Puglia d'oggi n. 28

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Questa testata non riceve contributi pubblici 27 luglio 2012 • anno III n. 28 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA www.pugliadoggi.it BARI - Il convegno organizzato da Fli Città Metropolitana, l’opportunità di sfruttare una grande occasione A PAG 10 FLI - Verso l’assemblea dei Mille Sarà l’umiltà a renderci davvero liberi A PAG 3 L’ELZEVIRO Ilva, ora basta Ci vorranno genera- zioni per ridare alla cul- la italiana della Magna Grecia un ambiente sano e vivibile. Oggi non esi- stono tecnologie in gra- do di rendere salubri la fabbricazione dell’accia- io o la lavorazione degli idrocarburi. Taranto è un inferno alla diossi- na, l’errore madornale di fare di quella mera- vigliosa conca il primo centro siderurgico italia- no con attorno una zona industriale ad altissimo impatto ambientale data ormai 51 anni. Era il 1961 e c’era l’Italsider. Saranno migliaia le braccia sottratte ad un’agricoltura straordi- naria che vedranno in quel mostro fumante e rossiccio la svolta per il futuro. Passeranno pochi anni e le morti per tumo- re, gli incidenti sul lavo- ro, lo sfregio urbanistico di Taranto e delle sue cit- tadine satellite, l’affos- samento di qualunque alternativa di sviluppo per un territorio stupen- do, diventeranno realtà. Il mito dell’industria unico motore di lavoro e ricchezza ha qui la sua vittima più illustre. Nessuno avrà il corag- gio di chiudere e ricon- vertire. La disoccupazio- ne e un welfare ormai agonizzante non lo con- sentiranno. Ma cancella- re l’offesa agli uomini e alla terra, pulendo il cie- lo dai fumi e il mare dai veleni è davvero l’unica vera saggia cosa da fare. di Fortunata Dell’Orzo BARI - Il governo tagliava, a Bari si approvava la riduzione del numero dei Consiglieri per rendere valide (e pagate) le commissioni Quella delibera della vergogna ALLE PAGG 6 E 7 FOGGIA - Ritira le dimissioni o no? Ma potrebbe essere un disastro Mongelli sfoglia la margherita A PAG 12 CERIGNOLA - Senza mezzi e senza uomini, ma vengono “prestati” Quei vigili in trasferta A PAG 13 BARI - Il 27 settembre in Aula insieme all’ex manager Asl Lea Cosentino Vendola, chiesto il giudizio A PAG 4 AI LETTORI Arrivederci a settembre l’occhio sul Belpaese di Roberto Mastrangelo Ma cosa volete di più da questa estate? Abbiamo anche le monta- gne russe. Gratis. Un giorno le borse vanno giù del 4%, il giorno dopo ne recuperano 3, il giorno dopo ancora ridiscendono di 5 punti, per poi risalirne di 6. Con capriole, giri della morte. Senza cinture di sicu- rezza. Come nei migliori parchi di divertimento, ma con l’unica differenza che è tutto gratis. Parla Draghi? Lo spread scende di 40 punti e le bor- se prendono fiato. Il giorno dopo arriva l’annuncio delle agenzie di rating e in borsa si respira aria da funerale. E il bello è che ogni giorno in tv non si parla d’altro (naturalmente, a parte le previsioni del tempo). Benvenuti nel nuovo meraviglioso e fantastico spetta- colo estivo. E non fa niente se i soliti pochi giocano sulla pelle degli Stati, incapaci di reagire. A noi piace così, o no? I problemi giudiziari di Vendola, le aspirazioni di Emiliano, la discesa in campo di Canonico, tra Bari, Regione e Parlamento Il valzer dei candidati Sarà un autunno deci- samente caldo per la poli- tica pugliese. Mentre si è al lavoro per comporre lo scacchiere in vista delle prossime ele- zioni politiche di prima- vera, che nella nostra Re- gione per un coacervo di opportunità potrebbero trasformarsi in un vero e proprio election-day (co- munali a Bari, regionali e politiche), considerando le aspirazioni e gli obiet- tivi politici di Vendola ed Emiliano. Intanto il primo passo l’ha fatto Nicola Canoni- co che, dopo essere stato il primo degli eletti nel Pd con oltre 17mila voti ed aver costituito un gruppo “singolo” in Regione (Mo- derati e Popolari) scende ufficialmente in campo. Punta alla carica di Sin- daco di Bari, anche se in realtà guarda a Roma e tiene sotto scacco il Pd. A PAG 4 Con questo numero di Puglia d’oggi sospendia- mo le pubblicazioni per il mese di agosto. Diamo l’appuntamento ai nostri affezionati lettori per il prossimo mese di settem- bre, quando torneremo puntuali in distrubuzione gratuita e sul web ogni ve- nerdì mattina. Tuttavia non ci fermia- mo. Saremo presenti con continui aggiornamenti sul nostro sito e, intanto, stiamo lavorando per di- ventare sempre migliori. Ma non vogliamo anti- ciparvi nulla. Per il momento vi salu- tiamo con affetto. di Fabrizio Tatarella

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Puglia d'oggi numero 28, del 27 luglio 2012

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Questa testata non riceve contributi pubblici

27 luglio 2012 • anno III n. 28 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella

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BARI - Il convegno organizzato da Fli

Città Metropolitana, l’opportunità di sfruttare una grande occasione

A PAg 10

FLI - Verso l’assemblea dei Mille

Sarà l’umiltàa rendercidavvero liberi

A PAg 3

L’ELZEVIRO

Ilva, ora basta

Ci vorranno genera-zioni per ridare alla cul-la italiana della Magna Grecia un ambiente sano e vivibile. Oggi non esi-stono tecnologie in gra-do di rendere salubri la fabbricazione dell’accia-io o la lavorazione degli idrocarburi. Taranto è un inferno alla diossi-na, l’errore madornale di fare di quella mera-vigliosa conca il primo centro siderurgico italia-no con attorno una zona industriale ad altissimo impatto ambientale data ormai 51 anni. Era il 1961 e c’era l’Italsider.

Saranno migliaia le braccia sottratte ad un’agricoltura straordi-naria che vedranno in quel mostro fumante e rossiccio la svolta per il futuro. Passeranno pochi anni e le morti per tumo-re, gli incidenti sul lavo-ro, lo sfregio urbanistico di Taranto e delle sue cit-tadine satellite, l’affos-samento di qualunque alternativa di sviluppo per un territorio stupen-do, diventeranno realtà. Il mito dell’industria unico motore di lavoro e ricchezza ha qui la sua vittima più illustre.

Nessuno avrà il corag-gio di chiudere e ricon-vertire. La disoccupazio-ne e un welfare ormai agonizzante non lo con-sentiranno. Ma cancella-re l’offesa agli uomini e alla terra, pulendo il cie-lo dai fumi e il mare dai veleni è davvero l’unica vera saggia cosa da fare.

di Fortunata Dell’Orzo

BARI - Il governo tagliava, a Bari si approvava la riduzione del numero dei Consiglieri per rendere valide (e pagate) le commissioni

Quella delibera della vergognaALLE PAgg 6 E 7

FOGGIA - Ritira le dimissioni o no? Ma potrebbe essere un disastro

Mongelli sfoglia la margheritaA PAg 12

CERIGNOLA - Senza mezzi e senza uomini, ma vengono “prestati”

Quei vigili in trasfertaA PAg 13

BARI - Il 27 settembre in Aula insieme all’ex manager Asl Lea Cosentino

Vendola, chiesto il giudizioA PAg 4

AI LETTORI

Arrivedercia settembre

l’occhio sul Belpaese

di Roberto Mastrangelo

Ma cosa volete di più da questa estate? Abbiamo anche le monta-gne russe. Gratis.

Un giorno le borse vanno giù del 4%, il giorno dopo ne recuperano 3, il giorno dopo ancora ridiscendono di 5 punti, per poi risalirne di 6.

Con capriole, giri della morte. Senza cinture di sicu-rezza. Come nei migliori parchi di divertimento, ma con l’unica differenza che è tutto gratis.

Parla Draghi? Lo spread scende di 40 punti e le bor-se prendono fiato. Il giorno dopo arriva l’annuncio delle agenzie di rating e in borsa si respira aria da funerale.

E il bello è che ogni giorno in tv non si parla d’altro (naturalmente, a parte le previsioni del tempo).

Benvenuti nel nuovo meraviglioso e fantastico spetta-colo estivo. E non fa niente se i soliti pochi giocano sulla pelle degli Stati, incapaci di reagire. A noi piace così, o no?

I problemi giudiziari di Vendola, le aspirazioni di Emiliano, la discesa in campo di Canonico, tra Bari, Regione e Parlamento

Il valzer dei candidatiSarà un autunno deci-

samente caldo per la poli-tica pugliese.

Mentre si è al lavoro per comporre lo scacchiere in vista delle prossime ele-zioni politiche di prima-vera, che nella nostra Re-gione per un coacervo di opportunità potrebbero trasformarsi in un vero e proprio election-day (co-munali a Bari, regionali e politiche), considerando le aspirazioni e gli obiet-tivi politici di Vendola ed Emiliano.

Intanto il primo passo l’ha fatto Nicola Canoni-co che, dopo essere stato il primo degli eletti nel Pd con oltre 17mila voti ed aver costituito un gruppo “singolo” in Regione (Mo-derati e Popolari) scende ufficialmente in campo.

Punta alla carica di Sin-daco di Bari, anche se in realtà guarda a Roma e tiene sotto scacco il Pd.

A PAg 4

Con questo numero di Puglia d’oggi sospendia-mo le pubblicazioni per il mese di agosto. Diamo l’appuntamento ai nostri affezionati lettori per il prossimo mese di settem-bre, quando torneremo puntuali in distrubuzione gratuita e sul web ogni ve-nerdì mattina.

Tuttavia non ci fermia-mo. Saremo presenti con continui aggiornamenti sul nostro sito e, intanto, stiamo lavorando per di-ventare sempre migliori.

Ma non vogliamo anti-ciparvi nulla.

Per il momento vi salu-tiamo con affetto.

di Fabrizio Tatarella

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2 venerdì 27 luglio 2012In primo piano

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Registrazione presso il Tribunaledi Bari n. 47/2010 del 12/11/2010

Questo periodico èassociato all’Unionestampa periodica italiana

Nè rinnegati, nè convertitiLE RIFORME ISTITUZIONALI - Vale per il presidenzialismo quel che vale per il bipolarismo: buona idea purchè non strumentale

Le motivazioni sul presidenzialismo della destra italiana, da Michelini in poi

Con l’abituale sprez-zo del ridicolo, Mauri-zio Gasparri ha accusato Gianfranco Fini di essere un traditore degli ideali e della storia della de-stra italiana, per essersi i senatori di Futuro e Li-bertà astenuti sul voto-barzelletta di Pdl e Lega sull’elezione diretta del presidente della Repub-blica.

Naturalmente non si può pretendere che Ga-sparri comprenda la dif-ferenza intercorrente fra le riforme costituzionali e le raccolte di figurine, con relativo scambio tra Senato federale e Presi-dente eletto; ma è suffi-ciente avere un minimo di dimestichezza con la storia della Repubblica per capire che si tratta di un’accusa totalmente sballata.

Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire perché la destra

I patiti della Neme-si (la dea della vendetta dell’Olimpo greco) han-no a stento trattenuto grida di esultanza alla notizia del rinvio a giu-dizio di Nichi Vendola.

L’uomo che aveva spesso costruito pro-prie battaglie politiche a partire dalle carte delle Procure di mezza Italia, si trova avviluppato nel-le spire della stessa idra mediatica, di quel mar-chio d’infamia che ha sostituito nei fatti la pre-sunzione costituzionale di innocenza.

Una “caduta” enfatiz-zata, sotto certi aspetti, dalla parallela vicenda lombarda, che ha visto Roberto Formigoni de-stinatario di un avviso di garanzia per quello che i magistrati ritengono un diffuso sistema di cor-ruttele. Diciamo subito che le due storie non sono né accostabili, né

paragonabili: nel caso della Lombardia siamo in presenza di atti con-troversi e di ricostruzio-ni che Formigoni nega, mentre in quello puglie-se i fatti (l’attività di Ven-dola perché il dottor Sar-delli fosse il primario del San Paolo a Bari) sono pacifici, ed è in questio-ne la loro qualificazione giuridica.

Ma anche qui il pro-blema resta, e non per i forcaioli d’occasione o per i garantisti a geome-tria variabile. È il proble-ma dell’etica pubblica e delle conseguenze che le inchieste giudiziarie devono avere sulla vita della politica e delle isti-tuzioni.

Lo stesso Vendola considera cruciale que-sta questione, come ha scritto riflettendo sull’analisi di Mario Tronti a proposito del rilancio della sinistra.

Siamo d’accordo con lui, e siccome non si può decidere caso per caso o secondo simpatia, vor-rebbe essere così gentile da dirci qual è la fase, il grado o lo step che ren-de opportune le dimis-sioni?

Perché abbiamo as-sistito in questo campo al dipanarsi delle con-vinzioni e delle strategie più varie: dall’idea che un avviso di garanzia postulasse l’immediato abbandono delle cari-che ricoperte a quella

per cui si può restare in sella fino a quando la Cassazione e magari la Corte Costituzionale non avessero inequivo-cabilmente sancito una colpevolezza infamante.

Dal presidente del-la Regione, e soprat-tutto dal leader di Sel, dall’aspirante premier vorremmo avere un’in-terpretazione autentica: per chiarirci le idee e metterci il cuore in pace.

Ritiene che si debba fare un’analisi di meri-to dei reati? Ritiene che serva una condanna in primo grado?

Ritiene che percorsi politici e percorsi giu-diziari vadano tenuti in regime di rigorosa se-parazione e reciproco rispetto? Non gli chie-diamo di conformarsi al nostro parere o alla nostra posizione: gli chiediamo di spiegare ai Pugliesi qual è la sua. Perché noi non siamo ri-usciti ad intenderla.

Enrico Ciccarelli

La nemesi di Nichiil commento

di Enrico Ciccarelli italiana è presidenziali-sta, di quale presidenzia-lismo si tratta e perché non si può immaginare di incistare l’elezione di-retta del Capo dello Stato nell’attuale ingegno co-stituzionale.

Il presidente della Re-pubblica venne immagi-nato dai Costituenti con caratteristiche di supre-mo garante, disegnando il suo istituto dalla figura del monarca, di cui co-stituiva il succedaneo. Per questo gli venivano dati poteri amplissimi (il rinvio alle Camere delle leggi che non lo convin-cevano, la nomina del presidente del Consiglio, lo stesso scioglimento del Parlamento) e immunità assoluta.

Per evitare che que-ste prerogative potesero condurre ad una degene-razione autoritaria ven-nero posti due contrap-pesi: uno morale, cioè la mancanza di legittima-zione popolare, costruita

attraverso la designazio-ne parlamentare, e l’altro concreto, cioè il “seme-stre bianco”, che impedi-sce al Capo dello Stato di sciogliere le Camere sei mesi prima della sua ri-elezione (per evitargli la tentazione di procurarsi una maggioranza favore-vole alla riconferma).

