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Rassegna Stampa di sab. 28 feb. dom. 1e lun 2 marzo 2015 SNALS / CONFSAL Testate on line 02/03/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB Il Cittadino (Lodi) 02/03/2015 LIBERA UNIVERSITA', AL VIA IL 16 MARZO CON UN EVENTO SULLA CAMPAGNA LA SICILIA 02/03/2015 ELEZIONI RSU AMMINISTRATIVI SI VOTERA' PER TRE GIORNI Il Giornale di Vicenza 01/03/2015 "PIU' STORIA E ARTE ALLE PROFESSIONALI CI PARE UNA FOLLIA" La Nazione - Ed. Pistoia 01/03/2015 PRECARIA VINCE RICORSO CONTRO LO STATO DOVRA' RISARCIRLA E INTEGRARLE LO STIPENDIO La Nuova Sardegna - Ed. Oristano/Oristano Provincia 01/03/2015 PREMIO PER INSEGNANTI E FORZE DELL'ORDINE Liberta' 01/03/2015 APRE L'UNIVERSITA' DELLA BASSA Messaggero Veneto - ed. Pordenone 01/03/2015 SCUOLA, SFIDA PER LE RSU IN 42 ISTITUTI Corriere di Rieti e della Sabina 28/02/2015 "BUONA SCUOLA, PIU' OMBRE CHE LUCI Il Cittadino (Lodi) 28/02/2015 APPUNTAMENTI- AI NASTRI DI PARTENZA LA LIBERA UNIVERSITA' Corriere Adriatico 02/03/2015 "RESTIAMO FERMI SULLA NOSTRA POSIZIONE IL DEPOSITO FERROVIARIO DEVE RESTARE QUI" Il Centro - Ed. Chieti 02/03/2015 FUNZIONE PUBBLICA, TUTTI AL VOTO Il Mattino - Ed. Benevento 02/03/2015 "MOBILITA' NEGATA", LA RICETTA DEL M5S: NO SOLDI SOLO A NAPOLI L'Unione Sarda 01/03/2015 LIRICO, NIENTE STIPENDI Agi.it 28/02/2015 TEATRO LIRICO CAGLIARI: SINDACATI IN ALLARME, STATO AGITAZIONE La Sicilia - Ed. Caltanissetta/Gela 28/02/2015 IN BREVE - CONFSAL UNSA GIUSTIZIA PRESENTATE LE LISTE PER LE ELEZIONI RSU Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 01/03/2015 ARRIVA LA PAGELLA PER GLI INSEGNANTI SPAZIO A 180MILA NUOVE CATTEDRE il Sole 24 Ore 01/03/2015 BONUS AI DOCENTI MERITEVOLI E INDENNIZZI RIDOTTI PER TUTTI il Sole 24 Ore 01/03/2015 CURRICULUM FLESSIBILE ALLE SUPERIORI POTENZIATE ARTE, MUSICA E INGLESE il Sole 24 Ore 01/03/2015 PIU' AUTONOMIA SUGLI ORGANICI E MENO ONERI PER I DIRIGENTI SCOLASTICI il Sole 24 Ore 28/02/2015 INDENNIZZO A META' PER I PRECARI Corriere della Sera 02/03/2015 BENEDIZIONE AGLI STUDENTI NELL'ISTITUTO DEL NIPOTE DI PRODI I GENITORI RICORRONO AL TAR Corriere della Sera 02/03/2015 SCUOLA, DETRAZIONI PER LE PRIVATE IL NODO DEI 30 MILA PRECARI ESCLUSI Corriere della Sera 01/03/2015 GENITORI E FIGLI: I MODULI DI ISCRIZIONE A SCUOLA- INTERVENTI E REPLICHE CorrierEconomia (Corriere della Sera) 02/03/2015 WEB SOLDI PER LA SCUOLA? COLLETTA ONLINE

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Rassegna Stampa di sab. 28 feb. dom. 1e lun 2 marzo 2015

SNALS / CONFSAL Testate on line 02/03/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB Il Cittadino (Lodi) 02/03/2015 LIBERA UNIVERSITA', AL VIA IL 16 MARZO CON UN EVENTO

SULLA CAMPAGNA LA SICILIA 02/03/2015 ELEZIONI RSU AMMINISTRATIVI SI VOTERA' PER TRE GIORNI Il Giornale di Vicenza 01/03/2015 "PIU' STORIA E ARTE ALLE PROFESSIONALI CI PARE UNA FOLLIA" La Nazione - Ed. Pistoia 01/03/2015 PRECARIA VINCE RICORSO CONTRO LO STATO DOVRA'

RISARCIRLA E INTEGRARLE LO STIPENDIO La Nuova Sardegna - Ed. Oristano/Oristano Provincia

01/03/2015 PREMIO PER INSEGNANTI E FORZE DELL'ORDINE

Liberta' 01/03/2015 APRE L'UNIVERSITA' DELLA BASSA Messaggero Veneto - ed. Pordenone

01/03/2015 SCUOLA, SFIDA PER LE RSU IN 42 ISTITUTI

Corriere di Rieti e della Sabina 28/02/2015 "BUONA SCUOLA, PIU' OMBRE CHE LUCI Il Cittadino (Lodi) 28/02/2015 APPUNTAMENTI- AI NASTRI DI PARTENZA LA LIBERA UNIVERSITA' Corriere Adriatico 02/03/2015 "RESTIAMO FERMI SULLA NOSTRA POSIZIONE IL DEPOSITO

FERROVIARIO DEVE RESTARE QUI" Il Centro - Ed. Chieti 02/03/2015 FUNZIONE PUBBLICA, TUTTI AL VOTO Il Mattino - Ed. Benevento 02/03/2015 "MOBILITA' NEGATA", LA RICETTA DEL M5S: NO SOLDI SOLO A

NAPOLI L'Unione Sarda 01/03/2015 LIRICO, NIENTE STIPENDI Agi.it 28/02/2015 TEATRO LIRICO CAGLIARI: SINDACATI IN ALLARME, STATO

AGITAZIONE La Sicilia - Ed. Caltanissetta/Gela

28/02/2015 IN BREVE - CONFSAL UNSA GIUSTIZIA PRESENTATE LE LISTE PER LE ELEZIONI RSU

Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 01/03/2015 ARRIVA LA PAGELLA PER GLI INSEGNANTI SPAZIO A 180MILA

NUOVE CATTEDRE il Sole 24 Ore 01/03/2015 BONUS AI DOCENTI MERITEVOLI E INDENNIZZI RIDOTTI PER TUTTI il Sole 24 Ore 01/03/2015 CURRICULUM FLESSIBILE ALLE SUPERIORI POTENZIATE ARTE,

MUSICA E INGLESE il Sole 24 Ore 01/03/2015 PIU' AUTONOMIA SUGLI ORGANICI E MENO ONERI PER I

DIRIGENTI SCOLASTICI il Sole 24 Ore 28/02/2015 INDENNIZZO A META' PER I PRECARI Corriere della Sera 02/03/2015 BENEDIZIONE AGLI STUDENTI NELL'ISTITUTO DEL NIPOTE DI

PRODI I GENITORI RICORRONO AL TAR Corriere della Sera 02/03/2015 SCUOLA, DETRAZIONI PER LE PRIVATE IL NODO DEI 30 MILA

PRECARI ESCLUSI Corriere della Sera 01/03/2015 GENITORI E FIGLI: I MODULI DI ISCRIZIONE A SCUOLA-

INTERVENTI E REPLICHE CorrierEconomia (Corriere della Sera)

02/03/2015 WEB SOLDI PER LA SCUOLA? COLLETTA ONLINE

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la Repubblica 02/03/2015 "MENO TASSE PER CHI VA ALLE PARITARIE". E' BATTAGLIA la Repubblica 02/03/2015 Int. a G.Fioroni: "ALLA MATERNA POSTI INSUFFICIENTI GIUSTO

INCENTIVARE LE PRIVATE" la Repubblica 02/03/2015 Int. a P.Civati: "PIU' RISORSE AGLI ISTITUTI PIBBLICI COSI' SI

AIUTANO LE FAMIGLIE" la Repubblica 28/02/2015 SCUOLA, MAXI-CONCORSO DOPO LE ASSUNZIONI "IN

CATTEDRA IN 180MILA" Affari&Finanza (la Repubblica) 02/03/2015 L'ART. 9 DELLA COSTITUZIONE SPIEGATO AGLI STUDENTI Italia Oggi 28/02/2015 LA SCUOLA ASSUME UN PO' MENO il Messaggero 02/03/2015 IL PAESE SI CAMBIA MIGLIORANDO LA SCUOLA il Messaggero 02/03/2015 SCUOLA, DOMANI LA RIFORMA DEL GOVERNO APPELLO DI 44

DEPUTATI PER LE PARITARIE Avvenire 01/03/2015 "SCUOLA, SALVARE IL PLURALISMO" Avvenire 01/03/2015 PARITARIE, CONTO ALLA ROVESCIA FISM: MEGLIO PIU'

STRUMENTI Il Fatto Quotidiano 02/03/2015 SCUOLE, 8 SU DIECI A RISCHIO CHIUSURA il Sole 24 Ore 02/03/2015 BUSINESS INTELLIGENTE IN ALTO APPRENDISTATO il Sole 24 Ore 02/03/2015 LARGO AI MANAGER PER ARTE E CULTURA il Sole 24 Ore 02/03/2015 LE BIOTECH FANNO POSTO AI LAUREATI Corriere della Sera 28/02/2015 INTERVENTI & REPLICHE - GEOFISICA: STUDIO A RISCHIO

ESTINZIONE la Stampa 28/02/2015 NASCE UN'UNIVERSITA' ISLAMICA "E' L'EQUIVALENTE DELLA

CATTOLICA" il Mattino 28/02/2015 CONSERVAZIONE E INNOVAZIONE, QUALE DESTINO PER I

CENTRI STORICI il Sole 24 Ore 28/02/2015 PANORAMA - SCUOLA, INDENNIZZO A META' PER I PRECARI Avvenire 28/02/2015 CULTURA DELL'INCONTRO GLI ATENEI ROMANI RIUNITI IN

VICARIATO+++ Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 02/03/2015 CUMULO TRA BONUS, VANTAGGIO DOPPIO il Sole 24 Ore 02/03/2015 CUMULO DI SANZIONI PER LA RETRIBUZIONE "FUORI BUSTA" il Sole 24 Ore 02/03/2015 PART TIME, L'INSIDIA DELLE ORE EXTRA il Sole 24 Ore 01/03/2015 ANCHE CGIL, CISL E UIL ALL'ATTACCOSULLE PENSIONI il Sole 24 Ore 01/03/2015 TFR IN BUSTA PAGA PRONTO AL VIA Corriere della Sera 01/03/2015 PARTE IL TFR IN BUSTA PAGA (MA PIANO) CorrierEconomia (Corriere della Sera)

02/03/2015 IL ROMPICAPO "DEFLAZIONE" PER SBLOCCARE I CONTRATTI

la Repubblica 02/03/2015 DA RIFORMA E LEGGE STABILITA' 8000 NUOVI POSTI NEL PRIMO TRIMESTRE

la Repubblica 01/03/2015 I SINDACATI:"ETA' PENSIONABILE PIU' FLESSIBILE" la Repubblica 01/03/2015 LIQUIDAZIONE IN BUSTA PAGA DEBUTTO CON POCHE

RICHIESTE Italia Oggi 28/02/2015 IL JOBS ACT E' UN BEL PASSO AVANTI il Messaggero 01/03/2015 TFR, L'ORA DELLA SCELTA. MA C'E' IL RISCHIO FLOP Corriere della Sera 28/02/2015 SPREAD AI MINIMI, IL PIL TORNA A SALIRE Corriere della Sera 28/02/2015 RENZI RIUNISCE IL PD: NON CAMBIO LE RIFORME I BIG DELLA

SINISTRA DISERTANO E ATTACCANO Corriere della Sera 28/02/2015 ECCO IL FONDO "SALVA IMPRESE", UN MILIARDO E TETTO DI

DIECI ANNI la Repubblica 28/02/2015 RENZI, GELO CON LA SINISTRA "RIFORME IMMODIFICABILI"

CUPERLO: CI STAI IGNORANDO la Stampa 02/03/2015 SALVINI, ULTIMATUM A FORZA ITALIA

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Nigi, sulle assunzioni dei precari i nodi vengono al pettine Nigi, sulle assunzioni dei precari i nodi vengono al pettine E’ Marco Paolo Nigi, responsabile Snals, che a ridosso delle nuove Rsu riserva al Governo le parole più dure: “Stanno prendendo in giro un intero Paese con la propaganda della fine delle Gae e della rinascita concorsi. Decreto slitta perché non sanno cosa scriverci”. Segretario, la scorsa settimana avete incontrato il Ministro Giannini. Non è uscito nulla sui numeri della stabilizzazione? Quanti saranno, allora, i fortunati? “Niente da fare, il nostro incontro si è risolto con una bella risata. Si stanno rendendo conto che siamo alla resa dei conti, è passato il tempo della campagna elettorale e dei proclami”. I nodi, quindi, vengono tutti al pettine? “Proprio così. Gli annunci fatti finora sulla stabilizzazione dei 150.000 precari non hanno nessun fondamento, poiché tutti sappiamo che i posti vacanti e disponibili sono al massimo 80.000. Come si fa ad assumere personale in più su cattedre che non esistono?”. La risposta del Governo è l’Organico Funzionale per le supplenze, ma soprattutto per il potenziamento dell’offerta formativa. “Qui le ore passano e i numeri, però, diminuiscono. Prima erano 148.000, poi 130, poi 120. E’ evidente che si brancola nel buio. Sono molto molto scettico, l’Organico Funzionale poteva essere una risposta se si fossero tenute presenti anche le nostre indicazioni, visto che ne parliamo da anni”. Di quali indicazioni sta parlando? “E’ molto semplice, la nostra idea era che le scuole assumessero a tempo indeterminato il contingente necessario a coprire i posti realmente vacanti quell’anno, vincolandosi però a tenersi i docenti eventualmente in esubero per i successivi cinque per la copertura di supplenze e progetti”. In questo modo però le Gae non si sarebbero svuotate subito… “No, ma col tempo si sarebbero esaurite. Invece ha avuto la meglio la propaganda, il cui scopo era semplicemente far attecchire nella gente l’idea che questo Governo ha cancellato le graduatorie e ha reintrodotto i concorsi”. Di concorsi nella scuola si parla tanto, ma nei fatti? “Beh, i fatti li vediamo: sono solo annunci. Prendiamo il concorso per i dirigenti scolastici, sembrava cosa fatta e, invece, è continuamente rimandato mentre si fa gravare tutto sulle reggenze”.

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Su quale altro punto darete battaglia dopo l’elezione dei nuovi rappresentanti? “Sul rinnovo del contratto, fermo al 2009, e soprattutto sulla valorizzazione dell’anzianità, che è uno degli elementi maggiormente professionalizzanti nel nostro mestiere”. In realtà la gente vuol sentir parlare di valorizzazione del merito, non dell’anzianità. “Anche questo è frutto della propaganda. I due concetti non sono assolutamente in antitesi, nella maggioranza dei paesi europei all’anzianità corrisponde un coefficiente che incide positivamente sugli stipendi. Se però vogliamo parlare anche di merito, occorre distinguerlo dalla produttività, ma il Governo su questo mantiene una certa ambiguità. Non è detto che il docente che fa più ore di lezione sia anche più bravo. Nel suo caso possiamo parlare di lavoro straordinario, ma non certo di valorizzazione del merito individuale”.

28 febbraio 2015

Pistoia, risarcita insegnante precaria mai assunta Il giudice del lavoro le ha riconosciuto anche gli aumenti di stipendio derivanti dalla carriera. L'esultanza del sindacato Snals PISTOIA. Il giudice del lavoro di Pistoia ha condannato il Ministero della pubblica istruzione per aver danneggiato una docente precaria della scuola. La sentenza è resa nota dal sindacato autonomo Snals, che assisteva il ricorso dell'insegnante, con il patrocinio dell'avvocato Barbara Calicci. Grazie alla sentenza, alla donna è stato riconosciuto un risarcimento per essere stata tenuta in servizio continuativo per anni con un contratto a tempo determinato, in qualità di supplente, anziché essere assunta in ruolo per il posto che le veniva regolarmente riassegnato. L'insegnante si è vista riconoscere anche la progressione dello stipendio, così come avviene per il personale di ruolo, comprese tutte le maggiorazioni connesse. “Questa sentenza – dichiara il Segretario provinciale dello Snals-Confsal di Pistoia Domenico Dimilta – insieme alle molte altre che ormai prendono corpo in numerose province d’Italia, corroborate dalla recente analoga sentenza del Tribunale europeo, è importantissima anche perché evidenzia l’enorme abuso perpetrato dal Ministero dell’istruzione a tutto danno della scuola e del suo personale, per aver tenuto gran parte dei docenti e di tutti gli operatori della scuola in regime di illegittimità, nocivo tanto sotto l’aspetto materiale quanto sotto il profilo professionale. E’ necessario che al delirio dirigistico e burocratico che grava sulla scuola ormai da troppi anni subentrino criteri idonei a restituire all’insegnamento la funzione primaria e centrale che deve occupare nella scuola del nostro Paese, a meno che non la si voglia mantenere nella deriva involutiva da tempo in atto”

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01 Marzo 2015

Da martedì 3 marzo si rinnovano le Rsu, la novità sono i precari eleggibili Al voto circa un milione di lavoratori, docenti e Ata, per rinnovare le Rsu di oltre 8.400 istituti autonomi: quest’anno, per la prima volta, potranno essere votati anche i supplenti annuali, con contratto sino al 30 giugno o 31 agosto 2015. Patto di “desistenza” dei sindacati minori. Da martedì 3 a giovedì 5 marzo la scuola italiana chiama al voto circa un milione di lavoratori, docenti e Ata, per rinnovare le Rsu di oltre 8.400 istituti autonomi: quest’anno, per la prima volta, potranno essere votati anche i supplenti annuali, con contratto sino al 30 giugno o 31 agosto 2015, a seguito dellastorica sentenza della Corte di giustizia europea del 26 novembre scorso, che ha mandato in soffitta il principio di discriminazione tra il personale di ruolo e precario della scuola adottato per decenni in Italia con l’avallo dei sindacati tradizionali, ribandendo, nello specifico, quanto riconosciuto dalla direttiva 14/2002 e dalla sentenza della Corte Europea Association dé mediation 2014. A rendere nota la particolarità di quest’anno è l'Anief, l’unica organizzazione, per numeri di liste e deleghe, che potrebbe diventare rappresentativa a seguito delle votazioni di inizio marzo 2015. Per raggiungere questo obiettivo, il sindacato autonomo ricorda di aver “vinto tutti i ricorsi attivati, arrivando a costringere il Governo a stabilizzare 150mila precari della scuola nella prossima tornata di assunzioni, dovrà ottenere un voto su cinque nelle liste delle scuole dove è presente”: un risultato difficile, ma forse non più impossibile. Anche perché l’Anief potrà contare sull’alleanza con Unicobas e Usb, con cui è stato costituito un patto di “desistenza”, attraverso cui, riferisce il sindacato, “si vuole rompere il monopolio ventennale dei noti sindacati e tornare finalmente a tutelare i lavoratori”. “L’accordo prevede che nelle scuole dove non sia presente una lista Rsu Unicobas e Usb, i lavoratori sostengano le liste Anief: se invece sono presenti solo liste dei sindacati oggi rappresentativi, si chiede ai lavoratori di astenersi di assegnare il voto, perché si tratta di quelle organizzazioni che nell’ultimo ventennio sono state artefeci o perlomeno complici nel far perdere ai lavoratori della scuola quote sempre maggiori di salario, diritti e dignità lavorativa”. In occasione dell’ultimo rinnovo delle Rsu si impose la Flc-Cgil, con la Cisl Scuola e lo Snals in calo, la Uil Scuola e la Gilda in crescita. Le votazioni si concluderanno giovedì 5 marzo. Nei giorni a seguire i risultati.

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Mida invita ad un sit-in di protesta a Roma il 17 marzo Comunicato Mida - 17 Marzo 2015- Piazza Montecitorio- Ore 14,30 noi ci saremo, come sempre, a far sentire la nostra voce, a lottare per qualcosa che amiamo... MIDA PRECARI è un movimento giovane, combattivo, nato dall'unione spontanea di chi vive la scuola giorno ed ha il diritto ad avere delle certezze, un futuro, una prospettiva di vita serena. Solo compatti vinceremo le nostre battaglie, ed esser compatti non significa pensare allo stesso modo, significa avere un obiettivo comune pur partendo da posizioni differenti. Questa è la nostra forza, questo è il nostro orgoglio. MIDA non si schiera politicamente, è un movimento trasversale che racchiude tutte le anime dell'universo scuola, sappiamo dire grazie a chi ci appoggia, a chi segue le nostre battaglie e ci aiuta a render visibile la nostra “ storia”. Grazie quindi ad ANIEF che ci fornirà supporto logistico per il Sit-in, offrendo gratuitamente i mezzi si trasporto da tutta Italia e organizzando uno sciopero per la stessa data che ci permetterà maggior visibilità sui media nazionali favorendo anche i colleghi in servizio. Grazie ad ADIDA per la sana collaborazione intrapresa. Grazie al gruppo DAP per il supporto offertoci. Grazie al CDP Toscana. Non ultimo, grazie al gruppo MIDA SARDEGNA, che sta organizzando un presidio per il 17 Marzo presso il Palazzo della Regione a Cagliari dalle ore 9,00 alle ore 14,00. Invitiamo tutte le sigle sindacali a partecipare alla nostra manifestazione ed a metter per un giorno da parte le beghe e le divergenze. Non conta chi abbia promosso lo sciopero, non conta chi abbia organizzato la manifestazione, non ci sarà testa, non ci sarà coda, saremo uniti per la nostra scuola, per il nostro futuro. Invitiamo, dunque, CGIL, CISL, UIL, SNALS, GILDA, SAESE, ad unirsi a noi. Solo insieme portemo dare una scossa al sistema. INSIEME VINCEREMO...COME SEMPRE...NOI SIAMO MIDA!!! Vi aspettiamo numerosi a Roma.

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LA SICILIA

UNIVERSITÀ

Elezioni Rsu amministrativi . ' . . s1 votera per tre g1orn1 Da domani a giovedì 5, il personale tecnico­amministrativo dell'Università sarà chiamato alle urne per il rinnovo delle proprie rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) per il triennio 2015-18. In questa tornata - alla quale sono interessati 1214 aventi diritto al voto - sono cinque le liste in competizione, secondo l'ordine indicato nella scheda elettorale: Cisl Federazione Università, UilRua, Usb Pubblico Impiego, Flc Cgil, mml Fed. ~Università Cisapuni. Si possono esprimere fino a due preferenze nella lista prescelta. I cinque seggi (aule 2 e 4 del Palazzo Centrale dell'Università, aula 13 del Monastero dei Benedettini, sala consiglio "Prof. Orazio Tigano" del dipartimento di Matematica e Informatica, sala riunioni 1° piano dell'ex pad. 29 del presidio ospedaliero Gaspare Rodolico al Policlinico) resteranno aperti per le votazioni martedì 3 marzo dalle 14 alle 18,30; mercoledì 4 e giovedì 5 marzo, invece, dalle 8 alle 18,30. Gli elenchi degli aventi diritto al voto, suddivisi per seggio di appartenenza, sono consultabili sul sito internetwww.unict.it, nella pagina dedicata alle elezioni Rsu. Per recarsi a votare, il personale dell'Ateneo dovrà usufruire, in maniera autonoma, del permesso badge codice "2" assegnato per l'espletamento del servizio esterno. Le operazioni di scrutinio avranno luogo venerdì 6 marzo, a partire dalle 8.30.

