Rassegna 15 luglio

33
15 luglio

description

rassegna 15 luglio

Transcript of Rassegna 15 luglio

15 luglio

IL TIRRENO Pagina 4 - Attualità Rimandato di 48 ore il parere sugli emendamenti. Intercettazioni, il governo prende tempo L’opposizione: era meglio rinviare a settembre ROMA. L’appuntamento in commissione Giustizia della Camera è per le 14. La folla di cronisti attende quello che da giorni viene definito ‘il momento della verità’: quando il governo dà il parere sugli emendamenti. In particolare tutti vogliono sapere quello che il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo dirà dei cinque emendamenti presentati al ddl intercettazioni da Giulia Bongiorno, presidente della commissione e relatrice del testo. Emendamenti che di fatto si integrano con i sei firmati dai capigruppo di Pdl e Lega in commissione, Enrico Costa e Matteo Brigandì, ma che toccano alcuni dei punti più caldi del provvedimento come le intercettazioni ambientali e le sanzioni agli editori. Caliendo però spiazza tutti: il governo, dice, ha bisogno di più tempo per esaminare le oltre 600 proposte di modifica depositate, pertanto chiede un rinvio di 48 ore. Il Pd apprezza. L’Udc con Roberto Rao chiede perchè a questo punto «non si rinvii tutto a settembre». Il leader Idv Antonio Di Pietro taglia corto: sarebbe meglio comunque ritirarlo. Alla fine, la richiesta di slittamento passa all’unanimità. Il momento del voto si sposta così a martedì 20 luglio. La Bongiorno parla di «decisione saggia». Caliendo spiega: «Serve più tempo per un approfondire, altrimenti avrei dovuto dare parere contrario». La vera ragione che avrebbe spinto il governo a rallentare i tempi, si spiega, sarebbe il tentativo di trovare la ‘quadra’. Obiettivo: puntare a un’integrazione tra gli emendamenti di Costa e quelli della Bongiorno per rendere il testo il più potabile possibile per il Quirinale.

• 12 PRIMOPIANO IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO GIOVEDÌ 15 LUGLIO 2010

LA POLEMICACON LO SCONTO

I L C O M M E N T O

IL CONFORMISMO del-la politica ci ha abituati aivuoti siparietti polemici, che

alimentano dibattiti destinati aevaporare insieme al loro interes-se mediatico. L’austerity che do-vrebbe rappresentare un obbligomorale per chi amministra i soldipubblici, assume invece connotatidi straordinarietà in stagioni co-me questa, nelle quali si discute ditagli a sprechi da dare in pasto al-la voracità antipolitica che convi-ve - chi più, chi meno - in ognunodi noi. La polemica che infiam-ma le due principali figure istitu-zionali della Regione, almeno vaoltre l’esibizione retorica e la ri-vendicazione dell’autonomia deisingoli ruoli: se lo scontro verbaleproduce anche una soluzione con-creta e ci fa risparmiare, i cittadi-ni toscani ne saranno sollevati.Stanchi di ascoltare proclami epromesse dietro i quali, quasi sem-pre, si nasconde un populismo pe-loso che gira e rigira non li esclu-de da sacrifici che passano im-mancabilmente anche dalle lorotasche.

— FIRENZE —

«SONO i giorni più difficili, so-no diventata portavoce nel mo-mento di maggiore caos nel Pdltoscano. Ma conservo la mia sere-nità e la volontà di proseguire ilpercorso iniziato con la campa-gna elettorale». Le hanno conse-gnato una carica a orologeria contanto di timer già inserito: maMonica Faenzi (nella foto), de-putata Pdl e sindaco a Castiglio-ne della Pescaia, già aspirante go-vernatore toscano, aggiunge connonchalance l’etichetta di porta-voce al suo lungo biglietto da visi-ta.«E’ un modo - spiega - per prose-guire quel rapporto di fiducia eper continuare a incontrare tantielettori e cittadini».

- Non è un incarico appetibi-le, essere la voce di un Pdlpiegato in due dai maldi-pancia...

«Mi domando se siano maldipan-cia politici, perché io ci vedo mol-ta poca politica in tutto questo.

Mi paiono questioni più persona-li che altro».

- Una voglia di conquistarsiposti al sole?

