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Annali dell'Istituto storico italo-germanico

Quaderno 35

11 secolo XI: una svolta?

a cura di Cinzio Violante e Johannes Fried

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QS-/1l042. Societa editrice it Mulino .... • .' . Bologna

Omagtjlo per rccensl0neBOOk for R~.,:i3W -. '.Be~rechuri9 E)\em~,!ar .... ,:Volume pour Culnp1c .Rendu9 .

Le istituzioni politiehe del secolo XI:trasformazioni dell'apparatopubblico e nuove forme di poteredi Giuseppe Sergi

11J 1 luglio 1001 uno dei piu potenti marchesi del regnoitalico, Olderico Manfredi di Torino - membro dell'ormaiconsolidata dinastia arduinica ma all'inizio della sua perso-nale vicenda di potenziamento - riceve da Ottone III undiploma ehe si presta come introduzlone perfetta al secoloXI e ai suoi problemi istituzionali'. 11marchese riceve unaconferma dclla quota di patrimonio familiare, un terzo circa,che compete a lui: si tratta di terre, villaggi e chiese. Ma, adifferenza di quanto avviene nelle conferme ad altri membridella famiglia non titolari di uffici pubblici/, qui la cancel-leria imperiale introduce una formula c1assicad'irnmunitä:«iubcrnus ... ut nullus dux marchio archiepiscopus episcopuscomes vicecomes nullaque nostri regni magna parvaquepersona prelibatum Oldericum qui marchio Mainfredusappellatur, molestare, inquietare, per placita fatigare pre-surnmat». La prima volta in cui analizzai questo documento10 giudicai sintomatico di una distinzione ancora ben chiaratra esercizio di pubblicagiurisdizione su una regione e pre-senza patrimoniale in essa. Posso oggi confermare ehe lapreoeeupazione di Olderieodi procurarsi quell'Immunitä «

ehe nell'immediato 10 tutelava da se stesso, essendo lui l'uf-ficiale regio ehe poteva presieder placid - era indizio dellapresenza, nella eultura di quegli anni, dell'idea di sostituibi-

I MGH, Diploma/tl regum et impera/orum Germaniae, Il, p, 841 5., doe.408. ' .,' "" ...2 G. S~RGI, Un,;grande drc~~;i%ion;d~l regno italico: la marc«a,duinicadi Torino, in «Studi medievali», serie 3', XII, 1971, p. 665.

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lita del marchese, 0 almeno della possibilitä ehe gli eredi delpatrimonio non fossero piu governanti della marca'. . ".

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Ma voglio ora aggiungere che,aIIa I~ce di doc~me~ti co~~questo, i due «tipi di struttura» definiti da Cinzio ViolanteneI suo noto contributo su Pieoi e parroccbie nei secoli XI eXII, pur confermati neI loro valore euristico, devono esseredeclinati in un'accezione particolare". Il primo tipo di strut-tura e quello a «dominante carattere circoscrizionale»: sirealizza non solo nelle province comitali e marchionali caro-linge, ma anche nella signoria rurale - 0 territoriale di banno- compiutamente realizzata. Il secondo tipo di struttura,fondato «sul possesso Iondiario e sui rapporti personali», equello deIIa signoria fondiaria e della signoria immunitaria.. " • - ,'~ , ... -~ ~, " • '. ": •• "i • - , :' • : • ; .. :

Ebbene, il diploma citato, come altra documentaaione delsecolo XI, non e prova di alcuno dei due tipi di struttura nee prova della loro inesistenzar piuttosto .testimonia lacon v iv e nz a 'fra i due tipi di struttura, una convivenzacosl normale e collaudata da poter essere considerata uncarattere .dominantedi quel secolo.' Le poche famiglie diufficiaIi pubblici ehe hanno costruito robuste dinastie stan:no tentando di costruire principati territoriali ereditari: quinon importa tanto insistere sullo scarso successo ehe l'ope-razione avra nel regno italico, quanto constatare 'come quellefamiglie conducano una politica duplice. Da un lato punta-no sull'ereditarietä dell'ufficio regio .; e quindi sui rapportilegittimanti con it centre erogatore diquegl! uffici :-:daIl'altrocostruiscono, 'dentroe fuor! le loro circoscrizioni, .sistemi dipresenza fondiaria, eventualmente 'coperti 'dairnmunitä, 'e

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., i; :J . . ." • ~:. ,._, ~-','~ :; f : •• ~, ~-. ...•• - ._ : ~_ ; :.

) G. SERGI, La /eudaliuavone delle circoscriz.ionipubbliche nel regnoitalico, in Structures Ilodales et /Iodalisme dans I'Dccident mldite"anlen(Xe-XIIIe s.) (Colloque international organise par le CNRS et l'Ecolefran~aise de Rome, 10-13 octobre 1978), Rome 1980, pp. 253-261.,4 C. VIOLANTE, Pievi e parrocchie ne/l'Italia centro-settentrionale durantei secoli Xle XII, in Le iSliluz.ioni de/la «societas Christiana» dei seeoli Xl-XII. Diocesi, pievi, pa"occhie (Atti dell a sesta Settimana internazionaledi studio, Milano 1-7 settembre 1974), pp. 643-797, ora in C. VIOLANTE,Ricerche sulle istiluz.ioni ecclesiastiche dell'Ita/ia centro-settentrionale nelmedioevo, Palermo 1986, pp. 267-447 (saranno citate d'ora in poi lepagine di questo v~lume). ! 'e ,'" ,',: '_.':, '~,~,',: /.. '.,; , ,'.

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'retl di relazioni personali ehe consentono sviluppi egemoni-ci alternativi. Passano, insornma, attraverso il secondo tipodi struttura con l'intento di pervenire a una nu ova realizza-zicnedel prime: cioe il principato territoriale it improntasignorile. .: ';.: ,:',;:".,'._, .":;'-;": ,-;; :,;:

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Lacosa ris~lta e~id~nte'nell~ ste;s'a ~arca'arduin:ica ehe, p~~grim parte del secolo XI, manterrä coesione grazie alia con-rinuitä, di tipo dinastico-signorile, garantitadalla figlia diOlderico, Adelaide, ma sarä ufficialmente retta da uomini discelta regia uniti in matrimonio a Id 0 a sue discendenti. E lastessa considerazione ehe ha fat to giudicare il principatocanossiano come uno stato «incoatlvo» eppure, conternpo-raneamente, come una formazione politica «legata al passa-to»5, perehe nel progetto dinasticodei Canossa si mirava adefinire in termini di marca e di comitatus i territori via viaconquistati:' in un potenziarnento completamente nuovo ei sieonformava' cioe al modello collaudato dclla grande circo-scrizione governata perdelega regia.:« . ' , ' '. -'

Di~ei ehe m~iü~~ il X iecoio e q~~lloi~c'ui il tipo di ~trutt~ra. fondiario-immunitaric si manifesta nella sua nuova, piu di-rornpente efflcacia, crea nucleidi potere alternativo e, in-somrria;complica iI sistema;il secolo XI e quelle del riasse-sramento; in esso iI tipo di 'struttura circoscrizionale si ma-nifesta sia nella permanente vitalitä dei modelli distrettualicarolingi sia nelle nuove realizzazioni territoriali del processodi signorilizzazione'; -. " j: ;, , ': .." , ; .. , ,

NeI regno italicodel secolo XI i parametri circoscrizionalidi ascendenza carolingia sono usati sia dagli ufficiali pubbli-ci in pieno progetto dinastico, sia dagli sviluppi signorili piu

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, G. TABACCO, Discorso ai chiusura, in Stuai mati/aid (Aui del 11Con~vegno di studi matildici, Modena.Reggio Emilia I·_' maggio 1970), Mo-dena 1971, p. 430; O. CAPITANI, Canossa: una /ezione aa meditare, inStudi mali/did (Atti del III Convegno di studi matildici, Reggio Emilia 7·9 ottobre 1977), Modena 1978, p. 22; sui proeessi di formazione il rinviod'obbligo e a V. FUMAGALLI, Le origini di una granae ainastia feudale:Adalberto,· Alto ai r;anosstl,T~bingen 1971~ . ", , " ., suna definizi~ne di «processodi signorilizzazione» efr. M. NOBILI,L'ide%gia po/ilica in Doni%one,in Studi mali/did (Ill, 1978), eit., p. 265.

