Puglia d'oggi n. 18

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Questa testata non riceve contributi pubblici 18 maggio 2012 • anno III n. 18 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA www.pugliadoggi.it Domenica e lunedì prossimo molti pugliesi saranno chiamati ad eleggere i propri sindaci nei turni di ballottaggio. Occhi puntati su due giovani, Lino Monteleo- ne a Torremaggiore e Dario Iaia a Sava. Entram- bi rappresentano l’ansia di cambiamento, la voglia di volti nuovi. Entrambi hanno già vinto le elezioni, avendo conseguito, al primo turno, un risultato di gran lunga superiore rispetto alle liste che li sostenevano. Due giovani, due volti nuovi, due esempi dai quali la Puglia deve saper ripartire per un ricam- bio generazionale anche nella nostra Regione. I cittadini di Torremaggiore e di Sava hanno una grande occasione. Cambiare pagina rispet- to alla politica della Seconda Repubblica eleg- gendo due giovani e preparati Sindaci. La Puglia nuova riparte da qui. REGIONE PUGLIA Numero dei Consiglieri ridotto, serve subito la nuova legge elettorale A PAG 4 POLITICA NAZIONALE Positivo il bilancio di Fli: le elezioni consolidano il partito di Gianfranco Fini A PAG 3 DOMENICA E LUNEDÌ I BALLOTTAGGI - Futuro e Libertà scommette sui giovani candidati di Sava e Torremaggiore La Puglia che cambia L’EDITORIALE Largo ai giovani nei partiti di Fabrizio Tatarella In tanti, forse trop- pi, parlano e invocano spesso il ricambio ge- nerazionale. Nessuno, però, rie- sce a praticarlo. Que- sto è uno dei tanti mali della politica italiana su cui Grillo specula e ha facile gioco. Dove i partiti investono sui giovani hanno ancora una possibilità di suc- cesso. E’ il caso della Puglia dove, anche per questo probabilmente, il mo- vimento di Grillo non trova riferimenti credi- bili. Futuro e Libertà ha scommesso su due gio- vani onesti, preparati, capaci: Lino Montele- one a Torremaggiore e Dario Iaia a Sava, . approdati a sorpresa al secondo turno di queste elezioni ammi- nistrative a scapito di ben più forti e quotati avversari rimasti esclu- si. Due giovani entam- bi vincenti, a prescin- dere da come andrà il ballottaggio di dome- nica e lunedì, in quan- to hanno già ottenuto la vittoria più bella in questo momento di anti politica: conqui- stare consensi perso- nali di gran lunga su- periori alle liste che li sostenevano. Il ricambio gene- razionale, da non confondere con il giovanilismo, può rap- presentare un deter- rente efficace contro il grillismo. La gente non vuole partiti nuo- vi, quelli che ci sono bastano e avanzano, né operazioni di marke- ting elettorale, ma volti nuovi. [...] BARI - Gli uffici giudiziari di via Nazariantz sono ad immediato e concreto rischio sgombero Cercasi casa per la Procura A PAG 6 FOGGIA - Arriva il vicepresidente dell’Antimafia Fabio Granata Criminalità: è emergenza A PAG 12 CERIGNOLA - La Gema deve pagare oltre 10 milioni di euro Poveri? Il Comune mente A PAG 13 BARI - E’ la confisca dei suoli ad essere stata condannata dall’Europa Punta Perotti, paga lo Stato A PAG 7 A PAG 5 il corsivo di Enrico Ciccarelli Effettivamente, al tempo del Governo Berlusconi, il rap- porto di Giulio Tre- monti con il premier non era dei più sem- plici, anche a cau- sa di alcuni piccoli equivoci lessicali. Tutte le volte che il ministro dell’Eco- nomia cercava di parlare della neces- sità della crescita, Berlusconi tirava fuori la statuetta di Priapo…

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Il numero 18 del settimanale Puglia d'oggi, in distribuzione dal 18 maggio 2012

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Questa testata non riceve contributi pubblici

18 maggio 2012 • anno III n. 18 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella

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www.pugliadoggi.it

Domenica e lunedì prossimo molti pugliesi saranno chiamati ad eleggere i propri sindaci nei turni di ballottaggio.

Occhi puntati su due giovani, Lino Monteleo-ne a Torremaggiore e Dario Iaia a Sava. Entram-bi rappresentano l’ansia di cambiamento, la

voglia di volti nuovi. Entrambi hanno già vinto le elezioni, avendo conseguito, al primo turno, un risultato di gran lunga superiore rispetto alle liste che li sostenevano.

Due giovani, due volti nuovi, due esempi dai quali la Puglia deve saper ripartire per un ricam-

bio generazionale anche nella nostra Regione.I cittadini di Torremaggiore e di Sava hanno

una grande occasione. Cambiare pagina rispet-to alla politica della Seconda Repubblica eleg-gendo due giovani e preparati Sindaci.

La Puglia nuova riparte da qui.

REGIONE PUGLIA

Numero dei Consiglieri ridotto, serve subitola nuova legge elettorale

A PAg 4

POLITICA NAZIONALE

Positivo il bilancio di Fli:le elezioni consolidanoil partito di Gianfranco Fini

A PAg 3

DOMENICA E LUNEDÌ I BALLOTTAGGI - Futuro e Libertà scommette sui giovani candidati di Sava e Torremaggiore

La Puglia che cambiaL’EDITORIALE

Largo ai giovani nei partiti

di Fabrizio Tatarella

In tanti, forse trop-pi, parlano e invocano spesso il ricambio ge-nerazionale.

Nessuno, però, rie-sce a praticarlo. Que-sto è uno dei tanti mali della politica italiana su cui Grillo specula e ha facile gioco. Dove i partiti investono sui giovani hanno ancora una possibilità di suc-cesso.

E’ il caso della Puglia dove, anche per questo probabilmente, il mo-vimento di Grillo non trova riferimenti credi-bili.

Futuro e Libertà ha scommesso su due gio-vani onesti, preparati, capaci: Lino Montele-one a Torremaggiore e Dario Iaia a Sava, . approdati a sorpresa al secondo turno di queste elezioni ammi-nistrative a scapito di ben più forti e quotati avversari rimasti esclu-si.

Due giovani entam-bi vincenti, a prescin-dere da come andrà il ballottaggio di dome-nica e lunedì, in quan-to hanno già ottenuto la vittoria più bella in questo momento di anti politica: conqui-stare consensi perso-nali di gran lunga su-periori alle liste che li sostenevano.

Il ricambio gene-razionale, da non confondere con il giovanilismo, può rap-presentare un deter-rente efficace contro il grillismo. La gente non vuole partiti nuo-vi, quelli che ci sono bastano e avanzano, né operazioni di marke-ting elettorale, ma volti nuovi.

[...]

BARI - Gli uffici giudiziari di via Nazariantz sono ad immediato e concreto rischio sgombero

Cercasi casa per la ProcuraA PAg 6

FOGGIA - Arriva il vicepresidente dell’Antimafia Fabio Granata

Criminalità: è emergenzaA PAg 12

CERIGNOLA - La Gema deve pagare oltre 10 milioni di euro

Poveri? Il Comune menteA PAg 13

BARI - E’ la confisca dei suoli ad essere stata condannata dall’Europa

Punta Perotti, paga lo StatoA PAg 7A PAg 5

il corsivo

di Enrico Ciccarelli

Effettivamente, al tempo del Governo Berlusconi, il rap-porto di Giulio Tre-monti con il premier non era dei più sem-plici, anche a cau-sa di alcuni piccoli equivoci lessicali.

Tutte le volte che il ministro dell’Eco-nomia cercava di parlare della neces-sità della crescita, Berlusconi tirava fuori la statuetta di Priapo…

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2 venerdì 18 maggio 2012In primo piano

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Registrazione presso il Tribunaledi Bari n. 47/2010 del 12/11/2010

Questo periodico èassociato all’Unionestampa periodica italiana

l’ombrello berlusconiano fino a che la biologia non avesse pronunciato le sue irrevocabili sentenze.

E il presidente della Camera sapeva anche che la rottura avrebbe messo gravemente a repentaglio le sorti dello schieramen-to moderato italiano.

Diversamente credo non avrebbe accettato che Silvio sfrattasse Ca-sini dal Pdl e ingabbias-se Fini medesimo in una bolla inconsistente come il Pdl, cioè un partito sen-za tessere, senza statuti, senza congressi.

Perché dal 2010 Fini comincia quella riflessio-ne critica che Berlusconi e i suoi definiscono un “fastidioso controcanto”? Perché passa attraverso un’oltraggiosa espulsio-ne, l’inaudita campagna contro il suo stesso ruolo istituzionale e il tritacar-ne mediatico dei giornali di famiglia?

Con buona pace dell’affezione estetica per il duello rusticano e per

gli appassionati delle sen-tine del pettegolezzo, noi incliniamo a credere che lo abbia fatto perché ha visto un po’ prima degli altri dove la senescenza senza qualità del Cava-liere avrebbe condotto il Paese.

Non è strano, se si pen-sa che Fini è da tempo un uomo di Stato, e che l’ap-prezzamento per la sua persona ha varcato da anni i confini della nazio-ne. L’Italia correva a tutta velocità verso il disastro, e nella grande tragedia del Paese si consumava anche il dramma di un centrodestra che non sa-rebbe sopravvissuto alle ceneri del suo creatore, ormai perso nelle dubbie delizie della crapula.

Cosa avrebbe dovuto fare un uomo che ha il patriottismo nel Dna, che è cresciuto con nella testa l’ideale slogan “L’Italia al di sopra di tutto”. Proba-bilmente quello che ha fatto Fini? Combattere il governo degli irrespon-

trosinistra, lo ha detto lo stesso Giulio Tremonti. Gianfranco Fini è forse la persona che ha fatto di più perché questo desti-no ci venisse evitato. Per questo si conferma nella nostra stima e nella no-stra ammirazione.

Chi si vuole divertire deridendone le “cravatte sbagliate” si accomodi. Anche grazie a Fini, que-sto è e resta un Paese li-bero.

sabili fino a mettere a di-sposizione il proprio alto incarico. La proposta di dimissioni congiunte ed elezioni anticipate l’ha fatta Fini, non Berlusco-ni, ed è stato Berlusco-ni, non Fini, a cercare di galleggiare con Scillipoti. Senza l’uscita di scena del Governo Berlusconi saremmo stati travolti: lo hanno detto Angela Mer-kel e Nicholas Sarkozy, lo ha detto tutto il cen-

Cravatte sbagliate e amor di PatriaIl Presidente della Camera sapeva che la rottura avrebbe messo a repentaglio le sorti dello schieramento moderato

LA SITUAZIONE ITALIANA - Anche grazie all’intervento di gianfranco Fini questo è, e resta, un Paese libero

[...] Anche Maro-ni lo ha recentemente capito. Per salvare la sua Lega Nord, travol-ta dagli scandali, sarà costretto ad affidarsi a volti nuovi, molti giova-ni con un forte legame con il territorio di rife-rimento.

Servono energie nuo-ve. Viviamo in un paese vecchio, chiuso, blocca-to. Un sistema da rifor-mare, certo, ma non c’è tempo. Almeno – per quanto riguarda la poli-tica – in questa Legisla-tura. E così è in atto uno scontro generazionale: i giovani “spingono”, non solo in politica, e i “vec-chi” resistono.

Lo studio dei giovani Coldiretti è emblema-tico: l’Italia ha la classe dirigente – nelle ban-che, in chiesa, al gover-no – con l’età media più alta d’Europa. Il prezzo di questa “resistenza” lo sta pagando il Paese. Che invece di parlare di riforme, è fermo a discutere sulle alleanze elettorali, che invece di parlare di idee si blocca sui tatticismi esaspera-ti, che invece di sceglie-re aspetta tempi miglio-ri. E’ il momento delle scelte. Di coraggio. Di osare. Di chiedere a chi oggi è visto come

“vecchio”, di diventare “padre nobile”. Per es-sere ricordato bene e non con disgusto. Per passare il testimone a chi dovrà occuparsi e risolvere i problemi del paese: uno sforzo che richiederà almeno un decennio

I giovani devono ave-re la forza e il coraggio di caricarsi sulle spalle le cose da fare: tagliare la spesa pubblica im-produttiva che è sempre più un mostro a difesa di chi sta nel sistema e opprime chi invece vuole realizzare un pro-getto di vita. Innovare un paese fermo e vec-chio da troppo tempo: dall’Università alla PA, passando per la nostra Costituzione. Investire sulle nuove tecnologie e la ricerca, invece che continuare a sprecare soldi a fondo perduto. Sfruttare al massimo le risorse comunitarie e immaginare un peso e un ruolo forte del no-stro Paese in Europa. Il primo passo verso il vero cambiamento può iniziare solo da qui, da un atto di fede per il fu-turo dei nostri figli. Per il futuro del nostro Pae-se, prima che sia troppo tardi.

Fabrizio Tatarella

Largo ai giovani nei partitiL’editoriaLe DA PAg 1

Alcuni brillanti polemi-sti di destra hanno pen-sato bene di sbeffeggiare con maggiore o minore eleganza Gianfranco Fini e il progetto di Futuro e Libertà per l’Italia, che sarebbe stato cancella-to dalla pretesa slealtà di Casini e prima anco-ra dal cupio dissolvi del presidente della Camera, che in odio a Berlusconi avrebbe finito per “ucci-dere” lui e se medesimo

come Eteocle e Polinice sotto le mura di Tebe.

Idea suggestiva, senz’altro, e a nostro pa-rere tutt’altro che infon-data. Solo che si fa torto eccessivo a Fini e a coloro che lo hanno seguito in questa avventura se si ri-tiene che essi non lo aves-sero capito. Fini, Bocchi-no, Tatarella, tal quale a Gasparri, La Russa e Mat-teoli, sapevano bene che i loro personali interessi militavano tutti a favore di un quieto riparo sotto

di Enrico Ciccarelli

È sbagliato e presuntuoso tratta-re i voti andati al Movimento Cin-que Stelle come esclusivo frutto di protesta irragionevole.

In questo nuovo fenomeno po-litico confluiscono anche altri aspetti altamente positivi, come una nuova modalità e un nuovo entusiasmo per la partecipazione civica. Grillo, che è –come Umber-to Bossi- un uomo di spettacolo consumato, sa che le sue afferma-zioni intollerabili e lo scandalo che ne deriva sono la migliore benzina per il furore iconoclasta del movi-mento, che lo accredita come uni-co avversario della Casta.

Nella realtà i “grillini” sono per lo più persone ragionevoli, “volontari della democrazia” ai quali va rico-nosciuto un disinteresse personale al momento assoluto. Nessun di-sprezzo, quindi, e nessuna sottova-lutazione: è chiaro che il “program-ma” del Movimento è una confusa

insalata di cose apprezzabili, idee sciagurate e improponibili, esila-ranti sciocchezze; ma è comunque un collettore di umori che nella so-cietà ci sono, e non intercettati da Grillo andrebbero ad alimentare cose molto più tenebrose.

Detto questo, e senza che questo liberi in alcun modo la politica dal suo dovere di radicale autoriforma, il Movimento Cinque Stelle è par-te della malattia, non della cura. Perché alimenta l’insulsaggine di una democrazia senza partiti, di un governo delle società comples-se affidato al velleitarismo e allo spontaneismo, di un qualunqui-smo arcaico camuffato da moder-nità perché si balocca con internet e i social network.

