Puglia d'oggi n. 26

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Questa testata non riceve contributi pubblici 13 luglio 2012 • anno III n. 26 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA www.pugliadoggi.it REGIONE PUGLIA - Riordino sanitario Cinque nuovi ospedali, ma serve chiarezza su costi e tempi A PAG 4 BARI - Erano tutti correntisti postali Tessere false per il Pdl a Bari, l’affare si ingrossa A PAG 6 L’ELZEVIRO Varenne, l’invincibile Complice il caldo che ci ha rinc..itrullito a do- vere, è arrivata la noti- zia del secolo, che dico, del millennio: Berlusco- ni riscende in campo. Lui pensa a una nuo- va stagione di leader- ship e se Gheddafi, pace all’anima sua, aveva le amazzoni lui ha la Gel- mini e la Santanchè. La Timorata e la Faccia di bronzo, che poi sono le due facce che gli si confanno meglio. Vi ri- cordate? Amava gioca- re con le poliziotte e le infermiere: a lui piace svariare, travestirsi, fare finta che. L’Italia predilige la farsa che può essere più tragica di Eschilo, se ci mettiamo di impegno. Lui, da solo, vale un 30 per cento dei consensi, almeno così dice la fe- dele sondaggista. Ma perché? La cosa più sconvolgente non è tan- to il dato percentuale ma la mancanza di una qualsiasi giustificazio- ne, da parte dell’eletto- re, su questa scelta. Del resto, chi di noi chiede- rebbe a un credente per- ché crede in Dio? Berlusconi si porta appresso un sorriso in- finito, l’aria gioviale del piazzista, quel tanto di potere afrodisiaco che ha inventato il perso- nalismo politico ita- liano. Perché mai non dovrebbero votare per lui? Varenne, finchè ha corso, ha sempre vinto. Finchè ha corso. di Fortunata Dell’Orzo GLI SCENARI DEL CENTRODESTRA - Cassano con la Polverini? Melchiorre con Nuova Italia. E Fitto? Il Pdl pugliese verso la frantumazione A PAG 6 FOGGIA - La società foggiana verso la scomparsa. Ore decisive Calcio, è l’ora dell’addio? A PAG 12 CERIGNOLA - L’Assessore Francesco De Cosmo verso Italia Futura La grande fuga dal Pdl A PAG 13 BARI - Vecchie facce e qualche volto nuovo nell’incontro barese Liste civiche, triste passerella A PAG 7 il corsivo di Enrico Ciccarelli Sergio Blasi e Michele Emiliano, rispettivamente segretario e presidente re- gionale del Partito Demo- cratico di Puglia, sono un perfetto esempio di frater- nità in politica. Come i fra- telli Karamazov, come Ro- molo e Remo, come Caino e Abele. Riescono a litigare con tale astiosa malevolenza, e con argomenti di così impressionante meschinità (comprese le spese di viag- gio) che sospettiamo fortemente siano gli attori di una recita, i protagonisti di una macchinazione destinata a destare unanime rimpianto per l’assenza di D’Alema. Probabilmente militanti ed elettori del Pd finiranno per sfilare in corteo dietro lo striscione “Aridatece Massimo”! L’EDITORIALE Il triplo danno di Silvio Sanità, giustizia, province, come e dove siamo chiamati anche noi a partecipare ai tagli necessari per risollevare l’Italia La nostra spending review Una “cura da caval- lo” come si usava dire quando le misure per combattere una malattia rischiavano la stessa vita del paziente umano, di sicuro meno resistente di un equino. Ma quindici anni di inerzia e di incon- sapevolezza nei confronti di una crisi mondiale e strutturale non hanno, pare, lasciato scampo ai paesi europei più fragili come il nostro, la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda e la Grecia. Resta da capire, in ter- mini tecnico-pratici cosa davvero cambierà nella nostra regione alla luce di questa revisione di spesa. Per ora di certo spa- riranno due tribunali (Lucera e Fasano, e due Province (Bat e Brindisi), mentre Bari diventerà Area metropolitana. Ma nel capoluogo non lo sa nessuno. A PAG 3 Con l’ennesima disce- sa in campo in stile For- za Italia, Berlusconi ha dato il colpo di grazia al suo delfino Alfano ed ha rinviato di altri cinque anni la ricostruzione del centrodestra che ancora rappresenta l’area mag- gioritaria nel Paese. Non vincerà più le ele- zioni ma salverà i suoi pretoriani. Passa il tem- po ma non perde il vizio. E’ un triplo danno: Italia perderà credibilità, cen- trodestra resterà diviso e Porcellum non morirà. di Italo Bocchino

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il numero di puglia d'oggi 26, del 13 luglio 2012

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Questa testata non riceve contributi pubblici

13 luglio 2012 • anno III n. 26 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella

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www.pugliadoggi.it

REGIONE PUGLIA - Riordino sanitario

Cinque nuovi ospedali,ma serve chiarezza su costi e tempi

A PAg 4

BARI - Erano tutti correntisti postali

Tessere falseper il Pdl a Bari,l’affare si ingrossa

A PAg 6

L’ELZEVIRO

Varenne, l’invincibile

Complice il caldo che ci ha rinc..itrullito a do-vere, è arrivata la noti-zia del secolo, che dico, del millennio: Berlusco-ni riscende in campo.

Lui pensa a una nuo-va stagione di leader-ship e se Gheddafi, pace all’anima sua, aveva le amazzoni lui ha la Gel-mini e la Santanchè. La Timorata e la Faccia di bronzo, che poi sono le due facce che gli si confanno meglio. Vi ri-cordate? Amava gioca-re con le poliziotte e le infermiere: a lui piace svariare, travestirsi, fare finta che.

L’Italia predilige la farsa che può essere più tragica di Eschilo, se ci mettiamo di impegno. Lui, da solo, vale un 30 per cento dei consensi, almeno così dice la fe-dele sondaggista. Ma perché? La cosa più sconvolgente non è tan-to il dato percentuale ma la mancanza di una qualsiasi giustificazio-ne, da parte dell’eletto-re, su questa scelta. Del resto, chi di noi chiede-rebbe a un credente per-ché crede in Dio?

Berlusconi si porta appresso un sorriso in-finito, l’aria gioviale del piazzista, quel tanto di potere afrodisiaco che ha inventato il perso-nalismo politico ita-liano. Perché mai non dovrebbero votare per lui? Varenne, finchè ha corso, ha sempre vinto. Finchè ha corso.

di Fortunata Dell’Orzo

GLI SCENARI DEL CENTRODESTRA - Cassano con la Polverini? Melchiorre con Nuova Italia. E Fitto?

Il Pdl pugliese verso la frantumazioneA PAg 6

FOGGIA - La società foggiana verso la scomparsa. Ore decisive

Calcio, è l’ora dell’addio?A PAg 12

CERIGNOLA - L’Assessore Francesco De Cosmo verso Italia Futura

La grande fuga dal PdlA PAg 13

BARI - Vecchie facce e qualche volto nuovo nell’incontro barese

Liste civiche, triste passerellaA PAg 7

a il corsivo

di Enrico Ciccarelli

Sergio Blasi e Michele Emiliano, rispettivamente segretario e presidente re-gionale del Partito Demo-cratico di Puglia, sono un perfetto esempio di frater-nità in politica. Come i fra-telli Karamazov, come Ro-molo e Remo, come Caino e Abele. Riescono a litigare con tale astiosa malevolenza, e con argomenti di così impressionante meschinità (comprese le spese di viag-gio) che sospettiamo fortemente siano gli attori di una recita, i protagonisti di una macchinazione destinata a destare unanime rimpianto per l’assenza di D’Alema. Probabilmente militanti ed elettori del Pd finiranno per sfilare in corteo dietro lo striscione “Aridatece Massimo”!

L’EDITORIALE

Il triplodannodi Silvio

Sanità, giustizia, province, come e dove siamo chiamati anche noi a partecipare ai tagli necessari per risollevare l’Italia

La nostra spending reviewUna “cura da caval-

lo” come si usava dire quando le misure per combattere una malattia rischiavano la stessa vita del paziente umano, di sicuro meno resistente di un equino. Ma quindici anni di inerzia e di incon-sapevolezza nei confronti di una crisi mondiale e strutturale non hanno, pare, lasciato scampo ai paesi europei più fragili come il nostro, la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda e la Grecia.

Resta da capire, in ter-mini tecnico-pratici cosa davvero cambierà nella nostra regione alla luce di questa revisione di spesa.

Per ora di certo spa-riranno due tribunali (Lucera e Fasano, e due Province (Bat e Brindisi), mentre Bari diventerà Area metropolitana. Ma nel capoluogo non lo sa nessuno.

A PAg 3

Con l’ennesima disce-sa in campo in stile For-za Italia, Berlusconi ha dato il colpo di grazia al suo delfino Alfano ed ha rinviato di altri cinque anni la ricostruzione del centrodestra che ancora rappresenta l’area mag-gioritaria nel Paese.

Non vincerà più le ele-zioni ma salverà i suoi pretoriani. Passa il tem-po ma non perde il vizio. E’ un triplo danno: Italia perderà credibilità, cen-trodestra resterà diviso e Porcellum non morirà.

di Italo Bocchino

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2 venerdì 13 luglio 2012In primo piano

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Lo scandalo del grande ereticoIN ITALIA - Il governo non vuole appaltare alle parti sociali la determinazione della politica economica

No, davvero non erano fatti per capirsi, Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi.

A stupire non è la cir-costanza che si siano divisi, ma che siano ri-usciti a procedere uniti per tanto tempo.

Prendete gli ultimi sviluppi: Fini, come sempre pensoso più delle sorti dell’Italia che delle proprie con-venienze contingen-ti, dice ad alta voce al “Messaggero” quello che tutti sanno, ma che nessuno ha il coraggio di ammettere. L’esi-to più probabile delle prossime elezioni, a parte gli eventuali salti nel buio, è quello di una grande coalizione che prosegua, con un altro premier, l’esperienza del Governo di respon-sabilità nazionale at-tualmente in carica.

Perché esiti diversi ci indebolirebbero sul fronte dei mercati e su quello dell’Europa, per-ché il pareggio di bilan-cio e il fiscal compact non saranno una pas-seggiata, perché elezio-ni a forte competitività costringerebbero a im-barcare forze populiste ed euroscettiche che sarebbero la zavorra prima e la pietra tom-bale poi di qualsiasi co-alizione (davvero qual-cuno nel Pd può fidarsi di Di Pietro?

Davvero qualcuno nel Pdl pensa di poter rinverdire il patto con la Lega?).

Mentre il presiden-te della Camera svolge questo esercizio di ra-gionevolezza, che non è fatto per vellicare la pancia dell’opinione pubblica e nemmeno quella dei militanti di

Futuro e Libertà, il Ca-valiere annuncia (per la verità senza destar sor-presa) di essere pronto a ricandidarsi premier. Saranno passati “sol-tanto” diciannove anni dalla prima volta che si propose con successo agli Italiani. In questo si coglie la natura di “re-plicante” di Berlusconi, il suo essere dominato dalla coazione a ripe-tere.

Il tentativo è meno naïf di quanto sembri: sa di non vincere, ma la candidatura a premier, oltre a evitare le sco-modissime primarie, gli permette di continuare ad essere il dominus del centrodestra, di far valere il suo potere di interdizione e di veto nella grande coalizione che anch’egli sa ine-vitabile, di dettare e fermare carriere all’in-terno della sua vasta e assortita cortigianeria. Disegno la cui riuscita dipende dalla capacità degli altri di non ab-boccare, riproponendo la vecchia polarità ber-lusconismo-antiberlu-sconismo.

Non mancano, come sempre, tocchi di invo-lontario umorismo: il “ticket” con Alfano, ad esempio, che è un po’ come se il dottor Fran-kenstein si presentasse “in ticket” con il suo mostro.

Enrico Ciccarelli

L’onesto Gianfranco e il replicante Silvio

il commento

Mario Monti coerente e deciso contro l’eterno tartufismo italiano

Quando Giorgio Napo-litano, tornando alla lette-ra della Costituzione dopo decenni di “consuetudini” distorsive, incaricò il pro-fessor Monti di formare il suo Governo di respon-sabilità nazionale, l’Italia si aspettava un cambio di orizzonte e di prospettiva rispetto all’inguardabile Seconda Repubblica.

A noi sembra che, al netto dei comprensibi-li errori, delle inevitabili timidezze, dell’obiettiva difficoltà del momento, questo obiettivo sia stato centrato. Ci pare che, con la formidabile tenacia dei mansueti, l’ex-presidente della “Bocconi”, stia anzi dimostrando sul cam-

L’estate 2012 sventola ban-diere blu per la Puglia, pre-miata in 38 comuni dalla Lega Ambiente Turismo.

Mare azzurro, ottima cucina, paesaggi incante-voli, rispetto dell’ ambiente sono le qualità di Ostuni per le quali si aggiudica il decimo posto nella classi-fica nazionale della Guida Blu 2012.

La seguono le città di Monopoli, Otranto, Fasano, Polignano a Mare, Castellaneta, Santa Cesarea Ter-me, Nardò, Chieuti, Diso, Maledugno e molte altre.

Puglia, una meraviglia di sapori, colori e profu-mi, dove le bandiere si spiegano al vento, però.

Lì dove il mare non si confonde con il cielo, alcuni bagnanti dimenticano a casa il buon senso e le rego-le base della civiltà.

Sulle spiagge abbandonano bottiglie, carte, siga-rette e quel che resta di un pranzo.

Uno schiaffo vola alla natura e una bandiera sa-rebbe da piantare. Nera, questa volta.

Eppure, anche lì, a pochi km dalle mete premiate, spuntano cartelli per la tutela dell’ambiente, come quello che nega l’accesso agli animali.

Ne occorrerebbe, un altro, in alcuni casi, per le persone.

Che indichi il grado di civiltà raggiunto.Conservare e valorizzare il nostro territorio, in-

fatti, è innanzitutto un nostro compito ben preciso.Essere cittadini attivi non significa soltanto par-

tecipare alla vita politica. Ma compiere ogni giorno anche piccoli gesti fondamentali per tutti.

E’ proprio vero: il sole dà alla testa. Non a tutti, per fortuna.

attualMente

di Annalisa Tatarella

La Puglia non è solo blu

Mentre chiudiamo le pagine del giornale è in corso la prima seduta del consiglio comunale dell’Era Stefàno bis a Ta-ranto. Non pochi i pro-blemi per il sindaco del-la città jonica. Così come abbiamo già evidenziato dopo oltre 50 giorni dalla elezione, Ippazio Stefà-no non riesce a forma-lizzare la propria Giunta.

Oggi in Consiglio in-fatti nominerà solo tre su nove assessori: Si trat-ta di Lucia Viafora (Sel), cui è stata assegnata la delega ai Servizi socia-li e Politiche giovanili, Francesco Cosa (Sds), che ha ottenuto la de-lega alla Pianificazione urbanistica, Edilizia ed Area Vasta, e Barbara Scozzi (tecnico), con de-lega al Patrimonio, per l’arco temporale di sei mesi. Per completare la squadra mancano quin-di sei nomi: uno in quota all’Udc, uno de La Pu-glia per Vendola, l’altro di Sds, l’altro (di natura

tecnica e a tempo) in quota al sindaco e i due che spettano al Partito democratico. In questa maniera il Pd ottiene anche la Presidenza del Consiglio, ma proprio il partito di maggioran-za relativa sta creando i problemi maggiori al sindaco.

Il primo cittadino sembrerebbe vittima del mancato accordo interno al partito di cui l’Assessore regionale Mi-chele Pelillo è uno dei le-aders, ma anche non più in grado di gestire il suo gruppo politico (Sds) or-mai ufficialmente diviso in due. Stenta a decollare quindi il nuovo Governo cittadino, mentre tutto attorno in Città sembra collassare. Dalla grande industria ai vertici della quale negli ultimi giorni ci sono state due dimis-sioni importanti, allo sport senza soffermarci sulle quotidiane e diffu-se emergenze sociali.