Se venisse meno uno di questi due pilastri, le isti-tuzioni si troverebbero in una condizione di grave squilibrio. La carica anti-parlamentare ed antipar-titocratica del presiden-zialismo furono le ragioni precipue che convinsero il Movimento Sociale, già con Michelini e poi con Almirante, ad abbrac-ciarne la causa: si trattava della logica risposta alla minaccia che i partiti di massa rappresentavano per l’espressione genuina del sentimento popolare.

Considerazioni non dissimili muovevano l’approccio al presiden-zialismo di Bettino Craxi,

che da outsider sperava potesse rappresentare il grimaldello per rompere il dominio democristiano e comunista.

L’idea che l’elezione di-retta del Capo dello Stato potesse essere salvifica era inoltre potentemente aiutata dall’iniziale ap-parente successo della Quinta Repubblica fran-cese, che su quell’idea era stata fondata. In realtà, però, declinata la straor-dinaria figura di Charles De Gaulle, moltiplicatisi i casi della cosiddetta co-abitazione, quel sistema mostrò per intero i suoi li-miti, convincendo i tran-salpini a ridurre la durata del mandato dell’inquili-no dell’Eliseo.

Insomma, vale per il presidenzialismo quel che vale per il bipolari-smo: una buona idea ed una buona prassi che vanno sottratti all’inte-pretazione nefasta stru-mentale o feticistica dei Gasparri di turno.

di Gianvito Pugliese

[email protected]

Abbiamo accennato la settimana scorsa in que-sta rubrica alla sollecitazione del Presidente Na-politano ai partiti di rivedere la legge elettorale, magari reintroducendo il voto di preferenza. Monti ha recepito subito l’istanza e si è fatto promotore di una iniziativa da parte del governo.

Francamente, è legittimo il timore che in una fase così delicata, tanto possa contribuire a minar-ne la stabilità. Infatti non sono pochi quelli che, in modo più o meno aperto, vorrebbero far cadere il governo tecnico.

Se, infatti, non c’è dubbio alcuno sui risultati positivi di Monti sul piano dell’immagine interna-zionale, l’Italia oggi è tornata ad essere tra i grandi Paesi Europei con un premier stimato, ascoltato e finanche ricercato dai colleghi delle grandi demo-crazie europee, la crisi economica è lontanissima da vedere anche solo l’avvio della sua fine. D’altro canto, è ormai evidente che senza una soluzione “politica” assunta dall’intera Europa i singoli stati, soprattutto quelli come la Grecia, la Spagna, il Por-togallo e la stessa Italia, ovvero gli stati con un de-bito pubblico elevato, non possono neanche sperare di avviare processi di rilancio serio dell’economia e dell’occupazione.

Sosteneva giorni addietro in un convegno Pino Pisicchio, politico particolarmente attento ai siste-mi elettorali: “In questo parlamento solo 32 persone sono state elette col voto di preferenza. Come si può pensare che questi parlamentari siano capaci di una riforma seria che li condannerebbe alla certa esclusione?” Per Pisicchio, dunque, è certo che non si farà nulla e, probabilmente, ha ragione. Certo, la separazione tra eletti ed elettori crescerà ancor più, ma sembra che questa per i nostri politici sia inspie-gabilmente l’ultima delle preoccupazioni.

Cominciamo, comunque, ad esaminare la posi-zione dei singoli partiti sulla riforma.

La ridiscesa in campo di Berlusconi è davvero un macigno sulla strada della riforma elettorale. Ange-lino Alfano forse, essendo anagraficamente più gio-vane e politicamente più disponibile al confronto rispetto al suo leader, pensando al futuro, avrebbe potuto lavorare ad un progetto di riforma. Berlusco-ni ha fatto chiaramente capire che intende, invece, arroccarsi sul passato e mantenere quello che può. Se la sua proposta di tornare a Forza Italia, cancel-lando nome ed esperienza del Polo delle Libertà, la dice lunga sull’intento “nostalgico” del Cavaliere, è certo che il “porcellum” (come è stato soprannomi-nato dal suo inventore –Calderoli- questo sistema elettorale, che produce nominati, anziché eletti) ga-rantisce a Berlusconi di portare in Parlamento per la prossima legislatura un manipolo di fedelissimi, da usare come merce di scambio a garanzia dei suoi interessi.

In tutto questo la volontà degli elettori sembra continuare a non contare un fico secco, a dispetto dei segnali forti che l’elettorato ha mandato: dalla crescita dell’astensionismo, all’exploit del Movi-mento 5 stelle.

Riprenderemo il discorso, cari lettori, dopo la pausa estiva.

Il voto di preferenza ed i partiti politici

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venerdì 27 luglio 2012 3In primo piano

Cos’hanno in comu-ne Antonio Di Pietro, Nichi Vendola e Beppe Grillo? Apparentemente ben poco, se non l’op-posizione al governo Monti.

Ancora una volta, per l’ennesima volta, quan-do si ha troppa paura di perdere, o al contra-rio, buone possibilità di successo, si cercano al-leanze a prescindere dai programmi. Ci si allea “contro”, invece che “a favore di”.

Antonio Di Pietro cala le proprie carte sul tavo-lo delle future alleanze in vista delle elezioni politiche. Il pretesto è l’accordo sempre più difficile sulla legge elet-torale. “La vera ragione per cui non non trovano la quadra è perchè non sanno più quale può es-sere la lista che potrebbe ottenere la maggioranza dei voti”, dice Di Pietro.

Sulla legge eletto-rale è ancora il leader dell’Idv a parlare.

“I partiti della mag-gioranza avrebbero tro-vato un accordo su un sistema in parte pro-porzionale, in parte per collegi, in parte con le preferenze e in parte no. Una legge scritta in modo che si sappia pri-ma chi sono gli eletti e chi invece deve restare fuori”.

Intanto la strana al-leanza tra Idv, Sel e Mo-Vimento Cinque Stelle prende piede come al-ternativa di sinistra al Pd ed alla maggioranza ABC che sostiene Mon-ti. Proprio i frequenti contatti tra Di Pietro e Vendola, sembra con-fermare questa prospet-tiva. “Ho visto Vendo-la questa mattina. Poi l’ho sentito al telefono. Ci sentiamo continua-mente”.

Chissà se Di Pietro, tra una telefonata e un caffè, si è fatto anche aggiornare sulla situa-zione processuale di Vendola.

La strana alleanzaTonino-Nichi-Beppe

movimenti a sinistra

ne di risanamento di Ma-rio Monti.

Sarà quindi il caso di accettare l’evidenza che l’iniziativa è esattamente ciò che sembra: il logico comportamento di un partito che non intende esercitare sulla società un potere di comando, o egemonie più o meno le-gittimate.

Un partito che pensa al cantiere Italia come ad un’opera, un’impresa che deve essere la più aper-ta ed inclusiva possibile. Non si tratta del partito-Principe delle gramscia-ne “Note sul Machiavelli”, ma se volete del partito-

Le ragioni del botteghi-no elettorale suggerireb-bero a Futuro e Libertà di interpretare il ruolo di forza antisistema, di pro-vare a cavalcare la marea montante del qualunqui-smo, di fare un po’ i grilli-ni, magari in doppiopetto.

Nessuno più di noi avrebbe le carte in regola per interpretare questo ruolo: un partito che, ol-tre ad avere il merito sto-rico di avere denunciato per tempo la deriva e la consunzione del berlu-sconismo, non annovera tra le sue file nemmeno un indagato e non perce-pisce un euro di contribu-to pubblico avrebbe buon gioco a stare dalla parte degli accusatori, o alme-no da quella di chi può ammaestrare.

Perché allora fare pro-fessione di umiltà e dar vita ad una iniziativa ri-voluzionaria come quella organizzata per fine set-tembre ad Arezzo?

Perché ricercare non il consenso, ma l’apporto di proposte e di idee della

società civile? Se fossimo dalle parti

di Berlusconi o di Di Pie-tro, cioè della demago-gia in proprio o in conto terzi, si potrebbe pensare che questa spedizione dei Mille riveduta e corretta sia poco più di una bou-tade propagandistica, un modo per sciacquare i panni in Arno.

Ma non avrebbe sen-so, per una forza politica il cui leader ha già detto la più impopolare delle verità: che ciò che serve al Paese è un Governo di responsabilità nazionale che prosegua l’indispen-sabile e impopolare azio-

di Salvatore Tatarella

L’ASSEMBLEA DEI MILLE - Le ragioni della scelta. Da Arezzo ci aspettiamo proposte che siano valutate e valutabili per il loro merito

L’umiltà ci renderà liberiLa forza di un partito che pensa al Cantiere-Italia come un’opera che deve essere la più aperta possibile

a il commento

L’Europa è a un punto critico della sua Storia. La potenza inarrestabile della spe-culazione finanziaria sta agendo da maglio devastante e con una forza superiore a quel-la, sempre più astratta, degli Stati.

Come la grande malavita organizzata, che opera su scale in-tercontinentali, il ca-pitale speculativo che persino Luigi Einaudi avrebbe potuto definire parassitario, segue or-mai strade sue, anche quando sembra aver trovato alleati insospet-tabili come un governo comunista (in Cina) o timorati del giudizio dell’Altissimo (come certi emiri arabi o car-dinali cattolici).

In poche parole, mentre le metafore del-la malattia diventano sempre più presenti (contagio, per esem-pio) e si parla aperta-mente di fallimento degli Stati, nessuno è in grado di sapere come andrà davvero a finire e quando si ricomincerà a parlare di crescita, di uscita dalla recessione, di risalita dalla stagna-zione.

Le leve di questa cri-si sono nelle mani della speculazione interna-zionale, non certamen-te in quelle delle varie cancellerie europee o dello stesso governo americano. Persino i gi-ganti asiatici, quelli che nello scorso decennio salivano annualmente di PIL con numeri a due cifre, oggi rallentano, perché l’affanno occi-dentale si riflette fatal-mente e globalmente.

Agosto è una svolta cruciale: non certo per-ché ci siano di mezzo le ferie, ma perché la si-tuazione sembra essere arrivata a uno snodo. A essere messa in discus-sione è tutta l’architet-tura dell’Unione Euro-pea, la supermolecola a 27 stati che non ha rag-giunto né l’unità politi-ca né, sostanzialmen-te, quella economica, nonostante la moneta unica.

Le strade del rigore, percorse rigidamente ormai solo dalla Ger-

mania di Angela Mer-kel, non sembrano aver raggiunto nessun risul-tato mentre il pluride-cennale accrescimento del debito pubblico ha fornito terreno fertile alla speculazione, con il gioco perverso del differenziale (spread) fra il rendimento dei titoli degli stati “vir-tuosi” come la Germa-nia e quelli “spreconi” come la Grecia, l’Italia, la Spagna e il Portogal-lo. Numeri e percen-tuali che bruciano vite, distruggono il lavoro, riducono alla mise-ria milioni di persone. Così non può andare avanti molto a lungo. Se ad Agosto la Grecia dovesse davvero usci-re dall’Euro, avremo due sconfitte: quella di un’idea di Europa che doveva unire e far pro-sperare in pace, dignità e libertà il vecchio con-tinente e quella di uno stato moderno ed etico, in grado di proteggere i suoi cittadini da ogni genere di pericoli, com-presi quelli della specu-lazione finanziaria.

E’ molto probabile che la Grecia non resti sola nel suo esilio. A questo punto l’Euro-pa sarebbe spaccata a metà e ai fautori del ri-gore resterebbero solo le spoglie inanimate di una meravigliosa uto-pia. Ci vorrà un grande sforzo di fantasia e cre-atività. Siamo, nei fatti, in guerra. L’emergenza richiederebbe una ri-duzione, un controllo dell’illimitata libertà di cui questo capitalismo maturo si fa ad tempo gloria e scudo. Forse la circolazione del dena-ro, la concessione del credito, il respiro agli investimenti di cui tan-to si parla andrebbero tutti incoraggiati obbli-gando gli istituti di cre-dito a comportamenti meno “aziendali” e più patriottici. Comunque vada a finire, è una bel-la lezione per chi stril-lava “meno Stato e più mercato”. Se non c’è lo Stato, il Mercato diven-ta arbitrio e prepoten-za.

Ci vorrà il coraggio di tornare a considerare le variabili economiche dipendenti da quelle etiche e umane.

L’uscita dall’Eurosconfitta per tutti

di Fortunata Dell’Orzoenzima, dell’intellettuale collettivo che mette in co-municazione mondi che fra loro non potrebbero né conoscersi né dialo-gare, di cui i mille senza tessera di Arezzo saranno l’ideale rappresentanza.

Anche per questo tro-viamo un po’ stucchevoli e datate le querimonie di quanti ci chiedono con-tinuamente conto della nostra collocazione e del-la collocazione di questa iniziativa.

Da Arezzo ci aspettia-mo proposte ed elabora-zioni che siano valutate per il loro merito, non per la loro astratta iscrivibi-lità ai campi ideologici della destra e della sini-stra. L’idea che si possa affrontare la tumultuosa burrasca del terzo millen-nio con le fragili etichette del secondo dopoguerra o della Rivoluzione Fran-cese ci pare, per dirla con Ennio Flaiano, tragica ma non seria.

L’umiltà, il coraggio del confronto, la determina-zione a non rinchiudersi saranno ciò che ci rende-rà o ci manterrà liberi.

Cosa faceva il 5 marzo Mat-teo Armellini su un palco, pri-ma di un concerto? Lavorava a ritmi estenuanti, con una bassa retribuzione, senza garanzia e protezione dei sindacati. E ci moriva, pure.

Cosa è successo dopo la sua morte? L’Inail ha fir-mato un assegno funerario alla famiglia di Matteo di euro 1936.

Perchè? Il suo contratto era a bassissima retribu-zione. E il risarcimento del danno? Nessuno: la leg-ge, Testo Unico n. 1124, di quarant’anni fa, non lo prevede per la madre che non viva a carico del figlio.

Quanto costa una vita? Un sogno? Un sacrificio? Un dolore? Un ricordo? Una dignità?

1936 euro? Si, avete letto bene: 1936 euro. Spiccioli, misere offerte che ledono la dignità di

un essere umano. Che non si parli, allora, di risarci-mento del danno, ma di danno alla vita, alle fami-glie, alle madri, ai giovani, alla Nazione, al rispetto, ai principi costituzionalmente garantiti, ai valori e alla sopportazione umana.

L’indignazione degli italiani è esplosa e non si fermi. La madre di Matteo non si rassegna e invoca giustizia, garanzie e tutela per i giovani che rischia-no la vita lavorando onestamente e ininterrotta-mente, come il suo Matteo: trentunenne, lavoratore sottopagato, con un sorriso che, da una parte asciu-gava sudori e, dall’altra, costruiva sogni.

E’ difficile calcolare economicamente la vita di un giovane, è inaccettabile che lo si faccia con 1936 euro, distruggendola nuovamente.

