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LEONI/ TONDELLI. Una ho l l a i gno ra ta d i Innoc enzo TV aNot iam ola . . . . . . . 172

TommASII LECCISOTTI. Nonanto la e i possedim ent i (ass i -ne -. i nel ducato di Persiceto . . . . . o 176

1.14m Muss i . L 'Abbazia d i Not iam ola e Aghino l fo . 182CINA l'ASOLE. Una a donatici m o r t i s i a t i a o del th ea

A nse I m o . . . . . . . . o 183CARLo GUIDO MOR. L 'es i l i o d i S . Ansebu i t . . . o 191-f0AINIASO SORRELLI. No n a n t o l a e L . A . M u ra t o r i . o 195FRANCO VI01.1. I Longoba rd i ne l Modeneoe e l a f onda

zione del l 'Abbazia l i No n a n t o l a . . . . 207ALFONS° BENI:MEGLIO. Cam ucato o C/11110(.11s . . o 218MARCO CESARE: NANNINI. R i f l es s i d i W i l i ge lm o a Nonno.

iola . . . . . . . . . . 219FERRUCCIO RICIIELDI. Il re s t a u ro d e l l a A b b a z i o d i No -

nantola . . . . . . . " » 222MARIO ZIII/F.A. Due s i g i l l i nonan to l an i de l Mus eo C i vi c o

d i Bo logna . . . . . . . . o 227MARIA BERTOLANI DEI. Rio. Ospizi ed ospedal i fondal i da

Anse lm o Santo Abate d i Nonanto la . . . . » 234CA nrm B u i e :E u .1 . Na tu ra g i u r i d i c a de l l 'A bbazi a d i No-

tiamola . . . . . . . . o 238GIUSEPPE Rus s o. La g i u r i s d i z i one s p i r i tua l e ne l l "Abba•

zia d i Nonanto la . . . . . . . » 244PAOLO FORNI. R a p p o r t i g i u r i d i c i del la Commenda d i

Nonantola . . . . . . . . . » 254EMILIO NASALLI ROCCA: Vassalli Nonanto lan i e vassa l l i

Mai Udi t i . . . . . . . . • o 258MANCREDI FONTAINE. Orig in i s tor i che de l la Partec ipanza

di Notiamola . . . . . . . . o 278Gtu i to BATTELL I. I l p i ù an t i c o c a l endar i o d i Nonan to l a o 290M+FtrA CLARA I.11.1.1. Il ri tmo nonantolano a Dc Terosol inta

a Saladino capta o . . . . . . • o 314CiusEPPE VECCHI. La notazione neum at i ra d i Nonanto la o 126ALBERTO VECCIII. Il fondamento del la dot t rine di Plac ido -

d i Nonanto la . . . . . . . . o 132ANTONIO ViscARm . La cul tura nonanto lana nei sec . X IAII o 339ITGO GUALAZZINI. L ' i n t roduz i one de i B enede t t i n i d i No -

nan to l a i n Crem ona n 355AUGUSTO CAMPANA. Due n i ovi c od i c i nonan tob tn i ne l l a

B ib l i o teca Vat i cana . . . . . . . 363

Pro' Tommaso Sorbetti - Direttore reso.

Aulorizzazione a maggio 1952 del Tribunale di Modena • N. 97 del Regialro giornali e periodici;

Il Cr CO

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N 53-3#11-

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Lo stesso monastero Nonantolano era sorto vicino a importantissi-me strade di interesse strategico per assolvere appunto a compiti nonsoltanto religiosi.

Quindi è più che fondato il convincimento che anche i Bene-dettini fossero andati da Notiamola a Cremona proprio per esplicaremansioni analoghe a quelle che assolvevano nel loro monasterooriginario.

Ed è anche, quindi, fondata l'ipotesi che, se non proprio nel 753,come vorrebbe il falso documento sopra illustrato, almeno in unanno assai vicino a quello fosse Mi/lata l'attività monastica nella celladi S. Silvestro presso Cremona.

— Viene ora da cliedersi come mai, pur essendo così antico,quel monastero cremonese non ebbe fortuna pari a quello nonantolano.

Per rispondere a tale domanda bisogna conoscere un particolaredi natura geogralica, che, cioè, l 'alveo padano si spostò fra il IX eil X secolo inesorabilmente verso sud. La cataulada e Cremona romanaerano lambite dalle acque del Po.

Nel Xl secolo, invece, il fiume era già lontano. E non soltantoil fiume spostò il letto, ma dilagò, in bracci morti e in paludi, sì chenon fu neppur possibile tracciare una strada che unisse il crocicchiocon la nuova sponda fluviale.

Alla cataulada, qui oli, venne meno l'interesse strategico. Si potevaarrivare al fiume probabilmente attraverso altre vie. E infatti fu creatadai Langobardi a oriente di Cremona la chiesa di S. Michele e, quasi,ertamente, vicino le fu messo un l'artifizio, situandoli entrambi in unluogo dominante le Muse padane da un lato e dall 'altro l 'incrociodella Postumia con la Brixiense. Alla Calale/ad« rimase il compito dicontrollare l'incrocio della Laudense con la Bergomense che dovevanocongiungersi con la Postumia e l a Brixiense circa un chilometro piùa mattina lungo una via che fu poi esterna alle mura cittadine tracciatesulla fine del secolo XII.

Si spiega così non soltanto la causa della diminuita fortuna delmonastero di S. Silvestro, ma anche il motivo per cui sulla fine delX secolo i Benedettini crearono un nuovo monastero a S. Lorenzopoco lungi da S. Michele, cioè dall'incrocio della Postumia con laBrixiense e dal Po, che in quell 'epoca doveva appunto essere piùfacilmente transitabile in quei pressi che non altrove.

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,Atà.t.saii C ssip \s.

Due nuovi codici nonantolaní

nella Biblioteca Vaticano

Ottob. lat. 2359 (e Bologna, Univ. 22.18)

Non seni:: ragione, per la biblioteca di Notiamola, come perqualunque altro aspetto della storia della gloriosa abbazia emiliana,accade di rilarsi alla grande opera del Tiraboschi: le poche pagineda lui deditate alla biblioteca del monasteio sono anc-nt aggi, dopopiù di un se,:olo e mezzo, insieme a un breve :irti, olo di Ignazio Giorgi,un «mtributo valido di ricerche originali intorno a un tema cheavrebbe dovuto sollecitare assai più largamente l'interesse dei medioe-valisti e che dovrà avere in avvenire ben più ampio respiro e svi-luppo. In una di quelle pagine il Ti ra bosch i scriveva :

Al principio del Sl,r010 XI. l'Ah. 120110110 prillIO di questo limite si rholsr, a

riparare il danno, che l'invasione iic ii'a rli.ii i tiscti ai SHO MOMISI, Aia BibliOIC•

r a i r CSSO 1,1.1 i. A u nantico Codice. the a' tempi tli Benefico° XIV. itt trovato uni.

ratti nella Chiesa della Badia. me chi mtò sapere tonte I O . , ratfitioso? e che passi,

31Ie mani di quel Pontefice, ma dopo essere stato dal doti iSNi 10o P. SII. TIO111-

belli, era aggiunto l'Indice tli circa trentadue Codici, che il d e o . Rodono :ora

latra copiare tio.

Sebbene il Thaboschi esplicitamente non lo dica, è evidente cheil suo informatore fu appunto il Trombelli. Infatti lin dal 23 ottobre1773 il dotto abate lateranense, tra altre notizie relative alla biblio-reca di Nonantola, aveva fatto al l'iraboschi il racconto seguente:

venti artIli SODO nell'accomodare. O forse rifai, il indpito

101a, 1-11uniti i,, entro il nutra del pulpito un milite bellissimo della storia t li Euse•

bio. tradotta da 12111i00. e se lopie, l'agente del Card. Alhani. ed offri il coditr al

Papa Benedetto XIV.il quale subito l'accettò, Ma avendo poi saputo ch'io ne Mu-

tuava tuta piccola portione staccata dalla storia, se ne <fintemi', e questo fu l'attico

(I)Mori« dedraugusin Radia di S. Sihrestro d i Now:ti fo '« (178445). 1 , 186 .

