“EVOLUZIONE DEGLI IMPIANTI E DELLE STRUTTURE … · una nuova generazione con intenti manageriali...

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“EVOLUZIONE DEGLI IMPIANTI E DELLE STRUTTURE SPORTIVE” INTERVENTO: Arch. Paolo PETTENE Consulente Sportello Sport Provincia di Torino

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“EVOLUZIONE DEGLI IMPIANTI E

DELLE STRUTTURE SPORTIVE”�

INTERVENTO:

Arch. Paolo PETTENE Consulente Sportello Sport Provincia di Torino

DALLA DOMANDA ALL’OFFERTA

Occorre nel trattare il tema specifico dell’intervento nell’ambito della Conferenza Provinciale " Sport e Salute" fare una necessaria sintetica premessa sulla recente evoluzione della domanda di sport e sui fattori che la influenzano: Un primo e determinante fattore è l'evoluzione della popolazione e l'evoluzione delta domanda, su cui influiscono le trasformazioni demografiche, socioeconomiche e culturali. Non potremo certo pensare di agire massicciamente su tali fattori, anche se i responsabili pubblici hanno vari mezzi a disposizione per cercare di equilibrare l'evoluzione sociale nel suo complesso. Dovremo orientarci ad influire anche sull'offerta di opportunità di pratiche e di spazi sportivi adatti.

GLI SPORT PIU’ DIFFUSI oltre 200mila praticanti

Il Sole 24 Ore Sport – Novembre 2004 – fonte: Ac Nielsen

DATI IN MIGLIAIA)

DisciplinaProfessionisti e "amatori"

Praticanti nel tempo libero

Totale 2004 Totale 1997 Diff. %

Fitness 339 3544 3883 3350 + 15,9Nuoto 564 2410 2974 2813 + 5,7Calcetto (5/ 8) 561 1560 2121 3400 + 13,5Calcio (11) 1179 698 1877 3400 + 13,5Sci alpino 139 1751 1854 2440 - 24,0Tennis 231 1094 1326 2200 - 39,7Pallavolo 529 651 1180 1256 - 6,0Jogging, corsa 190 977 1167 995 + 17,3Ciclismo 169 933 1102 985 + 11,9Acquagym 92 897 989 - -Danza 356 560 917 632 + 45,1Potenziamento muscolare 173 708 881 672 + 31,1Trekking, escursionismo 12 859 871 644 + 35,2Mountain bike 82 639 720 1000 - 28,0Caccia 73 585 658 - -Basket 372 279 651 730 - 10,8Arti marziali 418 212 631 435 + 45,0Pesca sportiva 21 484 504 - -Snowboard 5 456 461 - -Ginnastica 157 233 391 380 + 3,0Sci di fondo 100 275 375 348 + 7,8Sub, diving 84 291 375 339 + 10,3Atletica leggera 195 176 371 320 + 15,9Alpinismo 52 318 370 441 - 15,9Bocce/ bowling 29 326 355 - -Discipline orientali 58 259 317 - -Pattinaggio 60 253 313 390 - 19,7Tennis tavolo 33 249 282 293 - 3,8Vela 71 208 279 278 + 0,4Windsurf 33 242 275 240 - 14,6Equitazione 37 181 218 277 - 21,3Beach Volley 12 194 206 14 -

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Il Sole 24 Ore Sport – Novembre 2004 fonte: Ac Nielsen

I PRATICANTI

Schematizzando, diciamo che la domanda sportiva con cui dovremo confrontarci in futuro sarà il risultato:

- dell'evoluzione sociale

Motivazioni %

Lo sport fa bene alla salute, aiuta a tenersi in forma

58

Fa dimagrire 20

Favorisce una crescita armoniosa 15

Lo sport è una filosofia di vita 14

Serve a potenziare i muscoli 10

Per passione/divertimento 44

Per stare con gli amici 32

Fare sport rilassa 28

Per la sfida 7

Fa sentire giovani 5

Amo gli sport moderni 4

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- delle azioni di servizio che lo Stato avrà realizzato come correttivo; - della concreta offerta di occasioni che il sistema sportivo avrà reso disponibile al mercato.

