Periodico Il Grillo - anno 4 - numero 36 - 6 novembre 2010

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Anno 04 - numero 36 - 4000 copie in distribuzione gratuita - web: www.periodicoilgrillo.com - mail: [email protected] - 06 novembre 2010 S. Leonardo Agenzia di Vasto Bolognese Annalisa, Cristofano Maria, Bolognese Agostino Venanzio S.a.s. Corso Mazzini 31/A - int. 5 - 66054 Vasto (CH) tel. 0873 362323 - fax 0873 364528 Chiedigli come proteggere il tuo mondo. uN AGENTE REALE È SEMPRE CON TE. segue in seconda Michele Del Piano pagina 3 Articolo a pagina 3 Celenza, il Comitato Civico è vivo e vegeto Maria Novella Amicarelli a pagina 2 di Giovanni Uselli Il Compleanno della ‘Locanda dei Baroni’ L’Almanacco del Calcio Vastese Italiani: popolo di moderati A pagina 2 VASTO-LONDRA di Tiziana Lalla segue in seconda Biomassa, questione aperta: posizioni a confronto Ambiente segue in seconda Ecco una breve storia del fatto. Il 24 luglio 2006 la Giunta Comunale di Vasto esprime il proprio parere favorevole all’insediamento della centrale a biomasse a Punta Penna, ma solo per motivi tecnici “vista la con- formità dell’insediamento con i piani regolatori”, ma esprimono “perplessità” e “netta contrarietà all’im- pianto” sia Luciano Lapen- na sia Anna Suriani, appena Moda-capelli: Lino Staff Parrucchieri al workshop con Vidal Sassoon Moderato: che non eccede in qualche cosa, che sa attenersi alla giusta misura, dunque misurato, equilibrato, non eccessivo. Prati- camente la definizione del carat- tere della stragrande maggioranza degli italiani. Questo carattere è dovuto essenzialmente a tre fatto- ri: alla cultura umanistica, a quella del diritto e alla religione cristia- na. La cultura umanistica ha già insito nel nome la ragione stessa del suo essere. Fin dalle primissi- me espressioni, nelle discussioni filosofiche, e successivamente in tutte le espressioni dello scibile umano. Poi c’è la cultura del di- ritto, che impone diritti e doveri ai cives, cioè ai cittadini di ogni ordine e grado. E poi la religione cristiana che si fonda sulla tol- leranza, sul perdono, secondo il principio evangelico del non fare ad altri ciò che vorresti non fosse fatto a te. Se questo è il bagaglio culturale, è evidente che gli italia- ni se lo portano appresso in tutte le attività, intellettive e manuali. Nella politica, cioè nell’arte di amministrare la Polis, gli italiani moderati stanno praticamente in tutti i partiti, perfino in quelli che si vantano di non esserlo e che de- ridono quelli che tali si professa- no. I due partiti maggiori, PdL e Pd sono a maggioranza di mode- rati, così come moderati sono gli elettori dell’ Udc, dell’ IdV, della Lega Nord e degli altri partiti e movimenti appartenenti alle così dette ali estreme. Definizione do- vuta più ai posti loro assegnati nei due rami del Parlamento che per effettiva applicazione delle loro teorie abbastanza estreme. Stando così le cose, davvero non si capisce perché ogni tanto, si avverta la necessità di creare un nuovo partito, quello dei moderati appunto. Spesso, quando si traccia Venerdì 5 novembre, è tornato in TV il caso della morte del piccolo Paolo Alinovi. I genitori vastesi Mario Alinovi e Barbara Maragna sono stati ospiti di Barbara D'Urso nella trasmissione 'Pomeriggio 5' in onda su Canale 5. Con loro anche il senatore del P. D., I. Marino, presidente della Commissione par- lamentare d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale. Paolo Alinovi è tragi- camente morto dopo un intervento chirurgico all'o- spedale 'Santo Spirito' di Pescara lo scorso 29 luglio del 2009. Da allora i genitori hanno intrapreso una costante battaglia contro la malasanità in Italia. Era appena l'inizio della scorsa estete quando il nostro primo cittadino, con comprensibile orgoglio, inaugurava la pista ciclabile della marina. Un'o- pera che rappresenta un fiore all'oc- chiello per la nostra città e un ottimo biglietto da visita per il turismo. Una pista che, nel percorrerla, ti consente di vivere e ammirare la nostra costa con una suggestione completamen- te nuova. Di giorno e soprattutto di sera. Sembrava troppo bella per esse- re vera. Ma a rompere l'incantesimo ci hanno pensato le solite mani ignote che, in qualche settimana, hanno di- strutto tutti i paletti dell'illuminazio- Su canale 5 la morte di Paolo Alinovi Lapenna: “Presto nuove luci per la pista ciclabile”

