Parole di Vita - Dicembre 2013

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“Parole di Vita” è il giornale della Parrocchia di Castello, pubblicato per tutti i membri della comunità parrocchiale.

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Giubilate, o cieli,rallegrati, o terra,gridate di gioia,o monti(Is 49,13).

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Orari delle Celebrazioni del tempo di Natale

16-20 Dicembre Novena di Natale (ore 7.30 cappella Oratorio)

Giovedì 19 Dicembre Confessioni ore 17.45 - II e III media (cappella Oratorio)

Venerdì 20 Dicembre S. Messa per tutti i volontari della parrocchia ore 20.45 Confessioni adolescenti, giovani e adulti ore 21.30

Lunedì 23 Dicembre Confessioni dalle 17.00 alle 18.00

Martedì 24 Dicembre Confessioni dalle 15.00 alle 18.00 S. Messa vigiliare ore 18.30 Veglia di preghiera ore 23.15 S. Messa solenne nel Natale del Signore ore 24.00

Mercoledì 25 Dicembre S. Natale - Ss. Messe ore 8.00 - 10.00 - 11.30. E’ sospesa la S. Messa delle ore 18.30

Giovedì 26 Dicembre Santo Stefano - Ss. Messe ore 10.00 - 18.30

Martedì 31 Dicembre S. Messa solenne con canto del TE DEUM ore 18.30

Mercoledì 1 Gennaio Ottava del Natale nella Circoncisione del Signore (Giornata mondiale di preghiera per la pace) Ss. Messe ore 10.00 - 11.30 - 18.30 E’ sospesa la S. Messa delle ore 8.00

Lunedì 6 Gennaio Epifania del Signore Ss. Messe ore 8.00 - 10.00 -11.30 - 18.30

Benedizione dei bambini con bacio a Gesù Bambino ore 15.00

ED I TOR IALE

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CARISSIMI PARROCCHIANI,

siamo ormai alle porte del Natale, la festa che suscita gioia nel cuore di tutti.Natale con il suo splendore e il suo fascino trasforma anche la nostra monotona vita quotidiana in un incanto di sentimenti e di sensazioni, che avvolgono e affascinano grandi e piccini.C’è una frase, un ritornello che troviamo sulle labbra di molti: il Natale ti coinvolge, ti rasserena, ti apre alla speranza, soprattutto di questi tempi; non si sa perchè,

ma è così, lo sanno tutti; ci si sente più buoni.Non si sa perchè.....Non si sa perchè.....L’osservazione sembra inizialmente buona, sembra positiva, perchè ti rendi conto che la forza del Natale supera tutto e raggiunge anche le persone più dure, più ostiche ad ogni parola di bontà.Ma poi questo modo di dire, - “non si sa perchè” - anche se è accattivante, alla fi ne ti lascia perplesso e inquieto.Un Natale così è senza memoria, è una speranza a cui non riusciamo più a dare una ragione.Di un Natale così, senza memoria, dobbiamo avere paura, perchè ci da solo la sensazione della felicità, come un’isola felice in mezzo alla monotonia di giorni sempre uguali, di giorni monotoni e faticosi.E la colpa è di un Natale senza memoria.Un Natale così in cui ci si sente buoni, ma “chissà perchè”, è destinato a consumarsi nella noia e nel giorno che presto passa e va.Un Natale così è il natale delle cose, un natale senza il personaggio centrale, Gesù.Il Natale delle cose buone, dei sentimenti buoni resiste, solo se si fonda sulla viva memoria di quello che Dio ha fatto per noi: l’Incarnazione del Figlio suo nel grembo di Maria, la mamma di Gesù.La liturgia nei prossimi giorni del Natale ci inonderà di gioia e di bene, perchè continua a custodire la memoria dell’evento centrale della nostra fede: l’Emmanuele, il Dio con noi.

Auguro a me ed a tutti voi un Natale come ce lo defi nisce Papa Francesco, che in una sua omelia disse: “Il Natale non è solo una ricorrenza temporale oppure il ricordo di una cosa bella, ma è di più: noi andiamo per questa strada per incontrare il Signore. Il Natale è un incontro. E camminiamo per incontrarlo: incontrarlo con il cuore, con la vita; incontrarlo vivente, come Lui è; incontrarlo con fede”.

Ma prima di concludere questa rifl essione vorrei dire a chi vivrà quest’anno un Natale diverso, meno radioso e gioioso come in passato, perchè non c’è più la persona cara con cui si è condiviso un cammino di vita, ebbene siate forti, abbiate fede e coraggio, non restate soli, ma condividete con altri i momenti belli di queste feste natalizie.Sarò a voi vicino spiritualmente nella mia preghiera.Un caro saluto e auguri di Buon Natale.

don Egidio, don Paolo, don Mario e don Contardo

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PAROLE DI VITA 2013 N. 42

IL CAMPO È IL MONDO

CH IESA

Anche quest’anno il Decanato di Lecco, in collaborazione con il Centro Culturale S. Nicolò, ha organizzato per tutte le parroc-chie presso il Cenacolo Francescano un ciclo di incontri che aiutino ad approfondire i contenuti della Lettera Pastorale dell’Ar-civescovo.Il primo incontro si è svolto il 5 novembre e aveva come titolo "Lecco, memoria di futuro."A inizio di serata si è ricordato con un minuto di silenzio il noto giornalista An-gelo Sala, che sarebbe dovuto essere uno dei relatori ma di cui si è invece celebrato il funerale la mattina stessa: la sua te-stimonianza di vita cristiana, anche nella malattia, e il suo fattivo amore per la città e la gente del lecchese sono stati il più concreto esempio di una vita vissuta nel mondo incontro all’umano. Il dottor Mario Mozzanica, moderatore della serata, ha letto alcune parti dello scritto che Angelo aveva preparato per l’occasione. Nel suo scritto, egli non sorvola sugli elementi di criticità del mondo attuale, parla di Lecco nella sua vocazione umana dell’industria, dell’homo faber, e della situazione di Lecco come luogo benedetto da Dio in quanto natura e come eredità da interpretare ancora per il futuro. Per Angelo, questo futuro ha bisogno di mezzi nuovi ma an-

che di memoria del proprio passato: “homo faber” e “homo sapiens”, sviluppo moderno non disgiunto da senso di giustizia, di soli-darietà e di attenzione per gli ultimi.E’ stata poi la volta del giornalista Riccardo Bonacina, direttore della rivista “Vita”. Egli ha parlato di valori da rigenerare: i valori nascono nella gente, da un comune sentire, le tradizioni di un popolo non sono una gabbia, che ostacola il progresso, ma sono un appoggio per ricostruire una intelaiatura di società. Riportando quanto sentito in un recente incontro, Bonacina ha ricordato che papa Francesco parla di un cristianesimo che è rete che “mentre ti prende ti libera”, poiché i valori cristiani non sono ostacolo ma guida alla civiltà.Altro importante interlocutore è stato Mons. Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, che si è impegnato in unapprofondimento più dottrinale. Ha evi-denziato come la città moderna dilatata non aiuta l’uomo: quanto più grande è la città, tanto più l’uomo è solo. La città del futuro deve rimanere un laboratorio di legami, come la famiglia, che si allarga nella parentela, che poi si allarga nella cerchia delle conoscenze, che poi si al-largano nel rione e poi nelle più alte di-mensioni della società. I legami tra le per-sone sono elementi essenziali da non perdere, la fede li rende legami di giustizia di cui il cristiano si fa testimone in mezzo agli uomini.