Francesco Fischetti

Un parto parzialeper la Giunta-Stefàno

taranto

di Enrico Ciccarelli

po perché il Wall Street Journal scrisse che per la finanza americana Monti, allora Commissario euro-peo alla Concorrenza, era l’equivalente di Saddam Hussein.

Ne abbiamo avuto la prova con le ultime dichia-razioni del premier a pro-posito della concertazione e delle parti sociali, che in queste ore stanno destan-do l’atteso e inconsisten-te vespaio. Come per la Fornero e il lavoro, ovvia-mente, dobbiamo basarci su ciò che Monti ha detto, non su quello che le inte-ressate ostilità pretende-rebbero di fargli dire. Tan-to per cominciare, non c’è stata alcuna sconfessione o demonizzazione della concertazione: Monti ha anzi ribadito il dovere, da parte dell’esecutivo, della consultazione e dell’ascol-to. Va sottolineato come il rispetto dell’autonomia contrattuale delle parti so-

ciali sia stata, a differenza di quanto avvenne con i provvedimenti di Mauri-zio Sacconi, scrupolosa-mente osservata dal Go-verno.

Ed anche interventi che avrebbero avuto grande popolarità, come il taglio dei permessi sindacali nel pubblico impiego, sono stati rinfoderati per non esasperare il conflitto. Quindi nessuna entrata a gamba tesa sul delicato settore delle relazioni in-dustriali, nessun tentativo di essere più sindacalisti della Cgil o più impren-ditori della Confindustria (ed in passato il nostro Pa-ese ha conosciuto l’una e l’altra tentazione): anche il congiunto giudizio ne-gativo che, per ragioni op-poste, Camusso e Squinzi danno della riforma For-nero, è una paradossale conferma dell’equilibrio del Governo.

Che però –ed è qui lo

scandalo del grande ere-tico- non vuole appaltare alle parti sociali la deter-minazione della politica economica nazionale. Che questa opzione tacita sia presente nei pensieri e nelle condotte di sindacati datoriali e dei lavoratori è cosa che solo l’italico tar-tufismo può negare: fin dall’accordo dell’Eur fra Lama e Agnelli, che a metà degli anni Settanta iperga-rantì i garantiti lasciando alla malora tutti gli altri, l’idea che la governance delle grandi fabbriche e della pubblica ammini-strazione fosse il bene prevalente a cui sacrificare ogni altra considerazione è stata dura a morire. Né si può ragionevolmen-te negare che i prezzi e le conseguenze di alcune di quelle scelte siano stati posti a carico, pesante-mente a carico, di tutti gli Italiani.

Al Quirinale, nello scor-so novembre, Mario Monti ha giurato sulla Costitu-zione di svolgere il proprio incarico nell’esclusivo in-teresse dell’Italia. Lo sta facendo con esemplare ri-gore. Ciascuno è chiamato a fare la propria parte; an-che –si perdoni il gioco di parole- le parti sociali.

Gianfranco Fini

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venerdì 13 luglio 2012 3In primo piano

Si svolgerà in Puglia, a Manfredonia (FG), (Piazzale Ferri – Castel-lo)dal 18 al 21 agosto la più importante Festa estiva del Mezzogior-no di FLI. Tantissimi gli ospiti. All’inaugu-razione è prevista, tra gli altri, la presenza di Mimmo Farina Asses-sore ai lavori pubblici della Provincia di Foggia e del Presidente della Provincia di Bari Fran-

cesco Schittulli. Previsti gli interventi dei Coor-dinatori regionali e pro-vinciali di Udc, gli on.li Angelo Sanza e Angelo Cera e dei parlamentari del Pd, Michele Bordo e di FLI, Carmelo Patari-no e Francesco Divella e del leader dei giovani di Generazione Futuro Gianmario Mariniello. Atteso confronto, lune-dì 20 agosto, tra i coor-dinatori provinciali dei

più importanti partiti della provincia: Franco Landella (Pdl), Angelo Cera (UdC), Paolo Cam-po (Pd) e il padrone di casa Fabrizio Tatarella (FLI) si confronteranno su “Politica e anti politi-ca”. Gli incontri saranno moderati da giornali-sti di diverse testate ed emittenti foggiane.

La Festa estiva di FLI a Manfredonia sarà con-clusa martedì 21 agosto.

Tre giorni di dibattiti nella festa estiva del Mezzogiorno di Fli

manfredonia

Fasano (Br) e con loro gli uffici dei Giudici di Pace. Non si hanno altre notizie precise in merito ad altre eventuali sedi da “taglia-re”. Mugugni e annunci di proteste da parte degli avvocati.

Province. In Puglia ne resteranno tre: Foggia, Ta-ranto e Lecce. Bari diven-ta area metropolitana, la BAT scompare e Brindisi viene “diluita” fra Lec-ce e Taranto. Insomma il “grande Salento” non di-venterà regione autono-ma, ma ci è andato molto vicino. Ma, tagli a parte (e per le province ci si aspet-tava anche di più e di me-glio), sul piano pratico della ridistribuzione delle funzioni che appartene-vano agli enti soppressi, siamo ancora nella più totale incertezza.

In concreto, i tagli del-le province significano quasi esclusivamente la fine delle rimesse statali: insomma soldi che non arriveranno più, neanche quando le competenze saranno riassegnate, pro-babilmente alle Regioni o alle province superstiti.

Da Taranto, ad esem-pio, arriva il grido di allar-

me di Gianni Florido, pre-sidente della Provincia: “Se questo provvedimen-to sarà confermato, regi-streremo ulteriori minori entrate pari a 12 milioni di euro. Questa riduzione di fondi renderà impossi-bile l’equilibrio di bilan-cio e andrà a sommarsi ai 7 milioni di euro di tagli già previsti e quindi non erogati alla Provincia di Taranto per l’anno 2011. A livello generale, tutto ciò comporterebbe per le Province tutte, compresa quella di Taranto, l’im-possibilità di garantire l’apertura delle scuole, la manutenzione minima delle strade, compreso lo sfalcio delle erbe e l’ero-gazione di tutti gli altri servizi di base”.

Se confermati, i 500 milioni di euro di tagli alle Province, secondo l’Unio-ne delle Province Puglie-si di cui Florido è presi-dente, comporteranno il dissesto finanziario delle Amministrazioni pro-vinciali e dunque la loro chiusura di fatto. All’Upi pensano alle dimissioni in massa di tutti i presi-denti di Provincia.

Ma tra il dire e il fare…

Una “cura da cavallo” come si usava dire quan-do le misure per com-battere una malattia ri-schiavano la stessa vita del paziente umano, di sicuro meno resistente di un equino. Ma quindici anni di inerzia e di incon-sapevolezza nei confronti di una crisi mondiale e strutturale non hanno, pare, lasciato scampo ai paesi europei più fragili come il nostro, la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda e la Grecia.

E mentre sul paese in-combe da qualche ora anche la minaccia di un ritorno di Silvio Berlusco-ni al centro della scena politica e Mario Monti forse pensa a un futuro sul colle, resta da capire, in termini tecnico-pratici cosa davvero cambierà nella nostra regione alla luce di questa impietosa revisione di spesa.

Cominciando dalla sa-nità. Diciamo subito che in Puglia non dovrebbe

succedere nulla. La nostra regione è infatti fra quel-le che sono in piena fase di rientro. In altre parole, una spending review au-toctona, resa necessaria dalla voragine di debito provocata dalla sanità e che ha portato alla sop-pressione di ospedali e posti letto. Anzi, in Puglia sono previsti cinque nuo-vi ospedali per un investi-mento complessivo di 560 milioni di euro: il tutto però è ancora largamente in fase progettuale.

Giustizia. Spariscono i tribunali di Lucera e di

di Fortunata Dell’Orzo

TAGLI E SACRIFICI - Il buco provocato dalla sanità regionale ha portato al piano di rientro: non cambierà quasi nulla

Puglia, ecco la spending reviewPresto spariranno i tribunali di Lucera e di Fasano. Arriva la scure su tre province, con Bari destinata a diventare Area metropolitana

A zero, come le chiacchiere: mentre il governo taglia a colpi di accetta e ridisegna dopo 150 anni l’asset-to complessivo dello stato, a Bari nessuno sa bene cosa significhi e come sarà la nuova area metropolitana che ormai deve nascere.

Piano strategico, Terra di Bari e tutto l’armamentario dema-gogico-elettoralistico su cui in gran parte si è alimentata e cresciuta l’era Emiliano, al mo-mento non possono costituire nemmeno una vera base di par-tenza per la definizio-ne della Metropoli.

Avrebbe dovuto es-sere convocata, e da tempo, una massiccia conferenza dei servizi e delle istituzioni che coinvolgesse tutte le municipalità coinvol-te.

E bisognerà ride-finire i confini che, per quanto se ne sa, dovrebbero coincide-re con la Provincia di Bari, nella sua riformu-lazione dopo la nasci-ta dell’inutile BAT. Nel vecchio piano strate-gico, i cui resti sono comunque consulta-bili in rete all’indirizzo www.ba2015.org, sono coinvolti ben 31 comu-ni, fra rivieraschi e in-terni per un centinaio

di chilometri di fronte a mare.

Tutto il lavoro che fu svolto da decine di giovani professionisti e che costò alcuni milio-ni di euro (ben spesi se ci fosse stato un segui-to) oggi rischia di non aver alcun valore prati-co e nemmeno di indi-rizzo perché alla teoria, ai progetti e alle decine di forum, non è poi se-guita nessuna seria pe-rimetrazione dell’area, nessuna seria ipotesi di riassetto istituziona-le e logistico. Nulla in-somma che preparasse il territorio all’istitu-zione vera dell’Area Metropolitana.

C’è stato un dibatti-to sul decentramento che sembrava dovesse passare solo dalla ri-duzione del numero delle Circoscrizioni (che invece sono de-stinate a scomparire): un po’ pochino, viste le gloriose e al momento inutilizzabili premes-se.

Una ulteriore e triste dimostrazione che la classe politica cittadi-na, di maggioranza e di opposizione, non è stata in grado di pro-durre una vera idea nuova sulla nuova città metropolitana, la cui nascita ormai è immi-nente.

F.D.O.

Area metropolitana,questa sconosciuta

a bari

Siamo di parte, lo ammettia-mo candidamente. Ma pensia-mo anche di dire la verità. Tra le vignette in lizza per la vittoria nel Concorso premio per la mi-gliore vignetta dedicata all’UE nella sezione stampa, la miglio-re pensiamo sia quella del no-stro Pierfrancesco Uva.

Si tratta di una vignetta pub-blicata su Puglia d’oggi lo scorso 2 dicembre.

La vignetta è tra le 20 più bel-le d’Europa. Ma può vincere. Per farlo ha bisogno del supporto di tutti i nostri lettori.

Vi invitiamo, dunque, ad ac-cedere sul sito del periodico “In-ternazionale” e, nella sezione dedicata al concorso (Festival), a votare per questa vignetta.

Pierfrancesco Uva ètra i migliori d’Europa

concorso di vignette internazionale

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4 venerdì 13 luglio 2012Regione PugliaSANITA’ - Presentata l’idea di costruire cinque nuovi ospedali in tutta la Regione per una spesa di oltre 500 milioni di euro

Ospedali, con quali fondi?Senza la certezza della copertura finanziaria impegno preso dalla Giunta regionale rischia di essere l’ennesimo specchietto per le allodole e solo un’operazione di marketing

Ricapitolando, la Re-gione ha deciso di inve-stire una cifra superiore al mezzo miliardo di euro per 5 nuovi ospedali di li-vello regionale. E nel con-tempo di tagliare posti letto, reparti e di chiudere una serie di ospedali in tutta la Regione, coeren-temente anche con le ri-chieste nazionali fatte in materia.

I nuovi presidi ospeda-lieri sono quelli di Andria 350 p.l. (con una stima di costo per la realizzazione di 84 milioni e con una localizzazione prevista in contrada Martinelli); Bari Nord (che sovrintenderà alle esigenze assistenzia-li del nord barese e della parte sud della ASL BT con 250 p.l e una stima di costo di 60 mln; sul-la localizzazione del sito si sta ancora lavorando); Bari – Brindisi 350 p.l. (84 milioni, area interessata compresa tra Monopoli e marginalmente Fasano); Taranto 700 p.l. (costo di 210 milioni e localizza-

Chiariamolo subito. Non siamo aprioristi-camente contrari alla costruzione dei cinque nuovi poli ospedalieri sbandierati dal presidente Vendola.

Ma in un periodo in cui è lo stesso Vendola, anche per bocca del suo asses-sore alla sanità Attollini, a chiedere ai pugliesi di non essere sterilmente campanilistici, e di entra-

re nell’ottica di una ne-cessaria ed improrogabile ricollocazione sanitaria su un livello di vicinorie-tà territoriale che possa garantire a tutti i cittadini pugliesi le garanzie mini-me di assistenza sanita-ria riducendo al minimo possibile gli spostamenti nell’ottica di una pesante spending review, è anche giusto chiedersi con quali soldi e in quanto tempo queste strutture verranno realizzate.

“Sono convinto che i sindaci della provin-cia di Brindisi convo-cati insieme a quelli della provincia di Bari, dall’assessore regiona-le alle Politiche della salute, Ettore Attolini, sapranno cogliere l’oc-casione per denun-ciare con forza l’en-nesimo scippo subito dal nostro territorio, esprimendo un parere contrario al Piano d’in-vestimenti sanitari per la costruzione di nuovi ospedali”.

A sottolinearlo è stato il consigliere re-gionale di Futuro e Li-bertà, Euprepio Curto, al termine della seduta della III Commissione consiliare nell’ambito della quale l’assessore Attolini aveva sostan-zialmente confermato che la localizzazione del cosiddetto Ospeda-le Nord della provincia di Brindisi, inizialmen-te allocato tra Ostuni e Fasano aveva subito una modifica sostan-ziale essendo stato pro-grammato in un’area quasi interamente rica-dente in territorio mo-nopolitano.

“Nessuno steri-le campanilismo – ha aggiunto Curto - ma

siccome la previsio-ne della realizzazio-ne dell’ospedale nord brindisino costituiva la naturale conseguenza della soppressione dei due nosocomi di Ostu-ni e Fasano, non sono comprensibili i motivi per i quali a Brindisi si sottraggono due ospe-dali per darne uno in più all’area barese.

“Probabilmente – ha proseguito Curto – la ragione sta nel fatto che molte città della pro-vincia di Bari sono or-mai stanche delle con-tinue cannibalizzazioni subite dal capoluogo, motivo per cui la con-cessione fatta alla città di Monopoli potrebbe costituire una sorta di risarcimento politico per ciò che alla provin-cia era stato tolto dalla futura città metropoli-tana”.

“Tutto giusto – ha concluso Curto – se non fosse per due fatto-ri importanti e, al con-tempo, inquietanti: in-nanzitutto, il fatto che il prezzo in termini sa-nitari ancora una volta vien scaricato sul con-traente più debole (in questo caso la provin-cia di Brindisi); e, in se-condo luogo, la possibi-lità che, almeno stando ad alcune autorevoli in-discrezioni, cordate di grandi costruttori bare-si abbiano fatto pesare la loro influenza al fine di poter meglio osser-vare le fasi che condur-ranno all’assegnazione del lucroso appalto. Ma su quest’ultimo argo-mento ritornerò”.

Penalizzata tutta la provincia di Brindisi

l’intervento di euprepio curtozione in un’area da indi-viduare) e, infine, Lecce sud 250 p.l. (con sede a Maglie e una spesa di 60 mln.).

Ora però si tratta di verificare se le risorse de-stinate all’edilizia sanita-ria ex art. 20 sono anco-ra disponibili, a quanto ammontano, quali sono i tempi a disposizione per presentare i progetti, visto che è ancora tutto da fare, compresa l’individuazio-ne delle aree idonee e se si potrà accedere a tali risor-

se per competenza e per cassa.