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legalo Chlo ebbi della dedica dell'opera intera: De nal" sanelorum ad esso fatta,onde ne fo un codto estremo. Ciò non °stante gliela mando affinche la veda, e nemura ritrarre qualche notizia dall'indice. La storia poi d'Eusebio è dello stessissitno(A I atter, onde la 112p l110 t i r i principio dell 'o:lacrimo secolo. Veda la serie degliAbati Nonantolani (2).

D i e c i a n n i d o p o , q u a n d o i l ' l ' i m b o s c h i stava per pubblicare lasua Storia, il Trombelli, in una lettera scritta il I" gennaio 1781, unasettimana prima della sua morte (3). ripeteva all'amico lo stessot acconto, evidentemente dimentico di avergliene già scritto altra volta:

Sii sono sempre scordato di «lidi, Int accidente che appartiene alla libreria diNomino/1d Forse all'incirca almeno Il i M.M.:11111i I iiiIi,oi 111L1111111 nella chiesa dellaIladia tot bellissimo codice. se ioni mio, della Storia eli Foschi«, in latino. I«, lo vidi,

iiedt, <lie lo tenessi un po' di tempo lire ben osseisarlo. e dissi allora dò clic iogitulicai di esso codice, cioè ch'era sontuoso, benissimo consersato, in per-gamena in loglio; sic«hè il prete che nie lo mostre, (ed era l'agente, o sia il ministro

C'arclinale Albattii ne diecie inciso al Papa Benedetto XIV. il quale scrisse cheI11 olibe gradito: stilino fu (1«..tontinato «li mandatglielo in dono: mute io.he l'astri 1.01.11 acquistaio, non lui in IC1111/0: liti liVC11110dirà di l 'i lenere lil la , direnoi. appenclicc•. ossia aggiunta «li tal codice. la quale

«ottiene l'indice <li alcuni codlii Fatti scrivere cla un abate Nonantolano «li fonte/indoli.° (il quale Credei kiVeSSI., p0e1/ dopo il nulle, e«I il numero di tali codici stimi1 1 0 1 1 . 1 1 1 C o ttentairè) cii alc .......ersi latini cla recitarsi in una festa di Maria SS.nia (l).

La « piccola porzione », o come il Trombelli dice iella secondalettera n una, diremo, appendice, ossia aggiunta di tal codice s, formaora, come i: not(1, il manoscritto 2218 della Biblioteca Universitaria

(2) ed. L. FRA'11, I codici T rom belli dello li. Bibliolent Unimrsilarin di Roto-» r i r , • ki,i,h1 delle biblioteche V (1894). 72. Il Te. aggiunge di aver «Innato il«oche«. a S. Saltatole. riservandosene Fuso Un Cile l n12; e che gli manderà anche unami°, • indice itopetteito e mal concio» della biblioteca di Nonantola che ha fattocopiare da quell 'archi/io. la copia, di IO Cf. tartacei, l 'ultimo (lei quali contieneViolent:trio della sagiestia. si urna <n 'a unita al cod. Bologna. Univo 2248, di cui piùvuoi, si natia dell ' inientario senza data, aitribuito al 1460. Non serve qui l 'art. diF. CAVR.C141, Lei le:, inedite eli U. T ira boschi o I;. L. Tin,rcliclll, Riv, d. biltl.», •12 (1(01), 85.90. tana lettera del 2(1 <ottobre 1773, da lui solamente indicata, dev'esserela iisposta :t quella «nata sopra.

(3) Il frombelli, n. il 5 1110/1,0 1697, mori il 6 o 7 gennaio 1784: C. FRATI,Di,iouttrio er[iro dei bibliol cedri e (hibl io ( 1933), 551.

1,1) ed. L. FRATI, I. r., 73; qui il senso, «l ite il Frati. rimane interrotto p, lahastrizione dell'inizio «lei ; tii seguita, in rotti raStii 1011 il passo sopra citato:• Non mi ricordo d'onde io lo avessi, probabilmente «la un codice di essa libreria »eil Frati ha frainteso o c'è una grave contusione dello scrivente, abbastanza spiega-bile data l'età e, probabilmente, lo stato cli salute).

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di Bologna (S. Salvatore 567), ad essa pervenuto con molti altricodici del Trombelli attraverso il ricco fondo dei canonici regolarilateranensi (5). Sul melo del loglio (li guardia anteriore vi si legge:« D. I. Chrisais Trombeldi Bibliothecae S. Salvatoris assignavit ».Quanto al codice di Eusebio, L. Frati lo cenò invano tra quel l idestinati (la Benedetto XIV alla sua città e ora nell'Universitaria. e

anche in seguito esso lo ritenuto perduto (6).Naturalmente, un'altra destinazione possibile e ovvia del codiie

posseduto da Benedetto XIV era la Vaticana, e i l Frati e dopo dilui il Giorgi ve lo avranno forse cercato infruttuosamente. Il codicepervenne di fatto alla Vaticana, ma non Si trova tra i Vaticani latini,ossia nel Iondo principale della bibliotet a. al quale penserebbenaturalmente qualunque ricercatore non approfondito nella storia dellaVaticana, bensì tra gli Ottoboniani latini, dove nessun cultore di cosenonantolane sembra che abbia avuto miasione di riconoscerlo, colnumero 2359. Al fondo Ottoboniano, (ione al Reginense, accaddeallora che si aggiungessero via via numerosi manoscritti di disparateprovenienze « per la semplice ragione che c'erano armali vuoti » (7).

Il codice reca, su un foglio di guardia camice°, la seguente notiziadella provenienza e del dono, scritta verosimilmente al momento del

suo ingresso in biblioteca:

Codex hic membranaceus Secoli X11. cominens flistoriam Fcclesiasticam Eusebiies versione Ridill i, repertus fuit anno 1747. inter (Mos parietes inchistas, in agroBononiensi, sesto ab ipso Bononiae civitate, in l ino, qui volgo Indil l i'7.011: Pedrusa, al dono datus Benedico, X1111. Pontifici Maxim", qui colo in Vati-

rana Bibliotheca publicae tltiltto lidi)lliitilVhi (8).

Sull'asserito ritrovamento del codice a Zola Predosa ritorneremotra poco. Qui, a complemento delle notizie sulla storia del codice,importa riferire ciò che di questo e di altri doni fatti alla Vaticananello stesso torno di tempo da Benedetto XIV, scriveva nel giornaledella biblioteca il cust(xle cli allora, il celebre Giovanni Bottari (9):

(5) L. FRATI, 7?,; I. CIORCI, L'ana(re bibliotern iii Nenuoi (. Riv. d. hibl.»,

VI, 1895, 54-60), 56.(6) CIORGI, 56 n. 4, «Dove sia ora la storia d'Eusebio.... non si sa .;• ont per-

duta • si d ice in Arch, M I. , I I I (1892-1910), tav. 24 (la notizia è verositoil-

mente compilata dal (;iorgi).(7) (,. MERCATI, Opere minori, IV («Studi e testi • 79, 11/37), 351; id., I codici

greci di A brani° 3.0105011 Studia Anselmiana •. 27.28 (1951), 16-18.(Il) i. Ir; segue della stessa mano una nota su antiche edizioni del testo.(9) Arch. della Bild. 32, p. 26; il giornale della biblioteca tomprende gli

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Furono comprati nel fine dell'anno 1748. tutti i Codici ISISS. che erano delCardinale Noni ()polmoni pel pruto tli scudi cinque mila cinquecento, de' qualiNostro Signote Benedetto XIIII. ne doni, di suo cinquecento (IO).

Rino - i rtoIII , lie tempo stesso. o in quel torno Nostro Signore medesimo mandò

a regalale alta l'ostia biblioteca Vatitaita due grossi tt,It hill itt carta contenenti gli.kiti del Condii. di ( <manca 50111 timi a tplell'eta I). E la storia d'Eusebio tra-dotta da litillitto soma In caltapetola Innata to on luogo del Bolognese. Siccomeanche un contento di Dante pure lt ,triapecova. the in donato al Papa istesso tla'l'I'. Cestini quando tonsatrn la Chiusa \ pollinare; benché se ne faccia :tutore

Drop° della Lana, tuttavia non i di i1tiestii all'Ore (12).