Il secondo incontro si è svolto il 19 no-vembre e aveva come titolo “Lecco- Lavoro atteso e disatteso”. La tavola rotonda, moderata dal sindacalista lec-

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chese Gianluigi Todeschini, si è aperta con l’intervento del segretario CISL diLecco, Mario Todeschini. Egli ha concen-trato l’attenzione sulla grave crisi eco-nomica, che in cinque anni ha fatto per-dere alla sola città di Lecco e dintorni ben 6000 posti di lavoro. Siamo passati in po-chi anni dal 9% al 26% di disoccupazione giovanile, in questa zona una volta pro-duttiva e trainante. La mancanza di lavoro produce poi delle gravi dinamiche sociali: le famiglie si formano sempre più a fatica, in forza di equilibri economici sempre più precari, anche nei valori.Su questo aspetto, del pericolo di perdita dei valori etico-sociali, è intervenuto Mat-teo Ripamonti, coordinatore del Fondo di Solidarietà per il Lavoro a Lecco. All’inizio si prestava assistenza alle fami-glie direttamente, con atti di carità erogati all’occorrenza, mentre oggi si dà aiuto alle famiglie dei disoccupati creando oppor-tunità di lavoro in cooperative sociali. Torna utile sempre la relazione tra perso-ne diverse, contro le gestioni puramente

burocratiche del lavoro e nell’ottica della solidarietà. A tale proposito Ripamonti ha informato che è allo studio l’idea di creare a Lecco un’impresa sociale di solidarietà.L’intervento successivo di don Walter Ma-gnoni, responsabile diocesano per la pa-storale sociale e il lavoro, ha voluto indi-care come sia ancor più necessario cer-care segnali di ripresa, scintille di speran-za, come nella primissima frase della Let-tera dell’Arcivescovo: “Ogni mattina, al-zando gli occhi al nostro Duomo, non pos-so evitare il contraccolpo della sua impo-nente bellezza!”. Il segreto è nel non ras-segnarsi, nell’inventarsi forme di lavoro al-ternative. Don Magnoni ha parlato di unaformula positiva di Solidarietà, Sussidia-rietà, Sviluppo, auspicando una econo-mia globale non più basata sul massi-mo profi tto ma sul giusto profi tto, un’eco-nomia in cui ci sia spazio per tutti, anche per i più deboli.

Appuntamento per tutti ai prossimi incontri.

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CH IESA

Pubblichiamo un commento di Alberto Bobbio (Caporedattore di Famiglia Cristiana) all’Esortazione apostolica di Papa Francesco tratto dal sito di Famiglia Cristiana

C’è tutto il pontifi cato di Francesco, le sue parole dette e ripetute in questi mesi. Ma non sono le linee guida del pontifi cato. L’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, “La gioia del Vangelo”, è un testo che spiega comesi deve fare per considerare il Vangelo il sus-sidiario del cristiano e come comportarsi di con-seguenza. È un testo completo, pedagogico, dove Bergoglio prende per mano il lettore e gli indica la via giusta per far diventare il Vangelo rilevante nell’attualità del mondo e nell’attualità della Chiesa.Chiede a tutti conversione al Vangelo, come se fosse stato dimenticato, seppellito sotto montagne di documenti aggiunti, sotto cu-muli di norme e di concetti morali e spiri-tuali, sotto strati di strutture istituzionali ec-clesiastiche.Ma sbaglia chi prova a defi nire l’Evangelii gau-dium un ennesimo documento. Non lo è. An-zi, è una novità assoluta. È il vademecum della conversione al Vangelo, un navigatore per capir-lo e metterlo in pratica nel mondo complicato di oggi. È la prova che papa Francesco non è un agitatore di folle, non è solo un uomo eun Papa a cui guardare emozionandosi per i suoi gesti e le sue frasi ad effetto. Die-tro a quei gesti e a quel sorriso c’è la solidità di argomenti importanti a par-tire dalla «conversione del papato: sia-mo avanzati poco in questo senso». Ci sono denunce: «La centralizzazio-ne eccessiva complica la vita dellaChiesa e la sua dinamica missiona-ria». E ancora: «La predicazione mo-rale cristiana non è un catalogo di pec-cati ed errori». Sono tante pagine, ma

sono facili da leggere. Il linguaggio è totalmen-te nuovo rispetto al passato. Bergoglio spie-ga che cosa vuol dire una Chiesa povera eper i poveri: «L’opzione per i poveri è una ca-tegoria teologica».Ci sono parole pesanti come macigni per il cuore dei cristiani e delle strutture della Chiesa: «La peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale».C’è una critica potentissima, come mai un Papa ha fatto, all’economia di mercato, alla glo-balizzazione selvaggia, alla fi nanza creativa:«Non si può aumentare la redditività riducendoil mercato del lavoro e creando in tal modo nuo-vi esclusi».Si parla di “politici capaci” e non di politici cattolici. Non si parla di valori in astratto, nemmeno di quello della vita. Sull’aborto il Papa spiega che si è fatto troppo poco per aiutare le donne in diffi coltà. Poi ci sono l’ambiente, la pace vera e la pace falsa, quella che serve per mettere a tacere i poveri quando protestano.L’Evangelii gaudium darà fastidio, sarà una frustata sul mondo e sulla Chiesa. Il rischio è che ora qualcuno si applichi a smontarla o a contestualizzarla. Che sarebbe ben peggio.

EVANGELII GAUDIUM:LA RIVOLUZIONE È RIPARTIRE DAL VANGELO

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E’ Natale, ma…Che Natale è, se ci chiudiamo nel caldo delle nostre case senza vedere la sofferenza che attraversa il mondo?Che Natale è, se ci inginocchiamo davanti alla sacra Famiglia e non ci accorgiamo di quanti hanno perso il lavoro e con il lavoro la casa e l’unità della loro famiglia, dispersa tra amici, pa-renti e “rifugi” provvisori?Che Natale è, se ci tranquillizziamo con la scusa che “siamo in crisi anche noi e non possiamo farci niente”?Che Natale è, se diciamo: “tanto ci pensa la Caritas, la S. Vincenzo…” e non ci chiediamo di che cosa la Caritas o la S. Vincenzo ha bisogno, né ci preoccupiamo di essere vicini, come co-munità cristiana, a coloro che nella Caritas o nella S. Vincenzo affrontano ogni giorno problemi insolubili?Che Natale è, se ringraziamo Gesù che si è fatto povero per noi, ma non cambiamo i nostri stili di vita nel segno della sobrietà, della lotta allo spreco, della parsimonia nei consumi?Che Natale è…? …Sarà sempre Natale se ognuno di noi rinascerà bambino nel gelo del proprio cuore, lo riscalde-rà con il calore dell’innocenza ritrovata, indosserà l’oro della luce, diffonderà l’incenso del per-dono e allevierà le sofferenze con la mirra dell’amore. Gli auguri di Buon Natale scenderebbero ogni giorno dal cielo come coriandoli di pace sull’umanità.Buon Natale! Don Paolo

La Luce della Pace di Betlemme è una lampada che arde perenne-mente da molti secoli nella Basilica della Natività di Betlemme, costrui-

ta nel punto in cui la tradizione indica essere la grotta dove è nato Gesù: la fi amma è alimentata dall’olio donato a turno dalle diverse Nazioni della Terra. 30 anni fa un boy scout austriaco, qualche settimana prima di Natale, accese un lume dalla fi amma di quella lampada e lo portò a Linz; da lì venne portata in tutte le città dell’Austria con il tre-no. Negli anni seguenti l’iniziativa si estese anche ad altre Nazioni e la luce della Pace si è irradiata

in tutta Europa. La Luce della Pace arrivò per la prima volta da noi nel 1992 e da allora, attraverso una staffetta ferroviaria, viene distribuita da nord a sud in tutta Italia.Il viaggio della Luce della Pace si sta svolgendo anche quest’anno e sabato 14 la Luce è arriva-ta anche a Lecco portata da una delegazione dei bambini della scuola primaria De Amicis che l’hanno regalata alla cittadinanza di Lecco e alla nostra parrocchia.La Luce rimarrà nella nostra chiesa (ma anche in Comune fi no al 1 gennaio) e verrà utilizzata per la fi accolata di Natale.

Luce della Pace da Betlemme

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CH IESA

Riportiamo queste parole del suo segretario particolare mons. Loris Capovilla tratte dal sito di Radio Vaticana

Una delle prime cose che miha detto: “Loris, ricordati, senon metti il tuo “io” sotto i piedi, non sarai mai libero e non entrerai mai nel territorio della pace”. E le stesse pa-role che disse poi nel giorno più solenne della sua vita, con il mondo intero davanti a sé, convocato il Concilio, ha detto quelle parole sublimi: “La mia persona conta nien-te!”. É stata una grande le-

zione di umiltà, di dolcezza, di amore e di speranza. Finda ragazzo, a 14 anni, scri-veva le sue piccole memo-rie per gli esercizi spirituali. E sempre da ragazzo, ha co-minciato a proporsi questo: “Io devo essere santo”! LaPacem in Terris non è l’En-ciclica di Papa Giovanni, è l’Enciclica di Gesù! E tutto il mondo cristiano ha coopera-to a fare questo documento.

