Pinerolo Indialogo Luglio 2012

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1 Supplemento di Indialogo.it , autorizz. N.2 del 16.6.2010 del Tribunale di Pinerolo IN DIALOGO Anno 3, Luglio 2012 n. 7 Incontri con la Musica da camera a Pracatinat Intervista al Sinda- co di Fenestrelle Manfredini e alla direttrice di Pracati- nat Claudia Galetto

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N.7 Magazine d'informazione e di cultura locale per il dialogo tra generazioni

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Supplemento di Indialogo. i t , autor izz. N.2 del 16.6.2010 del Tr ibunale di PineroloINDIALOGO

Anno 3, Luglio 2012n. 7

Incontri con la

Musica da camera

a PracatinatIntervista al Sinda-co di Fenestrelle Manfredini e alla direttrice di Pracati-nat Claudia Galetto

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22Buone News

A cura di Gabriella Bruzzone

in tempo di crisi...

Un museo per risparmiare Nasce a Torino e festeggia il suo primo mese di apertura il Museo del Risparmio, unico nel suo genere in Italia e nel mondo.Finanziato ed appoggiato da Intesa San Pa-olo, il museo si basa sull’idea di – leggo sul sito – “creare un luogo Unico, Innovativo, Divertente dedicato ai bambini, ai ragazzi e alle loro famiglie in cui sia possibile avvici-narsi al concetto di risparmio e investimento con un linguaggio semplice ma non banale.”Un luogo quindi in cui visitatori più o meno esperti del settore possono imparare qualco-sa sul risparmio, intraprendendo un percorso interattivo e multimediale in cinque sale rappresentanti cinque aree tematiche dif-ferenti: Conoscere, Capire, Raccontare, Sognare, Spe-rimentare. Mascotte del Museo sono due formiche, For e Mika, emblema della laboriosità e del risparmio, protagoniste dei video incontrati dai visi-tatori durante l’itinerario.Il percorso si snoda tra lette-ratura, arte, finanza, storia per consentire a chiunque un facile accesso alla fon-damentale quanto discussa questione del risparmio. In effetti da sempre noi italiani abbiamo fama di essere grandi rispar-miatori, a partire dai tempi antichi in cui i nostri antenati nascondevano i risparmi di una vita sotto al pagliericcio, fino ai casi più moderni in cui sono stati rinvenuti alcuni miliardi di lire all’interno di un materasso, a significare che ciò che è guadagnato non si deve toccare, neanche in caso di passaggio

ad una nuova moneta! Ma è ancora lui, il classico salvadanaio a forma di maialino, a spopolare tra giovani e meno giovani, quello che, quando ormai non riesce neanche più a tintinnare tanto è pieno, bisogna spaccare con un martello. Probabilmente gli ideatori del Museo del Risparmio sono partiti proprio da questo per sviluppare il loro progetto, dando forma ad un luogo che al contempo conservi la memo-ria del risparmio e insegni ai bambini e agli adulti il miglior metodo per realizzarlo (anche se in realtà di maialini-salvadanaio neanche

l’ombra...). La location scelta è un palazzo del Cinquecento in via San Francesco d’Assisi, che nel 1516 ospitò il primo Monte dei Pegni di Torino. Piuttosto significativa. L’interno è stato comple-tamente stravolto rispetto all’aspetto originale ed offre al visitatore l’idea di immer-gersi in un ambiente del fu-turo, minimalista nei colori e nelle forme ma arricchito da postazioni multimediali, monitor, mappe temporali e maxi schermi. Attualmente sono in pro-gettazione percorsi e attività

didattiche rivolte alle scuole primarie e se-condarie. Il Museo è aperto tutti i giorni, tranne il martedì, il biglietto di ingresso costa 8 euro, tranne il primo sabato di ogni mese quando l’entrata è gratuita.Risparmio sì, ma con parsimonia!

Nasce in Calabria il primo “Polo per la promozione della lettura” È stato approvato pochi giorni fa dalla Regione Calabria il progetto per la creazione di un luogo che promuova e sostenga la lettura.Il Polo, ospitato nell’ex Convento di Santa Chiara di Vibo Valentia, si occuperà di orga-nizzare iniziative e manifestazioni per lo sviluppo della lettura, coordinare le biblioteche regionali e gestire il sito “Biblioteche Calabria” .

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S o m m a r i o

|Il futuro di Pinerolo è il sapere| A volte per dare forza alle proprie idee ci si affida alle parole di altre persone più autorevoli e note, che nel corso della loro vita hanno dimostrato competenza e successo. Così, mentre il sindaco di Pinerolo sta per vara-re il Tavolo tecnico per lo Sviluppo del Pinerolese, anch’io sfrutto questo vezzo usando le parole che una di queste autorità, Carlo De Benedetti, ha pro-nunciato al Festival dell’Economia di Trento il 31 maggio, sperando che possano essere utili a questa nostra città. «Quella che stiamo vivendo è una crisi strutturale. Siamo in mezzo a una recessione che durerà anni... Per 250 anni la geografia economica del mondo è ri-masta sostanzialmente invariata, imperniata sull’Eu-ropa e gli Stati Uniti. Negli ultimi vent’anni sono ve-nuti alla ribalta nuovi soggetti (Cina, India, Brasile...) e il baricentro non è più l’Europa. Stiamo diventando irrilevanti per via degli egoismi nazionali... Sono convinto che la chiave del futuro è il sapere! E nel-la capacità di indirizzare questo sapere per fare impresa. Per la mia generazione la materia prima erano i minerali, il petrolio... oggi invece è il sapere, la cono-scenza. Oggi le più grandi aziende (Apple, Facebo-ok, ecc.) sono basate sull’immateriale, appunto sul sapere. Bisogna quindi investire in questo campo. Una volta per fare impresa e creare posti di lavoro serviva un capannone, un tornio... oggi basta un pc e una stanza. Per creare nuovi posti di lavoro bisogna investire nella cultura d’incubazione d’impresa. La strada non è quella di sostituire i posti liberi di chi va in pensione. È illusorio pensare al futuro contando su questi posti, perché il futuro sarà sempre più immateriale. Sempre più incentrato sul sapere». Antonio Denanni

2 Buone news unmuseoperrisparmiare

4 primo piano andandoperparchinaturali

illaboratoriodipracatinat

8 eventi ilcentrostoricochecipiaceenoncipiace

10 Lettere al giornale lacrudeltàdellacrisi

11 Lettera a... letteraaunvacanziere

12 politica e territorio intervistaailariomanfredini

14 Visibili & invisibili arteedirittiumani

15 Giovani@scuola lavoroestivocercasi

16 inventalavoro bandoperl’imprenditoriagiovanile

17 Giovani&Lavoro stefaniaalisbona

18 teatro battiatoinconcertoperlalegalità

19 musica emergente idotvibes

20 sport vivereilcalcioconpassione

22 cose di casa nostra areametropolitanaedelibere

24 Amici di pinerolo indialogo

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PINEROLO INDIALOGO

DIRETToRE RESPoNSABILEAntonio Denanni Hanno collaborato: Silvio Ferrero, Emanuele Sacchetto, Valenti-na Voglino, Gabriella Bruzzone, Maurizio Allasia, Andrea obiso, Mario Rivoiro, Andrea Bruno, Cristiano Roasio, Nadia Fenoglio, Giulia Pussetto, Francesca Costarelli, Michele F.Barale, Chiara Perrone, Marianna Bertolino, Federico Gennaro, Demis PascalCon la partecipazione di Elvio Fassone

PhoToGiacomo Denanni, Nino Di Pomponio, Marco Rostagno

Pinerolo Indialogo, supplemento di Indialogo.itAutorizzazione del Tribunale di Pinerolo n. 2 del 16/06/2010

REDAzIoNETel. 0121397226 - Fax 1782285085 E-mail: [email protected]

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Uno degli svaghi dell’estate di molti villeg-gianti e turisti pinerolesi è anche l’andare per i parchi. Ecco di seguito quelli raggruppati nell’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie PARCo NATURALE DELLA VAL TRoNCEA È stato istituito con legge regionale il 16.5.1980 per tutelare le caratteristiche naturali, ambienta-li e paesaggistiche della zona, per organizzare il territorio per la fruizione a fini didattici, scientifi-ci, culturali e turistici, e per promuovere e valo-rizzare le attività agro-silvo-pastorali. La super-ficie tutelata è di 3.250 ettari, interamente siti nel Comune di Pragelato, proprietario dell’89% dei terreni. Il territorio del Parco occupa la parte superiore del bacino del torrente Chisone ed è delimitato, per gran parte del suo perimetro, da cime che hanno un’altezza sui 3000 metri.

PARCo oRSIERA RoCCIAVRE’ Il Parco si estende nelle Alpi Cozie Settentrio-nali, su territori di pertinenza delle valli Chiso-ne, Susa e Sangone. I confini dell’area protetta corrono mediamente a una quota altimetrica di 1400 metri e le cime più importanti com-prese al loro interno sono: il Monte orsiera (m 2890), il M. Rocciavrè (m. 2778) e la Punta Rocca Nera (m 2852).

PARCo NATURALE DEL GRAN BoSCo DI SALBERTRAND. Si estende sulla destra della Val Susa (Alpi Cozie Settentrionali), dai 1000 metri slm ai 2600 dello spartiacque. E’ stato istituito nel 1980 principalmente per protegge-re la rigogliosa vegetazione ed in particolare le pregiate abetine e gli estesi larici-cembreti. E’ occupato per il 70% da boschi, e per il rima-nente 30% da pascoli e praterie di alta quota. Le oltre 600 specie vegetali censite creano una varietà di ambienti con una fauna anch’es-sa particolarmente ricca di circa 70 specie di uccelli nidificanti e 21 specie di mammiferi, tra le quali dominano cervi, caprioli e camosci.

