Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

36
Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. DL n.353/03 conv. in Legge n.46/04 - art 1 comma 1 - Roma aut. n. 30051250-002 anno XIX n.197 luglio/agosto 2012 www.poliziapenitenziaria.it SAPPE - SINDASP : Incontro sindacale Italia -Brasile

description

Rivista ufficiale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

Transcript of Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

Page 1: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

Poste Italiane S.p.A. Sped

. in A.P. D

L n.353/03 conv. in Leg

ge n.46/04 - art 1 comma 1 - Roma aut. n. 30051250-002

anno XIX • n.197 • luglio/agosto 2012 www.poliziapenitenziaria.it

SAPPE - SINDASP :Incontro sindacale Italia -Brasile

Page 2: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197
Page 3: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

Organo Uf f iciale Nazionale del S.A.P.Pe.Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

ANNO XIX • Numero 197Luglio / Agosto 2012

Direttore Responsabile: Donato [email protected]

Direttore Editoriale: Giovanni Battista De Blasis [email protected]

Capo Redattore: Roberto [email protected]

Redazione Cronaca: Umberto Vitale

Redazione Politica: Giovanni Battista Durante

Redazione Sportiva: Lady Oscar

Progetto Grafico e impaginazione: © Mario Caputi (art director) www.mariocaputi.it“l’ appuntato Caputo” e “il mondo dell’appuntato Caputo” © 1992-2012 by Caputi & De Blasis (diritti di autore riservati)

Direzione e Redazione CentraleVia Trionfale, 79/A - 00136 Romatel. 06.3975901 r.a. - fax 06.39733669

E-mail: [email protected] Web: www.poliziapenitenziaria.it

Le Segreterie Regionali del Sappe, sono sede delle Redazioni Regionali di: Polizia Penitenziaria - S G & S

Registrazione:Tribunale di Roma n. 330 del 18.7.1994

Stampa: Romana Editrice s.r.l.Via dell’Enopolio, 37 - 00030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare: Luglio 2012

Questo Periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Il S.A.P.Pe. è il sindacato più rappresentativo del Corpo di Polizia Penitenziaria

in copertina:

Foto delle delegazioni Sappe-Sindaspdavanti al Dipartimento Penitenziario

Polizia Penitenziaria • SG&S

L’EDITORIALEBSBD, SINDASP, CESI: tutte le relazioni internazionali del SAPPEdi Donato Capece

IL COMMENTOCarceri, cosa accade nel mondodi Roberto Martinelli

L’OSSERVATORIOCarceri italiane: situazione drammatica

di Giovanni Battista Durante

CRIMINI & CRIMINALIMichel Profeta il serial killer atipico

di Pasquale Salemme

IN PRIMO PIANOIl Sappe ospita in Italia una rappresentanza del sindacato brasiliano Sindasp-SP

Chi vuole ricevere la Rivista direttamente al proprio domicilio, può farlo versando uncontributo di spedizione pari a 20,00 euro, se iscritto SAPPE, oppure di 30,00 euro se noniscritto al Sindacato, tramite il c/c postale n. 54789003 intestato a:

POLIZIA PENITENZIARIA - Società Giustizia & SicurezzaVia Trionfale, 79/A - 00136 Roma

specificando l’indirizzo, completo, dove va spedita la rivista.

Per ulteriori approfondimenti visita il sito

www.poliziapenitenziaria.it

Fotografa questo codicee leggi la rivista sul tuo cellulare

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 3

IL PULPITOL’idea di carcere del Pres. Tamburino

di Giovanni Battista De Blasis

Page 4: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

n questo numero di Polizia Peniten-ziaria si parla diffusamente di carcereall’estero.

Se ne parla in relazione alla visita in Italiadella delegazione brasiliana dei poliziottiaderenti al Sindacato SINDASP-SP (Sindi-cato dos Agentes de Segurança Peniten-ciária do Estado de São Paulo). Se ne parla nell’articolo di Roberto Marti-nelli, che ci racconta le evoluzioni peniten-ziarie a Cuba, in Algeria e Turchia. Per rimanere in tema voglio allora raccon-tare la prestigiosa, stimolante ed interessateesperienza che ho avuto il privilegio el’onore di vivere a Bruxelles lo scorso finemaggio.

Ho partecipato infatti al Consiglio della Ca-tegoria Giustizia della CESI (ConfederazioneEuropea dei Sindacati Indipendenti) dellaquale fanno parte (ed erano presenti) i col-leghi che rappresentano i Sindacati auto-nomi di Polizia di molti Paesi europei. In Europa la CESI è un interlocutore delleistituzioni europee ed in particolare dellaCommissione Europea. Emette prese di po-sizione relative soprattutto alle questioni dipolitica sociale e contribuisce, con l’ausiliodelle attività sindacali dei suoi comitati, adelaborare decisioni nel quadro della poli-

tica europea sociale e dell’occupazione. In collaborazione con l’organo di forma-zione della CESI, l’”Accademia Europa”, isindacati membri sono coinvolti nelle ul-time evoluzioni dell’Unione Europea. Nella due giorni ho dunque avuto modo diconfrontarmi con i colleghi provenienti damolti Paesi europei discutendo di giustiziae carcere, di politiche per la sicurezza so-ciale, sostenendo e rafforzando l’azionedelle autorità competenti degli Stati membrie la loro cooperazione reciproca al fine disuggerire indicazioni per prevenire e com-battere la criminalità, organizzata e non. Inquesto prestigioso contesto sono stato re-latore di un tema all’ordine del giorno nonsolo in Italia: l’uso e l’impiego del braccia-letto elettronico come soluzione al sovraf-follamento delle carceri. Ho parlato dell’esperienza italiana, dell’at-tuale emergenza penitenziaria e della spe-cificità professionale del Corpo di PoliziaPenitenziaria. Ho ricordato come, di recente, l’attuale Mi-nistro della Giustizia abbia rinverdito l’ipo-tesi di fare ricorso alla misura alternativadel braccialetto elettronico quale possibilestrumento deflattivo alla detenzione in car-cere, anche in considerazione di una ac-cresciuta affidabilità dello stesso inrelazione a progressi tecnologici riscontratiche hanno evidenziato soddisfacenti risul-tati di sicurezza rispetto agli inconvenientiverificatisi nel passato. E questo l’ho sottolineato nel contesto diuna compiuta analisi nel corso della qualeho anche ricostruito la storia del braccia-letto elettronico. Ho infine ricordato che, pur essendo anchenoi assolutamente favorevoli, al momentol’adozione dei braccialetti elettronici in Ita-lia non risulta ancora definita, sia per glielevati costi di gestione in relazione al par-ticolare critico momento, sia per riserveche tuttora persistono negli ambienti gover-

Donato CapeceDirettore ResponsabileSegretario Generale del Sappe [email protected]

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 4Polizia Penitenziaria • SG&S

nativi e giudiziari, deputati a disporre diret-tamente tale strumento di controllo alter-nativo. Si è dunque trattato di una esperienza as-solutamente interessante e stimolante, cheha confermato l’importante ruolo ricono-sciuto anche in Europa al primo Sindacatodella Polizia Penitenziaria, il SAPPE. Sono comunque convinto che dall’incontrodel Consiglio della Categoria Giustizia dellaCESI possono essere scaturiti intenti co-muni a livello europeo tali da garantire co-munque la sicurezza ed offrirecontestualmente condizioni di vita detentivapiù umane, alla stregua di politiche nazio-nali ispirate ad una omogeneizzazionedell’esecuzione della pena.•

BSBD, SINDASP, CESI: tutte le relazioni internazionali

del SAPPE

I

Page 5: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

oi del Sappe l’avevamo detto prima ancora che arrivassea Largo Daga: il Pres. Tamburino non è adatto a fare ilCapo dell’Amministrazione Penitenziaria.

Si era appena sparsa la voce di un suo probabile incarico e noireplicammo con un comunicato stampa che invitava l’Esecutivoa non decretare la nomina.Conoscevamo Tamburino come uomo di cultura, con le caratte-ristiche, però, di uno studioso del diritto nel suo aspetto filosoficotroppo lontano, a nostro parere, dal pragmatismo, dalla intra-prendenza e dalla risolutezza che sono le principali qualità chedovrebbe avere un buon Capo Dipartimento.Puntuali, come le tasse e la morte, ci ritroviamo oggi, qui, a pro-nunciare il solito, scontato “Noi l’avevamo detto!”.Bella soddisfazione ...Soddisfazione vanificata e sopraffatta dalle notizie che giungonoquotidianamente dagli istituti penitenziari; notizie che, ormai,hanno sempre più le caratteristiche di un vero e proprio bollettinodi guerra.Suicidi di detenuti - una cinquantina dall’inizio dell’anno -, suicididi colleghi – sette dall’inizio dell’anno - tentati suicidi, autolesio-nismi e aggressioni, aggressioni e ancora aggressioni...I dati sui suicidi, in particolare, sono di quelli da far tremare levene ai polsi: negli ultimi dieci anni un centinaio di agenti peni-tenziari e un migliaio di detenuti.Qualcuno smentisca che si tratta quasi di un bollettino di guerra!E poi le aggressioni. In un contesto di estremo buonismo, fondatosu ipotetici patti di responsabilità con i detenuti, il personale nellecarceri continua ad essere oggetto di aggressioni in un clima sur-riscaldato, quasi da girone dantesco.Mentre, infatti, da una parte c’è un capo del Dap che continua ateorizzare improbabili prese di coscienza da parte di una popo-lazione detenuta ristretta in condizioni di assoluta invivibilità,dall’altra parte c’è la triste ed amara realtà delle sezioni detentivedove un micidiale cocktail di sovraffollamento, afa e promiscuitàgenera attriti e tensioni che finiscono per sfociare in atti di autoed etero lesionismo.In questi ultimi giorni tre episodi mi hanno colpito in particolarmodo, sia per la loro gravità sia, soprattutto, per il fatto che avreb-bero (dovuto) potuto essere evitati.Il primo, il più grave per gli effetti provocati, è stata l’aggressionedi un assistente capo a Spoleto che ha riportato numerose frattureal volto e una prognosi di settantacinque giorni salvo complica-zioni. Per la dinamica dell’aggressione, il collega, se non fosserointervenuti altri in suo aiuto, avrebbe potuto anche perdere la vita.La seconda, altrettanto grave per le implicazioni, è stato il tentativodi aggressione con lametta da parte di un detenuto di Pisa affettoda Hiv. Quest’ultima è particolarmente allarmante perché si tratta

Giovanni Battista De BlasisDirettore Editoriale

Segretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 5Polizia Penitenziaria • SG&S

N di un detenuto che, appena dieci giorni prima, si era reso prota-gonista di una analoga aggressione al personale, ferendo 3 agentied un medico i quali, oltre alle cure del caso, per ragioni di pro-filassi hanno dovuto anche sottoporsi a lunghe terapie antiviraliper scongiurare il rischio di contagio.La terza, ultima per conseguenze ma ugual-mente allarmante, è l’aggressione subita dauna collega nel carcere di Sassari, di estremaviolenza e in una condizione di assoluta infe-riorità (l’agente era da sola in mezzo a decinedi detenute). Ebbene la collega è stata salvatadalle altre detenute che sono intervenute insuo aiuto contenendo ed immobilizzando l’ag-greditrice.Questa è la differenza tra il carcere immagi-nario del Pres. Tamburino ed il carcere reale esistente in Italia.Il Pres. Tamburino immagina (o spera) che le carceri italianesiano tutte come Rieti, come Trento o come la nuova sezione diAvellino.Il Pres. Tamburino non immagina (o non sa) che esistono altriduecento penitenziari dove la realtà è molto lontana dalle sue fan-tasie; dove ci sono brande fino a cinque livelli, dove ci sono anchedodici detenuti nella stessa cella, dove qualche volta si dorme suimaterassi in terra, dove si soffre, dove si muore e dove si è ristrettie si lavora in condizioni da terzo mondo.E’ lì che un Capo del Dap dovrebbe (deve) intervenire ... altro chesorveglianza dinamica!Il Capo del Dap, poi, ci dovrebbe spiegare come possono accadereepisodi come quello di Spoleto e che cosa bisogna fare per evitareche si ripetano.Il Capo del Dap ci deve spiegare come può essere successo cheun detenuto autore del ferimento di quattro agenti possa aver ri-petuto lo stesso gesto con le stesse modalità all’interno dello stessocarcere.Il Capo del Dap ci deve spiegare come è possibile che chi dovrebbegarantire l’ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari, alla fine,si trova ad essere soccorso dagli stessi detenuti.L’amministrazione penitenziaria non può essere governata in di-cotomia tra teoria e pratica, tra realtà ed immaginazione.Dal Pres. Tamburino, filosofia o non filosofia, pretendiamo checerti episodi non accadano più; dal Pres. Tamburino pretendiamointerventi in favore dell’incolumità e della sicurezza del personale.Se non vuole farlo o se non ne è capace, pretendiamo, allora, chese ne vada immediatamente e lasci il passo a chi può e vuole tute-lare chi rappresenta lo Stato mettendolo nelle condizioni di lavo-rare con serenità, tranquillità e senza temere per la propriaincolumità fisica e psicologica.

L’idea di carcere del Pres. Tamburino.Dicotomia tra teoria e pratica e tra realtà e immaginazione

Nella foto il Capo del DAPGiovanniTamburino

Page 6: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

a visita in Italia deicolleghi brasiliani hatestimoniato una

volta di più quale e quantaimportanza hanno per il Sin-dacato Autonomo Polizia Peni-tenziaria SAPPE le relazioniinternazionali in materia di opera-tori della sicurezza penitenziaria edesecuzione della pena. Peraltro, come ènoto, il SAPPE aderisce ad un organismointernazionale di estrema importanza qualeè il CESI ed ha tenuto nel mese di luglioscorsi un analogo incontro bilaterale con irappresentati dell’omologo sindacato auto-nomo penitenziario tedesco, il BSBD. Conoscere i sistemi di lavoro e le singolerealtà del mondo è a mio avviso importantee fondamentale per apprendere eventualinuove metodologie di lavoro. Non a caso, icolleghi brasiliani aderenti al SINDASP-SPsono stati in Italia proprio per ‘importare’nel loro Paese le peculiarità, le professio-nalità e le caratteristiche del Corpo di Poli-zia Penitenziaria e del SAPPE. E’ stato certamente utile sapere che in Bra-sile ci sono 500mila detenuti rispetto aicirca 200 milioni di abitanti: nelle carceridello Stato di San Paolo (circa 10 milionidi abitanti), dal quale proveniva la delega-zione, vi sono 200mila detenuti e 30milapoliziotti. E la riorganizzazione penitenziaria è in evo-luzione non solo in Brasile, Paese nel qualeè in discussione una proposta di legge dimodifica costituzionale che prevede ap-punto un Corpo di Polizia penitenziariastrutturato analogamente al nostro. A Cuba, ad esempio, risulterebbero esserviin carcere oltre 57mila i detenuti e di que-

sottolineato in particolare l’av-vio di programmi di riabilita-zione per i carceratinell’ambito di un piano di inve-stimenti fino al 2017 per appor-tare miglioramenti alleinfrastrutture e, più in generale,

per le condizioni di vita dei detenuti. Sempre secondo i dati forniti dal re-

gime, circa 10mila persone sono statescarcerate negli ultimi sei mesi mentre è inaumento il numero di detenuti condannatiper corruzione. Dati che i gruppi dissidenti contestano, ci-tando i tanti casi di detenuti politici mortidopo uno sciopero della fame proprio percontestare le politiche repressive del re-gime cubano e spiegando che in realtà lapopolazione carceraria si aggirerebbe trale 70 e le 100 mila unità, molti delle qualirecluse appunto per motivi politici. La si-tuazione cubana è da tempo oggetto di at-tente valutazioni da parte del Comitato Onucontro la tortura, riunitosi recentementeper verificare testimonianze di violazionicommesse dalle autorità. Anche l’Algeria ha recentemente tirato lesomme di una riforma penitenziaria che hasostanzialmente assunto, nel giro di pochianni, il profilo di una rivoluzione, puntandodecisamente, dopo l’epoca in cui il dete-nuto era un soggetto che doveva pagare pe-santemente per quel che aveva fatto, al suorecupero, al suo reinserimento nella so-cietà. L’Algeria, in questo, sembra essere unpasso avanti agli altri Paesi del nord Africa,anche se il vento di democrazia partecipatadella ‘primavera araba’, prima di varcarnele frontiere, ha perso di forza.