Pubblichiamo l’omelia DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII nella SOLENNITÀ DEL SANTO NATALE 1962

Cappella dell’appartamento privato del Sommo Pontefi ce Lunedì, 24 dicembre 1962Venerabili Fratelli, diletti fi gli, Questa Messa in nocte nativitatis Domini santifi ca le più care intimità delle anime, che aspirano a ciò che è sostanza viva di unione con Cristo: cioè religione sincera, liturgia ben penetrata e anelito di cristiana perfezione. Lo avvertiamo in quest’ora di soave raccoglimento, sotto lo sguardo del Divino Infante! In realtà, a Natale i grandi problemi della vita sociale e individuale vengono acco-

stati alla culla di Betlemme, mentre gli An-geli invitano a dar gloria a Dio, gloria a Cristo redentore e salvatore, ed a scuotere gioiosamente le buone volontà per la celebrazione della pace universale.Grande dono, grande ricchezza in vero, è questo della pace del mondo, che alla pace anela. Lo abbiamo ripetuto nel radio-messaggio natalizio, e Ci piace ringraziare il Signore che l’ha fatto ben accogliere da un capo all’altro della terra, a conforto di quella luce di speranza che sta accesa e sollevata sopra tutte le nazioni. Per la conservazione e il perfezionamento

Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II saranno canonizzati il prossimo 27 aprile 2014, II domenica di Pasqua, Festa della Divina Misericordia.Ci soffermiamo in questo numero sulla fi gura del primo.

SANTI di oggi

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di questo dono celeste vuol continuare la supplicazione universale, mentre si stafacendo più attento e prudente ogni mo-vimento di pensiero, di parola, di attività e si moltiplicano in ogni campo gli sforzi e gli accorgimenti per allontanare o superare gli ostacoli, conoscere e togliere le cause che provocano confl itti. Vogliate comprenderCi, diletti fi gli, se per la Messa di Natale, anche in questa notte come negli anni passati, alle volte maestose dei templi romani, abbiamo preferito la semplicità della Nostra cappella privata, come a lasciarCi avvolgere dall’ambiente delle umili chiese di campagna e di montagna, e degli innumerevoli istituti di assistenza sociale, che sono rifugio della innocenza povera e derelitta, conforto e raddolcimento di lacrime ascose, ripara-zione di ingiustizie palesi o non suffi -cientemente dimostrate. E anche a voi pensiamo, cari malati, cari anziani, che soffrite dolori e solitudine; che dolore e solitudine riuscite a volgere a grande merito per voi e a propiziazione di bene per l’umanità. Ci sono inoltre circostanze e situazioni che in questa solennità rendono più evi-dente ed accorato il contra-sto con il gaudio del Na-tale. Richiamo effi cace non a deprimere il servizio che rendiamo alla verità e alla giustizia, non a dimenticare l’immenso bene compiuto dalle anime rette, che han-no scelto di far onore alla legge divina e all’Evangelo santo; ma ad incoraggiare le buone energie per ripa-rare i torti e riaccenderenel mondo il libero slancio del fervore religioso e delle tradizioni piissime dei padri,

a gioia serena del Natale.Figli diletti. Accanto alla culla del Nato Bambino, del Figlio di Dio fatto uomo, ogni uomo che cammina quaggiù rifl ette con coscienza aperta e schietta che al varco supremo gli sarà chiesto stretto conto del dono della vita; e questa avrà sanzione defi nitiva di merito o di castigo, di gloria o di abbominazione. È di qua, dunque, dalla consapevolezza di questo rendiconto che si misura la par-tecipazione dei cristiani, e di tutti gli uomi-ni al grande mistero che commemoriamo in questa notte; di qua viene l’auspicio, perché dalla luce del Verbo di Dio le civiltà umane ricevano la scintilla che le può portare a fulgore più vivo, a benefi cio delle genti. Intorno alla culla di Gesù gli Angeli suoi cantarono pace. E chi credette al mes-saggio celeste e gli fece onore ebbe gloria e letizia. Così ieri; come sarà sempre nei secoli. La storia di Gesù si perenna. Beato chi la intende e ne attinge grazia, robustezza e benedizione.

Amen, amen.

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VI TA PARROCCH IALE

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Verso la fi ne di settembre Don Egidio ha organizzato un pellegrinaggio a Sotto il Monte, paese natale di Giovanni XXIII che fra poco verrà proclamato santo. Arrivati sul posto, una guida molto preparata e anche appassionata, ci ha accolti e portati alla Casa del Pellegrino dove ci è stato mostrato un fi lmato riguardante la vita ed il pensiero del “Papa Buono”. Abbiamo vi-sitato la casa natale di Angelo Roncalli, cu-stodita con cura dai Padri Missionari del Pi-me. E’ un luogo molto semplice, dove anco-ra si possono vedere alcuni mobili ed og-getti appartenuti alla famiglia, dove si re-spira un’aria quasi mistica e ci si immerge nella semplicità di una cultura contadina. Nella cappella dei Padri del Pime è signi-fi cativo un grande dipinto dove il Papa è circondato da bambini dei cinque continen-ti. A lato vi è la stanza delle ‘grazie’ adornata da innumerevoli fi occhi rosa ed azzurri (ex voto) che dimostrano come le mamme affi -davano i fi gli che stavano per nascere al Papa che amava i bambini e che spesso, nei discorsi, si ricor-dava di loro. Abbiamo visitato la Chiesa di S. Maria diBrusicco, dove nel no-vembre del 1881 ilPapa ricevette il Bat-tesimo, da bambino laPrima Comunione e da giovane celebrò laPrima Messa. Altro luogo signifi ca-tivo è Ca’ Maitino, unagrande casa dove An-gelo Roncalli, primadi diventare Papa, tra-scorreva le ferie esti-ve. Qui si può visita-

re un suggestivo museo allestito da mons.Loris Francesco Capovilla, che ha raccoltoi doni che il Papa ha ricevuto durante la sua vita sacerdotale, anche da importan-ti Capi di Stato, tra questi sculture in bron-zo dell’artista Manzu. Al termine ci siamorecati nella cripta adiacente alla chiesa par-rocchiale, luogo intimo ed intenso con il cro- cefi sso posto come il Papa lo volle nellasua stanza da letto.Ringraziamo Don Egidio per l’opportunità che ci ha dato.Maria

PELLEGRINAGGIO A SOTTO IL MONTE

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VI TA PARROCCH IALE

Giovanni Paolo II in occasione dell’Av-vento, parlando ai bambini, così ha det-to: “Il Natale è la festa di un Bambino. E’ perciò la vostra festa! Voi l’attendete con impazienza e ad essa vi preparate con gioia, contando i giorni e quasi le ore che mancano alla santa notte di Betlemme... Nel tempo di Avvento abbiamo tutti l’occasione di fermarci un momento a pensare al nostro modo di essere, a come stiamo crescendo e a come viviamo...” Perché questo tempo sia profi cuo per tutti, è stato preparato un programma ‘speciale’ in particolar modo per i ragazzi dell’iniziazione cri-stiana. Sotto l’altare spiccherà la frase conduttrice: IL CAMPO E’ IL MONDO IL BUON SEME DEL VANGELOSull’altare di san Giuseppe verrà alle-stito un grande albero con le radici e di domenica in domenica verrà depostoun seme che poi dovrà germogliare nel cuore di ciascuno. I semi dell’accoglien-za, dell’amicizia, dell’ascolto, dell’attesa, dell’armonia e dell’amore saranno ac-compagnati da cartelloni simbolici. All’inizio della celebrazione eucaristica delle ore 10, una catechista si recherà sull’altare ad accendere una candela della corona d’avvento, mentre la classe di turno, prima della benedizione, intorno all’altare della Madonna, reciterà l’Ave Maria come preghiera di affi damento. L’ultima domenica di Avvento simboli-camente i semi germogliati riempiranno l’albero di fi ori e foglie, tra le radici del-l’albero verrà deposta la Natività.