La pratica sportiva Va riaffermato comunque che il punto d'incontro tra domanda e offerta, il prodotto delsistema, dell'osservazione dell'attività sportiva praticata è fondamentale per comprendere i fenomeni in corso.

Le donne nello sport Effettuando una valutazione differenziata per sesso si assiste certamente ad una rivalutazione delle potenzialità femminili. Come risultato di una maggiore influenza delle donne nello sport, c'è chi prevede la crescita di un atteggiamento più ludico e salutistico a svantaggio di quello competitivo. Effetto sponsor, promozioni, mode e pubblicità Verso una pratica sportiva più individualistica C'è chi pensa che gli individui si troveranno più in casa o nelle immediate vicinanze, e prevede quindi che aumenteranno le attività di tipo ricreativo o salutistico praticabili in ambito familiare. Questa tendenza sarebbe rafforzata dalla insofferenza crescente verso i vincoli di uno sport organizzato e praticato in gruppo.

NUOVE TENDENZE EMERGENTI E CONSOLIDATE

• I livelli di pratica delio sport (agonistico, amatoriale, discontinuo) hanno quasi raggiunto il 50% della popolazione.; • Lo sport cresce anche grazie alla pratica femminile; • Diminuisce la pratica giovanile, cresce la pratica adulta dei cosiddetti meno giovani; • Diminuisce lo sport di squadra, cresce quello individuale ed amatoriale; • Cresce la componente salutista con effetti sugli orari: più ore, più continuità nell'arco dell'anno; • Cresce la capacità media di spesa dell'utenza e quindi la domanda di qualità e servizi; Indicatori che ci devono far riflettere perché interessano direttamente l'aspetto gestionale delle piscina, e che possono offrire maggiori opportunità di guadagno agli operatori purché: • A livello di singolo impianto, venga

- Curato l'interesse e l'immagine dello stesso - Adeguato i servizi complementari al fine di favorire tempi d'uso dell'impianto più elastici (musica, ristorazione, baby parking, ecc.)

• A livello territoriale, vengano concepiti nuovi prodotti globali capaci di offrire tempo libero. In definitiva possiamo concludere che il sistema della domanda sta sempre più trasformando l'utente in cliente e, solo se vogliamo cogliere correttamente queste tendenze, l'offerta non dovrà più tenere conto esclusivamente della qualità, ma curare soprattutto la qualità del servizio. L'obbiettivo è quello della gestione economica e sociale degli impianti, con particolare attenzione soprattutto verso gli aspetti economici, tenuto conto che oggi lo sport muove più di 15.000 milioni di Euro l'anno, pari al 2% del PIL nazionale.

Cìascun impianto deve quindi sapersi inventare, tenendo ben presente questi aspetti tendenziali.

Spostiamo quindi la nostra attenzione verso l’offerta di servizi sportivi che hanno effetti diretti sul benessere e sulla salute . Guardiamo anzitutto le tendenze nelle forme organizzative, che caratterizzano i servizi e le strutture e che hanno anche strette correlazioni con le varie fasce di praticanti.

Allo stesso tempo è necessario capire che lo sport sta cambiando, non si pratica soltanto più negli impiantì tradizionali, ma l'ambiente tutto diventa un'unica grande "palestra" dove cimentarsi in attività sportive "estreme" o semplicemente innovative, grazie ad un diverso modo di utilizzare il proprio corpo, gli strumenti e gli attrezzi: abbiamo tutti ben presente il grande sviluppo delle attività "en plein air", dove le pareti rocciose, i torrenti, i sentieri montani, l'aria stessa vengono utilizzati a fini sportivi, di prestazione. Ma anche gli impianti sportivi classici vengono reinventati ed adattati a nuove espressioni sportive: pensiamo all'esempio eclatante delle piscine dove finisce per far di tutto tranne nuotare o anche alle palestre sempre più contenitori polivalenti. Gli esempi non finiscono qui: pensiamo alle molteplici attività di riabilitazione funzionale o alle pratiche motorie rivolte alle persone diversamente abili o ancora a quelle usate come strumento di inclusione sociale.

