Politica e bene comune Fiscalità e cooperazione internazionale

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Politica e bene comune Fiscalità e cooperazione internazionale Luigino Bruni Univ. Milano-Bicocca, Facoltà di Economia Roma, 20-21 giugno 2008

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Politica e bene comuneFiscalità e cooperazione

internazionale

Luigino BruniUniv. Milano-Bicocca, Facoltà di Economia

Roma, 20-21 giugno 2008

Bene Comune e beni comuni

La tradizione classica e cristiana del bene comune si fonda sull'idea che la società sia un corpo, un “noi”: siamo legati gli uni altri da un patto che è ben più di un contratto.

La modernità, in particolare l'economia moderna, ha abbandonato di fatto l'idea di

bene comune per i beni comuni

Bene Comune

Il bene comune è una realtà personalista e comunitaria: riguarda primariamente i rapporti tra persone, mediati dai beni

(cose). Il primo bene è il bene relazionale.

La categoria fondativa è il “patto” o la categoria biblica di Alleanza

Il patto è anche contratto, ma anche philia e agape.

I beni comuni

Il bene comune che la scienza economica ha in mente si basa sulla mutua indifferenza

e sull'assenza di interferenze:è un concetto individualista, dove la

struttura base è un rapporto “individuo-bene”, e non rapporto interpersonale.

La categoria fondativa è quella del contratto (da Hobbes a Ralws)

SussidiarietàL'idea di sussidiarietà è essenziale per la tradizione del Bene comune, che va

primariamente declinata come sussidiarietà tra principi della vita in comune:

non faccia il contratto ciò che può fare l'amicizia (philia), e l'amicizia ciò che può

fare l'agape. Oppure, in termini più positivi: il contratto e la philia contribuiscono

effettivamente al bene comune quando aiutano (sussidiano) l'esperienza

dell'agape-reciprocità.

ecco perché la politica è forma alta di agape.

Sussidiarietà all'incontrario

La scienza economica moderna nasce con un umanesimo di “sussidiarietà

all'incontrario”: non faccia l'amore ciò che può fare il contratto (da A. Smith in poi).

Bene comune e communitas

Non c'è bene comune senza comunità, senza cum-munus

La modernità tende a trasformare il Bene comune in bene immune:

communitas ==> immunitasLa communitas, luogo di ferita e

benedizione, viene sterilizzata dal contratto.

bene comune e fiscalità

All'interno della tradizione del Bene comune, alla fiscalità sono assegnati tre

compiti principali:1) realizzazione dei beni pubblici2) redistribuzione di ricchezza

3) incoraggiare (sussidiando) la creazione di beni meritori e scoraggiare (tassando) i

beni demeritori.

La fiscalità oggiLa grande tendenza in atto oggi è il

riduzionismo dei tre compiti classici della tassazione ad uno solo: la produzione di

beni pubblici. La fiscalità è vista solo all'interno della

logica del contratto: pago per avere servizi che sono per natura pubblici.

Al tempo stesso, è in atto una forte tendenza a trasformare i beni pubblici in

beni privati (per ridurre i tipici problemi di “fallimento” dei beni pubblici).

dal patto al contratto

Dalla natura tridimensionale della fiscalità, a quella unidimensionale (contratto).

==> grande difficoltà di far comprendere la tassazione per redistribuzione e per il sostegno dei beni meritori==> Le politiche fiscali per la famiglia non possono essere capite in un tale contesto culturale “ad una sola dimensione”.

Fisco e famigliaPrima di qualunque richiesta “concessoria” per la famiglia, il primo passo è leggere la

fiscalità della e per la famiglia non primariamente come un contratto, né come redistribuzione, ma vedere la famiglia come

“bene meritorio”. Per quali ragioni?a) la famiglia “produce ricchezza” nel

campo del consumob) la famiglia produce una importante forma di capitale: quello relazionale

c) la famiglia è luogo di felicità, e quindi di produzione e di crescita

Non solo famiglia ...

Una visione della fiscalità alla luce del Bene Comune, deve estendersi ad altri ambiti

cruciali:1. Una forte tassazione di beni inquinanti e forte impatto ambientali, che oggi vanno considerati “demerit goods”, esattamente

come alchol e fumo;2. Una forte incentivazione di beni meritori sociale e relazionali, dall'impresa civile al

volontariato “vero”3. incentivare (premiare) la gratuità.

La cooperazione int.le

La premessa di ogni politica di Bene Comune è guardare al mondo come ad una

comunità umana, nella quale nessun uomo/donna mi è estraneo/a

dalla nazione al mondo

Nell'era della globalizzazione la logica tridimensionale della fiscalità non va solo recuperata a livello Paese, ma estesa su

scala mondiale

Cooperazione come reciprocità

Una cooperazione che non sia paternalismo e assistenzialismo, deve recuperare la

dimensione della reciprocità:- vedere chi riceve non come un “povero”

ma come un soggetto capace di dono- senza stima non c'è sviluppo

Lo sviluppo è reciprocità

ConclusioneLa politica del Bene Comune oggi ha molto da dire alle sfide dell'oggi: la carestia che è alle porte del nostro occidente opulento è

carestia di gratuità, di sobrietà, di beni relazionali, di felicità, una carestia cui è

legata anche la carestia di cibo e di diritti che vive l'altra parte del Mondo.

Un umanesimo a più dimensioni, del patto, del contratto della philia e dell'agape, e il

grande dono che la tradizione cristiana del Bene Comune può fare alle donne e agli

uomini di oggi.

Bibliografia

L. Bruni, La ferita dell'altro, Il margine, 2007.

R. Esposito, Communitas, Einaudi, 1998.S. Zamagni, L'economia del bene comune,

Città Nuova, 2007.