Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

32
pagina 13 Sorvegliare e salvare Il trauma da incidente risulta essere in Italia la seconda causa di mortalità (20,3%) in età pediatrica (1-14 anni) dopo i tumori (30,9%). I dati sono stati resi noti dall’Isti- tuto Superiore di Sanità attraverso il SINIACA-IDB, che ha presentato le statistiche di 11 Regioni italiane (Pie- monte, Val d’Aosta, PA Trento, Liguria, Emilia-Roma- gna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Sar- degna) durante un convegno tenutosi al Centro Inter- nazionale di Studi e Formazione “Germana Gaslini” ( CISEF ) di Genova il 16-17 maggio 2014. Cadute, inala- zioni e ingestione di corpi estranei sono le più frequen- ti cause di incidenti nei bambini più piccoli, mentre nei più grandi il primato spetta alle ferite da taglio. Per prevenire queste morti evitabili e la morbosità indotta è necessario rafforzare la sorveglianza. Nasce così la rete di sorveglianza dei Pronto Soccorso degli ospeda- li pediatrici italiani ( AOPI ), che permetterà di ottenere dati regionali, nazionali ed europei anche sulla dina- mica degli incidenti in relazione alle diverse età pedia- triche, per una reale prevenzione. I primi 1000 giorni di vita: quando la nutrizione fa la differenza! Una dura prova per il pediatra: difficile trattare con i genitori di oggi, ma non impossibile. Addio a Giorgio Maggioni , pediatra nel profondo dell’animo Due commossi ricordi, rispettivamente di Alberto G. Ugazio e di Andrea Maggioni, del Maestro della Pediatria recentemente scomparso. Tubercolosi: novità dal Congresso SIP-SICUPP-SITIP Presentate per la prima volta le linee guida per la prevenzione, la diagnosi e la terapia della TB in età pediatrica e adolescenziale. Sindromi malformative, una guida per il pediatra Il percorso diagnostico e assistenziale del neonato/bambino con possibile quadro sindromico. Il servizio alle pagine 10-11-12 pagina24 pagina29 pagina 18 Contiene I.P. Magazine della Società Italiana di Pediatria www.sip.it volume 4 | numero 5 | maggio 2014 Mensile - Poste italiane spa - Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/13/2011 - Un fascicolo e 25

description

Pediatria magazine volume 4 | numero 5 | maggio 2014

Transcript of Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

Page 1: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

pagina13

Sorvegliare e salvareIl trauma da incidente risulta essere in Italia la seconda causa di mortalità (20,3%) in età pediatrica (1-14 anni) dopo i tumori (30,9%). I dati sono stati resi noti dall’Isti-tuto Superiore di Sanità attraverso il SINIACA-IDB, che ha presentato le statistiche di 11 Regioni italiane (Pie-monte, Val d’Aosta, PA Trento, Liguria, Emilia-Roma-gna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Sar-degna) durante un convegno tenutosi al Centro Inter-nazionale di Studi e Formazione “Germana Gaslini” (CISEF) di Genova il 16-17 maggio 2014. Cadute, inala-

zioni e ingestione di corpi estranei sono le più frequen-ti cause di incidenti nei bambini più piccoli, mentre nei più grandi il primato spetta alle ferite da taglio. Per prevenire queste morti evitabili e la morbosità indotta è necessario rafforzare la sorveglianza. Nasce così la rete di sorveglianza dei Pronto Soccorso degli ospeda-li pediatrici italiani (AOPI), che permetterà di ottenere dati regionali, nazionali ed europei anche sulla dina-mica degli incidenti in relazione alle diverse età pedia-triche, per una reale prevenzione.

I primi 1000 giorni di vita: quando la nutrizione fa la differenza!Una dura prova per il pediatra: difficile trattare con i genitori di oggi, ma non impossibile.

Addio a Giorgio Maggioni, pediatra nel profondo dell’animo Due commossi ricordi, rispettivamente di Alberto G. Ugazio e di Andrea Maggioni, del Maestro della Pediatria recentemente scomparso.

Tubercolosi: novità dal Congresso SIP-SICuPP-SITIPPresentate per la prima volta le linee guida per la prevenzione, la diagnosi e la terapia della TB in età pediatrica e adolescenziale.

Sindromi malformative, una guida per il pediatraIl percorso diagnostico e assistenziale del neonato/bambino con possibile quadro sindromico.

Il servizio alle pagine 10-11-12

pagina24 pagina29

pagina18

Contiene I.P.

Magazine della Società Italiana di Pediatriawww.sip.it

volume 4 | numero 5 | maggio 2014

Men

sile

- P

oste

ital

iane

sp

a -

Sp

ediz

ione

in a

bb

onam

ento

pos

tale

– D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46) a

rt. 1

, com

ma

1, A

ut. G

IPA

/C/R

M/1

3/20

11 -

Un

fasc

icol

o e

25

Page 2: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

20

24

6

In questo numero

Cercavano la luce InTervISTa a renaTo MalTa 20

Studio dei gemelli GIovannI CorSello 21

Polizze SIP: domande e risposteQuando c’è una richiesta di risarcimento rIno aGoSTInIanI 22

La clinicaPrevenzione, diagnosi e terapia della tubercolosi in età pediatrica SuSanna eSPoSITo 24

La vaccinazione universale contro il Rotavirus trova riconoscimento anche in Europa GIan vInCenzo zuCCoTTI, ChIara MaMelI 26

SIGU: un documento di indirizzo sull’impiego di NIPT (Non Invasive Prenatal Test) 27

Un rash davvero particolare lIvIana Da DalT, veronICa MarDeGan 28

Libri

Sindromi malformative, una guida per il pediatra 29

Pediatri inFormazioneXI Congresso Nazionale ONSPa Cura DI DavIDe veCChIo 30

Editoriali 3

NewsFresche di stampaa Cura DI alberTo e. TozzI 4

Polmonite, è sufficiente l’ecografia? 6

Boom delle baby-IVG e delle baby-mamme in Sicilia 6

Troppi adolescenti italiani con tumore nella “terra di nessuno” 7

Esofagite eosinofila, dove nasce il rischio? 8

Tassi di vaccinazione? Non aumentano nemmeno con le epidemie 8

I bambini di New York meno intelligenti e più poveri per colpa dell’inquinamento a Cura DI DavID FraTI 9

Primo pianoSorveglianza incidenti: una rete dei Pronto Soccorso degli ospedali pediatrici italiani 10

AttualitàI primi 1000 giorni di vita: quando la nutrizione fa la differenza! ClauDIo MaFFeIS 13

Fabbisogni di vitamina D e formule per l’infanzia GIaMPIero I. baronCellI 14

Pianeta SIP Spendere meno, ma spendere meglio FabIo SerenI 17

Addio a Giorgio Maggioni, pediatra nel profondo dell’animo alberTo G. uGazIo 18

Pediatria anno 4 | numero 5 maggio 2014

Magazine ufficiale della Società Italiana di Pediatria (SIP) via Gioberti 60 00185 Roma Tel. 06 4454912 www.sip.it

DIrettore ScIentIfIco GIovannI corSello

DIrettore

Cinthia Caruso

BoarD eDItorIale

Rino AgostinianiLiviana Da DaltDomenico MinasiAndrea PessionAlberto TozziDavide Vecchio

reDazIone David Frati

PuBBlIcItà e PromozIone

Livia Costa Tel. 06 862 82 323 [email protected]

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 586/2002

aBBonamentI 2014

Individuale E 40,00Istituti, enti, biblioteche E 80,00Estero E 120,00

PreSIDente GIovannI corSello

conSIGlIo DIrettIvo alBerto vIllanI (vIcePreSIDente),luIGI Greco (vIcePreSIDente), rIno aGoStInIanI (teSorIere), faBIo carDInale, antonIo correra, lIvIana Da Dalt, DomenIco mInaSI, anDrea PeSSIon, maSSImo BarBaGallo, elvIra verDucI (conSIGlIerI), valerIo flacco (DeleGato SezIonI reGIonalI SIP), coStantIno romaGnolI (DeleGato SocIetà affIlIate SIP), GIan Paolo SalvIolI (DeleGato conferenza GruPPI DI StuDIo)

Il Pensiero Scientifico Editore Via San Giovanni Valdarno 8 00138 Roma Tel. 06 862 821 Fax 06 862 82 250 www.pensiero.it www.facebook.com/ PensieroScientifico twitter.com/ilpensiero

DIrettore reSPonSaBIle Giovanni Luca De Fiore

ProGetto GrafIco e ImPaGInazIone Typo srl, Roma

ImmaGInI © 2014 Thinkstock.com

StamPa

Arti Grafiche Tris, Via delle Case Rosse, Roma maggio 2014

ISSN 2240-3183

Pediatria numero 5 - maggio 20142

Page 3: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

Giovanni CorselloPresidente SIP

Cinthia CarusoDirettore di “Pediatria”

Recentemente la Corte Costituzionale, in-tervenendo sulla Legge 40 del 2004, ha di fatto abolito in Italia il divieto di fecon-dazione eterologa per il trattamento della

sterilità. In questi 10 anni le coppie che decidevano di ricorrere alla fecondazione eterologa hanno pra-ticato quello che è stato definito “turismo riprodut-tivo”, con un’espressione efficace ma poco rispetto-sa del disagio (non solo economico) a cui si sottopo-nevano gli aspiranti genitori. Non sappiamo quan-do e come le istituzioni preposte interverranno per dare applicazione alla sentenza della Corte ed ema-nare norme e procedure che consentano di operare con chiarezza e sicurezza, evitando una deregula-tion rischiosa per le coppie e per i neonati.In questo ambito vi sono aspetti che devono essere valutati con grande scrupolo e attenzione. Tra que-sti la correttezza e la sicurezza delle tecniche impie-gate e dei passaggi previsti dai rigidi protocolli in uso, in termini di salute degli embrioni e di certez-za della loro origine. La cronaca degli ultimi mesi

ha diffuso notizie allarmanti circa due gemelli im-piantati in una donna diversa rispetto a quella che avrebbe dovuto riceverli sulla base dell’origine ge-netica. Lo scambio di embrioni rappresenta un gra-ve vulnus sul piano etico e giuridico che verosimil-mente non potrà mai essere del tutto recuperato e superato, quale che sia il destino biologico, clinico, giuridico e sociale di questi gemelli e delle coppie coinvolte. Il concetto di maternità biologica com-prende infatti sia la provenienza gametica che la conduzione della gestazione e il parto. Le tecniche di fecondazione artificiale sono certa-mente un grande progresso scientifico che ha cam-biato il destino di coppie sterili o gravemente infer-tili, dando a milioni di genitori con problemi di pro-creazione naturale in tutto il mondo la possibilità di avere un figlio proprio. Tutto ciò non può essere mi-sconosciuto da alcuno. Ma proprio per questo, biso-gna pretendere che la procreazione medicalmente assistita si svolga all’insegna di una corretta infor-mazione alle coppie sui problemi e sui rischi connes-si con le varie procedure, alcune delle quali, come la ICSI (Iniezione intracitoplasmatica di spermatozoo) gravata da rischi di alterazioni epigenetiche nell’em-brione. Bisogna inoltre pretendere e garantire che le procedure si svolgano nel quadro di un controllo accurato di tutti i protocolli previsti, per dare la massima sicurezza e prevenire le possibilità di erro-re, consapevoli della entità dei danni e dei problemi che si possono determinare alle famiglie.

Povertà educativa, dati sconcertanti

raggiunge l’obiettivo UE del 33%, ma tra il 26,5% dell’Emilia Romagna e il 2,6 % della Campania c’è un abisso. Prendiamo l’indicatore del tempo pieno a scuola: nessuna Regione italiana raggiunge la so-glia del 50% ma tra il 47% della Lombardia e il 5% del Molise non c’è di mezzo l’oceano ma solo qual-che centinaio di km. La deprivazione educativa naturalmente non si limita solo alla scuola, riguar-da anche gli altri ambiti di vita dei minori: meno di 1 bambino su 4 in Campania fa sport continua-tivamente (il 31,2% in Puglia, il 32% circa in Cala-bria e Sicilia) a fronte di oltre il 61% in Valle d’Ao-sta. Un dato curioso: nel Paese che primeggia nel mondo per opere d’arte, nessuna Regione italiana vede almeno il 50% dei suoi minori visitare un mo-numento nel corso di un anno. Ma almeno in Tren-tino si arriva al 43,4% mentre il Lazio si ferma al 33,8% e la Toscana al 27,4%.Cosa fare di fronte a questi dati? Save the Children, in collaborazione con la SIP e altri partner, ha lan-ciato una campagna educativa inaugurando i pri-mi “Punti Luce” a Bari, Gioiosa Ionica, Catania, Palermo e Genova: spazi ad alta densità educativa, che sorgono in quartieri svantaggiati, all’interno dei quali i bambini possono rafforzare le proprie competenze e conoscenze ma anche scoprire le proprie inclinazioni e il proprio potenziale, attra-verso il gioco, laboratori artistici e musicali, uso delle nuove tecnologie. Una bella iniziativa, ma da sola non basta finché l’infanzia e il Sud continue-ranno a restare fuori dall’agenda politica.

Oltre un milione di bambini in Italia vive in condizioni di povertà economica assoluta e il dato è di per sé eclatante. Ma a far riflet-tere è un’altra statistica messa in luce da Save the Children nel recente Rapporto denominato “La lampada di Aladino”. Ed è quel-

la sulla povertà educativa, ancor più insidiosa di quella economica, che fa molte più vittime: circa 3 milioni e mezzo di bambini e adolescenti in Italia la patiscono. Si tratta di una deprivazione che si somma alla povertà econo-mica, togliendo ai bambini la possibilità di apprendere, di sviluppare i propri talenti e le proprie aspirazioni. La povertà educativa non colpisce solo il pre-sente, ma condiziona il futuro. Save the Children per la prima volta l’ha mi-surata elaborando un indice basato su 14 indicatori, tra cui l’offerta di servi-zi come asili e scuole a tempo pieno, il tasso di dispersione scolastica, l’offer-ta culturale e del tempo libero (libri, sport, arte, internet).

