Puglia d'oggi n. 25

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Questa testata non riceve contributi pubblici 6 luglio 2012 • anno III n. 25 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella POSTE ITALIANE Spedizione in abb.to post. d.l. 353/2003 (conv. in legge 27 febbraio 2004 n. 46) art. 1 co. 1 - DCB BA www.pugliadoggi.it AMBIENTE - In Puglia oltre tremila i reati Report di Legambiente, più crimini e più arresti nel rapporto Ecomafie A PAG 5 BARI - Il dibattito sulla città Legalità e cultura ripartiamo dal Petruzzelli per risollevare Bari A PAG 7 L’ELZEVIRO Ora legale anticaldo E mo’ basta. Pare che tutto il girone di Malebol- ge si stia riversando sul Mediterraneo sotto forma di anticiclone incazzato e malvagio. Prima Scipio- ne, poi Caronte. In attesa di Minosse e Lucifero. Cal- do, afa, umido ci stanno riducendo degli zombie. Proposta: ora legale anti- caldo. Mettiamo indietro gli orologi di dieci ore (al- meno) e trasferiamo tutte le nostre attività nelle ore notturne. Come si fa, da sempre, nei civilissimi paesi desertici tra il Mare Nostrum e l’Equatore. E qui non si tratta di un giorno o due, per la mise- ria: sono cicli che durano settimane. E se, come pare, il cambiamento climati- co ormai è un fatto certo, mica possiamo squagliar- ci come candele alla fiam- ma, poffare. Urge dunque rivoluzionare le nostre abitudini e trasformar- ci in simpatici animali nottambuli, sfruttando, noi rivieraschi, le fresche bavette post tramonto che a Bari, poi si impregnano di afrori tipici: dal fumo denso dell’involtino sulla brace, all’alitare birresco delle masse assetate. E pensare che i nostri padri (e madri s’intende), curvi al sole implacabi- le dell’assolato Tavoliere, sotto il feroce bastone del “soprastante”, s’accon- tentavano di poche gocce dallo “zulo” di terracotta lasciato all’ombra del fico. Se c’era. Che altrimen- ti, calda se la bevevano quell’acqua. di Fortunata Dell’Orzo REGIONE PUGLIA - Basta con il campanilismo personalistico che tanto piace ai politici pugliesi Tagli? Sì, ma non nel mio paese A PAG 4 FOGGIA - Presentato il volume con una cerimonia a Palazzo Dogana Iacp, ecco il bilancio sociale A PAG 12 CERIGNOLA - Il consiglio Comunale si scioglie per mancanza dei numeri Il terrore delle quote rosa A PAG 13 BARI - Chiuso da quasi vent’anni per un piccolo dettaglio tecnico L’agonia dell’Auditorium A PAG 11 il corsivo di Enrico Ciccarelli Non sappiamo se la fascinazione che Silvio Berlusconi ammette di pro- vare per Beppe Grillo sia ricambiata. I due, di sicuro, sono sempre più si- mili nell’organizzazione concettuale, nell’approccio valoriale, nelle propo- ste. In fondo sono entrambi uomini di spettacolo: Beppe Grillo, specie quando i testi erano firmati Stefano Benni, era davvero un comico fantastico; e Berlusconi, prima di essere il primo impresario d’Italia (al punto da sacrificare anche la sua vita privata per visionare spet- tacolini di burlesque) è stato un crooner apprezzato sul- le navi da crociera. Non sarebbe male se, invece di perder tempo con cose tristi come la politica, facessero varietà vero. Una cosa come “Dall’euro alla neuro”. Come sou- brette è in pole position Daniela Santanché. L’EDITORIALE Ed ora, tutti in pista L’unione politica degli Stati europei può essere davvero una risorsa per tutti noi. Su questo si devono confrontare tutti i partiti Stati Uniti d’Europa La ormai ineludibi- le necessità di punta- re a un’unione politica dell’Europa nella prospet- tiva di un’Europa federale, attraverso la costituzione degli Stati Uniti d’Euro- pa, è stata la prima delle proposte fatte da Fini alla recente Assemblea nazio- nale di Fli. L’augurio è che que- sta importante proposta, certo non a caso messa al primo posto, non re- sti solo una interessante suggestione intellettuale, o un mero flatus vocis, o, peggio ancora, un vuoto slogan propagandistico. Lo spartiacque politico delle prossime elezioni politiche sarà costituito dall’adesione o meno a una prospettiva di mag- giore integrazione euro- pea, della quale l’appog- gio al Governo di Mario Monti è solo una logica specificazione ALLE PAGG 8 E 9 A PAG 9 Dall´ottima sessione dell´Assemblea nazionale di Fli e dalle tante intel- ligenti analisi e proposte fatte da Gianfranco Fini e sulle quali avremo modo di soffermarci più diffusa- mente su Puglia d´oggi e nelle iniziative pubbliche che, nonostante la calura estiva, organizzeremo a breve, mi piace ricavare due considerazioni di più modesta natura interna e organizzativa. Con ciò non voglio minimizzare [...] di Salvatore Tatarella

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Il numero del 6 luglio di Puglia d'oggi

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Questa testata non riceve contributi pubblici

6 luglio 2012 • anno III n. 25 nuova serie • 1 euro Settimanale a diffusione gratuita

Fondato nel 1959 da Pinuccio Tatarella

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www.pugliadoggi.it

AMBIENTE - In Puglia oltre tremila i reati

Report di Legambiente,più crimini e più arrestinel rapporto Ecomafie

A PAg 5

BARI - Il dibattito sulla città

Legalità e culturaripartiamo dal Petruzzelliper risollevare Bari

A PAg 7

L’ELZEVIRO

Ora legaleanticaldo

E mo’ basta. Pare che tutto il girone di Malebol-ge si stia riversando sul Mediterraneo sotto forma di anticiclone incazzato e malvagio. Prima Scipio-ne, poi Caronte. In attesa di Minosse e Lucifero. Cal-do, afa, umido ci stanno riducendo degli zombie. Proposta: ora legale anti-caldo. Mettiamo indietro gli orologi di dieci ore (al-meno) e trasferiamo tutte le nostre attività nelle ore notturne. Come si fa, da sempre, nei civilissimi paesi desertici tra il Mare Nostrum e l’Equatore.

E qui non si tratta di un giorno o due, per la mise-ria: sono cicli che durano settimane. E se, come pare, il cambiamento climati-co ormai è un fatto certo, mica possiamo squagliar-ci come candele alla fiam-ma, poffare. Urge dunque rivoluzionare le nostre abitudini e trasformar-ci in simpatici animali nottambuli, sfruttando, noi rivieraschi, le fresche bavette post tramonto che a Bari, poi si impregnano di afrori tipici: dal fumo denso dell’involtino sulla brace, all’alitare birresco delle masse assetate.

E pensare che i nostri padri (e madri s’intende), curvi al sole implacabi-le dell’assolato Tavoliere, sotto il feroce bastone del “soprastante”, s’accon-tentavano di poche gocce dallo “zulo” di terracotta lasciato all’ombra del fico. Se c’era. Che altrimen-ti, calda se la bevevano quell’acqua.

di Fortunata Dell’Orzo

REGIONE PUGLIA - Basta con il campanilismo personalistico che tanto piace ai politici pugliesi

Tagli? Sì, ma non nel mio paeseA PAg 4

FOGGIA - Presentato il volume con una cerimonia a Palazzo Dogana

Iacp, ecco il bilancio socialeA PAg 12

CERIGNOLA - Il consiglio Comunale si scioglie per mancanza dei numeri

Il terrore delle quote rosaA PAg 13

BARI - Chiuso da quasi vent’anni per un piccolo dettaglio tecnico

L’agonia dell’AuditoriumA PAg 11

a il corsivo

di Enrico Ciccarelli

Non sappiamo se la fascinazione che Silvio Berlusconi ammette di pro-vare per Beppe Grillo sia ricambiata. I due, di sicuro, sono sempre più si-mili nell’organizzazione concettuale, nell’approccio valoriale, nelle propo-ste. In fondo sono entrambi uomini di spettacolo: Beppe Grillo, specie quando i testi erano firmati Stefano Benni, era davvero un comico fantastico; e Berlusconi, prima di essere il primo impresario d’Italia (al punto da sacrificare anche la sua vita privata per visionare spet-tacolini di burlesque) è stato un crooner apprezzato sul-le navi da crociera. Non sarebbe male se, invece di perder tempo con cose tristi come la politica, facessero varietà vero. Una cosa come “Dall’euro alla neuro”. Come sou-brette è in pole position Daniela Santanché.

L’EDITORIALE

Ed ora,tuttiin pista

L’unione politica degli Stati europei può essere davvero una risorsa per tutti noi. Su questo si devono confrontare tutti i partiti

Stati Uniti d’EuropaLa ormai ineludibi-

le necessità di punta-re a un’unione politica dell’Europa nella prospet-tiva di un’Europa federale, attraverso la costituzione degli Stati Uniti d’Euro-pa, è stata la prima delle proposte fatte da Fini alla recente Assemblea nazio-nale di Fli.

L’augurio è che que-sta importante proposta, certo non a caso messa al primo posto, non re-sti solo una interessante suggestione intellettuale, o un mero flatus vocis, o, peggio ancora, un vuoto slogan propagandistico.

Lo spartiacque politico delle prossime elezioni politiche sarà costituito dall’adesione o meno a una prospettiva di mag-giore integrazione euro-pea, della quale l’appog-gio al Governo di Mario Monti è solo una logica specificazione

ALLE PAgg 8 E 9 A PAg 9

Dall´ottima sessione dell´Assemblea nazionale di Fli e dalle tante intel-ligenti analisi e proposte fatte da Gianfranco Fini e sulle quali avremo modo di soffermarci più diffusa-mente su Puglia d´oggi e nelle iniziative pubbliche che, nonostante la calura estiva, organizzeremo a breve, mi piace ricavare due considerazioni di più modesta natura interna e organizzativa. Con ciò non voglio minimizzare [...]

di Salvatore Tatarella

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2 venerdì 6 luglio 2012In primo piano

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Registrazione presso il Tribunaledi Bari n. 47/2010 del 12/11/2010

Questo periodico èassociato all’Unionestampa periodica italiana

Straordinaria ordinarietàIN ITALIA - Spending review e riforme istituzionali le sfide principali del governo italiano

Ernesto Galli della Loggia è un editoriali-sta puntuto, raramente ovvio, spesso scomodo. Ma è anche una co-scienza critica illumi-nante.

Noi abbiamo trovato estremamente puntua-le, con un finale degno di essere incorniciato, il suo articolo (cfr. Cor-riere della Sera del 4 lu-glio) sulla “percezione del premier”, cioè sul-lo strano caso per cui un uomo come Monti, incarnazione ai limi-ti della platealità degli ideali, delle proposte e dei valori della “destra storica”, è avversato ed inviso, più che dai suoi “nemici naturali” del-la sinistra radicale, dal populismo destrorso incarnato da giornali come Libero e il Gior-nale.

Per rispondere al Corriere il quotidiano diretto da Sallusti ha messo in campo una delle sue penne miglio-ri, cioè Marcello Vene-ziani, intellettuale di vaglia della destra ita-liana.

Purtroppo Venezia-ni è da molto tempo lontano dalla sua for-ma migliore, ed anche il suo ragionamento di ieri ha più il sapore dell’atto dovuto che del convincimento. Secon-do l’articolo pubblicato dal Giornale, la destra non è “montiana”.

Al professore Vene-ziani appiccica la frusta etichetta di “uomo dei poteri forti” e gli rim-provera la mancanza di legittimazione demo-cratica.

Finisce inoltre per tracciare, con una certa arditezza, una distanza e addirittura una in-

conciliabilità fra la “de-stra economica” di cui sarebbe espressione il professore e la destra politica, che avrebbe il suo orizzonte cultura-le e ideale saldamente ancorato al consenso e alla vicenda elettorale.

Ci sarebbe stato bene un accenno alle demo-plutocrazie, ma Vene-ziani avrà pensato di non esagerare. Non è mancata però la ripro-posizione del vecchio spauracchio secondo cui gli uomini che rap-presentano i poteri forti sono utili idioti della sinistra (o il contrario, l’argomento è double face).

Sinceramente ci sa-remmo aspettati di più: sia perché è intellet-tualmente disonesto accreditare l’idea che il Governo Monti rap-presenti una sorta di sospensione della de-mocrazia, sia perché esorcizzare la “destra economica” e sostenere la legittimità del gover-no dell’uomo più ricco d’Italia appare acroba-zia fin troppo sperico-lata.

Assecondare la deri-va populista può esse-re legittimo, specie se si tratta di tirar su due paghe per il lesso. Farlo pretendendo di impar-tire lezioncine di storia e di politica è forse pre-tesa eccessiva.

Enrico Ciccarelli

L’importanza dichiamarsi Ernesto

il commento

L’idea che la spesa non possa essere una variabile indipendente deve restare

Le notizie di stampa che filtrano a proposito della spendig review, cioè della manovra di tagli alla spe-sa pubblica che il Governo sta approntando, e le rea-zioni ed i commenti che le hanno accompagnate, di-mostrano una volta di più che l’Italia è afflitta da una permanente “sindrome nimby”: tutti d’accordo a dire che non si possono tollerare nuove tasse e che bisogna combattere gli sprechi, ma non appena si cerca di passare sul ter-reno concreto, insorgono corporazioni e camarille, sindacati e forze politiche.

Tutti vogliono tagliare, purché il taglio riguardi al-tri. Abbiamo una pubbli-

Quando un pallone cancella rancori di ogni genere e unisce un Paese, si è certi di essere in Italia.

La crisi economica, i licenzia-menti, lo spread, vengono dopo.

Dopo la partita di calcio, perchè quella si deve vince-re, a tutti costi.

Il peggior italiano, per l’occasione, si traveste da pa-triota modello, dopo la qualificazione in finale. Un per-fetto tifoso, dell’ultimo minuto.

Prima di allora, la nazionale azzurra è come il Paese: perdente, in deficit, senza speranze, con un allenatore pescato chissà dove, con giocatori troppo giovani, trop-po arrabbiati, troppo stanchi.

A pochi passi dalla coppa, il tifoso mascherato, veste il balcone con il tricolore e guarda all’Italia come unica nazione capace di rialzarsi, di stupire, di vincere. Madre di tutti i sogni e di tutte le emozioni.

Canta l’inno con la mano sul petto, centrando il cuo-re e scandendo bene le parole, con gli occhi chiusi, come fa Buffon.

Evviva Prandelli, Balottelli, Buffon, Pirlo, evviva tut-ti, evviva pure Monti.

Per lui, tutto è perfetto, ad un passo dalla vittoria. La sconfitta, invece, è il fischio finale per tutto, il falli-

mento di una intera nazione, il motivo per non crederci più.

L’orgoglio italiano? Svanito. Le emozioni? Illusioni. Il Paese? Da cancellare dalla cartina geografica. I goal azzurri? Miracoli. Prandelli? Un autentico idiota. Il tri-colore sul balcone? Asciuga i piatti

Il tifoso vero è, invece, come la squadra azzurra: forte anche quando piange.

attualMente

di Annalisa Tatarella

Il tifosodell’ultimo minuto

Mercoledì pomerig-gio il ministro della Sa-lute, Renato Balduzzi, ha chiarito che “nessu-na chiusura automatica di ospedali verrà impo-sta da Roma”, spiegan-do però che “è sicura-mente necessaria una riorganizzazione della rete ospedaliera che porti a una riduzione di costi di gestione e ad una maggiore appro-priatezza delle presta-zioni”.

A rischiare la chiusu-ra, infatti, ci sarebbe-ro ben 149 strutture di ricovero. Tanti stando alla banca dati del mi-nistero della Salute, ag-giornata al 2007, sono i mini-ospedali.

Uno dei parame-tri del provvedimento sulla spending review sarebbe quello di una riduzione dello stan-dard ad un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti. Facendo i conti, ci po-trebbe essere un’ulte-

riore riduzione di 12-14 mila posti letto.

Intanto nel comples-so, a fronte delle misure in cantiere, è prevista la riduzione del finan-ziamento al servizio sanitario di un miliardo quest’anno, 2 all’anno dal 2013, in maniera strutturale.

Ed è questo che il ministro Balduzzi ha subito chiarito ai gover-natori.

Per arrivare a tale ci-fra, verrebbero rideter-minati i tetti della spesa farmaceutica territoria-le (quella per i farmaci convenzionati).

Le industrie farma-ceutiche si vedranno inoltre aumentare al 6,5%, anche se solo per l’anno in corso, lo scon-to dovuto al Servizio sa-nitario nazionale.