Crescono i praticanti autogestiti Va segnalata anzitutto quella fascia di praticanti occasionali che non chiedono servizi sofisticati, che non cercano di unirsi ad altri appassionati: fanno semplicemente come hanno visto fare (lo sport in TV, le campagne di "sport per tutti"...). Questa attività autogestita è in crescita e chiede esclusivamente spazi tranquilli (ambiente accessibile con prati, percorsi con piste ciclabili, spazi' acqua...). Questo tipo di domanda si rivolge essenzialmente alle autorità locali, alle quali si chiede di prevedere nei piani territoriali la disponibilità dì aree pubbliche per il contatto di tipo loisir con ['ambiente .

Crescono i servizi sportivi commerciali L'offerta di servizi di tipo commerciale è in crescita. Dalle palestre per il fitness, l'acquagym, lo spinning, il body-building, l'aerobica, la danza, le discipline orientali si è passati ad impianti per altri sport in cui la domanda individuale (o anche di gruppo, ma occasionale) continua a manifestarsi in modo vivace (tennis - nuoto - calcetto). Il modello è simile alla società sportiva, ma la gestione è imprenditoriale, non associativa. Una organizzazione senza obiettivi competitivi e apertamente indirizzata alle attività fisico-ricreative-salutistiche è indubbiamente capace di mostrare una certa flessibilità nei confronti dell'evoluzione della domanda e di offrire una migliore qualità di servizi, con gli utenti che manifestano una maggiore disponibilità a spendere, con indubbi vantaggi nella gestione delle iniziative. Lo sport scolastico si evolve lentamente Nell'istituzione scolastica di quasi tutti i Paesi è stata superata la contrapposizione tra educazione fisica e sport nata nel secolo scorso. In molti casi i programmi prevedono che gli studenti raggiungano una conoscenza elementare di molte discipline, affinchè possano poi scegliere una pratica abituale; purtroppo ciò sembra attuato in modo insoddisfacente e soprattutto con una certa diminuzione dell'impegno curricolare. Dappertutto viene segnalata una brusca caduta dell'interesse sportivo degli studenti con la fine del periodo scolare.

Le strutture associative sono chiamate a trasformarsi Una parte considerevole della pratica sportiva continuativa si svolge nelle strutture associative di base (società sportive). Alla fine del secolo scorso i cittadini-praticanti (adulti) si organizzavano così per auto-gestire la loro passione sportiva e gli aspetti tecnici erano molto approssimativi. Le società sportive costituiscono tuttora una caratteristica peculiare del fenomeno sportivo nella nostra cultura e catalizzano molte figure professionalizzate, tecniche ed organizzative, utili a strutturare le attività. Eppure le trasformazioni della domanda sembrano mettere in difficoltà molte di queste strutture: se la nuova domanda non ha caratteristiche associative, richiede servizi qualitativi (ma in modo occasionale) ed evita gli impegni agonistici continuativi (a meno che non corrano soldi), è inevitabile che una società sportiva tradizionale (basata sul volontariato) stenti ad attrarre nuovi iscritti. A livello di base si rischia un impoverimento proprio nel momento in cui a livello di vertice una nuova generazione con intenti manageriali sta rinforzando e aggiornando le strutture organizzative..

Il ruolo crescente degli enti locali. La necessità della programmazione del servizio sportivo pubblico

Gli enti locali, in generale, seguono un criterio di "complementarità", occupandosi delle condizioni di base (soprattutto degli impianti e delle aree attrezzate) che favoriscono la pratica dello sport. Vi sono casi in cui gli Enti Locali costruiscono impianti e li danno in gestione ad associazioni o privati, mentre altri assumono direttamente un ruolo organizzativo per le attività più ricreative (centri per bambini, campi da tennis, piscine...)