Che questa volta non si spengano i riflettori.

attualMente

di Annalisa Tatarella

Il prezzodell’offesa

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4 venerdì 27 luglio 2012Regione PugliaCAMPAGNA ELETTORALE - Emiliano e Canonico iniziano le pressioni sul Partito Democratico per un posto da Deputato

Che la danza abbia inizioPer la prossima primavera prende corpo l’ipotesi di una election-day complessa.In ballo politiche e regionali, con l’ipotesi di un allargamento alle comunali di Bari

a chi e’ nicola canonico

Lui è un imprendito-re. Viene da uno dei dor-mitori dell’area metro-politana barese, Palo del Colle, e non gli si ricono-scono particolari meriti e capacità oltre quella di sapersi muovere, e come, nelle acque elettorali. Inutile chiedersi il suo “percorso ideologico” o “profilo ideale”. Franza o Spagna, basta che se magna rende al massi-mo l’idea, come per il suo inseparabile sodale “politico” Giacomo Oli-vieri, attuale presidente della Multiservizi Bari (e ci torneremo) che ha in armadio più casacche di un fantino sardo.

Lui è sostanzialmente un serbatoio di voti: alle ultime regionali ne ha presi quasi 17 mila, il più votato fra i i piddini, fra i più suffragati in assoluto. In questo è un vero pro-fessionista, certo deve essere l’unica ragione per cui lo ha imbarcato l’in-felicissimo PD pugliese. E lui era convinto che,

grazie ai suoi voti, poi Vendola lo nominasse assessore. Ma almeno a questa castroneria, che pure il PD aveva ventila-to, il governatore è riusci-to a dire no.

E mal gliene incolse, al PD. Perché immediata-mente Canonico si è fatto il gruppo suo “moderati e popolari” (ovviamente) un nome buono per tutte le stagioni e tutti i palati. E’ dal 2010 che medita vendetta e sembra che il momento sia giunto.

Ma come fa un im-prenditore a prendere tanti voti, pur non aven-do nessun carisma, nes-suna cultura, nessuna vera propensione al bene comune se non quella spacciata per tale ma che coincide perfettamente con il bene proprio? Ge-stendo il lavoro altrui, oggi bene prezioso e raro.

E qui arriva la Multi-servizi, che per anni Ca-nonico ha controllato per mezzo di suo zio che era nel Consiglio di Ammi-

nistrazione presieduto da un altro collezionista di casacche, Vito Ferra-ra. Moltissimi dipendenti della Multiservizi prove-nivano da Palo del Colle, guarda caso, assunti a tempo e a rotazione, no-nostante la presenza di una società per il lavoro interinale (poi sostituita, dopo le inchieste giorna-listiche e giudiziarie che hanno azzerato il CDA, inducendo Michele Emi-liano a tentare un po’ di pulizia).

Certo, nessuno po-trà mai provare il voto di scambio (io ti faccio lavo-rare e tu e la tua settima generazione votate per me), ma la correlazione biunivoca fra Canonico e la Multiservizi è stata, a lungo, nei fatti. Come è ancora nei fatti la pre-senza diretta e indiretta di alcuni clan malavitosi Baresi, altri grandi esper-ti di come si gestiscono al meglio i pacchetti di voti.

La bufera di due anni fa sulla Multiservizi (nel-la quale chi ci lavora giu-ra che non è cambiato niente) ha tolto questo giocattolino dalle mani di Canonico solo per pochi

mesi. Adesso che a pre-siederlo c’è il suo Garga-mella, Giacomo Olivieri, San Nicola da Palo è tor-nato a poter controllare direttamente dalla tolda la sua preziosa navicella elettorale.

Un improvvido rega-lo di Michele Emiliano, questa presidenza, una beffa per chi ha ricevuto pesanti minacce mentre istruiva l’inchiesta gior-nalistica che ha scoper-chiato la pentola male-odorante di quasi dieci anni di gestione fuori controllo pubblico e con le infiltrazioni insoppor-tabili dei boss cittadini.

Per cui adesso mi-naccia: voglio andare a Montecitorio e se non mi ci mandate, mi candido a sindaco di Bari e con i miei voti vi faccio vedere io. Qualsiasi partito serio lo prenderebbe a fischi e pernacchie. Ma il Pd pu-gliese non è un partito serio. Lo sanno bene tut-ti i Canonico della terra. Per cui nessuno, se non il cittadino/elettore avver-tito, potrà chiedere a don Nicola il perché di questa improvvida candidatura.

Fortunata Dell’Orzo

Autocandidato a Bariper sbarcare a Roma

Sarà un autunno deci-samente caldo per la po-litica pugliese.

Mentre si è al lavoro per comporre lo scacchiere in vista delle prossime ele-zioni politiche di prima-vera, che nella nostra Re-gione per un coacervo di opportunità potrebbero trasformarsi in un vero e proprio election-day (co-munali a Bari, regionali e politiche), considerando le aspirazioni e gli obiet-tivi politici di Vendola ed Emiliano.

Cominciamo dal pri-mo.

Mettiamo per un at-timo da parte la gatta da pelare della vicenda giu-diziaria che il 27 settem-bre prossimo porterà il presidente della Giunta regionale pugliese in Aula a Bari per difendersi dal reato di concorso in abu-so d’ufficio.

Non è un mistero che in questi ultimi due anni le pressioni fatte dalla sinistra, che nell’ultima tornata elettorale politi-ca è stata completamente estromessa dal Parlamen-to, per una aggregazione che faccia capo a Nichi Vendola sono state tante. Anche a ragione. In con-siderazione del successo del progetto di Sel e del collegamento a doppio filo che si è venuto ad in-staurare con l’Idv di Anto-nio Di Pietro. Il problema principale insisterà nel rapporto con il Pd.

Cosà farà Bersani? An-drà allo scontro fronta-le delle primarie contro Vendola, con il rischio di farsi davvero molto male? Entrerà a far parte di una coalizione decisamente spostata a sinistra? Virerà verso Casini? E i moderati (ex popolari) del Pd cosa faranno?

Ad oggi non è nemme-no certo che si facciano davvero le primarie. Il gioco quotidiano è quello di bruciare possibili alter-native agli attuali vertici del partito.

Nè, come ha ampia-mente dimostrato Leolu-ca Orlando a Palermo, le primarie possono davve-ro rappresentare un tabù ed un muro insormonta-bile, con il rischio però di perdere quel che rimane della propria credibilità politica.

E qui si inserisce a pie-no titolo Michele Emilia-no.

All’attuale sindaco di Bari il capoluogo va evi-dentemente stretto. La Regione Puglia, o forse più verosimilmente un seggio in Parlamento (o nel futuro governo) sem-brano posti più adeguati, anche in considerazione delle ambizioni politiche di Emiliano.

A Bari non potrà sicu-ramente più candidarsi. Dovrà fare dunque la sua scelta più in fretta possi-bile, anche per evitare di perdere il treno delle ele-zioni di primavera.

Non scendere in cam-po significherebbe con ogni probabilità perdere l’occasione di una rapida ascesa politica, e fermarsi inevitabilmente alle pros-sime amministrative.

Il suo destino è legato strettamente a quello che farà Vendola.

Se si dovesse liberare la Regione Puglia l’occasio-ne sarebbe ghiotta. Se in-vece il Pd dovesse perde-re la “battaglia” e dovesse prevalere il suo candidato (Fabiano Amati?), si po-trebbe ripiegare su un posto in Parlamento.

In ogni caso bisogna decidere e chiudere la scacchiera in fretta.

Ma non basta.Al Pd non è andata

giù l’idea di Emiliano di una lista civica naziona-le, progetto presentato negli scorsi mesi dal sin-daco di Bari. E i rapporti tra la segreteria regionale di Sergio Blasi e Michele Emiliano sono soltanto apparentemente tran-quilli, in realtà i due mal si digeriscono.

Bisogna poi aggiunge-re gli altri protagonisti ed ambiziosi personaggi del centrosinistra pugliese. Resteranno a guardare? O più probabilmente cer-

cheranno di crearsi un proprio spazio politico?

Il primo passo l’ha fatto Nicola Canonico che, dopo essere stato il primo degli eletti nel Pd con oltre 17mila voti ed aver costituito un gruppo “singolo” in Regione (Mo-derati e Popolari) scende ufficialmente in campo.

Una mossa, questa, che da un lato significa che Canonico vuole ot-tenere qualcosa da Pd, e dall’altro che è pronto a mettere i bastoni tra le ruote al centrosinistra pugliese, e barese in par-ticolare.

L’obiettivo è chiaro. Puntare alla città di Bari per ottenere un posto in Parlamento. “Certo che voglio candidarmi in parlamento — conferma Canonico — credo sia un’ambizione legittima, dopo due mandati in Re-gione. Ma se le condizioni non ci sono, sono pronto a dare un contributo alla mia città”.

Il gioco delle parti è già cominciato, e già si vedo-no i primi “ricatti” politi-ci.

E’ stato richiesto il rinvio a giudi-zio del Presidente della Regione Pu-glia, Nichi Vendola, e dell’ex Direttore Generale della Azienda Sanitaria Locale di Bari, Lea Cosentino, per con-corso in abuso d’ufficio. La richiesta, partita dalla Procura di Bari, riguarda la vicenda della nomina del professor Paolo Sar-delli a primario dell’Uni-tà operativa complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo di Bari.

Il prossimo 27 Settembre si terrà la prima udienza preliminare dinanzi al GUP del Tribunale di Bari, Susanna De Felice, per decidere sulle due ri-chieste di rinvio a giudizio. E mentre il Governatore ribadisce di non avere alcuna colpa, per aver scelto “il mi-gliore”, dall’altra parte il Pdl conferma la fiducia negli inquirenti: “Noi siamo garantisti fino in fondo”.

Euprepio Curto, consigliere regiona-le di Fli, interpellato sull’argomento, ha rilasciato la seguente dichiarazione.

“Non sono abituato a gioire delle disgrazie altrui. Semmai mi aspetto, rispetto a casi inizialmente e formal-

mente simili, linearità e uniformità di comporta-menti”.

“Orbene, alla luce della richiesta di rinvio a giu-dizio del Presidente Ven-dola per presunto abuso d’ufficio, mi chiedo se, coerentemente con i suoi principi etico-politici che nel passato lo spinsero a determinare il licenzia-mento in tronco di suoi

diretti colleghi di Giunta, in questa occasione non avvertirà il dovere di dimettersi. Se ciò avverrà, chapeau! Se ciò non avverrà, mai come in queste occasioni il re sarà nudo”.

La magistratura farà il suo corso, ed in aula Vendola avrà tutte le possibili-tà di dimostrare la sua innocenza e la trasparenza dei propri comportamenti.

Le responsabilità politiche, comun-que rimangono. In altri casi dirigen-ti ed assessori sono stati “licenziati”. Cosa deciderà Vendola per se stesso?

Nichi Vendola a giudizioper la nomina di Sardelli

il 27 settembre la prima udienza preliminaredi Roberto Mastrangelo

Michele Emiliano

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venerdì 27 luglio 2012 5Regione Puglia

Non abbiamo alcuna propensione per il com-plottismo e non ci piace scavare sempre nel retro-bottega della politica, ma se la nascita di un bana-le intergruppo regionale, sulla falsariga di quelli che da tempo esistono e ope-rano nei parlamenti nazio-nali e sopratutto in quello europeo, ha scatenato un putiferio, qualcosa di più ci deve essere per forza. Vediamo.

Due giovani consiglieri regionali di bello aspetto e di belle speranze decidono di costituire un intergrup-po. Uno è Fabiano Amati, assessore regionale, fasa-nese, come il potentissimo luogotenente di Massimo D’Alema, Nicola Latorre. L’altro è Leonardo, Leo, Di Gioia, foggiano, cresciu-to all’ombra del deputato foggiano Antonio Pepe, del quale è stato prima

assistente parlamentare e poi assessore provinciale.

Il primo non nasconde la sua ambizione di strap-pare a Michele Emiliano la candidatura a Presidente della Regione, il secondo vuole spiccare il volo per Montecitorio, essendo molto a rischio la sua rie-lezione in Regione.

Il segretario regionale del Pd Blasi, solitamente assai cauto, ha avuto paro-le di fuoco, bocciando sen-za appello l’intergruppo. Commenti negativi anche da altre parti politiche. Perchè?

Una prima lettura vede nell’iniziativa di Amati uno strumento per raf-forzare la sua candidatu-ra regionale, in funzione anti Emiliano, ma onesta-mente non si vede come il giovane Di Gioia possa es-sergli di aiuto. Una secon-da lettura, più intrigante,

vede sempre una mano-vra anti Emiliano, ma con conseguenze circoscritte all’interno del Consiglio regionale e con una pro-iezione lunga sulle future alleanze. Ci spieghiamo.

Emiliano da tempo si muove in Regione per costituire un suo gruppo consiliare, in grado di con-dizionare sia il suo partito, sia Nichi Vendola.

Il movimentismo di Emiliano è fumo negli oc-chi sia per Vendola che per il Pd. L’intergruppo, allora, nascerebbe per sminare e neutralizzare la minaccia di Emiliano, garantendo al Governatore, ove fosse ne-cessario, il voto in consi-glio di qualche consigliere

della minoranza di centro-destra.

Dietro l’intergruppo ci sarebbe, quindi, la benedi-zione di tutte le forze anti Emiliano, da Vendola a Raffaele Fitto, sino a Mas-simo D’Alema.

Questa lettura è certifi-cata dagli ottimi rapporti Fitto - Vendola, verificabili ormai quotidianamente, e dal fatto che a muover-si verso l’intergruppo, nel versante di centodestra, siano tutti uomini facenti capo a Fitto. Singolare il fatto che in questa nuo-va Santa Alleanza, che mirerebbe a mettere le mani sulla Puglia futura, non figuri nessun uomo dell’Udc. Il partito di Casi-ni potrebbe essere il gran-de sacrificato di un nuovo e inedito centrosinistra, che vedrebbe la luce dopo le politiche, e dove il cen-tro sarebbe rappresenta-to, non più dall’Udc, ma da Raffaele Fitto e dal suo partito. Che potrebbe non essere più il Pdl, ma la Pu-glia prima di tutto.

Integruppo di Amati,una Santa Alleanza?

intrighi consiliari in via capruzzi

I partiti continuano a perdere tempo. A parole si dichiarano tutti a fa-vore della riduzione a 50 dei consiglieri regionali, ma nei fatti la tirano per le lunghe.

Invece di portare su-bito la modifica dello Statuto in aula per una sua veloce approvazione, hanno rimandato tutto in commissione, accomu-nando allo Statuto altre cinque o sei disegni di legge di più varia natu-ra, dai vitalizii, alla legge elettorale, alla parità di genere.

Un modo per imbro-gliare le carte e sperare di farla franca, lasciando

inalterato il numero di sessanta consiglieri, con-trario alla norma voluta dal Governo e conferma-ta dalla Corte Costituzio-nale.

