di soggetti già parti di contratti di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto, e di persone titolari di partita Iva», a par­tire dall'entrata in vigore della riforma e fino al 31 dicembre 2015, potranno alzare uno scu­do a loro difesa per il pregresso rapporto di collaborazione sia

nei confronti dei lavoratori che del Fisco e degli enti previden­ziali. Infatti: a) i lavoratori dovranno sottoscrivere, con riferimento a tutte le possibili pretese riguardanti la qualifi­cazione del pregresso rapporto di lavoro, atti di conciliazione (che non significa necessaria­mente rinuncia, ma anche ac­cordo con il datore di lavoro); b) ci sarà l'estinzione degli il­leciti in materia contributiva, assicurativa e fiscale connessi all'eventuale erronea qualifi­cazione del pregresso rappor­to. In merito è stato chiesto al ministero di chiarire se la sanatoria e i previsti atti di conciliazione impediscano an­che l'eventuale recupero con­tributivo da parte degli enti di previdenza. La risposta è stata affermativa: «Manca l'accertamento, pertanto non si va nemmeno a vedere se vi è contribuzione da recupe­rare». Peraltro, ha aggiunto il ministero, «è scritto che è estinta la violazione e non la sanzione. Se la violazione è estinta sono estinte anche le conseguenze, tra cui i recu­peri contributivi. Altrimenti si sarebbe scritto «estinzione delle sanzioni».

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nati, Caf ed enti bilaterali, e infi­ne i finanziamenti percepiti tra­mite la retribuzione percepita dai lavoratori per lo svolgimento di attività di natura sindacale du­rante l'orario di lavoro. Se i tra­sferimenti pubblici per Caf e Pa­tronati fossero del tutto equiva­lenti a ciò che i lavoratori paga­no a tal fine, le loro cifre non sa­rebbero comprese nel rendicon­to generale della spesa dello Sta­to, sotto la voce «contributo pub­blico al finanziamento degli isti­tuti di patronato e di assistenza sociale». Né Giuliano Amato avrebbe ricevuto dal governo Monti !'incarico di redigere un rapporto sul finanziamento di­retto e indiretto dei sindacati. Né la spending review montiana

lO SCORSO DICEMBRE SCADEVANO I TERMINI PERCHÉ I PARTITI RIVEDESSERO I BILANCI Il MILlEPROROGHE LI HA PROTRATTI

c'È POI Il NODO DELLA DEMOCRAZIA INTERNA E DEllE PRIMARIE DISCIPLINATE

avrebbe disposto la riduzione del 20% dei compensi per i Caf derivanti dalle dichiarazioni fat­te per conto dell'Inps.

Non sappiamo se davvero il ministero del Lavoro eroghi ai patronati lo 0,226% dei contribu­ti obbligatori incassati dall'Inps, dall'Inpdap e dall'Inail tenendo conto, e come, per davvero an­che della loro concreta organiz­zazione, come prescrive la legge. L'obbligo di anonimato sulle li­ste dei distacchi sindacali, taglia­ti dal governo Renzi nella Pa, è ormai una garanzia antidiluvia­na. Ed è troppo, voler sapere il preciso ammontare dei patrimo­ni immobiliari sindacali, esente dalla tassazione che tocca tutti?

Data 16-03-2015 Pagina 1 Foglio 2/2

LA TRASPARENZA Non ci aspettiamo che il governo Renzi adotti il modello di un sin­dacato finanziato da soli contri­buti liberi e volontari, senza rite­nute alla fonte obbligatorie per legge e con propri fondi previ­denziali integrativi, in modo che ciascuno possa essere giudicato sulla gestione più efficiente. Pen­siamo tuttavia che per primi i di­rigenti sindacali guadagnerebbe­ro consensi, tra i loro iscritti e so­prattutto tra i molti milioni in più di lavoratori che non lo sono, se non dicessero no a nuovi e pe­netranti obblighi di trasparenza, loro che sono i primi a chiederli, e giustamente, alle imprese.

