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Uno tzunami che ri- schia di far crollare il ca- stello di poesia e carte (non solo processuali) messo in piedi da Nichi Vendola, e che promette di rompere quel trampoli- no di lancio che potrebbe rappresentare per il leader di Sel, il punto di partenza per puntare a Roma, forse anche a Palazzo Chigi. E nei giorni scorsi le voci che circolavano nei corridoi di Via Capruzzi lasciavano anche intuire che qualcosa di clamoro- so sarebbe potuto acca- dere. Dimissioni? Tutti a casa? Nemmeno per so- gno. Il bel gesto di Vendo- la è restare fermo e saldo al suo posto. Esattamente come se nulla fosse successo. In Regione la maggioranza fa quadrato, le opposizio- ni affondano il colpo e la polemica avvampa. Questa testata non riceve contributi pubblici 20 aprile 2012 • anno III n. 14 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella L’iNCHIESTA Cittadella della Giustizia, nel silenzio la speculazione è “targata” Pizzarotti ALLE PAGG 8 E 9 IL REPORTAGE Simeone Di Cagno Abbrescia e Michele Emiliano, due mandati e due delusioni ALLE PAGG 8 E 9 LA SITUAZIONE ALLA REGIONE - Dimissioni? Vendola smentisce tutte le voci Attaccato alla poltrona, per amore di se stesso L’EDITORIALE Basta con i soldi ai partiti Futuro e Libertà ha pre- so una posizione forte e chiara sulla questione del finanziamento pubblico. Gianfranco Fini e Italo Boc- chino hanno detto chiara- mente che bisogna taglia- re questo fiume di soldi di almeno il 50%. Bene. Però, come Generazione Futuro crediamo si possa e si deb- ba fare di più. Senza inseguire Grillo e Co., Generazione Futu- ro dà il via alla campagna per abolire totalmente il finanziamento pubblico ai partiti. Un partito, un’organiz- zazione giovanile può vive- re senza soldi pubblici. E’ dura, ma si può fare. Ma attenzione. Grillo & Co. sono “contro”. Noi sia- mo “per”. Perchè credia- mo nella politica e perchè se fossimo solo “contro” appariremmo delle copie sbiadite. L’ELZEVIRO Cosa fa davvero paura? di Fortunata Dell’Orzo Il film è Il Turco Na- poletano. Totò, finto eunuco e fantastico tombeur de femmes, intercetta una poesiola in rima baciata nel de- colleté di una giovane dama di cui dovrebbe vigilare la virtù. Fra le lacrime, la fanciulla gli confessa d’aver “perso la testa” per l’infimo poetucolo e il genio napoletano le ribatte “e se ti scriveva Leopardi, che cosa ti perdevi?”. Tutti a farsela sotto per Beppe Grillo. L’in- stancabile e capelluto cianciatore d’infime ovvietà ha forse l’unico merito di farci provare orrore per noi stessi. E’ dal 2002 (dieci anni) che girotondia- mo, saltelliamo, ci in- digniamo, fingiamo insomma di far politica (se stiamo a sinistra) e dal 1994 a ubriacarci di fesserie, milioni di posti di lavoro, barzel- lette su rosibindi, belle gnocche e altre ameni- tà, se ci ritroviamo nel centro destra. Nel frattempo la po- litica si è dissolta, i ma- estri sono quasi tutti morti, le teste pensanti sembrano essersi tutte convocate in un invisi- bile aventino. E basta un Beppe Grillo qualsiasi a far paura a ciò che resta dei partiti perché “ha il sette per cento”. Ma nessuno si spa- venta di quel sessan- ta per cento che non andrà a votare, voterà scheda bianca o anco- ra non sa per chi vota- re. Il vero “mostro” è questo. Per una volta, per lo meno, il povero Grillo, conta davvero poco. POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA ALLE PAGG 4 E 5 www.pugliadoggi.it BARI - Municipi ed Area Metropolitana, in città si continua a discutere su come e quando reallizzarli Decentramento: qualche futuro? A PAG 7 FOGGIA - Esplosione in centro. Pista possibile una guerra di mala Torna la paura delle bombe A PAG 12 CERIGNOLA - Solo promesse elettorali non mantenute Due anni di Giannatempo A PAG 13 SPECIALE ELEZIONI AMMINISTRATIVE - I Comuni al voto Focus su Giovinazzo e Canosa A PAG 10 il corsivo di Enrico Ciccarelli Abbiamo avuto anche noi un fre- mito di indigna- zione nel vedere i clandestini tunisi- ni rimpatriati con modalità indegne di un Paese civile. Ci ha colpito in particolare l’adesi- vo sulla bocca. Un trattamento così inumano e crude- le che noi non lo applicheremmo nemmeno a Da- niela Santanché. di Gianmario Mariniello

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Il numero 14 del settimanale a diffusione gratuita Puglia d'oggi, del 20 aprile 2012

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Uno tzunami che ri-schia di far crollare il ca-stello di poesia e carte (non solo processuali) messo in piedi da Nichi Vendola, e che promette di rompere quel trampoli-no di lancio che potrebbe rappresentare per il leader di Sel, il punto di partenza per puntare a Roma, forse anche a Palazzo Chigi.

E nei giorni scorsi le voci che circolavano nei corridoi di Via Capruzzi lasciavano anche intuire che qualcosa di clamoro-so sarebbe potuto acca-dere.

Dimissioni? Tutti a casa? Nemmeno per so-gno. Il bel gesto di Vendo-la è restare fermo e saldo al suo posto.

Esattamente come se nulla fosse successo. In Regione la maggioranza fa quadrato, le opposizio-ni affondano il colpo e la polemica avvampa.

Questa testata non riceve contributi pubblici

20 aprile 2012 • anno III n. 14 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella

L’iNCHIESTA

Cittadella della Giustizia,nel silenzio la speculazione è “targata” Pizzarotti

alle Pagg 8 e 9

IL REPORTAGE

Simeone Di Cagno Abbrescia e Michele Emiliano,due mandati e due delusioni

alle Pagg 8 e 9

LA SITUAZIONE ALLA REGIONE - Dimissioni? Vendola smentisce tutte le voci

Attaccato alla poltrona,per amore di se stesso

L’EDITORIALE

Basta con i soldi ai partiti

Futuro e Libertà ha pre-so una posizione forte e chiara sulla questione del finanziamento pubblico. Gianfranco Fini e Italo Boc-chino hanno detto chiara-mente che bisogna taglia-re questo fiume di soldi di almeno il 50%. Bene. Però, come Generazione Futuro crediamo si possa e si deb-ba fare di più.

Senza inseguire Grillo e Co., Generazione Futu-ro dà il via alla campagna per abolire totalmente il finanziamento pubblico ai partiti.

Un partito, un’organiz-zazione giovanile può vive-re senza soldi pubblici. E’ dura, ma si può fare.

Ma attenzione. Grillo & Co. sono “contro”. Noi sia-mo “per”. Perchè credia-mo nella politica e perchè se fossimo solo “contro” appariremmo delle copie sbiadite.

L’ELZEVIRO

Cosa fadavveropaura?

di Fortunata Dell’Orzo

Il film è Il Turco Na-poletano. Totò, finto eunuco e fantastico tombeur de femmes, intercetta una poesiola in rima baciata nel de-colleté di una giovane dama di cui dovrebbe vigilare la virtù. Fra le lacrime, la fanciulla gli confessa d’aver “perso la testa” per l’infimo poetucolo e il genio napoletano le ribatte “e se ti scriveva Leopardi, che cosa ti perdevi?”.

Tutti a farsela sotto per Beppe Grillo. L’in-stancabile e capelluto cianciatore d’infime ovvietà ha forse l’unico merito di farci provare orrore per noi stessi.

E’ dal 2002 (dieci anni) che girotondia-mo, saltelliamo, ci in-digniamo, fingiamo insomma di far politica (se stiamo a sinistra) e dal 1994 a ubriacarci di fesserie, milioni di posti di lavoro, barzel-lette su rosibindi, belle gnocche e altre ameni-tà, se ci ritroviamo nel centro destra.

Nel frattempo la po-litica si è dissolta, i ma-estri sono quasi tutti morti, le teste pensanti sembrano essersi tutte convocate in un invisi-bile aventino.

E basta un Beppe Grillo qualsiasi a far paura a ciò che resta dei partiti perché “ha il sette per cento”.

Ma nessuno si spa-venta di quel sessan-ta per cento che non andrà a votare, voterà scheda bianca o anco-ra non sa per chi vota-re.

Il vero “mostro” è questo. Per una volta, per lo meno, il povero Grillo, conta davvero poco.

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www.pugliadoggi.it

BARI - Municipi ed Area Metropolitana, in città si continua a discutere su come e quando reallizzarli

Decentramento: qualche futuro?a Pag 7

FOGGIA - Esplosione in centro. Pista possibile una guerra di mala

Torna la paura delle bombea Pag 12

CERIGNOLA - Solo promesse elettorali non mantenute

Due anni di Giannatempoa Pag 13

SPECIALE ELEZIONI AMMINISTRATIVE - I Comuni al voto

Focus su Giovinazzo e Canosaa Pag 10

il corsivo

di Enrico Ciccarelli

Abbiamo avuto anche noi un fre-mito di indigna-zione nel vedere i clandestini tunisi-ni rimpatriati con modalità indegne di un Paese civile.

Ci ha colpito in particolare l’adesi-vo sulla bocca. Un trattamento così inumano e crude-le che noi non lo a p p l i c h e re m m o nemmeno a Da-niela Santanché.

di Gianmario Mariniello

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2 venerdì 20 aprile 2012In primo piano

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Registrazione presso il Tribunaledi Bari n. 47/2010 del 12/11/2010

Questo periodico èassociato all’Unionestampa periodica italiana

La demolizione della partitocrazia della Prima Repubblica, la cui fine fu determinata essenzial-mente dalla fine dei bloc-chi e dal crollo del Muro di Berlino, ha prodotto, come è sotto gli occhi di tutti, una moltiplicazione esponenziale della cor-ruzione, che è dilagata a macchia d’olio dalla po-litica alle tecnostrutture della pubblica ammini-strazione fino a magistra-ti e professionisti.

Per giunta, mentre in passato, per usare la ce-lebre espressione di Rino Formica, i partiti erano il convento povero abitato da frati ricchi, oggi i rim-borsi elettorali, insieme alla pratica scomparsa dell’attività politica tradi-zionale, garantiscono bi-lanci floridi e grandi flussi di liquidità.

Non essendo appena giunti dal pianeta Papal-la, non presteremo mol-ta fede alla favoletta dei soldi dilapidati da Lusi per mero consumo indi-viduale o da Belsito all’in-saputa di Bossi: ci fermia-mo al dato di fatto che le forze politiche hanno molti più soldi di quanti gliene servano.

D’altronde il fatto che i cosiddetti rimborsi elet-torali siano stati erogati nella misura di quattro euro per ogni euro di spe-se “documentate” fa capi-re quale mano larga abbia usato lo Stato.

Le posizioni di Gian-franco Fini, o quelle della clamorosa lettera di Sal-vatore Tatarella a Mario Monti, non sono quindi frutto di demagogia d’oc-casione, del tentativo di raggranellare qualche consenso al forno dell’an-tipolitica.

di Enrico Ciccarelli

indecente nella gestione dei soldi dei cittadini.

E potrebbe essere an-che l’occasione buona per eliminare definitiva-mente lo scandalo nello scandalo del finanzia-mento ai giornali di par-tito.

Non solo perché, nell’età della comunica-zione online, è perfetta-mente possibile garan-tire la diffusione di ogni forma di pensiero con costi dieci o cento volte inferiori al passato; ma

perché il ca-so-Avanti di-mostra come questi enor-mi flussi di denaro ser-vano in realtà a costituire fondi neri, commissio-nare e pagare dossieraggi, a l i m e n t a r e un circui-to infame di malaffa-

re e tenebra. Un atto di responsabilità forte che servirebbe a tagliare le unghie ai pericolosi me-statori e demagoghi che soffiano sul fuoco dell’an-tipolitica ed equivarrebbe alla posa della prima pie-tra per il nuovo edificio della democrazia italiana.

Per i partiti potrebbe essere l’ultima chiamata.

Il giustificato malu-more dei cittadini e le drammatiche condizioni economiche del Paese potrebbero innescare una spirale rivoluziona-ria?

Sinceramente non lo crediamo, benché ci sia, nei media e nel dibatti-to pubblico, un evidente stato febbricitante.

Di sicuro la tenta-zione eversiva può ave-re una sua seduttività: l’idea che ribaltando gli assetti di potere (come nell’esempio islandese, tanto citato quanto del tutto sconosciuto) si pos-sano scacciare i fantasmi dell’oggi ha un indiscuti-bile valore consolatorio.

Ma all’Italia di oggi non serve un Quarantot-to, per indicare il gene-rale sommovimento che quell’anno comportò nell’Europa del XIX se-colo; serve piuttosto un Quarantanove, inteso come articolo della Co-stituzione.

Quell’articolo stabili-sce il diritto dei cittadini a concorrere a determi-nare la politica nazionale associandosi in partiti.

È l’unico passaggio della nostra Carta fon-damentale in cui si fa ri-ferimento ai partiti, ed è anche sufficiente a com-prenderne l’ineliminabi-lità.

Una democrazia sen-

za partiti non è quella immaginata dal Costi-tuente, ed è impossibile vararla senza mutare ra-dicalmente l’ordinamen-to dello Stato.

Tuttavia il clima po-litico del dopoguerra, la paura di un ritorno al dispotismo e al partito unico, indussero il legi-slatore a tollerare che i partiti si organizzassero, dal punto di vista giuri-dico, come associazioni non riconosciute, cioè come soggetti privi di personalità giuridica propria e quindi diffi-cilmente monitorabili e controllabili.

Un regime che, come le vicende di questi anni si sono incaricate di di-mostrare, che è incompa-tibile con la percezione e la spendita di contributi pubblici.

La questione si è ag-gravata in modo palmare con l’avvento della Se-conda Repubblica, e dei suoi partiti personali, nei quali è stato sempre più difficile distinguere fra patrimonio personale del leader e finanze del partito (sono simmetrici, benché opposti, i casi di Berlusconi e Bossi, ma quello di Di Pietro non è dissimile).

Una premessa neces-saria alla bonifica della vita politica è un’efficace attuazione dell’art. 49-

Non serve un 48, ma un quarantanove

il commento

di Enrico Ciccarelli

forze armate

“L’Odg approvato dall’aula di Montecitorio con il quale impegniamo il governo a provvedere ad una revisione dell’IMU relativa agli immobili pos-seduti a titolo di proprietà o di usufrutto dal per-sonale in servizio permanente del Comparto Dife-sa e Sicurezza e che prestano il servizio fuori dalla regione di provenienza, è un passo importante verso una maggiore equità sociale”. Lo dichiara in una nota il deputato Fli, Gianfranco Paglia, firma-tario insieme all’onorevole Aldo Di Biagio, dell’or-dine del giorno approvato dalla Camera.

“Serve un impegno concreto a favore di una ca-tegoria troppe volte inascoltata”, conclude il par-lamentare di Fli.

Rivedere Imu per gli immobili dei militari

P o t r e b -be anche essere fi-n a l m e n t e

l’occasione buona per eliminare definitiva-mente lo scandalo nel-lo scandalo del finan-ziamento ai giornali di partito

Perché hanno ragione Alfano, Bersani e Casini, con l’autorevole appog-gio del presidente della Repubblica, a ricordare che una politica squattri-nata fa più danni e costa di più, oltre ad essere a serio rischio democrati-co.

Ma in questo come in altri campi le dimensio-ni contano: è giusto che anche le forze politiche italiane ricevano forme di sostegno (che possono andare dalla detassazio-ne dei con-ributi versati dai privati a forme tra-sparenti di fi-nanziamento diretto), ma queste risorse non devono essere così scandalosa-mente supe-riori a quelle previste nelle altre grandi d e m o c ra z i e continentali.