È chiaro che, oltre i cancelli dell’Apocalisse, ciascuno può so-gnare ciò che vuole, compreso il ritorno alla democrazia di villaggio ed all’economia curtense (ed auto-

revoli pensatori lo fanno); ma nel mondo che conosciamo non esiste alternativa alla delega e all’orga-nizzazione della rappresentanza.

La democrazia diretta funziona (male) nelle assemblee di condo-minio e nei piccoli centri: quando si tratta di fare scelte non diciamo epocali (che so, uscire dall’euro) ma anche solo strategiche servono luoghi di riflessione, discussione e ponderazione.

Cioè partiti. Se volete potete chiamarli pin-

chipallini; la sostanza non cambia.Enrico Ciccarelli

Il Movimento 5 Stelle è parte della malattia, non della cura

iL commento

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venerdì 18 maggio 2012 3

L’ufficio di presidenza di Futuro e Libertà, allargato ai coordinatori regionali, si è riunito nella giornata di mercoledì scorso per ana-lizzare il quadro politico all’indomani dei risultati delle recenti elezioni am-ministrative, prendendo atto del risultato ottenuto nei 71 comuni superiori ai 15.000 abitanti dove è sta-to presentato il simbolo del partito raggiungendo il 4,2% dei voti, con pun-te significative in Sicilia, Abruzzo e Puglia ed una oggettiva difficoltà nel Nord.

Tale dato induce co-munque ad investire sulla costruzione della struttura territoriale in maniera più capillare.

Le ragioni che hanno dato vita a Fli sono attuali oggi come ieri; va quindi pensata una ripartenza in

linea con i radicali e repen-tini mutamenti del quadro politico del Paese.

Dall’analisi dei risultati elettorali emerge in ma-niera incontrovertibile che ci troviamo ai titoli di coda della cosiddetta Seconda Repubblica e se questo è accaduto va riconosciuto il merito ed il ruolo a Gian-franco Fini che per primo ha messo in discussione un sistema che non riu-sciva più a rispondere alle istanze degli italiani. Fini e Futuro e Libertà hanno aperto la strada alla Terza Repubblica e adesso che si avvicina il giro di boa han-no il dovere di definire il profilo politico e program-matico con cui presentarsi agli elettori e su cui costru-ire le nuove alleanze.

Le elezioni amministra-tive hanno fatto registrare un evidente e significativo

calo di consensi del Pdl e della Lega, come aveva-mo previsto, ma questo consenso in uscita non ha trovato un’area contigua ed alternativa che avrebbe potuto trovare rappresen-tanza nel Terzo Polo, prefe-rendo invece la protesta o l’astensionismo.

Per questo è un errore archiviare un percorso che ha dimostrato comunque di avere uno spazio poli-tico ed elettorale notevole poiché le liste delle forze che si rifanno al Terzo Polo alle elezioni amministrati-ve hanno raccolto tra il 15 ed il 20% dei voti. L’errore è stato quello di non presen-tare ovunque la coalizione unita, con cui siamo anda-ti al ballottaggio a Genova scalzando il Pdl e sarem-mo andati al ballottaggio a Palermo scalzando sia il Pd sia il Pdl. In tal caso è evidente che a vincere le amministrative sarebbe stato il Terzo Polo e non il risultato numerico del Mo-vimento 5 Stelle.

Serve quindi un rilancio di un progetto patriottico, repubblicano, riformista, aperto a laici e cattolici, liberale, legalitario, plura-le ed aperto al contributo di soggetti esterni alla po-litica e che sia capace di intercettarne il consenso e il profondo desiderio degli elettori di rinnovamento della politica.

Quanto agli assetti con

In primo piano

Il bilancio di Fli dopo il voto,svolta riformista e patriottica

POLITICA - Il documento dell’Ufficio di Presidenza per rilanciare l’azione politica all’indomani del risultato elettorale

Gianfranco Fini

Il Vice Presidente della Commissione Antimafia, l’on. Fabio Granata, uno degli uomini più vicini al Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, giovedì 24 e vener-dì 25 maggio, sarà im-pegnato in un tour in Puglia.

Giovedì 24 maggio :Alle ore 17.00 sarà a

Foggia con Fabrizio Tata-rella, Coordinatore Pro-vinciale di FLI per una conferenza stampa pres-so la sede del Coordina-mento provinciale di FLI in Via Trieste n.11.

Alle 18.00 a Torremag-giore con Lino Monte-leone per festeggiare il grande risultato alle re-centi elezioni ammini-strative.

Alle 19.30 a Cerignola per un sopralluogo all’ex Albergo Moderno, sulla cui vicenda Granata ha presentato un interro-gazione, e una visita alla Caserma dei carabinieri per esprimere vicinanza delle Istituzioni al locale comando e al carabiniere Sabino Natale. Alle 20.00 comizio in Piazza della Repubblica con Salvato-re Tatarella, Presidente dell’Assemblea naziona-le di FLI ed Enzo Pece,

Coordinatore cittadino FLI, sul tema “Più lega-lità, sicurezza e ordine pubblico per Cerignola”

Venerdì 25 maggioGranata sarà nuova-

mente a Foggia per in-contrare, alle ore 9.30 il Procuratore della Re-pubblica Vincenzo Russo e alle 10.00 il Prefetto di Foggia Francesco Mon-teleone.

Nel pomeriggio sarà a Bari, dove con Salvatore Tatarella inaugurerà il circolo Bari Città Metro-politana in via Andrea Da Bari, 157.

In serata, infine, il de-putato di Fli concluderà il suo tour a Sava per fe-steggiare con Dario Iaia il più importante risultato di Fli (10%) in Italia.

Da Torremaggiore a Savagli appuntamenti di Granata

futuro e Libertà - iL vicepresidente deLL’antimafia in pugLia

Altro che antipoliti-ca. Non sarà né Giuliano Amato, né i partiti a salva-re la politica tanto meno il premier Mario Monti, ma niente poco di meno che il comico genovese Beppe Grillo. Sembrerà strano ma la scossa più violenta al sistema politico ita-liano porta la sua firma. Altro che annunci di mo-difiche alla legge elettora-le, altro che promesse di rinnovamento e contratti con gli elettori, il ciclone Grillo ha spiazzato tutti, elettori ed eletti. Se un boom c’è stato agli inizi di maggio, non si è tratta-to solo della performance elettorale dei grillini ma di qualcosa di più: ciò che è esploso è stata la Secon-da Repubblica. Chi ama la buona politica, non dige-risce Grillo. Un militante non sopporta la demago-

gia eccessiva, non accetta il populismo sfrenato e soprattutto non può tolle-rare la messa in accusa di un sistema politico in toto senza distinguere buoni e cattivi, onesti e disonesti. Troppo semplice.

Ma resta un dato in-confutabile: la nascita della Terza Repubblica, se l’effetto Grillo sortirà i suoi effetti, passa anche da lui. Altro che antipoli-tica, i grillini possono di-ventare medici in soccor-so della politica: ora sta al paziente trovare la forza di riprendersi.

Peraltro si conosce già la medicina.Rinnovare la classe dirigente, imma-ginare nuove strutture di partiti meno gerarchiche e più partecipative perché si contino le idee e non le poltrone da spartire sul territorio: altro che asso-

ciazioni non riconosciu-te, i partiti siano comitati spontanei.

Abolire il finanzia-mento pubblico ai parti-ti, perché non è lo Stato a rendere un servizio ai partiti ma esattamente il contrario.

Riformare il sistema elettorale perché ritor-ni ai cittadini il diritto di scegliere chi è in grado di rappresentare il territorio. E allora sarà l’inizio di una nuova stagione politica, sarà Terza Repubblica.

Perché l’avvento di Grillo è il sintomo, non la soluzione della crisi ita-liana.

Che il grillismo sia la molla, che sia lo stimolo affinchè i partiti rinno-vino modi di fare politi-ca, classe dirigente, idee e progetti per l’Italia del 2020.

Se la politica saprà rinnovarsi, Grillo rimarrà solo un fenomeno deter-minante per la nascita della nuova stagione po-litica. Se la politica per-derà, Grillo sarà il prota-gonista dei prossimi anni. E probabilmente, difficile da dirlo, si rimpiangerà Berlusconi. Il migliore tra i peggiori.

Francesco Lasalvia

Altro che antipolitica... orainizia la Terza Repubblica

iL commento

Giuliano Amato

Fabio Granata

cui andare al voto e alle po-tenziali alleanze, serve una riflessione che tenga conto di elementi di cui oggi non siamo in possesso, dalla legge elettorale, alle novi-tà annunciate da più parti, all’eventuale ingresso in politica di autorevoli sog-getti della società civile. Il quadro che emergerà alla luce di queste tre eventuali novità potrebbe portarci o al rilancio dell’azione po-litica per la costruzione di un “Polo Nazionale” alter-nativo al vecchio bipola-rismo o alla creazione di una proposta alternativa alla sinistra nel segno di una discontinuità rispetto al passato. Esiste comun-que un’area maggioritaria nel Paese, che non può che essere antitetica e con-trapposta a culture politi-che archiviate o affogate nell’illegalità, nell’egoismo sociale, nel bipolarismo

muscolare e, ancor di più in improbabili tentazioni bipartitiche. Si deve per-correre la strada di un sano confronto delle idee: Futu-ro e Libertà è stata la forza determinante nel decre-tare la fine della Seconda Repubblica e deve trova-re la capacità di divenire protagonista della Terza,

interpretando un ruolo propulsore nella ricompo-sizione di un’area che ela-bori una proposta politica di stampo autenticamente riformista e patriottico, un contenitore ampio ed aperto, accogliente ed in-clusivo capace di favorire il rinnovamento e il ricam-bio generazionale.

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4 venerdì 18 maggio 2012Regione PugliaLA RIFORMA - Se si andasse al voto subito, avremmo una inaccettabile difformità tra Statuto e legge elettorale

Ridurre, ma con calmaSul numero dei Consiglieri regionali si sta perdendo l’ennesima occasioneper fare dei passi verso la riduzione dei costi e il miglioramento dell’efficienza

Due i motivi princi-pali che hanno indotto il Consigliere Davide Bel-lomo (i Pugliesi- Schit-tulli) ad astenersi al mo-mento in cui l’assemblea regionale votava per la riduzione a 60 dei Con-siglieri.

Il primo, ci dice du-rante un’intervista tele-fonica è che non ha rav-visato alcun criterio per ridurre il numero da 70 a 60 “per il quale sarei an-

che favorevole”. Su cosa ci si è basati per stabilire il numero 60, si chiede Bellomo. Sulla popola-zione, sul numero delle province o su cosa altro? “Manca un criterio” ci dice “ e invece un crite-rio è necessario perché domani, cambiando le condizioni demografi-che della nostra regione, dobbiamo anche poter cambiare il numero dei consiglieri”.

Il secondo motivo è che attualmente lo sta-tuto della Regione e la legge elettorale non sono armonizzati e dunque “L’Istituzione non si reg-ge da sola”.

In effetti lo statuto prevede ancora settanta consiglieri mentre ora la legge elettorale ne conta 60.

“Si tratta di coordi-nare i lavori in modo da arrivare, in seconda let-

Un momento di riflessioneo un’altra occasione persa?

i perchè deLL’astensione di davide beLLomo

Due facce della stessa medaglia, ed un cambia-mento che se nelle parole di tutti è fondamentale ed irrinunciabile, nella realtà dei fatti diventa un peso rinviabile.

Intanto una cosa è certa. Fino al 2015 il numero dei Consiglieri regionali rimar-rà di 70. Con buona pace di tutti quelli che, nei gior-ni scorsi, si sono fatti belli nello sbandierare il taglio dei costi della politica pu-gliese.

Perchè non farla fin da subito?

Perchè non modificare sia lo statuto che la legge elettorale con una proce-dura irrituale ma evidente-mente necessaria?

I numeri in Consiglio Regionale, dati alla mano, ci sono tutti. C’è quasi l’unanimità. Un solo aste-nuto, Davide Bellomo (che

ci spiega in una intervista a parte i motivi della sua astensione), e tutta una platea di voti favorevoli.

Con una maggioranza del genere si possono cam-biare leggi, statuti, regola-menti e perfino mentalità in un colpo solo.

Oppure, in perfetto stile politico-pugliese, si pos-sono fare le cose a metà,

si può rinviare la riforma complessiva in un secondo momento.

Come se statuto e legge elettorale non debbano an-dare a braccetto nel regola-mentare questa materia.

Quasi come a volersi garantire una possibile via d’uscita, o una scappatoia burocratica nel caso in cui qualcosa andasse storto

e non si mantenessero gli impegni presi.

O magari se qualcosa dovesse portare ad elezioni anticipate (leggasi l’even-tuale candidatura di Nichi Vendola a Premier l’anno prossimo, cosa che por-terebbe allo scioglimento del Consiglio regionale ed a nuove elezioni che con ogni probabilità si terreb-bero con l’attuale legge elettorale, e quindi con l’at-tuale numero di Consiglieri regionali eletti).

Un papocchio, insom-ma, che rischia di trovare di riffa o di raffa la scure della Corte Costituzionale.

Non sono bastati i ricor-si e i tagli della Consulta sui consiglieri-bonus della maggioranza, non è basta-ta una chiarissima indi-cazione della necessità di cambiare la legge elettorale pugliese.

Anche questa riforma rischia di nascere zoppa. E

di andare incontro alla boc-ciatura della Corte.

La legge nazionale, in-fatti, assegna alla Puglia per numero di abitanti 50 Con-siglieri, e non 60.

Uno sforzo della politica regionale avrebbe potuto non soltanto armonizzare con le indicazioni di au-sterità chieste dal Governo centrale, ma avrebbe po-tuto anche fare qualcosa in più, sia in termini di ri-sparmio che di capacità di gestione della macchina politica.

E’ stato partorito (sareb-be meglio dire che c’è la ge-stazione ma non ancora il parto) un topolino rispetto alle necessità elefanteste che ci sono.

“Il Consiglio regiona-le della Puglia ha offerto una prova di autorevolez-za istituzionale: il cantiere dell’autoriforma è aper-to”.

Il presidente Onofrio

Introna sottolinea il si-gnificato della modifica dello Statuto approvata in Aula in seconda lettura, a grande maggioranza, con la riduzione del numero dei consiglieri a 60 e de-gli assessori a 12, solo un quarto dei quali esterni all’Assemblea.

“Si tratta – ricorda – della prima importante tappa di un percorso vir-tuoso che il Consiglio re-gionale è determinato a portare avanti, per dare una risposta importante sul versante del conte-nimento dei costi della politica, senza perdere di vista la funzionalità dell’Istituzione regionale, che deve snellire la pro-pria azione legislativa e amministrativa ed esal-tare il ruolo della Regione nella società moderna”.

“La ‘casta’ si avvicina così ai cittadini e porta avanti un rinnovamento destinato a rilanciare la funzionalità, l’efficienza e soprattutto la prossimità dell’Istituzione alle attese reali della società civile. Ringrazio tutti i colleghi per questa bella pagina scritta insieme”.

Siamo daccordo con il Presidente Introna.

Ma ci chiediamo per-chè fare un passo alla vol-ta, con calma e per piace-re?

Qui, oggi ed ora, il Con-siglio regionale ha davve-ro la possibilità di fare un grande passo. Anzi, una serie di passi virtuosi ver-so gli obiettivi che tutti vediamo come comuni.

