Peperoncino rosso marzo 2015

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SPECIALE OTTO MARZO 2015 ANNO XI n. 02 MARZO 2015 NELL’INTERNO FOTO, INTERVISTE E ARTICOLI Donne da prima pagina Ci vorranno ancora molti anni per poter trasformare l’8 marzo in una mera data storica come tante altre. La grande trama dei movimenti femminili nel mondo è composta di numerosi fili intrecciati da donne umiliate, senza nome, che hanno fatto le loro piccole grandi rivoluzioni spesso nel chiuso delle mura domestiche. Lavoro, servizi sociali, politica e violenza sono le tematiche per le quali “lotto” marzo è ancora un giorno di lotta e di riflessione e non di trasgressioni degne di una serva in libera uscita Trinitapoli: i volti di una generazione di donne più risolute e preparate delle loro nonne

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Ci vorranno ancora molti anni per poter trasformare l’8 marzo in una mera data storica come tante altre. La grande trama dei movimenti femminili nel mondo è composta di numerosi fili intrecciati da donne umiliate, senza nome, che hanno fatto le loro piccole grandi rivoluzioni spesso nel chiuso delle mura domestiche. Lavoro, servizi sociali, politica e violenza sono le tematiche per le quali “lotto” marzo è ancora un giorno di lotta e di riflessione e non di trasgressioni degne di una serva in libera uscita.

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SPECIALEOTTOMARZO2015

ANNO XI n. 02MARZO 2015

NELL’INTERNOFOTO, INTERVISTE E ARTICOLI

Donne da prima paginaCi vorranno ancora molti anni per poter trasformare l’8 marzo in una mera data storicacome tante altre. La grande trama dei movimenti femminili nel mondo è composta dinumerosi fili intrecciati da donne umiliate, senza nome, che hanno fatto le loro piccolegrandi rivoluzioni spesso nel chiuso delle mura domestiche. Lavoro, servizi sociali, politicae violenza sono le tematiche per le quali “lotto” marzo è ancora un giorno di lotta e diriflessione e non di trasgressioni degne di una serva in libera uscita

Trinitapoli: i volti di una generazione di donne più risolute e preparate delle loro nonne

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FOTO DI:Autori vari

Questo numeroè stato chiuso in redazione

il 3 marzo 2015

Finalmente riapre il MuseoParliamo di riapertura perché di inaugurazioni, in passato, ce ne sono state già duedel museo e una del Parco Archeologico, purtroppo ancora in abbandono. Incrociamole dita per il futuro.

23 febbraio 2015. Riapertura del Museo Archeologico degli Ipogei di Trinitapoli con la presenzadell’On. Dario Franceschini

ANTONIETTA D’INTRONO

n sistema di strutture scavatenella roccia calcarea realiz-zate agli inizi della media età

del Bronzo, almeno 1800 anniprima della nascita di Cristo: èquanto è venuto alla luce, attra-verso scavi in corso da quasi 30anni, nell’area prospiciente viaTrinitapoli mare. Lunedì 23 feb-braio u.s. un primo passo verso ilcompletamento del Museo archeo-logico degli Ipogei di Trinitapoliè stato compiuto con la apertura,presente il ministro dei Beni edelle Attività culturali e del Turi-smo, Dario Franceschini, dellamostra Un santuario per la Dea.

Gli ipogei di Trinitapoli, hasottolineato più volte la dottoressaAnnamaria Tunzi, direttrice scien-tifica del museo e degli scavi,presentano peculiarità tali da ren-derli documenti unici tra le cono-

scenze sulla protostoria italiana.Quelle strutture scavate nella roc-cia servivano a celebrare riti con-nessi alla fertilità e ai cicli dellavita e della morte, e successiva-mente venivano impiegate per lasepoltura collettiva di individuiappartenenti probabilmente allecomunità locali.

I numerosi e preziosi repertitrovati nel corso degli scavi e cheaccompagnavano i defunti nel loroviaggio verso l’aldilà, svelano dauna parte il rango sociale dei piùantichi abitanti di Trinitapoli edall’altra parte la fitta rete di relazioniche essi intrattenevano con le popo-lazioni dei Balcani e dell’Egeo.

Molti amministratori edesperti in questi anni hanno inve-stito energie, entusiasmo,tempo erisorse pubbliche per far valoriz-zare quelle che sono delle auten-tiche “miniere sotterranee”e pertrasformare un settore consideratoimproduttivo, come quello cultu-

rale, in opportunità di sviluppo edi lavoro per il paese. Si pensi, adesempio, agli studenti che, dopoaver partecipato agli scavi o avisite guidate, si sono appassionatiall’archeologia al punto di laure-arsi e specializzarsi in questa ma-teria.

Bisognerebbe ora completareil secondo piano dell’ex Ospeda-letto, pulire e rimettere a nuovo ilParco Archeologico di via Maree, soprattutto continuare seriamen-te nell’allestimento delle strutturedi servizio annesse, così comeprogrammato anni fa nel progettodella “Cittadella della Cultura”,che includeva, in un unicum, laex scuola media di via Cavallotticollegata al museo attraverso unatrio comune. Museo + giardinod’inverno + Biblioteca, con la se-zione specialistica di Archeologia,+ sale per la lettura/studio + eme-roteca + salette workshop + me-diateca: un sogno che stava perdiventare una realtà con i primifinanziamenti ricevuti.

Noi ci batteremo affinchè icittadini possano fruire in futurodi tutta questa ricchezza che peril momento giace sotto i piedi.Non esiste ancora una rete di co-municazione e uno “storytelling”(una narrazione) che faccia diven-tare gli ipogei un luogo magicodi visite e di relax.

Mancano anche i parcheggiin una città che da un po’ di tempocancella tutto per avere qualchemetro cubo di cemento in più. Manoi imperterriti continueremo asognare un’altra città possibile.

U

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A proposito deglialberi tagliati

l nostro giornale hapubblicato a pagina 2dello scorso numero del

Peperoncino Rosso (andatoin stampa il 20 gennaiou.s.) le foto degli alberitagliati e la copia di unmanifesto di Sinistra Eco-l o g i a e L i b e r t àsull’argomento, in assenzadelle motivazioni ufficialiche gli organi preposti allasalvaguardia del verdepubblico avrebbero dovutodiramare in paese con ur-genza, a mezzo ordinanza.Lo abbiamo fatto per dove-re di cronaca,tra l’altrosollecitati da numerosi let-tori che ignoravano, cometutti noi, la ragione di que-sto taglio plurimo di alberi.Nessuno sapeva nulla dinulla: funzionari e ammi-nistratori men che meno.Nella seduta del Consigliocomunale del 29 gennaio2015 (verbale n. 3 del29/01/2015) la consiglieraAnnamaria Tarantino hapresentato una interroga-zione per chiedere quali e

se ci fossero atti scrittisulla questione e chi fossestato il responsabile delladecisione dal momento chel’architetto Walter Grieco,sollecitato dalla stessa, nonaveva operato a tal riguar-do. Di recente si è avutaconoscenza di una Deter-mina (n. 65 del 31/12/2014- Lavori urgenti attinentil’emergenza neve) nellaquale è scritto che a causadi”una bufera di neve diforte intensità” si dava in-carico di “individuare” glialberi pericolanti e si assu-meva l’impegno di spesadi 5.734 euro. In seguitoalla lettura di questa deter-mina, i consiglieri Anna-maria Tarantino e PasqualeLamacchia hanno speditouna lettera al segretario ge-nerale del comune, al revi-sore dei conti e al sindacoper chiedere spiegazionisulla regolarità e legittimitàdel su citato atto ammini-strativo. Qui di seguito lamissiva dei due consiglieri.

al Segretario GeneraleDotto. Francesco Angelo Lazzaro

e p.c. al Revisore dei Contidott. Ciro Alabrese

e p.c. al sig. Sindacoavv. Francesco di Feo

Comune di Trinitapoli

Oggetto: accertamento regolarità e legittimità procedura - abbattimento alberinel centro urbano. Determina n.65 del 31/12/2014 - IV settore

Egregio Segretario Generale,a seguito della Sua nota del 13/2/2015 prot.2014 si è finalmente avuto modo di apprenderedell’esistenza della determinazione gestionale di impegno del IV settore n.65 del31/12/2014, un atto che -inspiegabilmente- non era noto a Lei e al Sig. Sindaco nemmenoalla data dell’ultimo Consiglio Comunale del 29 Gennaio 2015.

La determina in oggetto ordina alcuni lavori urgenti, sintetizzati in tre tipi diinterventi: spargimento sale, spalamento neve e “individuazione” di alberi pericolanti.