Dobbiamo notare che talvolta l'offerta degli Enti locali, per inevitabili lungaggini burocratiche connesse, non riesce a prevedere e seguire le nuove tendenze e quindi risulta poco appetibile proprio per le fasce d'utenza più popolari e più attratte dalle mode. Potremmo citare come esempio la differenza tra le piscine rettangolari tradizionali e i "inuovi impianti per l'acquaticità " dotati di canaloni con onde e palme artificiaii;idroscivoli, vasche a forma variabile tematicizzate. Per quanto tempo gli imprenditori hanno riempito i secondi mentre i Comuni continuavano a costruire e a gestire con difficoltà le prime?

Sulla SPINTA DEL MODELLO E DELL'OFFERTA PRIVATA ANCHE GLI IMPIANTI PUBBLICI STANNO CAMBIANDO Abbiamo già rilevato il ruolo crescente delle istituzioni locali rispetto allo sport ma è da ritenere che possa svilupparsi più sul piano degli indirizzi e degli strumenti di incentivazione e sostegno, che nelle attività di gestione. In questa dirczione vanno le nostre note.

L’OFFERTA Le occasioni - le iniziative Per un operatore sportivo che lavora - possiamo dire - "dietro le quinte", ad ogni occasione corrispondono delle condizioni da mantenere o da creare, delle iniziative da sostenere; ogni iniziativa comporta un "mix" di elementi costitutivi differenti: organizzazione, competenze tecniche, idonei spazi attrezzati e una certa disponibilità economica. Dal punto di vista dei cittadini, nel territorio viene offerta una certa gamma di possibilità, di occasioni per la pratica dei vari sport- E ogni cittadino valuta e sceglie l'occasione più adatta. Su questo punto l'informazione è sempre troppo scarsa. Vi sono indagini sparse sulle singole iniziative e sul loro gradimento, ma non ancora analisi coerenti sulla densità di iniziative sportive concretamente offerte nelle varie nazioni e sugli effetti ottenuti. È per questo che nei progetti di osservatorio che si stanno impostando in Italia è stato inserito un campo con il calendario locale delle occasioni di sport, con l'Obiettivo di sviluppare questo aspetto. Proseguiamo nell'esame settoriale delle componenti, che da comunque delle ulteriori informazioni interessanti. Lo sviluppo economico del settore sportivo ha incentivato la professionalizzazione di una certa parte degli addetti (e in qualche caso il riconoscimento pubblico delle loro qualifiche. Oggi si conta un numero crescente di posti di lavoro full-time. Ad esempio la percentuale di lavoratori addetti al funzionamento del settore sportivo non-profit

Gli impianti sportivi Su questo argomento le informazioni circolano in maniera più dettagliata e -consentono un esame più circostanziato. Gli impianti sportivi, ovvero i luoghi attrezzati per praticare sport, costituendo uno spazio fisico facilmente riconoscìbile e richiedendo un sostanzioso impiego di risorse per la costruzione e la gestione, hanno spesso ricevuto una certa attenzione dall'opinione pubblica e interventi appositamente programmati. Poiché gli impianti sportivi rientrano nel raggio d'azione dell'urbanistica e l'urbanistica è il regno della pianificazione territoriale, gli impianti sportivi sono gli unici elementi del sistema sportivo per i quali sia stata perseguita una qualche pianificazione territoriale su larga scala in occasione dei programmi d'intervento. Fin dall'inizio del secolo la richiesta di aree attrezzate per lo sport si è rivolta dal basso alle autorità municipali e queste hanno cercato di intervenire con raziocinio. Secondo la prassi sviluppata negli anni tra le due guerre, ciascuna città inseriva autonomamente nei piani regolatori comunali una certa "dotazione standard di superficie per abitante" da riservare ad attività ricreativo-sportive, sìa per impianti pubblici, sia per impianti privati. Poi, negli anni '60 e '70, vi furono forti investimenti pubblici effettuati dai governi centrali in vari Stati (Germania, Francia, Gran Bretagna...); si cercò di stabilire da un livello superiore quali e quanti impianti sportivi fosse opportuno finanziare e costruire in ogni zona, così da poter appoggiare i Comuni in modo selettivo. Gli impianti sportivi nelle scuole richiesero metodi di dimensionamento in base agli alunni (e quindi, in qualche modo, anch'essi in base alla popolazione servita).