Un passo alla volta ci sembra troppo poco, quando c’è la necessità di spingere sull’accelera-tore.

di Roberto Mastrangelo

tura della riforma dello Statuto, a ridurre anche il numero dei consiglie-ri”. Ma a via Capruzzi ci nono pochissimi che si stanno adoperando al di là della voglia di compia-cere l’opinione pubblica

sui famigerati costi della politica.

“In realtà c’è poca vo-lontà di vere riforme” ha aggiunto “in quanto chi ha il potere tende a pre-servarlo per sé. Il perico-lo vero è che non si abbia un ricambio nella classe dirigente e che è stato eletto una volta tenda a farsi rieleggere.

“Con buona pace di chi si sta battendo, per esempio, per la parità di genere. Non sarà suffi-ciente una legge per in-durre più donne a fare politica”. E questo pur-troppo lo sappiamo.

Fortunata Dell’Orzo

Il Consiglio Regionale della Puglia

Page 5: Puglia d'oggi n. 18

venerdì 18 maggio 2012 5Regione Puglia

numero complessivo dei dipendenti è lievitato così nell’arco di pochi mesi a 1300 unità ed è contraddi-stinto da un contenzioso piuttosto alto.

“Una piccola Regione” ha commentato il capo-gruppo PdL, che ha sot-tolineato la situazione di grande confusione e pre-occupazione venutasi a creare, alimentata dalla mancanza di direttive da parte della Giunta regio-nale, da un bilancio ap-provato “con riserva” dalla Giunta regionale dopo un esercizio provvisorio di 4 mesi, da un collegio dei revisori che si è insediato solo il 29 marzo scorso, da mansioni che vanno a sovrapporsi a quelle del-la protezione civile e dei consorzi di bonifica. A questo si aggiunge l’in-carico attribuito recente-mente dall’Arif a un’agen-zia per l’assunzione, per le esigenze del periodo esti-vo, di ulteriore personale (operati, impiegati, periti, etc).

Rispetto al personale ex SMA Palese ha evidenziato l’esigenza di capire se c’è l’obbligo o meno da par-te dell’Arif di procedere al percorso di stabilizzazione e come sia possibile con-seguire risparmi di spesa (discorso che vale, peral-tro, per tutte le agenzie re-

gionali), affidando servizi comuni laddove possibi-le a società regionali (ad esempio, la gestione delle buste paga a InnovaPuglia anziché ad aziende priva-te).

La gestione del per-sonale delle Agenzie re-gionali va posta sotto controllo – ha aggiunto il capogruppo PdL - , che ha citato l’esempio di Puglia Promozione che si trova a dover gestire progetti Ue per circa 30 milioni di euro e che necessita di perso-nale. Cosa succede una volta che sono esaurite le risorse finanziarie garan-tite dall’assistenza tecnica comunitaria? Di qui la pdl presentata che punta a porre sotto controllo l’atti-vità delle agenzie regiona-li in un’ottica di gestione equilibrata delle risorse.

Il capogruppo della Ppdt Damone ha denun-ciato, infine, la mancanza delle piccole attrezzature agli operai, degli indu-menti, della definizione di compiti e mansioni dei di-pendenti che operano nei cantieri di lavoro e una ge-stione del personale in ge-nerale che sta portando a un contenzioso massiccio.

Dalla maggioranza a rispondere a Palese, Da-mone e Bellomo è il Ca-pogruppo del Pd Antonio Decaro, che insieme al

di Roberto Mastrangelo

Arif, polemiche sul personaleAGENZIE REGIONALI - gestione delle assunzioni e bilanci devono essere autorizzati. La proposta di legge dell’opposizione

“Più aumentano le Bandiere Blu, più fame-liche diventano le socie-tà petrolifere”. Mentre si rinnovano quasi ogni giorno nuove richieste di VIA per ricerche petroli-fere nel Basso Adriatico, il presidente del Consi-glio regionale Introna chiede un incontro al ministro dell’Ambiente Corrado Clini, per “ac-quisire dettagli ufficiali sul numero e sul con-tenuto delle autorizza-

zioni che interessano le nostre acque”.

Il presidente dell’As-semblea pugliese si fa portavoce dell’allar-me suscitato da recenti notizie e chiede se ri-spondano al vero. Sono quelle relative al nuovo nulla osta all’amplia-mento delle prospezioni geofisiche 3D lungo le coste pugliesi dell’Adria-tico, che sarebbe stato chiesto e ottenuto dalla Northern Petroleum al

Ministero dello Svilup-po Economico. Interes-serebbe altri 600 kmq., portando l’area maritti-ma interessata a un tota-le di 1.200 km quadrati.

Ritenendo “che anche i Ministri tecnici deb-bano tenere conto delle posizioni delle Regioni e degli enti locali”, Introna fa appello alla “sensi-bilità istituzionale” del responsabile del Dica-stero dell’Ambiente per ottenere un “momento di confronto”, dopo le reiterate richieste di fis-sare una data utile per il convegno internazio-nale e interregionale sull’Adriatico europeo.

Le società petroliferenon mollano la presa

prospettazioni petroLifere - chiesto un incontro aL ministro

Agenzie regionali, pole-mica su “nuove” assunzio-ni. Intanto l’Arif respinge seccamente le accuse per bocca del suo Presidente Giuseppe Maria Taurino, che parla di “attacchi as-solutamente privi di fon-damento”.

Eppure dall’Assessore Stefàno è arrivato, a segui-to dell’attacco delle oppo-sizioni negli scorsi giorni, l’invito al Direttore Gene-rale dell’Arif, per mezzo del Collegio Sindacale, a sospendere gli effetti della Delibera 80 del 2 maggio 2012 con cui l’Agenzia in-tendeva reclutare nuovo ed ulteriore personale.

Intanto ecco l’affondo del centrodestra pugliese contro le agenzie regio-nali, in particolare contro l’Arif, per il controllo bal-lerino del personale e per una delibera con cui si intenderebbero assumere nuovi dipendenti.

“E’ fatto divieto alla agenzie regionali e agli IACP di procedere a nuove assunzioni, alla stipula di convenzioni e consulen-ze, senza aver acquisito preventivamente l’auto-rizzazione da parte della Giunta regionale”.

Questo è quanto pre-vede la proposta di legge, a firma dei capigruppo del PdL Rocco Palese, del-la Puglia prima di tutto Francesco Damone e dei Pugliesi Davide Bellomo, che è stata presentata in una conferenza stampa nel corso della quale i pri-mi due si sono soffermati in particolare sulla situa-zione in cui versa l’ARIF (Agenzia regionale attività irrigue e forestali).

Palese ha evidenzia-to che la situazione della stessa è fuori controllo, nonostante il taglio del 3% disposto per tutte le agen-zie regionali con la legge di bilancio 2012 della Re-gione.

L’Arif ha assorbito circa 700 dipendenti regionali proveniente dalle attività irrigue e forestali. Suc-cessivamente, a seguito di un provvedimento del-la Giunta regionale – ha aggiunto – (che non è passato nel competente commissione consiliare né dal Consiglio regiona-le) si è deciso di proce-dere all’internalizzazione di altro personale facen-te capo alla società SMA (del gruppo Intini), che in precedenza ha provve-duto a garantire il servizio prevenzione incendi, cui si sono aggiunti contrat-ti di somministrazione, prestazioni libero profes-sionali e di consulenza. Il

consigliere Antonio Mani-glio ha parlato di “polve-roni inutili e strumentali sulle agenzie regionali e, in particolare, sull’Arif”.

“I capigruppo Palese, Damone e Bellomo – si legge nella nota - non ri-cordano, evidentemente, la discussione e le deci-sioni assunte in prima commissione dal direttore generale dell’Agenzia. In quella sede fu presenta-to un bilancio vero delle attività svolte, sia nelle attività di emergenza che in quelle di prevenzione. E tutti convenimmo che una struttura così impor-tante deve essere meglio utilizzata dalla Regione anche per contenere le spese di appalti esterni.

Vogliamo rassicurare l’opposizione: siamo con-vinti della necessità che ogni atto del governo re-gionale e delle aziende ad esso collegato corrispon-da ai criteri di trasparen-za; e anche il gruppo del PD eserciterà le sue pre-rogative di indirizzo e di controllo della gestione. Ma è altrettanto evidente che sino ad oggi ogni de-cisione del governo si è at-tenuta scrupolosamente a tale esigenza.

E ciò vale anche per l’Arif.

Ecco perché sorpren-dono i toni inutilmente accesi dell’opposizione, ci auguriamo quindi che, come si è fatto per l’Arif, si torni nelle commissioni consiliari per affrontare tutti i nodi delle agenzie regionali, con la massima chiarezza e la massima disponibilità da parte del PD. E per questo auspi-chiamo che non si sollevi-no polveroni che servono solo a gettare discredito sulle istituzioni. Forse non è proprio il momento op-portuno”.

regione pugLia

“E’ vero che il Ser-vizio Farmaceutico re-gionale intenda bandire un nuovo concorso per l’assegnazione delle nuove sedi farmaceu-tiche in Puglia, esau-torando di fatto i 572 vincitori (su 4000 con-correnti) del concorso bandito dalla Regione nel 2009 (tenuto nel 2010) e che sono quin-di entrati di diritto nella graduatoria unica re-gionale (pubblicata sul Burp nel 2011 e valida fino al 2015) per l’asse-gnazione di tutte le sedi farmaceutiche vacanti e di nuova istituzione, il cui numero in Puglia è aumentato di 200 uni-tà in seguito agli effetti della legge con cui il go-verno Monti ha rivisto il rapporto farmacie-abitanti?”.

E’ quanto riporta l’interrogazione del capogruppo Antonio Decaro e del consiglie-re regionale responsa-bile Sanità del Partito democratico, Giuseppe Romano all’assessore alla Sanità della Regio-ne Puglia, Ettore Atto-lini.

La distribuzione delle farmacie sul ter-ritorio è regolata dalla “pianta organica” .

Un sistema che, in linea di massima, tie-ne conto del numero di abitanti. Una farma-cia ogni 5000. Questo è valso fino a marzo 2012, che data la legge n.27 con cui all’ articolo 11 il quorum è ridetermi-nato a 3300 abitanti. La titolarità dell’ esercizio può essere acquisita per compravendita o eredità, o qualora sia necessaria una rilettura della pianta organica, in linea con l’aumen-to della popolazione e l’eventualità di sedi vacanti, attraverso con-corsi banditi sul terri-torio. In Puglia l’ultimo concorso per la forma-zione di una graduato-ria -unica- regionale- per l’assegnazione di sedi farmaceutiche, per titoli ed esami, risale al 2009 ed è stato espleta-to nel 2010, secondo le necessità della regione previste dalla legge na-zionale 326/2003 .

Il concorso del 2009,

specificava che la gra-duatoria sarebbe stata valida al fine di consen-tire l’assegnazione di tutte le sedi farmaceu-tiche vacanti e di nuo-va istituzione derivanti anche dalla revisione della pianta organica nell’ arco non inferio-re ai 4 anni a far data dalla pubblicazione sul BURP della graduatoria definitiva.

Nel bando non è mai stata specificata alcu-na sede farmaceutica (essendo appunto una graduatoria unica re-gionale di farmacisti idonei dalla quale at-tingere dopo i vari atti di ricognizione di tutte le sedi farmaceutiche disponibili e/o vacanti).

Su 4000 concorren-ti, sono risultati idonei 572.

Il Governo Mon-ti con legge 27/2012 oltre ad abbassare il rapporto farmacie/abi-tanti a 3300 e quindi incrementare in Puglia il numero delle sedi farmaceutiche di circa 200 unità (così come si evince dagli atti di ri-cognizione tra Comuni e Regione) ha determi-nato che l’attribuzione avvenga con concorso “straordinario” per soli titoli destinato ai farma-cisti non titolari. Una modalità di espleta-mento totalmente nuo-va che fa del maxicon-corso una calamita di speranze e malcontenti. In particolare concen-tra l’ira degli idonei all’ ultimo concorso, che minacciano ricorsi al TAR insieme ai colleghi di Piemonte e Toscana, con cui condividono la rivendicazione dello scorrimento della gra-duatoria preesistente, che di fatto è composta da soggetti esclusi dal concorso straordinario (come i farmacisti già titolari di farmacia)

Un miscela di inte-ressi di categoria e no-vità legislative che alla fine della fiera, qui a Le-vante, abbia come sco-po finale la garanzia di un sistema che assicuri l’assistenza farmaceuti-ca e sicura e capillare su tutto il territorio. Non si para sulla croce verde. Si spera.

Le nuove farmaciee le loro tante croci

di Maria Pia Ferrante

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6 venerdì 18 maggio 2012Bari

Decentramento: a Bari non riesce davve-ro a partire. Tutti scon-tenti, tranne l’Ammi-nistrazione Comunale che pure ha avuto anni a disposizione per rea-lizzarla. Tutti delusi, so-prattutto i presidenti di Circoscrizione che però non si dimettono dalle loro poltrone, oggetti-vamente inutili e co-stose, come quelle dei rispettivi consiglieri. Il 10 maggio 2012 è sta-ta votata in Consiglio la cosiddetta “Delibera della vergogna”, così come l’ha definita An-tonio Gadaleta, storico animatore dei Comitati per il Decentramento, convinto che si conti-nui a sperperare il pub-blico denaro.

“E’ stato il giorno della vergogna per la maggioranza consilia-re di centrosinistra del comune di Bari, pur con le dovute eccezio-ni di chi mostrando sensibilità politica ha chiesto il rinvio di una delibera ‘porcata’ zep-pa di contraddizioni, di negazione continua della partecipazione sostanziale e non effi-mera dei Cittadini alla vita amministrativa del comune” scrive su un comunicato.

Gadaleta ricostrui-sce così le vicende: “Si dice che con la delibera approvata il 10 mag-gio 2012 dal consiglio comunale siano sta-te definite le funzioni proprie da attribuire ai futuri Municipi una volta stabiliti i rispet-tivi confini territoriali, cosa che avverrà con un prossimo provvedi-mento amministrativo. Bugiardi, inadempien-ti: le funzioni proprie erano già presenti nel Regolamento in ma-

teria sin dal maggio 2006, esattamente 6 anni fa, e in tutto que-sto tempo il comune centrale ha rinviato la loro operatività per far prevalere la logica verticistica dell’azione Amministrativa, dove hanno avuto buon gio-co le politiche distrutti-ve della cementificazio-ne del territorio legate agli interessi dei Palaz-zinari di turno! Giove-dì 10 maggio 2012, si è materializzato il bandi-tismo tecnico-politico, infatti artatamente si sono ‘ritoccate’ le fun-zioni proprie già previ-ste nel Regolamento e attraverso l’inserimen-to di un nuovo articolo, il famigerato art. 10bis, le stesse sono state rin-viate di altri 18 mesi, un giochetto che dura dal 2006 e per di più la deli-bera è servita a colmare l’inadempienza am-ministrativa in quan-to il Regolamento sin dal 2006 aveva fissato i termini di definizione delle funzioni proprie attraverso la normaliz-zazione di Statuto co-munali e Regolamenti e dell’attivazione del relativo bilancio parte-cipato art. 15 Reg.”