L

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 6Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella foto a fianco

Fidel Castro

Roberto Martinelli Capo RedattoreSegretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

sti, circa 23mila, lavorerebbero ricevendouno stipendio. Almeno secondo il regimedell’Avana, che ha diramato qualche tempofa con un dettagliato rapporto sulla popo-lazione carceraria in risposta alle accuse diabusi commessi nelle strutture penitenzia-rie dell’isola. In un articolo pubblicato daGranma, organo di stampa ufficiale, si è

Carceri,cosa accade nel mondo

Page 7: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

Come testimoniano le elezioni che, annun-ciate o temute come quelle del grande cam-biamento, hanno confermato il vecchioregime, anche se non necessariamente lasua attempata nomenklatura. Ma sulle car-ceri il Paese ha, in un certo senso, investitola propria immagine, cosciente del fatto cheesse sono, insieme, una scommessa da vin-cere o, in caso negativo, un bubbone che,esplodendo, potrebbe investire lo Stato sinnelle fondamenta. Perchè, dentro di esse, la rabbia cova pe-renne, terreno fertile per chi spande il semedella intolleranza religiosa. Le carceri alge-rine oggi hanno una popolazione di circa58 mila individui, quasi tutti giovanissimi,quasi sempre dietro le sbarre per delitticontro il patrimonio. Per circa 16 mila di loro - la percentuale sicommenta da sola - il sistema penitenziarioha previsto dei meccanismi che ne consen-tano il reinserimento nella società, conmeccanismi che tengano conto della loro

origine (in termini di classe), del loro per-corso scolastico (semmai ne hanno uno),di quelle che sono le loro attitudini e,quindi, di quel che, una volta, fuori, potreb-bero fare. L’aspetto rivoluzionario, per que-ste latitudini e per il ‘carico’ di tradizioneche i Paesi si portano dietro, è che il car-cere, da luogo di espiazione, è stato elevatoa banchina da cui possono partire le spe-ranze dei reclusi che hanno mostrato di vo-lere tornare a fare parte del mondonormale. Una scelta che lo Stato asseconda con unampio ricorso allo strumento della libertàprovvisoria, non fine a se stessa, ma mirataad attività che spianino la strada verso un

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 7Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella fotoa fiancoil PremierturcoTayyip Erdogan

lavoro degno di tale nome. Insomma, si disegna davanti al detenuto inprocinto di uscire (con tempi che non sononecessariamente brevi e fornendolo di unsostegno psicologico) un percorso che nonè agevolato, ma che intende metterlo nellemigliori condizioni per tentare non una re-denzione, ma semplicemente di restituirload una vita normale.

In quest’opera, l’Algeria, da tempo, ha chie-sto la collaborazione di esperti stranieri chearrivano, controllano, propongono e, se delcaso, bacchettano. In tutto questo lo Stato centrale dialoga conle sue strutture sul territorio, a cominciaredalle wilayas, le Province, che devono aiu-tare gli ex detenuti a muovere i primi passi,anche collaborando con loro nell’avvio dipratiche amministrative per una nuova at-tività. Un processo in cui anche la societàcivile è coinvolta veramente e fattivamente.I risultati, in imprese come queste, nonsono immediati e necessitano di tempi lun-ghi. Ma, dicono al ministero della Giustiziaalgerino, il fatto che le ricadute, le recidive,

come si chiamano in linguaggio giuridico,siano pochissime è già una vittoria. Carcerazioni preventive e arresti meno facilianche in Turchia: nell’ambito della riformagiudiziaria votata proprio in questi giornidal parlamento turco, sono stati approvatiimportanti emendamenti alla legislazione invigore, che vanno a toccare alcuni puntiparticolarmente sensibili, da anni sotto lalente di ingrandimento di Bruxelles. Per licenziare la riforma voluta dal governodi Recep Tayyip Erdogan l’assemblea ha la-vorato oltre il termine previsto per la chiu-sura estiva del parlamento, in agenda dalprimo luglio. Nel pacchetto di riforme ap-provato, per quanto riguarda la carcera-zione preventiva che in Turchia può durareanche diversi mesi o anni, questa verrà so-stituita da misure di controllo giudiziarioper tutti i reati, non più solamente perquelli che prevedono pene fino a tre anni. Altro punto molto importante della riforma,è l’introduzione di regole più vincolanti pergli ordini di arresto, con i giudici che sa-ranno obbligati a presentare giustifica-zioni concrete per i mandati d’arresto. Il quotidiano Hurriyet ha fatto notare cheproprio la discrezionalità dei giudici po-trebbe giocare un ruolo importante nell’ef-fettiva applicazione delle nuove norme. Da questa parziale e veloce disamina sem-bra dunque che il tema del carcere e del-l’esecuzione della pena è centrale in moltiPaesi del globo, tra luci ed ombre, nella co-stante dicotomia tra teoria e pratica, e conle evidenti complicazioni che una diffusa si-tuazione emergenziale determina alledonne e agli uomini addetti alla vigilanza edalla sicurezza delle strutture detentive ditutto il mondo.•

A sinistrafasi della primaveraaraba inAlgeria

Page 8: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

a situazione delle carceri è sempredrammatica, nonostante i detenutinon siano cresciuti, a seguito dei

provvedimenti che prevedono la possibilitàdi scontare in regime di detenzione domi-ciliare la parte residua della pena: gli ultimidodici mesi previsti dalla legge 199, c.d.legge Alfano, elevati a diciotto mesi dal de-creto presentato dall’attuale ministro dellaGiustizia, Paola Severino. Se non ci fossero state queste due inizia-tive i detenuti avrebbero superato la cifradi settantatremila unità, dei quali, proba-bilmente, molti dormirebbero per terra,com’è già avvenuto in passato in alcuniistituti. A ciò si aggiunge la grave carenza di orga-nico, la cui emorragia è stata contenuta conle assunzioni relative al 2011 e al 2012: bi-sogna ricordare che ogni anno perdiamoalmeno otto/novecento appartenenti alCorpo, a causa dei pensionamenti e delleesigue assunzioni, fatta eccezione, come di-cevamo, degli ultimi due anni. Infatti, l’at-tuale carenza di settemila unità è statadeterminata proprio dai pensionamenti edalle conseguenti mancate assunzioni. Problema, quello delle assunzioni, che siripresenterà con le previsioni contenute neldecreto riguardante la spending review,dove è previsto che per il triennio 2012-2014 anche i Vigili del fuoco, i Corpi di po-lizia, il sistema delle Università e gli Enti diricerca, potranno procedere al ricambiodel turn-over nella misura del 20%, del50% nell’anno 2015 ed il pieno reintegrodel personale cessato dal servizio dal 2016in poi. Ciò determinerà un risparmio di1,1miliardi.Le iniziative messe in campo dal ministroSeverino, come abbiamo sempre detto findall’inizio, vanno nella giusta direzione, so-prattutto per quanto riguarda il disegno dilegge sulle depenalizzazioni e la messa allaprova, al quale il Parlamento dovrebbedare una corsia preferenziale per appro-

degli istituti nell’ambito delle regioni, vistoil fallimento dei circuiti penitenziari. Sa-rebbe opportuno, oltre che utile, differen-ziare gli istituti in almeno tre livelli:massima sicurezza, media sicurezza e cu-stodia attenuata. Negli istituti di massima sicurezza dovreb-bero essere reclusi i detenuti più pericolosiche non sono sicuramente pochi: nelle car-ceri italiane sono detenute circa dieci milapersone appartenenti alla criminalità orga-nizzata, alle quali bisogna aggiungere i ter-roristi ed i responsabili di gravi reati controla persona. Negli istituti a custodia attenuata, invece,potrebbero essere detenute le personemeno pericolose, che hanno commessoreati che non destano grave allarme so-ciale, ovvero coloro che si trovano inun’avanzata fase trattamentale; potrebbetrattarsi di strutture filtro, nelle quali i de-tenuti accedono prima di uscire all’esterno,ovvero di usufruire di misure alternativealla detenzione. Di particolare importanza sarebbero anchele strutture a custodia attenuata per dete-nuti tossicodipendenti che, lo ricordiamo,sono il 25% del totale dei reclusi, nono-stante in Italia ci sia una legislazione moltofavorevole che consente di poter espiare lapena all’esterno, attraverso la sospensionedella pena o l’affidamento terapeutico, percoloro che hanno superato il programmadi recupero, ovvero hanno in corso un pro-gramma di recupero o a tale programmaintendano sottoporsi. Qualche esempio positivo c’è già, comel’istituto di Rimini, dove, in una piccola se-zione con sedici posti non incrementabili,negli ultimi anni sono stati recuperati circaquattrocento tossicodipendenti. Qualcosadi concreto si potrebbe fare, senza investiretante risorse, ma i dirigenti del Diparti-mento continuano a navigare a vista, nellaprobabile attesa di giungere all’isola del Gi-glio, per il consueto inchino.

varlo al più presto, magari prima dellapausa estiva.Si tratta sicuramente di una di quelle mi-sure da considerare strutturali, che sonodestinate ad incidere sull’ordinamento,modificandolo e rendendolo più adeguatoalle esigenze attuali. Si tratta di una misura sicuramente effi-cace, così come lo è stata finora per i mi-nori, poiché consente di scontareall’esterno pene brevi, fino ad un massimodi quattro anni di reclusione, con la possi-bilità di svolgere lavori socialmente utili. E’ questa un’altra modalità di esecuzionedella pena che dovrebbe essere maggior-mente incentivata: nell’ultimo anno lo svol-gimento di lavori socialmente utili èaumentato, sono infatti oltre mille e cin-quecento le persone che svolgono tale at-tività, rispetto alle poche decine degli anniprecedenti, ma comunque troppo pochiper svolgere un ruolo determinante nel si-stema dell’esecuzione penale. Il sistema penitenziario italiano, costruitosu una normativa che può comunque es-sere ancora considerata all’avanguardia,necessita evidentemente di una generaleriorganizzazione amministrativa, a comin-ciare, a nostro avviso, dalla differenziazione

L

Carceri italiane: situazione drammatica

Giovanni Battista DuranteRedazione PoliticaSegretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 8Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella fotoil Ministro

della Giustizia

Paola Severino

Page 9: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

• Prezzo• Dimensione caselle• Filtri antispam• Pop3• IMAP• SMTP autenticato• Creazione infiniti alias• Gestione rubrica da web• Webmail• Salvataggio e-mail

su server durata illimitata• nessuna sospensioneper mancato utilizzo

• Pagamento on line carta di credito/PayPal

FREEeuro 0 / anno

50 MB

PROeuro 12 / anno

100 MB

Richiedi il tuo indirizzo e-mail di PoliziaPenitenziaria.it:

[email protected]

la posta elettronica offerta a tutti gli appartenenti al Corpo, in servizio e in congedo.

Visita il sito www.poliziapenitenziaria.it per scoprire modalità e procedure per attivare il servizio.

mar

ioca

puti

.it

NOVITA’

Page 10: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

Il Sappe ospita in Italia una rappresentanza del Sindasp-SP,

sindacato brasiliano della Polizia Penitenziaria

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 10Polizia Penitenziaria • SG&S

i rafforzano e si intensificano le re-lazioni internazionali del primo Sin-dacato della Polizia Penitenziaria, il

Sappe Nella settimana dal 25 al 30 giugno scorsiè stata in Italia una delegazione degli Agentidi Polizia Penitenziaria del Brasile aderential Sindacato SINDASP-SP (Sindicato dosAgentes de Segurança Penitenciária doEstado de São Paulo) per una visita agliistituti e servizi di pena del nostro Paese.La delegazione brasiliana, guidata dal Pre-sidente SINDASP-SP Daniel Grandolfo edaccompagnata dai componenti la SegreteriaGenerale del Sappe, ha incontrato la viceCapo Dipartimento Vicario dell’Amministra-zione Penitenziaria Simonetta Matone, cheha espresso convinto apprezzamento perl’incontro bilaterale SAPPE-SINDASP ed havalorizzato le professionalità e l’operativadelle donne e degli uomini della Polizia Pe-nitenziaria italiana. In Brasile ci sono 500mila detenuti rispettoa circa 200 milioni di abitanti.

S

Nelle foto sopra

il SegretarioGenerale

Donato Capece

a fianco le delega-

zioni al completo

Nelle carceri dello Stato di San Paolo(circa 40 milioni di abitanti), dal qualeproviene la delegazione brasiliana, vi sono200mila detenuti e 30mila poliziotti. I colleghi del SINDASP-SP sono venuti inItalia perchè intendono ‘importare’ nelloro Paese le peculiarità, le professionalità

e le caratteristiche del Corpo di Polizia Pe-nitenziaria e del Sappe. Nel Paese sudamericano è infatti in discus-sione un importante provvedimento dilegge che è finalizzato alla riorganizzazionedel sistema penitenziario brasiliano e delpersonale addetto ai compiti di sicurezzae vigilanza. Nel corso della loro permanenza in Italia,i poliziotti brasiliani hanno visitato il car-cere romano di Regina Coeli, quello diRieti e la cittadella penitenziaria di Rebib-bia, il Museo Criminologico in via del Gon-falone a Roma, la Scuola di FormazioneGiovanni Falcone, il Reparto speciale delGruppo Operativo Mobile G.O.M., l’Istitutodi perfezionamento e l’Istituto Superiore diStudi Penitenziari. La visita della delegazione brasiliana seguequelle fatte nel marzo e nel luglio scorsidai colleghi tedeschi aderenti al SindacatoBSBD (Bund der Strafvollzugsbedienste-ten Deutschlands), a seguito delle qualiè stato organizzato in Veneto il Meeting

Page 11: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 11Polizia Penitenziaria • SG&S

Nelle fotoancora fasi dell’incontro

bilaterale Italia-Germania di interscambioprofessionale. Come già avvenuto con i tedeschi, anchel’incontro con i colleghi brasiliani è statoutile per conoscere i sistemi penitenziaridi altri Paesi e per ragionare sulla possibi-lità di soluzioni comuni al sovraffollamentopenitenziario, che è un problema non soloitaliano ma internazionale. Si è anche diffusamente discusso della pos-sibilità di mettere in campo delle sinergi-che strategie di intervento sull’esecuzionedella pena nei Paesi e sulle condizioni dilavoro dei poliziotti penitenziari nei rispet-tivi Stati, nel rispetto degli specifici ordina-menti. L’incontro con i colleghi del SINDASP-SPconferma ancora una volta l’importanzache per il Sindacato Autonomo Polizia Pe-nitenziaria Sappe hanno le relazioni inter-nazionali in materia di operatori dellasicurezza penitenziaria ed esecuzione dellapena. Non a caso il Sappe aderisce ad un orga-nismo internazionale di estrema impor-tanza quale è il CESI. Il nostro obiettivo, come noto, è dare vitaad una Confederazione internazionale deiSindacati autonomi della Polizia Peniten-ziaria, che possa avere ascolto e rappre-sentanza nei consessi internazionali,presso il Consiglio europeo ed i Governidei vari Paesi, e riuscire ad organizzare unConvegno mondiale sul ruolo, la professio-nalità e la funzione sociale delle Polizia Pe-nitenziarie dei vari Stati.

roberto martinelli•

Page 12: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 12Polizia Penitenziaria • SG&S

a cura di Lady OscarRedazione Sportiva

[email protected]

operatori nel business di viaggi e turismo,per i quali è previsto un introito vicino ai900 milioni. Inoltre secondo la ricerca dalnome “Realising a Golden Opportunity:Visa Europe’s London 2012 Olympic andParalympic Games Expenditure and Eco-nomic Impact Report” , realizzata in pre-visione del periodo olimpico, l’effetto deigiochi estivi non si esaurirà con la cerimo-nia di chiusura di Londra 2012, ed i bene-fici dovrebbero arrivare fino al 2015,portando ad un ritorno economico com-plessivo di oltre 6 miliardi di euro. Cosìstando le cose, si può pensare che, grazieall’indotto di cui sono una potente forzacreatrice, i giochi 2020 e la candidaturadi Roma non sarebbero dovuti forse appa-rire propriamente come un’occasione dalasciarsi sfuggire dal nostro Paese. D’ac-cordo che siamo in clima di spending re-view, ma se la previsione di spesa perinvestimenti pubblici in infrastrutture e ac-coglienza nella città eterna era stimata incirca 4,6 miliardi di euro, è pur vero che ilritorno, nella peggiore delle previsioni, nonsarebbe mai stato inferiore alla cifra di Lon-dra. Totale: 1,4 miliardi di euro di attivo...forse per Roma, contrariamente a quantoaffermato in tempi di austerity, è stata dav-vero un’occasione persa. Chi invece difficil-mente salterà i giochi olimpici dell’edizione2020 e anzi può legittimamente aspettarsi diesserci con una continua crescita degli atletida schierare giudicando già ad oggi i numeridell’edizione 2012, saranno proprio leFiamme Azzurre. E’ infatti record di pre-senze per la storia del gruppo sportivo della

Polizia Penitenziaria che a Londra contri-buirà alla spedizione azzurra con ben 23rappresentanti: evidentemente l’opera intra-presa da ormai quasi due quadrienni olim-pici per rinforzare il gruppo sportivo instrutture, dotazioni ed atleti di primissimoprofilo, continua a dare degli ottimi risultati,e la strada intrapresa è quella giusta. A Pe-chino quelli schierati furono 18, ad Atene8, a Sydney 9, ad Atlanta 11, a Barcellona 6e a Seoul (che sancì la prima partecipazionedel gruppo sportivo in una kermesse olim-pica) i presenti furono solo 3. Senza fareprevisioni sul numero di medaglie, per sca-ramanzia, vi presentiamo uno ad uno i por-tacolori della Polizia Penitenziaria interritorio d’oltremanica, sperando di poterviparlare di loro anche nel prossimo numero,quando vi racconteremo quale è stato il bot-tino finale della spedizione azzurra e delleFiamme Azzurre. A tutti, intanto, un caloroso in bocca al lupoda parte della redazione sportiva della rivista.

