Porte aperte per compiere scelte responsabili - Ufficio Scuola · Maria Federica Rigobello docente...

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13 LA DIFESA DEL POPOLO 23 NOVEMBRE 2014 La scelta della scuola superiore per i ragazzi che stanno frequentando la terza media e per i loro genitori è un momento molto delicato. Tante sono le dinamiche che si mettono in gioco e che consentono ai genitori una panoramica di informa- zioni provenienti da ambiti diversi. Il primo elemento che si prende in esame è senz’altro legato alle attitudini del figlio, conferma- te o meno dall’orientamento espresso dal consiglio di classe. In molti istituti scolastici si ricorre poi alla presenza di una équipe psico-pedagogica che illu- stra la variegata offerta delle scuole medie supe- riori e che eventualmente procede a un esame in- dividuale tramite test psico-attitudinali. Una volta deciso l’indirizzo di studi da intra- prendere, si pone come essenziale un’ulteriore scelta fra gli istituti che offrono la stessa tipologia di percorso. La moderna tecnologia permette di visitare i si- ti internet, che virtualmente offrono una prima im- magine non solo degli ambienti scolastici, ma dan- no soprattutto la possibilità di accedere al pof, pia- no dell’offerta formativa, che è il biglietto da visita con le peculiarità proprie di ogni istituto. Nel periodo che va da novembre a febbraio viene inoltre proposta l’apertura delle sedi scolasti- che, normalmente in orario extra scolastico, chia- mato Open day, giorno delle porte aperte, che de- termina il momento in cui la scuola si presenta ai ragazzi e ai loro genitori. Questo rivolgersi alla fu- tura utenza si configura come un sistema traspa- rente di presentazione in loco non solo della strut- tura ma anche delle persone che vi operano all’in- terno, dal dirigente scolastico ai docenti. È inoltre auspicabile la presenza di ex allievi e allievi in corso, sia per sentire l’esperienza di chi in quell’istituto è stato formato e ha già operato la scelta del mondo del lavoro o del proseguimento negli studi universitari, sia di chi sta ancora viven- do una realtà di cui potrebbero far parte i futuri studenti di scuola media superiore. In base alla mia trentennale esperienza di do- cente, ritengo che questo sia il momento più vero, quello cioè che dà l’opportunità di uno scambio verbale diretto, quel guardarsi negli occhi fra chi pone la domanda e chi cerca di rispondere in mo- do da fugare eventuali dubbi o sciogliere incertez- ze. È sì importante che, in queste visite guidate, ai genitori e ai futuri allievi l’istituto dia l’opportunità di toccare con mano le strutture scolastiche, di vi- sitare le aule, la biblioteca, magari con un certo or- goglio per quell’aula multimediale o quel laborato- rio linguistico all’avanguardia, ma è altrettanto im- portante che genitori e figli si sentano i protagonisti della giornata, con la consapevolezza che nella scelta che ci si accinge a operare intervengono dall’esterno proposte per un progetto didattico ed educativo che si concretizza in un patto tra scuola, genitori e studente. Ecco perché, da parte degli istituti superiori, si cerca di coinvolgere al massimo i genitori degli studenti con l’offerta di open day posizionati in date diverse per proporre maggiori opportunità nelle presenze, in vista di una iscrizio- ne il più possibile consapevole. Solitamente entro il mese di febbraio si proce- de alla pre-iscrizione che verrà poi confermata do- po gli esami di terza media. Operata la scelta, gra- zie alla cooperazione scuola-genitori si pongono basi chiare sulle quali lo studente può contare per il suo futuro percorso scolastico superiore. Maria Federica Rigobello docente OPEN DAY Vero momento di incontro e conoscenza tra studenti, genitori e docenti Porte aperte per compiere scelte responsabili scuolaatuttocampo Quarant’anni e... dimostrarli tutti. Vecchi, troppo vecchi e quasi “fuori uso” questi decreti delegati per la scuola. Perché mai più aggiornati, diventati rutinari e, oggi, svuotati del loro autentico valore e significato. Non certo nella loro portata al- tamente simbolica per la scuola come per l’intera società, ora come allora. Un grande investimento culturale, oltre che politico e sociale, che oggi me- riterebbe maggiore considerazione. Non in termini di principio però, che permane emblematico ed es- senziale per il mondo della scuola. Principio diven- tato legge delega, nel 1973, in un clima di grande entusiasmo riformatore sotto la spinta della “lotta” studentesca del ’68. Alla legge, fatto inconsueto nei “palazzi romani”, erano seguiti l’anno dopo i cinque decreti delegati. Che furono «il primo tenta- tivo serio di dare una effettiva, ordinata e coerente attuazione ai principi della costituzione», ma anche «il primo testo unico organico riguardante l’istru- zione» come chiosò un esimio ministro di allora. Una piattaforma imponente e innovativa che