PROGETTARE LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE

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1 1 PROGETTARE LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE Prof. Roberto Chiavaccini Facoltà Ingegneria | Università di Pisa | Economia e Organizzazione Aziendale

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PROGETTARE LE STRUTTURE ORGANIZZATIVE

Prof. Roberto Chiavaccini

Facoltà Ingegneria | Università di Pisa | Economia e Organizzazione Aziendale

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L'IMPLEMENTAZIONE DI UN’ARCHITETTURA A TEAM SNELLI COMPORTA GROSSI CAMBIAMENTI

NEI VALORI, NELLA CULTURA, NELLE MANSIONI, NEI COMPITI E NEI RUOLI

DEL PERSONALE D'AZIENDA

SI RENDONO NECESSARI NUOVI MODELLI DI RIFERIMENTO PER LE

RISORSE UMANE

LA LEAN ORGANIZATION

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Le strutture organizzative snelle

Un approfondimento

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Le strutture organizzative snelle

• Sono basate sui VS - Value Stream

ovvero i Processi a Valore (di APQC)

definibili anche end to end (dalle esigenze del

Customer alla soddisfazione dello stesso)

autonomi per

“famiglie di prodotto”

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Le strutture organizzative snelle

• Si devono preliminarmene identificare

le “famiglie omogenee di prodotti”

tramite la Product Family Matrix

(generalmente si parte dai cicli

produttivi che sono il “cuore” della

famiglia)

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Assioma Best practice

• Principio fondamentale della Lean Organization:

• Ogni VS deve avere risorse

completamente dedicate

ovvero le risorse non devono essere in comune

con gli altri VS

• Questo “rivoluziona” la progettazione sia dei processi che delle macchine ed impianti

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Il Controllo

• Il controllo (ricordo che è Muda) non deve più

essere “gerarchico” ma essere svolto dalle

stesse persone che operano in Team nel VS

(autocontrollo e, quindi, necessità di

Empowerment)

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Un Value Stream

• Le aziende Lean, lavorando per Team, sono

“Piatte” (con un bassissimo baricentro

gerarchico) e questo comporta un grosso

cambiamento dei modelli culturali oltre che

organizzativi

• I Team dei singoliVS svolgono tutte le attività

primarie (a Valore) della catena di Porter

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I processi “Strategici” di servizio

• I Processi di Servizio/Manageriali

“Strategici” (i servizi non strategici

dovrebbero essere acquistati all’esterno)

svolgono, per i VS, alcune delle tipiche

attività di Supporto e Manageriali della

Catena del Valore precedentemente viste

• Sono definiti SSU (Strategical Service Unit)

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In pratica

• Si trasforma l’azienda in un insieme

“sinergico” di sotto aziende autonome (Team)

sia operative (VS ) sia fornitrici di servizi

(SSU) ognuna con un proprio responsabile:

“Owner ”

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In pratica

• Ovviamente il costo delle SSU sarà pagato

dai VS (clienti)

• Sarà pertanto responsabilità degli Owner

deiVS dire se e quanto hanno bisogno dei

servizi delle SSU da considerare dei veri e

propri “fornitori”

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I processi “Strategici” di servizio

• Una considerazione: le SSU sono Muda e,

quindi, le persone (indirette) che vi operano

devono essere << di quelle che operano

neiVS

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SSU vs Value Stream

• Nella Lean Organization si dovrebbe

comunque favorire la trasformazione del

personale indiretto in personale diretto,

liberando capacità

• Pertanto sarebbe opportuno mettere sul

mercato i servizi delle SSU per controllarne

l’efficienza e l’efficacia trasformandole in VS

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In pratica

• Gestire i flussi di valore con un Team

composto da persone in grado di svolgere tutte

le funzioni:

– da quelle strategiche a quelle tecnico/progettuali

– dagli approvvigionamenti alle spedizioni

– dalla gestione contabile a quella finanziaria

– ….