Queste sono anche le domande, in sintesi, che sono state rivolte diretta-mente dal Consigliere re-gionale di Fli Giammarco Suciro al governo Vendola a proposito dell’annuncio elativo alla costruzione di cinque nuovi ospedali in Puglia.

“Le risposte a queste domande sono condizio-ne essenziale perché la promessa dei nuovi cin-que ospedali possa esse-

re mantenuta”, afferma, “Senza la certezza della copertura finanziaria, in-nanzitutto, questo impe-gno rischia di essere l’en-nesimo specchietto per le allodole destinato alla propaganda strumentale per coprire anni di cattiva gestione, sprechi e im-mobilismo”.

“La sanità pugliese ha bisogno di certezze e di riorganizzazione seria e razionale”, continua, “non ha bisogno di sicuro di una operazione di mar-keting che si trasforme-rebbe in un boomerang, considerato che, se risor-se e tempi in realtà non vi sono, la Regione Puglia - l’unica a non aver avvia-to a suo tempi gli accordi di programma per l’edili-zia sanitaria nonostante i fondi disponibili - rischia di pagare studi di fattibi-lità e progettazione senza la garanzia che le opere saranno poi finanziate e realizzate. Una beffa nella beffa per i cittadini pu-gliesi”.

“Ci auguriamo, quin-di”, conclude Surico, “che la giunta regionale prima dell’annuncio abbia già incassato la certezza delle risorse. E che questa volta sia diverso da quello fatto due anni fa a proposito di 12 nuovi fantomatici ospedali”.

Sulla stessa linea di prudenza anche Salvatore Negro, capogruppo Udc alla Regione.

“Siamo scettici sulla possibilità che possano essere realizzati con-cretamente, così come esprimiamo anche forti perplessità sui costi an-nunciati per la realizza-zione di queste nuove strutture”.

“Si è perso colpevol-mente troppo tempo – ha sottolineato – nonostante vi fosse da parte del Go-verno regionale un impe-gno preso con l’approva-zione del piano di rientro che, oltre alla riconver-sione in poliambulatori e case della salute delle strutture dismesse, pre-vedeva anche la realizza-zione di nuovi ospedali. La Puglia arriva in corsa e con affanno, mentre ci sono 8 Regioni in lista d’attesa pronte a firmare il protocollo d’intesa per ottenere i finanziamenti e realizzare i nuovi no-socomi. Naturalmente ci auguriamo che tutto vada per il meglio, restiamo scettici”.

di Roberto Mastrangelo

Euprepio Curto a la spending review sanitaria

Parte la sferzata sui costi e gli spre-chi nella sanità pugliese. Il governato-re Nichi Vendola ha deciso di mettere punto un piano di spending review re-gionale all’indomani di quello messo a punto dal Governo nazionale. Mar-tedì scorso sono state approvate dal-la giunta regionale, due delibere: nella prima viene esteso alle Asl il ruolo di centrale acquisti di Empulia, la piatta-forma digitale per le forniture della pubblica ammi-nistrazione sinora adottata dai soli uf-fici regionali. Questo significa che Asl e società in-house saranno obbligate ad adeguarsi ai criteri di committenza per le gare di tutti gli acquisti superiori ai 200 mila euro. Nella seconda delibe-ra invece, è presente un regolamento che obbliga le Asl, in caso di acquisti inferiori ai 200 mila euro, ad allinearsi al catalogo merceologico degli acqui-sti che sarà fornito da Empulia per il tramite della rete informatica intranet Edotto, già attiva nelle aziende sanita-rie. La novità che andrà ad incidere sul-le spese delle varie Agenzie regionali è presente, invece, in una terza delibera della giunta. Le varie Arpa, Adisu, Arif, Arti Arem, Pugliapromozione etc. do-vranno adeguarsi al regolamento per le gare al di sotto dei 200 mila euro. In soldoni: Empulia acquista (con gara

pubblica) per tutti e spunta un prez-zo più basso; quindi ogni Asl fruisce secondo necessità dalla partita ac-quisita in maniera centrale. Nel caso in cui si debba acquistare un bene o un servizio non previsto nel catalogo di Empulia, le Asl sono obbligate a

unirsi in «gruppi di acquisto». Lo scopo è il medesimo: fare massa e spuntare condizioni più fa-vorevoli.

Le novità intro-dotte dalle delibere succitate, si sono rese necessarie poi-ché si era arrivati

ad un totale di spesa davvero abnor-me. Per il solo 2011 le sei Asl avevano speso più di 1 miliardo e 24 milioni di euro. Davvero troppo per non fare qualcosa. Inoltre a breve sarà bandito un concorso pubblico della Regione (il primo da diversi anni) per 200 fun-zionari categoria D: 130 per l’area am-ministrativa e 70 per l’area tecnica.

“Le due delibere che rivoluzionano le procedure e i criteri di acquisto di beni e servizi – spiega l’assessore alle Politiche della Salute Ettore Attollini - da parte di enti e aziende del Servizio sanitario regionale, introducono rile-vanti cambiamenti in ambito di gare e appalti in sanità. Il nostro obiettivo è la modernizzazione del sistema e la sua massima efficienza.

Andrea Dammacco

Spese low-cost per le Aslcon il centro acquisti unico

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venerdì 13 luglio 2012 5Regione Puglia

I Comuni Riciclo-ni non sono pugliesi. E’ stato il Nord Italia ad aggiudicarsi il po-dio per la gestione dei rifiuti nella classifica di Legambiente. Ben 1.123 comuni vincono l’appellativo di ricicloni 2012 per aver superato il 65% di raccolta dif-ferenziata, mentre ben 833 comuni si confer-mano “zoccolo duro” del concorso, compa-rendo da tre anni con-secutivi nelle classifi-che.

Comuni ricicloni 2012 di Legambiente premia i comuni che hanno raggiunto già nel 2011 la quota che, per legge, è richiesta solo dal 2012 di almeno il 65% di raccolta diffe-renziata (era del 60% lo scorso anno).

In Puglia, Montepa-

rano (Ta) si riconferma unico comune riciclo-ne, mentre il Comune di Rutigliano (Ba) rice-ve la menzione speciale “emergenti nell’emer-genza”.

“I dati dell’edizione nazionale di Comuni Ricicloni confermano come nella nostra re-gione continua la dit-tatura delle discariche. -dichiara Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia- La raccolta differenzia è ferma a percentuali troppo basse rispetto agli obiettivi, per non parlare del trend deci-samente negativo dei capoluoghi di provin-cia. Occorre una svol-ta a partire da alcune priorità quali: l’impian-tistica e dalla raccolta differenziata porta a porta”.

Monteparano nel vuoto dei Ricicloni pugliesi

raccolta differenziata

Il consigliere regio-nale di Fli, Euprepio Curto, ha rivolto al pre-sidente della Regione, Nichi Vendola, una in-terrogazione sull’affol-lamento carcerario in Puglia.

In Puglia, a fronte di una capienza delle carceri stimata in 2.450 posti letto, risultano es-sere detenuti ben 4.550 persone.

“Tale stato di cose - ha detto Curto - porta a parlare di situazioni che, in special modo in particolari periodi dell’anno, quello esti-vo soprattutto, definire disumane non è irreali-stico. “Tra l’altro ci sono stati interventi critici anche da parte di alcuni organismi sindacali del-la polizia penitenziaria che, molto opportuna-mente, hanno eviden-

ziato il consequenzia-le disagio venutosi a creare all’interno della polizia penitenziaria costretta a gestire si-tuazioni divenute ogni giorno di più molto de-licate”.

“La situazione appa-re grave soprattutto per ciò che concerne la si-tuazione dei detenuti a causa di fattori ambien-tali e sanitari che nel pe-riodo estivo diventano pressoché esplosivi”.

Un anno fa fu istitui-ta la figura del Garante dei diritti dei detenuti.

“Quali siano state - si chiede Curto - le attivi-tà e le iniziative assunte ad oggi da tale figura all’interno del sistema penitenziario pugliese? Quale la valutazione che il governo regionale ritiene di poter dare al riguardo?”

Situazione carceraria, cosa fa il Garante?

interrogazione di curto (fli)

www.ilvelino.it

La Regione Puglia ha approvato nella seduta di mercoledì scorso il dise-gno di legge, presentato circa un anno fa, su sof-tware libero, accessibilità dei dati e documenti ed hardware documentato.

In pratica c’è il via libe-ra della Regione Puglia per l’utilizzo di software Open Space, senza licenze, aper-to alla collaborazione ed alla modifica di tutti. Una legge che porta la Puglia ad essere una delle Regioni d’Italia all’avanguardia per quanto concerne l’uso di software libero nella Pub-blica Amministrazione.

Non è sufficiente, in-fatti, che i dati siano resi

pubblici dalla pubblica amministrazione. Quel che occorre, è consentire al cittadino di gestire quei dati, di modificarli, di con-dividerli.

In tutto il mondo, infat-ti, il movimento culturale del Free Software, par-

te dallo stesso obiettivo: rendere libero l’accesso al Codice sorgente dei Sof-tware, cioè al codice che consente solo ai produt-tori di sistemi operativi e di programmi applicativi, la possibilità di apportare modifiche agli stessi.

Ora Regione Puglia e società da essa partecipa-te diventeranno al 100% titolari del ‘codice sorgen-te’, raggiungendo 4 impor-tanti obiettivi, che proprio l’Open Source consente: 1) eseguire il program-ma per qualsiasi scopo; 2) studiare il programma e di modificarlo, adattan-dolo alle proprie necessi-tà; 3) la ridistribuire copie del programma in modo da aiutare il prossimo; 4) migliorare il programma e di distribuirne pubbli-camente i miglioramenti, affinché tutta la comunità ne tragga uguali benefici.

Altro aspetto è l’Open data, metodo per gestire i

dati pubblici, per garantir-ne l’accesso e la loro libera utilizzazione, con conse-guenze non indifferenti per tutti i cittadini e per la loro conoscenza.

La Regione Puglia, dun-que, è chiamata a ricon-vertire la propria struttura informatica, “liberandola” dalle licenze sui principali programmi e sui pacchet-ti applicativi (su tutte le licenze Windows ed Offi-ce), ed a formare il proprio personale per l’uso di sof-tware che non hanno asso-lutamente nulla di meno rispetto ai loro omologhi sotto licenza.

La domanda, però, è: quanti programmi con li-

cenza vengono elaborati negli uffici della Regione Puglia? Ad occhio e croce pochini. Quanto persona-le è pronto ad usare, per esempio, una piattaforma operativa Linux? Pensia-mo molto poco.

Qual’è la percentuale di informatizzazione degli uffici e, soprattutto (nello spirito di questa legge ap-provata) della documenta-zione?

Andare sulla rete signi-fica innanzitutto esserci in tempo reale. Hanno poco senso i documenti, le de-libere e i bandi pubblicati con giorni e settimane di ritardo. Anche questo è Open Source.

INFORMATIZZAZIONE - Via libera per il software senza licenze e per l’accessibilità completa dei cittadini ai documenti. Sarà vero?

Regione freeware ed Open data

Si è tenuta merco-ledì mattina presso la sede della Presidenza regionale la riunione tra l’Assessore alla sanità Attolini ed i Sindaci del-la Provincia di Taranto. Tema della discussione la realizzazione del nuo-vo polo ospedaliero ta-rantino. La Puglia avrà nei prossimi anni dodici nuovi ospedali, cinque dei quali saranno rea-lizzati immediatamen-te. Il primo sarà proprio quello della Città dei due mari per la realizzazione del quale è stata prevista una spesa di 210 milioni di Euro (per 700 posti let-to), dei quali 65 rivenien-ti dalle somme già impe-gnate per la costruzione del “San Raffaele” e la restante parte da somme che il Governo destine-rà alla Sanità. Unanime l’accordo della conferen-

za dei sindaci del taranti-no i quali hanno espresso parere favorevole. Sulla vicenda abbiamo sentito il sindaco di Sava, Dario Iaia il quale ha dichia-rato: “Il nostro territo-rio merita una struttura nuova ed all’avanguardia che possa degnamente rispondere alle esigenze dei cittadini e che pro-babilmente riuscirà ad arginare quel triste feno-meno dell’emigrazione sanitaria. Anche rispet-to alla localizzazione del sito il mio giudizio è favorevole, in quanto l’area su cui insisterà il nuovo nosocomio è già servita dal punto di vista delle infrastrutture viarie e a breve sarà raggiungi-bile da tutti i paesi della Provincia attraverso il completamento della “Tangenziale sud”.

Francesco Fischetti

Sindaci favorevoli al nuovo polo jonico

l’ospedale di taranto

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6 venerdì 13 luglio 2012Bari

Il pasticciaccio delle tes-sere false al congresso ba-rese del Pdl si sta ingarbu-gliando.

Sembrava poco più di una goliardata e, invece, ha preso una piega bruttissima e del tutto imprevedibile.

Chissa se saranno con-tenti i consiglieri comunali Filippo Melchiorre e Mas-simo Posca. La loro denun-cia in sede congressuale doveva solo”infastidire”, e non più di tanto, la coraz-zata fittiana, ma ora rischia di scoperchiare un grosso pentolone.

I lettori ricorderanno

benissimo, anche grazie a “Striscia la notizia”, che alla vicenda dedicò più di una puntata, la singolare cir-costanza dei 138 iscritti al Pdl di Bari che risultavano residenti tutti a uno stesso indirizzo.

Dopo la denuncia di Posca e Melchiorre, fu Stri-scia la notizia a scoprire che quell’indirizzo non corrispondeva a un mega condominio, nel quale era scoppiata la febbre per il partito berlusconiano, ma a un più modesto scantinato, ove aveva sede solo un uffi-cio di consulenza commer-

ciale. I vertici del Pdl, Sen. Lui-

gi D’ambrosio Lettieri e on. Francesco Sisto, entrambi in predicato di candidarsi a sindaco di Bari, si affret-tarono subito a garantire la legittimità delle tessere e, in ogni caso, a promuovere una serie indagine interna, poi mai fatta.

Una indagine vera, inve-ce, l’avviò la Procura della Repubblica di Bari, che, a un certo punto, incrocia un nome, Dario Papa, Vice di-rettore dell’ufficio postale interno dell’Ipercoop Mon-golfiera di Bari Japigia.

Un colletto bianco, “fi-glio di persone molto per bene, garbatissime”, come si affrettò a dichiarare a Repubblica il sen. Luigi D’ambrosio Lettieri, coor-dinatore cittadino del Pdl. Saranno certamente più che garbati i suoi genitori, ma lui, il vice direttore, é stato accusato di fatti gra-vissimi.

Avrebbe utilizzato pas-sword e dati personali di decine di correntisti postali per tentare di spostare in-genti somme dai loro conti correnti personali a un altro conto, acceso in un paese dell’Europa dell’est. La truf-fa é stata sventata in tempo dalla polizia postale e il vice direttore è finito prima in-dagato e poi licenziato in tronco.

Cosa ha a che fare questa brutta storia con il congres-so del Pdl?

Nulla, se non per la stra-na circostanza che tutti e 138 gli iscritti fasulli erano correntisti postali presso l’ufficio postale dell’Iperco-op Mongolfiera di Japigia, dove il Papa era vice diret-tore.

Di qui il sospetto che il Papa sia stato l’autore, sia della sventata truffa che

delle tessere false. Il tutto in danno degli

ignari correntisti che, inter-rogati, hanno tutti negato di essere mai stati iscritti al Pdl. Peccato che proprio l’avv. Sisto aveva personal-mente garantito a Mingo di Striscia la notizia che quegli iscritti erano tutti soci di un’associazione, con sede a quell’indirizzo.

Associazione della quale, per quante indagini abbia fatto, la Polizia giudiziaria non è mai riuscita a trovar traccia. Allo stato Papa ri-sulta solo indagato, mentre le indagini continuano.