Per quanto parziale, come succede con tutti gli in-dici, abbiamo comunque un primo quadro della povertà educativa in Italia. Viene da chiedersi a leggere il Rapporto se possiamo ancora definire l’Italia un Paese, perché un Paese, per essere tale, un minimo comune denominatore, pur tra le varie peculiarità locali, dovrebbe averlo. E invece, prova-te a indovinare in quali aree geografiche vivono quei 3 milioni e mezzo di bambini in condizioni di povertà educativa. Prendiamo ad esempio l’indica-tore nidi per l’infanzia. Nessuna Regione italiana

Fecondazione assistita: garantire

la massima sicurezza

Pediatria numero 5 - maggio 20143

Edito

riali

Page 4: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

Fresche di stampa

Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini.Dietrich Bonhoeffer

Quando il casco non serve van Wijk RM, van Vlimmeren LA, Groothuis-Oudshoorn CGM, Van der Ploeg CPB, IJzerman MJ, Boere-Boonekamp MM. Helmet therapy in infants with positional skull deformation: randomised controlled trial. BMJ 2014;348 DOI: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.g2741

Studio sperimentale sull’efficacia dei caschi per la correzione delle deforma-zioni craniche. Di un totale di 84 bambini, un gruppo ha portato un casco per 6 mesi mentre il gruppo di controllo non aveva nessun intervento. Nes-suno dei parametri presi in considerazione ha mostrato differenze signifi-cative. Gli autori concludono che non ci sono vantaggi nella terapia con il casco e per giunta questo approccio rappresenta un costo aggiuntivo.

Cattive abitudiniLarson N. Sports and energy drinks linked to unhealthy behaviors in adolescents. J Nutr Educ Behav 2014;46:181-187.

Uno studio su quasi 2800 adolescenti americani che trova alcune associazioni non scontate. Il risultato principale ri-guarda il consumo di energy drink, che sembra associato non solo all’attività fisica ma anche alla fruizione di vari media inclusa la TV, all’uso di altre bevande e al fumo. Non è perfettamente chiaro quale sia il ruolo di altre variabili che caratterizzano lo stato socio-economico dei ragazzi.

Tutto sulla terapia della polmonite da MycoplasmaRalston S, Biondi E, McCulloh R, Alverson B, Klein A, Dixon A. Treatment of Mycoplasma Pneumonia: A Systematic Review. Pediatrics 2014;133;1081 DOI:10.1542/peds.2013-3729

Buona review per studiare nuovamente la terapia di questa comune infezio-ne. La revisione sistematica esamina nove studi randomizzati sull’efficacia del trattamento con macrolidi che meritano di essere rivisitati per compren-dere quali siano le evidenze a favore di questo trattamento. Sorpresa: gli autori concludono che tali evidenze sono ancora insufficienti.

Bastian contrariWhitelocks S. The key to getting children to eat well? Don’t tell them fruit and vegetables are healthy. Daily Mail 23/05/2014.

Una interessante rivista non propriamente pediatrica an-nuncia una pubblicazione che vedrà la luce durante l’au-tunno. L’articolo elabora e studia l’ipotesi che raccontare ai bambini che un determinato cibo fa bene innesca una reazione contraria che induce la percezione che questi stes-si cibi siano sgradevoli. Toccherà tenere conto dei principi di marketing anche con i bambini.

Assoluzione per levofloxacinaBradley JS, Kauffman RE, Balis DA, Duffy CM, Gerbino PG, Maldonado SD, Noel GJ. Assessment of Musculoskeletal Toxicity 5 Years After Therapy With Levofloxacin. Pediatrics 2014; DOI: 10.1542/peds.2013-3636

I chinolonici vengono sempre guardati con diffidenza a causa della poten-ziale tossicità nei confronti della cartilagine di accrescimento. In questo studio con un follow-up di ben 5 anni non è stata misurata alcuna diffe-renza negli eventi avversi muscolo scheletrici tra i pazienti trattati con levofloxacina in confronto ai pazienti non trattati.

Pediatria numero 5 - maggio 20144

New

s

Page 5: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

Trascrittomica dello shock setticoWong HR, Cvijanovich NZ, Allen GL, Thomas NJ, Freishtat RJ, Anas N, Meyer K, Checchia PA, Weiss SL, Shanley TP, Bigham MT, Banschbach S, Beckman E, Harmon K, Zimmerman JJ. Corticosteroids Are Associated with Repression of Adaptive Immunity Gene Programs in Pediatric Septic Shock. American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine 2014; 189(8):940-946 DOI:10.1164/rccm.201401-0171OC

Un elegante studio sull’effetto dei corticosteroridi nello shock settico del bambino. L’obiettivo era indagare sull’espressione e la regolazione genica. La somministrazione di corticosteroidi non era associata ad alcuna diffe-renza nel decorso della malattia o degli esiti. Tuttavia il gruppo che aveva ricevuto corticosteroidi aveva una significativa down-regolazione dei geni responsabili dell’immunità adattiva.

Allergie al telefoninoAquino M, Mucci T, Chong M, Davis Lorton M, Fonacier L. Mobile Phones: Potential Sources of Nickel and Cobalt Exposure for Metal Allergic Patients. Pediatr Allergy Immunol Pulmonol 2013;26(4):181–186 DOI:10.1089/ped.2013.0280

Stavolta niente studi sulle radiazioni o sul comportamento. Alcuni telefonini sono discrete fonti di nichel e di cobalto. Il lavoro pubblica i risultati associati alle marche più popo-lari di smartphone sul mercato. Più a rischio i dispositivi dotati di tastiera e i flip phone. Gli autori sottolineano che la legislazione europea è severa nei confronti del potenzia-le rilascio di metalli allergenici.

Sintomi atipici nelle infezioni da EBVChu SD, Singer JS. Acute urinary retention secondary to Epstein-Barr virus infection in a pediatric patient: A case report and review of causes of acute urinary retention in children. Urology 2013;81(5):1064-6 DOI: 10.1016/j.urology.2012.12.034

Un caso clinico relativo a un bam-bino di 12 anni che si presenta con una ritenzione urinaria refrattaria alla terapia e che successivamente sviluppa i sintomi di una infezione da EBV che viene confer-mata in laboratorio. Una buona occasione per rifa-re il punto sulle cause di ritenzione urinaria e l’asso-ciazione con infezioni virali del bambino.

Un’altra buona ragione per andarci piano con gli antibioticiSemic-Jusufagic A, Belgrave D, Pickles A, Telcian AG, Bakhsoliani E, Sykes A, Simpson A, Johnston SL, Custovic A. Assessing the association of early life antibiotic prescription with asthma exacerbations, impaired antiviral immunity, and genetic variants in 17q21: a population-based birth cohort study. Lancet Respir Med 2014 DOI: 10.1016/S2213-2600(14)70096-7

Nell’editoriale che accompagna questo lavoro si sottolinea come sia un tributo alla Hygiene Hypothesis. In questo studio di coorte sembra evidente come la somministrazio-ne precoce di antibiotici sia associata a un incremento degli episodi di wheezing e ad un aumento della loro gravità. La popolazione in studio era rappresentata da bambini dalla nascita fino a 11 anni di vita.

Dove cercare la celiachiaCristofori F, Fontana C, Magistà A, Capriati T, Indrio F, Castellaneta S, Cavallo L, Francavilla R. Increased Prevalence of Celiac Disease Among Pediatric Patients With Irritable Bowel Syndrome - A 6-Year Prospective Cohort Study. JAMA Pediatr 2014;168(6):555-560 DOI:10.1001/jamapediatrics.2013.4984

Studio italiano di coorte prospettico per studiare la prevalenza della malattia celiaca che include circa 1000 pazienti. La pre-valenza di pazienti postivi alla sierologia per la celiachia era di oltre il 4% in un gruppo di pazienti con colon irri-tabile, oltre 4 volte la prevalenza misurata in un gruppo di pazienti senza questo tipo di manifestazione clinica.

37,5% Ragazzi tra 14 e 18 anni che credono che le zanzare possano trasmettere l’HIV anche se “è raro succeda”. Il 36,5%, soprattutto ragazze, ritiene pillola e spirale metodi efficaci per scongiurare il contagio da HIV. Lo rivela “Cosa ne sai?”, un sondaggio realizzato dall’Università Ca’ Foscari su oltre 6.000 studenti delle scuole superiori Quasi nel 95% dei casi i ragazzi hanno risposto in modo inesatto o hanno dichiarato di non sapere nulla.

Pediatria numero 5 - maggio 20145

New

s

Page 6: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

5,7 miliardi di euroCosto sociale complessivo annuo relativo ai malati di tumore al colon-retto e ai caregiver, mentre il costo medio pro capite annuo in capo a paziente e caregiver è di 41,6 mila euro, con un alto rischio di burnout per chi più è esposto nella famiglia (Dati Censis - VI Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici).

obbliga le giovanissime ad abbandonare gli studi, a interrompere un cammino verso quell’emancipazione che conduce, generazione dopo generazione, a un pro-gresso sociale e culturale”. Da qui la ne-cessità di un’educazione sessuale efficace e costante. “Per fare un esempio: in Bel-gio, negli anni, sono state condotte effi-caci campagne di informazione sui me-todi contraccettivi, non a caso questo Paese è quello in cui la percentuale di IGV è più basso in Europa”. Esiste dun-que una correlazione positiva tra inter-ruzioni volontarie di gravidanza ed edu-cazione sessuale. Aggiunge il past presi-dent della SIC: “Le famiglie di provenien-za devono assumersi la responsabilità di insegnare ai ragazzi la differenza tra ses-so e amore e, dunque, devono insegnare cosa significhi l’affettività. A noi medici invece spetta l’onere di fare educazione sessuale e di spiegare alle ragazze e ai ra-gazzi in modo semplice come evitare una gravidanza indesiderata”.

Un’indagine promossa dalla CGIL e dal-l’Unione degli universitari sulla diffusio-ne dell’interruzione volontaria di gravi-danza (IVG) in Sicilia ha evidenziato un primato negativo: in sintesi, l’Istat ha calcolato che nel 2012 ben 433 ragazze sotto i 18 anni e 294 tra i 18 e i 19 anni sono diventate mamme. Di tutte queste, solamente una era sposata. Ad aggravare il quadro, la percentuale delle IVG tra le minorenni: la più alta dello Stivale (il 10,6% contro l’8,5% della media nazio-nale). “Essere in grado di programmare la maternità è un diritto fondamentale della donna e fornire alle italiane gli strumenti per farlo è un dovere dei gine-cologi”, commenta Annibale Volpe, past president della Società Italiana della Contraccezione (SIC). “Diventare madre e padre è certamente una delle esperien-ze più belle della vita, ma essere genitori comporta anche una serie di responsabi-lità che devono essere prese al momento giusto. Una gravidanza non desiderata

Polmonite, è sufficiente l’ecografia?

L’ecografia può sostituire la radiografia del torace per la diagnosi di polmonite nei bambini. Lo sostiene uno stu-dio presentato al meeting annuale della European Society for Paediatric Infectious Diseases, tenuto nelle scorse set-timane a Dublino. I ricercatori del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center coordinati da Lilliam Ambrog-gio hanno messo a confronto i referti di ecografie e radio-

grafie del torace analizzati “in cieco” da quattro radio-logi in 37 pazienti tra i 3 mesi e i 18 anni di età ricoverati per sintomi respiratori o con una pre-

scrizione di TC al torace da parte di uno speciali-sta per sospetta polmonite. È emerso che il 35% dei

pazienti sottoposti a ecografia ma anche a radio-grafia del torace viene in seguito sottoposto a TC per

approfondimenti: un dato che dimostrerebbe la scar-sa utilità di eseguire radiografia del torace in prima

linea nella diagnostica della polmonite. “I due tool dia-gnostici si sono dimostrati equivalenti”, spiega la Am-

broggio, “e questo suggerisce la possibilità di rimpiazzare del tutto la radiografia del torace con l’ecografia. Questo potrebbe fare la differenza soprattutto in determinate condizioni logistiche, per esempio in realtà ambulatoriali o difficili come nei Paesi in via di sviluppo. Le infrastrut-ture necessarie per la effettuazione e l’analisi di una eco-grafia sono decisamente meno complesse e costose di un laboratorio radiologico”.

^̂^ Ambroggio L, Sucharew H, Rattan M, O’Hara S, Babcock D, Brody A, Steinhoff M, Macaluso M, Shah S, Coley B. Dia-gnoses of PID - Diagnostic tools. ESPID 2014, Poster 0450.

Boom delle baby-IVG e delle baby-mamme in Sicilia

Pediatria numero 5 - maggio 20146

New

s

Page 7: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

500.000 Famiglie italiane che hanno rinunciato al dentista a causa della crisi economica, circa 1 famiglia su 3. Dal 2007 ad oggi si stima che i pazienti che hanno smesso di frequentare gli studi dentistici siano circa 2,5 milioni. L’Italia è il Paese europeo col più alto tasso di rinuncia alle cure dentali.