I campioni delle Fiamme Azzurrealle Olimpiadi di Londra

a trentesima edizione dei giochiolimpici estivi vedrà Londra comecittà ospitante per la terza volta della

sua storia. La prima si tenne nel 1908, laseconda nel 1948, quella 2012 invece,terrà banco nella Capitale britannica dal 27luglio al 12 agosto. In tutto e per tutto si ap-presterà ad essere una kermesse a cinquecerchi dei record: sono stati venduti oltreotto milioni di biglietti per le gare olimpi-che (un milione e mezzo per quelle para-limpiche), messi in commercio nel 2011ed esauritisi nel giro di due settimane.Nelle previsioni di spesa dei consumi per leOlimpiadi e le Paralimpiadi i negoziantidella City sono quelli che attendono con piùtrepidazione l’inizio delle gare, perché l’in-dotto conseguente dovrebbe portare nellecasse della città, e dei centri limitrofi, ben250 milioni di euro. A seguire poi ci sonole strutture alberghiere che ne incasse-ranno oltre 170, la terza piazza andrà in-vece ai proprietari di supermercati e negozidi generi alimentari, con un guadagno pre-visto di circa 110 milioni e quello degli

L

AldoMontanosciabolaLivornese, classe 1978,Aldo è stato oro individualeai giochi di Atene 2004, ar-gento a squadre nella stessa

edizione e bronzo a Pechino 2008. Allasua terza partecipazione ai giochi estiviè molto più di un semplice figlio d’arte:il nonno Aldo ha vinto diverse medaglieolimpiche in edizioni differenti, l’ultimaall’età di 38 anni, il papà Mario Aldo egli zii paterni, Mario Tullio, Carlo eTommaso, furono ugualmente degliolimpionici nella sciabola ed il fioretto.Anche se un infortunio all’adduttore hareso più frammentaria la preparazioneall’evento, la sua profonda esperienzapuò fare davvero la differenza in pe-dana.

Clemente Russopugilato

Il gigante di Marcianise,classe 1982, soprannomi-nato “Tatanka” come il per-sonaggio del film che hainterpretato, gareggerà sulring nella categoria al limite dei 91kg.E’ stato argento a Pechino 2008 ce-dendo l’oro solo nella finale contro ilrusso Chakhkiev, e questa è la sua terzapartecipazione olimpica dopo la primadi Atene 2004. L’obiettivo di Clemente èsalire sul podio, se possibile scrollan-dosi di dosso la delusione per quel me-tallo prezioso mancato nell’edizionecinese. Dato che il 27 luglio sarà ancheil suo trentesimo compleanno, ci augu-riamo che con quel podio voglia farsida solo un bel regalo: da dedicare cer-tamente a se stesso, ma anche alla mo-glie Laura Maddaloni (judoka di altoprofilo) e alla loro piccola Rosy.

Page 13: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 13Polizia Penitenziaria • SG&S �

Vincenzo MangiacaprepugilatoClasse 1989, cresciuto aMarcianise come il miticocompagno di nazionale Cle-mente Russo, Vincenzo ga-

reggerà a Londra nella categoria allimite dei 64 kg. E’ forte, agile e min-gherlino oggi: difficile da credere, mainiziò a praticare il pugilato perché eratroppo in carne e la famiglia cercavaun’attività utile a farlo dimagrire da pic-colino. Per lui a Londra non esiste nes-suno da temere, perché quello datemere per gli avversari sarà lui standoa ciò che ha dichiarato e: «Guai a chiosa intromettersi tra me ed il miosogno olimpico». Il suo nome di batta-glia Murzy ci ha incuriositi... Vincenzoafferma che gli è stato dato perché lui ècome la Murzett, il biscotto alle man-dorle duro fuori, ma dolcissimo dentro.

Davide UccellaritriathlonA ventuno anni Davide Uc-cellari, classe 1991, mode-nese e grande promessa detriathlon azzurro, si avvicinaall’esperienza olimpica con

la meraviglia di chi è consapevole difare un piccolo passo nella storia spor-tiva partecipando alla rassegna a cinquecerchi. Ottimo interprete di tutte e trele discipline previste (bicicletta, nuotoe corsa), soprattutto nella corsa ha di-mostrato più volte di avere i tempi giu-sti. A suo parere però la gara olimpicaavrà il maggior elemento di variabilitànella prova di nuoto, a causa delle quasicertamente basse temperature dell’ac-qua nordica. Eventualmente bisogneràaffidarsi alle mute e alla sua tempra dacampioncino.

MicheleSantucci

nuoto: 4x100Atleta di Castiglionfiorentino, classe1989. Dal 2008 ha iniziato a lavoraresodo per avere i tempi giusti necessariad essere presente a Londra 2012, ealla fine, meritatamente, Michele è riu-scito pienamente a conquistarsi ilposto in nazionale. Il suo obiettivo saràquello di far bene con la squadra, già4° agli ultimi mondiali di Shangai in-sieme a Dotto, Orsi e Magnini. Se pos-sibile, tra gli obiettivi olimpici che si èposto, vorrebbe poter arrivare a dispu-tare la finale olimpica perché lì, ha di-chiarato che tutto può succedere,anche se in vasca hai la Russia, gli Usae l’Australia.

Ilaria Bianchinuoto: 100m farfallaNuotatrice di Castel San Pietroterme, classe 1990, Ilaria non hamai avuto il mito sportivo da imitare, anzinon ha mai neppure pensato, prima dellapartecipazione a Pechino 2008, di poter es-sere anche lei un’atleta di livello olimpico.Quella di Londra sarà emotivamente par-lando, un’esperienza più semplice da affron-tare, perché, forte dell’esperienza cinese,dice di essere più preparata a ciò che rap-presenterà l’essere presente lì. Potendo sce-gliere un obiettivo vorrebbe poter entrarenelle prime dieci anche se è consapevole delfatto che non sarà un’impresa semplice.

Elena Morettijudo: 48 kg

L’atleta super leggera del judo azzurro,bresciana classe 1987, nei 48 kg puògiocarsi una medaglia fortemente allasua portata per ciò che ha dimostratonelle gare di avvicinamento alla garaolimpica. Ciò è vero nonostante nelledichiarazioni precedenti alla partenzaElena abbia affermato solo di voler fardi voler far bene, salendo e scendendodal tatami senza rimpianti. Tra i vari ri-sultati internazionali di prestigio a cuiha partecipato tutto il gotha mondialedella disciplina, e dove la nostra atletaha conquistato delle ottime medaglie,basta ricordare che nel 2012 Elena èstata medaglia di bronzo ad Almaty(KAZ) World Masters, nel 2011 oroalla World Cup di Roma, così comeugualmente il bronzo lo ha conqui-stato a Mosca (RUS) e a Baku (AZE).

Francesco Faraldojudo: 66 kg

Solo dopo aver assistito allagrande festa in diretta da Syd-ney 2000 per l’oro dell’atletacampano Pino Maddaloni, il suo idolo spor-tivamente parlando, Francesco Faraldo,classe 1982, validissimo judoka delleFiamme Azzurre, ha iniziato a credere dipoter essere anche lui un possibile protago-nista dei giochi in un giorno non troppo lon-tano. A Londra troverà in categoria circatrenta atleti che vogliono inseguire i tre postisul podio: tutto potrà accadere ma lui saliràsul tatami per combattere con l’idea di an-dare a vincere, con determinazione e tantaintelligenza sportiva.

Matteo Betti scherma in carrozzinaClasse 1985, sensese, Matteo a causa di un’emorragia cerebrale subita allanascita ha avuto un’emiparesi che gli impedisce l’uso della mano destra:da bambino ha iniziato a tirare di scherma in piedi, nel 1991, scoprendosolo nel 2005 la versione in carrozzina in cui ben presto si è dimostrato unfuoriclasse. Vuole evitare di fare pronostici sul suo risultato, ma si puòsenza dubbio affermare che in assoluto della spedizione azzurra Matteo, alla

sua seconda esperienza olimpica dopo Pechino 2008, dove ha probabilmente pagatotroppo la tensione dell’esordio, ad oggi a Londra rappresenta la più concreta pos-sibilità di medaglia nella sua categoria.

Brenda Spazianituffi

Classe 1984, tuffatrice delleFiamme Azzurre dopo unpassato alla prestigiosa so-cietà canottieri Aniene, Brenda si è avvici-nata piuttosto tardi alla disciplina per laquale a Londra rappresenterà i colori az-zurri: il suo passato agonistico, fino ai 15anni, è stato impegnato nella ginnastica ar-tistica e oggi, quando tutti la davano ormaiquasi per finita in prospettiva di una parte-cipazione a cinque cerchi, a 28 anni, l’atletadi Frosinone, è invece riuscita a staccare ilpass per la gara sulla piattaforma dei 10metri. Ciò è stato possibile grazie al terzoposto ottenuto nella prova di ripescaggi dellaCoppa del Mondo svoltasi proprio a Londra.

Page 14: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 14Polizia Penitenziaria • SG&S

Romana, classe 1986, a Lon-dra si appresterà a vivere lasua prima partecipazioneolimpica. Arrivata alla con-

sapevolezza solo da maggiorenne chelo sport che praticava da bambina(comprendente scherma, tiro con la pi-stola, corsa, nuoto ed equitazione) po-teva darle tante soddisfazioniagonistiche se avesse incominciato adinseguirle con impegno e convinzione,arriverà ai giochi con la voglia di farbene e di divertirsi il più possibile, sulrisultato, anche lei nelle dichiarazioniprima della partenza anche lei non si èsbilanciata.

AgneseAllegrini

badmintonClasse 1982, ori-ginaria di Vigna-nello, Agnese è la prima italiana nellastoria della disciplina ad accedere aigiochi olimpici. Dopo le sfortunatequalificazioni per i giochi di Sydney edAtene, in cui ha mancato l’obiettivo dipochissimo, e la prova di Pechino incui non è riuscita a far valere piena-mente la sua abilità, Agnese è a Londraintenzionata a far bene e a fronteggiarela dura concorrenza delle rappresen-tanti dei paesi nordici, sicuramentepresenti al gran completo all’evento acinque cerchi. Stavolta però, con laconsapevolezza e l’esperienza maturataquattro anni fa, ha dichiarato di nonvolersi far sopraffare dalla tensione, edi puntare a vincere come persona in-nanzitutto, superando i suoi limitianche grazie alla meditazione che datempo pratica con un esperto maestroindiano.

Siciliana di Palermoma residente a Ba-gheria, classe 1980,campionessa europea

2010, Anna Incerti è alla sua secondapartecipazione olimpica dopo pe-chino 2008. Sarà impegnata nellamaratona di Londra dopo il ritiropreolimpico di S. Moritz da cui haavuto buone sensazioni sul suo statodi forma, consapevole che dovrà do-sare le energie ed utilizzare tutta lasue esperienza per leggere la com-petizione e fronteggiare la concor-renza delle fortissime russe, delleetiopi e delle keniote.

Claudia Cesarinipentathlon moderno

Anna Incertimaratona

Chiara Rosagetto del peso

Classe 1983, originaria diCamposampiero, è stata tre-dicesima a Pechino 2008 edopo il recentissimo bronzoai campionati europei di

Helsinki grazie ad una misura di18,47m, che è stato anche la sua primamedaglia internazionale in una compe-tizione continentale, ed i dieci titoli ita-liani assoluti vinti in carriera, siappresta a vivere un’edizione olimpicacon l’obiettivo di rientrare tra le primeotto finaliste. Germania, Cina, Russia,Bielorussia e la neozelandese ValerieAdams (campionessa mondiale e olim-pica in carica), si contenderanno ilposto sul podio anche se, come il ci-clone Rosa ha dichiarato, la gara olim-pica è una gara a sé e tutto puòaccadere pur nella consapevolezza deilimiti e delle possibilità di ognuna dellepresenti.

Eleonora Giorgi

20 km marciaMilanese, nata il 14 settembre 1989,con Londra, che una delle sue città pre-ferite, vivrà la sua prima esperienzaolimpica.La preparazione è stata buona, molti iraduni in quota di avvicinamento al-l’evento le hanno dato delle buone sen-sazioni sul suo stato di forma. Mal’obiettivo olimpico di Eleonora sarà in-nanzitutto, se possibile, quello di ab-bassare i tempi del suo personalefermo a 1h 31’ 18 “ e magari al tra-guardo rientrare nel gruppetto delleprime 15 classificate perché quellodelle contendenti dei posti sui gradinidel podio sarà difficile da avvicinare, eprobabilmente in fuga sin dalle primefasi. Tra le bestie nere della sua compe-tizione ci sarà la russa Kaniskina, cam-pionessa olimpica in carica e tre volteoro mondiale nella 20 km di marcia.

Maratoneta di Cles (Trento), classe 1967, Walter si appresta a vivere la suaseconda esperienza a cinque cerchi dopo il bronzo conquistato a Pechino2008, unico paralimpico dell’atletica azzurra a portare a casa la medaglia.Non devono ingannare i suoi 45 anni, dopo i lunghi periodi di raduno inquota, arriverà a Londra in ottime condizioni fisiche e con le idee moltochiare: il suo obiettivo è quello di vincere l’oro che vorrebbe poter dedicarea se stesso, al Comitato Paralimpico e alle Fiamme Azzurre.

Walter Endrizzi maratona paralimpica

Massimo Dighevela paralimpica

(Sonar)

Nato ad Iseo nel marzo 1976,Massimo si è avvicinato allasua disciplina piuttosto tardi,a 31 anni, per curiosità nei confrontidella disciplina che veniva praticata inun circolo sul lago d’Iseo con l’associa-zione Disvela. Nel 2008 ha iniziato apartecipare a qualche regata e nel 2009ha gareggiato in tutto il circuito italianodella classe e, ai Campionati Mondialidi Atene, ha concluso in 20a posizione.A Novembre 2009 è entrato a far partedell’equipaggio del Progetto Sonardella Canottieri Garda Salò per cercaredi ottenere la qualificazione alle Olim-piadi di Londra 2012, e ottenuta poi nel2010 grazie ad un’ottava posizione aiCampionati Mondiali di Medemblik.Per la gara di Londra l’obiettivo, in-sieme al resto dell’equipaggio compo-sto da due veterani dei giochi comePaola Protopapa (oro olimpico a Pe-chino 2008 nel canottaggio ) e AntonioSquizzato, è di riuscire a conquistareuna posizione più avanti possibile nellaclassifica, mettendo a frutto tutto il la-voro intrapreso insieme.

Page 15: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 15Polizia Penitenziaria • SG&S

Elisabetta Mijno, atleta di Moncaliericlasse 1986, è alla sua seconda parteci-pazione olimpica nel tiro con l’arcodopo Pechino 2008. Attualmente l’ar-ciera delle Fiamme Azzurre, capace dicollezionare oltre venti titoli tricolore tracompetizioni assolute e di categoria, èanche una studentessa di medicina echirurgia in barba a chi crede che ad uncerto punto dell’esistenza si debba fareuna scelta di campo tra la pratica dellosport di alto profilo e lo studio. Relati-vamente all’evento che la vedrà impe-gnata a Londra si è posta l’obiettivo diesprimersi al meglio delle sue possibilitàperché tutto può accadere, e, a volte -sostiene lei- il non sentirsi addossotroppe responsabilità in una competi-zione come quella olimpica può pagaremolto.

