Parole di Vita - Aprile 2011

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La luce della carità di San Carlo, tra noi. GIORNALE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE DI CASTELLO APRILE 2011_N. 02

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“Parole di Vita” è il giornale della Parrocchia di Castello, pubblicato per tutti i membri della comunità parrocchiale.

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La lucedella caritàdi San Carlo,tra noi.

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Settimana Santa

DOMENICA DELLE PALME 17 aprile

*ore 9.45 Benedizione degli ulivi nel cortile dell’oratorioe processione alla chiesa parrocchiale

*ore 10.00 S. Messa

GIOVEDI’ SANTO 21 aprile

*ore 8.30 Celebrazione della Parola*ore 16.00 S. Messa con la lavanda dei piedi*ore 21.00 S. Messa nella Cena del Signore

VENERDI’ SANTO 22 aprile

*ore 8.30 Via Crucis*ore 15.00 Celebrazione della Passione del Signore*ore 21.00 Via Crucis dalla chiesa di San Carlo alla chiesa parrocchiale;

seguiranno i riti della deposizione del Signore

SABATO SANTO 23 aprile

*ore 8.30 Celebrazione della Parola*ore 15.00 Confessioni per tutti*ore 21.00 Solenne VEGLIA PASQUALE

DOMENICA 24 aprile PASQUA di RESURREZIONE

*SS. Messe nell’orario festivo*ore 10.00 S. Messa solenne

LUNEDI’ dell’Angelo 25 aprile

SS. Messe ore 10.00 e 18.30

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CARISSIMI PARROCCHIANI,

siamo ormai al termine della Quaresima e pronti ad entrare nellasettimana più importante dell'anno liturgico: la Settimana Santa.Ma prima di tutto lasciatemi fare un complimento a quantihanno preso sul serio questo periodo di quaresima, non tanto esolo con qualche piccolo sacrificio, ma con un vero impegno dipreghiera e di generosa carità.Anche la nostra parrocchia ha fatto diverse proposte spirituali:penso a quel gruppo di persone che, non senza sacrificio hannosaputo nella prima settimana mettere davanti a tutti gli impegni

della giornata la preghiera mattutina, la meditazione e la celebrazione dell'Eucaristia. E poi la bella partecipazione ai quaresimali del venerdì sera: le riflessioni sulla croce del Signore esulla figura di San Carlo ci hanno aiutato a leggere sul volto del Crocifisso i tratti dell'amore infinitodel Padre che offre il Figlio suo Gesù per la salvezza del mondo.E ancora le varie celebrazioni culminate nella edificante Via Crucis a Lecco con la presenza del nostroArcivescovo. Ora con la Domenica delle Palme entreremo nella Settimana Santa.

1. Il primo gesto con cui apriremo questi santi giorni sarà la raccolta di contributi che faremo dome-nica 17 aprile a favore del Fondo di solidarietà costituito nella nostra città di Lecco e finalizzato a crea-re qualche posto di lavoro. Questi soldi che raccoglieremo, sono frutto di sacrifici fatti in quaresima,segno di generosità e di carità per chi ha perso il lavoro e che ora si trova in una situazione difficile.

2. La seconda osservazione riguarda i tre giorni santi. Il Giovedì Santo è il giorno dell'Ultima Cenadi Gesù e anche il giorno dell'Istituzione dell'Eucaristia e del Sacerdozio; il Venerdì Santo è il giornodella morte di Gesù; mentre il Sabato Santo è il giorno della preghiera e dell'attesa della Pasqua, festadi Resurrezione.

3. La terza osservazione è sulla Pasqua di questo anno segnato dalla guerra e dalla violenza.Ci rendiamo tutti conto che siamo di fronte ad un momento storico di una portata inimmaginabile.Popoli in fuga dalla guerra e dalla miseria. Popoli alla ricerca di un benessere maggiore che ridiadignità alle loro vite. Popoli stanchi di stare a guardare ed a raccogliere le briciole dei ricchi epuloni diturno.E dall'altra un'Europa preoccupata solo di alzare mura, di rinforzare i confini e di difenderli a dentistretti; ma fino a quando?E noi intanto ci dilettiamo con i nostri insulsi dibattiti politici.Possiamo proprio dire che l'umanità in questo momento della storia sta vivendo il suo Venerdì Santo,venerdì di passione e di morte.

4. Ma dopo il Venerdì Santo per noi credenti brilla la luce della Pasqua; la resurrezione del Signore nontarderà a rischiare anche il nostro orizzonte avvolto dalle tenebre e dalla paura.Infatti il grande dono di Cristo agli apostoli, impauriti e rinchiusi nel Cenacolo è quello della pace. "Vidono la pace. Vi dono la mia pace". Queste parole di Gesù esprimono il dono e il frutto dellaPasqua che tutti attendiamo.E allora la Pasqua è augurio di Pace ; ed è anche impegno perchè il Signore Gesù risorga nei cuoripacificati di tutti gli uomini: e Gesù risorge quando condanniamo la violenza, quando pratichiamo ildialogo ed il perdono, quando diffondiamo carità e solidarietà con i fratelli più poveri.Mentre meditiamo questi pensieri e ci prepariamo a vivere intensamente la Settimana Santa, a nome ditutti i sacerdoti Vi auguro una Buona Pasqua.

Un cordiale saluto dal vostro Parroco

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3. Non si potrebbe comprendere, però, lacarità di san Carlo Borromeo se non siconoscesse il suo rapporto di amore ap-passionato con il Signore Gesù. Questoamore egli lo ha contemplato nei santi mi-steri dell'Eucaristia e della Croce, veneratiin strettissima unione con il mistero dellaChiesa. L'Eucaristia e il Crocifisso hannoimmerso san Carlo nella carità di Cristo, equesta ha trasfigurato e acceso di ardoretutta la sua vita, ha riempito le notti passatein preghiera, ha animato ogni sua azione,ha ispirato le solenni liturgie celebrate con ilpopolo, ha commosso il suo animo fino aindurlo sovente alle lacrime. Lo sguardocontemplativo al santo Mistero dell'Altare eal Crocifisso risvegliava in lui sentimenti dicompassione per le miserie degli uomini eaccendeva nel suo cuore l'ansia apostolicadi portare a tutti l'annuncio evangelico.D'altra parte, ben sappiamo che non c'èmissione nella Chiesa che non sgorghi dal"rimanere" nell'amore del Signore Gesù, re-so presente a noi nel Sacrificio eucaristico.Mettiamoci alla scuola diquesto grande Mistero! Fac-ciamo dell'Eucaristia il verocentro delle nostre comu-nità e lasciamoci educare eplasmare da questo abissodi carità! Ogni opera apo-stolica e caritativa prenderàvigore e fecondità da que-sta sorgente! La splendidafigura di san Carlo mi sug-gerisce un'ultima riflessionerivolta, in particolare, ai gio-vani. La storia di questogrande Vescovo, infatti, ètutta decisa da alcuni co-

raggiosi "sì" pronunciati quando eraancora molto giovane. A soli 24 anni egliprese la decisione di rinunciare a guidare lafamiglia per rispondere con generosità allachiamata del Signore; l'anno successivo ac-colse come una vera missione divina l'ordi-nazione sacerdotale e quella episcopale. A27 anni prese possesso della Diocesi am-brosiana e dedicò tutto se stesso al mini-stero pastorale. Negli anni della sua giovi-nezza, san Carlo comprese che la santitàera possibile e che la conversione della suavita poteva vincere ogni abitudine avversa.Così egli fece della sua giovinezza un donod'amore a Cristo e alla Chiesa, diventandoun gigante della santità di tutti i tempi. Carigiovani, lasciate che vi rinnovi questoappello che mi sta molto a cuore: Dio vivuole santi, perché vi conosce nel profondoe vi ama di un amore che supera ogniumana comprensione. Dio sa che cosa c'ènel vostro cuore e attende di vedere fioriree fruttificare quel meraviglioso dono che haposto in voi. Come san Carlo, anche voi

potete fare della vostra gio-vinezza un'offerta a Cristo eai fratelli. Come lui, potetedecidere, in questa stagionedella vostra vita, di "scom-mettere" su Dio e sul Van-gelo. Voi, cari giovani, nonsiete solo la speranza dellaChiesa; voi fate già partedel suo presente! E se avre-te l'audacia di credere allasantità, sarete il tesoro piùgrande della vostra Chiesaambrosiana, che si è edifi-cata sui Santi.