Solo un quarto degli adolescenti colpiti da tumore in Italia è curato come dovreb-be nei centri di Oncologia pediatrica. Gli altri accedono alle strutture dedicate agli adulti oppure non ricevono terapie ade-guate perché non riescono a entrare in strutture di eccellenza. Eppure la ricerca ha cambiato radical-mente la storia naturale della malattia nei ragazzi di età compresa fra 15 e 19 anni. Le guarigioni negli adolescenti sono cre-sciute del 17% negli ultimi 15 anni e oggi sono pari all’86%. Ma troppo spesso i gio-vani si trovano in una “terra di nessuno”, chiusi tra il mondo dell’Oncologia pedia-trica, che esclude l’accesso ai pazienti over 15, e quello dell’Oncologia medica del-l’adulto, dove è poco diffusa l’esperienza per curare la patologia specifica di questa fascia di età. È indispensabile migliorare la collaborazione tra le due realtà perché tutti gli adolescenti possano accedere alle cure migliori e creare centri dedicati a questi giovani malati. L’appello, contenu-to nel VI Rapporto sulla condizione assi-stenziale dei malati oncologici, arriva dal-la FAVO (Federazione italiana delle Asso-ciazioni di Volontariato in Oncologia). “La quasi totalità dei pazienti under 15 è trattata in strutture di Oncologia pedia-trica, invece per quelli fra 15 e 19 anni assistiamo a un vuoto, mancano anche linee guida specifiche”, spiega Francesco De Lorenzo, presidente FAVO. “Le persone con diagnosi di tumore in età adolescen-

ziale rappresentano un sottogruppo par-ticolare, che deve affrontare problemi di accesso ai trattamenti di eccellenza e di arruolamento nei protocolli clinici. Una situazione opposta rispetto all’ottimizza-zione dei percorsi di cura da tempo in atto nell’Oncologia pediatrica. Inoltre in que-sti pazienti è essenziale continuare a stu-diare non solo l’esito a lungo termine del-la malattia, ma anche i possibili effetti tossici dei farmaci antitumorali quali il rischio di sterilità, la maggiore possibilità di insorgenza di seconde neoplasie, di in-sufficienza d’organo (renale, epatica, car-diaca), fattori che hanno un impatto mol-to più importante rispetto a quanto si re-gistra in persone di età più avanzata”. Nel 2013 nel nostro Paese sono stati dia-gnosticati 366.000 nuovi casi di cancro: circa 1400 (meno dell’1% del totale) nei bambini sotto i 14 anni, 800 negli adole-scenti (15-19 anni). In quest’ultima fa-scia d’età i tre tipi più frequenti sono i linfomi (32%), i tumori epiteliali (24%, in particolare della tiroide e melanomi) e le leucemie (11%). “L’obiettivo princi-pale”, spiega Stefano Cascinu, presidente

del l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), “è garantire a tutti i pa-zienti adolescenti trattamenti adeguati, con programmi specifici. Va riconosciuta la complessità della gestione della malat-tia in questa fascia d’età. È possibile adot-tare diversi modelli organizzativi e curar-li in centri dedicati all’interno delle strut-ture pediatriche oppure in quelle del-l’adulto, che devono necessariamente es-sere sempre coinvolte nei progetti che ri-guardano i giovani. In questi centri è in-dispensabile inoltre il coinvolgimento di diverse figure professionali: medici, infer-mieri, psicologi, assistenti sociali, gruppi di genitori e parenti e quelli dei guariti e dei pari. Questi centri dovranno inoltre porre l’attenzione agli aspetti legati al-l’istruzione, alla preservazione della ferti-lità, all’inserimento o al reinserimento lavorativo e, in generale, al mutato rap-porto con i coetanei. Alcuni Istituti onco-logici hanno attivato programmi specifici per gli adolescenti e i giovani adulti, ma finora sono pochi. È quindi necessario stimolare la creazione di progetti su tutto il territorio nazionale”.

Troppi adolescenti italiani con tumore nella “terra di nessuno”

Pediatria numero 5 - maggio 20147

New

s

Page 8: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

8 milioni Italiani che presentano un disturbo dell’udito più o meno grave, il 18% della popolazione. Ogni 1000 nuovi nati, 1 presenta una ipoacusia profonda, che equivale a circa 200/250 neonati all’anno. Le cause principali della sordità differiscono in base all’età: nei bambini il 60% dei disturbi dell’udito è di natura genetica mentre nell’adulto le cause principali sono quelle infettive e professionali.

I bambini nati con taglio cesareo e quelli trattati con antibiotici nei primi giorni di vita sono più esposti al rischio di esofagi-te eosinofila (EoE). Lo rivela uno studio pubblicato sul “Journal of Allergy and Clinical Immunology”. I ricercatori di Johns Hopkins Children’s Center di Bal-timora e Harvard Medical School di Bo-ston coordinati da Corinne Keet hanno preso in esame i dati clinici (compresi i risultati di endoscopie del tratto digestivo

superiore) di 99 bambini tra 1 e 5 anni – il 25% con diagnosi pregressa di EoE – e hanno intervistato i loro genitori sui sin-tomi accusati dai bambini. I tassi di EoE si sono rivelati 3 volte più elevati nei bam-

Esofagite eosinofila, dove nasce il rischio?

Il buon senso ci fa supporre che in presenza di focolai epidemici l’allarme porti i genitori a far vaccinare con più solerzia i figli contro la patologia che li minaccia. A quanto pare ci sbagliamo. O almeno così sostiene uno studio presentato al meeting annuale delle Pediatric Academic Societies (PAS), tenuto nei giorni scorsi a Van-couver. I ricercatori dell’University of Washington e del Seattle Children’s Research Institute coordinati da Eli-zabeth R. Wolf hanno comparato i tassi di vaccinazione con vaccino DTPa (Difterite-Tetano-Pertosse acellulare) prima e durante la grave epidemia di pertosse che ha colpito lo Stato di Washington tra 2011 e 2012. Con sor-presa, non hanno riscontrato differenze significative. “Diamo sempre per scontato che se il rischio di contrar-re una malattia infettiva è elevato le persone accettano di buon grado la possibilità di vaccinare i propri figli

contro quella malattia. I nostri risultati smentiscono questo luogo comune. I tassi di vaccinazione sono anco-ra inferiori al necessario, ma siamo lontani ancora dal comprendere perfettamente cosa potrebbe migliorare l’accettazione della procedura vaccinale”.

^̂^ The effect of the 2011-2012 pertussis epidemic on infant DTaP vaccination in Washington State. Abstract 3380 PAS 2014.

Tassi di vaccinazione? Non aumentano nemmeno con le epidemie

bini nati da parto cesareo e 3,5 volte più elevati nei bambini trattati con antibioti-ci nel primo anno di vita. Non è emerso un impatto significativo dell’allattamen-to al seno o dell’età di divezzamento.Sebbene sia necessario approfondire la questione con altri studi, i ricercatori so-spettano che l’assenza di un parto vagi-nale (e di conseguenza della “contamina-zione” batterica del bambino da parte della madre) e la terapia antibiotica alte-rino profondamente la composizione del microbiota intestinale e che questo possa contribuire in modo decisivo all’insor-genza di una patologia allergica quale la EoE. “Sta diventando sempre più chiaro che lo sviluppo e la composizione della flora batterica intestinale nei primi mesi di vita possono inf luenzare il sistema immunitario per tutta la vita”, spiega Co-rinne Keet. “I nostri dati devono rappre-sentare un ulteriore stimolo per i pedia-tri per evitare l’utilizzo non necessario di antibiotici particolarmente nel primo anno di vita”.

^̂^ Savage JH, Matsui EC, McCormack M, Li-tonjua AA, Wood RA, Keet CA. The associa-tion between asthma and allergic disease and mortality: A 30-year follow-up study. The Journal of Allergy and Clinical Immunology 2014;133(5):1484-1487

Pediatria numero 5 - maggio 20148

New

s

Page 9: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

40%Macchinari presenti nei nostri ospedali che risalgono almeno a 10 anni fa secondo una ricerca della Società Italiana di Radiologia Medica (SIRM).

956.500Interventi estetici eseguiti in Italia nel 2013, secondo un’indagine condotta dall’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica.

I bambini di New York meno intelligenti e più poveri per colpa dell’inquinamento

Se l’esposizione prenatale all’inquina-mento da tubi di scarico nell’area di New York diminuisse di solo 1/4, si stima che i bambini che nascono nella città statuni-tense – soprattutto la popolazione pedia-trica nella fascia a più basso reddito della Grande Mela, circa 63.500 bambini – po-trebbero guadagnare in media 3.382 dol-lari in più nella loro vita lavorativa (per una cifra totale di 215 milioni di dollari) e avere un quoziente intellettivo (IQ) più elevato. Lo dimostra uno studio pubblica-to dal “Journal of Public Health Policy”.I ricercatori della Columbia University School of Public Health hanno misurato

l’esposizione materna agli idrocarburi policiclici aromatici (polycyclic aromatic hydrocarbons, PAH), inquinanti emessi dal traffico urbano e soprattutto dai mo-tori diesel e trovato una chiara associa-zione inversa tra esposizione prenatale ai PAH, IQ dei nascituri e potenziali guada-gni futuri. Dall’analisi dei dati statistici è emerso che l’inquinamento atmosferi-co causa ritardi di sviluppo a 3 anni, punteggi IQ inferiori a 5 e problemi com-portamentali a 7 anni. Anche una mode-sta diminuzione delle concentrazioni di PAH, 0,25 ng/m3, porterebbe benefici so-stanziali al livello sociale, culturale ed economico della popolazione pediatrica di New York.

^̂^ Perera F, Weiland K, Neidell M, Wang S. Prenatal exposure to airborne polycyclic aro-matic hydrocarbons and IQ: Estimated bene-fit of pollution reduction. Journal of Public Health Policy 2014; doi:10.1057/jphp.2014.14

Pediatria numero 5 - maggio 20149

New

s

Page 10: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

Pitidis, direttore del Reparto Ambiente e Traumi del Dipartimento Ambiente e Prevenzione Prima-ria dell’Istituto Superiore di Sanità. “Accanto alla rilevazione sintetica ne abbiamo una analitica che rileva in PS, in un campione di 30 ospedali distribuiti sul territorio nazionale, le cau-se d’incidente (secondo le linee guida dell’Organiz-zazione Mondiale della Sanità sulla sorveglianza degli incidenti). Di questo campione di sorveglian-za in dettaglio delle cause d’incidente fa parte il Gaslini, che è l’unico ospedale esclusivamente pe-diatrico di questa rete: gli altri ospedali hanno solo reparti pediatrici. Il core di rilevazione di questa rete campionaria è l’incidente domestico, ora que-

Parte dall’IRCSS Istituto Giannina Gaslini la realizzazione di una rete dei Pronto Soccorso degli ospedali pediatrici italiani finaliz-zata alla sorveglianza degli incidenti. L’Istituto Superiore di Sa-nità, attraverso il SINIACA-IDB, ha presentato lo stato dell’arte sulla sorveglianza ospedaliera di Pronto soccorso degli incidenti

e della violenza in Italia nell’ambito del convegno nazionale “Sistema di Sor-veglianza ospedaliera degli Incidenti in Italia e in Europa” tenuto al Centro Internazionale di Studi e Formazione Germana Gaslini (CISEF) di Genova il 16 e 17 maggio 2014. L’evento è stato l’occasione per presentare i dati di 11 Regioni italiane (Piemonte, Valle d’Aosta, P.A. Trento, Liguria, Emilia-Ro-magna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Sardegna). “Il trauma da incidente (20,3%) risulta essere in Italia la seconda causa di mortalità in età pediatrica (1-14) dopo il tumore (30,9%). Per prevenire queste morti evitabili e la morbosità indotta è necessario rafforzare la sorveglianza, e il contributo che la rete degli ospedali pediatrici italiani intende fornire, integrandola nella rete di sorveglianza europea Injury database del-la Commissione Europea, potrà essere certamente significativo”, spiega Paolo Petralia, direttore generale dell’Istituto Giannina Gaslini e presidente della Associazione degli Ospedali Pedia-trici Italiani (AOPI). “Dopo una prima fase di sorveglianza li-mitata al Gaslini, si è voluto ed ottenuto di allargare la parteci-pazione a tutti gli altri Pronto soccorso degli ospedali pediatrici italiani e la rete dell’AOPI ha aderito prontamente, costituendo in-sieme all’Istituto Superiore di Sanità un vero e proprio gruppo perma-nente di lavoro integrato a livello europeo”.

“Ci sono due livelli di sorveglianza in Pronto soc-corso ospedaliero degli incidenti pediatrici: un livello sintetico ed uno analitico. Al livello sinteti-co tutti gli ospedali di determinate Regioni osser-vano i casi di accesso in PS per incidente (o violen-za) e rilevano la diagnosi (ad esempio trauma cra-nico) e la tipologia generale d’incidente. Per la ri-levazione a livello sintetico sono attive Piemonte, Toscana e recentemente Abruzzo. Dai dati di PS di queste Regioni possiamo stimare che in Italia ogni anno accedano in PS per incidente (o violenza) ol-tre 1.160.000 bambini all’anno (età 0-14). Di questi circa il 31%, cioè 365.000 bambini, accedono al PS a causa di un incidente domestico”, spiega Alessio

Sorveglianza incidenti: una rete dei Pronto Soccorso degli ospedali pediatrici italiani

Pediatria numero 5 - maggio 201410

Prim

o pi

ano

Page 11: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

sta rilevazione si sta estendendo agli incidenti stra-dali e alla violenza con l’obiettivo di coprire in fu-turo tutte le tipologie d’incidente o violenza”, ag-

giunge Carla Debbia, pedia-tra del Pronto Soccorso del Gaslini e responsabi-le progetto SINIACA per l’ospedale genovese.

Dalle casistiche di questo campione vediamo che nei

bambini circa il 50% degli incidenti domestici sono do-

vuti a caduta. Nei bambini più grandi altro problema sono le fe-

rite da taglio (ad esempio nei maschi 10-14 anni rappresentano il 10,8% della casistica). Per i bam-bini più piccoli, oltre alla caduta, le dinamiche d’incidente più rilevanti sono l’inalazione o inge-stione di corpo estraneo, le ustioni e le intossicazio-ne (per i maschi sotto i 5 anni d’età: contatto corpo estraneo 4,8%, ustione 3,1%, avvelenamento/intos-sicazione 2,8%). Oltre il 7% degli incidenti avven-gono all’atto del nutrirsi per i rischi legati alla cu-cina. Per i bambini sotto i 5 anni d’età circa il 5% degli incidenti sono avvenuti in fase di riposo, so-stanzialmente per caduta di bambini inferiori all’anno da posizione di stazionamento fisso.