Nell’immediato, se-condo Federfarma, il taglio “non potrà che tradursi in maggiori ti-cket e minori farmaci in prontuario”.

Sanità: sarà compito delle Regioni tagliare

spending review

di Enrico Ciccarelli

ca amministrazione con la produttività più bassa d’Europa, ma guai a pen-sare di ridurre gli organici (senza licenziamenti, ov-viamente), o di garantire una maggiore vicinanza fra bisogno e servizio.

Anche i provvedimenti di più elementare buon-senso vengono conside-rati un’onta sanguinosa, un attacco alle libertà ci-vili, un sopruso infame. La litania è sempre quella del “cercate altrove”, qua-si che non si sappia che l’unica possibile alterna-tiva ai tagli è l’aumento dell’Iva, cioè un rincaro generalizzato dei prezzi e l’innesco di una spirale in-flattiva che colpirà soprat-tutto i ceti meno abbienti.

Con questo non inten-diamo dire che l’operato del Governo sia per prin-cipio esente da errori, e che non ci possano essere, nell’elenco di questi tagli, cose da correggere o da

rivedere: ma la direzione è quella giusta, al punto che noi pensiamo che il lavoro di Bondi, l’esperto incaricato di coordinare la spending review, debba essere reso permanente, che cioè un authority an-tisprechi debba essere in servizio permanente ef-fettivo, anche inserendo parametri oggettivi.

Non si capisce perché l’Agenzia delle Entrate, attraverso gli studi di set-tore, possa stabilire che mediamente un’impresa o un professionista deb-ba guadagnare un tot e non si possa con lo stesso strumento stabilire che le uscite di un Ente pubblico non possano crescere in modo indeterminato. Di più: riteniamo che tanti piccoli Bondi debbano es-sere incaricati dalle Regio-ni italiane, a statuto ordi-nario o speciale che siano. Serve a poco essere virtuo-si a Roma se si continua a

lasciare impunita la spesa allegra delle burocrazie, degli ospedali e delle Asl. Serve a poco ridurre il fab-bisogno dei ministeri se la spesa per l’acquisto dello stesso prodotto o servizio è venti volte maggiore in Sicilia che in Lombardia o vicevera.

L’idea che la spesa non possa essere una variabi-le indipendente deve ac-compagnarci non per un anno o due, ma per sem-pre.

Il che comporta anche una seria riflessione sui meccanismi della nostra casa comune, sull’archi-tettura complessiva dello Stato.

Intervenire sul bicame-ralismo perfetto, rivedere i meccanismi di sussidia-rietà orizzontale e verti-cale, dotarsi di strumenti più efficaci per risolvere i conflitti di competen-za e di attribuzione sono la naturale conseguenza dell’inserimento in Co-stituzione del pareggio di bilancio. Far finta che tut-to il problema sia nei pur importanti meccanismi di selezione delle rappre-sentanze o nella forma di governo è un’illusione pericolosa. La politica do-vrebbe pensarci.

Ernesto Galli della Loggia

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venerdì 6 luglio 2012 3In primo piano

“Il taglio di 200 mi-lioni all’Università è in realtà una riduzione del Fondo di Finanzia-mento Ordinario, cioè i soldi che il Governo dà agli Atenei, che nel-la quasi totalità vengo-no utilizzati per pagare gli stipendi del perso-nale e soprattutto dei docenti, e non per la didattica. Quindi, que-sto taglio incide poco o nulla sulla vita degli

studenti. Piuttosto al ministro Profumo chie-diamo una stretta vera contro i corsi di Laurea inutili che servono solo ad accontentare qual-che barone. Risparmie-remmo molto di più e potremmo destinare il FFO in base al merito: oggi accade solo in mi-nima parte. Chiediamo a Profumo di alzare tale percentuale almeno al 30% e di avviare le ri-

forme strutturali che servono all’Università: liberalizzare le rette, valutazione di Atenei e Professori, prestito d’onore”.

Lo affermano in una nota Gianmario Ma-riniello, coordinatore nazionale di Genera-zione Futuro e Lorenzo Castellani, vice respon-sabile degli eletti di Ge-nerazione Futuro nelle Università.

Tagli per baroni e personale,non in danno degli studenti

universita’

turalmente convincente sul settore pubblico, che non vuol dire riduzio-ne tranchant della spesa pubblica, ma una ridu-zione della spesa dopo aver fatto un’analisi molto precisa dei settori dove ci sono sprechi”.

“Io e la Merkel lavoria-mo molto bene insieme - ha poi aggiunto -, perché lei tedesca e io italiano, crediamo in una Soziale Marktwirtschaft altamen-te competitiva’’, ha spie-gato Monti, facendo rife-rimento all’economia di mercato sociale. “La sua - ha osservato il Professo-re - è molto più competi-tiva della nostra ma spero che noi accorceremo le distanze per poter spin-gere insieme l’Europa in avanti’’.

Merkel da parte sua, nella conferenza stampa congiunta, ha sottoline-ato: “Se i nostri vicini in Europa non stanno bene, anche noi tedeschi non stiamo bene’’. “E’ anche nel nostro interesse che gli altri paesi europei ab-biano uno sviluppo eco-nomico positivo’’, ha ag-giunto.

Con il presidente del

Consiglio Monti ci siamo scambiati informazioni sulle rispettive situazioni nei nostri Paesi, ha detto la cancelliera, sottoline-ando “la molteplicità di riforme in tempo rapidis-simo” realizzate dall’Italia e le “decisioni fondamen-tali” assunte. Quelle di oggi, ha detto, sono “con-sultazioni importanti in tempi non facili”.

“Io voglio continuare a collaborare molto bene con Mario Monti e con il suo governo. In que-sto momento abbiamo bisogno di una coopera-zione intergovernativa intensa che ogni giorno dobbiamo rafforzare’’, ha affermato Merkel: “ci ap-poggiamo a vicenda’’, ha aggiunto ammettendo che ci sono dei settori “in cui noi tedeschi non sia-mo bravissimi’’.

Per questo, perché “nessun Paese vive nel vuoto, ma in un mondo globalizzato’’, Italia e Ger-mania “devono imparare l’uno dall’altro’’.

“Fino a ora, sono sem-pre riuscita a trovare in-tese con Monti, laddove è stato necessario’’, ha con-cluso.

Ancora un incontro bilaterale tra Mario Mon-ti ed Angela Merkel si è svolto nei giorni scorsi, in Italia.

Un incontro impor-tante da cui sono emerse sostanzialmente due no-tizie: innanzitutto è stata seccamente smentita la voce secondo cui l’Italia sarebbe in procinto di chiedere aiuti al fondo europeo salvastati. Inoltre è emersa la ferma deter-minazione di Monti a pro-seguire sulla strada di un forte ed energico risana-mento dei conti pubblici che, passando attraverso una serie di tagli e ridu-zioni, anche drastiche e dolorose, possa portare sulla strada della crescita.

“Ho confermato ad An-gela Merkel la determina-zione del governo italia-no, che conosce e credo apprezzi, a proseguire sulla strada del risana-mento di bilancio’’ e “in prospettiva’’ della cresci-ta. Lo ha detto il premier Mario Monti, parlando a Villa Madama in occasio-ne del bilaterale con An-gela Merkel.

‘’L’Italia non ha biso-gno di aiuti’’ da parte della Ue, ha assicurato. ‘’Grazie al sostegno degli italiani e del Parlamento, l’Italia non si trova nelle condi-zioni di Grecia e Portogal-lo’’, ha detto Monti.

Il nostro Paese non ha intenzione di chiede-re l’intervento del fondo salva-Stati, anche perché “quest’anno avremo un disavanzo di circa il 2% del Pil, che è la metà della media Ue e l’anno prossi-

mo l’Italia avrà un avanzo in termini strutturali”, ha spiegato.

“Siamo convinti - ha sottolineato - che i Con-sigli europei siano occa-sioni preziose per andare avanti nella costruzione di un’Europa più effica-ce’’.

“A Bruxelles, nel Consi-glio europeo - ha riferito -, abbiamo parlato di nuove misure a breve termine: io sono soddisfatto, e tutti i 17 Paesi dell’Eurogruppo sono soddisfatti perché sono conclusioni rag-giunte all’unanimità’’.

Parlando di lavoro, Monti ha affermato: “Con la Merkel abbiamo parla-to della disoccupazione giovanile in Italia al 36%. E’ diventato davvero inac-cettabile questo tasso di disoccupazione’’.

Il premier ha poi pun-tato il dito contro le parti sociali. Imprese e sinda-cati, ha dichiarato, “han-no svilito una riforma del lavoro che è a vantaggio delle giovani generazio-ni”.

A proposito di spen-ding review, Monti ha det-to: “E’ venuto il momento di agire in modo più strut-

di Giuseppe Pugliese

TAGLI E SACRIFICI - Ancora un vertice tra Mario Monti ed Angela Merkel. La tedesca: “rafforzare la nostra cooperazione”

Sulla strada del risanamentoMantenere sotto controllo il bilancio e solo in prospettiva si potrà tornare a crescere. Inaccettabile la disoccupazione giovanile al 36%

All’indomani dello stop del Pdl, dello scon-tro tra Fini e Schifani e la minaccia del premier Mario Monti di com-missariare la Rai, nella mattinata di ieri è arri-vata, finalmente, la fu-mata bianca per il Cda di viale Mazzini.

La commissione di Vigilanza ha votato i sette consiglieri di sua competenza e ciascuno è passato con cinque voti. Si tratta di Antonio Verro, Antonio Pilati, Luisa Todini, Guglielmo Rositani, Gherardo Co-lombo, Benedetta Toba-gi e Rodolfo De Lauren-tiis.

Quattro voti all’out-sider Flavia Nardelli che quindi non è passata al vaglio della Vigilanza. L’unico che non ha par-tecipato al voto è stato il radicale Marco Beltran-di.

Il nuovo Cda ha una geografia con una mag-gioranza ancora una volta Pdl. Più precisa-mente quattro consi-glieri in quota Pdl (An-tonio Verro, Antonio Pilati, Guglielmo Rosi-tani e Luisa Todini, su cui sono confluiti i voti della Lega) due Pd (Ge-rardo Colombo che Be-nedetta Tobagi) e uno Udc (Rodolfo De Lau-rentiis).

“Ero e rimango otti-mista sebbene, scusa-

temi la citazione, ‘senza illusioni’, come diceva Kennedy’’, ha commen-tato il presidente della Commissione di Vigi-lanza, Sergio Zavoli, al termine della votazione.

“Al di là di impreci-sioni e incongruenze, contraddizioni e ma-lesseri, manifestati le-gittimamente anche in quest’aula, qualcosa da oggi non sarà più come prima nel rapporto tra una politica malinte-sa e l’Azienda. Il segno dell’apertura di un var-co c’è stato e va colto in un momento difficile per il Paese, che chie-de a tutti legittimita’ e confronto, coesione e spirito costruttivo”, ha concluso Zavoli.

Di tutt’altro teno-re le parole del leader dell’Idv Antonio Di Pie-tro che parla di “un gol-pe’’, riferendosi al caso del dissidente Amato, senatore Pdl che ave-va votato per l’outsider Nardelli, sostituito in fretta e furia dal presi-dente del Senato Schi-fani con il più “addo-mesticato” Viespoli. “E’ stato cambiato il col-legio elettorale mentre erano in corso le vota-zioni una lesione inac-cettabile della demo-crazia. Una truffa a cui il presidente del Senato si è prestato e per questo dovrà risponderne’’.

Cda: fumata biancadopo le polemiche

rai

“Silvio Berlusconi alla fine ce l’ha fatta ad aggiudicarsi il quarto consigliere nel Consi-glio d’Amministrazione della Rai grazie a uno strappo alle regole sen-za precedenti. Il dimis-sionamento forzato del senatore Amato pesa come un macigno sul-la legittimità del nuo-vo Cda e dimostra che il tema del conflitto di interessi è tutt’altro che

archiviato”. Lo afferma in una nota Flavia Pe-rina, membro di Fli in Commissione di Vigi-lanza.

“Il condizionamen-to della Rai – sottolinea Perina - resta una delle priorità del ‘program-ma occulto’ del Pdl, così rilevante che persino il Presidente del Sena-to si è dovuto mettere sull’attenti. Ora – con-clude la parlamentare

di Futuro e Libertà - non rimane che affidar-si a Gubitosi e Tarantola perché venga garantito l’equilibrio del servizio pubblico e si apra la pa-gina nuova che Monti ha promesso”.

Istituzioni piegateal conflitto d’interessi

rai - il commento di flavia perina (fli)

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4 venerdì 6 luglio 2012Regione PugliaSPENDING REVIEW - Sacrifici per tutti, con metodi condivisi e chiari quale unica strada per far ripartire il nostro territorio

Tagli? Non nel mio paeseOspedali, punti nascita, tribunali, province... la Puglia è chiamata alla seria austeritàFacciamolo senza quegli steccati degli orticelli elettorali che tanto piacciono ai politici

i propri orticelli “e i propri interessi particolari”.

Bisogna scendere nel merito delle decisioni della Giunta, e li si posso-no annidare cento, mille e forse più motivi di richie-sta di correzione.

Del resto da Roma ar-rivano chiarissimi segna-li. La scure si abbatterà fortemente sulla Puglia, e non possiamo permetter-ci di arrivare impreparati.

Anche perchè la sanità è soltanto uno dei settori su cui saremo chiamati a tirare la cinghia.

Tra poco sarà la volta dei Tribunali (e in Puglia c’è Lucera destinato a saltare), le Provincie (fi-nalmente, aggiungiamo), con Bari che sarà Città Metropolitana; Brindisi, Bat e Taranto destinate a scomparire (in attesa del-la cancellazione definitiva di un ente assolutamen-te inutile e dispensioso), poi toccherà al personale pubblico, che è troppo, inefficente e mal utilizza-to.

Direttori generali di aziende sanitarie ed uni-versitarie, presidenti provinciali degli ordini dei medici sono stati gli interlocutori pomeridia-ni della terza sessione di audizioni calendarizzata dalla Commissione sani-tà in previsione del pare-re alla delibera di giunta

Modificabile o non mo-dificabile? Mentre la po-litica regionale continua ad interrogarsi sul Piano di Riordino voluto dalla Giunta, tra le polemiche e le prese di posizione po-litica, proseguono i lavori consiliari sull’argomento.

Mentre negli scorsi giorni era ventilata da più parti l’ipotesi di una pos-sibile, ed anche profonda modifica del Piano di Ven-dola e dell’Assessore At-tollini, sembra che le Asl abbiano già dato il via allo stesso, rendendolo di fatto già operativo e quindi non modificabile. Caos che si aggiunge a caos, con tutti i Sindaci che si sono detti contrari al Piano e l’Anci che ha disertato la riunio-ne di martedì scorso per protestare contro i tempi ristretti per la convocazio-ne (da venerdì a martedì).

La verità è che i tagli

devono essere fatti. E’ do-loroso ma necessario ta-gliare posti letto, ospedali e punti nascita.

E da qualche parte bi-sogna pur effettuare i ta-gli, altrimenti non si chia-merebbero, per l’appunto, tagli.

Quello che non ci è pia-ciuto è la sfilata dei vec-chi campanilismi per cui tutti, da destra a sinistra, hanno scritto plauden-do o dando addosso alle scelte fatte dalla Giunta regionale a seconda della salvezza o meno del pro-prio territorio.

Ci saremmo aspettati un dibattito sul metodo con cui sono stati deter-minati i tagli, sull’oppor-tunità o meno di applicare certe regole a certi territo-ri, e invece tutto o quasi si è ridotto al solito vecchio e stantio andazzo del “not in my back-yard”: ovvero tagli si, ma da qualche al-tra parte, lasciando intatti

Da ieri Luigi Capo-grosso non è più diret-tore dell’Ilva di Taranto. L’azienda ha infatti co-municato in una nota di aver ricevuto e ac-cettato le dimissioni di colui che ha diretto lo stabilimento per oltre 15 anni.

“La società, accet-tando le dimissioni, ha espresso il massimo apprezzamento per il lavoro svolto che ha consentito allo stabi-limento di conseguire straordinari risultati sul piano del migliora-mento della sicurezza sul lavoro e ambienta-le, oltreché su quello produttivo – si legge nella nota stampa -. L’ingegner Capogrosso manterrà la qualifica

di dirigente e si dedi-cherà in particolare al supporto tecnico per la difesa dell’attività dello stabilimento e dei suoi dipendenti nell’ambito dei noti procedimenti in corso. La direzione è stata affidata all’inge-gner Salvatore De Fe-lice, da anni dirigente dello stabilimento Ilva di Taranto”.