Terza parte

"La luce della carità di san Carlo"Lettera di Benedetto XVI alla Chiesa ambrosiana

per il IV centenario della canonizzazione

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Guardate il mandorlo. È il primo albero che fiori-sce, l'ultimo che fa i frutti. E ci insegna una cosa:se voglio vedere dei frutti nella mia vita devoprima fiorire.Una delle forme più importanti della fioritura del-l'essere la chiamo polifonia dell'esistenza.Dio non copre tutte le gamme d'onda del nostrocuore. L'amore di Dio non risponde a tutte le di-mensioni del cuore dell'uomo, neppure del cuoredel monaco. Dio non pretende di essere unico,geloso sbocco degli affetti. Nell'Eden Adamo vedeDio, gli parla faccia a faccia, eppure non è felice.Dio non gli basta. Non è sufficiente Dio per starebene. E non si tratta di una esperienza di pecca-to, ma di Eden. Infatti Dio vede e dice: "Non èbene che l'uomo sia solo...", solo con Dio.Gesù stesso offre almeno tre oggetti all'amore:ama Dio, ama il tuo prossimo, come ami te stes-so. La polifonia dell'amore. Polifonia non è figlia disottrazioni, ma di addizioni."Amerai il Signore con tutto il cuore" (Dt 6,5) nonsignifica: "Ama Dio solamente, riservando tutto ilcuore a lui", ma: "Amalo con totalità, senza mezzemisure". Così devi, allo stesso modo, amare il tuoamico: "con tutto il cuore", senza riserve. Ma nonsolo il tuo amico, il genitore, il figlio, lo sposo.La totalità del cuore non significa esclusività. "Nonavrai altri dei di fronte a me" (Es 20,3), chiede ilSignore, ma non già: "Non avrai altro amore all'in-fuori di me".L'espressione "polifonia dell'esistenza" è stata co-niata da Bonhoeffer in una lettera ad un amico.II rischio implicito in ogni grande amore è quello dismarrire la polifonia dell'esistenza. Voglio dire cheDio e la sua eternità pretendono di essere amatidal profondo del cuore, senza però che l'amoreterreno ne venga danneggiato o indebolito; qual-cosa come un cantusfirmus, in rapporto al qualele altre voci della vita formino il contrappunto. Soloquando ci troviamo in questa polifonia la vita ètotale, fiorisce.Un rischio implicito in ogni grande amore, terrenoo celeste, di appartamento o di monastero, è quel-lo di smarrire, in nome di un unico amore totaliz-zante, la polifonia dell'esistenza, la totalità dellavita.

4. POLIFONIA DELL'ESISTENZALa perdita della polifonia è stata una delle conse-guenze più negative di un malinteso amore sacro,che si è tradotto - in troppi ambienti religiosi - indiffidenza verso l'amicizia, freddezza di rapporti,brinate sui sentimenti, distorsioni affettive. Esoprattutto ha portato la malattia più temuta daGesù: la sclerocardia, la durezza del cuore. Èstato come immiserire la vita, perché all'infuoridelle relazioni non esiste manifestazione dell'infi-nito quaggiù. La cosa più importante dell'esisten-za restano i rapporti umani. Perso il cuore plurale,la vita spirituale vegeta come frutto di sottrazioni,si disidrata nell'illusione di amare Dio perché nonama nessuno sulla terra! D'altra parte, si potràperdere la polifonia dell'esistenza anche coltivan-do soltanto rapporti umani, senza la luce dei gran-di pensieri e di un oltre.I santi non sono coloro che restituiscono a Diol'osservanza di tutti i precetti, ma sono quelli chehanno realizzato l'impresa di diventare umani, chehanno trovato il sentiero della pienezza, degli ap-passionati per la trasparenza del cuore e delleparole. I santi non sono gli uomini e le donne dallavita irreprensibile, basta pensare a Paolo, ad Ago-stino, ma quelli capaci di custodire e mostrare untesoro dentro vasi di argilla, portare una luce den-tro questo nido d'argilla, passione per la pace eper la pietà e un disarmato amore per tutti.Dio porta un'addizione di vita, un supplemento dicuore. Non siamo figli di una diminuzione, ma diun accrescimento. La vita spirituale è un'operaarmoniosa di dilatazione. Più Dio in me equivale apiù io. Ecco cosa raccontare con la vita.C'è una terribile parola di un politico francese delsecolo scorso, Proudhon, che dice: "Ho smesso dicredere in Dio il giorno in cui ho incontrato unuomo migliore di Lui.”Forse vale anche per il prete, il religioso: perchédevo ascoltare uno che è meno uomo di me e ditanti? Smettono di credere in noi quando incon-trano uomini migliori di noi! Non più colti o intelli-genti. No, migliori nel cuore.

(don Ermes Ronchi CHIESA DI SANTI)

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Una delle immagini di San Carlo che più si èimpressa nella memoria dei fedeli ambrosiani,tramandata da svariate opere d'arte, è quelladel vescovo che devotamente porta in proces-sione per le strade della città colpita dallapeste la croce con il Santo Chiodo, per invoca-re la fine del flagello e la salvezza del popolo alui affidato.

E in queste settimane di Quaresima, quellacroce che fu tra le mani del santo Borromeotorna a percorrere le Zone pastorali della no-stra Diocesi, in occasione della solenne ViaCrucis presieduta dal cardinale Dionigi Tetta-manzi. Il Santo Chiodo, infatti, è una delle reli-quie più importanti e venerate in terra ambro-siana. Si tratta, secondo la tradizione, di unodei ferri della Croce del Redentore, (che inrealtà non assomiglia a un chiodo) che si vuoleusato dall'imperatore Costantino come morsodi cavallo e in seguito donato da Teodosio aSant'Ambrogio. Custodito nel Duomo di Mi-lano e conservato in un tabernacolo a oltre40 metri d'altezza, nella volta in alto checonclude il coro, il Santo Chiodo è oggetto diun'antichissima e singolare liturgia nel sabatoche precede la ricorrenza dell'Esaltazione del-la Croce, allorchè è prelevato dall'arcivescovomediante una navicella del XVII secolo (cono-sciuta col nome di nivola), per essere poi espo-sto alla devozione dei fedeli. Quando nell'ago-sto del 1576 le autorità proclamarono in modo

ufficiale che il contagio della peste era pene-trato a Milano, San Carlo si trovava fuori città,in una delle sue numerose visite pastorali.Prontamente, allora, l'arcivescovo rientrò incittà per organizzare l'assistenza spirituale emateriale, mentre le autorità civili si allontana-vano abbandonando un popolo impaurito estremato. Spogliatosi di tutto ciò che gli erarimasto, il Borromeo usò persino gli arredi e itendaggi dell'arcivescovado per aiutare i biso-gnosi. Ma mentre soccorreva i malati, SanCarlo non tralasciava di pregare e di far prega-re, promuovendo funzioni penitenziali, celebra-zioni di Messe all'aperto (perché anche coloroche non potevano uscire dalle loro case potes-sero assistervi), processioni pubbliche nellequali portava un "pesantissimo Crucifisso" eche terminava con "una così divina predicache faceva crepare di pianto gli audienti". Diqueste processioni a Milano ne furono previsteinizialmente tre, che partendo dal Duomo rag-giunsero rispettivamente le basiliche di San-t'Ambrogio, quella di San Lorenzo e il santua-rio di Santa Maria presso san Celso. La terzafu la più solenne e drammatica, anche perchéil Borromeo volle portare in quell'occasioneproprio la croce con il Santo Chiodo e tutte lereliquie conservate a Milano. L'arcivescovoprecedeva il popolo, come dice il Giussani,"con li piedi ignudi e con un aspetto tantomesto e doloroso che moveva a gran pietà epianto ognuno che lo mirava, imperocchè s'eravestito della cappa pontificia paonazza e tiratoil cappuccio sugli occhi". Come infatti il Qua-drone del Duomo lo ritrae con efficace espres-sività. Le processioni con il Santo Chiodo pro-seguirono poi anche nei giorni seguenti pervolontà dello stesso San Carlo che a distanzadi alcuni anni, in una sua lettera pastorale,esortava i milanesi a ricordare come proprio"con quella santa reliquia, implorando la mise-ricordia di Dio, fummo così mirabilmente equasi all'improvviso liberati dalla pestilenza".

La croce di San Carlo con il Santo Chiodo venerdì 8 aprile è giunta nella nostrachiesa parrocchiale, dopo aver sostato nelle chiese di di San Nicolò e di San Carlo al Porto.

