Pinerolo Indialogo Settembre 2011

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1 Supplemento di Indialogo.it , autorizz. N.2 del 16.6.2010 del Tribunale di Pinerolo Anno 2, Settembre 2011 n. 9 IN DIALOGO Vedere Curiosare Toccare Ascoltare Assaggiare la città InMoTis

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N.9 Magazine d'informazione e di cultura locale per il dialogo tra generazioni

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Supplemento di Indialogo. i t , autor izz. N.2 del 16.6.2010 del Tr ibunale di Pinerolo

Anno 2, Settembre 2011n. 9

INDIALOGO

VedereCuriosare

ToccareAscoltare

Assaggiare la città

InMoTis

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22Buone News

A cura di Gabriella Bruzzone

di ritorno dalle vacanze

Dietetico? Ora non più Ormai è tempo di ritorni: arrivederci mare, arrivederci relax ma soprattutto ar-rivederci grandi piatti ipercalorici e gelati a tutte le ore del giorno! Un brutto vizio che acquistiamo in vacanza è infatti quello di dimenticarci completamente della dieta, come se fosse andata in ferie anche lei. Ma al ritorno purtroppo bisogna fare i con-ti con la bilancia che non manca di certo di farci notare quei chiletti di troppo.A questo punto non ci resta altro da fare che munirci di santa pazienza, andare al supermercato ed acquistare verdure e pro-dotti dietetici... Alt! Niente di più sbaglia-to.Recentemente infatti l’Unione Europea sta riconsiderando la normativa tuttora vigente su tutti quei prodotti destinati a chi deve seguire un’alimentazione precisa, cibi dietetici compresi. Sembrerebbe infat-ti che “dietetico, light, a basso contenuto calorico” traggano in inganno i consuma-tori.

Non fraintendete: i prodotti con queste etichette effettivamente contengono una percentuale leggermente inferiore di grassi ma non possono essere considerati vera-mente dietetici, in quanto non fanno dima-grire. A questo proposito l’Unione Europea ha appunto notato una certa ambiguità di significato del termine e sta invitando tut-te le industrie alimentari a rivedere le loro etichette al fine di dare la giusta descrizio-ne al consumatore.La normativa entrerà in vigore non prima del 2015 per dare il tempo alle aziende di mettersi in regola e di far testare scientifi-camente i loro prodotti dall’Efsa, l’Agenzia Europa per la Sicurezza degli Alimenti.Cari consumatori, abbiamo ancora quattro anni quindi per convincerci che non pos-siamo dimagrire mangiando ciò che rite-nevamo dietetico ma solo con un’alimen-tazione equilibrata e con un po’ di attività fisica, se possibile!

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di ritorno dalle vacanze

Dietetico? Ora non piùS o m m a r i o

| Editoriale | Per Pinerolo settembre è il mese di due grossi eventi: la Fiera dell’Artigianato e i Concorsi ippici, che in qualche modo celebrano il passato vicino per quanto riguarda le attività produttive e commercia-li, e quello lontano per i concorsi , con i ricordi della Belle Époque di Pinerolo, città della cavalleria. In contrasto con queste rievocazioni c’è la ripresa lavorativa del dopo vacanze che proietta in un fu-turo oggi più che mai incerto. Di questo contrasto tra passato e futuro sembra-no imbevute anche le preoccupazioni e le aspettati-ve dei pinerolesi. Un passato che è giusto ricordare e celebrare, ma che sente la pesantezza di vecchie liturgie e del già visto: c’è bisogno di nuove formu-le! Circa il futuro si avverte invece la carenza di una visione strategica del territorio e della città. Si per-cepisce l’assenza di grandi visioni ideali. Si avverte la difficoltà a leggere il presente locale e globale e a guardare al futuro. Lo si percepisce a pelle nelle fugaci battute e commenti degli incontri interpersonali, nei discorsi dotti dei convegni e persino in certi mutismi. È un disagio che si riscontra anche nel dibattito politico, dove pesa il venir meno di un rapporto fecondo tra politica e cultura. Tra chi ha la capacità intellettuale di “leggere i tempi” ed elaborare visioni (la cultura) e chi sa elaborare e realizzare progetti (la politica). C’è più che mai bisogno di investire soldi ed energie per far maturare visioni. A differenza del passato dove erano necessari i capitali per realizza-re delle imprese, oggi sono le grandi idee ad essere trainanti. AntonioDenanni

2 Buone news Dietetico?oranonpiù

4 Primo piano veDere,toccare,UDire cUriosare,assaggiare lacittà

8 lettere al giornale lapoliticacontroleiniqUità

9 Giovani@lavoro inmotispercreareeventi

10 Politica in città ilconsiglioc.ritornaincampo

11 appuntamenti eventiDisettembre

12 visibili & invisibili leviolenzeDellagUerralibica

13 tendenze siamoallafineDeisocialnetwork?

14 Giovani@Scuola lesUperioriinDoppiaprospettiva

15 Sociale &volontariato vip(vivereinpositivo)

16 appunti di viaggio l’assaggioDiUnpezzoDisecolocinese

17 teatro atorrepellice“giovaniinazione”

18 arte&architettura lastraDarealeDeivinipiemontesi

19 Musica emergente mariorivoiro&blinDreverenDo

20 Sport anchelosportritornaincampo

22 cose di casa e dell’altro mondo beachvolleyesportestivi

24 amici di Pinerolo Indialogo banner

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PINEROLOINDIALOGO

DIRETTORE RESPONSABILEAntonio Denanni Hannocollaboratoaquestonumero:Fiammetta Bertotto, Mi-chele Barbero, Silvio Ferrero, Emanuele Sacchetto, Valenti-na Voglino, Gabriella Bruzzone, Francesca Noardo, Maurizio Allasia, Andrea Obiso, Mario Rivoiro, Massimiliano Granero, Nadia Fenoglio, Giulia Antonucci, Francesca Costarelli, Michele F.Barale, Massimiliano Malvicini, Marianna BertolinoCon la partecipazione di Elvio Fassone

PhOTOGiacomo Denanni, Irene Lo Bianco

Pinerolo Indialogo, supplemento di Indialogo.itAutorizzazione del Tribunale di Pinerolo n. 2 del 16/06/2010

REDAzIONETel. 0121397226 - Fax 1782285085 E-mail: [email protected]

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A cura di Marianna Bertolino e Francesca Costarelli

4 Visitare la cittàPRIMO PIANO

il PercorSo dei SenSi/1

Percorrievivilacittà In occasione dell’Artigianato, la rassegna che ogni anno raduna nelle vie del centro storico di Pinerolo l’eccellenza artigiana locale, vi proponiamo un insolito percorso all’insegna dei cinque sensi

Parti da piazza Luigi Facta, dove po-trai rifocillarti con un gelato alla Vene-ta, una delle prime gelaterie della città, che vanta più di 130 anni d’esperienza e di qualità. Da qui, dopo l’introduzione dell’illuminazione a gas nel 1856, par-tivano i lampionai che avevano il com-pito di accendere tutti i lampioni delle vie cittadine con una lunga asta accesa, prima che questa si spegnesse. Inoltre, nei primi anni del secolo scorso, vi erano bancarelle di scarpe, canovacci, acciu-ghe mentre nell’adiacente via Savoia si commercializzavano le uova e la carne.Passa davanti alla Casa del Gallo, l’edifi-cio completamente ristrutturato in vetro. La modernità della struttura, che in un primo momento ha lasciato perplessi i pi-nerolesi, riflette i palazzi circostanti e la Chiesa di San Rocco del 1744 e attual-mente accoglie negozi di griffe, uffici e un sushi bar.

Continuando per via Savoia non per-

derti una visita alla Galleria d’arte Losa-no che periodicamente ospita collezioni e mostre molto interessanti, tra le ultime le foto di Lionello Gennero su uno spet-tacolo teatrale che coinvolse le città di Pinerolo, Piossasco e Avigliana negli anni ‘70.

Dopodiché, se sei interessato alla vita notturna, troverai nel cocktail bar Pepe

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Nero di che divertirti.Prima di arrivare in piazza San Donato, dai un’occhiata alla moderna targa com-memorativa in via della Parrocchiale, che rimanda ad un’epigrafe sullo stesso edi-ficio, dove si legge ancora “rétabli pour le tremblement de terre”, in ricordo di un terremoto che toccò Pinerolo e il Pinero-lese. Era il 2 aprile 1808 e le cronache di allora parlarono di un “grande disastro pel Piemonte”. Il terremoto interessò l’Al-ta Val Pellice e fu sentito fino a Barge e Paesana. I danni stimati ammontarono a 1000 franchi.

Ben arrivato in piazza San Donato! Qui si trovano numerose curiosità storiche, culturali e culinarie.La Sindone. Uno dei dipinti della Sindone - se ne ritrovano altri sulle pareti di alcu-ni edifici storici della città - è posto nel-la lunetta del portale destro del Duomo. Seppur non accertata da fonti scritte, si tramanda che nel 1478 ebbe luogo la pri-ma ostensione del sacro lino, per volere degli allora proprietari, i Savoia.

