Polizia Penitenziaria - Ottobre 2014 - n. 221

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Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. DL n.353/03 conv. in Legge n.46/04 - art 1 comma 1 - Roma aut. n. 30051250-002 www.poliziapenitenziaria.it anno XXI n. 221 ottobre 2014

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1994 / 2014 Venti anni di informazione - Rivista ufficiale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

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Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. DL n.353/03 conv. in Legge n.46/04 - art 1 com

ma 1 - Rom

a aut. n. 30051250-002

www.poliziapenitenziaria.itanno XXI • n. 221 • ottobre 2014

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PoliziaPenitenziarian.221ottobre2014

3sommario

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“l’appuntato Caputo” e “il mondo dell’appuntato Caputo” © 1992-2014 by Caputi & de Blasis (diritti di autore riservati)

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Le Segreterie Regionali del Sappe, sono sede delle Redazioni Regionali di: Polizia Penitenziaria-Società Giustizia & Sicurezza

Registrazione:Tribunale di Roma n. 330 del 18 luglio 1994

Stampa: Romana Editrice s.r.l.Via dell’Enopolio, 3700030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare: ottobre 2014

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

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anno XXI • numero 221ottobre 2014

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4l’editorialeLa vigilanza dinamica

e le conversioni sulla via di Damascodi Donato Capece

5il pulpito1994 -2014

Vent’anni di informazionedi Giovanni Battista de Blasis

6il commentoIn Parlamento l’ennesimo attacco

all’onorabilità delle Forze di Polizia di Roberto Martinelli

8l’osservatorioLe banche europee all’esame della BCEdi Giovanni Battista Durante

10lo sportCiclismo su pista: ottimi risultati

per le Fiamme Azzurredi Lady Oscar

20crimini e criminaliIl caso di Leonarda Cianciullila saponificatrice di Correggio

di Pasquale Salemme

24donne in uniformeCarcere

sostantivo, singolare, maschiledi Laura Pierini

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In copertina:Vent’anni fa, nell’ottobre del 1994, veniva pubblicato il primo numero della nostra Rivista

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a tanto decantata vigilanzadinamica non ha cambiatoaffatto il volto delle carceri

italiane e si è dimostrata unfallimento perché al superamento delconcetto dello spazio diperimetrazione della cella e allamaggiore apertura per i detenuti sisarebbe dovuta associare l’attivitàlavorativa e che il personale di PoliziaPenitenziaria avrebbe dovuto essereesentato da responsabilità derivantida un servizio svolto in mododinamico (tramite “ronde” divigilanza), che di fatto vuol dire porrein capo a un solo poliziotto quelloche oggi fanno quattro o più agenti, atutto discapito della sicurezza.Tutto questo non è avvenuto: si èpreferito lasciare aperte le porte dellecelle e far girare nei corridoi, a nonfar nulla, i detenuti creando un“regime aperto” che ha acuito l’ozioe favorito le tensioni. Noi del SAPPE, tutto questo, lodenunziammo fin da subito. E ci vedemmo lungo se, oggi, acontestare la vigilanza dinamicasono anche coloro che fino a ieri laesaltavano...Ma andiamo con ordine. I numeri degli eventi critici che sisono registrati nei penitenziari italianinel primo semestre del 2014 sonotestimonianza evidente di come latensione nelle carceri è costante:3.633 atti di autolesionismo, 481tentati suicidi sventati in tempo dagliappartenenti alla PoliziaPenitenziaria, 20 suicidi, 20 decessiper cause naturali. 441 sono state le manifestazioni diprotesta dietro le sbarre che hannocoinvolto – per rivendicareprovvedimenti di indulto e amnistia omigliori condizioni di detenzione –ben 42.746 detenuti. E non è tutto: 1.609 sono state lecolluttazioni in carcere, 444 i

ferimenti, 5 i tentati omicidi eaddirittura 1 omicidio!L’Amministrazione Penitenziaria,nonostante i richiami di Bruxellessulla necessità di introdurre migliorienella vita detentiva (si ricordi lasentenza Torreggiani), non hadunque affatto migliorato lecondizioni di vivibilità nelle celle,perché ad esempio il numero deidetenuti che lavorano è irrisoriorispetto ai presenti. Eppure chi sconta la pena in carcereha un tasso di recidiva del 68,4%,contro il 19% di chi fruisce di misurealternative e addirittura dell’1% di chiè inserito nel circuito produttivo. Manca allora certamente la volontàpolitica all’introduzione di norme chelegiferino il lavoro obbligatorio pertutti i detenuti – differenziato anchein relazione alla gravità dei reaticommessi ed alla pena da scontarsi -ma questo è anche la conseguenza eil risultato delle politichepenitenziarie sbagliate degli ultimi 20 anni, che hanno lasciatosolamente al sacrificio e allaprofessionalità delle donne e degliuomini della Polizia Penitenziaria lagestione quotidiana delle sovraffollatecarceri italianeE’ allora evidente a tutti che la qualitàdelle vita nelle carceri non è cambiataaffatto, anche e nonostante il caloevidente del numero di detenuti pereffetto di ben quattro leggi definite,più o meno impropriamente,“svuotacarceri”, varate per altro inpoco tempo. Ma pensare di risolvere i problemidel sovraffollamento delle carceri conleggi che danno la possibilità a chi siè reso responsabile di un reato dinon entrare in carcere è sbagliato,profondamente sbagliato, ed ingiusto.Intaccare la certezza della pena percoprire le inefficienze e leinadempienze dello Stato è sbagliato.

Ma che la vigilanza dinamica si siadimostrata un fallimento così com’èstata concepita e organizzata lo stannoscoprendo, come detto, financhecoloro che fino a ieri l’avevano difesaa spada tratta, che l’avevano definitacome la panacea di tutti i malipenitenziari, arrivando persino adascrivere a sé i meriti (!!) per glieffetti e le conseguenze dellarichiamata sentenza Torreggianisull’intero sistema delle carceri delPaese. E’ il caso del coordinamentopenitenziario della Uil pubblicaamministrazione, che nel CongressoNazionale ha criticato aspramente glieffetti della vigilanza dinamica dopoaverla difesa, esaltandone i (presunti)effetti taumaturgici, in lungo e inlargo, in (buona?) compagnia diTamburino, Pagano & Co.Per carità, solo gli stupidi noncambiano idea, e noi siamo abituatida tempo alle contraddizioni delsindacalismo confederale. Dai tempi che scendevano in piazzaper il disarmo delle Forze di Polizia(per poi correre al procacciamentodelle adesioni una volta smilitarizzatePolizia di Stato e Polizia Penitenziaria)alla recente partita del rinnovostipendiale. Ai dirigenti dei settori sindacali dellasicurezza che esaltavano la specificitàdel nostro lavoro (specificità che èstata una conquista del sindacalismoautonomo di SAPPE, SAP e SAPAF!) sisono immediatamente contrapposti iresponsabili nazionali dei compartipubblico impiego degli stessisindacati confederali (nel casospecifico, Cgil e Uil), dai quali i settorisicurezza dipendono, per dire che“non si possono fare lavoratori diserie A e serie B tra i dipendentipubblici”, taluno parlando del nostrosblocco salariale (fermo da 4 anni!)come di un “privilegio”.

Donato CapeceDirettore

ResponsabileSegretario

Generale del Sappe [email protected]

PoliziaPenitenziaria

n.221ottobre2014

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La vigilanza dinamica e le conversioni sulla via di Damasco

l’editoriale

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uesto mese di ottobre, con ilnumero 221, la Rivista PoliziaPenitenziaria SocietàGiustizia & Sicurezza

compie vent’anni di vita.Nel lontano ottobre 1994, infatti, havisto la luce il primo numero dellanostra storica testata, con la copertinadedicata a Alfredo Biondi, appenanominato Ministro di Grazia eGiustizia.

Da quell’ottobre del ‘94 è partita lastraordinaria avventura editoriale diquello che, con il tempo, è diventato ilpiù importante periodico diinformazione per la PoliziaPenitenziaria e per l’interaamministrazione penitenziaria.Peraltro, vent’anni di pubblicazionihanno consacrato il nostro mensilecome autorevole voce di opinioneoltre ad avergli conferito la dignità diqualificata fonte storica.La consapevolezza di questo ultimoruolo ci ha suggerito l’idea direalizzare una rubrica nella qualeristampare la copia anastatica di unarticolo di particolare interesserisalente a tanti anni addietro. Nellastessa rubrica abbiamo trovato spazioanche per la riproduzione dellacopertina, dell’indice e della vignettadel numero originale.Ritornando ad oggi, come dicevamo,sono passati venti anni dalla nascita diquesta Rivista. Venti anni dipubblicazioni che, spero, abbianoofferto a tutti la possibilità diconfrontarsi sulle diverse tematicheche la redazione ha trattato ed

Giovanni Battistade BlasisDirettoreEditorialeSegretario GeneraleAggiunto del Sappe [email protected]

PoliziaPenitenziarian.221ottobre2014

5il pulpito

approfondito sulle pagine del mensile.In verità, non posso negare che igiudizi sul nostro operato sono statipiù che lusinghieri tanto da darci lacarica per andare avanti in tutti questianni sempre alla ricerca di uncontinuo miglioramento.La nostra iniziativa editoriale hasempre avuto come obiettivo quello ditrattare i grandi temi del nostro lavoroe della nostra professione ma, anche,le questioni che riguardano il nostrotempo, l’attualità, la cultura e la storiasenza tralasciare argomenti più“leggeri” come turismo, sport, cinemae tempo libero. Come già detto, non senza qualchefatica, abbiamo sempre aspirato amigliorarci, anche nell’impaginazionee nella veste grafica, cercando di nonpenalizzare la piacevolezza dellalettura e la rilevanza delle immagini,indispensabili alla gradevolepresentazione visiva dell’articolo.Abbiamo realizzato numerosi restylinggrafici, cercando di arricchire ilperiodico per un maggiore sviluppoeditoriale e per una gradualeintegrazione con il sito internet.Questa Rivista, attraverso un continuomiglioramento dei contenuti e della

1994 - 2014 Vent’anni di informazione

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grafica, ha cercato di consolidare laleadership editoriale nel propriotarget per rimanere un punto diriferimento informativo del mondopenitenziario. E pur tuttavia, ci siamoimposti, allo stesso tempo, di nonperdere mai di vista le radici storichedel nostro passato. Sono vent’anni,insomma, che Polizia PenitenziariaSocietà Giustizia & Sicurezza si

occupa della Polizia Penitenziaria conattenzione, scrupolo e professionalità.Scrivere “di” e “sulla” PoliziaPenitenziaria e sull’amministrazionepenitenziaria ha sempre richiestograndi capacità di comunicazioneaffinché quello che si scrive possaessere comprensibile a tutti i lettori.E sono proprio queste particolariqualità comunicative che hannoconnotato la nostra Rivista, per adessounica ed irraggiungibile nel panoramaeditoriale penitenziario.In questa lieta occasione non puòmancare il mio ringraziamento a tutti inostri lettori. Quei lettori che ci hannofatto diventare così popolari e che cihanno permesso di raggiungere quellaautorevolezza che oggiorgogliosamente rivendichiamo.Un grazie di cuore a tutti voi. H

Nei riquadrile copertine del n.1, del n.111e del n.221

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Italia è un Paese davverostrano, che alle enunciazioni diprincipio fa spesso seguire

comportamenti che vanno, per dirlaalla De Andrè, “in direzione ostinatae contraria”.Invece di pensare a leggi cheprevedano lo stanziamento di risorsepiù cospicue (anzichè i tagli) per gliuomini e le donne delle forzedell’ordine che percepiscono stipendiridicoli, in Parlamento sta andando inscena un’operetta tragicomica.

L’ultima perla emerge dai contenuti daun recentissimo lancio dell’Agenzia diStampa DIRE, attenta e sensibile aitemi sociali e penitenziari. Il primoottobre un lancio di DIRE dà notiziadel fatto che, mentre alla Camera sidiscute di dotare i poliziotti di pistolaelettrica e videocamere indossabili peruna migliore gestione dell’ordinepubblico e della sicurezza, al Senatoc’è chi ritiene necessario ‘rieducare’gli agenti con corsi di ‘non-violenza’“per i troppi e frequenti episodi diabusi” imputabili non “a casi disingoli” ma all’“inadeguatezza dellaloro preparazione”. E’ scritto nero subianco in un disegno di legge, attoSenato numero 1565, a prima firmadel Presidente della CommissioneStraordinaria per la Tutela e laPromozione dei Diritti Umani, LuigiManconi (quello che favorì lo sfasciodel sistema penitenziario quando eraSottosegretario alla Giustizia...),depositato a Palazzo Madama assieme

ad altri 17 colleghi del Pd, alcunisenatori M5s ed ex del Movimento diBeppe Grillo. La proposta, pensata il14 luglio, è stata assegnata a finesettembre alla Commissione AffariCostituzionali di Palazzo Madama. “Al fine di garantire la pienaconformità dell’istruzione, dellaformazione e dell’aggiornamentoprofessionale del personale delleForze di Polizia” ai “valori dellaCostituzione della Repubblica edella Carta dei Diritti Fondamentalidell’Unione Europea” all’articolo 1del testo si propone l’inserimento, neiprogrammi didattici destinati allaformazione e all’aggiornamento delleForze di polizia, delle attività e degliinsegnamenti funzionaliall’apprendimento delle tecniche e deimetodi della non violenza. Nellapremessa al disegno di legge siosserva: “I troppo frequenti episodidi violenze e abusi da parte delleForze di polizia, sembrano denotare,tra le altre cause, l’inadeguatezzadella loro preparazione e l’esigenzadi una complessiva revisione delloro percorso formativo, nel segnodi una maggioredemocratizzazione. Per ricorrenza,dimensioni e gravità,comportamenti violenti eprevaricatori quali quelli tenuti, adesempio, in occasione del G8 diGenova, non sono imputabiliesclusivamente ad eccessi edevianze di singoli agenti, ma a unacomplessiva esigenza dimiglioramento, sotto il profilodeontologico e valoriale, dellapreparazione del personale dipolizia”.Nel ddl Manconi sui corsi di ‘nonviolenza’ ai poliziotti, presentato inSenato, si sottolinea che “il continuoconfronto con situazioni didifficoltà e spesso anche di scontrorichiede una preparazione ad ampiospettro, che fornisca gli strumenti

per gestire, nella maniera appuntopiù pacifica possibile, condizioni ditensione e stemperarne laconflittualità. In tal senso, sarebbequanto mai opportuno- sisuggerisce- arricchire il percorsoformativo del personale delle Forzedi polizia di tecniche e metodologienon violente, che forniscano loro glistrumenti per la risoluzionepacifica dei conflitti e per ilsuperamento di situazioni ditensione”.È significativo sotto questo profilo,spiegano i firmatari, che “nellamaggior parte dei Paesi europei ilpercorso formativo e diaggiornamento del personale dipolizia, soprattutto se destinato alservizio di ordine pubblico,comprenda anche l’apprendimentodelle tecniche e delle metodologienon violente, con risultati alquantopositivi”. Pertanto, concludono,“nella consapevolezzadell’importanza del momentoformativo ai fini dell’introiezionedei migliori modellicomportamentali, il presentedisegno di legge intendepromuovere la conoscenza e ilricorso alla non violenza, qualemetodo di risoluzione dei conflitti,tra le forze di polizia, cosìconformandone pienamente il ruoloai valori democratici sanciti dallaCostituzione”.Il ddl presentato in Senato, tra l’altro,sancisce in capo al Ministrodell’Interno l’obbligo di presentarealle Camere, con cadenza annuale,una relazione sull’attività formativarealizzata, comprensiva altresìdell’indicazione degli obiettiviprefissati per l’anno successivo. Il contenuto di tale relazione potràpoi, ovviamente, essere oggetto didibattito parlamentare e, se del caso,di atti di indirizzo che forniscanodunque, al Governo - e nella specie al