Appare fin troppo evidente, che non contenga alcuna autorizzazione all’abbattimentodi alberi; alla ditta convenzionata RIS è strettamente richiesto di “individuare” la presenzadi alberi pericolanti. Di conseguenza, la ditta non poteva procedere alla eliminazione diben 18 alberi nel centro abitato a propria discrezione.

Dalla lettura della relazione del 5/2/2015 con prot.1634 a firma del Responsabiledel IV settore, che avrebbe dovuto chiarire gli avvenimenti, si evince esclusivamenteche: “sono stati individuati alcuni alberi di melie che, a parere del sottoscritto e delmanutentore, risultavano pericolanti per la pubblica incolumità”.

Ma chi ha dato ordine di abbattere gli alberi?Anche nella suddetta relazione non vi è alcun accenno ad una successiva disposizione

documentata e qualificata di abbattimento di numerosi alberi, ma si ribadisce nuovamentel’attività circoscritta alla individuazione astratta di alberi pericolanti, espressa da un“parere” congiunto di soggetti (geom. Pergola e manutentore) che, inoltre, non sembranomostrare la qualifica di “tecnico qualificato”come richiesto dalla Legge e di cui, insituazioni simili, si è sempre avvalso il nostro Ente locale.

Coerentemente a questo contesto sfuggente e oscuro, agli atti non risulta un preventivodi spesa presentato dalla ditta per i singoli interventi disposti, che sono ben distinti fraloro.

È assai improbabile che una ditta qualificata si sia espressa “a forfait” per spalareneve, spargere sale e tagliare un numero imprecisato di alberi, invece che correttamenteelencato e quantificato per ogni tipo di lavoro.

Di conseguenza, stante la divergenza tra quanto enunciato nella Determina e nellaRelazione e quanto realmente accaduto nel centro urbano, si chiede alla S.V. di inoltrarerichiesta formale alla ditta RIS perché chiarisca la tipologia degli interventi eseguiti. Incaso di interventi su alberi, di taglio parziale o totale, voglia la ditta fornire documentazionecomprovante detta disposizione, il relativo preventivo di spesa, gli atti di smaltimento dellarilevante quantità di legname ricavato ed attestare l’eventuale ausilio delle Forze dell’ordineper procedere nelle operazioni (interdizione al traffico veicolare e pedonale di alcune strade).

Inoltre, dagli atti consegnati alla scrivente, non si evince che l’esecuzione dei lavoriabbia rispettato l’iter dell’art.175 e 176 DPR n. 207/2010 che impone al RUP: di redigereil verbale che riporti espressamente le motivazioni e le cause che rendono indifferibileed urgente l’esecuzione dei lavori; di redigere, entro 10 giorni dall’ordine di esecuzione,una perizia giustificativa dei lavori, trasmetterla con allegato il verbale di somma urgenzaalla stazione appaltante (Giunta Comunale) che deve approvare i lavori e, nel caso difondi insufficienti in Bilancio, provvedere anche alla copertura finanziaria della spesa.

A conforto della obbligatorietà di questa procedura si è espressa anche, in un pubblicoquesito, l’Autorità Nazionale AntiCorruzione.

Si aggiunga, in ultimo, che la determina non è stata ancora regolarizzata, dopo quasidue mesi, sebbene al punto 3) dell’atto venga richiesta la trasmissione al sig. Sindaco eagli Uffici competenti. Pertanto, si chiede di attestare a quali Organi, con precisaindicazione della data, sia stata comunicata per gli adempimenti successivi e l’osservanzadelle disposizioni del TUEL armonizzate con il DPR n.207/2010 e dei tempi previstidal Regolamento di Contabilità ex artt.32 e 38.

Alla luce di quanto esposto, proprio perché i lavori di “somma urgenza” si esplicitanoin una procedura derogatoria a quella ordinaria di spesa, da applicarsi in maniera restrittivae che deve, in ogni caso, essere seguita da una rigorosa “regolarizzazione” a posteriori,a pena di decadenza, entro trenta giorni o comunque entro il 31 dicembre dell’anno incorso, voglia la S.V. esaminare nel complesso la procedura per i lavori di somma urgenzadisposti con la determina in oggetto e accertarne la conformità alla legge.

In attesa di Suo cortese riscontro, si riservano gli adempimenti conseguenti.Distinti Saluti.

Trinitapoli, 20 febbraio 2015 i consiglieri comunali

f.to Dott.ssa Anna Maria Tarantinof.to Avv. Pasquale Lamacchia

Uno degli alberi mozzati in Via Martiri di Via Fani

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Illustrazione della mozione pregiudiziale di incostituzionalitàdel decreto legge n. 1/2015”, decreto ILVA di Taranto

Camera dei Deputati

ARCANGELO SANNICANDRO

gregia Presidente edegregi colleghi, secon-do una recente dichia-

razione del Presidente Renzi,il ricorso costante alla decre-tazione d’urgenza fuori dailimiti posti dalla Costituzionesa rebbe g ius t i f i ca todall’atteggiamento delle op-posizioni, che ricorrerebberosempre a l la pra t icadell’ostruzionismo, pur da luidichiarata legittima. In altreparole, l’abuso della decreta-zione d’urgenza sarebbe unarisposta ad un comportamen-to legittimo delle opposizioni.

È un ragionamento bi-slacco, mi consentirete: sigiustifica la violazione dellalegge delle leggi per rintuzza-re un comportamento legitti-mo. Ma non è affatto veroquello che egli sostiene: comen o i b e n s a p p i a m ol’ostruzionismo non è unapratica quotidiana.

È vero, invece, che è statasempre una reazione ad atteg-giamenti prevaricatori del Go-verno oppure adottata per di-fendere i diritti fondamentali,che si ritengono conculcatidalla maggioranza e dal suoGoverno. Tale confessionepubblica ci esime dal richia-mare, in questa ennesima oc-casione, ancora i moniti deiPresidenti della Repubblica.In quest’Aula, il giorno delgiuramento, anche il neo Pre-sidente della Repubblica, Ser-gio Mattarella, ha ritenuto diprendere la parola su questograve problema. Egli ha detto:“vi è anche la necessità di

superare la logica della derogacostante alle forme ordinariedel processo legislativo, bilan-ciando le esigenze del Gover-no con il rispetto delle garan-zie procedurali di una correttadialettica parlamentare”.

Secondo una nota del ser-vizio studi della Camera, cheè stata diffusa in questi giorni,dall’inizio di questa legislatu-ra, sono stati emanati ben 55decreti-legge, di questi, 27dal Governo Renzi. Aggiun-go, sempre secondo la notadell’ufficio studi della Came-ra dei deputati, che i commidei decreti-legge coordinatiammontano a 4.047, pari al58,6 per cento della grandez-za complessiva delle leggiapprovate nella presente legi-slatura. Questo ci dà anche ilsenso della cattiva qualitàdella nostra legislazione, per-ché - ripeto - su 27 decreti-legge con 4.047 commi signi-fica già un’enciclopedia e sfi-do chiunque di noi a dire checonosce ciascuno di queicommi che ha pur contribuitoad approvare. In conclusione,la confessione pubblica delPresidente Renzi pone finead ogni ipocrito dibattito sullasussistenza delle ragioni

giustificative dell’emanazionedei decreti-legge. Siamo fuori,insomma, dalla Costituzione!Lo dichiara il protagonistaprincipe dell’illegalità costi-tuzionale. Ne prendano attoi disciplinati colleghi dellamaggioranza e, soprattutto,coloro i quali ogni volta siimmolano sull’altare di spe-ricolate argomentazioni indifesa delle ragioni del Go-verno. A loro, e a tutti coloroche, ancora oggi, si dovesserocimentare nell’ardua impresa,va tutta la mia umana solida-rietà. Ma se da ora in poi nonavrete più un alibi, perchéRenzi ve lo ha tolto, ha detto«basta con le ciance, questoè un rapporto di forza tra noie il Parlamento», se da ora inpoi ogni argomento difensivoapparirà fragile o poco credi-bile, il Parlamento ed in par-ticolare voi colleghi dellamaggioranza, non potrannocontinuare ad obbedir tacen-do, pena una generale perditadi autonomia e lo scivolamen-