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IL GIOBIALE DI VICENZA

SCUOLA. I presidi vicentini perplessi sulle novità della riforma

<<Più storia e arte alle professionali ci pare una follia>> F eltrin: assurdo inserire un'altra materia teorica Gaggino: attorno al decreto c'è molta confusione Zordan: serve per svuotare una classe di concorso

AnnaMadron

Tecnici e professionali più "umanistici''. È una delle novi­tà previste dal decreto di rifor­ma della scuola che mette l'ac­cento su alcune discipline de­stinate ad essere potenziate o afare illoro ingresso per la pri­ma volta nell'offerta formati­va di alcuni istituti. E se alle elementari sono la musica, l'in­glese e l'educazione fisica le materie che potrebbero subi­re un'accelerata, alle superiori spuntano la storia dell'arte e l'economia che andrebbero a gonfiare i curricola non solo dei licei, ma anche dei tecnici e professionali.

«Arte nei professionali? Non scherziamo - interviene deci­so Antonio Feltrin, insegnan­te di diritto nei professionali-. Sarebbe assurdo introdurre un'altra materia teorica oltre a quelle che già fanno parte del piano di studi. Basta pensa­re che in prima uno studente del professionale si ritrova con due ore di fisica, due di chi­mica, due di diritto, due di scienze della terra, solo per ci­tare alcune delle discipline teo­riche con le quali si devono mi-

Andrebbero potenziate le discipline tecniche già dal primo anno DORIANOZORDAN SINDACATO 5NAL5

surare ragazzi che nella mag­gior parte dei casi rivelano scarse capacità cognitive, pro­blemi enormi di motivazione e nessuna vocazionearimane­re sui libri. Sarebbe stato più sensato tornare alla vecchia qualifica triennale, quella che fino al 2010 si conseguiva ne­gli istituti professionali statali dopo tre anni di frequenza e che dava la possibilità di entra­re nel mondo del lavoro a chi non aveva voglia di completa­re il percorso quinquennale. Ora la qualifica è appannag­gio delle Regioni e dei centri di formazione professionale ma non è la stessa cosa».

Quanto all'offerta formativa dei professionali, «meno teo­ria e più laboratori, almeno i primi due anni, quando c'è an­cora molta immaturità», pro­pone l'insegnante che spezza invece una lancia a favore del diritto.

«Chi frequenta un professio­nale non può non avere un mi­nimo di conoscenze economi­che per rapportarsi con il mer­cato: i ragazzi arrivano in pri­ma superiore che non sanno nemmeno cos'è un conto cor­rente, per non parlare dello spread, argomento totalmen­te sconosciuto».

Perplessità su una possibile moltiplicazione di discipline anche da parte di Lorenzo Gag­gino, dirigente del tecnico in­dustriale Rossi e presidentere­gionale dell'Anp, l'Associazio­ne nazionale presidi.

«La verità è che intorno a questo decreto c'è ancora mol­ta confusione e i contenuti non sono stati sufficientemen­te illustrati - dice - di conse­guenza non sappiamo se si ag­giungeranno nuove materie che in ogni caso andrebbero introdotte seguendo criteri precisi, non come è stato fatto con la geografia».

Strappata dall'offerta forma­tiva dall'ex ministro Gelmini, la geografia è stata reintrodot­ta per un anno e per un'ora a settimana nei tecnici e profes­sionali con un decreto firmato dall'attuale ministro Gianni­ni. «Cisonoscuolecomelano­stra che l'hanno inserita in pri­ma, altre in seconda- riprende Gaggino - il paradosso è che se un alunno del Rossi dopo il pri­mo anno si trasferisce e sce­glie un istituto dove la geogra­fia si studia in seconda, la ma­teria verrà svolta due volte. Ma si verifica anche la situazio­ne opposta: chinonl'hastudia-

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ta in prima e passa ad un istitu­to dove invece è stata inserita dovrà sostenere un esame inte­grativo».

«Altrochestoriadell'arte-in­terviene il segretario provin­ciale rmm:ml Doriano Zordan -nei professionali andrebbero potenziate le materie tecniche e i laboratori già a partire dal­la prima lasciando semmai le materie umanistiche alla fine del percorso, quando i ragazzi hanno acquisito una maggio­re maturità. Un'operazione di questo genere oltre a fornire al mercato del lavoro figure ne­cessarie al manifatturiero, of­frirebbe una risposta più inci­siva ad una dispersione scola­stica dalle proporzioni preoc­cupanti».

Per il sindacalista l'operazio­ne "Buona Scuola" si traduce soltanto in un adeguamento degli ordinamenti scolastici per assumere docenti che altri­menti resterebbero senza lavo­ro.

«Storia dell'arte - conclude Zordan - è una di quelle classi di concorso che straripano e per la quale il governo ha pen­sato bene di creare cattedre au­mentando le ore nelle scuole. Ma non è questa la logica con cui costruire una buona rifor­ma».•

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Data 01-03-2015 Pagina 5 Foglio 1

Precaria vince ricorso contro lo Stato Dovrà risarcirla e integrarle lo stipendio Prima sentenza del genere emessa dal, giudice del lavoro a Pistoia NON SARÀ assunta a tempo indetetmi­nato, almeno secondo questa sentenza, resta comunque la plima docente preca­ria della provincia di Pistoia alla quale il tti bunale del lavoro tfronosce i ditini del personale tfocen te di mo lo. Può esse­re considerato <1storic:o» perii nosnu ter­rito1io il pronunciamento, avvenuto qualche giorno fa, da patte del giudice del lavorn pistoiese. Per la ptima volta il l'icorso dì tm insegnante precario nej confmllli del Mìnistero dell'istruzione viene li ro nosciuto anche nella nostra provinci<t A renderlo noto è il sindacato i1i1JD sindacato nazionale autonomo la­vorato li scuola la cui sede a Pistoia è in via J\.1acallè. In pratica il I'viinistero della Pubblica istruzione è stato condannato per aver danneggiato la docente precaria in questione. Si tratta cli un'insegnante che lavora alla scuola media Cino da Pi­stoia. Il giudice le ba riconosciuto un ri­sarcimento per il servizio continuativo per am1i con un contratto a tempo deter­minato (circa 6 mesi cli stipendio), ìn

quali là !li supplente, anziché assumerla in molo sul posto che reiteratamente le assegnava. La docente, inoltre, dovrà Ii­cevere una progressione stipendiale in caniern, così come avviene per il perso­nale di ruolo e, infine, le ma~giorazioni stipendiali arretrare, rnn relativi interes­si legali, derivan tì dall 'applì razione del-

La docente da anni insegna alle medie Cino come suppi.ente a tempo determinato

la progressione sii pendia le a tu ttj i servi­zi di insegnamento sino ad og,gì prestalL Il procedimento è stato sostenmo dal sin­dacato munite il patrocinio legale dell'avvocato Barbara Calicd di Mon­smumano Tenne .. Sono 40 i docenti rap­presentati dalloilil.'llche hanno presen­tato ricorso per la loro posizione, due at­tualmente i ii corsi collettivi in corso

ognuno dei quali copre 20 posizioni. L'insegnante delle Cino, arrivata per ul­tima nel 20B, ha dovuto procedere sin­golannen te, per questo è li usci la ad ani­vare ad un esito., in soli due mmi. «Questa sentenza~ ha dichiarato in una nota il segretalio prnvinciale dello Snals-ConfuaJ, Domenico Dimilta in­sieme alle molte altre che ormai prendo­no corvo in Italia, corroborale dalla re­cente analoga sentenza del Trì bunale eu­ropeo, è importantissima perché eviden­zia l'enonne abuso pe11)etrnto dal Mini­stero clell'istmzione a tutto danno della scuola e del suo personale}).

NEL TERRITORIO, lo ricordiamo, so­no ce mi naia ì ti corsi presenta ti in questi anni dai docenti precali della provincia che ogni anno vengono assunti a tempo cletemtinato come supplenti. Proptio la Cisl, lo ricordiamo, solo qualche giorno fa, ha fatto sapere che la p1ima sentenza del ceotinaio dì 1icorsi attivati dovrebbe anivare nel mese dì marzo.

Michela Monti

VITTGRIA Centinaia i ricorù nal territorio. In alto asinilitn Domenico Dimllta

PRIMO PRONUNCIAMENTO DEL GIUDICE DEL LAVORO SUL PRECARIATO NELLA SCUOLA VINCE UNA DOCENTE DELLE MEDIE

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Data 01-03-2015 Pagina 19 Foglio 1

GHILARZA

Premio per insegnanti e forze dell'ordine GHILARZA

A chi fa del proprio lavoro una missione e a chi spende la pro­pria esistenza al servizio del prossimo senza cercare la ri­balta, l'associazione culturale Più Sardegna dedica una gior­nata sotto i riflettori. Dopo un anno sabbatico torna "Una vi­ta per la scuola e una vita per gli altri", manifestazione che premia l'abnegazione degli educatori deputati alla forma­zione dei giovani, l'impegno ci­vile e sociale dei cittadini.

La seconda edizione dell'ini-ziativa, che Più Sardegnf:mi{ifia­nizza in tandem con lo • di Oristano e il Comune di Ghilar-

za, si svolgerà il 7 marzo alle 9.30 nell'auditorium Aldo Mo­ro. La cerimonia si aprirà con la consegna delle targhe a una sessantina di ex insegnanti del­le scuole della provincia anda­ti in pensione negli ultimi due anni. «È un segno di ricono­scenza e di gratitudine che si vuole esprimere nei confronti dei docenti per il servizio pre­stato nel corso della loro car­riera e per il carattere sociale dell'insegnamento», ha spiega­to il presidente Mario Dirub­bo, che per il secondo filone ha pensato ai corpi di polizia, di protezione civile e di salva­guardia ambientale che opera­no nel territorio del Guilcier.

Dopo il riconoscimento as­segnato a Palmerio Sanna, di­rettore didattico e storico pre­sidente della Caritas ghilarze­se, l'onorificenza "Una vita per gli altri" sarà conferita alla Compagnia dell'Arma dei cara -binieri di Ghilarza, allo Squa­drone eliportato dei Cacciato­ri di Sardegna, al Caip di Abba­santa, alla compagnia barra­cellare, ai vigili del fuoco, ai vi­gili urbani e al Corpo forestale della stazione di Ghilarza. «Tu­telano queste comunità e vigi­lano sulla loro sicurezza man -tenendo la legalità nel territo­rio», ha dichiarato Mario Di­rubbo motivando le ragioni della scelta. (mac)

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CORRIER IETI Data 28-02-2015 Pagina 8 Foglio 1

Lo Snals-CorifSal ne ha parlato in un convegno all'Alberghiero

"Buona scuola, più ombre che luci' RIETI

Si è svolto presso l'aula magna dell'istituto alberghiero il convegno sulla "buona scuo­la" e le prospettive che ne deriveranno al prossimo disegno di legge delega che il Go­verno si accinge ad emanare il 3 marzo. L'in­contro, organizzato dalla segreteria provin­ciale m:m Rieti in collaborazione con la segreteria regionale e il centro di formazio­ne Confsalform, ha visto la partecipazione del professor Franco Galgano (presidente commissione orizzontale Cnpi). L'iniziativa, autorizzata e riconosciuta dal Ministero, ha visto la partecipazione atten­ta e attiva di oltre 200 partecipanti. "Losco­po dell'incontro - ha detto il segretario pro­vinciale Luciano Isceri - è quello di cercare di anticipare i contenuti di un provvedimen­to legislativo già annunciato da oltre due mesi e che continua a subire ulteriori ritar­di. Lo m:m ha inteso ribadire la propria netta e chiara posizione riguardo merito, precariato, contratto di lavoro, organici per­sonale docente e Ata". "Ha inoltre inteso rimarcare la propria per­plessità sull'applicazione riguardo la tanto attesa immissione in ruolo dei docenti inse­riti nella graduatorie ad esaurimento (Gae ), fatto che, pur ritenendolo auspicabi-

le, finirebbe per lasciare comunque fuori al­tri 15/20mila docenti abilitati nei vari per­corsi formativi universitari, non inseriti nel­le Gae e per i quali va trovata giusta soluzio­ne". Nel corso dell'incontro si è sviluppato un dibattito costruttivo che ha riaffermato, an­cora una volta, che la cosiddetta "scuola reale" non è in linea con quanto continua ad affermare sia il ministro della pubblica istruzione che il presidente del Consiglio ri­guardo una ipotetica condivisione da parte del personale scolastico di linee program­matiche "frutto di un sondaggio online al quale ha risposto un numero di persone (personale scolastico e cittadini) assoluta­mente non significativo". "Attendiamo con ansia di leggere il disegno di legge preannunciato, che sarà oggetto di una valutazione approfondita ed immedia­ta da parte degli organi collegiali del sinda­cato e della valutazione della categoria at­traverso ulteriori consultazioni. In sostanza - ha concluso il segretario dello Snals-Conf­mll- sulla 'buona scuola' ci sono più ombre che luci e mentre sulle prime riteniamo di poterle ritenere certezze, sulle seconde atten­diamo fatti concreti". ~

r. r.

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il Centro CHIETI CRONACA

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Funzione pubblica, tutti al voto Da domani il rinnovo delle Rsu, fari puntati sull'Università e il caso dei Celi

Al via domani la tre giorni elet­torale per rinnovare le rappre­sentanze unitarie tra i lavora­tori del pubblico impiego. In provincia di Chieti si vota in tutte le pubbliche amministra­zioni, in tutte le 60 scuole pre­senti sul territorio e all'univer­sità "d'Annunzio". Impegnati tutti i sindacati, con in prima fila Cgil, Cisl e Uil che da sem -pre ottengono le maggiori per­centuali di consensi. «Per quanto riguarda solo il mondo della scuola e dell'università", ha detto il segretario provincia -le Flc Cgil, Lorenzo Di Lecce, «la Federazione lavoratori del­la conoscenza della Cgil è risul-

tata prima alle elezioni del 2012 in provincia di Chieti, con il 26% dei consensi». La battaglia più dura, però, è quel­la che si combatterà all'inter­no dell'ateneo dannunziano. Sia perché il personale univer­sitario è da mesi sceso in stato di agitazione, sia perché tra i sindacati non c'è una posizio­ne univoca nei confronti della direzione dell'ateneo che ha provocato lo stato di agitazio­ne. C'è chi, infatti, ha deciso di adottare una linea più dura (e la Cgil è fra questi, assieme a Cisl, Uil e Csa Cisal) e chi ha deciso per una bosizione più morbida (U gl eìl'i111r!'ll Cisa -punì). Tra gli argomenti più caldi c'è quello del contratto

Tiziano zuccarini dell' Ad su

dei Cel (collaboratori ed esper­ti linguistici). Mentre i sindaca­ti più duri contro le decisione

imposte dal direttore genera­le, Filippo Del Vecchio, sono scesi subito in difesa di questa -icolare categoria, U gl e

1 $11 Cisapuni hanno adot­tato posizioni diverse. Quella che ha fatto maggiore scalpore è stata del candidato Ugl, Co­stantino Tiziano Zuccarini, che è anche presidente dell' Adsu, l'azienda per il dirit­to allo studio. Zuccarini sulla questione del taglio salariale imposto ai Cel ha detto senza mezzi termini che «i Cel lavora -no un terzo di quanto lavora il resto dei dipendenti ma gua­dagna quanto guadagnano tut­ti gli altri dipendenti». Si è capi­to che Zuccarini non farà bat­taglie a favore dei Cel. (a.i.)

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Il Sole?]{! mmrn Data 01-03-2015 Pagina 5 Foglio 1

Arriva la pagella per gli insegnanti Spazio a 180mila nuove cattedre

ira e rigira il cuore della «Buona Scuola» restano gli ìnsegnanti.Siaperilmaxi-

reclutamento in due tempi di i8omila docenti sia per l'introdu­zione di un primo (timido) per­corso di carriera basato sulla sostituzione degli scatti di anzia­nità con il tris "anni di servizio­merito-funzioni aggiuntive".

Partiamodaqui.Facendouna premessa: l'ultima parola sulla nuova progressione economica dei professori spetterà al contratto collettivo per il comparto Scuola da sottoscrivere il 3Iiuglio 2015. Altrimenti varrà la ripartizione prevista nel decreto. E cioè 30% attribuito all'intero copro docente sulla base dell'anzianità spettante all'interno e 70% ripartito secon­do criteri meritevoli (incluso il 10% di bonus legato ai compiti aggiuntivi di «mentore» e di «staffoesaminatiquiaccanto).

Il merito verrà pesato dai nuclei interni di valutazione (Niv )che aggiorneranno ogni tre anni la "pagella" degliìnsegnanti, basata sui crediti didattici, formativi e professionali.I primiriguarderan­no la rilevazione delle attività di ìnsegnamentoel'analisidella documentazione prodotta dal

docente, sentiti studenti e famiglie; isecondimisureranno il raggiungi­mento degli obiettivi dellaforma­zione inservizio e l'attività di ricerca; i terzi testeranno il conse­guimento degli obiettivi di miglio­ramento dellascuolarilevati dal Sistema nazionale di valutazione che è partito quest'anno e che potrebbe subire una messa a punto (su cui si veda altro articolo in pagina) oconilDloconilDdl.

A proposito di formazione la bozza di decreto ne prevede due tipi. Unaobbligatoriapertuttiche potrà contare su uno stanziamen­to a regime di4o milioni e sarà articolata su piani nazionali triennali, piani di miglioramento delle scuole ed esigenze dei singoli prof.Peril2015/2016 vengono già indicate tre priorità: innovazione,competenzelingui­stiche e inclusione scolastica.Ne! testo c'è spaziqperun altro genere

uo Prima tranche Spazio a 105mila iscritti alle Gae e lSmila di seconda fascia

diformaz.ioneinservizio,stavolta limitata ai docenti delle classi in cui sono presenti alunni con disabilità.

E veniamo al tema più "sensibi­le" per i professori italiani: il maxi-piano da18omila assunzioni che partirà a settembre e si con­cluderànel2019. Di questicirca uomilasarannoassuntiil1° settembre 2015 per coprire i posti scoperti e i nuovi posti creati sull'organico dell'autonomia (che potrebbe partire però solo dal 2016/2017 ).All'interno di questo gruppo ci sarebbero, da un lato, 105mila tra iscritti alle graduatorie a esaurimento e idonei del con­corso Profumo che otterrebbero un contratto a tempo indetermi­nato e, dall'altro, 15mila apparte­nenti agli elenchi di circolo e di istituto che otterrebbero un'ulti­ma supplenza annuale. Conia garanzia di una corsia preferen­ziale nella nuova tornata contrat­tuale che sarà bandita a ottobre e riguarderà il periodo2016-2019. Per circa 75mila posti complessivi (inclusi i i5mi1a appena citati) che porterebbe così a18omilail "ma­gie number" dell'operazione-sta­bilizzazione.

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L'agenda del governo ISTRUZIONE

! Le ultime novità

1 Risarcimenti per i precari da 1,5 a 5 mensilità Alternanza estesa agli ordini professionali

Data 01-03-2015 Pagina 5 Foglio 1

Martedì in Consig1ìo dei ministri Tecnici al lavoro per sciogliere gli ultimi nodi su Istituto di valutazione e sgravi alle paritarie

Bonus ai docenti meritevoli e indennizzi ridotti per tutti Scuola, ultime limature al decreto -Delega ancora in alto mare Eugenio Bruno Claudio lucci ROMA

L'idea di premiare il merito contenuta nel pacchetto «Buona Scuola» passa anch.e da un bonus deho% peridocenticonfunzioni aggiuntive. Di «mentore» se col­legate alla didattica, di «staff» se incentrate su compiti organizza­tivi. A prevederlo è l'ultima boz­za del decreto buona scuola che avrebbe anche dimezzato il ri­sarcimento dagli eccessi di "pre­cariato". Il provvedimento è at­teso martedì in Consiglio dei mi-

SCUOLA2li

«Per gli specializzandi bando ad aprile e concorso a luglio»

Sul quotidiano «5cuola24» di domani il regolamento che cambia le procedure del nuovo concorso per le specializzazioni mediche

www.scuola24.ilsole24ore.com

nistriinsieme a un disegno di leg­ge delega che appare ancora in alto mare. Tant'è che al momen­to sarebbero definiti poco più dei titoli degli interventi. Tra cui scuola o-6 anni, govemance, abi­litazione, diritto allo studio, istruzione professionale e Its. Un capitolo quest'ultimo che in pre­cedenza era contenuto nel D 1.

In realtà l'osmosi tra i due te­sti potrebbe proseguire e inte­ressare, ad esempio, la nuova valutazione degli istituti scola­stici. Rinviando agli altri articoli in pagina per i dettagli delle va­rie misure, in questa sede con­viene soffermarsi sulle ultime modifiche. Di «mentore» e «Staff» si è detto. Ma un re­styling ha interessato anche gli indennizzi per i docenti che ne­gli ultimi 5 anni hanno stipulato contratti a termine oltre il tetto dei 36 mesi ribadito dalla sen­tenza della Corte Ue del 26 no­vembre. Nell'ultima release in­fattiil risarcimento sarebbe sce­so a i,5 mensilità minime e 5 mas­sime (anziché 2,5 e 10 ). Non solo per i neo-assunti, ma per tutti. A questo punto gli occhi vanno al preconsiglio di domani e, so­prattutto, al Cdm di martedì. Quando l'ultima parola spetterà al premier Matteo Renzi. Anche sul "nodo dei nodi": lo sgravio (fino a 4mila euro) sulle rette per i paritari. Una misura soste­nuta dal sottosegretario Gabrie­le Toccafondi (Ncd) e avversata da ampia parte del Pd.

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Curriculum flessibile alle superiori Potenziate arte, musica e ingl.ese I) iù inglese con l'introduzio­

ne, già a partire dalle prima­rie, dellametodologia Clii

(insegnamento in lingua straniera di una materia non linguistica): una pratica finora sperimentata alle superiori. La possibilità, nelle secondarie di secondo grado, di introdurre «insegnamenti opzio,­nali)), a scelta degli alunni, o «corsi facoltativi», per ampliare l'offerta formativa. Si punta a realizzare anche «il curriculum dello studente)) per racchiudere la «storia scolastica» del ragazzo per orientare nel prosegui o degli studi o per accedere nel mondo dellavoro. Tutto il linkscuola-im­presasirafforza, con un irrobusti­mento dell'alternanza (da 70-80 ore ad almeno 400 negli ultimi tre anni degli istituti tecnici e pi:ofes­sionali) e si rende strutturale l'apprendistato per studenti (anche minorenni), superando la sperimentazione avviata da Maria Chiara Carrozza limitata al 2016 (i progetti in corso, come quellodiEnelchehaassunto150 studenti-apprendisti, prosegui­ranno frno a scadenza).