ElisabettaMijnoarco paralimpico

lberto Simonelli, bergamascoclasse ‘67, aveva 25 anniquando in piena notte si è ac-corto della paralisi improv-visa degli arti inferiori. Da

allora, è cominciato il suo percorso percercare le cause, i possibili rimedi. Iltiro con l’arco compound, è diventato lasua riabilitazione in ospedale e la suapassione dopo una lunghissima de-genza. Alla prima convocazione azzurraottenuta per i campionati europei diSpello, nel 1997, Alberto è riuscito aconquistare subito l’oro, e ugualmenteprimo è stato al mondiale dell’anno suc-cessivo a Stoke-on-Trent. Il suo obiet-tivo, dopo i primi importanti successiinternazionali, furono subito le pralim-piadi. Già olimpionico ed argento a Pe-chino 2008 nella prima edizione in cuiil compound è diventato una disciplinaolimpica, a Londra tenterà la corsa perl’oro, magari incontrando, proprionell’edizione dei giochi casalinga, il bri-tannico John Stubbs che per 116 a 111gli ha negato il gradino più alto delpodio in terra cinese.

Alberto Simonelliarco paralimpico

Silvia Salislancio delmartello

Monia Baccailleciclismo su strada

TatianaGuderzociclismo su strada

Giovanni Pellielotiro a volo

Monia Baccaile,atleta di Mar-sciano (Perugia), classe 1984, in car-riera vanta due titoli nazionali sustrada e dieci su pista. Già molte volte in maglia azzurra, nel2011 a Copenaghen ai campionati delmondo ha contribuito al successo del-l’azzurra iridata Giorgia Bronzini ed aLondra si appresta a vivere la suaprima partecipazione in carriera aigiochi assieme all’esperta compagnaTatiana Guderzo. Amante dei percorsi che le consen-tono di esprimere le sue doti agonisti-che in volata, Monia sostiene che leosservate speciali della gara dovrannoessere l’inossidabile Marianne Vos e lapadrona di casa nonché campionessaolimpica in carica, Nicole Cooke.

Silvia Salis, genovese,nata nel settembre1985 e cresciuta nelCus Genova, andrà aLondra, la sua secondaolimpiade, anche e soprattutto per ri-scattare la prova di Pechino 2008, chefu una grande delusione. Pur giustificata dalla giovane età, Silviainfatti in terra cinese si fermò a soli62,28 metri, classificandosi al quaranta-duesimo posto. Fare meglio sarà facile e la bellissimaagonista del settore atletica. L’obiettivopersonale che si è posta sarà raggiun-gere la finale, la misura non conta af-fatto. Agli ultimi campionati assoluti di Bres-sanone di luglio, Silvia ha fatto registrareuna buona misura: 70.18m, che la hadato sicurezza e maggiori motivazioni

Giovanni (Jhonny) Pellielo,vercellese, classe 1970, è statovincitore di tre medaglie olim-piche individuali (due argenti ed unbronzo), di 10 titoli mondiali (3 indivi-duali) e 10 titoli europei (2 individuali).Quella di Londra sarà la sua sesta parte-cipazione olimpica, l’occasione per ag-giungere il metallo che manca al suopalmarès a cinque cerchi da far invidiaa chiunque. Animato dalla sua caratteri-stica saggezza e da senso della misura, ilcampione delle Fiamme Azzurre, insi-gnito del prestigioso Discobolo della Mo-rale dal cardinal Ruini per le sue elevatedoti umane e spirituali, ritiene che nonsi debba considerare la vittoria sportivacome la svolta della vita: esserci per luisignifica “andare a fare” ma non neces-sariamente dover vincere ad ogni costo.Nonostante ciò sappiamo che per farbene metterà in gara tutto se stesso.

La campionessa di Marostica, classe1984, tra i tanti risultati in azzurro èstata medaglia di bronzo nella corsain linea ai Giochi Olimpici di Pechino2008 e campionessa del mondo, sem-pre nella corsa in linea, a Mendrisio2009. Tatiana prenderà parte anche alla cro-nometro olimpica e con Londra di-sputerà la sua terza partecipazione aigiochi dopo Atene 2004 e Pechino2008 in cui ha gareggiato sia nellagara in linea, sia in quella a cronome-tro e dove ha guadagnato, con unaprova in linea determinata ed intelli-gente, quel bronzo prezioso che èstato anche una delle prime medagliedell’intera spedizione azzurra in Cina.

Page 16: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

l SAPPE ha partecipato dall’11 al 13luglio scorsi, a Montegrotto Terme(PD) al 2° Meeting di interscambio

professionale con la delegazione del Sinda-cato tedesco BSBD - Bund der Strafvollzug-sbediensteten Deutschlands. Il Meeting nato dai rapporti intercorsinegli ultimi anni tra il SAPPE e il BSBD esi è prefisso di individuare, fatte salve leprerogative ordinamentali dei rispettiviPaesi, soluzioni al comune problema delsovraffollamento penitenziario, problemanon solo italiano e tedesco ma europeo,per avere, in ambito comunitario, unaquanto più possibile omologazione dei si-stemi giudiziari e penitenziari dei variPaesi aderenti.L’incontro è servito anche per mettere incampo delle sinergiche strategie di inter-

tegia sindacale che saranno svolte dalle Se-greterie Generali del SAPPE e del BSBD neiprossimi mesi. Nel corso del meeting, i gruppi di lavorotecnici hanno provveduto ad elaborare ilprofilo professionale del poliziotto peniten-ziario europeo, con particolare riferimentoalla formazione ed all’aggiornamento pro-fessionali, e a definire comuni e sinergicheazioni sindacali nei rispettivi Paesi.

vento sull’esecuzione della pena nei Paesieuropei e sulle condizioni di lavoro dei po-liziotti penitenziari nei rispettivi Stati. Si è dunque trattato di un importante mo-mento di confronto, di analisi e di studiodel sistema penitenziario nazionale e tede-sco nonchè di studio delle iniziative di stra-

I

Secondo meeting bilaterale con i colleghi tedeschi del sindacato BSBD

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 16Polizia Penitenziaria • SG&S

Nelle fotol’incontro

Page 17: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

• assistenza legale nel relativo procedimento amministrativo;•assistenza nella fase giudiziale contro il relativo provvedimento negativo;• compenso professionale convenzionato.

in materia di PENSIONE PRIVILEGIATAper il personale cessato dal servizio e/o i superstitiL’assistenza interessa:• il personale collocato in congedo senza diritto a pensione o con pensioneordinaria che possa ancora chiedere il riconoscimento della dipendenzada causa di servizio di infermità o lesioni riferibili al servizio stesso e laconseguente pensione privilegiata;• il personale collocato in congedo senza diritto a pensione o con pensioneordinaria, al quale sia stata negata la pensione privilegiata per non dipen-denza da causa di servizio di infermità e lesioni o per non ascrivibilità dellestesse;• il personale cessato per inidoneità dal ruolo della Polizia Penitenziaria,già transitato o che debba transitare ai ruoli civili della stessa amministra-zione o di altre amministrazioni, ai fini della concessione della pensioneprivilegiata per il servizio prestato nella polizia Penitenziaria;• il personale deceduto in servizio, ai fini della pensione indiretta privile-giata ai superstiti e di ogni altro beneficio previsto a favore degli stessi;• il personale già titolare di pensione privilegiata deceduto a causa dellemedesime infermità pensionate, ai fini dei conseguimenti spettanti ai su-perstiti.L’assistenza comprende:• esame gratuito, legale e medico legale, del fondamento della domandaper la concessione della pensione privilegiata anche per i transitati al ruolocivile;• valutazione gratuita, legale e medico legale, del fondamento del ricorsocontro il provvedimento negativo della pensione privilegiata;• valutazione gratuita, legale e medico legale, delle pensioni indirette e diriversibilità ai fini del trattamento privilegiato e dell’importo pensionisticoliquidato;• assistenza nella relativa fase amministrativa e nella fase giudiziale controil provvedimento pensionistico negativo;• compenso professionale convenzionato.

PER BENEFICIARE DELLA CONVENZIONE Gli iscritti al Sappe possono:• rivolgersi alla Segreterie Sappe di appartenenza;• rivolgersi agli avvocati Guerra presso le sedi degli studi di Roma (via Ma-gnagrecia n.95, tel. 06.88812297), Palermo (via Marchese di Villabiancan.82, tel.091.8601104), Tolentino - MC (Galleria Europa n.14, tel.0733.968857) e Ancona (Corso Mazzini n.78, tel. 071.54951);• visitare il sito www.avvocatoguerra.it

La convenzione Sappe/Studio Legale GuerraPer rispondere ad una richiesta sempre più pressante dei propri iscritti,il Sappe ha stipulato una convenzione con lo Studio Legale AssociatoGuerra, come partner legale in materia previdenziale.

Lo Studio Legale Associato Guerra è specializzato in materia di diritto pen-sionistico pubblico, civile e militare.

La convenzione tra il Sappe e lo Studio Legale Associato Guerra comprende • la causa di servizio e benefici connessi;• le idoneità al servizio e provvedimenti connessi:• i benefici alle vittime del dovere;• la pensione privilegiata (diretta, indiretta e di riversibilità) e gli assegniaccessori su pensioni direttte e di riversibilità.

La consulenza si avvale di eccellenti medici esperti di settore, collaboratoridell Studio Guerra, in grado di assistere l’interessato anche nel corso dellevisite mediche collegiali in sede amministrativa e giudiziaria.In particolare, attraverso lo Studio Legale Associato Guerra , il Sappe ga-rantisce ai propri iscritti:

in materia di CAUSA DI SERVIZIO• valutazione gratuita, legale e medico legale, del fondamento della do-manda per il riconoscimento della causa di servizio anche ai fini dell’equoindennizzo;• assistenza legale nella fase amministrativa;• valutazione gratuita, legale e medico legale, del fondamento del ricorsocontro il provvedimento negativo di riconoscimento della causa di servizioe del’equo indennizzo;• assistenza legale nella fase giudiziale dinanzi alle competenti Sedi Giu-risdizionali;• compenso professionale convenzionato.

in materia di INIDONEITA’ AL SERVIZIO• valutazione legale e medico legale delle infermità oggetto di accerta-mento della idoneità al servizio, per la scelta strategica delle azioni da pro-muovere secondo gli obiettivi che intende raggiungere l’interessato;• assistenza legale nel relativo procedimento amministrativo;•assistenza nella fase giudiziale contro il provvedimento amministrativo;• assistenza amministrativa e giurisdizionale contro il provvedimento ditrensito;• compenso professionale convenzionato.

in materia di VITTIME DEL DOVERE• valutazione gratuita per l’accertamento della sussistenza delle condizionidi legge richieste per il diritto ai benefici previsti a favore delle vittime deldovere;

Page 18: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

aro collega, sono un ass. capo in servizio in Piemonte dacirca 28 anni e mezzo, da un anno sono in convale-scenza per “stato ansioso depressivo con disturbo del-

l’adattamento”. Credo di essere già in riduzione stipendioavendo superato da poco i 365 gg continuativi, e i primi di lu-glio devo tornare alla CMO e ho il sentore che questa sia l’ultimavolta, che sicuramente mi dichiarerà inidoneo in via perma-nente al servizio d’istituto, e mi proporrà per il ruolo civile.Questa opzione, non credo faccia per me, sono nato con la di-visa addosso ( a 19 anni) e vorrei “morire” sempre con la di-visa addosso. Ora di anni ne ho 49 ( a settembre) e la causa diservizio è stata anche questa “ non dipendente”. Ormai tuttele cause di servizio sono rigorosamente non dipendenti. Non èdipendente la sinusite purulenta, non lo è l’ipertiroidismo, nonlo è la depressione, non lo sarà la periartrite quando rispon-deranno. Il comitato con diciture a volte molto fantasiose ( seper esempio uno di noi cadesse dal muro di cinta.... « e va bèpoteva succedere a chiunque e poi lei era predisposto genetica-mente”??????.») respinge ogni sorta di riconoscimento. Quindi,mi stavo chiedendo e spero che tu mi possa aiutare, conside-rato che ho anche un anno di militare già inquadrato e riscat-tato e 5 quinquenni INPDAP c.s. ( quindi in tot. ho 34,5 annidi contributi) se questi mi congedano, alla luce delle riformedel governo tecnico, avrò diritto a un minimo di pensione? Oresterò senza stipendio e senza pensione?La depressione è nata nel 2009, a seguito di mobbing che si èprolungato nel tempo, fatto di un lungo periodo di demansio-namento ingiustificato, cazziatoni in pubblico da parte di as-sistenti sociali (ero distaccato c/o UEPE) questi assistentisociali erano direttore e vice direttore quindi funzionalmentemiei superiori. Poi sono seguiti rapporti disciplinari e ridu-zioni di paga. Poi è arrivata una denuncia. Poi è arrivato l’ab-bassamento della classifica, mai successo in tutti questi annidi servizio. Poi qualche mente eccelsa, ha fatto bloccare il con-corso da Vice Isp. dove avevo superato la prima prova con un8. Poi all’uepe, mi hanno tolto ogni mansione, costringendomia fare la bella statuina in ufficio. A volte mandavano fuori conla macchina un civile, a costo di bloccare l’ufficio perchè spessoquesto civile era un centralinista, oppure collaborava con lasegreteria tecnica, che affondava sotto la mole di carte da “sbri-gare”. Poi dopo tante telefonate e fax e mail, al PRAP di Torino,sono riusciti a farmi revocare il distacco e tornare in Istituto.Sono riusciti a farlo nonostante fossi membro provinciale delsindacato. Arrivato in carcere credevo di potermi buttare tuttoalle spalle e ricominciare daccapo. Ma mi ero sbagliato: molticolleghi hanno preso a punzecchiarmi, ad offendere, a sfottere,

C

Diritto a pensionein caso di riforma

Giovanni [email protected]

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 18Polizia Penitenziaria • SG&S

qualche volte anche con insulti «beato te che non capisci uncazzo». Gente con cui si è condivisa una camera, si è condivisoun mezzo di servizio per tanti anni, con cui si sono superatitanti momenti difficili, con cui si sono svolti decine e decinedi tornei di calcio, di gare podistiche. All’improvviso, dopo 4anni e mezzo di distacco per altro l’uepe è a 2 km dall’istituto,quindi anche di sfuggita, ci si vedeva e ci si salutava; mi face-vano sentire un corpo estraneo. Anche qui in carcere ho co-minciato ad avere rapporti disciplinari, soprattutto da una exvigilatrice, che nel frattempo, per titoli, è passata vice sovrin-tendente, anche due ispettori, di cui uno era agente come menegli anni 80, nel mio stesso Istituto, hanno cominciato a “pe-starmi i piedi”. Di conseguenza ho iniziato a frequentare dot-tori e farmacie. Mi piacerebbe sapere, magari tramite la miamail se stò rischiando seriamente di restare senza stipendio epensione. A livello locale mi danno sempre risposte evasive epoco chiare. di che morte devo morire???? Ti ringrazio per unatua gentile risposta e ti auguro buon lavoro.

Caro collega, in primis mi preme rassicurarti circa il diritto allapensione e al trattamento di fine servizio a seguito di eventuale ri-forma. I recenti interventi legislativi nulla hanno innovato perquanto concerne l’anzianità contributiva richiesta in caso di di-spensa dal servizio per infermità assoluta e permanente a qualsiasiproficuo lavoro (pari o superiore ad anni 14, mesi 11 e giorni16), per inabilità assoluta ai sensi dell’art. 2, comma 12, dellalegge 335/1995.Sicuramente, non sarà una pensione elevata, inoltre, la quota re-lativa alle anzianità maturate a decorrere dal 1.1.2012 è calcolatasecondo il sistema contributivo, con il criterio del pro-rata1. Per-tanto, anche il personale del Corpo di Polizia Penitenziaria, in pos-sesso di diciotto o più anni di contribuzione al 31.12.1995, èdestinatario di un tipo di calcolo di tipo misto: retributivo fino al31.12.2011 e contributivo dal 1.1.2012. Tuttavia, sono state intro-dotte considerevoli novità in materia di modalità di corresponsionedel trattamento di fine servizio, ai sensi dell’art. 1, commi 22 e 23,della legge 148/2011. I termini per la liquidazione delle presta-zioni sono: 1052 giorni (15 giorni per l’Amministrazione e 90 perl’ente previdenziale) in caso di cessazione dal servizio per inabilità. Rispetto alla questione della decurtazione dello stipendio del 50%dal tredicesimo mese (sospensione di qualsiasi emolumento dopoil diciottesimo mese), l’Amministrazione non può ridurre lo sti-pendio, se hai avanzato richiesta di causa di servizio, anche se, incaso di mancato riconoscimento della dipendenza da causa di ser-vizio le somme non spettanti saranno recuperate, ai sensi delcomma 4 del’l’art. 16 del D.P.R. 52/2009.Spero di aver risposto ai tuoi dubbi.