Lapide di Silvio Pellico. Silvio Pellico, nati-vo di Saluzzo, giunse a Pinerolo all’età di quattro anni dove risiedette fino al 1799, anno in cui si trasferì a Torino. La targa appare nella facciata di casa Majneri visi-bile dalla piazza. Pinerolo e il Chisone sono protagonisti di

una sua cantica giovanile in versi sciol-ti intitolata Tancreda, dove si narra, non senza qualche rimando autobiografico, dell’amore cortese del giovane Eudo per una ragazza del posto di nome Tancreda.Campanile mozzo. Il campanile della cat-tedrale di Pinerolo dedicata al Santo pa-trono Donato è noto come cioché moch, ovvero campanile mozzo, data la sua architettura non proprio longilinea. La costruzione è infatti rimasta incompiuta probabilmente per non competere con l’altezza del campanile di San Maurizio. Non vi è traccia del sotterraneo che, a detta dello storico Quirino Trivero, avreb-be ospitato il misterioso personaggio del-la Maschera di Ferro.

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A cura di Marianna Bertolinoe Francesca Costarelli

il PercorSo dei SenSi/2

Continuaapercorrere...

6PRIMO PIANO

Zurigo. Verso gli inizi degli anni ’30, il Ma-stro Pasticcere Castino inventò la famosa Torta zurigo, per soddisfare la Principessa Jolanda di Savoia, assidua frequentatrice della “Città della Cavalleria”. Il dolce è un tripudio di crema Chantilly al torrone e cioccolato adagiati su una cialda frolla al cacao, guarnita con scaglie di cioccolato amaro e ciliegie sotto spirito glassate… che galuperie!

La piazza si anima in estate con musica e spettacoli teatrali. Gli eventi più impor-tanti sono la rassegna di musica kleztmer “Vincoli Sonori” e il Festival Internaziona-le di Teatro di Figura “Immagini dell’In-terno”.

A questo punto lasciati alle spalle la cat-tedrale e addentrati in via Silvio Pellico. Museo del Mutuo Soccorso. A far da con-tenitore al museo è l’antico edificio in via Silvio Pellico che ospitò la prima Società di Mutuo Soccorso in Italia, nata nel 1848. Anticipando i tempi essa proponeva so-stegno in caso di malattia e di accidentale invalidità e introdusse le prime forme di cooperazione grazie all’istituzione di un

forno e di un magazzi-no di vendita ai soci. Per citare alcune ci-fre: con 20 centesimi e dopo quattro mesi ogni socio aveva dirit-to a una lira al giorno in caso di malattia. Inoltre con un pegno di due lire restituite alla fine del corso pre-via buona riuscita di questo e assiduità di presenza, si aveva a disposizione un mae-stro per la propria istruzione e per quella di figli e parenti nel periodo in cui la cam-pagna richiedeva meno manodopera. Proseguendo su via San Giuseppe merita uno sguardo la Chiesetta di San Giusep-pe, ora sala Italo Tajo, che ospita nume-rosi concerti di valore e, in fondo alla via, il Tribunale della città. Spingiti, passando per via Archibugieri, verso via Assietta dove, guardandoti intorno, troverai piccoli laboratori artigianali. Tra gli altri Vestiri-ciclo, la Bottega delle Arti Contromano, il laboratorio di carta pesta. Di fronte a

Visitare la città

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quest’ultimo ti sorprenderà una particolare raffigurazione astrologica dei segni zodia-cali.

Ritornando su via Trento, all’angolo con via Principi d’Acaja, si incontra il Palazzo del Vicario, un gioiello architettonico resti-tuito alla città dopo anni di restauro. Il par-ticolare angolo smussato in pietra è noto come peira d’la rasun (pietra della ragio-ne) forse perché destinato a far ragionare coloro che infrangevano la giustizia, fun-gendo da berlina per debitori o mercanti in fallimento, forse perché adibito a luogo in cui coloro che lo desideravano potevano predicare e tenere comizi.

A questo punto ti proponiamo una bre-ve digressione sul percorso per una veloce occhiata alla chiesa di Sant’Agostino. La chiesa, nota anche con il nome di Santa Maria Ausiliatrice, fu fatta costruire sul forno della frazione Rocco come ex voto alla Madonna nel 1630 per chiedere la fine della peste. Narra la leggenda che qui la Vergine apparse in una veste insolita, car-nagione scura e capelli corvini, a coloro che si erano fermati per pregare durante una processione.

Per concludere il percorso assapora la vita notturna dei giovani pinerolesi. Via Trento, che di sera diventa esclusivamente pedonale, si anima di un brulicante chiac-chiericcio grazie ai numerosi locali.Lennon. In questo locale è d’obbligo ordi-nare una birra. Ce n’è per tutti i gusti.Cantinero. Mix alcoolici e bevande sempre accompagnate da un dolce offerto dalla casa.Kebab e Sushi. Per gli amanti delle nuo-ve esperienze culinarie provenienti da altri paesi.Vicolo Corto. Per tirare fino a mattina il circolo Arci, quasi in fondo alla via, offre serate all’insegna della musica reggae e un’atmosfera tranquilla e amichevole gra-zie al calcetto e ai giochi di società messi a disposizione dei giovani avventori.

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8Lettere al giornale Risponde Elvio Fassone

Sono un cittadino italiano che, nonostante tutti i limiti di questa Nazione, ne è ancora innamorato. Mi permetto di chiederLe un’opinione, un messaggio a quanti, come me, pur amando la nostra Repubblica, sono disillusi dalla situazione economico – politica imperante. I giovani hanno sempre minori opportu-nità di costruirsi un futuro personale e professionale senza scendere a compromessi con la propria co-scienza e compiacere il capo oppure il potente di turno. Quali suggerimenti, quali indicazioni potrebbe rivolgerci? Silvio F.

E’ bello che un giovane si rivolga ad un non giova-ne, ed è imbarazzante per quest’ultimo il dare delle indicazioni sul come superare un presente del quale è in qualche modo, oggettivamente, corresponsabile. Ma accantoniamo questi sentimenti e proviamoci. Il disagio giovanile può essere sintetizzato nel concetto di “stabile precarietà” e nella conseguente difficoltà di costruire un futuro “senza scendere a compromessi”, come lamenta Silvio.Per contrastare questa situazione credo si possa agire a livello individuale ed a livello politico. Sul primo livello, continuo a pensare che lo studio e la competenza siano attrezzi che non andranno mai in disuso. Se mai, aumenta il livello di competen-za che vale come biglietto di presentazione: ma il “sapere tutto di una cosa”, fosse pure il giardi-naggio o la storia polacca (parlo per paradossi, è chiaro) resta un’arma valida in qualsiasi contesto, perché sarà pur vero che molti vanno avanti per rac-comandazioni o fedeltà, ma è altrettanto vero che i raccomandati raramente sono aquile, e il mondo continua ad avere bisogno di eccellenze, e quando le trova se le coccola, eccòme. Però questo non basta, e ne sono consapevo-le. Guardando la situazione dall’alto, si vedono due fenomeni: il primo è planetario, ed è una corsa all’indietro dei diritti dei lavoratori, una volta che la competizione globale ci ha messi a confronto con aree nelle quali questi diritti sono inesistenti o minimi. Il secondo è lo-cale, e consiste in una distribuzione iniqua della quota di flessibilità che si deve riconoscere al mon-do della produzione per reggere la competizione: anziché ripartirla tra i la-

voratori già inseriti e quelli in attesa di entrare nel mondo del lavoro, la si è fatta gravare quasi intera-mente sui secondi, per cui oggi abbiamo due mondi lavorativi diversi tra loro, e spesso addirittura ostili. Le analisi e le denunce di queste situazioni si spre-cano: purtroppo, raramente si va oltre il lamento, e così la maggior parte dei giovani oscilla tra l’apatia rinunciataria e la collera ribelle, con qualche accen-no di movimentismo fugace ed in ogni caso anti-politico. Io penso, invece, che non ci sia altro che la politica capace di affrontare problemi di queste dimensioni e di questa drammaticità. Solo la politica può arrivare (in tempi forse non brevi, ma bisogna pur partire) a pretendere che i vari organismi sovra-nazionali istituiscano una sor-ta di protezionismo sociale, vietando l’ingresso nei mercati occidentali di prodotti che non incorporino una quota minima di tutele dei lavoratori nei Paesi di provenienza, e quindi costringendo i medesimi ad una più rapida evoluzione, e di riflesso ad una minor competitività sui costi. Solo la politica (meglio: certe forze politiche più di altre) può ridurre le inique disparità tra le due tipologie di lavoro presenti da noi, se non altro ren-dendo meno conveniente il contratto a termine, che oggi costa meno in termini di contributi; ovvero convertendolo per legge in un contratto a tempo indeterminato dopo un certo numero di reiterazioni; o ancora offrendo agevolazioni alle imprese che se ne avvalgono in minor misura. Meglio ancora se poi si riuscirà a dare attuazione a taluni disegni di legge giacenti da tempo in Parlamento, che prevedono un contratto di ingresso unico, a tutele progressi-ve, ed un coinvolgimento del mondo delle imprese nel sostegno al lavoratore che ha perso il posto, sì che quello abbia interesse a riassorbirlo al più presto per non soggiacere al costo parziale dell’assegno di inoccupazione Le idee ci sono, è il consenso che ancora scar-

seggia. Il mondo della politi-ca, ed ancor più il mondo dei partiti, non è invitante. Ma non lo è principalmente per-ché è abbandonato ai pro-fessionisti della politica. Se ce ne riappropriamo, almeno in parte, può cambiare. E di riflesso può cambiare la sorte di una generazione in attesa.