«Sono critiche e divisioni chepartono anche da lontano. Manon è certo questo lo spirito concui si deve fare politica. Per meessere collocata nel centrodestravuol dire avere come avversarioil centrosinistra, puntare a una al-ternativa per le prossime regiona-

li. Non farsi la guerra interna trabande rivali».

- Non può non vedere il fuo-codi fila contro il coordinato-re nazionale Denis Verdi-ni...

«Io parlo con Denis tutti i giornie lo sento sereno. E per questomi sento serena anch’io. Non sa-rebbe così tranquillo se le accusefossero vere. Non sono riuscita acogliere nulla di penalmente rile-

vante, forse qualche incontrocon persone sbagliate. Ma chi è ilpolitico che non li fa?»

- Non crede che sia partitogià il dopo-Verdini, la cac-cia alla suoa poltrona?

« Io spero che lui resista, che ab-bia la voglia di resistere. Se lui la-sciasse l’incarico cesserebbe an-che il fuoco contro di lui. Sareb-be un caos se lui lasciasse, ma ac-cetterei qualunque decisione. De-nis è veramente una roccia, stasubendo attacchi incredibili an-che da gente ridicola».

- Cosa replica a chi parla diPdl stile soviet, ora commis-sariato?

«Macché commissariamenti, so-no dimissioni ratificate. Boncia-ni e aldini si erano dimessi du-rante la mia campagna elettorale,provocando la mia stizza. Voleva-no andarsene loro, se c’è una col-pa del Pdl è che le nomine sonostate fatte tardi. Ora mi augurosolo di riuscire a dare, assiemeagli altri, una stabilità al Pdl to-scano».

P.D.B.

di MARCELLOMANCINI

«Pdl, le faide non pagano»La portavoce Faenzi: «Unica colpa, aver fatto tardi le nomine»

Sarebbe un caos se lasciasseil suo incarico, ma lo sentosereno. Nelle accuse nulladi penalmente rilevante, saràlui a decidere del suo futuro

di PINO DI BLASIO— FIRENZE —

«NON ho voluto dare nessunoschiaffo, riducendomi l’indenni-tà da presidente per pareggiarel’aumento di quella dei vicecapi-gruppo. Se qualcuno se lo sentein faccia, sarà colpa di folletti in-visibili». Non sentirete mai Al-berto Monaci, presidente delconsiglio regionale, usare tonibellicosi contro presunti rivali.Lui, in mezzo secolo di carrierapolitica, prima nella Dc (il nume-ro di telefono del suo ufficio sene-se è lo stesso di quello che avevala Dc provinciale), ora nel Pd, gliavversari li ha battuti per sfini-mento, con un filo di voce, con-tando fino a cento prima di repli-care. E poi assestando il colpo ri-solutivo, quasi sempre spiazzan-te, come nella polemica della pre-sunta «parentopoli» in Regione,Ha fatto così anche ieri, aprendola seduta del consiglio regionalee dicendo la sua sulla legge cheha aumentato l’indennita dei vi-cepresidenti dei gruppi Pdl e Pd.Proposta dall’ufficio di presiden-za, votata da tutti i gruppi in con-siglio il 9 giugno, ha scatenatoun vespaio di polemiche per l’au-mento di 380 euro in più al mesea vantaggio di Paolo Enrico Am-mirati (Pdl) e Alessia Ballini(Pd). Prima ha fatto parlare tutti,capigruppo, consiglieri, vicepre-sidenti dell’assemblea. Ha regi-strato senza profferire verbo an-che la bacchettata su Facebook,niente affatto virtuale, del presi-dente della giunta Enrico Rossi,che invitava il consiglio «a ripara-

re subito a quell’errore». Ha de-clinato le richieste di repliche edi interviste. E ieri, per rispettodell’aula che presiede, ha detto lasua, mentre Rossi era in volo perShangai.«Le polemiche che si sono levatesulla legge che ha aumentato del5 per cento l’indennità dei due vi-cecapigruppo risultano lesive delruolo del consiglio regionale e ir-

riguardose del principio costitu-zionale e statutario di autonomiadello stesso consiglio. Il provve-dimento non è stato nè erroneo,nè casuale. Ma ha equilibrato ilregime delle indennità consiliariin modo equo e ragionevole».Prima arringa difensiva, seguitadal fatto che «l’aumento nonc’entra nulla con i tagli impostidalla manovra finanziaria», che

