Rassegna stampa 14 luglio

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festival di prosa, musica, danza, poesia, arti visive e marionette dei paesi della mitteleuropa Rassegna Stampa 14 Luglio

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festival di prosa, musica, danza, poesia, arti visive e marionette dei paesi della mitteleuropa

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MITTELFEST »FollaaCividaleper lospettacolo“Microcosmi”.C’eraancheMagris ! A PAGINA 34

DOMENICA 14 LUGLIO 2013

GIORNALE DEL FRIULI POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N. 46 ART. 1, C. 1) DCB UDINE

SEDE: 33100 UDINE, VIALE PALMANOVA, 290 - TEL. (CENTRALINO) 0432/5271, FAX 0432/523072-527218

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! CIVIDALE

Di tutto esaurito, per il mo-mento, non si può parlare, enon è detto – anzi: difficile –che ci si arrivi. Resta il fatto cheper gli alberghi e le altre strut-ture ricettive cividalesi Mittel-fest rappresenta un toccasana:l’avvio del festival ha riempito– anche se, appunto, non finoal pienone – i tre hotel cittadini(Castello, Roma e Pomo d’Oro)e una folta percentuale della ra-mificata rete dei bed & bre-akfast, formula d’ospitalità acosti contenuti e dunque privi-legiata da molti.

Boccata d’ossigeno per l’eco-nomia cittadina, insomma,per quanto nell’insieme – allar-gando lo spettro dell’indaginepure al comparto ristorazione,dove finora non si sono regi-strate impennate – il panora-ma risulti ben lontano da quel-lo dei tempi d’oro, degli annidel debutto del festival. All’epo-ca era stato exploit. Oggi il mo-vimento c’è, senza dubbio, maè prevalentemente legato ai di-retti protagonisti della rasse-gna, artisti e maestranze (unmigliaio circa di presenze, intotale: solo lo spettacolo Micro-cosmi impegna 195 attori). Va-rie le concause: fra di esse ilcrollo del budget dell’evento,drasticamente ridimensionato-si rispetto ai fasti degli inizi.Una delle conseguenze dellasforbiciata sui finanziamentipubblici interessa proprio la

sfera dell’accoglienza: se untempo era la “macchina Mittel-fest” a farsi carico, in toto, dellalogistica della manifestazione– organizzando quindi anche ipernottamenti delle compa-gnie –, adesso sono queste ulti-me a gestirsi per la permanen-za in loco. Capita spesso, così,che per ragioni di spesa ci si in-dirizzi fuori città, verso il mi-glior offerente: beneficio per il

sistema economico compren-soriale o regionale, nel caso,ma non per quello cividalese. Igiorni più affollati, nella norma– posto che, dato tutt’altro chesecondario, la stragrande mag-gioranza degli spettatori nonresidenti frequenta la città da“pendolare” –, sono i primidue, quelli del weekend inau-gurale: è in tale fase che arriva-no, infatti, le rappresentanze

istituzionali e diplomatiche. Efra venerdì e ieri, in effetti, l’al-bergo Al Castello ha riempitotutte le sue trenta stanze. Leg-germente diversa la situazioneal Roma (di posti liberi ne era-no rimasti), marcatamente dif-ferente al Pomo d’Oro (17 ca-mere), dove «si accusa l’assen-za di alcuni habitué del festi-val». Sia come sia, per Cividale– dice il sindaco Balloch – Mit-

telfest è occasione preziosissi-ma: «Nel tempo – dichiara – hasaputo conquistarsi un pubbli-co ben più allargato di quellodei primi anni, adeguando ilproprio cartellone. Attualmen-te, pertanto, possiamo dire chela rassegna “dà” ciò che la Re-gione – finanziatrice – si aspet-tava dalla stessa».

Lucia Aviani©RIPRODUZIONERISERVATA

cividale

Parco urbanodi Rualis: la Chiabaistudia un progetto

Alberghi pieni, ma di artisti e operatoriCividale: il Mittelfest porta in città molte compagnie, ma si è ben lontani dal tutto esaurito con i turisti dei primi anni

Il centro di Cividale registra in questi giorni un gran movimento legato al Mittelfest, ma si è ben lontani dal tutto esaurito (Foto Petrussi)

! CIVIDALE

Tutt’altro che soddisfatta, laconsigliera Claudia Chiabai(Pd), delle risposte – fornite insede di assemblea civica, neigiorni scorsi – alla sua interroga-zione sul parco urbano di Rua-lis: «Sono stati lasciati in sospe-so diversi punti – accusa –. Purfornendo garanzie relativamen-te al posizionamento degli arre-di mancanti l’assessore compe-tente, Davide Cantarutti, nonha per esempio fornito indica-zioni sui tempi di completamen-to del progetto. Delude inoltreche la giunta non abbia pensatoalla promozione di momenti diaggregazione tra le diverse co-munità che utilizzano l’area ver-de, né all’attivazione di un servi-zio di vigilanza del sito, a cura divolontari opportunamente for-mati. Stante il silenzio dell’ese-cutivo ho preso contatto conl’Associazione mediatori cultu-rali per predisporre un progettoda sottoporre al vaglio dell’am-ministrazione: è fondamentale,a mio avviso, avviare un dialogocon le comunità straniere pre-senti sul territorio». ( l.a.)