to in una umiliante condizionedi asservimento al potere ese-cutivo. È ora di dire basta aquesto andazzo, non tanto perriscattare l’onore di ognunodi noi, ma per partecipareutilmente al processo legisla-tivo. In quest’Aula fior fiordi competenze, vi è un grandeentusiasmo, vi sono esperien-ze mature, vi sono sindaci,amministratori di enti locali,che hanno accumulato grandeesperienza. Bisogna dare lapossibilità a tutte queste espe-rienze, a questi talenti, a que-sto entusiasmo, di potersiesprimere. Qui non è soltantoil presidente Renzi che puòincarnare il verbo, qui c’ègente che gli può dare lezio-ne! Insomma se noi togliessi-mo a questo Parlamento ilguinzaglio e la museruola, netrarrebbero giovamento laqualità della la legislazione egli interessi degli italiani.Questo Parlamento è ingessa-to in una cappa di piomboche è stata addossatadall’Esecutivo. Ora, a questopunto, è evidente che sembre-rei patetico se volessi indu-giare nel descrivere il perchénon sussistono le ragioni diurgenza e di straordinarietà :si tratta del settimo decretosulla stessa materia.Quale mi-gliore prova che non sussista-no le condizioni perl’emanazione di un ulterioredecreto-legge, e quale miglio-re prova del pressappochismo

del Governo. Si procede a zig zag. Ab-

biamo ascoltato dei colleghi,che hanno una esperienza di-retta sul campo, che nell’areadi Taranto non è stato bonifi-cato un solo ettaro, né di terrae né di mare. Quindi virisparmierò ulteriori argo-mentazioni sotto questo pro-filo, perché – ripeto – megliodi me ha parlato il presidenteRenzi: non è questione di li-miti della Costituzione, nonè questo che gli interessa; gliinteressa procedere senzal’impaccio del Parlamento esenza l’impaccio delle oppo-sizioni. In verità non è chesia un ragionamento originaleperché sono anni che lo sen-tivamo ripetere da ben altropersonaggio. Da questo puntodi vista non c’è nessuna no-vità sotto il cielo.

Tuttavia, dal momentoche tutto è stato detto, mi siconsentirà di richiamare lavostra attenzione su un paiodi punti particolarmente sen-sibili sotto il profilo della le-gittimità costituzionale e, inparticolare, sull’articolo 4, ilquale ai commi 1 e 2 disponel’approvazione ope legis ditre proposte di piano richia-mate, badate, ma non allegateal decreto stesso. Cioè noioggi approviamo qualcosa,ma non sappiamo che cosa.Nè sappiamo dove rintrac-ciarli. E su questo tornerò piùavanti.

Art. 4Modifiche all’articolo 12 del decreto legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, conmodificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125

«2. Sono approvate le modalità di costruzione e di gestione delle discariche (…) di cuial comma 1 per rifiuti non pericolosi e pericolosi, presentate in data 19 dicembre 2014dal sub-commissario di cui all’articolo 1, comma 1, del decreto legge 4 giugno 2013, n.61, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 89. Successive modifichesono approvate ed autorizzate dall’autorità competente ai sensi e con le procedure di cuial decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modificazioni. Con decreto delMinistro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministrodello sviluppo economico, sentiti i comuni interessati, sono definite le misure di compensazioneambientale e le eventuali ulteriori garanzie finanziarie di cui all’articolo 208, comma 11,lettera g), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

Articolo 2, comma 6(…) Le condotte poste in essere in attuazione del Pianodi cui al periodo precedente non possono dare luogo aresponsabilità penale o amministrativa del commissariostraordinario e dei soggetti da questo funzionalmentedelegati, in quanto costituiscono adempimento delle miglioriregole preventive in materia ambientale, di tutela dellasalute e dell’incolumità pubblica e di sicurezza sul lavoro.

E

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Fiumi e canguri, Renzi detta leggeCamere. Tutti gli strumenti, le procedure e i trucchi per mettere fuorigioco i parlamentari.E trasferire a Palazzo Chigi il potere legislativo

ANDREA FABOZZI

a riforma costituzio-nale che sta per essereapprovata in seconda

lettura alla camera prevedeun nuovo strumento a di-sposizione del governo perimbrigliare il parlamento:il voto a data certa. Valea dire che sui disegni dilegge che l’esecutivoconsidera essenziali per ilprogramma (a suo insin-dacabile giudizio) le ca-mere saranno chiamatea votare tassativamente en-tro 60 giorni. Come do-vranno votare non è detto,non potendosi prescriverein costituzione l’obbligodi approvare quel che chie-de il governo. Per quelloc’è il voto di fiducia.

Non è un istituto nuo-vo (è nei regolamenti daglianni Settanta) ma con ilgoverno Renzi è diventatola regola: 32 fiducie in unanno (più le due inizialisul programma di gover-no). Persino una fiduciain negativo, al senato, perbloccare un emendamen-to. Riguardava la respon-sabilità civile dei magi-strati, l’ultima leggeapprovata dalle camerenonché una delle pochis-sime di iniziativa parla-mentare. Com’è prassi daanni, ma se nella scorsalegislativa la percentualedelle leggi di iniziativagovernativa si fermava al74% con il governo Renzisiamo già all’82% delleleggi approvate. Persinola riforma che riscrive unterzo della Costituzioneè firmata direttamente dalpresidente del Consiglio.

La fiducia è stata ap-plicata a dismisura, anchesu una legge delega, cioèsu un atto con il quale ilparlamento rinuncia al po-tere legislativo per affidar-lo al governo entro limiti

(che dovrebbero essere)precisi. Parliamo del cosid-detto Jobs act e anche inquel caso l’esecutivo Renziha silenziato il dibattitonella maggioranza e oltre:niente modifiche o crisi digoverno e tutti a casa. Inpiù nello scrivere i decretidelegati al termine del per-corso, è cronaca recente,l’esecutivo ha tranquilla-mente ignorato i pareri del-le commissioni parlamen-tari. Paradossale dunqueche proprio sull’argomentoRenzi abbia respinto le cri-tiche della Cgil dicendoche «le leggi non le fa ilsindacato, le fa il parla-mento».

E invece il Jobs actl’ha fatto il governo dalprincipio alla fine, così co-me fa con i decreti leggeche dovrebbero servire «incasi straordinari di neces-sità e urgenza» e invecesono già a quota 23, valea dire un paio al mese inun anno di governo, e sumaterie che vanno dallafinanza locale alla giustiziaalla scuola alle concessioniautostradali. Sulle leggi diconversione dei decreti,poi, viene posta regolar-mente la questione di fidu-cia. E anche quandol’iniziativa è parlamentare,come nel caso che abbiamocitato della responsabilitàcivile dei magistrati, il mi-

nistro della giustizia hapresentato un maxiemen-damento che ha riscritto lalegge. Qualche parlamen-tare ha timidamente prote-stato, la risposta è stata:o lo votate così o facciamoun decreto.

Ma oltre agli strumentici sono le procedure. Hafatto clamore la decisionedella presidente della ca-mera Boldrini di far scatta-re la cosiddetta ghigliottinanel dibattito sul decretoImu-Bankitalia nel gennaio2014 (erano gli ultimi gior-ni di Letta a palazzo Chi-gi). Il sistema per far deca-dere tutti gli emendamentinon è previsto dal regola-mento della camera, maè stato applicato per analo-gia con il regolamento delsenato. Prendendone peròsolo un pezzo: è previstoper la prima lettura ed è -stato utilizzato per impedi-re la decadenza del decreto,che invece è un esito deltutto fisiologico previstodalla Costituzione. Boldri-ni ha successivamente det-to che non si è pentita diquella scelta, ma anche chenon la rifarà.

Il trucco di prenderedall’altra camera solo unpezzo del regolamento siè poi ripetuto a parti inver-se, quando il presidente delsenato Grasso ha avuto ilproblema di superare

l’ostruzionismo contro lariforma costituzionale.E ha importato il cosid-detto canguro — checonsente di saltare con unsolo voto migliaia diemendamenti, ma al senatonon è previsto — dalleregole della camera, doveperò è esplicitamentevietato per le leggi costi-tuzionali. Per le leggi direvisione costituzionaleproprio la Costituzioneimpone di seguire sempre«la procedura normale»,invece la discussione è -stata ogni volta limitattadai tempi contingentati, e -nel caso dell’ultimo pas-saggio alla camera è stataprevista una seduta diMontecitorio sotto nataleal solo scopo di «incardi-nare» il provvedimento persveltirne l’esame nel mesesuccessivo. Lo stesso truc-co utilizzato per la nuovalegge elettorale.

Malgrado tutto questo,la riforma costituzionalefirmata da Renzi e dallaministra Boschi ha avutobisogno di un’ultima spintaa Montecitorio. E l’ha tro-vata nella seduta fiume,decisa dalla presidenteBoldrini contro la logicache vedrebbe l’utilità dilegare i deputati ai banchinotte e giorno solo perprovvedimenti urgentissi-mi e scadenze dietrol’angolo. In questo caso sitrattava invece delle rifor-ma più delicata destinataa entrare in vigore tra treanni e dopo un referen-dum. E infatti alla sera lesedute si sono tranquilla-mente interrotte, non«chiuse» ma solo «sospe-se» in modo che le opposi-zioni non potessero presen-tare nuovi emendamentiostruzionistici alla riaper-tura. E la camera ha mar-ciato al ritmo di palazzoChigi.