Oscar Giannino © RIPRODUZIONE RISERVATA

PER LEGGE Susanna Camusso a una manifestazione della Cgil

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La sfida di Renzi su trasparenza e rappresentanza spacca i sindacati ... Per palazzo Chigi regolare partiti e organizzazioni «sfida culturale» a chi lamenta poca democrazia. La Cgil apre. Cisl e Uil: legge inutile

Il CASO ROMA Il governo rilancia la sfida al sindacato e subito scatta la rivolta del sindacato. Dopo l'addio alla concertazione e le polemiche dello scorso anno sulla scarsa traspa­renza dei conti dei sindacati (e di quelli delle strutture locali spesso commissariate per gestioni allegre nonché di alcuni privilegi previ­denziali riservati alle gerarchie sindacali) ora torna ad affiorare lo "spettro" di una legge sulla rappre­sentanza delle organizzazioni dei lavoratori.

«E' una sfida culturale», si lascia trapelare da Palazzo Chigi. Che ri­guarda soprattutto l'effettiva forza dei sindacati ma anche la traspa­renza della vita interna dei partiti. In parole povere, l'esecutivo fa sa­pere d'essere pronto - se ce ne sa­ranno le condizioni - ad applicare gli articoli 39 (sindacati) e 49 (par­titi) della Costituzione che preve­dono leggi specifiche per regolare la vita di questi organismi così im­portanti.

Al di là della «sfida culturale», il governo sembra rispondere in que­sto modo al doppio guanto di sfida politico-sindacale (ma non partiti­co) appena lanciato dalla Fiom di Maurizio Landini con n varo della Coalizione Sociale. Quella di una legge sulla forza effettiva dei vari sindacati è effettivamente una vec-

chi a proposta della Fiom che, dun­que, Renzi pare voler sfidare sul suo stesso terreno strategico: quel­lo della democrazia.

Tuttavia, depurata dall~ scher­maglie politico-culturali, la que­stione della legge sulla rappresentatività dei sindacati re­sta avvolta in un polverone media­tico .che nell'immediato non pare destmato ad avere sbocchi concre­ti.

Ieri infatti Maurizio Sacconi, ex ministro del Lavoro, e "titolare" della materia per conto degli alfa­niani, ha spiegato che «va rispetta­ta l'autonomia dei corpi interme­di, compresi quelli spiccatamente politici. Una legge, poi, consenti­rebbe anche a piccoli sindacati di avviare un enorme contenzioso giudiziario» . SCHERZI DEL DESTINO Il "no" dei sindacati è frutto dell' en­nesima spaccatura. Questa volta più verbale che di sostanza. Cisl e Uil sono totalmente contrari ad un ~ntervento di legge. La Cgn, invece, e favorevole a patto che il parla­mento fotografi gli accordi già si­glati dai sindacati sulla materia.

Gia perché per ironia della sorte proprio questa mattina Cgil,Cisl, un e Confindustria firmeranno una intesa con l'Inps per mettere in pratica l'accordo (in gergo Testo Unico) firmato un anno fa che fissa le regole per misurare la forza dei vari sindacati. Il Testo Unico si ba­sa su cinque pilastri.

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I DUBBI DI NeD SACCONI: ATTUARE l'ART,49? BISOGNA RISPETTARE l'AUTONOMIA DEI CORPI SOCIALI

Il primo. Per determinare il pe­so di ogni sindàcato verranno in­crociate le deleghe (misurate con le trattenute operate dal datore di lavoro certificate dall'Inps) e i voti raccolti alle elezioni dei delegati Rsa (Rappresentanze sindacali aziendali).

Il secondo. Alle trattative per un contratto potranno partecipare so­lo i s.indacati che rappresentano al­,meno il 5% dei lavoratori.

Il terzo. Se i sindacati di una ca­tegoria presenteranno· piattafor­me contrattuali diverse, i datori di l~voro avvierano la trattativa a par­tire da quella presentata dai sinda­cati che rappresentano n 50% +1 dei lavoratori.

. Il q~a~to. Il contratto sarà esigi­bIle. ClOe le parti che lo sottoscri­vono dovranno rispettarne le clau­sole e se non le rispettano Sarannb chiamate a "pagare" con modi fis­sati dal contratto.