Riguardo ai traumi in Pronto Soccorso si registra il 92,8% delle dimissioni a domicilio, poiché un elevato numero di lesioni sono superficiali (24,2% di contusioni, 15,3% di fratture lievi e chiuse, prin-cipalmente a carico degli arti superiori, 11,4% di traumi cranici, 7,4% di ferite al volto). Le ustioni come diagnosi sono riportate in circa il 2% dei casi, l’età più colpita è quella da 0-4 anni in cui si verifi-cano le ustioni in assoluto più gravi; i corpi estranei intesi in maniera estensiva nel 1,5% e gli avvelena-menti intossicazioni nell’1,2% dei casi di accesso dei bambini in PS per trauma.Commenta Pasquale Di Pietro, direttore del Diparti-mento Emergenza e Accettazione e Medicina d’Ur-genza dell’Istituto Giannina Gaslini: “Con questa iniziativa (hanno aderito e partecipato i responsa-bili dei più importanti DEA degli ospedali pediatri-ci) si avvia una ricerca sistematica che, coinvolgen-do i più importanti ospedali pediatrici, permetterà di ottenere dati di interesse regionale nazionale, eu-ropeo. Tra le proposte più interessanti quella di non limitarsi più ad una sola ricerca epidemiologica, ma di valutare la dinamica dei diversi eventi anche in relazione alle diverse età pediatriche. Di fatto, solo in questo modo si potranno ottenere dati per una reale prevenzione, perché sapere come si è determi-nato l’incidente potrà determinare comportamenti o azioni volte alla rimozione di quelle cause deter-minanti alla realizzazione dell’evento. Sicuramente si dovrà porre particolare attenzione sulla dinamica degli incidenti per quanto riguarda le ustioni, che stanno diventando un problema importante sul piano della quantità e della qualità soprattutto per i piccoli pazienti; sui giochi, per i quali si dovrà por-re la massima attenzione alla sicurezza (l’elevata tecnologia e l’uso di giochi contraffatti). Nella socie-tà attuale mantengono grande rilevanza anche gli incidenti per esposizione tossicologica, causati qua-si sempre da imprudenza e negligenza (che non è

Il trauma da incidente è in Italia la seconda causa di mortalità

in età pediatrica

Da sinistra a destra Pasquale Di Pietro, Paolo Petralia, Carla Debbia, Alessio Pitidis

Pediatria numero 5 - maggio 201411

Prim

o pi

ano

Page 12: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

sempre dovuta ai bambini ma a coloro che se ne occupano). I ragazzi di oggi praticano molti sport e bisognerà valutare bene la dinamica degli incidenti per poterli rimuovere. Ad esempio, una grande ri-voluzione è stata compiuta ai fini della prevenzione quando è stato reso obbligatorio il casco in moto, sci ed altro). Sicuramente una serie di altri provve-dimenti (come l’uso obbligatorio di gusci di prote-zione per la schiena) sarebbe una ottima modalità di prevenzione. Una maggiore attenzione sulla allo-cazione di pile a disco, negli apparecchi elettronici rappresenterebbe un ulteriore importante fattore preventivo. I sistemi informatici oggi presenti in quasi tutti i PS Pediatrici permetterebbe, con inve-stimenti minimi e con molta buona volontà da par-te degli operatori sanitari, di acquisire dati impor-tantissimi ai fini della prevenzione. Un ultimo sug-gerimento: risulterà importante sulla base dei dati raccolti, valutati e discussi promuovere adeguati progetti di educazione sanitaria nelle scuole. I pe-diatri tutti, e in particolare quelli di Pronto soccor-

so, devono essere coinvolti in questi progetti, che meritano però di essere adeguatamente supportati e incentivati dalle nostre istituzioni”.Conclude Antonio Urbino, Presidente Nazionale SIMEUP: “La rete finalizzata alla sorveglianza degli incidenti e delle violenze in ambito pediatrico rap-presenta una grande occasione per monitorare un problema che comporta gravi conseguenze sulla salute dei bambini. L’iniziativa dell’AOPI e la speri-mentazione fatta all’Ospedale Gaslini sono un via-tico per coinvolgere tutti i PS degli ospedali pedia-trici italiani. La Società Italiana di Medicina Emer-genza Urgenza Pediatrica (SIMEUP) collaborerà al progetto con particolare determinazione. Gli inci-denti e le violenze sono numerosi, ma attualmente non vi sono raccolte dati nazionali, soprattutto in campo pediatrico. L’AOPI e la SIMEUP si propongo-no con questa iniziativa di raccogliere quei dati che potranno essere utili ad elaborare programmi di prevenzione e a uniformare e migliorare i compor-tamenti clinici in tutti i PS pediatrici italiani”.

*Dati del sistema SINIACA-IDB, 2014 **Dati analitici PS Gaslini, 2012

Dove accadonogli incidenti

Soggiorno/camera Da letto

40% incidenti per maschi under 5 e femmine fino ai 14 anni*

21,1% incidenti per maschi 10-14 anni*

cucina

16,4% incidenti per i maschi sotto i 5 anni*

11,8% incidenti per maschi 10-14 anni*

altre Pertinenze

13,8% incidenti per maschi under 5 e femmine fino ai 14 anni*

12,3% incidenti per maschi 10-14 anni*

Scale

3,30% incidenti 0-4 anni**

5,30% incidenti 5-9 anni**

6,90% incidenti 10-14 anni**

aree eSterne

18,6% incidenti per maschi 10-14 anni*

Pediatria numero 5 - maggio 201412

Prim

o pi

ano

Page 13: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

Claudio MaffeisDipartimento di Scienze

della Vita e della Riproduzione

Università di Verona

Due le patologie di gran lunga più diffuse nella popolazione: obesità e diabete. Due i problemi principali ad esse asso-ciati: la comorbilità (ipertensione, disli-

pidemia, steatosi-steatoepatite, etc.) e i costi perso-nali e sociali oltre che economici. Che fare? Quali i fattori più sensibili su cui intervenire? Molti e ben noti, ma il principale rimane la nutrizione. Quan-do? Sempre, in tutto l’arco della vita. Ma c’è una fase in cui l’intervento nutrizionale è più efficace: i primi 1000 giorni dal concepimento, cioè vita intrauterina e primi due anni di vita. La maturazione anatomica e funzionale dell’ipota-lamo, vera centralina di regolazione del delicato equilibrio fame/sazietà, avviene infatti in quel pe-riodo. Evidenze convincenti sostengono l’impor-tanza di assicurare al feto flussi di nutrienti adegua-ti ai fabbisogni evitando eccessi e difetti che sono seguiti da persistenti effetti non solo nell’età evolu-tiva ma nell’intera esistenza dell’individuo. È stato dimostrato infatti che le caratteristiche metaboliche

che regolano il metabolismo dei nutrienti e la com-posizione corporea sono programmate nelle prime fasi della vita. Un effetto sulle caratteristiche di pro-grammazione è esercitato anche da contaminanti e tossici presenti negli alimenti che agiscono anche come “endocrine disruptors”, modulandole in sen-so non favorevole. Nei primi 1000 giorni la sensibi-lità ai tossici è massima, oltre al fatto che vi è un’esposizione ai tossici potenzialmente elevata in termini quantitativi: 110 g cibo/kg/die vengono in-trodotti a 6 mesi contro i 30 g/kg/die a 15 anni. Più cibo più tossici.Che fare quindi per ottimizzare questo processo? Certamente garantire una gravidanza regolare con attenzione alle abitudini nutrizionali, voluttuarie e motorie della gestante, trattando precocemente il diabete o le carenze nutrizionali, garantendo un’in-formazione ed educazione adeguata sulla nutrizio-ne. L’intervento pediatrico continuerà su questa li-nea attraverso semplici ma importanti azioni: pro-mozione dell’allattamento al seno, monitoraggio attento dell’accrescimento staturo-ponderale del piccolo, svezzamento equilibrato, uso del latte vac-cino non prima del compimento dell’anno di vita. Accanto alla necessità di mantenere aderenza alle raccomandazioni riguardo la quantità di energia complessiva da consigliare nel singolo bambino in funzione dei suoi fabbisogni, è necessario insistere sulla composizione della dieta e sulla qualità degli alimenti somministrati. Un eccesso di proteine, sa-le e zuccheri semplici è stato dimostrato nei piccoli soprattutto dai 4-6 mesi in poi. Ecco l’esigenza di analizzare con accuratezza le abitudini nutriziona-li del singolo bambino insieme alla mamma (e/o a chi lo accudisce). Il pediatra ha un ruolo attivo ed insostituibile nel costruire insieme alla madre un percorso nutrizionale chiaro, semplice ed efficace. Basato sull’evidenza. Anche nel secondo anno di vita è agire in modo sartoriale, sul singolo piccolo e non in modo mec-canico e standardizzato, per costruire la “dieta” settimanale. Difficile mantenere gli apporti protei-

ci entro le raccomanda-zioni LARN senza calco-larli, e apportando le modifiche necessarie per rispettarli. La nutri-zione dei primi 1000 giorni è un terreno di prova per il pediatra: difficile trattare con i genitori di oggi ma non impossibile. È un tempo ben speso. Fondamen-tale il trasferimento del-le evidenze su cui si ba-sa la credibilità del mes-saggio. Il bene del bam-bino di oggi e dell’adul-to di domani è un pre-mio così grande che merita il massimo im-pegno.

I primi 1000 giorni di vita:

quando la nutrizione

fa la differenza!

Una dura prova per il pediatra: difficile trattare

con i genitori di oggi, ma non impossibile

Pediatria numero 5 - maggio 201413

Attu

alità

Page 14: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

Giampiero I. Baroncelli

UO Pediatria I, Azienda Ospedaliero-Universitaria

Pisana

mula, sia di partenza che di proseguimento, l’ap-porto di vitamina D risulta correlato al contenuto di vitamina D nella formula e alla quantità assun-ta giornalmente. Infatti, sulla base del contenuto di vitamina D nelle formule possiamo stimare che un apporto di almeno 400 UI/die possa essere rag-giunto solo quando il lattante ha un peso di circa 5-6 kg, e cioè tra 2 e 3 mesi di vita. Pertanto, la supplementazione con 400 UI/die è indicata, in pratica, in tutti i lattanti alimentati con formula di partenza e di proseguimento, soprattutto nei pri-mi mesi di vita. Per quanto riguarda i latti di cre-scita, poiché questi sono indicati nel bambino do-po l’anno di età, sulla base del loro contenuto e sui fabbisogni raccomandati di vitamina D, che sono di 600 UI/die, possiamo stimare che per raggiun-gere tale apporto è necessaria l’assunzione di circa 700-1400 ml di formula al giorno, con una media di circa 1100 ml (vedi tabella). Tale quantitativo viene difficilmente assunto dal bambino. Una taz-za di latte del contenuto di circa 200 ml, che po-trebbe rappresentare una verosimile quantità di latte di crescita assunta giornalmente, contiene circa 85-170 UI di vitamina D, con una media di circa 110 UI. Tale apporto corrisponde a circa il

Il latte materno è l’alimento ideale per il ne-onato. Tuttavia, come ben noto, le sue con-centrazioni di vitamina D (< 50 UI/l) sono insufficienti a coprire i fabbisogni racco-mandati del lattante. Questo non significa

che il latte umano non sia l’alimento perfetto per il lattante, bensì che madre Natura ha provveduto con altre modalità ad assicurare gli apporti neces-sari di vitamina D per l’uomo attraverso l’esposi-zione alla luce solare. Una ridotta esposizione solare e l’allattamento esclusivo e prolun-gato al seno, soprattutto nei lattanti di pelle scura, rappresentano i maggio-ri fattori di rischio per l’insorgen-za di ipovitaminosi D (valori di 25-idrossivitamina D < 20 ng/ml). Inoltre, l’American Aca-demy of Pediatrics (AAP) sconsiglia l’esposizione di-retta al sole nei primi 6 mesi di vita e suggerisce l’uso di indumenti ade-guati, incluso il cappello, e di filtri solari nel caso di esposizione alla luce so-lare. Per questi motivi la supplementazione con vi-tamina D ha un ruolo fon-damentale per la prevenzio-ne dell’ipovitaminosi D nel lattante.Le recenti linee guida della AAP consigliano di supplementare con almeno 400 UI/die tutti gli allattati al seno, totalmente o parzialmente, fin dalla nascita. Nel lattante allattato con for-

Fabbisogni di vitamina D e formule per l’infanzia

Le recenti linee guida AAP consigliano di supplementare

con almeno 400 UI/die tutti gli allattati al seno, totalmente

o parzialmente, fin dalla nascita

Pediatria numero 5 - maggio 201414

Attu

alità

Page 15: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

18% dei fabbisogni raccomandati di vitamina D. Si evince che il contenuto di vitamina D nei latti di crescita è insufficiente di per sé ad assicurare un adeguato apporto di vitamina D. bisogna tener conto delle quantità assunte dal bambino. L’appor-to di vitamina D è ancora più insufficiente nel ca-so di assunzione del latte vaccino, il cui contenuto di vitamina D è ancora più basso (circa 5-40 UI/L).

In conclusione:^^ il latte umano e il latte vaccino non contengo-

no quantità sufficienti di vitamina D per la pre-venzione dell’ipovitaminosi D;^^ le formule per l’infanzia non assicurano una

copertura completa degli apporti raccomandati di vitamina D nel primo e nel secondo anno di vita;

^^ la supplementazione con vitamina D dovrebbe essere effettuata almeno nel primo anno di vita in tutti i lattanti;^^ la supplementazione con vitamina D sarebbe

consigliabile anche durante il secondo anno di vi-ta (i primi 2 anni di vita rappresentano il periodo in cui la frequenza del rachitismo da deficit di vi-tamina D è più elevata) soprattutto nei soggetti a maggior rischio di ipovitaminosi D (allattati al se-no con scarsa compliance con la supplementazio-ne con vitamina D nel primo anno di vita, indivi-dui di pelle scura che vivono in Paesi ad elevata latitudine, bambini con scarsa esposizione solare, affetti da patologie croniche o che assumono far-maci che interferiscono con il metabolismo della vitamina D).

^̂^ Balk SJ, Council on Environmental Health Section on Dermatology. Ultraviolet radiation: a hazard to children and adolescents. Pediatrics 2011;127:e791-817.

^̂^ Baroncelli GI, Vierucci F, Bertelloni S, Vanacore T, Vierucci G. Apporti consigliati di vitamina D: un “ritorno al passato”. Medico e Bambino 2010;29:237-245.

^̂^ Braegger C, Campoy C, Colomb V, Decsi T, Domellof M, Fewtrell M, Hojsak I, Mihatsch W, Molgaard C, Shamir R, Turck D, van Goudoever J; ESPGHAN Committee on Nutrition. Vitamin D in the healthy European paediatric population. J Pediatr Gastroenterol Nutr 2013;56:692-701.