Il dimezzamento dell’attuale cifra appare come una misura del tut-to ragionevole, così come la soppressione delle due rate ancora dovute. In tempi di sacrifici diffusi e generalizzati, pensiamo sia un atto di buonsenso mettere a dieta chi si è di-mostrato così incapace o

Partiti, ultima chiamata!Il dimezzamento dell’attuale cifra versata ai partiti politici appare come una misura del tutto ragionevole ed adeguata

LA SITUAZIONE POLITICA ITALIANA - Vogliamo davvero credere alla favoletta dei soldi dilapidati per mero consumo individuale?

lavoratori esodati

Chiarire quali sono stati i criteri di individuazio-ne, monitoraggio e conteggio adottati nel tavolo tecnico per la determinazione del numero di eso-dati: è quanto chiedono i deputati di Fli, Luigi Muro e Aldo Di Biagio, in un’interpellanza al Ministro del Lavoro, Elsa Fornero. “Chiediamo al Governo che sia fatta definitivamente chiarezza sul numero de-gli esodati, che dopo mesi risultano ancora essere 65mila, cioè esattamente quanti possono essere coperti dagli stanziamenti della Ragioneria di Stato. Ci domandiamo in che considerazione siano tenuti i numeri, molto diversi, forniti da Inps e sindacati e quale criterio permetta al lavoratore di entrare a far parte dei ‘fortunati’ inclusi nelle deroghe”.

Numeri e criteri, la Fornero chiarisca

Palazzo Chigi, sede del Governo italiano

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venerdì 20 aprile 2012 3

ta abrogazione di ogni forma di finanziamento pubblico dei partiti, an-che in considerazione del pesante debito pubblico, accumulatosi negli anni, e delle gravi misure decise dal Suo Governo, nel diffi-cile tentativo di evitare il fallimento del Paese.

In questo contesto, stride il contrasto fra due opposte valutazioni del-la questione: da un lato i partiti, che, pur concor-dando sulla necessità, ormai inderogabile, di introdurre modifiche so-stanziali alla disciplina vi-gente, sopratutto in tema

di controllo, non sembra-no aver ancora valutato la ulteriore necessità di dare al Paese un segnale netto ed inequivocabile di rot-tura con il vecchio siste-ma di privilegi ed opacità; dall’altro l’insofferenza generalizzata e sempre più acuta di larghe fasce di opinione pubblica, che, accomunando in un uni-co giudizio negativo, po-litica, partiti e istituzioni, non sembra più disposta a tollerare passivamente lo scandaloso sperpero di pubbliche risorse, sopra-tutto in tempi di ristret-tezze e disagi.

Illustre Presidente, qualche tempo fa,

probabilmente in un mo-mento di comprensibile amarezza, Lei affermò: “se il Paese non è pron-to, posso sempre farmi da parte”. Invero, è assai probabile che, su alcune delle radicali riforme, ne-cessarie per far uscire il Paese dalla presente crisi di sistema, larga parte de-gli italiani non sia ancora pronta a modificare alcu-ne sue errate convinzioni. Su una questione, però, il Paese è pronto a seguir-la, avendo da sempre un convincimento larga-mente maggioritario, che, in questi ultimi tempi, si è andato viepiù raffor-zando, a causa di diversi e poco onorevoli recenti fatti di cronaca politico-giudiziaria. Mi riferisco alla diffusa contrarietà al finanziamento pubblico dei partiti, che, circa un decennio addietro, si ma-terializzò in un chiaro e netto responso abrogati-vo: oltre trenta milioni di si, il 90%, su trentaquattro milioni di votanti.

Come Ella sa, quel chia-ro e netto verdetto degli italiani, con il consenso di quasi tutti i partiti di ieri e di oggi, è stato, prima ag-girato, con l’introduzione succedanea del contribu-to elettorale, e poi beffato,

con la sua attuale, abnor-me dilatazione.

Le cronache recenti narrano di una disinvolta e illegittima utilizzazio-ne dei rimborsi elettorali da parte di alcuni partiti a beneficio di distorte e assai discutibili finalità privatistiche, mentre i bi-lanci di tutti i partiti evi-denziano rilevanti avanzi di gestione e una cospi-cua liquidità di cassa. Cir-costanze queste ultime che dimostrano, ove ce ne fosse ancora bisogno, che il contributo erogato è di gran lunga superiore alle reali necessità dei partiti. Se i dati resi pubblici sono esatti, sarebbero state di-sposte in questi anni ero-gazioni pari a due miliardi e mezzo di euro, a fronte dei quali sarebbe stata di-chiarata, senza nemme-no una accettabile docu-mentazione probatoria, una spesa di solo cinque-cento milioni.

Questi fatti e queste ci-fre, che non hanno eguali in tutta Europa, hanno provocato nuovo discre-dito internazionale, atti-rato le censure di impor-tanti organismi europei ( Greco ) e alimentato ulte-riormente il vento dell’an-tipolitica. La prego di vo-ler considerare che oggi, in misura anche più larga di ieri, la maggioranza de-gli italiani sarebbe molto favorevole all’immedia-

In primo piano

L’appello al Premier: un decretoper sopprimere le ultime due rate

FINANZIAMENTO AI PARTITI - I tagli e i sacrifici non fanno piacere ai cittadini. Ma in questa occasione si può trovare un largo consenso

Presidente, fra poche settimane, se non inter-verrà un immediato inter-vento legislativo, i partiti incasseranno la penulti-ma rata di contributo, pari a circa 100 milioni di euro. Questa eventualità sareb-be vissuta dalla maggio-ranza degli italiani come uno schiaffo ai loro sacri-fici e alle loro sofferenze e acuirebbe in misura pericolosissima il loro di-stacco dalle istituzioni e dalla democrazia. Sareb-be molto bello, quindi, se, fra tante pesanti restrizio-ni imposte ai cittadini, ve ne fosse oggi anche una, imposta ai partiti. Repu-to, tuttavia, assai labile la speranza che possano es-sere gli stessi partiti a pro-porre un disegno di legge soppressivo delle ultime due rate di contributo. Da alcune settimane si assiste a un poco inco-raggiante balletto di pro-poste e dichiarazioni, che non lascia intravedere nulla di buono. Non resta, quindi, che un intervento del Governo, attraverso la decretazione d’urgenza.

Posso ben prevedere le obiezioni di merito e pro-cedimentali, ma Ella con-verrà che stiamo vivendo un periodo fortemente emergenziale, tale da giu-stificare anche qualche eventuale forzatura po-litica. Non pretendo che il Governo legiferi orga-

nicamente in materia di finanziamento dei partiti, che è competenza propria del Parlamento. Chiedo soltanto un intervento eccezionale, una tantum, del Governo, perchè sia-no soppresse le ultime due rate di contributo pubblico, destinandole contestualmente a inter-venti immediati di natura sociale, a favore delle per-sone e delle famiglie più disagiate.

Il Suo Governo ha im-posto tagli e sacrifici, che, ovviamente, non hanno trovato il consenso entu-siasta delle categorie col-pite. In questo caso, inve-ce, Lei troverebbe al Suo fianco la quasi totalità del Paese, e reputo che, anche in Parlamento, sarebbero in pochissimi a non con-vertire il decreto legge, che, con molta forza, mi permetto di richiederLe. Accogliendo questa pro-posta, Lei non si pieghe-rà all’ondata dilagante di antipolitica, che, a volte, viene alimentata in ma-niera manifestamente torbida e strumentale, ma, al contrario, contri-buirà ad abbassare la ten-sione sociale e a restituire a molti italiani la fiducia nella buona politica e nelle istituzioni democra-tiche, che devono esse-re sempre difese da ogni attacco, perchè garanzia della nostra libertà.

il presidente napolitano

Dopo il fronte co-mune dei 3 partiti che appoggiano il governo Monti sul tema del fi-nanziamento ai partiti, Napolitano ha detto che “è necessario estirpare il marcio ma non bisogna demonizzare i partiti che non sono il regno del male”.

“Cancellare del tutto i finanziamenti pubblici, destinati ai partiti, già drasticamente tagliati dalle manovre finanzia-rie del 2010-2011, sareb-be un errore drammati-co”.

Inoltre ha aggiunto: “Il marcio ha sempre potuto manifestarsi, e sempre si deve estirpare: ma anche quando sem-bra diffondersi e farsi

soffocante, non dimen-tichiamo tutti gli esempi passati e presenti di one-stà e serietà politica, di personale disinteresse, di applicazione appas-sionata ai problemi della comunità. Guai a fare di tutte le erbe un fascio, a demonizzare i partiti, a rifiutare la politica”.

Di fatto, però, è ne-cessaria un giro di vite robusto e con mano ben ferma ad uno spreco che, vede i partiti spen-dere e spandere, com-prare diamanti ed inve-stire in beni mobili ed immobili, disporre pra-ticamente di pozzi senza fondo proprio mentre ai cittadini sono richiesti grossi, continui e ingiu-sti sacrifici.

Non demonizziamo i partiti politici

Mario Monti

Finanziamento ai partiti? Tutto da rifare. Una legge nata in fretta, scritta male e che non risolve il problema.

Così i tecnici della Camera boc-ciano la proposta Alfano-Bersani-Casini. La scheda preparata per i deputati, con l’inizio dell’esame del testo in commissione Affari costituzionali, lascia prevedere che le modifiche durante l’iter dovranno essere corpose.

Dalla difficile applicazione dell’obbligo di certificazione dei bilanci, alla mancata sospensio-ne dei contributi anche in caso di irregolarità: i tecnici del dipar-timento Istituzioni della Camera hanno mosso numerosi rilievi alla proposta di legge di riforma dei bilanci dei partiti presenta-ta da Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini.

Intanto, si spiega nell’analisi del primo comma dell’articolo 1,

“non risulta menzionata nel testo della proposta di legge la certifi-cazione dei bilanci, seppure con-siderata obbligatoria nella rela-zione illustrativa”.

Lunga anche la serie dei rilievi sulla Commissione per la traspa-renza dei bilanci, che dovrebbe essere formata dai presidenti di Corte dei Conti, Consiglio di Stato e Cassazione.

Quanto alle sanzioni, “colpi-scono esclusivamente le irrego-larità e non le inottemperanze dei partiti”, dicono gli esperti. Il testo poi “non specifica le tipolo-gie di irregolarità che conducono all’applicazione di sanzioni”.

Poi c’è una questione più ge-nerale. L’obbligo di sottoporre i bilanci al giudizio delle società di revisione si applica “a tutti i par-titi politici e dunque non solo a quelli che hanno usufruito dei contributi per le spese elettora-

li”. Tuttavia, “in mancanza di di-sciplina di attuazione dell’art.49, non essendo censibili tutti i parti-ti e i movimenti politici” esistenti “il controllo dell’adempimento degli obblighi sopra illustrati ap-pare difficilmente realizzabile”.

Chi, tramite twitter, non ha fatto mancare la sua stoccata è il vicepresidente del gruppo di Fli Carmelo Briguglio: “ABC su finan-ziamento partiti ha toppato. Pro-posta da rifare da cima a fondo”.

Insomma, si rischia di restare nel vago, nel campo delle ipotesi e della mera “legge di principio”.

Invece c’è bisogno di una legge seria, forte e precisa, che vada a disciplinare il finanziamento dei partiti. La cronaca di questi giorni è ricca di “errori” dei partiti.

Adesso a Roma bisogna stare con gli occhi ben aperti per evita-re che si commettano altri, enne-simi, errori.

Finanziamento ai partiti, la propostaA-B-C bocciata dai tecnici della Camera

la proposta di legge

di Salvatore Tatarella

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4 venerdì 20 aprile 2012Regione Puglia

Il terremoto politicoe i rischi di Vendola

L’INCHIESTA SULLA SANITA’ PUGLIESE - Richiama un “beau geste”, ma di dimissioni nemmeno a parlarne

Sanità, rifiuti, energia, infrastrutture, acqua. Sono i cinque temi sui quali la stessa maggio-ranza che governa la Re-gione Puglia ha ammes-so di non aver rispettato gli impegni assunti con gli elettori. Lo ha detto il capogruppo del PdL nel corso della conferenza stampa che l’opposizione del centro destra ha tenu-to ieri mattina, a cui han-no partecipato anche il capogruppo della Puglia prima di tutto Francesco Damone, Massimo Cas-sano, Saverio Congedo e Giovanni Alfarano (PdL).

Si tratta di temi sui quali sono stati elaborati Piani (sanità, rifiuti, ener-getico, lavoro) quasi mai attuati, “essendosi spes-so tradotti – ha aggiunto Palese – in leggi dichiara-te illegittime dalla Corte Costituzionale” (l’ultima

è quella che prevedeva la riconversione di alcuni dei presidi ospedalieri di-sattivati a seguito del Pia-no di rientro in Residenze sanitarie per anziani) “o, comunque, essendosi rivelati inattuabili nella pratica”. Il risultato – se-condo il capogruppo PdL – è che la sinistra gover-na non sulla base di una programmazione, ma alla giornata inseguendo l’emergenza, cercando di sanare questioni incan-crenite e che stanno pe-santemente danneggian-do i cittadini.

A fronte di questo si pone “il totale fallimento del progetto politico del-la sinistra” - ha aggiunto il capogruppo PdL – per non aver saputo guidare non un processo di cam-biamento, ma neanche l’ordinaria amministra-zione”.

Il fallimento politicodella sinistra pugliese

parlano le opposizioni

Nichi Vendola, Presidente della Giunta regionale pugliese

“Niki Vendola ha reso noto che intende rimane-re alla guida della Regione Puglia fino alla scadenza naturale della legislatura: e fin qui va benissimo. A condizione che la guidi sul serio, e non come, molto stancamente e distratta-mente, ha fatto nei primi due anni di Legislatura. Un suggerimento è, però, doveroso: eviti di dichiara-re che il cosiddetto rinno-vato impegno è anche un modo per ricambiare l’af-fetto dei pugliesi … per-ché, altrimenti, non solo ci troveremmo di fronte ad un inattendibile penti-to, ma anche al cospetto di un impenitente recidivo “.

Al vetriolo il commen-to dell’ex senatore Eupre-pio Curto, attualmente consigliere regionale del partito di Gianfranco Fini, alle dichiarazioni rese dal

governatore della Puglia in merito ai suoi ben noti propositi di abbandonare la Puglia per scalare l’em-pireo romano.

“Vendola – prosegue Curto - non può pensare di far continuare a sorbi-re ai pugliesi le sue favole. Bari non costituisce la sua scelta volontaria e consa-pevole, ma è quella a cui è stato costretto dal mutato equilibrio nazionale e, so-prattutto, dalle tante mac-chie che hanno caratte-rizzato sino ad oggi la sua gestione della macchina regionale”.

“Ci risparmi quindi – ha incalzato l’esponente politico di Futuro e Li-bertà – i toni toccanti e le espressioni commoventi. Affronti, invece, seria-mente, e non come fatto fino ad ora, i più impor-tanti temi della Puglia:

Vendola, la veritàè una: il re è nudo

il commento di euprepio curto (fli)

Un terremoto politico. Uno tzunami che rischia di far crollare il castello di poesia e carte (non solo processuali) messo in pie-di da Nichi Vendola, e che promette di rompere quel trampolino di lancio che, lo sanno anche i sassi, po-trebbe rappresentare per il leader di Sel, il punto di partenza per puntare a Roma, forse anche a Pa-lazzo Chigi.

E nei giorni scorsi le voci che circolavano nei corridoi di Via Capruzzi lasciavano anche intuire che qualcosa di clamoroso sarebbe potuto accadere.

Cambiare aria e punta-re a Roma, una soluzione che, in fondo, avrebbe po-tuto portare dei vantaggi a tutte le parti in gioco, ed avrebbe tolto più di un imbarazzo al Governatore pugliese.

E’ proprio Nichi Vendo-la, però, a fare il pompiere ed a mettere la parola fine ad ogni possibile voce sul-le sue (presunte ed immi-nenti) dimissioni. Ipotesi che avrebbe portato allo scioglimento immediato del Consiglio Regionale, ed a nuove elezioni.

“Abbandonare? No, non l’ho mai pensato - ha rife-

rito Vendola ai cronisti a proposito della questione morale - ma uno che ha 40 anni di vita politica cri-stallina come me, potreb-be anche reagire con un beau geste”.

Dimissioni? Tutti a casa? Fine di una legisla-tura (la Vendola-bis) de-vastante per quantità e qualità di inchieste sulla sanità, di bocciature dal-la Corte Costituzionale, di buchi di bilancio negli Enti regionali, di occasio-ni perse e di sorridenti po-esie?

Nemmeno per sogno.Il bel gesto di Vendola

di Roberto Mastrangelo

è restare fermo e saldo al suo posto.

Esattamente come se nulla fosse successo.

Come se nessuna in-chiesta lo riguardasse (del resto era la linea adottata fin quando è stato possi-bile).

Come se il Presiden-te della Giunta regionale non avesse responsabilità (lo ripetiamo ancora una volta) per lo meno politi-che sull’operato dei suoi Assessori.

A parlare è ancora Ven-dola.