Nella fotoscontri tra

manifestanti eForze dell’ordine

Roberto MartinelliCapo Redattore

Segretario GeneraleAggiunto del Sappe

[email protected]

PoliziaPenitenziaria

n.221ottobre2014

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In Parlamento l’ennesimo attaccoall’onorabilità delle Forze di Poliziaitaliane

il commento

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Ministro dell’Interno, nella sua qualitàdi autorità nazionale di pubblicasicurezza – le direttive necessarie perla definizione delle lineeprogrammatiche per l’istruzione,formazione e aggiornamento delleForze di polizia.Qualche considerazioni è d’obbligo,ancorchè doverosa.Punto primo. Le Forze di Polizia in Italia, e la PoliziaPenitenziaria tra loro, sono istituzionisane e democratiche, i cuiappartenenti ogni giorno, 24 ore su24, rischiano la vita per la salvaguardiadella sicurezza sociale del Paese. Alle donne e gli uomini delle Forze diPolizia, così come a tutti coloro chesvolgono con serietà e competenza unaprofessione, servono sì unaformazione e un aggiornamento

professionale costante, continuo emirato al tipo di attività che si svolge.Però questo quasi mai viene fattoperché i Governi di tutti i colori e iParlamenti che si sono succeduti neltempo non stanziano adeguate risorseeconomiche a questi scopi. Ma mettere in dubbio la democraticitàdelle Forze di Polizia italiane, e traesse la Polizia Penitenziaria, misembra davvero fuori luogo.Punto secondo. Luigi Manconi, primo firmatario dellaproposta di legge, Presidente dellaCommissione Straordinaria per laTutela e la Promozione dei DirittiUmani, già Sottosegretario di Stato allaGiustizia, sa bene ad esempio che laPolizia Penitenziaria non ha nulla danascondere. Lo dovrebbe sapere bene, avendoglielonoi detto decine e decine di volte.L’impegno del primo Sindacato dellaPolizia Penitenziaria, il SAPPE, èsempre stato ed è quello di rendere il

carcere una “casa di vetro”, cioè unluogo trasparente dove la società civilepuò e deve vederci “chiaro”, perchénulla abbiamo da nascondere ed anziquesto permetterà di far apprezzare ilprezioso e fondamentale – ma ancorasconosciuto - lavoro svoltoquotidianamente dalle donne e dagliuomini della Polizia Penitenziaria. Del carcere e dei Baschi Azzurri vienespesso diffusa un’immagine distorta,che trasmette all’opinione pubblicaun’informazione parziale, nonoggettiva e condizionata da pregiudizi.Tanto per dire, negli ultimi vent’annianni, dal 1992 al 2013, abbiamosalvato la vita, in tutta Italia, ad oltre17.000 detenuti che hanno tentato ilsuicidio ed ai quasi 119mila chehanno posto in essere atti diautolesionismo, molti deturpandosianche violentemente il corpo. Questa è la democrazia dei fatti, non lademagogia delle parole, signoriSenatori. La Polizia Penitenziaria, nelle oltre200 carceri italiane, è formata dapersone che nonostantel’insostenibile, pericoloso e stressantesovraffollamento credono nel propriolavoro, che hanno valori radicati e unforte senso d’identità e d’orgoglio, eche ogni giorno in carcere fanno tuttoquanto è nelle loro umane possibilitàper gestire gli eventi critici che siverificano quotidianamente,soprattutto sventando centinaia ecentinaia di suicidi di detenuti. Luigi Manconi, da Sottosegretario allaGiustizia, avrebbe potuto fare moltoper una formazione ed unaggiornamento professionale diqualità ed eccellenza per la PoliziaPenitenziaria. Ma non ha fatto nulla, econ questa sua proposta legislativavorrebbe coprire questa sua desolanteinattività istituzionale. E’ stato il primo responsabile dellamancata programmazione da parte delMinistero della Giustizia (e quindi delGoverno) dei necessari interventistrutturali per il sistema carcere chedovevano essere adottaticontestualmente all’approvazionedell’indulto, chiesti anche dal Capodello Stato Giorgio Napolitano. Non fece nessun progetto concreto diformazione ed aggiornamento

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Nelle fotoancora immaginidi scontri

professionale dei poliziotti, senzaalcun atto concreto sulle importantiquestioni attinenti al personale delCorpo di Polizia Penitenziaria, mapensò bene di appoggiare iniziativeformative assurde, come i corsi diboxe per detenuti, pur sapendo dellecentinaia di aggressioni, ferimenti ecolluttazioni che avvengono ogni annoin carcere, spessissimo contro ipoliziotti penitenziari.Terzo e ultimo punto. La verità è checon sei miliardi di tagli che i variGoverni hanno operato dal 2008 adoggi (anche quello in cui Manconi eraSottosegretario e gli altri che lui hasostenuto e sostiene, come quello incarica), i cittadini sono MENO sicuriperché ci sono MENO poliziotti acontrollare le loro case e i quartieri,MENO poliziotti penitenziari nelle

carceri a fronte di un aumento deidetenuti, MENO forestali contro leagromafie e le ecomafie per la tuteladell’ambiente, MENO vigili del fuoco adifenderci da disastri e calamità, agarantire sicurezza e soccorsopubblico. E quindi c’è anche menoformazione e aggiornamentoprofessionale per le donne e gliuomini delle Forze dell’Ordine e dellaPolizia Penitenziaria in particolare.Che, come dimostrano le foto acorredo dell’articolo, spesso sonovittime loro per prime di taluni pseudodemocratici e finti pacifisti. Metteredunque in dubbio la professionalità elo spirito democratico delle nostreIstituzioni, per difendere le qualitantissimi sono caduti vittime dellaviolenza criminale, mi sembra davveroingiusto e ingrato. E dovrebbe faranche un po’ vergognare, anche solovedendo le foto a corredo dell’articoloche descrivono a quali rischi vannoincontro i poliziotti italiani...H

il commento

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a Banca Centrale Europea hagiudicato la solidità dellemaggiori banche dell’Unione

e il quadro che emerge è abbastanzaconfortante, solido. Il metodo di valutazione è basato suicosiddetti stress test, un esame unico erigoroso che, dal 4 novembre, faràpartire la vigilanza unica sugli istitutibancari.

Le banche sono giudicate in base a unparametro, il CET1 (Common EquilityTier 1) che rappresenta, in sintesi, lapercentuale di capitale sicurissimo sucui una banca può contare, cioè ilcapitale totale in rapporto agliinvestimenti esposti a rischio. Per passare il test le banche devonoavere un CET1 di almeno 8% almomento dell’inizio del test in caso discenario normale e non devonoscendere sotto il 5,5% in caso discenario avverso, quindi, si valutaanche e soprattutto la capacità dellabanca di resistere alle situazioniavverse. Le banche bocciate dai test effettuatinel corso del 2014 sono state 13; ilsistema bancario italiano ne escepiuttosto bene, le uniche bocciatesono state la genovese Carige e ilMonte Paschi di Siena, già nellabufera per essere stata graziata da unfinanziamento del governo Monti di 4miliardi di euro, dei quali 3 giàrestituiti. Questo giudizio negativo ha fattocrollare in borsa le due banche,mettendole ancora di più nei guai.

Adesso, le banche che hanno unacarenza di capitale dovranno mettersiin regola, non necessariamente con unaumento di capitale, che sarebbe lacosa più ovvia, ma anche o solo con lacessione di asset, beni immobiliari opartecipazioni, ovvero con nuovealleanze con soci più forti. I tempi perfarlo sono diversi a seconda seabbiano fallito la verifica degli attivi dibilancio o gli stress test. Il caso di Mps e Carige riguarda ilmancato superamento degli stress testmeno grave, per cui avranno 9 mesi ditempo a disposizione per presentare illoro piano. Intanto la Banca d’Italiaassicura i clienti delle due banche, peri quali non cambierebbe nulla (facilea dirsi ma difficile sicuramente da fardigerire per chi ha investito dellerisorse), perché i due istitutiavrebbero comunque dimostratosolidità di capitale disponibile. Molto probabilmente cambieranno lestrategie, le alleanze, fatte di fusioni ecessioni, ma, secondo quantoaffermato dalla Banca d’Italia, irisparmi resteranno al riparo darischi. In questi anni si è registrato, daparte delle banche, un inasprimentodelle condizioni di garanzia nelconcedere prestiti a famiglie eimprese. Ciò è dipeso dal fatto che le banche,anche per potersi presentare all’esamedell’Europa con le carte in regola,hanno dovuto ripulire i bilanci dalrischio dei prestiti inesigibili, quindihanno aumentato ancora di più laprudenza nel concedere i prestiti e, inpiù, l’esigenza di aumentare i capitali,hanno fatto si che le risorse venisserocanalizzate proprio nel rafforzamentodel capitale stesso. La BCE ha assicurato che adesso ilcredito ricomincerà ad essere piùelastico verso famiglie e imprese. Il Monte dei Paschi di Siena, nato nel1472, è la banca più antica al mondoe costituisce il terzo gruppo bancario

italiano per numero di filiali. La crisi della banca è esplosa nel2011. Il piano 2012-2015 ha previsto unariduzione dei costi di 565milioni dieuro e nel giugno scorso c’è stato unaumento di capitale di 5 miliardi dieuro. Adesso il Mps potrebbe essereprossimo a una fusione con un altroistituto italiano. Questa operazione sembra incontrareanche il favore della Banca d’Italia. La banca deve trovare 2,1 miliardimancanti.Mps deve, tra l’altro, rimborsareancora 750 milioni di Monti bond,cosa che, a questo punto, vista lasituazione, potrebbe non fare.

La banca Carige è nata nel 1483. Lo scorso giugno aveva affrontato unaumento di capitale di 800 milioni dieuro. Ha firmato con i sindacati unaccordo che prevede l’uscitaincentivata di almeno 600 dipendential raggiungimento dell’età dellapensione. La Carige si era preparata al giudiziodella BCE mettendo in conto unaumento di capitale di 400 milioni,ma il fallimento dei due livelli di stresstest e i criteri adottati hanno fattosalire la cifra a 813 milioni. Quindi, la banca dovrà mettere incampo altre strategie, per rientrarenei parametri previsti. Il Consiglio di Amministrazione ha giàvotato un aumento di capitale che, peril momento, varierà dai 500 ai 650milioni, qualora il maggior importovenisse ritenuto necessario per lavalidazione della BCE. Tale aumento è rivolto, in primabattuta, ad opzioni degli azionisti. A ciò si aggiungono le dismissioni, acominciare dalla vendita del ramoassicurativo, che dovrebbero fruttare300 milioni.

Nelle fotole sedi delMonte dei

Paschi di Sienae della Carge

Giovanni BattistaDurante

Redazione PoliticaSegretario GeneraleAggiunto del Sappe [email protected]

PoliziaPenitenziaria

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Le banche europeeall’esame della BCE

l’osservatorio

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ttobre è stato un mesefondamentale per le gare diciclismo su pista che hanno

coinvolto gli atleti del GruppoSportivo Fiamme Azzurre: prima itricolori di Montichiari, dal 29 al 3ottobre, poi i campionati europei diBaie-Mahault che hanno confermato,continuandola a suon di risultatiprestigiosi, la grande tradizione deipistard appartenenti alla PoliziaPenitenziaria.

Campionati italiani su pistaA Montichiari, presso il velodromo“Fassa Bortolo” (unico impiantoitaliano omologato per le gare su supista al coperto e per questo ospitantela rassegna tricolore ormai dal 2011),sono arrivati quattro titoli tricolori,due in campo maschile grazie alleprove di Alex Buttazzoni e due nelsettore femminile élite capitanato daTatiana Guderzo. Guida diinsostituibile esperienza per le ragazzedell’inseguimento a squadre, con unagara da manuale la fuoriclasse diMarostica ha regalato alla spedizionedelle Fiamme Azzurre uno dei duepreziosi metalli giunti dalle corse apunti in questi campionati d’Italia.Grazie al contributo delle compagne disquadre Elena Cecchini (nona), MartaTagliaferro (quarta) e Marta

Bastianellli, la capitana ha vintostaccando di ben 17 punti la piazzad’onore Simona Frapporti, e di 19 laterza Annalisa Cucinotta (94-77-76).Nell’inseguimento a squadrefemminile, in una formazione mistache ha ricompreso anche l’atletaBeatrice Bartelloni della Wiggle-Honda, le Fiamme Azzurre ElenaCecchini, Marta Tagliaferro e TatianaGuderzo, hanno conquistato l’altrooro ed il titolo in 4:40.003,sconfiggendo in finale il quartettoAstana-BePink (Simona Frapporti, AnaMaria Covrig, Michela Maltese, SilviaValsecchi). Tra gli uomini, AlexButtazzoni è stato uno dei più vincentidella rassegna tricolore dominandonello Scratch, nell’inseguimento asquadre, e prendendosi anchel’argento nella Madison in coppia conManuel Cazzaro (Team Südtirol Asd).Nell’inseguimento il crono di 4:12.658ha consentito al quartetto compostoMichael Bresciani, FrancescoCastegnaro, Piergiacomo Marcolina eappunto il nostro Alex Buttazzoni dipiegare in finale il team della Colpack(Simone Consonni, Davide Martinelli,Francesco Lamon, Oliviero Troia).