trasformò una scuola centralizzata in scuola demo- cratica e aperta al futuro. In breve: vennero istituiti i cosiddetti organi collegiali (Dpr 416/74) sancendo la partecipazione genitoria- le a tutti i livelli scolastici; diventarono finalmente reali e concreti (Dpr 417-418- 420/74) alcuni principi civili e sociali fi- no ad allora poco più che sulla carta: libertà d’in- segnamento e di associazione sindacale, obbligo all’aggiornamento professionale, necessità di valu- tare non solo gli alunni ma anche gli insegnanti e le scuole (tuttora pura utopia), diritto a uno stato giuridico ed economico finalmente strutturato e stabilizzato per tutto il personale scolastico; furono istituiti ben tre enti nazionali funzio- nali alla ricerca, all’aggiornamento e alla documen- tazione pedagogica (Dpr 419/74). In tutto questo “ben di Dio” normativo, gigan- teggia il “sacrosanto” principio e fondamento inno- vativo del diritto alla “partecipazione democratica” da parte delle famiglie e del territorio. Stra-citata e stra-osannata da certa parte politica. L’obiettivo comunque era evidente e pienamente condivisibile: famiglie non più passive e inesistenti nei confronti del sistema fino ad allora impermeabile della scuola; docenti non più meri recettori ed esecutori di normative e programmi piovuti dall’alto; alunni finalmente e sempre più protagonisti del proprio apprendimento; lezioni sempre meno nozionistiche e sempre più improntate al senso critico e partecipativo. Fu ed è tuttora solo un inizio. Poco di questi valori e comportamenti si possono cogliere nella scuola di oggi. E quindi, con una certa malizia, si potrebbe insinuare che a tutt’oggi si viaggia (un po’) in un mondo di pii desideri. Tutto vero, ma non del tutto. Perché, in quel- l’ormai lontano ’74, si era “buttato il sasso” smuo- vendo, anzi agitando e... “purificando”, una situa- zione stagnante, inadeguata e mal sopportata. Era solo un inizio; l’avvio di un lungo e tribolato pro- cesso innovativo di cui ancora non si vede il com- pimento. Molto resta da fare. In termini di didattica, per aggiornare e vitalizzare il processo educativo e formativo; a livello organizzativo e contrattuale, per ridare anima ed entusiasmo a operatori, strutture e programmi considerati obsoleti e superati. Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza. Le basi per una nuova scuola erano state poste. Oc- corre solo crederci un po’ di più, realizzando quella “corresponsabilità educativa” che oggi rischia di riempirci solo la bocca ma poco il cuore. Francesco Montemaggiore I DECRETI CHE HANNO FATTO LA SCUOLA Quarant’anni per i decreti delegati. Belli ma rimasti sulla carta Investimento di forte portata che oggi meriterebbe più attenzione Sabato 25 novembre, ore 14.30- 18 presso la Facoltà teologica Triveneto (aula magna): “Migrazione e lavoro, tra Veneto ed Europa”, intervengono Gian- carlo Perego (Migrantes Cei) e Maurizio Ambrosini (università di Milano); Domenica 30 novembre, dalle 9 al- le 13 presso l’abbazia di Praglia (nella foto), momento di spiritualità per diri- genti e insegnanti delle scuole paritarie e statali; lectio divina sul tema: “L’uomo nel creato alla luce dei testi scritturistici sulla creazione” a cura della biblista suor Grazia Papola; Martedì 2 dicembre, ore 15-18 presso l’Istituto teologico sant’Antonio Dottore (via san Massimo 25, Padova): “Compassione. Esperienza umana, esperienza divina”, con Umberto Curi (università di Padova) e Andrea Arvalli (Fttr); Mercoledì 10 dicembre, ore 9.30, presso la chiesa dei Servi in Padova (via Roma), preghiera del vescovo con gli alunni e docenti delle scuole cattoliche della città, in preparazione al Natale. 11 dicembre e 15 gennaio, “Dove va la morale? Orientarsi in un tempo di cambiamento” è il titolo due incontri di studio promossi dalla fondazione Lanza e dalla Facoltà teologica del Triveneto. Il primo si tiene giovedì 11 dicembre (aula Tesi della Fttr) dalle 17 alle 19: “Dove va la morale: nel tempo di papa France- sco?”. Sono previsti interventi di Giaco- mo Costa sj, direttore di Aggiornamenti Sociali, su “Come cambia la morale so- ciale?”; e Giampaolo Dianin, “Come cambia la morale familiare?”. Introduce e coordina Simone Morandini della fon- dazione Lanza. Il secondo appuntamen- to è previsto il 15 gennaio (stesso ora- rio): “Dove va la morale: in Italia e in Eu- ropa? L’orizzonte europeo” con Antonio Autiero, università di Münster; “La ricer- ca italiana”, Pier Davide Guenzi, Facoltà teologica Italia settentrionale, Torino. In- troduce e coordina Giuseppe Trentin, Facoltà teologica del Triveneto, Padova. appuntamenti L’ufficio pastorale per l’educazione e la scuola ha sede al primo piano di casa Pio X (scala principale) in via Vescovado 29; telefo- no: segreteria 049-8771738 e fax 049- 8771717; direttore 049-8771739, settore inse- gnanti di religione cattolica 049-8771740; mail: [email protected] RECAPITI DELLA NUOVA SEDE