“Con questo centrosi-nistra - spiega - il beau ge-ste è il mio atto di amore

verso questa terra. Ricevo lo stesso affetto ovunque: per questo attaccamento mi sento impegnato dal punto di vista politico. Re-stare, con serenità di co-scienza, è anche un modo per ricambiare il senti-mento dei pugliesi”.

E la maggioranza? E il Pd? E i partiti che hanno contribuito a fondare ed a sostenere il Vendola-Bis?

Allineati e coperti, come truppe cammellate pronte agli ordini del lea-der. Senza voci contrarie, senza tentennamenti. In fondo basta votare e tutto è sotto controllo.

Eppure nei giorni scor-

si è stato Sergio Blasi a richiamare l’attenzione del governo regionale su un programma politico, quello che era stato sotto-scritto da tutto il centrosi-nistra prima delle elezioni del 2010, che è rimasto abbastanza lontano dalle decisioni della Giunta re-gionale, e ben chiuso nei cassetti del Lungomare di Bari.

I partiti di centrosini-stra hanno confermato la loro fiducia a Nichi Ven-dola in una recente confe-renza stampa alla Regione Puglia. Fiducia e serenità.

Con la clausoletta di tornare a parlare di pro-grammi, sterzando verso temi ed azioni di cui si erano un po’ perse le trac-ce.

Riportare al centro del dibattito politico della Pu-glia le politiche attive del lavoro, l’ambiente, l’ener-gia, il rilancio della sanità, i rifiuti.

Fino ad ora su questi temi si è parlato più nei corridoi dei tribunali che nell’aula consiliare.

Ci riusciranno?Probabilmente per un

po’. Almeno fino al prossi-mo tzunami.

In fondo Nichi Vendola ha moltissimo da perdere. In ballo non c’è soltanto la sua poltrona da Governa-

tore della Puglia, ma an-che i possibili futuri asset-ti della politica nazionale, quando i tecnici dovran-no lasciare la mano ai par-titi e tutto fa pensare che nel centrosinistra possa esserci un possibile spo-stamento dell’asse verso sinistra, verso Sel, verso l’Idv, verso il famoso ma-nifesto di Chieti che sem-bra indigesto più ai diri-genti del Pd che alla base del Partito Democratico.

Ecco perchè difficil-mente Vendola mollerà la presa. Soltanto amore dei pugliesi? O forse anche opportunità politica?

Le due cose, si potreb-be ribattere, non sono in antitesi, anzi una rafforza l’altra.

Vero. Se però nei fatti ci si comportasse davvero da buon padre di famiglia di tutti i pugliesi.

Che vedono le loro im-poste addizionali ai mas-simi storici.

Che pagano canoni idrici ben più alti delle al-tre Regioni.

Che vedono chiudere i loro ospedali senza che ci siano rafforzamenti dei presidi sanitari territoria-li.

Che comprano la ben-zina più cara d’Italia.

Che vedono i loro as-sessori finire sotto inchie-sta.

Che vedono la Puglia tagliata dai trasporti na-zionali.

Che vedono gli aero-porti chiudere.

Che non vedono pro-getti e proposte per il ri-lancio dell’economia pu-gliese.

E che sono stufi di sen-tirsi raccontare barzellet-te che non fanno ridere e poesie scalcinate e sdruc-ciole.

sviluppo, occupazione, appropriato utilizzo delle risorse, ambiente, azioni a tutela dei deboli e de-gli emarginati, iniziative contro le nuove povertà, controllo sulle società par-tecipate, sanità, per finire con la urgentissima rivisi-tazione di un Ufficio Legi-slativo che ci sta facendo coprire di ridicolo di fron-te al continuo soccombere al cospetto della Corte Co-stituzionale “.

“Ma soprattutto – ha concluso Curto – recuperi

un pò di quel suo vecchio ( e disinteressato … ) spi-rito moralizzatore che ne costituì il trampolino di lancio politico ai tempi in cui, da componente della Commissione Antimafia, menava fendenti a Destra e non a manca … in alcuni casi per fatti assolutamen-te inconsistenti, mentre in altri talmente irrilevanti che, se rapportati a ciò che avviene oggi nella Sua Sa-nità, farebbero solamente sorridere. La verità è una : Il re è nudo”.

Euprepio Curto

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venerdì 20 aprile 2012 5Regione PugliaL’INCHIESTA - abuso d’ufficio, peculato e falso. Questi i reati che vengono contestati, a vario titolo, a Vendola e agli ex assessori

Scandalo sanità in Puglia, un sipario sempre aperto

Lo stop del turn over, e deroghe non concesse, la sovra spesa sanitaria, le piante organiche da mo-dificare, le PET mobili, i reparti in costruzione da anni e quelli impolverati, l’inefficienza dei servizi, la scarsità dei posti dei posti letto e la sovrab-bondanza delle strutture. I conti in rosso e l’ineffi-cienza dei servizi.

La malasanità indos-sa camici e cravatte e alimenta il malcontento dei cittadini, spettatori stanchi dinanzi ad un pal-coscenico di attori ma-scherati di belle parole, interessi e rapporti inter-personali.

Maschere che Lea Co-sentino ha voluto sol-levare ai suoi coprota-gonisti parlando ai pm esattamente un anno fa delle “sponsorizzazione” del primario, Paolo Sar-delli, da parte del gover-natore pugliese, e della «forzatura» impostagli «su istigazione e determina-zione di Vendola Nicola», per riaprire i termini del concorso.

La sua ex fedelissima è tornata a ribadire pesan-temente le accuse al go-vernatore levantino in un interrogatorio di gennaio, drenate in un nuovo fasci-colo d’indagine e ritenute credibili dai magistrati pugliesi. Nell’avviso di conclusione questi conte-stano non l’iter irrituale e la nomina “ad personam” ma anche le assicurazio-ni che Vendola avrebbe dato alla Cosentino, ga-rantendole in cambio del-la “orzatura” la “propria protezione” da eventuali iniziative di terzi cointe-ressati con la celebre af-fermazione rivelata dalla Cosentino “Non ti devi preoccupare di questa cosa! Ti copro io!”

Su Alberto Tedesco, oggi tra le file degli scran-ni a palazzo Madama e all’epoca dei fatti asses-sore alla Sanità, la mana-ger confessa: “Riguardo alla nomina del professor Acquaviva vi è stata una forte pressione dell’as-sessore Tedesco sia sui tempi dell’espletamento del concorso sia sul nome dell’Acquaviva: quest’ul-timo si era candidato in precedenza alle elezio-ni amministrative, non ricordo quali, nella lista del Tedesco, il quale soste-neva che Ac-quaviva fosse il migliore”.

E la ex lady ASL accende i riflettori sui tanti rappor-ti tra politica ed affari pri-vati. Un siste-ma di sinap-si fatto dei “soliti nomi” “In quel pe-riodo mi stavo rendendo conto che le cose che mi raccontavano Tarantini, Gero Grassi (parlamen-tare Pd, ndr) e Loizzo (ex assessore ai Trasporti, Pd, ndr) e cioè che vi erano delle consuetudini per cui il politico del territorio aveva degli imprenditori di riferimento e si faceva-no pressioni sulle gare di appalto, erano vere”.

Impegno ad alto inte-resse e basso rischio per l’ex assessore alla sanità Tedesco, sessantenne in-dicato a Vendola dal Par-tito Democratico, in par-ticolare dai dalemiani ai quali Tedesco era molto vicino, come vox sapien-tiae in tema sanitario.

I Tedesco possiedono 3 aziende che produco-no protesi ortopediche. Il cliente? La Regione. Il ma-nager tentò già nel 1999 la scalata in parlamento nel collegio camerale 20

di Bari alle elezioni sup-pletive con le insegne d e l l ’ U l i v o , u s c e n d o n e sconfitto, ci riesce quan-do viene p r o m o s s o senatore dal Pd, dopo le d i m i s s i o n i per incom-patibilità di Paolo De Ca-

stro, eletto al Parlamento europeo.

Lea Cosentino è la donna che lo stesso Ven-dola, prima del ciclone giudiziario sulla mala-sanità pugliese, avrebbe voluto promuovere asses-sore alla Sanità al posto dell’indagato Tedesco.

Ma l’anatema sulla sanità pugliese era già lo scorso anno in preve-

www.ilvelino.it

I tanti rap-porti tra politica ed affari pri-

vati. Sinapsi con i soliti nomi. E Lea Cosentino è la donna che Vendola avrebbe voluto promuo-vere asses-sore al posto di Tedesco.

“Il sistema sanitario pugliese non può conti-nuare a pagare per l’ina-deguatezza dell’ammi-nistrazione regionale. Alla magistratura chie-diamo di fare chiarezza in fretta perché non en-trino ingiustamente in una crisi senza ritorno anche quelle strutture, tra le quali il Miulli, che erogano servizi sanitari d’eccellenza. A Vendola chiediamo meno me-raviglia e più coraggio nell’assunzione di re-sponsabilità che non possono essere scaricate su altri. È lui o non è lui il presidente della giunta regionale?”.

A sostenerlo in una nota il consigliere regio-nale di Fli, Giammarco Surico, componente della Commissione Sa-nità della Regione Puglia coordinatore provincia-le del partito di Terra di Bari.

“Ad essere danneggia-ti in questo balletto di incapacità sostanziale di una politica che delega le soluzioni ai conten-ziosi piuttosto che alla propria capacità gestio-nale e alla propria com-petenza, nella traspa-renza degli atti”, afferma Surico, “sono tutti: citta-dini, operatori, strutture, in un incredibile gioco a rimpiattino in cui ad-dirittura chi governa si dichiara inquietato ri-spetto a quanto accade, come se quanto accade appartenesse ad altre re-sponsabilità”.

“Nella vicenda del Miulli e degli Ospedali gestiti da Enti Ecclesia-

stici”, continua, “aveva-mo suggerito da tempo una strada che non è mai stata presa in con-siderazione dal governo regionale: costituire una Fondazione consen-tendo così alla Regione Puglia di entrare nella proprietà di un Ospeda-le che offre un know how di avanguardia e servizi assistenziali cui afferi-scono pazienti anche da fuori regione, con 39 mila ricoveri annui. Oggi il disastro è sotto gli oc-chi di tutti”.

Surico mette sotto accusa anche il sistema concorsuale che, di fat-to, dice, “chiude la porta alla discrezionalità della politica e la fa rientrare dalla finestra. La politica decide, quindi, senza ap-parire e senza metterci la faccia. La Puglia ha, inve-ce, bisogno di trasparen-za vera e di persone che, con competenza e senso di responsabilità verso la comunità, abbiano il coraggio delle proprie azioni, assumendosene non solo gli onori, ma anche gli oneri”.

La magistraturafaccia chiarezza

l’intervento di giammarco suricodibilmente evoluzione. Già a dicembre 2011 al-cuni giornali nazionali annunciavano l’attesa di qualche «narratore» di-sposto a raccontare le so-lite “nuove” sui rapporti tra l’amministrazione e la sanità pubblica e privata, anticipando i fatto i fatti di questi giorni.

Vendola ha così dichia-rato “Ho ricevuto la notifi-ca di una richiesta di pro-roga di indagini da parte del gip di Bari. Si tratta di un procedimento penale del quale non avevo mai avuto alcuna notizia. Dal tenore dell’atto non sono in grado di capire ciò che mi sarebbe addebitato, ma, considerati i nomi coinvolti, deduco che si tratti di questioni relative all’Ospedale Miulli di Ac-quaviva delle Fonti. Sono rammaricato di aver rice-vuto solo oggi questa no-tizia – prosegue – perché se la stessa mi fosse stata comunicata appena ven-tiquattrore prima, come è nel mio costume, avrei potuto informare la stam-pa e l’opinione pubblica in una unica soluzione”.

“Quanto al merito, se per il professor Sardel-li mi si addebita di aver fatto vincere il migliore – prosegue Vendola – qui per davvero non riesco ad immaginare nulla che possa riguardarmi, e tut-tavia riserverò a questo secondo appuntamento, come nel mio stile e nella mia cultura, il medesimo impegno e la medesima serenità che si deve al la-voro della Magistratura. Spero che la vulgata del non c’è due senza tre non mi riproponga l’ulteriore amarezza di nuove co-municazioni per addebiti che sento sinceramente e convintamente molto lontani dal mio modo di essere”.

The show must go off.

di Maria Pia Ferrante

Alberto Tedesco, senatore ed ex assessore alla Sanità pugliese

Giammarco Surico

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6 venerdì 20 aprile 2012

“Il nodo ferroviario di Bari si farà. Il Cipe ha decretato un passaggio storico che mette defi-nitivamente la parola fine alla questione dei fondi per questa infra-struttura strategica per la Puglia”. L’assessore re-gionale alle infrastruttu-re strategiche e mobilità Guglielmo Minervini lo sottolineava a gennaio scorso, quando com-mentava l’approvazio-ne del contratto di pro-gramma Rete Ferroviaria Italiana, da parte Cipe, e che aveva riservato alle infrastrutture ferroviarie per il Meridione fondi aggiuntivi per 3,9 miliar-di di euro.

“Il Governo ha man-tenuto l’impegno – chio-sava Minervini – e ac-

cogliamo positivamente anche la notizia della ri-presa dei finanziamenti per un altro tratto dell’al-ta capacità ferroviaria Napoli/Bari-Lecce-Ta-ranto per un importo di 790 milioni di euro. In questa direzione accol-go con piacere le parole del ministro Barca che ha inteso riaffermare la

centralità nazionale di questa infrastruttura. Finalmente un rapporto istituzionale corretto sta riequilibrando le scor-rettezze di un governo che negli ultimi anni si è mostrato ostile nei con-fronti del Mezzogiorno”.

Tornando al nodo fer-roviario di Bari, il Cipe ha approvato il progetto

BariIN CITTA’ - Il progetto riguarda il tratto Sud, per l’eliminazione del “collo d’oca” che libererà Bari dalla fascia di binari

Il fascio di binari che taglia in due la città di Bari

di Fortunata Dell’Orzo

Il Nodo ferroviario si faràIl Cipe ha decretato il passaggio di fondi che mette la parola fine alla annosaquestione dei finanziamenti per questa infrastruttura strategica per la Regione

Un problema che si pone non appena Bari comincia a espandersi al di là della sua “cinta daziaria” e che ancora oggi si chiama Extramu-rale: la ferrovia passan-te, croce e delizia del-la città capoluogo. Da sempre tagliata in due, piena di passaggi a li-vello, ponti e sottopassi.

Ma con un fronte a mare di oltre 30 km, Bari non poteva pen-sare di non svilupparsi anche nell’interno, ver-so quelle piccole città della sua provincia che oggi sono praticamente sobborghi della grande conurbazione metropo-litana.

E dunque la ferrovia diventa un ostacolo, soprattutto alla vita e al traffico della città, sem-pre più dipendente dal-

le quattro ruote su gom-ma, con un porto che si espande e un aeroporto in crescita esponenzia-le.

Il progetto è ambizio-so e anche gli 850 mi-lioni di euro necessari a realizzarlo lo sono: si tratta di liberare centi-naia di ettari dal fascio dei binari che tagliano in due Bari, interrando il tratto nord e spostan-do “a collo d’oca” quel-lo sud che unisce poi a Lecce.

Centinaia di ettari che rientrano appieno nel territorio più pre-giato della città, inclu-dendo la piastra della Stazione Centrale che Renzo Piano avrebbe già disegnato ma su cui nessuno osa prevedere tempi di realizzazione.

f.d.o.

Nodo ferroviario:ed ora cosa accadrà?

il commento

Quasi due anni di chiusura, e finalmen-te sembra che entro un mese il passaggio a li-vello di Bari-Marconi sarà ridato alla città e il sottopasso che permet-terà a pedoni e ciclisti di spostarsi in tutta si-curezza da Japigia a Ma-donnella, da via Ober-dan a corso Sonnino, diventerà percorribile. Niente più attraversa-menti azzardati per stu-denti e cittadini, quindi, al passaggio a livello.

La conferma arriva

direttamente dal Comu-ne: “Le pensiline sono state installate come la strada, che è stata già asfaltata con le relati-ve gradinate, e l’illu-minazione, che è stata sistemata”, ha spiegato l’assessore alle Opere Pubbliche, Marco La-carra. “Siamo dell’idea che tutto diventerà atti-vo nel giro di una venti-na di giorni”.

Più cauti, invece, da Rete Ferroviaria Italia-na, il gruppo di Ferrovie dello Stato che si occu-

Dopo due anni di lavoriora il nuovo sottopasso

via marconi - via oberdan

pa di infrastrutture: “E’ possibile che da oggi ci voglia almeno un me-setto buono”, dicono allungando i tempi: “Si-curamente entro la se-conda metà di maggio”.