Cambio al verticedello stabilimento Ilva

taranto

“Le chiusure previ-ste dal piano di riordi-no erano in gran parte inevitabili. Oggi è facile criticare. Ed è assurdo che lo faccia anche chi in passato non ha avu-to remore nel tagliare reparti d’eccellenza qua e la. La verità è che il governo regionale ha fatto il massimo che poteva fare, dovendo rispettare stringenti cri-teri imposti dal governo nazionale. Quello che francamente avrei evi-tato sono le audizioni in commissione sanità”. E’ quanto dichiara il con-sigliere regionale PD, Filippo Caracciolo in merito alle polemiche sulle audizioni in corso alla Regione.

“Gli amministrato-

ri pongono questioni a noi consiglieri regionali nella speranza di poter modificare le cose, ma questo, lo sanno tutti benissimo, non è possi-bile - sottolinea l’espo-nente del Pd. Qualche piccola variazione al piano l’assessore Atto-lini l’ha promessa, ma è nulla rispetto alle aspet-tative. Perché quindi dare questa illusione? Si dica in modo chiaro ai cittadini e agli ammini-stratori comunali che le modifiche al piano non sono possibili e si eviti di caricare di responsa-bilità la commissione sanità. La giunta re-gionale ha messo tutto nelle mani dei direttori generali, com’era ovvio che fosse”.

Quelle audizioni andavano evitate

il parere di filippo caracciolo (pd)

Il Nobel per la lette-ratura al poeta e scrit-tore garganico Cristan-ziano Serricchio: un obiettivo qualificante, che trova il sostegno del Consiglio regiona-le. Il presidente Introna proporrà “all’Aula, nel-la seduta di mercole-dì 11, di approvare un ordine del giorno con la richiesta corale della Puglia, al Governo na-zionale, di appoggiare la candidatura ufficiale del nostro grande au-tore presso l’Accade-mia di Svezia. Intanto, mi rendo interprete del ‘comune sentire’ dell’Assemblea, che considera un premio tanto prestigioso un riconoscimento me-ritato dal novantenne autore garganico, per la sua produzione lettera-ria di alta ed originale ispirazione”.

L’intera regione si sta mobilitando, come si può osservare dal moltiplicarsi di inter-venti a supporto della candidatura. “Allo stes-so tempo – nota ancora Introna - il Nobel 2013 al conterraneo sarebbe un traguardo straordi-

nario per la cultura pu-gliese e meridionale”.

Giovedì 12 luglio, a Polignano, in occasio-ne della serata che sarà dedicata a Serricchio tra gli appuntamen-ti del Festival “Il libro possibile”, il presiden-te Introna consegnerà una targa d’argento all’uomo di lettere e di poesia, con l’auspicio che l’omaggio in Puglia possa anticipare un momento di grandis-sima emozione, in una ribalta internazionale ambita come l’Aca-demy Hall svedese.

L’ultimo dei sei No-bel italiani per la lette-ratura è andato a Dario Fo, nel 1997. Il primo a Giosuè Carducci, nel 1906. Gli altri premiati: Grazia Deledda (1926), Luigi Pirandello (1934), Salvatore Quasimodo (1959), Eugenio Mon-tale (1975).

Cristanziano Serric-chio è nato a Monte S. Angelo e risiede a Man-fredonia.

Ha firmato opere di poesia, narrativa e teatro, oltre che studi storici, archeologici e letterari.

La Regione sostiene Cristiano Serricchio

candidato al premio nobel

regionale che ridisegna la mappa dei punti nascita ed avvia la seconda fase del piano di rientro, con l’ulteriore riorganizzazio-ne della rete ospedaliera.

Agli inviti recapitati dalla Commissione, senza alcuna eccezione, hanno risposto tutti i direttori generali, in molti dei casi assistiti anche da direttori amministrativi e sanitari.

Alla commissione sono stati forniti ragguagli in merito allo stato di attua-zione dei programmi di razionalizzazione e rior-ganizzazione che ciascu-na ASL ed Azienda univer-sitaria ha concluso o sta attuando attraverso ac-corpamenti, trasferimenti di reparti, riconversioni in strutture socio-sanitarie dei presidi ospedalieri già dismessi o in procinto di esserlo.

In molti casi sono stati forniti elementi circa la situazione degli organici rideterminati dal licen-ziamento di medici, per-sonale amministrativo ed infermieristico interessa-to da procedure di de-sta-bilizzazione.

“Non abbiamo convo-cato i direttori generali per saper se abbiano o meno condiviso le scelte operate dall’assessorato alla sani-tà relativamente alla ri-organizzazione della rete regionale dei punti nasci-ta o sulla razionalizzazio-ne della rete ospedaliera pugliese in conseguenza dell’attuazione della “fase 2” del piano di rientro che comporterà il taglio di al-tre centinaia di posti letto nelle strutture pubbliche e private – ha affermato il presidente della Commis-sione sanità Dino Mari-

no. – Il compito cui siamo stati chiamati è quello di acquisire il maggior nu-mero di informazioni che ci permetta di fotografare chiaramente ed oggetti-vamente la situazione in ogni territorio, in modo da poter intervenire con eventuali correttivi nella direzione di una distri-buzione quanto più equa possibile di tutti i servizi. Per questo – ha concluso Marino – il nostro lavoro non si esaurisce oggi, ma proseguirà con le altre audizioni già calendariz-zate”.

Ormai la strada è trac-ciata.

Bisogna tagliare ed an-che pesantemente.

Bisogna farlo in fretta e bene, senza ripensamenti e senza tutti quei veti in-crociati che tanto piaccio-no alla politica. Anzi, ai politici.

Ma bisogna farlo bene, all’interno di un progetto complessivo di spending review che deve vedere protagonisti attivi tutti, e salvando possibilmente gli investimenti spesi e già sostenuti (evitiamo di buttare soldi che non ab-biamo).

Sacrifici per tutti, dun-que. Senza nessuna esclu-sione, con la consapevo-lezza che è l’unica strada che porta alla rinascita del nostro territorio.

di Roberto Mastrangelo

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venerdì 6 luglio 2012 5Regione Puglia

I numeri sono chiari. 33 mila reati ambientali scoperti nel 2011, 27 mila persone denunciate, 305 arresti, e più di 8 mila se-questri effettuati dalle for-ze dell’ordine.

Questi i numeri che Le-gambiente ha divulgato nel rapporto annuale sul-le ecomafie.

E in Puglia? Nella con-ferenza stampa di mer-coledì mattina scorso, il presidente di Legam-biente Puglia Francesco Tarantini, coadiuvato da-gli interventi del Procu-ratore della Repubblica di Bari Antonio Laudati e dall’Assessore regionale alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicastro, ha illu-strato i numeri relativi ai reati ambientali in Puglia.

Nella classifica genera-le dell’illegalità ambien-tale in Italia nel 2011, la Puglia rimane stabile al quarto posto con 3.345 infrazioni accertate, 2.971 persone denunciate, 57 arrestate e 1.281 sequestri effettuati. Rispetto al 2010 le infrazioni accertate le

persone denunciate e ar-restate sono aumentate.

“Nel Rapporto Ecoma-fia 2012 – spiega Taran-tini – nonostante siano aumentate denunce e arresti, la nostra regio-ne peggiora sia sul fron-te del ciclo illegale del cemento che del racket degli animali. A questo si aggiungono le corse clandestine di cavalli, la macellazione clandesti-na, il record di discariche abusive di pneumatici fuori uso”. Aumentano

anche le operazioni po-sitivamente concluse da Polizia, Carabinieri, Guar-dia di Finanza, anche congiuntamente. Una fra tutte l’operazione “Gold Plastic” riguardante un ingente traffico illecito di rifiuti plastici e pneumati-ci fuori uso diretto in Asia.

Nei loro interventi, l’Assessore Nicastro e il Procuratore Laudati, hanno cercato di porre l’attenzione sulla corret-ta lettura dei dati raccolti da Legambiente: “E’ utile

BARI - Presentato il rapporto sulle Ecomafie di Legambiente. Più controlli e arresti, ma è presto per cantare vittoria

Gli eco-crimini in aumento

Un momento della conferenza stampa di Legambiente per la presentazione del rapporto Ecomafie 2012

di Andrea Dammacco

Convocazione giovedì prossimo della V com-missione con audizione dei sindaci interessati al disegno di legge sulla “Prosecuzione della ri-costruzione post sisma 2002 nell’area della pro-vincia di Foggia”. E’ que-sta la conclusione dei lavori della commissio-ne. Il presidente Pentas-suglia, sulla scorta delle indicazioni espresse dai commissari, oltre che di alcune osservazioni pre-sentate dai comuni inte-ressati, ha stabilito l’ag-giornamento dei lavori. Saranno ascoltati i sinda-ci e, a seguire, i commis-sari esamineranno il ddl per il quale l’assessore ai lavori pubblici, Fabiano Amati, ha riportato l’esi-genza di essere solleciti nell’approvazione, con-siderato che l’incarico di commissario delegato

attribuito al presidente della Regione per l’emer-genza determinatasi a seguito del sisma del 31 ottobre scorso in provin-cia di Foggia, risultata scaduta al 30 aprile 2012.

Il ddl punta a confer-mare il ruolo degli enti locali e la validità delle direttive tecniche già de-finite in sede di stato di emergenza. Tra i punti da definire quello del per-sonale specificatamente contrattualizzato a tem-po determinato alla data del 30 aprile 2012 di cui i comuni avranno la pos-sibilità di avvalersi fino al 31 dicembre 2013 (come previsto dal ddl), a fronte della richiesta dei sinda-ci di fare riferimento al personale in servizio alla data del 31/12/2011 con la possibilità di utilizzare lo stesso in maniera con-divisa tra più comuni.

Ricostruzione, giovedì le audizioni in Regione

post-terremoto

www.ilvelino.it

Un unica autority pu-gliese (di nomina consilia-re) per la ridefinizione di costi e misure dei servizi pubblici locali.

Questa in estrema sin-tesi il sunto dell’incontro di martedì scorso tra i ca-pigruppo consiliari e Ni-chi Vendola.

“Il nostro obiettivo è quello di irrobustire, al massimo grado, il pote-re del pubblico in settori

come il trasporto pubbli-co e il ciclo dei rifiuti”.

Così è intervenuto il presidente della Giunta Regionale Nichi Vendola all’indomani dell’incon-tro con tutti i capigruppo per fare il punto della si-tuazione sulla privatizza-zione dei servizi pubblici locali chiesta dal Governo alle Regioni.

“Ho ricordato a Palese -ha proseguito Vendola-

che l’idrico per noi è argo-mento tabù, tanto più in presenza di una conces-sione dello Stato all’Ac-quedotto Pugliese che mette al riparo la Regione dalla violenza privatizza-trice, almeno fino al 2018”.

Dal canto suo Roc-co Palese si è dichiarato “molto soddisfatto per l’esito dell’incontro con-vocato su nostra richiesta dal Presidente Introna

con tutti i capigruppo, alla presenza del Presidente Vendola e degli assessori competenti, perchè come sollecitato da noi e come convenuto anche nell’in-contro del 25 maggio scor-so alla presenza, tra gli al-tri, dei tecnici ministeriali, il Presidente Vendola ha convenuto che in Puglia la privatizzazione dei servizi pubblici locali avverrà con la costituzione di una Au-torità unica per la gestione di rifiuti, acqua e traspor-ti. A giorni, quindi, sarà rivisitato e modificato il provvedimento già appro-

vato dalla Giunta Regio-nale e che riguardava solo i rifiuti. In questo modo i cittadini avranno garanzie di risparmio, efficienza e maggiore controllo nella gestione di tutti i servizi pubblici locali”.

Fa specie, aggiungiamo noi, che la politica regio-nale si affanni nell’ap-plicazione del decreto 148/2011 in maniera velo-ce e condivisa.

Nulla dice però sull’ar-ticolo 14 dello stesso de-creto, dove si parla di ri-durre a 50 il numero dei Consiglieri regionali.

Un’autorità unica regionale per rifiuti, acqua e trasporti

regione puglia

cogliere il bicchiere mez-zo pieno di questi dati. – afferma Nicastro - C’è un netto miglioramento dei dati che è il simbolo del lavoro degli operato-ri di pubblica sicurezza impegnati nella lotta alle ecomafie. Di questi dati bisogna andarne fieri”. Nicastro però punta il dito contro il legislatore nazionale: “è necessario cominciare a considera-re i reati di ecomafia alla stregua degli altri reati penali, perché ledendo l’ambiente si lede il basi-lare diritto alla salute dei cittadini”.

Il Procuratore Laudati ha posto l’attenzione in-vece sull’importanza del lavoro di Legambiente: “Legambiente ha acceso i riflettori su dati spesso trascurati, dati che mo-strano un miglioramento della lotta all’ecomafia. Ma è ancora presto per cantare vittoria. Il per-corso della legalità am-bientale è molto lungo e riguarda aspetti anche socio-culturali, bisogna lottare contro i grandi problemi ma bisogna im-parare a fare il proprio per preservare l’ambiente. E’ dura ma si può riuscire ad uscirne vincenti”.

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6 venerdì 6 luglio 2012Bari

Ormai pare fatta: per Bari sta davvero arrivando l’area metropolitana. Una svolta necessaria e auspi-cata, non solo dai citta-dini più avvertiti, ma da una classe politica che ha tutto l’interesse a recupe-rare credibilità. La “casta” barese dà il peggio di sé proprio in quelle istanze di partecipazione più vi-

cine ai cittadini, come le nove Circoscrizioni, sulla cui riconfigurazione sta ber abbattersi un tornado governativo.

Anche in questo caso, a livello locale come a quel-lo nazionale, la politica ha dimostrato di non saper-si riformare da sola, ma solo di avvitarsi in inutili provvedimenti, incapaci di rinnovare davvero il si-gnificato stesso di decen-

DECENTRAMENTO E COSTI - Circoscrizioni? Inutile parlarne in previsione dell’Area metropolitana. Riapriamo le scuole di partito

I prossimi, mandateli a scuolaAnche a livello locale, come a quello nazionale, la politica ha dimostrato di non sapersi riformare da sola, ma solo di avvitarsi in inutili provvedimenti incapaci di rinnovare

di Fortunata Dell’Orzo

a il dibattito del circolo bari citta’ metropolitana

Si parlerà di sanità e di riordino ospedaliero al consueto meeting set-timanale di Futuro e Libertà di Bari in programma venerdì 6 luglio presso il circolo Bari Città Metropolitana.

Oratore della serata il consigliere regionale Uccio Curto, coordinatore provinciale di Brindisi e componente dell’Assemblea nazionale di Fli.

Il dibattito avrà luogo venerdì 6 lu-glio alle ore 19 presso la sede sociale di via Andrea da Bari, 157 e sarà intro-dotto dal Presidente Sergio Ventrella.

A margine del dibattito sulla sani-tà, sarà inevitabile parlare con Curto anche dei risultati dell’Assemblea na-zionale di Fli e della legge elettorale regionale, per la quale il consigliere

Curto è sostenitore di una nuova di-stribuzione territoriale dei seggi .

Insomma, un dibattito che si an-nuncia ricco e interessante

Sanità, riordino ospedalierinel confronto con Uccio Curto

tramento amministrativo, per non parlare del rispar-mio in termini di risorse, pressoché nullo.

In queste settimane Puglia d’Oggi ha cercato di condurre un’inchie-sta proprio sul decen-tramento, la sua riforma e i suoi costi. Abbiamo trovato ostacoli presso-ché insormontabili nella quasi totalità dei Consi-glieri Comunali e Circo-scrizionali, palesemente poco interessati a mette-re in discussione ruolo e significato e pressoché totalmente impreparati ad affrontare qualsiasi di-scussione in merito. Dal canto suo, l’amministra-zione Emiliano II, nelle more di una decisione governativa, ha preparato una riforma che riducen-do da nove a sei le circo-scrizioni, senza peraltro ridefinirne competenze e assegnazione di risorse, non pare abbia poi dav-vero centrato il problema che è duplice: da un lato ridurre i costi, cancel-lando sul serio gli inutili consigli circoscrizionali, e dall’altro riorganizzando l’autonomia amministra-tiva nell’alveo più grande e più complesso dell’area metropolitana.

Ora, con le decisioni del Governo, non ci sarà più spazio per le ciance di maggioranza e oppo-sizione. Presto Bari dovrà darsi dei nuovi confini,

assumere nuove funzioni, “crescere” in quantità e qualità dei servizi. Sarà il momento di ritirare fuori dai cassetti polverosi quel famoso e corposo piano strategico da cui Emiliano diceva di poter trarre ben trentamila posti di lavoro.