Contenuto e apporto di vitamina D nei latti di crescita in base alla quantità assunta (preparazioni liquide se disponibili o preparazioni in polvere in base alla ricostituzione consigliata) – in ordine alfabetico

Nome commerciale(ditta produttrice)

Contenuto vitamina D,µg/100 ml

Contenuto vitamina D,

UI/l

Quantità di formula che apporta 400 UI

di vitamina D, ml

Quantità di formula che apporta 600 UI

di vitamina D, ml

Vitamina D contenuta in 200 ml

di formula,UI [% RDA°]

Aptamil 3 (Milupa) 1,7 680 588 882 136 [22.7]

Crescendo (COOP) 1,5 600 667 1000 120 [20.0]

HiPP 3 Bio Liquido (HiPP) 1,4 560 714 1071 112 [18.7]

Humana 3 Junior Drink (Humana) 1,3 520 769 1154 104 [17.3]

Latte Crescita 1+ (Mellin) 1,3 520 769 1154 104 [17.3]

Latte Crescita 2+ (Mellin) 1,7 680 588 882 136 [22.7]

Latte Crescita 3 (Granarolo) 1,2 480 833 1250 96 [16.0]

Latte David (Plasmon) 1,6 640 625 938 128 [21.7]

Latte di crescita 4*(Holle) 1,3 520 769 1154 104 [17.3]

Latte Mio (Nestlè) 2,1 840 476 714 168 [28.0]

Latte Monello (Sterilfarma) 1,5 600 667 1000 120 [20.0]

Latte Nidina 3* (Nestlè) 1,2 480 833 1250 96 [16.0]

Latte Nidina 4* (Nestlè) 1,2 480 833 1250 96 [16.0]

Mukki Bimbo 1,05 420 952 1429 84 [14.0]

Neolatte 3* (Unifarm) 1,2 480 833 1250 96 [16.0]

Nipiol 3 (Nipiol) 1,6 640 625 938 128 [21.7]

Novalac (Menarini) 1,1 440 909 1364 88 [14.7]

Nutriben Crescita* (Alter) 1,1 440 909 1364 88 [14.7]

Prima Crescita (Parmalat) 1,2 480 833 1250 96 [16.0]

Scuolabus (Milte) 1,1 440 909 1364 88 [14.7]

*Preparazione in polvere.°600 UI/die.NB: 400 UI/die rappresentano l’EAR (Estimated Average Requirement; mediana dei fabbisogni in circa il 50% della popolazione sana) mentre 600 UI/die le RDA (Recommended Dietary Allowances; copertura dei fabbisogni ≥97,5% della popolazione sana).

Pediatria numero 5 - maggio 201415

Attu

alità

Page 16: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014
Page 17: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

Fabio SereniProfessore Emerito

di Pediatria, Università di Milano

Programmazione Sanitaria Pediatrica: rapporti costo-beneficio”: è il titolo della tavola rotonda che si è svolta nello scorso mese di gennaio a Napoli per iniziativa della rivista SIP “Prospettive in Pediatria”. Un ampio ed esauriente testo su quanto è stato discusso è pubblicato

sull’ultimo numero della rivista, distribuito anche al Congresso della Società Italiana di Pediatria di Palermo.La tavola rotonda è stata organizzata con due fini principali: puntualizzare quanto e come la recente grave crisi economica e il conseguente ridotto finan-ziamento alla Sanità pubblica abbiano influenzato negativamente le possibilità di erogare importanti servizi sanitari pediatrici, e quali siano i più urgenti e necessari interventi programmatori, per “spendere meno ma spendere meglio”.

Alla tavola rotonda, da me moderata, hanno parte-cipato economisti sanitari, esperti in politiche e or-ganizzazioni sanitarie, pediatri competenti in im-portanti settori specialistici per puntualizzare ca-renze attuali e necessità programmatorie urgenti. La discussione è stata aperta da una ampia relazione di Francesco Longo dell’Università Luigi Bocconi di Milano, che ha molto puntualmente documenta-to come fino ad ora si sia proceduto con tagli linea-ri e non con una allocazione delle scarse risorse disponibili con criteri prioritari. Le conseguenze non vanno considerate solo in termini di servizi erogati oggi, ma, anche e forse soprattutto, in ter-mini di danni che l’attuale sottostima dei bisogni indurrà in futuro, citando il mancato ricambio ge-nerazionale degli operatori e l’insufficiente rinno-vamento tecnologico.Angelo Rossi della AGENAS (Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali) ha discusso i dati rela-tivi al commissariamento della Regione Campania,

ben nota per essere tra le Regioni con un deficit sa-nitario accumulato tra i più rilevanti, e che quindi ha dovuto sopportare i maggior sacrifici per rien-trare nella spesa. In sintesi neppure in questa dram-matica situazione si è potuto agire “tagliando i rami secchi” e riservando un trattamento privilegiato ai servizi essenziali, ma si è operato senza program-mazione, e non avendo cura per un rapporto otti-male costi-benefici, con conseguenze drammatiche in temi di funzionalità di servizi essenziali. Mauri-zio Bonati dell’Istituto Mario Negri ha affrontato il problema della programmazione sanitaria pediatri-ca da tutt’altro versante. Ha sottolineato soprattutto che senza la partecipazione attiva e il controllo degli operatori (in questo caso dei pediatri) non vi è pos-sibilità di programmare razionalmente. Ha quindi sollecitato che lo stimolo alla razionalizzazione del-la spesa venga dal “basso”, e non sia considerato solo come compito politico-amministrativo. Ma di ciò non vi è, tranne poche documentate evenienze, traccia alcuna. In altre parole, noi pediatri siamo corresponsabili.Dopo questi interventi preliminari hanno fatto se-guito quattro interventi di analisi denuncia-speci-fici. Non è qui la sede per riferirne i dettagli, ma Susanna Esposito per il progetto vaccinazioni, Luca Ramenghi per la neonatologia, Renzo Guerrini per la neurologia infantile e Angelo Selicorni per le ma-lattie genetiche complesse hanno rivelato senza al-cun velo i difetti attuali conseguenti alla mancata programmazione pediatrica, e suggerito l’adozione di adeguati “non onerosi” provvedimenti correttivi. Ha chiuso la discussione Tommaso Langiano, di-rettore generale dell’Azienda Ospedaliero Universi-taria Meyer di Firenze. Da Langiano è venuta, dopo tanti motivi di scoramento, una nota di speranza. Langiano ha il privilegio di lavorare in una tra le poche Regioni italiane in cui si è operato seguendo, almeno in parte, una ragionata programmazione. Ha documentato con il suo intervento come anche nell’attuale critica situazione finanziaria si possa programmare almeno in certi settori con risultati soddisfacenti. Ha citato tra l’altro il modello tosca-no della Rete delle malattie rare e i buoni risultati che sono derivati da una organica connessione tra ospedale e i pediatri di famiglia.

Spendere meno, ma spendere meglio

Pubblicati sull’ultimo numero di “Prospettive in Pediatria”

gli esiti di una importante tavola rotonda

IJP, sconto per i soci SIPÈ a disposizione dei soci della Società Italiana di Pediatria uno sconto del 37,6% sugli articoli standard al momento della loro sottomissione per l’Italian Journal of Pediatrics, la prestigiosa rivista unicamente online (www.ijponline.net) edita da Bio Med Central (BMC) e diretta da Sergio Bernasconi.Per usufruire dello sconto occorre essere soci SIP e seguire le istruzioni al link:http://sip.it/varie/soci-sip-sconto-per-litalian-journal-of-pediatrics

Pediatria numero 5 - maggio 201417

Pia

neta

SIP

Page 18: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

Alberto G. UgazioDirettore Dipartimento

di Medicina Pediatrica, Ospedale pediatrico

“Bambino Gesù”, Roma

Nel tardo pomeriggio del 20 ottobre 2010, a Roma, nel corso dell’apertu-ra del 66° Congresso Nazionale del-la SIP, venne consegnata al professor Giorgio Maggioni l’onorificenza di

“Maestro della Pediatria”. Difficile dimenticare l’applauso scrosciante, appassionato e intermina-bile che accolse le sue parole di accettazione dell’onorificenza: “Sono orgoglioso di aver dedica-to la mia vita alla Pediatria e lo dico soprattutto ai giovani: avete scelto la professione più bella e più nobile. Avete scelto di dedicare la vostra vita alla

salute dei bambini. Dovete esserne orgogliosi!”. Pediatra nel profondo dell’animo, novantaduenne, aveva colto con straordinario acume e lucidità i segni di disagio e di insoddisfazione dei pediatri italiani: il richiamo all’orgoglio, da lui intimamen-te sentito, non fu certo casuale. Aveva saputo toc-care una corda scoperta e aveva richiamato i pe-diatri alla nobiltà della propria missione. L’applau-so fu la miglior prova che il suo appello aveva colto nel segno. Eppure Giorgio Maggioni era diventato pediatra quasi per caso. Nell’ottobre del 1943, fuggito av-venturosamente da un treno che stava portando in Germania una colonna di militari italiani cattura-ti nei Balcani, venne raggiunto da un messaggio di Gino Frontali, direttore della Clinica Pediatrica di Roma, che lo aveva molto apprezzato come stu-dente di Medicina a Padova e che gli proponeva di raggiungerlo. Lo raggiunse di lì a un mese e ne divenne presto l’allievo preferito. Giorgio Maggio-ni fu l’autentico iniziatore della nutrizionistica pediatrica nel nostro Paese. Utilizza per primo la cromatografia in ambito pediatrico – dapprima su carta e poi su colonna – per lo studio degli amino-acidi in varie patologie e soprattutto nei disturbi della nutrizione. Avvia le prime ricerche sull’obe-sità in età pediatrica nel 1975, quando ancora l’obesità veniva considerata alla stregua di una simpatica caratteristica somatica. Più in generale, i suoi scritti testimoniano in modo eloquente il suo approccio all’alimentazione del bambino co-me problema ecologico. Si rimane quasi increduli leggendo oggi che negli anni Settanta dello scorso secolo Giorgio Maggioni ipotizzava l’importanza della dieta infantile per la prevenzione delle ma-lattie dell’adulto. Un concetto che avrebbe dovuto attendere ancora più di trent’anni per entrare nel-la cultura medica corrente.

Immaginava il Paradiso come una grande bibliotecaAl 70° Congresso Italiano di Pediatria il Gruppo di studio SIP sulla Storia della Pediatria ha presentato un poster dedicato al Maestro, dal quale è tratto questo testo

Nonostante papà fosse nato nel 1918 e io nel 1965, quindi ben 47 anni di differenza ci separassero, io non l’ho mai sentito un padre lontano. Anzi ho sempre detto a miei figli che se avessero voluto sapere qualcosa su di me, la persona che meglio mi conosceva era proprio lui. E anche quando le mie scelte di lavoro e di vita mi hanno portato lontano da lui, non è mai stato un padre distante, ma presente e informato. Di lui ricordo innanzitutto la sua onestà intellettuale, il suo carattere schivo ma sincero e poi la sua curiosità, curiosità intellettuale. E l’interesse per tutte le discipline, la storia innanzitutto, la medicina, ma anche l’astronomia. Di astronomia appunto parlava l’ultimo libro trovato sul televisore, che quasi sino agli ultimi giorni ha cercato di leggere, nonostante i problemi della vista. Ma amava anche la letteratura francese, come la storia dei Papi e così via, una curiosità portata avanti con entusiasmo, mai con fatica.

Parlava con affetto dei libri, amava dire scherzando – ma sicuramente con un fondo di verità – che immaginava il Paradiso come una grande biblioteca con i volumi di tutto lo scibile umano e tante belle signorine che consegnavano i libri, in cui in sottofondo si sentiva la musica di Mozart. Tra i suoi insegnamenti quello di non perdere tempo. Lui stesso non amava oziare, lo ricordo sempre – anche in vacanza nella casa vicino Belluno – con qualcosa in mano. Diceva che bisogna sempre far qualcosa, anche perché in caso contrario i neuroni sarebbero andati in malora. Ripeteva spesso che era contento di aver fatto il pediatra, anche se la scelta era stata casuale, come era contento della scelta di lasciare Padova per Roma: per tale ragione ci ha sempre lasciato liberi di fare le nostre scelte sia di lavoro che di vita. Il ricordo del suo Maestro, il prof. Frontali, riusciva a commuoverlo quasi sino alla fine. Per lui il ricordo era importante, perché, diceva, “Noi esistiamo solo nel ricordo degli altri, ci siamo solo sino a che gli altri ci ricordano”. Amava molto la sua famiglia. Ognuno di noi ha ricevuto amore in maniera diversa, ognuno per le sue peculiarità. Si sentiva molto amato da noi, anche in questo caso maniera differente e peculiare da ognuno di noi. Il suo augurio era: “Spero che i vostri figli vi amino come mi sento amato da voi”.

(da un’intervista ad Andrea Maggioni liberamente interpretata da Maria Giuseppina Gregorio)

Addio a Giorgio

Maggioni, pediatra

nel profondo dell’animo

Pediatria numero 5 - maggio 201418

Pia

neta

SIP

Page 19: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

I suoi allievi lo ricordano come grande clinico, ri-goroso, intellettualmente e moralmente esempla-re, sempre disponibile con i bambini e le famiglie ma esigente e non di rado severo con i collabora-tori. Su di lui, tuttavia, i suoi allievi sapevano di poter contare. Schivo e riservato, ne aiutò molti con generosità e con affetto, nei momenti difficili della vita. Con Giorgio Maggioni, la Pediatria ita-liana ha perso un autentico Maestro. Ultimo forse in ordine di tempo di quei pediatri del nord-est profondamente segnati dalla cultura pediatrica mitteleuropea – la scuola di Vienna – che tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo contri-buirono in misura determinante a fondare e dif-fondere la Pediatria nel nostro Paese.