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agevolati dal regno, come quelli vescovili, Ne e prova I'ap-parire di nuove definizioni comitali applicate a territoripri-ma diversamente articolati 0 diversamente definiti. Di queiparametri infatti i poteri regionaIi avvertono la forza legitti-mante di un collegamento alIa tradizione, il regno vede nel-l'uso di una certa terminologia it persistente riconoscimentodi un ordine superiore, ':., . __ , "~': '! " •

La discrasia' fr~ sviluppo ~i'~~o~il~'~' ~'rdinament~ co~it~eehe caratterizzava ancora il secolo X - con fermenti nuovientro confini antichi -, non e piu 'caratteristica del secoloXI, nel corso del quale si rinuncia a una reale conservazionedella fisionomia geografica degli ambiti circoscrizionaJi7,facendo tuttavia salva l'idea di circoscrizione. Se si mantienela distinzione concettuale, utilmente avviatanel secolo scor-so dal Desimoni'', fra marca e comitato (veri distretti pubblicicarolingi) e marchesato e contea (ambiri signorili a cui sonoapplicati i titoli dinastici dei domini), il secolo XI e in effcttiun secolo di svolta: marche e comitati volgono al terminementre contee e marchesati nascono. In particolare e questoil secolo di nascita di molti dei cosiddetti «comitati rurali»di cui Feder Schneider cercava gli antecedent! nell'ordina-mento carolingio e ehe invece altro non sono ehe formazion]signorili da attribuire a rami di antiehe farniglie comitali", "

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La distrettuazione minore' tende a durare ancora 'per granparte del secolo XI nella parte meridionale del regno italico,ad esempio nelle circoscrizioni umbre e marchigiane'P, Nd-

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7, G. 'SERGI,La leudaliw1.ione, eit.; p. 259. :;';" 1'; :,', ,:,~.. ',>::)·k. :.~,I C. DESIMONi,Sulle ,;;~rched'l/alia e'sulle loro dira;"avonl in marchesati(Aui della Societä ligure di storia patria, serie 3', XXVIII, fase. I), Ge-nova 18962• "

. ;.. ~',,-. ~,~, F. SCHNEIDER,Die Entslehung v~~~Burg und Landg~;"ei~de in Itelie«,Berlin 1924, pp. 62-69. ; . ,', '> ;";'" :1.; ~, :;' ,} . i;, ':: , .,:;

10 E. TAURINO,L'organi1.1.avone'I'erriloria/~'delta' c~nle~ di Fermo neiseco/i VIII-X, in «Studi medievali», serie 3', XI,1970,pp~ 659-710j dellastessa, Un distrello minore del ducato di Spoleto ne/I'a/lo medioevo:Mon-/e Santa, in «Studi maceratesi», 7. 1973, pp. 99-102; della stessa, MonteSanto: da «minislerium» allomedievalea comune, in «Studia Picena», XLIII;1976, pp. 1-14.,',. ' ... "-, .... ,- .... ~'., ,.,'.\

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la L4ngobardl4 invece quelle r.ipartizioniininori;iji'nes, giäin crisi per l'efficacia del potere dei conti cittadini, tendeva,no a essere sostituite da nuovi ambiti suggeriti dalla vitasociale, come dimostrano gli esernpi di Guastalla e di Citta-nova": suggeriti dai castelli, soprattutto, ma anche dalle ri-partizioni plebane, che fomivano un reticolo a un tempocircoscrizionale ed elastico, molto ricettivo rispetto allaeoncretezza dell'insediamento e degli equilibri locali .. '. , ."

Abbi~mo 'vi~todun~ue ehe il process~"di'~ignorili~zazione,avviato nel X secolo ma in plena affermazione nell'XI, purinformato al tipo di struttura fondiario-immunitario-perso-nale, condiziona 'j propri sviluppi al tipodi struttura circo-serizionale, sia operandoall'interno della rete distrettuale diorigine carolingia, sia 'cestruende dominazioni nuove ma dioricntamento circoscrizionale. Prima di analizzare le modi-ficazioni locali del potere osscrviamo i tre principall prota-gonisti della politica d'alto livello del secolo XI, per valutarecome si pongano rispetto allo sviluppo signorile: l'aristocra-zia d'uffido, i vescovi, il regno; , '.' ,

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Irt' Italia non sono piu di died 'legrandi -dinastie chenelsecolo XI rappresentano la continuitä con Iamaggiore ari-stoerazia d'ufficio del secolo IX. Ha ragione Paolo Camma-rosano quando rileva ehe in Italia i ternpi dell'assestamentoetnico-politico sono tardivi rispetto ad altre zone dell'irnpe-ro carolingio": la circolazione e ancora alta, come dimostral'uscita di scena, do po la sconfitta di re Berengario U, delladinastia anscarica deimarehesi d'Ivrea,che preferisce tornarenelle terre d'origine, in Borgognal~.In ognicaso sia le fami-

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11 A. CASTAGNErn, L'organiuavone del ierrilorio r~rale nel medioevo.Cireoscrizioni eeclesiasliehe e civili neJ/a «Langohardia» e neJ/a «Roma-nia», Torino 1979, pp. 58 SS., 92 5.; V. FUMAGALLI, L'amminislra1.ioneperilerica dello stalo ne//'Emi/ia oeddenlale in eid earolingia, in «Rivistastorica italiana», 83,1971, pp. 911-920. ' ,,':! i r: ; .': ",12 P. CAMMAROSANO, Le slrullure /eudali ne//'evoluzione dell'occidentemediterraneo: nOle IU un colloquio internavonale, in «Studi medievali»,serie 3·, 22, 1981, p~864. " -", '

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U A ritomare in Borgogna e iI figlio di Bcrengario 11,Adalberto: ARNULPHlGesla archiepiscopo,um Mediolanensium, edd.: L.C. BETHMANN - W.

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glie piu antiche, sia quelle affermatesi negli uffici regi con ilforte ricambio della meta' del secolo Xl., nel secolo XI ap-profondiscono la loro presenza ereditaria di qualitä signori-le la dove piu agevole e privo di concorrenze era il concretoesercizio del potere e piu consistente il potenziamento fon-diario. Ciö avviene all'interno delle circoscrizioni governateo anche ai margini esterni di esse, mentre le Iamiglie usano ilcontrollo dinastico di un ufficio pubblico anche per frenarela dispersione dei diversi rami familiari". GH Obertenghi,nonostante i cattivi rapporti con ilregnosusseguenri alloroschieramento a fianco diArduino d'Ivrea, si segnalano perla pluralitä delle loro presenze signorili.ianche al di fuoridell'originaria marca (Jella ' Liguria orientaler sono'«soHdicorpi di signoria sparsi entre piu contee edislocati in punrinevralgici»,' con in piu' un «seguitodi clientele .nelle variecitta»16.GHArduinici hanno una presenza di inrensitä inoltovariegata entre>lavastissima marca di Torino e, intorno auna delle loro prescnze esterne, si coagula il ramo autonornodei marchesi di Rornagnano",' In Tuscia, il rnancato coin-volgimento dell'istituzione marchionale nel processo signo-rile favorisce i progetti di dinastizzazione dei titolari di uffi-ci comitali. I Gherardeschi usano l'ufficio comitale di .Vol-,terra, fra X e XI secolo, per accentuare la coesione patrimo-niale e familiare: ,quando, procedendoverso la meta del se.colo XI, si allontanano progrcssivamente dal territorio cit-

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WATIENBACH, in MGH. Scrip/ores,VIII, Hannover 1848, p. 8,lib. I, cap.7; G. FASOLI, Aaa/ber/o, inDizionariobiograficodeg/il/a/iani, I, Roma 1960p, 215; G. SUGI, Asselli politici inlorno IIIMille: ricercbe sui regni dtBorgogna e d'I/alia,' in Il meutere dello storico del medioeoo CAtti delConvegno di Lugano, 17-19 maggio 1990), in corso di stampa.14 V. FUMAGALLI. 1/ regno italico, Torino 1978, pp. 275 s~. ,U G. TABACCO, Le rapport de parent' comme instrument de domina/ionconsortiale: quelques exemples pi/mon/ais, in FamilIe et parent' dansl'Occident medieval (Collection de l'Ecole francaise de Rome, 30), Roma1977, pp. 153-158. ,':' ; :., '1 t ,t.'! ,"',<:;:' '", " .;

16 M. NOBILI, L'iaeologia poli/ica, eit.; p~267 S. '~" . .,.;':) ,; '::17 G. SUGI, Una granae circoscri1jone:~it., pp: 662-664, ~.I13 e, ora, A:TARPINO, Imarchesi di Romagnano: l'affermavone di una Jamiglia ardui·nica Juori della circoscrizjone d'origine, in «Bollettino storico-bibliogra-fleo subalpino», LXXXVIII, 1990, pp. 5-50.' "'.',' . .'_" "

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tadino egemonizzato dal vescovo, danno luogo a una piu ra-litä di rami ehe mantengono il predicato cornitale", I Fa-rolfingi costruiscono «ambiti territoriali autonomi in con-nessione con presenze patrimoniali» mentre, ancora nel se-colo XI, aleuni loro membri sono conti di Orvieto e diChiusi", Gli Aldobrandeschi, favoriti dai buoni rapporticon il re Enrico 11 nel mantenimento ereditario dell'ufficioeom itale di Roselle, favorisconola proliferazionedel titolopresso im gran numerodi membri dell a famiglia impegnatiin potenziamenti di tipo signorile'", Qualcosa di analogoavviene nella marca d'Ivrea dopo il ritiro degli Anscariciprima e la sconfitta del marchese Arduino poi", In assenzadi un'affermazione signorile dei marchesi furono soprattut-to i poteri vcscovili a ritagliarsi vasti ambiti egemonici per iquali: in accordo con it regno,usarööodefinizionidi tipocircoscrizionale gia esistenti 0 di nuovo conio'". Ma c quel

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'~"M.L.CECCARELLI, I conti Gberardescbi, in 1ceti di~ge~ti~e//a Tosca~ada//'et4/ongobarda, que/la precomunale (Atti del Convegno di Firenze, 2dieembre 1978), Pisa 1981, pp. 170-175; G. TABACCO,La Toscane meri-dionale nel medioeuo, in L'Amiata nel medioevo, Roma 1989, p. 1.3:'

l' G_ TABACCO,La Tos,;';;a meridionale, eit., p, j 12;A. SPICCIANI,I Fa-ro/fingi: un' /amig/ia comitale., Chiusi e a Oruieto (secoli XI-XII); inFormalione e struuur« dei ceti dominant; nel medioevo. Le /amigl;e mar-eh;onali e comitsli del regno italico ne; secoli IX-XI (Nuovi studi storiei,1), Roma 1988, pp. 229-296.20 G. ROSSETrI,GI; Aldobrandeschi, in I ceti dirigent; nella Toscsn« del-/'eI4 longobarda 11 quella precomunale, cit., pp. 151-164; per sopravvi-venze dinastiche anche in caso di cattivi rapporti con il regno, cfr. L.FELLER, Pouuoir et sociitl dens les Abru1..1.eseutour de l'e« mil: aristocra-lie, «ineastellamento», appropriation des justices (960-1035), in «Bullet-tino dell'Istituto storieo italiano per i1Medioevo», XCIV, 1988, pp. 43 s.