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alpi giulieEccoilnuovorifugioNordio:ungioiellosullemontagne

LIGNANOArrivail“St.Hendrick’s”cocktailcheconquistatutti

cividaleMittelfesttrionfaconloStroliceiMicrocosmidiMagris

aida vinceil ristoriAllaTallienteilpremioteatrale

DOMENICA14LUGLIO 2013

email: [email protected]

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Ad Aida Talliente, per latoccante interpretazione nellospettacolo Siums (Mittelfest2012), la quattordicesimaedizione del premio “AdelaideRistori”, conferito dalSoroptimist InternationalClub di Cividale – proprio neigiorni del festival – all’attriceche nella rassegna dell’annoprecedente aveva ottenuto imaggiori consensi di pubblicoe di critica. E questa volta,dunque, la scelta della giuria(interamente al femminile,superfluo dirlo) è ricadutasulla nota artista di originifriulane, protagonista di unarappresentazione che avevaparticolarmente coinvolto laplatea: ieri sera, nellachiesetta di Santa Maria deiBattuti, l’affollata cerimoniadi consegna delriconoscimento. (lu.avi.)

Cividale, spuntaMagrisal seguito diMicrocosmiSuccesso e tanto pubblico allo spettacolo itinerante del regista PressburgerLo scrittore triestino: «È bello vedere una propria opera diventare altro»

La folla che ac-compagnato lospettacolo itine-rante“Microcosmi”,per la regia diGiorgio Pres-sburger; a sini-stra l’autore,Claudio Magris,accolto da ap-plausi e MauroCorona, mesco-lati tra la gente.(Foto Petrussi)

di Gian Paolo PolesiniUna camminata letteraria dascarpe comode; turistica colta,perlopiú. La malleabile Cividaleè generosa con chi la vuol posse-dere. Volendo, si adatta a rap-presentare spazi dal variegatosfondo, dal montanaro nord almarino sud, alla bisogna purecollinare, tirolese, valcellinese,persino isolotti dalmati e il bru-sio fumoso di un bar che conser-va ancora le cadute e le rinascitedella Mitteleuropa, con unaequilibrata sovrapposizione dipassi frettolosi e di favorevoli al-la sosta lunga. Diventano con-creti i Microcosmi di ClaudioMagris; immaginazione, certo.Cosí è il teatro. Sa togliere dai ro-manzi il senso. Favorito è loscrittore triestino nell'aver tro-vato l'amico Pressburger nelruolo delicato di traghettatore.«Ci conosciamo da trentacin-que anni - spiega il maestroGiorgio - e ci ragioniamo spessosulla messinscena. Al centrodell'universo scenico non è l'at-tore, bensí la storia. È lo spetta-colo a seguire il libro, non vice-versa». Magris è tra la folla, alfianco di un Mauro Corona colcopione sottobraccio. Piú cheguardare ascolta con la testa frale mani. Lui sfoggia un sorriso.«Mi è difficile riassumere sensa-zioni, è un po' presto», dice conil nostro conforto. «È comun-que bello vedere le proprie coseche diventano altro». Manipola-zione minima, a parte l'indivi-duare il paragrafo piú musicale,un raffinato taglia e cuci, ecco,piú da ricamatrice che da sarta.D'altronde Pressburger non na-sconde una certa praticacciadel suolo cividalese, l'ha calcatoin lungo e in largo nei Mittelfestd'esordio. Bisognava individua-re scenografie già pronte, noveper l'esattezza, tanti quanti i ca-pitoli. Ora un triestinissimo caf-fè San Marco, ora uno sfondo sa-lino per rappresentare Cherso eLussino, ora ancora le atmosfe-re piú rudi del Monte Nevoso.C'è tanta sostanza in quelle pa-gine; in tutti quei percorsi geo-grafici della memoria si raccol-gono voci, volti, appartenenze,sangue, vita, ricchezza, povertà,guerra, serenità, dramma. Mon-di uno dentro gli altri, che sicompensano e si sottraggono.