PARCo PRoVINCIALE TRE DENTI – FREIDoURIstituito con la L.R. 32 del 8/11/2004, si estende sul terri-torio del Comune di Cumiana ed ha una superficie di ha 821,43. È alto dai 500 ai 1450 metri slm.

PARCo PRoVINCIALE CoNCA CIALANCIA. Istituito con la L.R. 32 del 8/11/2004, si estende sul territorio del Comune di Per-rero ed ha una superficie di ha 974,52 e va dai 1796 e i 2856 metri slm. (fonte www.parks.it)

di Matteo Chialva

4PRIMo PIANo Vivere il territorio

Vivere la montagna pinerolese

Andando per i parchi naturali

La Val Germanasca

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La crisi economica non risparmia neanche la ge-stione dei parchi piemontesi. Dallo scorso gennaio infatti è entrata in vigore la L.R. 19/2009 che ha previsto una riorganizzazione delle aree regionali protette il cui obiettivo primo è di razionalizzare eco-nomicamente la gestione dei parchi. Anche i parchi delle valli pinerolesi e torinesi (Val Susa e Val Chisone) hanno subito a seguito di questa legge alcune trasformazioni. Innanzitutto l’accorpamento di parchi e riserve di competenza regionale che ha portato alla nascita, non senza polemiche, del nuovo «Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie» che ha riunito il Parco na-turale del Gran Bosco di Salbertrand, Parco natura-le dei Laghi di Avigliana, il Parco naturale della Val Troncea, il Par-co naturale orsiera-Rocciavrè e le riserve naturali dell’orrido di Chianocco e dell’orrido di Fore-sto. Il 30 novembre scorso sono sta-ti quindi nominati il presidente del nuovo ente, nella figura di El-vio Rostagno e la Comunità del-le Aree Protette (composta dai Sindaci e dai Presidenti degli enti territoriali coinvolti). In assenza delle nomine di competenza de-gli enti locali non si è potuto co-stituire il consiglio direttivo e l’as-sessore ai Parchi William Casoni ha nominato commissario straordinario dell’ente Stefano Daverio, il quale a sua volta ha attribuito le funzioni di direttore alla Dott.ssa Laura Castagneri. Ad un primo sguardo distratto sembrerebbe l’ennesimo artificio burocratico studiato da politici e funzionari pubblici volto unicamente al risparmio di risorse economiche, senza tenere conto delle esigenze dei territori e delle attività di ricerca e con-servazione del nostro patrimonio naturale svolte dai parchi. Ma al di là della formalità politica e di questi vezzi prettamente burocratici, analizziamo ora meglio di che cosa realmente si tratta e che cosa comporterà di nuovo per il territorio, per la sua valorizzazione e per la sua salvaguardia. L’ente si è dimostrato subito molto attivo. Molti dei nuovi decreti pubblicati nell’ultimo mese (Mag-

gio 2012) fanno infatti ben sperare e muovono verso degni propositi non ancora valutabili negli esiti concreti. Molte sono le risorse impiegate nella manutenzione e gestione dei rifugi e delle aree di sosta attrezzate o nella creazione di nuovi collega-menti tramite apposite navette che rendano più facilmente accessibili i parchi e le riserve (come si sta facendo per il parco della Valle Troncea). Note-vole anche l’impegno dimostrato per incentivare lo sviluppo e la pratica di attività agro-silvo-pastorali compatibili con l’ambiente, come per il settore ca-seario locale. Importante anche l’allocamento di risorse nell’organizzazione di eventi turistico-cul-turali. Ancora molto limitato è tuttavia l’impegno

dimostrato nei confronti della ricerca scientifica na-turalistica (dovuto alla ristrettezza di fondi destinati a questa attività) sicuramente perché incompresa e trascurata in primis dalle amministrazioni. Altra novità, da non sottovalutare, introdotta dall’istituzione del nuovo ente sarà il poter con-tare non più unicamente su risorse regionali ma anche su quelle derivanti dalla fruizione dei par-chi soprattutto grazie ad attività didattiche orga-nizzate per le scuole. L’impegno intrapreso pare andare in una dimen-sione di attenzione crescente al territorio e all’am-biente inteso soprattutto come ricchezza per le ge-nerazioni future e non solo come risorsa presente e temporanea. Si spera che questa consapevolezza si possa presto toccare con mano. M. Chialva

La L.R. 19/2009 che ha accorpato parchi e riserve

Più dinamismo nella gestione, ma limiti nella ricerca

Vista delle Alpi dal rifugio Selleries

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66PRIMo PIANo

Pracatinat, laboratorio e albergo, tra cambio di vertice e innovazioneUno dei pochi luoghi pinerolesi dove si fa ricerca. In questo caso “ricerca e promozione di nuovi modelli culturali, etici, e di una mutata coscienza a tutela dell’ambiente”

Nel 2013 il centro di Pracatinat compirà trent’anni di attività. Claudia Galetto ci lavora da ventuno, prima come educatrice, poi formatrice, in seguito responsabile della parte pro-gettuale e, da pochi mesi, come diret-trice della Società.

Come è organizzato il centro di Pracatinat? Lo sviluppo di Pracatinat segue due direttrici: il La-boratorio e l’Albergo, da considerarsi come elementi autonomi e tuttavia integrati in un’unica struttura com-plessa. L’offerta alberghiera è pensata per ospitare gruppi, scuole, famiglie e convegni offrendo servizi di ospita-lità e ristorazione. Il Laboratorio è impegnato in pro-getti di ricerca e promozione di nuovi modelli culturali, etici, e di una mutata coscienza a tutela dell’ambiente. Qui sta la ragion d’essere del nostro Laboratorio, nel promuovere lo sviluppo di una società sostenibile. Il suo staff progettuale è impegnato in termini di edu-cazione e formazione, nel supporto alle istituzioni e altre organizzazioni del territorio nella costruzione di attività e reti comuni, in processi di sviluppo a scale territoriali diverse, dal locale all’Europa. È un’azione fondamentale – la quintessenza di Pracatinat – spesso non sufficientemente compresa dal nostro territorio. In occasione delle vacanze estive, quali iniziative avete in programma? La rinnovata organizzazione di Pracatinat ci con-sente di promuovere offerte e accogliere con maggior efficacia l’afflusso turistico. Quest’estate stiamo registrando la presenza di nume-rose cooperative in soggiorno con gruppi di persone diversamente abili che fruiscono delle attività ricrea-tive, educative e culturali proposte ad hoc da Praca-tinat. Ospiteremo inoltre una Summer school di alta formazione per la pubblica amministrazione, nonché gite organizzate dalle Estate ragazzi di alcuni Comu-ni, tra cui Pinerolo, e i Cral della Regione Piemonte e della Città di Torino. Come di consueto, riceviamo poi prenotazioni per vacanze private, di persone singole e famiglie per turismo montano. Inoltre dal 25 luglio al 5 agosto Pracatinat ospiterà il XV Corso internazionale di musica da camera, or-ganizzato in collaborazione con l’associazione Xenia

Ensemble. L’iniziativa si rivolge sia a giovani stru-mentisti ad arco sia a gruppi da camera già formati, cui sono dedicati programmi specifici di perfeziona-mento. Ma l’ideazione di nuove attività continua, rintraccian-do quei settori potenzialmente attrattivi per soggiorni e stages: nel campo dello sport (come allenamenti in quota, arti marziali, yoga, mountain bike) dell’arte e cultura, della formazione professionale.Pracatinat sente la crisi? Credo che mai, in questi anni, si sia presentato un momento così critico, in senso negativo e positivo, per il centro di Pracatinat. La crisi che stiamo vivendo è innanzitutto di natura economica – e per noi significa pesanti tagli di servizi operati dai nostri Enti - ma non solo. È crisi culturale, politica, istituzionale, occupaziona-le, relazionale, progettuale…e questo interroga dra-sticamente i metodi consolidati negli anni. Se, da un lato, questo cambiamento rapidissimo ci preoccupa, dall’altro ci stiamo impegnando a fondo per traghet-tare Pracatinat verso nuove opportunità. Il rilancio è iniziato a gennaio con un intenso lavoro di riorganiz-zazione più funzionale e agile dell’interazione della struttura con enti e istituzioni esterne. Rispetto ai fenomeni complessi investiti dalla cri-si, è da ripensare il modus operandi: capire il mutato contesto, intercettare le risorse disponibili, anticipare prospettive di innovazione, lavorare ad ampia scala re-gionale, nazionale e internazionale e riportare risorse umane ed economiche sul territorio.Secondo lei qual è l’affezione verso la montagna da parte dei suoi abitanti? Io penso che l’attuale crisi possa - debba - essere un’occasione per ripensare la montagna, con le sue chiusure culturali e sociali e le frammentazioni cam-panilistiche, avviando però un processo di collabo-razione con realtà altre, magari già inserite in reti di innovazione locale, da cui apprendere prospettive di rilancio e sviluppo verso circuiti più ampi di collabo-razione e ideazione culturale. Credo che se innanzitutto le persone di montagna non riescono a configurare esse stesse il loro territorio in chiave sistemica, aperta, accogliente rispetto al di-verso e al lontano, sarà difficile essere attraenti e attrat-

Un’ideazione continua di nuove attività

Intervista a Claudia Galetto, già educatrice, formatrice, responsabile dei progetti e ora, dopo 21 anni, direttrice di Pra Catinat