I RISULTATI DI MONTICHIARIUomini – Corsa a Punti: (1) FrancescoLamon 64, (2) Liam Bertazzo 60, (3)Marco Coledan 53, (5) ALEXBUTTAZZONI 50; Scratch: (1) ALEXBUTTAZZONI, (2) PiegriacomoMarcolina, (3) Riccardo Donato;Inseguimento a squadre: (1) Mista(Michael Bresciani-FrancescoCastegnaro-Piergiacomo Marcolina-ALEX BUTTAZZONI) 4’12”658, (2)Team Colpack 4’13”868, (3) Mista4’26”001; Madison: (1) SimoneConsonni-Francesco Lamon 29, (2)ALEX BUTTAZZONI-Manuel Cazzaro21, (3) Francesco Castegnaro-Piergiacomo Marcolina 14; Donne – Corsa a Punti: (1) TATIANA

GUDERZO 94, (2) Simona Frapporti77, (3) Annalisa Cucinotta 76, (4)MARTA TAGLIAFERRO 76, (9) ELENACECCHINI 24, (15) MARTABASTIANELLI 0; Scratch: (1) SilviaValsecchi, (2) Annalisa Cucinotta, (3)MARTA TAGLIAFERRO, (13) TATIANAGUDERZO, (-) MARTA BASTIANELLIrit.; Velocità: (1) Maila Andreotti (2-0), (2) Annalisa Cucinotta, (3) NicoleMaffietti (2-0), (4) MARTABASTIANELLI; Keirin: (1) MailaAndreotti, (2) Annalisa Cucinotta, (3)MARTA BASTIANELLI; Velocità asquadre: (1) Maila Andreotti-AnnalisaCucinotta 36”474, (2) SimonaFrapporti-Silvia Valsecchi 37”741, (3)Beatrice Bartelloni-MARTABASTIANELLI 38”395; Inseguimentoindividuale: (1) Silvia Valsecchi3’41”726, (2) TATIANA GUDERZO3’45”417, (3) Maria GiuliaConfalonieri 3’47”557; (8) ELENACECCHINI; Inseguimento a squadre:Fiamme Azzurre/Mista (BeatriceBartelloni-ELENA CECCHINI-TATIANAGUDERZO-MARTA TAGLIAFERRO)4’40”003, (2) Astana BePink4’49”049, (3) Mista; Omnium: (1)Simona Frapporti 206, (2) AnnalisaCucinotta 198, (3) TATIANA GUDERZO183, (8) MARTA TAGLIAFERRO 145.

Campionati europei su pista Ancora medaglie per le FiammeAzzurre sono arrivati successivamentedagli europei su pista svoltisi a Baie-Mahault dal 15 al 19 ottobre. L’Unione Ciclistica Europea haappaltato all’ultimo momento gliEuropei a Baie-Mahault, località dellaGuadalupa francese, a causa dellarinuncia di Apeldoorn. I caraibicihanno ristrutturato in fretta il propriovelodromo: 333 metri a fronte dei250 di lunghezza ormai in voga neiprincipali impianti internazionali, confondo in cemento e non in legno.Questi Europei erano importanti ancheperché costituivano la prima delledieci prove che assegnano il punteggioper la qualificazione alle Olimpiadi diRio de Janeiro, dove keirin, omnium,velocità, velocità a squadre einseguimento a squadre costituirannole cinque discipline, tanto per ilmaschile quanto per il femminile, delprogramma olimpico.

Lady [email protected]

PoliziaPenitenziaria

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Ciclismo su pista:ottimi risultati per leFiamme Azzurre

Nelle foto sopra

Elena Cecchinie Tatiana

Guderzo con ilCT Edoardo

Savoldi

nell’altra pagina, in alto,Alex Buttazzoni

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Su cinque medaglie portate a casadagli azzurri tre sono state conquistatedai portacolori della PoliziaPenitenziaria: sul podio Elena Cecchini(Corsa a punti e Scratch) e TatianaGuderzo (Inseguimento a squadre),quarto posto con rammarico per AlexButtazzoni nello Scratch, ad un soffiodal podio che ha favorito invece ilbritannico Clancy. Per la nostra campionessa d’Italia sustrada Elena Cecchini, le garedominate anche su pista di questocampionato europeo sono state ilcoronamento di una stagione intensa edi altissimo spessore, che l’ha vistavincere altre tre volte anche agliEuropei giovanili di Anadia su pista euna agli Europei su strada: laventiduenne di Mereto di Tomba,tesserata per le Fiamme Azzurre eper la Estado de Mèxico-Faren, nellacorsa a punti ha chiuso con 14 punti,preceduta solamente dalla belga KellyDruyts (argento) e dalla polaccaEugenia Bujak. Nello scratch è statosuo il terzo posto finale dietro allafrancese Laurie Berthon FRA e allavincente russa Evgeniya Romanyuta.Ottima prova anche per TatianaGuderzo, che ha dato un contributodeterminante nel teamdell’inseguimento che è arrivato albronzo battendo la Polonia al fil dicotone (4:42.018 contro 4:43.857). Il quartetto che ha conquistato il podioera formato, oltre che dalla nostraportacolori, anche da SimonaFrapporti (Astana-BePink), BeatriceBartelloni (Wiggle-Honda) e SilviaValsecchi (Astana-BePink). Nei turniprecedenti avevano dato il loroapporto al risultato anche la brianzola

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Maria Giulia Confalonieri (Estado deMèxico-Faren) e la stessa ElenaCecchini, costretta ad abbandonare, acausa di alcuni problemi fisici, dopopochi giri della qualifica. L’oro è statoappannaggio della Gran Bretagna in4:38.391 (Archibald-Barker-Horner-Trott) davanti alla Russia(Balabolina-Molicheva-Goncharova-Romanyuta), che ha chiuso in4:45.364.La gioia è stata solamente sfiorata nelloscratch maschile: qui il ventinovennefriulano della Polizia PenitenziariaAlexButtazzoni (Cycling Team Friuli) hachiuso al quarto posto, cedendo ilpodio al britannico Edward Clancy cheha chiuso alle spalle dello spagnoloEloy Teruelrovira e del belga OttoVergarde. Ed infine, se l’Italia era assente nellavelocità a squadre che ha premiato laGermania e la Russia,nell’inseguimento a squadre maschileil quartetto azzurro (Viviani-Coledan-Buttazzoni-Bertazzo) ha terminato alsesto posto, cedendo, in 4:17.497, allaSvizzera per la quinta posizione. Ilpodio della specialità è stato costituitoda Gran Bretagna (Clancy-Dibben-Doull-Tennant) in 4:11.545 suGermania (4:12.342) e Russia(4:13.318).

LE CLASSIFICHE DEGLI EUROPEIScratch M: (1) Otto Vergaerde BEL,(2) Eloy Teruelrovira ESP, (3) EdwardClancy GBR -1, (4) ALEX BUTTAZZONI-1; Inseguimento a squadre M: (1)Gran Bretagna 4’11”545, (2)Germania 4’12”342, (3) Russia4’13”318, (6) ITALIA (Liam Bertazzo-ALEX BUTTAZZONI-Marco Coledan-Elia Viviani) 4’17”497; Corsa a punti F:(1) Eugenia Bujak POL 21, (2) KellyDruyts BEL 14, (3) ELENA CECCHINI14; Inseguimento a squadre F: (1)Gran Bretagna 4’38”391, (2) Russia4’45”364, (3) ITALIA (SimonaFrapporti-Beatrice Bartelloni-TATIANAGUDERZO-Silvia Valsecchi) 4’42”018;Scratch F: (1) Evgeniya RomanyutaRUS, (2) Laurie Berthon FRA, (3)ELENA CECCHINI, (26) TATIANAGUDERZO; Madison: (1) Austria 6, (2)Belgio 21/-1, (3) Francia 18/-1, (10)ITALIA (Liam Bertazzo-ALEXBUTTAZZONI) 4/-2

sport

Pressello:oro a Londra

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Nella foto Stefano Pressello sul podio

l Cristal Palace Park di LondraStefano Pressello si è messo alcollo uno scintillante oro

portando a casa l'ennesima vittoria alprestigioso Open Internazionale diJiujitsu -IBJJF, tenutosi il 9 Ottobre2014 davanti ad un numeroso pubblicodi appassionati delle disciplinemarziali.Alla gara, organizzata dalla federazioneInternazionale IBJJF, hanno presoparte i migliori lottatori di jiujitsu alivello mondiale.

Per l'Assistente Capo in forza al Centro Amministrativo Altavista lacompetizione è iniziata con lacategoria dei Super Heavy (94.3 kg),condotta senza troppe difficoltà sino alprimo posto finale. La vittoria dicategoria gli è valsa la possibilità diaccedere alle gare della fase Open incui, dopo aver travolto nelleeliminatorie tre ostici avversari, infinale ha tolto il sorriso all'inglese ebeniamino di casa Christopher MichaelGlew - Total MMA Studio (BTT OrangeCounty), vinto con un perentorio 7 a 2.Il prossimo appuntamento cheimpegnerà Pressello sul tatami saràquello con il Brazilian Jiu Jitsuinternazionale a Monaco, il 16novembre, dove si svolgerà il MunichFall International Open. Nell'occasionel'atleta della Polizia Penitenziaria, giàIstruttore di Difesa personale del CorpoMGA, avrà modo di fare sfoggio di tuttala sua abilità di esperto di difesapersonale in quanto i due metodimutuano tecniche simili, conun'origine per lo più risalenteall'antico Brazilian Jiujitsu. H

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Piazza Armerina

Consiglio Regionale del Sappein Sicilia

Reggio Calabria un tempo enorme. Mi hai e ci haionorato, rallegrato, arricchito con latua Amicizia e questo è stato per me eper noi molto bello, è stato uno deitanti segni della Grazia di Dio che horicevuto. Credo, sono sicuro che èstato così per tutte le persone e icolleghi che hanno avuto come mequesto privilegio. E siamo in tanti oggisgomenti e sinceramente addolorati. La tua è stata un’Amicizia fatta dientusiasmo generoso, di grande edisinteressata disponibilità, diappassionata condivisione, di serietà,di un affetto schietto e senza inutilifronzoli. Insomma è stata Amicizia;così io l’ho vissuta; così la terrò conme. Nelle ore che verranno, neiprossimi giorni di questa vitaracconterò a quelli che incontrerò dei

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A Tommaso

[email protected]

l 15 ottobre si è tenuto nella cittàsiciliana di Piazza Armerina, allapresenza del Segretario Generale

dott. Donato Capece, il ConsiglioRegionale dei Quadri sindacali delSappe. Nelle foto alcuni momentidell’incontro.

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dalle segreterie

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“Quello che si provanon si puòspiegare. Dietro nonsi torna, non si puòtornare giù, quandoormai si vola non sipuò cadere più.” “Gli Angeli”di V. Rossi

Caro Tommaso,sono passati tre giorni,

i funerali si sono svolti, i colleghi tihanno portato a spalla fin dentro lachiesa, il picchetto, l’ultimo “attenti”ti ha accompagnato nel tuo viaggio

per il Paradiso, da quando, in tardaserata m’ha allarmato il bip di unosms. Era quello di un comune Amico:“È morto Tommaso Fiorentino”. Hoappreso così che te ne sei andato,senza averti potuto salutare, senzaaver avuto il tempo di prepararmi a undistacco che lacera e ferisce di dolorela carne e l’anima. Questo accadesempre quando si perde un Amico uncollega. L’Amicizia non si perde: èspirito che non si cancella, che restacome arricchimento, che sedimentanell’intimo e ci consola, che vive neiricordi e nelle emozioni. L’Amico siperde, momentaneamente come tuttele persone care che ritroverò nellaVita Eterna, ma il momentaneamentedurerà comunque tutta la vita terrena;anche se fosse un giorno solo sarebbe

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[email protected]

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l Comando di Polizia Penitenziariadi Ferrara, in collaborazione conil C.U.S di rugby cittadino ha

organizzato il 20 settembre la 3ªedizione del “Memorial QuaglioDoro, Noi per loro”, una giornata dibeneficenza per tutti i bimbi disabili edislessici. Il personale di Polizia Penitenziaria,ha presenziato numeroso all’evento,allestendo un gazebo, nel quale eranoesposti automezzi ed attrezzature diservizio, e ha consegnato a tutti ibambini partecipanti piccoli gadget,infondendo agli stessi, momenti diserenità ed allegria, con la presenza,tra l’altro, di alcuni clown dellaassociazione “Volontari del sorriso”

e da coldplay dei mitici StarWars(guerre stellari), che con i loroanimatori hanno portato una ventatadi allegria e novità in campo. Erano altresì presenti i pluricampioniitaliani Chiara Rosa, (getto del peso) eGiulio Ciotti (salto in alto)appartenenti al G.S. Fiamme Azzurre

Ferrara

L’impegno della Polizia Penitenziaria nel sociale

della Polizia Penitenziaria. Presenti, inoltre, il neo direttore dellaCasa Circondariale Paolo Malato ed ilcomandante della Polizia Penitenziaria,Commissario Paolo Teducci.Alla fine della manifestazione è stataraccolta la somma di 1.000 eurointeramente devoluta alle associazionibenefiche: Associazione Disabili diFerrara; S.O.S Dislessia; AssociazioneNazionale Mutilati e Invalidi Civili eall’Associazione I Frutti dell’Albero.Inoltre è doveroso un sentitoringraziamento a tutto il personale delReparto di Polizia di Ferrara, chedietro le quinte ha organizzato questoevento; nello specifico all’IspettoreRoberto Tronca, agli Assistenti CapoRiccardo Sarti, Nino Mininno,Damianano Rongioletti, BarbaraPellizzola, Baldino, Lo Tito e Di Lauro,e, inoltre all’Ispettore Antonio FabioRenda, che cura costantementel’immagine e la comunicazione delCorpo di Polizia Penitenziaria che dasempre è impegnata concretamentenell’aiuto solidale ai bambini menofortunati del ferrarese.