I deputati di SEL aggrediti dal gruppo del PD durante la discussione sullaRiforma Costituzionale

L

Come è stato già detto –non lo ripeto – si tratta delpiano che prevede le modalitàdi costruzione e di gestionedelle discariche per i rifiutispeciali, pericolosi e non, lo-calizzati nell’area dello stabi-limento dell’Ilva, si tratta delpiano presentato sempre dalsubcommissario ambientale,relativo alla definizione dellemisure di compensazione am-bientale e da ultimo del pianoper le modalità di gestione dismaltimento dei rifiuti del ci-clo produttivo dello stabili-mento Ilva.

Non è un’innovazionedi poco conto, badate, per-ché, approvando per leggequesti 3 piani, noi eludiamol’istituto della partecipazio-ne, dell’informazione delpubblico, della ponderazioned e g l i i n t e r e s s i ,dell’acquisizione di pareried atti propedeutici, dellamotivazione e della respon-sabilità amministrativa.

Ciò incide anche sotto ilprofilo della tutela giurisdizio-nale, perché se qualcuno nonè d’accordo su quello che stia-mo facendo, al limite potràadire la Corte costituzionalema non potrà rivolgersi al giu-dice amministrativo. Poi c’èun altro profilo veramente pe-ricoloso, quello dell’incidenzasu eventuali procedimenti subiudice. La Corte costituzionaleha già detto con una serie disentenze (da ultimo la senten-za n. 186 del 2013 e la senten-za n. 191 del 2014) che non èconsentito intervenire in corsodi causa su eventuali procedi-menti con uno ius singolare,perché si tratterebbe di metter-si a favore di una parte control’altra e, quindi, tale normasarebbe in contrasto conl’articolo 111 della Costituzio-ne.

PRESIDENTE. Deveconcludere, onorevole San-nicandro.

ARCANGELO SAN-NICANDRO. Per quantoriguarda l’articolo 2 el’impunibilità che è stata ga-rantita sotto il piano penaleed amministrativo, mi rimet-to alla esposizione dei colle-ghi che sono stati moltoesaustivi su questo pun-to. (Applausi dei deputati delgruppo Sinistra EcologiaLibertà).

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Lettera ai ragazzidi Franco Arminio(poeta scrittoree paesologo)

ari ragazzi, abita-te da poco unaterra antica, di-

pinta con le tibie di al-be greche, col sanguedi chi è morto in Rus-sia, in Albania.

Avete dentro il san-gue il freddo delle na-vi che andavano in A-m e r i c a , l e g r i g i emattine svizzere den-tro le baracche.

Prima il mondo fila-va le sue ore lentamen-te e ogni scena era pertanti, tutti insieme nelpochissimo bene chec’era e nel male cheaveva il suono sottole coppole e le mantel-le nere.

Era la terra dei ca-foni e dei galantuomini,era il sud dell’osso, diun uovo, di un pugno difarina, di un pezzo dilardo.

Ora è una scena dis-sanguata, ora ognunoè fabbro della sua so-l i tudine e per s tarein compagnia si è co-stretti a bere, a divaga-re nel nulla, a tenersilontani dal cuore.

È u n o s t a r e c h enon contesta niente, maè senza pace , s enzaconvinzione.

Ora non vi può con-vincere nessuno. Dove-te camminare nel mi-stero di questa epocafrivola e dannata, inquesta terra che muo-re e che guarisce, dove-t e s t a r e n e l l e c r e p eche si sono aperte tra u-na strada e l’altra, tra u-na faccia e l’altra, tra u-na mano e l’altra.

T u t t o è s p a c c a -

to, squarciato, separato.Sentiamo l’indifferenzadeglialtri e l’inimiciziadi noi stessi.

È una scena che nonsi muta in un solo gior-no, ma è importantesollevare lo sguardo,allungarlo: la rivoluzio-ne del guardare.

Uscite, contestateil vomito invecchiatosu una mat tonel la acui si è ridotta la politi-ca. Contestate con du-rezza i ladr i de l vo-stro futuro: sono qui ea Milano e a Francofor-te, guardateli bene e fa-tegli sentire il vostrodisprezzo. Siate dol-ci con i deboli, ferocicoi potenti.

Usci te e ammira-t e i v o s t r i p a e s a g -gi, prendetevi le albe,non solo il far tardi.

Avvolgete con stri-sce di luci le ombre incui dimorano i vostrinonni.

Vivere è un me-stiere difficile a tutte -le età, ma voi siete inu n p u n t o d e l m o n -do in cui il dolore piùfacilmente si fa arte:e allora suonate, can-tate, scrivete, fotogra-fate. Non lo fate perd a r v i a r i e c r e a t i -ve, fatelo perché sietela prua del mondo: da-vanti a voi non c’è nes-suno. L’Italia è un in-ganno e un prodigio.Lasciate gli inganni aimestieranti della vitapiccola. Pensate che lavita è colossale. Siate iragazzi e le ragazze delprodigio.

Cari adulti...Risposta del giovane Giuseppe Paolillo alla lettera di Franco ArminioÈ sempre più difficile rimanere qui, per noi ragazziAbitiamo da poco in questa antica terra,bagnata e germogliata con il sangue dei nostri avi, ma tanti annidi indifferenza e di omertà hanno lasciato che i loro frutti marcissero.Viviamo nella terra del “e a me che importa?”Dell’indifferenza, del “fatti i fatti tuoi che campi cent’anni”Una nazione dove lo stato e la burocrazia sono zoppicantiMentre la malavita sembra essere efficiente come un orologio svizzero.Respiriamo l’aria del bel Paese delle mezze veritàIn un’epoca dove tutti siamo connessi fra di noi, ma nessuno con se stessoEd ognuno pensa al proprio tornaconto, per quel che può, per come può.Ma tanti non sono più avvezzi alla fatica come trent’anni faTroppi pretendono un posto sicuro dietro una scrivania,lasciando che i nostri lavori si perdanoChe le nostre tradizioni e la nostra cultura scompaiaNoi lottiamo ogni giorno come possiamo, con i mezzi che ci sono a disposizioneCon la parola, con la protesta, con il voto e l’informazioneMa, cari adulti...Non è facile. Affatto facile.Ogni giorno sembra sempre più grigio, sempre meno soleggiatoE siamo lontani dalla luce in fondo al tunnel.Noi raccogliamo il consiglio di Franco Arminio, e cantiamo e balliamo, dipingiamo e scriviamoFacciamo delle nostre incertezze musica e del nostro dolore poesiaDalle nostre paure tiriamo fuori quadri, immagini di come vorremmo questo paese fosseSiamo i giovani di un’Italia che appartiene sempre meno ai giovani, che invecchiaI potenziali emigranti da un castello di carte che crolla sotto il suo stesso peso.Gli uomini e le donne del domaniSenza più lavoro con cui lasciare la casa dei genitoriChini sui libri fino a trent’anni, cercando di specializzarci sempre piùArrancando il diritto all’istruzione in strutture decadentiGuadagnando con le unghie e con i denti la possibilità di un domani miglioreMa, pur con tutti gli oneri e tutti i titoliNon è facile rimanere, qui, in ItaliaIl mondo non si cambia dall’oggi al domani, e nemmeno si cambia stando sedutiNon è facileMa noi lottiamo, come possiamo, giorno per giornoLottiamo e siamo fieriDi provarci, almenoA riprendere il nostro mondo, il nostro futuro, il nostro paeseLa nostra identitàPerché un popolo costretto dai suoi stessi potenti ad abbandonare la patriaÈ un popolo che non ha avuto il coraggio di fare la rivoluzioneE quindiCompassione a chi parteStar qui è duraAmmirazione a chi restaA chi resta e combatte.

CFranco Arminio

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In sintesi i “doni” di Matteo Renzi:1) In caso di licenziamento arbitrario il datore di

lavoro non sarà più costretto a reintegrare illavoratore nel suo posto.

2) I padroni, se assumono il personale di cui hannobisogno, non pagheranno per tre anni i contributiINPS.

3) Il buco che si aprirà nel bilancio dell’INPS saràpagato con le tasse di tutti i cittadini, compresii neo assunti.

4) I padroni potranno assumere a tempo determi-nato senza alcuna giustificazione.

5) L’indennità di disoccupazione durerà 24 mesima sarà di importo inferiore.

Si chiamano contratti a “tutele crescenti”: qualisono le tutele? Perché crescenti? E per chi sono?