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Pracatinat, laboratorio e albergo, tra cambio di vertice e innovazioneUno dei pochi luoghi pinerolesi dove si fa ricerca. In questo caso “ricerca e promozione di nuovi modelli culturali, etici, e di una mutata coscienza a tutela dell’ambiente”

“spesso non sufficientemente comprese nel nostro territorio”

tori di persone e risorse verso la montagna. Questa è la sfida. La montagna come recupero della tradizione deve superare l’autoreferenzialità e la fram-mentazione settoriale.Il centro di Pracatinat è composto solo da personale dipendente o ci sono anche dei volontari? A Pracatinat lavorano circa cinquanta persone, in par-te dipendenti o collaboratori progettuali della Società. Il servizio educativo residenziale è garantito da educatori della Coop, e de La Tarta Volante di Bibiana, mentre il servizio di ristorazione da dipendenti della Ditta Guido Bosio. Non sono presenti attività di volontariato.Recentemente è stato nominato il nuovo presidente del Cda di Pracatinat, l’ex provveditore agli Studi di Torino Marina Bertiglia, un tecnico al posto di un politico. Una scelta casuale o voluta? Voluta e condivisa da tutti gli Enti Soci. Ma vorrei fare una precisazione. Sebbene la nostra nuova Presi-dente sia citata soprattutto come ex provveditore agli Studi, nel suo curriculum sono presenti altri importanti incarichi che ne fanno una figura poliedrica, fondamen-tale, direi, per l’impegno di innovazione cui richiamavo

prima. La Presidente Bertiglia è stata infatti Segretaria generale del Teatro Stabile di Torino; ha preso par-te all’ideazione e gestione delle attività culturali delle Olimpiadi di Torino 2006; è stata responsabile delle attività rivolte alle scuole organizzate in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia a Torino; è inoltre Consi-gliera della Fondazione per la Scuola San Paolo.Le scelte a livello di Presidenza di un ente come Praca-tinat hanno sì valore politico, ma possono essere profi-cuamente supportate da competenza tecnica.

Intervista a Claudia Galetto, già educatrice, formatrice, responsabile dei progetti e ora, dopo 21 anni, direttrice di Pra Catinat

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88EVENTI

AperinGiro a SanMa, la terrazza panoramica di Pinerolo

Il Centro storico che ci piace «Si continua a fare aperitivo in giro per la città! Dall’inizio di via Principi ci si sposta direttamente in cima alla nostra cara amata collina. Là, in quella terrazza, che per tanti di noi è stata come una secon-da casa, background di riflessioni personali e con-fessioni segretissime...A SANMA! ...al resto ci pense-rà il solito panorama mozzafiato». Così il lancio su Facebook di un’altra serata di successo, l’Aperingiro per la città di Luca Barral e soci che hanno invitato amici e giovani a riunirsi in allegria nei punti più bel-li e ricchi di storia della nostra città. Circa 600 hanno risposto all’appello. Altro evento molto seguito ed affollato, mobilita-to anch’esso tramite la rete, che ha riempito all’in-verosimile l’area intorno al Duomo con migliaia di giovani e meno giovani, è stato Sport & Musica organizzato da 0121Events e dal gruppo che ruota attorno al Pepe Nero.Un’ulteriore dimostrazione che alle idee intelligenti e giovani la gente risponde!Ma perché la fase di ideazione per valorizzare il Cen-tro storico (e osiamo dire anche la città!) non viene affidata a questi giovani? (foto Marco Rostagno)

Nuove idee e iniziative sul Centro storico

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Il degrado del Palazzo degli Acaja - foto di Guido Calliero

Il Centro storico che ci indigna

Vecchie situazioni e indignazioni sul Centro storico

La valorizzazione del Centro storico non può prescinde-re dal restauro del suo edificio simbolo: il Palazzo degli Acaja. Ma pare che idee e soldi non ce ne siano. Le foto di Guido Calliero testimoniano lo stato di degrado e di abbandono di tutta la struttura. E se lanciassimo un concorso di idee per cercare qualche soluzione, magari dirottando soldi da altri capitoli di spesa? Per ora non ci resta che indignarci!

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10Lettere al giornale di Elvio Fassone

C’è qualcosa di impeccabilmente crudele in quello che sta accadendo nell’Europa dell’euro e degli spread. Da un lato la Germania, o meglio una parte prevalente di essa, avendo fatto dei sacrifici (non eroici, ma comunque significativi: i costi della riunificazione e la riforma del welfare voluta da Schroeder) rifiuta di pagare i debiti di chi questi sacrifici non ha voluto praticare. Dall’altro lato, ci sono le fotografie di mol-ti Greci accovacciati per terra, con in mano un bicchiere di carta a chiedere qualche spicciolo ad altri Greci quasi altrettanto poveri. Saranno pure sacrifici tardivi e coatti, quelli di Atene, ma i dati sono impressionanti: tagli del 25-30% agli stipen-di; espulsione di oltre 120.000 individui dal pub-blico impiego; riduzione massiccia delle pensioni;

disoccupazione giovanile al 51% e globale oltre il 20; ristruttura-zione del debito al 73% e conse-guente falcidia dei risparmi. Sorge allora una prima domanda di natura, per così dire, umanitaria: è ammissibile che

Epulone, pur dall’alto di una mensa imbandita con i frutti del suo onesto lavoro, lasci ancora morire di fame l’incolpevole Lazzaro? Essa però si scon-tra con l’antica ripulsa (“sono forse responsabile di mio fratello?”) ed è oscurata dalla domanda tecnica, che cosa accadrebbe se la Grecia uscis-se dalla moneta unica. Cosicché la controversia futuribile sulle sorti dell’euro rimuove quel che sta intanto accadendo già oggi a molti individui privati della possibilità di una vita dignitosa. Taluno ipotizza che si voglia verificare sino a che punto può spingersi la compressione del welfare in un Paese ad economia avanzata, senza innescare tensioni sociali eccessive, e quindi ren-dendolo “competitivo”. Altri vi vede una giusta punizione per i conti truccati dai precedenti gover-

ni greci e lo scialo da cicala prodotto dalla mentali-tà spensierata dei mediterranei. Si sta, insomma, delineando il nuovo diritto penale dell’economia, quello che non sanziona gli artefici dei guai, ma le vittime. Infatti una buona parte dello “scialo” è dovuta al fatto che i titolari dell’unica industria ellenica (turismo a parte), e cioè gli armatori navali, hanno fruito dell’esenzione fiscale per i profitti realizzati grazie a commerci oltre frontiera (cioè quasi tutti) e quindi hanno intascato 175 miliardi di euro di utili “estero-vestiti” senza pagare imposte; pron-ti, per giunta, a trasferire i cantieri all’estero se questo grazioso regalo venisse meno. Il peccato delle cicale assume pertanto colora-zioni diverse; ma anche la virtù dei predicatori si presta a qualche riserva. La Germania fu soste-nuta dal piano Marshall del 1948, sebbene causa della tragedia della guerra. Alla Germania disa-strata del 1953 l’accordo di Londra, sottoscrit-to fra gli altri anche dalla Grecia, concesse una moratoria sul debito di cinque anni e un taglio del 70% sulle scadenze ravvicinate, senza condizioni disumanizzanti come quelle del bicchiere di carta. Ancora la Germania fu la prima, insieme alla Fran-cia nel 2003-2004, a sforare i parametri di Maa-stricht, e ad essere perdonata da una benevola Corte di Giustizia europea, perché si sa che non si possono condannare i colossi. E il gigantesco surplus della bilancia commerciale tedesca, stima-to in 1.302 miliardi di euro, è dovuto per i tre quarti alle esportazioni in altri Paesi dell’eurozona, quelle cicale che diventano benemerite quando acquistano televisori e lavatrici da frau Merkel. Allora non basta più ripetere “è l’economia, stupido” davanti all’eloquenza del bicchiere di carta in attesa degli spiccioli (situazione che sta diffondendosi anche da noi, accanto alle code alle mense dei poveri). E poiché gli ingegni continua-no a cimentarsi solo sullo spread e sugli intrecci finanziari fra le banche, vale la pena (la pena, ap-punto) di ricordare qualche dato, a conforto della smemoratezza dei tanti Epuloni, che dalla loro ta-vola rimproverano di aver cantato alle cicale che non hanno voce.

SoCIETà

iL VoLto crudeLe deLLA crisi

Di nuovo Epulone e Lazzaro?

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Questa lettera è indirizzata a Te: è un prontua-rio per affrontare le peggiori avversità del pe-riodo vacanziero. Avversità che, inutile negarlo, affossano e debilitano le esistenze di tutti, in giorni di solleone e programmi estivi. Ti scrivo, caro Vacanziere, perché vorrei fossero chiare un paio di ovvietà mai così lampanti ad un primo momento.

Non mandarmi cartoline. Esiste Internet.Non portarmi souvenir, sono già fin troppe le mie esperienze reiterate e reifi-cate. Non voglio vedere le foto. Goditi la tua vacanza ma non cercare a tutti i costi di trovare empatia col mon-do. Anzi, fai una bella cosa, non farle direttamente, a meno che quella sia la tua passione o il tuo lavoro. Guarda chi hai di fianco, passeggia con gli scono-sciuti e ricorda i colori, non imprimerli sulla carta lucida per poterli richiamare dalla pigrizia della tua memoria.Se incontri uno che non sta partendo, non sen-tirti superiore: potrebbe essere molto più felice di te.Non interessarti alle mie, di vacanze, se è una scusa per parlare delle tue.Se ti angoscia fare la valigia, ti prego non par-tire. Mai.Se scegli le mete in base al reddito, ai tuoi giorni di ferie pagate o in base alla lingua che si parla nelle mete ambite, lascia perdere.Non mangiare tanto. Non strafogarti. E’ una va-canza o una gita eno-gastronomica? Non pen-sare che la possibilità di spendere faccia di te un vacanziere più completo.Se non parti, non vergognarti.Se parti, non vergognarti.Se sei indeciso verso la partenza o no, non vergognarti.Se non ti piace festeggiare non farlo perché sei in vacanza.