21 G. ANDENNA, Grandi patrimoni, /unzioni pubb/iche' e /amig/ie su di unlerritorio: il «comitatus P/umbiensis» ei suo; conti da/IX al/'XI see%, inFormalione e strut/ure de; cet; dominanti, eit., pp. 201-228; G. SERGI,11dedi"o dei potere marcbiona/e IInscancoe il r;asset/o cil'coscrilionale deiP;emon/e sellen/nonale, in «Bollettino storico.bibliografieo subalpino»,82,1975, pp. 441-492. . ,22 G. SERGI;'11deelino del potere marehiona/e, eit., pp. 460-476: i1 ve-scovo di Vereelli si vede riconoseiuto ildis/nc/us sui comitati di Vercellie di Santhii (quest'ultimo formatosi probabilmente in tempi postearolin-gi); quello di Novara sui comitati di Pombia e dell'Ossola, mentre cominciaad affermarsi la nozione di «comitatus Novariensis». ,. ",".-. ,". \ ,

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medesimo quadro ehe consente ai conti di Pombia, ndl'al-lontanarsi dalloro comitatus novarese soggetto al potenzia-mento vescovile, di dare luogo nel Canavese, con diversiloro rami, a una pluralitä di contce agganciate a castelli difamiglia e di carattere schiettaniente signorile"., • I. . , I, .•

11secolo XI contempla poi dueaspetti div~rsi e pur cornple-mentari del coinvolgimento dei vescovi nelle istituzioni poli-tiche, Nella prima meta del secolo li vediamo dividers! conle dinastie fin qui rieordate gli ambiti di affermazione ege-monica; nella seconda meta prevale it loro impegno di re-staurazione dell'unitä delle diocesi, di freno della fram-mentazione delle pievi edel proliferare di chiese private",Questa seconda attivitä, meno direttamente connessa con iltema chequi mi e stato affidato, e interessante perehe e esitodi un orientamento episcopalistico, ehe potrernmo dcfiniredi «riforma vescovile», molto conosciuto agli studiosi tede-schi e invece poco valorizzato in Italia, ehe mirava a farordine entro le diocesi e il quadro plebano senza coartarel'autonornia degli ordinaridiocesanie valorizzandone anziI'intraprendenza. Riformatori senza essere favorevoli al cen-tralismo romano, questi vescovi troppo spesso sono stadintrodotti nella categoria generica dei vescovi filoimperia-IF': eppure anch'essierano impegnati nella razionalizzazio.. :'. ~- ." ". ". ~., ..

2) G. ANDENNA,Alcun« osseruazioni 11 proposüo delle jonda7.ion; clunia.censi in Piemonte (sec. X/.XIIIJ, in L'ltali« nel quadro del/'espansioneeuropea dei monacbesimo cluniacense (Aui del Convegno di Pescia, 26.28novembre 1981), Cesena 1985, pp. 45·57; dello stesso, Grand; patrimoni,jun1.ioni pubb/iche, cit., p. 221 e, ora, A. OREGLIA,Iconli delCanavese, diprossima pubblicazione in «Bollettino storico-bibliografico subalpino».

24 C. VIOLANTE,Pievi e parroccbie, eit., pp. 320 ss. _.... ,.", '. r.~ L

U ~ if giudizio che normalmente e stato ~iservato al vescovo di TorinoCuniberto, perehe avverso all'estremismo riformatore deU'abbazia di S.Micheie della Chiusa; una valutazione complessiva della sua attivita deveinvece indurre ad assegnare anche lui all'ambito della riforma «vescovi.le»: G. SERGI,11presligio e la cnsi: S. Micheie del/a Chiusa dopo ;llrava.g/io rijormalore, in Dal Piemonte a/J'Europa: esperienu monllsliche nel/asociel4 medieva/e. Nel mil/enario di S. Micheie della Chiusa (Relazioni ecomunicazioni presentate al XXXIV Congresso storica subalpino, Tori.no, 27·29 maggio 1985), Torino 1988, pp. 273·292; dello stesso, Vesc~vi,monas/en, IInSlocra1.i1lmi/illl,e, in G. CHIITOLINI•G. MICCOLl(edd), LI

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ne di una giurisdizione ecclesiastica sfilacciata e nel recupe-ro delle pievi alienate. Questi orientamenti finirono per avereparziali ma significativi successinel piu maturo XI secolo,quando ormai erano inquadrati dal movimento riformatorepapale e quando, questo e interessante per noi, si attenuaval'impegno temporale di molti vescovi, progressivamente af-fiancati sui piano, politico dalle comunitä cittadine",": , ,

Circa questo impegno temporale, ~i~issimonella prima 'metadel secolo, it concetto ancora troppo diffusodi vescovo-contenecessita di profonde rettifiche. Negli annidelle casate diSassonia e di Franconia molti vescovi affiancano, all'inizialeimmunitä sui patrimonio ecclesiastico, vndistrictus sullacittä e su alcune miglia di territorio circostante. Anche qui-come per le dinastie d'ufficio - si constata come caratteristi-ea del secolo XI l'affiancamento e l'integrazione dei due «tipidi struttura» ehe stiamo piu volte evocando: e fondiaria-im-munitaria l'ispirazione del potenziamento in piu aree della.diocesi, mentre e circoscriaionale l'ispirazione del potere cheil vescovo esercita sulla cittä e sui suburbio, ehe certamentenon sono attribuibili compattamente al suo patrimonio. Inmolti casi i re non si limitano, poi, a confermare le concessionidei predecessori, ma ampliano il distriaus fino a compren-dere, sulla carta almeno, tutto it territorio dell'antico comitatusche faceva perno suUa cittä vescovile", Le concessioni dellagiurisdizione e dei connessi diritti di riscossione ai vescovi

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Chiesll I ii potere po/ilieo dä/ ",edio~ro' aI/' I/~ eonllmporane~ (Stori~d'ltalia. Annali, 9), Torino 1986, pp. 89·91; per gli interessi dei vescoviad arrestare tendenze simoniache e concubinarie, nei fatti disgregatricidelle loro diocesi, anche quando la loro azione non potesse ascriversi auna «pre.riforma», si veda O. CAPITANI, Immunila oescooili ed ecclesio-logia in ela «pregregorianll»e «gregoriana». L'awio a/la «reslaurtn.;one»(Biblioteca degli Studi medievali, III), Spoleto 1966, pp. 82-84..26 R. BO~Dor.jE; La ~oci~;adll~dina Jel regno d'llalill. Forma%ionle sui-luppo delle cllrallerisliehe urbane nei seeoli Xl e XII (Biblioteca storicasubalpina, ccm, Torino 1987, pp. 101 ss. , . ...•• ' , ..: .." '"n_Per 'u~ ca~ trasparente di g~adu~lita ~ei 'far c~incid~r~, d~pa~te diun vescovo, iI formale ottenimento di distrietus su tutto iIcomitato conl'efficacia concreta di una presenza signorile aU'interno del comitatomedesimo, si veda it caso ricostruito in G. SUGf, Un'IIrellde/ NOllllresl

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non cambiano natura quando il distriaus raggiunge i confiniesterni del comitato. Ciö ehe e concesso, talora esplicitamenteiure proprietario 0 in proprium, come nel caso del patriarcadi Aquileia e del vescovo di Trento", non e un'investitura diufficio pubblico, ma un privilegio da cui la chiesa locale traesostentamento e autonomia. Il vescovo - pur potente e purinquadrato in ernpirici disegni regi di controllo territoriale .:..non deve rapportarsi al re come un ufficiale pubblico al suosuperiore: ecco perehe la definizione di vescovo-conte sug-gerisce, almeno per l'Italia, una prospettiva distorta"," .