Il quinto. Sui ç;ontratti o sugli ac­cordi potranno essere indetti refe­rendum fra i lavoratori con vota­zioni certificate (niente urla e alza­te di man,o assembleari).

Per gli appassionati della mate­ria va segnalato, infine, che Cgil, Ci­sI e Uil concordano solo su un in­tervento di legge: quello che rende­rebbe obbligatori per tutti (erga 0?1nes) i contratti firmati. Che og­gi vengono applicati a tutti anche se formalmente sarebbero accordi privati.

Diodato Pirone IO! RIPRODUZIONE RISERVATA

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I COSÌ nella Carta Costituzionale ___ _ I I

I SINDACATI I I I I A~~~~ . I L'organizzazione sindacale è libera. -I

Ai sinliaeati non può essere imposto altro obbligo I se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali,

secondo le norme di legge, È condizione per (a registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base demncratft:a, I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti cotlettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle Quali il contratto si riferisce

PARTITI Articolo 49 Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale

+.:,arrtime.tri

Matteo Renzi con gli operai dell'Expo di Milano

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Una legge su sindacati e partiti Renzi: sfida sulla trasparenza ~ Landini presenta la sua Coalizione sociale e attacca il Pd

ROMA A Palazzo Chigi cresce !'ipotesi di varare una legge sul­la trasparenza di partiti e sinda­cati. La notizia è filtrata nella tarda serata di ieri dopo illan­cio ufficiale della «Coalizione

sociale» (ovvero di una associa­zione dei movimenti di prote­sta) da parte del segretario del­la Fiom, Maurizio Landini. L'iniziativa del governo sarà chiarita nei prossimi giorni ma esistono già molti disegni di leg-

ge che, oltre alla certificazione dei finanziamenti esposti con precisione in bilanci pubblici, intendono regolare con norme . chiare la rappresentatività ef­fettiva dei sindacati.

Pirone a pag.lO

Trasparenza,unalegge SU sindacati e partiti: ecco il piano di Renzi ~Per Palazzo Chigi «maturi i tempi» per dare regole certe alla rappresentanza dei lavoratori e attuare l'art.49 della Carta

Il CASO ROMA Le onde provocate dal sasso lanciato ieri dal leader Fiom Mau­rizio Landini con la nascita della "coalizione sociale" (che vede iI suo sindacato agire in modo coor­dinato ad altre associazioni come Libera, l'Arci o i No Tav) hanno avuto il primo effetto di accelera­re improvvisamente iI vecchio progetto renziano - finora relega­to nelle retrovie - di regolare per legge sia la vita dei partiti che quella dei sindacati.

Nel tardo pomeriggio di ieri, in­fatti, ambienti renziani hanno la­sciato filtrare !'intenzione del go­verno di metter·mano ad un tema cui da 67 anni, ovvero dalla nasci­ta della Costituzione (iI cui artico,­lo 49 dice che serve una legge di regolamentazione delle libere as­sociazioni) non si cava un ragno dal buco.

LA SORTITA Il premier ieri ha commentato

con i suoi la sortita di Landini senza liquidarla con battute o sar­casmi. Tutt'altro. Massimo rispet­to per tutti - avrebbe sottolineato iI presidente del Consiglio ai suoi collaboratori - Ma iI governo deve occuparsi soprattutto delle que­stioni che riguardano la vita degli italiani. Per Palazzo Chigi, co-

munque, la presa di posizione di Landini testimonia che la sua op­posizione di questi mesi è stata tutta politica più che sindacale.

Ma la vera notizia della giorna­ta è che la nascita della originale creatura politica landiniana, un non-partito ma una coalizione di movimenti e associazioni, ha fat­to riaffiorare nelle stanze di Pa­lazzo Chigi la voglia di ripescare il progetto di una legge che "co­stringa" alla trasparenza struttu­re che da decenni hanno un enor­me peso nella vita della società italiana ma che non sono regolati per legge.