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Via Crucis con il Card. Tettamanzi

CELEBRAZIONI PER SAN CARLO

Apertura dell’ostensione della soprana di San Carlo

Adorazione della croce con il santo chiodo

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Sappiamo che gli ascendenti di AlessandroManzoni, il più grande scrittore e poeta cri-stiano di tutti i tempi, abitarono stabilmenteal Caleotto di Lecco, dove erano nati sia ilnonno paterno, dottor Alessandro, che ilpadre, don Pietro.Lo stesso Alessandro Manzoni, quandonon era in collegio, trascorse qui tutta l'in-fanzia e l'adolescenza, come informa luistesso nell'introduzione al "Fermo e Lucia".Il quartiere Caleotto, fino al 1951, facevaparte, per giurisdizione ecclesiastica, dellaparrocchia di Castello, che confinava con laparrocchia di Pescarenico.Ecco perché, com'è scritto in un registroagli atti dell'Archivio parrocchiale, nel lungoelenco di bambini, provenienti anche daparrocchie limitrofe e cresimati in questachiesa il giorno 10 giugno 1794, figuraAlessandro Manzoni, già con il titolo nobi-liare di "don", cui aveva diritto il padrePietro, con la precisazione "di Castello".I Manzoni del Caleotto erano dunquenostri comparrocchiani.Il Sacramento della Cresima gli fu ammi-nistrato da Monsignor Tommaso GallaratiScotti, vescovo titolare di Lares, una dioce-si tuttora esistente che si trova vicino aCartagine, in Tunisia.Il giovane presule era nato a Milano e con-sacrato vescovo, a soli 36 anni, il 21 feb-braio 1794, pochi mesi prima della visitacompiuta in tutta la pieve di Lecco nel giu-gno dello stesso anno.Nel libro cassa della parrocchia, in data 7giugno 1794, tre giorni prima della visita delVescovo Gallarati Scotti, è registrato ancheun pagamento al M° Giuseppe Villa, orga-nista e organaro, per riparazioni all'organo,

operazione solitamente straordinaria, cor-relata a qualche avvenimento di rilevanteimportanza per la comunità.Per il piccolo Alessandro padrino di Cre-sima fu lo zio, Monsignor Paolo Manzoni,anch'egli di Castello, fratello del padrePietro e Canonico Ordinario del duomo diMilano, vicario civile. incaricato di molti uffi-ci amministrativi dall'Arcivescovo, Cardina-le Giuseppe Pozzobonelli.

Sabato 2 aprile, il vicario generale Mons. Carlo Redaelli ha scoper-to la lapide in ricordo della Cresima che Alessandro Manzoni haricevuto nella nostra chiesa parrocchiale.

GiuliaBeccaria esuo figlioAlessandroManzonibambinodi AndreaAppiani

Un comparrocchiano illustre: Alessandro Manzoni

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1794 Dall'Ill.mo e Red.mo MonsignoreDon Tomaso Scotti Gallarati VescovoDi Laro in occasione della Visitafatta nella Parrocchia di Castello,ed in tutta la Pieve, quale Cresimafu il gño 10. GiugnoVedi come segue.......................................................

Don Alessandro Manzoni figlio diDon Pietro della Parrocchia diCastello Padrino il Can.o Ord.Don Paolo Manzoni figlio del DottoreAlessandro di Castello

(dall’Archivio parrocchiale Castello)

Da “LA PENTECOSTE”

Noi t'imploriam! PlacabileSpirto discendi ancòra,a' tuoi cultor propizio,

propizio a chi T'ignora;scendi e ricrea; rianimai cor nel dubbio estinti;

e sia divina ai vintimercede il vincitor.

Santa Cresima, un'espressione di sensoautobiografico, poiché, sappiamo, lo scrit-tore visse in gioventù nel dubbio per la fe-de, poi rianimata e ricreata per il dono delVincitore, lo Spirito Santo, appunto.Viene altresì evidenziata nel marmo copiadel documento manoscritto tratto dall'ar-chivio con giustapposta una seconda lastri-na in ottone con incisa la trascrizione astampa dello stesso documento.Con questo atto riteniamo di aver arricchitola nostra chiesa di un segno di Fede e diCultura e di aver reso ancor più vivo il ricor-do della presenza lecchese del sommoscrittore.

Ambrogio

Si era più volte pensato di far menzione diquesto fatto, così efficace nella vita cristia-na di ciascuno di noi e in particolare di Ales-sandro Manzoni, posando un segno in que-sta chiesa; l'idea si è concretizzata in que-sti mesi affiggendo una lapide vicino allaporta laterale dell'ingresso alla chiesa.Abbiamo anche voluto arricchire il ricordocon l'apposizione di due lastrine, l'una re-cante una strofa dell'inno manzoniano "LaPentecoste", una preghiera che rimane daleggere e recitare da chi si fermerà e guar-derà questo segno.Il testo è, infatti, una stupenda invocazioneallo Spirito Santo, qui a Castello effuso suAlessandro Manzoni nel Sacramento della

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Serafino Morazzone nasce a Milano il1°febbraio 1747 nel quartiere di via Bro-letto, da una famiglia numerosa e moltopovera. Intorno ai 13 anni sente il deside-rio della vocazione al sacerdozio, ma perle difficili condizioni economiche nonpotrà accedere al Seminario. Viene iscrit-to alle scuole esterne del Collegio di Bre-ra, retto dai gesuiti, intanto presta servi-zio come chierico nella sua parrocchia diSan Carpoforo.Il 4 settembre 1761 riceve la tonsura e il17 dicembre 1762 i due ordini minori del-l'ostiariato e del lettorato. A 18 anni, nel1765, per poter continuare gli studi entraa far parte dei chierici che prestavanoservizio in Duomo nella "Sacrestia dellemesse". I chierici allora non erano più dinove e venivano affidati a un maestro: almattino i ragazzi prestavano servizio inDuomo e nel pomeriggio frequentavanola scuola di teologia nella chiesa di S.Maria presso S. Satiro. Ricevevano uncompenso di 10 lire al mese e in più do-

vevano continuare a prestare aiuto nellaloro parrocchia.Serafino era fedelissimo al suo impegnoe per otto anni prestò servizio alla "Sa-crestia delle Messe", finché il 2 gennaio1771, dopo un ritiro di dieci giorni pressoi Missionari di Rho, ricevette gli ordiniminori dell'accolitato e dell'esorcistato e,inaspettatamente, si aprì per lui la stradadel sacerdozio. Nel marzo 1773 infatti,quando ancora non aveva ricevuto gliordini maggiori, su consiglio dei superioripartecipò al concorso per la nomina aparroco della chiesa di S. Maria Assuntain Chiuso.

Il 26 giugno sarà beatificato in Duomo don SerafinoMorazzone, il "buon curato di Chiuso" come venne definitoda Alessandro Manzoni nella prima versione del suo"Fermo e Lucia". Lo scrittore de "I Promessi sposi", infatti,conobbe di persona il prete oggetto di un'autentica venera-zione da parte dei fedeli, e presumibilmente partecipò alsuo funerale. La beatificazione chiude un iter durato qua-rantasette anni, dal 1964, ma concepito già nel 1948 quan-do il cardinale Schuster rispolverò vecchie carte e docu-menti del curato lecchese e volle che se ne diffondesse lamemoria. Don Serafino sarà beatificato con altre due figu-re della nostra Diocesi: Padre Clemente Vismara, missio-nario del Pime per 60 anni in Birmania e suor EnrichettaAlfieri per anni nelle Carceri di San Vittore.

Verso gli altariun prete di grande carità, donò anche il suo materasso

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Vinse il concorso di parroco, ma non eraancora prete e così il 10 aprile 1773 rice-vette il suddiaconato e il 18 dello stessomese il diaconato; quindi il 9 maggio fuordinato sacerdote e il giorno successivoera già a Chiuso. Celebrò la sua primamessa nell'oratorio di San GiovanniBattista e fece il solenne ingresso in par-rocchia.Per quarantanove anni svolse il suo mini-stero pastorale nella piccola comunitàlecchese senza mai allontanarsi dalpaese, se non per gli esercizi spirituali

Beati a LeccoIn preparazione alla beatificazione di don Serafino Morazzone sono statiorganizzati quattro incontri di preghiera e conoscenza dei nostri BeatiSacerdoti di Lecco con la presenza di mons. Ennio Apeciti dell’UfficioDiocesano per la causa dei santi (ad eccezione dell’ultimo incontro):

- Lunedì 21 marzo ore 21.00 Don Serafino MorazzoneChiesa S.M. Assunta Chiuso

- Martedì 12 aprile ore 21.00 Beato Luigi MonzaChiesa Parrocchiale S. Giovanni

- Mercoledì 11 maggio ore 21.00 Beato Giovanni Mazzucconi Chiesa Parrocchiale Rancio

- Mercoledì 25 maggio ore 21.00 Beato Pagano Basilica di S. Nicolò.

annuali. Egli fu un prete di grande pre-ghiera, carità e servizio agli altri; non sirisparmiava mai e a qualunque ora lochiamassero lui correva. Tutto ciò che ri-ceveva era destinato ai poveri e agli am-malati, si privò anche del suo materassoper darlo a un uomo malato e sofferente;aprì in canonica una scuola gratuita, fre-quentata anche dai bambini dei paesivicini.La gente lo chiamava "il beato Serafino"ma lui si definiva "un povero peccatore".Morì il 13 aprile 1822.