IO: GIUSEPPE PAOLILLOSpesso perso nei miei pensieri, indifferente ai più, rimango nel mio angolo

di silenzio e tranquillità, osservando il mondo con occhio esterno, da spettatore.Osservo e prendo nota, poi rifletto e traggo le mie esperienze, le mie conclusioni,sempre con grande senso critico, soprattutto verso me stesso. Lavoro e studio,scrivo e disegno, leggo e rifletto, penso ed agisco. Vengo da una famiglia diimprenditori stacanovisti che mi hanno insegnato sin da bambino il valore dellafatica, ed ho avuto modo di crescere con un carico di responsabilità notevole.Solitario ed asociale sin dalla tenera età, sono una persona troppe volte definita“strana”, che non ha mai smesso di interrogarsi e di cercare risposte in ciò chel’appassiona ed in ciò che le compete.

alentuosa, irriverente,coinvolgente, senzapeli sulla lingua e

spassosa da morire:l’attrice e autrice bareseCarmela Vincenti è tornataa Trinitapoli per la rasse-gna del Centro di LetturaGlobeGlotter con lo spet-tacolo “Una serata vera-mente orribile”. Un mono-logo che profuma di Sud,che è intriso di tradizioni,abitudini, modi di pensare,contraddizioni e cibi dellanostra terra. Il tutto con-

trassegnato dalla comicitàirresistibile dell’attrice cheha conquistato e dilettatoil pubblico presente, com-posto da adulti e giovanis-simi. Districandosi tra pri-me cotte, pesce crudo,maestri di yoga, matrimo-ni, amicizie, feste anni ’60ed episodi esilaranti, Car-mela Vincenti, nonostanteil successo nel mondo delcinema e della televisione,si conferma brillante e va-lida signora del teatro: suoprimo grande amore.

L’abito non fa affatto il monacoIl concetto di “ribelle e conformista”, come lo intendono gli adolescenti, nonè più che una semplice etichetta di omologazione, micro o macro che sia

Carmela Vincentie la sua serataveramente “orribile”!La nota e amata attrice barese, si è esibitavenerdì 20 febbraio in uno spassoso monologodi meridionale follia

GIUSEPPE PAOLILLO

lcuni si identificanonelle masse, nellemode; altri in mi-

noranze anticonformiste.Ma, obiettivamente

parlando, si può davveroparlare di conformismo edanticonformismo?

Risulta abbastanzadifficile sollevarsi di ungradino dalle masse, pic-cole o grandi che siano,ricercando similitudinicon altri facenti parte diun gruppo di pari. Delresto, anche chi nutre in-teressi particolari, piùpeculiari, non finisce a suavolta con l’integrarsi neisimili, venendone in-fluenzato?

Il concetto di “ribellee conformista”, come lointendono gli adolescenti,non è più che una sempli-ce etichetta di omologa-zione, micro o macro chesia.

Arrivati all’età delleresponsabilità, del lavoro,molti giovani si schianta-no contro una rude realtà:la difficoltà di guadagnarsiu n o s t i p e n d i o ,un’emancipazione. Quelloè il momento in cui, il piùdelle volte, l’abito (chenon fa affatto il monaco)tende a diventare più so-cialmente accettabile, acadere come le foglie au-tunnali. Scompaiono giub-

botti di pelle e pantalonistrappati, a favore dellagiacca e della cravatta dacolloquio di lavoro; unavolta allo stesso piano, cisi accorge di quanto i di-fetti del nostro paese ven-gano assorbiti da tutti, allastessa maniera, trascen-dendo gusti di costume edi musica.

Ed è lì che si vede chiè davvero conformista echi non. Chi combatte permigliorare il mondo in cuivive e chi abbassa la testaed accetta passivamente,come un cane bastonato.

Chi denuncia i sopru-si, gli abusi e le malefattedi un mondo senza più

pietà. Chi si mette in pri-ma fila perché tutto ciòcessi.

L’anticonformismonon sta forse nel pensiero,nell’azione, nella volontàdi cambiare le cose? Nellapriorità di migliorare ilnostro mondo quotidiano.

S e l ’ e s s e r e u n“ribelle” non è impedireche i problemi del luogoin cui viviamo restinoignorati, allora cos’è?

Adoperarsi per cam-biare la mentalità dellagente, non vestirsi perscimmiottare una diversi-tà.

Non è forse questol’anticonformismo?

A

Giuseppe Paolillo

Il job act:un regalo ai giovani o ai padroni?

T

Carmela Vincenti

Page 8: Peperoncino rosso marzo 2015

ANTONIETTA D’INTRONO

l presidente di questaarte marziale, ancorapoco popolare in Pu-

glia, porta scritto nelcognome il suo destino.Si chiama Cosimo Co-rea.

È, infatti, dalla Koreadel Nord che provienequesta arte marziale checonsiste nella abilità ditirare calci e pugni in vo-lo. Un autentico spetta-colo di bravura da vede-re!

A Trinitapoli, oltreall’istruttore RuggieroSignoriello (autore di unl i b r o p r e s e n t a t onell’ambito di Libriamo

2014), il giovanissimostudente universitarioNicola Vitto allena lasquadra che si è formatanel 2006 e partecipa avari campionati dai qualiè tornato spesso vincito-re. Lo scorso anno haconquistato, ad esempio,l’oro in Bielorussia nellacategoria SELFDEFEN-CE VETERAN MALE.

G l i a t l e t iTAEKWONDO si alle-nano a Trinitapoli nellapalestra di Patrizia Muri-glio, anche in vista deicampionati europei chesi terranno ad Andria dal27 aprile al 3 maggio p.v.

In bocca al lupo ra-gazzi!

Taekwondo ITF Corean Team a TrinitapoliUna squadra di ragazzi eccellenti che praticano, ancora senza la meritatissinma visibilità, un’arte marziale cheproviene dalla Korea del Nord

I

La squadra di TAEKWONDO trinitapolese

Gli inghippi della maggioranza per far arrivarei finanziamenti alla scuola privata

NICOLA FRATOIANNI

uarantaquattro depu-tati dell’area del go-verno propongono

sgravi fiscali per le fami-glie che decidono di iscri-vere i figli alle scuole pa-ritarie. Una forma dif i n a n z i a m e n t o ,l’ennesimo, nonostantel’articolo 33 della Costitu-zione. Noi ci opporremocon decisione.

Tutto questo mentre lescuole statali cadono apezzi. Solo negli ultimi 7anni, i governi hanno ta-gliato 8 miliardi di euroalle scuole statali, manda-to a casa oltre 150.000 in-segnanti e mortificato idiritti di alunni, studentie docenti.

Ci sono scuole in Italiain cui i genitori sono co-stretti persino a comprarela carta igienica. Ci sonoscuole in Italia in cui i ge-

nitori si organizzano, a pro-prie spese, per realizzarelavori di manutenzione.

È inammissibile chesi diano ulteriori fondi in-diretti alle scuole paritarie,mentre le scuole statalicrollano a pezzi.

Q

Page 9: Peperoncino rosso marzo 2015

VALERIA DE IUDICIBUS

a storia di Giovannapuò esserci trasmessae raccontata dalla sua

stessa voce e diventa testi-monianza non solo del no-stro paese ma di un’interaepoca. “Ho frequentato lascuola fino alla quinta ele-mentare. La maestra eraun’orfanella che era cre-sciuta dalle suore: la si-gnorina Concetta Basanisi.Mi piaceva la scuola edero molto brava ma ero lamaggiore di sei fratelli edovevo aiutare mio padrein campagna”. Infatti, asoli 8 anni, Giovanna sirecava con suo padre incampagna per la raccoltadelle olive. Lavorarono pri-ma per la famiglia Staffae, successivamente, perl’azienda della famigliaSarcina. Proprio in questocontesto, Giovanna conob-

be un ragazzo di nome Mi-chele Calò che divenne suomarito e dal quale ebbe set-te figli. Ci ha rivelato:“Regnava l’amore. Se nonfossi stata innamorata, nonl’avrei mai sposato”. Nelmarzo del 1983, Michelemorì e Giovanna dovettedarsi da fare per occuparsidei quattro figli che nonerano ancora sposati.“ A v e v o a s s i s t i t oun’infermiera e, a furia diosservarla, avevo imparatotante cose. Quando lei do-veva fare una siringa o unamedicazione, io le facevotrovare tutto pronto. Dopola morte di mio marito, hoassistito più di quindicivecchiette”. Anche la ma-dre di Giovanna lavorava.Gestiva un panificio chevendeva parte dei suoi pro-dotti (piccole formine dipane, focaccia e castagnac-cio) anche ai giovani chefrequentavano il Super Ci-

nema. Giovanna è semprestata attiva nella società,essendo stata una donatriceAvis per moltissimi anni,e ne l la ch iesa . Dasessant’anni raccoglie ecolleziona santini e imma-ginette che conserva congrande cura. Alcuni di essisono molto rari, come adesempio quello stampatoin occasione della primamessa di Mons. VincenzoMorra e che è datato 1905o quello della prima messadi Padre Aurelio Gargano,datato 1947. Prima di salu-tarla le ho chiesto se avessedei rimpianti, dei sogni nonrealizzati e lei mi ha rispo-sto: “Concetta Basanisi midiceva sempre di non ab-bandonare la chiesa e ionon l’abbandono mai. Hosuperato tante difficoltàma non mi lamento, figliamia. Mi dispiace solo…che invecchio!”.