Una catechista

AVVENTO 2013

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PAROLE DI VITA 2013 N. 410

VI TA PARROCCH IALE

un’EMOZIONE da RICORDARETutto è nato dalla proposta di Claudio: “Perché non andiamo anche noi a Roma a trovare Papa Francesco come giovani coppie di sposi?” e tutto si è concluso come neanche noi osavamo immaginare.Dopo essere riusciti ad avere i biglietti perpartecipare all’udienza generale del merco-ledì con il Papa, ci armiamo di pochi bagagli e partiamo per Roma. Arriviamo in Stazione Termini il 15 Ottobre in tarda serata, non ancora coscienti di ciò che ci avrebbe aspet-tato il giorno seguente. Roma è sempre ma-gica. Appoggiamo i bagagli e corriamo a darle un’occhiata di sera.Il giorno dopo, il 16 Ottobre, ci svegliamo presto e, indossati gli abiti dei nostri rispet-tivi matrimoni, ci dirigiamo, “passando inos-servati”, verso Piazza San Pietro. La gior-nata è meravigliosa. Arriviamo davanti alla piazza che, nonostante sia presto, è già af-follatissima come sempre. Claudio ci fa da guida e grazie alla sua intraprendenza (e non nascondiamolo anche un po’ di faccia tosta) riusciamo a farci spazio tra la folla e ad avvicinarci sempre più all’altare. Intorno a noi circa una quarantina di coppie di gio-vani sposi.Che emozione! O meglio che doppia emo-zione: indossare di nuovo i nostri abiti da sposi in Piazza San Pietro, e ancor più grande l’emozione di poter conoscere Papa Francesco di persona.Nonostante l’udienza inizi alle 10.00, verso le 9.15 la piazza è già in fermento. Dopo pochi minuti Papa Francesco esce con la papamobile. Il cuore batte a mille, è così vicino… non solo fi sicamente... anche nell’a-ria si percepisce il suo calore. Ed ecco che inizia a girare tra la folla, un giro lunghissimo per dare spazio a tutta la gente corsa da ogni parte del mondo per salutarlo e metter-si in ascolto delle sue parole. Verso le 10.00,

a passo spedito, percorre la piccola salita che lo separa dall’altare.“Cari fratelli e sorelle, buongiorno!” parole semplici, ma pronunciate con un calore ta-le da attraversarti il cuore. Ha inizio così l’Udienza generale. Ci sediamo e ci ponia-mo in ascolto. Il tema dell’udienza è il signi-fi cato dell’espressione “la Chiesa è Aposto-lica”, che ogni domenica recitiamo nel “Cre-do”. Il Papa ci spiega che professare la Chiesa apostolica signifi ca sottolineare il le-game costitutivo che essa ha con gli Apo-stoli “con quel gruppo di dodici uomini che Gesù un giorno chiamò a sé, li chiamò per nome perché rimanessero con Lui e per mandarli a predicare”. Il Papa ci spiega itre signifi cati dell’aggettivo “Apostolica” ap-plicato alla Chiesa: la chiesa è apostolica perché fondata sulla predicazione e la pre-ghiera degli Apostoli, è apostolica perché “custodisce e trasmette apostolicità” ed èapostolica perché è inviata a portare il Vangelo a tutto il mondo. Ed è questo il nostro compito, il compito di ognuno di noi: riscoprire la bellezza e la responsabilità di essere Chiesa apostolica perché preghia-mo, perché annunciamo il Vangelo con la nostra vita e con le nostre parole.Terminata l’Udienza Papa Francesco ha salutato tutti i gruppi presenti e prima di usci-re eccolo ripassare ancora a salutare tutti i fedeli. Un saluto non fi nalizzato a se stesso, ma reso ancora più autentico dal suo saper ascoltare ogni singola persona, avendo una parola, una carezza per ognuno. E mentre la piazza inizia a svuotarsi, chiamano noi sposi dietro l’altare, comunicandoci che il Papa ci avrebbe salutati personalmente. Ci fanno posizionare ordinatamente su tre fi le. Il Papa si avvicina e con naturalezza e dolcezza stringe la mano e saluta perso-nalmente ognuno di noi scambiando qual-

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che parola. E’ impossibile descrivere l’emo-zione provata. Possiamo solo dire che l’umanità e l’estrema semplicità che Papa Francesco dimostra con i suoi gesti, sono chiaramente percepibili nel suo sguardo e nelle sue parole. Tante persone che sono venute a cono-scenza della nostra esperienza ci chiedo-no, “Ma che cosa vi ha detto il Papa?” Le no-stre risposte sono sempre le stesse: l’emo-zione è stata forte, diffi cile da dimenticare: Papa Francesco comunica con i gesti e con lo sguardo. Ci ha salutato, come un amico. Paolo e Claudio ricordano soprattutto la sua affettuosa stretta di mano, Claudia ilsuo dolcissimo abbraccio e Stefania la be-nedizione datale alla pancia per il bimbo che aspetta. Emozioni uniche! Ad ognuno di noi poi ha consegnato un rosario e ciha raccomandato di pregare per lui.Questa esperienza rimarrà per sempre con noi e ci accompagna ogni singolo giorno. Abbiamo ricevuto questa “grazia” ed ora è nostro dovere trasmetterla agli altri.

Claudia, Stefania, Claudio, Paolo

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VI TA PARROCCH IALE

DAL CONSIGLIO PASTORALEdel 16 Ottobre

Dopo la pausa estiva è tornato a riunirsi il Consiglio Pastorale Parrocchiale per rifl ettere sulla lettera pastorale del nostro Cardinale: “Il Campo è il Mondo” pubblicata nel mese di settembre.Questa lettera è offerta a tutta la diocesi come uno strumento di crescita e conoscenza personale e sta a noi cercare di divulgarla il più possibile!Don Egidio ha aperto la rifl essione partendo dalla parabola del buon seme e della ziz-zania; spesso la si sente citare come “la parabola della zizzania”, come se proprio la zizzania fosse il suo centro poiché le cose negative ci colpiscono subito e, a volte, ci im-pediscono di vedere il bene intorno a noi. Invece il punto più importante è il seme buono che viene gettato e mostra il suo frutto, cioè l’agire del Signore nella nostra storia.Dobbiamo vedere il mondo con lo “sguardo” di Gesù, che ha un’apertura a tutto tondo, una fi nestra sul campo del Mondo, aperta ai cambiamenti epocali che stiamo vivendo, mettendo anche in discussione le nostre certezze tradizionali andando così “incontro” alle persone, all’umano nella missionarietà della Chiesa.Siamo tenuti a farci interpellare dalle esigenze del prossimo, a non chiuderci in recinti se-parati, a non alzare bastioni nell’essere cristiani, ma a mostrare la nostra testimonianza lì dove incontriamo l’umanità della gente che vive con noi e intorno a noi: nell’ambito degli affetti, del lavoro e del riposo. E’ un invito a guardarsi attorno, ad aprire gli occhi e il cuore per vivere al meglio il nostro essere cristiani nell’oggi.Nei successivi interventi si è posto l’accento sulla grande capacità del Cardinale Scola di farsi interprete, con questa lettera, del bisogno dell’uomo di uscire da se stesso per an-dare incontro all’altro, di non rinchiudersi. La risposta trovata su come fare è stata quella di valorizzare l’esistente che c’è nelle nostre parrocchie e saper cogliere e riconoscere i segnali che il Signore ci manda.Avere una visione diversa verso il campo che è il Mondo signifi ca uno stile di vita diverso capace di affrontare i problemi dell’umano in modo più o meno appassionato ma sempre nell’assoluta libertà di scelta.

L’oratorio ha ripreso la sua attività, i lavori di ammodernamento del campo di calcio procedono speditamente e sarà asfaltato anche il campo di pallacanestro! Un oratorio sempre più all’avanguardia, un colpo d’occhio davvero diverso!