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Periodico Il Grillo - anno 4 - numero 36 - 6 novembre 2010

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Anno 04 - numero 36 - 4000 copie in distribuzione gratuita - web: www.periodicoilgrillo.com - mail: [email protected] - 06 novembre 2010 S. Leonardo

Agenzia di Vasto Bolognese Annalisa, Cristofano Maria, Bolognese Agostino Venanzio S.a.s.Corso Mazzini 31/A - int. 5 - 66054 Vasto (CH)tel. 0873 362323 - fax 0873 364528

Chiedigli come proteggere il tuo mondo.

uN AGENTE REALE È SEMPRE CON TE.

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segue in seconda

Michele Del Piano pagina 3 Articolo a pagina 3

Celenza, il Comitato Civico è vivo e vegeto

Maria Novella Amicarelli a pagina 2

di Giovanni Uselli

Il Compleanno della ‘Locanda dei Baroni’

L’Almanacco del Calcio Vastese

Italiani: popolo di moderati

A pagina 2

VASTO-LONDRAdi Tiziana Lalla

segue in seconda

Biomassa, questione aperta: posizioni a confronto

Ambiente

segue in seconda

Ecco una breve storia del fatto. Il 24 luglio 2006 la Giunta Comunale di Vasto esprime il proprio parere favorevole all’insediamento della centrale a biomasse a Punta Penna, ma solo per motivi tecnici “vista la con-formità dell’insediamento con i piani regolatori”, ma esprimono “perplessità” e “netta contrarietà all’im-pianto” sia Luciano Lapen-na sia Anna Suriani, appena

Moda-capelli:Lino Staff

Parrucchieri al workshop

con Vidal Sassoon

Moderato: che non eccede in qualche cosa, che sa attenersi alla giusta misura, dunque misurato, equilibrato, non eccessivo. Prati-camente la definizione del carat-tere della stragrande maggioranza degli italiani. Questo carattere è dovuto essenzialmente a tre fatto-ri: alla cultura umanistica, a quella del diritto e alla religione cristia-na. La cultura umanistica ha già insito nel nome la ragione stessa del suo essere. Fin dalle primissi-me espressioni, nelle discussioni filosofiche, e successivamente in tutte le espressioni dello scibile umano. Poi c’è la cultura del di-ritto, che impone diritti e doveri ai cives, cioè ai cittadini di ogni ordine e grado. E poi la religione cristiana che si fonda sulla tol-leranza, sul perdono, secondo il principio evangelico del non fare ad altri ciò che vorresti non fosse fatto a te. Se questo è il bagaglio culturale, è evidente che gli italia-ni se lo portano appresso in tutte le attività, intellettive e manuali.Nella politica, cioè nell’arte di amministrare la Polis, gli italiani moderati stanno praticamente in tutti i partiti, perfino in quelli che si vantano di non esserlo e che de-ridono quelli che tali si professa-no. I due partiti maggiori, PdL e Pd sono a maggioranza di mode-rati, così come moderati sono gli elettori dell’ Udc, dell’ IdV, della Lega Nord e degli altri partiti e movimenti appartenenti alle così dette ali estreme. Definizione do-vuta più ai posti loro assegnati nei due rami del Parlamento che per effettiva applicazione delle loro teorie abbastanza estreme.Stando così le cose, davvero non si capisce perché ogni tanto, si avverta la necessità di creare un nuovo partito, quello dei moderati appunto. Spesso, quando si traccia

Venerdì 5 novembre, è tornato in TV il caso della morte del piccolo Paolo Alinovi. I genitori vastesi Mario Alinovi e Barbara Maragna sono stati ospiti di Barbara D'Urso nella trasmissione 'Pomeriggio 5' in onda su Canale 5. Con loro anche il senatore del P. D., I. Marino, presidente della Commissione par-

lamentare d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale. Paolo Alinovi è tragi-camente morto dopo un intervento chirurgico all'o-spedale 'Santo Spirito' di Pescara lo scorso 29 luglio del 2009. Da allora i genitori hanno intrapreso una costante battaglia contro la malasanità in Italia.