Sono diverse le novità previste nel decreto scuola a favore degli alunni. È, nei fatti, un'inversione di tendenza (attesa da anni) lascom-

messa sull'alternanza, che coinvol­gerà anche ilicei. Quilaformazio­ne on the job potrà essere di almeno 2ooore negli ultimi tre anni.Negli istituti tecnici e profes­sionali si potrà salire ad almeno 400 ore negli ultimi tre anni. Due mondi che iniziano a parlarsi. Gli istituti dovranno organizzare i corsidiformazioneinmateriadi tutela della salute e sicurezza nei luoghidilavoro;eperiragazziil periodo di alternanza sarà valoriz­zato all'esame di Stato (nella terza prova scritta). Si punterà pure sui «laboratori territoriali per l' occu­pabilità», partecipati da imprese, universitàemondodellaforma­zione professionale, con un investimento di40 milioni di euro.

Il provvedimento sdogana poi il «curriculum dello studente» con la mappatura di tutte le esperienze e le competenze acquisite dal ragazzo, anche extrascolastiche. Il "documento"

ore Alternanza scuola-lavoro L'obiettivo per gli ultimi tre anni di istituti tecnici e professionali

verrà valutato all'esame di Stato, in sede del colloquio orale. Si potenzierà la «carta dello studen­te)>, che potrà avere funzioni di pagamento, «attivabili su richie­sta dei soggetti esercenti la responsabilitàgenitoriale».

Dopo vari annunci, e qualche marciaindietro,siconcretizzanole norme cherafforzanoalcune materie. Noncisarannostravolgi­menti deicurricula (e degliordina­mentiscolastici)masolouna valorizzazione dell'autonomia scolastica.Cisaràunavalorizzazio­ne di musica ed educazione fisica «con particolareriguardoalla scuola primaria».L'inglese si potenzieràattraversolametodolo­gia Clii (servirà però formare benei maestrieidocenti).Siporteràla storia dell'arte (un paiod'orein più) intuttiiliceiapartiredalleprirne classi einalcuniindirizzi degli istituti tecnici e professionali Diritto, inteso come educazione alla cittadinanza, ed economia, intesa come alfabetizzazioneeconomico­finanziaria,sbarcherannonel primo biennio delle superiori (dove attualmentetaliinsegnamentinon sono previsti). Sirafforzanoinfinele competenze digitali a partire da logica e pensiero computazionale.

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Più autonomia sugli organici e meno oneri per i dirigenti scolastici e ambierà la gestione ammi­

nistrativo-contabile delle scuole O' esercizio fman­

ziario dovrà iniziare il 1° gennaio in armonia con la gestione del bilancio dello Stato). I presidi avrarmo meno oneri e più auto­nomia, anche per evitare la costituzione di "classi pollaio" (potrarmo, cioè, derogare ai limiti di legge per avere aule meno affollate). Viene rimpinguato, con 35 milioni di euro, il Fon do unico nazionale per la retribuzio­ne dei dirigenti scolastici; e dopo una serie di tentativi (andati sempre a vuoto) Invalsi e Indire verrarmo accorpatinell'Ipav (Istituto per l'autonomia e la valutazione scolastica, che dovrà decollare il 1° gennaio 2016).

Per scuole e dirigenti potreb­bero arrivare diverse novità con i provvedimenti attesi martedì sul tavolo del Consiglio dei ministri. Si punta a "sburocratizzare" l'attività del preside: tutte le competenze inmateriadi cessa­zioni del servizio, pratiche pensionistiche, trattamento di quiescenza e di previdenza, progressioni e ricostruzioni di carriera, liquidazione del Tfr, vengono trasferite, dal 1° settem-

bre 2015, agli Uffici scolastici regionali. Per gestire il surplus di lavoro gli Usr potrebbero conta­re su una quota del personale proveniente dalle province svuotate dalla legge Delrio. Inoltre, un decreto interministe­riale (Istruzione-Economia) cambierà la gestione ammini­strativo-contabile degli istituti, con l'obiettivo di una robusta semplificazione, «anche negli adempimenti nello svolgimento delle attività negoziali».

L'accorpamento di Invalsi e Indire potrebbe scivolare nel disegno di legge (fmo a ieri l'articolo era ancora contenuto nel decreto legge). L'obiettivo è quello di rafforzare l'autonomia del sistema nazionale di valuta­zione, che è appena decollato (a marzo le scuole dovrebbero iniziare la predisposizione dei rapporti di autovalutazione, da

3 Risorse aggiuntive Rimpinguato il Fondo unico per la retribuzione dei presidi

rendere pubblici a metà luglio­se non ci sararmo intoppi, come già accaduto nei mesi scorsi).

Il cambio di passo, forse più importante, è la valorizzazione dell'autonomia scolastica (la legge istitutiva è del 1997, ma finora è praticamente rimasta sulla carta). Si punterà sul «curri­culo della scuola» per il potenzia­mento dell'offerta formativa. Si promuoverarmo forme di flessi­bilità dell'autonomia didattica e organizzativa: ci potrà essere un adattamento del calendario scolastico e un potenziamento del tempo scuola «anche oltre i modelli e i quadri orari» (ma nei limiti del costituendo organico dell'autonomia).

Il Miur prova anche a rafforza­re il digitale, con un piano ad hoc e un investimento di 50 milioni. Si proverà a potenziare le infra­strutture di rete, sentite le Regio­ni, con particolare riferimento alla connettività e al wi-fi nelle scuole. Si implementerà pure la strumentazione e i processi di go ve mance del Miur. In pratica, tutti gli adempimenti dovrarmo essere sempre più online (e sempre meno cartacei).

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Data 28-02-2015 Il Sole?]{! mmrn Pagina 15

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La scuola che verrà D

Indennizzo a metà per i precari Risarcimento ridotto e anzianità bloccata per i neoassunti -Giannini: 180mila stabilizzazioni di Eugenio Bruno e Claudio lucci

Il governo va avanti sull'idea di risarcire i docenti dal "troppo precariato". Le ultime bozze del decreto «Buona Scuola» che sa­rà martedì sul tavolo del Consiglio dei mi­

nistri insieme a un Ddl delega contengono an­cora l'indennizzo per gli insegnanti che hanno stipulatocontrattia tetmine superioria36mesi. Con una novità però: il ristoro verrebbe dimez­zato pergliimmessiinruolo a partire dal1° set­tembre 2015. Tutto ciò mentre il ministro Stefa­nia Gianninihaquantificato in18omilaglistabi­lizzandi a partire dal 1° settembre. Ma sono nu­meri che meritano alcune precisazioni.

LE CIFRE DEL MINISTERO Il numero dei lavoratori stabilizzati sarebbe la somma tra i precari regolarizzati a settembre e gli "ingressi" di nùovi insegnanti conseguenti al concorso che sarà bandito a ottobre

Partiamo dalla propostadiristoro economi­co per i prof che hanno stipulato contratti di la­voro a tempo deterrn,inato oltre il tetto dei tre anni ribadito dalla sentenza della Corte di giu­stizia Uedelz6 novembre scorso (su cui si veda I1Sole24 Oredel24feb braio) .Perdareun taglio con il passato e "sterilizzare" le centinaia di ri­corsi pendenti in tutta Italia, ilMiur ha messo a punto un ristoro a geometria variabile: si parte da2,smensilità per chi ha lavorato da3 a5 anni; si sale a6 stipendi nel range 5-10 annie si arriva a 10 mesi di retribuzioni lorde oltre il decimo anno di precariato. Ma quanti sono gli aventi diritto? In realtà non è chiaro e anche la bozza del Dlnon aiuta più di tanto perché non contie­ne ancoralanormasullacoperturafinanziaria. Secondol.estime delMiur, ad aver lavorato più di tre anni nel periodo 2009-2014 sarebbero un migliaio di iscritti alle graduatorie a esauri­mento e altrettanti a quelle d'istituto.

Unamodificamessaa punto nelle ultime ore per fare quadrare i conti e ridurre l'esborso complessivo dimezzerebbe l'indennizzo per

gliassuntiatempoindeterminatoapartiredal1° settembre. Glistessisoggettinonsi vedrebbero poi conteggiati, «ai fini dell' anzianitàlavorativa e contributiva», i periodi di lavoro maturati in base ai contratti a termine .In pratica, un docen­te con 9 anni disupplenza (sempre "a termine") che beneficia della stabilizzazione prendereb­be,adomanda,unindennizzodi6mensilità.Ma non avrebbe aumenti fino alla maturazione del primo scatto(attualmente dopo 9 anni si sale di "gradone"). Non solo. La norma fa riferimento anche all'anzianità contributiva; il docente ne­oassunto si vedrebbe azzerata pure la contribu­zione finora versata. Seguendo di fatto la strada della "sterilizzazione" degli scatti che è stata percorsa anche con le immissioniinruolo dello scorso settembre. E sempre per non sforare le spese. Allora l'accordo fu siglato all'Aranda quasi tuttii sindacati e si decise di non conside­rare il primo "gradone" (o-8 anni). Risultato? Tuttiigliassunti2014dovrannoaspettare14an­ni per ricevere gli aumenti.

Sempre a proposito di cifre il ministro Gian­nini, durante il vertice di ieri al Nazareno con i parlamentaridelPd,haparlatodi«18omilainse­gnantiassuntiasettembre».lnrealtà,comepre­cisato da viale Trastevere, si tratterebbe della somma delle stabilizzazioni di precari previste asettembreedegli "ingressi" dinuoviinsegnan­ti conseguenti al nuovo concorso. Come antici­pato ieri su questo giornale alle 120 mila assun­zioni in rampa di lancio- di cui105mila tra Gae e idonei e vincitori della vecchia selezione "Pro­fumo" e altri15miladalle graduatorie d'istituto­si aggiungerebbero infatti i circa 6omila posti del concorso. Ma c'è anche un'ipotesi che il pri­mo gruppo scendaa10omila e il secondo salga a 8omila. Il nodo sarà sciolto solo martedì in Cdm. Fermo restando che i due gruppi non per forza sono sommabili; gran parte di quei i5mila assunti dagli elenchi d'istituto otterreb­be prima un contratto a termine per un altro an­noepoiuna "corsiapreferenziale"perilconcor­so che verrà bandito a ottobre e che coprirà l'in­tero arco di tempo 2016-2019. Allo stesso modo deiprofchesçmoiscrittiallegraduatorieaesau­rimento ma che non beneficeranno del piano straordinario di assunzioni perché lavorano su classi di concorso o in aree in "overbooking''.

~RIPflOJUZIONFRI'.:>ERVATI'>.

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L'IPOTESI PER LA SCUOLA

PRIVATE, SGRAVI FINO A 4 MILA EURO di Orsola Riva

opo mesi di gestazione, il decreto sulla Buona scuola

arriva domani in Consiglio dei ministri. E potrebbe contenere sgravi fino a 4 mila euro per chi iscrive i figli a scuole paritarie. Il tema divide il Pd. a pagina 22

Data 02-03-2015 Pagina 22 Foglio 1 / 2

Scuola, detrazioni per le private Il nodo dei 30 mila precari esclusi Nella bozza sgravi fiscali sulle rette fino a 4 mila euro. «Ma deciderà Renzi» ·- -_

di Orsola Riva

Il decreto sulla Buona Scuo­la, dopo mesi di travagliata ge­stazione, arriva domani sul ta­volo del Consiglio dei ministri. Il suo fulcro era e resta il piano di maxi-assunzioni annunciato a settembre scorso, ma negli ultimi giorni il ministro del­l'Istruzione Stefania Giannini (già segretario di Scelta civica, ora senatrice Pd) ha deciso di inserire un nuovo, spinosissi­mo, capitolo: quello delle de­trazioni - fino a 4.000 mila eu­ro - per le famiglie che iscri­vono i propri figli alle scuole paritarie. Materia politicamen­te assai delicata - basti pensa­re all'articolo 33 della Costitu­zione che riconosce il diritto di istituire scuole private purché senza oneri per lo Stato. Gli studenti sono sul piede di guerra e il Partito democratico si è, anche su questo, subito di­viso (una trentina di parlamen­tari ha deciso di strappare in

avanti, sottoscrivendo, insieme ad altri colleghi, da Rocco But­tiglione a Paola Binetti, una let­tera in favore pubblicata da Av­venire).

Spiega l'onorevole Simona Malpezzi, una delle firmatarie: «Sto ricevendo moltissime let -tere di protesta, ma il mio è un approccio laico. È stata la legge 62 del 2000 - ministro Berlin­guer - a stabilire che la scuola pubblica fosse un sistema inte­grato. La maggior parte delle paritarie sono scuole dell'in­fanzia (private e comunali, ndr) che suppliscono allo Stato for­nendo un servizio alle famiglie. Poi certo ci sono i diplomifici, a

cui va dichiarata guerra, e i tan­ti professori sottopagati che io invito a farsi avanti denuncian­do chi li sfrutta» (pagandoli una miseria in cambio del pun­teggio di servizio che serve loro pe.r risalire faticosamente le graduatorie, ndr).

La parola ora tocca a Matteo Renzi, sicuramente più tiepi­do, almeno in partenza, del ministro Giannini sulla que­stione. Spiega il sottosegreta­rio Gabriele Toccafondi (Ncd), pedina importante in questa partita che si gioca anche sul piano dei rapporti con il parti­to di Angelino Alfano: «Il no-

stro vuole essere un aiuto alle famiglie in difficoltà: un po' come già si fa per le rette dei nidi». Con la differenza che in quel caso il massimale è fissato a 650 euro, equivalenti a uno sconto fiscale di 120-150 euro, qui è molto di più. «Scrivere 4.000 euro è un esercizio disti­le - minimizza Toccafondi-. Se e solo se il premier ci darà l'òk, la parola poi passerà al Mef che dovrà trovare le coper­ture (per il mancato gettito, ndr). Mettiamo che metta a di­sposizione un fondo da 10, 20 o 30 milioni. In base a quello ver­rà ritarato il massimale che alla fine potrebbe non discostarsi molto da quelli dei nidi». Toc­cafondi si dice anche disponi­bile a restringere la platea dei beneficiari fissando un tetto al reddito. A conferma che la par­tita è tutta politica: il sasso è lanciato, ora partono le tratta­tive.

Quanto al cuore della Buona Scuola - il piano per stabiliz­zare i «precari storici» (circa 140 mila prof che giacciono nelle Gae, le graduatorie pro­vinciali chiuse dal 2007, anche da 10-15 anni e che ogni anno cambiano scuola con una rica­duta pesantissima sulla conti­nuità didattica) - anch'esso

ha subito importanti modifi­che. Dopo un complicato cen­simento, il ministero si è reso conto che le graduatorie non potranno essere svuotate inte­gralmente. Resteranno dentro le Gae (e fuori dal piano di as­sunzioni) circa 30 mila perso­ne: quelli che non insegnano più da anni (oltre 20 mila per­sone) ma anche una parte dei tantissimi docenti della scuola d'infanzia e della primaria. A loro, se vorranno, resterà la strada del nuovo concorso per 6o mila posti nel triennio 2016-

2018. Mentre con i soldi ril'!par­miati (nella legge dì Stabilità era stato messo 1 miliardo nel 2015 - 3 a regime - ma ora per le assunzioni basteranno 700 milioni) sì finanzierà la formazione obbligatoria (40 milioni), i laboratori (altri 40), l'alternanza scuola-lavoro an­che nei licei (100 milioni) e il piano digitale (altri 50). Dalle graduatorie d'istituto verranno invece pescati 15 mila «fortu­nati» (soprattutto prof di mate­matica e fisica che scarseggia­no nelle graduatorie provincia­li). A loro verrà fatto subito un contratto-ponte e sarà ricono­sciuta una corsia preferenziale nel concorso (che in totale por­terà in cattedra, quindi, 75 mila prof). \'S) RIPRODUZIONE RISE:RVATA

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Le cifre IL PIANO DEL GOVERNO GLI STUDENTI NELLE PARITARIE 105 mila --~--- · ----1

entro settembre dalleGae (Graduatorie a esaurimento)

60mila con concorso nei prossimi tre anni

15mila con un contratto «ponte» e poi concorso ···· ------------·-· · ________ J

Fonte: Corte di giustizia cJeil'LJe, .~nief, Ministero dell'Istruzione

COME SI SUDDIVIDONO I PRECARI NELLA SCUOLA 140mila r ---- 55 mila iscritti nelle Gae I diplomati magjstrali (Gràduatorie 70mila a esaurimento) con titolo dei

Percorsi abilitanti 460mila --- speclali (Pas) iscritti in Graduatoria lOmila di istituto per nuovi abilitati con i supplenze annuali Tirocini formativi attivi

I SUPPLENTI 137.500 in totale

78.SOOdalla seconda fuscìa dalle Gae delle graduatorie d'istituto

Corriere della Ser

I

infanzia!

I

L'incontro 7,88 *li decreto sulla «Buona Milioni Scuola» sarà discusso Gli studenti

domani dal in Italia

governo

tW Il fulcro del 368 piano sarà l'assunzione di Mila 180mila Le classi nelle docenti in quattro anni

scuole italiane

COBBIEBE DELLA SEBA.

lifll~~~~; .. =~-~~~2- -•

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Genitori e figli: i moduli di iscrizione a scuola Da una settimana il modulo di iscrizione dì mia

figlia alla scuola media giace intonso sulla scrivania. Non so decidermi: sono genitore 1 o genitore 2? Opterei per il «2» se solo riuscissi a vincere il rigetto che mi suscita !'«innovazione». La formula dì un tempo - padre, madre o chi ne fa le veci - funzionava benissimo: con l'ipotesi di un'altta presenza dedita alla cura dell'alunno, diversa da quella paterna o materna, copriva, senza discriminazione alcuna, anche le sit,uazioni plurali. La nuova dicitura presenta il difetto di disconoscere differenze ìncancellabilL Sono il padre dei miei figli e ho il diritto-dovere

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dì presentarmi come tale davanti ai miei interlocutori. E i miei figli, alla pari di tutti i loro compagni di scuola, hanno il diritto-dovere di sapere da dove vengono, La nascita non è mai un elemento accidentale: il padre è il padre, la madre è la madre, il partner del padre o della madre è appunto il partner di lui o di lei. Siamo definitivamente entrati nel regno della diversità e quindi le differenze vanno riconosciute, non inscatolate sotto etichette generiche. Il livellamento è impoverimento. Volerlo applicare alle storie delle persone è una contraffazione che sarebbe bene togliere subito dalla circolazione.

Giovanni Ambrogio Colombo. Milano

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Fenomeno «crowdfunding» Come funzionano i micro-investimenti. Le organizzazioni trattengono quote fra il 10% e il 50%

Soldi per la scuola? Colletta online Basta siti generici: la raccolta di fondi in Rete si specializza con piattaforme verticali Musica, moda, edifici pubblici, cibo, libri. I protagonisti da Bookabook a T elecom

DI GIULIA CIMPANELLI

S embra uno sci_oglilingua: crowdfunding. E la raccolla di denaro via lnternel, con micro-versamenti «di mas­

sa». Ora diventa una tendenza «ver­ticale». Finora c'erano le pialtafor­me generaliste. sulle quali le aziende o i privati potevano cercare investito­ri per progelli di diversa natura. Og­gi la raccolla di fondi online passa per i siti specializzati. «In Italia non esiste un sito generalista forte -commenta Ivana Pais. docente di So­ciologia economica all'Università Cattolica-. Quelli che funzionano meglio sono focalizzati su un argo­menl o preciso».

Persino Telecom. grande azienda che avrebbe le carte in regola per da­re il via a una pialtaforma di crowdfunding diffusa. ha optato per la verticalilà con Tim #Wecap e We­do. <<La p1ima supporla startup in­novative come fa il nostro omonimo acceleratore d'!mpresa - spiegano da Telecom -. E intesa come ulterio­re leva dell'innovazione a favore del Paese. in linea con i nostri obiettivi. Per i progetti legali al mondo del so­ciale. della cultura e della tutela am­bientale. invece. è necessaria la spe­cificità di WeDo».

Le piattaforme puntano anche su settori di tendenza.

Primo tutti c'è falimenlare. in linea con Expo 2015. In Olanda la piattaforma KoopEenKoe.nl propo­ne ai consumatori di acquistare col­lettivamente tutte le bistecche di un

manzo ancora prima che venga mandato al macello.

!'.: invece dedicato alla musica il caso italiano di maggior successo. Musicraiser. In poco più di due anni

ha sovvenzionato 500 progetti e, gra­zie a una tornata di finanziamento da 350 mila euro, sta avviando un programma d'internazionalizzazio­ne sul mercato inglese e statuniten­se. A chi si rivolge? «Ad artisti. pro­motrr. case discografiche e agenzie di organizzazione di spettacoli che possono finanziare album ed even­ti», spiega Giovanni Gulino, uno dei fondatori. Che è anche l'uomo-im­magine del gruppo musicale Marta sui tubi: «li successo-dice-è d<}­vuto al fatto che i fondatori sono del settore: musicisti che hanno cercato un modo diverso per risolvere i pro­blemi del loro ambiente».

Tra le tendenze attuali spicca, poi. il crowd.funding civico, cioè il finan­ziamento collettivo dei progetti pub­blici. Ma tra le piattaforme di settore non ce n'è ancora una dedicata alla nuova tendenza. «Tutti i comuni e le amministrazioni locali stanno cer­cando di costituire un sito specifico - dice Pais - . ma sarebbe più fun­zionale una piattaforma verticale aperta a tutti». Vanno in questa dire­zione, ma su temi specifici. Slovdun­ding e School Raising.

La prima punta a riattivare im­mobili. cascine ed edifici in disuso. Partita da pochi mesi. non ha ancora progetti all'attivo: «A breve lancere­mo una raccolta per recuperare e vendere a quote una masseria del 1400 nel Materano - racconta Lia Brisacani, tra i fondatori -. mentre stiamo definendo campagne per un borgo storico abbandonato e una re­sidenza nobiliare».

School Raising è la prima piatta­forma di crowdfunding dedicata al­la scuola: «Vogliamo raccogliere i progetti che, a causa dci tagli ai fondi degli istituti, non possono essere re-

alizzati - commenta il fondatore Guglielmo Apolloni - e organizza­re campagne in grado di portare la

somma necessaria perché l'iniziativa possa par lire».