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Giovanni Mazzucconi, nato a Rancionel 1826, ha fatto parte della prima spe-dizione missionaria del nascente "Semi-nario per le Missini Estere”, fondato nel1855 e che oggi è il P.I.M.E. Beatificatonel 1983 da Giovanni Paolo II, è stato ilprimo sacerdote milanese sulla gloria de-gli altari dopo San Carlo. Nel 1852, allavigilia della partenza per l'Oceania, scri-veva così: "Beato quel giorno in cui misarà dato di soffrire molto per una causasì santa e sì pietosa, ma più beato quel-lo in cui fossi trovato degno di spargereper essa il mio sangue e di incontrare frai tormenti la morte". Di lì a tre anni, nelsettembre 1855, verrà ucciso, a soli 29anni, in un'imboscatasull'isola di Woodlark. Ifondamenti del suo en-tusiasmo per la missio-ne fino a desiderare ilmartirio sono semplici:preghiera, sacrificio egusto per la carità.

Beato Pagano fu uno dei più illustri inquisitori domenicani delXIII secolo in Lombardia. Cercò di espletare il suo compito,esaminare le nuove teorie ed idee in materia di religione edortodossia della fede, con discernimento e coscienza e que-sto gli costò la vita. Nativo di Lecco nel XIII secolo, si formònel convento di Bergamo, soggiornando anche per un lungoperiodo in quello di Rimini, dove espletò il suo apostolato; sidice che ricevette l'abito dell'Ordine a Padova dallo stessoS. Domenico, ma ciò non è documentato.Di certo si sa la sua attività di inquisitore,che svolse per mandato pontificio in Lom-bardia, Piemonte e Liguria. Abitò nel con-vento di Como e operò specialmente inValtellina. Il 26 dicembre 1277, venne as-salito dai complici di uno degli eretici di cuisi stava occupando. Parte delle reliquie sitrovano a Lecco nella chiesa dell'ospedale.Fu proclamato beato nel 1278.

L'arco dell'esistenza del beato LuigiMonza è racchiuso in soli 56 anni. Natonel 1898 a Cislago (Varese), dopo l'ordi-nazione fece il suo servizio pastorale aVedano Olona, poi a Saronno, e infine aLecco, ove si spense il 29 settembre1954, con il piazzale della chiesa gremi-to di persone in preghiera.Fu un pastore esemplare. La sua santitànon è chiusa in se stessa. Egli insegnache l'unico modo adeguato per vivere inpienezza il Vangelo è di amare gli uomi-ni come li ha amati Gesù Cristo. L'unicarisposta adeguata è una Chiesa cheintroduce l'uomo nella sfera di una gran-de famiglia.Il 30 apriledel 2006 èstato procla-mato beatonel duomo diMilano dalCard. Tetta-manzi.

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Il 1° maggio 2011 Papa Giovanni Paolo II sarà beatificato! Ad appena sei anni dalla morte, il2 aprile del 2005, Papa Ratzinger ha derogato alle norme canoniche che prevedono si aspet-tino cinque anni dalla morte per aprire il processo canonico per la beatificazione, come avevafatto Wojtila, prima di lui, per Madre Teresa, nel 2003.

Gli eventi principali della beatificazione- 30 aprile ore 20.00 al Circo Massimo - Veglia di preghiera.- La notte tra il 30 aprile e il 1° maggio “notte bianca dellafede”: otto chiese della città (lungo un percorso che idealmen-te conduce dal Circo Massimo al Vaticano) rimarranno aperteper la preghiera animata dai gruppi e dai movimenti giovanili.- 1 maggio ore 10.00 in Piazza San Pietro - S. Messa di Bea-tificazione.- 2 maggio ore 10.30 S. Messa di ringraziamento in Piazzasan Pietro celebrata dal Card. Bertone.Le spoglie di Giovanni Paolo II saranno esposte nella Basilicadi San Pietro, davanti l'Altare della Confessione a partire daltermine della cerimonia del 1 maggio.

Qual era il segreto di Papa Wojtila che gli per-metteva di parlare alle famiglie, alle donne, aibambini, ai giovani, agli anziani, ai lavoratori,ai carcerati, ai migranti, ai malati e - insom-ma - a tutti e di essere inteso e qualche voltaincompreso? Un doppio segreto. Quello, in-nanzitutto, di un’umanità ricca e provata, cheil dolore familiare precoce e il lavoro, la guer-ra e la dittatura avevano preparato all’incon-tro con ogni esperienza umana. E l’altro se-greto che possiamo indicare con il dono avutodal Cielo di riuscire ad essere a un tempo pie-namente uomo di Dio e pienamente uomo delsuo tempo. [...] Karol Wojtila divenutoGiovanni Paolo non ha avuto alcuna difficoltàa porsi a interprete dell’umanità della suaepoca, ma è riuscito anche a mostrare quel-l’umanità - con l’esempio e le parole - checosa sia credere ai nostri giorni. In questainterlocuzione universale egli è stato aiutatodalla lunga durata del pontificato. Quei 26anni e mezzo hanno permesso alla Chiesa eal mondo di intendere la radicale novità diGiovanni Paolo, che è quella di un Papa elet-

to contro ogni aspetta-tiva e che non sale altrono di Pietro con unprogramma pontificalein tasca, ma si affidaalla provvidenza chel’ha chiamato e rispon-de alle sfide delle cir-costanze da cristianovivo, dando testimo-nianza della sua fede a ogni persona cheincontra, a ogni gruppo umano al quale sirivolge. Riuscendo in qualche modo a “farsitutto a tutti” a dimensione dell’umanità di oggi.Quella lunga durata l’ha aiutato a raggiunge-re veramente tutto il mondo, svolgendo unapredicazione evangelica audace e modifican-do l’immagine papale per avvicinarla all’uomodella nostra epoca. [...] Un pontificato, proiet-tato nella predicazione del vangelo fino aiconfini della terra e nel sogno apostolico diarrivare a ogni persona. “A tutta l’umanità, atutti gli uomini” fu uno dei suoi motti”.

(Tratto da Avvenire 8/4/11 - di L. Accattoli)

Giovanni Paolo II Beato

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Quaresima ai piedi della CroceÈ stata una Quaresima con al centro lameditazione sulla Croce, che ha avuto ilsuo punto più alto con l'arrivo in città - eanche nella nostra chiesa - della Crocedel Sacro Chiodo di San Carlo e con laVia Crucis per le vie di Lecco con l'Arcive-scovo, dello scorso 8 aprile.Don Pietro Raimondi, cappellano delcarcere di San Vittore di Milano, ha co-minciato la preparazione alla Pasquaparlando del carcere come metaforadella Passione di Cristo: lì c'è il giovedìdell'attesa del processo; lì c'è il venerdìdel processo; lì ci sono il venerdì e ilsabato della condanna e del silenzio nel-l'attesa della resurrezione - libertà.

Subito si obietterà che chi è in carcere -se non tutti, molti - se l'è cercata questacroce da portare e, leggendo il Vangelo,può sembrare che anche Gesù se la siacercata questa condanna, con le sue pa-role e con le sue azioni.Gesù, in realtà, viene condannato nonperché sia colpevole ma perché dice laverità. A Gesù la croce la mettono addos-so, non la cerca lui, eppure è proprio gra-zie alla croce che dimostra chi è vera-mente e porta a compimento il progetto disalvezza.