Gli inquirenti sospettano che il fenomeno delle tesse-re false sia molto più ampio di quanto emerso sino ad oggi. Inoltre intendono ac-certare anche per conto di chi il Papa si procurava tan-

BARI - I falsi iscritti erano tutti correntisti postali. Ai loro danni anche una tentata truffa. Si attendono clamorosi sviluppi

Tessere false, l’affare si ingrossa

Lettieri intervistato dagli inviati di “Striscia”. Il senatore del Pdl: “Papa (indagato) è persona per bene”

E due. Per la seconda volta il leader pugliese del Pdl, l’ex Ministro Raffaele Fitto rinuncia alla prescri-zione, di cui poteva gio-varsi.

Era già accaduto nel processo La Fiorita. Il copione si é ripetuto nel processo Cedis. Il P.M. per Fitto aveva chiesto di non procedere per intervenu-ta prescrizione dei reati addebitatigli, mentre per i suoi coimputati, accusa-ti di reati più gravi, aveva

chiesto pesanti condan-ne. I fatti si riferiscono agli anni 2004/2006, quando Fitto era presidente della Regione. Fitto è accusato di aver agevolato la sven-dita di 23 supermercati della catena Cedis a un prezzo sottostimato, set-te milioni di euro invece di 15, per favorire un suo congiunto.

Fitto si è sempre dichia-rato innocente, ha seguito diligentemente tutte le udienze dibattimentali e,

dopo la richiesta del Pm, ha dichiarato di rinuncia-re alla prescrizione.

Una scelta che gli fa onore. L’ex ministro non si avvarrà della prescri-zione, correrà l’alea del giudizio, presenterà le sue ragioni e protesterá anco-ra una volta la sua inno-cenza.

Se sarà assolto, come sinceramente gli auguria-mo, la sua correttezza sarà stata validata da un Tribu-nale della Repubblica. Se

malauguratamente do-vesse essere condannato, di lui non si potrà dire che si è sottratto alla giustizia.

Un comportamento onorevolssimo, purtrop-po, non molto in voga fra i politici. Per Berlusconi, che delle compiacenti prescrizioni si è avvalso piû di una volta, una bella lezione di stile.

T.

Fitto rinuncia alla prescrizioneuna lezione per Berlusconi

coraggiosa scelta del leader pugliese del pdl

te tessere false. Ed è proprio questa cir-

costanza, che rischia di scoperchiare un grosso pentolone, svelando verità esplosive. Il Pdl, intanto, tace.

Da un pò di tempo ê stata scelta la strada del silenzio. Nessun commen-to, nessuna smentita, sul-lo scandalo Kentrion, che vede coinvolto uno stretto collaboratore dell’on. Di-staso, segretario provincia-le.

Nessun commento nemmeno su questa vicen-da delle tessere false, che vede smentite le assicu-razioni fatte all’epoca dal sen. Lettieri e dall’on. Sisto. Tutto tranquillo nel partito barese di Raffaele Fitto.

Ma può essere la quiete che annuncia la tempesta.

Nulla è ancora deciso, perchè si aspetta di co-noscere la legge elettora-le, ma le manovre sono cominciate.

Se non siamo al “si sal-vi chi può”, poco ci man-ca. Cominciamo dalla notizia piû clamorosa.

Massimo Cassano, il recordman delle prefe-renze, é in procinto di lasciare il Pdl.

GLI SCENARI DEL CENTRODESTRA - Cassano con la Polverini? Melchiorre apre Nuova Italia? Cosa farà Raffaele Fitto?

Il Pdl pugliese verso la frantumazione?Avrebbe giá avuto più

di un contatto con Rena-ta Polverini. Come è noto la Presidentessa dela Regione Lazio starebbe pensando a una sua lista. Ha costituito già un’as-sociazione, può conta-re sulla rete territoriale della Ugl ed è a caccia di candidati forti.

Massimo Cassano po-trebbe essere uno di que-sti. Per il Pdl una grossa perdita, ma Cassano é stanco delle tante pro-messe non mantenute di Raffaele Fitto e sa bene che questa volta l’ex mi-nistro non potrà onora-re tutti gli impegni presi con tanti esponenti del Pdl.

Meglio, quindi, attrez-zarsi in proprio e cercare terreni vergini.

Quello della Polverini, per esempio.

Chi, invece, non ab-bandonerà la strada vec-chia per la nuova è Filip-po Melchiorre.

L’ex esponente più suffragato di An non ha mire parlamentari e, per il momento, non lascerà il Pdl, restando nell’alveo della corrente di Gianni Alemanno.

La musica, invece, sará diversa alle comu-nali.

Per quell’epoca sem-bra certa la presenta-zione della lista Nuova Italia. L’esperimento è già stato tentato in altre parti, ma a Bari avrebbe una valenza ben diversa, vista la forza elettorale di Melchiorre.

Imminenti l’apertura di una sede e l’avvio di un’attività convegnistica, anche in collaborazione con altre associazioni.

In fermento anche il mondo degli ex an, o meglio, degli ex missini. Non si riconoscono in Fini, del quale non han-no capito e condiviso il percorso, e non si sento-no più rappresentati da Berlusconi.

Vorrebbero rifare An, o qualcosa di simile, ma non ne hanno la forza e si trascinano dietro di-visioni, gelosie e incom-presioni del passato. Salvo qualcuno, più indi-pendente, finiranno tutti per accodarsi a Raffaele Fitto.

Ma cosa farà il vicere di Maglie?

È presto per saperlo.

Massimo Cassano Filippo Melchiorre

Sisto: “Gli iscritti sono veri e sono tutti soci di un’associazione”

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venerdì 13 luglio 2012 7Bari

Un evento spacciato per “primo forum delle liste civiche pugliesi” si è rive-lato invece il raduno degli scomparsi, dei riciclabili e dei riciclati, tutti più o meno ex democristiani, ex cislini, ex forzisti. Alcuni con notevoli precedenti, altri con sentenze patteg-giate e non per guida sen-za patente o liti condomi-niali. Altri ancora in cerca di definitiva consacrazio-ne all’ombra del potente di turno (in questo caso uno spaesatissimo Emilia-no che sette anni fa di liste civiche se ne intendeva evidentemente di più).

Un’idea di Alfonso Pi-sicchio, vicesindaco e presidente regionale di un partito nazionale (API, quello di Francesco Rutel-li) che deve essere sfuggita di mano, non si sa quanto intenzionalmente, agli or-ganizzatori, sbagliata sia sul piano della comuni-cazione (tavolo gestito da persone incapaci di comu-nicare alcunché, relazioni lunghe, monocordi, noio-se) che della informazio-ne (nessun materiale per la “stampa”, una relazione sulle intenzioni di voto fat-ta da una non meglio pre-cisata agenzia, senza uno straccio di supporto multi-mediale, quindi credibilità pari a quella dei messaggi

BARI - Unico momento interessante i retroscena di Pisicchio su una riforma della legge elettorale che non vuole nessuno

Una deludente passerellaal forum delle liste civiche

di Fortunata Dell’Orzo

Spigolando fra le liste civiche abbiamo ritro-vato un po’ di facce e di storie che pensavamo perdute nel gran mar del tempo che fu.

Antonello Campione: chi lo ricorda fresco fre-sco candidato per Forza Italia, siamo ai tempi di Franco Sorrentino pre-sidente della Provincia. Lui assessore allo sport. Era il prototipo del ma-

schio forzista che anda-va allora. Oggi, non si sa. Era alle liste civiche, forse, come in certe cro-ciere per single, cercava un posto per un nuovo viaggio.

Andrea Silvestri: un must. Tre anni patteggia-ti e tutti assorbiti da un provvidenziale indulto per una faccenda abba-stanza brutta. Formazio-ne professionale, viaggi

a Roma a spese della co-munità, un’amante fede-lissima che era pure una dipendente regionale… insomma cose di casa nostra. Ma lui era lì, alle liste civiche.

Nino Anaclerio: una new entry assoluta. Una di quelle patate indige-ste e pesanti che Emi-liano s’è dovuto ingoia-re quando ha smesso di credere nel suo progetto

e ha ridato fiato non ai partiti ma alla peggiore partitocrazia. Un esperto nel cambio in corsa di ca-sacca. Assurge agli onori della cronaca quando nel 2003 una retata rischia di mandare deserto il con-siglio comunale di Bari, allora governata dal cen-tro destra. Due gruppi di consiglieri (FI e UDC) coinvolti in una storia di concussione, agivano l’uno all’insaputa dell’al-tro, tartassando lo stesso imprenditore. Era anche lui fra le prime file. E del resto, perché non do-

vrebbe? Oggi è uomo dei Degennaro ramo edile, rappresenta benissimo quella “realtà pugliese” che guarda caso è pure una lista civica.

La vecchia Cisl impa-sticcata: quella che face-va politica e sindacato e poi accusava CGIl e UIL di essere la longa manus di PCI e PSI. C’erano al-cune venerande cariatidi fra le liste civiche, an-che loro a rappresentare il nuovo che avanza. O che è avanzato, è andato a male e bisognerebbe buttare nell’organico?

Toh, chi si rivede, vecchie facce e qualche volto nuovo

spigolando tra le liste civiche

di Medjiugorie).Con l’intervento finale

di Michele Emiliano che ovviamente spara a zero sul suo partito, il PD, rive-lando che è pieno di gente senza mestiere che usa la politica per fini personali (ma non ha citato però il suo alleato e forse amico Gerardo Degennaro che invece un mestiere ce l’ha e aveva una parente in giunta sino a qualche mese fa).

Insomma, una passe-rella anche piuttosto de-primente, politicamente nulla, utile solo per la re-lazione dell’on. Pino Pisic-chio che ha raccontato un

po’ di retroscena su una riforma elettorale che non vuole nessuno: “in par-lamento ci sono solo 32 persone elette con le pre-ferenze. Chi volete che le

reintroduca, con quest’aria che tira”.

Se questo è il nuovo che avanza, avrebbe detto un vecchio iscritto al PCI, ri-dateci Pajetta.

Com’è possibile che all’ospedale pediatrico di Bari, ad un bambino di 4 anni, per giunta am-malato, sia stato servito

un piatto a base di cozze, insalata di mare e polpa di granchio? Lo chiede-remo ai responsabili sa-nitari della struttura.

Pranzo d’ospedale?fotonotizia

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8 venerdì 13 luglio 2012Speciale

maschile, un piccolo mira-colo di una cittadina che, da anni e soltanto grazie alla grande passione di un gruppo dirigenziale riesce a mantenersi a galla nei campionati nazionali.

Poi c’è la situazione del-la pallamano maschile, dove nel massimo campio-nato la scorsa stagione tre compagini pugliesi hanno lottato ai vertici della clas-sifica, con Conversano vi-cecampione d’Italia, Noci e Fasano fuori nei playoff scudetto.

Ed anche qui i problemi non mancano di certo. Per la squadra più titolata di Puglia (il Conversano vanta 5 scudetti, 5 coppe italia e 3 supercoppe italiana) fino all’ultimo sembrava addi-rittura in pericolo l’iscrizio-ne al campionato, scongiu-rata proprio pochi giorni fa.

Intanto il s o d a l i z i o conver-sane-se è

L’INCHIESTA - Non c’è una società, di qualunque disciplina, che possa presentarsi con ambizioni di vertice

Lo sport pugliese rischia di sparireda tutti i campionati più importanti

A ben guardare la map-pa dello sport pugliese, la situazione è assolutamente deficitaria.

Negli ultimi anni, e nell’ultimo in particolare, lo sport nella nostra regio-ne è piombato in una crisi senza precedenti.

Della drammatica situa-zione di Foggia ne parla il collega Enrico Ciccarelli in altra pagina.

Non c’è squadra in qua-lunque campionato pro-fessionistico che possa presentarsi ai nastri di par-tenza con le carte in regola per poter puntare ai vertici nazionali.

Anzi, rincariamo la dose. Sono pochissime le squa-dre che possono iscriversi ai campionati professioni-stici a cuor leggero e senza patemi d’animo.

Al momento sono sol-tanto cinque le compagini pugliesi presenti nei mas-simi tornei sportivi: il Cras Taranto nel basket fem-minile (ma il club jonico, benché campione d’Italia in carica, ha già annuncia-to la rinuncia alla prossima Eurolega), la New Mater Castellana nella pallavolo

alla prese con una forte crisi economica che ne potreb-be mettere a repentaglio la competitività della squadra nel prossimo torneo nazio-nale, con un budget molto ridotto e con la necessità, al momento andata delusa, di trovare forze imprendito-riali fresche in grado e con la voglia di prendere a cuo-re le sorti della squadra.

Addirittura appare quasi catastrofica la situazione nel calcio, dove il Bari, dopo il disimpegno della famiglia Matarrese, deve cavarsela con risorse minime, men-tre Lecce, Taranto e Foggia hanno chiesto aiuto ai sin-daci delle città per soprav-vivere. Buio assoluto pure sulle prospettive di Barletta ed Andria.

Ovunque si sollevano cori

di aiuto alle amministra-zioni locali che, bontà loro, hanno altri problemi ben più gravi per potersi pren-dere carico delle esanimi casse delle società sportive.

Mancano le risorse eco-nomiche, mancano spesso gli impianti sportivi (basti pensare alla lunghissima e stucchevole querelle tra il Bari ed il Comune di Bari sulla questione-Stadio), si sono incancrenite situazio-ni che non possono esse-re altrimenti sostenibili, e spesso non basta nemme-no la buona volontà di diri-genti che, quasi sempre, ci mettono il cuore e non solo.

Non ci sono investitori, e probabilmente non se ne troverebbero nemmeno ri-correndo ai fallimenti e al lodo-Petrucci (parlando di calcio).

Soprattutto per un mo-tivo molto semplice. Oggi il calcio è visto esclusiva-mente come un business da imprenditori che non hanno troppi scrupoli nel comprare e rivendere una società, con l’obiettivo di fare plusvalenze e profitti o, nella peggiore della ipo-tesi, di potersi garantire un’ampia riserva di potere economico, finanziario e contrattuale con il mondo degli istituti di credito.

Come superare l’empas-se, allora?

Ormai il momento più importante dell’intera sta-

gione del calcio in Pu-glia è il trofeo Tim,

un triangolare amichevole

che ve-drà in

di Roberto Mastrangelo

campo Inter, Juventus e Mi-lan la settimana prossima al San Nicola. Sicuramente l’unico evento di un anno capace di richiamare de-cine di migliaia di persone allo stadio per una serata che di sport ha molto poco e molto ha di commerciale e di pubblicitario.

Il che è tutto dire.La ricetta sembrerebbe

banale, eppure a noi non sembra.

Bisogna ricominciare a rivedere lo sport nella sua giusta ottica.

Come una attività ludi-ca, non professionale, eti-

ca, sociale, che possa con-sentire “il sano e robusto sviluppo della personalità umana”.

Sono parole stantìe, ce ne rendiamo conto. Eppu-re è tra le righe di questo concetto che potrebbe an-nidarsi il futuro, anche ad alto livello, delle nostre so-cietà, in tutte le discipline sportive.

Ricominciamo a lavorare sui giovani. Oggi si è perso questo “vizietto”. Eppure una volta erano la migliore risorsa di una società. Oggi sono soltanto un fastidio e poco più.

Lo stadio “San Nicola” di Bari

Nuova stangata sullo sport pugliese. Il Con-siglio regionale della Regione Puglia duran-te l’approvazione della legge di assestamento al bilancio di previsione per il 2012 ha approvato un emendamento pre-sentato dai consiglieri Caracciolo (Pd) e Alfara-no (Pdl) che prevede il trasferimento della sede Asl BAT da Andria a Bar-letta con un importo di 350.000 euro su un capi-tolo di nuova istituzione.

Il problema - grave - è che si è pensato di pren-dere la somma dal capi-tolo 861010: “Contributi per promozione attività sportiva dilettantistica”.