Non vivere lo scorrere del tempo come finalizza-to a questi giorni; se così fai ti sei perso gli altri.Socializza, solo se veramente ti piace farlo.Non adocchiare ragazze e/o ragazzi come se al tuo paese non esistessero.Non vivere la vacanza o da vacanza. Vivi, sem-plicemente.

Non credere, come purtroppo è diffuso, che un viaggio ti cambie-rà la vita: non è così. Il più delle volte, ed è normale, fra qualche anno non lo ricorderai. E non sarà un tuo errore il non aver creato un ricordo indissolubile e le condi-zioni per farlo diventare tale.Dormi il meno possibile. Sovente mentre dormi perdi qualcosa per sempre.Fregatene di chi ti dice che la va-canza è da vivere intensamente. Se ritieni che il tuo ideale di va-

canza sia stare sdraiato a guardare il soffitto, ebbene fallo.Sono belli i monumenti. Ma ricorda che sono no-iosi se non conosci il contesto, le motivazioni e il periodo in cui sono stati costruiti, pensati, creati e forgiati dai tuoi simili. Nessuna guida, per quanto spigliata, carina e gentile potrà spiegartelo.Casa tua è un monumento allo stesso modo.Tu sei un monumento allo stesso modo.Il Colosseo era ed è uno stadio. La Tour Eiffel faceva, e forse fa, schifo ai parigini. Il Texas è stato pagato venticinque milioni di dollari.Il mare è solo acqua e allo stesso modo la mon-tagna è solo roccia.Tenete a monito che la sabbia, la spiaggia, è l’unico futuro che attende qualsiasi persona, og-getto o progetto.Vorrei fosse ridondante dirlo ma: non abbando-nate cani, gatti, canarini, parenti, amici, fidan-zati e fidanzate, abitudini, interessi e speranze, fastidi, noie e routine. Non comprate iguane, tartarughe, serpenti, emozioni, desideri e piace-ri; muoiono se non stanno nel loro habitat natu-rale e spontaneo.

Lettera a un vacanziere

Non mandarmi cartoline: c’è internet

Lettera a...di Cristiano Roasio

DAL TEMPo

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Sembra proprio che l’aria buo-na, quella fresca, di cui riempirsi i polmoni, arrivi dalla montagna. Ed ecco che ciò in cui Pinero-lo ha fallito nelle scorse ammi-nistrative (scegliere un sinda-co giovane!) è stata la grande scommessa su cui ha puntato la seppur non proprio giovanis-sima popolazione di Fenestrelle.

Come ci si sente a fare il sindaco a 31 anni? C’è soprattutto grande entusiasmo e vo-glia di fare. Il nostro progetto è partito dalla forte partecipazione della popolazione, che ha scelto di votare il rinnovamento, giova-ne e in loco. Tutti i sei componenti della mia lista risiedono infatti a Fenestrelle. Le idee ci sono e i fatti seguiranno presto a ruota.E’ il caso di dire che la rivoluzione politica giovanile del territorio parte dalla monta-gna? Senz’altro una comunità piccola come un paese di montagna porta un grande vantag-gio per una conoscenza diretta delle perso-ne, di cui spesso ci si fida. D’altra parte però i piccoli comuni si rivelano spesso più

conservatori. Ma questa vol-ta per Fenestrelle non è stato così. Anche gli elettori spes-so più scettici verso i grandi cambiamenti, come le perso-ne anziane, hanno scelto di dare fiducia ai giovani con i fatti e non solo a parole. Io credo che altri comuni della valle seguiranno l’esempio di

Fenestrelle, e chissà, magari anche Pinero-lo alle prossime amministrative.Ora passiamo alle cose concrete: il primo obiettivo della sua giunta per Fenestrelle? Innanzitutto far partecipare i cittadini alla vita del loro paese. E poi le Corveé, me-diante le recenti riaperture di sentieri sto-rici a cui ne seguiranno presto altri. E poi la riqualificazione e valorizzazione storica delle borgate, su modello di Usseaux. E ancora, l’istituzione della figura del “Man-sia”, una sorta di capo villaggio per ogni borgata, che si farà portavoce delle proble-matiche della sua realtà, facilitando anche la partecipazione alla vita amministrativa. Insomma i primi interventi sono di ordinaria manutenzione, per ridare decoro al paese, caratterizzandolo il più possibile.Quali idee avete in merito alle due grandi

A cura di Emanuele Sacchetto PoLITICA C i t t à e t e r r i t o r i o12

Finalmente un sindaco youngIlario Manfredini, sindaco di FenestrelleLa rivoluzione giovanile politica del territorio parte dalla montagna?

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attrazione di Fenestrelle: il centro didattico di Pracatinat e il Forte?Per quanto riguarda Pracatinat noi voglia-mo puntare a farne, in stretta collaborazio-ne con la nuova Presidente, la Dottoressa Bertiglia, un centro di eccellenza per la ri-cerca scientifica. In questo modo si attrar-rebbero non solo le scuole medie inferiori, ma sarebbe utilizzabile per convegni, di-battiti e manifestazioni. E poi naturalmen-te l’ambiente rende idonea la struttura di Pracatinat ad essere centro sportivo (e in merito abbiamo un progetto per una pista di fondo).Per il Forte dovremo collaborare con l’As-sociazione Progetto S. Carlo, seppur i rap-porti siano difficoltosi. E’ necessario farlo conoscere al di fuori delle valli e del Pie-monte, portarci conferenze, mostre, svi-luppando un percorso coerente sulla storia delle valli fortificate.La crisi che sta colpendo un po’ tutti come viene affrontata in Valle? Bisogna ammettere che l’alta Val Chiso-ne è privilegiata in quanto può far affida-mento su un tessuto artigianale e impren-ditoriale molto sano. Ciò che senza dubbio serve è vivacizzare il turismo, creando po-sti di lavoro mirati, fare rete tra le strutture culturali, rivalutare sempre più il patrimo-nio storico-artistico. Fenestrelle è una re-altà abbastanza indipendente dall’industria della bassa valle e dunque risente meno di questa crisi puntando tutto sulle eccellen-ze in loco.Avrà seguito l’insuccesso delle conferenze per lo sviluppo del territorio del pinerole-se promosse dal sindaco Buttiero: sa dare lei un consiglio a Pinerolo per superare la crisi? Pinerolo per portare lavoro dovrebbe senza dubbio investire molto sul grande patrimonio storico che possiede, partendo dal restauro degli edifici storici, che po-trebbero diventare luoghi di aggregazione e la gente, si sa, porta economia per una città. Bisogna capire che il restauro di un palazzo storico porta ben più lavoro della costruzione di un capannone industriale, perché attorno ci gravitano ricercatori, re-

stauratori, oltre che muratori e quant’altro. L’impresa oggi è cultura, an-che se non si vedono risultati tangibili come case edificate. Con alcuni in-terventi mirati sulla rivaluta-zione del cen-tro storico Pi-nerolo io credo potrebbe aspi-rare a diventa-re “la Saluzzo” del Torinese.

Cosa ha Fe-nestrelle che Pinerolo non ri-esce ad avere? Cosa manca a Buttiero rispet-to a Manfredi-ni? E’ solo un fattore anagra-fico?La differenza a mio avviso sta tra chi mette solo su un fo-glio del proprio p r o g r a m m a elettorale le politiche per i giovani e chi invece mette di rettamente loro sulla sedia del sindaco a portare le pro-prie idee innovative. La mente e il braccio. Le parole e i fatti. Certo la gente di montagna è più diretta, ardita, va subito al punto. Ma a noi della bassa piace davvero così tanto continuare a sentire solo parole?

13 “ r i f L e s s i o n i ” p o L i t i c h e y o u n G

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Gruppo GioVAni Amnesty internAtionAL

I Diritti Umani diventano arteI ragazzi del Liceo Artistico in collaborazione con Amnesty International

Visibili & Invisibili

Da due anni a questa parte un gruppo di giovani attivisti di Amnesty International opera sul territorio pinerolese con iniziative ed eventi, impegnandosi per la difesa dei diritti umani. Nel dicembre del 2011 questo gruppo ha iniziato una fruttosa collaborazione con il Liceo Artistico Mi-chele Buniva, cercando di sensibilizzare gli studenti alle tematiche principali di cui l’associazione si oc-cupa a livello mondiale.Questo grande lavoro di cooperazione è stato in grado di regalare una mostra suggestiva, che ha avuto luogo il 7 e 8 giugno di quest’anno nei locali dell’Aula Magna dell’Istituto M.Buniva. Guidati da ciò che era stato detto in un primo incontro con i membri di Amnesty International, e dal materiale fornito dall’associazione, gli studenti sono stati in grado di realizzare opere pittoriche non soltanto belle, ma anche profonde, in grado di col-pire gli spettatori.La tematica principale della mostra è stata rivolta ai “prigionieri dimenticati”, ossia tutte quelle persone che vengono imprigionate a causa delle loro idee

politiche, religiose e morali.Bisogna essere orgogliosi dei risultati ottenuti dall’opportunità che i ragazzi di Amnesty Interna-tional hanno saputo dare all’Istituto M.Buniva, che dal canto suo ha accolto questa iniziativa con gran-de disponibilità.Questo particolare evento nel panorama pinerolese è stato realizzato cercando di portare alla luce i pro-blemi della nostra società, come la violazione dei dirit-ti fondamentali dell’uomo e l’impossibilità di poter dichiarare liberamente le proprie idee, volendo espri-mere attraverso l’arte la consapevolezza che ognu-no di noi ha di poter cam-biare il mondo in cui vive.