O un mese o due, ma ormai ci siamo, final-mente. L’importante è che l’opera, nata da un accordo tra Comune di Bari e Rf è quasi pron-ta. Ciò che mancano, ora, sono i collaudi che partiranno nei prossimi giorni.

Con la speranza che almeno in questo caso le lungaggini burocrati-che non portino al solito balletto dei “tempi tec-nici”.

limitatamente al tratto Sud, dando il via libera al finanziamento di oltre 390 milioni di euro ne-cessari alla realizzazio-ne del cosiddetto ‘collo d’oca’ che libererà Bari dai binari nella fascia costiera che va da San Giorgio a Torre a Mare.

Intanto l’ammini-strazione comunale di Bari sta approntando il bando internazionale per il concorso d’ idee: un’idea nuova per una nuova città, si potrebbe dire. Fra un paio di set-timane si attende una conferenza stampa di presentazione, da parte dell’assessorato all’Ur-banistica.

“Sono centinaia di et-tari” precisa l’assessore Elio Sannicandro per i quali ci aspettiamo delle idee innovative e con-venienti a incoraggiare l’intervento dei privati. Abbiamo pensato a un vero e proprio concor-so per il quale c’è un premio di 50 mila euro al primo classificato e 9 premi da 20 mila per gli altri classificati”.

Speriamo non finisca come per il progetto di via Sparano: tutto mol-

to bello e tutto rimasto sulla carta, vista la’ormai leggendaria ignavia ur-

banistica di una città fa-mosa solo per i suoi (ex) ecomostri.

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venerdì 20 aprile 2012 7Bari

Nell’ultimo consiglio comunale della città di Bari si sarebbe dovuto parlare anche di decen-tramento amministrati-vo, uno dei nodi più im-brigliati di questi ultimi tempi per Giunta e Consi-glio, stante i veri e propri “moti” contrari che, dalla periferia ma non soltanto, si sono sollevati in questi ultimi tempi sull’oppor-tunità o meno di prose-guire lungo la strada che l’amministrazione Emi-liano ha individuato, an-che alla luce della famosa questione della Città Me-

tropolitana, al momento in stand-by.

Nel merito della que-stione abbiamo voluto ascoltare il coordinatore cittadino di Futuro e Li-bertà, Loredana Iacobel-lis, alla quale abbiamo rivolto quattro domande precise.

1. Cosa sta impedendo alla città di Bari di vivere una stagionen di vero de-centarmento?

2. secondo lei le circo-scrizioni avrebbero potu-to fare di più?

3.potrebbe sintetizzar-ci la posizione di FLI in merito?

4. Cosa resta della vec-

chia idea di città metro-politana e del suo piano strategico, Idea che emi-liano cavalcò durante la sua prima campagna elet-torale?

Quattro quesiti impor-tanti ed al tempo stesso riteniamo interessanti da porre a chi, come i rap-presentanti di Fli a Bari, si stanno facendo promoto-ri di una campagnia per il rinnovamento cittadino, sia nei modi di intendere i rapporti di forza politici che nell’affrontare i pro-blemi della città, come lasciano ben intendere gli ultimi recenti convegni cittadini.

di Giuseppe Pugliese

Decentramento, è dibattitoMunicipi ed Area Metropolitana, a Barisi continua a discutere di come realizzarli

AREA METROPOLITANA - Nell’ultimo Consiglio comunale non si è potuto affrontare l’argomento per questioni di tempo, a breve di nuovo in aula

Ritengo opportuno fare una breve premessa sulla vexata quaestio, oggetto delle Sue domande.

In primis segnalo che la linea politi-ca di Futuro e Libertà a Bari e in regione viene adottata nella collegialità e nella massima condivisione degli organismi statutari, nella specie del coordinamen-to cittadino presieduto dalla scrivente, e quindi preannuncio che sarà oggetto di dibattito interno.

A tale riguardo anticipo che siamo stati i primi a richiedere un incontro con la neo Assessora Giampao-lo, alla quale peraltro non si può certo richiedere es-sendosi appena insediata di ottemperare ad eventuali ritardi non adducibili alla stessa!

In secondo luogo riten-go inopportuno strumen-talizzare politicamente la questione decentramento, sarebbe molto facile in questo particola-re momento di sfiducia dei cittadini nel-le istituzioni, cavalcare il vessillo dell’an-tipolitica; l‘istituzione dei municipi rappresenta a mio parere un passaggio fondamentale e propedeutico all’istitu-zione di Bari Città Metropolitana.

Nel merito mi risulta che le 2 delibere prossimamente all’ordine del giorno del Consiglio Comunale (la prima che va ad individuare le funzioni da attribuire ai futuri municipi e la seconda sulla modi-fica delle delimitazioni territoriali) sono state oggetto di un lungo iter istruttorio iniziato circa 2 anni fa, partecipato e

condiviso da tutti i presidenti e da tutti i consigli delle attuali circoscrizioni.

Infatti, le ridette delibere sono state oggetto di diverse riunioni della Giunta territoriale formata dai Presidenti circo-scrizionali, della Commissione tecnica Municipi e della Commissione consilia-re speciale Decentramento che hanno analizzato i 2 aspetti principali : funzio-ni e ambiti territoriali sulla scorta dello

studio scrientifico elabora-to dall’IPRES.

Da ultimo nei mesi di novembre 2011 / dicembre 2011 le attuali circoscrizio-ni hanno espresso il loro parere obbligatorio sulla prima delle due delibere (quella sul trasferimento di funzioni): ebbene risul-ta alla scrivente che tutte le circoscrizioni, ad ecce-zione della Prima, abbiano espresso parere positivo, apportando anche degli

emendamenti in parte accolti dalla Ri-partizione comunale.

Pertanto, non v’è chi non veda come l’iter istruttorio sia stato partecipato al massimo e democraticamente condivi-so come lo è la linea politica di FLI Bari.

Ciò non toglie che ove l’assise cittadi-na del nostro movimento politico doves-se esprimere un parere diverso o formu-lare degli emendamenti alle proposte deliberative sarà mia cura farli recepi-re al nostro rappresentante consiliare, dopo le opportune valutazioni.

Loredana Iacobellis(Coordinatore cittadino Fli Bari)

Un iter partecipato, ma che lasciaspazio anche a proposte migliorative

l’intervento

Questa mattina, nel-la sala giunta di Palazzo di Città, gli assessori al Marketing territoriale Gianluca Paparesta e all’Urbanistica Elio San-nicandro e il prorettore del Politecnico di Bari Nicola Martinelli hanno presentato “BariVerso”, sette progetti per il ri-assetto e la rigenerazio-ne dell’ampia porzione urbana compresa tra la Fiera del Levante, lo Sta-dio della Vittoria, il por-to e la ferrovia.

I progetti, redatti dal Politecnico di Bari, verranno finanziati nell’ambito dell’inizia-tiva “Supporti strumen-tali all’incentivazione delle forme innovative di partenariato pubbli-co privato nei processi di trasformazione ur-bana sostenibile”, pro-

mossa dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (convenzione sottoscritta a Roma il 30 settembre 2010 tra Mini-stero delle Infrastrutture e Trasporti e Comune di Bari).

Dopo la presentazio-ne ufficiale di oggi sono previsti altri due appun-tamenti: il focus group, lunedì 23 aprile, alle ore 16, nella sala consiliare, un incontro tecnico per

la presentazione degli studi di fattibilità, obiet-tivi e caratteristiche dei progetti; e il forum allar-gato “Pubblico e priva-to partner nei processi di innovazione per una città sostenibile”, marte-dì 24 aprile, alle ore 10, sempre nella sala con-siliare, con l’intervento di cittadini e rappresen-tanti di Comune, Mini-stero, Politecnico e asso-ciazioni di categoria.

BariVerso, sette progetti per la riqualificazione della zona nord

dopo la presentazione due forum

Il Comune di Bari

Siamo stati i primi a chie-dere un in-contro con la

neo assessora Giampao-lo, alla quale non si può certo chiedere di even-tuali ritardi a lei adduci-bili, essen-dosi appena insediata.

Stadio della Vittoria e Fiera del Levante: da riqualificare

Non sono stata una sua “allieva” ma credo di aver imparato mol-to dai suoi libri, specie da “Giornalismo amore mio”, in cui ho apprez-zato la scrittura ricca ed elegante, che non disdegnava però la sin-tesi icastica del giorna-lismo di razza.

Come Gianni Brera, Gismondi aveva tratto dallo sport le sue più grandi soddisfazioni ed era stato in grado di confrontarsi con la radio altrettanto bene che con la carta stam-pata.

Se non addirittura meglio.

Certo il rigore che esigeva da se stesso e dai suoi collaboratori sono un elemento oggi più necessario che mai.

In questo tempo in cui oltre che casta

molti giornalisti godo-no nel fare lobby, Ma-rio Gismondi resta un esempio: fatti distinti dalle opinioni, la cura quasi maniacale nel raccontare le istituzio-ni, i suoi corsivetti quo-tidiani su quella TV di cui apprezzava poco le potenzialità e che per decenni ha trasmesso le sedute di consiglio comunale, provinciale e regionale.

Ora che ha raggiun-to il suo amico Franco Sorrentino nella di-mensione assoluta del mistero, a noi resta la banalità e la volgari-tà di un giornalismo spesso venduto, appa-riscente, vacuo come le televendite che spesso costituiscono l’unico palinsesto di tante tv cosiddette locali.

Fortunata Dell’Orzo

Mario Gismondi, il rigore e l’esempio

il ricordo Tutta la redazione di Puglia d’oggi e Publi-mediasud sono af-fettuosamente vicini all’amico antonio Cantoro per la scom-parsa del padre

FERNANDO

Salvatore Tatarella stringe in un forte e sentito abbraccio l’amico antonio Can-toro per la dolorosa scomparsa dell’ama-to padre

FERNANDO

Caro antonio, in un momento triste e difficile come quello che stai vivendo, ti giungano le mie per-sonali e più sentite condoglianze. Fabrizio

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8 venerdì 20 aprile 2012Inchiesta

Da anni, ben prima del 2003, gli addetti ai lavori baresi lamentano, giu-stamente, la mancanza di un’adeguata struttura che permetta l’accorpa-mento di tutti gli uffici giudiziari cittadini. Né gli attuali uffici sono in sedi idonee e funzionali (tralasciando i ben noti problemi della sede di via Nazariantz e le inchieste tutt’oggi in corso). Nel 2003 l’allora sindaco Si-meone Di Cagno bandì una ricerca di mercato per individuare la solu-

zione migliore alle mi-gliori condizioni econo-miche per il Comune. La commissione comunale giudicò idonea la propo-sta del Gruppo Pizzarotti. Favorevole anche Miche-le Emiliano, allora pm barese, che in una lettera pubblicata sui quotidia-ni elogiava il progetto Pizzarotti: costruire una sede giudiziaria unica nei pressi dello Stadio San Nicola su una serie di lotti di cui si sarebbe cambiata la destinazione d’uso, legati da un con-

Otto anni e un affareche non conviene più

cittadella della giustizia

tratto con il Comune di Bari. Emiliano viene elet-to sindaco nel 2004, e nel 2005 “cambia idea”. Ma il Comune non ha mai for-malmente chiuso la pro-cedura in corso, per cui la Pizzarotti si ritiene vinci-trice del bando e titolare dei lavori di costruzione della Cittadella della Giu-stizia. Inizia una serie di vicende giudiziarie che vede, anche da ultimo, soccombente il Comune di Bari, con la nomina di un Commissario ad Acta per il completamento delle procedure autoriz-zative, compresa la va-riante urbanistica sulla destinazione dei suoli da agricoli a edificatori.

La speculazione targata PizzarottiCon il pretesto della Cittadella della giustizia si vuole realizzare una colossale speculazione. Nessuno protesta e il Pdl esulta

Quindi, a leggere la Gaz-zetta, l’affare Pizzarotti starebbe sul punto di con-cludersi. Senza che, salva la meritoria eccezione del capogruppo Tomasicchio dell’Idv, si levi una sola voce di protesta.

Anzi, con tutto il Pdl pronto a stappare botti-glie di champagne. Nel partito berlusconiano c’è da sempre una fortissima simpatia per il costrutto-re parmense. Feeling fra Cavalieri del Lavoro e non solo. A Bari, poi, la colonia dei fans parmensi, raccol-tasi intorno all’ing. Cutolo, è molto numerosa. Fatta la tara dei tanti consiglieri scodinzolanti, il caposti-pite riconosciuto è il sen. Ettore Bucciero, del qua-le si ricorda la fulminea conversione dal proget-to di via della Carboneria a quello della Cittadella. San Paolo si convertì sulla via di Damasco. Bucciero non sappiamo. Egli, però, sebbene divenuto politica-mente ininfluente, resta il più strenuo sostenitore di Michele Cutolo. Eccessi da novizio. Non da meno, l’at-tuale coordinatore regio-nale sen. Francesco Amo-ruso, che, quando stava in An, si è sempre sbracciato per conquistare al progetto sia il consenso di Maurizio Gasparri, che di Adriana Poli Bortone, pare riuscen-dovi. Da qualche tempo, infine, Cutolo ha conqui-stato un altro sponsor di peso. Il vice presidente dei senatori, Gaetano Quaglia-riello, capo della mino-ranza interna, sicchè, nel nome di Pizzarotti, il Pdl ha miracolosamente ritrovato la sua unità. Champagne, appunto.

Tace il Pd, dove pure cospicua è la colonia cu-toliana, come gli atti parla-mentari e le cronache gior-nalistiche dimostrarono anche all’epoca dell’abor-tito progetto delle case per militari, da realizzare, anche queste, in aree ine-dificabili per tutti, meno che per Cutolo. Tacciono sorprendentemente anche i vendoliani. Auguriamoci che, pur di fare un dispet-to a Emiliano, non finisca-no per fare solo un piacere a Pizzarotti. Attenzione, perchè qui si tratta di re-gole violate, piani regola-tori stracciati, aree agrico-le rese edificabili, milioni di metri cubi realizzabili, fiumi di denaro investi-ti e solo apparentemente senza o con scarso profit-to, norme capestro per la pubblica amministrazione e beneficiari finali ancora occulti. Se ne sta occupan-do la Commissione euro-pea, ma, se l’operazione andasse in porto, ben altre

istituzioni dovrebbero oc-cuparsi di questa vicenda.

Diamo un occhiata alla solerte attività del com-missario ad acta Giuseppe Albenzio.

Sostituendosi al Con-siglio comunale, avrebbe già adottato la più grande variante urbanistica della storia di Bari. Diciannove ettari di suolo agricolo, oggi inedificabile, ma che, da domani, con un suo trat-to di penna, diventeranno edificabili.

Non a beneficio del li-bero mercato, ma di uno o più sogetti, allo stato anco-ra ignoti. Altro mistero, de-gno di Cosa nostra. Stiamo trattando da dieci anni con Cutolo e Pizzarotti, ma ci è ancora precluso di cono-

scere l’identità o le identità di chi sta per fare Bingo.