Riferimenti: Circolare DAP n. 3636/6086 del 07.05.2012;Circolare DAP n. 2851 del 14/07/2009.1 Art. 24, comma 2, della legge 214/2011.2 Decorso detto periodo sono dovuti gli interessi.

Page 19: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

n uomo sta passeggiando lungo lariva di un fiume, quando si accorgeche c’è una persona che sta affo-

gando, lottando inutilmente contro le ra-pide. Improvvisamente si avvede chedall’altra parte della riva un pescatore si ènel frattempo tuffato in acqua nel generosotentativo di raggiungere il disgraziato chesta affogando: con fatica riesce ad agguan-tarlo e a trascinarlo a terra, ove gli praticala respirazione bocca a bocca, salvandolo.Ma dopo pochi minuti si ripete una situa-zione analoga: un altro uomo rischia disoccombere nel fiume e il medesimo pe-scatore si getta in suo aiuto e ancora unavolta riesce nel suo eroico intento.Ma in breve di nuovo la situazione si ripete,una due tre volte ancora, fino a quando ilpescatore, di fronte ad un altro in pericolodi vita, invece di buttarsi in acqua cominciaa correre risalendo la corrente del fiume.Stupito, lo spettatore lo ferma chiedendogli:«Ma che stai facendo? Perché non cerchidi salvare quel disgraziato come hai fattocon gli altri?»«Questa volta - risponde il pescatore - vo-glio andare a vedere chi diavolo getta inacqua questi uomini»La storia di Saul Alinsky rappresenta in ma-niera plastica la frustrazione di quanti lavo-rano nel mondo dell’emarginazionerimettendo in discussione, ogni giorno, ilproprio lavoro di fronte alle poche vittorieed alle tante sconfitte. La cosa è ancor più evidente nel carcere,che ogni tanto esce dalle nebbie che lo cir-condano per finire sotto i riflettori.Lo vediamo in questi giorni con gli spazisulla stampa occupati dal problema del so-vraffollamento. Dubito che qualche gruppopolitico assuma disinvoltamente la paternitàdi un provvedimento clemenziale, notoria-mente sgradito alla maggior parte dell’elet-torato poco sensibile ai rumori delcarcere. Di segnali concreti, a chi vive nelcarcere di qua o al di là delle sbarre, nonne arrivano molti mentre l’arrivo quoti-diano di centinaia e centinaia di arrestati èun dato reale e statistico.

maggiori investimenti in termini di risorseumane e finanziarie per rendere decorosele nostre strutture penitenziarie. Per chi ci lavora è ormai abituale vedere uncarcere rattoppato a causa di una disatten-zione storica ed invero politicamente tra-sversale. Da sempre si fanno i conti dellaserva con un bilancio che a stento e maleassicura la gestione del quotidiano. L’emergenza finanziaria che caratterizza ilPaese non consente di aspettarsi di più peril carcere. Ma allora non bisogna aspettarsi di più dalcarcere, questo mondo oscuro che, comeuna discarica, periodicamente si pensa dibonificare con soluzioni tampone. Per lefunzioni di questa istituzione va preso inconsiderazione un investimento continuoperché un carcere solo custodiale è un car-cere violento e continuerà a restituire cit-tadini violenti in un processo di reciprocairreversibile autoalimentazione che ne ac-centua il fallimento.

Un carcere a dimensione d’uomo, invece,non è una contraddizione in termini, ma èun luogo in cui la società tenta doverosa-mente un investimento sull’uomo, sapendoin ogni caso che non è possibile radiogra-fare la mente umana e quindi a volte puòesserci un prezzo da pagare. In tal caso bisognerebbe ricordare, conDon Gelmini, che fa più rumore un alberoche cade che cento alberi che crescono.Questo il dilemma. Basta scegliere, come ilpescatore di Alinsky: o si nuota tutti insiemeper salvare il maggior numero di quelli cheaffogherebbero o si va sul ponte a vederlibuttar giù.

* Avvocato, già Dirigente dell’Amministrazione Penitenziaria

Oltre il 50% dei detenuti sono in custodiacautelare, le presenze sono oltre 67.600(al 31 marzo 2012) su 45.320 posti lettodisponibili, tanto che si è pensato anchedi riaprire i penitenziari dismessi delleisole ignorando che non c’è assoluta-mente possibilità di farlo per mancanza dipersonale.L’esperienza del passato - anche quelladell’ultimo indulto del 2006 - ci ha inse-gnato che, a legislazione o giurisprudenzaimmutata, nello spazio di un paio d’anni ilproblema del sovraffollamento si ripro-pone nella sua drammaticità. Molti indultati, infatti, sono ritornati incarcere, per naturale predisposizione a vio-lare disinvoltamente le leggi alla ricerca diuna vita più facile o per scelte condizionatedall’impossibilità di rientrare in una societàche apre periodicamente le porte del car-cere ma, una volta fuori, chiude disinvol-tamente quelle dell’accoglienza e dell’aiutoal reinserimento.D’altra parte approvare un’amnistia è pra-ticamente impossibile visto che è necessa-ria una maggioranza qualificata dei dueterzi dei componenti di ciascuna Camera e,con le divisioni esistenti tra i partiti, la cosasembra allo stato utopistica.Il tema carcere per alcuni diventa merceelettorale, anche se dietro la demagogia,dietro le quinte dei convegni e dei dibattititelevisivi, c’è il destino di oltre 67.000 de-tenuti giornalmente residenti cui si aggiun-gono i drammi di altrettante famiglie. Senzacontare che in un anno sono quasi 100.000i pendolari del carcere o quelli che sog-giornano per pochi giorni o ore nei peni-tenziari. Sono solito paragonare le carceri ad unagigantesca pentola a pressione che nessunopuò pensare di scoprire all’improvvisodopo aver tenuto per anni il fuoco accesoed il coperchio chiuso per non sentirne lapuzza. Ne sono convinto anche se è indubbio chevi è una costante ed insanabile contraddi-zione tra una sacrosanta esigenza di sicu-rezza che sale dal Paese e la necessità di

U

Carceri: l’uomo del fiume

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 19Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella fotosalvataggio

Aldo Maturo *[email protected]

Page 20: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

a cura di Ciro BorrelliCoordinatore Nazionale Sappe Minori per la [email protected]

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 20Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella fotoCaterinaChinnici

Caterina Chinnici èil nuovo Capo del Dipartimento

per la Giustizia Minorilel 5 Luglio 2012, a circa quat-tro mesi dalle dimissioni delladott.ssa Manuela Romei Pa-

setti, il Ministro della Giustizia,Paola Severino, ha nominato ladott.ssa Caterina Chinnici alla dire-zione del Dipartimento per la Giu-stizia Minorile.La carriera dell’attuale Capo Dipar-timento è la seguente: La dott.ssa Caterina Chinnici è nataa Palermo, dove ha conseguito lalaurea in Giurisprudenza, a soli 21anni, con il massimo dei voti e lalode accademica. Ha intrapreso la carriera di magi-strato, professione svolta dalpadre, Consigliere Istruttore RoccoChinnici, del quale, nell’ambitodelle funzioni svolte, ha sempre ri-calcato l’impegno e la professiona-lità.La dott.ssa Caterina Chinnici ha svolto lefunzioni di Pretore a Caltanissetta; quindiha maturato una esperienza amministrativapresso il Ministero della Giustizia. Rientratanel 1991 a Caltanissetta, ha svolto le fun-zioni requirenti presso la Procura della Re-pubblica e successivamente presso laProcura Generale presso la Corte di Ap-pello.La dott.ssa Caterina Chinnici è stato il piùgiovane magistrato nell’ambito nazionalead essere nominato capo di un Ufficio Giu-diziario: infatti dal 20 settembre 1995 al 19novembre 2008 ha ricoperto l’incarico di-rettivo di Procuratore della Repubblicapresso il Tribunale per i Minorenni di Cal-tanissetta, il cui territorio comprende realtàdi devianza minorile particolarmente com-plesse, connotate dal coinvolgimento anchedei più giovani nei reati di criminalità or-ganizzata mafiosa.Dal 20 novembre 2008 al 2 giugno 2009

ha svolto le funzioni di Procuratore dellaRepubblica presso il Tribunale per i Mi-norenni di Palermo. Durante lo svolgimento della delicata atti-vità giudiziaria, si è impegnata costante-mente nella prevenzione della devianzaminorile.Nel mese di novembre e nel mese di dicem-bre 2001, su incarico dell’On. Ministrodella Giustizia, la dott.ssa Caterina Chinniciha partecipato come rappresentante delMinistero della Giustizia alla ConferenzaRegionale Europea di Budapest (20-21 no-vembre 2001) ed alla Conferenza Mondialedi Yokohama (17-20 dicembre 2001) suLa protezione dei bambini contro losfruttamento sessuale.Nell’anno 2002, su designazione del Mini-stro della Giustizia, la dott.ssa CaterinaChinnici è stata nominata dalla Presidenzadel Consiglio dei Ministri componentedella Commissione per le Adozioni Inter-nazionali di cui è stata vicepresidente. In

atto riveste in seno la Commis-sione la qualifica di esperto. Nel 2004 è stata nominata, dalCapo Dipartimento per la Giusti-zia Minorile, componente dellaCommissione di studio sul feno-meno del recidivismo nei minoriautori di reato.Dall’anno 2008 è componentedell’Organismo centrale di rac-cordo per la protezione dei mi-nori comunitari nonaccompagnati istituito presso ilMinistero dell’Interno nonché, inseno ad esso, della Commissionemista per l’attuazione dell’Ac-cordo bilaterale Italia-Romaniain materia di protezione dei mi-nori non accompagnati o in dif-ficoltà presenti sul territorioitaliano.

Dal giugno fino al 31 dicembre 2009 ha ri-coperto l’incarico di assessore regionaledella famiglia, delle politiche sociali e delleautonomie locali. Dal primo gennaio 2010 è assessore delleautonomie locali e della funzione pubblica.Come abbiamo già detto dal 5 luglio 2012è stata nominata Capo Dipartimento per laGiustizia Minorile.Il Ministro della Giustizia Paola Severino hadichiarato agli inizi di luglio: «RingrazioCaterina Chinnici per aver accettato unincarico gravoso al quale saprà dare unfondamentale contributo di professiona-lità e di competenza acquisite in anni diintenso lavoro».La Polizia Penitenziaria dopo alcuni mesi diincertezze dovuti all’assenza del Capo Di-partimento Minori, dà il benvenuto alladott.ssa Caterina Chinnici auspicando la mi-gliore collaborazione per un’ulteriore cre-scita del prestigioso Dipartimento per laGiustizia Minorile.•

I

Page 21: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 21Polizia Penitenziaria • SG&S

i è svolto lo scorso 28 giugnopresso l’Auditorium del nuovocomplesso penitenziario di Vibo

Valentia, il Convegno promosso dall’Asso-ciazione Antimafia E adesso Ammazza-teci tutti, in collaborazione con il Sap,Sindacato Autonomo di Polizia, il RotaryClub di Vibo Valentia ed il Sappe Segrete-ria Provinciale Vibo Valentia, il Work ShopEconomia della Criminalità, strumentigiuridici ed investigativi per arginare la‘ndrangheta. Moderatrice dell’evento ladottoressa Rosy Grandinetti, di Ammaz-zateci Tutti di Lamezia Terme,L’attenzione di tutti i presenti si è concen-

trata poi sull’accorato intervento del Pro-curatore Aggiunto della Repubblica pressoil Tribunale di Reggio Calabria, dottor Ni-cola Gratteri, che ha parlato di come laMagistratura mostra la sua credibilitàquando usa gli stessi strumenti per la pro-cura ordinaria e la procura distrettuale an-timafia. La distinzione tra le procure,specie in ambienti come il vibonese carat-terizzati dalla forte presenza della crimina-lità organizzata non avrebbe, secondoGratteri, motivo di esistere in quanto anchereati che non rientrato nella competenzaper materia della Procura Distrettuale An-timafia vi incidono fortemente.

Vibo Valentia: un Convegno sull’Economia della Criminalità

Un messaggio di solidarietà è stato espressoda parte di tutto il Reparto della Polizia Peni-tenziaria di Vibo Valentia al Dottor NicolaGratteri a seguito delle minacce emerse dagliambienti vicini alla criminalità organizzata.

S

l giorno 2 luglio, organizzato dalla Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale diTrapani con la collaborazione del Centro Sportivo Italiano, presso il Centro SportivoLa Locomotiva ha preso il via il 1° Memorial Pietro La Pica, in ricordo dell’assistente

capo in servizio preso la Casa Circondariale di Trapani, morto prematuramente l’8 novem-bre 2010 a causa di una lunga malattia, alle soglie dei 50 anni.Per ricordarlo è stato scelto un torneo di calcio a 5 in quanto Pietro La Pica era un abilecalciatore e non mancava mai di dare il suo grande contributo a centrocampo in tutte lecompagini della Polizia Penitenziaria presenti nei tornei di calcio amatoriale.Alla inaugurazione del Memorial erano presenti i figli e la moglie dell’assistente scomparso,ai quali il Commissario Giuseppe Romano a nome degli agenti della Casa Circondariale diTrapani, ha donato un completo da calcio con l’effigie del collega scomparso.

i è tenuto il 21 giugno scorso, nellamagnifica sala Ducale dell’OPG diMontelupo, in provincia di Firenze,

il X Consiglio Regionale del SAPPe dellaToscana. Al consesso oltre ai quadri sin-dacali regionali, provinciali e locali dellaToscana ha partecipato il Segretario Ge-nerale del Sappe Donato Capece, il Segre-tario Generale Aggiunto RobertoMartinelli e il Segretario Nazionale Pa-squale Salemme.

Nel corso del Consiglio è stata illustrata det-tagliatamente l’attività sindacalesvolta nel corso dell’ultimo anno e sonostate illustrate le problematiche penitenzia-rie presenti nella regione. Molto significativo e particolarmente ap-prezzato è stato l’intervento del SegretarioGenerale sulla politica sindacale nazionaledel Sappe. All’incontro hanno partecipatoanche esponenti politici regionali e diversealtre personalità.

Montelupo Fiorentino: DecimoConsiglio Regionaledella Toscana

S

Trapani: al via il 1° Memorial Pietro La Pica

I

Page 22: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 22Polizia Penitenziaria • SG&S

ive congratulazioni da parte ditutta la Segreteria Generale ed inparticolare dal Dott. Donato Ca-

pece sono state espresse al vice segreta-rio regionale del Sappe CampaniaValentino Aniello, eletto assessore condelega alla Protezione Civile nel comunedi Cervino Caserta, con l’augurio di unproficuo ed efficace lavoro in un settore,quale la Protezione Civile, che in questoperiodo sta attraversando momenti diffi-cili, visti i tragici eventi che, purtroppo,hanno colpito la nostra nazione, come ilterremoto in Emilia.«Sono certo - dichiara Capece - cheanche in questo settore Valentino di-mostrerà il meglio di sè con la suacompetenza ma, soprattutto, con lasua umiltà . Valentino, dal canto suo, hadichiarato: «certamente la felicità ètanta ma l’euforia va subito spazzataperché purtroppo i problemi che afflig-gono il mio Comune sono tanti e co-munque questo certamente non midistoglierà neanche un attimo dal mioimpegno verso il sindacato come hosempre fatto» .Al neo Assessore vanno gli auguri dellaSegreteria Generale e della Redazione.

Valentino Anielloeletto Assessore

S. Maria C.V.: commemorato San Basilidefficiata dal Vescovo di Capua, si èsvolta il 30 giugno 2012 presso laC.C. di Santa Maria Capua Vetere, la

cerimonia celebrativa in onore di San Ba-silide, patrono della Polizia Penitenziaria.In un contesto di sobrietà e di grande par-tecipazione del personale, con l’interventodi numerose autorità locali e della delega-zione del Sappe, rappresentato nell’occa-

sione dal Delegato Nazionale Angelo DiCostanzo. Il Comandante di Reparto Com-missario Michele Fioretti dopo i saluti dirito, ha ringraziato il personale tutto perl’impegno e la professionalità mostrata,tratteggiando ed illustrando il nuovo assettoorganizzativo che a breve caratterizzerà lastruttura, con l’apertura prossima delnuovo Padiglione, ed ha illustrato il nuovoservizio di pattugliamento esterno con l’uti-

lizzo di motociclette e l’apertura di unnuovo settore da destinare al ricevimentodegli internati all’atto della prossima giàprevista dismissione degli OPG.La Dirigente Carlotta Giaquinto, nella suaprima occasione ufficiale dopo il suo re-cente insediamento al vertice della strut-tura, dopo i saluti, ha dichiarato cheauspica di poter ricevere sufficienti risorse

umane per rendere immediatamente ope-rativo il nuovo Padiglione e che è consape-vole che i nuovi orizzonti prospettatiporranno l’Istituto all’attenzione nazionalein relazione anche al bacino di utenza, eciò impegnerà tutti in un duro lavoro.Al termine della cerimonia religiosa un fru-gale rinfresco ha portato sollievo alla insi-stente afa di questi giorni.