SIP e FIMP, incontro sulla riorganizzazione delle cure pediatricheSi è svolto nei giorni scorsi a Roma un incontro tra i Presidenti della Società Italiana di Pediatria e della Federazione Italiana Medici Pediatri, Giovanni Corsello e Giampietro Chiamenti, alla presenza dei rispettivi vicepresidenti, Alberto Villani e Luigi Greco per la SIP e Luigi Nigri per la FIMP. L’incontro ha posto le basi per la condivisione di un modello assistenziale nell’area pediatrica nell’ottica di una maggiore integrazione tra cure primarie e ospedaliere. “Il pediatra è e deve restare la figura di riferimento per la tutela e la promozione della salute dei bambini, dalla nascita all’adolescenza, tanto sul territorio quanto in ospedale: è questo il presupposto da cui partire per la riorganizzazione delle cure pediatriche”, dichiarano i presidenti SIP e FIMP. “Dobbiamo, anche in un contesto di crisi economica che rischia di condizionare le risorse disponibili, continuare a garantire standard assistenziali di qualità in grado di rispondere ai diversi bisogni di salute”.

A sinistraMario De Curtis consegna l’onorificenza di “Maestro della Pediatria” a Giorgio Maggioni

Sotto Da sinistra a destra: Alberto Villarni, Giampietro Chiamenti, Giovanni Corsello e Luigi Nigri

Diventato pediatra quasi per caso fu l’autentico iniziatore della nutrizionistica nel nostro Paese

Pediatria numero 5 - maggio 201419

Pia

neta

SIP

Page 20: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

È una storia che nasce e si sviluppa attorno a un mi-nerale, lo zolfo, per secoli considerato simbolo di miseria e povertà e quindi assegnato ai più umili. A raccontarla nel suo libro “Cercavano la luce” (Plumelia edizioni, 2012) è Renato Malta, ricerca-

tore di Biopatologia e Biotecnologie Mediche e Forensi presso l’Università di Palermo. Per più di un secolo e mezzo la vita di decine di migliaia di vite umane, compresi i bambini, si è svol-ta attorno a questo minerale. La pagina più triste è quella dei “carusi”, gli operai bambini.

Chi erano i “carusi”? Il termine “caruso” era attribuito al ragazzino di età tra i 6 e i 10-11 anni, “picciotto” era invece l’adolescente; si diventava uomo con la chiamata per il servizio di leva militare. Gli operai di età infantile erano assegnati a un faticoso lavoro da svolgere nelle gallerie delle miniere insieme agli adulti, nella loro dipendenza e anche disponibilità; molto spesso era assente la tutoria genitoriale, perché la famiglia li aveva ceduti all’esercente delle miniere. Il termine caruso finì col diventare nelle zolfare una qualifica di basso rango, sicché molti operai rimasero carusi a vita: non individui, ma

nell’immaginario privi di personalità autonoma, un numero. Provenivano dalla massima indigenza familiare, poveri e analfabeti, non curati né nell’igiene né nell’alimentazione.

Colpisce il drammatico fenomeno del “soccorso morto”. Di cosa si trattava esattamente?Il lavoro del proprio figlio dato in pegno per sanare un prestito ricevuto e che, a causa

degli interessi a usura e della bassa remunerazione del lavoro minorile, si rileverà difficilmente riscattabile. Il fanciullo “soccorreva” la famiglia e “moriva”, nel senso che rimaneva in miniera per lunghi anni per compensare il debito economico con il rischio di incorrere in incidenti a cui non infrequentemente soccombeva.

Che dimensione aveva il fenomeno?Il Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio nel 1883 avviò sul

territorio nazionale il censimento del lavoro minorile. In nessuna miniera d’Italia risultavano fanciulli di età inferiore ai 10 anni, mentre nelle zolfare di Caltanissetta, Agrigento ed Enna erano centinaia i minori tra i 6 e i 9 anni, e migliaia tra i 10 e i 13 anni: in questa seconda fascia di età soltanto nelle miniere di Iglesias si era registrato qualche centinaio di operai. Il fenomeno quindi si riscontrava pressoché esclusivamente nelle zolfare siciliane. Nel 1886 la Legge sul lavoro dei fanciulli impose delle limitazioni al loro sfruttamento, che furono tuttavia ampiamente disattese per lunghi anni: si agì in frode dichiarando età superiori a quelle reali ovvero furono certificate idoneità non dovute per tare fisiche non dichiarate, e con abusi aggiuntivi quale quello dei medici di voler trarre profitto nel chiedere compensi per rilasciare la certificazione di idoneità al lavoro, gratuitamente dovuta.

Molti “carusi” vennero riformati alla visita militare. Perché? Tra i carusi chiamati alla leva nati tra il 1874 e il 1877, i riformati dei Distretti minerari per deformità del “casso toracico” raggiunsero

Cercavano la luceUna triste pagina di storia di fine ‘800, quella dei bambini che lavoravano nelle zolfare siciliane, senza diritti

Accanto la copertina del libro, nella pagina a fianco “carusi” al lavoro in una foto tratta da volume

Pediatria numero 5 - maggio 201420

Pia

neta

SIP

Page 21: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

anche il 35%. Le condizioni di vita erano dettate dal ritmo del lavoro nelle zolfare: 10-12 ore di lavoro al giorno, trasportando ininterrottamente sulle spalle gerle anche con 35 chili di zolfo grezzo. Sarà questo peso, insieme alla denutrizione e alla gracilità di un corpo ancora infantile, a deformare in modo irreversibile la conformazione fisica e la statura. Negli studi di Alfonso Giordano da Lercara i rilievi antropometrici hanno inequivocabilmente dimostrato che i carusi avevano peso corporeo e statura inferiore rispetto agli scolari e ai figli di contadini di pari età e i deficit fisici prevalenti erano a carico della colonna vertebrale per cifosi, lordosi, ipertrofia cervico-dorsale, sporgenza omoplatica. Il riformato alla leva si portava dietro una stigma perché considerato di minore validità: un neo di sfiducia verso chi doveva sostenere la famiglia con le energie del proprio lavoro fisico.

C’è un messaggio che la società di oggi e i medici in particolare possono trarre dal suo libro?La storia sanitaria delle zolfare è ricca di avvenimenti ed è raccontata sotto molteplici visioni: medico-sanitaria, politica, etica, organizzativo-

gestionale, e comprende tutto l’arco di tempo che va dall’avvio delle attività sanitarie con la denuncia dell’assenza dell’assistenza medica, con l’impegno parlamentare e la promozione delle iniziative legislative non solo rivolte alla cura della

salute, ma anche alla prevenzione fino agli anni ‘60 del Novecento, quando le zolfare furono completamente chiuse. Il motore è stata l’istanza etica che chiede di andare incontro all’altro nel bisogno: ed è stato fatto molto, potremmo dire tutto, per quel tempo. Tuttavia, le “opportunità” si sono trasformate anche in “comportamenti opportunistici”, con un viraggio dall’onestà alla sua negazione: i medici abusarono facendosi pagare la prestazione per dichiarare l’idoneità fisica del fanciullo, i lavoratori frodavano chiedendo sussidi assistenziali non dovuti. È la storia dell’uomo, che nel bisogno si piega ad ogni sacrificio, ma quando coglie l’occasione di un profitto anche indebito, non resiste a fermarsi. Non sono stati i medici soltanto a migliorare le condizioni di questa classe di lavoratori, ma

un impegno a tutto campo, sistemico: normativo e legislativo, culturale, economico. La storia è raccontata sotto gli aspetti dell’etica e del management da far confluire per l’interesse del malato. È la via con la quale il medico può riuscire a tutelare se stesso: cioè a partire dalla tutela dell’altro. Visione diametralmente opposta all’odierna triste pratica della medicina difensivistica – che prova, senza peraltro sempre riuscirci, a difendere prioritariamente il medico – e non difensiva: perché così può essere chiamata solo quella che difende il malato e anche il medico. Come dice Henry E. Sigerist: “Invece dell’opinione dei medici, ho ritenuto che fosse meglio descrivere il destino dei malati”. Ancora oggi essi affidano il loro destino nelle nostre mani.

Studio dei gemelliÈ del 1951 il volume “Studio dei gemelli”, pubblicato per i tipi di Edizioni Orizzonte Medico da Luigi Gedda, fondatore in Italia della Genetica Medica e di quella che con grande passione scientifica egli definì “Gemellologia”. Il volume è di circa 1400 pagine e già nelle sue dimensioni delinea il desiderio dell’autore di affrontare tutti gli aspetti biologici e clinici correlati con i gemelli e con la gemellarità, compresi quelli epidemiologici e di laboratorio, sulla base delle conoscenze e delle evidenze maturate sino a quel momento. Di grande impatto anche clinico e iconografico, lo studio delle malattie dei gemelli con una analisi approfondita delle differenze anche in rapporto alla loro origine monozigotica o dizigotica. Molte le immagini a colori, i grafici, i disegni, le figure tutte originali e ideate per il volume. I primi capitoli sono dedicati ai gemelli nel mito e nell’arte, nella storia e nella scienza, nel regno animale e vegetale, per mettere l’accento sulla importanza di un approccio globale al tema dei gemelli, comprensivo degli aspetti umanistici e storici. Un approccio che dimostra la volontà di rapportare le conoscenze sui gemelli al corso della evoluzione del pensiero umano. Denso di informazioni tecniche il capitolo sulle ricerche in corso sui gemelli e sulla bibliografia, residuo di un’epoca in cui l’aggiornamento scientifico seguiva percorsi più lenti e richiedeva una diversa modalità rispetto a quella attuale, rapida e agevole sulla base della informatizzazione dei dati e dei lavori. Lo “Studio sui gemelli” è un libro esemplare per ricchezza di fonti, di contenuti e di immagini, accattivante e pieno di curiosità scientifiche e non solo! Un volume prezioso anche per la sua veste grafica ed editoriale raffinata e curata sin nei dettagli del testo e della iconografia.

Giovanni Corsello Presidente SIP

Cercavano la luce

Pediatria numero 5 - maggio 201421

Pia

neta

SIP

Page 22: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

I n un sistema sanitario ca-ratterizzato da un incre-mento vertiginoso del nu-mero complessivo di ri-

chieste per risarcimento danni ed una costante dilatazione dei tem-

pi processuali, è divenuta fondamentale per il pediatra la ricerca degli strumenti più indicati a garantire la tutela della propria sfera patrimonia-le; per tale motivo, oltre la polizza di responsabi-lità professionale, la stipula di una polizza di tu-tela legale consentirà di coprire gli eventuali co-sti per la scelta della migliore difesa tecnica e le-gale in sede penale. Le compagnie assicurative intervengono (nei limiti di un quarto del massi-male previsto con la polizza di responsabilità professionale) per resistere all’azione del danneg-giato contro l’assicurato, ma esclusivamente con propri legali e consulenti tecnici, non ricono-scendo le spese che l’assicurato sostiene per lega-li o consulenti scelti personalmente nei procedi-menti civili. In altre parole, ai sensi del Codice Civile l’assi-curatore provvede a quanto necessario per la di-fesa (in sede civile) ma solo ed esclusivamente mediante propri legali e, soprattutto, propri con-sulenti tecnici: non copre invece né i legali even-tualmente scelti dall’assicurato (per la difesa ci-vile) né i costi relativi al procedimento penale in assenza di parte civile: nei casi in cui vi sia un contenzioso penale in assenza di richiesta di ri-sarcimento, può verificarsi il caso del mancato intervento iniziale della compagnia assicurativa con i propri legali e consulenti tecnici, ponen-do l’assicurato in una situazione di note-vole disagio. Per questi ultimi casi,

nella proposta assicurativa della SIP è stato deci-so di inserire direttamente una polizza la tutela legale (massimale euro 50.000 per sinistro, senza limite annuo), in modo da garantire il socio an-che nei casi di contenzioso penale in assenza di richiesta di risarcimento; la scelta è stata deter-minata dalla consapevolezza di come questa ga-ranzia si sia in passato rivelata preziosa per i colleghi coinvolti in questo tipo di situazioni, purtroppo meno rare del previsto. Questa poliz-za opera nei casi in cui il pediatra sia condanna-to e, se assolto, copre i costi residui non diretta-mente sostenuti dall’Azienda presso cui il pedia-tra lavora (ex art. 25 CCNL Dirigenza medica). La stessa polizza estende i propri effetti anche in sede civile, ma opera soltanto in presenza di una polizza di responsabilità professionale, a inte-grazione e dopo esaurimento di ciò che è dovuto dall’assicurazione, per le spese di resistenza e soccombenza, oltre che le spese sostenute per la chiamata in causa della compagnia, nel caso in cui la stessa non adempia né in via stragiudizia-le né durante il procedimento giudiziale al pro-prio obbligo a resistere alla richiesta di risarci-

mento promossa contro l’assicurato. Quindi, in sede civile il pediatra sarà prevalen-

temente assistito dai le-gali nominati dalla compa-

gnia assicurativa mentre, dal punto di vista penale, il pediatra

dovrà nominare un proprio avvoca-to essendo la responsabilità penale

esclusivamente personale o sce-gliendo fra i legali indicati dalla

Azienda (ex art.25 CCNL cita-to) o con legali esterni.

Quando c’è una richiesta di risarcimento

POLIZZE SIP: DOMANDE E RISPOSTE

L’appuntamento con la rubrica pensata per chiarire i dubbi dei soci in tema assicurativo

Rino AgostinianiTesoriere SIP

Quali costi copre la polizza

di tutela legale SIP?