''"'''"'°''"""'"' i\? H'\\:~nftlll<:'"W;IHI Come funziona? Una scuola pub­

blica un progcllo e un obiellivo eco­nomico per coprirne i costi. Chi è in­teressalo versa un'offerta. Se viene raggiunta la quota. l'iniziativa viene realizzata e i donatmi ricevono una ricompensa (dichiarata sul sito) in base all'importo dato. School Rai­sing tra\liene il 10% della cifra rac-colta. '

Sono rivolle invece ad ambiti cre­ativi Bookabook e Wowcrary. «Sce­gliamo i manoscritti promettenti e pubbliclùamo la campagna su Boo­kabook - spiega il fondatore. To­maso Greco-. Non solo: una volta raggiunto l'obiettivo continuiamo a seguirli. per portarli sul mercato edi­toriale con una casa editrice o per mezzo del nostro canale di ebook su Amazon». Con casi di successo: su nove manoscritti finanziati, due so­no stati editi da Mondadori e Bom­piaiù. Bookabook lratliene, lolli i co­sti, il 50% dei fondi raccolli. Ed è reward based. prevede cioè una ri­compensa per coloro che finanziano il progetto. «La cifra minima è di tre euro e dà diritto all'ebook - dice Greco-. Per investimenti maggiori viene dato il libro stampalo, la dedi­ca dell'autore, eccetera».

Wowcracy si concentra invece stù sellore moda. Ogni designer può ca­ricare un progello e raccogliere pre­ordinazimù di abiti e accessori. Met­tendo in contatto dirello lo stilista con il cliente. Wowcracy accorcia la filiera. rendendola accessibile al pubblico. L'utente è protagonista perché ha la possibilità di influenza­re il mondo della moda: è infatti il suo giudizio a sancire che cosa verrà prodotto e che cosa no.

©RIPRODUZIONE RISERVAlA

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Gli speciaUizati .~ lsitidi raccolta fondi .. ,., "·" ' /"""""\. ,,, .. ..• '•;,, - 1' 1'

Piattaforma 11 Vl;l:f.mcr \\!·'. School Ro6nu

' Nascita Giugno 2013 ~ Aprile 2014 Fìne 2.013 Ottobre 2014

: Settore Musica Moda ~ libri Scuola Sturtup

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1 (2)

Progetti 650 231 (l) pubblicati

Progetti Piùdì500 15 finanziati

19 mllaeuro rut

Totale fondi 1, 6 Ì 45 raccolti milioni di euro ! mila euro

!1)Dà5 ®ntìn.;~,(~i.pì.it~iigmi~~Ì:hiùsu@ . ·1 i

,12~809 e30 milioni di euro lj'.lrog$ì pubb!icatl llva!orecomplessìvo

.. ••. < .· < dì<rowdfund~ng,> ;, sulll'!pi~~aforme. . deiprogettifinanzlati Fonte: •Analisi dtjlle pl-rfne'ttalÌa!l!l di croVlllfundlng•, Daniela Cas1ralal'!J, Ivana Pals, lWian en)wdfunding network, maggio 2014

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Scuola, meno tas.5e per chi va alle private L'appello dei 44 divide la sinistra

ALBERTO CUSTODERO COimADOZUNWO

Gusgravifiscaliperlefa­migliechepaganouna retta agli,istituti pari­

tari sono previsti nel decreto MLa buona scuola", appena li­cenziato dal IIlini1>tero dell'I­struzione. Il IIlinistro Giannic ni nel fine settimana ha in­viato l'intero articolato a Pa­lazzo Chigi.

APAGINA20

' "Meno tas5e per chi va alle paritarie". E battaglia SuAwenire appello a Renzi da quarantaquattro deputati della maggioranza: "Occasione irripetibile perunasvolta eJX>Cale" La norma inserita nel decreto messo a punto dalla Giannini. Maseivonoquattrocento milioni. Domani il Consiglio dei ministri

CORRADOZUNINO

ROMA. Gli sgravi fiscali per le famiglie che pagano una retta agli istituti paritari sono previsti nel decreto #La buona scuolan, ap­pena licenziato dal IIlinistero dell'lstruzio­ne. IlministroStefaniaGiannininelfineset­timana ha inviato l'intero articolato a Pa­lazzo Chigi. Oggi il premier Matteo Renzi lo prenderà in esame e domani discuterà in Consiglio dei ministri, all'interno della cor­posa riforma scolastica centrata sulle as­sunzionidei precari, del provvedimento più politico: gli sgravi a chi frequenta scuole non di Stato. Allo Stato costerebbero, s'ipo­tizza, 400 milioni.

Decide Renzi, ecco, ma alla vigilia del Cdm un pezzo del centrosinistra (e un pez­zo consistente del Pp} chiede al premier di aiutare una quota del mondo scolastico - le paritarie - che oggi attraversa la sua crisi più profonda dal dopoguerra Un pressing che già divide la maggioranza. Quaranta­quattrodeputati,ieri,hannopubblicato sul quotidiano cattolico Avvenire una lettera lunga due cartelle in cui chiedono I' appro­vazionedelprovvedimentosuglisgravi: uLa Buona scuola", scrivono al premier, «rap­presentail piùimportantetentativodirifor­ma dall'epoca della riforma gentiliana» ed è quindi «un'occasione irripetibile per su­perare lo storico gap della scuola in tema di pluralismo e libertà di educazione». Dall'u-

nità nazion.ale in poi, si legge, «si è trasfor­mataunascuolaavocazionecomunitariain unascuolaperricchiesisonocostrettelefa­miglie che optano per la scuola non statale a una doppia inlposizione, quella della tas­sazione generale e quella delle rette».

Nella lettera si ricorda che la paritaria in Italia è fatta di 13mila istituti e accoglie un milione e 300 mila alunni, che con 4 78 mi­lioni l'anno di finanziamento lo Stato ri­sparmia oltre 7 miliardi di potenziali spese. CitandoAntonioGramsci,donMilaniaMa­ria Montessori, si evidenzia come la scuola pubblica non statale sia «in lenta asfissia, unamortelenta»,chenumerosiistituti,«ta­lora storici», hannochiti.so mentre «le scuo­le che resistono sono costrette ad aumenta­re le rette». Quindi, «un sistema fondato sul­la detrazione fiscale, accompagnato dal buono scuola per gli incapienti, potrebbe essere un primo significativo passo verso· una soluzione di tipo europeo».

Frale44firmecisono,ovviamente,icen­tristi della maggioranza: cinque di Area po­polaretracuiButtiglioneelaBinetti,cinque del Centro democratico, uno di Scelta civi­ca. Trentadue i deputati del Pd, fra cui lex IIlinistro Fioroni, il teorico del no profit Pa­triarca e Simona Malpezzi, ex insegnante vicina agli attuali responsabili scuola del partito. Dice la Malpezzi: «Sono profonda­mente laica e credo che tutti debbano esse­re liberi di scegliere. Le paritarie quasi!)em-

IN PRIMASUAWENIRE L'appello a MatteoRenzi firmato da 44 deputati della maggioranza e pubblicato ieri in prima pagina dal quotidiano dei vescovi italiani "Awenire". La lettera definisce il piano per la Buona scuola "un'occasione irripetibile" per introdurre sgravi fiscali a favore di chi sceglie la scuoi? paritaria

presupplisconoai postinoncreatidalloSta­to. Non possiamo investire, come faremo,

100 milioni nelle materne e poi non con­sentire alleparitarie difarelaloroparte. Ho vissuto all'estero: in Francia la parità tra pubbliche e private è completa».

Il sottosegretario Gabriele Toccafondi, Ncd, ex Forza Italia, a Firenze sempre al-1' opposizione di Renzi, nelle ultime setti­mane ha lavorato agli sgravi fiscali, al buo­no scuola per i redditi bassi e all'estensione del5 permilleancheagliistituti privati. Tut­to questo, di concerto con il IIlinistro Gian­nini. La proposta di sgravio prevede una de­trazione del 19 per cento modulata sui red­diti. DiceToccafondi: «Nonaiutiamolescuo­le paritarie, a cui non diamo un euro in più, aiutiamo le famiglie che le frequentano. Non tutte oggi riescono a pagare la retta mensile, che alle materne e alle elementari viaggia traiduecentoeiquattrocentoeuro. La scuola è una sola: se cede la gamba delle paritariecedeanchequelladellestatali,che certo non potrebbero sostenere un altro mi­lione di studenti. Il fondo per leparitarienel 2015restaa478milioni,giàtagliatodiven­tidue».

L'Unione degli studenti scrive: «La lette­radei 44 parlamentari è vergognosa, i fon­di alle paritarie private sono uno spreco e unoschiaffoaunascuolapubblicachestavi­vendo una situazione drammatica».

Cl RIPRODUZIONE RISERVATA

Il sottosegretario Toccafondi "Non sono clas.si per ricchi, molte stanno chiudendo per la crisi ed è giusto aiutarle"

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AFAVOD/~HOBOJil

"Alla materna posti insufficienti giusto incentivare le private" ALBERTOCUSTODERO

ROMA. «Se le scuole materne paritarie cattoliche e comunali chiudessero, oltre il 30percentodeibambininon potrebbe ave­re la scuola materna». Giuseppe Fioroni, area popolarepd ( cor­rente dei catto-renziani), ex ministro della PI, è «sia per archi­viare il sistèma del precariato nella scuola pubblica, sia per ri­conoscere la detrazione fiscale a chi opta per le paritarie».

Che rapporto e' è tra il sistema dei precari e il bonus per la scuola paritaria? «Serve adeguare gli stipendi dei docenti della scuola pubbli~

ca che oggi entrano con poco meno di 1.300 euro e dopo 40 an­ni ottengono uno scatto d'anzianità di appena 500. Ma lo scat­to d'anzianità non deve diventare il finanziamento del mecca­nismodimeritopropostodalgoverno, sarebbeun'ingiustizia».

Regolarizzati i precari, e adeguati gli stipendi, perché altri soldi alle paritarie? «La libertà di scelta sancita dalla Costituzione non deve es­

sere una libertà solo per chi se lo può permettere. Il meccani­smo della detrazione fiscale, che è la nostra battaglia, è com­patibile anche con la scarsezza di risorse di questi tempi».

L'appello dei 44 deputati pd per il bonus è un attacco al go­verno? «È il prosieguo della legge Berlinguer, portata avanti da me

·durante il governo Prodi. _Legge poi smantellata dal centrode­stra di Berlusconi».

e RIPRODUZIONE RISERVATA

Data 02-03-2015 Pagina 20 Foglio 1

Giuseppe Fioroni

' ' Lalibem di scelta sancita dalla Coditwione non è un cliriltb solo perddpuò permettenelo

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la Repubblica

"Più risorse agli istituti pubblici così si aiutano le famiglie" ROMA. «Sono per sostenere la scuola pubblica. Questo deve es­sere il nostro obiettivo». Pippo Civati, dissidente dem, non ac­cetta meccanismi di finanziamento della scuola paritaria.

Civati, perché è contrario? «Non conosco nel dettaglio la proposta dei 44 firmatari del­

l'appello aRenzi. Ma sono molto scettico e critico difronte a mi­sure di questo tipo. Dopo le esperienze nelle regioni ammini­strate dalla destra che hanno abusato di questo strumento, di fattoèstatoimpoverito,senonannichilito,ildirittoallostudio. Ma non sono d'accordo anche per un.altro motivo».

Quale? «Difendo il concetto di laicità che sembra scomparso in un

momento in cui a livello internazionale si parla di integralismi e fanatiSmi. E a livello nazionale si discutono temi sensibili co­me matrimoni gay e fine vita, per non parlare degli sconti fat-

. ti alla Chiesa con l'lmu. Non sono forse detrazioni, quelle?». I 44 deputati dicono di voler aiutare chi non se lo può per­mettere a esercitare il diritto di scelta sancito dalla Costitu­zione. «Mi fa piacere che si parli di indigenti perché il governo fi­

nora per loro non ha fatto nulla. Sul tema,,tuttavia, sono per mi­sure più radicali come il reddito minimo».

Porta chiusa anche a discuterne? «Sono pronto a discutere di misure del genere solo una volta

che la scuola pubblica sia stata messa in sicurezza con le risor­se necessarie». (a.cus)

CRIPROOUZIONE RISERVATA

Data 02-03-2015 Pagina 20 Foglio 1

Pippo Civati

' ' Difendo con decisione il concetto cli laicità man momento madsembra essere scomparso ,,

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Scuola, maxi-concorso dopo le assunzioni "In cattedra in l 80mila" Cambia ancora il piano: solo 1 OOmila presi subito, poi il bando Scontro sul bonus per le paritarie: il ministro pressa ma il Pd frena

CORRADO ZUNINO

ROMA. Il ministro Stefania Gian­nini ha rivelato, ieri: saranno 180 mila le assunzioni della "Buona scuola". Trentamila in più. Ma è una somma che non di­ce come i numeri degli assunti, in verità, scendono e che per le­vare molti precari dal mare del­legraduatorieGae (graduatorie a esaurimento, ndr)e metterli definitivamente in cattedra ser­virà il passaggio ravvicinato del concorso pubblico 2015-2016.

La materia "stabilizzazione dei docenti" è in continua tra­sformazione negli uffici dei tec­nici dell'Istruzione e lo sarà fino a martedì mattina, giorno del Consiglio dei ministri dedicato anche alla scuola. Ricapitolan-

Già in ottobre gli scritti del concorso: una corsia preferenziale per 15-18mila precari

do. Gli assunti subito, il prossi­mo settembre, saranno 120 mi­la e non i 148 mila di cui si è par­lato nel librone "La Buona scu<>­la". Gli assunti subito e definitivi saranno, poi, solo novantamila, presi in gran parte dalla gradua­toria a esaurimento Gae. Altri 15-18 mila docenti precari sa­rannochiamati dalla seconda fa­scia (questa d'istituto) sulla ba­se dell'anzianità di insegna­mentoesoprattuttodiciòchein­segnano: otterranno un contrat­to ponte che darà loro i' agogna­ta cattedra per un anno, ma non il "ruolo". Un anno ponte, somi­glia alla vecchia supplenza lun­ga. Per ottenere l'assunzione a tempo indeterminato i 15-18 mi­la precarioni dovranno parteci­pare al prossimo concorso. La prova andrà a bando entro giu­gno 2015 e già in ottobre il Miur

conta di fare le prime selezioni scritte. Inizialmente doveva es­sere un concorso per 40 mila p<>­sti, ma saliranno a 60 mila ed è possibile che per i 15-18 mila "contratti-ponte" ci sarà una cor­sia preferenziale. Si sale a quota "100 mila assunti subito" ag­giungendo i diecimila del con­corsone 2012 non ancora inqua­drati ei l.793che,secondolepri­me stime del Miur, hanno matu­rato 36 mesi di supplenze su un ruolo vacante (sentenza della CorteUe).

Sembracomplicato,eloè.Per­ché le stratificazioni delle gra­duatorie sono quasi ventennali, il censimento dei precari non è pronto e perché il ministero sce­glieinbaseai "bisognidellascuc:>­la". Ci sono troppi aspiranti prof di lettere e filosofia, pochi di ma­tematica e fisica e troppi precari iscritti nelle classi di concorso

delle scuole primarie. È probabi­le che, esaurite le Gae, nelle clas­si di concorso necessarie - ma­tematica, fisica, chimica - si passerà alla seconda fascia. E di­verse migliaia di aspiranti "pri­ma fascia" resteranno senza ruolo. Resterà fuori, per esem-pio, la gran parte dei 51 mila in­segnanti d'infanzia in lista: c'è posto solo per diecimila. Già, il prossimo settembre le Gradua­torie a esaurimento non saran­no esaurite, come chiedeva in­vece il premier Matteo Renzi.

Il Miur sta preparando inden­nizzi per gli insegnanti precari ingiustamente non assunti: fino a dieci mensilità. Novità ci sa­ranno per il personale ammini­strativo e tecnico (Ata). Il mini­stro chiede infine sgravi fiscali per le paritarie, ma ilPdnon vu<>­le investire sulle private viste le poche risorse. Deciderà Renzi martedì.

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9 Sito web di riferimento con tutte le informazio­

ni e i materiali didattici prodotti; conferenze trasmesse in streaminge in seguito rese disponibili sul sito; uso dei social network da Facebook aTv.it­ter; elaborati audio e video richiesti alle classi per il concorso finale. Sono tante le componenti tecnolo­giche nell'iniziativa per le scuoleArticolo 9della Co­stituzione ("la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica"), intra­presa congiuntamente dal ministero dell'lstruzio-

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ne, da quello dei Beni Culturali e dalla Fondazione Benetton studi e ricerche. L'iniziativa è giunta alla terza edizione: ogni anno un ciclo di 18 conferenze di studiosi, esperti, docenti universitari in materie giuridiche e umanistiche presso sedi del patrimonio culturale del Paese, con alcune classi in presenza e le altre all'ascolto in streaming. Il tema di approfondi­mento quest'anno è "Come superare la crisi attra­verso la cultura e il patrimonio artistico e storico".

© R\PRDD\JZ\ONE: P.ISERV/~·r !1

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Assunzioni per decreto (ma i . .,

numeri sono p1u bassi del previsto)

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In, elaborazione il decreto che approderà martedì prossimo in consiglio dei ministri

La scuola assume un po' meno Per il 2015 dote di 680 mln contro il miliardo previsto

m ALESSANDRA RrccIARDI

Più leggera la dote per le assunzioni nella scuola. Il governo ha messo sul piatto 680

milioni di euro per il 2015, era un miliardo nella legge di Stabilità, che salgono a 2,38 miliardi nel 2016, contro i 3 previsti. La novità nel decre­to legge che approderà, ha confermato ieri il premier ai parlamentari Pd, al consiglio dei ministri di martedì pros­simo. Il decreto non quanti­fica le immissioni che saran­no disposte, e che la Buona scuola aveva indicato in cir­ca 150 mila, ma definisce i parametri dell'operazione. Il primo, il più importante, è la spesa autorizzata. Uar­ticolato, su cui sono ancora in corso il lavoro dei tecnici dell'Istruzione e dell'Econo­mia, prevede che l'organico dell'autonomia, in cui conflu­iranno vecchi e nuovi assun­ti, «è determinato nel limite di spesa lorda pari a quella prevista a legislazione vigen­te, incrementata di euro 680

milioni nell'anno 2015, 2,38 miliardi nel 2016, 2,4 nel

2017 ... e 3 miliardi a decorre­re dal 2025». Il finanziamen­to, secondo le stime di viale Trastevere, dovrebbe comunque consen-tire di riuscire a stabilizzare circa 120 mila preca-ri (si vedano le anticipazioni. di ItaliaOggi di martedì scorso). «Ar-ri ve remo a 180mila con il concorso che sarà bandito»,

rilancia il ministro dell'Istru­zione, Stefania Giannini. Tra i punti ancora in bilico, e su cui sarà decisivo il confronto tra Palazzo Chigi ed Econo-

mia, gli indennizzi per i precari che hanno

lavorato per più di 36 mesi su po­sti vacanti e di­sponibili: la mi­sura, dalle 2,5 mensilità fino a 10, potrebbe saltare. Per i

neoassunti, co­munque, non ci sarà nessuna ricostruzione di carriera e i con-

tratti a tem-

po determmato non avranno ricadute ai fini dell'anzianità lavorativa e contributiva.

Uorganico dell'autonomia sarà. determinato con ca­denza triennale, a decorrere dall'anno scolastico 2016-2017, diviso su base regiona­le e per gradi di scuola. Sarà determinato in base al fabbi­sogno stabilito dagli ordina­menti vigenti e sarà diviso su cattedre comuni, di sostegno e posti per il potenziamento dell'offerta formativa. Questi ultimi assorbiranno il sur­plus dei docenti e saranno dirottati, prevede il decreto legge, sui progetti di mi­glioramento dell'inclusione scolastica, di rafforzamen­to delle competenze di base e in lingua straniera degli studenti, di valorizzazione

della comunità sco­' lastica professionale,

di incremento

dell'alternanza scuola-lavoro.

I percorsi di al­ternanza debutte­ranno, per 200 ore, anche nei licei.

Non è stato ancora sciolto il nodo delle detrazioni fi­scali per le rette delle scuole paritarie, previste per un importo di 4 mila euro)l studente. Definito invece lo school bonus, con un credito di imposta per chi finanzia interventi di edilizia scolasti­ca, così come il nuovo siste­ma di valutazione dei docenti e di aumenti stipendiali: gli scatti andranno per il 70% a premiare il merito, per il 30% l'anzianità di servizio. In base a questi paletti, è prevista la possibilità di un passaggio negoziale cdn i sin­dacati che dovrà però chiu­dersi entro il 31 luglio prossi­mo. Il decreto dispone anche la soppressione dell'Indire e dell'Invalsi. Dal 1° gennaio 2016 nascerà l'Ipav, l'istituto per l'autonomia e la valuta­zione scolastica.

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I nodi della riforma

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amministrativa" della scuola, ma molto di più: la costruzio­ne attraverso una riforma per­manente e condivisa del no­stro sistema educativo del­l'idea "di cosa la società italia­na vuole essere tra trent'an­ni". È un'intuizione da leader che scommette di poter dura­re per decenni quella che Mat­teo Renzi affida al ministro dell'Istruzione, Stefania Gian­nini, che in settimana porterà al Consiglio dei ministri un di­segno di legge e un decreto leg­ge che devono quadrare un cerchio fatto di emergenze im­mediate e visioni di medio ter­mine. E degli interessi, spesso divergenti, di otto milioni di alunni e un milione di inse­gnanti.

Ma quali sono i nodi da scio­gliere per poter dare sostanza - possibilmente non tra trent'anni ma entro l'inizio del prossimo anno scolastico - ad un progetto così ambizioso? Sono quattro le questioni sulle quali occorre una scelta: quel­la della risorse, della percen­tuale ottimale di prodotto in­terno lordo che un Paese deve oggi spendere in educazione; il ruolo che la scuola pubblica deve avere in un progetto di ri­costruzione di una comunità nazionale; l'autonomia, i mec­canismi di valutazione e le conseguenze - non ovvie - che esse dovrebbero avere sulle carriere degli individui e la ri­distribuzione delle risorse tra gli istituti.

l

si cambia migliorando la scuola Francesco Grillo

L a riforma sulla quale. il Pre­sidente del Consiglio ha de­ciso - dopo l'approvazione di quella del mercato del

lavoro - di puntare sarà non solo "una riorganizzazione

Continua a pag. 26

Il Paese si cambia migliorando la scuola Francesco Grillo

segue dalla prima pagina

E infine, siccome la realizzazione delle intuizioni passa attraverso la gestione faticosa delle emergenze, non ci si può non preparare all'impatto sul disegno complessivo, dell'ipotesi di dover aumentare in un solo colpo di un terzo gli organici per fare posto a circa duecentomila precari.

Sulla questione prettamente economica i numeri non lasciano dubbi. Un'analisi dell'Oecd arriva a stimare gli effetti di una riforma della scuola che raggiunga l'obiettivo di migliorare (anche solo del cinque per cento) i risultati raggi un ti dagli studenti quindicenni nei test che ne misurano le competenze: in un Paese come l'Italia H Pil -a riforma e ricambi generazionali completati - si collocherebbe in maniera stabile su una curva più elevata del 3 percento rispetto ad uno scenario inerziale. Investire in educazione è uno degli investimenti a maggiore ritorno e lo stesso ministro dell'Economia (che conosce bene le analisi dell'Oecd per esserne stato il vice segretario generale) non dovrebbe aver dubbi ad avviare un processo di revisione della spesa che, in maniera finalmente intelligente, sposti risorse da utilizzazioni tecnicamente improduttive (attualmente l'Italia spende in pensioni quasi quattro volte

di più di quanto investe dagli asili alle università) ad altre che aumentino il tasso di crescita potenziale. Peraltro, l'investimento pubblico può e deve -attraverso la creazione di aspettative -attrarre investimenti privati: in termini di adozione di strutture scolastiche in difficoltà (come potrebbero i contribuenti destinandovi il cinque per mille), ma anche di tempo da parte di chi (succede negli Stati Uniti su larga scala con il programma Tfa replicato in molti Paesi del mondo) mette a disposizione mesi della propria vita per tornare -dopo uno specifico addestramento - in classe da in~egnante.