«le indennità dei consiglieri re-gionali toscani sono ai livelli piùbassi tra le regioni italiane», chel’assemblea è pronta a fare la suaparte in materia di risparmi.Poi l’affondo finale: «Per mette-re al riparo l’istituzione consilia-re da ogni più o meno interessatapolemica e dall’ennesimo attac-co che le assemblee elettive subi-scono in questo Paese, presente-rò una legge nella prossima sedu-ta - ha annunciato Alberto Mona-ci - per far sì che la somma desti-nata all’indennità dei due viceca-pigruppo sia pareggiata nel bilan-cio del consiglio da una corri-spondente riduzione dell’inden-nità del presidente dell’assem-blea. Così che la modifica sia a co-sto zero per il bilancio».Il presidente Monaci si abbassacosì la sua indennità di 760 euromensili, la equipara a quella deidue vicepresidenti e restituiscecon gli interessi la bacchettata alpresidente della giunta. «Per meil caso è chiuso - ha detto, dopoaver incassato il plauso di tanticonsiglieri - e non ho conflitticon nessuno. Ho voluto solo ri-marcare le prerogative di un’as-semblea elettiva che mi trovo apresiedere». E giusto per far capi-re meglio che a Palazzo Panciati-chi non si accettano lezioni, ilconsiglio regionale ha approvatoall’unanimità una proposta dilegge che equipara lo status di as-sessore a quello di consigliere.Gli assessori avranno stessi dirit-ti e doveri degli eletti nell’Assem-blea. Tra questi l’obbligo di ren-dere pubblica la propria situazio-ne patrimoniale e [email protected]

TOSCANA DUELLO SUI RISPARMI TRA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E QUELLO DELLA GIUNTA REGIONALE

Monaci si taglia lo stipendio contro Rossi«Attacchi lesivi all’autonomia dell’assemblea. Pagherò io gli aumenti ai vicecapigruppo»

«SIAMO di fronte a una crisi istituzionale senza precedenti.La giunta ha portato avanti la concertazione sul Dpef infran-gendo tutte le regole statutarie». E’ la denuncia di Alberto Ma-gnolfi, presidente del gruppo Pdl in Regione, che accusa il go-vernatore Rossi di non aver inserito nel dossier del Dpef, gliordini del giorno del Pdl. «Si tratta di una infrazione grave-mente lesiva delle prerogative del consiglio. Con questa con-dotta, ancora una volta Rossi ha dato uno schiaffo istituziona-le all’assemblea toscana e ha preso in giro le parti sociali».