Pediatria numero 5 - maggio 201422

Pia

neta

SIP

Page 23: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014
Page 24: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

Durante il Congresso congiunto SIP-SICuPP-SITIP sono state presentate per la prima volta le linee guida per la prevenzione, la diagnosi e la tera-pia della tubercolosi (TB) in età pe-

diatrica e adolescenziale. Tali linee guida, propo-ste dalla Società Italiana di Infettivologia Pediatri-ca (SITIP) e dalla Società Italiana di Pediatria (SIP), hanno coinvolto esperti di molte altre Società scientifiche quali la Società Italiana di Neonatolo-gia (SIN), la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), la Società Italiana di Malattie Re-spiratorie Infantili (SIMRI), la Società Italiana di Immunologia e Allergologia Pediatrica (SIAIP), la Società Italiana di Cure Primarie (SICuPP), ERS Consilium, STOP TB, l’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI), la Società Italiana di Ma-lattie Respiratorie (SIMER), l’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO), la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), la Società

Italiana di Chemioterapia (SIC), la Società Italiana di Farmacologia (SIF), la Società Italiana di Scienze Infermieristiche (SISI) e il Moige.La TB rappresenta ancora oggi un problema sani-tario di grande rilievo: costituisce la seconda cau-sa di morte tra le malattie infettive a livello mon-diale dopo l’HIV. Si stima che nel 2012 vi siano stati globalmente circa 8,6 milioni di casi inci-denti di tubercolosi (un dato equivalente a 122

casi per 100.000 abitanti), 1,3 milioni di de-cessi per TBC tra cui 940.000 tra per-

sone HIV-negative e 320 mila tra persone HIV-positive. I casi di TB multiresitente (MDR-TB) sono in aumento (450.000 casi nel 2012). Tra questi si stimano 170.00 mor-ti, valore elevato se paragonato

al l’incidenza stessa. Nel 2012 tra i casi di TB segnalati, 530.000 (cir-ca il 6% del totale) sono stati registrati in bambini (sotto i 15 anni di età) e 2,9 milioni (2,7-3,1 milioni) tra la popolazione

femminile (con 410.000 decessi). Tra i bambini HIV-negativi si stima

che nel 2012 vi siano stati 74.000 deces-

Prevenzione, diagnosi e terapia della tubercolosi in età pediatrica

La TB nell’attuale società multietnica appare uno dei problemi infettivologici di maggiore rilievo

Susanna EspositoUnità di Pediatria

ad Alta Intensità di Cura Università degli Studi

di Milano Fondazione IRCCS

Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano

Pediatria numero 5 - maggio 201424

La c

linic

a

Page 25: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

si, pari a circa l’8% dei decessi verificatisi tra per-sone HIV negative. L’attuale situazione epidemio-logica della TB in Italia è caratterizzata da una bassa incidenza nella popolazione generale, dalla concentrazione della maggior parte dei casi in al-cuni gruppi a rischio e in alcune classi di età e dall’emergere di ceppi tubercolari MDR. Sfortunatamente, anche con l’impiego delle più moderne tecniche di laboratorio, l’identificazione dei soggetti di età pediatrica e adolescenziale coin-volti dal problema TB non è sempre facile in quan-to i bambini possono più facilmente dell’adulto avere colture negative, intradermoreazione di Mantoux negativa, radiografia del torace con re-perti equivoci e manifestazioni cliniche atipiche. Inoltre, soprattutto nei più piccoli, l’infezione tu-bercolare presenta un maggior rischio di progres-sione a malattia attiva. Di conseguenza, appare chiaro che il pediatra debba seguire strategie di diagnosi diverse da quelle impiegate nell’adulto e specificatamente indirizzate ai bisogni del bambi-no. Inoltre, deve impostare proprie misure tera-peutiche che tengano conto del fatto che molti farmaci potenzialmente utili non sono registrati per l’uso pediatrico e che il loro uso può fortemen-te complicare la gestione terapeutica di ogni sin-golo caso. Nelle nuove linee guida viene sottoline-ato come per la diagnosi di TB in età pediatrica e adolescenziale risulti fondamentale un’accurata anamnesi, mirata ad indagare l’avvenuta esposi-zione al Mycobacterium tuberculosis, quindi l’eventuale contatto con un soggetto con TB bacil-lifera o con persone provenienti da aree endemi-che, e le condizioni favorenti la malattia quali il disagio socio-economico. Particolare rilievo è da-to alla presenza di condizioni mediche associate che favoriscono l’immunosoppressione, come la malnutrizione, l’infezione da HIV e la terapia con corticosteroidi o farmaci immunosoppressori. Anche l’analisi clinica riveste un ruolo di fonda-mentale importanza nella diagnosi di TB: devono essere accuratamente valutati i segni e sintomi suggestivi di malattia attiva, quali la tosse cronica, la perdita di peso, l’astenia, la sudorazione profusa, la febbre, il dolore toracico, l’emottisi ed il distress respiratorio. Il test cutaneo alla tubercolina (tuber-culin skin test o TST) è stato per oltre un secolo, dal 1908, l’indagine diagnostica di riferimento per ri-levare l’infezione da Mycobacterium tuberculosis. La disponibilità di nuovi test immunologici per la diagnosi di tubercolosi (interferon-γ release assays o IGRAs), basati sulla misurazione di INF-γ rila-sciato dai linfociti T del paziente in risposta alla stimolazione in vitro con antigeni specifici del My-cobacterium tuberculosis, ha creato confusione tra gli operatori sugli esami da seguire. Nelle nuove linee guida i test disponibili vengono analizzati nel dettaglio e viene fornito uno schema di approccio basato sulle evidenze che tiene in considerazione l’età del paziente e la presenza di una eventuale immunocompromissione.Nel documento si riportano anche le indicazioni al ricovero per un bambino con sospetta TB, le norme relative all’eventuale necessità di isolamen-

to, le regole per la riammissione in comunità e la gestione dei contatti dei casi di TB. Particolare spa-zio nelle linee guida viene riservato alla terapia. In particolare, viene riportato come trattare la TB polmonare ed extrapolmonare con un dettaglio delle formulazioni farmaceutiche disponibili e dei dosaggi raccomandati. Viene sottolineata l’impor-tanza dell’aderenza alla terapia e viene riportato come effettuare il follow-up del paziente pediatri-co con TB. Viene riportato come gestire gli eventi avversi e quando sono necessari trattamenti adiu-vanti con corticosteroidi o vitamine. Inoltre, viene ampiamente discussa la problematica della gestio-ne delle forme di MDR-TB e del trattamento del soggetto immunocompromesso. Infine, viene di-scusso chi vaccinare con BCG sulla base dei dati di efficacia disponibili.Ci auguriamo che il documento, molto articolato ed esteso, possa essere utile al pediatra nella sua pratica quotidiana considerato che la TB nell’at-tuale società multietnica appare uno dei problemi infettivologici di maggiore rilievo.

Pediatria numero 5 - maggio 201425

La c

linic

a

Page 26: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

I Rotavirus sono la causa principale di gastroenterite acuta infantile. An-che se l’elevata mortalità (>450.000 casi/anno nel mondo) riguarda qua-si completamente i Paesi in via di sviluppo, i tassi di morbosità sono molto elevati ovunque con conseguenti rilevanti costi diretti (ricoveri,

visite, cure) e indiretti (giorni di attività persi). In Italia ogni anno si stimano più di 300.000 casi di gastroenterite da Rotavirus gestiti a domicilio, almeno 80.000 visite mediche e circa 10.000 ospedalizzazioni.

L’infezione da Rotavirus è ubiquitaria ed endemi-ca, con un picco invernale/primaverile. La tra-smissione avviene soprattutto per via oro-fecale, mediante acqua ed alimenti contaminati o altri veicoli, come biberon o giocattoli. Il decorso varia da forme asintomatiche a forme cliniche di diversa gravità, con diarrea, di solito preceduta da vomito e febbre, che insorge dopo un periodo di incuba-zione di 1-2 giorni e può protrarsi anche fino a 3 settimane. La grave disidratazione che ne conse-gue può mettere a rischio la vita del lattante, se non adeguatamente trattato.Due vaccini contro il Rotavirus sono disponibili già da alcuni anni, entrambi sono vivi attenuati ed in-

ducono una protezione valida contro la diarrea, sia grave che in forma lieve, sostenuta

da tutti i più comuni Rotavirus selvaggi circolanti. In una re-

cente meta-analisi sono stati valutati 31 studi di

efficacia relativi al Ro-tarix e 12 relativi al Ro-tateq. Il primo previe-ne il 70% di tutti i casi e l’80% dei casi gravi, il secondo previene il

73% di tutti i casi e il 77% dei casi gravi. En-

trambi prevengono più dell’80% delle ospedalizza-

zioni. Il profilo di sicurezza di questi vaccini è risultato

essere buono, malgrado in rari casi siano state osservate invaginazio-ni intestinali post-vac-cino (1-5/100.000). Da-

to il basso rischio e i grandi benefici preventivi os-servati, le Autorità sanitarie, ed in particolare l’Or-ganizzazione Mondiale della Sanità, continuano a raccomandare e sostenere la vaccinazione anti-Ro-tavirus. Oggi questi vaccini sono entrati nei pro-grammi di immunizzazione di più di 50 Paesi (compresi gli Stati Uniti) portando benefici rilevan-ti in termini di riduzione delle ospedalizzazioni e dei costi socioeconomici connessi. Malgrado anche in Europa i costi per ricoveri e terapie, nonché i co-sti indiretti sono tali da consigliare l’adozione di politiche vaccinali su scala universale, solo il Belgio e l’Austria hanno introdotto la vaccinazione univer-sale subito dopo l’approvazione del vaccino. Solo recentemente anche Regno Unito, Germania e Francia hanno introdotto questa vaccinazione nei rispettivi calendari vaccinali. In Italia, attualmente solo la Sicilia ha introdotto la vaccinazione universale in offerta gratuita nel 2012, utilizzando il Rotarix e raggiungendo in un anno una buona copertura vaccinale (>40%). In Puglia la vaccinazione anti-Rotavirus viene offer-ta gratuitamente ai bambini inseriti in comunità o in co-pagamento agli altri; in altre realtà regiona-li l’offerta vaccinale è in regime di co-pagamento. Fondamentale, per l’avvio di questi programmi di immunizzazione, è stato il ruolo del pediatra. Quest’ultimo, facendosi promotore della pratica vaccinale tramite un’azione informativa capillare sull’impatto della diarrea da Rotavirus nonché spiegando efficacia e sicurezza della vaccinazione, ne ha permesso una buona accettazione da parte dei genitori. I risultati fino ad adesso ottenuti do-vrebbero essere da esempio per l’estensione anche ad altre Regioni di questa vaccinazione che mostra un rinnovato interesse da parte delle Istituzioni sanitarie, della comunità e Società scientifiche.

La vaccinazione universale contro il Rotavirus trova riconoscimento anche in Europa

In Italia ogni anno circa 10.000 ospedalizzazioni

Gian Vincenzo Zuccotti

Chiara Mameli

Clinica Pediatrica, Università degli Studi di Milano, AO

Luigi Sacco

Pediatria numero 5 - maggio 201426

La c

linic

a

Page 27: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

L a Società Italiana di Genetica Umana (SIGU), che raccoglie gran parte dei pro-fessionisti che operano in Italia nel set-tore della Genetica Umana e Medica

interviene nel dibattito in corso inerente la diagno-si prenatale non invasiva (NIPT) attraverso Io studio del DNA libero nel plasma materno (cfDNA), con l’intento di chiarire lo scopo di tali procedure non-ché i rischi e benefici ad esse correlati. La SIGU ha formulato un documento di indirizzo sull’impiego di indagini prenatali non invasive che può essere consultato all’indirizzo http://www.sigu.netNegli ultimi anni sono stati avviati decine di trial clinici sui NIPT, tutti con risultati molto promet-tenti. I dati in letteratura riguardano principal-mente lo screening per la trisomia 21 (T21) nella popolazione delle donne ad alto rischio, per la quale il test presenta l’attendibilità maggiore, con sensibilità e specificità superiori al 99% (in parti-colare 98,6-100% riferita ai falsi negativi e 99,7-100% ai falsi positivi). Un’attendibilità di poco inferiore è stata riportata per la trisomia del cro-mosoma 18 (T18, sensibilità 97,4%), sensibilmente inferiore per la trisomia del cromosoma 13 (T13, sensibilità 83,3%), mentre dati meno consistenti sono stati ottenuti per le aneuploidie dei cromoso-mi sessuali (aneuploidie X 60-100%). Il test NIPT non può ancora essere considerato un test di routine ma può essere una scelta della cop-pia dopo la consulenza genetica. Il test non è dia-gnostico, ma come test di screening presenta sen-sibilità e specificità elevate: il ruolo del test è quel-lo di aumentare il potere predittivo degli screening prenatali nelle gravidanze ad alto rischio di ano-mali cromosomiche riducendo il ricorso alla dia-gnosi prenatale invasiva (DPI). In caso di risultato patologico del NIPT si deve avere una conferma mediante test invasivo (amniocentesi), in caso di risultato negativo va comunque tenuto conto che

si tratta di un tool diagnostico relativamente affi-dabile, ma che a causa della fisiologia placentare il dato potrebbe non riflettere un reale stato di nor-malità del feto, anche per il limitato numero di anomalie cromosomiche oggetto del test.Un NIPT va quindi proposto sempre con il sup-porto di una consulenza genetica durante la quale i limiti e i benefici di questa procedura diagnostica devono essere chiaramente esposti ai pazienti. La semplicità di accesso attraverso un semplice pre-lievo venoso infatti rende il test molto popolare, e un uso improprio o un abuso molto probabile. Lo studio del cfDNA, se utilizzato come test di scree-ning avanzato per la valutazione del rischio di T21, T18 e T13 in donne ad alto rischio, rappresenta un approccio sicuro ed efficace e un miglioramento nel percorso della gravidanza fisiologica. Nelle pa-zienti che non presentano un aumento di rischio il test NIPT è considerato molto promettente per il futuro, ma al momento non sono ancora disponi-bili trial di validazione consistenti.

Il trasferimento dei NIPT nella pratica clinica sta suscitando un profondo dibattito

SIGU: un documento di indirizzo sull’impiego di NIPT (Non Invasive Prenatal Test)

Pediatria numero 5 - maggio 201427

La c

linic

a

Page 28: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

La storia di Pietro

Pietro, un bambino di 10 anni precedentemente sano, veniva condotto dai genitori in Pronto Soccorso per la presenza da circa 24 ore di febbre (con TC massima 38°C), cefalea e nausea, senza vomiti associati, segui-te dalla comparsa da poche ore di un’eruzione petecchiale pruriginosa

alle estremità degli arti. All’arrivo Pietro era in buone condizioni generali, anche se un po’ abbattuto, febbrile (TC 38°C), ben orientato. Parametri vitali: FC 95/min, FR 24/min, SatO2 98%, TR <2 secondi, PA 105/75 mmHg. L’esame obiettivo ge-nerale era normale, ad esclusione di un’eruzione cutanea petecchiale/purpurica con lieve edema associato estesa a polsi, mani, caviglie e piedi bilateralmente. Gli esami ematochimici evidenziavano indici infiammatori di poco elevati (PCR 15 mg/L, PCT 0,21 ng/mL), profilo coagulativo e biochimico ed esame emocro-mocitometrico nella norma. Dopo circa 48 ore Pietro si sfebbrava, mantenen-dosi sempre in buone condizioni generali, e non comparivano nuovi elementi petecchiali. Le indagini colturali risultavano negative. Nel corso della degenza venivano inoltre eseguite delle sierologie virali, che evidenziavano IgM positive indicative di una recente infezione da Parvovirus B19. Veniva quindi posta dia-gnosi di Sindrome papulo-purpurica guanti e calzini da Parvovirus B19.