SOCIETà

“Sono ancora innaMorato dell’italia, Ma...”

Sololapoliticacontroleiniquedisparità

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esigenze del committente. In questo modo InMoTiS è una struttura snella ed economica-mente sostenibile. Inoltre, la rete così costituita, garantisce un continuo scambio di idee tra le varie compe-tenze e un costante aggiornamento dei modi

operandi. Costarelli ci tiene a sottoline-are altri tre punti di particolare interesse. Il primo è l’attenzio-ne ai giovani che si affacciano al “dietro le quinte” della cul-tura: «InMoTiS ha l’ambizione di diventare un incubatore di sperimentazione e formazione. Ogni professionista supporta ed è affiancato da un giovane. In questo modo, si dà la possibi-lità agli studenti, ai giovani di-

soccupati, a chi vuole cimentarsi in questo lavoro, di essere affiancati da un esperto sul campo. In questo modo la qualità e la professionalità vengono salvaguardate e il giovane studente ha la possibilità di lavorare direttamente sul campo e collaborare a even-ti a cui non sarebbe riuscito a partecipare in quanto ancora inesperto». Il secondo è il sa-per essere provocatore di circoli virtuosi: «In-MoTiS per la maggior parte dei componenti si configura come collaborazioni estemporanee, un secondo lavoro. Ecco perché è possibile far risparmiare ulteriormente i clienti ottenen-do anche una miglior qualità: ogni professio-nista ha i suoi contatti privilegiati nel proprio campo e, dunque, all’occorrenza ogni singo-lo componente può innescare circoli virtuosi creando nuove reti che mettono in comuni-cazione il committente con aziende e servizi specifici presenti sul territorio». L’ultimo, ma non in importanza, è il ruolo di facilitatore cul-turale: «il compito di strutture come InMoTiS è anche quella dell’impresa sociale, cioè di mettere in relazione enti e realtà che fanno fa-tica a “fare rete”. Il facilitatore crea risparmio di energie, tempo, risorse economiche perchè sintetizza il meglio da diverse esperienze». Insomma, il progetto è buono, non ci resta che vedere il gruppo all’opera. GC

Giovani & Lavoro di GC

FranceSca coStarelli e la Sua rete PineroleSe

InMoTispercreareeventi Finalmente InMoTiS! Una nuova realtà la-vorativa nel pinerolese. Già la notizia di per sè porta a rallegrarsi, se ci aggiungiamo poi che è una scommessa giocata da giovani e si svolge in ambito creativo oltre ai rallegramen-ti dobbiamo aggiungere almeno i nostri augu-ri e il nostro compiacimento per l’inizio di questa impresa. L’iniziativa di InMoTiS è pa-trocinata nello start up dal ban-do InventaLAVORO 2011 del Comune di Pinerolo, ma è da qualche tempo che la struttu-ra ideata dalla giovane pinero-lese Francesca Costarelli e dai suoi accoliti, scalda i motori in zona e non solo. L’occasione del bando ha fatto il resto e con qualche sicurezza economica in più, in questo momento, in cui solo pazzi visionari o attente formichine han-no il coraggio di uscire allo scoperto con idee che possono smontare un po’ la crisi in cui ci sentiamo sprofondati, l’iniziativa è partita. L’idea su cui si basa InMoTiS è relativa-mente semplice: “chiunque può concepire e pensare un evento, non tutti possono realiz-zarlo”. Semplice, realistico e per certi versi giustamente sfrontato come incipit. «In concreto - sostiene Francesca Costarelli - InMoTiS vuole essere un gruppo di lavoro, un’equipe di professionisti della progettazio-ne e gestione di eventi culturali e sociali negli ambiti museale, delle performing arts, teatro, musica e di interventi culturali in genere». Nasce con lo scopo di accomunare espe-rienze e conoscenze differenziate e proporle all’interno di un progetto unitario, completo. «L’intento è quello di creare una struttura snella, un’agenzia di operatori culturali, che possa servire da supporto nella pianificazione e allestimento di qualsiasi situazione cultura-le. Una rete di professionisti coordinata da un cultural manager, nucleo centrale costan-temente operativo, che mette in relazione i clienti con i componenti della rete». La carat-teristica principale, dunque, è che il team non è stabile, ma si forma ogni volta in base alle

SOCIETà

Francesca Costarelli di InMoTis

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10 POLITICA

Dopo la necessaria pausa estiva è tem-po di tornare sui banchi, ognuno al pro-prio posto, con compiti e riflessioni ma-turate nel periodo vacanziero. E a tener cattedra nell’agenda della nuova giunta ci sono temi molto sentiti da Pinerolo: dai parcheggi, al “lodo monte Oliveto”, all’or-mai onnipresente caserma dei Carabinieri. E così il neo sindaco, Eugenio Buttiero, messe alle briglie le indiscrezioni sulla sua nuova giunta e placati gli spiriti infuocati da post campagna elettorale, ora suderà su questi temi scottanti. Un’estate molto calda l’avevano annunciata. Figuriamoci poi se a stringere la morsa della giunta si mettono i multiformi membri dell’opposi-zione. Dal Sel, al 5 stelle, fino alla lista Chiabrando sembrano essere tutti molto uniti ed esigenti nel volere risposte ade-guate per ciascun cittadino dal “sindaco di tutti”, come egli stesso si è definito. Il dibattito sui parcheggi sarà certo uno dei temi più richiesti dai cittadini su cui viene chiesta un po’ più di chiarezza. L’opposi-zione spera in un dialogo a partire dalla radice del discorso: servono veramente nuovi parcheggi? Oppure bisogna gesti-re meglio quelli già esistenti (vedi piazza

Primo Levi)? E poi ancora: ha senso per l’economia della città fare un parcheggio interrato a piazza Vittorio Veneto? Sareb-be bene forse, per un tema così sentito, ascoltare cosa ne pensano i cittadini, che poi si ritrovano a pagare multe da-vanti all’ospedale e a lamentarsi perché i parcheggi sono pochi e tutti a pagamen-to. Ma il tema più delicato è sicuramen-te quello inerente alla resa edificabile o meno della così detta zona CP7, antistan-te Monte Oliveto, in seguito a una modifi-ca del piano regolatore. Dopo il netto No alle nuove costruzioni della giunta Cova-to (di cui molti membri dell’attuale giunta già facevano parte!) oggi si riapre la que-stione, dimenticando forse i circa 2000 alloggi già sfitti in città. Ma ad alimenta-re il clima di sfida c’è anche un delicato procedimento giudiziario, portato avanti dai costruttori che anni addietro erano già pronti a costruire (con investimenti fatti) prima ancora che il comune desse il Si alle costruzioni. Dunque tra richie-ste risarcitorie e battaglie ambientaliste il dibattito politico si accende. C’è solo da sperare che a spegnerlo non siano i soliti interessi personali di alcuni costruttori.

A cura di Emanuele Sacchetto

“riFleSSioni” Politiche younG

IlConsiglioC.ritornaincampo

I n C i t t à

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“riFleSSioni” Politiche younG

IlConsiglioC.ritornaincampoM e S e d i S e t t e M B r e 2 0 1 1

Eventi ed appuntamenti

A cura di Silvio Ferrero

P i ne ro loEVENTI

Pinerolo, 8, 9, 10, 11 settembreRassegna dell’artigianato della Città di PineroloGiovedi 8 settembre, Piazza Facta ore 17.30 inaugurazione con partecipazione della fanfara comica Pap-pazzum (www.pappazzum.it) Venerdì 9 settembre Teatro Sociale alle 21.15 concerto di Anto-nella Ruggiero.Sabato 10 settembre Di fronte al Teatro Sociale, ore 21.30 nell’ambito della Notte Tricolore di Espe-rienza Italia “Yavanna in concerto” – Vir-ginia, Letizia, Anita, le tre finaliste di X Factor 3.I musei cittadini sono aperti fino alle ore 23Pinerolo 9, 10, 11 settembrePiazza d’Armi, Concorso Ippico Interna-zionale CSI categoria ***16, 17, 18 settembrePiazza d’Armi Concorso Ippico Internazio-nale categoria ****

Pinerolo, Sabato 17 serale straMERCATINO Isola per artigiani, isola dei fiori, isola dei prodotti tipici, isola del piccolo antiquario e tanto altro ancora...