La Segreteria Sappe di Ferrara

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nostri colleghi cose che forse avrannodimenticato nell’affastellamento deiricordi di una vita intera e loro miracconteranno cose che forse ora nonmi sovvengono. È così si celebra un Amico, un collega,senza retorica, senza bandierine dieffimera durata, con l’allegria e lagioia che quei ricordi raccontanoperché descrivono una persona comete, Caro Tommaso, un collega,unapersona cara, mite, allegra, sincera,generosa, positiva.Sai ti abbiamo sempre chiamato“nonno”, è il nomignolo che ioricordo (18 anni di servizio insiemecon gli ultimi sette all’ufficio conticorrenti-sopravvitto) ti porti dietro datantissimi anni e che ti ha identificatoall’interno del nostro Reparto.

Eppure in questo soprannome nonc’è niente di diminutivo, anzi c’èquasi quell’omen in nomen chespesso si trova nei grandipersonaggi: c’è la tua energiasempre attiva nel fare, soprattuttonel partecipare senza mai tirartiindietro, come hai sempre fatto.È stato un segno il fatto che quelsoprannome, sia diventatoquasi uno dei tuoi tratti positividistintivi nel profilo di una vitaspesa nel Corpo di PoliziaPenitenziaria con i tuoi 30 anni dionorato servizio.Che Dio ti benedica e ti accolgacome meriti, Ciao, Amico, collega.E, grazie, grazie, grazie.Reggio Calabria, 13 ottobre 2014

Franco Denisi

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stata numerosa la partecipazione di iscritti e nonall'assemblea sindacale svoltasi il 23 settembrepresso la sala riunioni della Casa Circondariale di

Teramo. Nelle foto la riunione sindacale.

[email protected]

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Visita nei luoghi di lavoro siciliani

Augusta na delegazione del SindacatoAutonomo Polizia Penitenziaria,presieduta dal Segretario

Generale dott. Donato Capece, si èrecata, il 14 ottobre, nella Casa diReclusione di Augusta per unsopralluogo alle strutture dell’istituto.Nelle foto alcune delle situazionicritiche riscontrate.

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Genova

Ecco i volontari del Sappe, liberi dal servizio, all’operadopo l’ultima alluvione in città

Teramo

Colleghi dell’istituto abruzzese a confronto nell’incontro con il Sappe

PoliziaPenitenziaria

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dalle segreterie

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nche a Pavia si è svoltal’iniziativa #piazzapermanenteche vede nelle città italiane dei

presidi di poliziotti appartenenti allaConsulta dei Sindacati Autonomi diPolizia che manifestano le condizionidi disagio in cui sono costretti alavorare.

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15dalle segreterie

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Pavia

Manifestazione#piazzapermanente

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ntusiasmante esperienza per lasquadra di calcio del Comandodi Polizia Penitenziaria di

Ferrara che ha partecipato alCampionato internazionale “32°LoJack World Police Indoor SoccerTournament” dal 6 al 10 Ottobre2014 in Olanda, nella città di Eibergen,classificandosi quarantesima.Il torneo internazionale ha visto lapartecipazione di ben centottantaduesquadre di calcio di Polizia provenientidal tutto il mondo; tra queste, alcuneprovenienti da nazioni quali Israele,Georgia, Russia, Madagascar, Cina,Brasile e Giordania.La squadra, costituitasi nel 2005, èformata esclusivamente da unità dipersonale Polizia in forza al Comandodi Ferrara: Isp. DomenicoMarinaro,Ass.ti Capo Massimo De Gruttola,Egidio Forastiere, Antonio Lodato,Francesco Di Micco, RaffaelePatronario, Agenti Corrado Crocco,Salvatore Agueci, Giuseppe Lombardo,Giuseppe Savasta e Danilo Palma .

Ferrara

Torneo Europeo dicalcio a 5 per la Polizia Penitenziaria

Dopo anni di attività sportiva intornei italiani, la squadra, per laprima volta è stata impegnata in unTorneo mondiale; dopo aver giocatosette partite, gareggiando conBelgio, Francia, Russia, Olanda,Spagna, Germania ed Inghilterra, si èqualificata prima tra le dodicisquadre italiane partecipanti!In occasione della cerimonia diapertura del CampionatoInternazionale, due rappresentantiper ogni squadra hanno sfilato indivisa da cerimonia, con esposizionedella bandiera della Nazione diappartenenza.Questa esperienza è stata moltoarricchente sportivamente, oltre cheumanamente formativa; l’osmosi conle altre compagini sportive e realtàdi Polizia provenienti da altreNazioni, alcune delle quali, peraltro,geograficamente e culturalmentemolto lontane dall’Italia, hacorroborato nei singoli agenti PoliziaPenitenziaria il senso di orgoglio edappartenenza alla Nazione italiana ealla Amministrazione Penitenziaria.La squadra ringrazia la Direzione edil Comando di Polizia Penitenziariadi Ferrara, il Prap di Bologna e tuttigli Uffici del Dipartimento dellaAmministrazione Penitenziaria, oltreche l’Ente Assistenza per l’attenzioneed il sostegno manifestato in

occasione del CampionatoInternazionale “32° LoJack WorldPolice Indoor Soccer Tournament”.

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ing of death è un prisonmovie mai distribuito nellesale cinematografiche. Il film

di Bradford May è stato trasmesso intv e subito dopo distribuito in homevideo.Burke Wyatt (Johnny Messner) è unex poliziotto caduto in disgrazia.Cacciato dalla polizia edabbandonato dalla moglie e dalfiglio piccolo Burke attraversa ilpeggior periodo della sua vitaquando gli viene offerta lapossibilità di riabilitarsi.Un agente speciale dell’FBI, SteveJames (Derek Webster), gli propone diinfiltrarsi all’interno di unpenitenziario per indagare su presunteattività illecite gestite dal direttoredell’istituto.Accettato l’incarico, Wyatt commettedeliberatamente un crimine per esserearrestato, condannato e quindiincarcerato nel penitenziario statale diCainsville.In effetti, Wyatt scopre che il direttoredel carcere Warden Golan è a capo di

un’organizzazione che gestiscecombattimenti illegali.Per alimentare gli incontri clandestini,i detenuti più aggressivi vengonoobbligati dal direttore a combattereper un pubblico selezionato disposto a

pagare per assistere ai matchsall’ultimo sangue. Alla fine, ancheBurke viene coinvolto con la minacciadi colpire la moglie e il figlio. Cedendo al ricatto, Burke si trovaimmerso in un mondo crudele esadico dove si trova costretto acombattere per la propria vita sotto lacontinua minaccia del direttore e delcomandante delle guardie.Inevitabilmente, Wyatt finirà peraffrontare lo scontro finale all’interno

Nelle foto la locandina ealcune scene

del film

a cura di Giovanni Battista

de [email protected]

PoliziaPenitenziaria

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16 cinema dietro le sbarreRegia: Bradford May

Soggetto: Dan FitzsimonsSceneggiatura: Matthew Chernov,David RosiakFotografia: Maximo MunziMontaggio: Thomas A. KruegerCostumi: Evan WatersScenografia: Scott H. CampbellMusica: Justin Caine Burnett

Produzione: Alpine MedienProductions, Grand ArmyIntrattenimento, Larry LevinsonProductionsDistribuzione: �IPA Asia Pacific,Spike TV, Telekanal TV3

Personaggi ed Interpreti:Burke Wyatt: Johnny MessnerPops: Frank BettagLancer: Jonathan ChaseEmilio Diaz: Esteban CuetoNova: Meredith GiangrandeWarden Carl Golan: Stacy KeachChow: Nelson LeeAgente Colson: Michael McGradyWheaton: Sam McMurrayHuey: Derek MearsGiudice: Kerry Leigh MichaelsBurly: David E. NewhamMary Wyatt: Charlotte RossTommy Wyatt: Uriah SheltonTommy Micelli: Frank SiveroPres. Milton Kennedy: Lester SpeightO'Reilly: Grant SullivanAgente Steve James: Derek Webster

Genere: Drammatico Durata: 80 minutiOrigine: USA, 2008

la scheda del film

della “gabbia” dove combatteràall’ultimo sangue contro ilmastodontico Presidente, campioneindiscusso dell’arena carceraria.

Ring of Death

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SanRaffaeleTermini - Poliambulatorio Specialistico

La San Raffaele Spa opera ormai da anni nel settore sanitario ponendosi all’avanguardia sia a livello regionale che nazionale;gestisce IRCCS, Case di Cura accreditate che rappresentano un autentico punto di riferimento nel campo della Riabilitazione,oltre a Presidi Ospedalieri e Poliambulatori .Le attività sanitarie ambulatoriali sono erogate presso i nostri Poliambulatori “San Raffaele Termini” sito all’interno dellaStazione Termini, altezza di Via Giolitti, 16 – 00185 Roma e presso l’ IRCCS Istituto di Ricerca a Cura a Carattere Scientifico“San Raffaele Pisana” sito in via della Pisana, 235 - Roma. I Poliambulatori sono in grado di offrire un servizio altamente specializzato sia in termini di strumentazione che in terminidi equipe di specialisti di cui si avvalgono. In particolare, il San Raffaele Termini è disposto su due piani per complessivi1.200 mq, dove sono attive le seguenti specialità diagnostiche:Allergologia, Angiologia, Cardiologia, Chirurgia Generale, Chirurgia Vascolare, Dermatologia, Epiluminescenza, EcografiaCardiovascolare, Ecografia Generale, Ecografia ginecologica / Ostetricia, Ecografia Urologica, Endocrinologia, Fisiatria,Gastroenterologia, Ginecologia, Laboratorio analisi, Medicina del Lavoro, Neurologia, Oculistica, Ortopedia/Traumatologia,Otorinolaringoiatria, Radiologia, Senologia, Urologia.Orario prelievi: dal lunedì al sabato dalle ore 7:00 alle ore 10:30 (esclusi festivi)NB: il laboratorio analisi è attivo tutte le mattine (festivi esclusi) ed è erogabile in convenzione con il ServizioSanitario Regionale in entrambe le Sedi (Termini e Pisana).

20%di sconto sui prezzi di listino agli iscritti Sappe /Anppee loro familiaritariffe su www.sappe.it

Le prenotazioni possono essere effettuate telefonicamente dallunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 15:00 telefonando aln. 06.5225.2525, oppure recandosi personalmente pressouna qualsiasi delle sedi interessate oppure tramite il nostrosito www.sanraffaele.it

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Giovanni PassaroSegretario Provinciale

[email protected]

PoliziaPenitenziaria

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Decurtamento del trattamentoeconomico per assenza alla visita fiscale

aro sindacato,durante un periodo diassenza per malattia sono

stato legittimamente assente daldomicilio fiscale in quantosottoposto a visita medica dal miomedico curante, previacomunicazione all’ufficio malattiacompetente.Durante l’assenza èstata effettuata visita di controllofiscale che ha accertato la miaassenza dal domicilio dichiarato. Nonostante la certificazionesanitaria rilasciata dal mio medicocurante, il direttore dell’istituto hadisposto nei miei confronti ladecurtazione economica previstaper essere risultato assente allavisita fiscale. Trovo che ilprovvedimento adottato sia ingiustoe vorrei un parere.Grazie

aro collega,giustifichi l’assenza daldomicilio all’atto della visita

fiscale, con l’esserti dovuto recarepresso lo studio del medico curanteper sottoporti ad una visita“indifferibile”, previa comunicazioneall’Ufficio di appartenenza ed invochi,a sostegno della correttezza delcomportamento, la certificazionerilasciata dallo stesso medico curanteed il diritto alla salutecostituzionalmente garantito.L’Amministrazione ha considerato icertificati esibiti non idonei agiustificare l’assenza dal domiciliodurante la fascia di reperibilità edai documenti visionati risulta che lacomunicazione di assentarsitemporaneamente dal domicilio èavvenuta solo qualche minuto prima diassentarsi, non consentendo all’ufficiodi richiedere eventualmente all’ASLcompetente di differire la visita fiscale.La contestata decurtazione deltrattamento economico è stata

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diritto e diritti

disposta dall’amministrazionepenitenziaria in applicazionedell’art. 5, comma 14, del D.L.12.9.1983 n. 463, convertito nellaL. 11.11.1983 n. 638, a tenore delquale “qualora il lavoratore,pubblico o privato, risulti assentealla visita di controllo senzagiustificato motivo, decadedall’intero trattamento economicoper l’intero periodo sino a diecigiorni e nella misura della metà perl’ulteriore periodo, esclusi quelli diricovero ospedaliero o già accertatida precedente visita di controllo”.A parere dello scrivente, le

circostanze invocate non possonocostituire validi motivi pergiustificarne l’assenza dal propriodomicilio durante il periodo dimancata prestazione del servizio perinfermità, non sussistendo nél’esigenza di una valida ragione perrecarsi a visita medica presso lostudio del medico curante propriodurante la “fascia di reperibilità”,né l’assoluta impossibilità dirispettare tale fascia, prevista alloscopo di conciliare le esigenze privatee di “privacy” del lavoratore, con ildiritto del datore di lavoro diaccertare l’effettiva impossibilitàdella prestazione lavorativa.A giustificare la riscontrata assenzadal proprio domicilio durantel’accertamento fiscale, non si puòfondatamente invocare la H

certificazione medica rilasciata dalmedico curante la quala si limita adattestare, rispettivamente, che sei statosottoposto a visita medica di controllodalle ore ... alle ore ... “e”...sottoposto a visita medica dicontrollo indifferibile.Tale certificazione non offre, elementisufficienti a far ritenere sussistenti lecondizioni necessarie perché possaessere evitata la sanzione prevista dallanorma citata, non avendo provato nél’effettivo orario di visita né lasussistenza di situazioni cogenti cherendessero impossibile recarsi dalmedico in fasce orarie diverse da

quelle di reperibilità e neppurel’esistenza di uno stato patologico taleda richiedere una visita medicaurgente che giustificassel’allontanamento dal propriodomicilio.Non è possibile, dunque, escludere laresponsabilità, pur volendoriconoscere una generale rilevanzascusante al motivo invocato perl’allontanamento dal propriodomicilio ed all’atto di diligenza –effettuato, peraltro, poco tempoprima dell’intervenuta visita dicontrollo – con cui ti eripremurato di informare di taleallontanamento l’addetto all’ufficiocompetente.Per quanto precede, il provvedimentosanzionatorio assunto dal Direttoreappare legittimo.