Vengono cioè ancora una volta sottratti fondi destinati allo sport (già enormemente carenti ri-spetto alle necessità) per altri utilizzi.

Il Coni regionale ha protestato nei confronti dell’intero Consiglio re-gionale della Puglia, del suo presidente Introna e del governatore Vendola “per la disattenzione che si continua a riservare nei fatti - prosegue San-nicandro - nei confronti del settore sportivo. Con ciò costringendo le so-cietà sportive pugliesi a ridurre le proprie attività (molte società sportive stanno scomparendo) ed evitare di organizzare manifestazioni sportive a causa della mancanza di sostegno da parte del-le istituzioni”.

“Lo sport, qui in Pu-glia, purtroppo non ha alcun sostegno econo-mico, e si basa solo sulle capacità organizzative di pochi valorosi e appas-sionati dirigenti sportivi” conclude Sannicandro.

La Regione Pugliaaffossa lo sport

tolti 350mila euro di contributi

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venerdì 13 luglio 2012 9Speciale

Tutta la crisi del calcio pugliese in cinque mosse

LE STORIE - Nel Bari il disimpegno dei Matarrese, Foggia ad un passo dal fallimento, a Lecce il sindaco è alla ricerca di acquirenti

Dall’euforia allo sconforto. La scorsa settimana i tifosi del Taranto Calcio hanno ricevuto il peggior scherzo che un tifo-so nel mondo potrebbe subire. E nei prossimi giorni potrebbe andare anche peggio. Tutto è iniziato con la penalizzazione di 6 punti in classifica a causa dei mancati pagamenti degli stipendi da parte della società.

A causa di questa mancan-za il Taranto si è visto sottrarre

una promozione in Serie B che si era guadagnato sul campo dopo ben 19 anni. L’attesa del-la sentenza del ricorso fatto al TAR da parte delle associa-zioni Taranto Vola e Taranto Futura per riavere indietro i 6 punti era attesa con trepida-zione, solo che nella mattinata di venerdì qualche buontem-pone ha avuto la brillante idea di far circolare la voce, tramite e-mail e Facebook, che il ricor-so era stato accolto. La città ha iniziato a fremere perchè que-

sto significava soltanto una cosa: senza la penalizzazione il Taranto tornava in Serie B. All’annuncio ufficiale (ma evi-

dentemente non verificato) dei media la Taranto calcisti-ca si è riversata nelle strade esplodendo di gioia per il con-seguimento della promozione. Non si salva nessuno: Repub-blica, Sky e via via tutti gli al-tri danno la notizia del ricorso accolto. Ma la gioia è durata poco. Dopo qualche ora infatti è arrivata la sentenza vera. Le agenzie, i siti ed i telegiorna-li hanno dovuto rettificarla, e così è arrivato lo sconforto: “Il ricorso è inammissibile per di-fetto assoluto di giurisdizione quanto all’azione annullato-ria”. L’istanza, quindi, è stata respinta ed il Taranto rimane in Lega Pro. Forse. Perché no-nostante il versamento per

l’iscrizione al prossimo cam-pionato, la dirigenza ora è co-stretta a pagare gli emolumen-ti mancanti (un esborso di circa 700mila euro), a chiedere una fidejussione bancaria di 600 mila euro, deve ricapitaliz-zare per 1,1 milioni e per finire, deve documentare la rateazio-ne degli oneri fiscali e previ-denziali vidimata dall’Agenzia delle Entrate e dall’Inps . Se non si otterranno tutti questi versamenti il Taranto rischia persino di essere escluso dalla Prima Divisione e venire re-trocesso d’ufficio addirittura nella Seconda. Due categorie più sotto di quella che la setti-mana scorsa, per qualche ora, hanno tutti sognato.

Quella beffarda altalena tra serie B e Seconda Divisione

taranto

volta in Serie A nel 1985. Conta 15 partecipazioni al campionato italiano di massima serie. Il miglior piazzamento in Serie A è il 9º posto nel campionato 1988-1989. Ha vinto una Coppa Ali della Vittoria come prima classificata in Serie B nel 2010, una Coppa Italia di Serie C nel 1975 e una Coppa Italo-Inglese Semiprofessionisti nel 1976.

Disputa le partite in-terne nello Stadio Via del Mare di Lecce. I Matar-rese di Lecce si chiama-no Semeraro, la famiglia di imprenditori che però quest’anno, dopo la re-trocessione in B e l’inutile impiego di Serse Cosmi, hanno deciso di vende-re. In questo caso il neo eletto sindaco Perrone, è impegnato in prima per-sona per trovare degli ac-quirenti.

Foggia - L’Unione Spor-tiva Foggia, semplicemen-te Foggia o Foggia Calcio (denominazione societa-ria dal 1986 al 2004), è la principale società calcisti-ca di Foggia. Fondata nel 1920 come Sporting Club Foggia, al 2011 milita nel

campionato di Lega Pro in Prima Divisione.

Il club conobbe i suoi periodi d’oro negli anni sessanta con Oronzo Pu-gliese, negli anni settanta con Tommaso Maestrelli, e soprattutto nella prima metà degli anni novanta, quando, sotto la guida di Zdeněk Zeman, disputò quattro positive stagioni in Serie A ottenendo una grande risonanza a livello europeo, esprimendo un calcio moderno, rapido e votato all’attacco a livel-li mai visti prima grazie al quale andò vicino alla qualificazione in Coppa UEFA.

Dal 1992 in poi il Fog-gia suscitò ancor più scalpore soprattutto per la campagna acquisti del ds Giuseppe Pavone, poi-ché i due terzi della squa-dra (che oltre a sfiorare la Coppa UEFA all’ultima giornata, sconfisse la Ju-ventus) provenivano dalla serie C e dai campionati dilettantistici, che suc-cessivamente riuscirono comunque a salvarsi per altre due stagioni, arri-vando addirittura a piaz-zarsi nuovamente a ridos-

Bari - Nasce nel 1908 e la sua prima formazio-ne era zeppa di stranieri: tutta gente che si trova-va a Bari per lavoro, in un periodo straordinario per la nostra prima in-dustria manifatturiera e commerciale. Alti e bassi (soprattutto bassi) con un singolo, unico, semisco-nosciuto trofeo: la Mitro-pa Cup che non si tiene più dal 1992. Un palmares modesto, innaturale e sto-nato se si pensa che dopo tutto Bari è la seconda città del meridione con-tinentale dopo Napoli e ha uno stadio bellissimo e firmato da Renzo Piano (miracoli di quando il PSI era il primo partito a Bari) costato circa il doppio del preventivato. Dal 1977 si identifica con la Famiglia Matarrese, che oggi ha lasciato la presidenza ma non la proprietà e sarebbe ufficialmente in vendita. Ma, come ha recentemen-te chiosato su FB Michele Emiliano :” (..)se la socie-tà vuole vendere chieda un prezzo di mercato; se chiede un prezzo troppo alto nessuno comprerà; 4) a Bari la fame di cal-cio c’è, ma non di calcio mediocre. La serie B non interessa i tifosi baresi e dunque o si vende la so-cietà, oppure la si rinfor-za. 5) non mischiate calcio e politica. Io non sono il Presidente della A.S.Bari e di acquirenti ne ho trovati diversi, nessuno disposto ad acquistare il Bari ad un prezzo fuori mercato”.

Detiene il non invidia-bile primato del numero

di campionati di Serie A terminati all’ultimo posto (cinque volte, 1940-1941, 1963-1964, 1969-1970, 2000-2001 e 2010-2011). Nella memoria resta una vittoria in coppa Italia contro la Juventus (sta-gione 1983/84, allenatore Bolchi) e un fantastico gol alla Maradona di Antonio Cassano (dicembre del 1999) che fece restare di sasso la difesa della gran-de Inter.

Brindisi - felix urbs sine calcio, potremmo dire massacrando un po’ il lati-no. A Brindisi amano il ba-sket, beati loro. E seguono con orgoglio il team cit-tadino che sponsorizzato dall’Enel (diremmo ovvia-mente) oggi milita nella massima divisione della pallacanestro.

Lecce - gemella e odia-ta sorella del Bari Calcio, vicende simili e destino pressoché identico tan-to che, se ce la faranno a iscriversi al campionato, entrambe si sbraneran-no in B. Fondata nel 1908 come Sporting Club Lec-ce e assunto il nome at-tuale nel 1927, la squadra fu promossa per la prima

di Fortunata Dell’Orzo so della qualificazione in Coppa UEFA.

Il miglior piazzamen-to in massima serie è il 9º posto raggiunto in tre campionati diversi (1964-1965, 1991-1992 e 1993-1994). Nelle coppe i migliori risultati sono la conquista della Coppa Ita-lia Serie C nel 2007, ed il 3º posto nel girone all’ita-liana della finale di Coppa Italia del 1969.

Il Foggia è stata assieme all’Ancona, il Palermo, il Varese, il Padova ed il Ca-tanzaro, una squadra di Serie B arrivata in finale di Coppa Italia senza però vincerla.

Di proprietà del grup-po Casillo, il Foggia è a un passo dal fallimento. In corso una campagna stra-ordinaria di abbonamen-ti biennali, un tentativo pressochè disperato di recuperare liquidità e ga-rantire almeno l’iscrizione al campionato.

Taranto - L’11 luglio 1927, dalla fusione tra U.S. Pro Italia e Audace Foot Ball Club, nacque la A.S. Taranto che nell’esta-te del 1928 assorbì anche l’U.S. Nettuno. Storia mol-to frastagliata, segnata da tre rifondazioni, l’ultima delle quali nel 1993. Nel suo palmares, uno scu-detto dilettanti del 1995 e una promozione in se-rie B, ma solo grazie a sei punti di penalizzazione di una diretta concorren-te. Nonostante uno stadio capiente e la grande pas-sione della città, il Taran-to calcio è praticamente

scomparso. Infatti, nel campionato 2011-2012, inserito nel girone adria-tico della Lega Pro Prima Divisione, il Taranto lotta per la promozione diretta ma nuovi problemi di na-tura economica minano il cammino dei rossoblù che comunque trascorro-no, dopo l’inizio del cam-pionato, due settimane in testa alla classifica. In seguito, il Taranto si vede impegnato in un testa a testa con la Ternana, la quale resta al primo po-sto per la maggior parte del campionato ed infine conquista la promozione diretta con 65 punti. I pro-blemi finanziari restano e non sempre gli stipendi possono essere pagati in tempo. Malgrado i 7 punti di penalizzazione, i rosso-blù concludono al secon-do posto con 63 punti ed accedono ai play-off per la serie B, che perdono a causa della sconfitta con la Pro Vercelli. Il 30 giugno i responsabili della società rinunciano a presentare la domanda di iscrizione alla Lega Pro Prima Divi-sione sancendo la fine del Taranto. Nella memoria dei tifosi e di alcuni tele-cronisti restano le “uscite” del Presidente Luigi Pi-gnatelli. Un cronista di Vi-deolevante gli disse che al Taranto mancava l’amal-gama e lui rispose che avrebbe comprato anche quella. Una volta, leggen-do la rosa del Taranto su un poster, esclamò: “Acco-sciati... quando l’abbiamo comprato questo?” La sua gestione iniziò nel 1983 e terminò nel 1985. Il primo anno conseguì la promo-zione in serie B.

di Andrea Dammacco

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10 venerdì 13 luglio 2012Barifibronit

Il progetto di messa in sicu-rezza definitiva della Fibronit, presentato dal Comune di Bari è stato approvato, se pur con prescrizioni, dal comitato VIA della Regione Puglia. Ma secon-do Nicola Brescia, portavoce del Comitato Cittadino Fibro-nit, è il momento di evidenzia-re le “ inesattezze espresse nei giorni scorsi dai rappresentanti dell’amministrazione comuna-le barese. Se non lo abbiamo fatto prima, almeno noi del Co-mitato Fibronit è solo perché non volevamo in nessun modo esercitare pressioni politiche sulle decisioni e sulle valuta-zioni tecniche che il Comitato V.I.A. avrebbe dovuto prendere”. A differenza di quanto dichia-rato dall’assessore comunale

all’ambiente, secondo Brescia, l’approvazione data in sede ministeriale, a termini di legge, era subordinata alla decisione della Regione e non un sempli-ce passaggio burocratico “come invece si è lasciato intendere”. Quindi si trattava di una scel-ta di grande responsabilità che meritava molto rispetto e totale serenità di giudizio. Inoltre nel gennaio 2012 il Ministero ha inviato una nota al Comune di Bari con cui, nel confermare la necessità del parere regionale e nell’attesa di questo, in con-siderazione dell’urgenza per la tutela della salute pubblica, autorizzava l’avvio delle attività di bonifica. “Ci auguriamo che le dichiarazioni apparse sulla stampa nei giorni scorsi non

abbiano influito sulle decisioni del comitato VIA, specie quelle riguardanti la questione dei co-sti. Già in passato, con altre am-ministrazioni alla guida della città, abbiamo duramente con-testato l’atteggiamento parsi-monioso rispetto agli interventi da eseguirsi sull’area Fibronit che, in genere, non vanno mai d’accordo con la tutela massi-ma dei lavoratori e dei cittadini.

Il medesimo atteggiamento vale anche oggi. Non siamo disposti a barattare la salute dei cittadini con la mancanza di fondi ne-cessari ad eseguire lavori così delicati che, se eseguiti con me-todiche non sicure al cento per cento, comprometterebbero la sicurezza di tutti i cittadini e non solo di quelli più a diretto contatto dell’area inquinata”.

Le procedure ipotizzate di

procedere con due lotti di in-tervento di cui il primo per la demolizione ed il secondo, se ci saranno i fondi necessari, per l’interramento delle macerie contaminate, non lasciano per nulla tranquillo il comitato.

Quindi, pur plaudendo ad un nuovo passo nel lungo percorso che ci porterà al Parco della Ri-nascita, “invitiamo i progettisti e gli amministratori pubblici a farsi carico di questa responsa-bilità ed a trovare, se necessario, gli ulteriori fondi necessari a ga-rantire che gli interventi siano eseguiti nel massimo rispetto della salute pubblica. Noi dal canto nostro vigileremo con l’ausilio dei nostri tecnici e di tutti i cittadini che seguiranno come sentinelle i lavori che sa-ranno eseguiti, pronti ad inter-venire se vi saranno leggerezze o mancanze nell’esecuzione at-tenta dei lavori”.

Fortunata Dell’Orzo

Se i soldi sono pochila sicurezza è a rischio

Bisogna garantire i tempi tecnici per l’av-vio e la conclusione dei lavori di messa in sicu-rezza e di ripristino delle norme igienico-sanitarie dell’istituto comprensi-vo Mazzini-Modugno di Bari.

Esprime preoccupa-zione per il regolare av-vio del prossimo anno scolastico il consiglie-re comunale di Fli Vito Lacoppola che, in una sua interrogazione al sindaco di Bari Michele Emiliano e all’Assessore alla Pubblica Istruzione Fabio Losito, chiede che vengano resi noti “le ur-genti e improcrastinabili iniziative o soluzioni” per “garantire il regolare

avvio dell’anno scola-stico ed il normale go-dimento del diritto allo studio degli alunni della scuola media e di quella dell’infanzia”.

La situazione alla Mo-dugno è preoccupante. Dopo alcuni sopralluo-ghi di incaricati dell’uf-ficio tecnico comunale e dell’Asl, risulta la tota-le inagibilità della scala interna che, nonostante sia puntellata, viene uti-lizzata sistematicamente da alunni e personale per accedere al primo piano.

Con ogni probabilità i lavori di adeguamento e messa a norma non po-tranno, come si evince dal settore edlizia sco-lastica del Comune, che

nei primi giorni del mese di settembre.

Da qui la preoccupa-zione di Lacoppola.

Per il consigliere di Fli “i lavori non sono com-patibili con le attività didattiche e la frequenza giornaliera”.

Inoltre la Modugno versa in uno stato di “to-tale incuria ed abbando-no” analogamente alla Mazzini. “Per adeguare la mensa la sezione F sarà adibita a refettorio”.