Cosa esattamente abbia in mente Renzi nello specifico lo

scopnremo nei proSSimi glOrm. Di proposte di legge sulla vita dei partiti (che in parte sono control­lati per via della legge sul finan­ziamento pubblico tutt'ora in vi­gore) ne sono state fatte in passa­to a decine, in particolare dal Pd. Tutte ruotano intorno a tre con­cetti: primarie obbligatorie; certi­ficazione esterna delle iscrizioni; bilanci controllati dalla Corte dei Conti; statuti che consentono la vita democratica interna dei par­titi stessi.

LA TRASPARENZA Discorso analogo per i sindacati. Renzi ha sempre sottolineato la necessità che queste strutture sia­no trasparenti e ché i loro bilanci offrano un rendiconto non solo formale ma chiaramente leggibi­le anche dagli iscritti e non solo sulle macrocifre ma anche su quelle micro, come trasferte e rimborsi spese. Finora però non si è andati oltre chiacchiere gene­riche e questo nonostante gli scandali che hanno recentemen-

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te travolto i vertici di un sindaca­to confederale come l'UgI e i di­scussi comportamenti sulle pro­prie retribuzioni di alti dirigenti di Cisl, Coldiretti e sindacati auto­nomi della scuola.

Sul fronte sindacale resta poi da sciogliere il nodo della rappre­sentanza. Quali sindacati conta­no davvero? E com'e si verifica il consenso di cui godono? E' giusto

La scheda

Che cosa dice l'art.49 della Costituzione L'art.49 della Costituzione recita: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale», I costituenti immaginarono che sarebbe stata data una attuazione legislativa alla norma, cosa che invece non fu. Così, sia i partiti sia i sindacati non sono disciplinati per legge, conlaconseguenza­soprattutto per i sindacati -di non avere regole uniformi di trasparenza sui bilanci.

che possano proclamare scioperi senza chiedere il parere dei lavo­ratori? Ed è corretto che i contrat­ti o gli accordi con le imprese ven­gano firmate da alcuni sindacati senza un referendum finale fra i lavoratori? Tutte domande fino­ra cadute nel vuoto. «A livello le­gislativo l'unica novità è il testo del disegno di legge sulle forme di partecipazione dei lavoratori alla

Matteo Renzi e Maurizio Landini

Data 15-03-2015 Pagina 10 Foglio 2/2

vita delle imprese che sta facendo il suo iter in Senato - spiega il se­natore Maurizio Sacconi di Area Popolare - Sulla rappresentanza c'è un generico dibattito ma noi siamo contrari perché il tema va lasciato alle parti sociali senza in­tasare i tribunali dove finirebbe se ci fosse una legge».

Diodato Pirone © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Page 77: Rassegna Stampa di sab. 14, dom. 15, lun. 16 marzo 2015 · Left Avvenimenti 14/03/2015 IL LATO OSCURO DELLA SCUOLA ... il Sole 24 Ore 16/03/2015 NELLE STARTUP ... Corriere della Sera

Lavoro e previdenza

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Il Remi rivoluziona i fondi ma milioni di iscritti hanno poche informazioni per informati

lIlII Aumento delle tasse sui rendi­menti dall'n a! }"O per cento; possibi lità di rrasferire il Tfr in busta paga senza alcuno sconto fiscale; poten­ziale trasferimento della posizione e del contributo datoria!e in ogni stru­mento di previdenza integrativa c quindi totale portabilità, Ecco sol, tanto prov" vedìmenti adottati di recente dal go­verno Renzi nel perimetro dei fondi pensione, L:n patrimonio da 116 mi­liardi dieuro che appartiene a6,2111i­Honi di iscritti, il U,% della forza la­voro italiana,