Era appena l'inizio della scorsa estete quando il nostro primo cittadino, con comprensibile orgoglio, inaugurava la pista ciclabile della marina. Un'o-pera che rappresenta un fiore all'oc-chiello per la nostra città e un ottimo biglietto da visita per il turismo. Una pista che, nel percorrerla, ti consente

di vivere e ammirare la nostra costa con una suggestione completamen-te nuova. Di giorno e soprattutto di sera. Sembrava troppo bella per esse-re vera. Ma a rompere l'incantesimo ci hanno pensato le solite mani ignote che, in qualche settimana, hanno di-strutto tutti i paletti dell'illuminazio-

Su canale 5 la morte di Paolo Alinovi

Lapenna: “Presto nuove luci per la pista ciclabile”

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Direttore responsabile: Giuseppe La Rana

Autorizzazione del Tribunaledi Vasto n. 115 del 17.04.2007

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Segue dalla prima

Segue dalla prima

Italiani: popolo di moderati

Segue dalla prima

dieci giorni dopo, nel corso di una conferenza di servizi. Così rileva Michele Celenza.Il problema, uscito dalla finestra, si ripresenta dal portone:lo scorso martedì 19, a distanza di quat-tro anni, in analoga conferenza di servizi.Contrari sì, un po’ tutti i gruppi consiliari, ma nessun documento ufficiale viene partorito in seno al Consiglio Comunale, tale da bloccare l’insediamento.Le associazioni ambientaliste non ci stanno a questo inebetito e balbuziente no, e dicono la loro. Michele Celenza dell’Associazione Civi-ca Porta Nuova, richiama il decreto legislativo 59/2006 e ai fini del rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale, è espressamente richiesto (nei casi, come il presente, riguardanti le indu-strie insalubri di I classe, tra cui le centrali a biomasse) il parere del Sindaco in relazione agli articoli 216 e 217 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie. Dunque, in base all’art. 216 “il Sinda-co, quando lo ritenga necessario nell’interesse della salute pubblica, può vietarne l’attivazione o subordinarla a determinate cautele”. “Quan-do lo ritenga necessario”: diverse sentenze del Consiglio di Stato riconoscono infatti al Sindaco “un’ampia potestà di valutazione della tollerabi-lità o meno delle lavorazioni” in oggetto. Ce-lenza adduce ad esempio il diniego assoluto del Sindaco di Pontinia, in provincia di Latina, che, in un caso analogo, è stato sufficiente a fermare la procedura di autorizzazione.Sottolinea Celenza che basterebbe che il sindaco esercitasse tale sua potestà . Un semplice”no”E noi de ‘Il Grillo’ ci chiediamo: se ciò è possibi-le, perché non realizzarlo?Fausta Nucciarone di Legambiente pone, invece, l’accento sui dubbi e le perplessità della costru-zione di una centrale termoelettrica a biomassa:“Sulla parola “biomassa”occorre fare chiarezza: per biomassa si intende la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui derivanti dall’agri-coltura, dalla silvicoltura e dalle industrie con-nesse nonchè la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani (una volta risolti i problemi

di contaminazione). La “biomassa” è tale se ricavata localmente (fi-liera corta) e - in caso di coltivazioni dedicate - se vengono utilizzati terreni marginali. Quando non si verificano queste due condizioni si trascura l’energia “grigia”consumata per l’ap-provvigionamento e anche la sottrazione di risor-se all’agricoltura, in un mondo in cui un miliardo di persone soffrono la fame. Nel caso della centrale di Punta Penna nulla è dato sapere sulla qualità degli “oli vegetali” che verranno bruciati dai motori diesel. Impianti analoghi e la vicinanza del porto fanno però pensare all’olio di Palma ottenuto da col-tivazioni intensive in paesi lontani e trasportato via mare. Si chiede pertanto chiarezza sulle fonti di approvvigionamento per poter valutare l’effet-tiva sostenibilità ambientale del progetto e i reali effetti sull’economia agricola locale.”Lino Salvatorelli dell’Arci ed Ines Palena del WWF, esprimono congiuntamente le proprie opinioni: “Nell’ultimo Consiglio comunale ci aspettavamo una presa di posizione più netta e precisa. E’ vero che tutti i capigruppo, sia pure con sfumature diverse, si sono espressi contro, ma alla fine è mancato un documento politico di sintesi che certifichi una chiara volontà politica di contrarietà, mentre la delega alla Commissio-ne Urbanistica ci sembra un approccio riduttivo alla questione”. Ancora: ”26 tonnellate di fumi scaricati ogni ora dai camini” e una centrale “che sarà visibilissima dalla Statale 16, dalla riserva e dal mare”. “Questi due soli elementi, riscontrabi-li dalla relazione tecnica del progetto - afferma-no - sono più che sufficienti per un no ‘senza se e senza ma’ alla centrale. Tale impianto avrebbe l’effetto di vanificare 30 anni di impegno e lavo-ro che hanno portato la riserva di Punta Aderci ad essere il principale biglietto da visita del turismo vastese.” Attendiamo gli sviluppi di una “Que-stione Aperta”.A questo punto la parola passa a “chi può” fare qualcosa. Si faccia l’azione più opportuna, si di-mostri ai cittadini vastesi che si ama Vasto.