Le donne di ieri: un concentrato di vitalità e coraggioQuella di Giovanna Cuoccio, nata l’8 agosto del 1929, è una storia che richiama quella di molte altre donnesue coetanee, ed è emblematica di un’intera epoca

Tre delle immaginette appartenenti alla ricca collezione di Giovanna Cuoccio

Giovanna Cuoccio

L

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Le donne di oggi el’inarrestabile lotta controle disuguaglianze

Il cerchio rosa: l’impegno delle donne per le donneChe cosa significa diventare madri? Ogni donna è preparata a ciò che la attende e adeguatamente informata?Il cerchio rosa si sta attivando per assistere donne e mamme del nostro territorio

Il cerchio rosa: l'impegno delle donne per le donne

VALERIA DE IUDICIBUS

aqueline Timoteo DaSilva, Anna De Iudi-cibus, Sara Andriano,

Doriana Chiappinelli, Ma-riella Mezzenga e SildeniaMoura. Sei giovani donne,per la maggior parte madri,con un piccolo ma prezio-so sogno: dar vita adun’associazione che af-fianca chi decide di diven-tare mamma ma che, allostesso tempo, non vuoleperdere la propria identitàdi donna né la propria li-bertà di scelta. Il primonemico da combattere èsenza dubbio la grandeignoranza che contraddi-stingue la maternità e lagenitorialità, portando legiovani madri a compierescelte sbagliate o suggeriteda altri. È nato perciò “Ilcerchio rosa”. Mi ha rac-contato Anna, ideatrice delnome e vicepresidente: “Cisiamo rese conto che ladonna, quando intrapren-de il percorso che la por-

terà a diventare madre, èlasciata molto sola. Nessu-no la assiste realmentenelle scelte e, dopo il par-to, esce dall’ospedale in-tontita e confusa. Noi vor-r e m m o s o s t e n e r l e ,integrarci con le strutture,farle sentire nel cerchio”.L’ansia della donna neiconfronti del parto odell’allattamento, è aggra-vata da svariate forme diviolenza che ella subisce,come quella ostetrica: uncontinuo attuarsi di situa-zioni in cui le donne non

sono libere di scegliere itrattamenti da ricevere, laposizione in cui partorire,le modalità e i tempi pervivere il travaglio. Jaque-l i n e , p r e s i d e n t edell’associazione, ha vis-suto varie esperienze comepeer counselor, incontran-do le madri in un momentocosì delicato della loro vi-ta. Ha constatato comel’allattamento può diven-tare una pericolosa fontedi stress, anziché un mo-mento intimo e delicato tramadre e bambino. “Stiamo

pian piano attivando tanteiniziative: l’istruzioneall’uso dei pannolini lava-bili o della fascia portabebè che diventa utilissimaper l’allattamento a richie-sta e trasmette al neonatoserenità grazie al calorematerno, all’oscillazionee alla posizione in gradodi ridurre il fastidio dellecoliche”.

L’8 marzo, proprio perla festa della donna, nume-rose associazioni proiette-ranno il film documentario“Freedom for birth”, che

r a c c o n t a l a s t o r i adell’ostetrica unghereseAgnes Gereb, imprigiona-ta per aver assistito partiin casa. Jaqueline e le altreassociate si stanno attivan-do per mostrarlo anche quia Trinitapoli in biblioteca.Potrebbe essere una mera-vigliosa occasione per ri-flettere e discutere insiemedella nascita, della libertàdi partorire e delle viola-zioni dei diritti delle donnedurante il parto e i primianni di vita del bambino.

Il logo dell’associazione IL CERCHIO ROSA

l colosso delle telecomu-nicazioni americane Veri-zon, ha recentemente dif-

fuso uno spot per la campa-gna “Inspire her mind”, chefa riflettere su un argomentodella massima importanza:le differenze di genere.L’azienda è infatti partita daun dato: negli Stati Uniti il66 % delle bambine chefrequentano la scuola ele-mentare risulta appassionata

di matematica e scienze. No-nostante ciò solo il 18 % siiscrive alla facoltà di Ingegne-ria. Non è un mistero che,anche nelle società più avan-zate, la distinzione tra univer-so maschile e femminile èancora così netta. Da cosadipende tutto ciò? Esiste unaperversa fusione tra ruoli digenere, ovvero l’insieme deicaratteri naturali, e ruoli pro-fessionali, i caratteri acquisiti.

Il concetto di maternità, peresempio, si lega alla differen-za biologica del corpo fem-minile da quello maschile,ma da esso scaturiscono benaltre differenziazioni e pre-concetti. Il ruolo della donnacome madre, come angelodel focolare ha assunto nelc o r s o d e i s e c o l iun’importanza ingombranteche l’ha esclusa da altri tipidi ruoli nella società. A ciò

vanno aggiunte le questionidella forza fisica e della forzaintellettuale. I compiti piùfaticosi e le posizioni direttivedi grande rilievo (nel campodella Chiesa, dell’economia,della politica, della cultura edell’educazione) erano con-siderati inadatti al “sessodebole”, al quale restavanoi ruoli di assistenza e di curadell’altro (infermiera, baliaecc), prolungamento di quelliricoperti nel contesto dome-stico. Intrappolata in un cir-colo vizioso, la debolezzafemminile ha cominciato adessere considerata un privile-gio. Nella sfera della sessua-lità, abbiamo dovuto attende-re la rivoluzione sessualedegli anni ’60 per confutarel’idea che il ruolo attivo fosseper l’uomo mentre quellopassivo e sottomesso per la

donna (sperando che qualchesfumatura di grigio non an-nulli gli sforzi compiuti). Ca-lata in una società patriarcalee costretta a numerose gravi-danze, la donna non trovavaspazio per la ricerca del puropiacere personale, che anziconsiderava proprio delle pro-stitute e quindi non visto dibuon occhio. Il 6 dicembre1971 fu approvata la leggeche istituiva gli asili nido pub-blici in Italia. Con una strut-tura che si prendesse cura deiloro figli, per le donne diven-ne finalmente possibile laconquista di un lavoro extra-domestico. Le difficoltà eranoappena cominciate ma i tempierano maturi: un nuovo capi-tolo della storia del generefemminile stava per esserescritto.

I

J

Page 11: Peperoncino rosso marzo 2015

Legge elettorale: bocciata parità di genere.Le donne del PD “tradite” dagli uomini del PDIl voto segreto nel consiglio regionale della Puglia impegnato nella discussione della legge elettorale regionale,affossa la parità di genere e il governatore Nichi Vendola, indignato, abbandona l’aula

ANTONIETTA D’INTRONO

n Consiglio regio-nale composto al95 per cento da

maschi davanti alla sfidadella parità di genere fa unaretromarcia cavernicola e sichiude nel proprio recinto”.“Ciascuno dei maschi nonsolo della destra, che ha usa-to argomentazioni imbaraz-zanti contro la parità di ge-nere - ha detto Vendola - maanche qualche settore di cen-trosinistra, si trovano con-vergenti nel rinnovare il pat-to maschile di una politicasenza donne. Non lo possoaccettare: lascio l’Aula per-ché provo una grandeindignazione”.

Poco prima, a scrutiniosegreto e con 37 voti favo-revoli e 22 contrari, il Con-siglio aveva approvato lapregiudiziale sull’inam-missibilità al voto di tutti gliemendamenti relativi alladoppia preferenza e alle listeal 50 per cento. A porre laquestione, durante la discus-sione degli emendamenti al-

la legge, è stato il capogrup-po consiliare di Forza Italia,Ignazio Zullo, spiegandoche la materia era già statasottoposta al voto del Con-siglio regionale e bocciata.Sarebbero tra i 14 ed i 15 iconsiglieri della maggioran-za di centrosinistra ad avervotato a favore. Ma il gover-natore aveva già dovutomandare giù l’approvazionedelle soglie di sbarramentoall’8% (il cui emendamento

aveva ottenuto il voto con-trario di Vendola, oltre chedell’assessore regionaleall’Ambienete, Lorenzo Ni-castro dell’Idv, Alfredo Cer-vellera del Gruppo Misto,dei consiglieri di Sel e de“La Puglia per Vendola) eal 4% per le liste in coalizio-ne. “Questa legge elettoraleè un mostro giuridico- di-chiara infine Vendola - im-maginare soglie di sbarra-mento differenziata con il

4% per i partiti che sonoall’interno di una coalizionee l’8% all’esterno significache i voti degli elettori nonhanno tutti lo stesso peso.Un partito con il 4% puòeleggere in Consiglio regio-nale, uno con quasi il doppiodei voti no. È una scelta perme incomprensibile”.