La notizia è anche ripetuta nell'inventario del fondo Ottobo-Mano latino, in questa parte opera di Pier Luigi (alletti (1724-1790):ma la sua testimonianza per noi è senza valore, sebbene non moltoposteriore, perchè è tolta di peso dalla notizia scritta sul codice,

che ripete testualmente (13).A chi confronti i dati del Tirabosclii e del Trombelli con quelli

offerti dal codice stesso e dal 'lottati, salta agli ocilii la divergenzasul luogo del ritrovamento del codice. Che però si tratti del codicemedesimo mi apparve con immediata evidenza appena mi balenòalla mente l'accostamento delle notizie bolognesi con quella che ricor-davo di aver letto nell'inventario dell'Ottoboniana; e apparirà oraevidente a chiunque, anche senza attendere le precise contenne chelo studio del codice Vaticano e dei fogli bolognesi mi ha procurato

anni 1738-1771 e nella parte che ci riguarda e di ;nano del Bonari; dalle annota-firmi che la precedono e seguono, la pagina qui riferna appare scritta tra il 7 gen-

naio e il 13 dicembre 1749.(1(I) Per l'acquisto dell'Ottoboniana fatto da Benedetto XIV v. C. RUGGIERI iii

'TAXON -E. BATTAGLIN1, Codices nonniscripti gioeci 011obonioni (1893), pp.

LVI-I.V111, nelle introd. di G. COZZA-LU11, di etti V. anche le pp. xix s., 4)(4AD.(Il) Sotto ora gli Ottob. lat. 2306-2357; ricche legature con le armi di Benedetto

XIV; al secondo è premessa una lettera accompagnatoria di Giuseppe (de Guyon deCrochans) arcivescovi, di Avignone al papa (Avignone, 28 settembre 1748). Sul secon-do codice v. H. EINKE, Aria Concilii Consionriensis, IV (1928), xxvist. Il primo ri-guarda invece il Concilio di l'isa del 1408-09: v. E. EHRLE, Martiri de Alpartilschroniro eirtitatortim teniporibus domini Benedirti X III (1906), 357-359.

(12) Lo e invece, sebbene il codice dia il nome di Bartoloineo in luogo di lampo;è l'Ottob. Iat, 2358, del sec. XIV, donato dal papa alla Vaticana il 21 aprile 1748;splendida legatura con le anni di Ben. XIV; v. DE BATINES, ltubiiogrnlio &intesivi.Il (1846), 172 i. e L. ROCCA, Di alcuni coninienli della D. C. (1891), 145 s. La pro.-

venienta dai Gesuiti era ignorata e non ve it'e traccia nel codice.(13) • lite. cod. mm. lat. lObI. Vai. Ottob. pars II • (= n. 338 della Sala di Stu-

dio), E 221vi « 2359 I prima era scritto 22501. Godes inernbranaceus in Fol. exaratusSaeculo XI, cantine: Historia Ecclesiastica Eusebii ex ve.inne Rttiitii, Codex pagi-

narum CXL. reperti. collocavit

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e che comunicherò più oltre. Che due codici diversi, di uguale (ou-tenuto (Eusebio, Hist. rei!., lat.) e all'incirca d i uguale amichita(sec. Xl o XII) possano essere venuti alla luce nello stesso tempo e incircostanze fortuite n'osi singolari pressochè identiche in due luoghidiversi, e tutti due donati ali() stessi, personaggio, sarebbe cosa tanto

straordinaria che anche o priori si dovielibe considerare fuori della

possibilità.Dunque, Nonantola o 'Lola Predosa? Il quesito non riveste, a

(lir vero, molta importanza, ina la divergenza del le testimonianze clicho riferito e la singolarità del caso quasi romanzesco obbligano almenoa proporre una soluzione. Dirò sempli( emente che opto per ZolaPredosa, per le seguenti ragioni:

I) le notizie vaticane sono di pochi mesi posteriori al ritro-vamento, rispecchiano cioè quello che tu detto al papa e che da luistesso sarà stato comunicato agli ufficiali della biblioteca in occasionedella consegna del codice; e come altrimenti essi avrebbero potutopensare :t Zola Predosa? La prima testimonianza del Trombelli (1773)è invece posteriore, a quanto egli scrive, di a n n i » . a n Z i ,

noi ora sappiamo, di 21( anni e a tale distanza di tempo e a 76 :innidi età egli poteva riiordare male;

. 2) il Trombelli sapeva bene che l'origine ultima del codice era

Nonantola, perchè il I n a l l o s t ritiri conteneva l'elenco (lei codici pro-curati al monastero al tempo dell'abate Rodolfo; è del tutto naturaleche egli, studioso di manoscritti medioevali e di storia monastici,collegasse strettamente il ricordo del i odice a quello del famosissimomonastero; in altri termini: la inliione che il codice fosse stato trovatoa Nonantola, se erronea, è tuttavia spiegabile, laddi've l'altra, chefosse stato trovato a Zola Preclosa, si spiega solamente se è vera;

3) infine, è tutt'altro che impossibile i Inc itii anti(o iodice diNonantola sia stato rinvenuto III L i l l a ( 1 1 1 ( N i i i i t4,1 Tanti tD

castello e corte di Celluhi, poi Genia, don.,to i Nonmitola dallaContessa Mat i lde nel 1103; cola i l m onas teri ) ebbe m ol t i beni . i t iATe-seiuti via via, ed alcune chiese,' e lei primi tempi :indie giurisdi-zione civile e criminale, e vi conservava :mi ora qual( he diritto epossesso ai tempi del Tiraboschi. Abbiamo veduto che il codice fu presoal momento del suo ritrovamento dall'agente del i aRlinale Albani: sideve ricordare che il card. Alessandro Albani fu iiiinmendatario del-l'abbazia di Nonantola dal 1724 ti 1779 (14).

(14) Per /mia Predosa, TIRABOSCHI, 1, 135•337. -11i2; 11, 505 (indice). l'or ilmrd. All'ani. I, 182 s., 214, 485.

367

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7,5

Questo è quanto allo stato attuale, e t ioè in base alle testimo-nianze che possediamo, a me sembra ragionevole pensare: prontissimodel resto ad accettare un'altra soluzione, ove nuovi documenti con-ducano a credere che Benedetto XIV sia stato male informato o sia

incorso egli stesso in una confusione.

Vediamo ora in che modo si integrino a vicenda il codice Vati-(MIO felicemente riconosciuto e il frammento bolognese. Chiedo per-dono ai lettori che tiVrti 11 110 la pazienza di seguirmi se dovrò pro-'edere in inodo torse troppo analitico: il caso veramente complicatoe l'attuale dislocazione delle varie parti, clw impedisce una facileverifha, mi persuadono ad a bbOrldare in particolari minuti affinchènon resti dubbio di sorta. Del resto non tutte queste particolaritàesterne sono senza importanza per lo studio del contenuto del coclicee della sua storia e, indirettamente, anche per la storia dello scrit-

tono e della biblioteca di Nonantola.L'Ottoboniano latino 2359 conta oggi 1-10 fogli che misurano

mm. 365 x 250 e sono distribuiti in 18 quaternioni, per lo più segnatialla fine dallo stesso rapisti' con un semplice numero uniti no in lettereminuscole. I fascicoli sono lutti regolari ecc:etto il primo e l'ultimo:al primo è stato tagliato i l primo foglio; al l 'ultimo, gl i ultimi trefogli: è dunque formato da tre i l . ora indipendenti e dal bifol iocentrale (11. 139-110). La scrittura è a due colonne e 10 righe, eccettoil q. I che ne ha 44 e il q. 11 che ne ha 39.

Bologna, Univ. 2248 '(15) mistica nam. 365 x 255 ed è formato,anzitutto, da tre fogli i n d i p e n d e n t i ora malamente connessi(i fogli I e 3 congiunti artificialmente e rozzamente tra loro da duestriscie di pergamena; il t. 2 mutilato nel margine interno e mon-tato su due striscie di pergamena che lo fissano al f. 1); a questi segueun ternione regolare (1.1. 4-9), l 'ultino) dei quali dimezzato, come

vedremo.