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ha emanato l’ennesima circolare concui si è cercato di giustificare l’intentodella nuova normativa. Si legge che“...allo stato attuale l’obiettivoprioritario è indirizzare lo sforzooperativo dei Servizi Minoriliterritoriali per concorrere allagestione dei bisogni di questa nuovafascia di utenza nella maniera piùefficace ed efficiente...”Sulla scorta di quanto scritto, non sipuò che prendere quindi atto cheall’interno degli Istituti Penali perMinorenni, il personale di PoliziaPenitenziaria, come sempre, dovràassicurare la separazione deiminorenni dai maggiorenni,sobbarcandosi però ulteriori problemie difficoltà nella gestione quotidiana diquesti detenuti adulti provenienti perla maggior parte da Case Circondariali

o Case di Reclusione. E’ vero pure che la circolare chiariscetestualmente: “tuttavia l’etàanagrafica non dovrà essere l’unicocriterio di riferimento e saràl’equipe trattamentale a valutare lascelta sulla base delle caratteristichedel soggetto, così come previsto dallecircolari dipartimentali”. Ulteriori novità dovrebbero riguardarela sanità, l’istruzione superiore, laformazione professionale el’inserimento lavorativo all’esterno perquesta nuova fascia di detenuti che staportando per il momento solodifficoltà agli operatori di PoliziaPenitenziaria. Infatti, è cosa nota cheche molti Istituti Penali per Minorenninon hanno spazi sufficienti per laseparazione minori/adulti per lagestione di sezioni detentive diverse.

Nelle foto soprainterno delDGM di Roma

a fiancocolleghi del DGM di Roma

Ciro BorrelliReferente Sappeper la Formazione e Scuole G. [email protected]

PoliziaPenitenziarian.221ottobre2014

19

Novità e cambiamenti nella Giustizia minorile

giustizia minorile

seguito dei cambiamentilegislativi in atto è doverosochiarire che all’interno del

sistema minorile il personale delCorpo di Polizia Penitenziaria cheopera negli Istituti Penali perMinorenni è quello che staaffrontando il momento più difficile.Come è noto la legge n.117 dell’11agosto 2014 convertita a seguito dimodificazioni del Decreto legge 26giugno 2014 n.92 ha determinato deicambiamenti nella composizionedell’utenza carceraria. Dal mese di agosto la predettanormativa estende la competenza delsettore minorile sino al compimentodel venticinquesimo anno di età,comportando non pochi disagiall’interno degli Istituti Penali perMinorenni. C’è chi ha subito fattonotare al Dipartimento GiustiziaMinorile che già in passato conl’attuazione del D.P.R. n.448/88 gliAgenti di Custodia prima, seguiti dallaPolizia Penitenziaria dopo, si sonotrovati a gestire un consistente flussodi carcerati tra i 18 e 21 anni. Asentire gli anziani del Corpo di PoliziaPenitenziaria non sembra chequell’esperienza - per quantointeressante - sia stata un grandeaffare che meriti una ripetizione. Anzi,vi è da sottolineare che dal 1989 adoggi ci sono stati numerosi casi didetenuti che infra -ventunenni sonorimbalzati più volte dalle CaseCircondariali agli Istituti Penali perMinorenni, portando con sel’esperienza negativa appresa dagliadulti e causando talora non pochiproblemi al personale del Corpo diPolizia Penitenziaria del contingenteminorile. Tuttavia, non sembra, aparere di chi scrive, che questaproblematica sia stata presa in giustaconsiderazione dal DipartimentoGiustizia Minorile. Il 30 settembre2014 infatti il predetto Dipartimento H

A

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articolo dello scorso mese,dedicato a Maria Tarnowskaia,nonostante riguardasse fatti

accaduti ad inizio novecento, hasuscitato notevole curiosità tra ilettori. Ho ricevuto diverse email etantissime richieste tese a soddisfarecuriosità, soprattutto amorose, sullevicissitudini della contessa russa. Per questa ragione ho deciso, diproseguire la rubrica con un’altrastoria terribile di inizio novecento, siaa livello personale che per l’impattoche ebbe sulla vita di altre tre persone,riproponendo “un classico” della

criminologia italiana: LeonardaCianciulli, più nota come la“saponificatrice di Correggio”.Questa storia ha inizio con unrapimento e una violenza carnale,perpetrata da Mariano Cianciulli, aidanni di una giovane donna, Emilia DiNolfi. A seguito dello stupro la ragazzarimane incinta e soprattutto è costrettaa sposare l’uomo. Così, il 14 aprile del 1894, a Montella,in provincia di Avellino, viene alla luceLeonarda, una figlia non voluta che lamadre odierà e maledirà per tutta lavita. Dopo qualche anno il padrebiologico muore e la madre si risposacon un altro uomo. Dal nuovo matrimonio nascono altrifigli e Leonarda è sempre più isolata:«Ero una bambina debole emalaticcia, soffrivo di epilessia, mai miei mi trattavano come un peso,

non avevano per me nessuna delleattenzioni che portavano agli altrifigli. La mamma mi odiava, perchénon aveva desiderato la mia nascita.Ero una bambina infelice edesideravo morire. Cercai due voltedi impiccarmi; una volta arrivaronoin tempo a salvarmi e l’altra sispezzò la fune. La mamma mi fececapire che le dispiaceva di rivedermiviva. Una volta ingoiai due stecchedel suo busto, sempre conl’intenzione di morire, e mangiaidei cocci di vetro: non accaddenulla».

All’età di 21 anni, Leonarda, contraematrimonio con Raffaele Pansardi, unimpiegato dell’Ufficio del Registro, inaperto contrasto con la sua famiglia,soprattutto con sua madre che lavoleva sposa ad un suo cugino cheaveva scelto per lei, secondo unaconsuetudine dell’epoca. I rapporti già difficili tra Leonarda esua madre si interromponobruscamente il giorno del matrimonioin cui, la madre, seppur nonpartecipandovi, la maledice con unanatema: «Nessuno dei tuoi figli tisopravviverà».Anche dopo la morte, avvenuta dopopoco, la madre continuerà aperseguitarla apparendole in sogno esegnerà per sempre la sua esistenza.Per 15 anni la donna e suo maritovivono in un paese del confine lucano,Lauria, dove Leonarda incorre in

gravidanze una dietro l’altra: sarannoben 17, ma solo 4 quelle portate atermine con la nascita di figli. Una vicenda, quella dei figli, che avràun’importanza capitale nell’economiadella sua storia, con la donna chedifenderà con le unghie l’unica cosa acui tenne veramente nella vita. Nel 1930, il disastroso terremoto chesconvolse la Lucania e la Campania(meglio noto come terremoto delVulture e che causò più di 1400morti), distrugge la casa e la famigliaè costretta a trovare sorte miglioreemigrando a Correggio, in provincia diReggio Emilia. La famiglia Pansardi (dal cognome delmarito) affitta una modesta cameraammobiliata. Leonarda, grazie alla suaintraprendenza, si ingegna, dapprima,con un commercio di abiti usati egrazie a questa attività e al rimborsoricevuto dalla Stato per danni subitidal terremoto, risolleva ben presto lapropria economia, tanto dapermettersi una casa più grande nellacentrale via Cavour, al civico 11.Nonostante la nuova situazioneeconomica, la donna non riesce agodersi la vita perché ossessionatadalla maledizione che sua madre hapronunciato in punto di morte. Comese ciò non bastasse, anni prima unazingara le aveva fatto una terribileprofezia, la cui prima parte recitava:«Ti mariterai, avrai figliolanza, matutti moriranno i figli tuoi».La cerchia di conoscenti si allargasempre di più per la Cianciulli, tantoche la sua casa diventa un punto diritrovo per molte donne del paese, ciògrazie anche alla sua nuova“professione” di cartomante efattucchiera. La donna inizia così a dispensare, aprezzi modici, consigli, pozioni,scongiuri, fatture e amuleti contro ilmalocchio. Ottenuta l’indipendenzaeconomica si sbarazza del marito -anche se è quest’ultimo adabbandonare il tetto familiare –diventato nel frattempo alcolizzato. La donna quindi si ritrova, con iquattro figli (Norma, unica donna,Bernardo, Biagio e Giuseppe) aportare avanti la famiglia da sola. Lo scoppio della seconda guerramondiale manda in tilt l’equilibrio

Nelle fotosopra

Leonarda Cianciulli

a destrala stessa Cianciulli

in un ritratto da giovane

Pasquale SalemmeSegretario

Nazionale del Sappe [email protected]

PoliziaPenitenziaria

n.221ottobre2014

L’

20

Il caso di Leonarda Cianciulli

crimini e criminali

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tanto faticosamente raggiunto dalladonna; il figlio tanto amato, Giuseppe,è in età per essere chiamato al fronte,così Leonarda inizia uno stranopercorso. Memore delle parole pronunciatetempo prima dalla zingara, Leonardateme che un eventuale chiamata allearmi del figlio possa portarlo persempre via da lei: «Non potevosopportare la perdita di un altrofiglio. Quasi ogni notte sognavo lepiccole bare bianche, inghiottiteuna dopo l’altra dalla terra nera...per questo ho studiato magia, holetto i libri che parlano dichiromanzia, astronomia,scongiuri, fatture, spiritismo: volevoapprendere tutto sui sortilegi perriuscire a neutralizzarli».Una notte i sogni spaventosi diLeonarda scompaiono e al loro postoappare una Madonna, la quale le dice

di sacrificare una vita per ognuno deifigli, solo in questo modo la donnasarebbe riuscita a salvaguardarli:questa è la versione che qualche annodopo indusse i giudici, nel corso delprocesso, ad attenuare la pena allaCianciulli perché considerataschizofrenica. La novella maga decide così dipassare al setaccio tutte le proprieclienti, fino a quando non trova trepotenziali vittime che fanno al casosuo: tre donne sole, che si eranorivolte a lei per cambiare il lorofuturo. La prima vittima si chiama FaustinaSetti, una signora anziana di 73 anni,che le si era legata. Leonarda lacircuisce con la promessa di trovarleun marito, un suo conoscente diAvellino, e la donna ingenuamentecade nel trabocchetto.

La Cianciulli la attira nella sua casa e,dopo essersi fatta rilasciare una delegaper poter disporre dei suoi beni, lauccide con un’ascia spaccandole latesta; seziona, poi, il corpo in noveparti con una sega e mette i pezzi in unpentolone aggiungendo della sodacaustica. La cosa più atroce checompie, però è raccogliere il sangue inun catino, farlo coagulare e, alla finemescolandolo a farina e cioccolato, neottiene dei dolci da servire alle amicheche la andranno in seguito a trovare. La seconda vittima si chiamavaFrancesca Soavi, 55 anni, la qualegestiva presso la propria abitazione unpiccolo asilo per i bimbi del quartiere.Alla donna Leonarda aveva promessoun lavoro in un collegio femminile aPiacenza. La Soavi la mattina del 5 Settembre1940 si recò a salutarla prima dipartire.

Leonarda convinse la donna a scriveredue cartoline, dicendole che leavrebbe dovute spedire per annunciareai conoscenti la partenza evitando difar conoscere la sua destinazione. La Cianciulli si avventò come una furiasulla donna uccidendola e riducendolain pezzettini che finirono, ancora unavolta, in un pentolone con la sodacaustica e il sangue nei pasticcini.Qualcosa però andò storto: la vittima èpiù corpulenta della prima e pertantoè costretta a tagliargli la testa e ametterla in un sacco che affida al figlioGiuseppe perché lo occulti. Anche in questo caso si appropriò deibeni della vittima. La terza e ultima vittima si chiamavaVirginia Cacioppo, 59 anni, ex cantantelirica, costretta a vivere in miseria enella nostalgia del proprio passato diartista. Leonarda le propone un

Nelle fotosopra le vittime

a sinistrala Cianciulliin una fase delprocesso

PoliziaPenitenziarian.221ottobre2014

21crimini e criminaliimpiego in un teatro a Firenze, comesegretaria di un misterioso impresarioteatrale, suo amico, pregandola comeal solito di non farne parola connessuno. Virginia, entusiasta della proposta,mantenne il segreto e il 30 novembre1940 si recò a casa della donna dove,raccontò Leonarda: «Finì nelpentolone, come le altre due. La suacarne era grassa e bianca, quandofu disciolta vi aggiunsi un flacone dicolonia e, dopo una lunga bollitura,ne vennero fuori delle saponettecremose accettabili. Le diedi inomaggio a vicine e conoscenti.Anche i pasticcini furono miglioridel solito: quella donna eraveramente dolce». La situazione comincia a diventaresospetta. A Correggio la gente inizia amormorare, tutti suppongono chedietro la scomparsa delle tre donne ci

sia ben più di quanto raccontato daloro stesse. Pensano che ci sia la Cianciulli,troppo strana, quasi dotata di facoltàparanormali, forse pericolosa.Albertina Fanti, non avendo più notiziedalla cognata Virginia Cacioppo, sipresenta perfino alla locale stazionedei carabinieri per denunciare lascomparsa della parente indicandonella Cianciulli l’ultima persona chel’aveva vista. Il comandante della stazione deiCarabinieri, Federico Scagliarini, puravendo già sentito, in paese, diversevoci sul conto e sull’attività dellaCianciulli, non ritiene di procedere.Non avendo ottenuto soddisfazione daiCarabinieri, Albertina si piazza sottocasa della Cianciulli ad osserva,interrogare e analizzare.Scopre cheLeonarda ha venduto tutte le scarpe, i

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i profila una nuovaorganizzazione per il Ministerodella Giustizia, il Dipartimento

dell’Amministrazione Penitenziaria equello della Giustizia Minorile.Il 15 ottobre scorso è stata diffusa dalGabinetto del Ministro della Giustiziala proposta di riorganizzazioneministeriale, per altro già inviata allaFunzione Pubblica per il successivoiter legislativo. La trovate,integralmente, sul nostro sito internetall’indirizzo www.sappe.it.Diverse le novità, che di seguitoillustriamo e che presentanomodifiche sostanziali rispetto allebozze precedentemente inviateci.Lo schema di decreto prevede, perprima cosa, che ogni Dipartimento delMinistero della Giustizia sia guidato daun Capo Dipartimento coadiuvatonell’esercizio delle sue funzioni da unVice Capo Dipartimento: questa figuranon è prevista per il Dipartimentodella Giustizia Minorile che, come sivedrà meglio successivamente,assumerà nella denominazione anchel’estensione “e di comunità”.All’articolo 6 è dedicata lariorganizzazione del Dipartimentodell’Amministrazione Penitenziaria,attualmente articolato in 5 direzionigenerali, nei Provveditorati Regionalidell’Amministrazione Penitenziaria enell’Istituto Superiore di StudiPenitenziari.Nel nuovo assetto organizzativocontinuano ad essere attribuite al DAPle funzioni gestionali del personale,compresi i compiti in materia diformazione e specializzazione delpersonale penitenziario; viene inoltrespecificata la funzione di formulazionedei pareri tecnici concernenti l’ediliziapenitenziaria e residenziale di servizio.L’accentramento presso ilDipartimento dell’OrganizzazioneGiudiziaria, del Personale e dei Servizidella competenza in materia diprocedure contrattuali del Ministerocomporta la soppressione dellaDirezione Generale del Bilancio,Contabilità, delle Risorse Materiali, deiBeni e Servizi e l’inserimento presso laDirezione Generale del Personaleanche della competenza in materia digestione dei beni e servizi (dicompetenza), con conseguente nuova

Nelle foto la cucina

e gli strumentiusati dalla

“saponificatrice”per gli omicidi

PoliziaPenitenziaria

n.221ottobre2014

22 giustizia

Svestiti e l’unico cappotto della cognatae si chiede perciò con quali abitiquesta sia partita per Firenze. La costanza e la caparbietà della Fantitrovano finalmente un riscontro nelCommissario di Polizia di ReggioEmilia Serrao, che considerò fondati isospetti della Fanti ed apri un’indagine.