La soluzione, secon-do Lacoppola, potrebbe essere quella di chiedere la restituzione di alcuni locali che nel 1990 il Co-mune sottrasse alla scuo-la per concederli alla Par-rocchia Sanca Croce.

Sicurezza e tempi certi per i lavori all’Istituto Mazzini-Modugno

si risveglia l’opposizione in consiglio comunale

LA TAVOLA ROTONDA - Lunedì prossimo a Bari l’incontro con il capogruppo di Fli alla Camera Benedetto Della Vedova

Riformare per l’interesse nazionaleLunedì 16 Luglio pres-

so l’Hotel delle Nazioni a Bari si terrà la tavola ro-tonda organizzata da Fli Puglia sul tema della ri-nascita nazionale insieme al Rettore dell’Università Corrado Petrocelli, al di-rettore di TGNorba Enzo Magistà, alla docente in diritto pubblico Isabella

Loiodice ed all’imprendi-tore pugliese Vito Pertosa, moderati da Giammarco Surico ed introdotti da Francesco Divella e da Benedetto della Vedova. Il convegno ruoterà intorno alla necessità di riafferma-re il primato dell’interesse nazionale declinandolo attraverso un’accezione

più moderna della Patria, con gli Stati Uniti d’Eu-ropa; ammodernare le Istituzioni Repubblicane, cambiare la legge elettora-le con l’uninominale sec-co; proseguire sulla strada del dimagrimento della spesa pubblica con il pa-reggio di bilancio e con un taglio sempre più incisivo

sul costo della politica e della burocrazia; rimette-re il merito al centro, an-teponendo il capitalismo dei risultati al capitalismo delle relazioni; promuo-vere la riconciliazione di tutti i segmenti della no-stra società moderna par-tendo dal riconoscimento civile delle coppie di fatto e dal riconoscimento del-la cittadinanza ai figli de-gli immigrati nati in Italia. Al convegno non potrà essere presente l’On. Sal-vatore Tatarella impegna-to in un altro incontro a Belgrado, organizzato dal Parlamento Europeo sul tema dell’espansione del crimine organizzato nei Balcani occidentali.

Lunedì 23 Luglio alle ore 18.30 presso l’aula consigliare del Comune di Bari avrà luogo il dibattito orga-nizzato dal Circolo Fli Bari Città Metropoli-tana dal titolo: “Bari, città metropolitana: percorsi, opportunità, criticità”. Allo stesso interverranno il Sin-daco di Bari Michele Emiliano, il Presidente della Provincia di Bari

Francesco Schittulli, l’Assessore regionale agli Enti Locali Mari-da Dentamaro e l’On. Salvatore Tatarella Pre-sidente dell’Asemblea nazionale di Fli. Il con-vegno sarà introdotto dal presidente di Fli Bari Città Metropoli-tana Sergio Ventrella e, come moderatore, sarà presente Mariate-resa Darenzo, giornali-sta di Barisera.

Città metropolitana,quali opportunità?

convegno il 23 luglio

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venerdì 13 luglio 2012 11Bari

cronaca e un briciolo di storia, in una terra che di storia non vuol senti-re parlare, dimentichi del fatto che una città senza storia è come un albero senza radici, può soprav-vivere un poco, ma poi inevitabilmente muore.

La cronaca: l’assessore comunale ai lavori pubbli-ci, Marco Lacarra, mi ras-sicura sui tempi di riaper-tura del Teatro Comunale, un’autentica bomboniera, dall’acustica straordina-ria, una miniatura del par-tenopeo Teatro San Carlo. La ditta che ha vinto la gara, mi dice Lacarra, è davvero seria ed affida-bile, il direttore dei lavori è stato nominato a suo tempo e da pochi giorni si è provveduto alla nomi-na del collaudatore. Salvo imprevisti, entro due anni massimo il Piccinni sarà riaperto alla pubblica fru-izione. Lacarra è persona

Ma sui teatri baresi si è davvero abbattuta una maledizione? Al Comune, dunque, non ci servono tecnici di vaglia, occor-re assumere esorcisti! Il Petruzzelli, che per anni da rudere incendiato è stato il monumento agli intrecci tra politica, affa-ri e malavita organizzata, poi nella ricostruzione si è rivelato un affare spor-co, quanto lucroso, e da ricostruito è immediata-mente afflitto nella prima gestione da parentopoli e buchi neri, l’Auditorium Rota, abbandonato a se stesso, da più di vent’anni grida vendetta al cospetto della Città, ma per più di quattro lustri nessuno lo sente, ed ora chiusura del Piccinni per adeguamento alle norme di sicurezza e rifacimento del look.

Una buona notizia di

lanza sui pubblici spetta-coli fa un blitz nel teatro chiuso e dichiara che l’agi-bilità è “sospesa”.

“Questo matrimonio non sa da fare”, fa dire a Don Abbondio dai suoi bravi Don Rodrigo. “Que-sta stagione lirica non sa da fare”, farà dire un Don Rodrigo barese ad un conterraneo Don Abbon-dio, seduto nella poltrona principale proprio sopra il teatro, dai suoi bravi della Commissione di Vigilan-za.

A nulla serve la mani-festa illegittimità ed assur-dità del provvedimento. Chi doveva opporsi non lo fa: da buon curato, vaso di coccio, accetta supina-mente l’angheria

Assurda è illegale: l’agi-bilità è uno status, non una condizione. C’è o non c’è. Puoi sospendermi da avvocato, da giornalista, ma non da laureato in leg-ge o lettere. Puoi sospen-dermi la licenza di eserci-zio teatrale, non l’agibilità che è un presupposto del-la prima. E poi l’agibilità in quel momento era in proroga ope legis. Chi ave-va avuto l’agibilità ad una certa data (ed il Piccinni era tra questi soggetti) se l’era vista prorogare in for-za di una legge. La Com-missione sapeva bene tut-te queste cose: emise un provvedimento manife-stamente assurdo, così le sue responsabilità erano attenuate e si verificava la (non) resistenza del Don

seria, io mi fido della sua parola, comunque, stare-mo a vedere.

La storia assurda dell’agibilità sospesa: un’aberrazione giuridica senza precedenti in Italia, che si lega in qualche mi-sura col Petruzzelli bru-ciato.

Anno di grazia (o di disgrazia?) 1994. La Fon-dazione Piccinni (che già all’epoca presiedevo) gestisce “le ceneri del Pe-truzzelli”, ovvero ha as-sunto per tre anni + uno la gestione delle produ-zioni liriche del teatro di tradizione e vince, pochi mesi prima, la gara per la gestione dei servizi del Teatro Comunale Piccin-ni. Stanno per cominciare nel Piccinni le prove della stagione lirica 1994 del Pe-truzzelli. Un giorno festivo precede l’avvio del prove ed è in quella festività che la Commissione di vigi-

L’INCHIESTA - L’assurda storia dell’agibilità sospesa, una aberrazione giuridica senza precedenti in Italia

Teatro Piccinni, prosegue il restauro, ma è stato inagibile?

Il Teatro comunale “Piccinni”

La scelta migliore per la mia cucina.

www.masiellofood.it

di Gianvito Pugliese

Parte da lunedì pros-simo, con l’assunzione a tempo determinato di venticinque unità, il programma straordi-nario di pulizia stradale grazie al quale l’Amiu garantirà tutti i giorni, nella fascia pomeridia-na (ore 16-20), un servi-zio aggiuntivo rispetto a quello mattutino.

Si raddoppia l’azio-ne degli operatori Amiu nelle zone dello shop-ping (via Argiro, via Sparano, corso Cavour),

della movida (la città vecchia e il lungomare), nelle spiagge e nei giar-dini del lungomare.

Si tratta infatti di aree della città che, in parti-colare nella stagione estiva, sopportano tutti i giorni, dalla mattina alla sera, flussi tali da rendere necessari in-terventi ripetuti causati spesso da comporta-menti scorretti quali l’abbandono di rifiuti fuori dagli appositi con-tenitori.

Da lunedì scatta il piano straordinario

pulizia in citta’

Abbondio.Quella stagione lirica

abortirà al 70%. La Fon-dazione Piccinni getterà la spugna e chiederà al Comune di assumersi la gestione del Teatro di tra-dizione.

Ci vorrà tempo e al-tri uomini per risolvere la cosa. Così Pinuccio Tata-rella, diventato Assessore alla Cultura del Comune, non smentirà il suo so-prannome di Ministro dell’armonia e troverà un punto d’incontro con i Vi-gili del Fuoco e la Commis-sione di Vigilanza: tanti bei vigili (pagati dalla gestione del teatro) ad assistere allo spettacolo et voila!

Les jeux sont faits! Rien va plus! Tatarella non aveva altra strada, quel provve-dimento non si poteva più opporre, essendo decorso troppo tempo, occorreva accordarsi ed, abilmente, lo fece ridandoci il Teatro.

Una briciola di storia è stata narrata e cresce la voglia di raccontarle me-glio e più diffusamente queste ed altre vicende, anticipando le pagine di un libro, magari su questa bella testata.

Teatro Piccinni ti aspet-tiamo, alla Tua inaugura-zione speriamo di esserci e magari di offrire il nostro modesto, ma sinceramen-te affettuoso, contributo.

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12 venerdì 13 luglio 2012

o con Caio, con gli im-prenditori felloni e l’uo-mo nero Casillo. La corte dei miracoli che si adden-sa al capezzale del Foggia morente non mi desta più né speranza, né appren-sione.

Troppi Chinaglia, trop-pi Coccimiglio, troppi Marco Russo.

L’ultima crudele illu-sione di questi giorni, quella che ha avuto come protagonista questo tale Esposito, mi ha ricordato un’immagine remota, che deve risalire ai primi anni Settanta, forse al 1971 (potranno soccorrermi i musei viventi della storia rossonera, da Pino Autun-no a Filippo Santigliano a Peppino Baldassarre).

È l’ultima giornata di serie A, ed il Foggia di Albertino Bigon, di Nello Saltutti, di Giorgio Maio-li, di Luciano Re Cecconi, gioca a Varese. Malgra-do uno sfavillante girone d’andata siamo in piena bagarre salvezza, e i lom-bardi non ci fanno sconti.

Il loro centrattacco, se ben ricordo Bui, abilis-simo nel gioco aereo, ci

Foggia

IL COMMENTO

La sanità eil Robin Hood all’incontrario

di Fabrizio Tatarella

Ho partecipato, con le modalità permes-se dal mio fisico, alla “marcia per il Lastarìa” che la cittadinanza lu-cerina ha promosso per far sentire il suo dissen-so e la sua protesta per gli sconsiderati piani di ridimensionamento del nosocomio della cit-tà sveva. Non l’ho fatto per ramazzare qualche consenso a buon mer-cato, tanto meno per solleticare gli irragio-nevoli animal spirits di una comunità ferita nell’orgoglio. Ho ritenu-to di partecipare ad una protesta civile e consa-pevole, che non difende un orticello di campa-nile, ma un principio di ragionevolezza. A Nichi Vendola rimproveria-mo un piano di riordi-no ospedaliero che non è un piano; che non segue una linea, per quanto discutibile, pog-giata su criteri unifor-mi, ma sembra andare alla ventura, scegliendo la linea di minor resi-stenza. Più che scegliere riduzioni e tagli in base a parametri oggettivi, il governatore sembra allocarli nei luoghi in cui si preoccupa meno della reazione dell’opi-nione pubblica. Per questo, in una sorta di inedita schizofrenia amministrativa, si pe-nalizzano e si avviano alla chiusura ospedali come il “Lastarìa” e si decide di aprirne altri cinque altrove, in aree considerate elettoral-mente più delicate. Di fronte a questo Robin Hood all’incontrario, che ruba ai poveri per dare ai ricchi, la poli-tica deve trovare uno scatto d’orgoglio, essere al fianco dei cittadini senza invadenze e sen-za primogeniture. Per questo invito tutti i miei colleghi segretari di par-tito, indipendentemen-te dalla collocazione politica, ad approntare insieme e sottoscrivere un documento utile ad aprire con la Regione un nuovo confronto su una questione che chia-ma in causa diritti fon-damentali come quello alla salute per la popo-lazione lucerina e più ancora per quella dei Monti Dauni. Spero che i miei colleghi possano e vogliano accogliere questo invito.

Calcio a Foggia, è l’ora di pronunciare “mai più”?

Malgrado le confuse notizie dell’ultim’ora, sembra proprio che la scomparsa del calcio a Foggia sia decisa

di Enrico Ciccarelli

Mai più. Le due parole più sinistre ed inquietanti che conosca il lessico de-gli umani aleggiano come un titolo in sovrimpres-sione sulle mura dello “Zaccheria”, sul tridente del satanello, sulle stri-sce rosse e nere che da poco meno di un secolo rappresentano la città sui campi d’Italia.

Mai più. Finito. Kaputt. È una tragedia di tutti, anche di chi come me conosce a stento qualche nome dell’attuale rosa, che fra andate e ritorni di Bonacina ha anche perso il filo della guida tecnica. Uno di quei frequentan-ti part-time giustamen-te guardati con fastidio dai tifosi veri, quelli che si sono sobbarcati le tra-sferte nei posti più inve-rosimili, che attendono per settimane il derby con il Barletta o il Taran-to e per anni quello con il Bari. Anche per me que-ste due parole hanno il colore dell’incubo.

Non riesco nemmeno a prendermela con Tizio

trafigge tre volte. Un tre a zero secco, che però al fischio finale vede i ros-soneri abbracciarsi e as-sumere pose trionfali in mezzo al campo. Pensano di essersi salvati, perché gli hanno detto che la Fio-rentina ha perso contro la Juventus al Comunale di Torino.

Ma non è così: i viola hanno pareggiato (“me-glio due feriti che un mor-to”) e ci hanno raggiunto a 25 punti; la miglior dif-ferenza reti li ha salvati e ci ha precipitati nella ca-detteria.

Ma gli ignari atleti di un tempo senza satelliti e senza telefonini si abban-donano alla loro gioiosa commozione, salutano e ringraziano tutti, pro-prio come noi foggiani di fronte a quella che sem-brava una positiva solu-zione della vicenda. Così, come le grandi eroine del melodramma, da Violetta a Mimì, un apparente mi-glioramento illude, men-tre in realtà la Parca ha già troncato il filo. Mai più.

Mai più gli striscioni che hanno incantato Buf-fon, mai più gli “io c’ero” di quando si inchinarono al nostro valore gli altri rossoneri del Milan, l’al-gida Juventus di Vialli e Baggio, l’Inter euromon-diale di HH1.

Mai più la vita da me-diano di Paolo Lazzotti, Roberto Oltramari e Mi-chele Rinaldi, la roccia del Gargano, mai più i segreti ruspanti di Oron-zo Pugliese, né la disordi-nata potenza di Cosimo Nocera, la classe venata d’estri di Rognoni e Del Neri, le eccelse geome-trie di Manicone, il mira-bile senso dell’anticipo di Gianni Pirazzini, la si-

gnorilità di Enrico Catuz-zi e Tommaso Maestrelli, e poi le mille sigarette di Sdengo il Taciturno, e il Trio Meraviglie Rambau-di-Baiano-Signori e il pel-lagroso Seno che imbecca Kolyvanov a trarre sul Par-ma la vendetta per cento sconfitte. Tutte istantanee di un istante troncato, tutte memorie sbiadite, di quelle che si dedicano a un caro estinto.

Quando raccontere-mo ai nostri figli e nipoti di questo e di altro, dei grandi, dei medi e dei mi-nimi eroi di questo lungo viaggio, forse proveranno a riformularli nel vide-ogame di una loro oggi inimmaginabile playsta-tion, o li consegneranno al falansterio delle fiabe e dei miti, insieme a Ora-zio Coclite che difende il ponte Sublicio ed Har-ry Potter alla sfida finale con l’Oscuro Signore Vol-demort. Tale è il destino delle storie che hanno

trovato fine: di appassire e svanire, di permanere solo nell’affettuosa pietà di chi ancora le ramme-mora.