Viene da domandarsi se cercarsi una cro-ce da mettersi sulle spalle sia indispen-sabile per diventare santi, se dobbiamoaspettarci una croce da portare inviata daDio, se dobbiamo temere un carcere, pu-nizione e lontananza da Lui.La risposta è che, al contrario, Dio nelcarcere si fa trovare, per chi lo vuole ac-cogliere ed ascoltare e le croci - che arri-vano da sole - Gesù ci aiuta a portarle, senoi lo vogliamo, proprio come lui è statoaiutato dal Cireneo a portare la croce,anche se quello vi era stato costretto!E anche noi possiamo aiutare chi si senteaddosso una croce, chi è angustiato dauna sofferenza nel proprio cuore. Il mez-zo è la preghiera ed è bello sapere chec'è qualcuno che prega per te e ti aiuta arinascere, proprio grazie alla preghiera.Oggi bisogna pregare soprattutto per igiovani, ha detto don Pietro, perché è dif-ficile essere giovani in un mondo in cuisolo chi è perfetto ce la fa e per gli altri, aSan Vittore o nelle città, c'è la croce.E se c'è qualcuno, il Cireneo appunto,

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che aiuta Gesù a portare il patibolo fino incima al Golgota, lassù non è solo, perché ai piedi della croce ci sono sua madre e ildiscepolo.Don Luca Ciotti ci ha fatto avvicinare aMaria, con i dubbi, le preoccupazioni chel'hanno accompagnata nella vita sin dalmomento della gioia della presentazioneal Tempio. Stati d'animo di una madre o diun figlio come tutti gli altri, che si preoc-cupano se nella vita sarà possibile vivere,amare, prendersi cura di quelli che siamano, trovare lavoro, fare qualcosa dibuono e di bello, essere all'altezza dellavita e di quanto ci chiede Gesù.Per alcuni non c'è speranza e il mondo ètroppo brutto per far nascere un figlio, maun cristiano deve sempre avere e haveramente motivo per avere fiducia!Non si deve avere timore di stare accan-to a chi soffre e a coloro ai quali vogliamobene, anche se questo può voler dire, co-me per Maria, che la croce di un altro di-venta anche la nostra.Maria ha esercitato questa virtù non soloai piedi della Croce, ma ogni giorno nellacasa di Nazareth, e per questo ci insegnala santità quotidiana. Una santità fattadelle azioni più semplici e comuni, in cuisi praticano il perdono, la ricerca dellaverità, l'andare controcorrente rispetto alpensiero dominante, condividere la fedecome un dono.E ai piedi della croce di Cristo c'èanche san Carlo Borromeo, ci ha ricor-dato padre Norberto Valli. Per lui la Cro-ce, o meglio, Gesù Crocifisso era comeun libro da contemplare, leggere e medi-tare, un libro aperto da cui trarre tutti gliinsegnamenti necessari per la propriavita. E proprio in questo modo ne parlavadurante le omelie della sua ultima Qua-resima (1584) nel Duomo di Milano.

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Per San Carlo, quindi, portare in proces-sione la Croce del Sacro Chiodo durantele pestilenze che ci furono nel corso delsuo episcopato, non significava portareun oggetto magico o taumaturgico, madoveva ricordare a tutti le sofferenze e legrazie profuse da Cristo sulla Croce.Mediante il battesimo, infatti, ogni cristia-no rinasce in Cristo ed è in Lui: non sitratta di sforzarsi di comportarsi comeGesù, combattendo debolezze e istinti,ma di capire che non possiamo compor-tarci diversamente da Lui e che solo dal-l'amore sincero per Gesù può nascere lacarità autentica verso i fratelli.La Croce del Sacro Chiodo, quella Croceche il Cardinale ha portato in processioneper le vie della nostra vita ci parla anchese tace: "Ciò che mi attira a Te, Signore,sei Tu! Tu solo, inchiodato sulla Croce,con il corpo straziato tra agonie di morte.E il Tuo amore si è talmente impadronitodel mio cuore che, quand'anche non fos-se il Paradiso, io Ti amerei lo stesso. Nul-la hai da darmi, per provocare il mio amo-re, perché quand'anche non sperassi ciòche spero, pure Ti amerei come Ti amo"ci dicono San Carlo e - con parole quasiidentiche - la coeva Santa Teresa d'Avila.

Matteo

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Chi entrava in chiesa durante ilperiodo quaresimale poteva leg-gere, sotto l'altare mag-giore, la scritta "con-templiamo la croce,segno dell'amore diDio".I bambini dell'Iniziazio-ne cristiana hanno cer-cato, attraverso varie proposte, dicomprendere e far proprio il valo-re della croce, segno distintivo delcristianesimo, manifestazione del-l'amore di Dio per ogni uomo.Le prime domeniche di quaresimaogni bambino ha ricevuto una pic-cola croce in legno e, di volta involta, attraverso la lettura delVangelo, ha scoperto le paroleche aiutano a rendere vere le no-stre vite e le ha inserite sulla pro-pria croce: lode, accoglienza, fiducia, do-no, speranza, osanna.La domenica delle Palme, in processionecon tutta la comunità, ogni bambino haportato la propria croce completata con

tutte le cinque parole.Anche la Celebrazione Eucari-

stica domenicale delleore 10, è stata curata inmodo particolare: i bam-bini hanno vissuto la litur-gia della parola nella cap-pellina dell'oratorio conuna predica-intervista a

loro misura, e si sono ricongiunticon la comunità adulta, nella chie-sa parrocchiale, accolti con loscambio della pace.I bambini inoltre hanno ricevuto unsasso da dipingere e poi venderecome fermacarte e un piccolo sac-chetto di stoffa dove deporre leproprie rinunce per le spese dell'o-ratorio.Un'altra iniziativa è stata la ViaCrucis del venerdì alle 16:30 che

terminava con la benedizione della SantaCroce. Abbiamo contemplato la croce perimparare come si serve, come si ama ecome si muore per gli altri.

Le catechiste

CONTEMPLIAMO LA CROCE, SEGNO DELL'AMORE DI DIO

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"Il mio Servo non griderà né urlerà, nonfarà udire in piazza la sua voce, nonspezzerà la canna incrinata, né spegneràuno stoppino dalla fiamma smorta". (Isaia42,2-3)Entra in scena presentato da Dio stesso.Non ha un nome, né una genealogia, masoltanto un titolo, Servo, in ebraico 'ebed',che non è indizio di inferiorità, ma espres-sione di una dignità, diremmo noi, quasidi ministro. Egli appare all'improvviso inun capitolo, il 42, del libro di Isaia: siamoin quelle pagine - che vanno dal capitolo40 al 55 - assegnate dagli studiosi a unautore diverso rispetto al grande profetadell'VIII secolo a.C. e che è stato deno-minato convenzionalmente "il SecondoIsaia". Costui era vissuto nel momentoarduo ed esaltante del VI secolo a.C.,quando il re di Persia, Ciro, spazzato vial'impero babilonese, aveva concesso aIsraele di ritornare dall'esilio alla terra deipadri.La domanda è ora spontanea: chi è que-sto personaggio che sale alla ribalta inquattro canti incastonati nei capitoli 42;49; 50 e 53 del rotolo profetico di Isaia?Tante sono le identificazioni tentate, siaindividuali (un profeta? Geremia? Mosè?Un maestro di sapienza?), sia collettive(Israele stesso, oppure gli Ebrei fedeliche ora stanno per rimpatriare?). Proprioperché soprattutto nell'ultimo dei quattrocanti il volto del Servo è segnato dai trat-ti della sofferenza e la sua è una missio-ne sacrificale, la tradizione cristiana non

ha avuto esitazione nell'intravedere inquella figura i tratti del Messia, natural-mente applicati al Cristo della passione,morte e risurrezione. Noi ora fissiamo losguardo su uno dei primi lineamenti diquel Servo che potremmo riassumere inuna parola: la mitezza. Sembra, infatti, disentire già echeggiare l'appello di Gesù:"Venite a me, voi tutti, che siete affaticatie oppressi, e io vi ristorerò. Prendete ilmio giogo sopra di voi e imparate da meche sono mite e umile di cuore. Il miogiogo è, infatti, dolce e il mio carico leg-gero" (Matteo 11,28-30). Tre sono leimmagini che descrivono la mitezza delServo. Innanzitutto la sua non è la vocepotente e inquietante degli antichi profeti:il suo è, in verità, un annunzio di libera-zione e di salvezza, non di giudizio e dicondanna. Egli non punta l'indice nellapiazza contro le ingiustizie, ma conpazienza passa quasi di casa in casa perconvincere e convertire. Ecco, allora, glialtri due simboli suggestivi e trasparenti:la canna incrinata non è da lui gettata via,ma riaggiustata e riutilizzata; lo stoppinoche sta sfrigolando e crepitando perchésenza olio non viene brutalmente spento,ma di nuovo alimentato perché ritorni asfavillare. È un atto d'amore nei confrontidi ciò che sembra destinato alla rovina. Èquell'andare in cerca della pecora perdu-ta, è quell'abbracciare il figlio smarrito eritornato a casa, è quell'atteggiamentoche Gesù costantemente testimonieràcon le sue parole e le sue azioni.

Non griderà nè urleràPubblichiamo un commento del Card. Gianfranco Ravasi al passo di Isaiache ci introduce alla Settimana santa.