Ma non basta. “Al-tra boiata è l’ulteriore emendamento di at-tuare i Municipi con organi e funzioni dei comuni di pari popola-zione una volta definita la Città metropolitana, che è già previsto nel Regolamento.“ Insom-ma, un bel pasticcio che scontenta tutti: forse le dimissioni dei presidenti di Circoscri-zione potrebbe dare il segnale giusto, ma for-se da Ferorelli a Scorza, il tengo famiglia preva-le su tutto.

Fortunata Dell’Orzo

Il decentramentonon riesce a partire

parLa antonio gadaLeta

Cercasi urgentemente una casa per la Procura di Bari

UFFICI GIUDIZIARI - Una urgente ricerca di mercato del Comune. Qualcosa scricchiola negli uffici di via Nazariantz

Ci risiamo. Però questa volta la situazione è ur-gente. Non siamo ancora autorizzati a dire grave, ma abbiamo colto mol-ta preoccupazione nella voce di chi ci ha aiutato a capire il perché. Ricapito-lando: il Comune di Bari ha avviato una “ricerca di mercato per acquisire proposte di locazione per l’uso temporaneo di im-mobili da adibire ad uffici e aule giudiziarie. Attra-verso la ricerca, di carat-tere esplorativo e non vincolante, l’Amministra-zione comunale è alla ri-cerca di immobili con su-perficie netta superiore a 3.000 metri quadrati con annesse aree parcheggio, ubicati in zone facilmente raggiungibili anche attra-

verso mezzi pubblici.”Di nuovo una ricerca di

mercato, e di nuovo per gli uffici giudiziari. Ma questa volta non si tratta di nuove costruzioni, ma di immobili da affittare, per una superficie molto piccola, e comunque ri-dotta (3000 mq) rispetto a quelle che sono le me-trature effettivamente ne-cessarie.

Un procedimento ab-bastanza rapido (scade il 31 maggio) perché le cose potrebbero aggravarsi da un momento all’altro: a via Nazariantz, l’infelicis-simo palazzo della pro-cura, la situazione non è buona, anzi, peggiora di giorno in giorno. Po-trebbe essere necessario procedere rapidamente a uno sgombero di uo-mini, donne e cose. E at-

di Fortunata Dell’Orzo tualmente non ci sarebbe nulla di pronto e dispo-nibile, in attesa di capire che fine farà il megapro-getto Pizzarotti e nel to-tale silenzio del Ministero della Difesa per la dispo-nibilità dell’ex Ospedale Militare (che però neces-sita di almeno due anni di lavori).

Gli immobili oggetto delle offerte dovranno preferibilmente essere conformi alla specifica destinazione urbanistica richiesta, dotati del certi-ficato di agibilità per de-stinazione ad uffici e del certificato di prevenzio-ne incendi. La ricerca di mercato si dividerà in due fasi operative. La prima consiste nella ricezione delle proposte di locazio-ne, corredate dall’impor-to del canone richiesto e

da un’apposita relazione illustrativa sullo stato at-tuale dell’immobile.

La seconda fase pre-vede invece, sulla base delle esigenze degli uffici giudiziari che di volta in volta si verificheranno, la richiesta dell’Ammini-strazione comunale di un apposito studio di fattibi-lità a coloro che avranno avanzato proposte ritenu-te tecnicamente ed eco-nomicamente plausibili, nel caso in cui l’immobile non soddisfi pienamente i requisiti richiesti e deb-ba essere soggetto a lavori di adeguamento.

Insomma, qualcosa sta scricchiolando più del dovuto in via Nazariantz, il famoso palazzaccio og-getto e soggetto di una formidabile speculazione edilizia.

Gli uffici giudiziari di Bari di via Nazariantz

www.ilvelino.it

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venerdì 18 maggio 2012 7Bari

E’ lo Stato italiano che oradovrà risarcire i costruttori

PUNTA PEROTTI - La confisca dei suoli è stata condannata dall’Europa, la demolizione fatta in virtù delle sentenze del magistrato

49 milioni di euro: tan-to lo Stato Italiano dovrà risarcire Matarrese, An-didero e Quistelli per la confisca delle costruzioni di Punta Perotti, demolite nel 2006. L’Europa ha ri-conosciuto, dunque, cir-ca di dieci per cento della richiesta delle tre aziende che ammontava, in origi-ne, a oltre 540 milioni di euro.

La corte europea ha ri-conosciuto “eccessiva” la decisione di un Tribunale dello Stato di confiscare le

aree in attesa che si pro-cedesse alla demolizione. Demolizione che comun-que sarebbe stata esegui-ta in ogni caso, visto che le costruzioni erano com-pletamente abusive e non condonabili.

Sarà dunque lo stato italiano e non il comune di Bari a risarcire, even-tualmente, le aziende. Anche se Giuseppe Car-rieri, del Partito Liberale, sembra d’essere di avviso diverso:

“I Liberali Pugliesi –

scrive Carrieri in un co-municato - intendono ricordare che nel 2006 (praticamente soli) mani-festarono, pubblicamen-te, le ragioni dell’enorme errore che si stava com-piendo nel demolire il complesso denominato “Punta Perotti”. Ed infat-ti nel mese di Marzo 2006 presso l’albergo Palace di Bari furono gli unici a organizzare un dibattito pubblico dal titolo “Pun-ta Perotti, perché demo-lire invece di…”. Sempre

nel mese di Marzo, furo-no gli unici a inoltrare al Sindaco di Bari apposita raccomandata per diffi-dare l’Amministrazione Comunale dal demolire “Punta Perotti”. Ancora nel Marzo 2006 furono gli unici a chiedere con for-za agli organi di stampa di dar voce al dissenso di tanti baresi contrari alla demolizione”. E ancora. “Oggi quindi I Liberali Pugliesi ritengono d’es-ser più che legittimati a chiedere al Sindaco del

Comune di Bari (che del-la demolizione di Punta Perotti fece il suo trofeo politico/elettorale) di rappresentare, pubbli-camente, il clamoroso errore commesso; in par-ticolare nell’aver reitera-tamente rifiutato ogni e qualsiasi accordo bonario con i proprietari/costrut-tori per la soluzione del-la vicenda. E a chiedere al Sindaco di Bari –dopo l’ennesima eclatante dimostrazione di mala amministrazione- di ras-segnare le proprie dimis-sioni, liberando cosi’ la Città da un peso ormai insopportabile”.

Ma, ripetiamo, confi-sca dei suoli (condannata dall’Europa) e demolizio-ne delle costruzioni (im-posta dalle sentenze) non hanno alcuna relazione fra loro. Un equivoco in cui non è caduto solo l’Avvocato Carrieri e che in più casi ha prodotto una serie di dichiarazioni contro il sindaco Emilia-no (che con la confisca non c’entra nulla). Oggi i costruttori sono rientra-ti anche in possesso dei suoli. E il Parco creato sei anni fa dal Comune sta degradando ogni giorno di più.

Fortunata Dell’Orzo

A Febbraio Adriano Celenta-no si era prodotto in una delle ormai stucchevoli (e stancanti) performance “rarissime” che gli avevano fruttato un cachet stra-tosferico a Sanremo (700 mila euro, per due serate): cachet poi devoluto interamente in bene-ficenza. Con un maxi regalo a emergency (250 mila euro), il restante mezzo milione di euro doveva essere diviso fra 25 fa-miglie, da scegliere (a cura dei Comuni) in sette città: Roma, Milano, Napoli, Firenze, Verona, Bari, Cagliari. Per quanto i me-dia avessero diffuso la notizia di un contatto diretto fra Celenta-no e i Comuni, la realtà è stata leggermente diversa.

Circa un mese fa (e dunque a distanza sessanta giorni dal festival) Claudia Mori ha infor-mato il Comune di Bari che il cachet era disponibile e che vi sarebbe stato un contatto per fornire istruzioni all’Ammini-strazione su come procedere. A Bari i destinatari dovevano esse-

re quattro nuclei familiari.Adriano Celentano e Claudia

Mori hanno incaricato un nota-io di San Remo, il dottor Marco Aveta, di stabilire contatti diret-ti con le varie amministrazioni perché la procedura andasse a buon fine. Intanto arrivava il mese di maggio e Celentano pensava bene di sfogarsi sul suo blog: “E’ curioso come la buro-crazia, in questo caso dei Co-muni, riesca a soffocare persino gli aiuti alle famiglie bisognose. Parlando col notaio Marco Ave-ta, da noi incaricato per gestire (attraverso i sindaci da me scelti come ‘i magnifici 7’), la conse-gna delle somme da devolvere alle famiglie in stato di estrema difficoltà, ho appreso con un certo disgusto che, per motivi burocratici comunali, i ‘magni-fici 7’ non hanno ancora indi-cato i nominativi delle famiglie beneficiarie”.

In un periodo di anti casta e anti politica, è fin troppo faci-le dare la croce addosso anche

ai sindaci, colpevoli, in questo caso, di restare indifferenti agli slanci di generosità del divo Adriano. Ma ad un’attenta veri-fica per quanto riguarda Bari, è bastato al cronista fare due tele-fonate per capire due cose fon-damentali:

1. Marco Aveta ha inviato a Bari la raccomandata con le istruzioni esattamente il due maggio scorso. Raccomandata ricevuta dal comune di Bari il sette maggio.

2. La procedura indicata da Aveta per l’elargizione delle do-nazioni è estremamente com-plicata, in quanto esige da un lato che quei soldi siano com-pletamente esentasse e che i be-neficiari e i beneficanti restino completamente anonimi gli uni agli altri.

Nel frattempo, comunque, il Comune di Bari aveva già in-dividuato i possibili beneficiari fra i quali una commissione del Comune, composta dai dirigen-ti dei settori welfare e servizi sociali dovrà scegliere i quattro “finalisti”. Per ottemperare alle complicatissime richieste di Ce-lentano, in ogni caso, bisognerà procedere per atti (delibera), vi-sto che a erogare materialmente il denaro sarà un ente pubblico e non un privato.

Dal Comune sono pronti, in-somma, e in questo senso han-no già risposto al notaio Marco Aveta di San Remo. Che ci ha sottolineato come lui, in questa faccenda, non ci guadagna nul-la “se non un gran casino” (ipse dixit).

F.D.O.

Celentano accusa i Comuni, ma a complicare le cose è stato lui

La quereLLe per gLi aiuti aLLe famigLie bisognose

L’ELZEVIRO

Fiori,fiorieree Ferorelli

di Fortunata Dell’Orzo

Via Argiro: da Natale è zona pedonale. Mi-racolo: tutti d’accordo. Emiliano e Ferorelli uniti nella lotta. Si sa che il pdl a Bari si deve accontentare di queste quisquilie per far poli-tica. Su temi più gran-di e complessivi non è stata ancora resa nota la versione di Finoc-chio, il guru del vero pdl-pensiero. Per cui, zitti tutti. Nessuno può esprimere un parere discordante, altrimenti “diamo del partito una visione sbagliata”. Che poi, quale sarà quella giusta. Una volta Fe-rorelli si è preso uno schiaffone da Finoc-chio “perché voleva mettersi in mostra”: ma siccome Finocchio non ha ancora deciso su chi deve fare il prossimo candidato sindaco di Bari, nessuno deve fare il galletto e strillare più degli altri.

Ma torniamo a via Argiro: adesso nel pdl non sono più d’accor-do. Bisogna riaprirla al traffico perché in sei mesi “non è stato fat-to niente” e “le fioriere si stanno ossidando” (sempre Ferorelli di-xit): e sì, perché una strada si apre o si chiu-de al traffico guardan-do le fioriere. Visione urbanistica? Progetti di sviluppo? Riconsi-derazione del ruolo del commercio? Ma no, è roba troppo complica-ta, roba che nemmeno Finocchio, al momen-to, ha ancora elabora-to. Come volete che ci arrivi il povero Ferorel-li?

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8 venerdì 18 maggio 2012Speciale Grecia

La Grecia è sempre più vici-na al default e, di conseguenza all’uscita dall’Euro. La Grecia ha un debito di oltre 320 mi-liardi di Euro ed interessi che si mangiano intorno ai 30 mi-liardi l’anno, vale a dire circa il 10% del Pil, in termini di debito pro capite significa circa 3.000 euro per ciascun cittadino, compresi bambini, carcerati e moribondi. Questo in un pae-se in cui il reddito pro capite è di 23.000 Euro all’anno. Dun-que, gli interessi si mangiano circa 1/7 del reddito pro capi-te, andandosi ad aggiungere al prelievo fiscale ordinario. In queste condizioni, la Grecia potrà mai restituire il debito o, quantomeno, sopportare a lungo anche solo il paga-mento dei relativi interessi? Considerando che la politica di rigore ha stremato il paese facendo calare il Pil di quasi il 15%, qualunque persona sana

di mente risponderebbe con un no secco. Le misure di au-sterity proposte al parlamento greco da parte di Papandreou hanno lasciato i greci più po-veri e disperati di prima, così l’unica soluzione restante alla Grecia per riuscire a pagare le spese statali è quella di uscire dall’Euro e tornare alla Drac-

iL punto suLL’economia greca

Terremoto politico per la Grecia, panico finanzia-rio in Europa. La Grecia fa paura! Le elezioni del 6 maggio destarono preoc-cupazione per il loro esi-to, un boom della sinistra radicale profondamente contraria alle misure di austerità del partito Syri-za. Gli elettori oscillavano tra fatalismo e la preoccu-pazione per il lavoro. I due partiti pro euro e storica-mente alla guida del Pa-ese subirono un durissi-mo colpo. Si pensava che Alexis Tsipras, leader della sinistra radicale, avrebbe rinunciato formalmente al mandato esplorativo per formare un Governo dei partiti anti-austerity anche se anti Europa sa-rebbe stato comunque un governo col quale interloquire.

Invece Tsipras poche ore dopo dichiarava di non riuscire a realizzare il sogno di formare un go-verno di sinistra e rimet-teva il mandato al presi-dente della Repubblica. I giorni sono passati e Ber-lino non si e’ risparmia-ta ribadendo, quasi ogni giorno, la linea di rigore e rispetto dei patti sotto-scritti pochi mesi fa! “Se la Grecia decide di uscire dall’euro, non possiamo costringerla” ha ribadito il ministro delle Finanze te-desco Wolfgang Schäuble. “Saranno loro - ha detto Schäuble - a decidere se restare o no”. Parole dure, a cui seguono quelle di Guido Westerwelle, mini-stro degli Esteri te-desco, che af-

fermava che “se la Grecia non continua con le rifor-me gli aiuti non saranno versati.

E’ la Grecia - ha conclu-so - che ora deve decidere quale percorso seguire” Dal canto suo la Commis-sione europea si è detta “pronta a lavorare con Atene”, ma sul rispetto de-gli impegni “non ci posso-no essere passi indietro” ha ribadito il presidente dell’esecutivo Ue Barroso in una conferenza stampa a Bruxelles.

Lo stesso messaggio an-che dal diret-tore generale d e l

Fmi, Christine Lagarde: “Sarebbe estremamente difficile e costoso, e non solo per la Grecia, se Atene

u s c i s s e

dall’Eurozona”. Ma è la Banca Centra-

le europa a destare più preoccupazione, l’agen-zia Reuters pochi giorni fa pubblicava che la Bce aveva bloccato la liquidità

ad alcune banche el-leniche che non

sono state ri-capitalizzate con successo.

Una fonte anonima ave-va spiegato che questi isti-tuti di credito “ora si trovano sotto conces-sione di liquidi-

tà di ulti-

ma istanza da parte della Banca centrale greca”. La notizia poi smentita non ha fatto altro che gettare nel panico la borsa che oggi ha chiuso in negati-vo e con uno spread che ha raggiunto una quota di 500 punti.