E sarà anche il caso, per i partiti e le altre forze che si candideranno a gover-nare la nuova città metro-politana, di selezionare al meglio la futura classe dirigente: qui oggi abbia-mo consiglieri comunali e circoscrizionali che, oltre ad avere problemi seris-

simi con il congiuntivo e la consecutio temporum, non hanno mai usato un manuale di Diritto Am-ministrativo, nemmeno come fermacarte.

Per cui, ci permettiamo di suggerire a chi ha a cuo-re le sorti di questo terri-torio di riaprire le care vecchie scuole di partito che, se non altro, una cer-ta formazione ed una cer-ta selezione un tempo riu-scivano a farle. E si vedrà così che, potendo com-petere davvero alla pari, crescerà anche il numero di donne amministratrici.

Ad Eddie Murphy e Dan Ay-kroyd, in una celebre commedia degli anni ’80 bastava “una pol-trona per due”.

Ai politici italiani, e pugliesi nello specifico, invece probabil-mente non bastano due, tre pol-trone per una sola persona.

E così facendo una semplice ricerca scopriamo che più di un terzo degli Assessori delle pro-vince pugliesi svolge, senza par-ticolari problemi, il doppio ruolo di Assessore provinciale e con-sigliere comunale, in alcuni casi anche sindaco.

Il brulicare del doppio incari-co, e spesso del doppio stipen-dio, è trasversale a tutti gli schie-ramenti. Insomma c’è un po’ di quel bipartisan che ci piace tan-to. E a ben guardare i doppi inca-richi derivano, in questo caso, da ruoli nei consigli provinciali. A proposito di questo, Puglia d’og-

gi si è sempre spesa in critiche contro l’utilità di mantenere in vita le amministrazioni provin-ciali.

A conti fatti, per l’appunto, le province non hanno alcuna utilità se non quella di accontentare piccoli interessi, o per l’esecuzione di piccoli com-piti che potrebbero ben essere accorpati con quelli della Regio-ne, e soprattutto dei Comuni.

Prendiamo ad esempio la neo provincia Bat. Era proprio neces-saria l’istituzione di questo nuo-vo ente? Il territorio ne richiede-va l’esigenza? Al lettore l’analisi e la risposta. Il mantenimento di tali amministrazioni è un costo esorbitante per lo Stato, notevol-mente non ripagato in termini di funzionalità per il territorio. In teoria tale ente dovrebbe gestire, istruzione, infrastrutture, coa-diuvare la gestione dei problemi

di un territorio. E invece nella realtà, non fa nulla di tutto ciò. Anzi. A volte è solo un lungo pas-saggio burocratico ulteriore.

Inoltre, rimane aperta la que-stione etica e morale sull’oppor-tunità del dividersi tra due cari-che pubbliche che richiedono grande impegno e responsabili-tà: può, ad esempio, un sindaco operare scelte e prendere deci-sioni che incidono sulla vita di una comunità di cittadini men-tre compie il dovere di Assesso-re provinciale e viceversa? Con quale serenità e attenzione potrà svolgere i due ruoli? E quando dovrà essere presente in Comune e in Aula a cosa darà precedenza?

Interrogativi che chiamano in causa la coscienza dei diretti in-teressati e dei partiti di apparte-nenza che purtroppo mostrano il volto di una politica piccola, lontana dal buon senso e dall’in-teresse comune.

Del resto, stiamo parlando delle province. Un ente che non ha più ragione fondante di esi-stenza.

Se ne sono accorti, finalmen-te, anche a Roma. Con il consi-glio dei ministri di ieri pomerig-gio sono state poste le basi per una prima importante diminu-zione del loro numero.

In Puglia ce ne saranno tre in meno. Alla giovane Bat si aggiun-gono, infatti, Taranto e Brindisi, che non raggiungono una popo-lazione tale da permetterci e per-mettersi il lusso di un ente così costoso.

Verranno salvate soltanto Fog-gia e Lecce, con l’aggiunta di Bari che sarà una delle 10 Aree metro-politane d’Italia.

Finirà il doppio ruolo dei po-litici? Noi speriamo proprio di si.

Ecco, a titolo di esempio, i ti-tolari di doppio incarico nella Giunta provinciale di Bari.

Stefano Diperna, PdL. Asses-sore provinciale; sindaco di Mola di Bari;

Francesco Caputo, PdL. As-sessore provinciale; assessore di Corato;

Onofrio Resta, La Puglia prima di tutto. Assessore provinciale;

sindaco di Turi;Giuseppe Quarto, Movimento

per le autonomie. Assessore pro-vinciale; consigliere comunale di Toritto;

Vito Perrelli, Lista Schittulli. Assessore provinciale; consiglie-re comunale di Triggiano.

A Brindisi contiamo altri 3 as-sessori che ricoprono incarichi comunali.

Nella giunta della Provincia di Lecce ben 7 assessori ricoprono il doppio incarico (1 vicesindaco, 3 assessori, 1 presidente di Con-siglio comunale, 2 consiglieri).

A Taranto, nelle more della de-finizione della Giunta tarantina, registriamo 5 doppi incarico (1 sindaco e 4 consiglieri comuna-li).

A Foggia ci sono 4 titolari di doppia carica su 9 assessori pro-vinciali.

Nella Bat, infine, 3 compo-nenti della Giunta sono anche consiglieri comunali, il Vicepre-sidente Nicola Giorgino è sinda-co nella sua Andria.

a.d.

Una poltrona per due, o due poltrone per uno?

i doppi incarichi nelle giunte provinciali

La sede della Circoscrizione Palese-Santo Spirito

Michele Emiliano

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venerdì 6 luglio 2012 7Bari

noto, cade letteralmente a pezzi e soffre di una serie di carenze igienico sani-tarie vergognose. Laudati ormai è davvero stanco di parole e di attese.

“La situazione è molto delicata e molto grave. Sia io che il presidente del Tri-bunale abbiamo chiesto l’intervento delle massime autorità nazionali perché penso che il problema del-la sicurezza, il pericolo di crollo di un edificio pub-blico, non riguardi solo gli organismi locali ma la Protezione civile, il Dipar-timento dei Vigili del Fuo-co. Da qualche mese, si ricorderà, vi sono dei sen-sori che seguono istante per istante la situazione e sono in grado di dare, con un buon preavviso l’allar-me generale.

Laudati però non è tranquillo e sta chiedendo che si faccia uno sforzo per trovare immediatamente

Come Totò in uno dei suoi film più celebri e di-vertenti, la Giustizia a Bari cerca casa e non da oggi.

Se qualcuno si fosse perso le puntate prece-denti” di questo appassio-nante e deprimente “gial-lo” tutto barese che Puglia d’Oggi sta seguendo da sempre, potrebbe, per ca-pire la situazione, medita-re sulle dichiarazioni che Antonio Laudati, capo del-la procura di Bari e “ospi-te” con tutti i suoi sostituti del palazzaccio fatiscente di via Nazariantz, ha ri-lasciato a margine della conferenza stampa di Le-gambiente Puglia sullo status dei reati ambientali: “Credo che la situazione sia insostenibile, bisogna solo pensare al futuro. Ar-riviamo con dieci anni di ritardo”.

La Procura, come è

possibilmente in un unico fabbricato) ha individuato tre offerte: l’ex palazzo Te-lecom Formazione a Pog-giofranco (9 piani ormai dismessi), l’ex villa Patri-zia a ridosso di Santa Fara, ed un complesso edilizio in via Fanelli denominato Agorà.

“In questa fase” ci dice Vito Leccese, direttore ge-nerale del Comune di bari che sta seguendo in prima persona la vicenda – “stia-mo aspettando che le ditte ci diano i progetti di fat-tibilità per adattare i fab-bricati alla funzione per cui sono stati individuati: l’ufficio tecnico poi indivi-duerà il più adatto e le dit-te a spese loro dovranno provvedere ai lavori. Sono importi che potranno es-sere scontati dal canone di locazione”. E i tempi?

Leccese vuol essere propositivo e ottimista, ma non riesce ad essere preciso: “noi speriamo an-che prima, molto prima di settembre e comunque certo non oltre i 60 giorni di cui parla il bando cui hanno risposto le ditte proponenti”.

Sul canone di locazio-ne, Leccese ha confermato un milione e duecentomi-la euro l’anno, cifra che veniva pagata anche per il palazzaccio di via Na-zariantz, “ma sono mesi che l’abbiamo sospesa” precisa il manager: troppi per una struttura a rischio crolli e invasa da topi e scarafaggi da sempre.

delle soluzioni alternati-ve, perché “la giustizia e gli uffici giudiziari sono un servizio essenziale e inelu-dibile e non si potra’ fare a meno dello svolgimento dell’attività giudiziaria”.

La situazione è davve-ro paradossale e “L’ufficio che deve tutelare l’am-biente, la legalità e l’ur-banistica, è quello che si trova nella struttura più illegale, più contro l’am-biente, più contro la salute di tutte. È una contrad-dizione tipica del nostro territorio, che e’ capace di grandissime risorse, ener-gie, e poi di cadute verti-cali”.

Intanto al Comune è in corso la procedura per individuare una sede al-ternativa.

Una ricerca di merca-to, aperta ad aziende in grado di offrire strutture congrue (servono almeno 13 mila metri quadrati,

BARI - Tre proposte, ora si aspettano i progetti di fattibilità e i lavori di adeguamento. Per settembre sarà tutto pronto?

Palagiustizia, a che punto è il trasloco degli uffici?

Gli uffici giudiziari di Via Nazariantz

La scelta migliore per la mia cucina.

www.masiellofood.it

di Fortunata Dell’Orzo

Quello del turismo è un trampolino impor-tante su cui Bari deve puntare.

Cito due esempi: l’interazione tra due possibili direttrici di sviluppo tra la città vec-chia e centro murattia-no (tra ponte C. Cavour e piazza Ferrarese) e la riqualificazione del lungomare da Pane e pomodoro fino a S. Gi-rolamo (mi piace l’idea delle piattaforme sul mare), quest’ultimo potrebbe offrire servizi di ricezione, allesten-do per tutto il percor-so, gazebi, chioschi e bancarelle, con un mix di prodotti della nostra cucina, con animazio-ne, musica, spettacolo, sport. Insomma, queste 2 direttrici dovrebbero essere un tutt’uno, con 2 scopi ben precisi: at-tirare l’attenzione con un flusso maggiore di

turisti e produrre un profitto.

Ma serve anche, ri-qualificare alcuni edi-fici del centro con una incisiva operazione di marketing, con ma-nifestazioni al fine di promuovere l’immagi-ne della città, anche in periferia.

Se poi pensiamo, all’apertura dei negozi anche negli orari non canonici, insieme alle iniziative collaterali tendenti a creare atten-zione verso la città e le sue attrattive e dulcis in fundo, l’agognato Porto turistico, pos-siamo pensare ad una città più turistica, vivi-bile, capace di tutelare le esigenze di tutti, so-prattutto del commer-cio, che rappresenta la dorsale economica.

* Presidente Associazione

De Giosa e dintorni

Il turismo come trampolino di lancio

l’intervento

di Nico Pesce*

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8 venerdì 6 luglio 2012Speciale

discuteva del Fiscal com-pact, la cui approvazione richiedeva la maggioranza qualificata di due terzi.

Perchè lì si e da noi no?Perchè, a suo tempo, la

Costituzione europea fu sottoposta a referendum in Francia e in Olanda e ad ampie discussioni in Ger-mania e altrove e invece in Italia passò dopo brevissi-ma e sonnolenta discus-sione in Parlamento, sen-za alcun coinvolgimento dell’opinione pubblica?

E’ probabile che il no-stro europeismo sia solo euroverbalismo, ma è pos-sibile che, quando si tratta di cessione di sovranità, la Costituzione italiana sia pressocchè silente?

La seconda ragione è interna al nostro sistema e riguarda la sua efficienza.

Abbiamo una Costitu-zione il cui Titolo V è chia-mato impropriamente federalismo: come tutte le cose fatte a metà e in fret-ta, sta creando disfunzioni e costi di ogni tipo.

Abbiamo un Presiden-te del Consiglio che è un primo fra pari: non può decidere neppure sui suoi ministri.

Abbiamo un Presiden-

LA LETTERA - La proposta dell’ex presidente del Senato Marcello Pera, per riscrivere la Carta Costituzionale

Una Assemblea costituenteper superare lo stallo del Paese

Caro direttore, il Senato della Repubblica è impie-gato in una difficile sessio-ne dedicata alla riforma della Costituzione.

Dopo che la “strana maggioranza” aveva con-cordato un testo che man-teneva l’attuale regime parlamentare con alcune correzioni, improvvisa-mente Pdl e Lega si sono accordati su un altro testo: forma di Stato federale e forma di governo presi-denziale.

Per ora è stato appro-vato il federalismo e tra qualche giorno dovrebbe essere votato anche il se-mipresidenzialismo con la conseguenza che il testo morirà il giorno stesso in cui sarà (se lo sarà) licen-ziato dal Senato.

Eppure Dio solo sa quanto di questa revisione abbiamo bisogno.

Mi limito a richiamare due ragioni.

La prima riguarda l’Eu-ropa. Tutti hanno visto, anche se nessuno ci si è soffermato, che mentre il Consiglio europeo ap-provava nuove misure anticrisi, al Bundestag si

te della Repubblica che fu concepito come rap-presentante della nazione senza poteri politici: la si-tuazione oggi vuole che sia diventato, con o contro la sua volontà, il primo de-cisore politico. E abbiamo un regime parlamentare in cui il governo dipende dalle decisioni dei gruppi: oggi il Parlamento è chiu-so, perchè si riunisce solo quando il governo emana decreti e ne chiede l’ap-provazione con voto di fi-ducia.

Non sarebbe necessario che su questi punti la Co-stituzione, anzichè ambi-gua, fosse esplicita?

Inutile dire che ormai tutti riconoscono che il nostro testo costituzionale ha in gran parte esaurito la sua storia.

Inutile richiamare gli insuccessi dei tentativi di riforma che si sono succe-duti negli ultimi decenni. E inutile anche osservare che in questa fine legisla-tura nessun intervento se-rio è possibile, tante sono le divisioni e tante sono le tentazioni di usare questi tentativi per altri scopi, ti-picamente elettorali, come se una costituzione fosse uno strumento di lotta po-litica.

Per chi ancora avesse dubbi in proposito, valga-no le parole realistiche del presidente Napolitano: ora non si può fare pressocchè nulla.

Convinto anch’io che oggi sia impossibile inter-venire e però che l’inter-vento sia necessario, ho presentato in modo del tutto autonomo un dise-gno di legge di revisione costituzionale per ottenere un risultato certo domani.

La mia idea è radicale ma semplice.

Quando a primavera del prossimo anno si tornerà alle urne, si elegga, insie-me a Camera e Senato, un’Assemblea Costituente. Composta di 75 membri incompatibili con il man-dato parlamentare e con qualunque incarico pub-blico, votata con sistema proporzionale puro, l’As-semblea dovrà redigere il testo della nuova Costitu-zione entro dodici mesi. Dopo di che, entro i tre mesi successivi, si terrà un referendum senza quo-rum. A quel punto il testo nuovo entrerà in vigore nei tempi e nei modi fissati dall’Assemblea.

Essenziale, nel mio dise-gno, è la proroga del man-dato dell’attuale presiden-te della Repubblica: esso scadrebbe solo il giorno della promulgazione dei risultati del referendum.

Le ragioni sono due. Una è obiettiva: non si può a primavera eleggere un presidente della Re-pubblica che giura su una costituzione che poi sarà cambiata dall’Assemblea costituente.

L’altra ragione è subiet-tiva: l’attuale presidente della Repubblica è l’unica figura che, per autorevo-lezza e consenso, sia in grado di accompagnare e garantire la transizione al nuovo regime. Per questo ho previsto che sia il presi-dente della Repubblica ad indire le elezioni dell’As-semblea costituente, e a convocarne e presiederne la prima riunione.

In questa proposta vedo grandi vantaggi.

Tra questi, primo, si avrebbe un risultato certo, perchè un testo sarebbe comunque approvato nel tempo indicato.

Secondo, il testo nuovo

di Marcello Pera * rappresenterebbe un nuo-vo patto di tutti gli italiani, perchè tutti ne sarebbero coinvolti, prima con l’ele-zione dell’Assemblea, e dopo con il referendum.

Terzo, le forze politiche avrebbero finalmente l’op-portunità di discutere di questioni alte, e fin da oggi potrebbero concentrarsi sulla sola legge elettorale, ma stavolta con la consa-pevolezza che essa dovrà essere congruente con la forma di governo che han-no in mente di sostenere nell’Assemblea costituen-te.