Pinerolo, 25 settembreNel Centro Storico, Mostra Mercato dell’An-tiquariato minore e del collezionismoPinerolo, 1-2 ottobre Rievocazione storica de “La maschera di ferro”. (Info su www.mascheradiferro.it)

torre Pellice, 03 settembre 2011Ore 21,30, Tempio Valdese, via Beckwith 4Concerto dell’orchestra da camera della Val Pellice

torre Pellice, 8 settembre 2011Ore 15, piazza MustonLaboratorio teatrale a cura dei “Fuori di teatro”Ore 17,30, piazza MustonSpazio progetti: SKATEPARK e CENTRI GIOVANILIOre 19,30 piazza MustonCENA DELLA PACE con gofriOre 21,30, piazza MustonSpettacolo teatrale ORIZZONTI RIFIUTA-TI a cura del gruppo “Giovani in azione”A seguire serata musicale con RISE OF VOID e ATHYPIC

torre Pellice, 9 settembre 2011Ore 15, piazza MustonVITA DA GIOVANI, chiacchierata con-fronto con i ragazzi della Croce Rossa ItalianaOre 17,30, piazza MustonLaboratorio teatrale dei “Fuori di teatro”Ore 19,30 piazza MustonCena con gofriOre 21,30, piazza MustonSerata musicale con ALTRE BRUTTE SORPRESE e ALLIANCE

torre Pellice, 10 settembre 2011Ore 15, piazza MustonLaboratorio di danza, capoeira e libera espressioneA seguire spettacolo a cura di “Liberart”Ore 17,30, piazza MustonDIRITTI E DINTORNI, chiacchierata con-fronto con i giovani di “Libera” e “Amnesty”Ore 19,30 piazza MustonCENA con gofriOre 21,30, piazza MustonSerata musicale con “GHOST OF DE-STINY” e “AUT IN VERTIGO”

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in liBia SiaMo alla Fine dell’orrore?

Amnestytestimonialeviolenzedientrambi

Di Massimiliano Granero DIRITTI UMANI Visibili & Invisibili

Ci tocca ancora una volta, e speriamo sia l’ul-tima, parlare della guerra che più di tutte ha in-sanguinato questo 2011. Una scia di sangue e odio si è formata nel deserto libico nell’estate di fuoco che sta volgendo al termine. All’interno dei paesi della Primavera araba la Libia merita certo un posto d’onore in quanto a strascichi, echi, dolore e morti. Forse perché si è trattata di una guerra civile, o - per chi è uso a disprezzare la madre Afri-ca - tribale. Forse perché Ghed-dafi non era, e non è, un leader come tanti altri. Forse perché nello scacchiere internazionale troppi re e regine ci hanno vo-luto guadagnare dallo scacco al rais. Fatto sta che nonostante tutto, un tutto generico che sa di soldi, di amicizie scomode, di voltafaccia e voltagabbana, la guerra è finita. Forse. I ribel-li hanno vinto, il dittatore è in fuga, nasce per Tripolitania e Cirenaica una nuova era di pace e democrazia. Forse, anche qui. Rimangono, in modo certo og-gettivo ed obbiettivo, gli stralci di una lotta che ha visto scontrarsi libici contro libici. Ad essi si sono aggiunti sì i mercenari del colonnello e le forze della Nato a dar man forte nell’aumentare i nomi e i numeri dei morti per le strade e dei palazzi divelti dalle strade stesse; ma a far le spese più salate sono stati i civili, i figli di questa terra tormentata. E le loro madri e le loro spose, inermi spettatrici e vittime di un conflitto maschile e maschilista. Perciò una delegazione di Amnesty Internatio-nal, giunta in Libia martedì 23 agosto, ha raccolto testimonianze di detenuti che hanno subito tor-ture sia da parte dei soldati pro-Gheddafi che da parte delle forze ribelli nella zona di Az-zawiya. I rappresentanti delle forze ribelli hanno dichia-rato che le violazioni dei diritti umani commesse sotto il precedente regime non si ripeteranno. Ma mentre scripta manent, verba volant e intan-to in una cella sovraffollata in cui 125 persone ri-

uscivano a malapena a muoversi e a dormire, un ragazzo ha raccontato come ha risposto all’ap-pello del governo di Gheddafi a prendere le armi contro l’opposizione. ha dichiarato di essere sta-to trasportato a un campo militare di Az-zawiya e che gli è stato messo in mano un kalashnikov, che non sapeva minimamente come usare. Cer-

cando rifugio dai bom-bardamenti della Nato, si è dovuto arrendere ai thuuwar (i “rivoluziona-ri”). Un colpo al ginoc-chio ed uno all’orecchio il saluto dei ribelli al gio-vane. Ma non finisce qui perché come dice egli stesso: “Nel centro di detenzione, di tanto in tanto continuavano a picchiarci, chiamandoci assassini”. E come lui tanti altri. Inoltre ad Az-zawiya un terzo dei prigionieri è costituito da “mercenari stranieri”, tra cui citta-dini del Ciad, del Niger e del Sudan. Per lo più

lavoratori migranti, arrestati nelle loro case, sul posto di lavoro o semplicemente a causa del co-lore della pelle, minacciati di “essere eliminati o condannati a morte”. Eppure nessuno indossava uniformi militari. Certo, le forze pro-Gheddafi non sono da meno, e la delegazione di Amnesty International ha così scoperto prove di stupri commessi contro i detenuti,già picchiati con cavi di metallo, man-ganelli, bastoni e sottoposti a scariche elettriche, nella famigerata prigione di Abu Salim, a Tripoli. Migliaia di uomini, tra cui civili estranei ai com-battimenti, sono “scomparsi” durante il conflitto dopo essere stati presi dalle forze di Gheddafi. Le loro famiglie vivono da mesi nell’angoscia di non conoscere la loro sorte. Un uomo ha rac-contato che i suoi rapitori lo hanno bendato e lo hanno seviziato inserendo una canna di fucile nel suo ano... “The horror! The horror!”

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L’iPod Nano

Tendenze A cura di Massimiliano Malvicini

cultura Giovanile e nuove tecnoloGie

Siamoallafinedeisocialnetwork? Social network, la fine dietro l’angolo?Che abbiano cambiato e stiano tutt’ora cam-biando il rapporto di milioni di persone con il computer, oltreché lo stesso modo di vivere parte della quotidianità, è fuori dubbio, ma si sta veramente vivendo un cambiamento in cui i blog e soprattutto i social network sono la nuo-va agorà elettronica? Probabilmente sì. Il punto problematico è però che accanto a fenomeni destinati a durare nel tempo (i tablet per esempio, quale evoluzione del classico pc portatile) ce ne sono altri che po-trebbero presto concludere la propria avventura da protagonisti del firmamento hi-tech. E’ questo il caso dei social network? “Piattaforma sociale” per eccellenza prima dell’esplosione di Facebook, MySpace vive da tempo un periodo che brillante certo non può definirsi. Anzi. L’ultima mossa della società che fa capo a Murdoch è stata quella di annunciare il taglio di una notevole porzione di forza lavoro globale. Di sicuro MySpace non può (e vuole) pensare a gareggiare con Facebook sul fronte dei volumi (il rapporto è oggi di 91 milioni a 600) e si è concentrata su suoi piatti forti, musica e video. Ma, nonostante il numero di utenti mobili di My-Space sia in crescita forse è già troppo tardi per salvare un business le cui perdite, parole dei top manager di News Corp, non sono più sostenibili. Che Facebook, l’altro grande gigante del web oltre Google, faccia sempre notizia non si sco-pre certo ora. Il punto è che fino a un mese fa se ne parlava tendenzialmente solo in bene, per osannare i risultati raggiunti e ce-lebrare la figura del fon-datore Mark zuckerberg (eletto uomo dell’anno dalla prestigiosa rivista Time). Negli ultimi gior-ni, invece, la società californiana è balzata agli onori della cronaca per ben altri motivi: è da

mesi che si vocifera che i gemelli Tyler e Ca-meron Winklevoss (resi “celebri” dal film “The Social Network”) non sarebbero sazi dei loro 65 milioni di dollari con cui il Ceo di Facebook ha chiuso la vertenza legale da loro aperta. Rumors a parte, ciò che appare oggi preoc-cupante sono le nuove valutazioni su Facebook degli analisti finanziari, che arrivano a sgonfia-re un fenomeno che solo due settimane fa era accreditato di un valore di Borsa sul cosiddetto “mercato grigio” (la società non è quotata a Wall Street) di oltre 50 miliardi di dollari e di profitti stimati per quest’anno pari a un miliardo di dollari (rispetto ai presunti 400 milioni del 2010 su un fatturato di due miliardi). Invece, come ha scritto il Wall Street Journal, le stime sul valore del social network sui listini non sarebbero realistiche sul lungo termine per il semplice motivo che molto del futuro guada-gno potrebbe già essersi volatilizzato. Facebook, in altre parole, ha già toccato il suo picco e in futuro altre tecnologie potrebbero stravolgere il ruolo dei social network, relegandoli a qualcosa di vecchio e superato. Alla società, osservano gli analisti, servirebbe-ro ingenti capitali per finanziare l’evoluzione del suo business e non è detto che le banche d’af-fari siano sempre così brave a raccogliere denari privati. C’è quindi il serio rischio che Facebook abbia imboccato prima del previsto la sua para-bola discendente?