In queste ore ad Atene sono state indette nuo-ve elezioni previste per il 17 giugno. Il leader del partito conservatore Gre-ci Indipendenti, Panos Kammenos, ha dichiarato che è stato raggiunto un accordo per la nomina di Panagiotis Pikrammenos, come primo ministro ad interim, fino al prossimo voto. Il paese è “a un pun-to critico. Spero di essere in grado di svolgere il mio compito, il mio sarà pura-mente un governo di tran-sizione” ha commnetato il nuovo leader.

Nel frattempo i gre-ci non credono piu’ alle parole dei politici infatti in queste ore stanno cor-rendo agli sportelli delle banche per ritirare i loro depositi in vista di una possibile svalutazione della moneta. Il governa-tore della Banca centrale greca ha comunicato che solo lo scorso lunedi sono stati ritirati 700 milioni di euro e, secondo fonti bancarie, martedì si sa-rebbe raggiunta una som-ma analoga.

LA SITUAZIONE - Le elezioni del 6 maggio scorso non hanno prodotto un governo. I cittadini greci chiamati nuovamente alle urne

Terremoto politico greco,panico finanziario europeo

di Eliona Cela

Grecia, gente in coda ai bancomat per prelevare i propri soldi

ma che, in quanto moneta nazionale, è manovrabile. Ov-viamente questo significa una moneta svalutata con i conse-guenti costi proibitivi per gli acquisti sul mercato interna-zionale. Però consentirebbe di riprendersi all’interno e, dopo poco, darebbe un forte van-taggio competitivo alle merci

greche ed al turismo. Il cambio favorevole renderebbe conve-nienti gli investimenti.

Ma cosa succederà agli altri in caso di uscita della Grecia dall’Euro? In realtà nessuno lo sa con certezza. Certo non sarà una scelta indolore. In primo luogo questo appesantirebbe immediatamente la posizione dei paesi più esposti come il Portogallo, avviando un possi-bile “effetto domino”. In secon-do luogo non è grande profe-zia sostenere che ci sarebbe

immediatamente una mano-vra speculativa contro l’Euro. E non c’è dubbio che l’uscita di un solo membro dall’euro-zona sarebbe la rottura di un tabù che farebbe calare l’ap-prezzamento della moneta. Intanto il 17 giugno prossimo nel paese ellenico si terranno le elezioni per formare la nuo-va maggioranza di governo. La lotta avverrà tra i conservatori di Nea Dimokratia e i sociali-sti del Pasok i quali puntano il dito contro la sinistra radicale e antieuropeista di Syriza. Pare che quest’ultimo, sulla base dei sondaggi, sia in vantaggio rispetto agli altri partiti favo-revoli al piano di salvataggio dell’Ue.

I greci assaltano le banche e ritirano i loro fondi, per le strade, da mesi, è ormai in atto una guerra civile, la politica in-terna è allo sbando. Questa è la fotografia di un Paese mira delle speculazioni mal gestite. Possibile che i governi europei non imparino mai dalla pro-pria storia e perpetrino specu-lazioni senza puntare neanche per sbaglio all’obiettivo che fissò Jean Monnet?

di Andrea Dammacco

Ecco perchè la Grecia potrebbe lasciarel’Euro per tornare alla vecchia Dracma

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venerdì 18 maggio 2012 9Speciale GreciaGLI SCENARI - Da Francia e germania potrebbe giungere seriamente un segnale che non è solo economico, ma soprattutto politico

La linea del rigore Europeo potrebbe avere i giorni contati

In Europa la linea del rigore potrebbe non reg-gere ancora a lungo. A dare una mano ai “keyne-siani” moderni è arrivato di recente anche Barak Obama che dagli Usa ci ha spiegato che la veneranda ricetta del “fate le buche e poi riempitele” (metafora dell’intervento pubblico per combattere crisi e di-soccupazione), potrebbe essere ancora validissima per il vecchio Continente.

Non bastasse la fine ingloriosa di un Sarkosy ormai inviso agli stessi francesi che lo votarono la prima volta, in Ger-mania sono arrivate due

belle batoste per Ange-la Merkel: due länder le hanno voltato le spalle e l’anno prossimo si vota per il parlamento federa-le. La cancelliera di ferro si è affrettata a precisare che nulla le farà cambiare idea a proposito del rigore, degli eurobond e di quel-la cattivaccia della Grecia che rischia di finire fuori dall’area euro, come se davvero un’Europa unita avesse senso senza la Gre-cia che di quell’Europa ha creato il nome e il mito.

Da Francia e Germa-nia, comunque, potrebbe giungere seriamente un segnale che non è solo economico ma è soprat-tutto politico: l’Europa dei

Mercati non può funzio-nare senza l’Europa dei Popoli. Il rigore che non tenga conto della vita della gente è solo rigor mortis. E la Germania, che scoppia di salute, non può sperare di continuare così se intor-no a lei infuria la pestilen-za. Potrebbe essere questo il senso vero della rivolu-zione francese che ha por-tato un oscuro funzionario di partito alla presidenza che fu di De Gaulle, Chirac e Pompidou. O la nascita in Germania di un partito dei pirati: nulla a che fare con i Caraibi, ovviamente, ma piuttosto con la libertà e la leggerezza della rete, dei social network, dei temi legati alla globaliz-zazione vissuta per inter-posta persona, tramite un desk o uno schermo.

Un fenomeno che bene o male, riguarda tutti i pa-esi europei (e non solo)

e che la dice lunga sulla vera emergenza della po-litica contemporanea: la rappresentanza in demo-crazia. E all’Europa guar-dano, in questo senso, an-che quei paesi che giusto un anno fa iniziarono una primavera araba che in qualche caso si è gelate in profondo inverno.

Il vento nuovo che spi-ra dalla Francia e in parte dalla Germania, potrebbe indurre l’Europa a modi-ficare la ricetta contro la crisi restituendo agli stati le loro prerogative in tema di politica economica. L’Europa non è ancora uno stato federale, non può dunque pretendere di fare una sola politica economi-ca come se gli interessi del continente coincidessero con quelli della Germania (o di chi altri avesse in un determinato momento l’economia più solida).

“I diritti sociali sono parte in-tegrante della democrazia so-stanziale e l’impegno a rispettarli non può dipendere meramente dall’andamento delle borse e dei mercati”.

Che uno sia ateo o credente, anticlericale o ligio alla dottrina della Chiesa non può non essere d’accordo con le parole del cardi-nale Tarcisio Bertone in occasione dell’incontro nazionale di studi delle Acli il 2 settembre scorso. Bertone ci ricorda che esiste qual-cosa di più importante del merca-to e del profitto, e questo qualcosa di chiama uomo che ha dei diritti fondamentali assolutamente in-dipendenti dalle leggi dell’econo-mia.

Il sistema economico moder-no si basa sulla globalizzazione cioè sull’estensione universale del modello di sviluppo occidentale nato nella Seconda Rivoluzione industriale. Ma è un sistema che ha piano piano divorato la digni-

tà umana. Ha posto l’assioma: il senso dell’uomo nella società è quello di rendersi utile solo se in grado di produrre e consumare in una certa quantità.

Non è più il meccanismo eco-nomico a servizio dell’uomo, come dovrebbe essere, ma l’uomo a servizio del meccanismo econo-mico. E questo ha creato, e crea, nell’individuo un senso di disagio enorme.

Non è un caso che l’alcolismo di massa nasca con la Seconda Ri-voluzione industriale.

Non è un caso che il sempre crescente fenomeno della droga cominci a nascere nello stesso pe-riodo.

Non è un caso se negli Stati Uniti 592 americani su mille fan-no uso abituale di psicofarmaci.

Non è un caso se in Europa i suicidi sono passati da 2,6 per 100mila abitanti del 1650 (epoca preindustriale) ai 6,9 del 1850 per arrivare oggi al 20 per 100mila abi-tanti. Decuplicati.

E tutto questo per un sistema

economico che ha funzionato solo per pochi. Nel mondo un mi-liardo di persone soffrono la fame, e anche nei paesi occidentali il numero di persone denutrite è aumentato del 54% nel periodo 2007-2010, passando da 12 a 19 milioni.

Negli Stati Uniti, la patria del capitalismo di destra, vivono 33 milioni di poveri. In Russia, patria del socialismo di sinistra, vivono da una parte i petrolieri multi-miliardari e dall’altra il resto del-la popolazione ridotta alla fame. L’uomo occidentale è riuscito nell’impresa, non facile, di rende-re l’uomo infelice ed incapace di vivere una vita anche solamente serena.

Le parole del cardinal Berto-ne ci dovrebbero far ripensare a una persona, vissuta molti seco-li fa, che propose il miglior mo-dello economico possibile. Cioè un’economia dal ruolo non cen-trale nella società e che non si basi su quella concorrenza che negli ultimi due secoli ha distrut-to il pianeta, ma sulla solidarietà economica.

Questa persona si chiama Fran-cesco d’Assisi.

Un sistema economico che mette l’uomo in un angolo

una prospettiva da ribaLtare

Finalmente i citta-dini europei, italiani compresi, hanno capi-to che l’Ue, le istituzio-ni comunitarie (Con-siglio, Commissione, Parlamento, BCE) han-no un ruolo primario, al di sopra dei singoli governi, nella soluzio-ne della crisi econo-mico-finanziaria che attanaglia non solo il nostro continente.

I risultati elettora-li in Francia, Grecia e Germania hanno mes-so in soffitta le defini-zioni di centro, destra e sinistra, che fin qui hanno caratterizzato le forze politiche dei sin-goli Paesi. Risultati che, peraltro, si sono artico-lati in funzione dell’eu-ropeismo o dell’antieu-ropeismo. Io credo che anche da noi il giudizio elettorale sulla clas-se politica corrente si articolerà in tal senso. Questo dato abbatterà definitivamente stec-cati ideologici che già di per sé non hanno più senso.

Lo scenario politi-co italiano sarà asso-lutamente diverso da quello al quale siamo abituati. La maturità e la grandezza di una nazione dipendono dal suo popolo e non da chi lo governa. Se i no-stri connazionali, inve-ce di cimentarsi, spes-so anche giustamente viste le difficoltà in cui versa il ceto debole del-la nostra società, con critiche della cosid-detta antipolitica tout court, oggi rappresen-tata dal comico Grillo, sapranno essere meno provinciali e più saggi e razionali come quel-li francesi e tedeschi, eviteremo di trovarci in una situazione di ingovernabilità come quella greca. Situa-

zione che certamente non agevola la ripresa alla quale tutti anelia-mo. Certo, la classe di-rigente dovrà brillare per lungimiranza, per capacità di ascolto, per indicazione di propo-ste concrete al riequi-librio sociale, se vuole sopravvivere a se stessa nell’interesse del Pae-se.

Se c’è da fare passi indietro alla Sarkozy, li si faccia. Nella Prima Repubblica anche i più grandi leader sapevano fermarsi un giro con umiltà e fiducia, nel-la ripresa di un ruolo quando le condizioni lo avrebbero consenti-to. Per ciò che riguarda noi di Fli siamo nelle mani di Fini e Casini, piaccia o non piaccia. Dobbiamo aiutarli a trovare un cammino comune che apra le porte a quanti, fuo-ri dalle nomenclature degli attuali partiti, vo-gliono cimentarsi nella gestione della res pu-blica. Remare contro, come purtroppo qual-cuno fa in modo peral-tro malcelato, significa voler porre in essere condizioni per antiche forme di “parricidio” o moderni “suicidi di massa” nell’illusione di trovare uno spazio personale che nell’uno e nell’altro caso non esiste! Andiamo quindi avanti anche oltre noi stessi. La mia genera-zione, che è grata ai propri padri per aver lasciato con lutti e sa-crifici a noi un Paese democratico e bene-stante, ha l’obbligo di tramandare alle nuove generazioni prospetti-ve di fiducia e speranza se non vogliamo vivere di rimorsi.

* Europarlamentare Futuro e Libertà

Uno scenario oltregli steccati politici

iL commento di potito saLatto

di Potito Salatto *

di Andrea Dammacco

di Fortunata Dell’Orzo

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10 venerdì 18 maggio 2012Territorio

Archiviato il primo tur-no delle amministrative di domenica e lunedì 6 e 7 maggio, spazio ora ai ballottaggi.

Il secondo turno elet-torale del 20 e 21 mag-gio in Puglia si annuncia interessante. A Trani i consensi maggiori sono andati al candidato del centrodestra Luigi Ri-serbato (Puglia Prima di Tutto) che ha guadagna-to il 45,6% dei suffragi, rispetto al suo alter ego concorrente Ugo Ope-ramolla candidato del centrosinistra (Sel e Pd con l’appogio di Idv, Fli e Udc) piazzatosi secondo al primo turno. Nel Bare-se sette i Comuni al bal-lottaggio. Sono Bitonto, Giovinazzo, Terlizzi, Gio-ia del Colle, Santeramo e Castellana. In alcuni di questi Comuni spicca-no le divisioni interne al centrosinistra.

In provincia di Taran-to ballottaggi a Martina, Sava, Palagiano e Castel-laneta.

In provincia di Lecce, invece, urne nuovamen-te aperte per scegliere il sindaco a Casarano, Ga-latina, Galatone, Gallipoli e Tricase.

Nella Bat, oltre a Trani, spareggio anche a Cano-sa, mentre nel Foggiano si tornerà al voto nei Co-muni di Torremaggiore e Rignano Garganico dove il ballottaggio è conse-guenza della parità dei voti tra i due candidati.

In provincia di Brin-disi si torna alle urne a Fasano. Ma a tenere ban-co in questa tornata di ballottaggi è quello che accadrà a Taranto dove la sfida tra Ippazio Stefano (Pd, Idv, Api e Sel) e Mario Cito (lega d’azione meri-dionale) è accompagna-ta dai veleni del voto del primo turno. Il candidato sindaco dei Verdi Angelo Bonelli ha denunciato la compravendita di voti.

Il leader ecologista ha annunciato di non voler fare accordi elettorali con nessuno.

Altro caso sarebbe quello del fenomeno con il quale in caso di suc-cesso di un sindaco (per esempio Cito) il primo cittadino non avrebbe la maggioranza dei consi-glieri. La notizia degna di nota nella città dei due mari è il possibile e an-che annunciato apparen-tamento di Mario Cito, figlio del più noto Gian-carlo, con il Pdl. Cito al

L’ANCI e i sindaci dei comuni pugliesi si mobiliteranno il prossi-mo giovedì 24 maggio a Venezia per ribadire la protesta e le proposte concrete su IMU e patto di stabilità interno.

Con l’iniziativa di Venezia i sindaci diven-tano animatori di un movimento che mira a coinvolgere tutta la società civile. Cittadi-ni, sindacati, imprese, insieme ai comuni, per un’alleanza che pone al centro dell’attenzione il superamento della crisi e il rilancio economico del Paese.

“Abbiamo lanciato -dicono dall’Anci Pu-glia- anche in Puglia la campagna di informa-zione e comunicazione sull’IMU, che prosegui-rà fino alla manifesta-zione del 24 maggio a Venezia, per chiarire ai cittadini contribuenti le difficoltà dei comu-ni dovute ai vincoli del Patto di stabilità e all’in-troduzione dell’IMU”. “Dobbiamo spiegare il disagio che viviamo nel-le nostre comunità e le gravi situazioni dei no-stri bilanci”.