Eccoci di nuovo insieme per ricordare il 29esimo anniversario di un’altra vittima di mafia, Bruno Caccia. Egli fu ucciso il

26 giugno del 1983. L’organizzazione mafiosa responsabile di un altro morto quella volta fu la ‘ndrangheta e per tale omicidio, a 29 anni di distanza, non si conoscono ancora i nomi degli esecutori materiali. In carcere è finito Do-menico Belfiore, con l’accusa di essere il mandante della strage. Bruno Caccia era un magistra-to torinese e la sua morte pre-senta ad oggi ancora molti punti oscuri e un “record” (se così lo vogliamo chiamare), ovvero re-

sta l’unico magistrato ucciso al Nord da una organizzazione mafiosa. In occasione del suo 29esimo anniversario, Gian Carlo Caselli,suo amico e collega, lo ha

ricordato così: ” Bruno era un uomo straordinario, un’amico che non si tirava mai indietro di fronte ad una richiesta d’aiuto, ma soprattutto un magistrato coraggioso che non poteva sopportare le ingiustizie”. Chiediamoci cosa avrebbe potuto dire un uomo come Bruno Caccia di fronte alla strage di Brindisi....

B.Caccia, vittima di mafia al Nord

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DIRITTI UMANI

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L’Esame di maturità segna uno dei riti di passaggio ancora avvertibili nella nostra so-cietà. Un trampolino di lancio verso un uni-verso caleidoscopico – sì, ma occhio ai buchi neri! oggi i giovani che dopo il diploma si imma-tricolano all’Università sono diminuiti rispetto a dieci anni fa: 6 su 10 a fronte di 7,5. Parola di statistica. Ma nella congiuntura economi-co-sociale così sfavorevole di questi anni, stu-diare rimane un buon investimento? Secondo un’indagine di Alma Laurea condotta per La Stampa, lo studio uni-versitario ripaga da tre a cinque anni dopo la lau- rea, risultando questa, però, più redditizia del diploma e apren- do sbocchi occupazionali undi- ci volte maggiori. In testa, t r a le facoltà con un rapi- d o inserimento di laureati nel mondo del lavoro, gli indirizzi sanitari: Scienze infermieristiche e ostetri-che, Scienze riabilitative delle professioni sanitarie, Scienze delle professioni sanitarie tecniche. A se-guire, è noto, Ingegne-ria (nelle sue varie specializzazioni), Economia (soprattutto nel settore Finanza), Scienze del-le pubbliche amministrazioni. Ma per chi intende proseguire gli studi, non ci sono solo i corsi universitari come scelta al-ternativa al cercare lavoro subito. La terza via si chiama ITS, Istruzione tecnica superiore. Si tratta di istituti specializzati nella formazione di personale tecnico in aree strategiche per il rilancio della competitività produttiva (ener-gia, nuove tecnologie, moda, edilizia) pensa-ta in termini di sviluppo sostenibile. Attivati lo scorso anno, essi prevedono un biennio di formazione e il 30% di ore di tirocinio obbli-gatorio in aziende per il conseguimento del

Diploma di tecnico superiore. A Torino se ne trovano due: presso l’ITS Pi-ninfarina, specializzato nel settore delle Tec-nologie dell’informazione e della comunica-zione, si formano operatori e programmatori web, tecnici per la comunicazione cinetelevi-siva; all’ITS Grassi l’area tecnologica di riferi-mento è invece la meccatronica (interazione tra meccanica, elettronica e informatica) e l’innovazione aerospaziale. Altri cinquantasette ITS hanno sede in tutta Italia. Ai neodiplomati si dispiegano poi le trame dell’articolato tessuto universitario. In questo caso gli ambiti di interesse spaziano dal sani-tario, allo scientifico, al sociale, all’umanisti-

co; è qui che le attività orientative prestano in genere le attenzioni

maggiori. Ancora, corsi post-

diploma sono organizzati dal sistema dell’Alta formazione artisti-ca, musicale e co-reutica: è questo il caso dell’Acca-demia Albertina di Belle Arti oppure

del Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi, per citare solo gli istituti presenti nel capoluogo piemontese. Al di fuori della proposta universitaria si evidenziano inoltre la Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica per la formazione professionale degli archivisti e paleografi e infine le Scuole superiori per mediatori lingui-stici, una delle quali situata a Pinerolo in Via Battisti come sede dislocata dell’istituto cu-neese Adriano Macagno.Una scelta che conta. La carta vincente? Esperienze che fanno curriculum – stages, la-vori occasionali, le lingue, l’estero. Puntare a un risultato alto e laurearsi in fretta.

SoCIETà Giovani@Scuola A cura di Nadia Fenoglio

tempo di scelte postdiploma

L’ITS, come alternativa all’Università

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Per il terzo anno consecutivo la Città di Pi-nerolo, quale ente capofila di un vasto territorio comprendente complessivamente 17 Comuni, emana un bando di concorso nell’ambito del Pia-no Locale Giovani. Il progetto è realizzato con il contributo della Provincia di Torino e sostenuto nell’ambito dell’Accordo in materia di politiche giovanili stipulato tra Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento Gioventù e la Regione Pie-monte. Il bando INVENTALAVoRo 3, come i prece-denti, è volto al sostegno finanziario della fase di start up dei due migliori progetti di impresa che verranno presentati entro il prossimo 6 luglio presso l’Ufficio Protocollo del Comune. Ma an-che delle tre migliori idee progettuali a carattere non imprenditoriale da realizzarsi nei cinque set-tori indicati (l’artigianato, l’agricoltura, la tutela dell’ambiente, la valorizzazione dei beni culturali, il settore dell’informatica e nuove tecnologie) en-tro il 2012. L’affiancamento dei funzionari del progetto Mettersi In Proprio della Provincia di Torino ga-rantisce la qualità del servizio erogato ai selezio-nati, così come la presenza, per l’intera durata del progetto, di tutor per ciascun settore individuato. Il successo delle precedenti edizioni del proget-to, che hanno portato alla nascita di imprese e attività giovanili tuttora attive nel campo dell’agri-coltura, della cultura, delle nuove tecnologie, fa ben sperare nel felice esito anche del bando 2012.Destinatari:- Tutti i giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni alla data di scadenza del bando (6 luglio

2012)- residenti nei comuni di: Airasca, Buriasco, Cam-piglione Fenile, Cantalupa, Cavour, Cercenasco, Cumiana, Garzigliana, Macello, osasco, Pinerolo, Piscina, Roletto, Scalenghe, Vigone, Villafranca Piemonte, Virle Piemonte o che sul territorio di detti Comuni realizzeranno il progettoI Settori interessati:- agricoltura e attività connesse, con particolare riguardo al settore biologico, agriturismo ed equi-turismo- artigianato e attività connesse- la difesa dell’ambiente, comprendente: svilup-po delle energie alternative e riciclaggio dei rifiuti, educazione ambientale, ecoturismo, utilizzo di materiali biocompatibili, bioedilizia- la valorizzazione dei beni culturali territoriali a fini turistici- il settore informatico e delle nuove tecnologiePremi:Sulla base della graduatoria definitiva formata dal-la Commissione Giudicatrice entro il 13 luglio, ver-ranno assegnati (in unica soluzione – le cifre sono da intendersi al lordo delle trattenute di legge):- 2 premi in denaro dell’importo ciascuno di Euro 15.000,00 per la fase di start-up dei migliori nuo-vi progetti d’impresa - 3 premi in denaro dell’importo ciascuno di Euro 5.000,00 alle migliori nuove idee progettuali a carattere non imprenditorialeBando e modulistica sono reperibili sul sito inter-net: www.comune.pinerolo.to.itPer informazioni: Biblioteca civica «Alliaudi», via C. Battisti 11; tel.: 0121 374505e-mail: [email protected]

Piano locale Giovani 2012

Inventalavoro n.3Bando di concorso per l’attribuzione di premi a giovani che pre-sentano nuovi progetti d’impresa e nuove idee progettuali

Scadenza di presentazione delle domande: 6 luglio 2012, ore 12

Inventalavoro A cura di Maria Anna Bertolino

SoCIETà

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estAte: LA VoGLiA di pArtire/2

Stefania, in viaggio per studio a Lisbona

Giovan i&Lavo roA cura di Giulia PussettoSoCIETà

Un’altra esperienza di soggiorno all’estero che vi voglio raccontare è quella di Stefania, che diversa-mente da Alice non vi è andata alla ventura, ma in forma organizzata attraverso il progetto Erasmus. Stefania ha svolto il suo terzo anno di università a Lisbona. Anche la sua esperienza potrebbe essere un buono spunto per tutti co-loro che hanno intenzione di partire o che vogliono sentire le opinioni di chi “ci è passato prima”. Stefania ha 22 anni e si è laureata in Scienze del Turi-smo all’università di Torino. Ecco la sua storia.“Già dal primo anno di univer-sità desideravo andare in Era-smus: non c’è modo migliore per imparare una lingua se non trovarsi sul posto e praticarla, inoltre la pronuncia portoghese è difficile apprenderla solamente in aula. Quando sono usciti i bandi per il progetto ho subito fatto domanda e quando ho saputo di essere stata presa per Lisbona ero felice e al tempo stesso timorosa; felice perché era un’esperienza che sognavo di fare, ma timo-rosa perché sapevo che non si sarebbe trattato di un viaggio qualsiasi ma di un soggiorno lontano da casa, per un periodo di tempo abbastanza lungo, inoltre avevo dei vincoli qui e non sapevo se sarei stata in grado di gestire una situazione così diversa dal solito. Insomma, gioia ed incertezza contempo-raneamente. I miei primi giorni in questa nuova città totalmente diversa da Pinerolo li ho vissuti con frenesia: Lisbo-na non è una città caotica e per questo mi è subito piaciuta, inoltre stavo iniziando a conoscere nuove persone, nuove cose e poi si trattava della mia pri-ma “convivenza” con persone che non conoscevo bene. Avevo esami da dare all’università di Lisbona: non è stato facilissimo perché le lezioni si seguivano in portoghese. Ciò richiedeva uno sforzo maggiore. Tuttavia mi è bastato davvero poco per ambientar-mi: la mia è stata un’esperienza unica sia dal punto di vista scolastico che dal punto di vista umano. Mi ha permesso di crescere, di ampliare i miei orizzon-ti e di confrontarmi con persone con una cultura diversa e lontana dalla mia. Certo, mi mancavano un po’ le comodità di casa oltre che ovviamente gli

amici più stretti e la famiglia, ma questo è normale. Consiglio a qualunque studente universitario questo progetto soprattutto perché è facile da gestire e in caso di problemi si è sempre affiancati dall’univer-sità; è necessario però avere una conoscenza base della lingua del paese di destinazione.