Le signorie vescovili hanno dunque intrinsecarnente quelcarattere di forte autonomia, pur inquadrata dal potere re-gio, ehe per le costruzioni dinastiche delle Iarniglie comitalie marchionali rappresenta un punto d'arrivo. t proprio del-

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da/J'inquadramenlo puhhlico a/la signoria uescooile: Orla fino al principiodei XIII secoto, in «Bolleuino storico-bibliografico subalpine», LXXXVI,1988, pp. 171-193; per esempi di potenziamenti ehe hanno dato luogo aequivoci sull'idea di «vescovo-conte» G. SERGI,Asseui politici intorno alMille, cit., testo successivo alia n. 73, • cui si puö aggiungere il caso delvescovo di Volterra (G. VOLPE, Toscan« medieoele. Massa Marillima,Vollerra, Sarzana, Firenze 1964, pp. 167 ss.), in cui il predicato «comes»tardivamente applicato all'ordinario diocesano (sec. XII) eil eorrispetti-vo terminologieo di un potere aequisito suI territorio, non l'indicatore diun ufficio esercitato entro l'apparato pubblico ... ; .. ".' ,';._'

21 G. TABACCO,L'allodiaiil4 del potere 'ne/ ,,:,~jioevo;' in «Studi ~edie~vali», serie 3",,li, 1970, pp. 583 ss., 601 5.; dello stesso, CU orientamentifeudali dell'impero in Itali«, in Struclures /Iodales etfeodaUsme, cit., p. 230;H. SCHMlDINGER,Patriarch und Landesherr. Die weltliche Herrschaft derPatriarchen von Aquileia his zum Ende der Staufer, Graz-Köln 1954, pp.~6 ss. ",'. '; .:)'; 'I::' -,".,' ..;':'.; .,:..;, . "29 G. TABACCO,Regno, impero e eristocrezie ne//'Italia postcsrolingi«, inl/ seco di ferro: mito e realla del sec% X (XXXVIII Settimana inter-nazionale del Centro italiano di studi sull'alto medioevo), Spoleto 1990,p. 265; R. PAULER,Das Regnum lla/iae in ollonischer Zeit. Markgrafen,Crafen und Bischöfe als pO/ilische Kräfte, Tübingen 1982, pp. 1-163; an·ticipazioni di queste posizioni mature gia in E. DUPRt THESElDER,Vescovie dill nel/'IlaUa precomuna/e, in Vescovi e diocesi in Italia nel medioevo(sec. IX-XIll) (Atti del IIConvegno di storia della Chiesa in ltaHa, Roma5-9 settembre 1961), Padova 1964, pp. 55-110; e si veda anche il radicalerovesciamcnto dei convincimenti tradizionali in V. FUMAGALLI,Il pOleredvile Jei vercovi ita/iani a/lempo di Quone I, in I pOleri temporali JeifJescovi in I,aUa e in German;a "el medioetJo (Atti della Settimana di stu·dio, Trento, 13-18 seuembre 1976), Bologna 1979, pp. 77-86.

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la natura del regnum nel secolo XI quello di proporsi essen-zialmente come superiore coordinatore di ambiti territorialidi questo tipo. L'analisiche Giovanni Tabacco ha condottodell' Edictum de beneficiis di Corrado 11ci introduce alIa va-lutazione delIa corona italica dopo ilMille, giudicata come«una potenzaregia tedesca ehe si spingeva a sud in modomutevole, intermittente e occasionale» anche se riusciva, adesempio negli anni di Enrico Ill, a dare «prove vigorose di'sb>'o. L'Edictum si ingegnadi dare carattere di «ordinamen-to» a «una tradizione multiforme di rapporti». Si sforza, conun atto apparentemente innovatore, di operare una restau-razione, introducendo prograrnmaticamente l' attivitä milita~re «nell'ambiro esclusivo dell a potestä regia»; La fa attraver-5(; il ricorso a: una finzione: Corradosicomporta come setutti i milites del regno italico fossero rernunerati con terrefiscali 0 ecclesiastiche",. Non interviene direttamente nellacostituaione di singole milizie 10caH, ma ad esse ritienenormale fare ricorso. Cos] facendo, cerea di definire, in sensafeudale, una milizia professionale di carattere pubblico, eo-munque e da chiunque fosse stata reclutata. .: ,

E, q~ell~' di Corrado, 'u~~ scelta di 'consiät~zi~ne ~tti~~: C'~~~stata unaspontanea evoluzione feudale del servizio armatodicui il re prende atto, cercando 'alcontempo di rilanciarel'ideadel servizio dovuto da tutti per la defensio patriae. NeIsecolo XI non ci troviamo di fronte a un regno ehe delega 0feudalizza, bensl di fronte aun regno ehe prendeatto eterita dicoordinare. Cia ehe e state limpidamente dimostra-to per l'attivltämilitare e facilmente riscontrabile per il ge-nerale intervento suI tessuto politico-territoriale italiano.Abbiamo sopradclineato una dialettica fra innovazione si-gnorile e tradizione circoscriaionale dei singoli ambiti regio-nali: ebbene, i re del secolo XI intervengono di solitoa

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JO' G. TABACCO, Le struttur« de/ reg~o ita/ic~ Ira XI e'XII secolo, in Studi",ali/did, III (1978), cit., p. 39 s, .' '.-. . , .

'I' G. TAB:"CC~, 1/ regno ila/ico n~i seeo/i IX·XI, in Ordina",enli ",i/itariin Oeddente nell'alto ",edioevo (XV Settimana deI Centro italiano di studisull'alto medioevo ..Spoleto 30 marzo·5 aprile 1967), Spoleto 1968, p.783; dello stesso, Cli orienta",enlileudali dell'i",pero, eit., pp. 223-227.

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legittirnarla-', Gia gli Otroni, nella seconds metä dd X seco-10, prendevano atto dei potenziamenti veseovili ineludibili,appoggiandoli ulteriormente quando non si contrapponeva-no al regno - ciö ehe feeero in Piemonte' -_:,opponendosiinveee a quei potenziamenti, come quello del vescovo Gui-do di Modena, ehe infoltivano le fila degli avversari=t maanche nell'Emilia occidentale la scelta e di riequilibrio con-statativo, fondata sull'appoggio a forze laiche in eorso dispontanea affermazione e suI loro inquadramento entroschemi comitali pubblici. -.;" \ ' '; ,. ,,;-;

An~he lamarca di Tuscia~on e~a'g~~ernabile 'se~za' ilcon~'senso del re: e queste spiega ivani tentativ! degli Obertenghidi impadronirsene, l'impossibllitä della marea di trasformarsi 'in un principato territoriale ereditario, il processo di signo-rilizzazione ehe in Toscana coinvolse soltanto famiglie dilivello comirale' ehe, in fondo, di quell'interventismo regiesi giovarono.' " ", ,;' " ,

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Per tutto il secolo XI la teenica del regno fu quella di appog-giare aleuni nuclei di potere autonomo contro altri nucleiconsimili; operava :- ricorriamo di nuovo a espressioni diTabaceo - per '«pressioni e contrattazionl: qualcosa di assailontanoda un'attivitä normale di governosj si eomportavada «potere egemonico .... con' funzione eoordinatrice» deicentri di potere locale: maqueste .stesse forze autonomisti-ehe erano «Iontanissime dal considerarlo superfluoss",L'adeguamento giuridico ,del regno alia realtä del poteredcgli anni do po il Mille eprovato 'dalla cospicua emissione" " • ~ • ";' • . "' '. ~, . ," j._ ; I. . '~J' ~I; 1;_ i; .;. _;. i (..j

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)2 Questa e la sintetiea e effieaee interpretazione del mio lavoro data daP. CAMMAROSANO, Le strutture [eudali, eit., p. 862.,

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» G. SEKGI, Mov;menlo signori/e e affermaz.ione ecclesiestics ne/ conleslodiSlreJluale di Pombia e Novara fra X e Xl secolo, in «Studi medievali»,serie 3·, XVI, 1975, p. 196 s. ")4 V. FUMAGALLI, Vescov; e conli ne/J'Emilia occidenla/e da Berengario I aOl/one I, in «Studi 'medievali», serie }., XIV, 1973, pp. 137 ss. :C,' " .•~~, M. NOBILI, Le famig/ie marchionali de//a Tuscia, in 1 celi dirigenJine/la Toscana dal/'eld longobarda a que//a precomunale, eit., p. 9?~,'" ,;)6 G. TABACCO,1/ regno ilalico, eit., p. 782; deIlo stesso, Le Slrullu,e delregno, eil.; pp. 39,51. ", ,\_, .,) ," ',:: ":;_1. ""'\

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di privilegi e di rieonoscimenti di autonomie: e questa I'atti-vita principale della cancelleria regia, anche se la decina diinterventi legislativi ehe conosciamo per il secolo XI attesta-no ehe «non si era spenta l'idea del principe legislatore-" ..