Il poliziotto indaga e scopre così cheLeonarda Cianciulli ha ricevutosomme di denaro proprio dalle tredonne scomparse, ricostruisce levicende personali delle stesse e scopreche la Cianciulli ha a suo carico duedenunce e una condanna per truffa. Nel corso della perquisizione a casa diLeonarda vengono ritrovati oggettipersonali appartenuti alle tre donne.Le prove sono ritenute sufficienti perun’incriminazione per omicidiovolontario e Leonarda, il 3 marzo del1941, viene arrestata con suo figlioGiuseppe. La donna ammette le sueresponsabilità, ma fa di tutto perscagionare suo figlio. A distanza di pochi mesi dall’arrestofu sottoposta a perizia psichiatrica daun luminare dell’epoca, FilippoSaporito, docente dell’Università diRoma e Direttore del manicomiocriminale di Aversa. Il medico giudicò la donna «affettada psicosi isterica e totalmente H

inferma di mente». Il processo ha inizio solo nel 1946, acausa della guerra, innanzi alla Cortedi Assise di Reggio Emilia checondanna l’imputata, dopo due ore dicamera di consiglio, a 30 anni dicarcere, oltre a tre anni di ricovero inun manicomio criminale.Fenomenologicamente la Cianciullipuò essere classificata tra le assassiniseriali per “guadagno personale”orientata al controllo del potereindipendentemente dal quadropsicopatologico, che però nonraggiunge neanche i limiti minimidella infermità di mente con valore esignificato forense (V. Mastronardi e F.Sanvitale, 1966 - LeonardaCianciulli, la saponificatrice: nuoveindagini e rivelazioni sul mostro diCorreggio). Leonarda viene rinchiusa dapprimanel manicomio giudiziale di Aversa(CE) e poi trasferita nel carcerefemminile di Pozzuoli; nel corso dellasua detenzione scrive le sue memorie:«Le confessioni di un’animaamareggiata» (da cui ho estrapolatole dichiarazioni della Cianciulliriportate nell’articolo), settecentopagine in cui ripercorre la propriavita, raccontando la sua infanziadifficile e il suo rapporto tormentatocon la madre, il suo matrimonio el’amore per i figli, in cui narra finonei minimi particolari le tecniche dismembramento dei tre cadaveri, laloro bollitura e dispersione. Il 15 settembre 1970, in seguito aduna apoplessia celebrale, la Cianciullisi spegne nel penitenziario di Pozzuolied è seppellita nella fossa comunedella città campana. Alla sua misteriosa figura di madre (equindi di dispensatrice di vita) che sitrasforma in terribile assassina sonoispirati diversi film come «Granbollito» di Mauro Bolognini, giratonel 1977 ed interpretato da ShelleyWinters; spettacoli teatrali quali“Amore e magia nella cucina dimamma”, del 1980, rievocazionelibera e grottesca della vicenda dellasaponificatrice, diretto dalla grandeLina Wertmuller; nonché pile di libridedicati a quella che è considerata laprima serial killer italiana. Alla prossima...

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PoliziaPenitenziarian.221ottobre2014

23giustiziadenominazione in Direzione Generaledel Personale e delle Risorse.Lo spostamento inoltre presso ilDipartimento dell’Esecuzione PenaleEsterna e per la Giustizia Minoriledella competenza in materia diesecuzione penale esterna comportala soppressione della DirezioneGenerale dell’Esecuzione PenaleEsterna. Il Dipartimento dell’AmministrazionePenitenziaria, dunque, esercita lefunzioni mediante due direzionigenerali: la Direzione Generale delPersonale e delle Risorse nonché laDirezione Generale dei Detenuti e delTrattamento. Costituiscono, inoltre,strutture di decentramento regionale iProvveditorati Regionali dellaAmministrazione Penitenziaria che,nell’ambito della complessivariduzione degli uffici dirigenziali dilivello generale e delle relativedotazioni organiche, sono ridotti a 11.Questa la nuova geografiapenitenziaria regionale:

E’ utile segnalare che il successivoarticolo 16 dello schema di decreto(che disciplina le disposizionitransitorie e finali) prevede che con idecreti ministeriali attuativi potrannoessere istituiti presidi territoriali inluogo dei soppressi ProvveditoratiRegionali e ne sono definiti compiti ecompetenze.Tornando all’articolo 6, ed allariorganizzazione del DAP, l’IstitutoSuperiore degli Studi Penitenziariviene rimodellato nelle competenzeper assicurare osmosi tra il DAP e ilDipartimento per la GiustiziaMminorile e di Comunità.

Nasce così un’unica agenzia formativache assorbe, oltre alle Scuole diformazione oggi operanti sul territorionazionale, anche le attività diformazione iniziale, di aggiornamentoe specialistica del personale di PoliziaPenitenziaria e di quello del compartoministeri e di diritto pubblico, oggisvolte dall’Ufficio della Formazione,marginalmente collocato all’internodella Direzione Generale delPersonale. Questo è il preludio “aduna migliore programmazione checonsenta di valutare oggettivamenteuna revisione dell’attuale rete discuole con conseguentesoppressione di quelleantieconomiche”.

L’ISPPe assorbirà anche l’attivitàformativa e di studio che oggi vieneespletata dalla Scuola di Formazionedel Dipartimento Minorile.Profondamente modificatal’organizzazione del nuovoDipartimento per la Giustizia Minorilee di Comunità, che come abbiamodetto non avrà un Vice CapoDipartimento.La nuova strutturazione delDipartimento pone particolareattenzione alla funzione di gestionedell’esecuzione penale esterna chenon è solo limitata ai minori, maanche agli adulti, finora affidati alla

P.R.A.P. Sede

Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta TorinoVeneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige PadovaLombardia MilanoEmilia Romagna, Marche BolognaToscana, Umbria FirenzeLazio, Abruzzo RomaCampania NapoliPuglia, Basilicata, Molise BariCalabria CatanzaroSicilia PalermoSardegna Cagliari

* In grassetto sono indicati i PRAP che vengono accorpati

Giustizia, cambiano struttura e organizzazione

rete degli uffici dell’esecuzione penaleesterna del DAP. Da qui anche la nuovadenominazione del Dipartimento, chesi avvarrà di due direzioni generali: laDirezione Generale del Personale,delle Risorse e per l’Attuazione deiProvvedimenti del Giudice Minorile ela Direzione Generale per l’EsecuzionePenale Esterna.La nuova Direzione Generale perl’Esecuzione Penale Esterna svolge lefunzioni prima attribuite allasoppressa Direzione Generaledell’Esecuzione Penale Esterna delDipartimento per l’AmministrazionePenitenziaria. Di più, nella cornice dei nuovirapporti interdipartimentali traamministrazione penitenziaria eminorile, e dunque con la finalità diassicurare una osmosi e unaomogeneità di amministrazione attiva,sono attribuite al Capo delDipartimento, in raccordo con il CapoDipartimento dell’AmministrazionePenitenziaria, le funzioni diprogrammazione, pianificazione econtrollo dell’esecuzione penaleesterna. Queste, sommariamente, le cose chepiù ci riguardano nellariorganizzazione del Ministero dellaGiustizia e delle sue articolazionicentrali e regionali contenute nelloschema di decreto che, come detto, èstato trasmesso alla Funzione Pubblicaper il successivo iter legislativo.

Roberto MartinelliH

Nella fotoil Presidentedela RepubblicaGiorgio Napolitano e il Ministrodella Giustizia Andrea Orlando

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l carcere è maschile. E’ cioèpopolato soprattutto da uomini.Le differenze di genere sono

molto significative e costanti neltempo: il 95,8% dei detenuti presenti èdi sesso maschile, il 35% in media èstraniero. La popolazione detenutafemminile quindi si attesta su unapercentuale di poco superiore al 4 %e di queste circa il 40% è straniera. Ilcarcere è maschile anchenell’organizzazione, negli arredi, chesiano detentivi o riservati al personaledi Polizia Penitenziaria, senzadistinzione di genere.

L’attualità del D.L. 92/2014 in tema dirisarcimento in favore dei detenuti perla violazione dell’art.3 CEDU, ponel’accento sul problema carcere, sullesue strutture, sul sovraffollamento e laqualità di vita delle persone iviristrette.A parte qualche eccezione, i repartidetentivi femminili sono ricavatiall’interno delle stesse strutture cheospitano quelli maschili erispecchiano il medesimo disegnocostruttivo, anche se il problema delsovraffollamento è minore. E’ il mododi vivere la detenzione che è diverso,per natura. Il carcere è un’istituzionecaratterizzata da regole rigide, dovel’autodeterminazione è contenuta e viè poco spazio per la parte emozionalee di comunicazione, per la cura degli

altri, che è propria delle donne. Soffrono pertanto maggiormente alivello psicologico per l’assenza diaffettività, per la lontananza dalla vitanormale, dai figli, dalla famiglia.Ansia, attacchi di panico e spuntipanico-fobici. Il 90% delle detenutesono madri, il 25% ètossicodipendente. Il 70% assumepsicofarmaci. La patologia che va perla maggiore è la depressione ed ingenerale è la terapia farmacologia chestabilizza la situazione. Per le stranieresi aggiunge il problema della lingua. I reati per la maggior parte commessi

sono relativi allo spaccio di droga equelli conto il patrimonio. Quello cheapparentemente sembra un elenco dipercentuali dal valore prettamentestatistico, racchiude invece la vita dellepersone, compresa quella di noioperatori. Eh sì... e allora la domandaè: come si vive e si lavora neipenitenziari?La spending review ha comportatoulteriori tagli che inevitabilmente sisono riversati anchesull’amministrazione penitenziariadeterminando nelle realtà locali unincremento di difficoltà gestionali.Io posso parlare solo per la realtàpenitenziaria in cui lavoro ma pensoche, al di là di qualche specificità, lasituazione sia comune a molti, moltiistituti. E’ un bollettino di guerra.

Dal punto di vista della struttura,operiamo in reparti dove piove anchequando fuori non piove: perché sirompono tubazioni, perché la guainaimpermeabile del tetto non è più tale ecosì troviamo secchi sparsi per icorridoi a raccogliere, quandopossibile, interminabili ed estenuantigocciolii oppure panni in prossimitàdelle stanze per evitare allagamentie che piova sui letti. Se si fulminano i neon nei corridoi nelperiodo sbagliato questi rischiano dirimanere pressoché al buio, per mesi:mancano i fondi e non si riescono asostituire. Situazione analoga perquanto riguarda le lampadine nellestanze detentive. La muffa in tutte le sue sfumature creamurales variopinti su pareti e soffitti incemento, bagnati, pieni di fessure esfaldamenti. Finestre che non sichiudono.Vetrocemento che schiantaimprovvisamente lanciando pezzi intutte le direzioni: un rischio fisico perchi transita nei pressi e un problemaanche in termini di sicurezzatrattandosi di materiale appuntito otagliente, facilmente occultabile.Se un cordless in sezione si guasta, èpratica comune che venga acquistatodagli agenti tramite colletta.Talvolta è la carta, altre volte il toner amancare alle stampanti e cosìrimaniamo bloccati: niente stampa deimoduli per le istanze dei detenuti odelle relazioni che dobbiamogiornalmente effettuare. In altreoccasioni è proprio il computer a dareforfait e così non possiamo neancheaccedere alla rete dei dati internio essere in grado di effettuare quelleoperazioni che la rigida e necessariaburocrazia penitenziaria richiede.Accade che manchino i guanti per leperquisizioni, le nostre scrivaniespesso sono traballanti, prive dicassetti funzionanti. Scarichi nonfunzionanti, problemi per l’acquacalda. Ambienti malsani dove le normeche dovrebbero regolare la sicurezzain materia di lavoro non vengonoapplicate: prese e prolunghe non anorma, areazione e illuminazionescarsa, umidità, polveri.Le caserme dove gli uomini e le donnedella Polizia Penitenziaria vivono fuori

Nella foto l’esterno del

carcere di Firenze

Sollicciano

a cura di Laura PieriniVice Sezione

Porvinciale SappeFirenze

[email protected]

PoliziaPenitenziaria

n.221ottobre2014

I

24

Carcere: s. m. sing.sostantivo maschile singolare

donne in uniforme

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dal servizio presentano gli stessiproblemi.Un degrado generalizzato che toccatutti, detenuti e detenute, poliziotti epoliziotte. Anche in questo non vi èdistinzione di genere né di ruolo.Ed è anche difficile capirne leresponsabilità: scelte politiche,finanziamenti destinati altrove, undatore di lavoro difficilmenteindividuabile. La PubblicaAmministrazione, tutta quanta, riesce a sottrarsi alle leggi di tutela in virtùproprio della mancanza di fondi, cheoramai è cronica.A questo va aggiunto un disinteressediffuso per il carcere che, come giàdetto in precedenza, è al margine dellamarginalità. Ma torniamo a noi. Lavorando all’interno gestiamo unaserie di criticità che lo stato dellastruttura alimenta, ingigantisce, creaansie in aggiunta a quelle dovute allostato di privazione della libertà, degliaffetti, della famiglia, in situazionepsicologiche e psichiatriche in cuil’equilibrio è molto precario.Noi stessi dobbiamo, entrando neireparti, fare tabula rasa dalle proprievicende personali e fare appello a tuttoil nostro essere, alla professionalità ealla sensibilità. Dobbiamo garantire lasicurezza, anche quella personale, cheimplica interventi in situazioni chepotrebbero sfociare in atti diautolesionismo e tentativi di suicidio.Diventiamo psicologi, avvocati,ascoltiamo confidenze, richieste diaiuto e di attenzione. Un lavoro,giorno dopo giorno, a contatto con lesofferenze. Lo so, la mia professoressa d’italianodirebbe che sono andata fuori tema. Dovevo parlare di donne e invece nonme la sono sentita di fare differenze.Uomini e donne della PoliziaPenitenziaria si trovano uniti nellastessa difficile condizione anche se ilmodo di lavorare ed approcciarsi aiproblemi può essere diverso.Ho l’impressione quasi di aver urlatocon le mie parole, ed in effettirileggendo ho visualizzato l’immagine,famosa, dell’urlo di Munch. Ma (vi assicuro che) non vi è in ciòche ho scritto, nelle mie intenzioni,abbandono o rassegnazione.A presto.