Per i comuni, que-sta del Governo Monti è una manovra a saldo negativo. Da stime IFEL risulta infatti che subi-ranno un ulteriore taglio di oltre 2,5 miliardi di euro, circa il 27% della

vecchia ICI su seconda casa. Ecco perché dob-biamo dire chiaramen-te che l’IMU è di fatto una tassa patrimoniale reale statale, che serve solo a risanare i conti dello Stato centrale, con i sindaci ridotti al ruolo di gabellieri per conto del Governo. Il risultato sarà: più imposte per i cittadini e meno auto-nomia per i comuni.

I comuni nell’ulti-mo decennio risulta-no essere il settore più efficiente e con meno sprechi della P.A.. Per questo i sindaci chiedo-no al Governo chiarezza e trasparenza, e al Par-lamento la immediata approvazione della Car-ta delle autonomie, per poter svolgere il proprio ruolo costituzionale con regole, risorse e funzio-ni certe, per essere pro-tagonisti, insieme alle proprie comunità, della ripresa economica del Paese. E in questo senso, oggi più che mai, è indi-spensabile da parte del Governo, sciogliere i co-muni dai vincoli del pat-to di stabilità interno. E’ quanto ci aspettiamo dal prossimo incontro tra il Presidente Monti e l’ANCI il prossimo 22 maggio. “Se non si cam-biano le regole -dice l’Anci- i comuni saran-no costretti a considera-re seriamente la possi-bilità di violare il patto”.

La manifestazionecontro i balzelli

anci - i comuni suL piede di guerra

A Giovinazzo Futuro e LIbertà ha scelto di schierarsi ufficialmen-te per Tommaso De Palma nel bal-lottaggio di questo fine settimana.

“A seguito di una attenta analisi del voto amministrativo il coordi-namento cittadino di Futuro e Li-bertà ha deciso di invitare i propri elettori a sostenere la candidatura a sindaco di Tommaso De Palma nel ballottaggio del 20 e 21 mag-gio”.

Così la nota ufficiale di Fli, che poi aggiunge: “la decisione è stata presa all’unanimità dai dirigenti del partito, unitamente ai candi-

dati ed alla base, non sulla scorta di pregiudizi verso l’altro candida-to sindaco del centro sinistra, Lia Dagostino, ma perché la scelta di Depalma Sindaco appare coeren-te con le scelte operate in campa-gnaelettorale, dove Fli è stato un alleato sincero della coalizione che sosteneva Antonio Galizia”.

“Futuro e Libertà chiedeva un voto per il cambiamento, cam-biamento che non potrebbe mai esserci per Giovinazzo se le urne dovessero far vincere la candidata sindaco del Partito Democratico che riuscirebbe a portare in Con-

siglio Comunale molti protagoni-sti di una storia che noi conside-riamo fortemente negativa per i giovinazzesi”.

“Il candidato Sindaco Depalma - continua il comunicato - come noi, ha chiesto un voto per girare pagina e dare una nuova Ammi-nistrazione alla città che da anni è stata schiava di scelte operate non sempre nell’interesse della collettività. L’elezione di Tomma-so Depalma a Sindaco è, per Fu-turo e Libertà, una opportunità che i giovinazzesi non possono non cogliere perché rappresenta sicuramente l’unica possibilità per Giovinazzo di poter tornare a guardare al futuro con serena fi-ducia”.

L’invito di Futuro e Libertà a sostenere Tommaso Depalma

iL baLLottaggio a giovinazzo

di Andrea Dammacco

iL cast di beautifuL aL Lavoro in pugLia

la vignetta di Pierfrancesco Uva

Il risultato delle ele-zioni amministrative del 6 e 7 maggio in Puglia, oltre a segnare un risul-tato positivo per le liste presentate da Fli, nei co-muni con più di 15mila abitanti vede concorrere al ballottaggio del 20 e 21 maggio prossimi ben otto candidati sindaci di coalizioni nelle quali è presente il partito.

Tra questi vanno in particolare segnalati Dario Iaia a Sava (TA) e Pasquale Monteleone a Torremaggiore (FG), en-trambi appartenenti a Futuro e Libertà.

Tutti siamo chiamati ad un ultimo sforzo per consentire a questi no-stri amici, insieme an-che agli altri candidati sindaci appoggiati da Fli, di giocare al meglio questa decisiva partita

elettorale, non lascian-do nulla di intentato per raggiungere l’obiettivo della loro elezione.

Con un ulteriore sforzo nel momento del ballottaggio per le coalizioni sostenute da Futuro e Libertà, ed in maniera particolare per i due candidati sindaci di Fli Iaia e Monteleone, si può arrivare davvero a quello che rappresen-ta un punto di svolta in tante amministrazioni locali.

La parola d’ordine in tutte le scelte di Fli è stata unica: discontinu-ità con il vecchio modo di fare politica, di am-ministrare i comuni e di intendere gli schie-ramenti. Ora si può e si deve operare in un modo nuovo per il bene di tutti.

L’ultimo sforzo per Iaia e Monteleone

fLi ai baLLottaggi

Sindaci: tutto è pronto per un duello all’ultimo voto

I BALLOTTAGGI - Taranto e Trani capoluoghi al secondo turno. Si vota anche a Rignano garganico dopo il pareggio

primo turno aveva sfio-rato il 20%. Il rampollo dell’ex telepredicatore di At6, spera nel miracolo di

battere il sindaco uscen-te, il vendoliano Ezio Ste-fàno, al quale nelle urne sono mancati meno di mille voti per vincere già al primo confronto. Ma-rio Cito contava soprat-tutto sul sostegno del vero padrone del Pdl pu-gliese, Raffaele Fitto, che nei giorni scorsi aveva fatto ventilare l’ipotesi di un possibile apparenta-mento. Ma alla fine, sem-bra, che lo stesso Fitto sia giunto alla determinazio-ne che il gioco non valeva la candela.

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venerdì 18 maggio 2012 11Europa

Riceviamo dal com-missario europeo per la programmazione finan-ziaria e il bilancio Janusz Lewandowski e volentieri pubblichiamo.

Il giorno dopo la pre-sentazione del progetto di bilancio dell’UE per il 2013 della Commissione un vecchio amico con cui stavo prendendo il caffè a Varsavia mi ha doman-dato perché mai avessi chiesto un aumento del 7% del bilancio in un mo-mento in cui tutta l’Euro-pa sta vivendo una grave crisi. “Non è giusto!” ha detto.

Non è stata una sorpre-sa: ad eccezione di pochi, rari, casi, tutti gli Stati membri dell’UE sono alle prese con sostanziali mi-sure di austerità, dolorose e impopolari (dopo aver vissuto per troppi anni al di sopra dei propri mez-zi) e, a prima vista, chie-dere un aumento del 7% del bilancio dell’UE può sembrare quantomeno sconcertante. Il problema è racchiuso in queste tre parole: “a prima vista”.

Sappiamo bene che raramente le cose sono come sembrano “a prima vista”: a prima vista, un uomo che versi torrenti d’acqua in una casa altrui può sembrare un vandalo, ma nella realtà è un pom-piere che sta cercando di salvare la casa e gli even-tuali abitanti rimasti in-trappolati al suo interno!

Per questo che abbia-mo bisogno che gli Stati membri siano onesti nei confronti dei loro cittadi-ni e dicano semplicemen-te la verità sul bilancio dell’UE in generale e sul

Bilancio Ue del 2013: crescita e occupazione

LA LETTERA - Intervento del Commissario europeo Janusz Lewandowski

L’europarlamentare di FLI, Salvatore Tata-rella, è stato chiamato a far parte del Bureau del Partito Popolare Euro-peo. Tatarella ha già par-tecipato alla prima riu-nione, il 17 e 18 maggio, a Killarney in Irlanda. I lavori sono stati presie-duti dal capogruppo del Ppe Joseph Daul. I temi in agenda hanno riguar-

dato la politica di coe-sione, il turismo come strumento per la cresci-ta e l’occupazione, l’ac-cordo sul fiscal compact e la strategia europea per lo sviluppo soste-nibile e la riduzione del debito. Alla riunione del Bureau è intervenuto anche il Primo Ministro irlandese Enda Kenny, Presidente del Fine Gael

Party e Vice Presidente del Ppe.

Salvatore Tatarella nel Bureaudel Partito Popolare Europeo

due giorni di dibattito in irLanda

progetto di bilancio del 2013 in particolare.

Gli Stati membri san-no perfettamente che la Commissione ha le mani legate e che l’80% circa del bilancio dell’UE consiste in pagamenti obbligatori per cui l’aumento non de-riva da una scelta delibe-rata della Commissione bensì è la conseguenza di decisioni prese in passato dagli stessi Stati membri.

Ambasciatore non porta pena

L’onestà implica in questo caso che gli Stati membri spieghino ai cit-tadini che il capitolo di spesa più oneroso è quel-lo per la “Crescita soste-nibile” che rappresenta circa il 45% del bilancio globale dell’UE e che con-siste essenzialmente nel pagamento di progetti se-lezionati precedentemen-te dagli stessi Stati mem-bri! Detto brutalmente: che cosa pensereste del dirigente di una società che criticasse il direttore finanziario dell’azienda

che lo informa che è ar-rivato il conto della loro carta di credito e che avrà bisogno di maggiori fondi per pagarne le spese?

Le dimensioni del bi-lancio annuo dell’UE de-rivano dal periodo finan-ziario di 7 anni durante il quale gli Stati membri se-lezionano e avviano pro-getti che vengono in parte finanziati dall’UE, come la costruzione di ponti o autostrade. Secondo l’at-tuale funzionamento del sistema, gli Stati membri pagano le spese dell’in-tero progetto e successi-

vamente chiedono alla Commissione il rimbor-so della parte finanziata dall’UE. Durante i primi anni del periodo finan-ziario alla Commissione perviene solo un numero esiguo di domande di rim-borso dal momento che i nuovi progetti hanno bi-sogno di tempo per essere avviati nei 27 Stati mem-bri; alla fine del periodo finanziario (il 2013 sarà l’ultimo anno del periodo attuale) giungono invece a conclusione migliaia e migliaia di progetti in tut-ta Europa e la Commissio-

ne non ha altra scelta se non chiedere un aumento del bilancio dell’UE.

Se a ciò si aggiunge il 35% circa di pagamenti diretti agli agricoltori di tutta l’Europa si capisce che la Commissione non ha margine per oltre l’80% circa dei pagamenti previ-sti dal bilancio dell’UE!

Non serve essere dei geni in matematica per capire che il risparmio ot-tenuto nel rimanente 15% circa del bilancio non ba-sterà mai a compensare un aumento automatico in più dell’80% del bilan-cio.

Come se non bastasse, alcuni Stati membri met-tono la Commissione dav-vero alle strette in altri set-tori del bilancio dell’UE accettando di istituire nuovi organismi (come il Servizio Europeo di azio-ne esterna o i tre organi di controllo in materia di finanze, banche e pensio-ni) e di rafforzare quelli esistenti (aggiungendo 12 giudici alla Corte di giu-stizia) e allo stesso tempo criticano la Commissione perché taglia il proprio personale solo dell’1%!

In altre parole, gli Sta-ti membri vogliono degli strumenti nuovi ma si ri-fiutano di pagarli. Scon-certante, vero?

Gli stessi Stati mem-bri che invocano tagli al bilancio dell’UE sembra-no dimenticare le recenti conclusioni del Consiglio europeo in cui 27 capi di

Stato e di governo hanno chiesto che “le misure re-strittive non ostacolino il rispetto degli impegni già assunti né l’attuazione delle azioni dell’Unione che contribuiscono a lot-tare contro (…) la crisi …”

Per la crescita e l’occu-pazione

Dal momento che il fat-to che studiosi di diversi paesi lavorino insieme evita doppioni e permette economie di scala, il pro-getto di bilancio del 2013 chiede un aumento del 6% per il programma qua-dro nel settore della scien-za e della ricerca; poiché le imprese dell’UE hanno bisogno di far circolare ra-pidamente le merci in tut-ta l’UE, il nostro progetto di bilancio prevede un au-mento del 10% nelle infra-strutture mentre le misure finalizzate alla competiti-vità e innovazione richie-dono un aumento del 7% . Non va dimenticato che tali aumenti corrispondo-no a progetti UE già com-pletati o quasi; ciò signifi-ca che studiosi, scienziati e imprese private europee utilizzano pienamente il bilancio dell’UE!

Il bilancio dell’UE è uti-le per i suoi clienti: gli Sta-ti membri, 500 milioni di europei, circa 100 000 enti locali e regionali e deci-ne di migliaia di imprese. Non dimentichiamolo!

Janusz LewandowskiCommissario europeo

programmazionefinanziaria e bilancio

Janusz Lewandowski

Il Parlamento eu-ropeo chiede agli Stati Membri di rinforzare la protezione militare delle navi europee e trovare le cause di questo fenome-no cosi preoccupante.

E’ stato votato con una larga maggioranza la risoluzione al Par-lamento europeo che affronta la lotta alla pi-rateria marittima. Il do-cumento ha richiesto uno studio preciso del fenomeno e l’istituzione di tribunali speciali per i pirati.

Sembra di essere tor-nati indietro nel tempo, quando i pirati terroriz-zavano le coste e sac-cheggiavano le citta’, eppure negli ultimi anni queste bande organiz-zate che fanno tentati-vi piu’ o meno riusciti nei mari internazionali sono un fenomeno in crescita.

Una volta erano dei marinai che abbanda-novano la vita nelle navi mercantili e si dedica-vano ad affrondare e depredare le altre navi, oggi sono diventati piu’ astuti ed organizzati. La maggior parte delle navi

viene sequestrata per poter essere rilasciata solo dopo una lauta ri-compensa.

I deputati nella riso-luzione hanno chiesto che EU e Nato si impe-gninoa far fronte alla crescente minaccia so-prattutto nella zona a largo della Somalia e del Corno d’Africa dove ci sono stati i primi casi. Chiedono che ci siano più navi messe a dispo-sizione per garantire il successo delle opera-zioni. Si chiede inoltre all’Alto rappresentante UE per la politica estera Catherine Ashton e ai governi nazionali di tro-vare urgentemente una soluzione per liberare i 191 marinai ancora in ostaggio e di assicurare il rilascio delle 7 navi di-rottate.

Per questo tipo di fenomeno serve una “strategia globale per la situzione in Somalia in primis, che stabilisca un nesso tra sicurezza, e sviluppo, stato di di-ritto e rispetto dei diritti umani e del diritto uma-nitario internazionale”.

Eliona Cela

Strategia globale per la sicurezza in mare

pirateria marittima

Dal 1 luglio il conto da pagare per connettersi ad internet, man-dare messaggi o chiamare all’inter-no del territorio comunitario non sarà più così salato.

Il Parlamento Europeo nell’ulti-ma seduta plenaria ha approvato una risoluzione grazie alla quale viene fissato un tetto alle tariffe ro-aming delle compagnie telefoniche europee. Strategica è inoltre la data in cui entreranno in vigore le nuove tariffe poiché coincide con l’inizio delle vacanze estive. L’abbassa-mento dei prezzi è assolutamente conveniente anche per chi viaggia

spesso e non vuole cambiare conti-nuamente la scheda telefonica del proprio smartphone.