La' funzione di coordinamento politico-militare ehe il 'reg~oriserva a se copree accornpagna il radicale processo di tra-sformazione delle formed'esercizio del potere a livello loca-le ehe si puödire compiuto proprio nel seeolo Xp8: Maquesto proeesso di trasformazione ha, oltre ai veseovi e alledinastie comitali e marehionaIi, aItri protagonisti, forse i piuveri interpreti di quelle «nuove forme di potere» del titolodi questa relazione: signorie laiche e monastiche, casteIli, cittä.

t tendenza delle ricerchedegli ultimi anni quella äi ridi:mensionare la funzione delle invasion! del X secolocomeelemento decisivo per la proliferazione dei castelli", Inconnessione con ciö si fa notare, inoltre, ehe il vero e pro-prio incastellamento continua a progredire anche nel seeoloXI, quando secorido quaIehe interpretazione le modifleheinsediative erano da cerrare soprattutto nel costituirsi diburg; all'esterno deicasteIIi gia esistenti; ehe stavano ridu-cendo la loro estensione". La maggior parte dei castelli sorti

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'7 G. TABAceo,Le strutture del regno, cit., p. 45; sui carattere «pubbli-eo» degli stessi nuovi poteri locali cfr. ora K.F. WERNER, L'lmpero ro-mano-cr;sl;ano e le origin; dell« nob;114 in Dccidenle, in «Bullettino del-I'Istituto storico italiano per it medioevo», XCII, 1985-86, p. 395_" ,",. P. CAMMAROSANO, Le struuure leudali; cit.i p. 862 s., distlngue tre fasinello sviluppo signorite: nella prima it regno ha aneora una funzione dicoordinamento politico-militare, nella secondasi stanno trasformandoprofondamente le forme d'esercizio del potere locale, ma oecorrerebbeattendere it XII seeolo per trovare una vera pluralitä di nuclei di potereautonomo. Nonostante alcune regioni (come il Piemontel si adattinoperfettamente a questa cadenza, ritengo ehe siano piu numerose le realtaehe raggiungono la terza fase gia neU'avanzato seeolo XI. . ." J.-P. P~LY~'E_ BOURNAZ~,ll ;"u/af;,enio leudale.;Se~~li x-xii, Mila~no 1990 (trad. dell'cd. Paris 1980), pp. 97-99; A.A. SETTIA, Caslelli e"maggi neWllaUa padana. Popolamenlo, pOlere e sicure1.1.aIra IX e XIIIseealo, Napoli 1984, pp. 86-96; dello stesso, Monasler; subalpin; e pre-senza saracena: una slona da nsmvere, in Dal Piemonle all'Europa, cit., pp.294-310. ,. ".. , ,> .; •

40 Si vedano le osservazioni di P. CAMMAROSANO, Le slrulture !euaali, cit.,p. 849, sulle posizioni di A.A. SETTIA, L'incidenza del popolamenlo sulla

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fra X e XI secolo erano «curtensi» anche se, secondo Settia,era naturale ehe nel costruirli si scegliessero posizionidi«dorninio tatticos" ..Sia ehe si voglia dar peso al passaggiogradualedal villaggio fortificato al deposito collettivo, siaehe si voglia valorizzare la permanente iniziativa di nuovoincastellamento del secolo XI, echiaro ehe questi processi,attraverso la protezione e l'inquadramento delle popolazio-ni locali, favoriscono l'affermazione e l'esercizio della si-gnoria. '""""" _,. ~ i \

L'ltalia lascia poco spazio 'a tesi ehe vogliono tutte lesigno-rie di castello riconducibili a un'originariadelega pubblica,secondo quanto Duby ha desunto dalla sua analisi delMäconnais". Certo, non mancano potenziamenti signoriliehe partono dalla parrimonializzazlone di castelli inlzialmenteaffidati in custodia - e do ehe fecero i signori di Piossascocon illoro castello, all'origine dei marchcsi arduinici? - 0 ehe,pur realizzandosi intorno a un castello di famiglia, sfruttanola carica legittimante derivante dall'uso dinastico di un titoloviscontile: eil caso dei visconti del comitatus di Torino ehe,potenziandosi fra bassa val di Susa e valdi Lanzo, si affer-mano come «visconti di Baratonia», dal norne di un lorocastello in quell'area collocate".

.'~ ('.~i _; - .., '", ',-, ',' .' -, ..signoria locale nell'lteli« del Nord: dal vil/aggio fO'lificato al cestello de-posito, in Structures Jlodales et flodalisme, cit.; p. 267 s.; espresse conchiarezza anche in A.A. SETTIA, Castelli e vil/aggi nelle terre canossianetra X e XIII secolo, in Studi matildici, cit., p. 300, e ehe erano gia riscon-trabili in C. VIOLANTE, Una famiglia feudale delle «Langohardia» Ira X ,XI secolo: i «da Bariano»/«da Maleo», in «Archivio storico lodigiano»,1974, pp. 68-70 ehe fornisce un'interessante quantiflcazione delle ridu-zioni di estensione dei castelli del secolo XI rispetto a quelli del X. '41 E quanto osserva, in particolare per i castelli delle terr~ canossane,A.A. SETTIA, Castelli e villaggi ne//e lerre canossane, cit., p. 286.'42 G. DUBY, La ~ociltl ~ux XI' el XII' si~cles dans la'rlgion ';;;4eonnaiSe;Paris 1953 pp. 172 ss." :. ,"" ,,' " ,." i, ';.' ~ ;,), 'j-,t

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4) , G. MORELLO, Dal «cuslos castri Plociasci» alia consorteriasignorile diPiossasea e Scalenghe (seeoli XI-XIlI), in «Bollettino storico-bibliograficosubalpino», LXXI, 1973, pp. 5-88. ,le',' '.', ",,' •

44 A. TARPINO, Tradi1.ione pubhlica e radicamento signorile nel/o sviluppofamiliare dei visconti di Baralonia, in «Bollettino storico-bibliograficosubalpino», LXXIX, 1981, pp. 5-66. " 'j _ ,

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Ma le affermazioni signorili percorrono molto spes so la stra-da dell a fortificazione spontanea di terre allodiali. In Tuscia,osserva Nobili, moltissimi possessori provvidero a dare «si-gnificato pubblico ai loro allodi incastellandoli 0 costruen-dovi sopra chiese e monasterb-", Torneremo oltre su questafunzione delle ehiese. Per ora dichiariamo il eonsenso sulladefinizione di famiglie di possessori ehe, al di fuori di ognidelega, costruiscono castelli, con questo mezzo danno a po-steriori «significate pubblico» alia loro presenza e, quindi,determinano le condizioni per esercitare un domina/us loci .. ' , . (,

Sono' recenti le' ricostruzioni delle famiglie dei signori diVezzano in Lunigiana e dei signori di Morozzo nel Piemontemeridionale'S in entrambi i casi non c'e un'originaria fun-zione di custodes castri, in entrambi i casi il potenziamentonel corso del' seeolo XI avviene in relazione a castelli 'difamiglia e erodendo spaz] a forze eireostanti dipiü cospicuadimensione territoriale. Ma i casi di queste geriere, gia stu-diad e soprattutto ancorada studiare,' sono molti al tri," .:.

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Conferma quest a valutazione dei prodromi signorili anehe lapiu reeente lcttura del potenziamento di personaggi legativassallaticamente a vescovi irnportanti: i capitanei, ehesfruttano in partieolare il eontrollo di pievi loro affidate peraccelerare la loro affermazione signorile locale. Le interpre-tazioni di Violante e di T abaeeo convergono ormai nel nega-re che una famiglia come quella dei da Baggio avesse ricevutoin feudo dall'arcivescovo milanese una «signoria circoscri-zionale corrispondente all'intero piviere-". Ciö ehe i capitaneiricevevano erano rendite (ledecime}, insieme con una caricadi prcstigio ehe li aiutava nell'autonoma «progressivitä» delloro potenziamento signorile, dovuto alIa loro ricehezza fon-diaria e alia loro intraprendenza militare, ehe si manifestavaanehe con la costruzione e il controllo di fortificazioni. .

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'" M. NOBILI, Le j.",iglie ",archio".li, eil" p. 99. , ;4& G. FErn BALBI,I signori Ji Vro:a"o in Lunigi.n. (secoli XI·XIII), La. Spezia.Massa Carrara 1982; P. GUGLIELM01TI, I signori Ji Morouo neiseco/i X·XlV: un percorso politico del Piemont« ",eridionale (Bibliotecastories subalpina, CCVI), Torino 1990. ,.If1 C. VIOLANTE, Pie;'; e parrocchie, cit., p. 297.'

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AlIa fine del secolo XI i signori cli Melegnano ricevono infeudo dal vescovo di Cremona il castello di Bariano (situatenella diocesi di Bergamo) con iconnessi diritti «de castro» ealtri diritti, detti «de sorte», in cui troviarno sia proventifondiari sia proventi bannali", Ma sarebbe sbagliato usa requesto momento come data di nascita di una signoria ban-nale promossa edelegata da un vescovo. Risalendo alia sto-. ria precedcnte delluogo si scopreche la famiglia da Bariano-da Malco aveva, al principio del secolo XI, costruito unasignoria fondiaria ehe intorno al castello si era giä sponta-ncamente sviluppata in barmale quando, a meta del secolo,la farniglia la cede alvescovodi Cremona conternplando«districtum et angariam». Qui e interessanteconstatare comeil regno aiuti una famiglia fedele verso quell' «arrotondamentodei possessb-" ehe,' superando il Irazionamentodelle basiallodiali, finisce nei fatti peragevolare il passaggio' dallasignoria fondiaria allasignoria rurale, territoriale, di banno:ma rimane accertato ehe la base fondiaria'da cui era partito10 sviluppo 'signorile' era prevalentemente allodiale,nonfeudale". ,', ': c .", •

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Attraverso una verificata pluralitä di percorsi possibili sembraproprio ehe ]'XI secolo italiano non corrisponda' al quadrogenerale propostodalla sintesidi Poly e Bournazel, dove si

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... C, VIOLANTE, Una {amiglia feudale della «Langobardia», eit., pp. 60-65.• , _ 1 :1 r r .