Angelo Di Costanzo

Cuneo: gli esiti dellaprotesta dei No Tav

VO

Casa Circondariale di Cuneo. La manifestazione si è caratterizzata per ri-petuti slogan contro il Governo e l'Ammi-nistrazione Penitenziaria. Sono stati esposti striscioni contro i poli-ziotti penitenziari e sono state lanciate pie-tre che hanno danneggiato le auto deinostri colleghiLe manifestazioni di intolleranza versol'Istituzione penitenziaria sono purtropposempre più frequenti ed il crescente so-vraffollamento non aiuta certo a rassere-nare gli animi, anche dei reclusi. La Polizia Penitenziaria deve garantire,oltre a quella interna, anche la sicurezzaesterna delle strutture carcerarie con unaattenta vigilanza, ma con carenze di orga-nico così evidenti (a livello nazionale man-cano ben 7mila agenti) sono palesi edevidenti le nostre difficoltà.

irca duecento persone, per lo piu'appartenenti a gruppi anarchici e NoTav, hanno manifestato davanti laC

Page 23: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

Vince solo chi e� convinto di po-terlo fare”.E’ con questa frase che sono state accoltele atlete dell’Accademia Hen Dance Cen-ter, al rientro del campionati Italiani didanza tenutasi a Rimini dal 31 maggio al3 giugno. L’Associazione Nazionale Poli-zia Penitenziaria, sponsor orgogliosodell’Accademia, dopo la vittoria del Cam-pionato Regionale della Calabria che leaveva lasciate con un “in bocca al lupo»,le vede rientrare con attestati e medaglieal collo, medaglie d’oro, argento, ebronzo che sono state assegnate a tredelle atlete dell’Accademia Han DanceCenter. Parliamo di Alessia Denisi (figliadel Segretario locale Sappe di Reggio Ca-labria Franco Denisi), che si è aggiudi-cata il titolo di Campionessa Nazionalenella categoria Show Frestyle U 15 -Classe C Solo, seguono il secondo e terzo

posto assegnati rispettivamente a DalilaGioè e Flavia Filardo.Tenacia, sudore,bravura e voglia di vittoria hanno spintole giovane atlete Alessia Denisi e FlaviaFilardo, a dare su quella pista il megliodi loro stesse riuscendo così ad ottenereil secondo titolo di campionesse italianenella disciplina Show Frestyle U 15Classe C Duo. Il Presidente dell’Accade-mia Claudio Bagnato, il Tecnico FederaleOlena Honcharenko e lo sponsor ANPPe,si congratulano con le loro atlete per irisultati raggiunti ai Campionati Italiani.Di seguito le atlete che hanno tenuto altoil livello della danza sportiva in Calabrianonchè� della città di Reggio Calabria aiCampionati Italiani FIDS 2012: AlessiaDenisi, Elisa Agostino, Flavia Filardo, Ja-nette Neri, Sara Polimeni, Sara Varamo,Dalila Gioè� , Michela Pronesti� e VanessaPolitano� .

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 23Polizia Penitenziaria • SG&S

l 21 giugno 2012 presso la Scuola diFormazione di Cairo Montenotte (SV),si è tenuta un’assemblea con gli allievi

del 164° corso. La riunione ha visto la par-tecipazione del Segreterio Generale, dott.Donato Capece, del Segretario generale Ag-giunto Roberto Martinelli e del SegretarioLocale Vincenzo Cionti. Le problematiche di-scusse hanno spaziato dall’assegnazione emobilità degli allievi, all’Accordo Quadro Na-zionale, delle criticità degli istituti peniten-ziari ai temi economici come l’Una Tantume gli avanzamenti di qualifica.

I

“Reggio Calabria: i campioni italiani di danza sportiva 2012

Foggia: la presenzaalla Festa della Repubblica

lato una foto del picchetto dellaCasa Circondariale di Foggia che hapartecipato alle manifestazioni per

le celebrazioni della Festa del 2 giugnonella città pugliese.

ACairo Montenotte : assemblea del Sappe con gli allievi del 164° corso

Page 24: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

Luca PasqualoniSegretario Nazionale ANFU [email protected]

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 24Polizia Penitenziaria • SG&S

Riconoscimento delle mansioni superiori nel pubblico impiego

Qualifica e trattamento economico da Commissario

Capo penitenziarioLa retribuibilità delle mansioni su-periori nel pubblico impiego è statasempre oggetto di accesi dibattiti

dottrinali e di rilevanti orientamenti giuri-sprudenziali tra i quali si evidenziano, perquello che più propriamente interessa, lasentenza del Tribunale Amministrativo Re-gionale per la Puglia n. 02821/2008, depo-sitata in segreteria il 15/12/2008, e larecente sentenza del Tribunale Amministra-tivo Regionale per la Toscana, depositata insegreteria il 12/06/2012.Il T.A.R. per la Toscana è stato investitosulla questione da un appartenente al ruolodegli ispettori facente funzioni di coman-dante di reparto, circa il rigetto della ri-chiesta di attribuzione del parametroeconomico erogato a favore dei commis-sari capo, responsabili dell’area sicurezzaper gli istituti di livello dirigenziale, ai sensidel combinato disposto degli articoli 6D.Lgs. n. 146/2000 e 2 D.P.R. del5.11.2004, n. 301, nonché per il ricono-scimento del diritto del ricorrente a rice-vere il trattamento economico stipendialeper la qualifica superiore di commissariocapo in luogo di quello attribuitogli, concondanna dell’Amministrazione convenutaalla corresponsione delle differenze giàmaturate per il periodo di riferimento,oltre agli accessori di legge ed all’adegua-mento contributivo, comprensivo di inte-ressi e rivalutazione.Parimenti, il T.A.R. per la Puglia fu investitodella questione da un appartenente al ruolodirettivo ordinario, allora vice commissa-rio, per analoghi motivi.

Al di là di alcune contestuali precisazioni, iricorsi sono stati entrambi rigettati sullabase di un percorso argomentativo logicogiuridico sostanzialmente identico, ma chepresenta spunti interessanti circa la nonperfetta coincidenza tra la funzione di co-mandante di reparto e responsabile del-l’area sicurezza.Fino all’istituzione del ruolo direttivo adopera del D.Lgs. n. 146/2000, attuativodella delega contenuta nell’articolo 12della Legge n. 266/1999, la gerarchia in-terna al Corpo di Polizia Penitenziaria ve-deva in posizione sovraordinata ilpersonale appartenente al ruolo degli ispet-tori, come stabilito dall’articolo 2 delD.Lgs. 443/1992. Le funzioni del personaledel ruolo degli ispettori erano e continuanoad essere disciplinate dall’articolo 23 delmedesimo D.Lgs. n. 443/1992, in forza delquale, per quanto qui interessa, l’ispettoredestinato a capo del personale del Corpoin servizio presso gli istituti e servizi peni-tenziari e nelle scuole è gerarchicamente efunzionalmente dipendente dal direttoredell’istituto, del servizio o della scuola.Il D.Lgs. n. 146/2000, nell’istituire il ruolodirettivo della Polizia Penitenziaria, all’art.6 ha quindi stabilito che il personale ap-partenente a tale ruolo “assume le fun-zioni di comandante di reparto presso gliistituti, le scuole e i servizi secondo lenorme del vigente ordinamento e del re-golamento di servizio del Corpo di Poli-zia Penitenziaria” e che “ai commissaricapo penitenziari competono le funzionidi responsabile dell’area sicurezza presso

Ll 17 maggio 2012, gli allievi dellaclasse di composizione strumenta-zione e direzione d’orchestra di fiati

del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, trai quali il collega della Polizia PenitenziariaFrancesco Andreozzi, hanno eseguito peralcune ore la concertazione e direzione dibrani composti da illustri musicisti come:Wolfgang Amadeus Mozart, Gustav Holst eAlfred Reed. In quella occasione tra l’altro,l’Agente Scelto Francesco Andreozzi ha di-retto la Banda della Marina Militare sottola guida dello stimato prof. GianFilippo Po-corobba (docente del Santa Cecilia), rice-vendo i complimenti del Direttore dellaBanda della Marina Militare, Capitano diFregata Antonio Barbagallo, che si è com-plimentato con il giovane Maestro AgenteScelto Francesco Andreozzi alle prime esi-bizioni con l’organico Vesselliano.Il Maestro Andreozzi ha studiato al Conser-vatorio di Firenze e dal 2012 è a Roma alConservatorio Santa Cecilia per comple-tare il suo percorso artistico con un bien-nio di tirocinio. Il nostro augurio è quellodi vedere al più presto il suo talento al ser-vizio della Banda del Corpo di Polizia Peni-tenziaria. Ciro Borrelli

Roma: FrancescoAndreozzi dirige laBanda della Marina

I

Page 25: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

le Scuole e gli Istituti penitenziari di li-vello dirigenziale”; ed è proprio in forzadi tale ultima previsione che il ricorrentesostiene di aver titolo al riconoscimento deltrattamento economico corrispondente allamansioni superiori di commissario capo. A tal riguardo, deve però osservarsi comenon vi sia, in realtà, necessaria coincidenzafra titolarità della qualifica di commissariocapo e ruolo di comandane di reparto e diresponsabile della sicurezza; se, infatti, alpersonale direttivo sono riconosciute lefunzioni di comando presso tutti gli istituti,senza distinzione di livello, le funzioni di re-sponsabile della sicurezza sono attribuite aivice commissari ed ai commissari peniten-ziari presso gli istituti di livello non dirigen-ziale, ed ai commissari capo presso quellidi livello dirigenziale. Del resto, il secondocomma dell’articolo 7 D.M. 28 gennaio2004, contenente la specificazione deicompiti e delle mansioni di cui agli articoli6 e 21 D.Lgs. n. 146/2000, tiene ben di-stinte le funzioni di comandante di repartoe di responsabile della sicurezza, autoriz-zando vice commissari e commissari, negliistituti di livello dirigenziale, ad assumerele funzioni di responsabile vicario dell’areadella sicurezza in aggiunta alle funzioni dicomandante di reparto. Ne consegue che l’esercizio delle funzionidi comandante di reparto, ancorché pressoistituti di livello dirigenziale, coincide sem-pre e comunque con lo svolgimento dimansioni di pertinenza del personale conil grado di commissario capo, ove manchila prova dell’esercizio congiunto delle ul-teriori e diverse funzioni di responsabiledella sicurezza. In altri termini, poiché le mansioni di com-missario capo non si esauriscono nelle fun-zioni di comandante di reparto, l’eserciziodi queste ultime non giustifica di per sé ilmiglior trattamento retributivo preteso; amaggiore ragione ove si consideri che sitratta di funzioni già proprie del personaleappartenente al ruolo degli ispettore e, per-ciò, da reputarsi contemplate ai fini delladeterminazione del relativo parametro eco-nomico e adeguatamente compensate dal-l’attribuzione dell’emolumento di cui agliaccordi sul Fondo per l’efficienza dei serviziistituzionali (F.E.S.I.).In via più generale, la pretesa economica

deve essere respinta per ragioni che atten-gono alla natura del rapporto di impiegodelle Forze di Polizia, sottratto alla priva-tizzazione, e, pertanto, alla disciplina det-tata oggi dall’articolo 52 del D.Lgs. n.165/2001 e, in precedenza, dall’articolo 56del D.Lgs n. 29/1993, come sostituito dalD.Lgs. n. 80/1998, che, per effetto dellamodifica apportata dall’articolo 15 delD.Lgs n., 387/1998, ha innovativamente ri-conosciuto, per il futuro, il diritto del lavo-ratore alle differenze retributive connesseallo svolgimento di mansioni superiori. Nel caso in esame continua, invece, ad ap-plicarsi il principio, da lungo tempo acqui-sito in giurisprudenza, dell’irrilevanzagiuridica ed economica dello svolgimentodi mansioni superiori, giacché, in difetto diuna contraria previsione normativa, lo statogiuridico dei pubblici dipendenti si desumedal solo dato formale costituito dagli atti dinomina e promozione. Inoltre, il collegio ricorda che l’articolo 36Cost. non può essere invocato per ottenereun trattamento economico differenziato, inquanto non può trovare incondizionata ap-plicazione nel rapporto di pubblico im-piego, concorrendo in tale ambito altriprincipi di pari rilevanza costituzionale,come quelli di cui agli articoli 97 e 28Cost., dai quali si desume che l’esercizio dimansioni superiori contrasta con il buonandamento e l’imparzialità della P.A. e chevi è in materia la rigida predeterminazionedelle sfere di competenza, delle attribuzionie delle responsabilità dei funzionari. Né possono trovare applicazione al caso inesame gli articoli 2126 e 2013 cod. civ., ilprimo relativo al fenomeno del tutto di-verso dello svolgimento di mansioni supe-riori, il secondo non applicabile in virtùdegli articoli 51, comma 1, e 97 Cost., se-condo cui la qualifica spettante all’impiegoè quella conseguita al momento dell’assun-zione o successivamente nei modi previstidalle leggi o dai regolamenti.Esula dal tema della controversia stabilirese, anche per il personale delle Forze diPolizia a ordinamento civile, valga la pos-sibilità di reagire all’utilizzazione illegittimain mansioni superiori alla qualifica, ogni-qualvolta questa ecceda i limiti fisiologicidella supplenza temporanea, istituto che,per la Polizia penitenziaria, è disciplinato

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 25Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella fotoinsegne di qualifica diCommisario

dall’articolo 32 del regolamento di servizio;ovvero, se, nei confronti di detto personale,debbano sempre e comunque farsi preva-lere delle attività connesse alla pubblica si-curezza. E’ utile, tuttavia, ricordare che, inforza della norma transitoria contenuta nelprimo comma del citato articolo 7 D.M. 28gennaio 2004, “fino a quando non sa-ranno contemplate le dotazioni organi-che del ruolo direttivo del Corpo diPolizia Penitenziaria, le funzioni di co-mandante di reparto, ove previsto, po-tranno essere affidate agli ispettorisuperiori sostituti commissari o agli ap-partenenti al ruolo degli ispettori”, per-tanto, fintanto che non sarà attuatal’integrale copertura delle dotazioni e nonavrà luogo l’adeguamento delle piante or-ganiche degli istituti, le funzioni in que-stione sono riferibili in via promiscua sia alpersonale direttivo, sia a quello apparte-nente al ruolo degli ispettori, di talché illoro esercizio da parte dei secondi nem-meno in punto di mero fatto equivale all’uti-lizzo di personale in mansioni superiori.