E minato, invece, da scontri ideologici antichi, il terreno della definizione del ruolo della Scuola pubblica e, in particolare, quello della possibilità che lo Stato finanzi -direttamente o attraverso voucher affidati alle famiglie - scuole private. È evidente che la visione - evocata dal Presidente del Consiglio - di fare della Scuola, la piattaforma che ridia all'Italia un'idea di se stessa, richiede una scuola pubblica. Non è quella di Matteo Renzi una visione nuova e può, anzi, apparire singolare che essa venga dal leader più post ideologico in circolazione: la scuola pubblica è stata la leva che - insieme e prima ancora della televisione e delle trincee della prima guerra mondiale - fece l'Italia ed è questo il ruolo che le fu affidato dai liberali della Destra storica all'inizio della storia unitaria e, poi, da Giovanni

Gentile e dallo stesso Gramsci. Nel 2015 la Scuola pubblica, però, non è quella ottocentesca dello "Stato che educa"; può diventare, invece, una piattaforma che integra culture diverse, ragazzi normali con quelli in difficoltà. Se è così, va bene che ci siano voucher da spendere per attività che integrino il curriculum della scuola pubblica, ma è la scuola pubblica a rimanere collante dei pezzi nei quali le società si stanno disintegrando e la proposta del governo sembra collocarsi su un piano diverso da un modello anglosassone nel quale ad ogni tipologia di quartiere corrisponde una tipologia di scuola.

Se, però, la riforma non è solo questione amministrativa, di certo le visioni sopravvivono solo se c'è qualcuno che risolve anche i problemi organizzativi. Il ministro Giannini è portatrice di un'idea meritocratica e che molto si affida alla valutazione e a carriere che siano condizionate dai risultati. In effetti - come già mi è capitato di notare -lo strumento valutativo già esiste e su di esso lo Stato già spende 8 milioni di euro all'anno (coinvolgendo nelle prove 3 milioni di studenti): ciò che continua a non essere accettabile agli studenti e alle famiglie che devono scegliere, è che non siano disponibili -come succede in Inghilterra - i risultati dell'Invalsi per singola scuola. La trasparenza dei dati e la scelta da parte del pubblico produrrebbe, da sola, una forte spinta verso la competizione e l'emulazione. Più complessa è, invece, la questione

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delle conseguenze dei risultati sulle carriere individuali e sulla distribuzione delle risorse tra scuole. Entrambi i punti rimandano a crescenti doti di autonomia dei dirigenti scolastici anche sul piano della mobilità degli insegnati. In un mondo in cui gli insegnanti sono tutti abilitati attraverso un concorso e i dirigenti ricevono un premio di produttività legato alla prestazione della propria scuola, una parte dello stipendio dei professori più bravi è legato ad un premio che il preside assegna per tenersi i migliori e gli insegnanti meno capaci sono incoraggiati a migliorare dal fatto che ricevono meno richieste. La sfida vera sarebbe, però, ancora un'altra: creare i

sistemi in grado di trasferire i modelli organizzativi e le competenze gestionali da parte delle scuole che ottengono i risultati migliori alle altre.

E, tuttavia, l'intero progetto è chiamato a rispondere ad un'emergenza creata da decenni di cattiva gestione (da parte di ministri troppo impegnati a fare riforme mai portate a compimento) e da sentenze della Corte di Giustizia europea. Un processo di cambiamento destinato a durare trent'anni deve, subito, fare i conti con la promessa di assumere duecentomila precari (quelli presenti in graduatorie definite - con autoironia - "ad esaurimento" ed altri) che aumenterebbe l'organico della più grande azienda italiana di un terzo.

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Come posso conciliare ciò con lesigenza di assumere in maniera qualificata, progressiva e solo dove serve?

La scuola italiana del futuro è una scuola che, come diceva Don Milani, non seleziona perché se lo facesse "priverebbe il povero della possibilità di appropriarsi delle parole e i ricchi di quella di conoscere la realtà", rendendo tutti più vulnerabili. Tornare a questa visione che è, insieme, classica e moderna comporta, però, scelte drastiche, leadership e un lavoro che coinvolge milioni di persone. Del resto, il problema con l'innovazione è che, come sempre, essa è fatta per il 10% di visione e il 90% della fatica necessaria per poterla far crescere.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Verso il Consiglio dei ministri

Scuola, domani la riforma del governo Appello di 44 deputati per le paritarie

Il "pacchetto scuola" è in dirittura d'arrivo: oggi il governo metterà a punto gli ultimi dettagli per poi portare domani in consiglio dei ministri le misure con un decreto e un disegno di legge delega. Intanto oggi è arrivato un appello da 44 deputati di partiti diversi della

maggioranza a sostegno del «pluralismo e della libertà di educazione». In altri termini il documento -pubblicato dal quotidiano dei vescovi Avvenire -chiede di sostenere le scuole paritarie; Tra le questioni da inserire nel ventaglio dei provvedimenti sulla scuola c'è

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infatti anche un'ipotesi di detrazione fiscale delle rette per i genitori che scelgono per i loro figli una scuola non pubblica. Per gli incapienti, coloro che non hanno redditi sufficienti per usufruire delle detrazioni, la strada sarebbe quella del voucher.

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«Scuola, salvare il pluralismo» Lettera aperta di 44 deputati a Renzi: in gioco la libertà di scelta

15 anni dall'approvazione dellaLeg-. . ge Berlinguer che ha riconosc~uto in

Pubblichiamo la lettera aperta che Italia un unico sistema naz10nale 44 parl~':ntari della m~ggioranza dell'istruzione pubblica, composto hanno mVIato al premier Matteo da scuole statali e paritarie. Purtrop­Renzi sul tema della buona scuola. po, a tale affermazione di principio

. . . non ha fatto ancora seguito l'ado-aro presidente, il Piano per l~ zione di strumenti concreti per favo-«~~~na scuola» rappres~nta ~ rire la parità scolastica. pm importante t_entat1vo d1 La conseguenza del ritardo è stata la

riformadall'epocadellanformaSen- lenta asfissia della scuola pubblica tiliana. Per questo rappresenta un oc- non statale che, soprattutto in questi casione irripetibile per s~perare l~ tempi di crisi, si è vista costretta, per storico gap d~lla s~uo_la m te~a di l'insostenibilità della gestione, achiu­pluralismo e hberta ~1 ed~c~1,0n~. dere numerosi istituti, talora storici, Dall'unità nazionale m pm, s1 e di- istituiti dalle stesse comunità locali. scriminato l'accesso alla scuola pu~- Le scuole che resistono sono costret­blica non statale da parte delle farrn- te ad aumentare le rette, avvitandosi glie meno abbienti, si è trasformata u- in un circolo vizioso che mentre ne na scuola a vocazi_one ~om~nitaria in procrastina la chiusura, i~pedisce lo­una scuola per ncch1 e s1 sono_ co- ro, ancor più, di essere c10 che vor­strette le famiglie che decidono d1 op- rebbero: non già scuole perricchi, ma tare per la scuola non statale a una scuole a servizio della comunità. As­doppia imposizione, quella della tas- sistere inerti alla morte lenta della saziane generale e quella de_lle ~ette. scuola pubblica non statale, proprio Ciononostante, la scuola paritaria ac- mentre si avvia la rivoluzione della coglie ancora oltre un milione di a- «buona scuola», significherebbe ri­lunni. Tale sistema costa allo stato so- nunciare non solo al suo valore ag­io 4 70 milioni di euro I anno, pari a cir- giunto di libertà e di sussidiarietà, ma ca450euro/anno/alunnoperlascuo- anche allo stimolo di una positiva la dell'infanzia e primaria, me_ntr~ lo competizione, utile per innestare nel­stanziamento per le secondarie d1 I e la scuola statale elementi d'innova­di II grado è praticamente ines~st~n- zione, di sperimentazione e di eco­te. Il resto è a carico delle farrnghe e nomicità di gestione. del volontariato delle co~unità. Evi- Significherebbe anche assumersi i ca­dente il risparmio perla finanza pub- sti derivanti dal riversarsi degli alun­blica, visto che il costo standard del- ni nel circuito statale, riducendo pa­lo studente è stato calcolato dal Miur radossalmente le risorse per le stesse in circa 6.000 euro/ anno, oltre ai co- scuole statali. In una prospettivarifor­sti dell'edilizia scolastica. matrice, invece, lo Stato dovrebbe sa­Non sono in causa solo 1' esercizio dei per trasformarsi da gestore in con­principi di libertà e di sussidiarietà, il trollore e garante della qualità for­superamento di inaccettabili discri- mativa di tutta la scuola pubblica. La minazioni, il legame con la s~1:1ola eu- scelta degli strumenti più idonei per ropea, ma talora lo stess? dn~tto _allo il raggiungimento di un'effettiva pa­studio, dato che in alcuni temton ru- rità è vasta e la sua applicazione può rali e di montagna la scuola parita - essere graduale. Un sistema fondato ria può costituire l'unica offerta for- sulla detrazione fisca-mativa, con evidenti rischi di di- le, accompagnato dal spersione scolastica. Sono passati già buono scuola per gli

incapienti, sulla base --del costo standard, po- Tra gli strumenti trebbeessereunprimo indicati, oltre alla significativopassover- detrazione fiscale, so una soluzione di ti- un "buono" per gli po europeo. Ricordan- incapienti sulla base do di prevedere risorse del costo standard perildirittoallostudio, Sul modello europeo che dentro il sistema nazionale pubblico se-gue lo studente e non ia tipologia di scuoia, dall'integrazione dei diversamente a-bili ai corsi di recupero, alle innova-zioni tecnologiche. Come parlamentari della maggio­ranza che sostiene il governo, siamo convinti che lo slancio riformatore che esso sta portando avanti in mol­ti campi debba tradursi in opere con -crete anche a favore del pluralismo e della libertà di scelta educativa per le famiglie, senza ulteriori i­naccettabili discriminazioni per quelle che intendono avvalersi del­le scuole pubbliche paritarie. Si tratta semplicemente di ottempe-

rare a quanto previ­sto già dalla Risolu -

zione del Parlamen-to Europeo approva-ta a Bruxelles il 14.3.84 e ribadito di recente nella Risolu-zione del 4.10.12. Caro presidente, An-tonio Gramsci soste-neva che «noi socia -listi dobbiamo esse-re propugnatori del-la scuola libera, del-

la scuola lasciata al­l'iniziativa privata e ai comuni. La libertà della scuola è indipenden­te dal controllo dello Stato». Del re­sto, se fosse pubblico solo ciò che è statale, l'Italia non potrebbe van­tare due giganti della pedagogia moderna come Maria Montessori e don Lorenzo Milani.

Gian Luigi Gigli (Per l'Italia-Cd), Simonetta Rubinato (Pd), Anna Ascani (Pd), Gianluca Benamati

(Pd), Paola Binetti (Area Popolare), Enrico Borghi (Pd), Rocco

Bottiglione (Area Popolare), Raffaele Calabrò (Area Popolare),

Daniela Cardinale (Pd), Ezio Casati

(Pd), Diego Crivellari (Pd), Giuseppe De Mita (Area Popolare), VittoriaD'Incecco (Pd), Giovanni Falcone (Scelta Civica), Federico

Fauttilli (Per l'Italia-Cd), Giuseppe Fioroni (Pd), Daniela Gas parini

(Pd), Federico Ginato (Pd), Tommaso Ginoble (Pd), Gero Grassi

(Pd), Maria Tindara Gullo (Pd),

Vanna lori (Pd), SimonaMalpezzi (Pd), Mario Marazziti (Per l'Italia­

Cd), Rudi Marguerettaz (Val d'Aosta), Flavia Piccoli Nardelli

(Pd), Michele Nicoletti (Pd), Edoardo Patriarca (Pd), Teresa

Piccione (Pd), Francesco Prina (Pd), Ernesto Preziosi (Pd), Matteo

Richetti (Pd), Paolo Rossi (Pd), Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

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Paritarie, conto alla rovescia Fism: meglio più strumenti MIIANO

rosegue il pressing sul governo perché nell'ambito della buona scuola non sia dimenticata quella pa­ritaria. Quarantaquattro deputati della maggio-

ranza, esponenti di varie estrazioni po­litiche e ideologiche, hanno deciso di

8mila istituti presenti in tutta Italia. «Lo strumento della de­trazione fiscale è uno di quelli che si possono pensare-spie­ga Morgana-, ma penso che per esempio nel settore del­la scuola dell'infanzia se ne possano prevedere altri, anche perché la gran parte delle famiglie dei nostri bambini non riuscirebbero per reddito arientrare nella casistica delle de-

trazioni». Anche per questo Morgana guarda con favore alla sottolineatura

prendere carta e penna e di scrivere u­na lettera aperta (che pubblichiamo in questa pagina, ndr) al premier Renzi proprio per ribadire la richiesta che l'annunciata riforma della scuola ab­bia un'attenzione a tutto il sistema. Sal­vare il pluralismo per poter garantire u­na vera scelta in campo educativo del-

Il segretario nazionale Morgana: molte famiglie

con redditi bassi rischiano di restare escluse

dell'appello dei parlamentari della maggioranza per una «vasta» scelta di strumenti più idonei per il raggiungi­mento di una effettiva parità scolasti­ca. E aggiunge: «Il nostro sistema delle scuole dell'infanzia è stato scelto dal­l'Ocse come modello di riferimento

le famiglie, è il messaggio che si può trarre dalla lettera aperta. E una analo-ga iniziativa si sta muovendo anche a Palazzo Madama sempre tra i senatori della maggioranza. Segno di un fron­te sempre più crescente. Di «pluralità di interventi e strumenti per garantire la libertà di scelta» da parte delle famiglie parla anche Luigi Morga­na, segretario nazionale della Federazione delle scuole ma­terne di ispirazione cristiana (Fism), che raccoglie circa

perché considerato un parametro di ec­cellenza. Non capisco perché dobbia­mo mettere in pericolo questo seg-

mento del sistema formativo nazionale». Un mix di stru­menti da aggiungere alle detrazioni, potrebbe essere, dun­que, la soluzione migliore per garantire la libertà di scelta alle famiglie, anche a quelle che hanno problemi econo­mici o redditi bassi. «Molti di loro sono tra i nostri utenti» sottolinea Morgana.

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DA SUD A NORD NON CAMBIA. A NAPOLI SU 2000 COMPLESSI

di Emiliano Liuzzi con Annalisa Dall'Oca, Vincenzo lurillo e Thomas Mackinson

SCOLASTICI ALMENO 1300 NECESSITEREBBERO DI INTERVENTI DI

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RISTRUTTURAZIONE, IN 400 Cl SONO TRACCE DI AMIANTO

nei container

Nel maggio del 2012 le scosse sismiche devastarono 2.800 chilometri quadrati di scuole, case e fabbriche. A quasi tre anni di distanza dalla prima scossa, quella del 20 maggio ci

erché sulla carta la pa- sono ancora quelli che la mattina vanno a scuola in un rola funziona sempre: container, o modulo provvisorio, dove le aule sono scatole "Una visita alla setti- accostate l'una all'altra, e l'unica consolazione è che il ter-mana", disse Matteo remoto non potrà buttarle giù. Gli studenti dell'Ha Ignazio

R Calvi di Finale Emilia, sono al loro terzo anno scolastico

enzi appena proclamato pre-sidente del consiglio. Poi lo nelle baracche, e così i ragazzi delle superiori Galilei di hanno visto poco, un paio di Mirandola, e i bambini iscritti alle primarie Sorelle Luppi di volte, ovviamente. Stessa sorte Salara, a Bomporto. Che prima di rivedere una scuola vera i suoi ministri. Il governo ave- dovranno probabilmente, e se tutto va bene, aspettare il va già data per cosa fatta anche prossimo anno. Non va meglio, comunque, agli studenti l'assunzione degli insegnanti dell'Emilia non terremotata, che pur con la possibilità di precari, ma la discussione vie- usufruire di scuole non provvisorie, sono spesso iscritti in ne rinviata e loro, quelli che a istituti che non sono adeguati dal punto di vista della nor-parole erano già assunti, resta- mativa antisismica. "Molte scuole in Regione sono state no lì ad aspettare. Benvenuti costruite negli anni Cinquanta, alcune anche molto prima, nel mondo della scuola, più arriviamo fino al Cinquecento, come il liceo Galvani di grande disastro che non fiore Bologna, e sarebbe complicato valutare come intervenire", all'occhiello. Non che manchi- spiega l'assessore alla Scuola dell'Emilia Romagna, Patrizio no le eccellenze (poche), ma in Bianchi. Dati precisi non ne ha, Bianchi, gli ultimi li fornì alcune classi ci sono ancora i dopo il terremoto il Movimento 5 Stelle, secondo cui 1'80 banchi di quarant'anni fa, quelli verdi e col buco. A volte per cento delle scuole della regione all'epoca non era an­sano messi anche peggio. Mancano gli insegnanti, le bar- t!sis1?~co. Tecnicamente, quindi, non agibile. "Fino al 2005 riere architettoniche resistono, gli insegnanti non ci sono e 1 Emilia Romagna non era nemmeno interessata dalla clas­i primi a mancare sono quelli per il sostegno dei bambini sificazione sismica, quindi i requisiti per costruire erano con minori abilità. Per non parlare delle strutture, quasi diversi". E oggi, pur con le nuove prescrizioni normative, mai a norma, soprattutto antisismica. L'80 per cento del- intervenire costa. La Regione spera di vedersi stanziare dal­le scuole, se la legge venisse applicata alla lettera, lo Stato 70 milioni di euro, che verrebbero spesi per l'ade­verrebbero chiuse dalla sera alla mattina. Se fac- guamento antisismico, ma anche per costruire nuove scuo­ciamo un totale degli istituti si scopre che il 60 per le e ampliare quelle già esistenti, che le aule, in molti istituti, cento è stato costruito prima del 1974, quando ven- con gli studenti che aumentano annualmente, in media, di nero varate le leggi sui criteri antisismici. E par- 9.000 - 10.000 unità, non bastano. "Vedremo cosa deciderà liamo di una popolazione, quella studentesca, che ~orna", conclude Bianchi. Resta poi il problema insegnanti. conta 7.830.650 divisi in 370mila classi sparse in Non ci sono abbastanza docenti in Emilia Romagna, né circa 42mila scuole, e 778.736 docenti. Numeri certi insegnanti di sostegno", spiega Raffaella Morsia, segretario sono solo questi perché il Ministero dell'Istruzione della Flc Cgil regionale, "così abbiamo aule sovraffollate, e si guarda bene O.all'effettuare un censimento su ragazzi disabili assistiti a scuola solo per un numero li­quelli che sono i bisogni elementari e che non esi- mitato di ore. Una situazione insostenibile".

e stenti a crederci stono: strutture, ovvio, ma anche biblioteche, pa­lestre, sedie e banchi, lavagne, persona! computer (una rarità) aule attrezzate. Prendiamo l'Emilia Romagna. Aule nei container, istituti I dati sfornati dal sindacato Uil sono avvilenti anche in non a norma dal punto di vista sismico, pochi soldi e ancor Campania. Sui circa 2000 complessi scolastici della pro­meno insegnanti. vincia di Napoli, almeno 1300 necessiterebbero di inter-

venti di ristrutturazio­ne radicale, in 400 ci

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centrate nella sola Lombardia (5.272), seguono Pie­monte {3.217) e Veneto (2.948), Liguria e Friuli ne hanno un migliaio ciascuna. E come stanno? Non benissimo, stando al riparto dei fondi per la messa a norma e la manutenzione. La Lombardia conta 1,1 mi-

sarebbero ancora trac­ce di amianto, uno su dieci non è adeguato alle normative antisi­smiche. "Numeri da edilizia post bellica", commenta amaro il se- lioni di alunni e con 160 milioni di euro è in cima alla gretario generale Uil classifica per investimento pubblico: 82 per i problemi di scuola in Campania sicurezza degli stabili, 10 per la manutenzione, 67 per la Salvatore Cosentino in costruzione di nuove scuole che mettano fine al problema una videoinchiesta di delle "classi pollaio" con più di 30 alunni. La difficoltà è nei Fanpage. Per ripara- numeri: 1.182.000 alunni, 107.703 docenti, 29.406 perso-re questo sfascio, nale non docente (Ata). "Gli alunni sono aumentati gli or-solo per la città di ganici no", spiega il segretario della Flc-Cgil, Tobia Testori.. Napoli occorrereb- "Assistiamo a un aumento spropositato degli studenti per bero 25 milioni di euro annui fino al 2018. Per la classe mentre la riduzione del personale tecnico-ammini­Campania occorrerebbe un miliardo di euro. Sono s.tr.a~!vo sta mettendo a r~schio vigilanza, ,~ssi~tenza e pu­stati stanziati "solo" 183 milioni e funzioneranno llZla . Entrando a scuola si scopre che nella reg10ne dell ec­tutt'al più come tampone. Un riparto che prevede cellenz~", ~os~ la chiamava il suo ex gove~na~ore, r~gna uno 171,3 milioni di euro {3.669 progetti) per la piccola stato d a?it~z10i:e ~ermanente. Se restnngiamo i.l ca1?po manutenzione; 3,304 milioni (7 progetti) per la al.l~ Provmcia di ~ila~o.94 scu~le s.ono a~cora pnve di un messa in sicurezza delle scuole, la rimozione dmgente scolastico, i smdacati milanesi lamentano una dell'amianto e delle barriere architettoniche· 8 3 "grave carenza di personale Ata negli istituti con più plessi, milioni di euro (7 progetti) per la realizzazio~e di a rischio .sicurezza, ~§~ene .e vi~!,lanza:'· Tante pole~ich~ nuove scuole. Il rapporto del Centro Studi Ance di Sa- s,ulle classi. con tr?ppi immigrati. , ma~ m.ancata a tutt ~?gi lerno fornisce notizie ancora più inquietanti: in Campania 1 asseg.naz10ne ~i gra~ ~arte dei posti di sostegno all m­gli edifici scolastici esposti a un elevato rischio sismico sono tegraz10ne degli stramen. Il per-4.872, mentre quelli a elevato rischio idrogeologico sono sanale. speci~lizzato ,~ul so~tegn~ 1.017. Le scuole campane a rischio sismico rappresentano il nel pn?1o ciclo .dell istruz10ne e 20,2% del totale nazionale; quelle a rischio idrogeologico il sotto di 500 posti. Il governo pro-16,3%. mette di stabilizzare i precari, ma E non c'è bisogno di andare in periferia: basta farsi una nel milanese il personale docente passeggiata per il centro di Napoli per trovare istituti storici e Ata registra una scopertura del - il liceo Sannazzaro, il Gianbattista Vico, il Conservatorio 40% dei posti. Servono ancora

tanti soldi. La "buona scuola", su - transennati e cantierati fino a costringere gli studenti a fare complicati slalom per accedere alle classi. A Salerno le cose non vanno molto meglio: a gennaio è crollato il soffitto di un'aula dell'Istituto Giovanni XXIII, per fortuna era notte e non si è fatto male nessuno. L'edificio non era incluso tra quelli da re­staurare secondo il nuovo piano del governo. E pochi giorni fa è crollato il soffitto della mensa della scuola elementare Aldo Moro di Vallo della Lucania: i bambini ora mangiano i panini in classe. Situazioni difficili. E a scendere verso sud la situazione non fa che peggiorare fino a raggiungere risultati da record negativi in Sicilia e in Sar­degna dove il problema, oltre alla scuola è l'alfabetizzazione e l'abbandono scolastico.

non c'è da sorridere L'operazione scuola di Renzi un anno fa è partita dall'isti­tuto Colletti di Treviso, nel cuore del Nordest produttivo. Bastava però andare 50 km più in là, a Fiume Veneto, per trovarne uno tanto decrepito che è stato poi chiuso per pericolo di crollo. Sbaglia, dunque, chi pensa che le regioni settentrionali siano messe tanto meglio che altrove. Sopra l'Emilia si contano 13.415 scuole, un terzo sono con-

al Nord, non è scontata. Ultimi in aula In questo caos numerico non so­no manca ti gli incidenti. Il distac­co dell'intonaco nella scuola di Pescara pochi giorni fa fa ha cau­sato ferimento di tre studenti, e non è che l'ennesimo incidente provocato dalle condizioni delle strutture. Il mese scorso, 1'8 gennaio, era crollato l'intonaco di un soffitto in un asilo in Lombardia ferendo sette bambini. Un incidente avve­nuto a distanza esattamente di un anno dalla disgrazia ac­caduta in un liceo di Lecce, 1'8 gennaio del 2014, quando uno studente morì a scuola per la caduta in un pozzo di luce causata dal cedimento di una grata. E' stato questo uno degli episodi più gravi degli ultimi anni, tra gli incidenti a scuola, come quello del liceo Darwin di Torino dove nel 2008, a seguito del crollo di un controsoffitto, rimase ucciso uno studente di 17 anni e altri 17 furono feriti. Proprio qualche giorno fa la Cassazione aveva confermato le sei condanne, tre a carico di funzionari della Provincia di Torino e tre per gli insegnanti per il crollo del soffitto al liceo Darwin di Rivoli. Ma sono innumerevoli gli incidenti, anche di lieve entità, che nel corso degli anni hanno creato disagio e por­tato alla chiusura delle scuole che poi non sono mai state riaperte. Molte promesse. Come quella del giovane pre­sidente del consiglio: una scuola alla settimana.