20 dicembre ore 20.45S. MESSA DI RINGRAZIAMENTO

CON TUTTI I VOLONTARI DELLA PARROCCHIARICORDANDO ANCHE I VOLONTARI DEFUNTI

PAROLE DI VITA 2013 N. 412

VI TA PARROCCH IALE

Cresima

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VI TA PARROCCH IALE

UNUN CAMPOCAMPO RIMESSO ARIMESSO A NUOVONUOVOQuanti cambiamenti per il campo dell’Orato-rio, da quando non era altro che il giardino del Palazzo Secchi! Le prime a sparire sono state le costruzioni in fondo al campo (tra cui una distilleria!), alle quali si accedeva dalla piaz-za Carducci, poi l’orto dei coadiutori, di fi anco al campo, che lasciò il posto alla prima tribu-na, costruita con tubi Innocenti. La scalinata per scendere al livello del campo, da centrale diventò laterale e col tempo, fi nalmente, ven-

nero la tribuna in muratura con i servizi e gli spogliatoi. Ma anche questi ebbero bisogno di una rinfrescata ed un paio di anni fa furono completamente rinnovati. Oggi è venuto il mo-mento del campo: non si vedranno più nuvole di polvere alzarsi sotto le scarpe veloci dei cal-ciatori della Zanetti e dei ragazzi dell’Oratorio.Di «originale» resta il muro di cinta e lo rimar-rà: è protetto dalle Belle Arti!

Matteo

PAROLE DI VITA 2013 N. 4 15

VI TA PARROCCH IALE

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PAROLE DI VITA 2013 N. 416

CH IER ICHETT I

Dopo alcuni mesi di pratica, fi nalmente èarrivato il grande giorno! Domenica 13 Ot-tobre Carlotta, Chiara, Linda ed io, durante la Santa Messa delle ore 10.00 siamo di-ventate uffi cialmente Chierichette con il rito della vestizione. Questo è iniziato espri-mendo la promessa di servizio all’altare con costanza e impegno. E’ seguito poi il mo-mento più emozionante, nel quale i nostri Cerimonieri ci hanno aiutato a indossare per la prima volta la veste rossa. Abbiamo infi ne ricevuto una candela accesa, la cui fi amma simboleggia proprio il servizio all’altare. Questo grande giorno ha segnato per me l’inizio di una emozionante avventura.

Carola

NUOVI CHIERICHETTI

PAROLE DI VITA 2013 N. 4 17

ORATOR IO

Di domenica in domenica il nostro oratorio sorride sempre di più per la gioia dei bam-bini che in questi primi mesi di attività in-vernale lo stanno frequentando con più en-tusiasmo rispetto agli anni precedenti. Che dire? Forse è l’attrazione per il bellissimo campo in sintetico? Forse perché ci sono attività diverse dal solito? Forse…? Forse perché i nostri bambini (a volte con la pre-senza anche dei genitori) stanno realizzan-do che all’oratorio si sta bene, si cresce a tutto campo non solo nella fede ma anche nei rapporti belli di amicizia con Gesù e con gli altri. Stanno realizzando che l’oratorio è come la propria casa dove ci si sente a proprio agio. E ad accogliere i bambini e a custodirli nella preghiera, nel gioco e nelle varie attività della domenica, insieme alla Suora e al sottoscritto, ci sono sempre gli eccezionali e magnifi ci animatori, capitana-ti da Giulia Scarpino. Speriamo che anche nelle prossime domeniche la nostra CASA-ORATORIO sia sempre così frequentata…A TUTTO CAMPO!

Don Paolo

“L’attività della cucina” è nata l’estate scorsa in occasione dell’oratorio feriale. Avendo ri-scosso molto successo (il numero dei bam-bini che avrebbero voluto partecipare ha superato in tutte e tre le settimane il numero dei posti disponibili), abbiamo deciso di ri-proporla anche durante alcune domeniche invernali. Questa attività attira molto i bam-bini, che aderiscono numerosi, potendo rea-lizzare sotto la sapiente e bravissima guida di Sr. Victorine gustosi dolci che lei propone sempre con ottimi, anzi deliziosi, risultati.Non vi dico poi quanto sono buoni al pa-lato!!!

Marco

SI STA PROPRIO BENEIN ORATORIO!

ALL’ORATORIO SI IMPARA ANCHE A… CUCINARE

CAMPEGGIO 2014S. CATERINA VALFURVA (SO)

da Venerdì 4 luglio (arrivo per pranzo)

a Sabato 12 luglio (partenza dopo colazione)

Presso la casaLA BENEDICTA

ALL’ORATORIO SI IMPARA ANCHE A… CUCINARE

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PAROLE DI VITA 2013 N. 418

ORATOR IO

Quest’anno per festeggiare la ricorrenza più paurosa dell’anno, siamo andati a bussare alle porte del nostro quartiere per raccogliere il maggior numero di dolci possibili…una vera e propria caccia golosa!Con i costumi più spaventosi abbiamo fatto man bassa di caramelle e cioc-colatini e fotografato i tramortiti malca-pitati (con grosse risate a contorno!)

Happy Bi rthday dinner: BarBacena etnicaL’integrazione passa attraverso i fornelli!

In occasione dei due anni dall’apertura del Bar non ci siamo accontentati difesteggiare con torte, pizzette e sa-latini ma abbiamo voluto interna-zionalizzarci. I nostri amici stranieri del Politecnico diMilano, che risiedono a Lecco per motivi di studio, si sono improvvisati chef per una sera e ci hanno de-liziato con i loro piatti tipici.Ogni occasione è buona per arricchirsi reciprocamente: cultura, idee, sogni e perché no, anche sapori!

Dolcetto o BarbaScherzetto ?

BarBatrucco Halloween Street Party

PAROLE DI VITA 2013 N. 4 19

ORATOR IO

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PAROLE DI VITA 2013 N. 420

MONDO

Dalla Missione di Pugnido (Etiopia) Padre Giorgio – Salesiano – ci scrive:Care Amiche tutte del Gruppo Missionario,il mio amico Paolo sta per tornare in Italia e, prima che lo incontriate, voglio esprimervi personalmente il mio rin-graziamento per i graditissimi regali che mi avete inviato per sua mano: la casula, la tovaglia e la biancheria da altare. Grazie di cuore anche per il contributo in denaro che mia avete mandato. Ogni giorno con i bambini e la gente della missione preghiamo e celebriamo la santa Messa chiedendo al Signore di benedire i nostri Benefattori. Ci siete anche voi! Inoltre il giorno 10 novembre celebrerò la santa Messa secondo le vostre in-tenzioni: per voi e per tutte le persone a voi care, vive e defunte. Anche a voi chiediamo il ricordo nella preghiera. Con affetto, abba Giorgio

All’arrivo nella chiesa della missione di Pugnido, villaggio che si affaccia sul lago omonimo, rimango esterrefatto. Sarà perché è ormai Natale, sarà che oggi è domenica pomeriggio e tutti sono liberi, sta di fatto che entriamo in una chiesa già colma. Alle 20 inizierà la Messa serale del Natale, che in Etiopia si festeggia secondo il calendario Ortodosso. Abba Giorgio ha tante cose da terminare, io mi occupo dell’ultimazione del presepe. Alle 20 la chiesa stra-ripa, ci sono molti bambini e molti giovani rimarran-no in piedi occupando i corridoi perimetrali, altri as-sisteranno dalle fi nestre sulla veranda esterna. E’ bellissimo essere presente. Il coro delle ragazze questa sera è al completo ed in piena forma. Uno dopo l’altro propongono i loro brani. Il loro apice lo raggiungono alla fi ne quando interpretano il brano Jesus che coinvolge senza esclusione tutti i presenti. E’ forse questa la magia di Pugnido, il coinvolgimento! Abba Giorgio è il primo ad entrare in questo circolo e si avvicina ai primi gradini dell’altare battendo le mani, come volesse invitare tutti a fare altrettanto. Ma tutti hanno intuito ben prima, come lui si è mosso! Nessuno è li solo ad os-servare. E’ un cantare ed un batter di mani unico. Fantastico veramente! E quando abba Giorgio lascia liberi i bambini di uscire, è un vociare festoso. Tutti sono felici di esser lì a vivere questo momento. E… tra i primi ci sono anch’io. Sta scorrendo il Natale a 40 gradi, con nessuna possibile comparazione con quanto avviene nel nord del mondo in questa giornata. Qui la gente è felice per la festa e per quanto si festeggia. Forse nella loro capan-na, chi se lo può permettere, gusterà qualche cibo tradizionale diverso rispetto alle altre giornate. Niente più.Una festa molto semplice, ma soprattutto una Festa.