l’identità di questo nuovo soggetto politico, sentiamo pronunciare la frase classica, tipo: “…che sia attento alle necessità di questi, ma che non disconosca i bisogni di quelli…”, oppure “ ci rivolgiamo ai moderati di quel partito e di quell’altro, venite da noi…porto naturale …”Nei primi anni della Repubblica, c’è stato qualcosa che chiamare partito “moderato” sarebbe stato sicuramente eccessivo. E tut-tavia, la democrazia elettorale ha consentito che avesse in parlamento rappresentanti elet-ti dal popolo. Certo, non sono stati chiamati a governare, sarebbe stato eccessivo. Ma gli italiani hanno potuto votare anche per quel partito, diciamo con sufficiente tranquillità. Almeno per quei tempi. Non è stata, questa, una dimostrazione di tolleranza e dunque di moderazione? A questi promotori di novità chiederei di sa-pere in quali dei partiti già nati sia assente questa caratteristica, la moderazione. Perché francamente non ne conosco. Tutti i governi, espressione di partito, che si sono alternati alla guida del Paese, in epoche e con alleati diversi, sono stati moderati, hanno governato con moderazione.In economia, hanno forse fatto solo gli inte-ressi di industriali, di banchieri e finanzieri, a scapito dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati? Non mi pare. Ovviamente tutto questo non significa abolire le critiche e il dis-senso, né appiattirlo su posizioni precostituite. Il pensiero, l’opinione e quindi la condivisio-ne o la critica non si possono omologare. Que-sto esisteva e continua a esistere solo nei re-gimi totalitari, ancora sparsi un poco ovunque nei continenti più poveri e quindi più esposti a subire che ad agire.Nella religione. Gli italiani sono a maggioran-za cristiani, ma nei partiti ci sono anche quelli che appartengono ad altre religioni, che cre-dono in entità diverse o non credono affatto. Anche in questo campo, mi sento di affermare che non esiste discriminazione alcuna e gli uni hanno uguali diritti e doveri degli altri.Nel libero pensiero e nella libera espressione. In materia si possono riscontrare testate gior-nalistiche e trasmissioni televisive e radiofo-niche di parte, cioè schierate per una parte po-litica piuttosto che per un’altra. Ma chi scrive e chi conduce costituisce una parte minima di popolazione. Per cui pur essendo questi as-sai poco moderati, poco valgono rispetto alla grande maggioranza dei cittadini che leggono, che guardano, che ascoltano, che comprendo-no, che giudicano. Non ci sono anatemi, sco-muniche. Non ci sono i buoni e i cattivi, i belli e i brutti, quelli che stanno nel giusto e quelli che stanno nello sbagliato.Siamo tutti cittadini italiani, gli uni compren-sivi delle debolezze degli altri, pronti e decisi a difendere le proprie idee ma non a crimi-nalizzare quelle degli altri, seppure di segno opposto. Siamo un popolo di moderati.

Era presente anche Vasto all'ALTERNATIVE HAIR SHOW 2010, l'appunta-mento internazionale dell'anno per la moda-capelli. L'hair stylist vastese Lino Caporrella, titolare del salone Lino Staff Parrucchieri di Vasto (Via Maddalena 63) non poteva mancare a Londra per l'evento cult della filosofia del capello che si è tenuto a Covent Garden alla metà del mese di ottobre. Ad incantare i parrucchieri giunti da tutto il mondo per il workshop di tre giorni, c'era il maestro Vidal Sassoon, che con il suo bob definito, squadrato, minimale si è guadagnato la medaglia indiscussa di top hair stylist degli anni sessanta. Le sue forme audaci e geometriche si alternano a frangette irriverenti ed acconciature avantgarde che solo chi ha voglia di osare potrebbe farsi 'dipingere' sul capo. Rivoluzionario, eclettico e creativo, Vidal Sassoon ha cambiato drasticamente l'immagine delle donne, lanciandole nel futuro.Correvano gli anni '60, tra le note rock e la Swinging London: Vidal inventava il look del movimento giovanile. L'uomo "che cambiò il mondo con un paio di forbici", si dice di lui. Storica, invece, la sua frase “Real cut for real people” (ovvero: tagli concreti per gente vera).Un'altra entusiasmante esperienza per Lino Caporella che introdurrà a Vasto le linee guida della moda-capelli internazionale unitamente al consolidato baga-glio che i suoi affezionati clienti non smetteranno di apprezzare.