La sentenza della Cor-

te Costituzionale del 17 luglio scorso, del re-sto, annulla qualsiasi ulteriore possibilità di discussione in materia di numero di consiglieri regionali assegnati alle

regioni a statuto ordina-rio. La Regione Puglia a seguito di questa deci-sione della Corte avrà un numero massimo di 50 consiglieri in rapporto alla sua popolazione.

Intanto il capogrup-po del Pdl Rocco Palese non ha ritenuto di ritira-re la richiesta di iscrizio-ne all’ordine del giorno della proposta di legge di riduzione dei consiglieri regionali, regolarmente inserita nell’ordine del giorno della prossima se-duta del 30 luglio.

“Numerosi capigrup-po hanno avanzato l’esi-genza di garantire alle modifiche statutarie sul plenum dell’Assemblea un percorso parallelo alla nuova della legge eletto-rale, perché risulti stret-tamente coordinata alle previsioni dello Statuto”.

La decisione dell’uffi-

CONSIGLIO REGIONALE - La modifica dello statuto sulla riduzione a 50 consiglieri torna in commissione e non va in aula

E si continua a perdere tempo

“Vendola e la sua Giunta potranno anche superare lo scoglio della seconda fase del Piano di riordino sanitario, ma le critiche, i rilievi e gli attacchi che sono stati portati a lui e al suo Ese-cutivo da parte di autore-voli esponenti della sua maggioranza dovrebbe-ro suggerirgli di rompere gli indugi e di procedere nella sede del Consiglio regionale ad una verifica sullo stato e soprattutto del futuro della Sanità in Puglia, ma soprattutto sullo stato di decozione della sua maggioranza”.

Questo il commento del consigliere regionale di Futuro e Libertà, Eu-prepio Curto.

“Un Piano di riordino assolutamente sciagura-to – ha dichiarato Cur-to - che ha privato dei rispettivi punti nascita

città importanti come Manduria e Ostuni, che ha scippato l’Ospedale di Brindisi nord ai brin-disini per darlo ai baresi. Un Piano di riordino che non tiene conto della as-soluta assenza dei com-pensativi servizi territo-riali e che non riesce a vedere le drammatiche condizioni in cui sono costretti ad operare i Pronto Soccorso, è frut-to non tanto delle scelte dell’incolpevole assesso-re Attolini, quanto del-la superficialità con cui il Governatore Vendola continua a guardare alla Puglia e ai pugliesi“.

“Voglio augurarmi – ha concluso Curto – che sia dia luogo in Consiglio regionale ad una verifi-ca complessiva, sia pro-grammatica che politica, della tenuta della Giunta Vendola“.

Una verifica politicaper la maggioranza

lo scoglio del piano di riordino sanitario

cio di presidenza e della Conferenza dei capi-gruppo lascia attoniti. Possibile mai che i due maggiori partiti, Pdl e Pd, si siano fatti giocare dai gruppi minori? Inve-rosimile. È più probabile che ci triviamo in pre-senza del solito teatrino della politica e del solito gioco delle parti. È evi-dente che questi partiti non hanno ben com-preso l’aria che tira. Le ammucchiate a difesa dei privilegi di casta non sono più tollerate. Me-glio starne fuori. Fli, se ci sei, batti un colpo. Modi-fica dello Statuto subito. Prima dell’estate.

Fabiano Amati

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6 venerdì 27 luglio 2012Bari

Sullo scandalo delle Commissioni consigliari del Comune di Bari ora indaga anche la Corte dei Conti. Sul tavolo del Segretarion Generale del Comune Mario D’amelio è appena arrivata la ri-chiesta di una relazione dettagliata da parte del Procuratore regionale dott. Francesco Lorusso.

L’indagine della Pro-cura regionale riguarda tutte le Commissioni per-manenti e speciali di tutte le Circoscrizioni cittadine e fa seguito a un dettaglia-to esposto pervenuto alla Corte dei Conti, secondo il quale anche i consiglie-ri circoscrizionali, come i colleghi comunali, fanno lievitare il numero delle riunioni delle commis-sioni per gonfiare il loro stipendio mensile. Se-condo il dettagliatissimo esposto, a fronte di una quasi nulla attività di tutti i Consigli circoscrizionali, le Commissioni consiglia-ri si riuniscono, invece, a ritmo serrato.

Lo scopo sarebbe quel-

Caso gettoni due, la vendet-ta. In Provincia di Bari, dove si vivono gli ultimi giorni di Pompei, ci sarebbe ugualmen-te un po’ di moneta da restitu-ire.

Si tratta dei gettoni di pre-senza non dovuti, ma ugual-mente incassati dai consiglieri assenti.

Gettoni per i Consigli pro-vinciali e per le Commissioni. Una situazione che si trasci-na da almeno un decennio e

che mai nessuno ha avuto il coraggio di affrontare (e risol-vere), e che ancora una volta è un giornale coraggioso e indi-pendente come Puglia d’Oggi a sollevare.

E l’ipotesi che la Corte dei Conti decida di vederci chiaro anche in questo caso, come ha già fatto per il Comune di Bari, si fa concreta.

Intanto va detto che i di-pendenti che dovrebbero oc-cuparsi della vicenda si sono chiusi in un ostinato silenzio.

Il nuovo dirigente del ser-

vizio, che ha preso possesso dell’incarico da pochissimo, non rilascia alcuna dichiara-zione.

Ma noi siamo riusciti ugual-mente a sapere che il proble-ma dei gettoni non dovuti è già abbastanza vecchiotto e che il suo predecessore, Piero Centrone, l’unico a quel che se ne sa ad avere chiara la si-tuazione, è andato appena in pensione senza mai aver nem-meno iniziato a trattare della questione.

Felice di aver lasciato que-sta patata bollente e imbaraz-zante in mano altrui. Centro-ne è stato per decenni il vero perno amministrativo della Provincia, una figura divenuta

pressoché leggendaria. Sarebbe l’unico a sapere a

quanto ammonti con preci-sione il denaro da restituire e chi sarebbero i reprobi ad averlo indebitamente incas-sato.

Inutile chiedere dettagli a quello che sarebbe “l’ufficio preposto”: “stanno decidendo i capigruppo” è la riposta.

Ma su che, chiediamo noi. “Non so che dirle” è la rispo-

sta. In effetti, se ci sono stati dei denari percepiti irregolar-mente c’è da restituirli e basta. Abbiamo provato a chiederlo a qualche gruppo consiliare. Non ci crederete ma nessuno si è degnato di rispondere al telefono.

E, ci dicono, le ferie non sono ancora iniziate.

Inutile anche telefonare all’Assessorato alla Traspa-renza che, in questo caso, è piuttosto opaco e reticente. Intanto i telefoni suonano di un occupato che sa di cornet-ta staccata e poi, se qualcuno per ventura ti risponde, ovvia-mente cade dalle nuvole e non sa nulla. Nessuno, poi, ti dice il nome, come sarebbe obbli-gatorio per chi lavora in un ente pubblico.

Ma queste sono cose che ai giornalisti (veri) non hanno mai fatto impressione. Caso mai sono tutte conferme che sì, le province sono inutili.

Abroghiamole tutte.

Una Provincia a gettone che cade dalle nuvole

la situazione alla provincia di bari

lo di consentire ai consi-glieri circoscrizionali di raggiungere il numero di riunioni sufficiente (26) per ottenere il massimo consentito della retribu-zione mensile, che è pari a un quarto di quella del Presidente.

Singolarmente le cifre possono apparire anche modeste. Un consigliere circoscrizionale guadagna solo 36 euro a gettone, per un massimo ogni mese di 934 euro lordi. Una som-ma poco significativa, se non fosse per il fatto che i consiglieri circoscrizio-nali a Bari sono 135, per i quali, quindi, ogni mese spendiamo piû di 120.000.

A questa cifra va ag-giunta poi quella per i nove Presidenti, che pren-dono lordi 3.700 euro a testa, ogni mese. Totale, fra gli uni e gli altri, quasi 160.000 euro.

Per le casse comunali e per i cittadini, un piccolo salasso mensile.

Per i beneficiati un pic-colo gruzzolo, senza gran-de impegno. Basta la fug-

gevole presenza, anche la sola firma, alle riunioni di Commissione, che non sono mai meno di 26 ogni mese, e il gioco è fatto.

Cosa discutano quoti-dianamente non è dato sapere, viste le poche competenze e i pochi mezzi delle Circoscrizio-ni.

Su tutto questo, e an-che su alcune commis-sioni speciali, costituite e tenute in vita solo per garantire l’erogazione del gettone, vorrà far luce il Procuratore regionale. E non solo lui.

È possibile, infatti, che si estenda anche ai Consi-glieri circoscrizionali l’in-dagine della Guardia di Finanza, che sino ad oggi è concentrata solo sulle ri-unioni delle Commissioni comunali.

Il meccanismo truffal-dino, se truffa sará accer-tata, sembra essere il me-desimo.

Certo è assai singolare che quasi tutti, fra con-siglieri comunali e cir-coscrizionali, siano cosî

L’INCHIESTA - 2500 euro al mese per due sole riunioni di Consiglio comunale. I Circoscrizionali ci costano circa 160.000 euro ogni mese

Sui Consiglieri di Bari adesso indaga anche la Corte dei Conti

zelanti e precisi, da rag-giungere ogni mese il tetto della massima retribuzio-ne.

Anche quando il Consi-glio lavora poco o niente. Si veda il mese di giugno appena trascorso. Il con-siglio comunale ha tenuto solo due riunioni, appro-vando poche e non impe-gnative delibere.

Ciò, però, non ha im-pedito alla quasi totalità dei consiglieri di portare

a casa il solito gruzzo-letto mensile di 2400 euro. Con un sistema perfezio-nato, lubrificato e ormai replicato in ogni Circo-scrizione e anche alla Pro-vincia. Basta moltiplicare le presenze in Commis-sione e il gioco è fatto.

Può continuare così? Noi diciamo con forza di no. Questa pacchia deve finire. Sopratutto in tempi di spending review.

Intendiamoci. Noi non

intendia-mo iscri-

v e r c i al partito dell’antipolitica e del di-sfattismo qualunquista.

L’impegno politico e amministrativo deve ave-re una forma di ristoro, perchè consiglieri e asses-sori sottraggono del tem-po alle loro attività.

Ma quel ristoro deve essere il giusto compenso del tempo effettivamente impiegato.

Qui, invece, ci sono elementi per ritenere che si tratti di un compenso frutto di aggiustamenti. Insomma, una truffa e un illecito arricchimento a danno delle finanze pub-bliche.

Commessi, per giunta, da amministratori che ab-biamo eletto perchè am-ministrassero al meglio la nostra Città. Non pos-siamo accettare che siano dei truffatori. Per questo chiediamo che le indagini siano veloci e che la veritá sia accertata al piû presto. Almeno prima delle pros-sime elezioni comunali.Francesco Lorusso, procuratore regionale della Corte dei Conti

di Fortunata Dell’Orzo

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venerdì 27 luglio 2012 7Bari

Il prof. Costantino Monte-leone, capogruppo del Pdl, è il Consigliere comunale che ci costa di più. Mensilmente in-cassa sempre il massimo del-la indennità consentita, pari a poco meno di 2400 euro, per-chè è il Consigliere comunale più presente in Comune. Nello scorso mese di giugno, ha col-lezionato ben 73 presenze, tra Consiglio ( 2) e Commissioni ( 15 alla prima, 19 alle Pari oppor-tunità, 20 al Regolamento e 18 alla Trasparenza). Senza contare le Conferenze dei capigruppo, alle quali partecipa per conto del Pdl. Uno stakanovista del Consiglio, indubbiamente. Uno del quale gli elettori dovrebbero andar fieri. Solo che le cose non stanno proprio cosí. Di questa frenetica attività del consigliere Monteleone, infatti, non si han-no molti riscontri. Le 19 riunio-ni della commissione Pari op-portunità non hanno prodotto nulla. Le 20 della Commissione Regolamento pure e cosí anche le 18 riunioni della commis-sione Trasparenza. Da nessuna

parte si ritrova traccia dell’im-pegno amministrativo del ca-pogruppo pidiellino. Quelle riu-nioni, però, hanno consentito al prof. Monteleone di non recarsi mai a tenere lezione all’Istituto paritario Alessandro Volta, del quale è dipendente e dal quale mensilmente riceve una lauta busta paga. Altri 4000 euro al mese, che il Comune puntual-mente rimborsa al Volta, sicchè, fra gettoni e rimborsi, il prof. Montelone ci costa piû di 6.400 euro al mese, che fanno piû di 66.000 all’anno e più di 330.000 euro per tutta la consigliatura. Nessuno costa o è costato più di lui in tutta la storia del Con-siglio comunale di Bari. Il nostro Paperone si porta a casa que-sto bel malloppo, senza fare un giorno di lavoro e senza lasciare tracce significative del suo as-sorbente lavoro politico.

Ma chi è Costantino Mon-teleone, quale peso elettorale e quale importanza politica ha a Bari per godere di un simile trattamento? Monteleone nasce politicamente in area e famiglia

socialista. Con tangentopoli e la fine del Psi approda a Forza Italia. Lo sponsorizza Peppino Schino, un imprenditore del set-tore rifiuti, al quale Monteleone resterà a lungo vicino, usufruen-do dei suoi voti e del suo appog-gio.

Eletto consigliere comunale nel 1994, siede anche nel Con-siglio d’amministrazione della Fiera del Levante, manifestando subito una forte propensione per il doppio incarico e la dop-pia retribuzione. Nel 1999 viene rieletto e conquista la Presiden-za del Consiglio, con una inden-nità maggiorata, ma con risultati assai deludenti. Mai presidenza

è stata più incerta, impacciata e debole della sua. Nel 2004 viene eletto nuovamente, ma Forza Italia va all’opposizione e perde la presidenza del consiglio. Non accontentato nelle sue richieste, lascia il partito di Berlusconi per passare ad An, dove tenta il grande passo. Si candida alla Regione, ma non ce la fa. Con-dannato a restare in Consiglio comunale, non si sa ancora per quali meriti, riesce ad entrare fra gli assistenti parlamentari del neo senatore di An, France-sco Divella, noto imprenditore del settore pastaio e da sempre vicino alla destra e, in particola-re, a Pinuccio Tatarella.

Con An transita nel Pdl, dove diventa capogruppo consiglia-re. Quando Gianfranco Fini esce dal Pdl, Divella lo segue, sia in Generazione Italia che in Futuro e Libertà.

Sulle prime anche Montele-one segue Divella, aderendo a Generazione Italia e poi anche a Futuro e Libertà. Il suo nome lo si ritrova ancora in internet fra i primi mille amministratori comunali di Generazione Italia e nella associazione pugliese di sostegno a Fini, creata da Di-vella, dove Oronzo Valentini è il

Presidente e Monteleone il vice. Un ristretto board, dove

nemmeno Salvatore Tatarella trova accesso. Di Monteleone è segnalata la presenza, con tanto di testimonianze, anche a Bastia Umbra e Milano, alle due assise di Futuro e Libertà, anche se il nostro Costantino, come san Pietro con Gesù, rinnegherà pubblicamente i suoi trascorsi finiani.