Appena giunta a Lisbona, dopo qualche giorno in ostello, ho cerca-to casa con i miei compagni, quindi ecco un consiglio semplice ma im-portante a proposito: va bene cerca-re casa tramite siti internet ma mai fidarsi di contratti “al buio”! Durante il mio soggiorno non ho lavorato in quanto non ne ho avuto la possibilità. Anche se io credo che la cosa più im-portante dell’Erasmus sia viversi pie-namente questi mesi senza lasciarseli

sfuggire nel tentativo di fare tante cose insieme: è un’opportunità soprattutto per imparare a “convive-re” con nuove persone, sapersi ambientare lontano da casa e ovviamente imparare bene la lingua. La vita a Lisbona non è affatto cara quindi diciamo che me la cavavo con 300 euro al mese in totale. Mi sono innamorata di questa città dove si trovano insieme elementi moderni e storici. Il clima è ottimo, c’è vita mondana, è “internazionale”, non è cara. Ripeterei questa esperienza molto volentieri. Infatti spero di avere altre possibilità per lavorare e vivere all’estero, in particolare a Lisbona. Cerco sempre di tenermi informata su opportunità di studio e di la-voro tramite siti internet, ne consiglio uno: www.scambieuropei.com.”

Elenco concorsiRubrica realizzata in collaborazione con l’Ufficio Lavoro del Comune di Pinerolo. Consultabile sul sito www.comune.pinerolo.to.it/concorsi

Comune di Pinerolo n. 1 posto di funzionario amministrativo (cat. D3) per il Settore Segreteria Generale scadenza 2 luglio

Città di Pinerolo n. 1 posto di geometra (cat. C) per il Settore Urbanistica - Servizio Progettazione scadenza 2 luglio

Città di Pinerolo n. 1 posto di Istruttore amministrativo (cat. C) per il Settore Istruzione Informativo, scadenza 2 luglio

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A torino, contro LA mAfiA

Battiato in concerto per la legalità

Tea t ro A cura di Federico Gennaro

ARTE&SPETTACoLo

“Ima areknames. Malhaareknapes. Atenoi-parretelevounsisoprommatemereitnorfalledet-nem.” (da Areknames, Pollution, 1973)

Franco Battiato, lo si apprezzi o lo si dete-sti, è sicuramente uno dei cantautori italiani che negli ultimi quarant’anni ha maggiormen-te sperimentato, spaziando dalla classica al pop, dalla world-music all’ hard-rock, dalla musica sacra a quella elettronica. E senza neanche disprez-zare il lato più popolare della musica italiana, da dove peraltro mosse i primi passi nel lontano 1965. La sua discografia, tra (molti) alti e (alcuni) bassi, conta ormai 31 al-bum, ha collaborato con decine di artisti, da Gior-gio Gaber a Francesco De Gregori, da Guccini a Morgan, solo per citar-ne alcuni. Ma il cantante catanese non si è limitato alla musica, è autore di numerosi libri e regista di tre cortometraggi. Alla luce di tutto ciò, il concerto fuori data del “Maestro” il 23 maggio scorso in P.zza San Car-lo non poteva non suscitare grande interes-se, richiamando quasi 30mila persone all’ in-terno di una cornice davvero d’eccezione. In quest’occasione, che ha chiuso il programma di “Biennale Democrazia. Per la legalità”, si è voluto ricordare il ventennale della strage di Capaci, dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicil-lo, Antonio Montinaro. Ma non solo questo. ospiti della serata Yvan Sagnet, voce e guida dei nuovi schiavi del Sud che hanno dato vita alla rivolta dei braccianti di Nardò nell’estate

del 2011, e Giovanni Tizian, autore di “Gotica. ’Ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea”. E non potevano ovviamente mancare neanche gli interventi delle autorità, in primis il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che esordendo dal palco ha parafrasato una delle più celebri frasi di Falcone, “per sconfiggere la mafia ci vuole una rivoluzione culturale”, e

a seguire Piero Fassino, fischiato invece a lungo dalla piazza. Ad aprire il concerto, la multietnica “orche-stra di Porta Palazzo”, progetto musicale nato nel 2004 frutto dello scambio tra generazioni di migranti e crogiolo di culture diverse incontra-tesi a Torino. A seguire, con le sue inconfondibili cuffie, quasi delle stig-mate, il cantautore ca-tanese ha esordito con la bellissima Up Patriots to Arms, proseguen-do con alcuni dei brani più famosi, inconfon-dibilmente “suoi”: Pro-spettiva Nevskij, Shock in mytown, Caffè de la paix. Emozione che quasi si è trasformata

in commozione sulle note de La canzone dei vecchi amanti, per poi chiudere con Centro di gravità permanente, canzone che, retorica a parte, sembra quanto mai attuale in questi anni. Quarant’anni di musica condensata in una intensa ora e mezza di concerto con uno sguardo mai banale al di là delle banalità della vita. Battiato, over and over again, continua a stupire, a piacere e a divertire. E a far sognare. D’ altra parte, ha insegnato a una generazione che è possibile incontrare sulla prospettiva Ne-vskij Igor Strawinsky. Chapeau, Maestro.

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I viali di “Piazza d’armi” sono un luogo strano per un’intervista musicale ma è il luogo dove più spesso in-contro Gianluca, grazie alla passione per il running che condividiamo. E così anche se il pur cocente caldo pine-rolese non è quello giamaicano iniziamo a parlare un po’ di reggae e affini.Eccoci, parlami di come è nata la band e di cosa vi ha uniti... I DotVibes sono nati nel 2005, hanno iniziato a suonare per piacere, per riascoltare e rielaborare i brani che più ci piacevano, senza lo scopo di portarli su un palco o ne-cessariamente registrare un disco. Ma la passione per la musica e i bei risultati conseguiti hanno spinto il primo nucleo formato da Mina Estel Teo, che ora non è più con noi, e Jack a richiamare altri componenti tra cui me (Salo) e Boiler che siamo entrambi Pinerolesi, realizzando una formazione affiatata ed eterogenea nelle influenze, pronta a sperimentare un nuovo modo di concepire il reggae.La particolarità del sound dei DotVibes risiede proprio nel tipo di contaminazioni che aggregano al reggae. Grazie ai molteplici ascolti ed alle singole esperienze di ognuno il suono prende sfumature molto particolari, avvicinando-si a volte al pop, a volte all’elettronica, a volte al Soul e all’R&B, senza mai snaturarsi, e conservando una sua compattezza ed una coerenza di sound.Perchè l’amore per il reggae? Anche se a Pinerolo non è una cosa così rara... Sì esatto! Chiaramente sia io che Boiler, ma anche il resto della band siamo stati influenzati soprattutto nei primi anni di musica dal reggae pinerolese degli AFRICA UNITE, penso che quello che hanno fatto loro in Italia con il loro reggae non abbia eguali, loro hanno scritto pagine importanti all’interno della musica italiana.A giorni esce il vostro nuovo singolo. Come è nato?