(15) Descritto in L. FRATI, i. c., 74; CAPACI, 56 n. I; Arch. Poi. Ital., III, tav. 24cit.; ancora 1.. FRATI in « Studi iml. di filol. class. •, 17 (1909), 15; sempre breve-mente e noti senza inesattezze: p, es. in A.P.I. e detto « di carte tre .; in FRA'FI,« Studi ital. • . • di carie 00 • per errore tipografico: male l'ultimo fase. è definitodaI Giorgi • Un frammento d'una raccolta di sermoni per le festivitù dell' anno ›,lucenti,' in A.P.I. e in FRATI, che. pur avendo il codice sott'occhio, non ha tnrp-pure pensato a indicare i singoli testi; e non menziona più i IO ff. cartacei aggiuntidal Trombelli, con la copia dell'inv. attribuito al 1460, sulla quale v. GIORCI, 58,i li (OTTLIE11, in telai fri-liche !when (1890), 214 num. 606, e qui so-pra, nota 2. — 11 Gottlieb cita tre volte il nostro codice, a p. 214, 416, 460, e, cosasorprendente. con Ire dilerse sego:dure tutte errate; anche nell'indice. p. 511.

368

Le dimensioni ci danno già la corrispondenza esatta tra i duemembra di.aecia: la sola differenza sensibile è nella larghezza, cheè minore, di pochi mill imetri, nel Vaticano: sarà stato ritagliatonella legatura, ri( ca legatura del sec. XVI 11 in marocch i no rosso concornici dorate sui piatti, che ritengo eseguita per la presentazionedel codice a Benedetto XIV, giac:Chè non è (lel tipo ordinariamenteusato allora nella Vaticana; eseguita, ad ogni modo, clopo che i fogliora bolognesi erano stati tagliati ed estratti dal codice, perchè le stri-scie supei•stili, e tuttora congiunte ai fogli corrispondenti, sono stateadoperate (tal legatore per cucire ogni 'tiglio separatamente, e si pos-sono vedere ora dopo i l i . 7 (piegata in senso inverso) e dopo iIL 136, '37, 138. Il dorso è stato rifatto al tempo di Pio IX, di cui recalo stemma, senza rihire la cucitura.

Ma altri particolari ci consentono di ricollocare al loro postoesatto i fogli smembrati, ricostruendo idealmente il codice nella suaintegrità. La rigatura del codice Ottoboniano è latta a secco per duecolonne di scrittura, limitate ciascuna da una doppia linea verticaleverso l'esterno e da una sola linea verso l'interno; ed è, come abbiamoveduto, a 44 righe per pagina nel primo quaternione. ;t 10 nell'ultimo.Ora, la rigatura dei fogli bolognesi è esattamente ugu a le. Di più, il1. 2 è rigato (sul recto) a 44 righe, come il primo quat., ed è il solosensibilmente mutilato nel margine intento: è pertanto questo il foglioora mancante all'inizio del prinm quaternione, del quale nell'Ottob.rimane una striscia più larga (12-16 mm.), corrispondente del foglioora 7, che è rigato sul verso. Il I. 1 invece è rigato (sul verso) a 40righe: fu perciò uno dei tre fogli mancanti ;t11' ultimo quaternione(probabilmente l' ultimo; non il penultimo, perchè il suo corri-spondente, Ottob., 1. 137, 0 rigato anch' esso sul verso ). E' verosi-mile che gli altri due mancassero già da tempo quando il codicefu posto nel nascondiglio, perchè nel sec. XVIII, se scritti, sarebberostati levati con gli altri; se bianchi, forse sarebbero stati lasciati nelcodice. Questa ricostruzione è confermata dalla corrispondenza diantichi fori di tarlo (tra Bui., 2 e Ottob., f. 1; tra Ottob., I. 140

e Bol., E. 1).Contenuto e rigatura cambiano radicalmente nei ff. 3-9 Bui.,

rigati a secco a due colonne e 32 righe per pagina: è hwile persuadersiche il f. 3 (indipendente) e i 1-9 (ternione regolare) sono ciò cheresta di un quaternione regolare aggiunto :Irak:unente al codice (lascrittura è ancora del sec. XI), che ha perduto l'ultimo foglio: i testitrascritti nel fascicolo (tre sermoni) Finivano ti metà della primacolonna del I. 9r; così si spiega facilmente come il luglio clic seguiva,

369

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in tempi di decadimento culturale e di minore floridezza economica,sia stato asportato t tinte pergamena utile, e che lo stesso _t. 9, rimastopiù esposto ai danni o alla ricerca di materiale scrittorio, abbia per-duto (già da molti secoli, conte vedremo) la parte corrispondente allecolonne esterne e qualcosa di più.

Raggiunta così la ricostruzione materiale dell'intero codice, ve-diamo il contenuto, seguendo l'ordine originario dei vari pezzi.Comincio dal primo foglio, ora I. 2 Rol., e per maggiore chiarezzado nella tav. 1 una riproduzione della parte superiore del rechi eindico qui le linee della rigatura antica:

all'inizio delle rr. I-2, dove ora si vede una macchia, qualche parolapressochè illeggibile ma, credo, senza importanza;

rr. 3-4 non scritte;la r. 5 e metà della 6 contenevano scrittura in seguito abrasa e

coperta da una vasta macchia diretta it impedirne assolutamente lalettura: queste macchie sono :uniche. :interiori comunque al 1748,perchè se ne vede :nuora il limite estremo tiella striscia rimasta nelcod. Ottob.; la r. 6 continua: « lib (ci) ecclesiasticae hystoriae unde-cim ». Forse aguzzando gli occhi si potrebbe leggere qualche letterae proporre ía lettura di qualche parola dellit parte nascosta, ma nonè necessario, perchè i ugualmente possibile sapere con sicurezza ciòche vi stava scritto. Poichè il nostro inanos,ritto ionteneva, alla bue,la lista dei codici procurati al monastero dal inomor, Pietro Ardengoal tempo dell'abate Rodolio I (1002-1035). e !miche d'altra parte alcunicodici di quella lista sono stati segnalati tra i Sessoriani già dal Tira-boschi e in due di essi (Sessor..11 elS) si legge 1;r-m nota corrispondente.con l'indicazione della pi-oprieta e del contenuto, tiella stessa bellascrittura della lista e delle .parole che stiamo esaminando (M), p05-

(1(i) (,00l. Sesso, 11 (IIierott)rni in Hien:mi:te l'oph. ci Laniero.), I. 115v, Innooluinine ,idquisito leiniaire domini Rodullii ticlttlis primi iter l'etroun montar:1min

Artlenguan continenton IiI,t i .V i. Salltli i i i121.011illli Slper ierellliallì • (la nona fino a• continentter • in 11k. \ 11(1SC1-11, i, 0(ì). Cod. Sessor. -15 . ittiss. in Psahnos,citato I. Or • In Iute titolo:Dine adquisito tenTore attutiti azoto IO ahhatisprinn per ivi duca monachtim Anlenguln ntcit inet ur Tracta(us psalinornin Sardti Re.nligii archi episcopi • (nota riportata in parte tla A. VACCAR1, Scritti di ertidiiioile edi filologia, I, 1952, • Storia e lel 11.1,1i III • 42, 290). I tinte CIP•iil i indicati torrispon-<lotto ai moincri 8 e 22 della lista oli Pietro At dengo. l"na terza nota simile era incci coolke • antichissimo . contenente trattati oli ti. Agibile° e una vita di S. Rendogio di Reints (I'IRA11()St 1I1. oles'essere quella che il CIORGI, 55 e n. t,trovò, tuoti pmio. atta rine dei non vi si trova più. Corrispondeva,

credo, al noni. IO.

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siamo essere certi che la nota intera suonava tosi: « 1In hoc uolumineadquisito temimi-e domni Rodult i abbat is primi per Petrum mona-datai. Ardengum continentur lib(ri) ecclesiasticae hystoriae undecim »;

dopo una riga bianca, 7, l'indice del contenuto del codice con-tinua, della stessa mano, a r. 8: « Dem Senno lohannis Chrisostomi deannum (iatione) Setti( te) 'Varie uirg (inis) Dei g(ratia)» (17), e a r. 9:« Item ;dius Senno Sancii Aug(ustini) De natiuitate Domini (segueagg. di mano quasi coeva:) nostri lesu Christi »;

quanto segue a n. IO e sgg. è scrit to su due colonne: l) DEsANCTA MARIA, 23 esametri leonini, che cominciano « Dei reginapoli. supera nos arre reponi. I e Finiscono « repleat nos omnibushoris »; 2) mc PENTECOSTE, 50 esametri dello stesso tipo, che comin-ciano « Guttura qui ditat. ioni, t t iuus nos benedica. » e finiscono« onme per emuli »; rx.cupano le ultime righe della prima colonna,luna 1;1 seconda, e Uniscono nella prima «donna del verso (qui se-guono ne righe malamente ; tbrase e il leggibil i; i l resto è bianco).11 primo componimento è di scrittura pressochè coeva a quella del«Alce e delle righe che precedono. cioè :onora del sec. XI; il secondodi altra mabo I ilquanto più tarda (18).