Vi sembra normale? A noi no. E dove stanno questi suoli? Naturalmente, vicino

allo stadio san Nicola, una zona che, anche grazie agli interventi previsti intorno al Tondo di Carbonara, ai mix in corso di realizzazio-

ne e alla stessa prevista ri-strutturazione dello stadio e suo cambio di destinazio-ne, subirà una straordina-ria rivalutazione. Quanto varranno, dopo la variante Albenzio, quei suoli e gli enormi fabbricati che vi saranno costruiti? Una gi-gantesca montagna di mi-lioni di euro. Quanto ci ha investito Pizzarotti? Pochi spiccioli, quanti sono sta-ti sufficienti per garantirsi un’opzione all’acquisto su suoli agricoli di scarso va-lore e che nessuno voleva, perchè assolutamente ine-dificabili e sui quali mai nessuno avrebbe pensato di poter costruire, a meno che non si chiamasse Piz-zarotti e non avesse le sue straordinarie entrature e i

suoi numerosi sponsor.Nella storia recente di

Bari abbiamo visto vicende edilizie e giudiziarie clamo-rose. Il Palazzo di giustizia abusivo e altre ancora. Per tutte, valga Punta Perotti. Il video della demolizione dei fabbricati ha fatto il giro del mondo, contribuendo non poco alle fortune media-tiche di Michele Emiliano. Per quei fabbricati non fu necessaria alcuna variante urbanistica. I costrutto-ri hanno subito sequestri, confische e processi, dai quali sono usciti totalmen-te assolti. Ciò non di meno fabbricati e suoli sono stati confiscati, con la successi-va, spettacolare demolizio-ne dei palazzi. Solo per un errore e una omissione nel

REPORTAGE - Simone Di Cagno abbrescia e Michele emiliano, due mandati, due speranze, due delusioni

Bari e i Sindaci della seconda RepubblicaUn filo rosso lega le vi-

cende della Cittadella, del Petruzzelli, dei parcheggi e dell’asse nord sud ed è quello della inefficienza della politica Cittadella del-la Giustizia, asse nord-sud, Petruzzelli, parcheggi inter-rati, assicurazioni. Sembra che un lungo filo rosso leghi queste vicende, sebbene, in fatto, siano tutte molto di-verse fra loro. Il filo è quello della inefficienza della po-litica e della sua incapacità a trovare soluzioni ragio-nevoli a problemi, in vero, complessi, ma non irrisol-vibili. E la politica, in questi casi, ha anche dei nomi e cognomi. Michele Emiliano e Simone Di Cagno Abbre-

scia. Due sindaci eletti di-rettamente. Hanno potuto avvalersi di normative mol-to più spicce, che hanno concentrato nelle loro mani poteri decisionali scono-sciuti ai loro predecessori, e, al contempo, ridotto sen-sibilmente quelli dei consi-gli comunali e delle opposi-zioni. Tutte queste vicende sono esplose o hanno avuto una recrudescenza in que-sti ultimi mesi, col risultato di mettere sotto accusa il sindaco in carica, Michele Emiliano, e la sua ammi-nistrazione di centrosini-stra. Questa, tuttavia, è una mezza verità, buona per quei cronisti superficiali, non adusi a scavare a fondo nelle questioni. C’è anche un’altra mezza verità, ed

anche quella merita di esse-re rispolverata. Essa chiama al tavolo degli accusati an-che il sindaco precedente, Simone Di Cagno Abbre-scia, e la sua maggioranza di centrodestra.

Non lo scriviamo per at-tenuare le responsabilità di Emiliano, che sono tante ed evidenti, e nemmeno per fare di tutta l’erba un fascio. Anzi, sia allora che oggi, qualche voce contraria, se-ria e responsabile, si è pure levata, ma è sempre rimasta inascoltata. Anche questo, un altro filo rosso, che an-drebbe ripercorso. Perchè, allora? Innanzitutto, per un insopprimibile dovere di cronaca, che ci spinge ad andare oltre la sottile pati-

na della quotidianità, per capire perchè e come sia-mo arrivati a questo punto. Poi, per dar conto alla città di come, sino ad oggi, siano state sciupate risorse, tem-po e opportunità. Coltivan-do la segreta speranza che gli amministratori di doma-ni siano diversi da quelli di ieri e di oggi e, che, almeno, siano capaci di far tesoro degli errori passati.

Partiamo dalla vicenda che mediaticamente ha destato più clamore, i par-cheggi. I riflettori di tutta Italia si sono appuntati sul-le aragoste, ostriche e cozze pelose, che hanno riempito la vasca da bagno del Sin-daco Emiliano. Eccessivo e poco elegante omaggio natalizio degli imprenditori De Gennaro. Esponenti di una potente famiglia bare-se, costruttori e appaltato-ri del Comune, sostenitori elettorali del sindaco, po-liticamente impegnati un poco a destra e molto di più a sinistra, parenti, in-fine, di un’assessora, prov-videnzialmente dimessasi qualche mese prima dello scandalo. Messa in om-bra, invece, trascurata e, a

volte, ignorata del tutto la circostanza politica, am-ministrativa e giudiziaria più rilevante. Ovvero, che ad assegnare quell’appalto non fu Emiliano, ma il suo predecessore, Di Cagno Abbrescia. Lo stesso che assegnò, sempre ai De Gen-naro, gli ancora più discussi alloggi per le forze dell’or-dine. Fu proprio questo giornale che rilevò, allora, le singolari circostanze che dettero avvio alla vicenda parcheggi. Oggi, dopo die-ci anni, quella storia è stata ripresa dalla Gazzetta del Mezzogiorno e ha fatto ca-polino nelle carte della Pro-cura. All’epoca, i rilievi di questo giornale non ebbero eco, nè sulla Gazzetta, nè in Procura, nè nelle stanze del Sindaco, che andò avan-ti come un treno. Stiamo parlando della Svi.pro e del consigliere Angelo Puglie-se, simpaticissimo, capace, e ascoltato suggeritore, sia del sindaco Di Cagno, che del sindaco Emiliano. Un filo rosso, anche questo.

Molto, molto più com-plessa la vicenda della Cittadella della Giustizia. Anche qui, sotto schiaffo,

di Giuseppe Pugliese

Gli uffici del tribunale di Bari di via Nazariantz

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venerdì 20 aprile 2012 9Inchiesta

i parcheggi interrati

Due parcheggi interrati (di fronte al Policlinico in piazza Giulio Cesare ed alle spalle dell’Ateneo in piazza Cesare Battisti), sono al centro dell’inchiesta della Procura di Bari con arresti, perquisizioni e numerosi capi di imputazione per imprenditori, manager e funzionari del Comune di Bari e della Regione Puglia per presunti abusi urbanistici e frodi in pubbliche forniture.

La realizzazione dei due parcheggi interrati, entrambi realizzati dalla Dec degli imprenditori De Gennaro, era da tempo nel mirino dei pm baresi, che sono giun-ti alle richieste di misure cautelari per sette persone (tra cui i titolari dell’azienda edile, uno dei quali Consigliere Regionale in carica).

Entrambe le strutture sono state realizzate con la formula del project finan-cing, ovvero con il concorso di fondi pubblici e privati insieme. Nell’ordinanza dei pm si è fatto riferimento ad abusi urbanistici ed a frodi in pubbliche forni-ture. Gli imprenditori sarebbero intervenuti sui rendiconti finali allo scopo di ridurre i costi, ed avrebbero potuto usare materiali diversi rispetto a quelli previ-sti nei progetti, allo scopo di ridurre la parte privata dell’investimento rispetto a quella finanziata da fondi regionali ed europei.

Ma questa è solo una delle inchieste che vede coinvolta la Dec, che in questo ultimo periodo è sotto l’osservazione dei magistrati lombardi per numerosi lavo-ri che avrebbero portato ad altrettanto numerosi reati.

Il fallimento del project financing in salsa barese

procedimento concesso-rio. Un’inezia confronto a quello che si vuole fare con la Cittadella. Nessuno, tut-tavia, protesta. I Matarrese non saranno simpatici, e a volte non lo sono per dav-vero, ma qualcuno un gior-no dovrà spiegare, perchè a Bari il forestiero Pizzarotti ha trovato pìù consensi e più sponsor dei baresi fra-telli Matarrese.

Urbanisticamente, co-munque, l’ultima parola spetta alla Regione. Essa dovrà pur sempre appro-vare o respingere la va-riante del commissario. Conoscendo Vendola e la Barbanente, non dovreb-bero esserci dubbi di sorta. L’elaborato di Albenzio do-vrebbe finire nel solo posto che merita. Il cestino della carta straccia, per non dire altro.

Per la cultura demo-cratica e istituzionale di Vendola, non riusciamo ad immaginare che egli possa consentire l’appropriazio-ne e l’esercizio surrogato-rio da parte di un anonimo

commissario prefettizio di una competenza propria del consiglio comunale, che richiede, come nessun altra, valutazioni di ordine politico, prima ancora che urbanistiche. Per la cultu-ra, la professionalità e la competenza specialistica della Barbanente non pos-

siamo credere, nemmeno per mera ipotesi di studio, che il suo assessorato pos-sa avallare e validare una variante urbanistica di tale portata e sfornita total-mente di profili di interesse pubblico. Per le battaglie politiche di Vendola, sopra-tutto in commissione anti-

Come se non bastas-sero i problemi del Co-mune, l’ultima tegola sull’Amministrazione Emiliano riguarda l’As-se Nord-Sud. La Corte d’Appello di Bari ha ri-gettato la richiesta di sospensione dell’ese-cutività della sentenza pronunciata nel 2011, che aveva condannato il Comune di Bari al pa-gamento di una somma pari a quasi 25 milioni di euro nel contenzio-so con l’Ati-Impregilo Spa-Ines, per i lavori di realizzazione dell’asse Nord-Sud.

La vicenda parte dal lontano 1989 quando il Consiglio comunale aggiudicò l’esecuzione delle opere. Successi-vamente la giunta Di Cagno Abbrescia (nel 1998), ritenendo ina-dempiente l’aggiudica-tario dei lavori, rescisse il contratto. L’esecuto-re delle opere propose un’azione giudiziaria contro l’Amministra-zione comunale tesa all’ottenimento del ri-

sarcimento del danno connessa alla illegitti-mità della rescissione contrattuale operata.

La sentenza ha accol-to la domanda dell’Ati e condannato il Comu-ne, che ha fatto ricorso in Cassazione. Intanto a seguito dell’odierna pronuncia della Corte d’Appello, la sentenza ha ripreso la esecuti-vità. Ma c’è dell’altro. L’Ati ha pignorato alcu-ne somme disponibili presso la tesoreria co-munale, atto a cui si è opposta l’Amministra-zione, formulando an-che in questa occasione la richiesta di sospen-sione dell’esecuzione. La discussione di que-sto ennesimo ricorso è prevista per il 7 maggio prossimo al Tribunale di Bari.

Altri venti milioni di euro che rischiano di pesare fortemente sui prossimi bilanci comu-nali, e con ogni proba-bilità si preparano degli altri sacrifici peri baresi per onorare la sentenza.

25 milioni di euro,ed ora chi pagherà?

asse nord-sud

è oggi solo Michele Emilia-no. Ha le sue responsabi-lità, ma, almeno, ha avuto un ravvedimento operoso. Non sappiamo se ce la farà, ma gli va dato atto che sta tentando in ogni modo di evitare la più grande specu-lazione edilizia della storia di Bari. Che pure di porca-te edilizie ne ha viste tante. Anche questa storia affonda le sue radici nella sindaca-tura, la seconda e più con-troversa, di Simone Di Ca-gno Abbrescia. A lui si deve la decisione di avviare una singolare procedura per la costruzione di un’opera pubblica. La ricerca di mer-cato, un marchingegno sco-perto da Pizzarotti e sug-gerito alla Commissione di manutenzione dall’iperat-tivo ing. Michele Cutolo. Lo stesso che, anni dopo, con la complicità del Ministero della Difesa, tenterà l’altro colpaccio speculativo del-la costruzione in aree ine-dificabili di appartamenti

per i militari. Sempre a Di Cagno si deve l’abbandono del progetto, già approvato, del secondo palazzo di giu-stizia di Corso della Carbo-neria e la perdita definitiva del finanziamento statale di 86 miliardi di lire. Senza questi due errori, oggi non staremmo a parlare della Cittadella, di Pizzarotti, ex tangentista reo confesso, e del suo tentacolo locale, ing. Cutolo.

Asse nord-sud. Sul Co-mune è piovuta una tegola. Deve pagare e subito 25 mi-lioni di euro. Alla Impregilo, un colosso delle costruzio-ni, con un imponente uffi-cio legale. Con le spalle al muro è sempre e solo Emi-liano. Non conosciamo gli atti processuali e non espri-miamo giudizi affrettati, ma il verdetto negativo di due gradi di giudizio ci fa sup-porre che, forse, sarebbe stato meglio tentare la via della transazione. Emiliano

non l’ha fatto o non ci è riu-scito, e qui stanno le sue re-sponsabilità. Ma più gravi, senza dubbio, sono quelle di chi rescisse quell’appal-to. Ancora una volta Simo-ne Di Cagno Abbrescia.

Teatro Petruzzelli. An-che in questo caso i riflet-tori si sono soffermati solo sul buco del bilancio e sul-la gestione del Petruzzelli. Emiliano non ne esce bene. I guai del Teatro, però, sono ben altri e albergano in una sola parola. La proprietà. Un tema che ha attraversato amministrazioni comunali e governi di centrodestra e di centrosinistra, senza ar-rivare a una conclusione. Anzi, la questione, complici tutti, si è talmente ingarbu-gliata, da rendere difficile una qualunque soluzione. Di fatto c’è che un teatro era di proprietà di una famiglia e le è stato tolto. Di contro, lo Stato ha impegnato e speso un fiume di miliardi e

non ne è proprietario. Due risultati opposti e, giuridi-camente, ugualmente ripu-gnanti. L’incendio, come si sa, accadde sotto l’impero della prima repubblica, ma la discussione e gli atti più significativi sul tema della proprietà si svilupparono sotto il sindacato, manco a dirlo, di Simone Di Cagno Abbrescia. È a quel tempo, prima di por mano alla ri-costruzione, che andava af-frontata e risolta la questio-ne. Sarebbe bastato solo un poco di buon senso. Invece, facendo il contrario, ci si è assunti la responsabilità di averla solo incasinata.

La più modesta delle vicende odierne riguarda l’assicurazione per i dan-ni da responsabilità civile automobilistica e anche qui le responsabilità sono bipartisan e attraversano entrambe le sindacature. Abbiamo finito? Manco per idea. Dimentichiamo Pun-ta Perotti? La vicenda non è chiusa e chiama in causa, sia il primo che il secondo sindaco. La Fiera? Un co-stante, inarrestabile decli-no, che sconta la colpevole indifferenza di entrambi. Il porto turistico? Una stra-ordinaria opportunità, che nessuno dei due ha saputo cogliere, entrambi, a turno, ingabbiati nel gioco di op-posti veti ed interessi. La città metropolitana? Un fa-scinoso sogno nel cassetto, che avrebbe avuto bisogno di spalle e gambe più salde. Il porto commerciale, Ma-risabella, il nodo ferrovia-rio, il Margherita, il Piccin-ni, la Rossani, i quartieri, il decentramento? Progetti e parole, soldi persi o buttati, annunci e smentite. Di fat-ti, poco o nulla.

Questa è l’eredità che ci lasciano, dopo due man-dati a testa, Di Cagno Ab-brescia e Michele Emilia-

no. Due sindaci eletti dal popolo. Due campioni, osannati dalla stampa, mai sufficientemente critica e attenta. Due espressioni della società civile, Il primo ricco di suo, il secondo ma-gistrato. Non ruberanno, si disse, meritano fiducia. Ne ebbero tanta e certamente non hanno rubato. Ma cosa ci lasciano? Montagne di milioni di debiti da paga-re, sui quali prima o poi la

Corte dei Conti potrebbe essere chiamata a dire la sua, e una lista di proble-mi irrisolti e aggravatisi nel tempo. Con risorse, che sa-ranno sempre più scarse. Il futuro di Bari non sarà fa-cile, dunque. Ne prendano nota i tanti aspiranti sin-daci di destra e di sinistra. Quelli con qualche capaci-tà e quelli che, per scrivere una o, hanno bisogno di un bicchiere.

mafia, e per il principio di legalità, al quale crediamo si ispirino entrambi, siamo convinti che bocceranno senz’appello questa vergo-gnosa speculazione edili-zia.

Oltre alla variante ur-banistica, Albenzio ha preparato un contratto di affitto. La ragione è sempli-ce, anche se fuoriesce dai compiti del commissario e getta una luce sinistra, o torbida, come ha ben detto Tomasicchio, sul suo ope-rato. Questa vicenda nasce, come è stato ricordato, da una ricerca di mercato, av-viata dal sindaco Di Cagno Abbrescia, anche lui, guar-da il caso, approdato poi al Pdl.

Il Comune intendeva realizzare un’opera pub-blica, il Palazzo di giustizia appunto, e cercava sul mer-cato chi fosse disponibile a realizzarla. Successiva-mente, cambiata l’ammi-nistrazione, il Comune, con qualche valido argomento, ha attaccato questa singo-lare procedura innanzi alla

Commissione europea, ri-tenendola a buon diritto le-siva del principio della con-correnza. È a questo punto, che il Commissario ha pen-sato bene di cambiare la prospettiva della ricerca. Non più la realizzazione di un’opera pubblica, sogget-ta al codice degli appalti e al principio di concorrenza, ma una mera locazione. Ha preparato, quindi, un nor-male contratto di affitto di immobile. Con clausole a tutto vantaggio di Pizzarot-ti. Vediamole. Durata del contratto, diciotto anni, il doppio del termine massi-mo novennale previsto per le pubbliche amministra-zioni. Opzione per i succes-sivi diciotto anni, ma senza possibilità di riscatto e di recesso per il Comune. Ca-none già determinato per i primi diciotto anni (tre milioni e cinquecentomila all’anno) e per i successivi (sette milioni e cinquecen-tomila all’anno). Da deter-minarsi per gli anni suc-cessivi e potrebbe essere un salasso, o lo sfratto. Fate

voi, ma certamente una bella bomba per gli ammi-nistratori e i cittadini di do-mani. Inoltre, il Comune, come è stato già detto, non potrà riscattare l’immobile, nè recedere dal contratto. Il che significa due cose. Che il Comune dovrà pagare, sempre e comunque. E che, alla fine del contratto, dopo trentasei anni, un esborso di duecento milioni di euro di fitti, e cifre comunque alte per le manutenzioni ordinarie, si ritroverà con niente in mano. Invece, Pizzarotti, o chi per lui, si ritroverà un terreno paga-to quattro soldi e rivaluta-to enormemente, oltre a grandi fabbricati, inseriti in un quartiere nuovo e ben urbanizzato. Ciliegina sul-la torta, a quei fabbricati potrà anche cambiare la destinazione d’uso, facen-done alberghi, residence, abitazioni, uffici, o super-mercati. Tutto a spese di quei gonzi dei baresi. E qualcuno vorrebbe far pas-sare Pizzarotti come un be-nefattore.