Le sentenze riportate, oltre a confermare ilprincipio di non retribuibilità delle man-sioni superiori nell’ambito pubblico, si ap-prezzano per aver fatto chiarezza sullafunzione di comandante di reparto e re-sponsabile dell’area sicurezza non sempresovrapponibili, anche se negli istituti peni-tenziari davvero non si comprende qualifunzioni residuino al responsabile dell’areasicurezza (ancorché avente la qualifica dicommissario capo) oltre alle funzioni dicomando, dal momento che i contenutidell’articolo 6, comma 2, del D.Lgs146/2000, richiamato dall’articolo 7 D.M.28 gennaio 2004 al secondo comma, sonoidentici ai contenuti dell’articolo 31 delD.P.R. n. 82/1999 soprattutto in relazioneai commi 4 e seguenti. •

Page 26: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

Pasquale SalemmeSegretario Nazionale del Sappe [email protected]

gioco, un Re. Gli inquirenti si concentranosul conteso familiare del Lissandron. Nonostante nell’ambiente familiare vi sianotensioni e dissidi forti, non emerge nulla disignificativo ai fini investigativi. Pochi giorni dopo, il 10 febbraio, Profetatorna ad uccidere, sempre a Padova: spara3 colpi alla testa del giovane agente immo-biliare Walter Boscolo, 37 anni, che glistava mostrando un appartamento al centrodi Padova. A scoprirlo è la fidanzata, chedal giorno precedente non ha notizie diWalter e che ha chiesto all’agenzia dove la-vora il ragazzo l’indirizzo del suo ultimo ap-puntamento. Quando arriva sul posto, conl’aiuto dei Vigili del Fuoco, la donna entrain casa. Il suo Walter è riverso a terra. Vi-cino al corpo di Walter Boscolo, l’assassinolascia un messaggio: sul tavolo della cucina,in bella evidenza accanto alla ventiquattroore di Boscolo, ci sono 2 carte da gioco,raffiguranti un re di quadri e un re di cuori.Poco distante, una busta chiusa con all’in-terno due righe scritte con il normografo:«anche questa non è una rapina contat-tare il questore di Milano». Tra il primo ed il secondo omicidio trascor-rono 12 giorni. Un numero maledetto perMichele Profeta: il 12 gennaio 2001, primadell’omicidio del tassista, invia una letteraalla Questura di Milano: «questo è un ri-catto vogliamo 12 miliardi altrimenti uc-cideremo delle persone a caso inqualsiasi città sarà un bagno di sanguedovete pubblicare questa inserzione sulcorriere della sera: offresi tornitore spe-cializzato 12 anni di esperienza e un nu-mero di cellulare entro il 15-01-01 senon ubbidirete dopo le prime uccisionimanderemo copie alla tv e giornali e ma-gari a qualcuno verrà voglia di imitarciscateneremo il terrore».La lettera risulta inviata da Milano duegiorni prima, il 9 gennaio. L’annuncio verràpubblicato, ma risponderanno solo per-sone interessate al lavoro. Intanto la periziabalistica sui proiettili che ha ucciso Lissan-dron, conferma che sono stati esplosi dallastessa arma che ha ucciso Boscolo. L’unicoindizio per gli inquirenti è una chiamata ri-cevuta da Boscolo il 9 gennaio, da un certoPertini, il quale voleva vedere l’apparta-mento di via San Francesco. La telefonataera stata effettuata da un apparecchio pub-

molto. Ma una notte insonne lo porta a sco-prire una cruda verità: la donna che hasposato e credeva di conoscere non esiste,la realtà, quella che emerge dai diari trovatinella sua libreria, è ben diversa. Tutto sisgretola, il suo amore per Concetta si tra-sforma improvvisamente in ripudio, il la-voro comincia ad andare male. Ritrovatosisenza lavoro, decide di mettersi in proprio,optando per il settore finanziario. Conoscecosì Antonella, che rimarrà per lui un

punto di riferimentoanche dopo l’arresto.Non avendo il coraggiodi lasciare Concetta,però, comincia ad avereuna doppia vita: duedonne che ignoranol’una l’esistenza dell’al-tra. Dopo l’ennesimofallimento lavorativoMichele lascia defini-tivamente la Sicilia, si-stema le due donne indue città lontane etrova lavoro presso

un’agenzia immobiliare. Le cose sembrano andare bene fino aquando non viene licenziato e si ritrova dinuovo sull’orlo del baratro: squattrinato econ due famiglie da mandare avanti. Devetrovare una soluzione, e l’unica a cuigiunge è folle e senza speranze: inizia cosìil suo percorso da omicida seriale di Mi-chele Profeta.Il primo delitto lo commette il 29 gennaio2001 a Padova, uccide a sangue freddo esenza alcun motivo, a colpi di pistola, il tas-sista Pierpaolo Lissandron, quarantun anni.Nonostante si tratti di un delitto a sanguefreddo, risulta subito evidente agli investi-gatori che l’omicidio non è opera di unprofessionista: a causa dell’imprecisionedello sparo, il tassista non morì sul colpo,bensì un’ora dopo il suo ricovero in ospe-dale. Sul suo cadavere lascia una carta da

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 26Polizia Penitenziaria • SG&S

Michele Profetail serial killer atipico

rima di ricostruire i crimini atroci diquesto criminale è necessario deli-neare l’atipicità di questo serial kil-

ler. Michele Profeta inizia ad uccidere in etàavanzata e per soldi (cosa alquanto insolitaper un serial killer). Solitamente l’assassino seriale ha una ses-sualità malata, accompagnata da un’infan-zia di soprusi. Profeta, invece, è un uomodalla doppia vita, entrambe fallimentari,pieno di vizi e squattrinato. Il suo delirio acredere di essere onnipotente, fru-strato, e arrabbiatocon il mondo intero,lo porta a concepireun piano folle perestorcere denaro allacomunità. Nasce a Pa-lermo, nell’ottobre del1947. Figlio di una fami-glia medio borghese. Finda bambino vive ungrande conflitto di infe-riorità nei confronti delfratello maggiore, Mauri-zio, continuamente pre-sentato dalla madre comeirraggiungibile modello di riferimento. Mi-chele, dopo la maturità classica, si iscrive,per volere della madre, alla facoltà di giu-risprudenza, senza mai portare a terminegli studi. Sempre per volere della madre ècostretto a lasciare anche il suo grandeamore, Concetta, una ragazza di un rangosociale molto basso e quindi a lui non ade-guata. Poco dopo, incontra e sposaAdriana, dalla quale ha due figli. La sepa-razione giunge comunque in breve tempo.Una volta libero dal suo matrimonio, e dalpeso dei suoi genitori, Michele riprende ilrapporto con Concetta. La sposa nel 1979,diventa padre di altri due figli. Le cose sem-brano andare per il verso giusto: la donnache ha sempre amato è diventata sua mo-glie e madre dei suoi figli, è impiegatopresso una società immobiliare e guadagna

P

Nelle fotoa destraMichele Profeta

nell’altrapaginaancora

Profeta scortato

al processo

Page 27: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

blico istallato presso il Pronto Soccorso diNoventa Vicentina. Da quell’apparecchiosono state effettuate altre chiamate ad agen-zie immobiliari a nome sempre di Pertini.Il 18 gennaio, il Pertini ha incontrato Leo-nardo Carraro per visitare una casa in viaMarostica. I tabulati telefonici dell’apparec-chio mettono in evidenza che sono statefatte chiamate solo ad agenzie immobiliaritranne una, che attira l’attenzione degli in-quirenti. È un numero di Palermo, intestatoa Giovanni Profeta. I sospetti, quindi, si con-centrano sul fratello di Giovanni, Michele,residente a Venezia. Le foto di Michele Pro-feta vengono mostrate al Carraro, il qualeconferma che l’uomo è il Pertini. Il 16 feb-braio 2001 viene catturato e arrestato.Dopo l’arresto, gli investigatori trovano nelsuo appartamento un revolver Iver Johnsoncalibro 32, utilizzato per entrambi i delittie le carte da gioco con le quali firmava gliomicidi. Nella sua automobile, una SkodaFelicia, trovano un normografo. Nel luglio del 2001, Michele Profeta tentadi evadere dal carcere Due Palazzi di Pa-dova, dove è stato rinchiuso dopo l’arresto,e per questo viene trasferito nel penitenzia-rio di Voghera. Il 22 marzo del 2002, iniziail processo in Corte d’Assise a Padova, mail Profeta non si presenterà mai in udienza,adducendo «motivi di salute». Il 12 aprile,durante la perizia psichiatrica svolta perconto della difesa dal prof. Vittorino An-dreoli, Michele Profeta ammette per laprima volta le sue responsabilità nei due de-litti. Per Andreoli il movente andrebbe ri-cercato in un delirio di onnipotenza cheaffliggerebbe l’imputato. La Corte d’Assise di Padova, nel maggiodello stesso anno, condanna Michele Pro-feta, dopo oltre sei ore di camera di consi-glio, alla pena dell’ergastolo disponendo

anche la misura dell’isolamento diurno perun periodo di due anni, sei anni di reclu-sione e 1.500 euro di multa per la tentataestorsione aggravata ai danni dello Stato,tre anni di reclusione e 800 euro di multaper la detenzione e il porto illegale di arma.Profeta è invece assolto dall’accusa di averalterato l’arma. Inoltre, a Profeta sono ap-plicate anche le pene accessorie dell’inter-dizione perpetua dai pubblici uffici,dell’interdizione legale e della decadenzadalla patria potestà. Nel corso del pro-cesso, la difesa di Profeta, giocò invano lacarta della perizia psichiatrica: il moventedei delitti sarebbe in un delirio di onnipo-tenza. Dopo la condanna, Profeta invia unmanoscritto al suo avvocato in cui affer-mava di aver ucciso come «sacrifici al Diodel Bene e del Male suggeriti da una voceamica, quella della madrina», rivelatasipoi però quella del «Maligno». Ancora oggi resta difficile stabilire perquanto tempo durante il suo delirio para-noico generale Michele Profeta era consa-pevole e coerente, se non del tutto e quantosicuramente appare fortemente il risultatodi una personalità gravemente disturbata.Il processo d’appello prima e la Cassazionepoi, confermano la sentenza.Malato di cuore, il 16 luglio 2004, Profetamuore a Milano nella sala avvocati del car-cere di San Vittore dove era stato trasferitoper sostenere il suo primo esame universi-tario: storia della filosofia. «Era emozionatissimo per questaprova», dirà il suo legale. Profeta si acca-scia mentre sta rispondendo alle domandedella commissione esaminatrice. In «Il lato oscuro», lo psichiatra VittorinoAndreoli affermerà che Michele Profeta èun individuo che ha compiuto i due delittiin condizione di chiara patologia mania-cale e che quando entra in fase deliranteperde il contatto con la realtà diventandopreda di forze che non è la sua volontà acontrollare. E’ un uomo che uccide contro i suoi prin-cipi, in funzione di una strategia di soprav-vivenza che oscura la sua pochezza ognivolta che si manifesta e fa di lui l’Uomo as-soluto, l’essere supremo dotato del poteredi vita e di morte sui suoi simili. Soprattuttodi morte. Alla prossima...

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 27Polizia Penitenziaria • SG&S

l 20 luglio presso la struttura sportiva dellasocietà Giuliano (Na), si è disputata la garafinale della F.I.T.A.V. (Federazione Italiana

Tiro a Volo), per aggiudicare i titoli nazionaliper il Campionato Italiano 2012, specialità FossaUniversale per i tiratori appartenenti alle FF.OO.e FF.AA., provenienti da tutta l’Italia Bisogna evi-denziare la brillante e notevole prova effettuatadall’atleta avellinese Sergio Fattorello, Agentedella Polizia Penitenziaria appartenente alGruppo Sportivo Fiamme Azzurre ed in forzaamministrativa presso la Casa Circondariale diAvellino. L’atleta ventottenne ha conseguito bendue titoli italiani al termine della competizione,dopo un esaltante percorso sulle in-fuocate pedane di tiro,riportando il punteggiotecnico di 93/100 cen-tri, divenendo cosìcampione Italiano indi-viduale della 1° catego-ria salendo sul gradinopiù alto del podio, pre-cedendo un rappresen-tante dell’Esercito e deiCarabinieri.Fattorello ha conseguito anche il titolo di Cam-pione Italiano a squadre per i Corpi dello Stato,nella stessa disciplina schierato insieme ad altridue colleghi del G.S. delle Fiamme Azzurre,l’alessandrino Marco Panizza e lo spoletino Al-berto Bartoli, che hanno ottenuto il prestigiosorisultato tecnico di 283/300 centri, al terminedi una estenuante prova segnata anche da unclima torrido che ha reso ancora più difficoltosala gara. L’Agente Sergio Fattorello gareggia conil Gruppo Sportivo delle Fiamme Azzurre di-retto dal tecnico Pietro Aloi, grazie ad un curri-culum di tutto rispetto, nonostante la suagiovane età che gli consente già di gareggiare trai migliori atleti professionisti del tiro al volo ita-liano; non ultimo è da ricordare che nel GruppoSportivo Fiamme Azzurre della Polizia Peniten-ziaria gareggia anche il mitico campione JohnnyPellielo che nelle ultime tre Olimpiadi ha rag-giunto il podio con due argenti ed un bronzo edattualmente è a Londra per difendere i coloridella Nazionale Italiana del tiro al volo dellaprossima Olimpiade.

Avellino: Fattorello ècampione italiano ditiro (Fossa universale)

I

••

Page 28: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 28Polizia Penitenziaria • SG&S

In alto la locandina

sotto alcunescene

del film

Regia: James Mather, Stephen St. Leger

Soggetto: Luc BessonSceneggiatura: Stephen St. Leger, James Mather, Luc BessonFotografia: James MatherMusiche: Alexandre AzariaMontaggio: Camille Delamarre, Eamonn PowerScenografia: Romek DelmataCotumi: Olivier BériotEffetti: Olivier Afonso

Produzione: Europa Corp., Canal+, Ciné+Distribuzione: Europa Corp. Distribution, Open Road Films Universum Film, Zon Lusomundo Audiovisuais

Personaggi ed Interpreti:Snow: Guy Pearce

Emilie Warnock: Maggie GraceAlex: Vincent ReganHydell: Joseph GilgunHarry Shaw: Lennie JamesScott Langral: Peter StormareHock: Jacky IdoJohn James Mace: Tim PlesterBarnes: Mark TankersleyKathryn: Anne-Solenne HattePresident Warnock: Peter HudsonHostage Negotiator: Nick Hardin.Duke: Dan SavierSlick: Damijan Oklopdzic

Genere: Thriller Durata: 95 minuti Origine: Francia, 2012

n un futuro prossimo venturo (siamonel 2079), un agente della Cia, Snow,viene arrestato con l’accusa di aver uc-

ciso un collega dei servizi segreti che avevascoperto il suo tentativo di vendita di un se-greto di stato sul programma aerospaziale.Tenuto conto della gravità dell’accusa, Snowè destinato a MS Uno, penitenziario di mas-sima sicurezza realizzato su una astronavein orbita nello spazio.Nonappena la vicenda viene resa nota, nu-merosi agenti delle forze di sicurezza si mo-bilitano per scoprire dove possono esserenascoste le informazioni segrete trafugateda Snow.Nel frattempo, la figlia del Presidente degliStati Uniti, Emile, arriva a MS Uno per inda-gare su presunti esperimenti neurologiciche avrebbero causato psicopatie e de-

I

menza in alcuni detenuti.Proprio mentre Emile è a MS Uno scoppia unarivolta e lei stessa viene presa in ostaggio.La delicatezza della situazione, induce i re-sponsabili della Sicurezza Nazionale a ri-correre proprio a Snow per tentare diliberare la figlia del Presidente. Nell’accettare l’incarico, Snow si introdurràall’interno di MS Uno per tentare di provarela propria innocenza, oltre che per salvareEmile.Scontato il successo della missione specialedi Snow che riuscirà a salvare la figlia delPresidente appena un attimo prima che lanave spaziale-prigione si schianti controuna stazione orbitale.Ovviamente, Emile è anche riuscita a sco-prire esperimenti illegali praticati nel car-cere di massima sicurezza che utilizzavanoi detenuti come cavie.Al rientro, però, Snow viene nuovamentearrestato ma, capovolgendo i ruoli tra sal-vato e salvatore, sarà proprio Emile a pro-vare la sua innocenza e restituirgli lalibertà.

a cura di Giovanni Battista De Blasis

Lockout

Evidente, e nemmeno troppo dissimulata,l’ispirazione di questo film a 1994 fuga daNew York di John Carpenter del quale,però, non riesce nemmeno lontanamentead eguagliare il fascino narrativo.•

Page 29: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197
Page 30: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 30Polizia Penitenziaria • SG&S

a cura diGiovanni Battista De [email protected]

uasi venti anni di pubblicazioni hanno conferito almensile Polizia Penitenziaria la dignità di qualificatafonte storica, oltre quella di autorevole voce di opi-

nione. La consapevolezza di aver acquisito questo ruolo ci ha con-vinto dell’opportunità di introdurre una rubrica - Cosa Scri-vevamo - che contenga una copia anastatica di un articolo diparticolare interesse storico pubblicato quindici e più anniaddietro. A corredo dell’articolo abbiamo ritenuto di riprodurre la co-pertina, l’indice e la vignetta del numero originale della Rivistanel quale fu pubblicato.