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H. l MOLTI

EDIFICI SONO STATI REALIZZATI PRIMA DEGLI ANNI SETTANTA E NON RISPETTANO I CANONI ANTISISMICI. A RIGORE DI LEGGE NON AVREBBERO NEMMENO L'AGIBILITÀ

LE ACCUSE DELLA CGIL: "NON Cl SONO ABBASTANZA DOCENTI NÉ INSEGNANTI DI SOSTEGNO. I RAGAZZI CON PROBLEMI DI DISABILITÀ VENGONO ASSISTITI SOLO PER UN NUMERO LIMITATO DI ORE"

• I

PALERMO MAGLIA NERA In base all'ultimo censimento Pa­lermo è la città con la più alta percentuale di analfabeti d'Ita­lia ed è seguita da Messina e Bari. Il numero di analfabeti in Italia è pari a 782.342 persone.

ANAGRAFE STUDENTI Sono circa trentamila, secondo l'ana­grafe del ministero, gli studenti che ogni anno lasciano la scuola di secondo grado. Una cifra che, in percentuale, è molto più ele­vata rispetto al target europeo.

IQBAL E MALALA

L'aula di chimica nella saletta caffè degli insegnanti

HOMESCHOOLER SCUOLA FAMILIARE LA NOSTRA AULA è sempre con noi

MARIA ELENA ORDITURA MAMMA IST. MICHELANGELO BAGNOLI, NAPOLI bambini squatters

ADI KULOVIC STUDENTE LICEO SCIENTIFICO SANTA MARINELLA ferma agli anni '80

LAZIO Talmente scientifico che il laboratorio di chimica è la saletta caffè dei professori e quello di informatica fa invidia a un tecnofilo anni '80!

GIOVANNA MAGGIORE INSEGNANTE IST. TECNICO DI MESSINA UN LAVORO CERTOSINO di 14 anni va in fumo

CENSIMENTO Sono 7,8 milioni di studenti, per un totale di 366 mila classi suddivise il 8.644 istituzioni statali e 41.483 sedi. li tutto con 728 mila prof che sono indicati nell'organico di fatto, e 101 mila insegnanti di sostegno.

SOTTO I 14ANNI E' il dato più allarmante in Italia: in Sardegna quasi il trenta per cento degli studenti sono a rischio abban­dono in un'età inferiore ai 14 an­ni. A seguire la Campania e la Calabria.

RAVENNA Impariamo per il solo gusto di imparare, ovun­que vogliamo e da chiunque ci insegni. Stanchi della scuola abbiamo creato la nostra.

SUCCURSALI Deportati dal plesso scelto dai genitori ali' at­to dell'iscrizione, costretti ad abbandonare l'aula che hanno vissuto e costruito per 4 anni.

MESSINA La bibliotecaria va in pensione e la biblioteca vie­ne chiusa tra l'indifferenza di dirigenti e docenti. Muore la cultura, si privano gli studenti.

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20 SETTEMBRE 2014 Oggi inizia il percorso per cambiare la scuola insieme a tutti. http://www.labuonascuo­la.gov.it/#consultazione

@matteorenzi 5 GENNAIO 2015 Il 2015 mette al centro la scuola,anzi #labuona­scuola.Siamo a lavoro sulla riforma più importante per il futuro dei no­stri figli e del Paese

@matteorenzi 5 GENNAIO 2015 Il videomessag­gio di @matteorenzi per il rientro nelle scuole: ht­tps://www.youtu­be.com/wat-ch?v= UwSpBvzpMj4 ... #cosedilavoro

@nomfup 10 GENNAIO 2015 Oggi Bologna. Perché l'università più antica del continente è simbolo da cui ripar­tire dopo tragedia. Le idee e i valori di tutta #Europa

@matteorenzi

8 FEBBRAIO 2015 Attuale gover­no tornato a investire su scuola do­po anni tagli: in stabilità 3 mld a re­gime per #labuonascuola #Presa­diretta @Presa_Diretta

@MiurSocial 8 FEBBRAIO 2015 Per funziona­mento scuole governo ha stanziato 50 mln euro in più quest'anno ht­tp://www.istruzione.it/comunica­ti/cs300115.html ... @Presa_Diretta #Presad i retta

@MiurSocia/ 8 FEBBRAIO 2015 11 go­verno ha fatto il più gran­de investimento sulla scuola 3mld per inse­gnanti e 5mld per edilizia. @Presa_Diretta @Miur­Social @matteorenzi

@davidefaraone 8 FEBBRAIO 2015 La cosa più im­portante che dovrà fare #labuona­scuola è insegnare ai ragazzi l'one­stà intellettuale. E il rifiuto degli slogan semplici.

@FusacchiA

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Politecnico di Milano

Business intelligence in alto apprendistato

Quattrocento ore dilezioniin aula (2-3 giorni al mese, per una durata di due anni), testimonian­ze aziendali ed esercitazioni pra­tiche, più due project work per approfondire in modo pratico gli argomenti trattati. Il tutto com­pletamente finanziato - a costo zero per le imprese - attraverso un bando di Regione Lombardia

È il master in alto appr~ndista­to «Analytics and business intel­ligence» proposto dal Mip, la bu­siness school del Politecnico di Milano, in collaborazione con il consorzio Cefriel. Obiettivo del master è quello di fornire alle

aziende gli strumenti necessari per interpretare e utilizzare i big data,tutte le informazioni strut­turate.e destrutturate, per incre­mentare il proprio vantaggio competitivo.

Ilmasterèriservatoacandidati under30,conresidenzaodomici­lio in Lombardia, che stipuleran­no un "contrattodiapprendistato di alta formazione e ricerca" con­testualmente alla partenza delle attività d'aula, che avverrà a metà maggio. Le iscrizioni vanno pre­sentate entro il 15 marzo.

Info: [email protected]. ©RìPRODUZJON~ R!SERVAT A

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' A ROMA IN LOCAZIONE

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INFO:[email protected]

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, Sda Bocconi

Largo ai manager per arte e cultura

Nonsoloeconomiaefinanza. Per gli appassionati di arte e cul­tura che puntano ad avviare una carriera manageriale in questo settore, la Sda Bocconi lancia un nuovo programma: Marna (Ma­ster in arts management and ad­ministration), un corso speciali­stico rivolto a partecipanti tra i25 e i 35 anni laureati in discipline umanistichecheabbianogiàavu­to qualche esperienza professio­nale nel mondo dell'arte collabo­rando con musei; teatri, festival o altre istituzioni culturali · Delladuratadi15mesife!!time

(da ottobre a dicembre), le iscri­zionisonogiàaperteechiuderan­no il prossimo 15 maggio. Il ma­ster èinteramenteinlinguaingle­se e si propone di dare agli stu­denti partecipantila possibilità di acquisire capacità manageriali pratiche e teoriche. Il program­ma, infatti, oltre alle tradizionali

lezioni in aula con docenti della business school, propone anche incontri, seminari e progetti sul campo con partner e istituzioni, come il Fai(Fondo ambiente ita­liano), la Filarmonica del Teatro alla Scala e il Muve (Fondazione musei civici di Venezia).

Parte integrante del program­ma del nuovo master è il Grand Tour, un viaggio a tappe nei maggiori centri della cultura ita­liana come Venezia, Firenze, Roma, Napoli, oltre ovviamente a Milano.

La partecipazione al master costa 21mila euro (disponibili borse di studio) e la data d'inizio delle lezioni è fissata a ottobre 2015.Perinformazionisipuòscri­vere a: adinissions.mama@sda­bocconi.it, o telefonare al numero 02-58363228/3125.

S.L. ©RIPRODUZIONE RISERVATI\

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Le «scienze della vita» offrono ampie opportunità nel campo accademico e nei rami salute, ambiente e industria

Le biotech fanno posto ai laureati Business developer e technology transfer manager sono tra i profili più richiesti

Alberto Magnani

Il futuro è nel biotech. Tassi di occupazione del 90%, stipendi

·sopra i i.500 euro, ricerca nelle università e nei colossi industria­li. Una laurea nelle biotecnologie spiana la strada a tutte le oppor­tunità professionali generate dalle "scienze della vita" nei rami di salute, ambiente e industria. Lo sbocco naturale _resta la ricer­ca accademica, scandita dal pri­mo scoglio selettivo del dottora­to. Ma se si cerca un'occupazione

·diretta, le prospettive sono in crescita: dai ricercatori indu­striali ai business developer, dai consulenti agli esperti di comu­nicazione scientifica formati da master post lauream.

L'ultimo focus di AlmaLaurea sui neodottori in materie tecni­co-scientifiche ha già evidenzia­to un trend di crescita che vede «più occupati e stipendi miglio­ri», con percentuali di impiego del 91 % a cinque anni dal titolo. I numeri. del biotech spingono l'asticella ancora più su: secondo una ricerca Molmed, i laureati San Raffaele viaggiano - nello stesso periodo - su stipendi di i.620 euro mensili e una percen­tuale di occupazione che sfiora il 100% (vedi articolo a fianco).

Le figure più richieste dal mer­cato? Per Pierdomenico Perata, fisiologo e rettore. della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, «l'area del biotech è estrema­mente ampia»: lo sbocco lavora­tivo dipende sia dagli interessi sia dalla domanda che si registra nel concreto. Qualche esempio? «Servono biotecnologi farma­ceutici per leindustriefarmaceu­tiche, biotecnologi di area medi­ca nell'healthcare, biotecnologi vegetali nell'ambito agroalimen­tare con funzioni che vanno dal controllo qualità, ai processi fer­mentativi, all'agricoltura» spie-

ga Perata. Senza trascurare la carriera accademica: «Non di­mentichiamo che è una discipli­na che attrae molti giovani inte­ressati alla ricerca universitaria. Tanti si iscrivono a dottorati, e in Italia ne abbfamo di eccellenti».

A proposito di attrattività: i numeri del biotech, come scelta universitaria, sono ancora esi­gui. I dati rilevati dal ministero dell'Istruzione parlano di poco più di i6mila iscritti nell'anno ac­cademico 2013-2014. Solo per re­stare nel nuovo ordinamento si contano10.397studentinelcorso di laurea in Biotecnologie, 3.142 nel corso di laurea magistrale in Biotecnologie mediche, veteri­narie e farmaceutiche, 974 in quelle industriali, appena 366 in quelle agrarie.

Secondo Leonardo Vingiani, direttore di Assobiotec, non tutti intuiscono l'ampiezza delle pro­spettive, perché «ci sono sbocchi che non appartengono all'imma­ginario di base e nei fatti offrono opportunità di occupazione più concrete della media». Vingiani ne indica soprattutto due: «Oggi le aziende biotech hanno biso­gno di business developer e tech­nology transfer manager: i primi si occupano di sviluppo del busi­ness, mentre i "TT" -come dice il nome-trasformano in valore per l'impresa le proprie competenze tecnico-scientifiche». E poi: con­sulenti nella protezione dei bre­vetti e della proprietàintellettua­le, esperti in comunicazione scientifica, professionisti della "sanità digitale" che sta rivolu­zionando l'healthcare.

«Devo dire che oggi il mondo delle università si sta aprendo inmaniera sempre più convinta al mondo del lavoro - conclude Vingiani -. E bisogna continua­re a farlo».

t, RlPRODUllONE RIS~HVATA

I numeri

Iscritti a biotecnologie I dati rilevati dal ministero dell'Istruzione segnalano poco più di 16mila iscritti nell'anno accademico 2013-2014. Solo per restare nel nuovo ordinamento si contano 10.397 studenti nel corso di laurea in Biotecnologie, 3.142 nel corso di laurea magistrale in Biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche, 974 in quelle industriali, appena 366 in biotecnologie agrarie. Il 76,8% dei laureati ha partecipato ad almeno un'attività di formazione

Tasso di occupazione L'ultimo focus di Alma laurea sui neodottori in materie tecnico­scientifiche ha già evidenziato un trend di crescita che vede «più occupati e stipendi migliori», con percentuali di impiego del 65,7% a un anno e del 91 % a cinque anni dal titolo. I numeri del biotech spingono l'asticella ancora più su: secondo una ricerca Molmed, i laureati San Raffaele viaggiano­nello stesso periodo· su stipendi di 1.620 euro mensili e una percentuale di occupazione che supera il 96%

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COBBIEBE DELLA SEBA

Geofisica: studio a rischio estinzione La Geofisica, cardine delle Scienze della Terra

assieme alla Geologia e alla Mine.ralogia­Petrologia, è l'unica in grado di misurare e modellare i fenomeni che awengono nel nostro Pianeta. Questi sono talvolta catastrofici, come ben sa l'Italia che ha spesso a che fare con i terremoti, i vulcani, il dissesto idrogeologico, e l'erosione delle linee di costa. Nonostante questo, la Geofisica rischia l'estinzione nelle Università Italiane. Nel momento in cui il disegno di legge Mariani et aL. propone un quota ad hoc per progetti sul rischio sismico, sembra che negli Atenei ci si adoperi per affossare la Geofisica

limitando i posti di professore, di ricercatore e i finanziamenti. Ciò è paradossale, dato che la Geofisica universitaria è l'unica in grado di preparare specialisti nel campo del rischio sismico grazie al suo efficace approccio fisico­matematico. Inoltre, i geofisici italiani sono tra i migliori scienziati delle Scienze della Terra, visti la qualità e l'impatto delle loro pubblicazioni a livello internazionale: come può l'Università essere una giungla dove la numerosità, in cui la Geofisica senza dubbio difetta, è più importante della qualità, in cui la Geofisica eccelle? Secondo il Cun {novembre 2014), entro pochi anni la Geofisica non avrà proprie Commissioni per

mancanza di professori ordinari. a dimostrare quanto la situazione delle Scienze della Terra descritta sul Corriere da Gian Antonio Stella il 22 febbraio veda il suo culmine nella Geofisica. li Miur e ogni singolo Ateneo dove operano geofisici dovrebbero valutare questa problematicità al fine di evitare una irrecuperabile estinzione di massa.

Roberto Sabadini, ordinario di Fisica terrestre Università degli Studi di Milano

Francesco Mulargia, ordinario di Fisica terrestre Università degli Studi di Bologna

Aldo Zollo, ordinario di Sismologia, Università degli Studi «Federico 11» di Napolii

Data 28-02-2015 Pagina 73 Foglio 1

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Universita'

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Data 28-02-2015

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Conseivazione e innovazione, quale destino per i centri storici

Alla Federico II un master in progettazione urbana con altre università europee

Pasquale Esposito

Centri storici e contemporaneità, una questione che è culturale ma anche so­ciale ed economica, e riguarda in pri­mis le funzioni che queste aree che pre­sentano testimonianze del passato, del­la storia, possono, e devono, svolgere in tempi moderni. Un problema che ri­guarda le città storiche europee, e natu -ralmente Napoli, la quale come è noto vanta - ed in effetti è un dato distintivo -il centro antico, e quindi storico, più va­sto e tra i meglio conservati d'Europa. Il dibattito, il confronto, qualche volta lo scontro, a livello scientifico, è tra la con­servazione tout court e l'innovazione, o meglio la possibilità di intervenire con metodi giusti per far rivivere con funzio­ni contemporanee piazze ed angoli ur-banistici che consentono la lettura di pa­gine di storia, spesso - come è il casona­poletano - di qualità. E allora la parola d'ordine, il concetto-base per una riqua­lificazione del centro storico è quello di non imbalsamare i centri storici, ma in­tervenire su di essi anche, là dove lo con­sentono le leggi, i piani regolatori, per mettere in moto un meccanismo che co-

niughi la storia, il passato, con la contemporaneità. Se ne è parlato alla Federico II dove, nell'aula magna stori­ca, al Rettorato, è stata inaugurata la quinta edizione del «Master in progetta­zione di eccellenza per la città storica», promosso dal dipartimento di Architet­tura dell'ateneo napoletano e da quest'anno dalla rivista Domus, che è il mensile di riferimento internazionale per l'architettura e il design.

Coordinatore del master è Ferruccio Izzo, docente di Progettazione urbana, che dall'inizio, raccogliendo gli stimoli dell'allora preside di Palazzo Gravina, Benedetto Gravagnuolo, ha dedicato le sue energie a questa ricerca progettuale che vede coinvolte università straniere (Vienna, Weimar, Glasgow, Dublino, Madrid, Londra) e la collaborazione del'Unione Industriali, dell' Acen ( co­struttori edili), dell' Afm (associazione di formazione manageriale) e dell' Ordi­ne degli Architetti: «Nel 2006 con Grava­gnuolo - racconta lzzo - ci proponem­mo di dare agli studenti di architettura, ai nuovi architetti, un caso di studio sul patrimonio fantastico costituito dal cen­tro antico diN apoli, e sui suoi beni mate­riali ed immateriali. Oggi siamo alla quinta edizione di questo master, che ha raccolto convinte adesioni sia dai col­leghi delle Università coinvolte sin dall'inizio, che daigiovanilaureatiin ar­chitettura che hanno la possibilità di ap­profondire i loro studi al cospetto di un territorio come quello della nostra città che offre una serie di spunti per analisi e

L'insula Il complesso dei Santi Marcellino e Festo ha una funzione di «porta» sul centro antico

progetti molto significativi, non solo sul piano della teoria, ma anche su quello della concretezza».

All'inaugurazione sono intervenuti ilrettore della Federico II, Gaetano Man­fredi, il direttore del dipartimento di Ar­chitettura, Mario Losasso, il direttore di Domus, Nicola Di Battista, il professor Georg Franck della Technische Univer­stat di Vienna, che ha svolto la sua rela­zione (in aula cinquanta neo-laureati stranieri) al posto dell'assente (per mali di stagione) Andràs Palffy, già preside della Tecnische Universitat, figura di spicco dell'architettura europea , del quale era prevista una «lectio magistra­lis» sul tema delle città storiche in rap­porto alla contemporaneità.

Per Napoli, ricorda Ferruccio Izzo, «è importante non restare prigionieri della teoria della museificazione del ter­ritorio, ma guardare senza preclusioni, e ovviamente con rispetto, a possibili metamorfosi, trasformazioni. Non im -balsamare, quindi, il centro antico, ma conservare e nel contempo innovare, ri­dando vita ed energia, e sicuramente at­tenzione, ai manufatti storici. Nuovi usi, nuove idee per il costruito storico». Per esempio, dare un ruolo di protagoni­sta in questo discorso alla Federico II, che già dà il segno della sua presenza al territorio; dare all'insula di San Marcelli­no e Pesto una funzione digrande porta per il centro antico, di «studio centrale» a servizio dei musei universitari, delle altre strutture museali del territorio, al servizio anche dei residenti, della popo­lazione sia studentesca che stanziale.

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Stefania Giannini

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Scuola, in,dennizzo a metà per i precari

Data 28-02-2015 Pagina 1 Foglio 1

Le ultime bozze del decreto «Buona Scuola», in Cdm martedì, di­mezzano l'indennizzo e bloccano l'anzianità per i precari neoas­sunti. Il ministro Giannini: i8omila stabilizzazioni. " 15

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Lavoro e previdenza

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Il Sole?]{! mmrn Data 02-03-2015 Pagina 9 Foglio 1

l datori possono sommare l'esonero contributivo con gli incentivi per particolari categorie

Cumulo tra bonus, vantaggio doppio Alessandro Rota Porta

Ul'!Bonus"rinforzato''peridatoridi lavorocheriuscirannoacombinare ilnuovoesonerocontributivointro­dotto dalla legge distabilità2015 con altriincentivialleassunzioni

Abbinando infatti l'agevolazio­nefinoa8.o6oeuroall'annoriserva­taaicontrattiatempoindetermina­to stipulati nel2015 con altri incenti­vi già presenti nel sistema per age­volare il reinserimento di alcune categorie di lavoratori, si genera un meccanismo che consente di cu­mulare diversi vantaggi, anche se perun periodo limitato di tempo.

Una primaletturadel testo della legge di stabilità avrebbe portato a escludere il cumulo tra incentivi, poiché le nuove disposizioni (leg­ge 190/2014 articolo 1, commi n8 e seguenti) stabiliscono che il bonus «nonècumulabileconaltriesone­ri o riduzioni delle aliquote di fi­nanziamento previsti dalla nor­mativa vigente».