Ci voleva un tracciato comples-so per rendere giustizia a unodei testi sacri del Magris. Che ri-velasse il significato puro di mi-crocosmo, un luogo individua-bile, raccolto, dove l'uomo sco-nosciuto si fa raccontare. Biso-gnava attrezzarsi, quel minimo.La passeggiata in gruppo preve-de tempi inusuali. Un cinqueorette senza correre e con como-dità. Un teatro itinerante, e non

è il primo da queste parti; se nesono visti alcuni assai intrigantie ancora freschi di echi. Se neparla, questo vogliamo dire. Ilcapogita, ovvero l'Autore, ha iltimbro rassicurante di GiorgioLupano, attore vero, nato sulproscenio e poi in libera circola-zione cinematografica e televisi-va. Lí raccoglie gloria immedia-ta e il ritornare a casa lo gratificasempre. Ariella Reggio, Antonio

Salines, Paolo Fagiolo sono glialtri fra i tanti griffati di unacompagnia ricchissima di uma-nità varia, professionisti e dilet-tanti spalla a spalla. Una folla,un migliaio. Pareva davvero lostart di una maratona. Appenasi è aperto il grande libro, abbia-mo attraversato il ponte del Dia-volo. La sosta numero uno è aun passo, in piazza Duomo. Ipiú furbi col seggiolino nel bor-

sone, vuoi mai una botta di stan-chezza. Altri col paninozzo in ta-sca. Si sfiorerà l'alba, è una pro-va di resistenza. Il cielo minac-ciava, al solito. Con lo scroscioforte non si va in scena. Acciden-ti. Qualche goccia, nooo. Poi il"neverin" gira su se stesso e sene va. Sbuca persino un raggiosul San Marco. La carovana ordi-nata sguscia per le viette longo-barde e si ritrova in Valcellina

(piazzetta San Biagio). C’è qual-che problema coi microfoni.Cammina, cammina ed eccociin Laguna. «Ci vorrà molto tem-po prima che le maree, la piog-gia e il vento sfascino quelle bar-che...», fa scivolare la penna Ma-gris. Il Borgo del Ponte è il "Ne-voso", piazza Paolo Diacono laCollina. Il serpentone è compat-to, non molla. Si fa il freschetto.Meglio se ne va quell'umidiccio

Il premio Ristoriall’astro teatraleAida Talliente

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Visioni e sensazioni come al tempo della prima rivoluzione del teatro: potente, ma nulla di nuovo

al seguito diMicrocosmiIl michelangelo di pandur al teatro Nuovo

Devi alzare la testa, ogni tanto. Ilcroato è duro da capire, senza ledidascalie sei fritto. Scorrono inalto, fin troppo veloci peracchiapparle. Non è teatro diparola il “Michelangelo” diPandur (l’altra sera al TeatroNuovo), e questo conforta. È undeciso tratto pittorico, il corpo ètela e le quinte cornice. Unagabbia sovrasta, una piscina dapediluvio purificatore serve aschizzi coreografici. L’uomoBonarroti non ha molto tempoterreno, la schizofrenia se loprende. Incubi e visioni lo

premono, il Giudizio Universale èfatto. «L’artista che dipingevacon il cervello, non con le mani» èsul lettino dell’analisi e noi nullapossiamo fare se non spiarel’ultima metamorfosi multicolor.Toma! è un habituè della prosascardinata dai luoghi frequentati,ha del genio suo e lo sfruttaosservando il mondo dall’angolodi sbieco. Il godimento è ristrettoa chi piace sedersi di fronte a unquadro per assaggiarlo,dimenticando il tempo e ilrumore. Meditazione, forse così èpiù chiaro. La comprensione

totale è un di più, a contaredavvero è la sensazione. Il rischioè uscire con in tasca un pugno diimmagini e null’altro. Certo,l’incontro al levar della tela (in unprologo filmico si assiste alladisgregazione del capolavoromichelangiolesco) ti consegnasubito il senso claustrofobicodell’azione, lo scultore-LivioBadurina si spoglia, resta nudo. Esi imbratta, gettandosi addossouna tavolozza di polveri.Visivamente potente, ma è robamasticata e digerita unacinquantina d’anni fa. Allora fu

scalpore vero. Ora ti appaga perquel che riesce. È un marciarepunk - come ama sottolineare ilregista che per l’operazione si è“servito” del testo di MiroslavKrle!a (uno dei simboli dellaletteratura croata del Novecento -zuppo di visioni e di gestualitàfisiche evidenti, quasi una danzaenergica intrappolata in suonisecchi, onomatopeici. Questo è.Sta a te cogliere i significati, lui nerilascia quanto basta. Qualcuno loafferri, altri sono di naturasfuggente. Si sa quanto la Chiesavisse, nei secoli, il contrasto del

tratto dissacrante e macho diMichelangelo, difeso e accusatopur fra gli osanna del laico mondocinquecentesco. E Pandur ditonache cardinalizie ne spargeparecchie, come di suorepremurose, di giovinettiinnamorati del maestro e di altresimbologie che galleggianominacciose sopra un animoindemoniato. Lo staccodall’abitudine teatrale èevidente. Non dal ceppo dellaprima rivoluzione. E si fluttua inquel mezzo secolo, senza uscirne.(Gpp)

fastidioso. Ora la metamorfosispetta a piazza Dante, l'arcipela-go. Cherso e Lussino... Raggiun-giamo il Tirolo (piazza San Fran-cesco) e poi il Foro Giulio Cesa-re (il Giardino Pubblico). Il finecorsa è in Duomo. «La chiesaera buia, semivuota, il signor Be-niamino accendeva le candele –si legge –. Che vita piena, ugua-le, profonda».