Questo, tutte le varie ipotesi per lo più estempo-ranee che in questi mesi si sono sentite - presidenzia-lismo, semipresidenziali-smo, premierato, sfiducia costruttiva, bicamerali-smo, eccetera - acquiste-rebbero finalmente dignità e serietà perchè dovrebbe-ro essere inserite in un te-sto organico nuovo e non come appendici a un testo vecchio che solitamente mal le sopporta.

Quindi, e se posso es-sere sincero, prolungare il mandato dell’attuale pre-sidente ci risparmiereb-be quel bagno di sangue

che ci aspetta a primave-ra prossima per l’elezio-ne del nuovo presidente, e tutti quei giochi che, in attesa e preparazione di quell’evento, già segnano la ostra vita politica quoti-diana.

Ho un’ambizione, non la nascondo. Vorrei vede-re il popolo italiano che, proprio nel bel mezzo del-la sua crisi più grave dal dopoguerra, si guarda in faccia, si interroga, discute ed infine adotta un nuovo patto per stare assieme e darsi un’identità.

Perchè, ne sono con-vinto, questa della nostra identità nazionale è una sfida spirituale e morale assai più grave e più ri-schiosa della crisi econo-mica e finanziaria.

Questa crisi sarà dura, seminerà lacrime, farà in-giustizie di ogni tipo, ma infine passerà.

La nostra identità di ita-liani, il nostro sentimento nazionale, il nostro desti-no, invece dovrebbero re-stare.

* Ex presidente del Senato

lettera al Corriere della Sera

4 luglio 2012

Marcello Pera. A destra Palazzo Madama, sede del Senato

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venerdì 6 luglio 2012 9Speciale

Unione politica d’Europacome risorsa per tutti noi

L’INTERVENTO - Lo spartiacque politico delle prossime elezioni sarà costituito dall’adesione o meno al progetto di integrazione europea

Il presidente della Repubblica Giorgio Na-politano è favorevole “dopo 30 anni di tenta-tivi abortiti di riforma’’, ad affidare ad una Costi-tuente il compito di ela-borare una riforma della Carta Costituzionale per un ridisegno organico istituzionale.

Alla domanda se si possa passare da una re-pubblica parlamentare a quella presidenziale

con un emendamento nel quadro delle forme previste dall’art.138, Na-politano ha risposto con un secco no.

“Non mi pronuncio nel merito -ha detto- di progetti volti a cambiare l’architettura costituzio-nale, ma occorre in ogni caso una visione pon-derata dei nuovi equi-libri da stabilire tra le istituzioni e tra i poteri, una visione ponderata

alla luce di fondamen-tali principi e garanzie. E’ stata appena presen-tata la proposta della elezione di un’Assem-

blea costituente, e dopo trent’anni di tentativi abortiti di riforma co-stituzionale non si puo’ negare che questo ap-proccio abbia una sua motivazione. Tocca al Parlamento valutare quella e altre proposte’’.

Ma chi gestirà l’even-tuale fase costituente? Napolitano affida la ri-sposta ad una conside-razione indiretta sulle vacanze e i compiti del capo dello Stato.

Appare difficile, allo stato attuale, che Napo-litano possa accettare una proroga del proprio mandato.

Dopo 30 anni di attesa ben venga la Costituente

il presidente napolitano

erro, e preparô il successi-vo trattato di Maastricht. Perchè non ripeterla?

Fli, dal proprio canto, attraverso le fondazioni di riferimento e con la colla-borazione di quelle altre che vogliano condividere un percorso comune e, in primis, delle fondazio-ni europee del Ppe e del Pse, potrebbe organizza-re, a Firenze o a Venezia, capitali culturali europee, un seminario internazio-nale per approfondire le ragioni di una scelta, che, evocata con straordinaria lungimiranza, mentre si spegnevano i tragici ba-gliori del secondo con-flitto mondiale, é oggi di-ventata una drammatica, urgente e non rinviabile necessitá.

Recentemente, incon-trando a Bruxelles i par-lamentari europei ita-liani, il Ministro per gli affari europei Moavero ha invitato le forze che si riconoscono nelle due grandi famiglie politiche europee, ovvero noi del ppe e i socialisti, a pren-dere in’iniziativa politica

per lanciare il tema degli Stati Uniti d’Europa. Non sembri strano l’appello di un Ministro ai partiti po-litici. È, invece, del tutto ovvio. Governi e Ministri si possono muovere lungo tracciati stretti e condizio-nati da accordi, alleanze, trattati internazionali e convenzioni diplomati-che, i partiti no. Sono piû liberi ed hanno, anzi, il diritto dovere di indicare ai Governi nuovi obiettivi e nuove linee politiche. Oggi, come nell’imme-diato dopoguerra, ê il mo-mento di leader politici con una grande visione europea. Fini, come già sta facendo Massimo D’ale-ma, potrebbe e dovrebbe interpetrare questo ruolo. In Italia e in Europa. Una sua presenza piû costante nelle grandi capitali euro-pee e a Bruxelles, nel suo ruolo di Presidente della Camera e di ex compo-nente della Convenzione europea, non guastereb-be.

Da queste iniziative Fli dovrà trarre gli elemen-ti e gli argomenti da uti-lizzare nelle sedi parla-mentari, nelle assemblee locali e nelle piazze per spiegare agli italiani i van-taggi, vecchi, nuovi e fu-turi, dell’Unione europea, troppo spesso sottovalu-tati o ignorati del tutto, e respingere con forza la facile e demagogica re-torica antieuropea che, scaricando sull’Europa i ritardi, gli errori e le inef-ficienze degli Stati nazio-nali, vuole oggi ricacciare all’indietro l’antico conti-nente verso cupi scenari di grave devastazione so-ciale ed economica.

La ormai ineludibi-le necessità di punta-re a un’unione politica dell’Europa ebbi modo di illustrarla all’assem-blea di Fli a Pietrasanta. In quell’occasione proposi anche a Gianfranco Fini di farsi promotore, nella sua qualitá di Presidente della Camera della Re-pubblica italiana, di una iniziativa interparlamen-tare europea, tendente alla contemporanea ap-provazione prima dell’ul-timo Consiglio europeo del fiscal compact da par-te di tutti i Parlamenti na-zionali, o almeno di quelli delle nazioni piû impor-tanti, unitamente a una mozione che riaffermasse la necessità di un’Europa più politica. Quella inizia-tiva avrebbe trovato base e sostegno autorevoli in un appello a favore degli Stati Uniti d’Europa, sottoscrit-to in quei mesi da impor-tanti personalità europee della politica, dell’econo-mia, della cultura e delle istituzioni.

Rilevo con piacere che l’approdo esplicito alla prospettiva di un’Euro-pa federale, attraverso la costituzione degli Stati Uniti d’Europa, sia stata la prima delle proposte fatte da Fini alla recente Assemblea nazionale di Fli. Mi auguro che questa importante proposta del nostro Presidente, certo non a caso messa al primo posto, non resti solo una interessante suggestione intellettuale, o un mero flatus vocis, o, peggio ancora, un vuoto slogan propagandistico.

Sono convinto che lo spartiacque politico delle prossime elezioni politiche sarà costituito proprio dall’adesione o meno a una prospettiva di maggiore integrazione europea, della quale l’ap-poggio al Governo di Ma-rio Monti è solo una logi-ca specificazione. Se cosi sarà, la nostra scelta di campo, cosi come enun-ciata da Fini, deve essere subito rafforzata, riempi-ta di contenuti e spiegata agli italiani.

Sempre da Presidente della Camera, Fini potreb-be promuovere, prima delle elezioni e a Roma, che fu sede del trattato co-stitutivo delle istituzioni europee, una Conferenza dei Parlamenti europei sul futuro dell’Europa, per lanciare un Manifesto che disegni una road map dei prossimi mesi e dei pros-simi anni, sino a un nuovo trattato e a una vera Costi-tuzione europea, che pre-veda gli Stati Uniti d’Eu-roa. Una iniziativa del genere si tenne proprio a Roma nel 1990, se non

di Salvatore Tatarella

[...] il grande valore politico dell´assise, ma affermare al contrario che, se faremo tesoro di queste due conside-razioni, il messaggio politico di Fini risulterà ancora più forte e con-vincente.

Mi riferisco alla so-stanziale unità della classe dirigente emer-sa nel ricco dibattito protrattosi sino alle 17 del pomeriggio e nell´invito al lavoro unitario sul territorio fatto da Fini nella sua breve, ma significativa, replica finale.

Unità della classe dirigente. Certo, non solo mancate alcune frecciatine, ma sostan-zialmente tutti ci siamo riconosciuti nella linea tracciata da Fini, anche perchè frutto del con-tributo dato da molti di noi. Se è cosî, mi au-guro che cessino per il futuro i tanti, e a volte contrapposti, tentativi di farsi interpreti del “vero” pensiero di Fini. Chi vive la vita di que-sto nostro giovane par-tito sa bene che spesso si é trattato di interpre-tazioni non autorizzate e miranti ad altri e più modesti fini, ma il dan-no che in questi due anni ci hanno arreca-to é sotto gli occhi di tutti. Il nostro messag-gio è apparso debole e confuso, l´opinione pubblica ha fatto fati-ca a comprenderci, la nostra base è rimasta disorientata e i risultati elettorali non sono stati esaltanti.

Penso, o almeno spero, che la lezione sia stata compresa da tutti. Il che non significa sof-focare il dibattito. Anzi si tratta di esaltarlo, po-tendo e dovendo dare tutti il nostro contribu-to a una più completa definizione del corredo progettuale da Fini sol-tanto accennato. C´è tanto da fare e c´è spa-zio per tutti. Sopratutto per chi ha idee, qualità ed esperienze.

La seconda conside-razione sta nell´appello finale di Fini, che mi

dispiace non sia sta-to ascoltato da tutti, perchè, mentre Fini ha ascoltato tutti, sino all´ultimo interven-to, sono ancora mol-ti quelli che vengono all´Assemblea solo per farsi vedere da Fini o, al massimo, solo per par-lare e andare via, senza ascoltare gli altri. Fini a quelli che sono rima-sti ha detto una cosa semplice e allo stesso tempo sacrosanta. Da domani tutti e unitaria-mente al lavoro sul ter-ritorio, altrimenti quel-lo che ci siamo detti qui varrà ben poco.

Ecco, io mi auguro che questo appello di Fini venga recepito e concretamente attuato da tutti. Personalmen-te non mi sono mai associato alla lamen-tazione generale, che chiedeva l´impegno diretto e personale di Fini, previe sue dimis-sioni dalla Presidenza della Camera. Invito politicamente miope, che qualche volta na-scondeva malamente modesti disegni di de-strutturazione interna e il più delle volte era solo l´alibi per giustifi-care la propria indolen-za e la propria inattivi-tà. Ora quest´alibi non copre più nessuno. Fini ha detto che da oggi siamo tutti in campa-gna elettorale e che lo è anche lui.

Da oggi si lavora e basta. E vedremo chi e come lo fará.

L´invito all´unità, vale, non solo per il vertice, ma anche per il territorio, perchè Fini sa bene che in periferia le cose non sono anda-te nel verso giusto.

Ci auguriamo che cessino del tutto gli at-teggiamenti discrimi-natori e delegittimanti, che fino ad oggi alcuni di noi hanno ingiustifi-catamente subito e che ci si metta tutti insieme a lavorare per il succes-so di un partito, che, sopratutto da noi, ha potenzialità molto piû estese di quanto comu-nemente si creda.

l’editoriale

Ed ora,tutti in pista

DA PAg 1

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10 venerdì 6 luglio 2012Bari

Attualmente la situa-zione culturale di Bari è ridotta ai minimi termini.

Con i teatri chiusi o commissariati, molto spesso la fanno da padro-ne delle compagnie rino-mate ai più ma che, sem-pre a detta di molti, non riescono che a conquistare una manciata di spettatori grazie a scarsi contenuti sia recitativi che della tra-ma.

L’ultima beffa? L’Aida Colossale, spet-

tacolo in programma per sabato 30 giugno, non è andato in scena senza al-cun preavviso.

A parte un cartello leg-gibile solo davanti a una cancellata davanti lo Sta-dio delle Vittorie in cui si comunica lo slittamento al 28 luglio, che solo chi si re-cava sul posto poteva leg-gere. Ma la cultura a Bari è sempre stata così poco attenta al proprio pubbli-co? Lo abbiamo chiesto a Mimmo Mongelli, regista barese che lavora sia per il cinema che per il teatro.

«Bari non ha mai avu-

to un patrimonio in evi-denza. Decenni fa alcune amministrazioni comuna-li hanno fatto tesoro delle esperienze fatte al di fuori della Regione, guardan-do l’operato di Nicolini a Roma e hanno cercato di portare la stessa cosa qui grazie a Pino Pisicchio, Antonio Masiello e Pinuc-cio Tatarella. Attualmente bisogna saper affronta-re la cultura con dignità. Purtroppo le attività in-tellettuali sono divise tra la dimensione popolare e quella colta ma un po’ d’élite. Quella cultura che nasce da sedimentazione di valori non è mai riuscita ad attecchire. Si propone una cultura popolare far-sesca, dialettale, cultura di ceto borghese per ma-nifestare il proprio potere. Non c’è stata mai un’at-tenzione per la crescita».

Quindi è contrario all’uso del dialetto nel te-atro?

“Assolutamente no. Il dialetto però non deve ne-cessariamente far ridere, è una lingua viva che vie-ne valorizzata soprattutto nelle situazioni tragiche.

CULTURA - A colloquio con il regista Mimmo Mongelli sulla drammatica situazione che stanno vivendo i teatri cittadini

Ma è davvero un’altra cosa?

Una migliore strategia tera-peutica e una minore invasivi-tà dell’intervento. Questi i due obiettivi del ciclo di incontri organizzati dalla SICM (Socie-tà Italiana di Chirurgia della Mano), che da aprile a giugno ha coinvolto i migliori chirur-ghi della mano delle principali strutture ospedaliere del nostro Paese.

Ora anche a Bari, sotto la Di-rezione Scientifica del Prof. Mi-chele Pascone, Direttore U.O. Chirurgia Plastica Universitaria e Centro Ustioni dell’Azienda

Ospedaliero-Universitaria del Policlinico e della Scuola di Spe-cializzazione in Chirurgia Pla-stica Ricostruttiva ed Estetica dell’Università di Bari, gli spe-cialisti hanno a disposizione una nuova terapia farmacologica per il trattamento della contrattura di Dupuytren, per assicurare al maggior numero di cittadini la migliore strategia terapeutica.

Si tratta di una terapia inno-vativa, ‘mini-invasiva’, che rap-presenta un’alternativa al trat-tamento chirurgico e garantisce, secondo i dati disponibili, un

recupero funzionale della mano immediato.

Ma cos’è questa patologia? Come si manifesta e si cura?

La malattia di Dupuytren è una delle più frequenti patologie della mano, eppure il 75% degli italiani non ne ha mai sentito parlare, nonostante colpisca il 13% della popolazione europea e nel 45% dei casi interessi en-trambe le mani.

La malattia di Dupuytren colpisce in prevalenza il sesso maschile (in rapporto di 10 a 1 rispetto alle donne) e prevede diversi livelli di gravità che ren-dono difficile compiere le più comuni azioni quotidiane.

In Italia la prevalenza è sti-mata nel 25% degli over 50 di

sesso maschile e il 25% dei pa-zienti evolve verso forme severe che compromettono il normale svolgimento delle attività quo-tidiane e del lavoro. Si pensi in-fatti alle migliaia di movimenti che compiamo ogni giorno, dal vestirsi o afferrare qualcosa o mettere una mano in tasca fino al gesto più comune di stringere una mano.

“La malattia di Dupuytren è una patologia a progressione lenta che colpisce lo strato del tessuto connettivo del palmo della mano e delle dita (aponeu-rosi palmare), che ci consente di afferrare saldamente gli oggetti”, spiega il Prof. Pascone.

La diagnosi di questa malat-tia è piuttosto semplice: “Non

esistono esami specifici, esiste invece un test, che tutti possono fare anche a casa. In inglese si chiama table top test e consiste nell’appoggiare il palmo della mano su una superficie comple-tamente piatta. Nel momento in cui la mano non riesce più ad essere totalmente distesa su una superficie piana, si dichiara ini-ziata la fase in cui è appropriato intervenire”.

“Oggi, grazie al nuovo trat-tamento farmacologico ‘mini-invasivo’, contiamo di accorciare i tempi di prognosi e fornire ai pazienti una valida alternativa, psicologicamente più accetta-bile dell’intervento chirurgico”, conclude il Prof. Pascone.

ro.ma.