ne, rendendo la pista impercor-ribile nelle ore più suggestive. Balordi che, per riempire il loro vuoto interiore, hanno sfogato la loro nullità sul nostro patrimonio collettivo. Patrimonio per il qua-le ci toccherà pagare di nuovo. Giovedì, rispondendo ad una in-terrogazione del consigliere del Pdl Mario Baiocco, il Sindaco Luciano Lapenna ha annunciato che in tempi ragionevolmente brevi la pista ciclabile avrà un nuovo tipo di illuminazione, con punti luce più alti e robusti, per evitare nuovi atti di vandalismo. E dopo aver annunciato che è stata già chiesta alla Regione la revisione del progetto (la norma-tiva imponeva una illuminazione dal basso), Lapenna ha così pole-mizzato con parte degli alberga-tori della zona meridionale della Marina:"Senza l'opposizione degli operatori avremmo avuto una pista più larga. Questo è il risultato di 3 anni di opposizio-ne a quel progetto, di cui ora ab-biamo chiesto la revisione alla Regione, visto che la normativa regionale impone un'illumina-zione dal basso. Non ce la siamo inventata noi".

Biomassa, questione aperta: posizioni a confronto Lapenna: “Presto

nuove luci per la pista ciclabile”

Moda-capelli: Lino Staff Parrucchieri al workshop con Vidal Sassoon

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Il Grillo è a Vasto, San Salvo, Cupello, Casalbordino, Pollutri, Scerni, T. di Sangro, Monteodorisio, Gissi, Castiglione M.M., Schiavi d’Abruzzo, Torrebruna e Celenza sul Trigno

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di Michele Del Piano

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Era esattamente un anno fa quando nasceva questo bellissimo sogno di Rosa e Pierpao-lo, la Locanda dei Baroni. In un angolo tra i più suggestivi di Vasto e pregno di storia, sorge questo albergo-ristorante, che acco-glie ogni ospite con gusto ed amore per il dettaglio.Qui puoi gustare pietanze deliziose che sposano la tradizioni con la raffinatezza delle preparazioni e la qualità dei prodotti, sempre freschi e di provenienza locale.Il pesce è del nostro mare, i sapori dell’orto sono quelli della nostra terra, i salumi, i lat-ticini, le carni provengono da allevamenti dell’alto vastese, i dolci sono preparati dal-le mani esperte di Rosa e sua madre, così come i liquori che deliziano i palati più esperti: la ratafia, il limoncello e l’arancino.Tra le pietanze emerge “ L’Impiccato”, cot-to alla brace, che si prepara infilzando allo spiedo pezzi di vitello, alternati a verdure miste di stagione.La pasta è di fattura casareccia (ravioli con borragine o con le noci), sposata con del tartufo nero locale o con dei funghi porcini freschi.Altro cavallo di battaglia è la “Chitarri-na Monte Rosa”, che si presenta come un monte di pasta arricchita con lo zafferano e sormontata da soffici fette di prosciutto crudo locale.E “L’Agnello al 35”? Scopriamo che il nome deriva dal tempo di cottura delle car-ni condite con pomodoro, speziato con ro-smarino, cipolla alloro.Ma che leccornie…roba da leccarsi i baf-fi…E se vuoi fare una serata a lume di cande-la, c’è “soloperdue”, una saletta riservata, debitamente allestita, al piano superiore della Locanda, con fiori freschi, musica di sottofondo e illuminata da soffuse luci di candele.Che dire di più? Tutto il mese di novembre la Locanda dei Baroni offre, per festeggia-re con i suoi clienti il primo anno di attivi-tà, un menù a scelta, di carne o di pesce, a soli 20 euro, innaffiato da un buon calice di vino.Rosa e Pierpaolo vi aspettano. E’ gradita la prenotazione. Tel. 0873/370737 La Locanda si trova in via San Francesco d’Assisi, a pochi passi dall’Arco di porta Nuova.