SOCIETà

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Francesca, come valuti oggi la scelta di cinqueannifa?Adesso posso dire che il classico è stata la scelta migliore e che, quindi, la rifarei. Nei primi anni, inve-ce, ero molto indecisa, ma l’appoggio dei miei geni-tori e di mio fratello ha rafforzato la mia decisione. Ora mi trovo ad una nuova svolta: penso però che

la scelta per l’università sia ancora più mirata, e dunque più impe-gnativa.Cinqueannifa: immagi-navi comeseioggi?All ’ in iz io p e n s a v o che il liceo fosse im-possibile,

che il salto tra medie e superiori fosse più fatico-so di come è stato. Invece ho sperimentato come le difficoltà siano aumentate gradualmente anno per anno, così come le capacità di noi studenti di affrontarle. Mi immaginavo, quindi, di incontrare ostacoli più grandi e temevo di non ricompensare le aspettative dei miei genitori e degli insegnanti.Cosatipreoccupaecosatipiacedipiùdell’annochestapercominciare?L’esame, va da sé, è la preoccupazione maggio-re. Anche l’elaborazione della “tesina” mi lascia in pensiero, perché è mia intenzione esaminare un argomento interessante e che non risulti banale. Mentre la cosa più bella dell’ultimo anno… è che sei alla fine! In quinta si raccolgono i frutti seminati negli anni precedenti, le soddisfazioni che restano. Finalmente vedi il tuo lavoro concretizzarsi e diven-tare bagaglio per il domani.

SOCIETà Giovan i@Scuo la A cura di Nadia Fenoglio

le voci di un neoiscritto e di una maturanda a confronto

Lesuperioriindoppiaprospettiva Inizio e fine di uno stesso percorso, le superiori, osservati attraverso lo sguardo di due ragazzi ai poli opposti dell’esperienza liceale. Ne parliamo con Tommaso Boccardo, neo-iscritto al Liceo scientifico Curie di Pinerolo, e Francesca Lantaré, maturanda dell’in-dirizzo classico del Liceo Valdese di Torre Pellice.

Tommaso,comesièarticolatalatuascelta?Per me non è stato molto difficile: ho chiesto informa-zioni a mio fratello, che frequentava la stessa scuola, e ai miei amici riguardo alle materie caratterizzanti. Scienze e matematica sono le mie preferite, quindi so di andare sul sicuro. E anche i miei genitori mi hanno sostenuto in questa decisione.Tracinqueanni:cometiimmagini?Con una preparazione scolastica maggiore, questo è l’obiettivo. Infatti è mia intenzione continuare gli stu-di scientifici all’università: penso, infatti, che la mia scelta possa fornirmi la base adeguata di conoscenze a questo proposito. So che i sacrifici e l’impegno da dedicare allo studio aumenteranno con gli anni. Pen-so però che, cammin facendo, le soddisfazioni bilan-ceranno i miei sforzi.Cosatipreoccupaecosatipiacedipiùdell’annochestapercominciare?La novità stessa che mi incuriosisce, insieme al fatto di entrare in una scuola più grande, conoscere nuo-ve e più persone. Per questo motivo direi che inizio scuola con maggior entusiasmo. La mia incognita riguarda l’ambiente che troverò al liceo e il rapporto con gli insegnanti, i quali ovviamente richiederanno di più. Ma mi rassicura il fatto di avere alcuni amici che inizieranno questa stessa avventura con me.

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15Soc i a l e&Vo lon ta r i a to A cura di Valentina Voglino

“viP Pinerolo onlus”

Vivereinpositivoconlaclownterapia

SOCIETà

“Ridere non è solo contagioso, ma è an-che la migliore medicina” (Patch Adams). Chi ha visto il film sulla vita di Patch Adams, magistralmente interpretato da Ro-bin Williams, non avrà certo bisogno di mol-te spiegazioni per convincersi della veridici-tà di queste parole. La scheda personale di questo talentuoso medico riporta che fu bocciato alla scuola di specializzazione per “eccessiva gaiezza”. Un suo tutor universitario una volta gli dis-se che “se voleva fare il clown doveva andare a lavorare in un circo”.Di fatto, Patch voleva fare il clown, ma voleva terribilmente diventare un medico. Riuscì a svol-gere entrambe le profes-sioni combinando alcuni aspetti molto diversi del-la sua personalità. L’in-credibile storia di Patch Adams, paziente e medi-co di un istituto per ma-lattie mentali, celebra il trionfo di un individuo e del suo inarrestabile tentativo di perseguire un sogno idealistico. Nato negli Stati Uniti, attivista sociale e scrittore, è un uomo eccentrico, ma anche un medico che esercita la professione con passione e dedizione. Non ha mai voluto en-trare a far parte del sistema, piuttosto vole-va crearne uno nuovo.È generalmente riconosciuto come l’ideato-re di una terapia olistica molto particolare: quella del sorriso, anche nota come clown-terapia: è una sorta di guaritore che cerca di scoprire come funzionano i pazienti. Che cosa gli piace? Cosa li stimola? Quali sono le loro passioni? Realizzare le fantasie dei pazienti può aumentare i valori delle loro en-dorfine e il loro desiderio di rimettersi. A Pinerolo, nel 2007, un gruppo di volon-tari aderisce all’Associazione VIP (Vivere In Positivo) di Torino e tale associazione che già prestava servizio presso gli ospedali tori-

nesi delle Molinette, Regina Margherita, Ma-ria Vittoria, Martini e della provincia come l’ospedale di Chivasso e l’RSA Mezzaluna di San Mauro T.se stipula una convenzione con l’ospedale pinerolese E. Agnelli. Nel 2009 si costituisce l’Associazione VIP PINEROLO ONLUS. Attualmente i suoi volontari prestano ser-vizio presso l’ospedale Agnelli nei reparti di oculistica, ortopedia, medicina generale, chirurgia, cardiologia, nefrologia, ostetricia -

ginecologia un sabato pomeriggio al mese dalle 15,00 alle 18,00. VIP PINEROLO è un’associa-zione federata di VIP ITALIA ON-LUS, dalla quale eredita i Valori e i Progetti. Del Progetto OSPEDALI abbia-mo già parlato; il secondo pro-getto CIRCOSTANzA (portare il Circo in una Stanza per cambiare le CIRCOSTANzE della Vita) è un laboratorio permanente di Clown-terapia e Arti Circensi rivolto a minori a rischio. Chiunque può decidere di di-

ventare un volontario VIP, diventando così missionario della gioia, e svolgendo la pro-pria attività a favore di persone in difficoltà e di soggetti svantaggiati, offrendo soste-gno, ascolto, solidarietà negli ospedali, nelle case di riposo, nelle comunità, in missione e ovunque regni uno stato di disagio e di sofferenza. L’impegno richiesto è di frequentare un corso di formazione e un tirocinio compren-denti gli allenamenti formativi e i servizi in ospedale, fatti insieme a clown VIP esperti.Il Corso di Formazione per Clown di Corsia è gestito da formatori specializzati e profes-sionisti nel campo con esperienza plurien-nale.

Per informazioni: [email protected] o tele-fonare a PINzETTA al numero 3492579175, FREDDOLINA al numero 3292190918 o PI-VISh al numero 3479586930

Patch Adams, fondatore della clownterapia

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aPPunti di viaGGio in cina

L’assaggiodiunpezzodi“secolocinese”

Tes t imon ianze di Maurizio Allasia

INCONTRI

Prima certezza dell’occidentale in giro per il mondo: “Sorry, can you help me?”. Se-conda certezza: le capitali degli Stati sono a misura e a servizio del turista straniero. Pechino può iniziare così per un italia-no mai stato in Cina: una nulla (o quasi) conoscenza dell’Inglese, lingua passepartout del secolo scorso, da parte del Cinese medio e una città di 15 milioni di abitanti dove quasi tutto è complicato e indecifrabile a un primo approccio turistico. A dire il vero non sono andato a Beijing per turismo, ma per partecipare a una conferenza, l’International Conference on Personalized Edu-cation.L’ambiente della conferenza, organizzata all’inter-no di un grande complesso governativo vecchio stile utilizzato dai quadri del Partito, si è rivelato un inaspettato connubio di attenzioni di facciata (monumentale foto di gruppo, fiori da appuntare ai partecipanti occidentali, superflui cerimoniali) e la non abitudine ad organizzare un evento di queste dimensioni (scarsa attenzione nell’acco-glienza degli ospiti stranieri, nessuna visita or-ganizzata della città e nemmeno dell’università, uso non all’altezza dell’Inglese anche nei materiali della conferenza). Varcata la soglia della Chinese Academy of Governance (e salutato il giovane soldato di guar-dia) si entrava così nella capitale della Repubblica Popolare Cinese. Raggiunto il centro di Pechino con i non sempre sicuri e molto spesso scortesi tassisti cinesi, la città presenta diverse aree.