Un nuovo metodo per curare la contrattura di Dupuytren

medicina - al policlinico con il professor michele pascone

Il teatro Piccinni di Bari

a palese - santo spirito

Da tempo i cittadini che con il voto delegano gli Am-ministratori ad amministrare il territorio di loro compe-tenza, invitano tutti gli eletti a finirla con le beghe perso-nali, di partito o di coalizione e di impegnarsi seriamente per risolvere le tanto piccole o grandi problematiche che sono presenti nel territorio Circoscrizionale.

Si constata a malincuore che questa situazione di ris-sosità e personalismo continua a far male e a non ele-vare la qualità della vita ai cittadini di Palese e S.Spirito.

Infatti per la risoluzione del problema attraversa-mento e messa in sicurezza dei passaggi a livello di Pale-se e S.Spirito dopo 29 anni di chiacchiere ci sono ancora amministratori che vorrebbero portare il fascio di binari fuori centro abitato lasciando all’interno di esso solo il servizio metropolitano.

Altri propongono invece di far passare in trincea i bi-nari interrandoli di 3 o 4 metri, il che permetterebbe la creazione di sovrappassi non troppo alti.

Altri ancora , compresa l’Amministrazione Comu-nale e Regionale, propongono l’interramento della rete ferroviaria.

Il sottoscritto e ovviamente la cittadinanza vuole che il problema dei passaggi a livello si risolva, nel migliore e nel più rapido modo possibile viste le troppe parole inu-tili e le tante tragedie.

A tutt’oggi nonostante proclami e promesse l’an-noso problema non ha iniziato il benchè minimo inizio di iter risolutivo. Anni fa c’erano fondi già can-tierizzabili per eliminare il problema attraversamento dei passaggi a livello a Palese e Santo Spirito, con la realizzazione di idonei sottopassi e sovrappassi via-ri e pedonali, possibilità progettuale forse non più realizzabile, perché nel frattempo si è concesso la possibilità di realizzare appartamenti .

Signor Sindaco suggerirei una conferenza di servi-zi tra la Regione, Provincia, Comune, Rete Ferroviaria Italiana, Ferrotranviaria S.p.A. e Ministri Competenti per trovare e risolvere realmente il problema.

Non si può continuare all’infinito a perdere tempo.Antonio Demichele

Consigliere circoscrizionale Fli

Risolviamo subitoil nodo ferroviario

di Isabella Battista Se si creano situazioni “po-polari” bisogna capire se sono operazioni che valo-rizzano una lingua oppure viene utilizzata solamente per involgarire il proprio repertorio già abbastanza scarso”.

Come vede la situazio-

ne attuale nei teatri citta-dini?

“La condizione odierna dei teatri nasce da questa scarsa considerazione del-la cultura come strumento di crescita. Non si sono ri-uscite a coltivare le espres-sioni delle arti sceniche e a

costruire una vera colon-na portante della cultura. Sfortunatamente Bari è ancora nelle mani di que-sto modo di concepire la cultura teatrale. I teatri mal gestiti diventano motivo di scontro fra forze politiche, luoghi per dare sfogo al clientelismo del politico amministrativo, utilizzan-doli in maniera impropria. I teatri con prestigio, sono invece abbandonati alla propria sorte. La cultura in generale serve per la poli-tica, che è diventata uno specchietto per le allodole: per ottenere consensi po-litici, per farsi accompa-gnare in missioni all’este-ro, per far circolare soldi, è tutto asservito al potere. E gli operatori culturali se ne rendono complici. Per questo motivo sono d’ac-cordo con i colleghi che hanno protestato contro le convenzioni perché que-sto significa garantire la rendita di posizione solo ad alcune strutture. Il Te-atro stabile ci dev’essere,

ma non in questo modo.Mettiamo il caso del

Petruzzelli: è una realtà che crea occupazione per poche persone, quando qui in Regione lavorano migliaia di persone nel campo dello spettacolo. La ricostruzione dello stabile doveva essere l’occasione per ricostruire un teatro ex novo, con multisale che potevano essere usate dal-le compagnie locali, ma invece hanno preferito creare un falso storico cir-condato da mille problemi e polemiche”.

Che cosa ci dobbiamo aspettare allora in futu-ro?

“Fino a quando non ci sarà una seria legislazione che permetterà di finan-ziare in maniera utile – an-che privatamente – i tea-tri, la cultura sarà ferma e noi, operatori del settore, alla pari degli accattoni, ci dovremo accontentare di quel poco di sano che si riesce a ricavare da tutto questo marciume.

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venerdì 6 luglio 2012 11Bari

Sembra che sui teatri baresi si sia abbattuta la maledizione. Il Petruzzelli, vittima di un incendio do-loso che ha visto converge-re politica, affari e malavi-ta organizzata e che, oltre a non aver ottenuto chiarez-za giudiziaria, ha cumula-to nella sua ricostruzione ed inizio di gestione tante illegalità da far rabbrividi-re. Il Piccinni è chiuso per restauri. Il Margherita ha perso la sua funzione di teatro ed è stato trasfor-mato in una improbabile e discutibile galleria d’arte moderna. Il Kursaal Santa-lucia non è agibile per una storia di scala antincen-dio, che non rispettava le distanze dal condominio vicino. Comunque, l’im-mobile è andato all’asta ed è stato acquistato da un imprenditore priva-to milanese nell’assoluta indifferenza del Comune di Bari, in primis, ma an-che della Provincia e del-la Regione. L’Auditorium Nino Rota è una bellissima struttura teatrale, sorta su suolo del Conservatorio Piccinni per iniziativa del Ministero della Pubblica Istruzione ed della Pro-vincia di Bari. Fortemente voluta dal prof. Vitantonio Barbanente, fu destinata prevalentemente alle esi-genze del Conservatorio

I TEATRI CITTADINI - Vietati gli spettacoli con spettatori paganti, ma continuano a svolgersi saggi, convegni ed assemblee

L’Auditorium chiuso da vent’anniper un piccolo dettaglio tecnico

il suo maggior patrimo-nio: un pubblico numero-so, fino a quel momento, sempre presente.

Per il tempo necessario a risolvere quel problema. No! Sono passati più di venti anni: è stato chiuso in primavera del 1992 ed è ancora chiuso.

Fu Ennio Triggiani alla Vicepresidenza della Pro-vincia, con delega alla Cultura, che affidò al Po-litecnico l’incarico di un progetto che risolvesse la questione. Poi, per avvia-re i lavori e cantierizzarli, tanti anni ancora.

Sembrerà assurdo ma a remare contro la cantieriz-zazione, non apertamen-te, ma silenziosamente

ed in maniera strisciante, c’erano forze interne allo stesso conservatorio. Era-no gli anni dei miracoli: si praticava a Bari la molti-plicazione dei “pani, dei pesci, e delle cattedre”. Quest’ultime spuntavano come funghi e si molti-plicavano. Occorrevano spazi dove far lezione e l’auditorium sottratto alla fruizione pubblica, si pre-stava alla bisogna. Certo, non era bello far lezione in corridoi, spogliatoi dell’or-chestra e anfratti vari, ma siccome sulla manna (l’in-carico) non si sputa certo, nessuno protestava. Anzi. Così, i miei modesti ten-tativi di svegliare il colosso dormiente (da presidente del Conservatorio), veni-vano puntualmente vani-ficati in quello stesso Con-siglio di Amministrazione che avrebbe dovuto essere il rianimatore dell’audito-rium agonizzante.

Una struttura priva di manutenzione degrada rapidamente e così final-mente si è giunti alla can-tierizzazione del progetto di restauro con una strut-tura francamente fatiscen-te.

I lavori procedono, mi assicurano ieri non solo l’assessore regionale An-gela Barbanente, figlia di quel Vitantonio, grande presidente del Conserva-torio, di cui, onestamen-

te, ricoprendo lo stesso incarico, non sono stato neanche l’ombra. La Bar-banente aggiunge: “no-nostante le difficoltà che ci crea il patto di stabilità stiamo dando priorità a quei pagamenti degli sta-di di avanzamento, perché alla Regione siamo con-sapevoli, dell’importanza dell’opera e dell’attesa da parte dei baresi e di mol-ti musicisti”. Mi confer-ma la cosa l’economo del Conservatorio, persona che ricordo come uno dei funzionari pubblici più efficienti a mia memoria. Da persona seria, qual è, mi dice di non essere un tecnico e quindi in gra-do di affermare se i lavori potranno essere ultimati o meno per fine anno, come promesso e annunciato più volte dal Vicepresiden-te della Provincia Trifone Altieri, irreperibile nella circostanza. La Provincia è l’ente che è maggiormente esposto finanziariamente in questo progetto.

Due considerazioni in chiusura. Per anni si è det-to che l’ostacolo alla rico-struzione del Petruzzelli era la proprietà privata: la storia dell’auditorium Rota, pubblico al 100%, chiuso da vent’anni per un piccolo dettaglio, dimostra che quell’affermazione era solo una panzana, per giu-stificare ben altro.

di Gianvito Pugliese

che la ebbe in gestione, ma contestualmente a sede della Ico (l’Orchestra stabile) della Provincia. Pochi mesi dopo l’incen-dio doloso del Petruzzelli, l’auditorium viene dichia-rato inagibile e chiuso “ai pubblici spettacoli”.

Sembrerà strano ed è in effetti un paradosso, ma nell’auditorium Rota per decenni si potrà continua-re a far accedere circa 700-800 alunni e genitori per i saggi, convegnisti, profes-sori per le assemblee e via discorrendo, tutto in piena legalità. Non è però pos-sibile far accedere un solo spettatore a pagamento: in questo caso la struttura mette in pericolo l’inco-

lumità e l’organizzatore è punibile. Follia? Certo, ma queste sono le nostre nor-me vigenti.

La causa principale del pericolo? Le vele, cioè una struttura, atta a migliorare l’acustica del Rota posta sotto il soffitto, che ricor-da appunto un’alberatu-ra a vela. C’era aria tra le vele ed il soffitto, quindi pericolo d’incendio, disse un Comandante dei Vigili del fuoco, poi trasferito a Roma e inquisito (sempre a Roma) per reati gravi di corruzione.

L’Auditorium così vie-ne sottratto alla fruizione pubblica, l’Orchestra del-la Provincia sarà costretta a migrare, disperdendo

L’auditorium Nino Rota di Bari

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12 venerdì 6 luglio 2012

una relazione che non ha nascosto nulla del-le problematiche e delle criticità della situazione dell’Istituto.

È vero che c’è stata una progressione virtuosa de-gli equilibri economici, con il risanamento, nel corso del quinquennio, di bilanci disastrati che ora sono perfettamente in asse. Buono anche il rapporto con gli stakehol-ders, dai rappresentanti degli inquilini ed asse-gnatari ai governi locali.

Snello dal punto di vi-sta dell’organico (i dipen-denti dello Iacp di Foggia sono sessanta a fronte di un patrimonio immobiia-re di circa dodicimila al-loggi), l’Istituto ha avviato importanti programmi di costruzione di nuovi ap-partamenti nel capoluo-go (soprattutto con il Pirp di Borgo Croci) e in altri centri della Capitanata. Tuttavia preoccupa il pro-gressivo invecchiamento del parco immobiliare di proprietà dell’istituto (oltre l’80% degli alloggi ha più di trent’anni), che determina un parallelo aumento dei costi di ge-stione e manutenzione.

La crisi non fa bene alla puntualità dei pa-gamenti: si registra un incremento della moro-

Foggia

IL COMMENTO

Adessola musicaè finita

di Fabrizio Tatarella

Errare è umano, perseverare è diaboli-co. La pronuncia dei giudici d’appello, che hanno confermato la declaratoria di falli-mento di Amica Spa, ha messo in chiaro che l’azione del Comu-ne di Foggia in que-sti mesi, al di là delle buone intenzioni, è consistita nel nulla cosmico. Una imba-razzante pochezza di idee che si era già ma-nifestata all’inizio del mandato di Mongelli, quando l’unica ricet-ta messa in campo era stata quella di so-stituire il vecchio Cda con un bravo funzio-nario prefettizio.

Una scelta neces-sitata dall’emergen-za, alla quale però avrebbe dovuto far seguito un piano di rilancio aziendale che è mancato, sosti-tuito dall’idea un po’ imbarazzante che bi-sognasse fare piazza pulita delle “chiac-chiere” e che l’Amica dovesse preoccuparsi soprattutto di spazza-re le strade, come nel buon tempo antico. Idea naufragata in un mare di cassonetti non svuotati e in una affannosa rincorsa dell’emergenza so-ciale. Negli otto mesi trascorsi dalla sen-tenza la Giunta si è baloccata in un’attesa dell’impossibile, te-nendo in stand-by un tecnico di valore come Raphael Rossi e non muovendo un dito per la new company che doveva sostituire la vecchia azienda.

Ora ci troviamo non solo in presenza di un altissimo rischio per i livelli occupa-zionali, ma anche di un definitivo depau-peramento della cit-tà e di una micidiale doppia emergenza: quella immediata, di un crack del servizio e di un conseguen-te disastro igienico-sanitario, e quella di medio periodo, che rinvia ulteriormente la questione del ciclo dei rifiuti e del loro smaltimento.

Una prova di insi-pienza e di incapacità che non solo suggeri-rebbe, ma imporrebbe le dimissioni.

Programmi e problemidello Iacp di Foggia

PALAZZO DOGANA - Presentato il bilancio di missione sociale 2005-2010 dell’Istituto Autonomo Case Popolari

di Claudio Aquilano

Inedita e sicuramen-te lodevole, l’iniziativa dell’Istituto Autonomo Case Popolari della pro-vincia di Foggia, che ha presentato a Palazzo Do-gana il bilancio di missio-ne sociale 2005-2010.

Una pubblicazione ariosa, gradevole dal punto di vista grafico, pienamente leggibile, che fa il punto su una struttu-ra cruciale per l’edilizia popolare, la cui funzione, in tempi di proclami (e retorica) sui beni comuni, dovrebbe essere meglio conosciuta e valorizzata.

Non si è trattato di una cerimonia formale: se il presidente Pepe ha svol-to con il consueto garbo le funzioni di padrone di casa, il sindaco di Foggia Gianni Mongelli ha insi-stito molto sulla questio-ne della legalità. L’abuso, la prepotenza, a volte il crimine, sono infatti il convitato di pietra delle strategie sull’emergenza abitativa: la recente occu-pazione di sedici alloggi in città a poche ore dalla loro consegna da parte dell’impresa ne è stata l’ultima conferma.

Dal canto suo il com-missario dello Iacp, Do-nato Cafagna, ha svolto

Maggioranza e mino-ranza consiliare unite per chiedere la rimodu-lazione del servizio di sosta tariffata a Foggia (gli stalli a pagamento delimitati dalle strisce blu sono tanti da avere guadagnato alla città il nomignolo di città dei puffi).

La 5° Commissione consiliare ha chiesto ufficialmente al pre-sidente del Consiglio comunale di inserire all’ordine del giorno della prossima Assise la discussione sulla rimo-dulazione organizzativa del servizio di sosta ta-riffata.

E’ l’unanime decisio-ne dell’organismo che si è riunito ieri mattina per avviare il confronto interno dopo l’audizio-ne con l’amministratore unico di Ataf SpA Massi-

mo Dicecca. All’incon-tro hanno partecipato: la presidente Rita Chin-ni (PD), il vice presi-dente Luciano Ventura (PPdT) e i consiglieri Francesco D’Emilio (PdL), Annarita Palmieri (UdCap), Emilio Piarul-lo (PS) e Luigi Vinciguer-ra (PD).

“La Commissione tornerà a riunirsi mar-tedì 10 luglio – afferma la presidente Rita Chin-ni – con l’obiettivo di elaborare una proposta operativa unitaria da sottoporre all’attenzio-ne del Consiglio comu-nale”.

c.a.

Strisce blu in città, eccola proposta bipartisan

foggia

sità, fenomeno nel quale convivono situazioni di genuina emergenza e di-sagio sociale e furbizie assortite.

Anche la composizione dei nuclei familiari resi-denti è molto diversa da quella di un tempo, con le intuibili conseguenze. Sul piano delle dismissio-ni, cioè della vendita degli appartamenti agli asse-gnatari lo Iacp dà priorità alle unità abitative che si trovano in condomini misti, che pongono speci-fici e complessi problemi all’Istituto: una linea non

condivisa dai sindacati degli assegnatari, che vor-rebbero invece maggiori incentivi all’acquisto.

I lavori sono stati con-clusi dall’assessore re-gionale all’Urbanistica Angela Barbanente, che ha ricordato la fonda-mentale funzione calmie-ratrice degli Istituti Auto-nomi Case Popolari sul mercato delle locazioni, sottolineando come l’Ita-lia detenga un poco invi-diabile primato europeo per quanto riguarda l’in-cidenza del costo-suolo sulle abitazioni.