Ad oggi le reti applicano ta-riffe fino a 3 euro per megabyte, un’enormità per chi deve lavora-re con internet. Un piccolo passo avanti in merito alle navigazioni in rete, era stato già fatto nel 2011. In-fatti il parlamento, aveva posto un obbligo per il gestore nell’avvertire l’utente, ad esempio attraverso un SMS o un messaggio di posta elet-tronica, che si stava raggiungendo un tetto prefissato a 50 Euro. Oggi però la svolta è ben più importante.

Dal prossimo 1 luglio scaricare un megabyte costerà al massimo 60 centesimi che diminuiranno a 45 il 1 luglio 2013 ed a 20 nel 2014. Il meccanismo sarà lo stesso per te-lefonate ed SMS. Per il traffico voce si parte con 29 centesimi/minuto per arrivare ad un tetto massimo di 19 nel 2014. Per mandare messaggi si passerà dall’attuale massimale di 11 centesimi a 9, per poi assestarsi a 6 il 1 luglio 2014.

“Abbiamo messo fine agli imbro-gli noti a chiunque abbia mai usato il telefono all’estero”, commenta la commissaria europea per l’Agenda digitale, Neelie Kroes. Il cambia-mento va a vantaggio dei consuma-tori in modo immediato e riscon-trabile nella vita di tutti i giorni”.

Sveva Biocca

Chiamare in Europa sarà meno costoso dal 1 luglio

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12 venerdì 18 maggio 2012

le positive reazioni della società civile, come quel-la della manifestazione tenutasi a Cerignola alcu-ni giorni fa, non possono bastare. Servono dagli organi centrali dello Stato attenzione ed atti concre-ti.”

Mostrando di non vo-lersi limitare a fare pro-clami, gli organismi locali del partito di Gianfranco Fini si sono immediata-mente attivati perché l’at-tenzione delle massime istituzioni si concentri sui gravissimi accadimenti denunciati (meno cruen-to, ma forse ancora più allarmante, è stato l’at-tentato compiuto giorni

Foggia

IL COMMENTO

Ancora unaoccasioneperduta

di Fabrizio Tatarella

Essendo questo un Paese libero, ciascuno è libero di condivide-re o meno le petizioni proposte da Futuro e Libertà per l’Italia in materia di prevenzio-ne della corruzione nella vita politica. Ci sfugge la ragione per cui una istituzione democratica debba te-merne la discussione, fino ad esercitare ogni sorta di pressione (inu-tile, conoscendo l’inte-ressato) verso il nostro consigliere provinciale Emilio Gaeta, che vole-va sottoporle all’assise di Palazzo Dogana. Vorrei ricordare che non si propone con quelle petizioni alcun rogo catartico, alcun autodafé o persecuzio-ne giustizialista.

Una di esse consiste in un semplice appello ai partiti perché non vengano candidate persone condannate, anche in primo grado, per alcuni reati par-ticolarmente gravi o particolarmente con-nessi con la pubblica amministrazione; l’al-tra prevede di rendere obbligatoria, per i reati di corruzione e simili, la pena accessoria, già prevista dall’ordina-mento, dell’interdizio-ne dai pubblici uffici. Una pena che natural-mente si applichereb-be solo alle condanne definitive.

Nessuna lesione, quindi, del principio della sovranità po-polare, né tantomeno un vulnus al princi-pio della separazione dei poteri invocato da Montesquieu. Ripe-tiamo, si può essere o non essere d’accordo. Ma che senso ha ri-mandare l’argomento ad una imprecisata seduta monotematica che finirebbe inevita-bilmente per discutere del sesso degli ange-li? Se c’è una cosa che i partiti non hanno, rispetto alla marea montante della pub-blica indignazione (certamente condita di demagogia e catti-vi maestri), è il tempo. Servono risposte chia-re e tempestive, nelle intenzioni e nei fatti. Peccato che a Palazzo Dogana, evidentemen-te, non se ne siano ac-corti.

Emergenza criminalità,a Foggia arriva Granata

Il vicepresidente della Commissione Antimafia sarà a Cerignola e Foggia giovedì e venerdì prossimi

di Claudio Aquilano

Foggia

“Sgomento e preoccu-pazione”. Sono questi i termini usati dal Coordi-namento Provinciale di Futuro e Libertà per com-mentate l’ennesimo epi-sodio di criminalità ve-rificatosi nel capoluogo, dove è stato assassinato in casa sua un pregiudi-cato che era agli arresti domiciliari. “Non è che l’ultimo efferato accadi-mento” dice il comuni-cato di Fli “per il quale i cittadini della Capitanata sono indotti all’allarme e alla paura. L’opera inces-sante dei tutori dell’ordi-ne e della magistratura e

“Giù le mani dai nostri frati”. È l’incessante appello rivolto dal popolo santagatese a chi ormai da mesi ha previsto la chiusura del convento di Sant’Antonio, simbo-lo dei francescani nel piccolo co-mune del Subappennino dauno.

Il convento francescano van-ta una storia secolare di fede ed è simbolo di una tradizione che dura da circa sette secoli: riaperto nel 1953 ha ospitato ininterrot-tamente fino ad oggi i frati fran-cescani, divenuti nel tempo pre-

senza costante di fede e punto di riferimento della comunità.

Guide della comunità santa-gatese, presenza insostituibile nell’attività pastorale fino ad ora svolta - continuano a ripetere i cittadini di Sant’Agata - la parten-za dei frati segnerebbe una dura perdita ed una ferita difficile da assorbire per una comunità già segnata dall’isolamento geografi-co, dallo spopolamento che colpi-sce l’intera area e che prosegue da decenni.

A determinare la chiusura, un provvedimento assunto dal Ca-pitolo provinciale dell’Ordine il quale prevede il ritiro della pre-senza francescana da Sant’Agata nell’ambito di un piano generale di riorganizzazione della presen-za dei frati nel territorio pugliese.

Ma la comunità santagate-se sembra non rassegnarsi alla perdita della presenza france-scana. Impegnati in una batta-glia estenuante, oltre che l’Am-ministrazione Comunale anche un comitato civico spontaneo, espressione della cittadinanza, promotore di iniziative e di azioni di protesta civile nel rispetto delle istituzioni e della legalità come la fiaccolata del 25 aprile con la par-tecipazione di centinaia di fedeli e momenti di raccolta nella piazza antistante il convento.

Il comitato - sostengono in pa-ese - mira a sensibilizzare l’intero paese con la speranza di smuo-vere le coscienze di chi, ignaro del legame che da secoli unisce i fedeli santagatesi e la fede fran-cescana, ha deciso, in una stanza, di allontanare i frati dalle strade in cui ogni giorno da circa ses-sant’anni riempiono di fede e di gioia i cittadini santagatesi.

Convento di Sant’Antonio, si lotta per non farlo chiudere

sant’agata di pugLia

“Sono lieto dell’acco-glienza favorevole che il Consiglio provinciale ha riservato alla propo-sta mia e del consigliere Masciulli di istituire il marchio collettivo pro-vinciale ‘Capitanata’”. Lo dichiara il consiglie-re provinciale di Futuro e Libertà Emilio Gaeta, che aggiunge “Si tratta di un’iniziativa che con-solida l’identità e quali-tà di prodotti e servizi di una provincia-Regio-ne come quella di Fog-gia. Le tre aree di questo grande territorio, il Gar-gano, il Tavoliere con la sua Pentapoli, e i Monti della Daunia, ciascuno con una sua identità ed una sua cultura, de-vono essere valorizzati congiuntamente in un sistema economico che è sempre più attento alla tracciabilità e alla riconoscibilità dei pro-dotti, attraverso una promozione e azione di marketing commer-ciale.”

“Il Consiglio Provin-

ciale prosegue l’espo-nente di Fli “è impe-gnato ad assicurare un celere iter amministra-tivo al provvedimento, che può creare ricchez-za e posti di lavoro per le nostre terre.”

“Questo denomina-tore comune” conclude Gaeta “aiuterà la nostra provincia ad uscire dal-le logiche di campa-nilistiche determinate dalle diverse e limitate promozioni di parte dei territori e attiverà un circolo virtuoso di concertazione fra as-sociazioni dei produt-tori e dei consumatori destinato a migliorare la qualità e la compe-titività dei prodotti del nostro territorio”.

Ecco il marchio per il territorio

in consigLio provinciaLe fa contro la vettura di un Carabiniere di Cerigno-la che presta servizio a Trinitapoli). È stata così organizzata molto ra-pidamente una visita al nostro territorio da parte dell’onorevole Fabio Gra-nata, vicepresidente della Commissione Bicamerale Antimafia. Granata, noto per le sue veementi pre-se di posizione contro la criminalità organizzata e contro la pericolosità del-la sua infiltrazione nelle istituzioni, sarà a Ceri-gnola nel pomeriggio di giovedì 24 maggio, dove porterà al locale commis-sariato di Polizia la soli-darietà al carabiniere col-pito; sarà invece a Foggia nella mattinata di venerdì 25, incontrando prima i magistrati della Procura e successivamente il Pre-fetto e i responsabili delle forze dell’ordine.

La Commissione An-timafia è ovviamente un organismo politico, che non ha la possibili-tà di prendere decisioni operative: è tuttavia si-curamente in grado di iscrivere nell’agenda del Governo la situazione di difficoltà del territorio, in modo che l’abnegazione e lo sforzo notevolissimo di magistrati, poliziotti, carabinieri e finanzieri possa contare su qualche risorsa e qualche consa-pevolezza in più.

Sarebbe sbagliato e fa-zioso tacere il molto la-voro fatto in precedenza, anche grazie alla Direzio-ne Distrettuale Antimafia ed al personale impegno dell’allora Sottosegretario agli Interni Alfredo Man-tovano: sono stati mes-si a segno colpi duri nei confronti dei clan, specie contro quelli della feroce mafia garganica, si è an-dati avanti con le confi-sche dei patrimoni di ille-cita provenienza. Sarebbe esiziale, però, mettersi a dormire sugli allori, tanto più che accanto a que-sti successi si registrano anche strani lassismi e distrazioni (per esempio, ad oltre due anni da un pubblico impegno in tal senso, non risultano an-cora riassegnati i beni se-questrati ai mafiosi nella città di Foggia). Siccome il morso della crisi rischia di provocare una fatale saldatura fra bisogno e crimine, è necessario che lo Stato, ma anche la po-litica, anche l’opinione pubblica, restino quanto mai vigili.

Emilio Gaeta

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venerdì 18 maggio 2012 13

L’Amministrazione co-munale non è senza soldi. Non lo è perché è credi-trice di ingenti somme di denaro.

Non guardo all’evasio-ne fiscale che è alta e da cui si potrebbe già recu-perare molto.

Guardo ai circa die-ci milioni di euro che la Gema deve versare al Co-mune.

Guardo ancora al dena-ro non versato per oneri di urbanizzazioni. Insom-ma guardo a tanti crediti, piccoli e grandi, che pure il Comune sembra avere. Se solamente fossero ri-entrate alcune di queste cifre, non di poco conto, si sarebbe potuta mettere una pezza all’asfalto, per esempio, della centralis-sima via Puglie.

Percorrere certe vie, ormai, sembra, da un po’ di tempo, quasi che si stia attraversando un tratturo di campagna.

Eppure siamo ricchi. O quantomeno credi-

tori di ingenti somme. Ma

non riusciamo a recupe-rare questi soldi.

Non parliamo, poi, del-la SIA. Tutti ci scaricano la loro immondizia dai co-muni limitrofi, ma spesso non ci pagano.

Intanto la nostra disca-rica si riempie sempre di più e a costo quasi pari a zero.

A proposito sarei cu-rioso di sapere se corri-sponde al vero la voce di popolo che narra di pro-mozioni e/o nuovi posti di lavoro in SIA concessi

Cerignola

Non è vero che il Comunedi Cerignola non ha soldi

La gema deve al Comune 10 milioni di euro, ci sono numerosi oneri di urbanizzazione non pagati, ma non riusciamo a incassare

Mi per….. Metta, cumbà Cicc’,nomignolo affettuoso che ho af-

fibbiato all’assessore alla sicurezza(?) Franco Reddavide.

Propone una delibera per la sosta tariffata in città, che fa acqua da tutte le parti.

Nemmeno il proponente aveva le idee chiare, ma non su un singo-lo e specifico punto, ma proprio su tutto,credetemi.

Noi, ma anche “loro” – la maggio-ranza – avevamo posto domande per chiarimenti essenziali.

Pure il responsabile Gianni Ruocco, non nascondeva le perplessità.

Noi eravamo certi di essere dinanzi all’ennesima, incommensurabile, ca-volata.

M anche di là, nella maggioranza, gli incerti erano assai.

Quando,poi, s’è alzato Lui, cumbà Cicc, in completo bejolino primave-rile.

E ha cominciato a parlare....L’UNICO UOMO AL MONDO CHE

QUANDO PARLA RIESCE A MANDA-RE LE PAROLE VERSO SE MEDESIMO E NON VERSO GLI ASCOLTATORI.

Come uno che faccia pipì contro-vento... il liquido... non va... viene...

Ha parlato Ciccio:di vigili urbani a tempo determina-

to, di buche delle strade, di semafori che non vanno agli incroci, ma sulle strade a scorrimento veloce (se non

capite…non è colpa mia); ha parlato di come si amministra e ogni tanto si versava sulla cravatta la frase che ado-ra:

“Io non ho la gestione, ma l’indiriz-zo politico”.

L’impressione è che non sapesse nemmeno l’indirizzo di casa. Quella sua!

Di là c’erano facce stranite,dopo gli interventi delle opposizioni.

Dopo “cumbà Cicc” lo stranimento era diventato disperazione.

Anche l’arci favorevole Casarella, in civettuolo rosa confetto, si arrendeva.

La proposta di “Cumbà Cicc” affon-dava come il Titanic.

E più Lui parlava, più quelli si con-vincevano che, approvando, si sareb-bero infilati in un mare di guai.

Il Consiglio iniziato all’insegna di “abbiamo trovato la quadra” (che caz-zo vorrà dire?) finiva con il ritiro preci-pitoso di una proposta, che non fosse stata drammaticamente costosa ed inutile, sarebbe stata solamente ridi-cola.

L’unica proposta di delibera parto-rita da Giannatempo e company.

Delibera ritirata; ripresa della atti-vità amministrativa rinviata a tempi migliori.

Cumbà Cicc affranto sul suo scran-no.

Circondato dalle sue parole: inutili.Franco Metta

Cumbà Cicc, le parole inutilie quella proposta controvento

mi per... metta!

di Enzo Pece

a amici e parenti di consi-glieri di maggioranza.

Questo si narra. Sarà vero? Pare di si. E non mi sembra una

bella cosa. Gli amministratori de-

dicassero un po’ più di tempo a risolvere questi problemi invece che le solite e perenni beghe politiche.

A proposito Anche l’ul-tima puntata della “pe-renne e sistematica crisi Giannatempo” si è risolta.

Come?

Con un nulla di fatto! Un anno è stata ferma

l’Amministrazione per correre dietro a questa crisi.

All’improvviso sembra che i 4 consiglieri dissi-denti sono rientrati sen-za chiedere più neanche uno dei due assessorati che pretendevano.

Perché? Sono diventa-ti “responsabili”. Anche loro discepoli di Scillipo-ti.

Non credete che sia la verità? E come mai…

Cerignola, Palazzo di Città

Che brutta immagine di Cerignola abbiamo ogni qual volta usciamo dalle nostre case. Una città triste, svuotata, malinconica. Una giun-gla dell’impunità, dove ognuno si sente libero di poter fare ciò che vuole.