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Domenica 1 maggio ore 11.30durante la S. Messa

delle ore 10.00,i bambini e le bambine

di quarta elementarericeveranno la

PRIMA COMUNIONE

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Mese di maggio- Domenica 1 maggio e domenica 29 maggio

inizio e conclusione del mese mariano - Ogni mercoledì sera

alle ore 21.00 nel giardino della casa parrocchialereciteremo il S. Rosario.

-Tutti i venerdì di maggio (6, 13, 20, 27)alle ore 8.30 presso la chiesa di San Carlo

celebrazione della S. Messa

Gesù è mio amico, ma un amico molto speciale perchè è sempre pronto ad ascoltarmi,a perdonarmi e non si stanca mai di me.Sogno spesso di sentire la sua voce e di vedereil suo dolce sguardo!Ma tra poco lo riceverò per la prima volta nellaComunione e il legame che c’è tra noidiventerà certamente più forte e più bello.Che cosa contano le cose di questo mondo?Proprio niente di fronte al Suo amore!E io, in attesa di sentirlo con me, vivo e vero,provo un mare di sentimenti e prima di tuttouna grande emozione.Come sarà il mio incontro con Lui?Certamente mi batterà forte, forte il cuore.E che cosa gli dirò?Proverò un po’ di dispiacere perché qualchevolta non l’ho ascoltato attentamente quandomi parlava attraverso la voce di suor Victorine edi Paola.Sarò capace di dirgli grazie perché mi havoluto così bene da farmi un dono così grande?Sono però sicura che Gesù ascolterà tutto dime: le mie gioie, i miei desideri e sì, anche lemie mancanze.Caro Gesù, Ti aspetto!Voglio essere una tua cara amica: Tu accoglimicon le braccia spalancate e con me, accogli ilmondo intero.

Monica

Un incontro speciale

Domenica 8 maggio ore 15.00i bambini e le bambine

di terza elementaresi accosteranno per la prima volta

al sacramento dellaRICONCILIAZIONE

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COLORITUTTI I COLORI DELLO SPIRITO

… verso la Cresima …7 sono i doni dello Spirito Santo, un "7"che ha in sé il "3", simbolo della Trinità, eil "4", simbolo della terra nei suoi elemen-ti (terra, aria, acqua, fuoco): così loSpirito dalla terra ci solleva verso Dio pro-prio con i suoi 7 doni, che portano vita ecalore, gioia e speranza. E per questo possono essere immaginaticome doni tutti brillanti e colorati.

"Tutti i colori dello Spirito" è il percorsoche i ragazzi di 1a media della nostraParrocchia seguiranno insieme a tutti glialtri ragazzi della Diocesi, che si stannopreparando a ricevere il dono della Cre-sima; un percorso che passa attraverso"la bottega dei colori", dove, tappa dopotappa, si mostreranno i doni gialli dellamente e dell'intelletto, i doni blu della for-za e della volontà, i doni rossi del cuoree dell'affetto. Sarà bello capire che cia-scuno può mescolare questi colori nellapropria vita, ottenendo la giusta, perso-nale, propria "tavolozza": il proprio unicocarisma, la propria vocazione, suggeritae animata dallo Spirito. E lo Spirito è Spirito di santità, che da

sempre ac-compagna lastoria dell'uo-mo ("In princi-pio... lo Spiri-to di Dio aleg-giava sulleacque") fino adiventare in noi e per noi vita donata sullacroce dall'amore immenso di Gesù ("Ge-sù… chinato il capo, donò lo Spirito"): perquesto il quadro che dipingeremo insie-me negli incontri di catechismo, con pen-nellate prima gialle, poi rosse e poi blu,secondo una trama indicata, ma incom-prensibile, solo dopo Pasqua si svelerànel suo significato nascosto, per mostra-re che per strade diverse, in modi diversi,con diversi colori, siamo tutti comunquechiamati, secondo il modello che Gesùstesso ci ha insegnato, ad una vita disantità e di amore.

Maria Giovanna

Sabato 22 ottobrealle ore 15.00mons. Delpini

amministrerà il Sacramento

della CRESIMA

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SERATA MEDIEVALENEL "CASTELLO"

OR AT O R I O

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Sabato 26 Marzo si è svolta presso ilnostro oratorio una serata di festa allaquale hanno preso parte i ragazzi adole-scenti delle varie parrocchie del Deca-nato di Lecco. Per l'occasione noi educa-tori abbiamo deciso di organizzare unavera e propria serata medievale. E qualeluogo migliore del "Castello" del nostrooratorio? È stato preparato un gioco sud-diviso in ben venti tappe. L'oratorio è sta-to allestito appositamente per la serata egli educatori hanno indossato i costumidei vari personaggi medievali inseriti nel-la storia: dal giullare-narratore al mago,dall'armatore allo stalliere, senza dimenti-care il drago e la principessa da salvare.Gli adolescenti di Castello e degli altrioratori che abbiamo ospitato non si sonolasciati scappare l'occasione per trascor-rere una piacevole serata di festa in com-pagnia. La buona riuscita del gioco edella serata nel suo complesso è statapossibile grazie all'impegno e allo sforzodegli educatori che hanno speso una

buona fetta del loro tempo per prepararetutto al meglio, ma soprattutto grazie allapartecipazione e all'entusiasmo dei ra-gazzi che hanno risposto alla grande al-l'invito dei loro catechisti.

Matteo

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Come ogni anno, domenica 20 marzo ilgruppo chierichetti si è ritrovato per una gior-nata di ritiro. Dopo la Messa delle ore 10:00in Chiesa Parrocchiale, abbiamo passato lamattinata in oratorio giocando tutti insieme.Nel pomeriggio ci siamo recati al Santuariodella Madona. E’ proprio questo il bello di noichierichetti, alternare momenti di gioco,divertimento e svago, a momentidi preghiera con Cristo Gesù. Conil libretto per la preghiera, abbia-mo percorso tutte le tappe: ognu-na rappresenta un momento delcalvario di Gesù, a partire dallacondanna a morte, fino ad arriva-re alla sua resurrezione. Ad ognitappa abbiamo letto un piccolobrano, e abbiamo pregato insie-me. Alla fine abbiamo avuto unmomento libero per poter osser-

Eccoci qui, sul treno di ritorno. Dopo due gior-ni intensi di giochi e di preghiera stiamo pur-troppo tornando a casa. Scriviamo "purtroppo"perché al nostro gruppo chierichetti "1 saccodi…Chiavenna!" rimarrà impresso a lungonella mente… Gli ingredienti per queste ore didivertimento e riflessione sono semplici e altempo stesso essenziali: prendete tre cerimo-nieri (attenzione però: devono es-sere inossidabili, pazienti e frizzan-ti), mescolateli lentamente con un-dici confratelli e, quando i primi dueelementi si sono amalgamati perbene, potete infarcire l'impasto condiciassette spumeggianti (qualcunofin troppo) chierichetti. Lasciate ri-posare la sfoglia ministeriale perqualche ora nei sacchi a pelo e poiinfornate il tutto nell' "Ostello al de-serto". Attenzione alla cottura: si

1 SACCO DI…CHIAVENNA! potrebbero verificare spesso momenti formati-vi, giochi di chieri-spie, gite alle cascate o cuci-ne autogestite. Il prodotto finale rimarrà indi-menticabile e, grazie alle riprese e alle foto-grafie, potrete testimoniare che esso porterà insé quella gioia, quell'entusiasmo e quell'amici-zia che solo Gesù, vero lievito della Vita, satrasmetterci. Gottega

Seguire Cristo sulla via della croceCH I E R I C H E T T I

vare la splendida vista del lago e della cittàdi Lecco e per visitare quel luogo. E' statauna giornata all'insegna del divertimento, mache ha avuto come scopo fondamentalequello di far capire meglio la lunga sofferen-za di Cristo prima della resurrezione. Un gra-zie ai responsabili del gruppo, che hannopermesso questa fantastica uscita!!