Il progetto della Pizzarotti per la Cittadella della Giustizia di Bari

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10 venerdì 20 aprile 2012

Una situazione com-plicata con qualche col-po di scena. Ecco come si presenta la situazione po-litica di Giovinazzo. Aspi-rano a cogliere l’eredità dell’uscente sindaco An-tonio Natalicchio, di una lista civica di centrosini-stra, eletto nel 2007 cinque candidati. Il centrosinistra ne schiera addirittura tre, il centrodestra invece si presenta compatto con Antonio Galizia. E’ pro-babile quindi che i veri

giochi si giocheranno nel ballottaggio del 20 e 21 Maggio 2012.

Consilia Dagostino si presenta con una coalizio-ne di centrosinistra for-mata da Pd, Nuova Giovi-nazzo, Mpa e Psi; Antonio Galizia, unico candidato del centrodestra, è appog-giato da Pdl, Lista Schit-tulli, Io Sud, Udc e Fli; Tommaso De Palma mette la sua candidatura nelle mani di Giovinazzo Città del Sole, Idv e Moderati e Popolari; Santo Restivo, ultimo candidato del cen-

Verso il voto amministrativo

Centrosinistra in tre pezzi,il centrodestra punta Galizia

GIOVINAZZO - Turismo, cultura, gac ed agricoltura sono i temi principali di una campagna elettorale tra cinque candidati sindaco

territorio attraverso stru-menti ed azioni di comu-nicazione, volti ad affer-mare il brand Giovinazzo sui mercati nazionali ed internazionali”. Ma non c’è turismo senza cultura! “Se si vuole incrementare i flussi turistici - ha det-to ancora - è necessario puntare sul turismo di

Entra nel vivo la competizio-ne che condurrà alla scelta dei nuovi amministratori comuna-li. Sono sei gli aspiranti alla ca-rica di Sindaco nel Comune di Canosa di Puglia, chiamato al voto nella provincia di Barletta-Andria-Trani insieme a San Fer-dinando di Puglia e Trani. Tra comizi, incontri con gli elettori e convegni, ciascuno espone il proprio programma ma ribatte anche alle affermazioni dell’av-versario.

In sei concorrono per rice-vere il testimone dal sindaco uscente Francesco Ventola, da dieci anni ormai alla guida del paese.

Uno dei primi ad annunciare la sua candidatura è stato Sabi-no Caporale, sostenuto proprio dal sindaco uscente Ventola, facente parte della coalizione di centrodestra. Caporale porta con sé un gran numero di soste-nitori grazie alle tante liste che appoggiano la sua candidatura: Pdl; Canosa nel Cuore, Adc, In-sieme per l’agricoltura, i Pen-sionati; Patto per Canosa, Pli, Nuova Generazione ed infine l’ultima alleanza con il partito

La Puglia Prima Di Tutto, che è arrivata più tardi, in occasione della conferenza stampa ufficia-le per la candidatura a sindaco avvenuta presso la sede del par-tito di centrodestra.

L’architetto Gianfranco Me-rafina è il secondo aspirante, che ha annunciato la propria candidatura solo con il Terzo Polo, la coesione con la Nuova Democrazia Cristiana e con Fli è arrivata dopo. Nadia Landolfi, moglie dell’ex sindaco Andrea Silvestri, unica donna concor-rente. La dott.ssa Landolfi ha con sé un buon bagaglio di liste a sostenerla: Udc, Mpa, Api, Io Canosa, Partito Repubblicano, Vivere per Canosa. I candidati

del centrosinistra sono due a causa dell’ostinato rifiuto del Pd di ricorrere alle primarie e quin-di Ernesto La Salvia e Sabino Del Vento si trovano uno contro l’altro per l’unico posto di sin-daco. Ernesto La Salvia, dottore della Asl Bat, è sostenuto da Pd, Idv e dai Verdi, mentre il dott. Sabino Del Vento, da sempre vi-cino al mondo agricolo locale, si presenta alle amministrative 2012 con i partiti di Sel, Puglia per Vendola. Anche la nuova lista civica Canosa Futura ha il suo candidato: si tratta di Lucia-no Pio Papagna. Canosa Futura rappresenta imprenditori, com-mercianti, artigiani, agricoltori e liberi professionisti.

Dopo i dieci anni di Ventola,in sei per la carica di Sindaco

canosa - bat

qualità: offrire una cit-tà a misura di uomo” Per Lia Dagostino, invece, è necessario “sviluppare la costa, migliorare la bal-neazione, creare spiagge libere e attrezzate, conti-nuare ad aderire ai G.A.C. e realizzare il porto mu-seo”.

Tommaso Depalma ha detto di puntare al turi-smo “non solo nella sem-pre più breve stagione estiva, ma per tutto l’an-no formando una cabina di regia con il coinvolgi-mento delle splendide as-sociazioni di Giovinazzo per la realizzazione di un cartellone programmato di eventi e manifestazio-ni”. Un ok allo sviluppo del turismo è arrivato an-che da Pietro Sifo.

“Ma non abbandonia-mo l’agricoltura, la filiera corta, la sponsorizzazio-ne dei prodotti locali”, ha detto. In molti, quindi, si sono resi conto che il fu-turo della città è in una di quelle quattro perso-ne che avevano davanti. L’augurio è che sappiano scegliere con criterio.

trosinistra trova appoggio in Sel e Costruiamo il Co-mune; Pietro Sifo, infine, si presenta con la lista ci-vica Movimento cittadino per Giovinazzo.

Lunedì scorso, nel-la Sala Bastione, si sono presentanti i candidati sindaco con le loro pro-poste elettorali. Erano presenti tutti tranne Anto-nio Galizia candidato del centrodestra il quale ha dichiarato di non essere stato invitato e, “benché si ritenga implicitamente invitato” ha evidenziato la sua “impossibilità a parte-cipare per concomitanti impegni elettorali”, come l’incontro presso la sala San Felice e il comizio in piazza Vittorio Emanuele

II. Ad ogni modo gli altri candidati hanno esposto le loro impressioni all’ini-zio della campagna eletto-rale.

“La città possiede ca-ratteristiche peculiari - ha spiegato Santo Restivo - è necessario, quindi, avvia-re la valorizzazione e la promozione turistica del

Per il vice segretario provincia-le di Fli Lillino D’erasmo le priorità della città di Giovinazzo sono mol-te. Su tutte lo sviluppo del turismo, la riqualificazione del lungomare, la rivalutazione del centro storico e la garanzia della legalità. “A Giovinazzo il lungomare è tutto – afferma D’era-smo – non può essere abbandonato e non curato. Essendo Giovinazzo

una città che vive del mare, se si blocca il lungomare e non lo so valo-rizza si ferma tutto e di conseguen-za si fa un grosso danno all’econo-mia cittadina. Questo in termini di turismo, commercio e produzione dell’economia locale. Se non si porta quell’area ad un alto livello di vivibi-lità, vengono meno una serie di cose necessarie alla città”. L’esponente di

Fli continua affermando la necessa-rietà dei fattori su menzionati: “E’ un delitto privare la città della sua parte più attiva. Da questa derivano fonte di reddito, grazie alla pesca. Inoltre è di fondamentale impor-tanza, per l’immagine pubblica che ne deriva e per il potenziale turismo che potrebbe attirare, riqualificare il centro storico. Questo passo, oltre a rendere più bella e vivibile la città, la renderebbe più sicura. Perché que-sto aspetto non è assolutamente da trascurare se si ha a cuore la serenità dei cittadini”.

La campagna elettorale si giocasul rilancio di turismo e pesca

i punti programmatici

di Andrea Dammacco

Il porto di Giovinazzo

le elezioni del 27 maggio 2007

Piazza Colonna a Canosa di Puglia

le elezioni del 27 maggio 2007

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venerdì 20 aprile 2012 11

Un numero, una firma per sostenere la vita

Ci sono persone che contano, ci sono numeri che contano, ci sono bambini che contano… su di te. Dona il tuo 5x1000 a Intervita Onlus.

97241280151Il codice fiscale Intervita... un numero non è mai contato così tanto.

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Presenti dove manca il futuro!

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12 venerdì 20 aprile 2012

L’eventuale ripresa del-la guerra di mala fa tre-mare le vene ai polsi de-gli inquirenti: da diverso tempo la Procura di Fog-gia e la Dda sono impe-gnate in interventi repres-sivi, soprattutto in quella equivoca zona d’ombra

in cui la criminalità or-ganizzata va a coniugar-si con il disagio sociale: dopo l’offensiva contro i chioschi abusivi di frut-ta e verdura, considerati centrali di sorveglianza ed occupazione del territorio da parte dei clan, c’è stata la recente inchiesta sulle gravissime infiltrazioni della criminalità organiz-zata nell’Amica e in una cooperativa dei parcheg-gi. Coprire anche il fronte di una battaglia fra clan potrebbe rivelarsi impro-bo.

La città è attonita e impaurita, benché non manchi la preziosa rea-zione del volontariato ci-vico, di quanti incitano a denunciare ed a collabo-rare con gli inquirenti. Il risultato della partita fra Stato e antistato dipende-rà anche da quanto questi appelli risulteranno con-vincenti.

Foggia

IL COMMENTO

Il teatro e la sceneggiata

di Fabrizio Tatarella

Più che un teatro, il “Giordano” sembra un film, per la precisione quella pellicola della Wertmüller intitolata “Un complicato intri-co di donne, vicoli e delitti”.

Chiuso per lavo-ri di restauro per un lasso di tempo supe-riore a quello che Lu-igi Oberty impiegò per costruirlo, negli anni Venti dell’Ottocento, il Real Teatro Ferdi-nando, poi intitolato al grande composito-re, resta melanconi-camente sprangato, benché la sua riaper-tura fosse data per imminente già nel 2006. Ora l’assessore alla Programmazio-ne, evidentemente più loquace del suo colle-ga ai Lavori Pubbli-ci, ha “scoperto” che la ditta appaltatrice avrebbe praticato un subappalto illegitti-mo, il che impedisce di avere le certificazioni di sicurezza e il nulla osta di Vigili del Fuo-co e Commissione di Vigilanza. A quel che sembra serviva anche la costruzione di una cabina elettrica di cui ci si era “dimenticati”. Ha fatto bene l’asses-sore Cavaliere a inte-ressare la magistratu-ra, ma ci chiediamo: in questi anni dov’era la direzione lavori? Come è stato possibile che si sia verificato un subappalto “clandesti-no”? E la politica, che ha il compito di vigi-lare sulle attività della tecnostruttura, a cosa pensava? Questo non è teatro: è sceneggiata.

Il coordinatore pro-vinciale di Futuro e Li-bertà per l’Italia Fabrizio Tatarella è intervenuto sulla questione dei cor-si di Ingegneria Civile del Politecnico di Bari decentrati a Foggia, di cui appare imminente la soppressione. Ecco la sua dichiarazione:

“Un abbandono in condominio, quello che sta causando la fine dei corsi di Ingegneria a Foggia. Da un lato il Politecnico viene meno alla sua funzione e vo-cazione regionale e me-ridionale per sposare un centralismo barese improduttivo e miope; dall’altro le istituzioni locali, che per anni sono intervenute con provve-dimenti tampone e fati-cosi rattoppi, mostrano la consueta flebilità di risposta. Come per le trivellazioni alle Tremiti, per la sospensione dei voli dal “Gino Lisa”, e per tutto il complessivo fenomeno di desertifica-zione della Capitanata, i governi locali si limitano a presenze rituali, deplo-razioni di circostanza e lamentele sterili. Serve invece un nuovo pro-tagonismo dauno, nu-trito di partecipazione

civica e di risanamento e rilancio della politica e della vita pubblica. È una nuova stagione che Futuro e Libertà ha l’am-bizione di contribuire a inverare.”

Solo in tempi recenti, quando già la difesa dei corsi appariva improba si è cercata una soluzio-ne alternativa alla disa-giata sede dell’Itis Alta-mura. Ma la soluzione trovata, la scuola edile di via Napoli, è ritenuta troppo lontana dai do-centi del capoluogo. L’ul-timo triste contenzioso di un rapporto che in realtà non è mai decol-lato. I corsi di Ingegneria sono rimasti una mera propaggine locale di una realtà aliena, senza al-cun percorso comune o interazione. E ora se ne pagano le conseguenze.

La chiusura di ingegneriadesertifica la Capitanata

intervento del coordinatore provinciale di fli

Venerdì 20 aprile il parlamenta-re di FLI Gianfranco Paglia, medaglia d’oro al valor militare, accompagnato dal Coordinatore provinciale di FLI, avvocato Fabrizio Tatarella, sarà in Capitanata per sostenere i candidati di FLI alle amministrative di maggio. Questo il calendario degli incontri:

Alle ore 16.00 a Foggia conferenza stampa presso Il Bar Duetto, isola pe-donale.

Alle 18.00 a Monte S. Angelo, pres-so la ex Caserma dei Carabinieri via Durazzo per presentare la candidatu-ra al Comune di Piero Accarrino, re-sponsabile locale di FLI, con il candi-dato Sindaco Antonio Di Iaso.

Alle 20.00 ad Apricena, presso “Casa Matteo Salvatore”, per presenta-re la candidatura al Comune di Dona-to Specchiulli, Presidente di FLI con il candidato Sindaco Antonio Potenza.

In tutti e tre gli appuntamenti sa-ranno allestiti i banchetti di FLI per

firmare la petizione “Liste Pulite” fuo-ri i corrotti dalla politica, lanciata dal Presidente dalla Camera dei deputati Gianfranco Fini. Le petizioni vedran-no impegnati gli uomini di FLI fino a luglio con banchetti e gazebo in tutti i comuni della provincia.

Oggi Gianfranco Paglia in Capitanataa sostegno dei candidati di futuro e libertà alle amministrative

Sotto i bombardamenticome nell’estate del 1943

CRONACA - l’esplosione avvenuta a Foggia nei pressi di una pellicceria fa pensare a una possibile guerra di mala

Come nella fatale esta-te del 1943 Foggia convive con le bombe.

Per fortuna non si trat-ta dei micidiali raid anglo-americani, che lasciarono esanimi migliaia di citta-dini di Foggia, ma il terro-re indotto dal racket delle estorsioni e dalla guerra di mala non è certamente inferiore.

Se ne è avuta una indi-retta riprova nella tardis-sima serata di martedì, quando una forte deto-nazione, probabilmen-te causata da un maxi-petardo fatto esplodere nell’oratorio di una chiesa da alcuni balordi, è stata immediatamente riferi-ta all’ennesimo attentato in danno di una nota pa-sticceria, che era venuta all’onore delle cronache per un recente atto in-

timidatorio di modesta portata.

Forse proprio questo è il segnale più grave: l’opi-nione pubblica e la citta-dinanza sono così abitua-ti all’impunito dilagare dei clan da pensare im-mediatamente al peggio, anche quando si tratta dello stupido esibizioni-smo di quattro vandali. Le bombe immaginarie sono il più sicuro indice del pe-ricolo e dell’allarme.

Per niente immagina-rio, peraltro, è stato l’ordi-gno che ha devastato una nota pellicceria di Corso Giannone, Carmelina 13. Un esercizio i cui gestori sono sempre stati, a torto o a ragione, accostati alla malavita foggiana, per la precisione ad una delle sue famiglie storiche. Più ancora che alle dinami-che estorsive, l’attentato potrebbe essere collegato

di Claudio Aquilano

Una foto dell’attentato dell’altra sera (immagine tratta dal sito www.foggiatoday.it)

L’on. Gianfranco Paglia

Fabrizio Tatarella

ad una “dichiarazione di guerra”, all’annuncio che le vecchie gerarchie non funzionano più e i clan devono trovare nuovi equilibri.