L 'Inpshachiaritoperò(circolare

17/2015) che l'esonero contributivo introdotto dalla legge di stabilità è cumulabile con le agevolazioni che abbiano carattere economico (e non invece discontocontributivo).

Idatoridilavoropossonousuhu­ire del nuovo bonus in combinazio­ne con: 1111 l'incentivoportatoindotedaila­voratori beneficiari dell'Aspi, che consistenel50%dell'indennitàche sarebbe spettata al lavoratore se nonfossestatoassunto,per ladura­taresiduadeltrattamento(l'agevo­!azione rimarrà in vigore anche con il superamento dell' Aspi a fa­vore della Naspi, in attuazione del Jobsact); 111 l'incentivoperchiassumeiscrit­ti alla Garanzia Giovani (che dura un anno); 111 il bonus per chi assume iscritti allelistedimobilità,parial50%del­l'indennità che sarebbe spettata al lavoratoreperilresiduoperiododi diritto al trattamento (spetta al massimoper12mesievalesoloper

i rapporti full-time; si applica an­che in caso di trasformazione a tempo indeterminato di iniziali rapporti a termine stipulati con gli stessilavoratori); • ilbonusriferitoaigiovanilavora­tori agricoli (legge n6/2014); Ili! gli incentivi previsti per partico­lari categorie di lavoratori disabili e perl'assunzionedigiovanigenitori.

Comesivededaicalcoliriporta­tiafianco,il cumulo degli incentivi potrà portare benefici consistenti ai datori: nel caso di un operaio di terzo livello di 25 anni iscritto alla Garanziagiovani,cheviene assun­to nell'industria, con una retribu­zione mensile lorda diI.589 euro, il datore potrà risparmiare 505 euro di contributi grazie all'esonero in­trodotto dalla legge di stabilità e avràinpiù(almassimoper12mesi) 500 euro di incentivo legato alla Garanzia giovani

Il datore dovrà curare gli adem­pimenti indicati per ciascuna age­volazione e vagliare le condizioni

previste dalle diverse misll!e: il cu­mulo con il bonus per chi assume percettori dell'Aspi è subordinato, ad esempio, al rispetto delle regole "de minimis" e al fatto che l'assun­zione non derivi da un obbligo di leg~e o di Ceni.

Einvecepossibilecumularesolo parzialmente il bonus della legge di stabilità e il cosiddetto «bonus Let­t:m(riservatoaigiovanisvantaggia­tientroi29annidietà):quest'ultimo

· potrà essere usato solo per l'even­tualequotadicontribuzionemensi­le eccedente il tetto di 671,66 euro previstoperl'esonerocontributivo.

Tecnicamente, il é:umulo - con riferimento alla posizione del sin­golo lavoratore - potrebbe far'sca­turireunsaldoaddiritturaacredito del datore di lavoro nei confronti dell'Inpschepotràesserecompen­satonel totaledeicontributidovuti mensilmente. Se questo non fosse possibile, il datore dovrà chiedere il rimborso delle quote all'Istituto.

©R!PRODUZIONERISERVATA

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Lavoro e previdenza

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Le conseguenze a carico del datore

Cumulo di sanzioni per la retribuzione <<fuori busta>> i,~*'~" Le ispezioni, in caso di gestio­nenoncorrettadeicontratti part­time, possono comportare pe­santi ricadute in termini di san­zioni amministrative.

I controlli si possono focaliz­zare sulle eventuali discordanze tra quanto contrattualmente sta­bilito rispetto ali' effettivo orario dilavorosvolto.Èilfenomenodel «fuori busta» che prevede la pre­senzadellavoratore oltre l'orario pattuito, con l'erogazione di re­tribuzione non registrata rego­larmentesulLibrounicodellavo­ro, con la conseguenza del man­cato versamento dei relativi con­tributi previdenziali.

Gli scenari che si possono pre­sentare sono molteplici. Innan­zitutto, potrà trovare applicazio­ne l'articolo 39, comma 7, del Dl ml 2008 che sanzionai' omessa o infedele registrazione dei dati che determinano differenti trat­tamenti retributivi, previden­ziali o fiscali con una sanzione pecuniaria da150 a i.500 euro. Se la violazione si riferisce a più di dieci lavoratori, la sanzione va da 500 a 3-000 euro.

Si avrà omissione se il lavoro straordinario (in caso di part-ti­me verticale o misto) o il lavoro supplementare (nel part-time orizzontale) è registrato in ma­niera incompleta e difforme dal vero. In questo caso, l'ispettore diffideràil datore dilavoroarego­larizzare la posizione dei lavora­tori interessati (vademecum 5 di­cembre 2008, sezione c, n. 5e6).

Lasanzionesaràinvecepiùpe­sante poiché non diffidabile, nel caso di registrazioni infedeli. Con risposta all'interpello 47/2011 il ministero del Lavoro ha, infatti, affermato che l'illecito si configura ogni qualvolta la quantificazione della durata del­la prestazione o la retribuzione effettivamente erogata non cor-

risponda a quella formalizzata sul Libro unico. Pertanto, l'infe­deltà si avrà se la registrazione deldatoè«gravementenonveri­tiera» rispetto alla «effettiva consistenza» della prestazione lavorativa sotto il profilo retribu­tivo, previdenziale o fiscale.

In sostanza, la sanzione sarà applicabile nelle ipotesi del co­siddetto «fuori busta» o di indi­cazione delle ore di lavoro quan­titativamente diversa da quelle prestate. Viceversa, non sembra corretto applicare la sanzione quando le somme erogate al la­voratore siano effettivamente

I RISCHI La multa da 150a1.500 euro per l'omessa o infedele registrazione dei dati sul Libro unico del lavoro si somma ad altre penalità

quelle indicate sul Libro unico del lavoro, pur differenziandosi da quanto astrattamente previ­sto dal contratto collettivo appli­cabile. Conlanota37del 6febbra­io 2014 il ministero ha chiarito che in caso di «fuori busta» tro­vano applicazione anche le san­zioni relative alla mancata con­segnadel prospettopaga(artico­li 1 e 3 della legge 4/1953) e, se gli importi corrisposti sono inferio­riaquanto previsto dalla contrat­tazione collettiva, ci sarà l'ulte­riore sanzione prevista dall'arti­colo5,comma5delDlgs66/2003. Per l'omesso pagamento del la­voro supplementare o dellemag­giorazioni retributive previste dal Ccnl, sarà ipotizzabile l' emis­sione della diffida accertativa per crediti patrimoniali (articolo udelDlgs124f2004).

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Data 02-03-2015 Pagina 27 Foglio 1

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Lavoro e previdenza

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I paletti fissati dalla Cassazione sulle modalità di stipula dei contratti e sul trattamento del lavoratore

Part time, l'insidia delle ore extra L'uso continuo di prestazioni supplementari può far scattare il passaggio al tempo pieno

PAGINA A CURA DI Stefano Rossi

L'uso continuo di lavoro supple­mentare di un dipendente che è stato assunto con un contratto part-time può costituire il presupposto per la trasformazione del rapporto a tem­po pieno. Il lavoro supplementare ri­chiede il consenso della persona in­teressata, secondo quanto previsto e regolamentato dal contratto collet­tivo di riferimento. Sono questi alcu­ni principi fissati dalla Cassazione sull'uso del lavoro a tempo parziale, che sono stati recentemente ribaditi nello schema di decreto legislativo di revisione dei contratti di lavoro approvato in prima lettura dal Con­siglio dei ministri del 20 febbraio, in attuazione della legge delega i83f2014. Il provvedimento rivede infatti, tra l'altro, anche le regole sul lavoro part-time.

Ma vediamo quali sono i paletti fissati dalla giurisprudenza che i datori di lavoro devono osservare per non incorrere in forme di part­time non genuine.

La volontà del lavoratore La Corte di GiustiziaEuropeahaaf­fermato in una sentenza deh5 otto­bre 2014 ( C-221/13) che per trasfor­mare il contratto di lavoro a tempo

parziale in uno a tempo pieno non serve il consenso del lavoratore. Ciò che, invece, richiede la clausola 5 punto 2 dell'accordo quadro della direttiva 97/81/Ce è che l'opposi­zione dellavoratore alla trasforma­zione (da tempo pieno a tempo par­ziale o viceversa) non possa costi­tuire l'unico motivo del suo licen­ziamento, in assenza di altre ragioni obiettive.

Ilcasodiaumentodell'orariodila­voro è una situazione diversa dalla sua riduzione, anche in termini di re­munerazione. Infatti, per la Cassa­zione (sentenza 16089/2014) il dato­re di lavoro non può unilateralmente e nonostante un accordo sindacale, trasformare un rapporto di lavoro a tempo pieno e indeterminato in uno part-time, o ridurre, comunque, la durata del part-time, senza un accor­do scritto conillavoratore,comepre­visto dagliarticoli2 es del decreto le­gislativo 61/2000.

In sostanza, la manifestazione di volontà del lavoratore deve essere genuina e libera e, soprattutto, esposta per iscritto.

Il lavoro supplementare Il rischio della trasformazione si puòaveretuttelevolteincui,nono­stante una formale assunzione part-time, le parti hanno per lungo

tempo e continuativamente osser­vato un orario di lavoro identico a quello pieno. Nella sentenza n905/zon, la Cassazione ha stabili­to che l'uso continuo di lavoro sup­plementare in un contratto a tempo parziale, risultante dalle buste pa­ga, può ravvisare il presupposto di una trasformazione del contratto a tempo pieno. In particolare, le parti con il loro comportamento, anche in assenza di una formalizzazione per iscritto, hanno dimostrato che la loro reale volontà era di conclu­dere un contratto a tempo pieno o, comunque, hanno accettato con «fatti concludenti» di trasformare quanto inizialmente pattuito.

Per la Corte, oltre allo svolgi­mento in modo continuativo di un orario full-time, ciò che determina la conversione è anche l'assenza di una specifica esigenza organizzati­va dell'impresa che sia in grado di giustificarelosvolgimentodiorein piùrispettoaquelleoriginariamen­te concordate e che sia conforme alle previsioni della contrattazione collettiva. Infatti, l'articolo 3 del de­creto legislativo 61/ 2000 stabilisce che il datore di lavoro nei contratti parttirneorizzontali(ossiaquando la riduzione di orario rispetto al tempo pieno viene effettuata ridu-

cendo l'orario normale giornaliero di lavoro) ha facoltà di richiedere lo svolgimento di prestazioni supple­mentari, tuttavia, è il contratto col­lettivo che deve prevederne la mi­sura e le causali di utilizzo.

I contratti collettivi, inoltre, pos­sono prevedere anche i limiti di uti­lizzo delle clausole flessibili (ossia la possibilità del datore di lavoro di modificare la collocazione nel tem­po della prestazione lavorativa) o elastiche (ossia quando il datore di lavoro ha la possibilità di modifica­re in aumento la durata dell'attività lavorativa), soprattutto, nei part-ti­mf'vf'rticali o misti_

Perciò, in assenza di queste indica­zioni, gli stessi linllti devono essere pattuiti nel contratto individuale di la­voro. Nella sentenza 23600/2014 la Cassazione ha precisato che la presta­zione aggiuntiva ((a comando» impo­staunilateralmentedall'aziendaenon concordataconillavoratoreèillegitti­ma. Q!ùndi, pur non potendosi equi­pararealavoroeffettivo,devecomun­que trovare adeguato compenso, te­nendocontodellamaggioreonerosità che di fatto assume la prestazione di lavoro per lamessaadisposizione del­le energie lavorative per un tempo maggiore di quello effettivamente la­vorato (Cassazione, sentenza 1721/2009).

t RlPRODt;l!ONE RISERVATA

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Lavoro e previdenza

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Le pronunce

L'azienda valuta la compatibilità Un dipendente di un istituto di credito chiede il passaggio al part­time. La richiesta è respinta, in base al Ccnl del settore, per cui la banca può accogliere le domande di prestazioni a tempo parziale presentate dai dipendenti, in presenza di proprie esigenze organizzative e produttive. Per la Cassazione, «va escluso il diritto del dipendente di sindacare le decisioni datoriali in ordine alla sussistenza o meno delle esigenze organizzative e produttive compatibili con prestazioni rese in regime di tempo parziale». Cassazione, sentenza 9769 del 4 maggio2011

La retribuzione non può penalizzare A un lavoratore con contratto part-time verticale non è riconosciuta una retribuzione riproporzionata per l'entità della prestazione eseguita rispetto a quella dei lavoratori a tempo pieno, ma un trattamento penalizzante per il solo fatto di aver svolto lavoro a tempo parziale. In primo grado e in appello la società è condannata per violazione del principio di non discriminazione. La Cassazione, richiamando la direttiva 97 /81/Ce, afferma che il lavoratore a tempo parziale non deve ricevere un trattamento meno favorevole rispetto al lavoratore a tempo pieno «comparabile», cioè inquadrato nello stesso livello in base ai Ceni. Cassazione, sentenza 1m6 del 29agosto 2011

Non si giustifica il licenziamento Un lavoratore part-timeè licenziato poiché si era rifiutato di modificareilsuo orario di lavoro. Il tribunale e la corte d'appello accolgono il ricorso del lavoratore, ordinando la sua reintegrazione. La Cassazione, nel respingere il ricorso della società, ribadisce che il licenziamento risulta adottato perchéillavoratore si era rifiutato di modificare l'orario di lavoro. La società non aveva provato, invece, che le mansioni cui era adibito il lavoratore erano divenuteimpossibiliinseguitoalla chiusura del magazzino dove eseguiva la propria prestazione, e che, dunque, il licenziamento era stato adottato per giustificato motivo oggettivo. Cassazione, sentenza 14833 del 4Settembre2012

I vizi difonna non sono ammessi L'Inpsaccerta per31dipendenti assunti part·time da una società il vizio di forma della mancata indicazione nel contratto delle mansioni e della distribuzione oraria della prestazione lavorativa. L'Istituto recupera dunque i benefici contributivi legati ai contratti. La Cassazione, respingendo il ricorso della società, sostiene che la distribuzione oraria integra il nucleo stesso del contratto a tempo parziale e la ragion d'essere della garanzia costituita dall'imposizione della forma scritta. I benefici contributivi sono applicabili con tutti i presupposti previsti dalla legge e sono condizionati dall'osservanza dei requisiti forma li. Cassazione, sentenza 1430 del 1°febbraio2012

Data 02-03-2015 Pagina 27 Foglio 2 / 2

Rievalaconcrelaattuazionedelrapporto Un lavoratore di un casello autostradale si rivolge al tribunale peraccertarecheil rapporto part-timeinstaurato con la società si èsvoltosecondoorarisuperioriai limiti massimi fissati dal Ceni. Perla società, il lavoro supplementare non può comportare, di per sé, l'esistenza di un rapporto a tempo pieno. La Cassazione, respingendo il ricorso dell'azienda, sostiene che, sui diritti del lavoratore non è decisivo il negozio costitutivo del rapporto, ma la sua concreta attuazione. È irrilevante che si riscontri una volontà novativa delle parti, se è dimostrata la costante effettuazione di un orario prossimo o superiore a quello del lavoro a tempo pieno. Cassazione, sentenza 21160del 13ottobre2010

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Lavoro e previdenza

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Anche Cgil, Cisl e Uil all'attacco sulle pensioni

I segretari generali del­le tre confederazioni sin­dacali Susanna Camusso (Cgil), Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagal­lo (Uil) ieri hanno scritto al ministro del Lavoro, Giu­liano Poletti, per richiede­re unincontro sul tema del­le pensioni, con l'obiettivo di mettere a punto delle modifiche allariformaFor­nero. Nella loro lettera i tre leader sindacali spiegano di aver elaborato «una piattaforma» per modifi­care la normativa previ­denziale «a partire dalla flessibilità per l'accesso al­la pensione con l'attenzio­ne alle diverse tipologie di lavoro, il futuro pensioni­stico dei giovani e dei lavo­ratori discontinui».

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Data 01-03-2015 Pagina 6 Foglio 1

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Lavoro e previdenza

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Da domani scatta il Tfr in busta paga anche se il decreto ancora non c'è Claudio Pinna

Data 01-03-2015 Pagina 17 Foglio 1 / 2

Da questo mese di marzo entra nel vivo la possibilità di ottenere il trattamento di fine rapporto con la retribuzione mensile

Tfr in busta paga pronto al via Decreto verso la pubblicazione -Ancora al buio l'accesso ai finanziamenti per le aziende

L'operazione "Tfr in busta pa­ga" entra nella fase operativa. Il via libera definitivo, però, arriverà so­lo con la pubblicazione sulla «Gaz­zetta Ufficiale» delDpcm "sdoga­nato" dal favorevole parere del Consiglio di Stato (di cui si è anco­ra in attesa). Cosa che dovrebbe avvenire nella settimana entrante.

Il provvedimento contiene la regolamentazione per poter far funzionare lo strumento. In realtà la sua piena operatività la si avrà quando verrà sottoscritto un ac­cordo quadro tra Abi e ministeri delLavoroedell'Economia.L'inte­sa permetteràl'accessoaifinanzia­menti bancari da parte delle azien­de che occupano sino a49 addetti.

Per effetto delle nuove disposi­zioni, il Tfr subisce un'ulteriore evoluzione. Nato come retribu­zione differitadaliquidare afavore dei lavoratori al termine del rap­porto di lavoro e utilizzato dal da­tore dilavoro come formadifinan­ziamento, dal i982 in poi, il Tfr ha subito modifiche tendenti a sot­trarlo all'azienda per destinarlo ad altri impieghi.

Dapprima l'obbligo di sue anti­cipazioni (al verificarsi di determi-

nate condizioni), poi la possibile canalizzazione verso la previden­za complementare o l' obbligatoriò trasferimento al fondo di tesoreria gestito dallèlnps e, da ultimo, il suo inserimento in busta paga sotto formadiquotaintegrativadellare­tribuzione ( Quir) voluta dalla leg­ge di Stabilità del 2015.

LostartupdellaQuirèfissatoal 1° marzo 2015; per i lavoratori che operano presso aziende che, in presenza dei presupposti norma­tivi, ricorreranno al finanziamen­to bancario, la fruizione della Quir slitta di alcuni mesi. Non potran­no richiedere la Quir, in quanto esclusi espressamente, i lavorato­ri agricoli, le colf, i lavoratori per i quali è previsto il pagamento pe­riodico del Tfr o l' accantonamen­to presso terzi (per esempio edili). Semafororossoanchesel'azienda è interessata da una procedura concorsuale oppure se ha sotto­scritto un accordo di ristruttura­zione dei debiti o un piano di risa­namento. Strada sbarrata anche per i dipendenti di datori di lavoro in Cigs o cassa in deroga in prose­cuzione dell'intervento straordi­nario; in questo caso il divieto ope-

ralimitatamente all'unità produt­tiva interessata.

La nuova opzione, offerta ai di­pendenti del solo settore privato che vantano almeno 6 mesi dian­zianità, consiste nella possibilità di chiedere il pagamento della quota diTfrchematuranelmese,alnetto dell'aliquota 0,50% a carico dei la­voratori, se dovuta.Lamisura, spe­rimentale e temporanea, riguarde­rà i periodi di paga che vanno da marzo 2015, sino a giugno del 2018. È, tuttavia, necessaria una specifi­carichiestain tal senso da parte del dipendente che vanta i requisiti. Chi effettua la scelta non può ri­pensarci e resta vincolato all'op­zione sino a giugno 2018 a meno che non sopravvengano della par­ticolari situazioni che offrano al datore dilavoro la possibilità diin" terrompere l'erogazione (per esempio, in caso di procedure con­corsuali successive alla richiesta della Quir).

L'azienda può respingere lari­chiesta del dipendente se quest'ul­timohaottenutoun prestitodando in garanzia il proprio Tfr. Tale re­gime opera sino alla notifica del-1' estinzione del debito.

Si potrà çhiedere il pagamento della Quir anche se in precedenza il lavoratore ha destinato il suo Tfr alla previdenza complementare per la costruzione della seconda pensione.Sitrattadiunasceltaopi­nabile la cui logica è difficilmente condivisibile se si pensa che in tal modo si realizzerà una scopertura (sino a circa tre anni) di versamen­ti al fondo di previdenza comple­mentare e dunque un vuoto che in­ciderà negativamente sulla rendi­ta che verrà pagata in futuro.

Per espressa previsione legisla­tiva la Quir è assoggettata a tassa­zione ordinaria comprese le addi­ziona!iall'Irpef ma, fortunatamen­te, il reddito non rientra tra quelli che servono a definire l'accesso al bonus So euro. Il lavoratore inte­ressato deve presentare domanda all'azienda utilizzando un modulo speciale e - stando all'attuale for­mulazione del decreto in attesa di pubblicazione - in presenza dei presupposti riceverà la Quir nella busta paga del mese successivo a quello di presentazione della ri­chiesta (se il datore di lavoro paga direttamente); 3 mesi più tardi se l'azienda chiede il finanziamento.

N.T. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Sole?]{! mmrn

Le caratteristiche

01ICHECOSAÈ all'integrazione salariale LAQUIR - che hanno ricevuto un Quota integrativa della finanziamento dando in garanzia il retribuzione equivalente al Tfr (sino all'estinzione del trattamento di fine rapporto che prestito) matura ogni mese a favore del lavoratore al netto delcontributo 04 I PERIODI DI PAGA dello 0,50%; vale a dire l'aliquota INTERESSATI contributiva posta a carico del Da marzo 2015 a giugno 2018 lavoratore dalle legge 297 /82, versata dal datore mensilmente 05 I MODALITÀDIACCESSOALLA a ll'In ps, e recuperata (rivalsa) al QUIR momento in cui viene accantonato Richiesta del lavoratore al datore ilTfr di lavoro redatta su apposito

modello 02 I CHI PUÒ CHIEDERE LAQUIR 06 J IRREVOCABILITÀ I lavoratori dipendenti del settore DELlASCEL TA privato che vantano un'anzianità L'opzione vincola il lavoratore aziendale di almeno 6 mesi sinoagiugno2018

Oli CHISONO I DECORRENZA I SOGGETTI ESCLUSI DEL PAGAMENTO Lavoratori: La Quir entra nella busta paga del - agricoli e colf mese seguente a quello della -ilcuiTfr è accantonato presso richiesta oppure 4 mesi dopo, in terzi casodi intervento della banca. - dipendenti da aziende in Per esempio, se il lavoratore procedure concorsuali presenta la domanda ad aprile e -dipendenti da datori che hanno l'azienda eroga direttamente, il sottoscritto un accordo di primo pagamento awerrà a ristrutturazione dei debiti maggio; se, al contrario, l'azienda - dipendenti da azienda in cigs e/o - avendone i requisiti- chiede cassa in deroga in prosecuzione l'intervento della banca, la Quir della cigs: divieto operante per la confluirà per la prima volta nella sola unità produttiva interessata busta paga di agosto

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08 I SOSPENSIONE DEI TRASFERIMENTI DEL TFR Seillavoratore opta per la Quir si sospende il trasferimento del Tfr al Fondo di Tesoreria gestito dall'Inps e ai fondi di previdenza complementare

09 I PAGAMENTODIIMPOSTE E CONTRIBUTI La Quir non viene tassata separatamente come il Tfr ma soggiace al regime ordinario, comprese le addizionali all'Irpef. In tal modo la tassazione risulta molto più elevata. In analogia con il Tfr, mantiene l'esenzione ai fini contributivi

10 I ESCLUSIONI E INCLUSIONI REDDITUAU Il reddito derivante dalla Quirnon si considera per verificare il limite reddituale richiesto per l'accesso al bonus fiscale di 80 euro. Pur essendo tassata ordinariamente la Quir non rientra nel calcolo del reddito di riferimento propedeutico perindividuare l'aliquota di tassazione del Tfr. La Quir potrebbe precludere l'accesso a servizi sociali o a prestazioni collegate al reddito (come l'Anf)in quanto il relativo ammontare incide sul reddito complessivo

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COBBIEBE DELLA SEBA

O•~· Parte il Tfr in busta paga (ma piano)

Antonella Bac:c:aro

Che l'anticipo del Tir (trattamento di fine rapporto) in busta paga, possibile a partire da oggi, potesse non essere una misura allettante lo si era capito da subito. orata Confesercenti lo dimostra pubblicando un sondaggio Swg in base al quale ne avrebbero fatto richiesta appena sei dipendenti dei pubblici esercizi su 100, e solo un altro 11% vorrebbe farlo entro la fine del 2015.