La leggendaria (solo per noi occidentali?) Piazza Tiananmen risulta quasi angosciante nel suo piatto grigiore e deludente per chi ha negli occhi i carri armati e il simbolo di una primavera soffocata nel sangue e nei misteri. Sul lato nord della piazza, la Porta

d’ingresso alla Città Proibita, sovrastata dal paci-fico ritratto di Mao zedong, il Grande Timoniere di una nave che ormai è su altre rotte, è la perfet-ta unione tra la magnificenza della Cina del gran-de Impero e il realismo della Pechino comunista. Pochi quartieri più avanti, una fila infinita di lanter-ne rosse segnala le bancarelle ordinate di prodotti tipici, dove venditori vestiti tutti uguali gridano e vendono aromi e sapori indescrivibili di una città ancorata al passato dei suoi hutong (i vicoli tipici) e legata ai destini dell’inevitabile capitalismo dei mega-store occidentali. Luci, marchi del lusso, prezzi allineati all’occidente, la Wangfujing street è una delle vie più commerciali e affollate di Pe-chino, e ti rassicuri anche se nessuno sa l’Inglese, perché Rolex e Nike fanno sentire aria di casa più di uno “yes, of course”.In quasi ogni luogo della città però (conferenza compresa), gli abitanti di Pechino sorprendente-mente non si mostrano per niente abituati alla presenza di turisti stranieri e chiedono continua-mente una foto ricordo insieme, a testimoniare forse un isolamento durato troppo a lungo. Sor-ridi, sentendoti a metà fra il lusingato e la bestia rara, mentre in altre zone della megalopoli si al-ternano aree gremite di locali e divertimento da movida e il bellissimo 798 Art District, il quartiere

“parigino” pieno di artisti, gallerie, sculture per le strade e dove si respira l’arte con-temporanea vissuta anche come oasi del dissenso politico.Verso l’aeroporto, diretto al nuovissimo e “olimpico” Terminal 3 a forma di dragone costruito dall’archistar inglese Norman Fo-ster, gli ultimi sguardi vanno al sole pallido cinese velato dall’onnipresente coltre di inquinamento, tra l’euforia di aver assag-giato davvero un pezzo di “secolo cinese” e la riflessione su un Occidente che dovrà inseguire e fare i conti con il gigante che si è svegliato e che, come nella celebre pro-fezia di Napoleone, farà tremare il mondo.

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aPPunti di viaGGio in cina

L’assaggiodiunpezzodi“secolocinese” un’intereSSante MoBilitazione culturale

ATorrePellice“Giovaniinazione”

Tea t ro A cura di Maurizio Allasia

ARTE&SPETTACOLO

A estate inoltrata avevamo lasciato a Roma il teatro Valle occupato in ottima salute cre-ativa e, dopo aver ricevuto il Premio Salvo Randone per il “miglior evento del 2011”, lo ritroviamo a settembre addirittura alla Mostra di Venezia: i Davide del teatro nostrano in lotta, in mezzo ai Golia del cinema mondiale, il 6 settembre presenteranno al Lido un in-stant movie realizzato per raccontare “a caldo” gli ol-tre due mesi di occupazio-ne e di intenso laboratorio di menti e di idee per gua-rire questo Paese in crisi a partire dalla sua produzio-ne culturale. Lontano dalle luci della Laguna, in Piemonte il cir-cuito teatrale comincia a perdere qualche palco im-portante. È infatti notizia ormai certa che la stagio-ne del Mulino di Piossasco non si ripeterà nei termini dell’anno scorso (ma gli organizzatori hanno già in programma proposte “alternative”), quando la città riuscì a offrire al pubblico nomi del calibro di Elio Germano, Fausto Paravidino e Paolo Rossi, superando spesso come qualità le proposte del Teatro Sociale di Pinerolo. Da Pinerolo invece ancora nessuna anticipazio-ne, ma il rischio che il Sociale, seppur con tutti i suoi difetti di gestione, resti senza pro-grammazione è praticamente nullo.

A Torre Pellice, dall’8 al 10 settembre, prenderà vita una mobilitazione culturale, partita da un numeroso gruppo di ragazzi e ragazze, “Giovani in azione”, nome signifi-cativo e che contrasta volentieri il presunto immobilismo delle nuove generazioni, di cui ci si lamenta troppo spesso. Una rete nata nel 2008 da un’iniziativa dell’Assessorato alle Politiche giovanili di

Torre Pellice e che con gli anni è riuscita a coinvolgere un numero sempre maggiore di giovani (14-19 anni), anche di Pinerolo: la loro cifra, fin dall’inizio, è stata il creare una serie di proposte di carattere sociale e am-bientale per la cittadinanza giovanile (e non solo) e il porsi in maniera critica e aperta sul proprio territorio.

Questo ha permesso all’organizzazione di creare contatti na-zionali e internazio-nali, concretizzatisi quest’anno con gli scambi con il paese sardo di Irgoli (pro-vincia di Nuoro) e la città tedesca di Mör-felden-Walldorf (a 10 km da Francoforte). Il tema di partenza, la dispersione giova-nile nella Val Pellice, ha portato a una sor-ta di reazione e alla volontà di aggregare

tutte le realtà creative giovanili “in azione” sul territorio: è nato così Untitled-Effetto sorpresa, un “evento proposto dai giovani ai giovani, una tre giorni di arte, creatività, mu-sica, confronto e divertimento”. Uno spazio aperto, nei giardini di Piazza Muston a Torre Pellice, dove si alterneranno band musicali, laboratori e spettacoli teatrali e di espressio-ne artistica, incontri con i gruppi di volonta-riato e di militanza civile, “cene della pace” a base di gofri. Untitled è anche un esempio virtuoso di au-tofinanziamento, tramite la ricerca di sponsor locali e grazie alla generosità di molti eser-centi disponibili ad aiutare un’iniziativa che a Torre Pellice non si vedeva da molti anni. Ci volevano le schegge di questa nuova ge-nerazione, insoddisfatta ma non rassegnata. Senza titolo, ma non senza futuro.

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«Dobbiamo innanzitutto riscoprire le bel-lezze di questo territorio, conoscerle noi per primi, per poi poterle promuovere sia qui sia fuori dall’Italia: questo permette al turista di scoprire aspetti diversi, la-sciandogli la curiosità di tornare ancora». E questo attraverso un percorso che si sviluppa su quasi 600 km all’interno del-la Provincia di Torino, articolandosi nelle quattro aree di produzione di vini DOC, il Pinerolese, il Canavese, la Collina di Tori-no e la Val Susa. È Francesco Balbiano, presidente de “La Strada Reale dei Vini Torinesi”, a chiarire quali siano gli scopi di quest’associazione privata, che giunge adesso al termine del suo primo triennio. Dal 2008, quando fu fondata da un gruppo di quaranta enti composti prevalentemente da aziende viti-vinicole, l’associazione ha raccolto via via altre categorie, quali Comuni, Comunità Montane, agriturismi, alberghi, ristoranti, bed&breakfast, arrivando ad un totale di circa 200 soci. Lo scopo principale è quello di creare ulteriori connessioni sul territorio che per-mettano di conoscere il patrimonio diffu-so: non solo perciò le residenze sabaude, patrimonio UNESCO, ma anche i castelli, le ville, i paesi e soprattutto l’immenso patrimonio enogastronomico. Un traguar-do molto importante è stato raggiunto

dall’accordo stipulato tra l’Associazione e le Pro Loco della Provincia: per favorire la conoscenza e il consumo dei vini DOC presenti sul territorio (solo per citarne al-cuni, l’Erbaluce, il Freisa, il Pinerolese), l’accordo prevede uno sconto per tutte le Pro Loco che si impegneranno ad ac-quistare i vini locali anziché quelli prodotti nel resto d’Italia. L’accordo ha avuto una forte conferma della sua validità grazie

alla partnership per l’Adunata Nazio-nale degli Alpini svoltasi in maggio a

Torino: i vini consumati nei giorni di festa del capoluogo sono infat-

ti stati prodotti da azien-de locali, appartenenti all’Associazione. Un altro progetto in corso di sviluppo è la realizzazione di una se-

gnaletica stradale propria della “Strada”: consentirà infatti di muoversi lungo il per-corso, individuando le aziende associate dove poter degustare i vini e la cucina locale. Non solo, per garantire la fruibi-lità anche a chi non ha la possibilità di muoversi da solo, l’Associazione organiz-za periodicamente giornate di visita nelle quattro aree di produzione: la conoscenza si arricchisce così della scoperta della cul-tura rurale del luogo, delle tradizioni, della cucina tipica. Un bene unico che va con-servato e degustato.Per info http://www.stradarealevinitorinesi.it/srvt.swf