Un commentoLa Sindrome papulo-purpurica guanti e calzini (Papular-Purpuric Gloves and Socks Syndrome o PPGSS) è caratterizzata dalla comparsa di edema pruriginoso e talvolta doloroso, con successiva evo-luzione ad eruzione petecchiale/purpurica, distri-buito tipicamente alle estremità degli arti (a guanto e calzino, per l’appunto). Talvolta si associa alla pre-senza di lesioni mucose e a sintomi sistemici di me-dia severità, tipicamente malessere, astenia, febbre, linfoadenopatia. È una sindrome tipica del bambi-no e del giovane adulto e si associa prevalentemen-te ad una recente infezione da Parvovirus B19 (ma sono segnalati anche casi correlati ad infezione da VZV, EBV, HHV 6/7, Coxsackievirus, HBV, rosolia, morbillo). È una condizione autolimitante, a pro-gnosi favorevole. Generalmente non è richiesto al-cun trattamento specifico.

Tale sindrome entra in diagnosi differenziale con diversi stati morbosi, alcuni di severità decisamente maggiore. In particolare, di fronte ad un bambino febbrile con eruzione petecchiale la prima diagnosi da escludere è la sepsi meningococcica. In tal caso, però, le lesioni purpuriche sarebbero maggiormente diffuse, francamente dolenti con necrosi centrale; più di ogni altra cosa, però, nel nostro paziente le buone condizioni generali e la normalità dei para-metri vitali ci permettevano di scartare un quadro tanto severo. L’eritema multiforme è anch’esso carat-terizzato da una distribuzione acroposta e simmetri-ca e presenta un decorso favorevole, ma classicamen-te si associa alla presenza di lesioni “a coccarda”. Altri rash virali possono essere confusi con questo quadro, come la sindrome mani-piedi-bocca da Coxsackievirus, ma nel nostro caso non erano pre-senti lesioni vescicolari e l’eruzione era pruriginosa. La porpora di Schonlëin-Henoch si può presentare con un rash purpureo acroposto, ma questo è di so-lito maggiormente diffuso alle superfici estensorie e alle natiche e non si accompagna a febbre. L’edema e l’eritema delle estremità rappresentano dei criteri diagnostici per la sindrome di Kawasaki, che si ac-compagna però anche a febbre elevata della durata di almeno 5 giorni, mucosite, congiuntivite non se-cretiva e linfoadenomegalia. Nel nostro paziente l’anamnesi ci permetteva inoltre di escludere forme conseguenti ad infezione da Rickettsia e ad assunzio-ne di farmaci; infine i test sierologici erano risultati negativi per infezione da Mycoplasma pneumoniae. La Sindrome papulo-purpurica guanti e calzini è una manifestazione, seppur rara in età pediatrica, di un’infezione da Parvovirus B19, ad evoluzione beni-gna; la sfida per il Pediatra é riconoscere tale condi-zione per evitare inutili atteggiamenti aggressivi.

Un rash davvero particolare

Liviana Da DaltDipartimento di Salute della Donna e del Bambino – Università di Padova

Direttore UOC di Pediatria, Treviso

Veronica MardeganScuola di Specializzazione in Pediatria

– Università degli Studi di Padova

Un edema pruriginoso e talvolta doloroso, distribuito tipicamente alle estremità degli arti

Alcune domande dopo aver visto queste foto1. Qual è la diagnosi più probabile in questo bambino di 10 anni che giunge all’osservazione per febbre e rash alle estremità?£ a. Rash in corso di sepsi£ b. Porpora di Schonlëin Henoch£ c. Eruzione papulo-purpurica in corso di virosi£ d. Eritema multiforme da farmaci

2. Quale dei seguenti agenti eziologici è più probabilmente la causa di questo quadro clinico?£ a. EBV£ b. Parvovirus B19£ c. Streptococco beta emolitico di Gruppo A£ d. Meningococco£ e. Nessuno dei precedenti

TEST

Le risposte alle domande sono1 C; 2 B

Pediatria numero 5 - maggio 201428

La c

linic

a / C

aso

clin

ico

Page 29: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

Va in questi giorni in stampa il testo “Le sindromi malformative: una guida per il pediatra” coordinato da quattro pediatri da molti anni impegnati nella cura dei bambini affetti da malattia rara: Angelo Selicorni, Giuseppe Zampino, Luigi Me­mo, Gioacchino Scarano. Il libro viene proposto da parte della SIMGePed, in stretta collaborazione con la SIP e la SIN, che hanno creduto in questo progetto e ne hanno reso possibile la realizzazione.Il libro è stato concepito per fornire ai ne­onatologi e pediatri italiani un aiuto nel­

l’affrontare il percorso diagnostico ed assistenziale del neonato/bambino con possibile quadro sindromico, sia nella fa­se del “sospetto diagnostico” (i cinque capitoli introduttivi riassumono, in mo­do pratico e sintetico, le informazioni ba­se per l’approccio clinico), che nella suc­cessiva fase diagnostico/assistenziale gra­zie ad una trattazione analitica di 60 tra le più note e frequenti sindromi malfor­mative, sviluppata in snelle schede di pa­tologia che forniscono al lettore le basi logiche per porre il sospetto diagnostico, i criteri clinici di diagnosi e le informa­zioni disponibili circa i test di conferma di laboratorio. Le schede offrono inoltre

dettagliate informazioni pro­gnostiche riferite alla storia na­turale della patologia in termini di crescita, sviluppo psico­intel­

lettivo, sopravvivenza e compli­canze mediche più frequenti. Cia­scuna scheda è corredata da due tabelle riassuntive, una per il fol­

low­up clinico ed una inerente alle problematiche da considerarsi in si­tuazioni di emergenza.

Per ogni scheda è prevista una ricca iconografia originale che illustra le 60 condizioni cliniche trattate in di­verse fasce d’età, grazie anche al con­

tributo di Paolo Bianchi, neonatologo esperto di sindromi malformative e do­tato di una abilità fotografica non co­

mune. Il progetto di questo libro è stato condiviso con molte Associazioni di ge­nitori di bambini con condizioni rare,

che hanno volentieri messo a disposizio­ne un prezioso ed indispensabile mate­riale iconografico. A testimoniare l’im­portanza del lavoro e dei servizi offerti dalle singole Associazioni di genitori, in calce ad ogni scheda è segnalato il riferi­mento di quanto esistente in Italia. Il li­bro è frutto del lavoro di vari gruppi pe­diatrici distribuiti lungo tutto il territorio nazionale, ma anche di molti specializ­zandi delle scuole di Pediatria o Genetica medica che, in sinergia con i loro respon­sabili, hanno contribuito in modo decisi­vo alla stesura delle singole schede delle varie sindromi prese in esame.Spiega Giovanni Corsello, Presidente SIP: “Con questo volume sulle sindromi gene­tiche riprendono le pubblicazioni della Collana Monografica della Società Italia­na di Pediatria. La Collana è uno spazio editoriale della SIP dedicato all’approfon­dimento tematico di argomenti di attua­lità per i pediatri universitari, ospedalieri e del territorio e per gli specialisti in for­mazione. Gli argomenti oggetto della Collana saranno pertanto di volta in vol­ta selezionati dal Consiglio Direttivo sul­la base delle proposte che giungeranno o sulla scorta di una progettualità formati­va all’interno del vasto mondo dell’area pediatrica. È infatti il mondo delle spe­cialità pediatriche che deve essere valo­rizzato tra i pediatri anche attraverso una capillare diffusione delle conoscenze e delle competenze. Speriamo con queste iniziative di offrire un contributo utile in questa prospettiva”.

57%Percentuale donne tra gli utenti che contattano i medici usando Internet. Per il popolo femminile si conferma prioritario il benessere estetico e quello della sfera sessuale e riproduttiva. Lo specialista più cercato dagli uomini è invece l’ortopedico, ma non manca uno spiccato interesse anche verso la medicina estetica. Lo rivela un’indagine su un campione di 3000 medici specialisti presenti in Rete. (Dati Dottori.it)

Sindromi malformative,

una guida per il pediatra

In arrivo un libro SIP/SIN/SIMGePeD per aiutare i medici ad affrontare il percorso diagnostico

e assistenziale del neonato/bambino con possibile quadro sindromico

Pediatria numero 5 - maggio 201429

Libr

i

Page 30: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014

Dopo il successo dell’edizione 2013 svoltasi a Cagliari, quest’anno l’atte­so evento nazionale dell’ONSP verrà ospitato dalla Scuola di specializza­zione di Pavia diretta da G. L. Mar­seglia e che per molti anni è stata anche la sede di Giuseppe Roberto Burgio, uno dei più grandi Maestri della Pediatria nazionale ed inter­nazionale. Dall’ormai storico “rul­lino” alla più recente “immagine digitale”, seguendo l’evoluzione della Pediatria, la fotografia sarà al centro dell’XI Congresso Na­zionale ONSP che si svolgerà dal 17 al 20 settembre e si rivestirà di entusiasmanti novità in grado di conciliare competenze ed espe­rienza con temi attuali e innova­tivi per rispondere sempre di più alle esigenze dei futuri pe­diatri ed alle continue innova­zioni della disciplina.Gli “Scatti in Pediatria” saranno quindi il punto di partenza di ogni sessione in­terattiva improntata sul consolidato for­mat del problem solving, che vedrà gli specializzandi al centro delle sessioni di­scutere casi clinici emblematici con la guida di esperti nel settore. Le immagini costituiranno così il filo conduttore del Congresso, ponendo costantemente ai partecipanti vere e proprie sfide diagno­stiche in una sorta di “image challenge” che cercherà di coniugare interesse ed apprendimento. Numerose le aree su cui verrà “puntato l’obiettivo” già nelle gior­nate del 17 e 18 settembre si terranno in­fatti ben 8 corsi tematici precongressuali che, ispirandosi al motto: “Se ascolto di­mentico, se vedo ricordo, se faccio capi­sco”, avranno un taglio estremamente pratico. In questa edizione, oltre ai con­sueti e sempre partecipati appuntamenti con la lettura dell’ECG, la rianimazione in sala parto ed il PBLS­D, si affianche­ranno nuovi corsi inerenti la gestione

delle urgenze/emergenze in ambito do­mestico, un workshop sull’ecografia in emergenza e due corsi specialistici in immuno­pneumo­allergologia ed onco­ematologia pediatrica.Come ogni anno una sessione sarà dedica­ta ad esperienze, prospettive e progetti inerenti la formazione degli Specializzan­di nei Paesi in via di sviluppo ma il conve­gno pavese sarà anche caratterizzato dalla prima “Sessione Europea” che vedrà pro­tagonisti i rappresentanti dei giovani pe­diatri della Turchia con i quali l’ONSP, sot­to l’egida dell’European Paediatric Asso­ciation, sta mettendo in essere la costitu­zione di un network internazionale di specialisti in formazione in Pediatria, qua­le base di una rete di scambi sempre mag­giore. Ormai immancabile è anche il con­corso fotografico che, sull’onda del succes­so dello scorso anno, ripropone l’allesti­mento di una mostra che avrà come titolo: “Catch the colour of children!”. L’immagi­

ne, fil rouge del l’intero evento, verrà dunque ri­proposta in tutte le grada­zioni di colori per catturare le differenze che rendono speciale ogni bambino: la pelle, gli occhi, i capelli, ma anche i vestiti, i giochi, i di­segni...Infine a fare da cornice, sa­rà la città di Pavia che per l’occasione ha messo a di­sposizione l’Università Cen­trale con le sue aule storiche ed i cortili più prestigiosi, i Collegi di maggior pregio e tradizione culturale nonché le numerose strutture universi­tarie per l’ospitalità. Lo spirito di condivisione di esperienze, professionalità e formazione che vuole animare gli ONSP Days 2014 vede coinvolti non solo il Comune e l’Università

degli Studi ma anche l’Ente per il diritto allo Studio Universitario (EDiSU) e la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo che sono lieti di accogliere i futuri pedia­tri Italiani. Non mancheranno i consueti momenti comunitari che forniranno agli specializzandi ancora una volta l’occasio­ne per incontrarsi, conoscersi e creare una rete sempre più solida ed ampia tra le Scuole di specializzazione Italiane, pro­muovendo ed affermando così ancora una volta, il vero spirito e significato del Congresso dell’Osservatorio Nazionale Specializzandi Pediatria... l’atteso appun­tamento di un intero anno formativo! Vi invitiamo a collegarvi sul sito www.onsp.it per tutte le informazioni di dettaglio ma soprattutto a partecipare, come sem­pre numerosi, per mettere a fuoco insie­me la nostra formazione!

Gli specializzandi di PaviaIl Direttivo ONSP

XI Congresso Nazionale ONSPA Pavia gli ONSP Days 2014: “Scatti in Pediatria”

Nasce l’International Perinatal Stem Cell SocietyKyle J. Cetrulo, direttore generale dell’IPSCS: “Sono entusiasta, c’è grande speranza per il futuro. Le staminali prenatali placentari porteranno a una vera e propria rivoluzione della Medicina”. Nel Perinatal Stem Cell Society anche Ornella Parolini, Direttore del Centro di Ricerca E. Menni della Fondazione Poliambulanza di Brescia e Paolo De Coppi, chirurgo pediatrico diviso tra Great Ormond Street Hospital for Children, UCL Institute of Child Health e Università di Padova.

Pediatria numero 5 - maggio 201430

Pedi

atri

inFo

rmaz

ione

a cu

ra d

i Dav

ide

Vecc

hio

Page 31: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014
Page 32: Pediatria magazine vol 4 | num 5 | 2014