• si liberano energie, si recuperano capacità, si

migliorano le prestazioni

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In pratica

• L’organizzazione si appiattisce e diventa estremamente snella, possibilmente due livelli

• Il processo decisionale è quindi immediato in quanto sono gli owner insieme al Team che prendono tutte le decisioni in autonomia senza dover consultare i vari responsabili di funzione, tipici delle strutture tayloristiche: dirigenti, coordinatori, capi reparto, …

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DALLA GERARCHIA

TAYLORISTICA

NUCLEO OPERATIVO

LINEA INTERMEDIA

E TECNOSTRUTTURA

VERTICE

STRATEGICO

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ALL’EMPOWERMENT “AGE”

Gruppi di lavoro informatizzati

e autogestiti

CLIENTI

MANAGEMENT

DI SUPPORTO

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LE AZIENDE RETE

RETI

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RETI

DA ALTE E STRETTE LE IMPRESE SI DEVONO EVOLVERE VERSO

STRUTTURE PIATTE E LARGHE PER PROCESSI AUTOCONTROLLATI

MA QUESTO NON SEMBRA ANCORA SUFFICIENTE PER RISPONDERE IN TERMINI DI FLESSIBILITÀ ALLE

SFIDE DEL MERCATO

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RETI

PER GESTIRE I MACROPROCESSI SI PREFIGURANO AZIENDE "RETE"

COSTITUITE DA "MODULI ORGANIZZATIVI" AUTONOMI CON

ECCELLENTI COMPETENZE FOCALIZZATE (CORE SKILL) CHE SI

RAPPORTANO CON LEGAMI SEMPLICI (CLIENTE-FORNITORE)

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RETI

I SINGOLI MODULI DEVONO ESSERE COORDINATI DA UN SOGGETTO

DEPOSITARIO DEL CORE PROCESS

I RAPPORTI SONO DEL TIPO COOPERATIVO (COMAKERSHIP E/O

PARTNERSHIP)

GENERALMENTE LE AZIENDE RETE SONO GEOGRAFICAMENTE

“CONCENTRATE”

AD ESEMPIO I DISTRETTI INDUSTRIALI

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RETI

DALCLIENTE CLIENTE

LOGISTICA

ATTIVITA' CRITICHE

AL

ATTIVITA'TERZIARIZZATE

C O R E P R O C E S S

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RETI

UNA AZIENDA RETE COSTITUITA DA PICCOLI MODULI SPECIALIZZATI

(OLONI) COLLEGATI PER VIA TELEMATICA DIFFUSE SU TERRITORI

AMPI VIENE DEFINITA IMPRESA OLONICO-VIRTUALE

AD ESEMPIO UNA SOCIETA’ DI PROGETTAZIONE DELOCALIZZATA

NEI DIVERSI CONTINENTI

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RETI

GLI OLONI POSSONO NON LAVORARE

ESCLUSIVAMENTE PER LA RETE

SI COLLEGANO IN MANIERA

TEMPORANEA PER SFRUTTARE AL

MEGLIO LE OPPORTUNITÀ DI BUSINESS

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ANCHE LE GRANDI AZIENDE

ESTERNALIZZERANNO/TERZIARIZZERANNO

(OUT- E GLOBAL-SOURCING)

FOCALIZZANDOSI SUI CORE PROCESS

I GURU DEL MANAGEMENT PREVEDONO CHE

LA GRANDE SFIDA SI GIOCHERÀ SULLA

DISINTEGRAZIONE E SULLA CAPACITÀ DI

COLLEGARSI IN ALLEANZE STRATEGICHE!