Al I. 2 ho!. seguiva il corpo principale del codice, costituito dai110 ff. del cod. Ottob., contenenti i imve libri della Historia eccle-siastica di Eusebio di Cesarea nella traduzione lat ina di Rutin() diAquileia col complemento di quest'ult imo (l ib r i X -X1); a I . 1 r laprefazione di Rulino, lv, 2" colonna, i capi(ula del l ibro I ; 2r l ' in iziodel testo. con grandissima iniziale ornata a più colori; il testo finiscea I. 1,10v, «ti. 1, fine del libro Xl. A L 1r, sopra la prima colonna, rasura

di una riga: nota di possesso?11 codice è registrato nella succinta prelitzione del Ntommsen alla

sua edizione (19) III:) 11011 sembra essere stato usato ne da lui nè daprecedenti editori: se fosse stato esaminato, non sarebbe probabil-mente sluggito il tatto. di una certa importanza per la tradizionedel testo, che al la r ine del l ib ro V ([. 71v) si legge 'la ben nota« adiuratio » rivolta ai copist i, propria dei codici del Chronicon diEusebio - Girolamo, seguita da una non rara (ma antica) formuladi sottosi ritione: • ADIVRO 3 E 4(VICVMQVE nos descripseris libros... co-

(li) Alla fine di tittesta riga segue in rosso, di mann del sec. XII, • Rectns (leccitottlau (dal (Il) • , parole tic' Salmo ,32, l .

( lo) Indi(ati in ((1()Rf(1. AI' . ! , e FRATI. I. e. St-1111)rano altrimenti sconosciuti.(19) 11). NIONINIsf.N, in El .Si.1111'S Werke, I I , Oh- KirchertgeNchiehlr, ed. E.

s t i l l i 5)1 i l , i i i . I t i ,19119), p. 113.111 sare. XI -XII »).

37,

N

diretti quern transscripsetis » (20); poi a capo: o 011:5 PRO ME SCRIVI-ORE:O

(rosi), SED ((OSO CORI STV M un RENS ADIVO/RE:O Explicit hystoriae liberil 1.1 i II tAIS » . FOISe aVri) o c c a s i o n e d i r i t o r n a r s i s o p r a ; q u i b a s t i d i r e

I1C, Come mi la osservare il collega G. Battelli, ciò indica con tintainoirabilità l'appartenenza del codice a una tr:ulizione antica in cui iltesili di Eusebio-Rutino era diviso in due volumi. il primo dei quali

fin iva col l ib ro V.Sul codice, scrit to e ornato con grandissima c ura, uniformitàed elegatua, che risaltano ancor più per la conservazione eccezional-mente Itesca, e ittsomma veramente degno delle espressioni ammirativedi un competente come era il Trombeili, non dico di più; ma essomeriterà di essere attentamente studi;uo come un eccellente prodotto,quale io lo credo, dello si rittori° di Notiamola nella prima meta del

sec. Alla line del codice, I ome abbiiimo veduto, e nell'ult imo qua-ternione (lell'Eusebio, veniva un togli() (ora Bui. , I . 1) b ian co SUI

rel lo (21), M-U[1MM SUI 7 ,e/S0 (lana pie/Usi e ben nota lista di codicidi Notiamola che si stuoie denominare dall'abate Rodolio. Qui bastirimandare all'edizione due ne ha dato il Giorgi (22) e alla eccellente

riproduzione, nella grandezza del l :or ig inale, dell' alt( hivio

fico Italiano (23).Resta da esaminare il contenuto del quaderno linale, del qualerimangono i primi sette fogli, Bol., I l. 3-9. Si tratta di un' aggiunta,come dimostra Pestraneità dei testi, il tatto stesso che sono scritti suun fascicolo separato dopo tre fogli cwiginariainente bianchi dell'ultimoquaternione dell'Eusebio, e il diverso impianto scrittori": sempre adue colonne. ma a 112 righe per pagina; ma di un'aggiunta antica, quasicoeva, tanto che il suo contenuto è stato registnito nel titolo anticosul primo foglio, ora Bol., I. 2r, che abbiamo esaminato più sopra,sebbene il secondo dei tre sermoni che il litscicolo contiene sia statoomesso dal diligente monaco che appose quei t itoli, e che ritengo

tutt'uno con Pietro .krdengo, l'autore della lista.

I testi sono i seguenti:I) li. 3111-51•21: FERI A QVART A 51E5515 LIEIIMI.ANNVNTIATIO SANCTAEMARIA E 110MELIA 10HANNIS 05 AVREI. SECVNOV TVC:ANL In c. o IN VERI-

(2))) Vedila in Pl., 27, 235 s., e cf. la nota del Vallatsi a col. 701. Derisa dalla- - - - - - -sottostrizione di S. trono riferita da Eusebio cii N.E. V, 20, 2 (il testo latino di Rufino

differisce da quello che si trova nei codici del (hron.).(21) Oggi vi si leggono la seguatura modetna, ripetuta due volt).', e un timbro.

(22) I. e., 58 s.(23) III, tas. 21.

373

I r;

TATE dicimus quoti erunt gambi munii ti... Noti l'ho ancora iden-

tificato (24).2) il'. 5ra-liva: vr SVPI tA (i I I 511 ( t t hi ) t i i l 3 t lNl . I•11010

10113NNIS « N.51 1)11 , 1 C1111511 110S 111111 periteti-dinare sermone (leggi: comperentlimire scrittonein) Annido rei facitNon Si tratta di un sermone del Crist,stonto, ina, inaspettatamente, delserm. III di S. Pier Crisologo (27). Non e da escludere che la sonti.gliania dell'epiteto :issegnam dalla tradizione ai due sommi oratori,i l Crisosionto e il Crisologo, abbia potuto favorire Io scambio del-

l'attribuzione.3) Il. 5E1(5I0 SANCI I I NI 10'1, 43119 (I ICI titolo ge-

nerale del (Ardite si aggiunge. ed è esatto, « 1)e natitlitate 1)ontini

« Rota> vos FIZATIZES III0211II animo sermones quosDeus (ed. llominus) dabit susuipiatis in hac dulcissinta die»... Sei 111011C

assai noto stampato tra quelli dubbi di S. Agostitio, ,App. 117, cheha avuto nei codici ..ittributioni a S. Lesavi() di Arles, e :multe a RabanoMaur() ,e a Teodulto di t)rléaits; i l Nlorin da ultimo ha ri levato lasomiglianza toi sermoni :ittribuiti a Sedan) vescovo di Nimes (2)i).Si inni nei margini la presenza di numerose « nome » o monogt'ammi

inano del copista, toccati tu giallo, probabilmente di origine

,.-einota; alcUlte, l/ ILARI /sa° t t s i , l j t e , UOITIS1)011(10110 I l quelle usate da

t:assiodoro in inargine il suo continuati ai Salini (27).

nonantolana del codice che abbiamo rhostruito nonIta bisogno di essere dintostrata. Tuttavia. se non a conferma, a buon

(24) Sui test i lat ini di opere <lel Crisostoino, o a liti atti -Milite, orienta II.

N E R ,lícitriige zur Oesch. Ucher.st•l,. con . • Ilistoriches Jahr-

litiell ›, 61 (1941), 212,226.(25) VI,, 52, 585-588.(2(i) Pi., 3)), 1977.1981; (i. 910121N, (serdids dr, V. Géssire,

d'A • Itcy 11e11811.., 27 (191)1) , 470 s . e S. ( :AESARII ARELAT ENSIS Seornones

(1937), IL 935 tv lincia sei -immuni •); E. I lEKEERS- Ai ' . , ( AAR, UIr i t Vu j l i l l l i l i l i leoli•normil 0971) , n. 1008. 4v,

(27) Si vetl:t l'avvertenza premessa alla ptelazione. che inattivi tiene edi,i011i, ed.