©RIPRODUZIONERISERVATA

La voce narrante è quella anti-ca e piena del friulano OmeroAntonutti, attore e doppiato-re, indimenticabile interpretede "La notte di San Lorenzo"dei fratelli Taviani e di "Kaos",ma anche di "Un eroe borghe-se" di Michele Placido. La mu-sica, cinematografica diremo,tanto potente è la capacità dievocare atmosfere e luoghi diterra, neve, pioggia, nebbie esole, è del maestro Valter Sivi-lotti. Il coro, tutto maschile èl’aquileise Natissa. E poi c'è lafisarmonica di uno dei piúbravi musicisti italiani, Seba-stiano Zorza che con MarkoFerri alla chitarra e Mauro Me-roi al contrabbasso, raccontauna storia che è tutta friulana.Pietro Zorutti, autore ottocen-tesco di Strolic, una sorta di al-manacco o meglio un calen-dario composto in forma poe-tica, ricco di scritti di tipo sati-rico, sentimentale, a sfondoagreste, scrisse per molta par-te della sua vita letteraria poe-sie dedicate ai 12 mesi dell'an-no. Ventitré i numeri, pubbli-cati inizialmente ogni tre an-ni, successivamente con fre-quenza annuale, nel periodocompreso tra il 1854 e il 1862.L'ultimo numero uscí nel1866, l'anno prima della suamorte. Mai avrebbe immagi-nato, Zorutti, nella sua casettavicino a via Mantica, a Udine,che i suoi versi avrebbero po-tuto trasformarsi, grazie allamusica, in qualcosa che è dav-

vero simile a un bel viaggio aocchi socchiusi. Perché è cosíche "Strolic, Almanacco inmusica", una prima assolutadi Mittelfest, nata da un'ideadel direttore Luca Bonutti, sutesti di Pietro Zorutti si è pre-sentato al pubblico di Civida-le ieri sera, nella Chiesa di SanFrancesco, come un viaggio,una carrellata, un vento legge-ro che sfoglia il calendario eche attraverso i versi raccontail tempo dell'uomo quello cheè fatto per essere in armonia

con le stagioni che scorrono eche ritmicamente segnano ilquotidiano. I mesi, da febbra-io in poi, escono dalla pennadell'autore, si appoggiano allenote e prendono vita, uno die-tro l'altro trasformandosi inpersonaggi vivi e pulsanti,quasi umani e si fanno avantiin modo scanzonato, vario-pinto e accattivante, mai ba-nale tanto che la partitura mu-sicale e quella letterale si inca-strano perfettamente, comefossero state pensate assieme

da un unico autore. Forse è lapoesia stessa, che semplice-mente e spontaneamente in-vita ad ascoltare i suoni dellestagioni e la musica che que-ste continuamente produco-no, forse è l'operazione in sé,lontana dal fattore nostalgia evicina alla forma del recital dibuona fattura, poco sfavillan-te eppure garbato, per nullafrivolo e di qualità vera, conmusicisti, coristi, direzione evoce narrante di alta qualità.E in uno spettacolo tutto almaschile, spetta a Claudia Gri-maz e alla sua voce incantevo-le portare la testimonianza de-licata e malinconica della ter-ra friulana. Cosi gli ottanta mi-nuti dello spettacolo volanoveloci e conducono a una ri-flessione: il patrimonio dellanostra cultura popolare è ric-co e spontaneo e per molti to-talmente da scoprire, ma ba-sta guardarlo con occhi nuovie accostarsi con curiosità peresserne conquistati. Tempo,tradizione e buona musica ba-stano. Questo dice Strolic eper giunta bastano senza biso-gno di effetti, tecnologie o tra-vestimenti. Lunghissimo l'ap-plauso del pubblico (che pur-troppo non riempiva la pla-tea) e che ha chiesto e ottenu-to di riascoltare "Maggio" inuna versione cantata e ritma-ta di lampi e tuoni, tipica delleprimavere friulane.

Fabiana Dallavalle©RIPRODUZIONERISERVATA

Si arricchisce ancora di grandinomi la terza giornata del Mit-telfest. A partire dalla forza del-la natura e dall’avventurieradella poesia Lina Wertmüllerche con “Un’allegra fin de Siè-cle” sarà in scena alle 20.30 alTeatro Ristori, una produzionePromomusica su musiche ecanzoni di Italo “Lilli” Greco eLucio Gregoretti, con AndreaBianchi al pianoforte e la vocedi Nicoletta Della Corte. Regi-sta spregiudicata, autrice difilm unici nel loro genere, hadiretto anche spettacoli teatra-li. A Mittelfest scopriamo laWertmüller in un’altra vesteancora: narratrice e composi-trice di parole e canzoni. «Il dis-sidio annunciato dal titolo èanche tra corpo e linguaggio»:cosí Pier Paolo Pasolini parlavadella sua opera inedita rimastaincompiuta e oggi messa inscena da Luca Veggetti. “Vivo ecoscienza”, alle 22.30 al Chio-stro di San Francesco, è l’unicoprogetto coreografico di PierPaolo Pasolini. Protagonisti igiovani danzatori del TeatroScuola Paolo Grassi coordina-to da Marinella Guatterini, incoproduzione con Mittelfest.