A r te&Arch i t e t tu ra A cura di Michele Barale

ARTE

MatriMonio tra enoGaStronoMia e architettura

Lastradarealedeivinitorinesi

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MuSica eMerGente

MarioRivoiroaliasBlindReverendo

A cura di Andrea Denanni

MUSICA

Intervistiamo Mario Rivoiro, curatore di questa rubrica, che in questo pe-riodo è in tournee in Spagna. A breve uscirà un suo cd.Comedefiniscilatuamusica? A me non sono mai piaciute le etichette, però la mia musica si può iden-tificare generalmente nel patchnka, anche se il termine non è molto apprezzato in Spagna. A me piace molto e i suoi ritmi derivano principalmente dal reggae e dal flamenco. Alcuni brani sono più sulla rum-ba catalana, altri sul latino americano. Di-ciamo che è un incontro di più generi e ritmi. Dicosaparlineituoibrani? Uno dei singoli che sta uscendo, Danza Re, scritto a quattro mani con i Macaco, è una riflessione sul problema dell’inquina-mento e sull’ambiente. Suenos, altro bra-no, parla dei sogni degli immigrati degli anni ‘40 che partivano per il Sud America, dei loro sogni infranti, della dittatura degli anni 60-80. Horni è una canzone che parla della sessualità in chiave ironica, prende in giro il modello sessista degli afro-americani.Comemai questa scelta di lanciarsi nelpanoramaspagnolo-sudamericano? Più che una scelta è stato un caso. ho fatto un primo giro in Sud America, piano piano poi la rete di co-noscenze si è allargata e quest’anno sarò in tour in Spagna, dove accompagnerò questo cantante che si chiama Tremendamente.Qual è il tuo ruoloall’interno dei BlindReverendo? I Blind Reverendo sono io, il mio ruolo è essere me stesso. Più che un gruppo, un

progetto, è uno spazio umano, c’è una situazione umana molto bella, le per-sone che collaborano ci credono uma-namente, io gli devo molto.Qualisonoletueprincipaliinfluenze? Dal flamenco al reggae, anche il jazz

mi piace molto. Com’ènatalaBlindLuckRecords? È un’etichetta che abbiamo provato a tirare su da anni ed è quella che farà usci-re il mio album a novembre. La gestisco principalmente io, con l’aiuto di Filippo Martini, un ragazzo di Genova. Adesso è in un “periodo di pausa”, per capire come muoversi in un momento come questo, in cui non si capisce se ha molto senso fare un cd invece che dedicarsi unicamente alla distribuzione sul web.Comeproduciedistribuisciituoibrani? Adesso sto registrando a Torino con Paolo Battaglino; il mixaggio e il maste-ring invece lo faccio ad Imperia. I primi 3 singoli sono già disponibili su Itunes. Ci sarà un EP di 6 brani che porterò in tour in Spagna. Il disco intero dal titolo “Voci” uscirà a novembre. Adesso stiamo valu-tando con quale distributore uscire. ho anche realizzato un brano intitolato “Danza Rè” assieme ai Macaco, che si può trovare sul web.

O f f i c i ne de l suono

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Finite le vacanze

Anchelosportritornaincampo

Beach Vol ley A cura di Andrea Obiso

SPORT

Dopo un’estate avara di sole e cal-do, se non nell’ultima parte, ricomin-ciano le stagioni dove i campionati di calcio, basket, pallavolo, rugby, pallamano e di tutti gli altri sport la fanno da padrone. Purtroppo però mentre questo articolo prende corpo, alcuni campionati professio-nistici italiani e stranieri rischiano di non cominciare a causa del mancato accordo ri-guardo i contratti collettivi dei giocatori (ad esempio “serie a” e “liga spagnola” di calcio o l’“nba” americana di basket). Ciononostante le attività sportive nel pine-rolese ricominciano a prendere vita.Nell’ambito della nostra breve storia abbia-mo affrontato diversi sport con differenti implicazioni. All’interno della sfera calcistica, come ab-biamo potuto constatare nei diversi articoli dedicati a questo sport, il Pinerolo Calcio è la realtà più rilevante ed allo stesso tempo ingombrante nella nostra zona.Ma nonostante questa attività sportiva sia

piacevolmente diffusa e ben radicata all’interno del nostro territorio, allo stesso tempo il calcio crea numerosi problemi alle differenti discipline che co-munque sono numerose e ben

presenti. A dispetto di queste difficoltà, ampliate dalla cultura tradizionalmente calciofila del-la nostra penisola e soprattutto dai mass media, in Pinerolo e dintorni numerosi sport si fanno valere, dando alla popolazione la possibilità di variare e scoprire passioni in-sospettate. Alcune delle discipline più conosciute an-che se meno praticate rispetto al calcio (casi lampanti sono quelli della pallavolo, della pallacanestro e del tennis) possono vantare, al pari del calcio, oltre che un campionato agonistico, diversi tornei dilettantistici ben organizzati e longevi. Piacevoli sorprese sono state quelle di-scipline spesso snobbate dai mezzi d’infor-mazione, un esempio su tutti è quello del

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21Rugby, disciplina nobile e ben rappresentata nella nostra regione. Anche la pallavolo ha diversi adepti nella nostra zona, con un campionato amatoria-le in piena regola (per altro documentato in questa rubrica qualche mese fa). La pallacanestro dal canto suo, ha diverse squadre sparse per il territorio pinerolese; ab-biamo già affrontato una di queste società, ma molte altre ve ne sono ed appartenenti a differenti livelli. In questi mesi, all’interno di questa rubrica, abbiamo documentato in generale gli sport presenti nel pinerolese ma soprattutto abbia-mo cercato, cerchiamo e cercheremo di ef-fettuare una ricerca di sport meno conosciuti. Lo strapotere del calcio, infatti, spesso li-mita la diffusione di altri sport e spesso il panorama extra-calcistico passa in secondo piano.Quando si parla di discipline sportive l’unico esempio che viene spontaneo alla maggior parte delle persone è sempre quello calcisti-co, ma a Pinerolo, come nel resto del Paese, numerosi sport con diverse tradizioni e radici sono seguiti e praticati da migliaia di perso-ne. Riteniamo importante fornire un quadro il più possibile completo di questi sport per conoscerli, magari scoprire nuove passioni o semplicemente per avere una panoramica più dettagliata delle discipline sportive praticate

ed amate nel resto del mon-do. Nono-stante le n o s t r e ambizioni speriamo di fornire un servi-zio capace di andare al di là della mera e semplice de-scrizione delle attività sportive, la quale risul-terebbe noiosa e ripetitiva nel lungo periodo. Nelle prossime settimane affronteremo sport invernali quali lo sci e lo snowboard per poi tornare alla ricerca di attività meno comuni ma comunque apprezzate e seguite da tantissime persone. Ci auguriamo di passare ancora innumere-voli mesi insieme a Voi. Alla ricerca di nuovi sport, passioni o divertimenti.

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2212 cosedicasanostra

Buconelbilancio2011Ripianato con nuove tasse

PINEROLO. Gli effetti della manovra fi-nanziaria nazionale arrivano anche a Pi-nerolo. Pare che nel bilancio comunale ci sia un buco di circa un milione di euro, dovuto ai minori trasferimenti effettua-ti dallo Stato centrale in questi anni. In vista di un riequilibrio di bilancio per mantenere i servizi ai cittadini la Giunta comunale ha già previsto un’addizionale sull’energia elettrica, che frutterà al co-mune circa 250 mila euro con un costo per i cittadini di 12 euro l’anno. Questa però è solo l’inizio di una se-rie di manovre che, tra ulteriori tasse e minori spese ed opere realizzate, do-vranno portare a reperire 1 milione e duecentomila euro entro l’anno.

Piano locale per i giovaniPremiate5ideeperavviare5impresePINEROLO. Per incentivare l’imprenditoria giovanile i comuni del Pinerolese con capofila Pinerolo han-no varato il bando Piano locale dei giovani, previsto dal governo, che ha portato a premiare 5 progetti di altrettanti giovani, che riceveranno un contributo dai 4 ai 20.000 euro per realizzare la loro idea ma-nageriale; saranno inoltre affiancati da un tutor e avranno un anno di tempo per realizzare il progetto. I vincitori sono: Luca Monasterolo e Giovanna Arato che proveranno ad organizzare una campagna di valorizzazione dei rifiuti e un concerto a fini cul-turali. Umberto Barbero, che realizzerà nidi artificiali per uccelli rapaci e “bat-box” per pipistrelli per con-trastare con la lotta biologica la presenza di piccioni e zanzare. Francesca Costarelli con il progetto «In-Motis» costituirà un’agenzia culturale per mettere in sinergia e coordinare i soggetti che organizzano eventi in campo culturale e turistico. Marcello Am-brosio, trasformerà il casale ereditato dalla famiglia, la Cascina Ronco, in un’azienda autosufficiente dal punto di vista energetico.