In cambio il Pdl lo riconferna capogruppo consigliare, men-tre il Presidente della Provincia, Francesco Schittulli, su segnala-zione sempre del Pdl, lo nomina a capo del Nucleo di valutazione della Provincia. Altro incarico lautamente gettonato, e per il quale Monteleone non può van-tare alcuna specifica competen-za, se non la sua appartenenza al Pdl. La carriera professionale e lavorativa di Monteleone, in-fatti, comincia con una laurea in giurisprudenza, non utilizzata per esercitare l’avvocatura, e si conclude con una docenza in una scuola serale, l’istituto pa-ritetico Alessandro Volta, scuola privata gestita da un’associazio-ne che, comunque, gli versa un ragguardevole stipendio. Pagato dal Comune di Bari.

Costantino, quanto ci costiquanto costa all’anno al pubblico erario?

aale nostre proposte

Sia la Procura della Repubblica, attraverso la Guardia di Finanza, che la Corte dei Conti stanno indagando sui Consiglieri comunali (46) e Circoscrizionali ( 135 ) di Bari. La cosa non ci fa piacere, per-chè è nuovo fango che cala sulla classe politica della città. Il nostro au-spicio è che le due in-chieste arrivino solleci-tamente a conclusione. Non è giusto, infatti, fare di tutta l’erba un fascio. Ci sono consiglieri che non hanno approfitta-to della loro posizione e pochi furbi che han-no fatto gli scrocconi a danno del pubblico erario. Saranno i giudici ad accertarlo. Non è il nostro mestiere.

Noi, invece, ci rivol-giamo alla politica, e per essa, a tutti i segretari cittadini dei partiti pre-senti in consiglio comu-nale, e alle istituzioni, nelle persone del Sinda-co e del Presidente del Consiglio. Viviamo un tristissimo momento di antipolitica e di stretta da spendig review. Ab-biamo il dovere di agire, senza aspettare le ini-ziative e le sentenze del-

la Magistratura. La poli-tica, se è tale, le anticipa e non le subisce. Altri-menti non riconquista la fiducia dei cittadini.

Le nostre proposte sono chiare e semplici:

1) il Consiglio comu-nale rimodifichi l’art. 21 del Regolamento, ripor-tando l’asticella per la validità delle riunioni alla metà piû uno dei presenti, come era pri-ma della scellerata pro-posta di Monteleone;

2) le Commissioni si riuniscano solo di po-meriggio.

3) il Consiglio so-spenda la delibera sul decentramento, in atte-sa della istituzione della Città metropolitana.

Le tre proposte, che sottoponiamo al Sin-daco, al Presidente del Consiglio e ai Segretari cittadini di tutti i partiti, sono logicamente colle-gate e si muovono tutte nell’ottica del conteni-mento della spesa pub-blica e della moralizza-zione della politica. Ci auguriamo che le parti chiamate in causa non restino mute o non si ti-rino indietro. L’opinione pubblica ne terrà conto.

T.

La politica primadella magistratura

In principio fu Giulio Tremonti. Correva l’anno 2008. Per contenere la crescente spesa degli enti locali, il su-perministro di Berlusconi introduce nella finanziaria una norma antispre-chi. Obiettivo: ridurre il tetto dei get-toni di presenza dei consiglieri comu-nali e circoscrizionali. La nuova norma dispone che il gettone di presenza si eroghi solo in caso di riunione vali-damente costituita. Un bel risparmio, perchè prima i consiglieri presenti in-cassavano il gettone anche se le sedu-te andavano deserte per mancanza del numero legale.

Una pacchia, che al Comune di Bari malvolentieri vogliono far cessare. In-fatti, per circa tre anni la norma viene ignorata e i gettoni pagati anche per le sedute andate deserte. Si deve alla perseveranza del Segretario Generale Mario D’amelio, e ai pareri dell’Avvo-catura comunale, se l’anno scorso il Comune di Bari ha finalmente mes-so fine all’illecito andazzo. Non solo, perchè la Ragioneria comunale ha conseguentemente richiesto a tutti i consiglieri la restituzione dei getto-ni non dovuti, per un totale di oltre 46.000 euro. Un piccolo tesoretto, che il Comune sta recuperando, operando delle trattenute mensili sui compensi dovuti a ogni singolo consigliere. Fra i debitori anche undici consiglieri non rieletti che, sino ad oggi, non hanno ancora provveduto al saldo.

La norma anti sprechi di Tremon-ti ha creato fra i consiglieri piû di un malumore. Non tanto per le riunioni di Consiglio comunale, che non sono mai più di trenta all’anno, quanto per le Commissioni, che si riuniscono quotidianamente e rappresentano la fonte di massimo introito per i Consi-glieri.

Da qui la necessità di correre subito ai ripari. Insomma, mentre Tremonti a Roma e D’Amelio a Bari si adoperano per ridurre gli sprechi, nei corridoi del

Comune, dove i consiglieri comunali passano il massimo del loro tempo, si organizza subito il partito dello scroc-co. Un partito trasversale, che acco-muna tutti i gruppi, ma che ha il capo riconosciuto in Costantino Montelo-ne, capogruppo del Pdl, ovvero dello stesso partito del Ministro Tremonti. Sarà proprio Monteleone a proporre e fare approvare da tutti la delibera, che ha neutralizzato quasi del tutto la nor-ma antisprechi del Ministro Tremonti. Come?

Semplice. Con una telegrafica e ve-locissima delibera di soli sette righe, e senza una sola parola di motivazio-ne, Monteleone propone la modifica dell’art. 21 del Regolamento del Con-siglio comunale. Per la validità delle riunioni non sarà più necessaria la presenza della metà più uno dei con-siglieri. Ne basterà un terzo. La pro-posta di Monteleone viene approvata all’unanimità dalla Commissione per il regolamento, in una seduta lampo, che ha inizio alle 12.20 e termina alle ore 13.00 “dopo un lungo dibattito”, come verbalizza con involontaria iro-nia la Segretaria Rosanna Sanseverino.

La Commissione per il Regolamen-to è composta da 20 consiglieri. Per ap-provare validamente questa delibera si sono dovute raccogliere le presenze di undici consiglieri. Dopo la modifica, ne basteranno sette. Il provvedimento, naturalmente, ha un iter velocissimo.

La delibera è del 23 marzo. Già il gior-no dopo viene inviata al Presidente del Consiglio Pasquale Di Rella, che nella stessa giornata la invia sollecitamen-te alla Ripartizione competente, non senza raccomandarne l’urgenza. La Giunta Comunale ne prende atto sen-za osservazioni il 4 aprile e la prima Commissione l’approva nella seduta dell’8. Sempre con voto unanime. Pre-sidente della prima Commissione è Marco Emiliano, cugino del Sindaco, mentre l’onnipresente Monteleone è componente e votante. Non passa un mese, e la delibera è all’esame del Consiglio, che l’approva il 5 di maggio. Tutto in meno di un mese e mezzo. Nessun altra delibera nella storia del Consiglio comunale di Bari ha avuto un iter così veloce.

Il Presidente Di Rella tenta di pas-sare ai voti velocemente, senza dibat-tito e senza illustrazione. Impedisce il blitz la consigliera Maria Maugeri, che chiede chi fosse il proponente della delibera. Monteleone tace e si nascon-de. Lo salva Di Rella, che attribuisce la paternità della delibera alla commis-sione per il Regolamento. Interviene anche Roberto Carbone, che tiene a precisare che nelle Commissioni si lavora per la città. Forse qualcuno ne dubita. A ragion veduta. Su trenta-due presenti, la delibera passa quasi all’unanimità, con un solo voto con-trario e un solo astenuto. Tutti i gruppi, di governo e di opposizione, di destra e di sinstra, votano a favore. Una ver-gogna o, per dirla alla Calderoli, una porcata. In salsa barese.

La parte dispositiva del provvedi-mento recita testualmente: “il Con-siglio comunale, per i motivi in pre-messa citati e condivisi, delibera di modificare l’art.21...”, ma, leggendo la delibera delle motivazioni non c’è al-cuna traccia. Cosa avrebbero dovuto scrivere, che volevano guadagnare di più? Non ne hanno avuto il coraggio.

L’INCHIESTA - Per non perdere il gettone di presenza, hanno abbassato il quorum per la validità delle riunioni

Quella delibera della vergogna

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8 venerdì 27 luglio 2012SpecialeFUTURO E LIBERTA’ - Dal 18 al 21 agosto in Piazzale Ferri si terrà la più importante festa estiva del Mezzogiorno

Fli, la festa d’estate è a Manfredonia

Quattro giorni di as-semblee, incontri e dibat-titi nelle calde serate ago-stane per la seconda festa estiva di Futuro e Libertà.

Si svolgerà in Puglia, infatti, a Manfredonia (FG), (Piazzale Ferri – Ca-stello) dal 18 al 21 agosto la più importante Festa estiva del Mezzogiorno di FLI.

Tantissimi gli ospiti presenti per la kermesse organizzata dal partito di Gianfranco Fini. Inau-gurata da diversi Sindaci della Capitanata come Angelo Riccardi di Man-fredonia, Gianfranco Sa-vino di San Severo, Luigi Pompilio di San Giovan-ni, Vincenzo Monte di San Nicandro Garganico, Roberto Prencipe di Mat-tinata, con i due Sindaci pugliesi di FLI, Dario Iaia di Sava (TA) e Saverio Lamarucciola di Pietra Montecorvino, e la par-tecipazione di Mimmo Farina Assessore ai lavori pubblici della Provincia di Foggia e del Presiden-te della Provincia di Bari Prof. Francesco Schittul-li. Previsti gli interventi dei Coordinatori regio-

nali e provinciali di Udc, gli on.li Angelo Sanza e Angelo Cera e del parla-mentare del Pd, Michele Bordo e di FLI, Carmelo Patarino, Vice Presiden-te alla Camera di FLI e Francesco Divella, Coor-dinatore regionale di FLI, e del leader dei giovani di Generazione Futuro Gianmario Mariniello. At-testo confronto, lunedì 20 agosto, tra i coordinatori provinciali dei più impor-tanti partiti della provin-cia: Franco Landella (Pdl), Angelo Cera(UdC), Paolo Campo (Pd) e il padrone di casa Fabrizio Tatarella (FLI) si confronteranno su “Politica e anti politica”.

Gli incontri saranno moderati da giornalisti di diverse testate ed emit-tenti foggiane: Ernesto Tardivo direttore dell’edi-zione di Capitanata de “La Gazzetta del Mezzo-giorno” Antonio Blasotta direttore de “Il Mattino di Foggia” Saverio Sderlenga di Teleradioerre ed Enrico Ciccarelli di “Puglia d’Og-gi”.

La Festa estiva di FLI a Manfredonia sarà conclu-sa martedì 21 agosto alle 19.30 dal parlamentare europeo Salvatore Tata-rella, Presidente dell’As-semblea nazionale di FLI, dal consigliere regionale di FLI Uccio Curto e dal Vice coordinatore nazio-nale Antimafia e Vice Co-ordinatore nazionale di FLI Fabio Granata.

Gli organizzatori dela Festa sono Vincenzo Lori-so Coordinatore FLI, An-tonio Novelli, Presidente Comitato organizzatore, Patrizia Melchiorre, re-sponsabile femminile, Salvatore Natalino, Co-ordinatore Generazione Futuro.

SABATO 18 AGOSTO

Ore 18.00 APERTURA DELLA FESTA TRICOLORE

Ore 18.30 ASSEMBLEA DEGLI AMMINISTRATO-RI DI FLI DELLA PROVINCIA DI FOGGIA

Introduce Lino MONTELEONE Consigliere co-munale Torremaggiore

Presiedono Dario IAIA Sindaco di Sava, Rino LA-MARUCCIOLA, Sindaco di Pietra Montecorvino

Intervengono: Giuseppe TAVANI, assessore Rodi Garganico, Mimmo LONGO, Consigliere comunale San Giovanni Rotondo, Pasquale PARISI, assessore Vieste, Francesco DI BATTISTA Consigliere comuna-le Lucera, Rosario MARROCCHELLA, assessore San Nicandro Garganico, Rocco VOLPONE, consigliere comunale Ordona, Dino DI BENEDETTO, Consigliere comunale Margherita di Savoia

Ore 19.30 QUALE FUTURO PER I COMUNI E LE PROVINCIE?

Introduce: Vincenzo LO RISO Pres. Circolo FLI Manfredonia “P.Tatarella”

IntervengonoAngelo RICCIARDI Sindaco ManfredoniaRoberto PRENCIPE Sindaco di MattinataLuigi POMPILIO Sindaco di San Giovanni RotondoGianfranco SAVINO Sindaco di San SeveroVincenzo MONTE Sindaco di San Nicandro Gar-

ganicoAvv. Mimmo FARINA assessore Lavori Pubblici

Provincia di Foggiaconclude:Prof. FRANCESCO SCHITTULLI, Presidente della

Provincia di BariModera: Saverio SERLENGA giornalista “Telera-

dioerre”

DOMENICA 19 AGOSTO

Ore 18.30 ASSEMBLEA REGIONALE GENERA-ZIONE FUTURO

Intervengono:Salvatore NATALINO, Coordinatore Generazione

Futuro Manfredonia, Francesco LA SALVIA, Coordi-natore provinciale Generazione Futuro, Maurizio LO-PEZ, Coord. Prov. GF Bari, Raffaele LOSAPPIO, Coord. Prov. GF Bat, Raffaele CAFIERO, Coord. Prov. GF Ta-ranto, Marco MITRUGNO, Coord. GF Brindisi, Pippi

MELLONE, Coord. GF Lecce.Presiede Francesco FISCHETTI, Coordinatore re-

gionale Generazione FuturoConclude GIANMARIO MARINIELLO, Coordina-

tore nazionale Generazione Futuro

Ore 19.30 ELEZIONI POLITICHE 2013. DOPO MONTI QUALE GOVERNO PER L’ITALIA?