PoliziaPenitenziarian.221ottobre2014

25news

H

na delegazione del SAPPE,composta dal SegretarioGenerale Donato Capece e dal

Segretario Generale Aggiunto RobertoMartinelli, ha partecipato il 22 e 23settembre scorsi ad alcuni importantiappuntamenti istituzionaliinternazionali. Il 22 settembre siamostati in visita al Consiglio d’Europa esuccessivamente, insieme alledelegazioni di tutti gli altri Paesiaderenti all’Unione Europea, ad unasessione informale sulla giustizia e gliaffari interni che ha permesso di farconoscere la situazione relativa ad ognisingolo Stato. Abbiamo illustrato lasituazione italiana con dovizia diparticolati e di numeri, segnatamenteper quanto concerne la questionepenitenziaria e la sicurezza sociale, eabbiamo messo in campo alcuneproposte concrete che hanno trovato lacondivisione di altri Paesi. Quali, adesempio, la necessità di stanziare fondieuropei per favorire la formazione el’aggiornamento professionali degliOperatori della sicurezza (e di quelliche lavorano nelle carceri inparticolare), a cominciaredall’apprendimento delle linguestraniere, e di garantire idoneecondizioni di sicurezza sanitariaattraverso adeguati controlli preventivi.Ma anche favorire quanto più possibileil trasferimento dei detenuti stranierinei loro Paesi d’origine e favorire alcontempo la circolarità di quellicomunitari ristretti nei Paesi membri,facendo scontare loro la pena nellecarceri dei Paesi di provenienza,attraverso interventi normativi edaccordi europei.Martedì 23 settembre, presso la sededella Confederazione Europea deiSindacati Indipendenti sempre aBruxelles, si è svolto l’incontro dellasessione europea dei due Consigli dicategoria Giustizia ed Affari Interni cheha affrontato argomenti moltointeressanti e qualificanti. A presiederlo, e questo è stato motivo

di vanto ed orgoglio nazionale per ilSAPPE, il Vice Presidente del Consigliodi Giustizia Donato Capece. L’incontro si è aperto con la disaminasulla figura del Procuratore Europeo,cui sono seguite altre due relazionisulla sfida demografica per il settoredella giustizia e un approfondimentodella giustizia elettronica, già oggettodi un seminario a Tallinn. Ampio e approfondito il dibattito, cheha visto partecipare i rappresentanti ditutti i Paesi europei.

Una bella ed importante esperienza,che valorizza il ruolo propositivo ecostruttivo del SAPPE sui temi dellagiustizia e della sicurezza sociale e cheanche nell’importante contestoeuropeo lo conferma Sindacato leadernella tutela dei diritti dei poliziotti enella valorizzazione sociale e culturaledella delicata professionale da essiquotidianamente svolta conprofessionalità, abnegazione eumanità. erremme

Il Sappe a Bruxelles al Consiglio d’Europa

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Nelle fotoil SegretarioGenerale delSappe DonatoCapecee, sotto,la delegazioneeuropea delCESI

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iù di venti anni dipubblicazioni hannoconferito al mensile Polizia

Penitenziaria - Società Giustizia &Sicurezza la dignità di qualificatafonte storica, oltre quella diautorevole voce di opinione. La consapevolezza di aver acquisitoquesto ruolo ci ha convintodell’opportunità di introdurre unarubrica - Come Scrivevamo - checontenga una copia anastatica di un articolo di particolareinteresse storico pubblicato tantianni addietro. A corredo dell’articolo abbiamoritenuto di riprodurre la copertina,l’indice e la vignetta del numerooriginale della Rivista nel quale fupubblicato.

a cura di Giovanni Battista

de [email protected]

PoliziaPenitenziaria

n.221ottobre2014

P26

Bombolette di spray paralizzante: ma è proprio un’utopia?di Giuseppe Romano

Considerato poi l’alto numero diaggressioni quotidiane cui viene fattooggetto il personale di PoliziaPenitenziaria, la propostapiù che provocatoria appare concreta,e crediamo che sia anche tempo diaprire un dibattito serio sullapossibilità di detenerla in sezione. Non è più possibile contrastare questi

tentativi, molto spesso riusciti, diaggressione con le sole mani nude,tanto più pericolosi se portati atermine da detenuti sieropositivi.Oggi si fanno interminabili tavolerotonde sul tema: meglio la sicurezzao la rieducazione? Meglio i corsi di yoga o le buonevecchie celle di punizione?E intanto, mentre si discute, i nostricolleghi, nel silenzio complice dellastampa e di chi dagli istituti non fatrapelare le notizie per vergogna o perpaura di un’ispezione ministeriale,continuano a prendere legnate.

Sopra la copertina

del numero dimarzo 2000

a destra uno spray

paralizzante

come scrivevamo

l detenuto extracomunitario ènervoso. Da qualche giorno siagita perchè vuole il lavoro. Come

si fa a spiegargli che l’esiguità deifondi non permette di far lavoraretutti? Come si fa a dirgli che c’è unagraduatoria da rispettare, senza esserepresi per razzisti? Come si fa a farglicapire che un eventuale turno dilavoro dura solo qualche mese e chealla prima infrazione disciplinare lostesso verrà chiuso? Non c’ècomunicazione con i detenuti italianiche non “vogliono” capire, figurarsipoi con un extracomunitario che amalapena parla la nostra lingua, e cheda due giorni minaccia il personale ...Tutto si svolge in pochi secondi: ildetenuto esce dalla cella e si scagliacontro il collega. Calci e pugni versocolui che rappresenta il sistema, versol’agente che se non accontenta le suerichieste, in contrasto con ilregolamento, è bollato subito comerazzista.Il detenuto scivola e-addenta allegambe il collega che urla di dolore.Azzannato in servizio da un mastinoafricano!Non fa notizia se un cane morde unapersona, ma se una persona morde uncane allora sì: quella è una notizia. Sepoi un povero detenuto africano,morde un agente di PoliziaPenitenziaria quella è una notizia daprima pagina! Però, puntualmente,nonostante i vari comunicati stampa,essa viene liquidata con un trafiletto.Non ci interessava uscire sui giornalicome Sappe; ci interessava, a seguitodell’episodio, rilanciare laprovocazione di qualche mese fa, delsegretario regionale della LiguriaRoberto Martinelli: dotare gli agenti diPolizia Penitenziaria di bombolettespray paralizzante, da usare in casi diaggressione da parte dei detenuti.

I

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PoliziaPenitenziarian.221ottobre2014

27

l nostro vivere civile è fatto di"problemi e domande” che spessosi ripropongono di continuo.

Ad esse infatti corrispondono tropperisposte, nessuna delle quali offre unavalida soluzione.Per questa ragione le domande stessefiniscono per diventare luoghi comuni:perché esistono le carceri?Come si possono riformare?Si possono sopprimere le carceri?Il dibattito prosegue, ma intanto nullacambia, mentre si ripropongononell'universo carcerario suicidi, rivolte,tentativi d'evasione.I cervelloni discutono, fanno seminari,compilano statistiche e, in buona fede,suggeriscono soluzioni "tecniche"che non vanno oltre un minimomiglioramento del regime carcerario.Ma il fatto è che gli aggiustamentisono solo pannicelli caldi, come bensanno coloro che nel carcere vivono olavorano.La domanda vera che pochi hanno ilcoraggio di porsi è una sola: «ilcarcere serve veramente aqualcosa?».In tutta onestà dobbiamo dire cheoltre alla custodia temporanead'individui socialmente pericolosi nonsi riesce ad andare.Il recupero dei rei attraverso un'attentarieducazione, scopo principale delcarcere moderno, è spesso una meraillusione.I rei restituiti alla società emendati erieducati si possono contare sulle ditadi una mano.Questo perché il modello che vieneloro proposto dall'istituzionecarceraria, i valori che essa consideraesemplari, sono di fatto caricatureodiose dei peggiori aspetti della societàesterna, fondamentalmente brutale,classista e ingiusta.Per vivere tranquilli nella macchina

carceraria i detenuti devono dareprova di conformismo mentale e di uncomportamento rispettoso verso glioperatori penitenziari.E in queste condizioni ci si meravigliache il carcere non funziona e che siascuola di criminalità?In realtà parlare di queste cosesignifica parlare e occuparsi di cosegrandi, più profonde e più complesse.Al pari del problema della follia,quello del contenimento e del

come scrivevamo

recupero delle devianze è unproblema limite che coinvolgebrutalmente la società nel suoinsieme, anzi nella sua stessa natura.Ma in realtà pochi sono disposti ascendere su questo terreno minato,a mettere in discussione le propriecertezze, e gli uomini dell'istituzionecarceraria meno di tutti.Ma allora, cosa fare di coloro chedeviano, fino al crimine, dai canoniper così dire normali?

Il problema della carcerazionedi Francesco Campobasso

I

sopra una vedutaaerea del carcere di San Vittorea Milano

sottola vignettadi marzo 2000

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PoliziaPenitenziaria

n.221ottobre2014

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Sopra il sommario

del numero di marzo 2000

Saperlo sarebbe come vincere la"lotteria", ma in realtà una soluzionepotrebbe venire solo da unatrasformazione completa del modo dipensare della società: una rivoluzioneculturale.

Ciò non è avvenuto, né nella piùavanzate democrazie nordiche, né neipaesi del defunto socialismo reale.Del resto, una società capace di"guarire" delinquenza e follia,paradossalmente, metterebbein pericolo il bene supremodell'umanità: la libertà dell'individuo.Per questo la domanda posta all'iniziodi questa riflessione: «il carcere servea qualcosa?» si esaurisce in se stessa,senza una ragione esaustiva.A noi uomini dell'istituzionecarceraria devono essere chiari ilimiti del nostro operare in unastruttura che per la sua stessa natura èirriformabile. Uomini essenziali che debbono fare ilbene di altri, senza di loro e spesso"contro" di loro!Rispettati poco, compresi ancormeno, ma assolutamenteindispensabili. H

IS: il terrore che vienedall’Islam

funzionari funzionali

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l mondo intero ha oggi paura diun pericolo che deriva da unasigla: Is, acronimo di Islamic

State. Is, l’armata jihadista nata da AlQaeda, controlla interi territori inMedio Oriente e ci ha abituato adatroci immagini che hanno fatto il girodel mondo e che, purtroppo, nonsono destinate a finire.Sono almeno una quarantina i jihadistiitaliani partiti verso i fronti siriano eiracheno e la paura è che possanotornare in Italia, più radicalizzati edaddestrati, per organizzare operazioniostili contro il nostro Paese.La situazione è talmente allarmanteche anche i colossi del web hannodato la loro disponibilità a collaborareper combattere il terrorismo che suinternet trova il suo veicolo diprincipale propaganda.

Anche nelle carceri (non foss’altroche per l’altissimo numero di detenutiprovenienti da quelle zone) lapresenza degli islamici è monitorataattraverso uno scambio diinformazioni tesa ad individuare isoggetti che assumono ruoli dileadership, anche spirituale e che, inquanto tali, potrebbero svolgerefunzioni di reclutamento eproselitismo. Il 2004 ha visto la nascita del C.A.S.A.,il Comitato di Analisi StrategicaAntiterrorismo, organo che si occupadi valutare e gestire la minacciaterroristica e tutte le emergenze dalpunto di vista dell’ordine e dellasicurezza pubblica. Anche l’Amministrazione Penitenziariaha un ruolo importante nella lotta alterrorismo internazionale e partecipa,a carattere permanente, al tavolo delC.A.S.A.

Risulta molto difficile una seria operadi monitoraggio del fenomeno alivello periferico, principalmente perla mancanza di competenze da partedel personale penitenziario, in specialmodo della Polizia Penitenziaria cheogni giorno è a contatto con idetenuti, poichè si sconosce la culturaislamica e non si è in grado diriconoscere in maniera adeguatafenomeni allarmanti che potrebberocelarsi dietro gesti anche soloapparentemente usuali. Studi effettuati nelle carceri fannoemergere che il detenuto terrorista è,molto spesso, una persona laureata oiscritta all’università, spessoimpegnato in attività lavorativa, maanche libero professionista. Quasi tutti possiedono un diploma inscienze naturali o matematica.