Eccomi pronta, come sempre e come avevo promesso di fare, ad offrire una risposta, a sciogliere qualche dubbio nei limiti delle mie possibilità, con il linguaggio della chiarezza che non mi ha fatto mai difetto, che per questo è fonte anche di tanti miei pro-blemi ma che in questo momento costituisce un preciso dovere non solo nei riguardi di tanti amici di Celenza, ma anche di quanti risie-dono altrove e seguono le vicende del paese attraverso i giornali. Mi preme rassicurare gli amici che il C. C. è vivo e vegeto.Non vi sono incomprensioni se non la fisiologica dialettica che è anche alla base della più elemen-tare forma di democrazia e guai se non ci fosse.Come da norme statutarie, il C. C. si proponeva e si propone ma con molta modestia, di volare un po-chino più in alto oltre che riman-dare a casa l’Amministrazione Venosini!

Vuole costituire punto di incontro e di formazione politica, di dia-logo e di confronto tra persone e situazioni diverse, ben consape-vole che il paese è piccolo, le ri-sorse umane sempre più limitate e sempre più ci si deve preparare, soprattutto culturalmente, a supe-rare le barriere ideologiche che ci dividono al fine di proporre un discorso unitario che miri esclusi-vamente al bene del paese.Si è inteso in definitiva, fare a Ce-lenza, nel nostro piccolo, ciò che oggi si dovrebbe fare un po’ ovun-que e nessuno fa: riaprire le porte della politica ai cittadini, permet-tere loro di “riappropriarsi” della propria dignità di popolo sovrano, troppo vilipesa ed umiliata da un dialogo che non c’è e da politici che, in una visione più allarga-ta del problema, non vogliono o non riescono a ridare dignità al proprio mandato perché troppo impegnati in lotte intestine per la sopravvivenza.

Molto più importante mi sembra invece, soffermarmi a fare qual-che riflessione su un commento anonimo pervenuto e pubblicato sul sito del nostro Comitato.Questo commento, di cui non ri-esco sinceramente ad immaginare l’autore se non che appartiene alla schiera degli “sconfitti”, si presta splendidamente ad una analisi elementare, semplice, ma spero quanto più corretta e condivisibile della situazione politica passata e presente di Celenza.Chiunque l’abbia scritto ha avu-to un unico obiettivo: far passare l’idea o il messaggio che l’Avv. Francesco M. Felice, il Dott. Wal-ter Di Laudo e la sottoscritta in primis, hanno, volontariamente o involontariamente, avendo vota-to o fatto votare la lista Venosini, portato Celenza al collasso, alla distruzione ed allo sfacelo.Pertanto, ora devono redimersi

dal peccato dandosi da fare per rimandare a casa questi ragazzi, unico presupposto per essere così perdonati.Da un certo punto di vista questa tesi può essere condivisibile, ma una cosa è certa: chiunque abbia scritto questo messaggio, se dimo-stra o sembra dimostrare di aver ben compreso i motivi di una vit-toria, dimostra al contrario e senza minima ombra di dubbio che non ha compreso affatto le ragioni di una sconfitta che sono semplici e chiare per chiunque abbia voglia di fare una lettura onesta e corret-ta dei fatti e per chiunque abbia l’onestà intellettuale e la modestia per riconoscerlo.

Non è stata sbagliata, a mio av-viso, la persona del candidato a Sindaco della lista che ha perso le elezioni, che è seria e preparata, cui va tutta la mia personale sti-ma, ma si è sbagliata la sua area politica di appartenenza, dimenti-cando che c’era e che c’è ancora anche una Celenza che voleva e vuole cambiare, che ha un’altra storia politica alle spalle, che vuo-le esprimersi e farsi sentire perché per troppi anni in silenzio, anche se l’Amministrazione precedente non ha operato male e soprattutto non ha fatto danni.Le ragioni della sconfitta stanno anche e soprattutto nel fatto che in quella lista è mancato il cen-tro perché ci si è semplicemente dimenticati che il nostro paese ha avuto da sempre una vocazione di centro!Celenza non dimentica il proprio passato, non dimentica di essere stata per moltissimi anni elettora-to a maggioranza Democristiano e quindi di un centro che era, pur con i suoi limiti, patrimonio di tutti e che non si sa, oggi che fine abbia fatto e per colpa di chi.Di certo esso è rimasto latente e vivo ancora, nel ricordo e nella nostalgia di tanti, nella coscienza dei più.