REIFFERSCHEI1), Pal .1 M (si. iiuliru, I (18)5). 2I13 u., liii Pala). lat. 271: id.,• Rhein. Mus. v. 23 (1868), 131.133: inoltre 0.585., Iss i . , I. 26, 2 A4VNORS. —

Alla f ine iIella coloinva. E. lira. pir t 3da inna abrasa, uredo senni inipor la ir ni ; un'altra,

forse di due righe, anch'essit A r a . il (indite, della Ilibliothèque Natio-nate di Parigi. giactlii. il codice Itt ita quelli presi e poi restituiti dai Francesi, equello della lIniversitaria): seguiva una nota hirse li 9 righe, che. s:•inlita del se.tido XVI, tion abrasa sia Muse kivata, praticamente illeggibile. Niente sul erisi,, ad

eccezione della segnatura imit lert ia del ms. '

374

tomplenemot i i i c iO che é stato detto fin qui, non sarà inutileseguirne le tiac(e negli inventari aittithi del monastero (28).

(..onte generalmente act.ide in t asi simili, ti si deve aspettare divederlo registrali, ,itiiittitto nella lista stessa the aveka I TO Vi l l0

una delle sue imgine bianche: t led, intatti the lo si debbariconoscere tel « Vigesinnts septinms. !storia ett lesiastita ». Questotitolo, col precedente « Vigesimus sextus. ElI SC101 i , S0110 St at i

aggiunti. dalla stessa :nano, in tin setondo tempo, ma non mi pateI he quesm faccia difli(oltà.

Nell' inventario del li l iti i l codice non compare, ma chi leggaquell'imentario tenendo presente ciò (lie sappiamo da altre fontinon tardeta a riconoscere col Giorgi che presenta notevoli hmune.

Nell'in entatio del 1331 compare a I. 7m:

I (elit l i i i ( los) ErcloNiusi i ‘e Som m i l i bus , qu i i i i c i p ( i i )

pe i i l o , no l d i r m i ; CAV. it iet livauitui (29) et i(nit) itt cui) dura) paglia) u) e t uob i s

r i onou, o l u i can.

Invent:11M senza data, attribuito al 1 Pin, I. 8t

i 1,11 111111, El l 11,1:1Sii le I M O r ir toperttis de t utrr,. :111,1, uiiit i. i 1141,1 i lp i l

)iri i j , i i iui, . t i . sui 'u (3)) tolis<iniii, (32), un dina) invipir(ira nio « (33).

128) Le notizie generali sugli iinentali della biblimeta tu N011ialltOla in I M A

1,i)S(.111, I, 86, 07 : ( i01 11.11.11, 3)2-21;) 1111111. 603,608, il lt i noni, 1198,160 ai, sopra. (1,13 i, ' , ) : 1.1010,1, 011111' lo d i Pietro Xidengit . quello del I d i r

si t ima ne l t ml . Sesso, 31 . I n ini l , b l i t a lo da l ( :1010.1, 59 s. :16 s.) rimediando a

una edi/ ione del I11.51, 5)uioii',,uiu leontemiu V 11811i, 218 ,221 t ip lodona da l

l iet ker . I I re seguent i inediti a Not iamola .Xlibit/iale,

li ho i. . .unit imi dirmi:mietut i. I l Re, . N10.. (.. (;111111i)a Seguimi Vati-

cano, d a ine o r hie ni r i , i ni aveva gentilmente comunica lo gli est rait i ie l i i ( iv i a i d it e

(odic i ihe in iintetessinano.

i29) Iniz io della inehr e inne d i 0 0 0 1 r , f . r.

(30) Cosi eMflituir lu le linisee i l pullulino" toglit i o. t he in tille,fi rasi, fa 11,

stesso, la penult ima pagina: 1.

131) lt iieit i del tesici di Eusebio: Ilhiolu. , 1, 2r,

(32) Esattamente la l ine de l l . 25 (E1S. -RIT . 1.2. 4; ed. 1i1( )NINISEN.

I I . I , p , 1 3 , 9 ) .

(33) Inizio e f ine della p en a l t i in a l'alla f. 7v -8r ( impiemi t a cavallo

ira le <lin, pagine), E Su h line plontintinitit, i l . noia 30. che i l a t impilature ha letto

flettolositiminie ihicunit i i ). Il ennip l ia lore dell -Invent:11M ha 11111,illeral0 l' i i ) I IO ,

C a r l a i n l e r a l u i e n t e « , r i l l a , 11,1M tirando la pireOla r ilie sFit t I; , del I. !Ira.

375

- a5

11nel-1i:trio del I 161, col. 5 in alto:

0 X

I tiri erclesiasiba ydoria itt bolla Intera copetta assidilitts torco turchino cum(Lois et seraturis pii incipit a l i ttera magna testi. .vneressinucs sant:10-i in (31) et finii in tiltima tatti incisa per inedium (35) 11, 11H11 la scrulorunt.

Il codice era dunque ancora in possesso del monastero nel 1.461;a un certo momento deve essere stato sottratto o ceduto: perchè nonsaprei spiegare diversamente il fatto che la nota di possesso esaminatal i i i sopta I. 2r) sia stata resa i l leggibile. Se i l fatto sia inqualche rapporto «)I singolare (tisi tinti dal quale i l m i l i tedoveva riaftiorare tel 1717, è ciò che non sapremo forse mai. Nè ciimporta molto saperlo, paghi di avere apportato alla ricostruzione dellabibliotec a di Notiamola un codice bellissimo e megevole, e che oltrea ciic merita 1111 1/0111.0 d'onore nella storia della biblioteca del mona-stero, per averci «mservato uno dei documenti fondamentali diquella storia, la lista dei «xlici procurati alla biblioteca dal monacoPietro Ardeugo al tempo dell 'abate Rodolfo I: i l primo degli inven-tari conosciuti di Nonantola e uno ( lei più antichi di biblioteche

medioevali italiane.

Vat. lat. 5051

11 riconost Uncino dell'origine nonantolana di questo codice è statopiù Il la, Credo, non meno sicuro. In compenso, il discorso

sarà più breve.Il Vat. lat. 5051, bel «Alce del secolo XI, di ff. 139 (mm. 270 x 190),

contiene i tre libri Prognosti«crum (lauri saeculi di Giuliano di Toledo,seguiti da una ricca serie di minori testi patristici, specialmente diS. Effrem..kveva attirato la mia attenzione per una generica presun/ione di origine emiliana, a mi facevano pensare la presenza nellamiscellanea pairistica di un sermone di Enrico vescovo di Parma

(3.1) Inizio di Eusebio: Ottoh„ I. 2; 1C 1111C parole sono incluse nella grande

iniziale °inala. di cui ho già parlato.i35) L'Anna carta superstite i infatti I ag l ia la a me lii, tome si il detto

soma. le parole t Oate le 1111111e dcl seriniine psendo-agostiniamr, nel cod. (Bol.,I. Ora) segue ancola AMFN. • Ringrazio gli amici Prof. Virgilio Pini, e Litigi D'Auriziodella Biblioteca Universitaria, per le diligentissime informazioni complementari chemi hanno fornito sul codice tu i Bologna, e Alberto Buda per il suo paziente aiuto

nella stesura e revisione di tutto il lavoro.

376

(secolo X1 in.), testo rarissimo, anzi ['uova, a quanto sembra, conosciuto da questo solo codice ((l6), e, 1.111 le aggiunte final i , di unaI opia parziale di un priv ilegio di Pasquale II tI escovo Vittore diBologna, di mano all'incirca contemporanea. In seguito, una inne-gabile affinità della scrittura, specialmente dal quat. 6 in tvailti(ff. -15r-138r), e anche della decorazione, con l'Ottob. lat. 2359, laprobabile origine 1-1101111Mit a del codice suggerita da ,dr (1(11 testi dellamiscellanea e specialmente da un estratto cc Ex N iceno concilio >, coltitolo « ORDINANDO ABB va. IN ISIONAST(F,R(0) CA1'. XXX » (37), e i lricordo, al n. 18 della lista di Pietro Ardengo, di un codice o Progno-sticorum cc per il quale naturalmente era più faCile pensare all'operacli Giuliano di Toledo che a quella di Ippocrate, hanno condotto la

mia indagine verso Nonamola.L' identificazione era suggestiva anche per la presenza alla finedel codice del liceo inventario -del tesoro di una chiesa, che si può attri-buire alla seconda metà del secolo Xl. Due righe abrase, per il solitomotivo di bir sparire nei codici tracce di provenienza, equivalenti a notedi possesso, nascondono con tutta probabilità il nome della chiesaa cui apparteneva il tesoro, ma purtroppo sono state ribelli a ogni

tentativo di lettura, anche con l'uso della lampada di quarzo.Non rimaneva dunque che chiedere la conferma della mia ipo-

tesi igli antichi inventari della biblioteca del monastem, e specialmentea quelli che, con le loro preziose indicazioni di incipit e finii di detet-minate pagine, permettono sicure identifica/ioni. Il r isul tato del laricerca è stato esiguo (ha dato solo il minimo indispensab(le, come si

vedrà) 11)11 pur sufficiente allo scopo, se non Mitigami°.