Introduce: Emilio GAETA Consigliere provinciale, componente Assemblea nazionale FLI

Intervengono:On. Carmelo PATARINO Vice Capogruppo Camera

FLIOn. Michele BORDO deputato PdDott. Nicola BISCOTTI “Italia Futura”On. Angelo SANZA Coordinatore regionale UdCOn. Francesco DIVELLA Coordinatore regionale

FLIModera: Antonio BLASOTTA direttore de “Il Mat-

tino di Foggia”

LUNEDI 20 AGOSTO

Ore 19.30 TRA POLITICA E ANTI POLITICA, IL FUTURO DELL’ITALIA E DELLA CAPITANATA

Franco LANDELLA Coordinatore provinciale PdlFabrizio TATARELLA Coordinatore provinciale FLIOn. Angelo CERA Coordinatore provinciale UDCPaolo CAMPO Coordinatore provinciale PDModera: Ernesto TARDIVO, direttore “Gazzetta del

Mezzogiorno”

MARTEDI 21 AGOSTO

Ore 19.30 FUTURO E LIBERTA’ VERSO IL POLO PATRIOTTICO, EUROPEO E RIFORMISTA

IntroduceUmberto CANDELA Coordinatore FLI FoggiaMario CIAMPI segreteria politica FLI, direttore

Fondazione AgendaPresiedono Enzo PECE e Roberto IULIANI, Vice Coordinatori

provinciali FLIModera: Enrico CICCARELLI giornalista di “Puglia

d’Oggi”Sen. UCCIO CURTO, Consigliere regionale FLIOn. SALVATORE TATARELLA, Europarlamentare/

Presidente assemblea nazionale FLIOn. FABIO GRANATA, Vice Coordinatore naziona-

le FLI/Vice Presidente Commissione Anti mafia

Quattro giorni di incontri, dialoghi e dibattitisul futuro del centrodestra e della politica

il programma della seconda festa di futuro e liberta’ per l’italia

Salvatore Tatarella

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venerdì 27 luglio 2012 9Speciale

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10 venerdì 27 luglio 2012Territorio

Presidente Schittul-li, siamo arrivati ad un punto di snodo della questione Bari città metropolitana. Siamo o non siamo in grado di gestire questa nuo-va area? E ha nostalgie riguardo la fine della presidenza della Pro-vincia?

Rispondo con un’al-tra domanda: siamo o non siamo in grado di gestire il paese? Io non

vedo questa linearità, figuriamoci ora con una sorta di incrostazione tra differenti realtà, tra realtà quasi contrappo-ste. Non ho nostalgie ri-guardo la chiusura della provincia di Bari. Anzi. Io sono stato uno dei pochi presidenti a favo-re dell’abolizione delle province. Ma va ridise-gnato tutto il sistema. Ad esempio non han-no senso, ancora oggi, cinque regioni a statuto speciale. Inoltre come sono state disegna-te fino ad ora, le aree metropolitane sono un “pateracchio” perché, a mio parere, le uniche aree realmente metro-politane sono quelle di Milano, Roma e Napoli le cui località di provin-cia sono dei dormitori per i lavoratori del co-mune principale.

Va ridisegnatotutto il sistema

francesco schittulli

Assessore Dentama-ro lei crede che siamo pronti a questa svolta storica del nostro ter-ritorio?

Io ritengo che dopo 22 anni che si è parla-to di area metropoli-tana, o siamo pronti o siamo pronti. Se una classe dirigente non coglie questa opportu-nità straordinaria che il governo Monti ha mes-so a disposizione dei territori, è meglio che vada a casa.

Riguardo alle criti-che rivolte alla grande differenza tra le re-altà locali credo che l’omogeneità non sia una condizione neces-saria per una buona governabilità. Anzi la varietà può diventare un valore aggiunto per il territorio in quanto i diversi aspetti dei paesi

possono integrarsi tra loro e dare una spinta decisiva alla crescita del territorio. Sarà in-dispensabile questo cambiamento forte, perché è sulle condi-zioni strutturali che bisogna cominciare a incidere per risollevare il Paese.

Cogliamo questagrande opportunità

marida dentamaro

Area metropolitana e città di Bari. Onore-vole Tatarella siamo pronti per questo cam-biamento epocale?

Purtroppo io credo di no perché dell’area metropolitana se ne parla dal 1990 e non si è mai giunti ad una conclusione. Inoltre nel 2009 c’è stata una legge che consentiva al presi-dente della provincia e al sindaco di avviare un procedimento per deli-neare i tratti della città metropolitana. Questo purtroppo, in tre anni, non è stato fatto. C’è sicuramente da fare tutto un percorso che il comune di Bari dovrà affrontare. Infine c’è l’ulteriore problema del guado di una risistema-zione delle autonomie che dovrà necessa-riamente essere ben

gestito da un governo politico e non da un go-verno tecnico. In ogni caso bisogna dare atto, all’attuale premier, che è stato l’unico che è ri-uscito a fare quello che i precedenti governi hanno promesso e mai fatto. Certamente non è un decreto riformatore delle autonomie loca-li. E’ un progetto taglia spese che il governo fa per quel che può.

Tre anni di ritardo per la Città Metropolitana

salvatore tatarella

Continuano i dibattiti in tema di cancellazione di province e trasforma-zione di Bari in una città metropolitana, tra favo-revoli e contrari, alla luce del decreto sulla spending review del governo Monti che, di fatto, ha messo un punto fermo sul destino della provincia di Bari, che scomparirà per lasciare spazio alla Città Metropo-litana.

Funzioni, regole, uffi-ci... tutto ancora è da co-struire.

Lunedì scorso, presso l’aula consiliare del Co-mune di Bari, si è svolta una tavola rotonda orga-nizzata da Futuro e Libertà che ha visto protagonisti, moderati da Maria Teresa D’Arenzo di Barisera, da sempre giornalista mol-to attenta e presente sui

problemi dell’intera area, l’assessore regionale al Federalismo Marida Den-tamaro, l’assessore comu-nale di Bari con delega al Decentramento Mara Giampaolo, il presiden-te della Provincia di Bari Francesco Schittulli e il parlamentare europeo di Fli Salvatore Tatarella.

Gli interventi dei relato-ri sono stati molto snelli e piacevoli, e hanno messo in luce pregi di una nuova formula amministrativa ma anche alcuni dubbi e criticità sulla sua ammi-nistrazione e competen-za. Quel che è emerso, mettendo d’accordo tutti i presenti è che sarà ne-cessario chiarire per bene confini e funzioni, e cer-tamente valutare bene la struttura stessa dell’ente, ma i presupposti per esse-re un buon trampolino di lancio per l’intera “provin-

cia” ci sono tutti. Quindi dai promotori dell’incon-tro arriva il parere positivo per la scelta del Governo. Secondo l’europarlamen-tare Fli Salvatore Tatarella: “Monti è stato costretto a provvedimenti impopola-ri perché nessun Governo ne aveva presi prima, no-nostante le assicurazioni. Non era stato cancellato nulla e ora non avremo più sessantaquattro pre-sidenti, giunte e consigli provinciali. Che costano parecchio alla collettività, senza produrre grandi ef-fetti”.

“Ora - la sua tesi - biso-gna proseguire con i tagli verso il ceto politico e la fine del bicameralismo parlamentare”. Una critica sottile è stata espressa dal

presidente della Provincia di Bari Francesco Schittul-li: “Non saranno più pre-visti organi eletti, non ci sono affinità tra i vari paesi che andranno a comporre

la città metropolitana - at-tacca l’oncologo - C’era davvero tutta questa fret-ta? Non sono stati attaccati i poteri forti, non sono sta-ti cancellati i quattromi-la enti di nominati, né le Regioni a statuto speciale, ma si pensa alla Provincia di Bari che invece è stato definito un ente virtuoso”.

L’assessore al decentra-mento del Comune Mara Giampaolo, invece, pensa agli effetti sui nuovi mu-nicipi di Bari: “dobbiamo stringere il più possibile anche per l’impossibilità ad assumere. Con questo decreto si passa diretta-mente al taglio; noi ab-biamo prima pensato a trasferire le funzioni e poi passeremo a ridefinire i

confini”. La collega regionale

Marida Dentamaro por-ta però la discussione sul risparmio di risorse e necessità socio-politi-che del Paese: “in questa fase emergenziale senza Monti e Napolitano oggi chissà dove sarebbe l’Ita-lia - chiarisce subito - il provvedimento sarà pure demagogico, per dare un segnale all’Europa, ma è un passaggio necessario per la riorganizzazione del sistema. Che si punti subi-to all’elezione diretta del sindaco metropolitano. Le nuove funzioni dan-no competenze pesanti: secondo me è una buona opportunità, non c’è nulla da temere”.

La Città Metropolitanaun’occasione per tutti

IL CONVEGNO - Tra opportunità e criticità, il dibattito organizzato dal circolo di Fli Bari Città Metropolitana

di Andrea Dammacco

Francesco Schittulli

Marida Dentamaro

Salvatore Tatarella

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venerdì 27 luglio 2012 11Europa

Sembra un tunnel senza uscita. Il diffe-renziale tra Btp e Bund sale a quota 537 pun-ti, la borsa di Milano chiude a -2,7% e quelle di Parigi e Francoforte fanno peggio. L’impero della Moody’s avverte Germania, Olanda e Lussemburgo, avvici-nando l’ipotesi della perdita della tripla A per tutti e tre i paesi. Mutty Merkel sem-bra voler rimandare le decisioni prese al Consiglio Europeo del 28-29 giugno scorso, mentre Italia, Fran-cia e Spagna invocano una “veloce attuazio-ne” delle stesse. Nel frattempo capitan Draghi, in visione del-la riunione della BCE del prossimo 2 ago-sto, vuole una Banca Centrale Europea che assomigli sempre più alla FED statunitense, auspica alla stampa di moneta ed all’acquisto di bond per la stabilità dei prezzi. Ed infine ci si mette anche Obama lanciando una striglia-ta al vecchio continen-te: “Che la UE agisca”. Beh, questo se lo augu-rano tutti.

Ed il fronte italia-no? Super Mario vola da Putin e giustifica il

super-spread dicen-do che “non dipende dall’Italia”; i partiti sono ancora divisi sul-la legge elettorale e la questione dei tagli alla spesa pubblica mobi-lita sindaci, farmacisti e tribunali; si parla ad-dirittura di minaccia all’apertura di alcune scuole e di probabile blocco delle tredicesi-me per statali e pen-sionati.

Mancano ormai po-chissimo giorni all’ini-zio delle Olimpiadi ed il mondo intero guar-derà atleti gareggiare semplicemente per la gloria dopo anni di fatica, sacrifici e perse-veranza.

Come ha detto il premier iberico Rajoy di fronte ai membri del Comitato Olimpico spagnolo: “Per supera-re questa situazione, applicherò al governo la stessa medicina de-gli sportivi: sforzo, di-sciplina e dedizione.”

Per due settimane avremo la possibilità di guardare alla “civiltà” di una competizione sportiva e non sola-mente a quel selvaggio far-west senza legge che è la speculazione finanziaria internazio-nale.

L’Europa in affannoguarda alle Olimpiadi

il momento di crisi

La tutela dell’ambiente, anche se in un periodo di crisi econo-mica, rimane un grande obiettivo dell’Unione europea. La Com-missione ha, infatti, approvato il finanziamento di 202 nuovi pro-getti nel quadro del programma LIFE+, il fondo europeo dedicato all’ambiente.

I progetti presentati riguar-dano interventi nei settori della tutela della natura, della politica ambientale e dell’informazione in tema di questioni ambienta-li. L’investimento complessivo è pari a 516,5 milioni di EUR, di cui 268,4 milioni saranno coperti dal contributo europeo. Janez Potoc-nik, Commissario per l’Ambiente, ha dichiarato: “In occasione del ventennale del programma LIFE e della direttiva “Habitat”, ho il pia-cere di annunciare la prosecuzio-ne del finanziamento di progetti ambientali di qualità elevata in tutta l’UE.

Questi nuovi progetti LIFE+ vanno a favore di azioni innova-tive e di migliori pratiche per raf-

forzare la tutela della natura, mi-gliorare l’ambiente e affrontare i cambiamenti climatici”.

Nell’ultimo bando, che si è chiuso questo mese, dai 27 Stati membri dell’UE sono pervenute più di mille richieste, di cui 202 sono state selezionate per un cofi-nanziamento nell’ambito delle tre componenti del programma, ossia LIFE+ Natura e biodiversità, LIFE+ Politica e governance ambientali e LIFE+ Informazione e comunica-zione. Il ministero dell’Ambiente italiano ricorda nell’occasione del ventennale che “i progetti finan-ziati da Life in Italia rappresentato un importante capitale di espe-rienze per affrontare le principali tematiche ambientali”.

Grazie a questi progetti sono stati raggiunti importanti risultati e il ministero dell’ambiente pren-de lo spunto da questi successi “per fare un bilancio dei risultati che sono stati raggiunti dal pro-gramma in Italia: 602 i proget-ti ammessi al cofinanziamento dal 1992 ad oggi per un importo

complessivo di finanziamenti comunitari pari a 387 milioni di euro a fronte di un investimento complessivo di oltre 890 milioni di euro.

Questi ottimi risultati fanno dell’Italia il principale beneficiario in Europa dello strumento finan-ziario Life”.

Vincenzo Matano

La Commissione europea ha stanziato 268 milioni di euro per nuovi progetti ambientali

progetti del programma life+

EUROPA - La condizione posta dall’Europa è una forte riforma del settore finanziario, per evitare di creare altre emergenze

La Spagna nel mirinoChiesto l’aiuto di 100 miliardi per la ricapitalizzazione delle banche iberiche

Il boom economico de-gli anni ‘90 sembrava ren-dere l’economia spagnola inarrestabile. Un’econo-mia col vento in poppa che ha suscitato invidia e am-mirazione di tutta Europa.

Durante quel periodo i tassi di crescita non sce-sero mai al sotto il 3%, la disoccupazione scese dal 22% all’8% mentre il reddi-to disponibile netto passa-va da 388 a 872 miliardi di euro. La Spagna ostentava numeri da capogiro, faci-

litata anche da un efficace utilizzo dei fondi europei a sua disposizione. Ma dé-cada dorada, come viene chiamato il periodo di api-ce economico, era destina-to a finire e molti esperti lo avevano previsto.

Con lo scoppio della cri-

La sede della banca di Spagna. In Basso il premier iberico Rajoy

di Eliona Cela

permette alle imprese di costruzioni di tirare avanti. Tutto quel costruire aiuole, abbellire strade e inven-tare parchi, che oggi fa di Madrid una delle città più curate al mondo, non pro-duce ricchezza né in pro-spettiva lavoro. Ma anche per aver taciuto la realtà e smentito la grave situazio-ne economica fino all’ulti-mo giorno utile, definen-dola al massimo come una transitoria ed effimera de-celeraciòn.”

Ora Madrid ha dovuto fare i conti con la realtà chiedendo all’ Eurogrup-po un aiuto di 100 miliardi per risanare l’ economia in gravi condizioni da anni. Infatti non si tratta di un salvataggio vero e proprio, ha tenuto a precisare il ministro dell’Economia spagnolo, Luis de Guindos, ma un salvataggio diretto nello specifico al settore, finanziario, per la ricapi-talizzazione delle banche che hanno questa neces-sità.

Guindos ha precisato: “Gli aiuti saranno rivolti alla parte più debole del si-stema finanziario - ha con-cluso- si tratta di un presti-to che stiamo ricevendo a condizioni molto favore-voli, che verranno stabilite nei prossimi giorni”.