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13LA DIFESA DEL POPOLO23 NOVEMBRE 2014

� La scelta della scuola superiore per i ragazziche stanno frequentando la terza media e per i

loro genitori è un momento molto delicato. Tantesono le dinamiche che si mettono in gioco e checonsentono ai genitori una panoramica di informa-zioni provenienti da ambiti diversi.

Il primo elemento che si prende in esame èsenz’altro legato alle attitudini del figlio, conferma-te o meno dall’orientamento espresso dal consigliodi classe. In molti istituti scolastici si ricorre poi allapresenza di una équipe psico-pedagogica che illu-stra la variegata offerta delle scuole medie supe-riori e che eventualmente procede a un esame in-dividuale tramite test psico-attitudinali.

Una volta deciso l’indirizzo di studi da intra-prendere, si pone come essenziale un’ulteriorescelta fra gli istituti che offrono la stessa tipologiadi percorso.

La moderna tecnologia permette di visitare i si-ti internet, che virtualmente offrono una prima im-magine non solo degli ambienti scolastici, ma dan-no soprattutto la possibilità di accedere al pof, pia-no dell’offerta formativa, che è il biglietto da visitacon le peculiarità proprie di ogni istituto.

Nel periodo che va da novembre a febbraioviene inoltre proposta l’apertura delle sedi scolasti-che, normalmente in orario extra scolastico, chia-mato Open day, giorno delle porte aperte, che de-termina il momento in cui la scuola si presenta ai

ragazzi e ai loro genitori. Questo rivolgersi alla fu-tura utenza si configura come un sistema traspa-rente di presentazione in loco non solo della strut-tura ma anche delle persone che vi operano all’in-terno, dal dirigente scolastico ai docenti.

È inoltre auspicabile la presenza di ex allievi eallievi in corso, sia per sentire l’esperienza di chi inquell’istituto è stato formato e ha già operato lascelta del mondo del lavoro o del proseguimentonegli studi universitari, sia di chi sta ancora viven-do una realtà di cui potrebbero far parte i futuristudenti di scuola media superiore.