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Sabato 14 maggio, tutta ladiocesi è mobilitata nellaraccolta degli indumentiusati. Una giornata di lotta

allo spreco e di solidarietà verso i minoristranieri presenti su nostro territorio. Statefacendo il cambio di stagione nel vostroarmadio?Sappiate che con l'abito passato di modache il prossimo inverno non metterete più,potete aiutare i tanti adolescenti stranieri chesono nati, o da anni risiedono, nella nostracittà. Come? Semplicemente, riempiendouno dei sacchi distribuiti nelle prossime set-timane nelle case della nostra comunità par-rocchiale.Sabato 14 maggio, infatti, come nei 25 anniprecedenti, tutta la diocesi ambrosiana èmobilitata nella raccolta degli indumenti usa-ti. Una giornata speciale di solidarietà e lottaallo spreco che si affianca alla quotidianaattività svolta attraverso i cassonetti gialli col-locati lungo le strade e nelle piazze dellechiese che gli operatori delle cooperativeCaritas sono incaricati di svuotare nel corsodi tutto l'anno. Il 14 maggio, invece, la raccolta specialeavverrà con il coinvolgimento diretto dei par-rocchiani, dei ragazzi degli oratori, degliscout. La macchina organizzativa si metteràin moto nelle prime ore della mattina. Alcune

migliaia di volon-tari porteranno isacchi di indu-menti nei luoghidi raccolta delladiocesi: per noi aLecco il riferimen-to è l'area di sosta dei mezzi pesanti pressoil Bione. Il materiale recuperato sarà poi ven-duto ad un'azienda specializzata nel riciclag-gio di tessuti. E con il ricavato della venditasaranno finanziati progetti a favore di minoristranieri. Per la zona pastorale di Lecco si soster-ranno due progetti simili: Progetto Cros-sing della Casa sul Pozzo e il ProgettoArea 15-16 gestito dalla Pastorale Giova-nile decanale e dalla cooperativa La Lineadell'Arco. Entrambi i progetti intendonofavorire l'avviamento professionale trami-te borse lavoro per gli adolescenti segui-ti, gran parte dei quali sono stranieri.

Nella nostra parrocchia,i sacchi per la raccolta

si potranno ritirare domenica 8 maggio presso la "Buona Stampa"(piazza Dell'Oro)

e dovranno essere restituiti sabato 14 maggio in piazza Dell'Orodalle 9.00 alle 11.00

dove verranno caricati su un mezzomesso a disposizione dal gruppo Amici del Sidamo.

CA R I TA S

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RACCOLTA DIOCESANADI INDUMENTI USATI

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La Caritas ambrosiana è mobilitataper la raccolta fondi per il Giappone.

Per chi desidera contribuire:1. C.C.P 13.57.62.28

Intestato a Caritas Ambrosiana Onlus

2. C.C.B. presso l’Ag. 1 di Milano del Credito ArtigianoIntestato a Caritas Ambrosiana OnlusIban IT16 P035 1201 6020 0000 0000 578

****Causale per le offerte: emergenza Giappone 2011

Domenica

3 aprile

GIORNATA

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ASSOCIAZIONISMOdell’

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ALLA SCUOLA

CARNEVALEDELL INFANZIA

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SC U O L A D E L L ’IN FA N Z I A

,

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61esimocompleanno del

G.S.O.ZANETTI

Il 6 marzo si sono festeggiati i 61 anni di fon-dazione della G.S.O. Osvaldo Zanetti. Comeogni anno ha partecipato anche il GruppoAmici, l'associazione di volontari che si occu-pa dei disabili e che condivide con noi alcunedomeniche (la S Messa delle 10 e il pomerig-gio in oratorio). Al termine della S. Messa, ilnumeroso gruppo formato dagli atleti, dalleloro famiglie e dai simpatizzanti, circa 200persone, si è spostato all'interno dell'oratoriodove "l'amichevole" tra le squadre 2000 e2001 di calcio e l'esibizione delle atlete dellaginnastica ritmica hanno vivacizzato la matti-nata. Al termine, grazie anche all'aiuto deivolonterosi responsabili della Zanetti, si èpranzato tutti insieme nei locali dell'oratorio,condividendo un momento di gioia e cordia-lità. Tra gli ospiti, la presenza significativa delVice Sindaco Vittorio Campione.

A

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ZA N E T T I

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Come mai ti è saltato in testa di diventareun volontario di Croce Rossa?In realtà, si può dire, che mi sono ritrovato unpo' per caso a fare servizio nella CroceRossa, da un giorno all'altro. Da qualchetempo mi era balzata in mente l'idea di iscri-vermi a questa associazione, soprattutto pernon trovarmi impreparato di fronte a situa-zioni di emergenza che non avrei saputoaffrontare. Allora mi ero informato su comeavrei dovuto fare per diventare volontario.Finalmente la Croce Rossa mi ha risposto edio mi sono ritrovato a cominciare il corsobase nel giro di pochi giorni: avevo fatto giu-sto in tempo! Poi, il corso mi ha interessatodavvero tanto ed io sono rimasto attrattocome una calamita da questa realtà.

A grandi linee, cos'è la Croce Rossa aLecco e perché c'è?La Croce Rossa di Lecco è un comitato loca-le e provinciale che fa parte della CroceRossa Nazionale ed Internazionale, in quan-to associazione diffusa, ormai, in tutto ilMondo. Se non ci si informa o non si è volon-tari, non ci si immagina neanche quante atti-vità possa svolgere la CRI! Non a caso iniziocon l'elencare i servizi in ambulanza di tra-sporto delle persone con problemi di deam-bulazione e/o patologie. Poi ci sono i servizisocio assistenziali, la protezione civile, il

Per chi non ti conoscesse, presentati inpoche righe!Sono ragazzo di 23 anni. Nella vita lavorocome operaio, dopo aver affrontato un nor-male percorso di studi. Da quando ero pic-colo frequento la parrocchia di Castello e hosempre fatto volontariato in oratorio, con ichierichetti e all'interno di tante attività lega-te alla nostra parrocchia.

Questa volta, abbiamo deciso di occuparcidella Croce Rossa di Lecco, che ha sede aiconfini della nostra parrocchia. Non ci inte-ressa analizzare il suo operato nel nostroterritorio in maniera prettamente tecnica opratica, ma per scoprire come possa influiresulla vita di un volontario dal punto di vistaumano! A volte ci si domanda come possano alcunepersone trovare il tempo e la voglia per dedi-carsi al volontariato. Con la vita di tutti i gior-ni così incalzante e frenetica ed il tempo chenon è mai abbastanza, sembrerebbe chequesta gente abbia dei super poteri! Forse,però, non è proprio così; sicuramente cisono motivazioni e ragioni più profondi edintriganti che spingono uomini e donne diogni età a donare il loro tempo al serviziodella comunità.Con Claudio Ferrara, scopriamo cosa puòsignificare il servizio di volontariato nellaCroce Rossa.

PARLANDO DI CROCE ROSSA…

TE R R I T O R I O

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modulo si raggiungono diverse abilitazioni,sempre più specifiche. Questi corsi sonoannuali e chiunque può diventare volontario,previa certificazione psicofisica, la quale,però, non richiede niente di diverso da ciòche possiede una persona normale in buonasalute, quindi assolutamente niente di tra-scendentale.La disponibilità per i turni dipende da perso-na a persona. L'importante è trovare il sosti-tuto in caso di assenza, avvisare, quindiassumersi le proprie responsabilità e garan-tire 200 ore annuali di turni. Sembrano tan-tissime, ma, quando ci si ritrova a farle, sonoquasi poche!

Come ti aiuta il volontariato, in particola-re nella Croce Rossa, ad affrontare la vitadi tutti i giorni e a crescere, sia comeuomo, sia come cittadino attivo?Nell'immaginario collettivo c'è l'idea che lepersone con la divisa fosforescente che sivedono sfrecciare su di un'ambulanza a sire-ne spiegate siano quasi dei super eroi.Invece bisogna sapere e rendersi conto chesono gente assolutamente normale, che hadeciso di impegnarsi in questo tipo di volon-tariato. Certo, in molte situazioni sono perso-ne addestrate e con conoscenze adeguateal loro servizio, ma senza alcuna dote parti-colare o abilità extraterrestri. Nella vita di tutti i giorni la Croce Rossa miha dato la preparazione adeguata per saper-mi comportare con consapevolezza in certitipi di situazioni nelle quali altrimenti, mi sareipotuto far prendere dal panico (chiamata al118, manovre di primo soccorso, ecc.).Infine mi piace pensare che, nonostante nonguadagni niente di pecuniario, essendovolontario, tuttavia prendo come stipendio ivolti delle persone riportate a casa dopo unadegenza in ospedale, piuttosto che quelli deiparenti o delle persone che incontro in unservizio, i sorrisi dei bambini, le mani stretteper dare conforto e le storie intense di soffe-renza e di coraggio di molti malati.

Stefano

doposcuola, la promozione della sicurezzastradale, le raccolte fondi e, per finire, i ser-vizi di emergenza/urgenza in associazionecon l'AREU 118 (Azienda Regionale Emer-genza Urgenza).