È la stessa lettura che gli inquirenti hanno dato a suo tempo dell’uccisio-ne di Giosué Rizzi, per-sonaggio di grande spic-co della malavita locale, protagonista dei ruggenti anni Ottanta e della guer-ra fra bande che culminò nella strage del Bacardi. Condannato come man-dante di quella mattanza, Rizzi aveva intrapreso un proprio personale per-corso di distacco dall’at-tività criminale: aveva cominciato a dipingere e tutti lo ritenevano ormai “in pensione”, dopo oltre decenni passati in carce-re. Ma i suoi killer non la pensavano evidentemen-te allo stesso modo.

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venerdì 20 aprile 2012 13

L’ A m m i n i s t r a z i o n e Giannatempo ha festeg-giato il suo secondo com-pleanno. Sono passati due anni dalle elezioni amministrative.

Ho ripreso il program-ma elettorale di allora. Quello che dovrebbe es-

sere il “navigatore” per Antonio e la sua Giunta. Resto sorpreso e ramma-ricato di quanto scritto e non realizzato. Neanche nelle sue linee priorita-rie: “Abbiamo già indi-cato il risanamento del bilancio e la costituzione dell’assessorato alla tra-sparenza. Così come ab-

Cerignola

Due anni e tante chiacchiere.Erano queste le priorità?

IN CITTA’ - Il bilancio dei due anni dell’amministrazione-giannatempo. le promesse del programma elettorale mai mantenute

Parafrasando il noto romanzo au-tobiografico di Carlo Levi di “Cristo si è fermato ad Eboli” ed adattandolo ai nostri giorni, ed alle nostre esigenze, potremmo dire Cristo si è fermato alle Fornaci

Creato come un quartiere residen-ziale, dove i residenti potevano tran-quillamente tornare per riposarsi dopo una lunga giornata di lavoro, le Forna-ci, si sono trasformate in un vero e pro-prio incubo per tutti.

Bastano 10 minuti di pioggia per trasformare tutto il quartiere in una autentica piscina comunale, dove ci si rimane molte volte bloccati con le pro-prie auto, ed il transito a piedi è prati-camente impossibile.

Il randagismo è una vera e propria emergenza. Decine di cani calpestano indisturbati tutto il territorio rendendo impossibile una passeggiata tranquilla a bambini, anziani e a tutti coloro che hanno paura di vedersi minacciati da cani randagi.

Sinceramente vedere decine di cani in cerca di cibo, non lascia tranquilli neanche chi non ha questo timore nei loro confronti.

Per non parlare dell’appuntamento settimanale con il mercato. Il mercole-dì è un incubo per tutti i residenti delle Fornaci Ci si sveglia con l’incubo di re-stare intrappolati nel traffico e non po-ter raggiungere il proprio posto di lavo-ro in tempo o essere costretti a saltare la prima ora di lezione per gli studenti.

Lo stradone principale, quello che collega il distributore “Tamoil” con tut-to il quartiere, è completamente bloc-cato dal consueto appuntamento del mercato settimanale.

Pertanto, è presa d’assalto l’altra ed unica via d’uscita (verso la scuola me-dia “Padre Pio”, per intenderci), e, con tutte le scuole che collegano quella strada ,(la scuola media appunto, il “Li-ceo Tecnologico, il Liceo Artistico ed il Liceo Classico) è un vero e proprio mi-racolo uscirne in tempo utile da quella trappola.

Ovviamente la situazione si replica nelle ore di uscita degli uffici e del-le scuole. La situazione poteva essere meglio gestita con i semafori presenti in zona, vedi quello dell’incrocio del ristorante il “Bagatto”, ma il buon as-sessore Franco Reddavide si è convinto che i semafori inquinino (??), ed ha de-ciso di spegnerli tutti.

Un giorno, però, il nostro assessore ci dovrà spiegare da quale studio scien-tifico ha tratto questa conclusione. Dopo lo sgombero di tutte le bancarelle arriva il peggio. L’intero quartiere è im-merso da carte, cartoni e rifiuti lasciati dal mercato, per almeno un paio d’ore. Un spettacolo disgustoso. Vogliamo ricordarci che esiste questo quartiere? Basta proclami.

I cittadini esigono risposte concrete, in quanto il quartiere Fornaci non può essere abbandonato al degrado.

Carlo Dercole

Cristo si è fermato ad Eboli?No, sicuramente alle Fornaci

l’insostenibile degrado del quartiere cerignolano

Anche a Cerignola è partita l’iniziativa di Fu-turo e Libertà per l’Italia “Liste Pulite”, fuori i cor-rotti dalla politica, lan-ciata dal Presidente dal-la Camera dei deputati Gianfranco Fini. Due le petizioni che vedranno impegnati gli uomini di FLI fino a luglio.

La prima, ai sensi dell’art.50 della Costi-tuzione, indirizzata ai Presidenti delle Camere, perché sia inserita nel

Codice Penale la obbliga-torietà della sanzione ac-cessoria della interdizio-ne perpetua dai pubblici uffici in caso di condan-na per reati associativi e contro la pubblica am-ministrazione (corruzio-ne, concussione, pecula-to, malversazione, abuso, etc.).

La seconda, indirizza-ta ai Presidenti e Segre-tari di tutti i partiti poli-tici, perché si impegnino a non candidare chi sia

stato condannato anche con sentenza non defini-tiva per uno dei predetti

reati.Nella sola domenica

mattina a Cerignola sono

state già raccolte quasi 200 firme. Se a Foggia e San Severo tra i firmata-ri anche i rispettivi Sin-daci, Gianni Mongelli e Gianfranco Savino, nella nostra città al momento ancora nessun esponen-te della Pubblica ammi-nistrazione ha finora fir-mato le due petizioni.

Presenti al banchetto oltre al dirigente provin-ciale FLI Carlo Dercole e al Coordinatore citta-dino Enzo Pece, anche i ragazzi del movimento giovanile di FLI, Genera-zione Futuro, Stefano Pe-trarolo, Salvatore Spec-

chio, Benedetto Terenzio, Michele Bonavita, e il Coordinatore provincia-le di FLI, il cerignolano Fabrizio Tatarella, che non a caso ha voluto co-minciare da Cerignola la raccolta di firme per le petizioni che sarà ripetu-ta in tutti i Comuni della Capitanata.

Tra i firmatari anche esponenti de la Cicogna, e del Pd, ma tantissimi sono stati i giovani, evi-dentemente stanchi di una politica lontana dai loro problemi. Appunta-mento a domenica pros-sima .

Anche a Cerignola si firmaper l’iniziativa “Liste Pulite”

appuntamento a domenica mattina

di Enzo Pece

Il banchetto di Futuro e LIbertà a Cerignola

biamo inteso assicurare la presentazione del pro-getto di riqualificazione di Piazza Duomo entro il prossimo mese di settem-bre. Tutti gli strumenti urbanistici bloccati per cinque anni saranno im-mediatamente approvati dal consiglio comunale, tutti i programmi in iti-nere saranno accelerati, per ridare vigore all’edi-lizia, in particolare entro un mese dalla costituzio-ne della giunta sarà de-finitivamente approvato il PL “Santa Barbara” e trasferita in proprietà alla Diocesi il lotto per la costruzione della nuova Chiesa. Insieme a questi primi atti, è intenzione della nuova amministra-zione comunale promuo-vere fin da subito la costi-tuzione di organismi di consultazione con tutte le forze sociali, culturali e economiche.

Questi organismi non saranno soltanto assem-blee di partecipazione, ma luoghi concreti dove programmare e soprat-tutto realizzare iniziati-ve. Per la prossima esta-te allestiremo un grande evento che dovrà essere la vetrina della nuova Cerignola, un evento sul cui sfondo ci saranno le nostre produzioni tipiche e che avrà l’obiettivo di illustrare al di là dei con-fini cittadini la rinnovata voglia di fare dei cerigno-lani.

E proprio in vista di tale appuntamento insi-steremo con energia per un programma massiccio ed immediato di riqualifi-cazione e manutenzione delle strade principali, delle strade rurali, del

rinnovo degli accessi alla città e della sistemazione degli arredi urbani e della segnaletica e soprattutto sicurezza in città, borgate e su tutto il territorio….”.

Insomma un fallimen-to. Piazza Duomo rifatta entro settembre. Entro un

mese la lottizzazione San-ta Barbara doveva essere chiusa. Subito la costitu-zione di organismi mai fatti nascere.

Per la prossima estate un grande evento mai fat-to. Queste sono state alcu-ne delle promesse scritte

e non mantenute. Mi viene spontaneo

e istintivo chiudere con questa considerazione: l’antipolitica riesce ad avanzare solo nel mo-mento in cui il livello della politica e di chi la pratica è mediocre!

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14 venerdì 20 aprile 2012Europa

Agli attentati dell’11 settembre il Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti rispose con leggi severe per il trasporto aereo. Nel 2001 divenne legge la Usa Patriot Act, consentiva un maggior scambio di infor-mazioni tra le agenzie di intelligence Usa e le auto-rità investigative, nel 2002 il Congresso approva lo Homeland Security Act e nel 2004, ci fu l’adozione dell’Intelligence Reform and Terrorism Prevention Act con un proprio diret-tore con l’incarico di co-ordinare tutte le attività di intelligence interna, ester-na e di difesa disponendo di ampi poteri di budget.

Con l’aiuto della Na-tional Counterterrorism Center, una sorta di ‘ban-ca’ delle informazioni di intelligence su terroristi noti o sospetti hanno il compito di svolgere at-tività anti-terrorismo.

Lo schock dell’ 11 set-

tembre portò cambia-menti anche in Europa con metodologie diverse dagli Stati Uniti dando spazio alla cooperazione più che al rafforzamento delle autorià nazionali, coivolgendo strumenti di-plomatici capaci di inter-venire sulle cause sociali e politiche che nutrono la minaccia terroristica.

Le misure anti-terrori-stiche sono state inserite in un Piano d’azione per la lotta al terrorismo , che viene aggiornato di con-tinuo e sottoposto a re-visione da parte del Con-siglio europeo due volte l’anno. Questi due mondi così giuridicamente di-versi hanno norme diver-se anche in merito al trat-tamento dei dati raccolti.

La necessità di stipula-re un accordo con gli Stati Uniti è nata perchè dopo l’11 settembre gli Stati Uniti imponevano ai vet-tori aerei di comunicare all’Ufficio doganale sta-tunitense i dati personali

In migliaia, armati solo di rabbia e cartelli di protesta, i balneari si sono dati appuntamen-to al centro congressi dell’Eur, accompagnati da 150 sindaci e da 100 assessori al turismo provenienti da tutte le Province i Comuni d’Italia.

Contestano la Bol-kestein, la direttiva europea che prevede aste pubbliche per le concessioni demaniali marittime a partire dal 2016. La sua entrata ri-schia di far scomparire le migliaia di imprese che da sempre lavorano sulle spiagge italiane.

Sib- Confcommercio, Fiba Consercenti, Asso-balneari Confindustria e Cna balneari chiedo-no una deroga alla nor-mativa e sollecitano una soluzione dal Governo nazionale per le quasi 30mila imprese che la-vorano sulle coste del Paese. Resta da capire quale sarà il loro futuro e quale quello dell’oc-cupazione impiegata in un indotto vastissi-mo, che conta più di 400mila lavoratori.

Nodo centrale, per

tutti, è quello degli in-vestimenti già effettua-ti sulle proprie attività. Migliaia di euro spesi per creare le attività, ammodernarle e riqua-lificarle.

“Le migliaia di im-prenditori che sono arrivati da tutta Italia, centinaia di sindaci, rappresentanti delle Province e delle Regio-ni che sono qui dan-no molto significato alla necessità di offrire un futuro alle imprese balneari italiane – ha dichiarato Riccardo Borgo, presidente del Sindacato Italiano Bal-neari – Chiediamo al Governo di garantire questo settore strategi-co per il turismo e l’eco-nomia italiana attraver-so una proposta entro fine giugno”.

“C’è un settore in Ita-lia che continua a tirare nonostante la crisi – ha aggiunto – ed è il turi-smo. Il Governo deve schierarsi dalla par-te dei balneari perché nella valorizzazione del turismo c’è tutto il loro lavoro, con il quale sono riusciti a migliorare le coste italiane”.

Sindaci e balnearicontro la Bolkestein

aste pubbliche per le concessioni?

dei passeggeri norma che si poneva in potenziale contrasto con la norma-tiva europea sul tratta-mento dei dati personali.

Al fine di trovare un punto d’equilibrio tra le esigenze di tutela della pubblica sicurezza, da un lato, e del diritto alla riservatezza dall’altro, è stato stipulato un accor-do internazionale tra la Comunità europea e gli USA del 28 marzo 2004.

Ed è proprio su questo accordo internazionale che ha avuto varie mo-difiche negli anni, che il Parlamento Europeo è oggi diviso tra coloro che trovano utile questo scambio di dati e coloro che vogliono tutelare la privacy. La commissio-me sulle libertà civili si è già pronunciata in favo-re del testo proposto del Parlamento. Un testo che è a favore dello scambio tra USA e Eu dei dati dei passeggeri, ma i gruppi politici sembrano ancora molto divisi sulla vicenda.

Timothy Kirkhope de-putato britannico a favo-re del testo ha dichiarato che - “Il valore dei dati dei passeggeri aerei non deve essere sottovalutato. Per esempio questi dati sono stati utilizzati dal Regno Unito nell’inchie-

di Eliona Cela

“L’Italia è a rischio e mancherà i suoi obiet-tivi economici nel 2012 e 2013 e non riuscirà a raggiungere il pareggio di bilancio fino al 2018”. E’ quanto emerge dall’Eco-nomic outlook del Fondo Monetario Internaziona-le. Nonostante un lieve miglioramento delle pre-visioni economiche gene-rali, alcune tra le econo-mie europee più avanzate rimangono in recessione.

Gli Stati in sofferen-za sono soprattutto la Spagna e l’Italia dove si prevede un calo del Pil intorno tra l’1,5 e il 2%. “Nel rapporto, secondo il Fondo monetario in-ternazionale, il rapporto deficit-Pil raggiungerà in Italia il 2,4%, superiore dell’1,2% al suo obiettivo. Si prevede una riduzio-ne del dato all’1,5% per il prossimo anno e all’1,1

nel 2017, ultimo anno per il quale l’FMI ha effettua-to le stime”.

Dati che non metto-no ottimismo, anche il governo italiano è corso ai ripari affermando di poter raggiungere il pa-reggio di bilancio solo nel 2015 e non più nel 2013. Per alcuni economisti i due paesi pesano sulla crescita dell’Europa.

Sulla difficoltà econo-mica in Europa è interve-nuto durante la Plenaria del Parlamento europeo, il Presidente della Com-

missione europea Jose’ Manuel Barroso che ha sottolineato come “per assicurare una vera con-vergenza economica, sarà necessaria una mu-tualizzazione del debito pubblico”. Nella stessa sede il commissario per gli affari economici e monetari Olli Rehn si è spinto oltre rimarcando che ‘’è ora il momento di passare alla fase successi-va per fare progressi con-creti verso gli eurobond o qualsiasi altra forma di mutualizzazione del

debito”. Insomma gli eu-robond come scialuppa di salvataggio per l’eco-nomia dell’eurozona. Il problema come al solito è quello di convincere la locomotiva tedesca ad accettarli. La Merkel con-tinua ad avere dei dubbi sulla loro utilità, ma la Commissione europea va avanti: “Fatte le regole per la governance econo-mica rafforzata nella Ue, a breve, ha detto Rehn, la Commissione annuncerà i risultati della consulta-zione lanciata sul ‘libro verde’ per gli eurobond e farà una sua proposta”. In pratica gli eurobond pos-sono essere considerati una garanzia di stabilità, soprattutto per i paesi che devono far fronte a un forte debito pubblico e che sono in un periodo di deficit.

Vincenzo Matano

Previsioni FMI negative per Spagna e Italia. Gli eurobond UE come scialuppa di salvataggio

gli obiettivi economici degli stati dell’unione

sta sugli attentati di Lon-dra. Hanno permesso di identificare i responsabili degli attacchi a Mumbai.

Proprio grazie a questi dati sono sta-ti catturati decine di criminali, pedofili, stupra-tori e trafficanti di droga.