Ad aprire a questa possibilità ai lavoratori (lipendenti del settore privato, circa 12-13 milioni, che ne fanno richiesta, in via sperimeatale fino a metà del 20181 è stata la legge dì Stabilità, ma la misura che avrebbe dovuto coadiuvare l'aumento dei consumi fallisce due volte. Si scopre infatti che i lavoratori che hanno scelto di avere il Tir su base mensile useranno la -liquidità aggiuntiva

, soprattutto per saldare debiti pregressi (24%) o per la previdenza integrativa (20%), solo il 19% lo impiegherà per acquisti dì vario genere. n resto non ha ancora. un programma.

© RIPRDDWION~ms~HVATA

Data 01-03-2015 Pagina 41 Foglio 1

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Data 02-03-2015

Corrie.onomia Pagina 12 Foglio 1

Diario sindacale

Il rompicapo <<deflazione>> per sbloccare i contratti lpca, Pii e produttività le tre variabili per trovare la soluzione. Ma la distanza è ancora ampia

Un primo incontro riser­vato c'è già stato tra Confindustria, Cgil, Ci­

sl e Uil, ma è servito solo a prendere atto che le distanze sono forti tra imprese e sinda­cati su come rimettere in mo­to la contrattazione, entrata in crisi per via della deflazione.

Altri incontri ci saranno, ma inlanlo un primo confron­to pubblico sul tema ci sarà domani e dopodomani, orga­nizzato dalla Filclem-Cgil. sin­dacalo dei chimici, tessili, elellrici. 11 segretario, Emilio Miceli, e con lui i colleghi a ca­po dei chimici della Cisl, Ser­gio Gigli, e della Uil, Paolo Pi­rani, è stato il primo a con­frontarsi con le inedite pro­blematiche sorte in questa tornata contrattuale, con la Confindustria che ha bloccato sul nascere la trattativa e le associazioni di settore che hanno calcolato non quanto dare ai lavoratori di aumento, ma quanto avevano dato in più col contratto in scadenza

Ci$Ì Gigi Petteni, segretario confederale

rispetto al reale andamento dei prezzi: 79 euro.

Ragionamento che ha fallo miche J'Abi. associazione delle banche, che sottraendo l'l,85% erogato in più nel 2012-14 rispetto all'inflazione e defalcando il costo degli scatti di anzianità, sarebbe di­sposta a dare non più di 26 euro lor-d i ripartiti nei prossimi Ire anni, accusa il segreta-ri o della Uìlca, Massimo Masi.

Che fare? Oggi ne parleranno, ol­tre a Miceli, Gigli e Pirmù. il direttore dell'Area lavoro della Confindu­stria, Pierangelo Albini, il leader della Flaei-Cisl Carlo De Masi e tre segretari di importanti categorie della Cgil: Stefania Crogi (agroali-mentare), Mauri-zio Landini (mc-

lalmeccanici) e Walter Schiavclla (edili).

Le posizioni so­n o dist an li. La Confindustria punta su un mo­dello centrato sul la conlrallazione aziendale legata ai risullali, dove il contratto naziona-le avrebbe contenuto norma­tivo ed event11almente salaria­le come paracadute per chi non fa contrattazione azien­dale. La Cisl, spiega il segreta­rio confederale, Gigi Petteni, punta invece su un doppio li­vello contralt11ale con gli au­menti legati alla produttività di set tare e aziendale. Produt­tività come parametro fonda­menl ale, anche per promuo­vere la partecipazione, cara alla Cisl. La Uil, intanto, ha già proposto di utilizzare, al posto dell'indice lpea (inflazione prevista, al netto di quella im­por I ala) che tanti problemi

sta creando, l'andamento del Pii. Infine, la posizione della Cgil è da decifrm·e, visto che il documento approvalo, parla di «impraticabilità, in questa difficile fase, di procedere alla ridefinizione di un modello contrattuale, che tra l'altro po­trebbe avere nuovi effelli di vi­sivi tra i settori». Sarà allora interessante confrontare quello che diranno Landini e Schiavella, in un certo senso la sinistra e la destra della Cgil, e le conclusioni del segretario confederale Franco Martini.

Giovedì 19 marzo toccherà invece ai metalmeccanici il cui conh·ano scade alla fine del­l'anno. In occasione della pre­sentazione dcl libro di Anlo: nello Di Mario, «Aspell.anclo la crescila», si confronteran­no i leader cli Fiom. Fim e Uilm, Landini, :vtarco Benli­vogli e Rocco Palombella. Pensando ai colleghi lecleschi. dell'Ig melall, che hanno ap­pena firmalo un accordo per aumentare i salari del 3,4%. Distribuendo la produllivilà. ©RIPRODUZIONE WSERVATA

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la Repubblica Data 01-03-2015 Pagina 27 Foglio 1

Isindacati:"Età pensionabile più flessibile" Cgil, Cisl e Uil chiedono incontro al governo per cambiare la riforma Fomero. "Maggiore attenzione a giovani e precari"

LUISAGRION

ROMA.E' tempo dimetter mano alla legge Fornero e di ridiscu­terelariformadellepensioni va­rata dall'allora governo Monti. Cgil, Cisl e Uil, che sul tema fan­no fronte comune, hanno chie­sto un incontro a Giuliano Po­letti, ministro del Lavoro, con una lettera firmata dai tre lea­dersindacali Camusso,Furlane Barbagallo. L'obiettivo è quello «di conoscere le intenzioni del governo», proporre la piattafor­ma unitaria elaborata sulla pre­videnza e «porre rimedio alle gravissime ripercussioni socia­li» create dal piano Fornero.

La piattaforma di cui si parla nelmessaggio, inrealtà, è pron­ta dalla scorsa primavera e com­prende due punti: fisco e previ-

denza (masulprimopuntolaCi­sl ha elaborato anche un suo progetto di legge d'iniziativa popolare). Fino ad oggi il gover­no non l'ha mai presa in consi­derazione, manegli ultimi tem­pi sono arrivati segnali d' aper­tura sul tema, anche perché la riforma Fornero fu varata in tempirecordquandol'Italiaera strangolata dallo spread Ora se ne potrebbe riparlare: lo ha fat­to capire qualche settimana fa lo stesso ministro Po letti, pur li­mitandosi a considerare «l'in­troduzione di uno strumento flessibile che aiuti le persone a raggiungere i requisiti».

Fulcro della questione è l'in­nalzamento dell'età pensiona­bile introdotto dal governo Monti: è da li e dagli esodati che partono «le gravissime riper­cussioni» ricordate dal sindaca­to che - su questo tema - ha ri-

trovato unità e posizione critica di fronte al governo. La legge Fornero prevede che, a regime, uomini e donne vadano in pen­sione a 67 anni. Un tetto che-se inamovibile - potrebbe creare qualche rigidità di troppo an­èhe al decollo del Jobs Act, sul quale punta il governo Renzi.

La piattaforma unitaria del sindacato propone «il ripristino dimeccanismidiflessibilitànel-1' accesso alla pensione a partire dall' etàminimadi62 anni»O«la possibilità di combinare età e contributi». Ma il documento chiede di rimetter mano anche alle norme sui lavori usuranti e di eliminare le penalizzazioni sull'assegno per chi ha meno di 62annid'età,maaccumulacon­tributi da 41/42 anni. Un capi­tolo a parte riguarda la tutela dei giovani: Cgil, Cisl e Uil chie­dono di ripensare alla gestione

separata lnps e di «inserire cor­rettivi sul sistema contributi­vo» inmododagarantire«unas­segno adeguato a chi svolge la­vori saltuari, con retribuzioni basse o è entrato tardi nel mer­cato».

La piattaforma dei sindacati piace molto a Cesare Damiano, Pd, presidente della Commis­sioneLavoroallaCamera ( «ilca­pitolo va riaperto») e non piace a Benedetto Della Vedova, ora di Scelta Civica, sottosegretario agli Esteri («cancellare la For­nero è demagogia»). Mala stes­sa Scelta Civica, che frena sulle modifiche delle pensioni, spin~ ge invece sulla riforma fiscale: «Stiamo andando talmente pia­no e male da far sembrare cre­dibili le boiate di Salvini», ha dettoEnricoZanetti, segretario del partito di Monti e sottose­gretario all'Economia. «Roba che neanche il mago Silvan»."

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la Repubblica

Liquidazione in busta paga debutto con poche richieste LUCIOCILLIS

ROMA. Chi vorrà inserire il Tfr in busta paga potrà farlo da do­mani. UnadellenovitàcontenutenellaleggediStabilità2015, quella che ha attirato maggiormente lattenzione al momen­to della sua introduzione, fa il suo debutto anche se le prime stime indicano che solo il 6%dei dipendenti opterà per questa soluzione.

Ne usufruiranno esclusivamente i dipendenti privati in ser­vizio da sei mesi e per il periodo di tempo compreso da oggi, primo marzo, fino al 30 giugno 2018. La prima tranche del Tfr inbusta pagasaràriconosciutadaldatoredilavoroentroilme­se successivo alla presentazione della domanda. Ma occorre ricordare che una volta indicata questa strada non si potrà più tornare indietro.

E anche se la quota del trattamento difine rapporto potrà rinforzare lo sti­pendio mensile in alcuni casi, in altri non farà che aumentare gli oneri fi­scali. Infatti il Tfr erogato a cadenza mensile, al contrario di quello accan­tonato, cade sotto la mannaia della tassazione ordinaria che risulta meno favorevole. Il puntodinonritornoèfis­sato attorno a quota 15mila euro lordi l'anno: le tasse resteranno invariate soloperilavoratorichearrivanoagua­dagnare questa cifra mentre i redditi più alti subiranno degli aggravi dal punto di vista fiscale. Si va dai 50 euro in più per quelli fino a 28.650 euro, fi­no ai 600 euro in più per iredditi supe-

Al TIMONE Il ministro del Lavoro, Giuliano Paletti

riori ai 75mila euro l'anno. I dipendenti che sceglieranno que­sta soluzione, inoltre, dovranno fare i conti con minori detra­zioni riservate al lavoro dipendente o ai familiari a carico. Ec­co perché fino ad oggi ne hannofattorichiesta6 dipendenti su 100 e solo un altro 11 % vorrebbe farlo entro la fine del 2015.

Ma la stragrande maggioranza dei dipendenti ( 1'83%) la­scerà invece accumulare il trattamento di fine rapporto nel­l'impresa in cui lavora, come avvenuto finora oggi. È quanto emerge da un sondaggio condotto sui dipendenti privati e su­gli imprenditori da Confesercenti in collaborazione con Swg. Ilavoratorichehannosceltodiavereil'Tfrsubasemensile«uti­lizzeranno la liquidità aggiuntiva soprattutto per saldare de­biti pregressi, destinazione indicata dal 24% del campione». Mentre «un 20% la destinerà alla previdenza integrativa, mentre solo il 19% la impiegherà per acquisti di vario genere. Il35%,invece,nonhaancoraunprogramma».

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Data 28-02-2015 Pagina 12 Foglio 1

Il Johs act è un bel passo avanti

DI ANTONINO D'ANNA

J obs Act? Occorre concentrarsi sulla flessibilità in ingresso sul lavoro, ma­gari con sgravi fiscali per le aziende che assumono giovani. Giancarlo Maria

Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boia­no, presidente della commissione Cei Giustizia e pace, problemi del lavoro e salvaguardia del creato, parla con lt.alìaOggi a margine dell'in­contro dedicato agli studenti dei Collegi sul tema della carità tenutosi ieri all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ecco che cosa ha detto:

Domanda. Ora che ab­biamo il Jobs Act, quale può essere la risposta che può dare la Chiesa?

Risposta. Le riflessioni che facciamo come Chiesa guardano lontano. Special-

1 mente attorno al tema di fare in modo che la preca­rietà diminuisca al massimo per fare spazio alla flessibi­lità. Il passaggio dalla fles­sibilità alla precarietà (te­mutissimo già con la legge Biagi) ha creato pasticci. Perché praticamente ovendo arbitrare tra i due poli (flessibilità e

1 precarietà) si è scivolati nella precarietà. Ora bisogna tornare alla flessibilità, cioè le qualità di ciascuno che sanno adattarsi a una legisla­zione che in quale modo fermi la precarietà.

D. E quindi? R. Questo è il punto: sul piano tecnico-ope­

rativo alcuni passaggi sono stati già attuati, e quindi sostanzialmente guardo ad essi con simpatia. Soprattutto guardo con simpatia e chiedo che la società italiana si preoccupi meno della realtà di uscita dal mondo del lavoro, ma di ingresso. Il problema non è dibattere sull'art. 18, ma fare in modo che tutti i ragazzi abbiano

modalità di ingresso nel mondo del lavoro, di esperienza della propria capacità lavorativa, favorire, premiare gli ingressi. Sia per chi inve­ste che per chi è coinvolto come lavoratore. Fare in modo che i ragazzi possano lavorare, magari con un monte ore minore: sei anziché otto, o quattro. Però dentro un gioco in cui l'azienda che assume due lavoratori da quattro ore, e che può essere aiutata con sgravi fiscali.

D. C'è uno spazio di manovra per la po­litica cattolica, ammesso che esista?

R. Eh! Non è più data da schemi o etichet­te, ma contenuti. Su questo punto, riforma del lavoro, della giustizia, della Rai, della Scuola,

occorre che il mondo cattoli­co elabori delle linee. Troppo le elaborano i partiti, poco le università; penso al ruo­lo dei circoli culturali, della Chiesa. Non da sola, perché non è un cardinale che deci­de. Questo è che ci manca: ci manca quello che fanno qui (all'Università Cattoli­ca, ndr), tradurre la fede in cultura.

D. Con l'elezione dell'attuale Presidente

della Repubblica c'è chi ha detto, anche nel mondo cattolico, che è finita l'inge­renza della Cei sulla politica italiana. Lei che ne pensa? ,

R. Nooo, ma che c'entra la Cei? E una bat­tuta infelice. Invece siamo felicissimi di questa scelta. Vedo in lui tre ragioni di una scelta mol­to bella: la sua nomina è nata da una corale adesione. Secondo: viene dal Sud, da Palermo, dalla mafia affrontata e combattuta. È un uomo del Sud ed è un uomo che ha conosciu­to la sofferenza. Terzo: ha valori profondi sul piano cattolico. Queste tre cose lo rendono par­ticolarmente vincente.

---© Riproduziorw riservata---11

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Tfr in busta paga: a chi conviene Andrea Bassi

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meglio l'uovo oggi o la galli-na domani? A questa doman­da, a partire da domani, sa­ranno chiamati milioni di la­

voratori dipendenti. Il governo ha deciso di dare la possibilità in via sperimentale per quaranta mesi, da oggi fino al 30 giugno del 2018, di poter ricevere in bu­sta paga la quota mensile di Tfr, il trattamento di fine rapporto. Una boccata d'ossigeno per le fa­miglie più in difficoltà, ma al prezzo di dover rinunciare in fu­turo ad una fetta della liquidazio­ne o, per chi versa il Tfr nei fondi pensione, ad una quota dell'asse­gno complementare.

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LE SIMULAZIONI DI PROGETICA SU LIQUIDAZIONE, PENSIONE E CEDOLINO CONFESERCENTI: SOLO 6 SU 100 ADERIRANNO

Tfr, l'ora della scelta. Ma c'è il rischio flop ..,_Da oggi potrà essere richiesto in busta paga Ecco come muoversi --------------

ROMA È meglio l'uovo oggi o la gal­lina domani? Aquestadomanda, a partire da domani, saranno chiamati milioni di lavoratori di­pendenti. Il governo ha deciso di dare la possibilità in via speri­mentale per quaranta mesi, da oggi fino al 30 giugno del 2018, di poter ricevere in busta paga la quota mensile di Tfr, il tratta­mento di fine rapporto. Una boc­cata d'ossigeno per le famiglie più in difficoltà, ma al prezzo di dover rinunciare in futuro ad

. una fetta della liquidazione o, per chi versa il Tfr nei fondi pen­sione, ad una quota dell'assegno complementare. Il primo ele­mento da valutare nella scelta ri­guarda la tassazione. Il Tfr lascia­to a maturare in azienda ai fini della liquidazione, o versato ai fondi pensione, ha un trattamen­to fiscale più favorevole rispetto a quello in busta paga che, inve­ce, sconta un prelievo ad aliquota marginale. Significa che più alto è il reddito, più le imposte erode.-

ranno l'assegno. Ma per fare una scelta consapevole è necessario conoscere alcuni elementi: 1 - di quanto mensilmente aumenterà la busta paga dirottando nel ce­dolino mensile il Tfr; 2 - Quanti soldi in meno si avranno di liqui­dazione una volta lasciato iUavo­ro per chi ha il Tfr in azienda e lo trasferisce in busta paga; 3-Quanti soldi in meno percepirà di pensione integrativa chi ha il suo Tfr in un fondo pensione e decide invece di incassarlo subi­to. Il Messaggero ha chiesto a Pro­getica, società di consulenza indi­pendente per l'educazione e la pianificazione finanziaria, di ela­borare delle simulazioni che per­mettessero di confrontare il be­neficio immediato di ricevere in

busta paga il Tfr, con il sacrificio futuro sulla liquidazione e sulla pensione integrativa. Per comple­tezza di informazione, Progetica ha fornito anche una stima della pensione pubblica che nei casi ipotizzati, il dipendente si trove­rebbe ad incassare mensilmente una volta raggiunta l'età della pensione.

I RISULTATI Il primo profilo elaborato da Pro­getica è quello di un lavoratore dipendente trentenne che guada-

gna 15 mila euro lordi l'anno. Si tratta di un reddito mensile di po­co meno di mille euro. Se questo ipotetico lavoratore decidesse di farsi pagare il Tfr in busta paga, nei quaranta mesi della speri­mentazione, potrebbe contare su un maggior reddito di 2.680 eu­ro. Su per giù, considerate anche le tredicesime, si tratta di una sessantina di euro al mese in più nel cedolino. Se invece decidesse di lasciare quei soldi in azienda per incassarli a fine carriera co­me liquidazione, otterrebbe 3.852 euro in più in termini reali. La si può raccontare anche al contrario: per avere subito 2.680 euro, deve rinunciare a 3.852 eu­ro futuri, ad un 30% in più di de­naro. Ma se invece di incassare la liquidazione quei soldi il lavora­tore lf versasse in un fondo pen­sione, farsi versare il Tfr in busta paga significherebbe incassare subito 2.680 euro per rinunciare ad una rendita aggiuntiva di 7.252euro,il171% in più. La galli­na di domani, insomma, è bella grossa. E questo soprattutto con­siderando che la pensione pub­blica del lavoratore dipendente

che incassa 15 mila euro lordi al­l'anno sarà solo di 550 euro men­sili. Il discorso varia poco per gli altri profili (si veda la tabella pub­blicata in pagina). Un quaranten-

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Data 01-03-2015 Pagina 17 Foglio 2 / 2

ne che guadagna 40 mila euro denza integrativa, a 14.118 euro di Swg, coloro che chiederanno su­lordi annl' anno, ossia poco più di pensione complessiva nel corso bito il Tfr in busta paga saranno 2 mila euro al mese, potrebbe degli anni. Questo sempre consi- solo il 6% dei lavoratori. Un altro avere subito in busta paga 5.720 derando che la pensione pubbli- 11% potrebbe farlo entro la fine euro per 40 mesi, circa 140 euro ca del suddetto dipendente am- dell'anno. La stragrande maggio­al mese. Ma a fronte di questo do- monterebbe a circa 1.275 euro al ranza dei lavoratori non ha nes­vrebbe rinunciare a 8.641euro di mese una volta lasciato il lavoro. suna intenzione di incassare su­liquidazione o, nel caso versi i Secondo Confesercenti, che ha bito una quota della liquidazio­suoi soldi ad un fondo di previ- commissionato un sondaggio ad ne.

Andrea Bassi ©RIPRODUZIONE RISERVATA

TFR in busta paga: il confronto

ETÀ

30

35

40

45

50

Reddito attuale lordo annuo

€ 15.000

€ 26.000

€ 40.000

€ 50.000

€ 80.000

Reddito attuale netto mensile (x13)

€ 917

€ 1.454

€ 2.064

€ 2.473

€ 3.707

Stima pensione pubblica netto mensile (x13)

€ 550 (60%)

€ 890 (61%)

€ 1.275 (62%)

€ 1.645 (67%)

€ 2.507 (68%)

IPOTESI PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Tutti i valori sono espressi

€2 •. 680 € 3.852 (+30%)

C4.380 e 6.368 +32%

es.120 €8.641 (+34%)

C7.160 € 10.134 (+29%)

Cl0.880 € 14.687 (+26%)

lpotesiTFR

Età della pensione: 67 anni Crescita reale annua retribuzione: 0%

Fondo pensione linea bilanciata: 30%, JPM, EMU., 70% MSCI World

a parità di potere di acquisto (reali) Durata rendita vitalizia:

Tutti i valori sono al nettp della fiscalità

Stime calcolate al livello di probabilità: 50% su serie Proxyntetica

Fonte: Progetica

Fiscalità in fase di accumulo ed erogazione Costi medi ISC (Fondi aperti) in funzione della durata Coefficienti di conversione in rendita IPS55 TTO%

ISTAT storico e ISTAT previsionale scenario medio

Tutti i valori sono espressi in termini reali, al netto dell'inflazione

e 1.2s2 (+171%)

€11.029 (+153%)

e 14.118 (+147%)

e 1s.sa1 (+123%)

e 21.2os {+95%)

Ipotesi previdenza pubblica Un anno di interruzione contributiva ogni 10 Crescita reale PIL e retribuzione: 0% Incremento speranza di vita: ISTAT previsionale scenario medio Tutti i lavori sono al netto della fiscalità Tutti i lavori sono espressi in termini reali, al netto dell'inflazione

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