In base alla mia trentennale esperienza di do-cente, ritengo che questo sia il momento più vero,

quello cioè che dà l’opportunità di uno scambioverbale diretto, quel guardarsi negli occhi fra chipone la domanda e chi cerca di rispondere in mo-do da fugare eventuali dubbi o sciogliere incertez-ze. È sì importante che, in queste visite guidate, aigenitori e ai futuri allievi l’istituto dia l’opportunitàdi toccare con mano le strutture scolastiche, di vi-sitare le aule, la biblioteca, magari con un certo or-goglio per quell’aula multimediale o quel laborato-rio linguistico all’avanguardia, ma è altrettanto im-portante che genitori e figli si sentano i protagonistidella giornata, con la consapevolezza che nellascelta che ci si accinge a operare intervengonodall’esterno proposte per un progetto didattico ededucativo che si concretizza in un patto tra scuola,genitori e studente. Ecco perché, da parte degliistituti superiori, si cerca di coinvolgere al massimoi genitori degli studenti con l’offerta di open dayposizionati in date diverse per proporre maggioriopportunità nelle presenze, in vista di una iscrizio-ne il più possibile consapevole.

Solitamente entro il mese di febbraio si proce-de alla pre-iscrizione che verrà poi confermata do-po gli esami di terza media. Operata la scelta, gra-zie alla cooperazione scuola-genitori si pongonobasi chiare sulle quali lo studente può contare peril suo futuro percorso scolastico superiore.

�Maria Federica Rigobello docente

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�Quarant’anni e... dimostrarli tutti. Vecchi,troppo vecchi e quasi “fuori uso” questi decreti

delegati per la scuola. Perché mai più aggiornati,diventati rutinari e, oggi, svuotati del loro autenticovalore e significato. Non certo nella loro portata al-tamente simbolica per la scuola come per l’interasocietà, ora come allora. Un grande investimentoculturale, oltre che politico e sociale, che oggi me-riterebbe maggiore considerazione. Non in terminidi principio però, che permane emblematico ed es-senziale per il mondo della scuola. Principio diven-tato legge delega, nel 1973, in un clima di grandeentusiasmo riformatore sotto la spinta della “lotta”studentesca del ’68. Alla legge, fatto inconsuetonei “palazzi romani”, erano seguiti l’anno dopo icinque decreti delegati. Che furono «il primo tenta-tivo serio di dare una effettiva, ordinata e coerenteattuazione ai principi della costituzione», ma anche«il primo testo unico organico riguardante l’istru-zione» come chiosò un esimio ministro di allora.

Una piattaforma imponente e innovativa chetrasformò una scuola centralizzata in scuola demo-cratica e aperta al futuro. In breve:

◆ vennero istituiti i cosiddetti organi collegiali(Dpr 416/74) sancendo la partecipazione genitoria-le a tutti i livelli scolastici;

◆ diventarono finalmente reali e concreti (Dpr417-418- 420/74) alcuni principi civili e sociali fi-no ad allora poco più che sulla carta: libertà d’in-segnamento e di associazione sindacale, obbligoall’aggiornamento professionale, necessità di valu-tare non solo gli alunni ma anche gli insegnanti ele scuole (tuttora pura utopia), diritto a uno statogiuridico ed economico finalmente strutturato estabilizzato per tutto il personale scolastico;

◆ furono istituiti ben tre enti nazionali funzio-nali alla ricerca, all’aggiornamento e alla documen-tazione pedagogica (Dpr 419/74).

In tutto questo “ben di Dio” normativo, gigan-teggia il “sacrosanto” principio e fondamento inno-

vativo del diritto alla “partecipazione democratica”da parte delle famiglie e del territorio. Stra-citata estra-osannata da certa parte politica. L’obiettivocomunque era evidente e pienamente condivisibile:

◆ famiglie non più passive e inesistenti neiconfronti del sistema fino ad allora impermeabiledella scuola;

◆ docenti non più meri recettori ed esecutoridi normative e programmi piovuti dall’alto;

◆ alunni finalmente e sempre più protagonistidel proprio apprendimento;

◆ lezioni sempre meno nozionistiche e semprepiù improntate al senso critico e partecipativo.