CIi! INFORMA \S,l MiliONI tifi IKI!!'ìl"f1 Questa gente, che ha avuto la lungi, miranza di iscriversi Cl un fondo pen­sione o un piano pensionistico in­dividuale (pip), avrebbe diritto a una campagna informativa massiccia eia parte delle istituzioni pubbliche sui rivolgimenti avvenuti neila dCl1za integrativa; raddoppiare le

tasse sui rendimenti dei fondi, per esempio, cambierà le stime sulla fu, tura pensione integrativa. Acl oggi il'l\'ece, a quanto risulta, non è previ­sta alcuna G1D1pagna infonnaL1va stile "pubblicità progresso" da parte del ministro clel Lavoro, Giuliano Po· letti, competente per materia. ,dI passaggio dal sistcma prcvidenziale retributivo a quello conlributivo tra, sferisce una granele responsabilitù al lavoratore sul suo futuro pensioni" stico spiega Carlo Mazzafcrro, do­cente clcll\miversità di Bolol,na, cli­partimcnto Scienze economiche,. Ma per fare delle scelte c'è bisogno di maggiori informazioni, In Italia, do­po le ripetute riforme, molte persone non hanno ancora consapevolezza nemmeno clellaclatain cui andranno in pensione, C:omcsifaaquestopun, tu Cl progettare il proprio futuroh),

MAPPA DEGLi INDiRIZZI UTili

Le domande sono tame: come faccio il calcolare il peso tiscale su! mio cio pensione e fare delle stime sulla convenienza o meno del 'l't'r in busta paga~ Mi conviene () no spostarmi in un aliTO fondo o pip,' E soprattutto, dove trovo tutte le informazioni?

Su questo giornale c sul sito web (www.so!c2/,OI'c.coll1)visono moto­ri di calcolo per elaborare stime di pensione c tassazi.oni annesse. Ci so­no poi due strutture di emanazione pubblica che forniscono informazio'

DOVE TROVARE Il.E INfORMAZIONI

Covip La COVIIJ è i'authority di Vigilanza dei fondi pensione, Sul suo SI lo (wwVicovip,it) c'è la gUida pr allea ai fondi e pip, che In maniera chiara e con GJSI pratiCI, consente di capire i vantaggi Ce I difetti) di ciascun strumento previdenziale, Attualmente è 111 fase di aggiornamento la parte fis('ale dopo i vovvedimentl del governo Remi

Mefop la società di pl'orrlOZ10ne dei

fondi pensione: il 500/0 fa capo ai rrrrnistcro dcll'economia, Sul Sito WWW.IT1C.fop.it. oltre ili dati

pJtl'imonl. Iscritti e invC'stlrnenti eli fonell e pip, sono presenti anche informaZioni fiscali giuridiche

Assofomlipl!l1skme l'associazione del fondi

pensione negozlall, Sul Sito www,clssofonolpellslone.1L seno IJlcesenti Jlcune risposte rr::dat!vc al frequcFlll queSiti post' dagli iSCrittI, Inoltre Inl0rl11aZIOll1 SI trovano SUI Sltl

web del singoli fondi penSione negoziaI!

Data

Pagina

Foglio

14-03-2015 9 1

ni. agli iscritti alla previclenza inte­grativa o a chi vorrebbe iscriversi: sul sito web della C:ovip,lacommissiollC di vigilanza dei fondi pensione (www.cOI·ip.it). vi è un'ottima guida pratica che spiega le differenze fra i diversi strumenti cii previdenza complementare; allllomento è in fil"

se di aggiornamento la sezione della guida che si occupa clelia parte fisca­le. Esempi di CJsi concreti, per chi vuole informarsi, sono presenti poi sul sito wcb di Mefop, società per lo sviluppo della previdenza integrati va, che fa capo peril So~!{, al ministero clell'Economia; in particolare all'in, dirizzo http://biLly /lNKte51 si tro vano Ire casi pratici per chi voglia va­lutare la convenienza o meno del Hl' in busta paga,

I QMIESI'TI m MSGfOlllml'EIISIONIE

Infine informazioni si Irovano sul si·· ro web di Assofondipensione, asso' ciazione dei fondi negozia I i (v\ww.assofo!ldipensione.il), ch(' l1a lanciato una campagna di imornu' zionc via internet, Da ultimo anche sui siti di molti t'ami i pensione, sono siale el:Jborak ciliare risposte ai qucsiti più frequenti posti dagli iscrit ti, Gli. indirizzi dei fondi si trol'Cl­!losui siti eli \lefop e C:ovip. Buona in, formazione

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