È stato un giorno tristeper la politica pugliese, una

conclusione mortificantedella legislatura di unConsiglio regionale che nonsarà certo ricordato per lesue battaglie civili, quantopiuttosto per la cura con laquale si è occupato di tute-lare le ragioni elettorali deisuoi membri.

Oltre che per SEL, de-lusione anche per l’AltraPuglia con Tsipras. “Questoinnalzamento innaturaledelle soglie di sbarramentoproduce una legge truffa ipermaggioritaria assolutamenteantidemocratica - si leggein una nota - inevitabil-mente, infatti, con la ridu-zione da 70 a 50 del numerodei consiglieri, l’ingresso dimolte donne e di possibilirappresentanti di nuovi grup-pi politici avrebbe rappre-sentato una minaccia permolti degli attuali occupantidi quelle poltrone. Oggi, inPuglia, Pd e Forza Italia han-no scelto di blindare il loropotere e massacrare lademocrazia”.

Donne in corteo Il manifesto della petizione promossa dalla Commissione Pari Opportunità

“U

Magda Terrevoli, Commissione delle Pari Opportunità

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Donne di un sud che non si piange più addossoSquadre femminili di calcio e di bocce, pilote di aerei, esperte di informatica, dirigenti di aziende sono nella nostra zona ladimostrazione vivente di un superamento della divisione dei lavori in maschili e femminili

VALERIA DE IUDICIBUS

ggi in una piccola re-altà come la nostrache cosa accade? No-

nostante si tratti di abitantiche hanno r icevutoun’educazione tradizionalein cui è insito il concetto diruolo maschile e ruolo fem-minile, abbiamo riscontratopiacevoli “conferme” dellafine di un medioevo provin-ciale. Nel 2011 è nata laSalinis, squadra di calcio a5 femminile che vede Sal-vatore Forte come presiden-te. Le concittadine KarmenPezzolla e Francesca Falcopraticano da anni questosport, universalmente rico-nosciuto come maschile, efanno parte della squadra.Karmen mi ha raccontato:“Due anni nel regionale perpoi vincere e passare in se-rie A. A fine febbraio andre-mo a Pescara per l’incontrodelle otto squadre più fortid’Italia”. La Salinis femmi-nile è la prima squadra diMargherita di Savoia a di-sputare la massima catego-ria nazionale di una discipli-

na sportiva. In ambito spor-tivo, a Trinitapoli esiste edè attiva anche una squadradi bocce, la Bocciofila SalpiTrinitapoli, che vanta an-che la presenza di otto don-ne che affrontano importantigare regionali e nazionali.Un altro caso degno di notaè quello di Lisa Sarcina, cheha concluso nel 2014 a soli22 anni il corso da pilota eora lavora per Ryanair. Tri-nitapolese è anche la venti-cinquenne Francesca Sarci-na che, dopo una laurea inInformatica, ora sviluppasoftware per applicazioniweb, soprattutto bancarie.Nella sede della sua aziendaci sono circa 20 uomini e 5donne. Parlando di differen-ze di genere mi ha detto:“Non mi spiego come ci si-ano ancora persone chepensano che le donne, soloin quanto tali, non siano ingrado di fare qualcosa. Alledonne non spetta solo ilcompito per cui sono statescelte, secondo natura, dipoter essere madri, ma diassurgere agli stessi ruolie compiti degli uomini”. L.M., un’altra donna che ho

intervistato, gestisce i paga-menti dei fornitori, le ope-razioni bancarie e gli stipen-d i d e i d i p e n d e n t inell’azienda di famiglia. Nelmeridione il suo lavoro, cheprevede durante l’anno ditrascorrere alcuni giorni fuo-ri casa e di percorrere moltichilometri in macchina, èconsiderato prettamentemaschile. Durante i primitempi, era solita colpevo-lizzarsi per non aver saputoesprimere le sue idee, chemai vedeva prese in con-siderazione. “A lungo an-dare ho cambiato tattica.Quando ero convinta dellamia intuizione mi sforzavodi imporla, di dimostraredi essere all’altezza e disaper lavorare bene. Ora,dopo qualche anno, hoguadagnato grande credi-bilità e tutti mi dimostranofiducia”. Considerando ledirettrici di scuola, le ar-chitette, le dottoresse, co-loro che gestiscono ma-cellerie e ferramenta, e tuttele donne che nel nostroterritorio investono ruoli persecoli considerati maschili,possiamo tenere alta la

speranza. Per cambiare lecose nel profondo bisognarompere un meccanismoche si installa dalla primainfanzia, mescolando la sfe-ra maschile con quella fem-minile, lasciando libere ledonne di compiere giochi eattività maschili e incorag-giandole a farlo, credendo

in esse. Lo spot Verizon cimostra bambine attratte dal-la scienza e dalla tecnologiafrenate, seppur inconsape-volmente, da genitori pienidi preconcetti. “Non è forsegiunto il momento di dirleche non è solo bella ma an-che intelligente?”.

Francesca Sarcina: informatica Lisa Sarcina: pilota di aerei Francesca Falco: calciatrice

Karmen Pezzolla: calciatrice

O

Page 13: Peperoncino rosso marzo 2015

Piazza un libro#ioleggoperché da Milano a...Torino, Vicenza,Roma, Cosenza, Sassari

I dati sulla lettura (e sullanon lettura) in Italia

iazza un libro è ilnome degli eventilegati al libro e ai

lettori che interesserannoalcune piazze d’Italia il23 aprile 2015 con unamobilitazione generaledel territorio. Un modoper comunicare, vivere,promuovere il libro e lalettura, sostenuta anchedal patrocinio di ANCI.

Oltre a Milano con ilgrande spettacolo ripresoin diretta da RAI3, altrecittà saranno infatti sededi eventi di piazza firma-ti dall’iniziativa: Torino,Vicenza, Roma, Cosen-za fino a Sassari.

In una logica similea quella delle “cene inbianco” - l’appunta-mento collettivo in cui il

pubblico partecipa atti-vamente all’organiz-z a z i o n e s e g u e n d o“regole” prestabilite -#ioleggoperché proponead alcune città italianedi realizzare vere e pro-prie lounge di piazzadedicate alla lettura:spazi aperti, per i lettorie non lettori, dove poterleggere, consultare, in-contrarsi, condividere lapropria passione.

Piazza un libro vedràimpegnati nell’anima-zione di questi spazi entilocali, librerie e bibliote-che della città, associa-zioni, scuole, universitàe scuole di teatro e ingenerale tutti gli appas-sionati di lettura. Tra iprotagonisti, i titoli della

speciale collana edita da#ioleggoperché: braniscelti dei 24 titoli ver-ranno interpretati e rac-c o n t a t i d a s u p e r -messaggeri, giovani at-tori e allievi delle scuoledi teatro o delle asso-ciazioni cittadine, aipartecipanti all’evento eal pubblico di passaggio.Un momento di rela-zione e di condivisione,guidato dal libro.

Per stimolare la par-tecipazione e il coinvol-gimento, le piazze pro-porranno anche unangolo di lettura, sim-bolo e strumento della vi-ralità di #ioleggoperché:uno spazio in cui tutti po-tranno essere protagonistileggendo la propria cita-

zione o brano preferito,che sarà animato anchedagli autori e testimonialdi #ioleggoperché.

Le piazze disporran-

no di un maxi totem dellecitazioni su cui tutto ilpubblico potrà esporre lapropria frase letteraria“del cuore”.

P

egge almeno un li-bro a l l ’ anno i l41,4% degli italia-

ni: in termini assolutila lettura riguarda circa23,8 milioni di italiani.

Questo significa cheben oltre la metà dellapopolazione i tal iananon legge neppure unlibro.

• La percentuale dichi legge libri è scesadal 43% (2013) al41,4% (2014);

• Nel 2014 sonouscite dal mercato del-l a l e t t u r a q u a s i820mila persone . I lsaldo negativo è del -3,4%.