RievocazionestoricaCesana-Sestriere

SESTRIERE. Passerella di vetture stori-che domenica 4 a Sestriere per la Rie-vocazione storica della Cesana-Sestrie-re. Organizzatore dell’evento è stato il Piemonte club veteran car. Una cin-quantina di auto d’epoca condotte da altrettanti soci hanno sfilato lungo le strade di Sestriere. La media oraria da non superare, naturalmente, sono stati i 40 chilometri orari. È il caso di dire: come ai vecchi tempi!

“Ladanzadeglieroiedelleeroine”MANTA. Nello splendido scenario del Castello a Manta (CN), domenica 25 settembre, dalle ore 14 alle 18, il FAI - Fondo Ambiente Italiano organizza speciali visite guidate dal titolo “La danza degli eroi e delle eroine”, alla scoperta della storia del Castello, delle sue stanze e dei personaggi che l’hanno abitato nei secoli passati, accompagnati da danze e melodie rinascimentali. La visita svelerà gli interni della dimora, famosa per i suoi ampi saloni cinquecenteschi e per gli straordinari affreschi, specie del Salone Baronale dell’inizio del Quat-trocento con testimonianze figurative del gotico interna-zionale. Il tutto sarà accompagnato da aneddoti, dettagli di moda, motti ironici e singolari d’epoca.

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“VoglioincontrareSteveJobs...”USA. Non tutti sanno che Steve Jobs, il guru fondatore della Apple, è nato nel 1955 a San Francisco dalla relazio-ne fra lo studente di origini siriane Abdulfattah Jandali e la compagna di studi Joanne Schieble, poi fu adottato da Paul e Clara Jobs e non ha mai voluto incontrare il padre naturale, mentre ha riallacciato i rapporti con la madre. Di recente il padre biologico Jandali, 80 anni, sapendo della malattia di Jobs, in un’intervista al tabloid Sun ha di-chiarato «Vorrei non essere stato l’uomo egoista che sono stato per permettere ai miei figli di girarmi le spalle e prego perchè non sia troppo tardi per dire a Steve cosa provo». Nessuno sa se Jobs, sofferente per una rara forma di tumore al pancreas, gli abbia risposto.

La“monnezza”diNapolivaleoroSVEzIA. In Svezia è quasi inverno e gli sve-desi per scaldarsi bruciano i rifiuti provenien-ti dalla Campania. Lo fanno al modico costo di 40 euro a tonnellata (€ 0,04 al kg). Nella cittadina svedese di holmstad la so-cietà energetica hem che brucia la “mon-nezza” italiana ci guadagna circa 3 milioni di euro all’anno, potendo così ridurre del 20 per cento le bollette a carico degli utenti. I rifiuti che in Campania sono un proble-ma, in Svezia generano energia e ricchez-za. È il caso di dire che la “monnezza” di-venta oro.

cosedell’altromondo

Leparolelascianoimpronte Il mondo è fatto di parole. Non neutre. Né senza storia. La storia delle parole fa la storia di molte per-sone. A volte le parole segnano. Altre volte salvano, oppure condannano. Le parole hanno sesso, colore, nazionalità, cultura, religione e sentimenti. hanno più o meno potere o sono indifese. hanno diritti. Ci sono parole che vengono da lontano, ma non hanno diritti, e quindi sono parole senza parole. Ci sono invece quelle che si impongono. Parole su tutte le altre. Ma le parole si possono cambiare, inventare, scambiare...Le parole lasciano impronte. Non dimenticatelo!Campagna di sensibilizzazione al giusto uso delle parole nell’informazione: www. leparolelascianoimpronte.org

Sprechialimentari Oltre un miliardo di persone soffre la fame men-tre nel resto del mondo vengono gettati quanti-tativi insospettabili di cibo prodotto in eccesso. Un terzo del cibo, circa 1,3 miliardi di tonnellate, viene sprecato ogni anno. Il problema dello spre-co alimentare fino a ieri non è stato indagato a fondo. Si tratta invece di un’incongruenza del si-stema produttivo che investe a livello mondiale il bilancio complessivo del pianeta. Abbiamo convissuto negli ultimi decenni con una politica indirizzata al sostegno della produ-zione senza l’attenzione necessaria al miglio-ramento della catena alimentare e con logiche economiche secondo le quali la distruzione delle eccedenze serve a proteggere il prezzo: il prez-zo, non il valore del cibo. Ma oggi la portata dello spreco alimentare nel mondo non si può ignorare. Secondo la FAO sia nei Paesi in via di sviluppo che in quelli svilup-pati si perde il 40% del cibo. Nei primi paesi al momento della produzione, nei secondi nella distribuzione. www.benecomune.net

Caldo estivo e repressioneperabbigliamentoimproprioIRAN. In molti parti del mondo, estate è sino-nimo di sole, mare e vacanze. In Iran, l’estate significa anche repressione per le tenute impro-prie o “non-islamiche”.Quest’anno la polizia stradale locale è impegna-ta nel far rispettare i codici dell’abbigliamento, e la repressione non si limita più ad ammonimenti e multe. Può succedere che delle donne venga-no arrestate con la forza per il modo in cui sono vestite.

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in caMBoGia

Lefamoselepiantagionidipepenero

Appunt i d i v i agg io di Angelica Pons

La Cambogia è una terra che ha soffer-to molto fino, si potrebbe dire, all’altroieri. Poveri, orfani, mutilati di guerra, distruzioni e ferite sono ancora ovunque. Il volto che ci mostra è però sorridente: c’è voglia di ricominciare. Lasciati i luoghi più noti al turismo occi-dentale, da Kep dove i locali fanno le vacan-ze al mare, dirigendoci verso Sihanoukville, lungo la costa ovest della Cambogia, in prossimità del Golfo del Siam, incontriamo i monti Dâmrei denominati “I monti dell’ele-fante”, una propaggine dei Monti Cardamo-mi, i “Krâvanh” in lingua kmer. La cima più alta è Phnom Bokor, di 1.081 slm. Le pendici sono vellutate di verde, una foresta assai fitta, per la piovosità abbon-dante soggetta ai monsoni, sul lato sud-ovest, fino a 5.000 mm/anno. In questi boschi, ci racconta la nostra guida, molte persone si sono rifugiate per salvarsi dalle stragi perpetrate dai Khmer rossi, soprav-vivendovi a lungo perché la natura provve-de ad ogni cosa. Qui vi sono le famose piantagioni di pepe nero: quello proveniente da questi luoghi è tra i più pregiati al mondo e non c’era cuoco di Parigi negli Anni ’20 che non desiderasse averne nelle proprie cucine. Negli anni turbolenti della guerra civile e del successivo regime dittatoriale dei KR la coltivazione subì un brusco arresto. Dal finire degli Anni ’90 si assiste ad una len-ta ripresa, generale, delle condizioni di vita locali. Sovrasta la cima di Bokor un tempio buddista con una piccola comunità, dove

si può trovare riparo e quiete. All’interno del parco nazionale sorgeva una stazione climatica edificata dai france-si nel 1917, in cui l’elite dei funzionari co-loniali francesi trascorreva le vacanze nei mesi caldi, ma ormai è tutto abbandonato: edifici spettrali ci guardano con le orbite vuote come fantasmi, così pure la chiesa cattolica, totalmente in decadenza e anne-rita dal fumo del focolare, in cui vivono al-cuni bambini che ridono di noi tutti fradici. Ora le autorità si premurano di combat-tere il disboscamento illegale e la caccia di frodo di animali che ancora sopravvivo-no nel fitto della boscaglia, in particolare il pangolino, una sorta di formichiere, ucciso per essere mangiato nei periodi più duri, e persino la tigre, cacciata oltre che per il commercio della pelliccia, anche per ragio-ni magiche, per creare pozioni per stimo-lare la virilità ai ricchi acquirenti stranieri. Per quanto assurdo c’è in progetto uno sfarzoso resort con annesso un nuovo ca-sinò e campi da golf. Ma la cosa più incre-dibile è che noi turisti paghiamo per andare fin lassù a prendere pioggia a secchiate e a ridiscendere sbatacchiati sul retro di un ca-mion, sferzati dal vento freddo. Mi chiedo quale senso abbia tutto questo! Si ridiscende nella sonnolenta Kampot, adagiata sulle sponde del fiume, per un tramonto infuocato di sole ed una cena speziata di curry. La gente è accogliente e semplice. La sera, le rive del fiume si po-polano di allegria, di anziani che prendono il fresco, di innamorati che passeggiano, famiglie con bambini, giochi e risate.

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