E chi non ricorda la mitica fi-nale dei mondiali di Spagnacon l’Italia che batte la Germa-nia 3 a 1. A ricordarla anche ilpresidente della federazionecalcistica del Mali che disse:“Io dico che domani Italia vin-ce” è da qui che prende il titololo spettacolo tratto da “Il rac-conto dell'Italia” di MarioSconcerti da un progetto diGiuseppe Passoni, che ne curaanche la regia, che va in scenasempre domenica alle 18 nellaChiesa di Santa Maria dei Bat-tuti. La voce è quella indimenti-cabile di Bruno Pizzul.

Il cartellone di oggiWertmüller, Pizzule l’unica coregografiadiPierPaoloPasolini

Un quadro di “Michelangelo”

Omero Antonutti durante il recital molto applaudito in San Francesco

Omero,Zorutti, la friulanità:è l’armoniadella tradizioneSuccesso per lo “Strolic” recitato da Antonutti e musicato dal maestro SivilottiLa natura secondo i versi del cantore della marilenghe. E il pubblico chiede un bis

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di Roberto Canziani! CIVIDALEDELFRIULI

I titoli dei suoi film sono diven-tati leggenda. Esorbitanti, spre-giudicati, soprattutto lunghissi-mi. Il suo segnale di stile. Titolitirati come un elastico, per fardispetto ai produttori che pre-ferirebbero sempre qualcosa difacile, conciso, facile da tenerea memoria. Chessò: “8 e 1/2“,“Amarcord”, “La dolce vita”. Omagari “Titanic”. E invece lei,caparbia, li allungava come ser-penti: “Travolti da un insolitodestino nell'azzurro mared'agosto”, il più famoso (conMelato e Giannini). Oppure“Film d'amore e d'anarchia, ov-vero stamattina alle 10 in Viadei Fiori nella nota casa di tolle-ranza”. E infine il più lungo, del1987, un affare da Guinness deiprimati: “Un fatto di sangue nelcomune di Siculiana fra due uo-mini per causa di una vedova.Si sospettano moventi politici.Amore-Morte-Shimmy. Luga-no Belle. Tarantelle. Taralluccie vino”...

Ma se la cinematografia del-la Wertmüller sembra l'elogiodella lunghezza, quando è alleprese con un'intervista lei, laspregiudicata Lina, adotta lostile diametralmente opposto.Telegrafico: perché meno siparla, più in fretta ci si sbriga.L'intervista lampo arriva in oc-casione della presenza della re-gista a MittelFest.

Questa sera va in scena “Un'allegra fin de siècle”, passeggia-ta di chiacchiere e canzoni nelsecolo appena passato, excur-sus tra le luci e le ombre che ilNovecento ci ha lasciato. Pro-dotto da Promo Music, questopellegrinaggio nel tempo preve-de lei seduta sopra un bel diva-none, a chiacchierare, e unacantante (Nicoletta Della Cor-te) e un pianista (Andrea Bian-chi) pronti a disseminare dimusica la serata.

La biografia del secolo pas-sato è un po' un modo per fa-re, a teatro, la propria autobio-grafia, signora Wertmüller?

«Qualcosa di simile».Un secolo che di carognate

ne ha fatte tante, lo definiscelei.

«Lei quanti anni ha? Si saràfatto un'idea, no?».

Altri secoli sono stati altret-tanto carogna.

«Fanno una bella gara».Fra tante tragedie, il '900 ci

avrà pur consegnato qualcosadi positivo.

«Certo. La modernità...».Facciamo un bilancio?«Non saprei»Avrà subito anche lei l'im-

patto della tecnologia.«Lo vivo come lo vive lei».Ma oggi si fanno film con i

telefonini.«Speriamo bene».Che ne pensa?«Quando ne vedrò uno glielo

saprò dire».Nostalgie di quando il cine-

ma e la televisione erano di-

versi?«No, no. Ognuno ha quello

che si merita».Lei che ha lavorato con Felli-

ni, ha visto la Roma odiernache Sorrentino racconta in“La grande bellezza”?

«Non l'ho ancora visto. E Sor-rentino lo conosco poco».

Resta il fatto che di film se

ne fanno sempre meno.«Ma solo in Italia».Perché?«Perché siamo un po' ma-

scalzoni».Lo dica: le piacciono le inter-

viste lampo, signora Wertmül-ler.