Puoi raccontarci come si svolge un turno"tipo" in CRI …Dunque, un turno comincia sempre con ilcontrollo accurato dell'ambulanza che servea verificare con accuratezza il materiale ed ipresidi che servono (o potrebbero servire)durante gli interventi: si controlla il livello del-l'ossigeno, la presenza del materiale comecerotti, bende, garze, disinfettanti, l'integritàdel materassino e della barella... Successi-vamente, se non ci sono chiamate o inter-venti già programmati, si ha tempo da dedi-care a se stessi (riposo, internet, mangiare,guardare la televisione, giocare, leggere,chiacchierare, studiare, ecc.), ma con unorecchio rivolto sempre al telefono, pronti ad

TE R R I T O R I O

25PAROLE DI VITA 2011 N. 2

uscire! I turni del mattino o del pomeriggio,che durano 6 e 7 ore, in realtà trascorronovelocemente, nonostante possano sembrarelunghi e pesanti. Ovviamente, in un turno,può succedere di tutto, si può uscire tante opoche volte e si possono affrontare situazionimolto disparate.

Come si fa a diventare volontario e, so-prattutto, chiunque può diventarlo?Per diventare volontari bisogna seguire uncorso composto da vari moduli; ad ogni

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fi era di Castello 2011fi era di Castello 2011dal 20 al 29 maggio

PESCADI BENEFICENZA

Gli oggetti premio destinati allaPESCA DI BENEFICENZA

potranno essere consegnati pressolocali della ex BIBLIOTECA

vicino all’oratorioDa MARTEDI’ 12 APRILEa GIOVEDI’ 12 MAGGIO

ore: 9.30-11.00 - 15.00-16.30- Verranno ritirati solo oggetti puliti

e in buono stato.- Non saranno accettati oggetti con

immagini sacre.

... per

incontrarsi

e far festa

insieme...

Periodo di apertura:Lunedì - Martedì - Mercoledì - Venerdì:

dalle ore 18,00 alle ore 23,00Sabato e Giovedì:

dalle ore 16,30 alle ore 23,00Domenica:

dalle ore 11,00 alle ore 23,00

VI TA PA R R O C C H I A L E

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BATTESIMIGulisano Benedetta di Alberto e Casiraghi LuciaMorotti Samuele di Gabriele e D’Ambrosio EleonoraRatti Beatrice di Marco e Piconese RaffellaRavasi Michele di Giovanni e Buttironi Laura Canali Elisa di Sergio e Marigo MichelaSepe Membere di Vincenzo e Barletta Rita

FUNERALICorbetta Maria di anni 93Colombo Giuseppe di anni 90Galli Giuseppe di anni 73Mauri Giuseppina di anni 90Benedetti Elisa di anni 87

OFFERTE ALLE CELEBRAZIONI di Battesimi, Matrimoni, Funerali € 2.722,00

Ringraziamo tutte le persone che hanno dato illoro contributo per il Giornale della Comunitàparrocchiale.

Sono stati raccolti 3.800,00 euro.

a

AN AG R A F E PA R R O C C H I A L E

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MATRIMONINava Giulio e Crotti Elisabetta

Parravicini Paolo e Valagussa Claudia

OF F E R T E

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Orari Messe vigiliari e festive in Lecco

10.00 S. Nicolò - Castello* - S. Francesco -Olate - Acquate - Germanedo - Santuario dellaVittoria

10.30 S. Giovanni - Laorca - Bonacina -

Belledo - Castello+

11.00 Pescarenico - S. Carlo al Porto -Caleotto - Chiuso - Santuario della Vittoria -

Piani d’Erna+ - Rancio+

11.30 S. Nicolò - Castello* - S. Francesco**

16.00 Cappella Ospedale

17.00 Rancio* - PIME

18.00 S. Nicolò - Pescarenico - S. Giovanni -Laorca* - Acquate - Bonacina - Germanedo -Maggianico - Santuario della Vittoria

18.30 Castello - S. Francesco - Belledo*

19.00 S. Nicolò - Cappella Ospedale

21.00 S. Francesco

* S. Messa sospesa luglio e agosto** S. Messa sospesa agosto+ S. Messa solo luglio e agosto

Mercoledì ore 15.00 Liturgia dei doni presantificatiSabato ore 15.00 VesperiSabato e Domenica ore 10.00 Divina liturgia

CHIESA RUSSO ORTODOSSA p.zza XXV Aprile - ORARI DELLE CELEBRAZIONI

S. MESSE VIGILIARI

16.00 Cappella ospedale

17.00 Rancio - Chiuso - PIME

17.30 Germanedo - Bonacina

18.00 San Giovanni - Pescarenico - Olate -Acquate - Caleotto - San Carlo al Porto -Santuario della Vittoria

18.30 S. Nicolò - Castello - S. Francesco -Maggianico

20.15 Belledo

S. MESSE FESTIVE

7.30 S. Nicolò** - Acquate* - Maggianico

7.45 Cappella Ospedale

8.00 Castello - S. Francesco* - Pescarenico

- Laorca - Acquate+ - Germanedo* - Santuariodella Vittoria

8.30 S. Nicolò - Olate - Belledo - Chiuso

9.00 Caleotto

9.30 Maggianico

28 PAROLE DI VITA 2011 N. 2

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La redazione

Don Egidio Casalone, Santo Caruso, Stefano Ghislanzoni, Paolo Longhi, Mariolina Mauri, Laura Panzeri, ChiaraPizzi, Matteo Possenti, Umberto Riva.

Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato alla stesura dei testi e alla distribuzione del Giornale della ComunitàParrocchiale.

Sabato : ore 18.30 (vigiliare)Domenica : ore 8.00 - 10.00 - 11.30 - 18.30

I Sacerdoti sono normalmente disponibili per le Confessioni prima delle S. Messe.

Parroco (don Egidio)Don MarioDon ContardoScuola MaternaAbitazione Suore Betlemite

Indirizzi E-mail: [email protected] - [email protected] Internet: www.parrocchiadicastello.it

- Tel. e Fax 0341.36.41.38- Tel. 0341.36.89.21- Tel. 0341.28.55.57- Tel. 0341.36.93.37- Tel. 0341.28.37.24

Martedì ore 9.30-10.00 Richieste di lavoro Via Fogazzaro, 36 (Oratorio)

Martedì ore 15.00-16.00 Medico per consulenza sanitaria Via Colombo, 2

Mercoledì ore 9.30-10.00 S. Vincenzo per assistenza famiglie Via Fogazzaro, 36 (Oratorio)

Giovedì ore 15.00-16.00 Patronato sociale Via Colombo, 2

Venerdì ore 15.30-16.30 Avvocato per consulenza giuridica e/o fiscale Via Colombo, 2

Venerdì ore 15.30-16.30 Consulenza per mediazione dei conflitti familiari Via Colombo, 2

S. MESSE FERIALI

S. MESSE FESTIVE

BUONA STAMPA

da Lunedì a Venerdì: ore 8.30 - 18.30

Sabato dalle ore 19.00 alle ore 19.30Domenica dalle ore 8.30 alle ore 12.30

SEGRETERIA PARROCCHIALE

SERVIZIO SEGRETARIATO SOCIALE

da Lunedì a Venerdì ore 16.00 - 17.00

PER EVENTUALI OCCORRENZE

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SOMMARIO

EDITORIALE .01 Carissimi parrocchiani

VITA PARROCCHIALE .02 “La luce della carità di San Carlo” - lettera di Benedetto XVI alla Chiesa Ambrosiana

(terza parte).03 Chiesa di santi - 4. Polifonia dell’esistenza.04 Croce di San Carlo con il Santo chiodo.05 Celebrazioni per San Carlo .06 Un comparrocchiano illustre: Alessandro Manzoni .12 Quaresima ai piedi della croce .14 Contempliamo la croce, segno dell’amore di Dio .15 Non griderà, nè urlerà.16 Prima Comunione - Prima Riconciliazione - Mese di maggio.17 Tutti i colori dello Spirito... verso la Cresima...

.21 Giornata dell’associazionismo.26 Fiera di Castello 2011

CHIESA.08 Verso gli altari: un prete di grande carità, donò anche il suo materasso. - Beati a Lecco.10 Beati a Lecco .11 Giovanni Paolo II beato

ORATORIO.18 Serata medioevale nel “Castello”

CHIERICHETTI.19 Seguire Cristo sulla via della Croce - 1 sacco di…Chiavenna!

CARITAS.20 Raccolta diocesana di indumenti usati

SCUOLA DELL’INFANZIA.22 Festa di Carnevale

ZANETTI.23 61esimo compleanno del GSO Zanetti

TERRITORIO.24 Parlando di Croce Rossa

.27 Anagrafe Parrocchiale .28 Orari S. Messe prefestive e festive nella città di Lecco .29 Orari parrocchia di Castello

Immagine di copertina: ostensione del Santo Chiodo e della Croce di San Carlo a Castello - Chiesa patronale

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