RETI

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IMPRESE PROATTIVE

E' NECESSARIO NON SOLO CHE LE NUOVE ARCHITETTURE SIANO

FLESSIBILI MA ANCHE CHE L'IMPRESA SIA PROTAGONISTA DEL

CAMBIAMENTO E NON COMPRIMARIA IN QUANTO PARTE ATTIVA NEL FAR ACCADERE GLI EVENTI (IMPRESA

PROATTIVA) E NON LI SUBISCA REAGENDO DOPO CHE SONO

AVVENUTI (IMPRESA REATTIVA)

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UN ESEMPIO

LE RETI VIRTUALI

(L’Impresa - Giugno 1998)

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Una rivoluzione culturale(Giuseppe Giorgio Croce)

Nella moderna sede centrale in Redwood City di Verifone, leader mondiale

nei sistemi di pagamento elettronico, operano solo 180 dipendenti. Gli altri 2.700

sono sparsi su tre continenti e, spesso, lavorano da casa o in viaggio. Verifone ha

unità di sviluppo e test in ogni angolo degli Stati Uniti, in Europa e in Asia, le sue

fabbriche principali sono a Taiwan e a Shangai, mentre la ricerca avviene in

cooperazione fra le sedi di Bangalore (India), Parigi e California.

SciClone Pharmaceuticals è una società internazionale di biofarmaci di

avanguardia, nata esclusivamente su competenze commerciali. L’impresa non fa

ricerca né sviluppo né produzione. Acquista le ricerche da fonti esterne (l’Us

National Institute of Health e altri), appalta a terzi lo sviluppo ed il test di composti

potenzialmente di successo e si allea con altre imprese per la produzione,

promozione e distribuzione dei suoi prodotti.

StockSmart è una nuova net-enterprise di tipo finanziario: dieci persone in

tutto gestiscono su Internet fondi di investimento e azioni per un valore complessivo

di 25 miliardi di dollari, fornendo anche ai piccoli investitori privati, grazie ai costi

di connessione su Internet, servizi finora riservati alle società di intermediazione

finanziaria.

VeriFone, SciClone e StockSmart sono forme diverse di impresa virtuale.

Con strutture centrali esigue governano reti di attività sul globo in continua

riconfigurazione. Si tratta di alcuni esempi relativi ad un fenomeno di portata storica

–le organizzazioni virtuali- destinato a trasformare radicalmente le forme di impresa

e del lavoro, le relazioni di mercato e la stessa configurazione del territorio e dei

servizi ai cittadini.

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UNA QUASI IMPRESA

L’impresa virtuale è la forma di fluidità organizzativa più estrema. Può trattarsi,

come nel caso VeriFone, di un’organizzazione frantumata su un ampio spazio geografico,

ma in grado di operare come se tutte le sue unità ed i suoi dipendenti lavorassero fianco a

fianco in un’unica sede. Ma può anche essere un simulacro di impresa: ossia come nel caso

di SciClone e dei suoi partner, una rete di aziende e gruppi professionali del tutto autonomi

che cooperano a distanza come se fossero un’unica organizzazione. Paradossalmente le

piccole aziende dei Distretti italiani, da Prato a Carpi, a Lumezzane o al triangolo della sedia

nel Friuli hanno anticipato questa tendenza mondiale. Almeno per un aspetto: la

configurazione continuamente variabile di reti di attività e di competenze sul territorio. Ma

la loro flessibilità resta un fenomeno essenzialmente locale, vincolato a rapporti di

prossimità spaziale.

Le forme oggi più avanzate di impresa virtuale al contrario sono in grado di superare

i vincoli del nostro spazio/tempo biologico, ossia lentezza e distanza, grazie ad un uso

significativo delle tecnologie dell’informazione. La rete di relazioni è dilatata

potenzialmente su tutto il pianeta, in modo di attingere risorse di eccellenza, laddove queste

risorse si creano. Questa caratteristica conferisce alle imprese virtuali una flessibilità ed una

agilità senza eguali nel cogliere di volta in volta le opportunità offerte dal mercato. Possono

operare sul mercato modificando con estrema facilità la forma dell’organizzazione (che non

è più univoca, ma si apre a un ventaglio di possibili configurazioni) ed i modelli di

interazione con l’ambiente scegliendo di volta in volta le competenze, le risorse e la struttura

di relazioni più idonee. Il che comporta non solo investimenti strategici nelle tecnologie, ma

un’autentica rivoluzione della cultura d’impresa e degli stili di gestione. (continua)

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