Esatto, il 27 giugno uscirà il singolo ed il videoclip “Now think about it”.Dopo l’ultima release del febbraio 2011 ed il lungo tour, i Dotvibes torneranno con un nuovo singolo a testimo-nianza della continua evoluzione musicale. “Now think about it” è il titolo del brano e del rela-tivo video clip diretto da Giuseppe Moreto (già regista per Subsonica). E’ un’esortazione, e ci racconta molto semplicemente un desiderio, quello di poter condivide-re la nostra rabbia nei confronti di questo mondo con gli altri, abbandonando la frequente idea di non essere abbastanza forti per poter cambiare le cose. La condivi-sione è la via scelta dai DotVibes, nella vita come nella musica. Il vocal accattivante, che si snoda sulla melodia magnetica di synth e la potente ritmica, decisamente incalzante, ci ricordano che è possibile riflettere, condi-videre e ragionare senza per forza rinunciare al piacere del buon groove !Come vi muoverete dopo l’uscita discografica? Per quest’estate saremo in giro a portare il “Looking forward tour” per l’Italia e molto probabilmente anche con qualche sortita in Europa, poi fra una data e l’altra non ti nascondo che stiamo già iniziando a registrare altro materiale inedito per il futuro disco che verrà... Si conclude qui la chiacchierata su un’altra interessan-tissima realtà musicale, che conferma il pinerolese come terreno fertile per la musica di qualunque estrazione e in continuo fermento.Nell’attesa di altre date sul nostro territorio potremo gu-starci il reggae dei DotVibes l’8 luglio al festival Colonia Sonora di Collegno. Quindi orecchie tese e un occhio su dotvibes.it per le prossime date del tour.

musicA emerGente

DotVibes, il reggae made in Pinerolo

A cura di Demis Pascal e Mario RivoiroMUSICA of f i c i ne de l suono

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in mArGine AGLi scAndALi deL cALcio

Vivere il calcio per passione

Sport A cura di Andrea obiso

SPoRT

Questo mese riteniamo opportuno fermare la nostra normale rubrica di cro-naca delle varie associazioni sportive del Pinerolese, per trasformarla per una volta in qualcosa di diverso dal solito e porre un quesito che riteniamo fonda-mentale. L’oramai conclamata inaffidabilità del sistema calcistico (scommesse, combi-ne e quant’altro) ha definitivamente af-fossato quello che da sempre è conside-rato lo sport nazionale? Se la risposta è sì, che senso ha con-tinuare ogni sei mesi ad indagare, con-dannare, indignarsi per poi ricominciare come se nulla fosse accaduto?Cominciamo col dire che ci siamo già passati nel 2006, quando la giustizia sportiva inflisse esemplari penalizzazioni a Club più o meno blasonati, in seguito a comportamenti poco leciti di alcuni di-rigenti.oggi la situazione cui ci troviamo ad as-sistere è ben diversa, la gravità dei fatti di cui sono accusati gli imputati sono di poco conto se si pensa alla faccenda di sei anni fa; ciononostante è più che giu-sto punire chi sbaglia.

Ciò che non viene mai sottolineato però, è l’assurdità della caccia alle stre-ghe da parte dei media verso persone che fino a poco prima avevano contri-buito a eleggere a celebrità ed esempio da seguire.Il fondamento di tale tendenza crediamo risieda più nella soddisfazione di poter distruggere ciò che si è creato che fare giornalismo. Questo ci ha spinto a intervenire una volta tanto su un argomento di portata nazionale. Da mesi andiamo in giro per il pinero-lese ad intervistare persone più o meno autorevoli in campo sportivo solamente per conoscere realtà meno note, fra que-ste vi sono diverse compagini calcistica-mente piccole (ultima in ordine di tempo la Rivese) o meno piccole (il Pinerolo).Le facce che ci siamo trovati di fronte però avevano tutte una cosa in comune, appartenevano a persone che vivono il calcio come una passione che li accom-pagna da tutta la vita e non come un modo per arricchirsi. Visto che il sistema calcio comprende anche loro, qual è la verità? Qual è il

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calcio vero? E ancora, per vedere una partita ove non serpeggi il dubbio che il risultato sia già deciso devo andare a veder giocare le squadre di provincia? o magari anche lì, se un difensore fa autogol e non è scarso, deve venire il dubbio che è un venduto? Certo non viviamo nell’illusione che il calcio delle serie professionistiche sia in qualche modo assimilabile a quello semi-professionistico o addirittura giovanile.Sappiamo inoltre che raramente si gioca per partecipare, ma spesso per vincere e cercare di progredire in campionati più competitivi, con tutti i benefici che ciò comporta. Abbiamo ritenuto giusto dire la nostra anche intorno a questo argomento del-la corruzione sportiva, perché vediamo questa ricerca del giornalismo mordi e fuggi ad ogni livello, e riteniamo sia un modo di fare giornalismo adatto più al gossip che allo sport.A questo riguardo le presunte anime candide, le quali attraverso qualsivoglia mezzo di comunicazione manifestano il proprio sdegno, sono la compagine che più ci lascia increduli. Coloro che poco prima si definivano “addetti ai lavori” (parole loro) e fingo-no spiazzamento e innocenza di fronte a fatti che giudicano “incredibili”, “impen-sabili” o peggio “insospettabili” (sempre

parole loro). Sorge spontaneo chiedersi se questo giornalismo non sia solo un espediente per spostare l’attenzione del-le persone da problemi più gravi e impel-lenti.o per meglio dire, non è forse evidente la determinatezza con cui i più impor-tanti media cercano di assicurarsi l’at-tenzione, nel caso specifico lo sdegno, dell’opinione pubblica per lasciar scivo-lare in secondo piano problemi ben più urgenti? Ci arroghiamo il diritto di trattare temi che escono dalla nostra specifica com-petenza in quanto non ha senso conti-nuare a raccontare di società che, oltre a non fatturare milioni, hanno come unica pretesa quella di far giocare dei bambini o, nel migliore dei casi, vincere qualche partita e passare di categoria.Non ha senso continuare il nostro lavo-ro con serenità senza puntualizzare che, forse, stiamo parlando di due sport di-versi.

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Saitta, la città metropolitana dovrà sostituire l’intera provinciaTorino. “La citta’ metropolitana quando nascera’ dovra’ sostituire l’attuale Provincia: non servono doppioni, siamo contrari alla moltiplicazione degli Enti”. Lo ha detto il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta intervenendo questa mattina al convegno organizzato a Venaria dagli amministratori locali per affrontare il tema del futuro assetto istituzionale degli enti locali, alla luce delle novita’ in arrivo dal Governo.“La citta’ metropolitana torinese - ha chiarito Saitta - dovra’ coincidere con l’intero territorio provinciale attua-le: un’eventuale piccola dimensione, intorno al milione e 200mila abitanti, non sarebbe competitiva ne’ con la grande citta’ metropolitana di Milano che supera i 4 milioni, ne’ con le altre aree europee con cui la citta’ metropolitana di Torino dovra’ fare i conti”. Secondo Saitta “dovra’ assumere le competenze della Provincia e i Comuni dovranno cedere le loro attuali competenze in materia di dimensione metropolitana: solo cosi’ si potranno assumere decisioni rapide e strategiche, soprattutto dal punto di vista dello sviluppo economico che richiede sempre piu’ autorevolezza ed interventi urgenti oltre che omogenei”. (La Repubblica 23/12/2012)

Le basi mormative dell’area metropolitania L’articolo 114 della Costituzione, così come modificato dalla legge costituzionale n. 3 del 2001, annovera la Città metropolitana tra gli enti costitutivi della Repubblica.L’articolo 23 della legge n. 42 del 2009, recante delega al Governo in materia di federalismo fiscale, adotta le norme transitorie per l’istituzione delle città metropolitane, prevedendo un percorso di co-stituzione del nuovo ente che parta dalle collettività locali, attribuendo ai comuni e alle provincie la titolarità dell’iniziativa e ai cittadini dell’area vasta il potere di esprimersi sulla proposta di istituzione tramite referendum.

Aperto il dibattito sull’area metropolitana Due le linee emergenti: una di Fassino, l’altra di Saitta

Fassino, l’area metropolitana porterà notevoli benefici ai cittadiniTorino. ‘’La nascita dell’area metropolitana torinese potra’ portare notevoli benefici in termini di gestione dei servizi essenziali al cittadino’’. Lo sottolinea il sindaco di Torino, Piero Fassino alla vigilia dell’incontro di Venaria che dara’ ufficialmente vita al Comitato promotore dell’area metropolitana che si impegna a convocare gli stati generali per settembre per iniziare l’iter di istituzione. ‘’Per esempio - spiega - per quanto riguarda le esigenze di smaltimento dei rifiuti i benefici potranno venire dalla capacita’ di armonizzare e rendere agevoli le operazioni e sarà quindi possibile effettuare quelle economie di scala che permetteranno di ottenere più efficienza migliorando l’efficacia, a vantaggio dei cittadini. A Torino - prosegue - il confronto e’ già iniziato con risultati importanti. Il nuovo sistema tariffario dei trasporti ha eliminato la distinzione tra area urbana e ‘area suburbana’, un primo passo verso un sistema integrato di biglietteria a respiro regionale. ‘’Un altro canale di comunicazione aperto con i comuni limitrofi e’ quello urbanistico : alcune grandi aree di trasformazione poste sul limitare di un confine potrebbero trovare una condivisione delle scelte, mentre un altro tema importante è, dove possibile, la condivisione degli strumenti urbanistici. Un fronte strategico per il futuro della Citta’ metropolitana e’ poi il percorso per diventare una smart city, sul quale già si e’ costruita un’importante convergenza di intenti tra tutte le amministrazioni comunali’’. (La Repubblica, 22/6/2012)

E Pinerolo che fa?A Pinerolo non si è ancora aperto un dibattito e preso posizione. C’è solo da sperare che non son-necchi di fronte a questa prospettiva e si inserisca in modo costruttivo e dinamico per ottenere tutti i vantaggi che l’area metropolitana, sullo stile di quella londinese, può portare. Non solo in termini di servizi condivisi, ma soprattutto a livello relazionale e culturale, per uscire dall’isolamento territoriale in cui si è cacciata in questi anni. Agganciarsi all’area metropolitana vuol dire soprattutto agganciar-si a un’area che ha un respiro globale e inserirsi così in una rete di relazioni e di cultura mondiale. Aggancio che è indispensabile per permettere ai nostri giovani di talento di avere un motivo per rimanere nel territorio e non dover “migrare” verso altre mete più promettenti. (Antonio Denanni)

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4. Salvaguardare la permanenza della Procura della RepubblicaIl Consiglio Comunale di Pinerolo, ribadendo che non esistono ragioni sostenibili e motivi validi a giu-stificare eventuali accorpamenti della Procura di Pinerolo da parte di quella di Torino, preoccupato per le ripercussioni che tale decisione avrebbe sul funzionamento degli Uffici Giudiziari di Pinerolo nel suo complesso, impegna il Sindaco e la Giunta a mettere in campo tutte le azioni possibili e necessarie per garantire la permanenza della Procura della Repubblica presso gli Uffici Giudiziari di Pinerolo. 13.5.12