Il presidente della Com-missione europea Jose Manuel Durao Barroso ed

il commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn hano risposto: “ Sia-mo certo che la Spagna ri-conquistera’ la fiducia de-gli investitori e dei mercati e creera’ le condizioni per tornare alla crescita soste-nibile ed alla creazione di posti di lavoro”

L’unica condizione po-sta dall’Europa è una forte riforma del settore finan-ziario spagnolo, che eviti che le banche, con “infil-trazioni” politiche, creino altre situazioni d’emer-genza. Dalla sua la Spagna si porta in eredità dai tem-pi d’oro nobili strumenti da poter sfruttare, gode in-fatti di ottime ed efficienti istituzioni, infrastrutture moderne e la sfida, ora, sta nel reinventare un modello economico che possa dare solide basi per la crescita. La crisi viene acuita anche dal risultato dei mercati e dalle dichia-razioni della contrastata agenzia di rating Moody’s, la quale ha declassato an-cora una volta questa set-timana le banche spagnole e in particolare 16 banche tra cui spicca Banco San-tander. Sperando che la Spagna reagisca con i giu-sti strumenti sembra che i prossimi paesi a rischio rating negativo possano essere Portogallo ed Irlan-da. Lisbona e Dublino son avvisati!!!

si, la Spagna si è rivelata infatti fragile accusando il colpo in misura maggiore rispetto ad altre econo-mie europee, passando in poco tempo da una cresci-ta economica miracolosa ad una grave recessione.

In particolare, il settore edile, che fino ad allora si era dimostrato estrema-mente fertile, si paralizzo portando ad un calo dei prezzi al metro quadro con quasi mezzo milione di case invendute.

A quel punto il dito ven-ne puntato sul sistema politico e quindi contro il capo del governo José Luis Rodriguez Zapatero, accu-sato di aver incoraggiato l’edilizia per debellare la crisi. Secondo il quoti-diano EL PAIS “Zapatero commette il primo erro-re finanziando miriadi di opere pubbliche, e così

di Sveva Biocca

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12 venerdì 27 luglio 2012

di gestire il dissesto liqui-derebbe i crediti vantati dalle imprese al 30% del loro valore nominale; e si tratta di crediti già usati per garantire fidi bancari e quantr’altro.

Alla luce di queste con-siderazioni il ritiro delle dimissioni non avrebbe alternative: Mongelli non

Foggia

IL COMMENTO

La musicaadessoè finita

di Fabrizio Tatarella

Errare è umano, perseverare è diaboli-co. La pronuncia dei giudici d’appello, che hanno confermato la declaratoria di falli-mento di Amica Spa, ha messo in chiaro che l’azione del Co-mune di Foggia in questi mesi, al di là delle buone inten-zioni, è consistita nel nulla cosmico. Una imbarazzante po-chezza di idee che si era già manifestata all’inizio del manda-to di Mongelli, quan-do l’unica ricetta mes-sa in campo era stata quella di sostituire il vecchio Cda con un bravo funzionario prefettizio. Una scelta necessitata dall’emer-genza, alla quale però avrebbe dovuto far seguito un piano di rilancio aziendale che è mancato, sosti-tuito dall’idea un po’ imbarazzante che bi-sognasse fare piazza pulita delle “chiac-chiere” e che l’Amica dovesse preoccuparsi soprattutto di spazza-re le strade, come nel buon tempo antico. Idea naufragata in un mare di cassonetti non svuotati e in una affannosa rincorsa dell’emergenza so-ciale. Negli otto mesi trascorsi dalla sen-tenza la Giunta si è baloccata in un’attesa dell’impossibile, te-nendo in stand-by un tecnico di valore come Raphael Rossi e non muovendo un dito per la new company che doveva sostituire la vecchia azienda. Ora ci troviamo non solo in presenza di un altissimo rischio per i livelli occupa-zionali, ma anche di un definitivo depau-peramento della cit-tà e di una micidiale doppia emergenza: quella immediata, di un crack del servizio e di un conseguen-te disastro igienico-sanitario, e quella di medio periodo, che rinvia ulteriormente la questione del ciclo dei rifiuti e del loro smaltimento. Una prova di insipienza e di incapacità che non solo suggerirebbe, ma imporrebbe le dimis-sioni.

E Mongelli si mette a sfogliare la margherita

Il primo cittadino sembra tentato dal ritiro delle dimissioni. Ma potrebbe essere un disastro

di Claudio Aquilano

Ci ripenso o no? Gian-ni Mongelli, sindaco di Foggia dimessosi a metà luglio, ha ancora un po’ di tempo per ripensarci, prima che, decorsi i venti giorni dalla data del pro-tocollo, il Consiglio Comu-nale sia sciolto e il Gover-no invii un commissario prefettizio. Le pressioni, palesi e occulte, perché il primo cittadino torni sui suoi passi, sono venute da più parti, a cominciare da sindacati e imprenditori. Oltre all’affetto e alla sti-ma per l’interessato, pesa-no anche le preoccupazio-ni per una fase di grande incertezza economica ed occupazionale che il com-missariamento aprirebbe. Anche nella migliore delle ipotesi, quella in cui si ri-esca ad evitare il dissesto, una stasi produttiva sa-rebbe inevitabile, con un commissario chiamato ad assicurare l’ordinaria amministrazione in una città nella quale di ordina-rio c’è ben poco. E se poi allo sguardo impersonale del commissario i conti comunali dovessero appa-rire irrimediabilmente fal-limentari, le conseguenze sarebbero gravissime: ba-sti pensare che il commis-sario ad acta incaricato

potrebbe rimanere insen-sibile al grido di dolore, tanto più che i capricciosi partiti che avevano fatto le bizze negli ultimi temi, il Partito Socialista e l’Unio-ne di Capitanata, si sono immediatamente rialline-ati.

Non così il Partito De-mocratico, che ha salu-tato l’addio di Mongelli con una affettuosa rasse-gnazione che è sembrata molto vicina alla soddisfa-zione. Cosa di cui hanno immediatamente appro-fittato i partner di coali-zione, pronti a lasciare in mano al Pd il cerino acce-so della crisi.

Meno visibile, ma al-trettanto sostanziale, la trattativa per ricucire lo strappo istituzionale, con il clamoroso stato di ab-

In alto l’ingresso del Comune di Foggia. A sinistra il sindaco dimissionario Gianni Mongelli

“Ancora un duro col-po all’occupazione in provincia di Foggia, a causa della perdita di circa 60 posti di lavoro nella vertenza in corso con Croce Rossa Italia-na per il Centro Acco-glienza Stranieri (CARA) di Borgo Mezzanone”. A rilevarlo è il segretario generale della Fisascat Cisl di Foggia, Leonardo Piacquaddio, a seguito dell’incontro svoltosi in Prefettura.

Nulla si è risolto dopo circa 7 mesi e decine di incontri tra la CRI, le ca-tegorie sindacali, l’As-sessorato al Lavoro della Provincia, l’Assessorato

al Welfare della Regione e la Prefettura, svoltisi per trovare una soluzio-ne per salvaguardare le figure professionalizza-te che avevano svolto attività all’interno del CARA fino al gennaio 2012. Dall’insediamen-to della CRI avvenuto a febbraio, a seguito di un ricorso accolto dal Tar di Puglia, avverso alla precedente cooperativa che gestiva i servizi, i lavoratori sono stati la-sciati fuori dal contesto occupazionale. Inutile è stata anche la sottoscri-zione di un accordo che, a fine febbraio, ne stabi-liva il reintegro.

Cara, in fumo altri 60 posti di lavoro

lavoro

bandono in cui il sindaco è stato lasciato da parte dei responsabili dell’or-dine pubblico, Prefetto e Questore in testa. Ma con l’arrivo del nuovo rap-presentante del Governo la tensione è destinata a stemperarsi, tanto più che è arrivato l’appoggio della Procura. Ma durerà? In che misura la giusta preoccu-pazione di ridurre il più possibile le tensioni sociali non si tradurrà nell’invito al sindaco ad arrangiarsi?

Sullo sfondo la questio-ne-regina: ritirate le dimis-sioni, il sindaco riuscirà a far approvare il bilancio? Il no unanime del collegio dei revisori è certo, e lo spauracchio di una futu-ra azione di responsabili-tà della Corte dei Conti è abbastanza terrorizzante.

Ritirare le dimissioni per ritrovarsi mandato a casa ope legis per la mancata approvazione o addirittura in dissesto non è una pro-spettiva allettante. Né aiu-tano le uscite intemperan-ti dell’assessore regionale all’Ambiente sulla questio-ne Amica.

Questo Nicastro otti-mista a Foggia e catastro-fista a Bari (perché riesce difficile immaginare che l’agenzia di stampa regio-nale abbia inventato le sue dichiarazioni in Regio-ne) non è precisamente il compagno di viaggio ot-timale per Mongelli. Che finora l’unica solidarietà veramente convinta l’ha avuta dal suo collega di Lecce, Paolo Perrone, che –forse non per caso- è del-lo schieramento opposto.

Verrà inaugurata oggi la nuova sede del GAL Meridaunia a Bovino,, in piazza Municipio, a po-chi passi dalla Cattedra-le. Un evento importante per Meridaunia che, per la prima volta dal 1998, avrà i propri uffici in una struttura completamen-te adibita alle proprie attività.

Un edificio risalente ai primi anni del 1800 situato in un contesto di particolare valore storico ed ambientale cataloga-to quale palazzetto della borghesia locale. Struttu-ra interessante non solo per le caratteristiche del-la muratura esterna ma

anche per il tipo di deco-razione che presenta.

L’evento inaugurale, dopo la benedizione di S.E. Mons. Francesco Pio Tamburrino, arcivesco-vo della Diocesi Foggia-Bovino, avrà un momen-to di presentazione del lavoro realizzato, che vedrà gli interventi di Al-berto Casoria, presidente di Meridaunia, Vincenzo Russo, procuratore Capo di Foggia, Dario Stèfano, assessore alle Risorse Agroalimentari Regione Puglia, Michele Dedda e Edoardo Beccia, sindaci di Bovino e Troia e Da-niele Borrelli, direttore del GAL.

Oggi si inaugura la nuova sede del Gal

gal meridaunia a bovino

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venerdì 27 luglio 2012 13Cerignola

“Il Comune di Ceri-gnola, si impegna – è scrit-to nella bozza di accordo di collaborazione ai sensi dell’art. 4 del comma 4, lett. c) della Legge n. 65 del 07/03/1986, compa-tibilmente con le proprie esigenze di servizio, con il personale di polizia loca-le disponibile a prestare servizio presso il Comu-ne di Stornarella al fine di garantire a quest’ultimo

Giannatempo no-limitse i vigili sono senza mezzi

IN CITTA’- Mentre mancano le auto, il Comune di Cerignola “presta” i propri vigili urbani al Comune di Stornarella

Il Comune di Ceri-gnola ha raggiunto un accordo con quello di Stornarella, impe-gnandosi a “prestare” a quest’ultimo alcuni dei propri vigili urba-ni.

In una nota dell’Am-ministrazione, si legge : “I Vigili Urbani di Ce-rignola danno la loro disponibilità, per as-sicurare un adeguato servizio nelle strade del paese dei Cinque Reali Siti”.

Ora, la domanda sorge spontanea: e nel nostro Comune, chi si occuperà di prestare un adeguato servizio, posto che il numero dei suddetti è già, am-piamente, al di sotto del numero legale?

Cerignola ha biso-gno di più controlli, di più vigilanza, ed ora riduciamo ancor di più le nostre scarse ri-sorse, per prestarle ad altri. Ogni qualvolta ci lamentavamo dell’ine-sistente controllo not-turno, nelle zone della movida cerignolana, la

risposta dei nostri am-ministratori era sem-pre la stessa: non ci sono soldi per gli stra-ordinari.

Ed ora, invece, ma-gicamente, questi sol-di sono disponibili, ma non per intensificare i controlli nella nostra città.

Ennesima, lampan-te dimostrazione che ai nostri amministra-tori non importa nulla di Cerignola.

Eppure, Pdl ed Udc-Udcap sono stati scelti dai cerignolani. La coppia Reddavide- Mandrone non riesce ad indovinarne una. Dai semafori spenti, alle rotonde, al voler armare di taser i no-stri vigili - stile Texas - passando per la con-fusione creata in Viale Roosvelt, arrivando a questa scelta incom-prensibile.

Per loro, partorire un’idea sensata pare più complicato che vincere al SuperEna-lotto.

Carlo Dercole

I vigili in trasferta,e il servizio in città?

una scelta insensata

un sufficiente ed adegua-to servizio di vigilanza sul territorio comunale”.

A Cerignola il numero dei vigili urbani si dice sempre essere sottodi-mensionato alle esigenze del territorio.

Si dice anche che il personale ha età avanza-ta. Si vocifera, ancora, che non hanno mezzi e dota-zioni. Non fanno corsi di aggiornamento e non ri-escono neanche ad alle-narsi al poligono.

Insomma, servono a poco.

Del resto a loro discol-pa hanno sempre l’atte-nuante che la nostra re-altà sociale è particolare. Io resto dell’idea che le colpe rimangono tutte a loro.

Tranne pochi opera-tori che si dedicano con passione e serietà in trop-

pi non fanno il loro lavo-ro. E la realtà sociale la fanno peggiorare proprio loro.

E, invece, continuia-mo a dare la possibilità di mandare in onda su Stri-scia la Notizia altri servizi su Cerignola e i suoi vigili urbani.

Staremo nuovamente su Canale 5. Scommettia-mo? E’ un’altra assurdità compiuta da questa Am-ministrazione.

Adesso il know how del corpo dei vigili urbani lo esportiamo negli altri comuni limitrofi.

Che risate. Se non a Striscia questa volta sta-remo a… Zelig!

Che figura. Direte che è facile par-

lare. Bisogna dare le solu-zioni. Bene. Ho già detto tanto al riguardo in varie occasioni.

di Enzo Pece

“In provincia di Foggia lo abbiamo sempre fatto. Non andremo in vacan-za”.

Questo il commento del Coordina-tore provinciale di Foggia di Futuro e Libertà Fabrizio Tatarella, commen-tando il ricco cartellone di appunta-menti, convegni e dibattiti che ani-meranno l’estate di Fli nella provincia di Foggia.

Non soltanto feste all’ombra delle serate agostane, ma anche l’occasio-ne per essere presenti nelle piazze e tra la gente, per dibattere dei princi-pali problemi ed opportunità che, a livello locale come nazionale, bisogna affrontare, discutere delle riforme da realizzare e, da ultimo ma non cosa meno importante, dare un contributo fattivo e concreto alla formazione di una migliore coscienza politica e di una classe dirigente che sarà chiama-ta ad amministrare la cosa pubblica a tutti i livelli.

Questi gli appuntamenti in calen-dario. Si parte il 17 agosto a Serra-capriola, per poi passare dal 18 al 21

agosto alla festa di Manfredonia. Dal 23 al 25 agosto Fli sarà in campo a San Giovanni Rotondo, mentre l’8 e 9 set-tembre sarà la volta di Torremaggiore, per proseguire il 15 e 16 settembre a Stornarella e, infine, a fine settembre, con la Festa provinciale di Foggia.