Certo, adesso circolano ancora le parole dell’or-goglio, quelle della rab-bia, persino quelle della strafottenza. Ma se guar-date in fondo alla strada, vedrete approssimarsi la vasta nebbia del silenzio, del distacco, dell’oblio. Nessuno, men che meno io, può dire quanto di noi, del nostro essere comu-nità, del nostro destino è dannato a perdersi in quella nebbia.

La sensazione è che probabilmente non sarà poco. Che forse la scure di quelle terribili parole, “mai più”, che oggi lascia-no nuda e senza riparo una bandiera così antica e carica di gloria, si abbat-terà molto in profondità e su molte altre cose. Se qualcuno può scongiurar-lo, è tempo che lo faccia.

I tifosi del Foggia. In basso Zdenek Zeman, che ha trasformato Foggia in “Zemanlandia”

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venerdì 13 luglio 2012 13Cerignola

Mi per… Metta, Chicco Tavasci.... che a me... già il fatto che uno di

cinquantanni e passa, molto stempia-to, grande, grosso, seduto sopra un buco di venti milioni e passa... si fac-cia chiamare Chicco,

già così mi fa impazzire !Chicco, Lei è un mito:trattiene i soldi di Faeto,ma quando la vogliono arrestare...

sta all’estero...E guai a dire che stava in vacanza

in Turchia, che si incazza Bocchino, il suo avvocato.

Grande Chicco.Tiene i soldi di Torremaggiore e fa i

domiciliari in villa;tiene i soldi di Vieste e casa sulla

Flaminia.Ha i beni “pronti” “a disposizione”,

ma intanto se li tiene Lei.Chicco, grande Chicco, Chiccone

nostro, sprizza simpatia da tutti i pori.Io tiferei per Lei, se non fosse per un

piccolo, modesto, particolare.Lei tiene 7\8\10 milioni dei miei, di

Cerignola.E Chiccone bello, Chiccone nostro,

Chiccone splendido,sa che senza quei soldi, l’amicone

Suo, Giannatempo, non può pagare,

per esempio, le cooperative sociali?E nelle cooperative sociali senza sol-

di c’è Pippo, Pippone, un caro amico mio.

2 figli, non occupato se non nella cooperativa, un mutuo da pagare e il pane e salame da mettere in tavola ogni giorno.

Lei, Chicco, tiene i soldi nostri; Pippo non riscuote lo stipendio da febbraio.

E mentre Lei torna dalla Turchia o da casa del diavolo, e chi se ne fotte, mentre sta ai domiciliari in villa o alter-nativamente nella casa romana, Pippo deve pagare il mutuo e non tiene da mangiare.

Ecco perché, alla fin fine, scusi Chic-co, vada pure a ciapà i rat,

io tifo per Pippo.Ma non credo che Lei si rammarichi

troppo.In fin dei conti a fare il tifo per Lei

restano, Giannatempo, Saracino, Gallo.Mica male.Mi stia bene, Chicco.Mi saluti tutti i suoi amici, che l’ami-

co mio, Pippo, lavora dalle sei di sta-mattina e manco sa quando e se lo pa-gheranno, grazie a Lei e ai Suoi amici.

Stia bene...Franco Metta

Chicco Tavasci e il mutuo di Pippo

mi per... metta!

Sembrava una cosa impossibile solo qualche tempo fa. Invece adesso non è più così.

E’ concreto il rischio che il Comune di Ceri-gnola possa implodere dal punto di vista finan-ziario. Otto milioni di euro sicuramente persi dall’Amministrazione a vantaggio della Gema può fare accadere tutto ciò.

Tra i 70 Comuni italia-ni, di cui 32 in provincia di Foggia, in cui Gema è stata o è concessionaria per la riscossione dei tri-buti, quello di Cerignola è il più esposto. Il buco – Gema al Comune di Ceri-gnola ammonta infatti a 7.802.685,02 euro.

Ci accorgiamo che il Comune di Cerignola è stato il maggiore “be-nefattore” nei confronti dell’Ente riscossore dei tributi. E noi, che le tasse già le paghiamo non vo-lentieri, restiamo allibiti. I soldi scarseggiano per gli enti comunali e noi ci facciamo anche deruba-re di otto milioni di euro. Mah! Amministratori e dirigenti come polli e vol-pi. E, poi, vengono da noi

Ora il rischio per il dissesto finanziario è pericolo reale

COMUNE - Il buco-gema a Cerignola è di 7,8 milioni di euro. Intanto c’è il serio rischio di fallimento per il Comune

Sono trascorsi ormai otto mesi, dalla demo-lizione dell’ex “Albergo Moderno”, ma ancora stiamo discutendo sul da farsi.

E’ buona prassi, in tutte le zone del mondo, decidere cosa fare e poi abbattere. In tutte le zone dell’universo.

Ovunque. Ma a Ce-rignola, no. Qui da noi, con Giannatempo e l’Udc ad amministrare, le rego-le cambiano. O meglio, cambiano quando c’è di mezzo un noto ingegne-re. In queste circostanze, si mettono da parte tut-te le regole ed i principi, morali e giuridici.

La cosa più importan-te è ubbidire. E così, Re Donato I decise di abbat-tere, e tutti sugli attenti.

Senza remore alcu-ne. Nessuna domanda su cosa fare subito dopo. Lui, l’ingegnere, non per-mette esitazioni, ai nostri

amministratori. Ora pa-ghiamo le conseguenze.

Da questo inverno ab-biamo delle macerie ab-bandonate, nella nostra Terra Vecchia. Tutti dico-no di amarla, però. Ora, in quel cantiere a cielo aperto, ci entrano i bam-bini per giocare, mentre noi discutiamo, organiz-ziamo convegni, dibattiti, forum, agorà. L’influenza di Sua Maestà su questa Amministrazione non era mistero.

Ma circa due mesi fa abbiamo scoperto che questo ingegnere può davvero tutto. E’ riuscito, addirittura, a destare dal sonno più profondo gli

juniores di Giannatempo. Bisognava far passare Lui per un benefattore della nostra città.

Ed allora ecco che entra in scena la costola del Pdl; organizzano una raccolta firme ed un di-battito: Calice, costruisci-ci una piazzetta, al posto dell’ex Albergo. Quello era lo slogan. Quando persino le pietre, in città, sanno che è proprio que-sto il Suo intento, per poi recuperare la volumetria da qualche altra parte. Magari in via Mestre.

Ovviamente, non è stato sufficiente solo l’in-tervento del movimen-to giovanile. Al nostro ingegnere bisogna dare appoggio totale. Ed ecco organizzato l’ennesimo incontro, questa volta dai “grandi”, qualche giorno fa. Ennesima riunione a vuoto.

Ennesimo rinvio di una decisione, che ormai è diventata necessaria, doverosa, urgente.

Albergo Moderno, prima abbattere, poi decidere, al limite, cosa farne

le regole cambiano?

a chiederci ulteriori sacri-fici economici.

Avete anche il corag-gio di continuare a gestire e dirigere?

Io non vi affiderei ne-anche l’amministrazione del mio condominio!

C’è il rischio del fal-limento del Comune e voi non dite una parola. Continuate a non mollare le poltrone. Continuate a far finta che in Città non succede niente di grave. Tutto è sotto controllo. Altro che tutto sotto con-trollo.

Qui non si capisce più niente. E voi imperterriti continuate.

Solo questa dichiara-zione del Sindaco: “Tut-to quello che è avvenuto nell’ultimo anno – ha

commentato Gianna-tempo nell’apprendere dell’emissione dei prov-vedimenti cautelari a ca-rico dei vertici Gema – è agli atti del Comune. Sia-mo, purtroppo, l’ente lo-cale più grosso tra quelli in cui Gema era conces-sionaria, ma non abbia-mo e non lasceremo nul-la di intentato per riavere i nostri soldi”.

Non siete adatti a ge-stire la cosa pubblica e neanche il mio condomi-nio.

Lasciate perdere. O al-meno lasciateci perdere.

Ci volete veramente dare una mano ed aiuta-re? Mollate tutto e tornate a lavorare. Sempre se sie-te capaci e avete un lavo-ro che non sia la politica.

di Enzo Pece

Si sono incontrati qualche sera fa a Cerignola presso “Le Cantine del Con-te”, locale di propietà di Francesco De-cosmo, uomo forte della giunta Gian-natempo, patron del Cerignola calcio, una sessantina di imprednitori della provincia di Foggia. Presente anche Nicola Biscotti, delegato provincia-le di “Italia Futura”. Il movimento di Montezemolo, che guarda con grande interesse al polo patriottico, europeo e riformista di Pierferdinando Casini e Gianfranco Fini, inizia a strutturarsi anche in provincia di Foggia e a Ceri-gnola. Biscotti, già presidente di Con-findustria di Foggia, avrebbe indivi-duato in Gerardo Cavallo il referente per Cerignola. Presenti alla riunione, che doveva rimanere segreta, anche noti imprenditori locali come Lezzi e Celestino Dalosio. Nel corso della serata anche l’assessore Decosmo ha preso la parola non limitandosi, quin-di, solo a ospitare gli intervenuti. La notizia ha creato ulteriori maldipan-cia nel Pdl locale vittima di scissioni, guerre intestine e una vera e propria emorragia di consensi.Dopo il FLI di Enzo Pece, gli UdC e il Gam, adesso anche la probabile nascita di “Italia Futura”rischia di creare non poche

tensioni nella maggioranza. E’ evi-dente che la barca sta affondando e tutti cercano di salvare se stessi pri-ma che l’amministrazione e la città. Le elezioni politiche e le successive regionali iniziano a provocare i primi riposizionamenti. Solo al timone del-la barca Pdl il Sindaco Giannatempo che, non sapendo cosa fare e dove andare, come al suo solito attende gli eventi, e spera che la burrasca passi senza travolgerlo o lo trascini in lidi più sicuri. Impauriti i consiglieri del Pdl. Per loro nessuna possibilità di salvarsi.

C. D.

Fuga dal Pdl, De Cosmo verso Italia Futura di Montezemolo?

iniziano i primi riposizionamenti in vista delle elezioni politiche

di Carlo Dercole

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14 venerdì 13 luglio 2012

Dopo un lungo e durissimo negoziato è stata presentata dalla Commissione europea la nuova proposta sul taglio di emissioni di CO2 per il settore auto per il periodo 2015-2020. I nuovi limiti permetteranno di ri-durre le emissioni me-die provenienti dalle autovetture nuove da 135,7 g di CO2/km nel 2011 a 95 g di CO2 per km nel 2020. Le emis-sioni dai furgoni saran-no ridotte da 181,4 g di CO2/km nel 2010 a 147 g CO2/km nel 2020. Obiettivi ambiziosi che secondo alcuni anali-sti, faranno lievitare il costo delle autovettu-re, soprattutto di quel-le di piccola taglia. Per questo motivo rumo-reggiano le industrie del settore che colpite dalla crisi e dal calo delle vendite, guar-dano a questa nuova direttiva con molta preoccupazione. Otti-mista, invece, Connie Hedegaard, Commis-saria responsabile per il Clima: “Con le nostre proposte non proteg-giamo solo l’ambiente, ma promuoviamo an-

che l’innovazione e la competitività dell’in-dustria automobilisti-ca europea e la futura creazione di numerosi posti di lavoro”. Il testo prevede di mantenere fino al 2020 come base di conteggio dei tagli il principio per cui chi pesa di più paga di più. La proposta iniziale della Hedegaard era più favorevole a Fiat, Renault e Peugeot, ma poi sul tavolo dei com-missari è arrivata una controproposta di Ber-lino assai più comoda per le case tedesche. Le proposte saranno pre-sentate al Parlamento europeo e al Consiglio per la discussione e l’adozione, secondo la procedura legisla-tiva ordinaria. In Par-lamento si prevedono burrasche soprattutto nella Commissione Envi, competente della direttiva. Si replicherà sicuramente lo scontro tra interessi tedeschi e quelli italiani, speria-mo di spuntarla un’al-tra volta, come è suc-cesso recentemente nella semifinale degli europei.

Vincenzo Matano

Meno Co2, la proposta della Commissione

trasporti

Vittime della mafia, cultura e confisca dei beni; questi i tre temi sui quali Don Luigi Ciotti si con-centra ogni giorno nella lotta con-tro la mafia e questi i temi sui quali ha costruito il suo intervento alla neo-commissione speciale sulla criminalità organizzata -Commis-sione CRIM-. Don Ciotti ha inoltre fondato, nel 1995, un’associazione contro le mafie chiamata “Libe-ra”, e sua la prima iniziativa è sta-ta proprio quella di raccogliere un milione di firme per una proposta di legge che prevedesse il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle ma-fie.

“Siamo riusciti a creare una rete di coordinamento regionale per aiutare le vittime delle mafie dan-do loro l’attenzione che meritano”, queste le sue parole, come sempre risolute e risonanti, perché la me-moria è un elemento fondamenta-le per non dimenticare e per far ca-pire quello che realmente significa la parola “mafia”.

L’ospite d’eccellenza ha infat-ti proseguito nel suo intervento,

parlando di cultura, sapere e cono-scenza. “La dimensione educativa non serve solo per educare alle leg-gi, ma soprattutto per educare alla responsabilità e per responsabiliz-zare l’educazione”, un gioco di pa-role che però esprime un concetto incontrovertibile. E, come ben si sa, l’educazione parte dai giovani perché “ i giovani non sono il no-stro futuro, ma il nostro presente” ed, a suo avviso, ogni volta che sono stati coinvolti in un progetto, quest’ultimo é sempre stato una vittoria.

Infine ha precisato quanto an-cora bisogna fare per combattere il fenomeno di una mafia che non sembra volersi arrendere di fronte ad una lotta, ben più aperta di pri-ma, nei suoi confronti. “Cosa no-stra esiste da 200 anni, la camorra da 400 e solo nel 1982 è stata fatta una legge sulla confisca dei beni mafiosi”. L’importanza che Don Ciotti dedica al tema della confi-sca stessa, sta nel fatto che il bene mafioso diventa un bene condivi-so e ad uso sociale, diventa nuova

possibilità per i giovani e non solo. Basti pensare al neo-agriturismo sito a Corleone, vecchio impero mafioso di Totò Riina, ovvero alla catena di negozi “Sapere e sapori” che vendono beni alimentari con-fiscati al controllo mafioso.

“Sapere vuol dire anche ricor-darsi di tutti i tipi di mafie: quella calcistica, della corruzione pubbli-ca, del gioco d’azzardo ed anche quella che vi è, per esempio, sotto al proliferare dei negozi di ‘compro oro’ su tutto il territorio italiano.”

Sveva Biocca

Il Parlamento europeo approva le conclusioni del Consiglio europeo

economia e crescita

Don Luigi Ciotti

AL VOTO - Basescu contro Ponta, conservatori contro socialisti, la preoccupazione espressa da Stati Uniti e Commissione Europea

Romania: progressi a rischioIl 29 luglio si torna alle elezioni dopo la deposizione del Capo dello Stato

Europa

diritti d’autore

La Commissione europea ha presentato una serie di proposte volte ad ammodernare le socie-tà di gestione collettiva dei diritti d’autore musi-cali e incentivarne la trasparenza e l’efficienza.

La Commissione Europea intende introdurre una nuova legge per favorire il mercato della mu-sica digitale in Europa semplificando il metodo di raccolta delle royalty da parte delle agenzie in rappresentanza dei detentori del copyright, come l’italiana Siae ed introducento delle regole e degli standard comuni. Michel Barnier, il commissario al mercato interno, proporrà una norma volta proprio a risolvere i problemi delle 250 società che si occupano di questo settore nell’Unione Europea e che allo stato attuale non hanno regole comuni sia per i diritti d’autore che per le regole di gestione.