Inventario del 1331 t. 7v:

beni liti (rum) pronesiicortun (ulsì) fiumi secoli in gut, NOM III) (11111 atta 5)1'

111111 (Ma), qui mcip fili quedem) illil i'IIt et I1111111 .11,110 lig,l11111S.

Cominciamo dalla fine. Con l'estratto canonistico sopra ricordato,che fa seguito al sermone di Enrico di Parma, finisce il corpo vero e

(36) Occupa i il. 135,138r. Edito dal NIAI, Selip4111101 nomi colf., VII(1833), 271-273. certailICIIIC dal Oli) il codice, umile il Mai stesso attesta in una notamanoscritta apposta alla stia stampa (esemplare A.M. lat. 0(101); tistampato in PL.130, 1529-1532. Filliro documentato dal 1013 al 1027; conte ,estano di Parmadal 1015; G. SCHWARTZ, Dio Beve g <kr flei(htitalient.., 051-1122

('37) f. 138.r; si veda il temo nella liti. il; tua non 0 un canone del concilio di(P113), 18q.

7-i celi.377

ortz.writ" ,pi iwtn nrì' derprri.cia- 44.itexpjrior-1

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Tv. Il - Biblioteca Valicane, Vai. Lat. 5051, f. 138r.

l 33'proprio della miscellanea contenuta tel codice (v. la tav. Il), giacchéle aggiunte che seguono, anche se in parte scritte con molta cura,hanno un carattere poco o molto occasionale e sono ad ogni modo bendistinte per la scrittura e anche per l'età. Non ci meraviglieremo perciòche proprio le ultime parole di quell'estratto, che nel codice suonano« uinculo alligauimus », siano state scelte dal compilatore dell'inven-tario a individuare I;t fine del codice. La variante dell'ultima parolanon deve fare difficoltà, perchè è ben noto che i compilatori degliinventari lavoravano a volte con maggiore fretta di quel che noi desi-dereremmo (ne abbiamo visto poco sopra un caso sicuro; v. luna 33).

D'altra parte è innegabile che l' identificazione e in questo casomolto rafforzata dall'esattezza con la quale e definito il contenuto delcodice, che cominciava se“mdo l'inventario col « liti. pronestitorinn fu-turi secoli » (esattamente il titolo del codice 'Vaticano di Giuliano,I. -li-) e proseguiva con diverse altre opere, « diverse alia volumina »,proprio come nel nostro <udire; e troppo singolare sarebbe la conici-

. denza che proprio l'ultimo testo di due distinti codici formati allo stessomodo, quali sarebbero stati il nostro e quello descritto nell'inventario,terminasse con due parole non ovvie e pressochè identiche.

Quanto all'inizio rilerito, « <inedito' autem », esso non si ritrovaal principio del codite Vatic;/110. ne a f. 1r dove COMinda la tavola deicapitoli dell'opera di Giuliano di Toledo, aggiunta dopo su trefogli di pergamena più poveia. nè all 'inizio del pi-imo quaternioneI..li) dove comuni:t il testo dell 'opera. In queste tondizi<mi, non

sarà irragionevole sospettare che le parole indnate lossero le primedi un foglio scritto, tratto da qualche vecchio codice e premesso a usodi guardia id nostro, e in seguito andato perduto; a tale proposito nonsarà inutile osservare che il loro tenore, « quedam autem », fa escludereche esse costituissero l ' i n i z i o d i un test <>, ma induce piut-tosto a pensare a un taglio ;tccidentale.

Ritengo perciò a sufficienza provata l'identificazione del nostrocodice con quello che nel 1331 si trovava a Nottantola, e conse-guentemente (ciò che senza l'appoggio dell'inventario del 1331 otto sisarebbe potuto sostenere se-non come vaga ipotesi) col codice « Octautis

Prognosticorum » della lista di Pietro Ardengo. Se tuttodò è vero, all'inizio del mdice dovremmo trovare, come in tutti i casi[Mora accertati, la solita nota di lui « In hoc natomi:ne » ecc.; ma essapoteva trovarsi itt quel loglio di guardia che per :dire ragioni hosupposto sia andato perduto.

Il codice non comparisce nell'inventario del I I66, il che si spiegacol motivo che ho già invocato a proposito dell'Eusebio Ottob.

379

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2359; nè si trova più, a quanto sembra, negli inventari del secolo XV,quello attribuito al 1460 e quello del 1464: a quell'epoca, caratteriz-zata da un' intensa spogliazione « umailistica » di molte antiche biblio-teche monastiche, doveva avere già preso il volo verso altri ambienti dicultura: forse non è caso che nei margini vi si trovino alcune note eru-dite in bella scrittura umanistica all'incirca di quel tempo (38).

Alla Vaticana dovette pervenire al tempo di Clemente VIII, con ilibri allora acquistati dalla biblioteca di Aldo Nlanuzio il giovane (39).

Sul contenuto del codice non ritengo di dovere aggiungere quialtre notizie a quelle date più sopra, anche perchè dovrò riparlarnein altra sede per illustrare un elemento che esso ci ha conservato, assaiprezioso, se non m'inganno, per la tradizione manoscritta di Giulianodi Toledo. Qualche cosa invece è il caso di dire delle aggiunte degliultimi fogli.

Nello spazio bianco che rimaneva a 1, 138r, dopo una riga vuota,fu scritto, all'incirca nella seconda metà del secolo XI e in scritturamolto accurata, l'inventario che ho già ricordato; tel quale dovrenmquindi riconoscere con somma probabilità l 'inventario del tesoro diNonantola di quel tempo. Ne faccio seguire il testo, rinunziando auna illustrazione degli oggetti, che è fuori delle mie possibilità, ma chenon mancherà di offrire ad altri qualche dato di notevole interesse. Milimiterò ad osservare che i « Missali iii., duo de argentati et i. de att-rito o costituiscono un altro piccolo contributo alla storia della biblio-teca del monastero: essi si trovano registrati qui, con gli altri oggettidel tesoro, a causa delle loro legature preziose; all'incirca per la stessaragione per la quale Nonantola, che ha perduto quasi completamente,già da secoli, il suo insigne patrimonio librario, conserva ancora ogginel suo tesoro due codici, il Graduale e l'Evangeliario, salvati, per dirrosi, dalle loro preziose legature.

(una riga abrasa)Inpritnis Lapis aurea .i. et est iicius cristalli deaurati (40) Mi. Crucicule aureeet argentee .vi. Limetta aurea i. l'atenella aurea i. Cuclari argentei (41)Canelle argentee sii. Alluda a t t i. . i. Calice argenteo de attratti et cum

gettoni,. i. cum patena sua. Corone argentee sii. Cuppi argentei AH. Cande-

(38) v. ff. 112r, 128v, 12(0.39) Vedi gli elenchi dei lilui i scelti dalla sua biblioteca per la Vaticana nel Val.

lat. 7121, i. 7r della prima e tiv della seconda numerazione.(10) Corretto su • deaurato ».M) La parola e abbreviata sempre », con l'eccezione delle 6 crucicule

argentee • che precedono e delle 3 capselle « argentee . che seguono.

380

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[altri ,irgentei il. (oronelle auree .v. .1-111.1ibIlli argentei .0. Calices argenteiminores .iii. Aureole i. Capselle deatome .v., argentee iii. l'rceo argertmttutti aqua manile i. Cazola argentea i. Aiuole argentee sui. l'atenellegentee erea i. Caucile argentee et coni imbuto domini si. Tabilled'onice .0. Missali iii.. dito de argcntat i ci i. de amato (12).