Paolo Corti – volontario

Natale alla missione di Pugnido (Etiopia)

PAROLE DI VITA 2013 N. 4 21

CAR I TAS

Stefano: Ma senti Fra, cosa ne pensi di questo incontro alla fi ne?

Francesca: Molto interessante, non c’è che dire; per essere una delle prime volte che la Caritas prova a raccontarsi in questo modo, non è stato male. Chi l’avrebbe mai detto, c’era molta gente ad ascoltare al Palladium.

Stefano: Sì, anche la modalità fi lmato-discus-sione ci azzecca sempre. Mi sono rimaste impresse alcune cose in effetti; a te cos’ha colpito di quello che hanno detto?

Francesca: Devo dire sono rimasta impres-sionata in positivo da quello che hanno rac-

contato riguardo al rifugio notturno. In certi aspetti mi sono rivista anche io, vista l’occa-sione che ho avuto l’anno scorso di prestare il mio volontariato presso questo “Grand Hotel”, come simpaticamente lo chiamano gli ospiti. L’affermazione che più mi ha fatto pensare è stata che, dopo l’ottimo lavoro

Alcune impressioni sulla serata organizzata dalla Caritas mercoledì 6 novembre al Palladium, in preparazione alla giornata diocesana Caritas e festa di Cristo Re, svoltasi domenica 10 novembre...

Incasso Banco vendita 1.682,21

Offerte per Missionari 295,00

Giornata dell’Associazionismo 202,50

Suor Chiara - Armenia 250,00

Padre Roberto Donghi - Guinea Bissau 800,00

Suor Marcella - Haiti 250,00

Suore Betlemite per le loro missioni 250,00

Suor Benedetta Carnovali - Tailandia - “Casa accoglienza” 250,00

In cassa per offerte a Missionari in partenza 250,00

In cassa per acquisti 129,71

Totale 2.179,71 2.179,71

Il gruppo missionario ringrazia tutti coloro che hanno collaborato sia con il lorolavoro sia acquistando i prodotti in esposizione, alla riuscita del Banco Vendita.

attivo passivo

Incasso banco vendita 2013Incasso banco vendita 2013

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PAROLE DI VITA 2013 N. 422

CAR I TAS

svolto negli scorsi anni dalla Croce Rossa, dalla Protezione Civile e dalle altre associa-zioni che hanno contribuito a far partire il progetto, con la Caritas si è passati dalla lo-gica della “emergenza” alla logica della “ac-coglienza”. Ora c’è sotto un progetto a lungo termine, che si pone anche l’obiettivo di in-staurare relazioni profonde con gli ospiti del rifugio notturno. Inoltre, più concretamente, cercheranno di aprire questa “Casa della Ca-rità” a Lecco, che radunerà non soltanto il rifugio, ma anche la mensa e gli altri servizi. Davvero eccezionale!Però non posso parlare mica solo io; a te cosa è rimasto della serata?

Stefano: Sì, sì, hai ragione, anche io ho qual-cosa da raccontare, sicuramente. Però riguar-do a Scarp de Tennis. Devo ammettere che se nessuno ti spiegasse cosa sia questa rivi-sta e cosa ci sta dietro, i venditori che si tro-vano spesso davanti alle Chiese sembrereb-bero quasi le solite persone che chiedono un’offerta per un lavoretto appena realizzato. Invece no, non è affatto così! Ho capito che questa è una rivista nel vero senso della parola; è redatta da giornalisti professionisti in collaborazione con i senza tetto. Il valore aggiunto sta proprio nel suo progetto sociale: il percorso di formazione del “senza tetto” nello scrivere e nel vendere la rivista, è an-che un percorso di riscatto, all’interno del qua-le i migliori venditori, paradossalmente, sono anche le persone che vanno via prima dalla redazione perché riescono a riprendere inmano la propria vita e costruirsi da soli il proprio futuro.

Francesca: Davvero, è fantastico. Poi Scarp de Tennis ha un altro aspetto interessantis-simo, secondo me: riesce a dar voce a chi, solitamente, non ha voce. E nel fare questo non sminuisce in alcun modo la qualità della rivista; loro vogliono vendere un prodotto fatto bene, non chiedono le elemosine. Finalmente, poi, è stato individuato un venditore anche per

la nostra città di Lecco, che girerà, secondo un calendario prestabilito, le nostre parrocchie per vendere il giornale ed incontrare le persone. Stasera si è presentato un po’ timidamente, ma con un bel sorriso e tanta voglia di fare, qualità che credo invoglieranno tutti a comprare Scarp!

Stefano: Se ci rifl etto bene, il lavoro che svol-gono i venditori di Scarp de Tennis mi fa dire che, anche dietro al lavoretto più banale che chiunque può tentare di vendermi, ci sta un progetto, magari impegnativo, e un obiettivo che, almeno per chi vende, risulta davvero importante. Non dico che bisogna comprare sempre qualcosa a chiunque, però sarebbe importante avere sempre rispetto, anche per quella che può sembrare, a prima vista, una semplice banalità.

Francesca: Hai ragione, questa la scriviamo tra le massime di Stefano! C’è molta umiltà nei volontari Caritas; quell’umiltà che però offre il coraggio di mettersi in gioco e confrontarsi con queste persone più sfortunate, offrire i propri talenti e valorizzare quelli degli altri. Bisognerebbe trovare del tempo per ricercare questa umiltà, soprattutto nella vita di tutti i giorni. Ecco, questa era la mia di massima! Ma ora sto zitta, promesso. Buona Notte!

Stefano: Alla prossima!

Stefano e Francesca

PAROLE DI VITA 2013 N. 4 23

Invece il cento c’è!Invece il cento c’è!

Quest’anno alla scuola dell’infanzia Don G. Pozzi sono in scena: “i teatri della luce”!Attraverso il “metodo scientifi co” di A. Ri-mondi, i bimbi, divisi in fasce di età, stanno scoprendo la luce e le ombre! Avanzando ipotesi, elaborando soluzioni e soprattutto attraverso l’esperienza diretta, i bambini hanno intrapreso questo viaggio carico di emozioni e di esperienze. Infatti le pareti della nostra scuola sono ricche di foto e “capolavori” che abbiamo potuto ammira-re nei giorni dell’Open day

Il bambinoè fatto di cento.

Il bambino hacento linguecento mani

cento pensiericento modi di pensaredi giocare e di parlare

cento sempre centomodi di ascoltare

di stupire di amarecento allegrie

per cantare e capire

cento mondida scoprire

cento mondida inventarecento mondida sognare.

Il bambino hacento lingue

(e poi cento cento cento)ma gliene rubano novantanove.

Gli dicono:di pensare senza mani

di fare senza testadi ascoltare e di non parlare

di capire senza allegriedi amare e di stupirsi

solo a Pasqua e a Natale.

Gli dicono:di scoprire il mondo che già c’è

e di centogliene rubano novantanove.

Gli dicono:che il gioco e il lavorola realtà e la fantasia

la scienza e l’immaginazioneil cielo e la terra

la ragione e il sognosono cose

che non stanno insieme.

Gli dicono insommache il cento non c’è.

Il bambino dice:invece il cento c’è.

LORIS MALAGUZZI

SCUOLA DELL ’ INFANZ IA

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PAROLE DI VITA 2013 N. 424

PALLAD IUM

NUOVA STAGIONE

CINEMATOGRAFICA

Una nuova lunga stagione cinematografi ca è iniziata a fi ne agosto e ci condurrà, per cinque giorni alla settimana, fi no ai primi caldi di giu-gno del prossimo anno.Forti del digitale, unica sala cittadina ad es-serne provvista, e di un’ottima stagione 2012/2013 che ha segnato un notevole au-mento di spettatori (sono stati superati i 22.000 biglietti), il Palladium affronta con entusiasmo e con coraggio un’altra annata, con la “mission” di offrire un cinema di buona qualità e che intende raggiungere tutti, dai piccoli ai giovani, dalle famiglie agli anziani.L’offerta cinematografi ca è molto vasta e non è facile orientarsi nel labirinto delle nuove usci-te e delle case distributrici, ma si potrà conta-re anche quest’anno sulla solida esperienza del programmatore Alessandro Sangiovanni, e sui volontari che consentono la sopravvivenza della sala.