«E che devo fa'...?».©RIPRODUZIONERISERVATA

Wertmüller: «Siamomascalzoniper questo facciamo pochi film»Intervista-lampo alla regista dai titoli chilometrici, che stasera sarà a Cividalecon la sua “Un’allegra fin de siècle”, passeggiata musicale di scena al Mittelfest

La regista Lina Wertmüller tra i grandi protagonisti del calendario di Mittelfest

Si arricchisce ancora digrandi nomi la terza giornatadella 22.a edizione diMittelfest, il festival dellaMitteleuropa diretto daAntonio Devetag. A partiredalla forza della natura edall'avventuriera dellapoesia Lina Wertmüller checon “Un'allegra fin de Siècle”sarà in scena oggi alle 20.30al Teatro Ristori, unaproduzione Promomusica sumusiche e canzoni di Italo“Lilli” Greco e LucioGregoretti, con AndreaBianchi al pianoforte e lavoce di Nicoletta Della Corte.Regista spregiudicata,autrice di film unici nel lorogenere, ha diretto anchespettacoli teatrali. AMittelfest scopriamo laWertmüller in un'altra vesteancora: narratrice ecompositrice di parole ecanzoni. Un’allegra fin desiècle è un viaggio festoso eacido nel Novecento. Il titolosa di can can e giarrettiere,ma racconta tutt’altro:dall’amore cieco di EvaBraun per Hitler al fumo nerodel crollo delle Due Torri.«Il dissidio annunciato daltitolo è anche tra corpo elinguaggio», così Pier PaoloPasolini parlava della suaopera inedita rimastaincompiuta e oggi messa inscena da Luca Veggetti.“Vivo e coscienza”, alle22.30 al Chiostro di SanFrancesco, è l’unico progettocoreografico di Pier PaoloPasolini, che lo concepìprevedendo lacollaborazione musicale diBruno Maderna.Info su www.mittelfest.org

E al Chiostrouna coreografiadi Pasolini

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Una domenica traWertmuller e Pasolini

SENTITI A CIVIDALE

Solisti diZagabria, ensembledi forti sentimenti

Al Nuovo di Udine è folgo-rante l’attacco dello spettacolo“Michelangelo” con cui, sutesto sapientemente smembra-to di Miroslav Krle!a, scritto-re croato di giganti della sto-ria, il talento di Toma! Pandurregala a Mittelfest una nuovapotente creazione. Su schermogigante galleggiano, scivolanogiù, si frantumano e infine sidissolvono le figure titanichedella Cappella Sistina, in cui ilpittore ha scolpito a colori lasua sfida con il cielo. L’artista-prometeo, che in scena è unostraordinario Livio Badurina,corpo d’attore santo di plastici-tà grotowskiana, bloccato den-tro due giganteschi ponteggi,si ritrova dunque a fare i conticon il mistero del suo genioesasperato dai contrasti estre-mi, tra tormento ed estasi,esaltazione e dubbio, pulsionibisessuali emortificazione, an-che sull’eco di una drammati-ca transizione storica tra ilRinascimento in esaurimentoe l’avvisaglia incognita di altrifuturiminacciosi.Ed ecco che, ai vari livelli

dei ponteggi accesi non più dacolori ma da acidi neon, 11bravissimi performer incarna-no una galleria di visioni perricapitolare l’eccezionalità diuna vita e di un’epoca: da unlato, i corpi sensuali di efebi edi donne, amati nella biografiae rappresentati in affreschi, oanche il fantasma di un Dantecon museruola, alter ego diarte divina già messa a tacere;dall’altro, un personaggio piu-mato da nuovomondo e soprat-tutto piccoli gruppi di religiosivaticani, suore e preti, già

pronti in nome del moralismocensore a lucidare con decen-za o a “imbraghettare” i corpinudi e la libertà dell’espressio-ne.Per il tramite diMichelange-

lo incrociato con Krle!a, lospettacolo celebra di fatto unrito visionario al valore assolu-to dell’arte barbarica e roman-tica, che può nascere solo daldramma, dall’agonismo, dalla

tensione a superare il limite.Con strisciante autobiografi-smo, Pandur pare poi sovrap-porre ai giganti del passatoanche il suo sforzo, che peròdeve misurarsi con la crisi benpiù desolante di un presentevuoto e involgarito. E infatti,anche con amari accenti diironia, lo spettacolo si chiudecon un Michelangelo umiliatoin saio da penitente, escluso

dai suoi tormentati ponteggi,su cui passeggiano ormai solofrotte distratte di turisti insen-sibili, e a lui, emblema di tutti igeni liberi che vivono nell’in-ferno, non resta sulle note diMiles Davis che rimpicciolirsiin formato tascabile e salutarela “mamma” a buon pro del-l’eventuale Tv di passaggio..

© riproduzione riservata

Angela FeliceUDINE

I tormentidell’arteridotta a commercio

Oggi Lina Wertmüllercon “Un'allegra fin deSiècle” alle 20.30 al Tea-tro Ristori. “Vivo e co-scienza”, alle 22.30 alChiostro di S.Francesco,progetto coreografico diPier Paolo Pasolini congli allievi del Corso diTeatrodanza della ScuolaGrassi di Milano coordi-nati da Marinella Guatte-rini. "Io dico che domaniItalia", progetto di Giu-seppe Passoni alle 18 nel-la Chiesa di Santa Mariadei Battuti. Il violoncelli-sta Enrico Bronzi alle 19nella Chiesa di S.France-sco. Nella Basilica diAquileia, alle 20.45, laMitteleuropa Orchestradiretta da Paolo Paroni,programma dedicato alsacro friulano.