Verso regole comuni in tutti gli Stati dell’Ue

Ed eccoci giunti, for-se, al capitolo conclusi-vo del contrasto politico che ha gettato il paese rumeno nel caos.

Molte persone, infatti, ascoltando le preoccu-panti notizie che arriva-no dal sud est europeo, si saranno ricordati della Romania nell’era socia-lista. La tensione fra i partiti politici è, infatti, altissima e come già ac-caduto 5 anni fa, ora la decisione è in mano al Victor Ponta e Traian Basescu

di Sveva Biocca popolo. La “questione”, in real-

tà inizia nel 2004, quan-do Traian Basescu, leader del Partito Conservatore, venne eletto per la prima volta Capo di Stato della Romania.

Dopo che quest’ul-tima entra a fra parte dell’Unione Europea nel 2007, Basescu viene de-stituito dalle sue funzioni ad opera del Parlamento, per poi essere successi-vamente “reinserito” in Parlamento grazie al voto favorevole del referen-dum popolare. Il leader conservatore arriva a fine legislatura ed il popolo romeno lo elegge nuova-mente.

La crisi economica mondiale incalza anche questo Paese e, rispet-tando le misure di au-sterità imposte dall’FMI, Basescu richiede impor-tanti sacrifici alla popo-lazione.

Il centro-sinistra, ca-pitanato dal premier so-cial-democratico Victor Ponta, approfitta della si-tuazione economica che dilania lo Stato balcanico e decide per una nuova destituzione.

Il Parlamento lo segue in scia e Basescu vie-ne deposto con 256 voti contrari su 432 parla-mentari in totale.

Le accuse?

Sono tante e sono de-cisamente gravi.

Violazione della Costi-tuzione, della separazio-ne dei poteri, dell’indi-pendenza della giustizia, e gli è stata mossa contro anche l’accusa di non aver rispettato i diritti e le libertà dei cittadini ro-meni; questo, in breve, il contenuto delle 17 pagi-ne del documento di de-stituzione.

Secondo la legge dello Stato romeno, governa-to da un sistema semi-presidenziale di stampo francese, adesso la deci-sione è quindi rimanda-ta al popolo. Il 29 luglio prossimo i cittadini an-dranno alle urne e, a dif-ferenza della volta scor-sa, Basescu non gode del loro pieno appoggio.

Le misure restritti-ve per affrontare la crisi portano il suo nome e quindi molti sperano che un cambiamento alla presidenza possa rappre-sentare la soluzione.

Sia gli Stati Uniti che la Commissione Europea hanno manifestato le loro preoccupazione nei confronti di questa situa-zione, soprattutto perché “vengono messi a rischio i progressi fatti in questi ultimi anni” dallo Stato rumeno.

Basescu versus Ponta, chi vincerà?

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venerdì 13 luglio 2012 15Spettacoli e Cultura

Ecco il libro ottimistaPOLIGNANO - Scrittori ed artisti si alternano per quattro serate di dibattito nel festival del libro possibile

Dall’11 al 14 luglio, tut-te le sere a partire dalle 20,30 le piazzette di Po-

ti di livello nazionale e internazionale. Sarà un calendario fitto, diviso per sezioni e spazi, che si occuperà oltreché di letteratura anche di la-voro, ambiente, società, economia, televisione e calcio. Tra gli ospiti at-tesi sono in programma Marco Panara, Chiara Saraceno, Federico Ram-pini, Paolo De Nardis, Vittorio Longhi, Pino Aprile, Franco Di Mare, Gigi Marzullo, Michele Cucuzza, Armando Mas-sarenti, Pierluigi Batti-sta, Corrado Petrocelli, Giuliano Volpe, Nicola Costantino.

Prima nazionale di quest’edizione sarà lo scrittore spagnolo, Eduardo Punset: nel suo libro “Viaggio nell’otti-mismo” dimostra, attra-verso argomentazioni scientifiche, che abbia-

di Isabella Battista

open days

Open Days, proseguendo e innovando il fortu-nato ciclo di Città Aperte, racchiude in “Aperture straordinarie per una Puglia fuori dell’ordinario” il cuore e il senso delle sue proposte.

Tre i temi principali: Beni culturali, Natura ed Enogastronomia. Valorizzazione e fruibilità si de-clinano in iniziative che si svolgono in contem-poranea in tutta la regione, come in una grande sightseeing tour per i turisti e assolutamente gra-tis.

Si ripetono ogni giovedi, venerdi e sabato e sol-levano il velo su chiese e luoghi di culto, castelli, palazzi e dimore storiche, musei e siti archeolo-gici, parchi e riserve naturali protette, percorsi enogastronomici e piccoli borghi. Anche i meno conosciuti. Con Open Days l’inaccessibilità di-venta accessibilità sostenibile, patrimonio collet-tivo, bene comune. Oltre 150 Beni del patrimonio culturale, in 54 Comuni; 20 tra parchi e aree pro-tette che interessano circa 60 Comuni dell’intera Regione. Open Days è organizzato da Pugliapro-mozione e dalla Regione Puglia.

lignano a Mare tornano ad essere le protagoniste di dialoghi, confronti, re-ading e performance di chiaro sapore letterario.

mo buoni motivi per es-sere ottimisti “nonostan-te la crisi nefasta che ci sta soggiogando”.

Grande curiosità per la partecipazione di Pupo e Nada. Luigi Man-coni, nel suo ultimo li-bro dedica un capitolo a Domenico Modugno. Amalia Grè affianche-rà Savino Zaba e Thony, attrice protagonista del prossimo film di Pao-lo Virzì, interverrà con l’autore Simone Lenzi. E in esclusiva al “Libro possibile” il giovane au-tore Tom Darling. Attesa per autori come Gianni Minà, Serena Dandi-ni, Stefano Bartezzaghi, Luca Telese, Veronica Pi-vetti, Donatella Bianchi, Valerio Massimo Man-fredi, Fulvio Ervas.

L’intero programma si può consultare sul sito www.libropossibile.com.

Sabato 21 luglio, alle ore 21, presso il Teatro Italia di Gallipoli ritorna il Premio Barocco, uno de-gli eventi clou dell’estate italiana. A presentare la serata, dal palco del prestigioso teatro, il giorna-lista Attilio Romita e la showgirl Rossella Brescia.

A poco meno di venti giorni dal grande evento, si inizia a deline-are quello che sarà il contenitore della lunga serata.

La prima novità è la presenza di una delle più belle certezze del-la nostra musica d’autore Fabio Concato che, nel corso degli anni,

ha saputo ritagliarsi uno spazio importante per le sue canzoni, narrando in modo personale le piccole grandi storie della quoti-dianità.

Allegria e grande spettacolo con la presenza del gruppo sa-lentino dei Sud Sound System e la loro grande energia che da anni li ha sempre contraddistinti. Un atto dovuto, la loro presenza nel corso della serata, per rendere onore alla loro volontà e al loro talento.

I premiati sono insigniti della Galatea Salentina, opera bronzea

firmata dallo scultore e artista Egidio Ambrosetti, ispirato alle Nereidi, le grandi divinità mari-ne presenti costantemente nella mitologia greca e, dunque, nella Magna Grecia. Il premio simbo-leggia ufficialmente il legame del

Salento al Barocco.In questi giorni è anche inizia-

ta la prevendita dei biglietti che si possono acquistare presso il bot-teghino del Teatro Italia, in Corso Roma, a Gallipoli.

Per l’edizione 2012 sono previ-ste ancora grandissime novità che saranno comunicate nei prossimi giorni e, come sempre, faranno parlare la stampa internazionale.

Una serata magica in cui Spet-tacolo, Arte e Cultura vanno a fondersi nell’incantevole cornice della “Perla dello Jonio”, tra le bel-lezze del suo passato e l’energia del suo futuro: il tutto per veicola-re l’immagine di una Puglia dina-mica e culturalmente fervida, con la forza del sorriso e del più vivo calore barocco.

Concato e Sud Sound Systemnel prossimo Premio Barocco

gallipoli

Alla scoperta delle bellezze pugliesi

Il filo rosso che lega tutti gli spazi e gli autori del Festival è la declina-zione della prospettiva affascinante che in ogni angolo di Polignano ti sorprende, ti affascina e ti stimola: l’ottimismo. Il tema del Festival 2012, che vuole accendere luci e attenzioni sulle contin-genze che il mondo inte-ro sta attraversando, per dare più forza e deter-minazione al tentativo di riscatto della speran-za, affinché la crescita culturale di un territorio possa servire da stimolo per altri settori del no-stro Paese in evidente difficoltà.

Come ogni anno nel-le quattro sere si susse-guono scrittori e artisti; uomini di chiesa, intel-lettuali di spicco, firme giornalistiche, politici, economisti e magistra-

isole tremiti

Quest’anno la settima edizione del festival musicale “Il mare e le stelle” ha avuto tutt’altro sapo-re: il sapore della perdita del suo fondatore, il cantante Lucio Dal-la, prematuramente scomparso il 1° marzo di quest’anno e che gli organizzatori hanno voluto omag-giare anche apportando una pic-cola modifica al titolo originale della manifestazione. Questa volta la rassegna di musica si è intitola-ta “Il mare e la stella”, al singola-re, perché si è voluto focalizzare completamente l’attenzione su di lui, invece che sulle potenziali al-tre “star” che nei sei anni passati il cantautore bolognese aveva vo-luto portare qui, a Sud. Il luogo, però, è rimasto sempre lo stesso: ieri, giovedì 12 luglio, le Isole Tre-miti che tanto hanno ispirato Lu-

cio Dalla si sono accese per lui. È stato questo un gesto di gratitu-dine in memoria di un grande ar-tista italiano che ha molto amato le Diomedee e si è sempre battuto per difenderle: proprio in occasio-ne della scorsa edizione di “Il mare e le stelle”, infatti, sul palcoscenico insieme a Renato Zero, Lucio si è battuto contro la deturpante pra-tica delle trivellazioni nel mare Adriatico alla ricerca del petrolio.

La valorizzazione e la tutela pa-esaggistica, quindi, sono rimaste in primo piano e difatti nel corso della serata oltre alle interpreta-zioni canore degli innumerevoli capolavori di Dalla sono stati con-segnati i premi del Parco Naziona-le del Gargano a personaggi che si sono contraddistinti nelle proprie professioni per la tutela e la pro-

mozione della risorse naturali e paesaggistiche. Il ricordo di Lucio, però, ha prevaricato su tutto e si è fatto vivo e serpeggiante nella ormai tradizionale piazzetta San-dro Pertini, dove per la prima vol-ta all’appuntamento con tutta la cittadinanza Lucio (che a detta di molti tremitesi non ha mai avuto atteggiamenti da divo) è mancato.

Lo special guest della serata è stato Pierdavide Carone, il giova-ne talento pugliese con cui Lucio è salito sul palco dell’Ariston per una delle sue ultime apparizioni televisive.

Daniela De Sario

Il mare e la stella, una seratatutta nel ricordo di Lucio Dalla

Fabio Concato

LOCOROTONDO

La mostra personale di Corcelli

Oggi si inaugura “La cospirazione dei Rinnegati” persona-le di Vincenzo Cor-celli, a cura del Col-lettivo Critico “La Cavaiola”.

La mostra di Vin-cenzo Corcelli (Co-rato, 1979) dal titolo “La cospirazione dei Rinnegati”, è il primo dei tre eventi espositivi del Pre-mio “La Prima Per-sonale”, concorso dedicato ad artisti under 35 nati e resi-denti in Puglia.

Il titolo della mo-stra, sottratto alla cybercultura dei giochi virtuali (La cospirazione dei Rinnegati è un gioco di strategia su una piattaforma online basato sullo svolgi-mento di indagini relative a misteriosi omicidi e improv-vise scomparse dei personaggi), indu-gia sulla stessa pa-ralisi che le forme del vivere contem-poraneo producono sui giocatori sociali. L’evento, organizza-to dall’Associazione Culturale Entropie insieme con G-Lan/Laboratori Urbani di Locorotondo, è ospitato nella Sala Rodio dei Laboratori Urbani di Locoro-tondo.

La mostra resterà aperta fino a giovedì 19 luglio. [email protected]

339 3906592

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16 venerdì 13 luglio 2012Cinema

poco felici, come l’utiliz-zo di una musica dai toni quasi rock durante la ro-cambolesca scena della fuga.

E anche la rappresen-tazione della difficoltà dei protagonisti di fronte alle angherie dell’inver-no all’inizio sembra poca roba rispetto a quanto vi-sto nello sconvolgente (e ancora inedito) The Grey.

Ma poi la pellicola si solleva e l’empatia con i

La locandina del film

BentornatoPeter Weir

“The Way Back” è ispi-rato al libro del polacco Sławomir Rawicz “Tra noi e la libertà”, dove l’autore racconta la sua fuga da un gulag siberiano assieme ad altri prigionieri e del loro lunghissimo e fatico-sissimo viaggio a piedi per raggiungere l’India e, di conseguenza, la salvezza.

Un’opera pubblicata negli anni cinquanta (in

Italia edita da Corbaccio), in verità frutto del ghost writer Ronald Downing, che ha avuto molto suc-cesso, poiché toccava corde sensibili, la cui ve-ridicità, però, è stata ne-gli anni oggetto di molte riserve.

Impreziosito dalla fo-tografia di Russell Boyd, da sempre occhio fedele di Weir, che da il meglio di sé nel riprendere la grandiosità dei paesaggi

THE WAY BACK - L’odissea dei protagonisti: 6500 chilometri a piedi per sfuggire dal gulag siberiano

CorsoCerignola (Fg)

Chernobyl Diaries - La mutaz.h 18:40 - 20:30 - 22:15

W.E.h 18:15 - 20:15 - 22:15

The Amazing Spider-Manh 19:30 - 22:15

Città del CinemaFoggia

Biancaneve e il cacciatoreh 17:25 - 19:00 - 20:00 - 21:30

Quell’idiota di nostro fratelloh 16:10 - 18:10 - 20:10 - 22:10

L’amore dura tre annih 16:10 - 18:10 - 20:10 - 22:15

ShowvilleMungivacca (Ba)Quell’idiota di nostro fratello

h 18:45 - 20:40 - 22:30

Cena tra amicih 18:20 - 20:30 - 22:40

Il Dittatoreh 20:20 - 22:40

di Michele Falcone

REGIA E SCENEGGIATURA: Peter WeirATTORI: Colin Farrell, Mark Strong, Saoirse Ro-

nan, Ed Harris, Jim Sturgess, Dejan AngelovFOTOGRAFIA: Russell BoydMONTAGGIO: Lee SmithMUSICHE: Burkhard von DallwitzPRODUZIONE: Crispy Films, National Geogra-

phic Films, On the Road, Point Blank Productions, Scott Rudin Productions, Spitfire Pictures

DISTRIBUZIONE: 01 DistributionPAESE: USA 2010

la scheda - the way back

(non stupisce affatto che la National Geographic figuri tra i produttori del film) e commentato dal-le musiche suggestive di Burkhard von Dallwitz, il film probabilmente avrebbe richiesto una sceneggiatura meno di-dascalica e meno parlata ma resta uno spettacolo di tutto rispetto, forse un po’ troppo lungo e un po’ troppo “vecchio stile” per generare grandi entusia-smi ma il tocco di Weir si nota, specie quando ri-prende gli scorci naturali, gli animali e la morte, con economia ammirevole e senza fronzoli.

Peter Weir non ha per-so il tocco di una volta ed emoziona grazie alla luci-dità della messinscena e a una notevole direzione degli attori.

Talvolta si lascia un po’ prendere la mano e offre alcune scelte estetiche

protagonisti, tra cui bril-la Ed Harris rude e tene-ro come solo lui e il buon Clint sanno essere, sale al massimo grado.

Questo è un Weir mi-nore rispetto a “Un anno vissuto pericolosamente”, “Picnic a Hanging Rock” o “Truman Show”. Ma un Weir minore equiva-le a mille migliori opere di tanti presunti registi ‘impegnati’. Ben tornato Peter.