LA DENUNCIA DEL CAPOGRUPPO MAGNOLFI

«Dpef, minoranze beffate» SUVERDINIE LE INCHIESTE

LA NAZIONE Pagina 12-13 – Pistoia L’annuncio del sindaco Bellandi ieri in Consiglio Il nuovo amministratore unico è Paola Paganelli Regione e Comune optano per una nomina interna all’azienda. di CRISTINA PRIVITERA SARA’ PAOLA PAGANELLI il nuovo amministratore unico delle Terme. L’annuncio della nomina della giovane dirigente dell’azienda di viale Verdi era già stato anticipato dal sindaco Beppe Bellandi lunedì nel corso della riunione dei capigruppo. Ma l’ufficializzazione è arrivata solo ieri sera con la comunicazione del primo cittadino in consiglio comunale, in contemporanea con un comunicato inviato alla stampa dalla Regione. Si chiude così un tribolato periodo nei contatti tra i due soci proprietari, Comune e Regione. Settimane scandite da trattative animate per venire a capo dello stallo terme. Una soluzione per riuscire a tenere in sella l’amministratore unico uscente, Giovanni Fiori, come fortemente voluto dal Comune, non è stata trovata. Non restava che optare per un altro nome adeguato a ricoprire quel ruolo. Scartate ipotesi politiche — gli aspiranti pare non mancassero, soprattutto tra gli ex amministratori pubblici al momento sforniti di poltrona — si è preferito dare comunque un segno di continuità con gli ultimi due anni di gestione affidati all’ex manager che ha alle spalle una lunga carriera negli Stati Uniti. Così la scelta è caduta sulla giovane dirigente, Paola Paganelli, 39 anni, che di fatto è stata in questo ultimo periodo la «numero due» dello stesso Fiori, visto il suo importante ruolo di responsabile dei settori amministrazione, controllo, finanza e logistica dell’azienda di viale Verdi. Un incarico che Paganelli riveste dal 2007, ovvero da quando la proprietà Comune e Regione riacquisirono con un ricorso d’urgenza al tribunale la gestione, fino ad allora nelle mani degli imprenditori ascolani Scaramucci e Santarelli. Ma la nuova amministratrice è alle terme da dieci anni, dal 2000 quando ottenne il primo incarico per occuparsi di controllo di gestione, contabilità fornitori e assistenza per le fasi di privatizzazioni. Incarico poi mantenuto anche nel periodo della gestione degli stessi Scaramucci e Santarelli. Non tutti però in città hanno tifato per Fiori: se la maggior parte dei giudizi sul suo operato sono stati del tutto positivi, non sono mancate voci fuori dal coro. Recentemente si sono susseguite critiche soprattutto per le modalità scelte per le vendite dei beni termali, già avviate, giudicate negativamente soprattutto sul fronte della trasparenza, elemento fondamentale trattandosi di una società interamente partecipata da enti pubblici. I primi a dare battaglia su questo aspetto sono stati i rappresentanti dell’Idv, ma anche quelli dell’Api. E voci fuori dal coro sono arrivate recentemente, con alcuni distinguo, anche dall’opposizione (vedi consiglieri comunali del Pdl Raffaele Lenzi, Eugenio Pancioli e Giovanni Spadoni). OVVIAMENTE per mettere nero su bianco il cambio al vertice delle terme, sul nome di Paola Paganelli — il suo incarico avrà la durata di un anno — dovranno pronunciarsi i consigli comunale e regionale. «Si tratta di una proposta tecnica – spiega l’assessore regionale al turismo e termalismo, Cristina Scaletti – che sottoporremo, nei modi e nei tempi dovuti, al giudizio del consiglio regionale. Gli approfondimenti legali effettuati non hanno permesso di riconfermare l’amministratore uscente, Giovanni Fiori, che intendiamo ringraziare per il prezioso contributo che ha fornito alla gestione delle Terme e al loro rilancio in un biennio difficile. Paola Paganelli dal 2004 ad oggi ha rivestito l’incarico di responsabile di amministrazione presso le Terme di Montecatini Spa e possiede le competenze e la professionalità necessarie a ricoprire il ruolo di amministratore unico, conosce bene la società e ha già avuto modo di partecipare all’avvio dell’opera di rilancio dell’attività termale».

IL TIRRENO Pagina 7 - Pisa Braccio di ferro tra Italia dei Valori e Pdl per una mozione Caso Barbato, scontro in consiglio SAN GIULIANO. Seduta del consiglio comunale incandescente e non solo per effetto delle condizioni metereologiche. L’Italia dei Valori, che esprime nella maggioranza l’assessore Enzo Pannilunghi, si è trovata al centro di una vivace polemica su due fronti. I suoi rappresentanti Marco Balatresi e Giovanni Greco hanno presentato una mozione, sottoscritta anche da Psi, Lista Uniti a sinistra e Pd. Il documento, oltre ad esprimere la solidarietà all’onorevole Barbato, vittima di un’aggressione in parlamento, condannava non solo il gesto di violenza, ma anche la prevaricazione perpetuata in ogni contesto in cui il dibattito politico dovrebbe essere la massima espressione del confronto democratico. Dai banchi del Pdl, secondo quanto lamenta l’IdV, ci si è abbandonati «ad un turpiloquio ed offese ai danni dell’onorevole Antonio Di Pietro, dimenticandosi che l’onorevole Di Pietro, a suo tempo, ha fermamente condannato l’aggressione al presidente del consiglio Berlusconi». Il capogruppo del Pdl ha dichiarato di votare contro la mozione ritenendola pretestuosa, il gruppo misto formato da Giuseppe Tizzanini e Riccardo Maini si è astenuto. Altra mozione, questa contro l’omofobia e la transfobia. La mozione ha trovato il favore di tutti i partiti. Ma al momento della... rendicontazione l’Italia dei Valori non è stata citata. Da qui la protesta affidata a un documento per rimarcare che l’Italia dei Valori «sosterrà sempre le battaglie per rimuovere pregiudizi e discriminazioni che afferiscono alla pari dignità sociale, al sesso, alla razza, alla religione, alle opinioni politiche come recita l’articolo 3 della Costituzione». P.L.A.