Q

l Dipartimento Dell'Amministrazione Penitenziaria, già da al-cuni mesi ha messo in piedi un gruppo di lavoro che si do-vrebbe occupare della tanto discussa proposta di controllare

a distanza tramite un impulso elettronico i circa 13 mila detenutitossicodipendenti.Questa eventualità darebbe, secondo i propositori della proposta,la possibilità di controllare i detenuti fuori dal carcere, allegge-rendo così il sovraffollamento delle nostre carceri, oramai giunteal collasso.Il tanto discusso oggetto sarebbe un semplice braccialetto ma chestando ai nostri esperti riuscirebbe a controllare e individuare ilpossessore dovunque egli sia.In questa maniera sempre secondo gli esperti ci sarebbe un no-tevole risparmio economico e una grande riduzione del numerodei detenuti, attuando così delle misure alternative alla pena, tantodiscusse ma mai attuate nella nostra nazione.I dati usciti ultimamente dalle statistiche dell 'AmministrazionePenitenziaria sono chiari; la popolazione detenuta ha raggiuntola quota di 48.584 persone al 31 marzo 1996, ultimo censimentodisponibile. Di questi solamente 27.622 sono stati giudicati defi-nitivamente, 12.493 sono in custodia cautelare o in attesa di unprimo processo, i condannati in attesa dell'appello sono 5.643ed infine 2.822 attendono il ricorso in Cassazione.La proposta che si sentiva ultimamente sull'utilizzo di questi brac-cialetti era diretta alla popolazione detenuta tossicodipendente in

carcere per piccoli reati inerenti la loro condicondizione tos-sicomane.Questi secondo il Dipartimento dell 'Amministrazione Peni-tenziaria sarebbero circa 13.000.Comunque al di là del giudizio politico o etico che si vuol darealla cosa e che obiettivamente partirebbe dall'applicazionedella legge Martelli, rimane sempre un grosso problema cheé quello del super affollamento delle carceri italiane. Il personale addetto al sistema carcerario italiano é oramaigiunto alla disperazione, i politici sembrano orientati tutti a faretante proposte ma nessuna soluzione, braccialetti o non brac-cialetti il problema carceri va risolto.

La copertina e la vignettadel numero

di luglioagosto 1996

nell’altra pagina, il

sommario

Braccialetti elettronici comemisure alternativealla detenzione.Anche in Italia inuovi dispositivi?di Moraldo Adolini

I

Page 31: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 31Polizia Penitenziaria • SG&S

La copertinadel libro

Il Senatore Luigi Manconi dà un pò l'idea di come vanno le coseda una parte si trova d'accordo sull'utilizzo di questa nuova tec-nologia a determinate condizioni, e dall'altra si dice contrario per-ché se usato in maniera non appropriata potrebbe essere unaforma nascosta di privazione della libertà. Due buone motivazioni da una parte o dall'altra per non scegliernenessuna e lasciare tutto com'è.Con questo esempio non si vuole puntare l'indice sulle idee politi-che o personali dei nostri parlamentari ma bensì spronare loro afare delle scelte, le migliori possibili, e partire da queste per cor-reggerle e migliorarle, che comunque facciano capire che del pro-blema carcere si inizia a far qualcosa di concreto cercando dirisolvere i problemi dei detenuti, degli internati e se permetteteanche degli operatori e della Polizia Penitenziaria in particolare.

on è semplice recensire illibro scritto da una persona che conosci e stimi. Il rischio è quello di essere troppo: troppo esigente o

troppo indulgente, per non correre il rischio di essere o ap-parire condizionati nel giudizio complessivo dal sentimentodell’amicizia che ti lega all’Autore. Ma questo libro, stampato e venduto nel circuito della Boo-galoo Publishing è davvero una lettura da non perdere, unicanel suo genere, nel quale il gioco del calcio diventa la cornicedi una imperdibile storia d’amore. Stefano Rissetto, redattore sportivo dello storico quotidianogenovese Corriere Mercantile fondato nel 1824, ci raccontala prima trasferta di un giovane tifoso sampdoriano che, conalcuni sodali di Fede ed un libro di Montale in tasca, sale aMilano dalla Riviera ligure per vedere la Samp giuocare controil Milano. E’ il marzo del 1981, entrambe le squadre giocano in Serie B(il Doria era al quarto anno consecutivo di cadetteria, i ros-soneri erano stati retrocessi per lo scandalo scommesse) e itifosi blucerchiati salivano nel capoluogo meneghino per l’in-contro clou della giornata di campionato, rinsaldati nellascelta e nello spirito anche da un altro sostenitore dei ‘quattrocolori’ (non vedente ma sempre presente allo stadio) chedisse loro come senza esser stati almeno una volta a San Sironon era possibile capire la drammatica bellezza prosciu-gante del calcio, bugiardo fin dal vezzo fuorviante di chia-marsi gioco. E proprio nel piazzale tra il palazzo dello sport e i cancelli diingresso di San Siro il nostro giovane tifoso vede per un istanteun poco più lungo di un attimo la ragazza che gli cambierà ilcorso della giornata e, forse della vita, immortalata in uno diquegli scatti Polaroid che i tiri a segno di una volta davano inricordo ai tiratori. Sarà proprio con quella foto riposta nel libro di Montale cheil nostro tifoso salirà le rampe elicoidali dello stadio e vedràe godrà della storica vittoria sampdoriana a San Siro, con ungol di quel fenomeno di Alviero Chiorri (uno che, per dirlacon le parole del grande Fulvio Bernardini, «se avesse avutoil decimo del cervello di una persona normale, sarebbestato il più grande calciatore di tutti i tempi»). E sarà proprio dopo quella storica vittoria che il tifoso sam-pdoriano si avventura nella metropoli milanese per una mis-sione quasi impossibile: ritrovare la ragazza, quella ragazza,perchè «se l’amore era vero, la città immensa sarebbe rim-picciolita in un attimo». Bello, coinvolgente, imperdibile!

STEFANO RISSETTO

LA RAGAZZA DI S. SIRO

SOULSAMPBooks Edizionipagg. 227 - euro 18,80

N

Francia palle al piede ad alta tecnologia

I detenuti francesi, per lo meno quelli condannati per reati nongravi, potranno presto chiedere l'assegnazione a domicilio, sottosorveglianza elettronica. Potranno così scontare a casa la pena, in modo più confortevolee senza gravare su carceri già sovraffollate.Secondo gli esperti francesi il nuovo sistema elettronico, ancorain fase di sperimentazione, non consentirà in alcun modo fughe.L'apparecchio consiste in un piccolo cinturino fissato alla caviglia(come le vecchie palle di ferro dei detenuti) e di un ricevitore,collegato al telefono di casa.Se il detenuto si allontana per più di 50 metri dal ricevitore, questonon percepisce più i segnali del trasmettitore e fa scattare auto-maticamente l'allarme, collegandosi via telefono con il cervelloelettronico centrale del servizio di soiveglianza. •

Page 32: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

tefano Zecchi è diventato papà, framille titubanze, a 59 nove anni. Un padre tardivo, quindi, che oggi

non si vergogna a confessare che il figlioFrick è stato la vera sorpresa della sua vita.Per lui è disposto a rinunciare a tutto, im-pegni lavorativi che lo allontanano da casa,partecipazioni ai programmitelevisivi, etc. Meglio inse-gnargli a pescare o guar-dare insieme le partite dicalcio tifando per il Milan.In questo libro sorpren-dente, Zecchi racconta at-traverso la suapersonalissima espe-rienza quale debba es-sere il ruolo della figurapaterna in una societàmammocentrica ecome affronta ognigiorno i piccoli egrandi interrogativi che suo figlio glipone. Al proprio padre ogni bambino chiede dispiegargli che cos’è la realtà, anche attra-verso i suoi comportamenti quotidiani, epoi sicurezza, protezione. Ma un padre, ci dice Zecchi, deve insegnare

In un’analisi lucida e obiettiva, Alfanospiega come, attraverso gli strumenti dellagiustizia, anche la politica ha contribuito acombattere la criminalità organizzata, e ri-corda quali azioni il suo ministero ha in-trapreso per rendere efficiente il nostrosistema giudiziario e per risolvere il pro-blema del sovraffollamento delle carceri,cercando di non dimenticare mai che ognidetenuto è, innanzitutto, una persona. E, inparticolare, si sofferma - senza nasconderela fatica, le amarezze e le accanite resi-stenze incontrate lungo il cammino - sultentativo di attuare una riforma costituzio-nale della giustizia volta a modernizzarneil funzionamento e a favorire un armistiziotra politica e magistratura (il cosiddettoLodo Alfano). Un impegno, quello di Alfano, a tuttotondo, che non si esaurisce nel pur com-plesso scenario italiano, ma ha un menonoto e non per questo meno significativosviluppo nello sforzo di contribuire allanascita dell’Europa dei diritti e dei do-veri comuni.È proprio nel quadro di una riflessionesulla giustizia al di fuori del nostro Paese esull’opera dei Guardasigilli di tutti gli Statidel mondo per la creazione di uno spaziocomune di libertà, sicurezza e giustizia, cheassume un ruolo emblematico in questepagine il resoconto appassionato del suopersonale contributo al processo di conso-lidamento del sistema della giustizia inter-nazionale, a partire da due presuppostifondamentali: il sentimento etico che rifiutal’ingiustizia in ogni sua forma e la crescenteconsapevolezza della necessità di conside-rare alcuni crimini, particolarmente ripu-gnanti, alla stregua di violazioniperseguibili su scala universale.

anche a sognare, e poi a trasformare isogni in idee, e le idee in realtà. E deveoggi, a differenza del passato, conoscerela tenerezza di un’educazione ferma; chenon significa essere mammo, bensì soste-nere l’autorevolezza delle regole senza ca-parbietà, appunto con dolcezza. Perché se la ragione ti aiuta a gestire le tueinsicurezze è solo il cuore che ti consentedi avvicinarti nel modo più sensibile allacreatura che hai messo al mondo.

l 9 maggio 2008 Angelino Alfano fa ilsuo ingresso a via Arenula in qualitàdi ministro della Giustizia del nuovo

governo Berlusconi. E subito si trova coinvolto nella serie dicommemorazioni delle tante persone -magistrati, preti, medici, politici, giornali-sti, membri delle forze dell’ordine - cadutedurante la loro eroica e implacabile lottacontro la mafia: in maggio Giovanni Fal-cone; in luglio Paolo Borsellino, Boris Giu-liano e Rocco Chinnici; in agosto Ninni

Cassarà; a settembre CarloAlberto Dalla Chiesa, PinoPuglisi, Mauro De Mauro eRosario Livatino... Uccisi in anni diversi, masempre, curiosamente, nelcorso della più lunga ecalda stagione del Meri-dione italiano. La mafia uccide d’estate èl’autobiografia politica di unantimafioso siciliano ber-lusconiano e il racconto,personale e sincero, di unpercorso di intensa parteci-

pazione alla vita civile e di costante impe-gno istituzionale, che culmina neltriennio da Guardasigilli dedicato a fron-teggiare tre grandi emergenze: la mafia,la lentezza dei processi e il sovraffolla-mento delle carceri.

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 32Polizia Penitenziaria • SG&S

STEFANO ZECCHI

DOPO L’ INFINITOCOSA C’ E’ PAPA’ ?

MONDADORI Edizionipagg. 120 - euro 17,00

S

ANGELINO ALFANO

LA MAFIA UCCIDE D ‘ESTATE

MONDADORI Edizionipagg. 372 - euro 18,50

I

Page 33: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

leati salvatori: la collusione con la mafia ela delinquenza, la corruzione, i regolamentidi conti, i colonnelli cinici che fecero i loroaffari senza andare troppo per il sottile, iprocessi farsa del dopoguerra. Vicendescomode, e a lungo taciute, che ci obbli-gano a ripensare squilibri e fallimenti del-l’Italia di oggi.

ondra, luglio 2012. Mancano pochigiorni all’inizio delle Olimpiadi e lacittà è parata a festa, pronta ad ac-

cogliere gli atleti provenienti da ogni partedel mondo per cele-brare il grande ritodello sport. Ma c’èqualcuno convintoche l’antico spiritoolimpico sia statotradito dalla mo-derna corruzione eche questi Giochinon debbanoavere luogo.Il primo omicidioè un segnalechiaro: davanti alcadavere di Sir DentonMarshall, uomo chiave del Comitato orga-nizzatore, i cinque cerchi olimpici disegnaticon la vernice spray sono coperti da una X.Tracciata con il sangue. Per la filiale londi-nese della famosa agenzia di investigazionePrivate International, al comando di PeterKnight, abilissimo detective e uomo tor-mentato da un passato di dolore, inizia unadrammatica corsa contro il tempo e controun nemico spietato e invisibile, che si firmaCrono e che, come l’antica divinità di cuiha preso il nome, intende «divorare» i Gio-chi e i suoi atleti. E mentre le gare hannoinizio in un clima di angoscia e di massimaallerta, Knight indaga e arriva fino a metterea rischio ciò che ha di più caro perché lafiamma di Olimpia non si trasformi infuoco di distruzione, ma resti luce di spe-ranza per tutti...

ella grammatica italiana non c’è ar-gomento che abbia reputazionepeggiore del congiuntivo.

Considerato obsoleto e impossibile da co-niugare senza errori, è lo spauracchio deglistudenti e di chi tenta di imparare la nostralingua. Persino fra gli studiosi e i docenti c’è chicrede sia meglio rassegnarsi alla sua scom-parsa. In aperta controtendenza, Valeria DellaValle e Giuseppe Patota si sono impegnati aconfutare due convinzioni tanto diffusequanto infondate: che il congiuntivo siamorto, o moribondo, e che sia difficile.Dopo aver dimostrato, attraverso una ve-loce scorribanda nei vari campi della co-municazione, che il congiuntivo gode inrealtà di buona salute, gli autori offronouna ricca serie di informazioni e curiositàsu questo modo verbale tanto discusso: lastoria, gli usi e gli abusi, i motivi che lohanno reso impopolare e, naturalmente, leregole che permettono di utilizzarlo senzaincertezze. Un libro piacevole e istruttivo, corredato daesempi, citazioni e test di verifica, rivolto achi vuole continuare a servirsi di un italianonon solo grammaticalmente corretto maanche accurato, elegante, espressivo.

icilia, luglio 1943. Il capitano ame-ricano John C. Compton raduna piùdi trenta italiani che si sono arresi

e ai suoi soldati domanda: «Chi vuole par-tecipare all’esecuzione?», per poi finirepersonalmente con un colpo alla nuca ipochi sopravvissuti. Qualche ora dopo, ilsergente Horace T. West ammassa un altrogruppo di prigionieri — disarmati e col-laborativi, come recitano gli atti dei pro-cessi — e chiede un mitra: «È meglio chenon guardiate - dice ai suoi - così la re-sponsabilità sarà soltanto mia». Poi liuccide tutti. In quei giorni torridi e confusila stessa sorte toccherà a molti altri italianie tedeschi, catturati in prima linea dalletruppe alleate a Biscari, a Comiso, a Cani-cattì: «Ci era stato detto - hanno dichia-rato i soldati americani - che il generalePatton non voleva prenderli vivi». I fatti di Sicilia non sono che l’inizio di unalunga serie di violenze e soprusi commessidagli Alleati in Italia durante la difficile ri-salita della penisola: dai bombardamenti atappeto, forse non tutti necessari dal puntodi vista strategico, agli stupri di massa inCiociaria, dove i marocchini del contin-gente francese ebbero in premio tre giornidi impunità per il coraggio dimostratonello sfondare la linea Gustav: li usaronoper saccheggiare le case e stuprare donne,uomini e ragazzi. Fino agli ottocento giornidell’occupazione di Napoli-Sciangai.Dopo aver affrontato il mito del Risorgi-mento nel bestseller Controstoria del-l’Unità d’Italia, Gigi Di Fiore riapre le feriteinflitte al nostro Paese dall’esercito di Li-berazione. Scopre così il volto meno glo-rioso, dimenticato dai resocontioleografici più o meno ufficiali, degli Al-

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 33Polizia Penitenziaria • SG&S

a cura diErremme

NL

GIGI DI FIORE

CONTROSTORIADELLA LIBERAZIONELe stragi ed i crimini dimenticati degli Alleatinell’Italia del sud

RIZZOLI Edizionipagg. 360 - euro 19,00 •

VALERIA DELL A VALLEGIUSEPPE PATOTA

VIVA IL CONGIUNTIVOCome e quando usarlosenza sbagliare

SPERLING&KUPFER Edizionipagg. 167 - euro 15,00

J. PATTERSON - M. SULLIVAN

PRIVATE GAMES

LONGANESI Edizionipagg. 336 - euro 16,60

S

Page 34: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197

inviate le vostre lettere [email protected]

n. 197 • luglio/agosto 2012 • pag. 34Polizia Penitenziaria • SG&S

di M

ario

Cap

uti

& G

iova

nni B

atti

sta

De B

lasi

s ©

1992

- 20

12

il mondo dell’appuntato Caputo©

CHI ACCENDE E CHI SPEGNE...

l’appuntato Caputo©

V E N T I A N N I1992•2012

Page 35: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197
Page 36: Polizia Penitenziaria - Luglio / Agosto 2012 - n. 197