Ieri sera aCividale lo spettacolo itineranteMicrocosmiAUdineha tenuto banco ilMichelangelo diPandur

BARCIS - Il premio letterario nazionale “Giu-seppe Malattia della Vallata” proclamerà que-sta mattina alle 11.30, nel piazzale di PalazzoCenti, i vincitori del concorso, scelti tra i 18finalisti selezionati tra i 603 partecipanti. Alle15 l’omaggio a un poeta che ha contribuito a farconoscere e valorizzare la lingua friulana e leparlate locali. Quest’anno sarà la volta del poetae scrittore Gian Mario Villalta che converseràcon PervincenzoDi Terlizzi e con il pubblico.

CIVIDALE - L'omaggio allaCroazia che Mittelfest stadedicando al vicino Paesenuovo membro dell'Ue haavuto venerdì un momentomolto alto con il concerto de«I Solisti di Zagabria», stori-co ensemble da camera, cheebbe a lungo come direttoreil violoncellista Antonio Jani-gro.Nella chiesa di San France-

sco a Cividale i Solisti - con ilprimo violino Sreten Kristic

comedirettore - hanno propo-sto un programma dedicatoal «concerto grosso», formatipica del barocco. In apertu-ra il Concerto in sol min. perarchi di Vivaldi, nel quale siè ammirata tutta l'arte delgrande veneziano. Quindi l'in-glese Charles Avison, famosoper aver composto dai con-certi utilizzando le Sonateper tastiera di Scarlatti. Mol-to bella la «Didone abbando-nata» - Sonata in sol min. di

Tartini nell'arrangiamento diKrstic, che ha sostenuto an-che la parte solistica, metten-do in risalto l'ampio respirodella composizione. La secon-da parte si è aperta con ilConcerto Grosso per archidel giovane musicista croatoSrdan Dedic, che utilizzandola forma antica l'ha riempitadi contenuti contemporaneiper quanto non particolar-mente arditi. E a proposito digiovinezza, il concerto si è

concluso con il Quintetto in sibem. n. 2 op. 87 (anche que-sto arrangiato da Krstic) delsedicenne Mendelssohn: unacomposizione passionale, maconmomenti lirici e di abban-dono che non raggiungonomai la malinconia. Il succes-so è stato dei più cordiali e ISolisti di Zagabria hanno ri-sposto agli applausi del pub-blico con ben tre bis.

Nico Nanni© riproduzione riservata

A BARCISPremio Malattia della Vallata

GRIMACCO -Giornata dedica-ta alle campane, con ospite aStazione Topolò l'etnomusico-logo bolognese ClaudioMonta-nari. Alle 12 gli scampanottato-ri di Topolò proporranno unconcerto. Dopo pranzo,Monta-nari parlerà delle campane diTopolò,Montemaggiore, Koba-rid e Livek; a seguire, in chie-

sa, "Dalla terra al cielo", diAntonio Della Marina, per saxe armonici registrati dalle cam-pane di Topolò. Dopo cena ilpercussionista Enrico Malate-sta in concerto. Ieri l’assessoreregionale Torrenti ha annun-ciato di essere venuto incontroagli organizzatori, riducendo iltaglio ai finanziamenti al 50%.

CULTURA&SPETTACOLI

A VERZEGNISOggi alle 20.45Carniarmonepropone a Villa ilWild Bread 4tet,con DanieleD’Agaro (foto) saxtenore, MauroOttolini trombonee tromba, StefanoSennicontrabbasso eCristianoCalcagnile batteria

STAZIONE TOPOLÒIl suono delle campane tra musica e storia

GRANDI EVENTIQui sopra a destraun’immaginedello spettacoloitineranteMicrocosmiieri seraa Cividaleper il Mittelfest.A sinistralo spettacoloMichelangelovenerdìal "Giovannida Udine"(di Aljosa Rebolj)

Sabato13 Luglio

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sarà in prima a Mittelfest con iltesto di Gianni Borgna ispiratoa Pasolini Una giovinezza enor-memente giovane, protagoni-sta Roberto Herlitzka (giovedì16 luglio). "Inquieti miti" riuni-sce miti antichi e contempora-nei sui quali si fonda la culturaeuropea, un viaggio tra perso-naggi e idee che hanno segnatodue secoli. Questo percorso ciinvita a scoprire il teatro di unaregina della commedia cine-matografica, Lina Wertmüllerche presenta Un’allegra fin desiècle, excursus sulla storia ita-liana del secolo scorso, amaro e

quantomai ironi-co, com’ènel suo sti-le. Un’altraregina del-le scene in-ternazio-nali, Adria-na Asti,squadernacon JeanCocteau ilmal de vi-vre del se-colo breve

con i due atti unici La voceumana e Il bell’indifferente.