Ed allora, pur di cambiare, ed è fisiologico che dopo dieci anni di Amministrazione di centro-sinistra un paese voglia cambiare, ci siamo affidati tutti ad una lista di giovani che hanno stravinto le elezioni, ma che hanno poi com-messo l’errore di fidarsi esclusiva-mente della propria inesperienza, di affidarsi all’improvvisazione e che, nelle voglie e nell’impeto giovanile di “fare le cose giuste”, hanno fatto solo giustizialismo, arrecando gravi danni al paese, ma soprattutto a se stessi e pur rimanendo patrimonio prezioso, devono tornare a casa ma non per-ché hanno sbagliato, solo perché continuano a sbagliare.

È stato un errore appoggiarli? Adesso posso dire di sì, ma non ho bisogno di redimermi da nulla, né che nessuno mi faccia sermo-ni o mi processi, perché rimane la

libertà del cittadino di operare le proprie scelte giuste o sbagliate che siano.

Ora però, a conclusione di tutto il discorso e per tornare al tema della sconfitta, bisogna essere an-che capaci, una volta almeno nella vita, di fare un “MEA CULPA” e cercare di capire e riconoscere molto onestamente le ragioni di una sconfitta più che il contribu-to dato dalla Sig.ra Novella e dai suoi amici alla vittoria.Essere capaci, dunque, di partire da un analisi onesta e corretta de-gli errori del passato e non ripeter-li; saper stare e proporsi “insieme” pur nella pluralità delle ideologie politiche di appartenenza, saper lavorare con l’obiettivo unico di riaggregare la popolazione e non di dividerla.

Se tutto questo non fosse possibi-le, se nascessero incomprensioni insormontabili e venisse meno la lealtà, se i consensi che chiedia-mo ai cittadini fossero costretti ed obbligati a passare prima di tutto attraverso i consensi anche di uno solo di noi e, quindi, subordinati alla personale accettazione, con molta umiltà, perché l’umiltà di solito pratico sempre, me ne tor-nerei a casa mia, sconfitta ma con la dignità della persona libera quale sono sempre stata.Chiederei scusa agli amici per il disturbo arrecato con la coscien-za assolutamente tranquilla di chi ha sentito il dovere di cittadina responsabile, appassionata del proprio paese, che ci ha voluto provare.

Rimarrebbe l’amarezza, tutta pri-vata, di uno sforzo personale che non è stato capito, insieme alla consapevolezza che Celenza, la nostra Celenza, non può cambia-re.

Maria Novella Amicarelli

Celenza, il Comitato Civico è vivo e vegeto

Chiarimenti della Presidente del Comitato Civico agli “amici preoccupati”

Il Compleanno della Locanda Dei Baroni

“Almanacco del Calcio Vaste-se, dai primi calci alla stagione 2008/2009”: s’intitola così la nuova pubblicazione di Benia-

mino Fiore, tifoso e appassionato del calcio biancorosso. L’opera, però, è “on line” sul blog inter-net di VastoCalcio che ha ab-

bracciato entusiasta l’iniziati-va, nella speranza che il calcio biancorosso possa tornare al più presto di scena allo stadio “Aragona”. “Si tratta - spiega Gianluigi Del Casale di Vasto-Calcio - di un’opera unica nel suo genere, composta di artico-li storici, tabellini e marcatori suddivisi anno per anno, notizie dell’epoca, foto inedite e molto altro ancora. Insomma, in un

periodo, quello attuale, in cui le sorti del calcio vastese appaio-no, purtroppo, del tutto nebulose e incerte, abbiamo la possibilità di rivivere con la mente la no-stra storia biancorossa grazie ad un almanacco fantastico. Il tutto sarà pubblicato in varie fasi/step cronologici nelle prossime setti-mane e confluirà, gradualmente, in una nuova voce, nella sezione del sito “storia della Pro Vasto”. Si comincia con la prima parte, dalle origini (1902) alla Seconda Guerra Mondiale e non manche-ranno le sorprese”.

L’Almanacco del Calcio VasteseOn line la nuova iniziativa di Beniamino Fiore

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...il più bello che ci siaBUDAPEST dal 30 dicembre al 2 gennaio € 299,00

di Vincenzo Andraous

Il ragazzo non fa ritorno a casa, ha de-ciso di far saltare il banco con la sua ir-reperibilità, di interrompere il proprio percorso affettivo con la famiglia, la scuola, la comunità locale.Quando ciò accade c’è sempre un di-sagio profondo a fare da detonatore, da imbocco verso un ignoto che non fa più paura del morso della dispera-zione.