“A Foggia abbiamo fat-to progressi notevoli” ha detto l’assessore “Lo sfor-zo impegnativo che ci at-tende è di farli diventare normalità”.

aperta una sottoscrizione

Il sindaco di Foggia Gianni Mongelli, il retto-re dell’Università degli Studi di Fog-gia Giuliano Volpe e l’ex presidente della Provincia di Foggia Carmine Stallone compon-

gono il Comitato ‘Insieme per il futuro del cal-cio a Foggia’, costituito questa mattina con atto notarile, il cui obiettivo è attivare la raccolta dei fondi che deriveranno dalla sottoscrizione degli abbonamenti per assistere alle partire dei ros-soneri. A presiedere il Comitato sarà il sindaco, che ha attivato il conto corrente bancario su cui effettuare i versamenti con l’esplicita previsione della restituzione delle somme qualora l’iniziati-va non andasse a buon fine. Il conto è stato aper-to presso il Monte dei Paschi di Siena - Agenzia Sede (corso Garibaldi, 10 – Foggia); questo l’iban: IT45Y0103015700000001873223.

“Chiediamo a tutti i foggiani di contribuire alla rinascita della nostra gloriosa squadra di calcio compiendo un atto di fiducia nel futuro – com-menta Gianni Mongelli – Insieme possiamo su-perare l’affaticamento di questi giorni e attivare la ripartenza dei rossoneri”.

Salvate il calcionella nostra città

Palazzo Dogana. A destra il sindaco di Foggia Gianni Mongelli

Page 13: Puglia d'oggi n. 25

venerdì 6 luglio 2012 13Cerignola

Mi per… Metta Amico gay.Massimo rispetto per Lei: inclinazio-

ni diverse,ma massimo rispetto.Lei combatte per la parità,per i diritti

civili, per il riconoscimento delle unio-ni.

Per la parità del “terzo” genere, dicia-mo così.

Sappia, però, che a Cerignola non abbiamo ancora raggiunto la parità del “secondo” di genere, si figuri del “terzo”.

L’idea di donna che hanno i nostri Amministratori è quella che si legge negli occhi di alcuni di loro – capisci a me,a mico gay, capisci a me – non appena in Consiglio Comunale tra le prime file si siede una qualsiasi appar-tenente al “secondo” genere, in gonna, ovviamente.

E quale delibera, e quale interven-to, e quale Sole 24 ore: tutti lì stanno a guardare, dandosi di gomito;

anche quelli che con il gomito non arrivano al tavolo.

Da due anni e passa quella “figlia” di Loredana Lepore prova a far passare il principio che in Giunta ci debba essere parità di genere.

Niente da fare.Chiacchiera, chiacchiera il Gianna;ma appena si arriva all’argomento, si

erge in tutta la sua statura fisica e poli-tica e fugge.

Seguito dal suo branco di ammae-strati.

Non sanno nemmeno perché si al-zano e se ne vanno, ma obbediscono,p ensando di fare i “Garibaldi”, mentre fanno solo “ i rin tin tin.

Ed è meglio che vadano via, perché una volta che ‘si é parlato del tema,gli “aristotele” e i “platone” del pidielle e dell’udiccomecazzosichiama, si sono coperti di onore e gloria.

Niente donne in Giunta,niente pari-tà di genere.

Niente rispetto per le donne di Ceri-gnola.

Solo il voto.Quello sì, quello lo vuole il Gianna

misogino.Le donne in Giunta? Mai sia.Le donne in Consiglio? Mai sia, meglio “gommisti” “pidielli-

ni” e “uddicomecazzosichiamano”.Tutti meno che le donne.Quelle si limitano a guardarLe dai

banchi della Giunta.Le guardano, le guardano, anche se

manco si ricordano più perché.Franco Metta

Guardano le donnee non sanno perchè

mi per... metta!

Da quasi due anni, il movimento “Se Non Ora Quando”, che si batte per la parità di diritti tra uomini e donne, e che, in particolare, lamenta l’assenza di una rappre-sentanza femminile tra i banchi della Giunta co-munale, ha preso piede nella nostra città.

In questi mesi, an-che il mondo politico ha guardato con favore a SNOQ; “La Cicogna”, in primis, e poi anche Futu-ro e Libertà.

Martedì 26 giugno, in occasione del Consiglio comunale, per l’ennesima volta, la battaglia portata avanti da SNOQ era inse-rita tra i punti all’ordine del giorno; come al solito, però, l’Amministrazione non ha mancato di mo-strare il suo totale disin-teresse per l’argomento.

Nelle precedenti occa-sioni, la maggioranza ha dovuto modificare l’ordi-ne dei punti da discutere, pur di scansare la “patata bollente”; stavolta, inve-ce, si è preferita la male-ducazione, pur di evitare il tema: la fine strategia, infatti, è stata quella di far mancare, di punto in

Il terrore delle quote rosa:abbandonare il Consiglio!

COMUNE - Da due anni si parla dell’assenza di una figura femminile in giunta, e da due anni la maggioranza nicchia e rinvia

Continuano le “strane” esterna-zioni del sindaco Giannatempo. Que-sta volta il primo cittadino interviene a riguardo dell’ennesima denuncia penale, presentata da Franco Metta, sulla questione Santa Barbara che si è conclusa con l’archiviazione davanti al Gip di Foggia.

“Ancora una volta – dice il Sindaco Antonio Giannatempo – le denunce di Metta e de La Cicogna si sono rivela-te assolutamente infondate. L’unico risultato visibile è la perdita di tempo che ancora oggi ci sta impedendo di iniziare i lavori che la comunità del quartiere Santa Barbara aspetta da anni con ansia. Chiusa questa paren-tesi, aspettiamo adesso di conoscere l’esito dell’appello al Consiglio di Sta-to che Metta, dopo aver già perso di-nanzi al TAR, ha proposto anche in via amministrativa. Speriamo che tutti questi rigetti pronunciati da vari giu-dici in più sedi giurisdizionali facciano finalmente comprendere a Metta ed al suo movimento politico che bloccare in maniera ingiustificata l’azione am-ministrativa in favore dei nostri con-cittadini è una grave colpa che porte-ranno a lungo sulle loro spalle”.

Ed allora cerchiamo di capire me-

glio. Giannatempo sosterebbe che, nel

momento in cui, qualsiasi cittadino o consigliere comunale ritenga di ri-volgersi alla Magistratura fa un danno alla Città.

Ancora, quindi, sosterebbe essere una “grave colpa” (parole sue) denun-ciare chi si ritiene non faccia il proprio dovere e non rispetti le leggi.

Ma il sindaco pochi mesi fa non riteneva (sbagliano ancora una volta) che i cerignolani fossero omertosi?

Non sosteneva che il problema della sicurezza e dell’ordine pubbli-co non era così allarmante? La stessa cosa la sostenevano le forze dell’Ordi-ne. Non sosteneva ancora il Sindaco che non c’era incapacità da parte degli amministratori e/o assessori vari?

Quindi era comodo affermare che c’era solo omertà a iosa.

A me sembra tutto poco lineare nei ragionamenti. Dopo queste dichia-razioni sembra essere lui a istigare i cittadini ed i consiglieri comunali ad esserlo! Alla faccia dei cerignolani omertosi.

Questi ultimi denunciano alla Ma-gistratura e il primo cittadino dice di non farlo?

Vi confido una cosa: non ci capisco più niente.

Cittadini omertosi, ma quandochiedono chiarezza non va bene

il fatto

bianco, il numero legale dei consiglieri.

Per quanto oggettiva-mente triste, questa cosa presenta anche aspetti comici.

Immaginate la scena: arrivato il momento di di-scutere delle quote-rosa, il sindaco, resosi conto di essere oramai con le spal-le al muro, non si lascia prendere dal panico ed avvicina il suo fedelissimo di lungo corso, Domenico Carbone, interrompendo la sua pennichella pome-ridiana.

Parte un fitto concilia-bolo tra i due strateghi, la situazione pare disperata. Poi, l’illuminazione: l’or-dine di capitan Gianna-tempo è quello di abban-donare la nave in buon

ordine. Tornato al suo banco,

il canuto Carbone radu-na altri tre o quattro ma-rinai e si pone alla guida del gruppetto, conducen-dolo, in fila indiana, al di fuori dell’aula consiliare. Ironia a parte, ci si chiede perché mai l’Amministra-zione - Pdl, Udc, UdCap, GAM (?) - ricorra a simili mezzucci, pur di impedi-re che si affronti il proble-ma sollevato da SNOQ.

Ove, come sembra, la maggioranza fosse con-traria alle quote-rosa, non sarebbe più facile mettere la questione ai voti, per poi, con la forza dei nu-meri, bocciarla?

Chissà, forse la pau-ra del sindaco è quella di ritrovarsi, come già suc-cesso, a dover “negoziare” qualche decisiva alzata di mano, tra i suoi.

Dal quartier generale del movimento femmini-le, intanto, fanno sapere di non aver affatto gra-dito il comportamento dell’Amministrazione e affidano tutto il loro ma-lumore ad una nota, nella quale dichiarano di sen-tirsi prese in giro. Non si può dar loro torto: è l’en-nesima figuraccia di que-sta maggioranza.

di Carlo Dercole

E’ diventato difficilis-simo al giorno d’oggi in Italia trovare un titolare di un’attività commer-ciale soddisfatto dei guadagni della sua atti-vità.

Una causa di questo catastrofico evento ol-tre ad essere le innume-revoli tasse da pagare, sono anche tutti quegli episodi di abusivismo che avvengono sul terri-torio. Che il mercato sia in forte calo, nessuno lo mette indubbio ma gli ostacoli non mancano. Oltre al mercato che si svolge ogni mercoledì mattina nella mia cit-tà, sono presenti anche diversi commercianti di ogni tipo per stra-da ed è giusto che essi ci siano fino a quando posseggono le regolari autorizzazioni e versino i corretti pagamenti per occupare una parte del suolo pubblico.

In particolare a Ce-rignola sono diversi i commercianti, spe-cialmente quelli che effettuano una vendita al dettaglio e di primo consumo a lamentarsi e a denunciare alle do-vute istituzioni e con i giusti mezzi affinché gli addetti effettuano dei rigidi controlli a chi ven-de per strada.

Ecco come ancora una volta le istituzioni restano chiuse nel pa-lazzo e incuranti di tutto quello che accade fuori colpendo solo alcune volte i commercianti che lavorano legalmen-

te perché hanno un po-sto fisso e sono dovuti a pagare regolarmente ogni tipo di tassa. Ciò che occorre, oltre ad un rigido controllo, è l’intervento dell’ammi-nistrazione comunale (fino a qualche settima-na fa avevamo l’assesso-rato alle attività produt-tive) per far tutelare tutti i tipi di commercianti anche quelli ambulanti ma regolari e comin-ciando a dare le giuste sanzioni a questa gente che ostacola il lavoro onesto.

Stefano Petrarolotwitter @spetrarolo

Cresce il mercato abusivo, e le Istutizioni non rispondono

in citta’

di Enzo Pece

Page 14: Puglia d'oggi n. 25

14 venerdì 6 luglio 2012

Al via il piano di sal-vataggio dell’acqua in tutto il territorio dell’UE. Gli europarlamentari, ri-uniti in questi giorni a Strasburgo, hanno infatti votato a favore di una re-visione della legislazione europea sulle sfide riguar-danti l’acqua. L’obiettivo è quello di combattere lo spreco ed il consumo sbagliato di questa risorsa preziosa che potrebbe es-sere definita come “in via d’estinzione”.

L´austriaco Richard Seeber, relatore della pro-posta di risoluzione, ha dichiarato che potrebbe essere risparmiato fino ad un 70% dell’acqua for-nita alle città dell’UE, at-tuando un controllo dello stato della rete idrica eu-ropea.

L’obsolescenza, la cat-tiva qualità ed intercon-nettività di queste stesse reti idriche, sono le prin-cipali cause di spreco dell’acqua.

La relazione presentata dall’eurodeputato si sof-ferma sulle diseguaglian-ze tra i vari Stati membri in merito all´estrazione dell´acqua. Austria e Ci-pro sono esempi di questi forti disequilibri.

Il Paese centro-euro-peo estrae solamente il 5% dell’acqua disponibi-

le, mentre sull’isola del mediterraneo l’estrazione è pari al 55%, ma più in generale si può dire che il 46% della popolazione europea vive in paesi nei quali lo sfruttamento idri-co è di gran lunga mag-giore rispetto ai normali livelli di sostenibilità e questa situazione riguar-da, principalmente, i pae-si meridionali del vecchio continente.

Per fare un esempio possiamo citare proprio la Puglia, regione che, a causa del suo clima semi-arido, vive in una con-dizione di stress idrico. L’onorevole Salvatore Ta-tarella ( PPE, FLI ) ha par-lato infatti di “immediata necessità di riduzione del consumo dell’acqua”.

Una revisione delle tu-bature, un utilizzo di ac-qua depurata nel settore agricolo, una creazione di una doppia conduttu-ra idrica nelle case atta a garantire una separazio-ne tra acqua potabile ed acqua ad uso domestico, sono misure che da sole garantiscono una forte riduzione del consumo idrico.

L’europarlamentare ha parlato inoltre di “forte pericolo di desertificazio-ne” presente oggigiorno in alcune zone non solo della sua terra d’origine, ma di altre regioni del sud

Con una maggioran-za schiacciante, 478 voti contro 39 a favore e 165 astensioni, la plenaria del Parlamento euro-peo ieri a Strasburgo ha definitivamente boccia-to il Trattato anti con-traffazione su Internet cosiddetto “Acta” (An-ti-Counterfeiting Tra-de Agreement), che la Commissione europea, sotto le pressioni degli Usa, voleva applicare a tutta la Ue.

L’Acta é un trattato internazionale stipula-to nell agosto del 2011. Il 26 gennaio del 2012 il trattato viene firmato da 22 stati dell’Unione Europea con Germania ed Olanda contrari!

L’ accordo firmato con altri 10 Stati tra cui USA, Giappone, Cana-da, Messico, Singapore ecc... vuole salvaguar-dare i diritti di proprietà intellettuale proponen-do un codice di com-portamento comune dando per esempio la possibilità ad uno sta-to di bloccare possibili pubblicazioni coperte da copyright e punire cloro che violano il co-dice.

La materia é subito apparsa molto delicata, ACTA potrebbe essere si uno strumento per pro-teggere i diritti di copy-right ma viene visto dall opinione pubblica come un attentato alla libertà di espressione.

Gli stati infatti, avrebbero il potere di bloccare qualcosa a loro dire contro il copyright, quasi impossibile da determinare soprattut-to in rete!

Cosí migliaia di email sono state inviate ai eu-roparlamentari e l’opi-nione pubblica ha vin-to.

ACTA non sarà legge almeno non in Europa!

“Sono molto felice che il Parlamento ab-bia deciso di seguire la mia raccomandazione di respingere ACTA”, ha affermato il relatore Da-vid Martin (S&D, UK) ribadendo le sue preoc-cupazioni su un trattato troppo vago e aperto a interpretazioni erronee. Tuttavia, ha aggiunto il relatore, l’UE deve tro-vare vie alternative per proteggere la proprietà intellettuale “Sosterrò sempre le libertà civili rispetto alla protezione del diritto di proprietà intellettuale “, ha con-cluso nelle dichiarazio-ni dopo il voto.

Christofer Fjellner (PPE, SE), fra i sosteni-tori principali di ACTA, ha chiesto, prima della votazione in plenaria, di rinviare il voto in at-tesa del giudizio della Corte di giustizia euro-pea sulla compatibilità del trattato col diritto comunitario. Il Parla-mento ha respinto la richiesta portando a più di 150 astensioni!

La petizione quindi di 2.8 milioni di cittadi-ni é servito a qualcosa e la soddisfazione sembra generale! L’ Europa non sarà parte dell’accordo e in futuro bisognerà pensare a qualcosa di nuovo per proteggere e rafforzare l’applicazio-ne dei diritti di proprie-tà intellettuale.

Eliona Cela

Bye bye Acta, votocontrario dell’Europa

internet e diritti d’autore

Il Parlamento europeo si espresso, nell’ultima sessione Ple-naria, sulle importanti conclusio-ni del Consiglio europeo di fine giugno. La risoluzione, adottata a larga maggioranza (501 voti a favore, 32 contrari e 38 astensio-ni), accoglie con favore le misure adottate per spezzare il circolo vi-zioso tra banche e debito sovrano, e l’impegno per un risanamento di bilancio propizio alla crescita. Il testo considera, inoltre, le conclu-sioni del vertice come “una tappa importante verso la realizzazione di una vera e propria unione ban-caria per l’Unione europea nel suo insieme”.