Semafori spenti. Bu-che che stanno man-giando le nostre strade... provate a passare in via Puglie..!! Macchine parcheggiate ovunque: passo carrabile, strisce pedonali, divieti di so-sta, davanti agli scivoli per disabili, doppia fila, tripla fila. Non fa alcuna differenza. A me serve parcheggiare velocemen-te, nessuno controlla e tutti gli angoli della città sono utili per sostare.

Alcune volte si vedono sfrecciare anche in tre su un motorino, senza ca-

sco naturalmente. Tutto è concesso, a Cerignola. Tutti gli episodi di crimi-nalità non sono accaduti per caso, come vogliono farci credere. In una città dove c’è una minima per-cezione di sicurezza, non si sarebbero potuti verifi-care. Rapinare in rapida successione, quasi tutte le farmacie cerignolane è sinonimo di un’insicu-rezza cronica regnante. Si può pensare di rapina-re una farmacia in pieno centro, a mezzogiorno, solo se hai la certezza di farla franca.

Sicuramente l’asses-sore alla sicurezza dovrà interrogarsi sul suo ope-rato. Qualche mese fa, ha annunciato una rivolu-zione copernicana. Stia-mo ancora aspettando, caro assessore.

Carlo Dercole

Una città senza sicurezza e legalità

dopo gLi uLtimi episodi criminaLi

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14 venerdì 18 maggio 2012

milioni di dollari, ha sban-cato il box office Usa nel primo fine settimana e ha incassato oltre 123 milioni di dollari nel mondo, cifra che sa Davvero dell’incre-dibile per un film curioso e tratti anche divertente, ma che col passare dei minuti non sa quale stra-da prendere e soprattutto

Cinema

Una scena del film

Un film che non subisce i tanti “effetti speciali”

Chronicle è l’opera pri-ma di Josh Trank, nato da un’idea dello stesso Trank e di Max Landis, entrambi figli d’arte. Il primo è fi-glio del documentarista e produttore Richard Trank, mentre il secondo è figlio del noto regista e sceneg-giatore John Landis.

La pellicola è una co-produzione tra Stati Uniti e Regno Unito, realizzata con un budget ridotto che si aggira attorno ai 12 mi-lioni di dollari. Tre liceali

dotati fanno un’incredibi-le scoperta che li porterà ad avere poteri paranor-mali e a sviluppare le loro capacità oltre l’immagina-zione.

Mano a mano che im-parano a controllare le loro abilità e a usarle per i propri benefici, le loro vite cominciano a sfuggi-re al controllo e il loro lato oscuro prende il soprav-vento. Alla base della pel-licola diretta da Josh Trank (classe 1984), scritta insie-me a Max Landis, c’è una profonda passione per il

CHRONICLES - Tutto sommato sufficiente la fantascientifica opera prima del giovane regista Josh Trank

MangiatordiAltamura (Ba)

Dark Shadowsh 19:00 - 21:30

Hunger Gamesh 19:00

Jack e Jillh 21:30

AlfieriCorato (Bari)

Chronicleh 19:45 - 21:30

Ho cercato il tuo nomeh 19:30 - 21:30

Il primo uomoh 19:30 - 21:30

CorsoCerignola (Fg)

Chronicleh 18:40 - 20:15 - 22:00

American Pie - Ancora insiemeh 18:20 - 20:20 - 22:20

SeaFood - Un pesce fuor d’acquah 18:00

di Michele Falcone

REGIA: Josh TrankSCENEGGIATURA: Max LandisATTORI: Michael B. Jordan, Dane DeHaan, Mi-

chael Kelly, Ashley Hinshaw, Anna Wood,PRODUZIONE: Adam Schroeder Productions,

Davis EntertainmentDISTRIBUZIONE: 20th Century FoxPAESE: Gran Bretagna, USA 2012

La scheda - chronicLes

genere fantascientifico, ma anche una necessità di allontanarlo dal mon-do patinato e spettacolare dei classici supereroi.

Ognuno dei tre prota-gonisti, anche se in ma-niera diversa, vive con stupore e turbamento la presa di coscienza della propria diversità. Lo sti-le della narrazione che viaggia su piani frenetici del falso mockumentary amatoriale, dove la tele-camera immortala ogni istante dei ragazzi, non è indubbiamente nuovo nel cinema: The Blair witch project nel lontano 1999 fece da apri pista al genere mockumentary del quale è figlio il più recente Clo-verfield.

Frutto di quella produ-zione indipendente che tanto soddisfa i palati dei cinefili più incalliti, il film, nonostante la ristrettezza del budget di appena 12

non riesce a convincere lo spettatore che si trova di fronte a qualcosa di stra-ordinario, innovativo ma privo di consistenza.

Il film ha storia con un’apparente trama da pellicola fantastica, af-fascinante ma che porta lentamente alla noia. Co-munque, l’intrigante regia di Trank si dimostra abba-stanza abile nel celare al-cune clamorose sviste. Ci riferiamo al fatto che nel finale non si capisca bene chi o che cosa stia effetti-vamente riprendendo il combattimento, facendo quasi pensare che il pun-to di vista onnisciente sia stato restituito in maniera temporanea alla m.d.p. del regista. Chronicle è apprezzabile almeno per un altro motivo. Ci riferia-mo ai riuscitissimi effetti speciali a cura di Simon Hansen, lo stesso autore degli artifici di District 9.

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venerdì 18 maggio 2012 15

Dopo alcuni anni di pausa, Bari riapre le por-te all’arte internaziona-le grazie a Expo Arte, la storica manifestazione della Fiera del Levante, la cui 29esima edizione è in programma a partire dal-la mattinata di venerdì 18 maggio dalle 10.30 alle 20, per concludersi domeni-ca 20 (dalle 10 alle 21).

L’Expo Arte, di cui si svolse la prima edizione nel 1976, è sempre stato un’importante fulcro di attività connesse all’arte con la sua mostra merca-to sempre ben frequenta-ta e amata da pubblico e operatori del settore.

La manifestazione all’epoca aveva rimesso in moto alcuni meccani-smi avviati tempo prima con il Maggio di Bari, ri-aprendo i canali di co-municazione e scambio

con il sistema nazionale dell’arte.

Tale esperienza, che ha da sempre fornito ai giovani artisti una grande occasione per procurarsi dei contatti con svaria-te gallerie provenienti dall’intera Penisola e dal bacino del Mediterraneo, quest’anno torna con i nomi più conclamati dell’arte del ‘900 e tante opere di artisti di nuovis-sima generazione, riuniti in una superficie espositi-va netta di circa 5.000 mq. del nuovissimo padiglio-ne della Fiera del Levante di Bari.

Il percorso curatoriale della direzione artistica nel concepimento degli spazi allestiti per Expo Arte ricrea un vero e pro-prio percorso nella sto-ria dell’arte degli ultimi cento anni, grazie anche alla presenza di galleristi italiani e stranieri di al-

Spettacoli e Cultura

Tre giorni d’arte internazionaleAl via oggi la 29esima edizione della manifestazione Expo Arte

BARI - Non soltanto mostra-mercato. Negli allestimenti ci sarà spazio per “Fingerpainting”, “Arcaismo e contemporaneità” e “I colori di Bari”

La Fondazione Mu-seo Pino Pascali, sabato 18 maggio, in occasione della Giornata Mondiale dei Musei, presenta in Montenegro una mostra d’arte contemporanea presso il Museo Nazio-nale d’Arte Moderna ubicato nel Palazzo Re-ale di Cetinije.

L’esposizione, dal titolo “Dialoghi Est/Ovest”, presenta opere di artisti pugliesi ma che risultano inseriti in cir-cuiti nazionali ed inter-nazionali: Dario Agrimi, Cristina Bari, Raffaele Fiorella, Michele Gian-grande, Claudia Gian-nuli, Pierpaolo Miccolis, Francesco Schiavulli, Francesca Speranza, Giuseppe Teofilo e Ni-cola Vinci che in questa mostra presenteranno opere installative, scul-ture, pittura e fotografia.

La mostra, a cura di Rosalba Branà, diret-trice della Fondazione Pascali e coadiuvata dai giovani curatori Anto-nio Frugis e Maria Pa-ola Spinelli, si conclu-derà il 2 giugno e avrà un seguito in Puglia. Nel mese di settembre infatti gli artisti monte-negrini Irena Lagator,

Danijela Mrsulja, Ana Pejovic, Marija Popovic, Djordje Rasovic e Nata-lija Vujosevic saranno ospitati nelle nuove sale della Fondazione Museo Pino Pascali a Polignano a Mare.

La mostra dal titolo “Dialoghi Est/Ovest” è suddivisa in due sezioni: nel Palazzo Reale ‘Sala Biljarde’ saranno espo-ste le opere dei giova-ni e promettenti artisti pugliesi con l’intento di creare un dialogo virtuale e un rapporto vitale tra le due sponde dell’Adriatico, uno spa-zio visivo nel quale nar-rarsi e conoscersi, una preziosa occasione per definirsi gli uni rispetto agli altri pur conservan-do la propria identità.

Nella centralissima piazza Re Nicola di Ce-tinije invece è stata isti-tuita la sede staccata del Museo Nazionale ‘L’Ate-lier Dado’ in omaggio all’artista surrealista Dado Duric, negli spazi del suo originario stu-dio, è sorto un Centro per l’Arte sperimentale molto innovativo e atti-vo a livello nazionale e internazionale.

Isabella Battista

Gli scambi d’arte con il Montenegro

mostre

tissimo livello, come la retrospettiva dedicata al maestro Mario Sironi nel cinquantunesimo anno dalla sua morte

Gianfranco Viesti, pre-sidente dell’Ente Fiera, nella conferenza stampa di martedì 15 maggio, ha parlato della volontà di valorizzare il passato, so-prattutto per ciò che ha avuto un forte impatto visivo sulla città.

Inoltre l’obiettivo dell’Ente è di concludere

accordi strategici con più soggetti organizzatori di rassegne per ampliare il calendario delle mani-festazioni specializzate, che dall’autunno sarà sempre più cospicuo. Per amatori, intenditori, col-lezionisti e operatori del settore, l’appuntamento diventa un imperdibile occasione per creare nuo-vi ed interessanti contatti commerciali e di scambio culturale con le tante pre-stigiose gallerie presenti

,

È in corso un bando per i giovani artisti pu-gliesi under 40. Si tratta del progetto LA PRIMA PERSONALE, a cura dell’Associazione Cultu-rale Entropie e di G-Lan/Laboratori Urbani di Lo-corotondo, con la Dire-zione Artistica di Roberto Lacarbonara, in collabo-razione con le Accade-mie di Belle Arti di Bari, Foggia e Lecce e con il Patrocinio delle Regione Puglia, rappresenta l’av-

vio di un progetto cura-toriale regionale in grado di promuovere l’arte con-temporanea attraverso l’allestimento di mostre personali dedicate a gio-vanissimi artisti pugliesi.

La giuria sarà compo-sta da: Roberto Lacarbo-nara, Direttore artistico Entropie, Lorenzo Ma-daro, collaboratore de La Repubblica Bari, Antonio Frugis, Museo Pino Pa-scali di Polignano, Giu-liana Schiavone, curatri-

“La Prima personale”per gli artisti under 40

un bando per i giovani pugLiesi

in fiera.Oltre alla mostra-mer-

cato, sarà dato spazio anche alla mostra d’arte “Fingerpainting” di Mat-thew Watkins, presentata a Bari la scorsa estate, che ospiterà opere digitali, in-teramente realizzate con iPad e iPhone. “Arcaismo e contemporaneità” è, in-vece, il titolo della mostra su Vincenzo Musardo, proposta grazie ad Artis-se.

Infine una dedica alla

città con una mostra foto-grafica dal titolo “I colori di Bari” a cura del foto-grafo Vincenzo Catalano, che torna protagonista in Fiera con una raccolta di scatti intensi e inedi-ti, dai colori caldi. Albe, tramonti e quotidianità cattureranno lo sguardo dell’osservatore: dal Lun-gomare al Porticciolo con vedute di barche e pesca-tori, da Punta Perotti fino alle spiagge Pane e Pomo-doro e Torre Quetta.

Alcune opere di Athos Faccincani esposte a Bari nell’ambito dell’edizione 2012 di Expo Arte

Isabella Battista

ce indipendente, Roberta Fiorito, Galleria Fluxus, Bari, Maria Paola Spinel-li, curatrice indipenden-te, Nicola Zito, dottore di ricerca dell’Università Aldo Moro di Bari.

La partecipazione al Concorso è gratuita, aperta a tutti gli artisti nati o residenti attual-mente in Puglia, e agli studenti non pugliesi iscritti alle Accademie di Belle Arti di Bari, Lecce o Foggia. Unica clausola è che gli artisti che pre-sentano domanda non devono aver mai esposto in una mostra persona-le. Entro il 20 giugno la

giuria valuterà i portfo-lio inviati e le proposte di progetto sulla base di parametri comuni quali l’originalità della ricerca, l’appropriatezza tecnica, la qualità del progetto espositivo complessivo, i valori estetici, segnici e semantici delle opere proposte. Entro il 23 giu-gno la giuria renderà noti i nomi dei tre artisti vin-citori. Ogni artista verrà invitato ad esporre in una mostra personale presso la galleria dei Laboratori G-Lan di Locorotondo in un periodo compreso tra luglio e settembre 2012.

I.B.

barLetta

È cominciato il 16 mag-gio ma ancora procede “La Tana Fest”, il festival promosso dalla compa-gnia Teatro dei Borgia che si chiuderà il 21 maggio e trasformerà il suggestivo scenario del castello di Barletta nel palco su cui si avvicenderanno esibizio-ni di prosa, di teatro per i ragazzi e di danza.

Questo nuovo spazio teatrale è coinvolto nel progetto Teatri Abitati:

una rete del contempo-raneo è situato nella Sala Rossa del Castello Svevo di Barletta e il fatto di es-sere nel cuore pulsante della città non è solo una scelta meramente territo-riale: l’obiettivo è quello di trasformare il teatro in un punto di riferimen-to per la cittadinanza, tentando di coinvolgerla sia come spettatrice che come parte attiva, me-diante laboratori e incon-

“La Tana Fest” per sei giorni al Castello

tri formativi.L’ispirazione sottesa a

“La Tana Fest” l’ha avuta Giampiero Borgia, fonda-tore del Teatro dei Borgia, guardando al Festival di Edimburgo, una manife-stazione che nelle ultime tre settimane di agosto di ogni anno raccoglie tutte le forme di arte, cultura e teatro fin dal 1947. Così, partendo da iniziative de-cisamente più in piccolo, nella breve kermesse si sono già avuti “Shadows” di Francesca Beatrice Vi-sta, spettacolo di danza teatro tutto giocati sulle luci e le ombre e “Colom-

ba nera” di Elena Cotu-gno, un monologo sulla vita della pittrice messica-na Frida Kahlo.

I prossimi attesi ap-puntamenti sono con i GEST (Goteborg English Speaking Theatre), i quali presentano lo spettacolo “Expectations” vincitore del prestigioso Fringe Re-view Award for Outstan-ding Theatre, “The Tra-velling Companion” della compagnia rumena Te-atrul de Marionete, che indaga sul tema della mi-grazione e “The smile off your face”.

Daniela De Sario

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