3. La cittadinanza onoraria agli stranieriIl Consiglio Comunale di Pinerolo ritiene di dover assumere una forte iniziativa simbolica e chiaramente evocativa dei valori di dignità, tolleranza, pace, libertà, uguaglianza e solidarietà che ispirano la nostra comunità; e pertanto dispone il conferimento della cittadinanza onoraria ai cittadini stranieri nati nella città di Pinerolo e ivi residenti, come risulta dal registro dell’Anagrafe del Comune, da almeno cinque anni nella nostra città e invita l’Amministrazione Comunale a organizzare, nei modi e nei tempi che riter-rà opportuni, un evento per la consegna della cittadinanza onoraria ai cittadini che risulteranno averne titolo. Pinerolo 5.4.2012

Quattro delibere del Consiglio Comunale di Pinerolo 1. Contro l’acquisto dei cacciabombardieri F35

Il nostro Paese sta attraversando una gravissima crisi finanziaria ed economica che sta provocando un forte aumento della povertà, della disoccupazione, del disagio e dell’insicurezza sociale, i cui segni sono già ben visibili nel nostro territorio; [...]il Consiglio Comunale di Pinerolo chiede al Parlamento e al Governo di interrompere l’adesione al programma pluriennale relativo all’acquisto dei cacciabombardieri F35 e conferisce mandato al Presidente del Consiglio Comunale di trasmettere la presente mozione al Presidente del Consiglio e ai Presidenti di Camera e Senato. Pinerolo 5.4.2012

Il medesimo articolo 23 prevede altresì che le città metropolitane debbano essere istituite con decreto legi-slativo adottato dal Governo nazionale, in conformità alla proposta approvata tramite referendum e ai sensi della delega legislativa ivi contenuta, entro la scadenza del termine attualmente fissato nel maggio 2013.L’articolo 23 del decreto “Salva – Italia”, emanato lo scorso dicembre dal Governo nazionale e poi convertito dal Parlamento, fissa entro la fine di quest’anno, il termine per disciplinare con legge Statale o Regionale il trasferimento ai Comuni delle funzioni oggi esercitate dalle Province o per prevedere la loro eventuale attri-buzione alle Regioni. Ciò accelera indubbiamente la necessità del percorso istitutivo delle Città metropolitane quali nuove istituzioni di governo di area vasta. da http://www.torinocittametropolitana.it

2. Salvaguardia della ferrovia T.Pellice-PineroloIl Consiglio Comunale di Pinerolo ritenendo necessaria una presa di posizione forte dell’intero territorio Pinerolese contro ulteriori riduzioni dei servizi di trasporto pubblico locale chiede all’Assessore Regionale ai trasporti di: stralciare la linea “Torre Pellice-Pinerolo” dall’elenco delle linee ferroviarie oggetto di chiusura; attuare per detta linea una sperimentazione, con il mantenimento su ferro almeno delle corse piu frequen-tate, la soppressione delle corse su gomma coincidenti, la rimodulazione dell’orario in modo da agevolare i pendolari; ripristinare la soluzione di una corsa unica da Torre Pellice a Torino e da Torino a Torre Pellice, con una coincidenza puntuale con il treno a Pinerolo. Pinerolo 18.6.2012

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Il DittatoreRegia: Larry Charles Attori: Sacha Baron Cohen, Anna Faris,

Ben Kingsley

Anda re a l c i nema

di Andrea obiso

“Sono per libertà di stampa, elezioni pu-lite e parità per le donnepffffff......questo non riesco a dirlo!” Affaz Aladeen è un sanguinario, narcisi-sta, spietato, sadico e svampito dittatore africano.Circondato da un’irresistibile aura di ir-riverente simpatia, Aladeen nega al suo popolo qualunque tipo di diritto, fa giusti-ziare i suoi sudditi per futili motivi, vive in un lusso sfrenato e si rende protagoni-sta di gesti insensati con l’unico scopo di compiacere se stesso. Come se non bastasse il dispotico dittatore sta per mettere a punto un missi-le nucleare per attaccare e distruggere il mondo occi-dentale.Le Nazioni Unite, tuttavia, non possono restare indif-ferenti alla minaccia rap-presentata da Aladeen e lo convocano in occasione di un Congresso a New York per chiarire la sua posizio-ne in materia nucleare. Aladeen parte alla volta dell’odiata America ma il vero nemico è più vicino di quanto immagini, il suo fidato consigliere infatti, assolda un sicario per eli-minarlo e sostituirlo con un sosia stupido che assecondi i suoi piani: fare di Vadiya una democrazia e vendere il suo prezioso petrolio al miglior offerente. Mentre la sostituzione avviene con suc-cesso l’omicidio fallisce e Aladeen si ri-trova senza regno e senza barba, unica particolarità che sembra distinguerlo, per-so nella Grande Mela americana in balìa di pericolose donne votanti, multietnicità e diritti civili....

Dopo Ali G (il più spassoso), Borat (il più demenziale) e Bruno (il meno riuscito), Sacha Baron Cohen rilancia e si immerge con successo in uno dei film più divertenti degli ultimi anni.Il film si contraddistingue fin dalle prime scene per un’ironia costruita sull’assurdo, con battute fulminanti e situazioni esila-ranti. La prima considerazione va appunto fatta riguardo le battute: immorali, cini-che, contrarie ad ogni senso del pudore ma anche geniali e irresistibili se viste con

il giusto spirito (non tentate di prendere sul serio tutto ciò che dice o tanto vale usci-re ai titoli di testa). L’illusione di trovar-si di fronte alla solita commedia demenziale priva di una qualsivo-glia rilevanza tuttavia, viene presto fugata. “Il dittatore” si rivela essere tanto incurante della pubblica decen-za e della censura, quanto estremamen-te politico e carico di risentimento verso la cosiddetta democrazia di stampo occidentale.

“L’innocenza” con cui Aladeen affronta da pari un mondo così diverso dal suo lo porterà ad una conclusione a cui, se dav-vero fossimo liberi, saremmo dovuti arri-vare molto tempo fa.Ma farci riflette durante una risata, non è forse uno dei doveri del cinema? Decisamente sì.Imperdibile.

SoCIETà

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Sono mesi che ricevo l’accattivante invito da Marco della Giovane Montagna di Pinerolo, mentre metto la muffa in ufficio! E’ inizio estate e con mio marito Mauro ci siamo decisi ad ag-gregarci. Appuntamento in piazza Fontana alle 7,30: questi “giovani” sono tosti, allenati, orga-nizzati e mattinieri; alcuni sono nati prima di noi ma non si vede. In auto si va fino a Villanova di Bobbio Pellice, poi si prosegue a piedi lungo la carrozzabile verso il rifugio Jervis e poi lungo il sentiero che piega verso sinistra, oltre un ponticello sul fiume, e se-gue il corso d’acqua con un saliscendi gradevole, tra rocce e risate, sotto la fresca ombra dei pini. In un rigagnolo fa capolino una salamandra e noi proseguiamo tra le zolle di erbetta costellata di fiori: rododendri, fragoline, margheritine, tarassa-co, ranuncoli, e, mano a mano che si sale, cardi, campanule, viole di montagna, botton d’oro, ac-quilegie, gigli selvatici, anemoni, garofanini, fino all’ampio pianoro erboso costellato di viole e non-tiscordardime, la conca del Prà, su cui si affaccia il rifugio, dove alcuni ci attendono e dove prospe-ra la mia omonima, l’angelica sylvestris, un’erba medicinale lassativa. Un sorso alla sorgente e si continua la salita tra astri alpini, cespuglietti di alissi e aizoidi, genzianelle e pimpinelle. Il sentie-ro ampio e ben tenuto ci fa sudare, il dislivello è oltre i 1000 m. Il capogita Ferruccio mi raccon-ta che un tempo era un importante valico per la

Francia, e vi passava la carovana reale. L’ultimo tratto inganna: dopo una curva si è certi di essere arrivati, ed invece c’è ancora una lenta salita assolata. Ma il popolo della montagna è amichevole, rispettoso e paziente. Al colle del-la Croce, a 2.298 m, si riprendono le forze: un pranzetto ristoratore con offerta di ciliegie, man-dorle e liquori per coronare il risultato. Un gruppo di francesine coi bimbi si aggrega per la foto. Qualche nuvola sale e ridiscendiamo al rifugio, ancora uno spuntino e infine ci si accoda alle tante persone che stanno ritornando, e che non so dove fossero, perché la conca è immensa e non si vedevano. Seguiamo la strada agevole, ma lunga, chiacchierando. Il presidente dell’as-sociazione mi spiega la difficoltà del preservare i sentieri, cosa cui loro si dedicano volontaria-mente, e pure gli ostacoli burocratici, i progetti di legge che favoriscono i mezzi a motore; intanto imbocchiamo un’ultima scorciatoia, con tappa per le barzellette e per la preghiera, toccante. Al parcheggio è il momento dei saluti: ringrazio di cuore questa bella compagnia. Le mie ginocchia fanno “Giacomo Giacomo”. Il programma della Giovane Montagna è consultabi-le su www.giovanemontagna.org

www.giovanemontagnapinerolo.it [email protected] su “L’Eco del Chisone” e su www.eco-mese.it sezione appuntamenti.

SoCIETà

escursione neL pineroLese A km o

Al Colle della Croce con la G.Montagna

Appunt i d i v i agg io A cura di Angelica Pons

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26Sono amici di Pinerolo InDialogo