(una cui., riga abrasa)

Le ultime tre righe della stessa pagina sono occupate dal seguentepezzetto in bella scrittura, più grande, dello stesso tempo: « Beatissi-Titus Marcus uninersalis papa constituit ut episcopus i itutatis Hostiae,qui consecrat episcopos urbis Romae, 1uti11 i uteretur o (43).

Segue , I. 138v, in una sc r it tura più piccola , ancora un estra tto ea ll0-

nis t ico: « Ift nullus laicus crimen clerico audeat inferre et ut minoresnulla ut (leggi: nulla m) dem accusationem ;1,1 maiorum maiores. Sii-nestr i papa (4-1) . In tpio e t iaM super magistrom o (45).

Subito dopo, alla decima riga della stessa pagina: « In nomineDomnii incipil sacramentum Roberti ducis o. E' il testo del famosoMurainento di Roberto Guiscardo a Gregorio VII (1080), che finiscenel successivo I. I 39r, dove è seguito subito, senza nuovo titolo, dallaformula di investitura di Gregorio VII a Roberto. I d ue docu-menti sono scritti da una mano pressochè coeva, accurataMente e nonsenza qualche decorazione in rosso nelle lettere iniziali e in alcunipunti salienti. Questa copia sembra sconosciuta e non è senza interesse,sia per la sede in cui ci si presenta, sia perchè, come è noto, la tradi-zione manoscritta si limita al Registro di Gregorio VII e al -le colle-/Miri di Deusdedit, Albino e Cencio. In questi ultimi il giuramento èin forma abbreviata, e di questo solo si conosce un'altra copia completa,in una redazione alquanto diversa, scritta da mano coeva sulla famosis-sima Bibbia di S. Paolo fuori le mura (46).

(42) V. la tav. II. Si notino i numerosi elementi lessicali volgari e la morfologiavolgare dei plurali • cuclari, candelabri, un'Illudi, inissali e dei singolari «calice,aureolo, urceo ».

(43) Derivazione pressoche testuale dal L i b , XXXV. Marcus, ed.DECHESNE, I (1886), 80 s. (prima 'cd.), 202 (seconda red.), e il. 203 n. 2.

(44) Il rimanente della linea i. occupato da probationcs penna,' senza impor•itt fine, dal nome i Gblfrd » tenendo nuoto della diffusa chiave criptogranca

che consiste od ~indie le vocali con la lettera che segue (e, con b ecc.), leggerei. Galle (i)cl (rs) »

(15) E' il paragrafo II degli . excerpta quaedant ex. synodalibus gestis s. StIve-iii p a l e in Decrelales punido-Isidorianne, ed. HINSCHHIS (1863), 449.

(40) Bibliografia in KEHR, Ilolio poniifiria, VIII (1935), p. 18 so, num. 47 e 48:testo in E. CASPAR. This Register Gregors VII, (1920-23), 514.516 (VIII, I a b). Iltesto tli S. Paolo del primo documento ed. I. n. Card. PI TRA, Annletle,

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Il nuovo testo corrisponde a quello del Registro, e presenta solouna variante importante, alla fine della formula di investitura, doveinvece della data « Acumi ut sopra », si legge: « Fiat. Fiat. Fiat. Deo

gratias ».Nell'ultima pagina, f. 139v, molto sciupata, si legge (assai male,

per la verità) la brutta e incompleta copia coeva, già accennata, delprivilegio di Pasquale 11 al vescovo Vittore di Bologna del marzo1111 (47); e alcune altre note e probationes pennae senta impor-

lauta ( 4 8 ) .

Spirilegii Solesmensh aliera nmiintinlin. I ( 1885) , 478. V . a n c h e P. K E H R , D i r

I t e l e h r l i T ge n d . N ouveo f e , d u r e ! , die Piip.qe (1059-1192), M A L

Pr euss. K lasse . 1931 , n . p . 2 8 . — I . a c o p i a i n i n a mo l a n a d i t p i e s t i

d o c u m e n t i d i G r e g o r i o V I I s e m b r a d i m o s t r a r e u n i n t e r e s s e p e r l a f i g u r a d e l g r a n d e

p a p a . f o r s e s p i e g a b i l e a n c h e c o n l a s t i a d i m o r a d i I r e a n n i p r i m a n e l l ' a b b a z i a ( a b i t i -

n o 1 3 - 2 8 a p r i l e 1 0 7 7 : v . A . M E R C A T I . G r e ga r i o VII o Nananlola. S t u d i Gr e g o -

r i a n i 1 . 1947 , 413 - 416 ) .( 1 7 ) K E H R , Dolio ponlifiria, V ( 1 9 1 1 ) . p . 2 1 5 / , m o n . 1 7 : i l t e s t o a r r i V a l i n o a l l e

p a r o l e • e t s a n c i r H e l e n e • ( e d . P I . 1 1 1 7 . ! r d - 3 5 2 A ) , 5 i t i . p r i v o d ' i m i t o l a z i o n e e

a b b r e v i a t o .( 1 8 ) « Q . ) e s t i n d i c i b i l i s n u l l o m o d o ! t o s s i i d e s c t i b i n e i p t e • ( d e l s . X I I : r i p e -

t u t o p i ùg i ù i n s c r i t t u r a p i ù r o z z a ) ; « M i l l e s i m o e c c . . . . . . x x x v A n o s a ( l u t t i ) . ; • I s t e

l i b e r e s t • ( s . X V c i r c a ; i n t e r r o t t o ) ; e -a l t r e d i n e s s u n c o n t o .

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INDICE

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I ,rio-lu• .1 .1 Hula ri . delle adunanze

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)11- \11 /li l•Tomi s i i Giovaml i nek azzi 11•11e ra io . . p a g

\ I I ONSO MORSETI I. Gi c 1 \ í i t v z . - I i i r i e t t d e l

s o r g i n t e n l o . • • . • • •

i i i A B E R T O L A N 1 DEI. RIO. d e i S S .

e F i l i p p o e i l s u o c a m p a n i l e . . . . . .

111141.110 V111111ENTINI. L ' o s p i • d a l e d e i S S . ( " i n v i a n o e C r i •

A n f o r a t i r o s t e s I , l a d a m i g i a n a . . . . .

\ l . T M i : s s m i i HONCAGLI A 1\ TAIII. S e i p a s u • i n a l i . d e l

l i P a p a U r b a n o I l l a r b e r i n i . . . •

Pii-Ani:LE D i P u i T l i o . M e d i c i i n i a l e n e s i a V e n e z i a n e l

s e c o l o X V I I . . . . . . . . .

\ u n i x ° VOLTA. L ' I n g h i l t e r r a e 1111 p i a l l i ° t r u n i f i c a z i o n e

il,) iiuna . . . . . . . . .

\ 1 1 I l \ T O R I A N A

DANTE BALRONI. L i l l a l e t t e r a i n e d i t a d e l \ l ' o r a t o r i . .

P i s r o v i . S . A l f o n s , ' L i g u o r i e I . . A . A d o -

r a t o c i

NTONIO BELLINI. C r o l l i S i i e sloriogra li c a r p i g i a n i

l ' A r a n d o l e s i n e l s e c o l o d i I , . A . 1 1 a r a i o r i . • •

1 I I S C E L L A N E A D I S T U D I N O N A N T O L A N I

TON1‘1.1till SO1111E1.1.1. H e l i l , i 0 1 1 e u U.111111•R 1111 i l i S I Od i

s t o r i c i p e r l a c e l e b r a z i o n i ' d e l 121mr ann is rsai-ili dellaf o n d a z i o n e d e l l ' A b b a z i a d i N o n a n i o l a . . •

A s a a m o M E R C A T I . P l I l e i d 0 p r i o r e d i N1111/1111<da . .

AUGUSTO 1:0!111.11/1. ( ; i r Ok 1 1 1 1 0 Ti r a 1 1 0 S e l l i e la s lor ia d iN orimi oli . . . . . . . . . .

G u r s E e m i : Gummi-FA, S u l I t e g e s i o d e i doe11111e111 i 110111111.' a l a n i d e l l ' A r c h i v i o S e g r e i o V a l i c a n o e s u g l i a n i i e b i

C a l a l o g b i e i t : o d i e i n o n a n i o l a n i . . . • .

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