I provvedimenti vanno nella di-rezione giusta, affermano gli eu-rodeputati, per affrontare la crisi dell’eurozona, ma una risposta è talmente urgente che la Commis-sione deve presentare un disegno di legge entro settembre al fine di attuare rapidamente i quattro principi della relazione del Presi-

dente del Consiglio europeo Van Rompuy. E’ necessario lavorare ulteriormente, in un processo al quale devono partecipare non solo le istituzioni europee e i par-lamenti nazionali, ma anche le parti sociali e la società civile.

Nel documento si sottolinea l’importanza di trasformare il bilancio dell’Unione europea in uno strumento per la crescita, e che un accordo in merito al pros-simo Quadro finanziario plurien-nale può essere raggiunto solo se il sistema delle risorse proprie dell’Ue verrà riformato. Gli umo-ri però tra i deputati europei non sono dei migliori soprattutto dopo le dichiarazioni negative per i risultati del Consiglio europeo arrivati dai premier di Olanda e Finlandia.

“Nell’Europa del nord c’e’ chi rema contro il meccanismo anti-spread” ha detto Mario Mauro, capogruppo Pdl nel Parlamento europeo. Mentre il vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella, ha dichiarato: “opponen-

dosi agli acquisti di titoli di sta-to da parte del fondo salva stati Olanda e Finlandia rischiano di spingere l’Europa verso il baratro, non bisogna indebolire il nuovo slancio che l’ Europa ha trovato nell’ ultimo Consiglio europeo”.

Ora si aspetta l’eurogruppo dell’8 luglio per vedere se si pas-serà dagli intenti a vere e proprie azioni. E’ una risposta che voglio-no sia mercati, che le tasche dei cittadini europei.

Il Parlamento europeo approva le conclusioni del Consiglio europeo

economia e crescita

Herman Van Rompuy

di Sveva Biocca

ACQUA - Il Parlamento Europeo vara il piano di salvataggio dell’acqua in tutto il territorio. Obiettivo combattere spreco e dispersione

Meno consumo, più risorseL’europarlamentare di Fli Salvatore Tatarella: “Iniziamo dagli sprechi inutili”

Europa

trasporti e sicurezza

Soccorsi automatici in caso di incidenti strada-li? L’Europa lo sta chiedendo con forza, attraverso l’adozione di un apposito dispositivo su tutti i nuo-vi veicoli in produzione nell’Unione.

Il Parlamento europeo non molla la presa in fat-to di sicurezza stradale, e torna alla carica (come da anni) per l’eCall, il dispositivo per allertare i soc-corsi in caso di incidente: entro il 2015, tutti i nuovi veicoli dovrebbero esserne dotati.

“Dal momento che l’approccio volontario non ha prodotto risultati, esortiamo la Commissione a proporre misure legislative obbligatorie entro il 2015”.

Queste le parole dei co-relatori Olga Sehnalova e Dieter-Lebrecht Koch. Nella risoluzione i deputati si rammaricano per i ritardi e per l’esiguo numero di veicoli che hanno adottato la misura (0,4%).

Ecall obbligatorio?L’Europa lo chiede

Italia. Oltre alla green eco-

nomy, bisogna ora parlare anche di una blue eco-nomy attraverso la quale si possa realmente arriva-re a salvare questo bene pubblico essenziale per la vita, l’acqua.

Bisogna investire le poche risorse disponibi-li, dunque, nel migliora-mento della rete idrica e nell’ottimizzazione di una risorsa che i cittadini han-no indicato come bene di carattere assolutamente pubblico. Il Parlamento Europeo a Strasburgo

di Vincenzo Matano

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venerdì 6 luglio 2012 15Spettacoli e Cultura

Dove leggere? In spiaggiaSPIAGGIE D’AUTORE - Oltre 150 appuntamenti negli stabilimenti balneari per il festival itinerante della letteratura

Non esiste momento migliore dell’estate per dedicarsi alle proprie let-ture, immergendosi nei libri che si sono accata-stati uno sull’altro in in-verno e che finalmente,

internazionali. E saran-no proprio questi gli in-discussi protagonisti dei circa 150 appuntamenti negli stabilimenti balne-rari di tutta la regione. Una formula, quella di Spiagge, che si conferma vincente nel suo voler rendere la cultura della lettura popolare e alla portata di tutti, anche a

di Daniela De Sario

brindisi

Il 12 luglio 2012 alle ore 10,00 presso la Sala Con-ferenze di Palazzo Granafei- Nervegna, sarà tenu-ta la presentazione della 6^ edizione dell’evento MEDITERRANEO ART FESTIVAL “Premio La Vela Latina”.

Quest’anno l’intero evento, in programma Sa-bato 14 luglio 2012 in Piazza Santa Teresa – Brin-disi Centro, sarà un Festival che sta trovando un proprio marchio culturale, spendibile in altri ter-ritori e che, oltre a migliorare l’immagine della Città da cui l’iniziativa prende abbrivio, migliora e promuove il nome e gli intendimenti dei soggetti locali impegnati.

Il timbro simbolico della sesta edizione nasce dalla convinzione che la continuità di un percorso così importante può svolgere un ruolo importan-te nella formazione delle coscienze, soprattutto delle nuove generazioni. Tra gli altri sul palco ci saranno gli Effetto Doppler, vocal band salentina proveniente da X-Factor e del cantante solista pu-gliese Michele Cortese, ex componente degli Aram Quartet.

complici le vacanze e un ombrellone, possono essere aperti e divorati. Proprio questa è la filo-sofia sottesa al festival iti-nerante della letteratura “Spiagge d’Autore” , che porta gli scrittori diret-tamente nei lidi pugliesi,

partire dalla scelta, come luogo d’incontro, di una cornice insolita, ossia gli stabilimenti balneari. Inoltre, il percorso trac-ciato dagli scrittori sarà seguito da una vera e propria libreria viaggian-te attrezzata su un cam-per che girerà per tutta la Puglia.

“Spiagge” ha già pre-

Ancora arte contemporanea nel palazzo dell’ex Regia Cor-te di Bitonto. Sabato 7 luglio si inaugura “Nulla dies sine linea”, la personale di Barbara Bonfilio, una selezione di opere dell’artista realizzate negli ultimi 2 anni. Il ti-tolo della mostra, “Nulla dies sine linea”, da Naturalis Historia di Pli-nio il Vecchio, è riferito al celebre pittore Apelle, pittore greco del IV secolo a. C., del quale si diceva, appunto, che non lasciasse pas-sare un giorno senza tratteggiare una linea. Allo stesso esercizio quotidiano, allo stesso costante

impegno sono ispirate le opere che Bonfilio esporrà a Bitonto.

“Nulla dies sine linea” dell’ar-tista Bonfilio, è il sesto appun-tamento di “Dieci per Dieci”, il progetto di promozione artistica a cura delle Officine Culturali, che metterà a disposizione di 10 giovani artisti, per 10 mesi, la sala convegni del Laboratorio Urba-no di Bitonto. A gennaio è sta-ta la volta di Pietro De Scisciolo, con una proposta di scultura sui temi della “grande abbuffata”; febbraio, invece, è stato tutto de-dicato all’immobilità e alla logica

dell’attesa delle tele di Leo Ragno; a marzo, è toccato al food&drink di “Spot: five minutes of adver-tising” di Flavia D’Alessandro; a maggio, i college vitalistici di Vin-cenzo Mascoli; a giugno, la pittu-ra al femminile di Lorenza Casa-massima.

Così scrive la curatrice della mostra Isabella Diana Calidonna a proposito delle opere di Bonfi-lio: “Linee semplici ed essenziali create attraverso l’esercizio quo-tidiano e l’impegno costante che concorrono a creare l’opera di Barbara Bonfilio, dove la figura femminile è assoluta protagoni-sta. Donne che ci osservano, ci scrutano con i loro occhi puliti e lucidi, che nella loro semplicità ci spingono a interrogarci su quanto

oggi stiamo vivendo. I suoi quadri conservano la dignità poetica e concettuale della ritrattistica ri-nascimentale. Rimaniamo stupiti dal fascino delicato delle figure femminili ritratte, ma le sue ope-re spesso celano frasi o “slogan”, in un primo momento quasi inos-servati, che risultano invece es-sere il messaggio principale che l’artista vuole trasmettere proprio attraverso le sue delicate figure femminili che, con i loro sguardi e movenze appena accennati, ci spingono ad osservare”.

La mostra sarà visitabile tutti i giorni, fino al 31 luglio, dal lune-dì al venerdì, dalle 9 alle 18.30, alle Officine Culturali di Bitonto, in Largo Gramsci, 7. L’ingresso all’esposizione è libero e gratuito.

Nulla dies sine linea, la personale di Bonfilio

bitonto

Tutto è pronto per il Mediterraneo Art

toccando gli stabilimenti balneari dell’intero tac-co dello stivale. Spiagge d’autore 2012 è un pro-getto della Regione Pu-glia e di Confcommercio Puglia, in collaborazione con l’Agenzia Pugliapro-mozione e Teatro Pubbli-co Pugliese; la rassegna nelle scorse edizioni ha già potuto vantare la par-tecipazione di nomi di spicco della letteratura moderna, tra cui svetta-no Jack Hirshman, Toni-no Guerra, Erri De Luca e Giancarlo De Cataldo. Anche in questo 2012 Confcommercio, unita-mente ai propri sindaca-ti Sib-Puglia (Sindacato italiano balneari) e Ali-Puglia (Associazione ita-liana librai), ci tiene a ri-proporre questi “incontri informali” tra lettori e autori, coinvolgendo più di 50 ospiti nazionali e

so il via lo scorso 3 luglio presso lo stabilimento Moby Dick di Margheri-ta di Savoia, esordendo con la scrittrice Melissa Panarello, meglio nota come Melissa P, allora giovanissima autrice del discusso best seller “100 colpi di spazzola pri-ma di andare a dormi-re”; adesso la sua penna è cresciuta e in questa sede ha presentato “In Italia si chiama amore”, edito da Bompiani, un libro-inchiesta sui costu-mi sessuali degli italiani che nasce da una fortu-nata collaborazione con il settimanale Sette. L’au-trice visita l’Italia e i suoi luoghi, i suoi personaggi, per tracciare un ritratto sessuale dello Stato che si conferma, nonostan-te tutto, il paese dei vizi privati e delle pubbliche virtù.

In calendario ci sono poi incontri con Federi-co Rampini, Franca Maz-zei, Stefano Zurlo, Sabina Merolla, Stefano Belisari (ossia Elio del gruppo Elio e le storie tese), Erri De Luca, Dario Vergasso-la e Michele Mirabella.

bari

Dal 27 giugno al 10 luglio, pres-so “Al Visconti” di Bari, saranno in mostra le opere del bitontino Pier-francesco Uva. La mostra, dal tito-lo “10 FRAMES” rende omaggio ai grandi titoli che compongono la storia del cinema, un susseguirsi di raffigurazioni delle più rappre-sentative composizioni sceniche delle pellicole anacronisticamente esemplari. L’accostarsi all’elabo-rato artistico del percorso 10 FRA-MES favorisce un curioso viaggio nella memoria storica individuale e collettiva, sulla trattazione delle pellicole che hanno “educato” le ge-nerazioni susseguitesi in un lasso di tempo secolare.

L’approccio visivo alle opere di Uva produce un inconscio e, quasi, meccanico movimento della me-moria che spinge al ricordo della

scena “icona”, e paradossalmente conduce il giuoco intellettivo alla colonna sonora o ai suoni delle pa-role dei personaggi. Per esempio il fotogramma della scena cardine del capolavoro di Alfred Hitchcock Psy-co riporta alla mente la celeberrima nota di violino tagliente che ac-compagna la dinamica dell’azione. Analogo discorso può proferirsi in merito alle corrispondenze visivo - intellettive che potrebbero scaturi-re guardando la riproduzione di un fotogramma di Arancia Meccanica di Stanley Kubrik, che muove tra i pensieri le riconoscibilissime note delle sinfonie beethoveniane e ros-siniane.

Questa reazione che può definir-si un involontario reflusso generato e insito nell’arte visiva, nella quale si forgiano tutte le singole declina-

zioni delle varie forme espressive, funge da un’analizzabile invasione di campo, un connubio che la storia ha reso inscindibile: musica e im-magine corrono di pari passo, come linee parallele che mai si congiun-gono, grazie e per mezzo del più grande matrimonialista tra i due, il cinema.

Il cinema ha subito innumere-voli evoluzioni al punto da divenire relazionabile al modo nel quale si presenta, prima il suono, poi i co-lori, sono state le componenti che introiettavano le proiezioni verso un sempre maggiore accostamento all’opera d’arte; il lavoro di Uva, in realtà, controverte questa tendenza naturale, è dall’immagine cinema-tografica che l’artista estrae il “mo-mento compositivo”.

Isabella Battista

10 Frames, l’omaggio alla storia del cinemadi Pierfrancesco Uva “al Visconti” di Bari

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16 venerdì 6 luglio 2012Cinema

go, ma ha un suo signifi-cato meno riduttivo, che la rende apprezzabile an-che da chi fosse interessa-to al massimo per motivi turistici alla famosa loca-lità.

La sceneggiatura è però basata sui racconti tratti da “Off the road: a modern-day walk down the Pilgrim’s route into Spain” di Jack Hitt. Fra i compagni e gli incontri di viaggio compaiono De-borah Kara Unger, James Nesbitt, Yorick van Wage-ningen, Angela Molina,

La locandina del film di Bradley Parker

I tanti significatidel lungo viaggio

“La vita non si sceglie la si vive”, con questo incipit comincia l’interessante film di Emilio Estevez fi-glio del protagonista Mar-tin Sheen dal quale non ha mutuato il nome d’arte come gli altri fratelli.

Il cammino per Santia-go è un film sulla via spiri-tuale intrapresa dal prota-gonista, ma anche un’ode alla cultura del pellegri-

naggio stesso; un’acco-rata lirica che ripropone la sottile metafora del percorso spirituale come percorso terreno con la compagnia di una musica new age fortunatamente e brevemente rotta dalle note di “Pink Moon” di Nick Drake.

Un film che ci accom-pagna in un viaggio lungo piú di mille km. attraver-so la Spagna fino a rag-giungere la Galizia, luogo

IL CAMMINO PER SANTIAGO - In viaggio verso la chiesa galiziana per elaborare la morte del figlio

CorsoCerignola (Fg)

Chernobyl Diaries - La mutaz.h 18:00 - 20:15 - 22:00

Lorax - Il Guardiano della forestah 18:40

The Amazing Spider-Manh 19:30 - 22:15

Città del CinemaFoggia

Men in Black 3h 17:00 - 19:10 - 21:20

Rock of Agesh 16:30 - 19:00 - 21:30

L’amore dura tre annih 16:00 - 18:05 - 20:10 - 22:15

GalleriaBari

Il cammino per Santiagoh 16:00 - 18:30 - 21:15

La Cosa (VM14)h 16:05 - 18:20 - 20:30 - 22:45

Il Dittatoreh 16:40 - 18:35 - 20:45 - 22:35

di Michele Falcone

REGIA: Emilio EstevezSCENEGGIATURA: Emilio EstevezATTORI: Emilio Estevez, Martin Sheen, James

Nesbitt, Deborah Kara Unger, Joaquim de Almei-da, Yorick van Wageningen, Tchéky Karyo

MUSICHE: Tyler BatesPRODUZIONE: Elixir Films, Filmax Entertain-

mentDISTRIBUZIONE: 01 DistributionPAESE: USA 2010DURATA: 123 Min

la scheda - il cammino per santiago

culto del santuario di san Giacomo di Compostela. Un viaggio complesso, di-struttivo, penitente dove ogni pellegrino e lí per espiare qualcosa, per farsi perdonare un errore, per congiungersi nella spiri-tualità della religione, o per ritrovare semplice-mente se stessi.

Proprio il protagonista Tom, un intenso Martin Sheen ripercorre le tappe del figlio, sfortunatamen-te morto in un inciden-te sui Pirenei alla prima tappa del lungo cammino per Santiago. Settimo film da regista, come dimen-ticare il suo bellissimo Bobby, sull’assassinio di Robert Kennedy, la vicen-da narrata con delicatez-za da Emilio Estevez nel film, che nell’originale si intitola semplicemente The Way, non racconta però una banale folgora-zione sulla via di Santia-

Tchéky Karyo. Nella co-lonna sonora Alanis Mo-risette giustamente canta Thank you. Senza dare risposte religiose, sen-za “illuminazioni”, con umanità, qualche “buo-nismo” di troppo ma an-che con alcune parentesi ironiche e con una perce-pibile, delicata partecipa-zione, il film racconta un viaggio importante, che concederà a Tom non la consolazione, ma almeno il necessario stacco che consente un’adeguata elaborazione del lutto.