49 Ibidem, p_47; C. VIOLANTE, La signoria «territoriale» come quadro dellestruuur« organiu.ative dei contado ne/la Lombardia dei secolo XII, in Hi-stoire compare, de I'administration (lV'-XVIII' siecles) (Actes du XIV'colloque historique franco-allemand, Tours 27 rnars-l avrilI977), Mün-chen 1980, pp_ 333-344; dello stesso, La signoria rurale nel secolo XProposte tipologicbe, in 11 secolo di [erro, cit., pp. 329-385; per una vi-sualizzazione grafica dell'arrotondamento, cioe del passaggio dall'artico-lazione della signoria fondiaria al territorio coerente della signoria rura-le, ritengo utile rinviare a G. SERGI, Regime signorile e siuem« {eudale, inS. GASPARRI (ed), 11mondo {eudale. Vassalli signori e cavalien, suppl. a«Storia e dossier», 17, aprile 1988, p. 18; per ladefinizione di «teoria'domaniale' attenuata» attribuita a questa visione elaborata da Bloch,accolta e articolata da Perrin e Boutruche, e condivisa dallo stesso auto-re, si veda G. TABACCO, La dissolut.ione medievale de/lo stato nella reeentesloriografia, in «Studi medievali», serie 3" • I,1960, pp. 414-416. '::",'0 C. VIOLANTE, Una {amiglia {eudale della «Langobardia», eit., p. 65. ';

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estende a gran parte deIl'Europa l'idea -desunta da}Mäconnais - di una signoria barmale sempre legata a unospunto iniziale di natura pubblica anche se di origine nonfeudale". 11regno italico risponde meglio alIa ricostruzionedel Berry operata da DevailIy, dove si vede, neI corso appuntodel secoIo XI, it frantumarsi dell'autoritä e delIa circoscrizionecornitali a vantaggio di signorie bannali ehe le hanno erosedaIl'interno e ehe si sono candidate, per.spontanea intra-prendenza, per ricchezza, per capacitä di garantire protezio-ne, a raccogliere l'ereditä di un potere ehe si manifesta, SI,come tendenzialmente pubblico,' ma non per una qualehedelega iniziale da parte dell' apparato regio", .

Dobbiamo anco~a considerate ch~ iI secolo XI e l'ultimo incui la curtis pUD non essere ridotta ~apuro significate terri-_toriale ma esse re' ancoraun'azienda agraria efficiente". Unacurtis in piena attivitä riesce a condizionare socialmente unazona per due fattori solo apparentemente opposti: la fre-(·?~1'; ~ .~~, _ .,~ .: s. J~,;.:~.~>-:~'::!:"'i"': f(

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"_,.,_.r :; __ ... \ .__, '. -; . ._~ "'1 J.-P. POLY - E. BOURNAZEL;1/mulamenlo feudale, cit., p.l13 5., men-tre definiscono priva ormai di «ragion d'essere» la contrapposizione fra isostenitori dell'origine pubblica e quelli deU'origine fondiaria deUa signoriadi banno, sono in realtä critici soltanto verso il«domanialisme» di autoricome Verriest e Boutruche, che non vanno invece accomunati nel mede-simogiudizio.>'l.) ;" ',' -'''',,'' c • ' ... ';.

'2 P. DEVAll.LY,Le Berry du Xe siecle eu milieu du XlIIe. Elude politique,religieuse, sociale et iconomique, Paris-La Haye 1973.

" L'ultimo se~olo di pieno funzionamento curtens~ e stato il X:' P.CAMMAROSANO,Le campagne nel/'et4 comunale (meta sec. XI-, meta sec.XIV), Torino 1974, p. 24; P_ TOUBERT,Le strullu" produllive nell'altomedioevo: le grandi proprieta e /'economia curlense, in La sloria. Igrandiproblemi dal Medioevo all'Eta contemporanea, Ill, pp. 51-90; dello stes-so, 11sis/ema CUT/ente:la produvone e 10 scambio interno in Italia neisecoli VIII, IX, X, in R. ROMANO- U. Tuccl (edd), Economia naturale,economia mone/aria (Storia d'ltalia, Annali, 6), Torino 1983, pp. 5-63;sui suo protiarsi nel secolo XI, quando 4<lacorte bipartita sembra ancorala componente essenziale di molti grandi patrimoni fondiari» senza perquesto esse re «il solo modello di organizzazione della proprietA» si vedaR. COMBA,Crisi del sistema curtense e sperimentaz.ioni az.iendali (secoliXI-XIW, in La storia, eit., Ill, pp.91-98; il secolo XI appare come seco-10 di transizione, «dal modello curtense a quello castrense», in B. AN-DREOLLl-M. MONTANARI,L'avenda curlense in Ilalia. Proprieta del/a ter-ra e lavoro contadino nei secoli VIII-XI, Bologna 1983, p. 202. :' c~

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quente fortificazione di un'area dominicale e l'assenza dicompattezza, soprattutto del massariciunr". I due fattori, unocentripeto e l'altro centrifuge,' convergono nel dare alIa curtisun peso territoriale molto maggiore rispetto alla realtä dell asua estensione fondiaria. DalIe curies, dalle attitudini dei loropossessor! a sviluppare una prcssione politica ehe trascendeil controllo fondiario, dalla capacitä dl condizionare, negliinterstizi della dislocazione aziendale, piccoliallodieri econtadini di possessori piu lontani, provengono suggerimentidecisivi verso nuclei di signoria bannale. Ciö puö avvenirenei primi decenni del secolo XI, come nella corte di Talamo-na, in Valtellina, controlIata per quote da monasteri milane-si, dove ebbe gran peso il circuit us castri del centro domo-col tileS'. Puö avvenire nella seconda meta del secolo, comenella cortedi Quarto d' Asti"; dove i canonici del capitolod' Asti prima diedero peso signorile territoriale alIa preesi-stente cur/is con la costruzione di un castello, poi comincia-rono a condurre una politica di acquisti di quegli stessiterreni sui cui abitanti gia esercitavano il districtus. Puöavvenire alIa fine del secolo XI, come nel caso del monasterotorinese di S. Solutore, ehe sviluppa allora poteri signorilinella corte di Sangano - ricevuta all'inizio del secolo dalvescovodi Torino -, mentre acquisisce dai marchesi ardui-nici meta dell'altra importante corte di Carpice (presso

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,. In aggiunta alla bibliografia citata nella nota preeedente mi sembrautile la rappresentazione grafiea di questa disloeazione in G. SERGI,Re-gime signorile, cit., p. 16, e ora, molto simile nei eriteri ispiratori, nellaparte di R. COMBAdell'AJlanJe enciclopedico T.C.1., 4: Storia antica emedieoale, Milano 1989, p. 89. ' . -, '", '" C. VIOLANTE,Un esempio di signoria rurale eterritoriale» nel secoloXII: la «carte» di Talamona in Valtellina secondo una sentenz« del comu-ne di Milano, in Etudes de civilisation midi/vale ([Xe-XIIe siecles) (=Melanges E.-R. Labande), Poitiers 1974, p. 746. ,'6 Solo all~ra e superata la e~nvivenz~ nella eorte c~n il ~escovo d'As~i,ehe ancora nell041 aveva ricevuto conferma dell'importante corte, nonancora incastellata, da re Enrico Ill: E. BALDA,Una carte rurale ne! ter-ritorio di Asti nel medioeuo: Quarto d'Asti e I' amministra:dane del capito-10 canonicale, in «Bollettino storico-bibliografico subalpino», LXX, 1972,p.18.· '. ';':. ' ,

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Moncalieri), idoneo ambito 'd'eserdzio,_ per la sua stessaorigine marchionale, di diritti di natura bannalc", " ',"

CH ~~iltippi signorili 'caratteriizan'o dunqu~~: I~~g~ p~~ i~o~go, I'intimo tessuto della societä, con una ricca tipologia' di. protagonisti. Fra questi i monasteri, per tradizione immuni-taria, per oculata gestione economica e per la capacitä dinon essere avvertiti come concorrenti dall'aristocrazla, sonoefficaci costruttori di domina/us su base fondiaria. Fondareun monastero da davvero un «significate' pubblico» alIapresenza allodiale di una famiglia _ e su questo abbiamo giäconsentito con Nobili _ perehe le chiese, come i castelli,portano con se una tradizione di connessione con i verticidel potere: ma anche perehe sono nuclei di facile costruzionedi poteri slgnorili", E Frequente anzi ehe, acquisendo unmonastero giä funzicnante da anni; una famiglia 10 ricevaper cosl dire 'arricchiro' dei diritti bannali ehe nel frattempo .i monad sono riusciti ad affermare. . " '.' :,' .

. . .Un tcma che intendo ora toccare piu rapidamente, pereheassume rilievo soprattutto nello scorcio finale del secolo, equello dei nuovi fermenti di autonomia cittadina. Sarä so-prattutto il passaggio fra XI e XII secolo ad attribuire aforze specificamente urbanes- ceto mercantile, famigliedi

.~ _, J . ;} , ~. "'_ - .-, ' ,:; '- ... ',""\'- ~ '; ), ::.'