Per fotografare inmodo preciso la lettura(o non lettura) in Italiaoccorre tenere presentein particolare che:

• calano nel 2014 ilettori deboli (-6,6%nel 2014), in altre paro-le gli italiani che leg-gono tra 1 e 3 libri lanno;

• calano i forti let-tori, ovvero quelli cheleggono almeno un li-bro al mese (-0,5%);

• le donne leggono(sempre) più degli uo-mini (è il 48% delle let-trici contro il 34,5% deilettori), ma meno del2013, perché perdonol’11,8% rispetto all an-no prima;

• gli uomini leggo-no meno delle donne,ma rispetto allo scorsoanno il calo di lettori

maschi è meno pronun-ciato (-4,9%);

• il Nord legge piùdel Sud, ma cala la let-tura nel Nord Ital ia(Nord-Est -4,2%; NordOvest -3,6%);

• i giovani restanoi lettori più forti: leggealmeno un libro l annoil 53,5% dei ragazzi tragli 11 e i 14 anni; il51,1% di quelli tra i 15e i 17 anni; il 51,7% dei18-19enni.L

Page 14: Peperoncino rosso marzo 2015

Un girasole per DavideUn anno fa Davide Antonio Labianca è venuto a mancare. I familiari hannodato vita a Mitch’93 Associazione Onlus Davide Antonio Labianca persostenere la ricerca e le cure di una malattia che miete sempre più vittime

Lettera aperta deifratelli Lamantea

VALERIA DE IUDICIBUS

el suo romanzo auto-biografico “Unadonna” la scrittrice Si-

billa Aleramo, a seguitodella morte di una carissimaamica, annota: “Le ore pas-sate accanto alla spogliadi chi amammo non ci fan-no veggenti; ma neppure ciprostrano, né ci tolgono ilsenso dell’esistenza che innoi continua. Sembra inquel punto di ereditare, coidoveri, anche le qualità dichi ci ha lasciati; ci si trovapiù ricchi, o di energia o diidealità o di amore. Ci sisente solidali coi vivi oltreche coi morti”. È sciocconegare che, dopo aver persouna persona che abbiamoamato molto, le sensazioniche ci assalgono sono disofferenza, rabbia, un terri-bile senso di vuoto e uninguaribile sconforto. Ma èallo stesso tempo innegabileche, con il passare del tem-po e il sopraggiungere diuna maggiore lucidità, quelche resta nel profondo èaltro. Ci accorgiamo infattidi portare con noi ogni gior-no qualcosa che è in gradodi attenuare il dolore. Tuttociò che di straordinario ave-va per noi la persona cheabbiamo perso non solo ri-mane, ma letteralmente ci

invade e sa cambiarci:l’ironia, la capacità di ascol-tare, le passioni, il modo disaper affrontare le difficol-tà, l’amore per la famigliae gli amici, la fiducia neglialtri, quel non prendersi sulserio. Quando Davide La-bianca è morto, a causa del-la l eucemia , avevavent’anni. Per chi lo ha co-nosciuto e amato, dinanziad un avvenimento di taleportata niente avrebbe do-vuto avere più valore o si-gnificato. Eppure per i suoifamiliari e amici non è statocosì. Queste persone cosìcoraggiose, che hanno vis-suto un’esperienza talmenteforte, non si sono rifugiatenel loro piccolo e rassicu-rante cantuccio ma hannopermesso che sbocciasse inloro quella solidarietà versoi vivi di cui la Aleramo scri-ve. Durante i mesi in cuiDavide era ricoverato pres-so l’ospedale Umberto I aRoma, lui e la sua famigliaerano entrati in contatto coni pazienti colpiti dalla stessamalattia, con i parenti sem-pre presenti e con tutto ilpersonale medico. Anchegrazie alla sua personalitàtravolgente e all’allegriacontagiosa, l’intero repartoera diventato una vera epropria famiglia allargata.All’indomani della suascomparsa, né la vita di Da-

vide né l’esperienza vissutadovevano essere vane. Igenitori, la sorella maggioree una delle più care amiche,hanno così dato vitaall’associazione dal nomeMitch’93 AssociazioneOnlus Davide AntonioLabianca. Gli obiettiviprimari consistono nellaraccolta di fondi per so-stenere la ricerca e nelcontributo alla creazionedelle migliori condizionipossibili per la cura dellaleucemia. In virtù di questo,il primo passo da compieresarà l’acquisto di una TACper il reparto trapiantidell’ospedale Umberto I diRoma che al momento neè sprovvisto. I pazienti chesono in cura per la leucemiahanno un sistema immuni-tario praticamente inesisten-te e questo consentirebbeloro di non uscire dal repar-to, evitando il rischio di pe-ricolose infezioni. Chiun-que lo desideri è libero diassociarsi, effettuare dona-zioni, bonifici bancari o de-stinare il cinque per milledella propria imposta a fa-vore dell’associazioneMitch’93, che sarà inaugu-rata domenica 29 marzo inViale Primo Maggio n. 91a Trinitapoli. L’invito a par-tecipare all’inaugurazioneè rivolto a tutta la cittadi-nanza e alle associazioniesistenti nella nostra città.Esiste già una pagina face-book, che porta il nome eil logo dell’associazione, sucui trovare l’indirizzoIBAN per inviare le dona-zioni, ed è in costruzioneun sito internet. Il logo, di-segnato da un amico, rap-presenta un raggiante gira-sole: fiore prediletto daDavide e simbolo della suaallegria che diventa per chir e s t a u n p r e z i o s o“lasciapassare per i giornibui”.

Davide Antonio Labianca Loreta Lamantea

l 3 ottobre u.s., abbia-mo perso a soli 44anni la nostra sorelli-

na LORETA ultima, in-sieme alla gemella Tere-sa, di dieci fratelli Lamorte se l’è presa conuna violenza e rapiditàtale che ci ha lasciatisenza parole; ci siamosentiti piccoli, smarritidavanti a tale peso Ab-biamo pensato che nonera giusto morire in quelmodo, abbiamo dettoche non era giusto chelei, la più piccola di noi,morisse Perché la mag-gior parte di noi si im-magina una morte diver-sa, una morte idealesoprattutto per i nostricari e comunque quandoarriva il momento nonsi è mai pronti, non si èmai preparati.

Le figlie, i fratelli,zii, suocera, colleghi etanti tantissimi amicis o n o i n t e r v e n u t iall’ultimo saluto conl’incredulità che spessoaccompagna le mortiassurde e senza un per-ché; soprattutto quandocolpisce una giovanedonna che nel recentepassato aveva già paga-to con sofferenza e do-lore la perdita del mari-to, lasciandola da solanell’affrontare la realtàcon due ragazzine nelpieno della loro cresci-ta. Nonostante tuttoquesto, si stava ripren-dendo, era una donnasincera, si dimostravaallegra e determinata,un fiume in piena, ave-va una buona parola eun sorriso per tutti. Erariuscita a conquistare isuoi colleghi di lavoro,i responsabili del Su-permercato Dok ove la-vorava e gli stessi clien-ti.

Ed è per questo che

quando le persone sonosemplici e sincere le re-azioni delle persone avolte possono esserestraordinarie, infatti ilcapo-area del Super-mercato Dok responsa-bile anche di quello diS. Ferdinando di Puglia,unitamente ai colleghidi lavoro, si sono fattipromotori di una inizia-tiva lodevole. Non solo“pretendono” di volerpartecipare, come qual-siasi altro familiare, allespese del funerale, mal’Azienda decide di vo-ler assegnare alla figliail posto di lavoro cheera di Loreta.

Certo è che nessungesto al mondo potrà ri-donare la mamma a del-le ragazze così provatedalla vita, ma questi ge-sti sono pieni di tanta etale umanità che nonpossono che essere unasperanza per il futurodelle ragazze e di tuttinoi.

A nome di tutti i fra-telli Lamantea, di Albae Monica e della fami-glia Boccuzzi, espri-miamo sincera emozio-ne e apprezzamento perun gesto così importantee pieno speranza.

Grazie di cuore.

N

I

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Manifesto 8 marzo 2014 Manifesto 8 marzo 2015

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INDENNITÀ DI CARICAII SEMESTRE 2012

GETTONE DI PRESENZA

INDENNITÀ DI CARICA2013

GETTONE DI PRESENZA

INDENNITÀ DI CARICA 2014ESCLUSO MESE DI DICEMBRE

GETTONE DI PRESENZATOTALE

dal sito del Comune di Trinitapoli le autodichiarazioni dei compensi degli amministratori comunali incassati nell'anno 2014 - DATI AGGIORNATI A FEBBRAIO 2015

Trasparenza: compensi di amministratori e consiglieri comunali

Quanti 8 marzo ancora?La donna è stata bloccata per secoli.

Quando ha accesso alla cultura

è come un’affamata.

Rita Levi Montalcini

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Nella scuola fascista le bambine studiavano LAVORI DONNESCHI per diventare angeli del focolare specializzati