“Andiamo avanti - ha concluso Ta-tarella - la voglia di lavorare e l’entu-siasmo di sempre non ci mancano”.

Tatarella e Futuro e Libertànon vanno in vacanza

manifestazioni estive

Per esempio si potreb-be ipotizzare di sciogliere il corpo dei vigili urbani e privatizzare il servizio. Non si può?…

Si deroga su tutto in questa Italia…. Figuria-moci… Oppure si potreb-be cambiare immediata-mente il Comandante.

Acquistare con gli sponsor quattro piccole auto Smart per pattuglia-re almeno quattro zone della città. Con soli quat-tro vigili. Con un’auto normale si vedono sem-pre in cinque.

Basterebbe, poi, sola-mente organizzare bene il lavoro di quelli volen-terosi e capaci che pur ci sono. Premiando quelli capaci.

Quelli svogliati si ade-guerebbero. E come sem-pre un po’ di meritocrazia farebbe bene.

Fabrizio Tatarella

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14 venerdì 27 luglio 2012Cinema

pellicole, anche se spesso l’uso eccessivo della CGI (computer grafica) dimo-stra una limitazione in-ventiva registica.

Comunque i pregi di questo film non sono po-chi, anche perché ha una grande qualità, lasciarci incollati alle sedie per cir-ca 100’ minuti trasportati da un ritmo frenetico e da una storia molto avvin-cente. Con i suoi conte-nuti La leggenda del cac-ciatore di vampiri poteva essere un’opera veramen-te dissacrante rispetto

Una scena del film

I vampiri che non ti aspetti

Abramo Lincoln versio-ne Van Helsing. Insolito film fantasy/storico, La leggenda del cacciatore di vampiri é un’ opera cu-riosa e intrigante, velata di mistero e di horror.

Diretto dal kazako tra-piantato negli States Ti-mur Bekmabentov, ebbe molto successo con i suoi film d’esordio: I guardiani della notte e I guardiani

di giorno, primi episodi della saga fantasy vampi-resca tratti dai romanzi di Sergej Luk’janenkoIl regi-sta russo realizza un’ope-ra che, nonostante tratti l’argomento trito, almeno in questi ultimi anni, dei vampiri, ormai di moda dopo il successo planeta-rio di Twilight, crea una sottotrama interessantis-sima ambientata duran-te la guerra di secessione americana, siamo nel bel

LA LEGGENDA DEL CACCIATORE DI VAMPIRI - Una rivisitazione dei motivi della guerra civile americana

CorsoCerignola (Fg)

Biancaneve e il cacciatoreh 19:15 - 21:45

La leggenda del cacciatore...h 18:40 - 20:30 - 22:20

Paranorlam Xperienceh 18:30 - 20:30 - 22:30

Città del CinemaFoggia

Cena tra amicih 17:15 - 19:30 - 21:45

Lorax - Il guardiano della forestah 16:20 - 18:10

The Amazing Spider-Man (3D)h 16:20 - 19:00 - 21:45

ShowvilleMungivacca (Ba)Contraband

h 18:20 - 20:30 - 22:40

Biancaneve e il cacciatoreh 17:20 - 18:30 - 20:00 - 21:15

La leggenda del cacciatore di...h 18:00 - 20:20 - 22:30

di Michele Falcone

REGIA: Timur BekmambetovSCENEGGIATURA: Seth Grahame-SmithATTORI: Benjamin Walker, Dominic Cooper,

Anthony Mackie, Mary Elizabeth Winstead, Rufus Sewell, Marton Csokas

FOTOGRAFIA: Caleb DeschanelPRODUZIONE: Abraham Productions, Bazelevs

Production, Tim Burton ProductionsDISTRIBUZIONE: 20th Century FoxPAESE: USA 2012DURATA: 105 Min

la leggenda del cacciatore di vampiri

bezzo del 1800, dove il gio-vane Abrham, intelligente ragazzino assetato di ven-detta, scalerà le vette della politica diventando nien-temeno il presidente degli Stati Uniti Lincoln gran-de difensore dei diritti di uguaglianza razziale.

Sedicesimo Presidente degli Stati Uniti d’Ameri-ca, vincitore della Guer-ra di Secessione e primo fautore dell’abolizione della schiavitù, Abraham Lincoln si delinea nella figura di un “super” che cerca di conciliare il ruo-lo di politico, di padre, di marito.Tratto dal roman-zo originale scritto da Seth Grahame-Smith,m La leggenda del cacciatore di vampiri, come in tutti i film del regista russo, esi-ste un furore cinetico pari solo a quello di Michael Bay ma dosato con ancor più grossolanità; c’é molta forza e passione nelle sue

alla figura intoccabile di Lincoln, autentico padre dei diritti civili, invece fantastica troppo, sulla sua vita, per confermarne esaltazione e mitologia, creando una fantastoria, poco benevola verso il presidente.

Benjamin Walker, inter-preta con autentica natu-ralezza Lincoln,Dominic Cooper, é il maestro di caccia di Lincoln, e la bel-la Mary Elizabeth Winste-ad, é la moglie, in un cast all’altezza di un frenetico e simpatico giocattolone.

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venerdì 27 luglio 2012 15Spettacoli e Cultura

Dove ci porta il Buon Vento?LIBRI - Il viaggio nel gusto e nelle eccellenze pugliesi di Sabrina Merolla. Il suo programma in tv è diventato un libro

Sabrina Merolla, ori-ginaria di Gravina in Puglia (Ba), avvocato e conduttrice televisiva, dallo sguardo vivace e dal temperamento tenace, è impegnata dal 2008 in un intenso e apprezzato lavoro di valorizzazione e divulgazione mediatica delle bellezze territoriali pugliesi e delle sue eccel-lenze in campo turistico ed enogastronomico.

di Evelina Giordano Dott.ssa Merolla, dopo il fortunato programma di sua ideazione e condu-zione “Buon Vento”, che la impegna dal 2008 in viag-gi televisivi itineranti per tutta la Puglia, oggi la ve-diamo alle prese con una nuova sfida: la pubbli-cazione del libro “BUON VENTO Viaggio nel Gu-sto” (Gelsorosso Ed. Bari), presentato al Palazzo del-la Provincia di Bari.

Quando e come nasce l’idea di scrivere un li-bro?

Quando è nato “Buon Vento” (nel 2008 sulle reti del Gruppo Norba, ndr) l’obiettivo portante era di realizzare un format televisivo che svelasse lo spettacolo paesaggistico e naturalistico della co-sta pugliese e lucana. Fu un’esperienza straordi-naria, unica, incalzante di scoperte e approfon-dimenti. L’idea del libro è nata per raccontare, capitolo dopo capitolo, una Puglia ricca di storie e sapori, spesso insospet-tabili, accompagnando

anche i lettori attraverso molteplici esperienze di viaggio, rendendoli parte-cipi di molti degli incontri che ho vissuto con gli ar-tefici del gusto di questa terra.

Con chi ha condiviso il percorso di questo emo-zionante e intenso nuovo progetto?

Con i protagonisti dei ventisei racconti di viag-gio e delle oltre quaranta recensioni e segnalazioni del libro. Tra loro, chef, ristoratori, produttori e imprenditori che ho in-contrato in esclusiva per i lettori, raccontando le loro storie singolari fra ri-cordi, speranze, aneddoti, esperienze, mete conqui-state e proposte, arrivi e partenze.

Attraverso la sua nuo-va esperienza di narra-trice, cos’altro crede di lasciare impresso nelle menti meno giovani e cosa in quelle più giova-ni?

L’ascolto, l’approfon-dimento sono strumenti privilegiati per ampliare i propri orizzonti e per sti-

molare le idee, senza limi-ti cronologici. Il confronto genera sempre nuova cre-scita e alimenta la cultura. Entrare nel mondo delle grandi “imprese di vita” è un privilegio che può fun-gere da sprone per orien-tare il proprio percorso. Nel mio libro, una delle componenti narrative è proprio l’aspetto biografi-co di questi imprenditori industriosi e ingegnosi, spesso partiti da zero o “da sotto zero” e che, per raggiungere il loro ob-biettivo, hanno dovuto investire tutto quello che avevano e, spesso, anche quello che non avevano.

A quale delle sue oltre 100 puntate girate con cura e professionalità, con cui ha dato visibili-tà a Puglia e Basilicata, è particolarmente legata, e perché?

Ogni puntata racchiu-de un mondo di scoperte e racconta luoghi dalle peculiarità uniche e irri-petibili, come ogni capi-tolo del libro.

Gli itinerari di Buon Vento aprono il sipario su palcoscenici paesaggistici che custodiscono le ra-dici della cultura di terre come la Puglia e la Basi-licata, accomunate da un glorioso trascorso storico, da monumenti dal valore inestimabile, dallo spirito di accoglienza e convi-vialità delle genti medi-terranee. Questi elementi raggiungono gli spettatori attraverso le immagini e i racconti di viaggio, smuo-vono nel pubblico il senso della scoperta e trasfon-dono la voglia di incam-minarsi nei luoghi visti in video, per vivere di perso-

na l’itinerario proposto da Buon Vento.

In questo periodo è in giro per la promozio-ne del suo libro BUON VENTO Viaggio nel Gu-sto, unico nel suo genere. Dove è possibile acqui-starlo e quali sono i pros-simi appuntamenti dove poter assistere ad una presentazione?

Il libro è disponibile alla Feltrinelli di Bari e nelle migliori librerie pugliesi, anche su prenotazione. È acquistabile direttamen-te alla libreria della Casa Editrice Gelsorosso (Stra-da Palazzo dell’Intenden-za, Bari – Borgo Antico) e negli online store (www.ibs.it). Il calendario di presentazioni è ricco di appuntamenti culturali e letterari ed è sempre in evoluzione. Nell’estate 2012 il libro è stato scelto per gli eventi della famosa rassegna “Libri nei vicoli del Borgo Antico di Loco-rotondo”, e nel calendario di incontri del festival iti-nerante della letteratura “Spiagge d’Autore “. Le prossime date sono con-sultabili sul sito ufficiale www.buonvento.tv.

Lei vive con grande trasporto il suo lavoro e riesce a trasmettere con emozione la sua passio-ne. Quali altri program-mi ha in mente per il futuro? Ha mai pensato di portare i suoi progetti all’estero?

Il tema “estero” è fra gli aspetti predominanti dei progetti in corso. Giungo-no incalzanti richieste di traduzione del libro per offrire anche ai viaggiatori stranieri l’opportunità di conoscenza e approfon-

il romanzo

Torre Pelosa, storico quar-tiere della città di Bari, per i più Torre a Mare.

È qui che si apre lo scenario di un racconto che fa della de-nuncia un’arma a doppio taglio tra la rassegnazione e la spinta all’azione. Francesco Saverio Sammarelli, al suo primo lavo-ro editoriale con …

E vennero chiamati i conigli di Torre Pelosa (Wip Edizioni) fa di questa antitesi il fil rouge del suo romanzo narrando, o meglio, denunciando bieche circostanze, ingannevoli com-promessi, viscidi imbrogli che fanno parte di una realtà spes-so senza scrupoli.

Frank e Sergio, una voce fuo-ri campo che racconta di un mondo sospetto, fatto di so-

prusi e aspettative deluse: que-sti i protagonisti, personaggi reali o solo eteree presenze, che si imbattono in “sciacalli e iene”, losche figure, suadenti donne pronte a tutto, imbro-glioni e cinici parassiti.

E poi, quando la sensazione di non potersi più fidare di nes-suno fa mancare loro l’aria e la terra sotto i piedi si sgretola, ci sono due possibilità: cadere giù o accettare la meschina ve-rità e denunciarla.

Sammarelli si muove su due stili letterari differenti, passan-do dal romanzo al documen-to con una tale semplicità da accattivare il lettore e offrirgli un parallelismo concreto tra testimonianza e racconto. Così l’autore tira le somme di un’Ita-

lia afflitta dalla corruzione e dalla logica del dio denaro, de-nuncia non risparmiando nes-suno e tocca punti nevralgici e nervi scoperti.

Dai preti pedofili alle lacune della giustizia, dai personaggi delle intricate maglie del po-

I conigli di Torre Pelosa, il romanzo di Sammarelli

LECCE - Teatro

La badante la voglio solo così

Giovedì 2 agosto, alle ore 21, nel chio-stro dei Teatini, andrà in scena la commedia in vernacolo leccese “La Badante”, un’ini-ziativa inserita in Lecc’è, il cartellone degli eventi estivi.

Si tratta di due tempi estremamente attuali, realistici, esi-laranti e coinvolgenti. Fra i problemi che at-tanagliano la terza età quello dell’assistenza agli anziani si impo-ne in modo evidente nella società moder-na. Il protagonista, Osvaldo, con la sua pensione è l’unico sostegno per la fami-glia. Un uomo in età avanzata, con un po’ di soldi ma con po-chissima memoria. Osvaldo ha un’unica certezza: vuole la Ba-dante e la vuole “bella e bona”.

L’autore de La Ba-dante è Antonio Gre-co che, dopo la pub-blicazione di vari libri su personaggi leccesi e situazioni nostrane, si cimenta anche nel-le vesti di autore tea-trale.

La Commedia fa parte del ricco reper-torio della Filodram-matica Lupiae che proprio quest’anno festeggia i suoi qua-rant’anni di attività.

La copertina del romanzo

tere che “predicano bene ma razzolano male” ai giovani figli di papà. Se nella “storia” di un ingegnere alle prese con i “truf-faldini” che incontra sulla sua strada chiunque può trovare un po’ di sé, i documenti, frutto di una scrupolosa ricerca, in-formano e lanciano interessan-ti feedback sulla realtà che noi tutti viviamo.

Con un linguaggio sempli-ce ma incisivo, utilizzando un registro che varia dal colto all’ informale, Sammarelli riesce a trattare alcuni degli aspetti più scabrosi della realtà sociale con grinta. L’amarezza e la delusio-ne, però, vibrano tra le pagine e allo stesso tempo gridano allo scandalo.

Francesco Saverio Samma-relli, E vennero chiamati i co-nigli di Torre Pelosa, Wip Edi-zioni, Bari 2011 (pgg. 341, euro 15.00).

Sabrina Merolla fotografata insieme alla copertina del suo libro

dimento degli itinerari raccontati. Il progetto più impegnativo nelle pros-sime settimane sarà la preparazione della nuo-va produzione televisiva, arricchita dai sottotitoli in lingua inglese e desti-nata anche ai canali tele-visivi esteri, oltre che ad una web tv creata ad hoc per i viaggi di Buon Vento che saranno guardabili e condivisibili in tutto il mondo.

Per concludere, a chi intende dedicare il suo successo?

A tutti coloro che han-no contribuito a soste-nere e supportare il mio impegno professionale, dagli affetti familiari ai più stretti collaboratori professionali. Buon Vento a tutti.

intervista integrale www.pugliadoggi.it

Fotografa il QRCode con l’ap-plicazione gratuita sul cellu-lare per vedere istantanea-mente lo speciale contenuto

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