" .Cartario Jellaaba1.ja Jj Sa" Solutori Jj Torino,a cura di F. COCNASSO,(Biblioteca della Societä storiea subalpina, 44), Pinerolo 1908: in unanno intorno al 1000 (p. 2, doe. 1) iI vescovo torinese Gezone dot a «inintegro .. I'abbazia appena fondata della .corte di Sangano, con pieve,tutte le chiese e le decime pertinenti; nello stesso atto di fondazioneI'abate ottiene dal vescovo le chiese e i cimiteri di Carpice, metä delladecima di tutta la corte e le decime di tutte le terre lavorative (p. 3);l'altra metä dell a corte perviene a S. Solutore dalla contessa Adelaide,dei marchesi arduinici, nell079 (p. 34 s., doe. 16, pp. 263-265, doe. 16bis); nel 1082 I'abate risulta ormai il principale signore nel territorio diSangano (p. 266, doe. 16 ter); in una lite del 1214 (p. 101 s., doe. 79)risulta ehe I'abbazia ha rivendicazioni globali sui eontrollo, «iure domi-nio .., del «feudum et poderium .. di Carpice ..,i.C.B~~uCHAm, Sw~~J, Miter, a"J Cloister. NRbj/jtya"J th~ Churchi" Burgu"Jy, 980-1198, Ithaea-London 1987, pp. 225 ss.; W. KURZE,Monat/er; e nobil14 nel Se"ese e ne//a Tosca"a medieva/e. Studi dip/oma-lid, arche%gid, genea/ogid, giuridid e soda/i, Siena 1989; efr. sopra, n.45. . " . ,'.; ,:.:' , "

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tradizione aristocratica cittadina, le irrobusrite istituzionicomunali" ":'la capacitä di costruire quei principati territo-riali ehe in Italia erano stati sostanzialmente assenti. Ma lepeculiaritä delle cittä sono ben evidenti giä nel secolo XI. siconsideri la loro' funzione contraddittoria nel riassetto deipoteri fin qui illustrato: da un lato le milizie dttadine eranouna voce importante della defensio patriae a cui il regno fa-ceva appello'" e le cornunitä urbane, gia ai primipassi 'delleloro esper~enze coml:lnali, si co~si~~ran~ int~rpreti de~l'id.e~

" Ricerche recenti rieche di conclusionl ido~ee a c~stituire una 'tipolo~gia in H. KELLER,Der Gerichtsort in Überitalienischen und Toskanische,;Städten. Untersuchungen zur Stellung der Stadt im HerrschaftsJYstem desRegnum Italicum vom 9. bis 11. Jahrhundert, in «Quellen und Forschun-gen aus italienischen Archiven und Bibliotheken», 49, 1969, pp. 1·72:dello stesso, Die Entstehung der italienischen Stadtkommunen als Pro-blem der Sozialgeschichte, in «Frühmittelalterliche Studien», 10, 1976;pp. 169·211; dello stesso, Einwohnergemeinde und Kommune: Problemeder italienischen Stadtver/assung im 11. Jahrhundert, in «HistorischeZeitschrift», 224, 1977, pp. 561-579; dello stesso, Über den CharakterFreiburgs in der Frühr.eil der Stadt, in H. MAURER·H. PATZE (edd),FeslSchri/tfür Berent Schwineköper, Sigmaringen 1982, pp. 249-282; dellostesso, Der Übergang zur Kommune: zur Entwick/ung der italienischenStadtver/assung im 11.Jahrhundert, in B. DIESTELKAMP(ed), Beiträge zumhochmittelalterlichen Städtewesen, Köln·Wien 1982, pp. 55-72; R. BOR~DONE,Citt~ e territorio nell'alto medioeoo. La societ~ astigiana dal domi-nio dei Francbi ell'effermszione comunsle (Biblioteca storica subalpina,CC), Torino 1980; dello stesso, La societ~ ciuadin« del regno d'ltsli«:Formazione e sviluppo delle caratteristiche urbane nei secoli XI eXIl

, (Biblioteca storiea subalpina, CCII), Torino 1987; A. HAVERKAMP,DieStädte im llerrscbefts- und Sozialgefüge Reichsitaliens (Historische Zeit-schrift, Neue Folge. Beiheft 7), München 1982; dello stesso, Die StädteTrier, Metz. Toul und Verdun. Religiöse Gemeinscha/ten im Zentraliläts·gefüge einer Städtelandschaft zur Zeit der Salier, in Die Salier und dar Reich,III: S. WEINFURTER• H. SEIBERT(edd), Geselleschaftlieber und ideege.schiebtlieber Wandel im Reich der Salier, pp. 166-190; A. CASTAGNETTI,Societ~ e politica a Fe"ara dall' et~ post-carolingia Illla signoria erlense(sec. X·XIlI), Bologna 1985; dello stesso, Mereanti, societl e politica nellaMarea Veronese.Trevigiana (seeali XI·XIV), Verona 1990; sono da agogiungere, perehe essenziali per l'aggiornamento deI dibauito, gIi aui diuna «settimana» italo.germanica di Trento del 1986 (R. BORDONE·J.JARNlIT[edd], L'evoluvone delle cill~ ilaliane nell'XI secDIa,Bologna 1988),e quelIi deI Symposium di Paderborn deI 1989 (Die Stadt im 11.Jahrhundert, in corso di stamp a a cura di J. }ARNlITe P. JOHANEK). . ..

:";'_' ,:60. G. TABACCO,11regno i/alico, eit., pp. 786-789.

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di res publica'l; dall'altro Iato in Italia i nudei urbani sonopiu di ognialtro quelIi «in grado di sconvolgere in modoradicale ciö ehe rimaneva del regno»62., .', '

Il'ma~gior cOlitrib~to d~IIe c1ttaal 'rinnovamenro 'deiIe i~ti-tuzioni territoriali nel secolo XI si puö valutare nel piu am:pio contesto della stratificazione edella mobilitä sociale. Laeasistiea e cornplessa. Famiglie aristocratiche ehe nel contadohanno gia castelli e stanno costruendo ambiti signorili entranoa far parte dell a dientela vescovile e si inurbano a Novara ea Verona, ottenendo poi c- e Il caso degli Erzoni - altricasteIli in feudo dalla chiesa cittadina", A Padova la dien-tela vescovile esercita attrazione su ricehi allodieri ehe sifanno vassalli, ma non si inurbano fino a una fase ulreriore,quando maturano l'interesse a prender parte alla vita cornu-na]eM• Ad Asti i vassalli del vescovo rimangono nel eontado,e si costruisce un Ioro potenziamento complementare a quellodi un comune prevaIentemente mercantile". Una recentissi-maricerca dimostra poi ehe a Vercelli ]a clientela vescovile ein un primo tempo di aristocrazia urbana: sarä poi la parte-cipazionealla vita comunale ad attrarre nel secolo successi-voun'ondata di inurbamento aristocrarico'f.' La: casisticacomplessa e anche contraddittoria dei rapporti vescovo-ari-srocrazia-comune ha dato luogo ~~ an,ni recenti a viva~i di~

... .' .~.' :." .i ' . !_;,;;.':"" :. ,, . ,61 R. BORDONE, La sodeltl ciuedin«, cit., pp. 27 ss.; 101 ss.; G. SERGI, Ledlltl come luoghi di conlinuiltl di nozioni pubbliche del potere. Le areedelle mercb« di Iores e di Torino, in Piemonte medievale: forme dei potereedella socieltl. Studi per Giooenni Tebacco,Torino 1985, pp. 5·27.62,G. TABACCO, r; sir~l/~re del regno, cit:,p. 52 s. ' " '"~, A: CASTAGNE~, Enii ecclesias~id, Ca~ossa,'Es/~nsi, fa;"iglie signorii;e vassallaJichea Verona ea Ferrara,in Structuresfeodales et f/odalisme, cit.,p. 390; 1-1; KELLER, Adelsherrscha/t und städtische Gesellscha/t in Ober-italien. 9.-12. Jahrhunderte, Tübingen 1979, PP', 253-285.64 G. RIPPE, L'/v/quede Padoue et son ,Iseau declien/~/es en ville et dansle contado (X' siecle-12J7J. in Structures f/odales et f/odalisme, cit., pp.413·428.~, " "" R. BORDONE, Cittil e "rritorio, cit.; pp. 69 ss:, 277 ss.66 A. DEGRANDI, Vassalli d/taaini e vassalli rurali nel Vercellese del seea-10 XII, in «Bollettino storico·bibliografico subalpinOI";XCI, 1993, pp. 5.46. '_' 1

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scussioni circa i caratteri sociaIidelle origini cornunali, perehequeste origini sono molto influenzateda quei rapporti'", Mase invece guardiamo alIa geografia signorile degli anni pre-cedenti la proiezione sul contado dei poteri comunali - ea-ratteristica poi del secolo XII ~:"'corist~ltiamoehe in tutti queidiversi casi il mondo ruralee il mondo dttadino, nell'in-contrarsi, procedono aun rafforzamentoreciproco delle basidi domina/us di chi nell'unoe ncll'altrooccupa posizioni diprimo piano. .' ." ,

Ivantaggi nel mondo rurale non riguardano quelle dinastie,come i Canossa e gli Arduinici, ehe miravano a costruireprincipati territoriali imperniati sulle cittä68 e quindi maltolleravano isole giurisdizionali come Asti 0 Mantova, bensli molto piu numerosi domini loci, di origine funzionariale 0

non, ehe in cittä trovavano un senior ehe poteva incremen- .tare i loro possessi ."-il vescovo - 0 una realtä nuova - ilcomune - checontribuiva a spezzare le maggiori egemoniecomitali e marchionali: signori come i Piossasco, i Rivalta,gli stessi visconti di Baratonia certarnente si mossero con piulibertä e intraprendenzanclla campagna torinesc dopo ehe aTorino, alIa fine del secolo XI, il governo dei marchesi fusostituito dai poteri convergenti di vescovo e cornune'" ....