Il 9 ottobre è stata ripetuta la positiva espe-rienza di offrire una serata gratuita, con la proiezione di “Vita di Pi”, un titolo che ha appassionato i numerosi spettatori che hanno affollato il Palladium in quest’occasione.Per fi ne gennaio, invece, è prevista una sera-

ta speciale con la presenza del cineasta bo-lognese Giorgio Diritti e del suo “Un giorno devi andare”, pellicola ambientata in Amaz-zonia e nelle favelas di Manaus così care a padre Gianola. Come è stato in occasione della serata con Carlo Verdone dello scorso anno, l’evento è stato reso possibile grazie alla collaborazione con l’Uffi cio Comunicazio-ni della Diocesi di Milano ed in particolare con don Davide Milani. Un’interessante occasione per poter interloquire direttamente con un regi-sta italiano fra i più importanti degli ultimi anni.Ma sono in cantiere anche eventi teatrali e un musical, mentre a partire dalla metà di marzo partirà il tradizionale appuntamento con il ci-neforum e con quattro titoli sui quali si sta già lavorando (12/19/26 marzo 2 aprile le date da segnare).Il Palladium è un patrimonio non solo per la nostra comunità, ma per tutto il territorio e, di recente, ha avuto un signifi cativo riconosci-mento da parte di “sdc” la rivista nazionale dell’ACEC (Associazione Cattolica Esercizi Cinematografi ci) che gli ha dedicato un ampio servizio.

Per concludere vorremmo rammentare che, sia la commissione cultura che la rete dei vo-lontari, saranno sempre grate a tutte le persone di buona volontà che volessero partecipare alle iniziative, dedicando un po’ del loro tempo libero.

Claudio

PAROLE DI VITA 2013 N. 4 25

Questa notte ho fatto un sogno…. Un sogno un po’ strano quasi irreale!Non so come e perché, ma ero in viaggio su un pullmino Fiat Ducato bianco, tanto bianco da con-fondersi e mimetizzarsi con tutta quella nebbia che lo avvolgeva durante il tragitto. Era stracarico di attrezzi e di materiale; mi ricordo ancora quasi ne avessi fatto un inventario: c’erano una saldatrice, un trapano, un carrello contenitore per gli attrezzi ben fornito…, attrezzi per l’edilizia e materiale di-verso - dal ferro al legno - oltre a viteria e bulloneria varia, un paio di tute e dei guanti da lavoro e diver-so materiale elettrico. Non solo, c’erano anche una friggitrice, un forno e una cucina professionale, pentolame; il tutto ben stivato e ordinatamente ca-ricato. E il pulmino puntava dritto verso il sole che, abbagliandomi, mi rendeva impossibile vedere il volto del mio compagno di viaggio e autista…. e riconoscerne le fattezze. Dove sarò mai? Chi mi conduce per questa via… una voce ad un tratto mi chiama per nome: “Otto” e riconosco nel tim-bro la voce famigliare di Marco! “Santo cielo. Ma dove stiamo andando Marco con tutta questa ro-ba e qui in mezzo a questa nebbia?” “Non preoc-cuparti, va tutto bene Otto! C’è una festa da orga-nizzare e sono a corto di volontari… e di espe-rienza, così hanno chiamato me!”Non ricordo altro, se non la sveglia sul comodino che indica le otto e che mi richiama bruscamente alla realtà e alla quotidianità.Mi piace pensare così del nostro amico Marco, come partito per un nuovo incarico di volontariato presso il Cielo dove di feste se ne fanno tutti i giorni e per l’eternità e chissà quanto prezioso po-trà essere nell’organizzarle alla perfezione e nei minimi particolari.Tutti ci ricordiamo del suo instancabile ed este-nuante lavoro: dal Palladium alla Fiera, sempre lì,per primo, un passo avanti nelle idee, nella dispo-nibilità, nella forza, nel lavoro…. Ma anche nel dirti - con il suo modo un po’ burbero che, però, nascondeva la tenerezza del suo cuore - le cose che non andavano. Perché ci teneva a farle andare bene per far fare bella fi gura a tutta la squadra!Lui era così, non sapeva essere il Marco se non in questo modo, con questo stile, sia nel lavoro che nella famiglia e nel suo impegno di volontario in parrocchia.Non c’era Fiera che non portasse la tua fi rma per

qualche innovazione nella struttura, nell’organiz-zazione: per montare più in fretta, perché avesse-ro più sicurezza chi lavorava e chi la frequentava. La Fiera per te cominciava da capo ogni volta che si fi niva di smontare ed eri già proiettato al futuro e alla successiva edizione. Praticamente non fi niva mai con te… non c’era il tempo di fermarsi.In confi denza, un po’ di malinconia e di magone mi viene pensando a quel tempo, a quei sabati e quelle sere passati con tutta la nostra squadra in Oratorio a montare e smontare, con tutte le arrabbiature che ci prendevamo per poi, fraternamente e cor-dialmente, ritrovarci a gioire assieme per le tante soddisfazioni nel vedere la gente contenta che si divertiva all’ombra del campanile. E la nostra amicizia ha fatto sì che non mi sentissi mai al di “fuori”, nonostante ormai gli anni fossero trascorsi, assieme al testimone ceduto qualche anno prima. Passavi a salutarmi in uffi cio per un caffè e per due chiacchiere e mi raccontavi dei tuoi e vo-stri progetti della Fiera e del Cinema (come lo chiamavi tu), della macchina nuova per il digitale, fi ore all’occhiello del Palladium che ti ha visto protagonista grazie alla tua tenacia di responsabi-le, mi hai sempre fatto sentire ancora un po’ parte di questa grande famiglia di amici!E allora proprio agli “amici” dico: “Avanti con gioia, non mollate mai e soprattutto, non mollate adesso: Marco è lì, ancora, ancora più di prima, sempre quel passo avanti a tirare il gruppo”.Grazie Marco e a-rivederci per “incontrarci e far festa insieme”.Dimenticavo: se quest’anno dovessero fi occare popcorns, anziché grossi, bianchi fi occhi di neve, non avremmo nessuna diffi coltà a scoprire di chi è l’idea. Otto

a-rivederci MARCO!

R I CORD I

Page 17: Parole di Vita - Dicembre 2013

PAROLE DI VITA 2013 N. 426

R I CORD I

Ora che Franco se n’è andatoOra che Franco se n’è andato, riaffi orano tanti ricordi di vita vissuta insieme, soprat-tutto da giovani, nell’oratorio san Luigi, quando, ogni domenica, oltre duecento ra-gazzi si ritrovavano per giocare, pregare e imparare la dottrina cristiana. Eravamo un bel gruppo di catechisti e ci chiamavano “maestri dell’oratorio”. Franco era sempre un “vicemaestro”, capace com’era di indiriz-zare il comportamento dei ragazzi più viva-ci; ma il suo carisma era quello di organiz-zatore del gioco del calcio, dove occorreva autorevole fermezza e la capacità di metter d’accordo i più scalmanati. La vita della do-menica si svolgeva tutta lì: la messa delle 10, una partita a carte al circolino, il pome-riggio in oratorio, un giretto in città, d’estate il gelato, una gita in barca, il cinema del-l’oratorio e si stabilivano amicizie sincere, che sono durate per tutta la vita. Toccò il cielo con un dito quando fu assunto nelle ferrovie dello stato come macchinista. Si prendeva gioco di noi neopatentati che por-tavamo, ancora insicuri, la prima automobi-le della nostra vita: Giovannino per primo,