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A CIVIDALE IL 12LUGLIO E FINO AL 20

Mittelfest, MicrocosmiCon un focus sulla Croazia che entra nell’UE

Giorgio Lupano

Richard Galliano

ittelfest - di scena trail 12 e il 20 luglio a Cividale delFriuli e in altre località del Fvg -si muove quest’anno sulla me-tafora Microcosmi, che dà il ti-tolo all’edizione 2013: i Micro-cosmi culturali che compongo-no questo straordinario mosai-co della civiltà mitteleuropeasono infatti l’essenza stessa delfestival articolato tra prosa, mu-sica e danza. Ma Microcosmi,una delle opere più note diClaudio Magris, diviene per laprima volta uno spettacolo, unevento itinerante a stazioniprodotto da Mittelfest e firmatodalla regia di Giorgio Pressbur-ger (sabato 13 luglio dalle19.30). Lo spettacolo costituiscel’ideale prosecuzione del viag-gio iniziato anni fa con Danu-bio. Là il macrocosmo dellaMitteleuropa, qui un percorsoche conduce al centro di noistessi. La nuova regia di Pres-

M

sburger, elaborata su uno deipiù apprezzati libri di Magris,rinnova il fascino e l’attenzioneper gli spettacoli che si svilup-pano lungo le vie e le piazze diCividale. Protagonista dellospettacolo, che impersonerà lostesso Magris da giovane e con-durrà il pubblico attraverso lediverse tappe del "viaggio-spet-tacolo", l’attore Giorgio Lupa-no; in scena molti altri attori, fracui Ariella Reggio e Antonio Sa-lines. Ma è un evento di parti-colare significato simbolico e digrande impatto visionario a se-gnare la prima serata di Mittel-fest 2013: venerdì 12 luglio - do-po la cerimonia inaugurale delpomeriggio a Cividale - partel’omaggio alla Croazia per il suoingresso nell’Unione Europea.Alle 21.30 nel Teatro Nuovo diUdine debutta in prima assolu-ta la coproduzione tra Croazia,Italia e Slovenia Michelangelo,che unisce gli sforzi produttividel Teatro nazionale croato diZagabria, Mittelfest, FestivalLjubljana 2013 e Pandur Thea-ters. Lo spettacolo è firmato daun regista ardito e visionariocome Toma Pandur, che haforgiato per la scena la scritturadel più importante dramma-turgo croato del ’900, Miroslav

Krle a (1938-1981), autore di"Michelangelo Buonarroti". IlMichelangelo di Pandur narrala vita tormentata del maestrorinascimentale impegnato arealizzare gli affreschi dellaCappella Sistina. Un ventaglio di debutti interna-

zionali compone il percorso"Première": oltre ai già citatiMichelangelo e Microcosmi, ilconcerto che Richard Gallianodedicherà in esclusiva per Mit-telfest a Django Reinhardt, gi-gante del jazz gitano; la primadel nuovo spettacolo di MarcoMaria Tosolini Salome Reinas-sance; l’omaggio a ElisabettaTerabust, protagonista dellescene italiane degli ultimi de-cenni: Ritratto di un mito:

omaggio a Elisabetta Terabust èil titolo del gala che chiuderà ilfestival sabato 20 luglio. "Pasolini Vivo" è il percorso cheruota attorno all’intensa perso-nalità di Pier Paolo Pasolini, cheper molti tratti resta ancora ine-splorata. Tra i debutti più attesi,

una coproduzione con la Scuo-la Paolo Grassi di Milano, diret-ta da Massimo Navone, con laprima realizzazione assoluta diVivo e Coscienza, firmata dalcoreografo italiano di fama in-ternazionale Luca Veggetti, trat-ta dall’unica opera in forma co-reografica ideata da Pasolini,con progetto sonoro di PaolaAralla e la voce registrata dalloscrittore e poeta Francesco Leo-netti. Anche Antonio Calenda

Nella sezione anche lo spetta-colo L’intervista con GrazianoPiazza e Viola Graziosi basatosul film del 2003 del registaolandese Theo van Gogh TheInterview. Marilyn mon…amour, testo di Cinzia Spanòcon l’attrice Giulia Mendola e ladanzatrice Lara Guidetti, si aprecon un funerale e con un fune-rale termina. Il musicista por-denonese Theo Teardo, figurachiave nel panorama musicaleinternazionale, proporrà Musicfor the wilder man, il suo album2013. Nella sezione anche treappuntamenti di danza, condue coreografie firmate e inter-pretate dalla maniaghese Mar-ta Bevilacqua (13 e 20 luglio) In-nesti il corpo tecnico e Dafneper una mitologia urbana. Infi-ne, Giuditta e Olferne firmatoda Simona Bucci: qui l’immagi-nario dei più grandi pittori - tracui Mantegna e Caravaggio - èstato spesso colpito dalla dram-matica storia di Giuditta.

Lina Wertmüller

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