In tutti i casi, questa tipologia didetenuto ha un forte ascendente suglialtri e riesce a far valere la sualeadership anche al di fuori diquestioni strettamente religiose. Molti di questi soggetti hanno avutouna vita alla occidentale, fatta di studi,usanze e frequentazioni all’interno inambienti europei. Non solo la Moschea ma anche lacella può diventare un luogo in cui siconsumano conversazioni religiose edin cui il fondamentalismo islamico faproseliti, anche tra quei detenutiitaliani che si convertono pensando dipoter trovare nella nuova religione unmotivo di riscatto nella società unavolta tornati in libertà.Anche se quasi mai si conoscono icollegamenti esterni dei detenutistranieri che entrano in carcere, lacondizione di detenzione e la fedecomune all’interno della comunità-

PoliziaPenitenziarian.221ottobre2014

29funzionari funzionali

Nelle fotoalcune immagini di islamici

Mario SalzanoCommissario di Polizia Penitenziaria [email protected]

I carcere, li fa sentire automaticamentetutti “fratelli”: ecco spiegata la solidarietà che, aprescindere dalla effettiva conoscenzapersonale, i detenuti di fede islamicastringono tra loro.Non sempre, purtroppo, i cosiddettiindicatori forniti dal Dipartimentodell’Amministrazione Penitenziariapossono essere sufficienti adindividuare eventuali processi diradicalizzazione, che solo una precisaconoscenza storico sociale delfenomeno islamico può aiutare adavere. La Polizia Penitenziaria ha, dasempre, fornito importanti apporti adindagini di notevole importanza,perché detentrice di una serie dinotizie che, anche solo attraversol’osservazione delle dinamiche

“carcerarie”, possono tornare utilialla polizia giudiziaria che operaall'esterno e che, diversamente, nonne verrebbe mai in possesso. Non sempre, però, chi svolge leindagini riesce a cogliere talericchezza, spesso perché - anche tragli addetti ai lavori - poco si conosceil mondo penitenziario e la grandepotenzialità di spunti ed informazioniche esso può fornire. Molto ancora dovrà farsi per fornireanche alla Polizia Penitenziaria i giustistrumenti per una seria e qualificataattività di monitoraggio e contrasto alterrorismo islamico. Certamente una formazione di tutto ilpersonale risulta imprescindibile, nonsolo ai fini del monitoraggio di talifenomeni ma anche per fornire unamigliore conoscenza del soggettodetenuto, della sua storia e della suacultura. H

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PoliziaPenitenziaria

n.221ottobre2014

30 eravamo così

A fianco: 198066° Corso AA.CC.

Scuola di Cairo Montenotte (SV) (foto inviata da

Giovanni Spinelli)

inviate le vostre foto [email protected]

sotto: 1951Casa Reclusione diPorto Azzurro (LI)

Festa della Repubblica

(foto inviata da Francesco Perruccio

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PoliziaPenitenziarian.221ottobre2014

31eravamo così

In alto:1978 Casa Circondariale di Reggio Calabria Festa del Corpo(foto inviata da Francesco Ciccone)

Sopra: 1981, Scuola AA.CC. di Parma(foto inviata da Enrico Pischedda)

a sinistra: 1982, 74° Corso AA.CC.Scuola di Cairo Montenotte (SV)(foto inviata da Tommaso Mariniello)

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PoliziaPenitenziaria

n.221ottobre2014

32 le recensioni

uro atto d’accusa di PatrizioGonnella, presidentedell’Associazione Antigone,

che in questo libro denunzia il solcoche separa, in carcere,i diritticostituzionalmentegarantiti e quellieffettivamentegarantiti. Dopoun’interessante storiasociale dell’istituzionepenitenziaria in Italiadall’Unità ad oggi,Gonnella entra nelmerito delle violazionie ed esamina tutta unaserie di diritti: dignitàumana, alla vita, allasalute, agli affetti, allaliberta di conoscenzae coscienza, al voto, allavoro alla difesa. Eindica tutta serie diiniziative che i detenutidovrebbero mettere inatto per rivendicare,appunto, il godimentodi questi diritti violati.Il libro va letto performazione econoscenza, ma certova respintafermamentel’impostazione diGonnella che vorrebbe“una formazionemultidisciplinare ditipo prevalentementesociale e nonmilitare delpersonale dellapolizia penitenziariache sempre più siorienti a essere un

corpo di funzionari civili che operinon in divisa” .La nostra identità professionale, lanostra specificità, non può e non deve

essere messa in discussione: che èquella di essere, certo, operatori deltrattamento ma anche garantidell’ordine e della sicurezza interna.La Polizia Penitenziaria, negli oltre200 penitenziari italiani, è formata dapersone che nonostantel’insostenibile, pericoloso e stressantesovraffollamento credono nel propriolavoro, che hanno valori radicati e unforte senso d’identità e d’orgoglio, eche ogni giorno in carcere fanno tuttoquanto è nelle loro umane possibilitàper gestire gli eventi critici che siverificano quotidianamente,soprattutto sventando centinaia ecentinaia suicidi di detenuti. Quegli uomini e quelle donne cheindossano con fierezza la divisa dellaPolizia Penitenziaria, negli ultimi 20anni, hanno sventato, in carcere, piùdi 16mila tentati suicidi ed impeditoche quasi 113mila atti diautolesionismo potessero averenefaste conseguenze. Ed è cosi che proteggiamo -concretamente - il diritto alla vita deidetenuti, anche se a Gonnellaevidentemente sfugge...

anto si è scritto e parlato diquegli anni terribili chevengono ricordati proprio

come “anni di piombo”, ma vi è unastoria mai del tutto chiarita, i cuiprotagonisti sono in parte ancorapresenti sul palcoscenico della politicae della società. Migliaia di persone (non meno di10.000 i fiancheggiatori delle Brsecondo un rapporto del Pci), trasimpatie, silenzi, complicità indirette oscoperte, hanno reso possibile unaguerra che ha lasciato troppi morti eferiti e che ha infangato il sogno digiustizia di tanti giovani impegnatiallora a difendere la democraziadall’eversione fascista. Da sole le Br non ce l’avrebbero fattaa mettere in ginocchio un paese

intero. In questo libro si vuolericostruire il percorso di chi, tra le filedella borghesia e anche della classeoperaia, ha aderito, simpatizzato oaccettato, talvolta a rischio della vita,di coprire e giustificare il fenomenoterroristico. Negli uffici, in fabbrica, nelle auleuniversitarie, nei giornali moltisimpatizzavano con chi aveva scelto lalinea di opposizione violenta alloStato. Documenti, dichiarazioni,articoli, fatti parlano chiaro e nonpossono essere smentiti. Talvolta è mancata una francaassunzione di responsabilità ed èprevalsa la voglia di chiudere con ilpassato, cancellandolo. Per paura, pervergogna, per calcolo di potere.Griner ha il merito di raccontarequesta pagina tremenda e buia dellastoria della Repubblica.

l Sovrano Militare OrdineOspedaliero di San Giovanni diGerusalemme di Rodi e di Malta,

conosciuto come Sovrano MilitareOrdine di Malta, ha una duplicenatura. E’ uno dei più antichi Ordinireligiosi cattolici, essendo statofondato a Gerusalemme intornoall’anno 1048. Allo stesso tempo èsempre stato riconosciuto dalleNazioni come ente primario di dirittointernazionale. La missionedell’Ordine è sintetizzata nel binomio“Tuitio Fidei et ObsequiumPauperum” che significa alimentare,difendere e testimoniare la fede (tuitiofidei) e servire i poveri e gli ammalati(obsequium pauperum). Dal 1994 èstato ammesso alle Nazioni Unite inqualità di Osservatore Permanente e inquesto interessante libro di SergioMiracola, edito per i tipi di DarioFlaccovio Editore, si pongono inparticolare evidenza le relazionidiplomatiche internazionaliconsentono all’Ordine di intervenire

a cura di Erremme

[email protected] Patrizio Gonnella

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LA ZONA GRIGIA

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Sergio Miracola

IL SOVRANO ORDINEDI MALTA ALL’ONU

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Page 33: Polizia Penitenziaria - Ottobre 2014 - n. 221

l’hanno abolita salvo che per reatieccezionali, quali quelli commessi intempo di guerra.�35 Paesi sonoabolizionisti de facto poiché non vi siregistrano esecuzioni da almeno diecianni oppure hanno assunto unimpegno a livello internazionale a noneseguire condanne a morte.��In totale140 paesi hanno abolito la pena dimorte nella legge o nella pratica.��Cinquantotto i Paesi che mantengonoin vigore la pena capitale, ma ilnumero di quelli dove le condanne a morte sonoeseguite è molto piùbasso. Quello dellapena capitale è un temache spesso torna neidiscorsi, specie quandosi apprende la notiziadi crimini efferati.Jacques Derrida,filosofo francese padre del decostruzionismo,era convinto che lapena di morte ha untempo, il suo tempoinfatti, il tempo dellasua morte, verràsicuramente. Neldecennale della suamorte, Jaca Bookpresenta il resocontodei suoi seminari. Inquesto primo volumededicato alla pena dimorte sono messi ingioco, nell’imminenzadi una sanzioneirreversibile, i concetti problematici di sovranità, eccezione ecrudeltà. Il libro percorre quattrofigure paradigmatiche (Gesù, Socrate,Hallâj, Giovanna d’Arco) e testicanonici: la Bibbia, Camus, Beccaria,Locke, Kant, Hugo, e anche testigiuridici successivi alla seconda guerramondiale. Cuore pulsante delseminario è riconoscere che le tesifilosofiche e giuridiche a favore ocontro la pena di morte si sonoappellate agli stessi principi: “non èsufficiente decostruire la mortestessa”. Si fa strada l’ipotesi cheproprio la pena di morte obblighi arimettere in discussione gli umanesimifilosofici, politici, teologici, economiciche sostengono la nostra epoca.

PoliziaPenitenziarian.221ottobre2014

33le recensioni

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con rapidità ed efficacia in caso didisastri naturali e conflitti armati.Emerge evidente come la neutralità,l’imparzialità e la natura apoliticaconsentono al S.M.O.M. di agire comemediatore tutte le volte in cui gli Statigli si rivolgono per risolvere contrasti.Una encomiabile attività, pococonosciuta e valorizzata come invecemeriterebbe.

uesto è probabilmente uno deilibri più completi ed esaurientisui benefici penitenziari, sullesanzioni sostitutive e sui

relativi procedimenti di applicazione.Tanto se ne parla e se ne discute,spesso impropriamente, ma la materiaè assai complessa: non si possonoaccettare le sterili e demagogichechiacchiere da bar su un tema cosìserio, eppure l’approccio di molti aquesto argomenti è condizionato daignoranza (nell’accezione semanticadel termine) e, appunto, demagogia:basti pensare alle polemiche cheregolarmente esplodono in occasionedei mancati rientri di detenuti inpermesso premio, episodi che seppurgravi rappresentano una percentualedavvero minimale rispetto a coloroche fruiscono di permesso e rientranoregolarmente in cella. Questo volumeè in grado di fornire un’esauriente,dettagliata e approfondita disaminaper ogni singola fattispecie cheriguarda l’area penale esterna e lemisure alternative al carcere. Scritto aquattro mani da LeonardoDegl’Innocenti (giudice presso ilTribuna di Pisa dopo essere statoPubblico Ministero, G.I.P. e magistratodi sorveglianza) e da Francesco Faldi(magistrato di sorveglianza diFirenze), credo dunque non si possaprescindere dalla sua consultazione edalla sua lettera per avere una visionedavvero completa ed organica della

materia. I numeri attuali, alla data del15 aprile scorso, ci dicono che sonooltre 30mila le persone coinvolte inmisure alternative, lavori di pubblicautilità, misure di sicurezza nondetentive e sanzioni sostitutive. Più di11.700 in affidamento in prova aiservizi sociali (che taluni hannorecentemente scoperto di esistere inrelazione alle disavventure giudiziariedi un condannato eccellente…), oltre10.150 in detenzione domiciliare,4.800 in lavori di pubblica utilità e3.102 in libertà vigilata, tanto percitare le cifre più significative. Ma chipuò chiedere l’affidamento in prova ola semilibertà? Quali requisiti bisognaavere per accedere alla detenzionedomiciliare o al lavoro all’esterno, allesanzioni sostitutive e alla conversionedelle pene pecuriare? E, soprattutto,qual è il procedimento davanti allamagistratura di Sorveglianza? Ne “Ibenefici penitenziari” c’è proprio tutto:aggiornato alle recenti leggi 9 agosto2013, n. 94, e 21 febbraio 2014, n. 10,studiate per contrastare ilsovraffollamento penitenziario, in essotrova approfondita disamina anche larecente sentenza della Cortecostituzionale 26 febbraio 2014, n. 35,in materia di stupefacenti. Gliargomenti sono trattati con chiarezza ecompetenza e con il riferimento agliorientamenti dottrinali egiurisprudenziali più significativi e condecisioni di legittimità e merito, alcunedelle quali inedite. Si tratta, dunque, diun libro estremamente utile non soload avvocati, magistrati e studenti masoprattutto per tutti gli operatoripenitenziari, sì da auspicarne l’utilizzonei corsi di formazione edaggiornamento professionale.

econdo gli ultimi dati diAmnesty International,aggiornati a marzo 2014, sono

98 i Paesi hanno abolito la pena dimorte per ogni reato.�7 quelli che

Leonardo Degl’InnocentiFrancesco Faldi

I BENEFICI PENITENZIARI

GIUFFRE’ Edizionipagg. 553 - euro 58,00

Q

Jacques Deridda

LA PENA DI MORTE

JACA BOOK Edizionipagg. 352 - euro 30,00

S

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inviate le vostre lettere a [email protected] l’ultima pagina

ello, spassoso, appassionante.Non delude l’ultima fatica diGianni Simoni per i tipi di Tea

edizioni. È notte fonda: un’auto lanciata a granvelocità per le strade di Bresciatravolge un uomo, lasciandolosull’asfalto senza vita e dileguandosi.Sembrerebbe un triste caso diomicidio colposo con omissione disoccorso, come anche i testimoni

oculari confermerebbero, ma ilsovrintendente Armiento della Stradalenon ne è convinto. Troppi particolari fuori posto: comemai la vittima non portava documenticon sé? Perché i due testimonispariscono il giorno dopo l’incidente?Ad avvalorare i sospetti del poliziottospunta, inatteso, un terzo testimoneche, a distanza di qualche giorno,

il mondo dell’appuntato Caputo

L’informazione che aiuta a superare i muri

rovescia tutte le ipotesi avanzate fino aquel momento. Si apre così una nuova linead’indagine, per sospetto omicidiopremeditato. Competenza dellaOmicidi, dove il commissario Miceli,reintegrato nelle sue funzioni a fiancodel commissario titolare grazia Bruni,prende in mano il caso. Ma più gli inquirenti indagano, più leacque si fanno torbide, e dal passatodi vittima, testimoni e indagati emergeun pantano di tradimenti, odio,gelosie, brame di vendetta, debiti digioco e sospetti di bancarotta. Ancorauna volta determinante nella soluzionedel mistero sarà l’esperienza dell’exgiudice Petri, indispensabilecompagno di avventure e insostituibileamico per il buon Miceli.

B

H

Gianni Simoni

TROPPO TARDI PER LA VERITA’

TEA Edizionipagg. 264 - euro 12,00

di Mario Caputi eGiovanni Battista

de Blasis© 1992-2014

PoliziaPenitenziaria

n.221ottobre2014

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