la topolino, poi la seicento, la cinquecentina rossa dell’Enea. Franco guidava la locomo-tiva e non gli interessavano i veicoli su stra-da. Vita dura, quella del ferroviere: orari im-possibili, tragitti lunghi e, confessava, una certa preoccupazione quando, in cabina, vedeva i binari infi larsi veloci sotto le ruote del treno. Poi trovò la Piera. Ne parlava con la gioia di aver incontrato la persona giusta, di una stimata e storica famiglia di Castello. E formò una bella famiglia. Era orgoglioso di farci vedere il suo treno: una volta ci in-vitò con la classe della Silvia a vedere le locomotive nel deposito ferroviario e fu un giorno importante, con fotografi a ricordo e curiosità soddisfatta. L’abbiamo poi visto sacrestano puntuale e diligente, impaziente solo quando qualche candela si ostinava a non accendersi. Prudente nel parlare, sere-no e gentile anche quando la tragedia toccò la vita della sua famiglia e dell’intera comu-nità. Lo strazio nel cuore, le lacrime negli occhi, un timido sorriso sulle labbra. E co-minciarono gli acciacchi della salute, e furo-no tanti. Quante volte l’ho salutato la sera, seduto davanti all’altare della Madonna: “Franco, come stai?”. Rispondeva sempre, fi no a qualche giorno fa: “Se! Me stu bee!”. Eppure camminava ormai a passo lento e respiro affannoso. Si è congedato senza ce ne accorgessimo, in punta di piedi. Il fu-nerale: una manifestazione eccezionale di affetto. “Il funerale di un vescovo!”, ha detto il don Contardo. E don Fernando: “Questa è una comunità viva, dove si sente il cuore della gente!”.Carissimo Franco, mi vien da piangere a pensarti vivo tra noi, ma sono certo, e quasi ti vedo, radioso e felice, con il tuo Guido, la mamma Maria, il papà Giuseppe. Godi la pace dei santi e la luce della salvezza ti illumini per sempre.

Ambrogio

Radenzi Ebe di anni 89

Formenti Giovanni di anni 65

Andreucci Stelvio di anni 72

Vanini Erminio di anni 93

Donizetti Maria Antonietta di anni 55

Rigamonti Marco di anni 62

Ciresa Pancrazio di anni 98

Marocchini Franco di anni 75

Amorino Stefano di Antonio e Paganoni Nadia

Morales Malservisi Valentina di Giorgio e Morales Pascual Barbara

Padovese Riccardo di Andrea e Bouhssine Romina

Zampatti Anna di Alessandro e Battistella Camilla

Colavita Sara di Giacomo e Vegani Cinzia Attilia

Dragone Alessio di Luigi e Sacchi Sara

Bilanzone Jacopo di Giuseppe e Taffuri Ilaria

Nicora Leonardo di Marco e Tonola Ilaria

Cuppoletti Andrea e Bonaiti Pedroni Michela

Page 18: Parole di Vita - Dicembre 2013

GRANDE CONCORSO CASTELLO COM’ERA, COM’È, DOV’È?IN PALIO 40 INGRESSI GRATUITI AL PALLADIUM

CONCORSO N. 4

DOV’È?

Hai riconosciuto questo angolo di Castello? Seleziona una delle 3 risposte indicate nel coupon qui sotto, compilalo con i tuoi dati, ritaglialo e imbucalo entro il 31 gennaio 2014 nella cassetta postale della Casa Parrocchiale: tra tutti quelli che avranno risposto correttamente, saranno estratti 10 vincitoriche riceveranno in premio 4 ingressi gratuiti al Cinema Palladium ciascuno. Ogni lettore potrà partecipare con un solo tagliando e saranno considerati validi solo i tagliandi originali (escluse fotocopie o altro). L’estrazione sarà comunicata entro la fine di febbraio 2014, i nomi dei vincitori saranno pubblicati sul sito www.parrocchiadicastello.it nella pagina Pubblicazioni/Parole di Vita, su Parole di Vita n. 1 - 2014, La voce di Castello e su alcuni giornali locali. I biglietti ingresso gratuiti potranno essere ritirati presso la Casa Parrocchiale, buona ricerca e .... buona fortuna!

La risposta esatta al concorso di giugno è: “Via Cellini” - Bonacina Maria Teresa, De Matteis Mimma, Negri Ginevra, Pelladoni Samuele, Perri Jonathan, Polvara Elisa, Pozzi Maria, Pozzi Stefania, Rotta Pinuccio e Tentori Daniele sono stati estratti tra tutti i partecipanti che hanno risposto correttamente al concorso n. 3, aggiudicandosi ciascuno 4 ingressi gratuiti al Cinema Palladium da ritirare presso la Casa Parrocchiale. Complimenti ai 10 vincitori del GRANDE CONCORSO ”CASTELLO COM’ERA, COM’È, DOV’È?”

Via XI Febbraio angolo C.so G. Matteotti

Via Montanara angolo via Palestro

Via Papa Giovanni XXIIIangolo C.so G. Matteotti

NOME e COGNOME

TEL. O CELL. E-MAIL

COM’ERA COM’È

1

23

?TUTTI I NOMI

DEI VINCITORI

DEL CONCORSO

N. 3

La redazione

Don Egidio Casalone, Santo Caruso, Francesca Galli, Stefano Ghislanzoni, Paolo Longhi, Mariolina Mauri, LauraPanzeri, Chiara Pizzi, Matteo Possenti, Umberto Riva.

Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato alla stesura dei testi e alla distribuzione del Giornale della ComunitàParrocchiale.

Sabato : ore 18.30 (vigiliare)Domenica : ore 8.00 - 10.00 - 11.30 - 18.30

I Sacerdoti sono normalmente disponibili per le Confessioni prima delle S. Messe.

Parroco (don Egidio)Don MarioDon ContardoDon PaoloScuola MaternaAbitazione Suore Betlemite

Indirizzi E-mail: [email protected] - [email protected] Internet: www.parrocchiadicastello.it

- Tel. e Fax 0341.36.41.38- Tel. 0341.36.89.21- Tel. 0341.28.55.57- Tel. 339.5629229- Tel. e Fax 0341.36.93.37- Tel. 0341.28.37.24

Per problematiche familiari, assistenza alimentare, richieste di lavoro, patronato sociale,servizio medico, consulenza giuridicaMartedì ore 9.30 - 10.00 e Giovedì ore 14.30 - 15.30 in casa parrocchialeServizio medico, consulenza giuridica: solo su prenotazione

S. MESSE FESTIVE

BUONA STAMPA

da Lunedì a Venerdì: ore 8.30 - 18.30

Sabato dalle ore 19.00 alle ore 19.30Domenica dalle ore 8.30 alle ore 12.30

SEGRETERIA PARROCCHIALE

SERVIZIO SEGRETARIATO SOCIALE

da Lunedì a Venerdì ore 16.00 - 17.00

PER EVENTUALI OCCORRENZE

SAN VINCENZOMercoledì ore 9.30 - 10.30 in oratorio

CINETEATRO PALLADIUMTel. e Fax 0341.361533 - www.cinemapalladium.com

S. MESSE FERIALI

Page 19: Parole di Vita - Dicembre 2013

SOMMARIO

EDITORIALE .01 Carissimi parrocchiani

CHIESA.02 Il campo è il mondo

.04 Evangelii Gaudium: la rivoluzione è ripartire dal vangelo

.05 È Natale, ma… - Luce della Pace da Betlemme

.06 Santi di oggi

VITA PARROCCHIALE .08 Pellegrinaggio a Sotto il Monte

.09 Avvento 2013

.10 Un’emozione da ricordare

.12 Cresima 2013

.13 Verbale del Consiglio pastorale

.14 Un campo tutto nuovo

CHIERICHETTI.16 Nuovi chierichetti

ORATORIO.17 Si sta proprio bene in oratorio!

All’oratorio si impara a cucinare - campeggio 2014

.18 Dolcetto o BarbaScherzetto? BarBatrucco Halloweeen Street Party

Happy Birthday dinner: BarBacena etnica

MONDO .20 Dalla Missione di Pugnido Padre Giorgio - Salesiano - ci scrive

Natale alla missione di Pugnido

CARITAS .21 “Potente in opere e in parole”

SCUOLA DELL’INFANZIA .23 Invece il cento c’è!

PALLADIUM .24 Nuova stagione cinematografica

RICORDO .25 a-rivederci Marco!

.26 Ora che Franco se n’è andato

.27 Anagrafe parrocchiale

.28 Grande Concorso - Castello com’era, com’è, dov’è?

Orari parrocchia di Castello

Foto di copertina: nasce il salvatore del mondo

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