La paura, la solitudine, la violenza, fanno implodere i punti di partenza, scambiati per punti di arrivo, invece di consolidare i luoghi elettivi affinché i valori mettano radici nella vita di una persona, diventano il fallimento di una intera società, l’insuccesso dell’inter-vento pedagogico, non svolgendo con attenzione il compito di insegnare la responsabilità con amore e fiducia.Un giovanissimo scompare nelle ra-mificazioni territoriali che dovrebbero servire a educare il ragazzo, ma che spesso diventano percorsi esistenziali insufficienti, quindi merce da smaltire senza alcun messaggio da indagare.Si fugge da casa perché di motivi ce ne sono a dismisura, per un adolescente che non ci sta più dentro, gli altri non esistono più, egli stesso non conta più niente.Rimaniamo basiti per non aver ricevu-

to alcun preavviso, eppure a differenza di qualche anno fa siamo molto più in-formati, basta pensare alla messaggi-stica istantanea, la televisione digitale, terrestre, satellitare, a facebook, twit-ter, youtube, insomma siamo inondati di immagini e di comunicazione, ma tutto ciò ci consegna più consapevo-lezza?

Il ragazzo scappa, inciampa, cade, sia-mo preoccupati, spaventati, ma ci sen-tiamo a una immaginaria distanza di sicurezza, chi sceglie di rompere piut-tosto di riparare, chi frantuma l’albero di Natale, non è arredo di casa nostra. Come se la fuga e l’assenza improvvi-sa di un adolescente fosse il risultato di un viaggio a uno zoo safari, dove è lecito osservare le parole denudate in gabbia, il senso lacerato alla catena, la relazione prigioniera a doppia manda-ta. L’impressione è che trattiamo la diser-zione umana come un prodotto da con-sumare, qualcuno ha detto ” i giovani fanno del male ma sognano di fare del bene”, e gli adulti sanno ancora sogna-re, permettendo a chi è ancora al palo di sognare domani?

Siamo capaci di chiederci dove abbia-mo sbagliato, per riuscire a mettere

insieme una autocritica efficace, e ac-cettare eventualmente le critiche che ne derivano?

Come non vergognarci del nostro cattivo esempio, quando mettiamo in campo un teatrale mea culpa da asilo infantile, sostenendo che, sì, è vero, a volte commettiamo gli stessi errori, le stesse smargiassate dei nostri figli.E con questa menzogna portiamo avanti un vero e proprio tradimento culturale, un tradimento del cuore che non consente ad alcuna sfida educativa di fare il decisivo passo in avanti.

Infatti sono i nostri ragazzi che imitano i nostri sbagli, noi dedichiamo tempo e denaro per trovare giustificazioni ido-nee a farci stare dentro tutto e il contra-rio di tutto, loro ci prendono le misure, le hanno già prese, ci hanno preceduto, peggio, sono già fuggiti via.

Così, mentre noi litighiamo, ci pren-diamo a gomitate per passare avanti, loro occupano gli spazi invisibili, cre-ano territori, costruiscono perimetri inaccessibili, circondati da mura al-tissime, dove il rumore è vuoto senza alcun pieno, dove prendere a spintoni la vita per vincere la propria inadegua-tezza.

Giovani, ci prendono le misure e fuggono via

SAN SALVO. Denunciare i gravi ritardi e le evidenti distorsioni che contraddistinguono la condizione attua-le delle grandi infrastrutture per l'autotrasporto abruz-zese. E' l'obiettivo annunciato della manifestazione organizzata dalla Fita-Cna regionale, in programma oggi, sabato 6 novembre, alle 10, nell'area antistante l'autoporto di San Salvo, lungo la statale 16 Adriatica, all'altezza dei chilometri 508 e 509.Alla protesta per chiusura delle grandi infrastrutture si unirà quella per l'evidente disagio legato alle interru-zioni presenti lungo la statale 16. Il Comune di San Salvo si associa alla Confederazione Nazionale Arti-giani per quel che riguarda l’apertura del’autoporto. “Non si può più attendere, per cui il Comune prenderà ogni iniziativa ritenuta utile per raggiungere l’obietti-vo coinvolgendo le forze economiche, sociali e poli-tiche del territorio - ha dichiarato il sindaco Gabriele Marchese - La Regione deve avviare le procedure per la costituzione della società di gestione o cambiare la legge regionale in modo da favorire l’ingresso di im-prenditori locali.

Autoporto chiuso, il 6 la protesta degli autotrasportatori“Mentre noi litighiamo loro costruiscono perimetri inaccessibili”