. .Certo in questo rapporto fri cittä e contado si vedono me-glio i fattori di mobilltä sociale, unico elemento ehe ci im-pedisce di dire che la geografia signorile e nel secolo XIirreversibilmente assestata: c'e ancora chi fa carriera e sicostruisce un domina/us nuovo, cosl come, contestualmente,c'e chi va in crisi 0 dcve ridimensionare gli ambiti dellapropria egemonia. Ma non dobbiamo interpretare il secoloalia luce dcll'abusata idea dclla piccola feudalitä in lottacontro la grande, idea ehe opportunamente e stata giudicata

67 Mi riferisco soprattutto al dibattito fra Hagen Keller e Ren~t~ Bordo-ne, per le cui opere si veda sopra, n. 59.68 G. SERGI, Dinastie e 0114 dei Regno italico nel secolo XI, in R. BOR·DONE· J. JARNUT (edd), L'evolu1.ione delle dud, cit., pp. 151·174. i ::

69 G. SERGI, Potere e territorio lungo la strsd« di Franci». Da Chamblry "To rin0 /r" X e XIII seco (Nuovo medioevo, 20), Napoli 1981, pp. 7} SS.,

113 SS., 167 SS., 245 ss.

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«generica, arbitraria e inutile»70. Dobbiamo, questo SI, os-servare le diverse dinamiche ehe caratterizzano i vassalli ehehanno alle spalle rassicuranti possessi allodiali di famiglia equeIli ehe soltanto dalle terre beneficiarie traggono, anchese transitoriamente, ricchezza e status": SonoI «gregariimilites» di Wipone12 ehe possono avere una possibilitä diascesa sociale: nd secolo X~ il oassus-miles, di qualunqueHvello.In quanto partecipante all'esercizio dell'episodico rnariconosciuto potere coercitivo del regno, poteva assumereun rilievo sociale simile a quello della nobiltä". E un secolo,I'XI, ehe vede grande mobilitädi terre:' terre benefidarie,soprattutto, ehe" siaggii.lOgono' 0 .si sottraggono' ai grandiaIlo'di; .checostituiscono nuove basi di. possessoper vassallidirecente investitura. Nonc'e delegafeudaledi poteri:suquesto c'eaccordo fra imedievisri" anche se c'un risultatoehe continua a esserequasi ignoto ai piU7~.Ma certamente la

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70. P. CAMMAROSANO, Ler

Sl,ullu~e [eudali, 'cit"J~p, 865. ; > J .~.": i-;•.' .~. - .' . . ...-, " .._ , ~ .' I ".' ,- ~ •

71 . M. NOBILI, Vassizlli su terr« monastica frare e «principi»; u cas~diBobbio (seconds meta dei sec. X-inizi dei sec, Xl), in Structures [eodales etfioda/isme, cit., p. 304, definisce i primi «strato superiore dell'ordine deisecundi milites»; per la poco formalizzabile, e unica possibile, distinzio-ne fra allodieri-vassalli e vassalli efr. G. SERGI, I rapporti vassallatico-be-neficiari, in Alii del X Congresso intemszionele di studi sull'alto medioe-vo, Spoleto 1986, p. 162 s.

72 WIPONISGesta Cuonradi imperatoris, ed W. TRILLMICH,in Quellen des9. und 11. Jahrhunderts zur Geschichte der hamburgischen Kirche und desReiches (Ausgewählte Quellen zur deutschen Geschichte des Mittelal-ters, 11), Darmstadt 1968, cap. 34. ", '-.""":" .,<:.: ;",,J, ,-:: " ",'

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7J' G.', TABACCO, Va'ssalli,:,nobi/i e ca~alieri ne//'Italia precomuna/e: in«Rivista storica italiana», 99, 1987, p. 256 5.; cfr. H. KELLER,'Militia.Vassalität und frühes Rittertum im Spiegeloberitalienischer Miles-Belegedes 10. und 11. Jahrhunderts, in «Quellen und Forschungen aus italieni-schen Archiven und Bibliotheken», 62, 1982, pp. 110-112, ehe ritieneche nel sec. XI per la prima volta militia stia a indicare una categoriaspeciale,consapevole della propria' autonomia,e e non servizio per il re~gno:, ,,' ..," - , .,' __" ' , .. '.

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74 C. VIOLANTE, Unlllamiglia feudale del/a «Langobardill», cit., p. 65; G.TABACCO: 1/ feudalesimo, in Storia delle idee politiche, economiche e so-ciali, Il, Torino'1983, pp.:.55·115. ' :: ,: ')','/.; ,~;; ."',,' ... '..1"

7'" C:' SERG;,Le i~til·u1.io';id{",e;'licale~il mediaevo, in «Quaderni stori.ci», 74, .gosto 1990, pp. 405-420. ",; ,; ~,.,; " ,"ell';,,,, ,:

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redistribuzione fondiaria, insieme con la sempre piu garan-tita ereditarietä delle terre beneficiarie, 'crea le condizioniperehe aumenti al massimo il numero di coloro ehe appro-fittano della transizione dalla signoria fondiaria alIa signoriabannale caratteristica di quel secolo.. ,.

In una cronologia proposta da Paolo Cammarosano la mas-sima pluralizzazione del potere a vantaggio di nuclei signo-rili autonomi risulta compiuta nel secolo XII76: nel secoloprecedente c'e ancora, almeno, una certa «unitä di azionegiuridica» delle dinastie d'ufficio ehe puntano ai nuovi do-mina/us. E indubbiamente vero: possiamo tuttavia afferma-re ehe il p r o cess 0 di signorilizaaaione ha il suo scenarioprevalente nel secolo XI, proprio nel secolo in cui la nuovaterritorialitä barmale 'si fa strada Fra gli 'episodici controlliregi, le' caotiche successioni delle aristocrazie d'ufficio, icondizionamenti del precedentequadro circoscrizionale. Delresto, come ho avuto altrove occasione di osservare, il carat-tere tendenzialmente pubblico della signoria di banno derivaproprio dalla sua iniziale lunga cocsistenza con modelli pub-blici,' comitali soprattutto, verso i quali sono altrettantospontanee sia la concorrenza sia l'irnitazione".

T~ttavia u defi~irsi abb~stanz~ ~m~g~~~~ delle caratteristi-ehe in t ern e e delle forme d'esercizio della signoria di

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76 Sopra, n. 38. ' , ... ,,".'

77 G. SERGI, Asseui politid intorno a/ Mille, cit., testo corrispondente alian. 39, con indispensabile rinvio alle importanti riflessioni, sull'imilaJio regnie sull'imita/io comitis da parte dei nuovi poteri, di G. TABACCO,Ordina-mento pubblico e soiluppo signori/e, cit., pp. 46 ss.; non si puö non ricor-dare, di fronte a ingiustificati ridimensionamenti dell'insegnamento diRobert Boutruche (sopra, n. 51), la documentata ed equilibrata concre-tezza con cui R. BOUTRUCHE,Signoria e[eudalesimo, I, Bologna 1971 (trad,dell'ed. Paris 1970), p. 129, ricordava ehe it potere coercitivo del padronefondiario si era arricchito, procedendo verso 10 sviluppo signorile, diconnotati pubblici legati sia al consenso sia alle debolezze del potereregio e dei suoi rappresentanti («quando era potente, 10 stato si eraappoggiato ai signori per raggiungere meglio i sudditi. In epoche di crisio di carenza, ha concesso loro 0 si e lasciata' strappare alcune prerogati-ve»): la contiguita dunque tra {unzionamenti pubblici ed empiricheegemonie territoriali determina it nuovo modello signorite. '

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banno non deve far dimenticare le enormi differenzed'estensione, di protagonisti, di condizioni locali, di rappor-ti con il residuo potere pubblico. La felice formula dell'«ordre seigneurial», contrapposta di recente da DominiqueBarthelerny" all'idea dell'anarchia feudale, ha bisogno delprincipato territoriale come elemento di mediazione fra idiversi livelli di potere: elemento ehe non c'e ovunque, emanca, salvo ehe in forma incoativa, nell' Italia del secoloXI. La formula dell'«ordine» signorile puö dunque essereapplicata agli equilibri complessivi di un mondo osservatoda lontano, ma non puö nascondere la complessitä, le so-vrapposizioni e gli intrecci dei diversi poteri osservati davicino. Calarsi in questa variegazione e escogitare forme dicontrollo sarä ilproblema dcll'impero nel secolo successivo:e la variegazione risulterä cosl alta da rendere persino im-probabile ehe ·l'innegabile opportunismo?" di Federico Iabbia potuto obbcdire a una sistcmatica preoccupazionefeudale",

78 D. BARTHtLEMY, L'ordre seigneurial. Xle·XIle siede, Paris 1990.

79 A. HAVERKAMP, He"schafts/armen der Frühslau/er in Reicbsitalien,Stuttgart 1970, pp. 297, 732, 530.80 G. TABACCO, Gli orientamenti feudali dell'impero, cit., p. 234;J. FRIED,Der Regalienhegrill im 11. und 12. Jahrhundert, in «Deutsches Archiv»,29,1973, pp. 452 ss.

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