Abbiamo negozia-to un accordo rigoro-so con i nostri partner americani. – continua il deputato conservato-re - Dovremo trasferire delle informazioni ben precise rispettando delle condizioni chiare e sot-to la sorveglianza delle autorità indipendenti. Non penso che gli Stati Uniti vogliano archiviare queste informazioni per utilizzarli a fini illeciti. L’obiettivo è unicamen-te quello della sicurezza: utilizzeranno questi dati per combattere il terro-rismo e la criminalità. Non bisogna sottovaluta-re i rischi: in particolare dopo gli attentati dell’11 settembre. La risposta del Parlamento europeo deve essere all’altezza delle sfide della società contemporanea. Nono-stante ciò abbiamo fatto in modo che l’accordo sia utilizzato unicamente per prevenire, individua-re e portare davanti alla giustizia i responsabili di

Il Parlamento Europeotra privacy e sicurezza

TRASPORTI - Come trattare i dati sensibili alla luce della normativa dopo l’11 settembre?

Sicurezza aeroportuale e dati sensibili. Come vanno regolati?

crimini internazionali e i terroristi. I dati dei pas-seggeri sono protetti, sa-ranno disponibili e sarà possibile correggerli”.

Invece la deputata olandese Sophie in ‘t Veld che è contraria all’accor-do ha dichiarazto: “ L’ac-cordo sul trasferimento dei dati dei passeggeri aerei (PNR) tra UE e Sta-ti Uniti non risponde ai criteri fissati dal Parla-mento europeo nel 2010. Non è infatti conforme alla legislazione europea. Come relatrice del testo, temo che i dati dei pas-seggeri aerei non siano utilizzati unicamente per ragioni legate al terrori-smo e alla criminalità, ma anche per ciò che ri-guarda l’immigrazione e i controlli alle frontiere.

Mi oppongo anche all’archiviazione dei dati per una durata indetermi-nata, anche sotto anoni-mato. L’utilizzo possibile

dei dati sensibili come i dati legati alla salute, la religione o la vita sessua-le è un tema controverso. Le autorità americane avranno anche la possi-bilità di connettersi a dei sistemi informatici euro-pei per recuperare i dati.

In ogni caso, il Parla-mento europeo non potrà approvare un accordo che non rispetta la vita pri-vata dei cittadini europei e contrario alle leggi e ai principi della protezio-ne dei dati. Approvare un accordo di questo tipo lascerebbe i cittadini eu-ropei senza protezione e creerebbe un precedente da non sottovalutare: altri paesi domanderebbero il trasferimento dei dati”.

Il Parlamento si espri-mera’ tra poco e la decisio-ne influera’ in modo so-stanzioso la nostra vita e la protenzione della nostra privacy in relazione alla sicurezza internazionale.

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venerdì 20 aprile 2012 15Spettacoli e Cultura

Cresce l’attesa per AntonelloIl 26 aprile la tappa barese dell’Unica Tourcon un Venditti che dal vivo dà il meglio di sè

MUSICA - Tracce di musica lungo i quarant’anni della carriera del cantautore romano insieme ai brani dell’ultimo album

di Isabella Battista

Primavera tempo di rinascite, e con aprile ormai entrato nel vivo risorge anche la stagio-ne de “La Tana”, residen-za teatrale nel Castello Svevo di Barletta curata dalla compagnia Teatro dei Borgia, proponendo nella sua personale “pri-mavera” una serie di si-gnificativi appuntamen-ti tanto nell’ambito della prosa quanto in quello della danza contempo-ranea.

Il primo evento, cioè quello che ha aperto il calendario il 17, è fissa-to per il 20 e il 21 aprile 2012, date in cui sul pal-coscenico barlettano si esibirà una Sabrina Im-pacciatore in versione quasi inedita: da sempre abituati a conoscerla nella natura spumeg-giante e nel suo mood più comico, sarà certa-

mente una sorpresa per tutti nel monologo che l’attrice romana porte-rà nel teatro pugliese. Si tratta infatti di un te-sto firmato da Natalia Ginzburg, scrittrice del secolo scorso e attivista politica schierata con-tro il fascismo, intitola-to “E’ stato così”; con la regia di Valerio Binasco, l’Impacciatore si cala nei panni di una figura fem-minile atroce, disperata e lontana mille miglia dalla moderna immagi-ne della donna emanci-pata, padrona del pro-prio destino e quindi inevitabilmente lontana da progetti di edifica-zione familiare. Sabrina è per l’occasione una moglie e madre passiva, frustrata, vittima e suc-cube di un uomo che non l’ha mai né amata né resa felice e che in

qualche modo cerca, pur senza farlo con la voce, di urlare tutto il suo ran-core e la sua ansia per la pressante presenza dell’ “altra” (l’amante, talvol-ta esistente, talvolta solo immaginata come uno spettro), in una sorta di espiazione.

Una grande prova, questa, per l’attrice, che interpreta il testo con intensità, catturando il pubblico e trascinando-lo dentro il suo mondo fragile e disincantato solo con la forza della recitazione; la scena, in-fatti, consiste solo in un pannello che fa da sfon-do e in una sedia su cui siede Sabrina, che, con occhi pesantemente truccati sbavati dal pian-to e sguardo fisso, attri-buisce ancora più forza al doloroso soliloquio.

Daniela De Sario

Sabrina Impacciatore recitanel primo evento della stagione

barletta

L’atteso “UNICA TOUR” di Antonello Venditti, che segna il ritorno sulle scene live del cantautore roma-no, fa tappa il 26 aprile al Pala Florio di Bari. Durante il tour (in collaborazione con RTL 102.5) il cantauto-re proporrà dal vivo, oltre ai maggiori successi dei suoi 40 anni di carriera, i brani dell’ultimo album “Unica”. Venditti arriva in concerto con una grandissima dote di energia, una band fat-

ta di eccellenti musicisti: Derek J. Wilson (batteria), Alessandro Canini (percus-sioni, batteria e chitarra), Fabio Pignatelli (basso), Alessandro Centofanti (piano e organo), Danilo Cherni (tastiere), Benedet-to “Toti” Panzanelli (chi-tarra), Maurizio Perfetto (chitarra), Amedeo Bianchi (sax), Sandy Chambers e Julia St. Louis (voci), una band “molto rock” assicu-ra lui, che offrirà a Venditti la possibilità di presentare ogni brano, vecchio e nuo-

Questo pomeriggio, a partire dalle ore 18:00, ci sarà l’inau-gurazione del Must, il museo storico del-la città di lecce, in via degli ammirati. l’ingresso alla mani-festazione è gratui-to.

Inaugurazione Must a Lecce

20 aprile, 18:00

Scandal-osa, arte contemporanea in mostra a Cassano delle Murge (Bari) a palazzo Miani-Pe-rotti, a partire dalle ore 19:00 (ingresso libero).

Scandal-osain mostra

20 aprile, 19:00

Spettacolo “Una scimmia all’accade-mia” di Franz Kaf-ka, al teatro Kismet Opera, alle ore 21, con replica domeni-ca (stesso orario).

Una scimmiaal Kismet

21 aprile, 21:00

Improvvisarte - espressioni arti-stiche illuminano Corso Umberto a Pu-tignano (Bari) a par-tire dalle ore 10:00. Ingresso libero.

Improvvisartea Putignano

22 aprile, 10:00

Il mondo è sempre più piccolo, ed è così che la distanza Londra-Grot-taglie si accorcia al pun-to che questa sera, alle 22:00, presso il Velvet cafè di Grottaglie si esi-birà la cantautrice folk Evelyn Burke. Originaria di Dublino ma cittadina adottiva del Regno Uni-to, ha portato avanti gli studi musicali nell’Insti-tute of Performing Arts di Liverpool, accademia che è sotto la direzio-ne artistica di un vero intenditore del settore, ossia il “Beatle” Paul Mc Cartney; al momento il nome di questa ragazza è sconosciuto nel no-stro paese, ma non c’è dubbio che essendo sta-ta notata e spalleggiata dagli stessi produttori di Dido, Corinne Bailey Rae, Emely Sandè e Nel-

ly Furtado avrà i numeri per giungere al grande successo di pubblico.

Il suo singolo “Walk Alone” oltremanica ha già conquistato un rico-noscimento prestigioso; è stata infatti individuata come promessa per il fu-turo da Songlink, un por-tale gestito da produttori e songwriter in cui ven-gono indicati coloro che più spiccano nella scena musicale sperimentale (è stato proprio questo sito il responsabile del lancio sul mercato del-la prima hit di Christina Aguilera nel lontano ’98, ad esempio).

L’electro-pop di Eve-lyn Burke viene da lon-tano ma per stasera, quindi, resterà fermo nel cuore della provincia di Taranto.

Daniela De Sario

Le sonorità folkdi Evelyn Burke

grottaglie

vo, nella maniera migliore. Del resto dal vivo Venditti offre il meglio di sè, riesce a stabilire un contatto stra-ordinario con il pubblico, si racconta senza timo-re, mettendo in luce ogni aspetto del suo far musica, da quello più sentimentale a quello più energico. Per-ché ancora oggi, come ha dimostrato con il suo ul-timo album, “Unica”, che proporrà per la prima vol-ta dal vivo in queste occa-sioni, Venditti è in grado di emozionare, di sorprende-

re, di coinvolgere il pubbli-co in una grande festa. In quasi quarant’anni di car-riera il cantautore romano

è rimasto sempre molto legato alla sua città, cele-brandola nelle sue canzoni come “Roma Capoccia” e “Grazie Roma”, dedicata alla sua squadra del cuore, l’AS Roma. Venditti inoltre è riuscito ad emozionare il pubblico grazie a canzoni come “Alta marea”, “Ogni volta”, “Amici mai” o alla più recente “Che fantasti-ca storia è la vita”, successi che non mancano mai nel repertorio delle sue esibi-zioni e nelle sue raccolte. Inoltre è in programmazio-ne radiofonica “Forever”, nuovo singolo di Antonello Venditti (secondo estratto da “Unica”), il cui videoclip è stato girato (con la regia di Gaetano Morbioli per Run Multimedia) all’in-terno del Parco Letterario Pier Paolo Pasolini di Ostia con protagonista femmini-le l’attrice Olivia Magnani, nipote della grande Anna.

Nell’ambito delle ini-ziative della “XIV Settima-na della Cultura” di Cano-sa di Puglia, la Fondazione Archeologica Canosina Onlus, Puglia Imperiale Turismo, la Dromos.it, la Pro Loco Canosa, con la collaborazione di alcuni dei figuranti dell’Associa-zione Passione Vivente di Canosa, organizzano la prima edizione del “Lun-go le vie della Storia”.

Si tratta di un evento

itinerante, con personag-gi figuranti, stand, aper-ture dei siti museali e/o archeologici e degusta-zioni.

L’obiettivo è quello di offrire una parziale introduzione temati-ca sull’epoca romana, nell’ambito della storia canosina. In maniera spe-cifica, si tratterà del pas-saggio tra l’epoca Dauna e l’avvento della Civiltà Romana. Attraverso le va-

rie location in costume e le ricostruzioni, sarà pos-sibile apprendere sinte-ticamente alcune tappe della storia del municipio romano di Canvsium. Sa-ranno affrontate alcune tematiche iniziali alla sto-ria del rapporto tra Cano-sa e Roma: dalla battaglia di Canne col ruolo della Matrona Busa alla civitas foederata; all’istituzio-ne del Municipium sine suffragio sotto il Principe Augusto.

Tutto sarà allietato, nelle location, da musi-che originali offerte dal

gruppo di ricostruzione storica Synaulia, già note per aver curato numero-se puntate di Superquark e del noto film “Il Gla-diatore”. Una occasione unica, sarà assistere alla produzione di ceramica dal vivo, fatta in un luogo suggestivo, dove antica-mente esisteva un quar-tiere produttivo.

L’orario della manife-stazione è dalle 18:00 alle 22:00, partendo dalla Do-mus di Via Montescupolo, poi Palazzo Sinesi e infine il Palazzo Fracchiolla/Mi-nerva.

Lungo le vie della storia del municipio Canusium

canosa

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16 venerdì 20 aprile 2012Cinema

La settimanadel cinema

Martedì 17 aprile ha preso il via la seconda edizione del Foggia Film Festival. La kermesse vo-luta e organizzata da Pino Bruno (attore, regista, fondatore della Bottega dell’Attore) e dal suo staff riserva sorprese e ospi-ti d’eccezione anche per quest’anno. Come il pa-tron ha ribadito più volte, il “Festivàl” (pronuncia rigorosamente francese) è completamente autopro-dotto e, considerando il periodo di grave crisi che il Paese sta attraversando, non è stato facile tenere in piedi e mandare avanti la kermesse. Da martedì 17 a domenica 22 aprile saran-no tantissimi gli appunta-menti che animeranno la città. Il luogo principale di incontro, dialogo e visione dei film (in e fuori concor-so) sarà come di consueto

la multisala Multiplex Cit-tà del Cinema di via Mi-randa, partner della rasse-gna. Ad aprire le danze, un dovuto e sentito omaggio al grande Lucio Dalla, da poco scomparso. Sarà poi la volta della sezione lun-gometraggi, documenta-ri, educational movies e cortometraggi, intervallati

FOGGIA - Fino al 22 la seconda edizione del Foggia Film Festival

di Isabella Battista

dalle Lezioni di Cinema con gli ospiti del Festival.

Invitati speciali dell’edizione 2012 della kermesse sono le attrici Violante Placido e Cri-stina De Pin; i registi Mi-chele Placido, Sergio Ru-bini, Pippo Mezzapesa, Nicola Deorsola, Cosimo Damiano Damato e Mar-

co Cucurnia; la scrittrice, esperta di cinema, Fran-cesca Romana Massaro; l’editore della casa editri-ce “Emmebi”, Marco Mo-schitta; Lucia Di Spirito (redattrice di “Tv Sorrisi e Canzoni)”; il produttore cinematografico Angelo Bassi.

Anche per quest’anno la kermesse (che pone particolare attenzione al panorama del documen-tario italiano) presenta una selezione ufficia-le suddivisa in 3 sezioni competitive - Italian Mo-vies, Italian Documenta-ry, Italian Short Movies - per un totale di 31 opere in concorso.

All’interno del festival, il cui presidente di giuria, quest’anno, è Sergio Ru-bini, non mancheranno inoltre la sezione delle pellicole fuori concorso e le anteprime cinema-tografiche; gli eventi spe-ciali; “Library” (lo spazio dedicato ai nuovi libri che trattano della setti-ma arte); gli “educational movies”; la vetrina non competitiva dedicata ai “cortissimi”; le consuete “Lezioni di Cinema”, infi-ne, giunte all’ottava edi-zione, tenute dai grandi protagonisti del grande schermo italiano e orga-nizzate in collaborazione con “La bottega dell’Atto-re - Teatro Studio Dauno”.

Domani si conclude la XIII edizione del Festi-val del Cinema Europeo, partito martedì scorso e allestito presso il Multi-sala Massimo della città di Lecce. Il Festival è di-retto da Alberto La Moni-ca e Cristina Soldano ed è riconosciuto come ma-nifestazione d’interesse nazionale.

A tredici anni dalla na-scita, il Festival del Cine-ma Europeo si conferma una manifestazione al passo con i tempi, che guarda ai grandi even-ti culturali dell’Europa e del Mediterraneo ed è particolarmente attenta al dialogo intercultura-le. La Festa della cultura europea e mediterranea, diffonde annualmente circa 100 film tra lun-gometraggi, corti e do-cumentari provenienti da molti paesi europei, riservando un canale di dialogo privilegiato con i giovani artisti. Ogni anno accoglie a Lecce nume-rosi ospiti internazionali: registi, attori, produttori e distributori che inter-vengono per presentare

i loro film ed incontra-re il pubblico, offrendo una testimonianza diret-ta della propria attività in un confronto vitale e stimolante con il cine-ma. La manifestazione salentina, accanto al concorso di lungome-traggi europei, ospita spazi di approfondimen-to tra cui una sezione sulla cinematografia di un paese dell’area Euro-Mediterranea, omaggi a personaggi della cine-matografia italiana ed internazionale, sezioni dedicate il Premio Mario Verdone, il Premio LUX del Parlamento Europeo.

Sulla base della sele-zione proposta dal Festi-val del Cinema Europeo, dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematogra-fici Italiani e dal Centro Sperimentale di Cinema-tografia sarà la famiglia Verdone – Carlo, Luca e Silvia – a scegliere il vinci-tore dell’edizione 2012, il cui premio sarà assegna-to . domani sera nell’am-bito della cerimonia di chiusura del Festival.

Isabella Battista

Domani la seratadelle premiazioni

festival del cinema europeo a lecce

Sergio Rubini, presidente di giuria al Foggia Film Festival