IL TIRRENO Pagina 3 - Empoli Giornata della socializzazione Opg, festa del grano per gli internati MONTELUPO. «Un evento significativo sia per la realtà degli internati che per tutto il personale civile e il personale di polizia penitenziaria che opera all’interno della struttura». Così l’assessore alle politiche sociali, sicurezza e politiche della legalità della Provincia di Firenze, Antonella Coniglio, introduce la IX edizione della “Festa del grano”, tenutasi presso l’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino. «La condivisione con la comunità esterna di questo momento di svago - sottolinea l’assessore Coniglio - risulta essere un’importante occasione per arricchire le possibilità di ampliamento di una significativa ed efficace rete di contatti di solidarietà e cooperazione, per poi gestire al meglio anche quelli che sono i momenti critici dell’internamento».

LA NAZIONE Pagina 3 – Massa Carrara Eaton. Stazione “occupata” per sollecitare il vertice a Roma MASSA — SALE la tensione tra i dipendenti Eaton in cassa integrazione straordinaria dal dicembre 2008, dopo l’improvvisa chiusura dello stabilimento Usa di componentistica per auto. A cinque mesi dalla scadenza del sussidio, non c’è certezza di reindustrializzazione: sul progetto all’esame della Regione deve ancora esprimersi il Governo, che aveva promesso un Accordo di Programma per incentivare un nuovo insediamento e la ricollocazione degli ex Eaton (circa 300 dei 345 originari). Ieri, dunque, come ogni mercoledì, i lavoratori — col sostegno della Rsu e di Fim, Fiom e Uilm — si sono riuniti in assemblea ma stavolta alla Stazione di Massa, pacificamente occupata tra le 14 e le 16, sotto gli occhi della polizia, senza però interferire con il traffico ferroviario. I lavoratori sollecitano l’incontro al ministero dell’Economia, promesso ma non calendarizzato. Il sindaco Pucci e l’assessore provinciale Parrini — via telefono — hanno garantito che Roma ha promesso l’incontro entro fine mese ma se non verà stabilita presto la data, lunedì prossimo, alle 14, l’assemblea si svolgerà sui... binari, come segno di protesta.

LA NAZIONE Pagina 15 – Firenze Calenzano Intesa tra comuni per razionalizzare i servizi pubblici «I COMUNI non sono un peso per lo Stato, sono gli enti più vicini ai cittadini e la loro autonomia non può essere limitata attraverso tagli e norme che rendono sempre più difficile la gestione e l’offerta di servizi». Il sindaco calenzanese Alessio Biagioli ha sintetizzato così l’opinione anche dei primi cittadini di Sesto, Campi, Scandicci, Signa e Lastra a Signa illustrando le motivazioni di un documento di intesa che, proprio ieri a Calenzano, i rappresentanti delle sei amministrazioni hanno firmato con le Rsu dei Comuni e con le organizzazioni sindacali territoriali. Il documento, che sarà inviato per conoscenza anche ai più alti livelli istituzionali, ha come obiettivo dichiarato quello di rendere possibile, nonostante le ‘ristrettezze economiche’ e gli ostacoli normativi e burocratici, il proseguimento delle politiche di miglioramento e modernizzazione dei servizi pubblici locali per renderli sempre più rispondenti ai bisogni dei cittadini ma anche di coinvolgere nel processo di trasformazione e innovazione tutti i lavoratori «valorizzando le rispettive competenze e professionalità». «I tagli imposti ai Comuni saranno pesantissimi - ha sottolineato sindaco di Sesto Gianni Gianassi - anche se stiamo aspettando l’esito dell’azione portata avanti dall’Anci nazionale che, speriamo, possa portare anche all’imposizione di vincoli meno stretti per il patto di stabilità». Sandra Nistri