Fu ed è tuttora solo un inizio. Poco di questivalori e comportamenti si possono cogliere nellascuola di oggi. E quindi, con una certa malizia, sipotrebbe insinuare che a tutt’oggi si viaggia (unpo’) in un mondo di pii desideri.

Tutto vero, ma non del tutto. Perché, in quel-l’ormai lontano ’74, si era “buttato il sasso” smuo-

vendo, anzi agitando e... “purificando”, una situa-zione stagnante, inadeguata e mal sopportata. Erasolo un inizio; l’avvio di un lungo e tribolato pro-cesso innovativo di cui ancora non si vede il com-pimento. Molto resta da fare. In termini di didattica,per aggiornare e vitalizzare il processo educativo eformativo; a livello organizzativo e contrattuale, perridare anima ed entusiasmo a operatori, strutture eprogrammi considerati obsoleti e superati.

Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza. Lebasi per una nuova scuola erano state poste. Oc-corre solo crederci un po’ di più, realizzando quella“corresponsabilità educativa” che oggi rischia diriempirci solo la bocca ma poco il cuore.

�Francesco Montemaggiore

I DECRETI CHE HANNO FATTO LA SCUOLA Quarant’anni per i decreti delegati. Belli ma rimasti sulla carta

Investimento di forte portata che oggi meriterebbe più attenzione

� Sabato 25 novembre, ore 14.30-18 presso la Facoltà teologica Triveneto(aula magna): “Migrazione e lavoro, traVeneto ed Europa”, intervengono Gian-carlo Perego (Migrantes Cei) e MaurizioAmbrosini (università di Milano);�Domenica 30 novembre, dalle 9 al-le 13 presso l’abbazia di Praglia (nellafoto), momento di spiritualità per diri-genti e insegnanti delle scuole paritariee statali; lectio divina sul tema: “L’uomonel creato alla luce dei testi scritturisticisulla creazione” a cura della biblistasuor Grazia Papola;

� Martedì 2 dicembre, ore 15-18presso l’Istituto teologico sant’AntonioDottore (via san Massimo 25, Padova):“Compassione. Esperienza umana,esperienza divina”, con Umberto Curi(università di Padova) e Andrea Arvalli(Fttr);�Mercoledì 10 dicembre, ore 9.30,presso la chiesa dei Servi in Padova (viaRoma), preghiera del vescovo con glialunni e docenti delle scuole cattolichedella città, in preparazione al Natale.�11 dicembre e 15 gennaio, “Doveva la morale? Orientarsi in un tempo dicambiamento” è il titolo due incontri distudio promossi dalla fondazione Lanzae dalla Facoltà teologica del Triveneto. Ilprimo si tiene giovedì 11 dicembre (aulaTesi della Fttr) dalle 17 alle 19: “Doveva la morale: nel tempo di papa France-sco?”. Sono previsti interventi di Giaco-mo Costa sj, direttore di AggiornamentiSociali, su “Come cambia la morale so-ciale?”; e Giampaolo Dianin, “Comecambia la morale familiare?”. Introducee coordina Simone Morandini della fon-dazione Lanza. Il secondo appuntamen-to è previsto il 15 gennaio (stesso ora-rio): “Dove va la morale: in Italia e in Eu-ropa? L’orizzonte europeo” con AntonioAutiero, università di Münster; “La ricer-ca italiana”, Pier Davide Guenzi, Facoltàteologica Italia settentrionale, Torino. In-troduce e coordina Giuseppe Trentin,Facoltà teologica del Triveneto, Padova.�

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� L’ufficio pastorale per l’educazione e lascuola ha sede al primo piano di casa Pio X(scala principale) in via Vescovado 29; telefo-no: segreteria 049-8771738 e fax 049-8771717; direttore 049-8771739, settore inse-gnanti di religione cattolica 049-8771740;mail: [email protected]

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