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PERIODICO DELLA PARROCCHIA S. STEFANO IN VIMERCATE - ANNO 84°

FEBBRAIO 2014

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2 Parola Amica

Parola Amica

Vimercate

FEBBRAIO

Sottoscrizione annua- Ordinaria € 20

- Promozionale € 25

Periodico della Parrocchia S. Stefano in Vimercate

Redazione e Amministrazione:

Centro Paolo VI - via De Castillia, 2 - Vimercate

Direttore responsabile: Don Giuseppe Ponzini

Tribunale di Monza n. 540 del 15-3-86

Sacerdoti con incarichi pastoraliDon Mirko BelloraResponsabile Comunità PastoraleVia S. Marta, 24 - Tel. 039.669169

Don Marco PavanVicario Comunità PastoraleVia Valcamonica, 23 - Tel. 039.667718

Don Roberto ValeriVicario Comunità PastoraleVia Mazzini, 35 - Tel. 039.6612094

Don Michele Di NunzioVicario Comunità PastoraleVia De Castillia, 2 - Tel. 039.2912970

Mons. Giuseppe PonziniResidente con incarichi pastoraliVia Valcamonica, 23 - Tel. 039.668635

Don Silvio VillaResidente con incarichi pastoraliVia De Castillia, 2 - Tel. 039.6082404

Don Alfio MottaRettore OspedaleVia Ospedale, 8 - Tel. 039.6654630

Sacerdoti residenti

Don Gianni RadiceVia Terraggio Molgora, 11 - Tel. 039.6083129

Don Peppino PeregoVia S. Marta, 3 - Tel. 039.6080817

Segreteria parrocchialeVia de Castillia, 2 - Tel. 039.668122mail:[email protected] lunedì a sabato, eccetto festivi,ore 9 - 12 - per battesimo: venerdì,ore 17,30 - 20,00

Orario delle ss. messe

GIORNI FESTIVI:Ore 8,30 • 10,00 • 11,30 • 18,00

Vigiliare: Ore 18,00

GIORNI FERIALI:Ore 7,30 • 8,30 • 18,00

Indirizzi utiliCentro di Ascolto CaritasVia Mazzini, 35 - Tel. 039.6612179

Centro Aiuto alla Vita - CAVVia Mazzini, 35 - Tel. 039.6084605

Consultorio Familiare - CEAFVia Mazzini, 33 - Tel. 039.666464

sommario• Calendario - Vita Parrocchiale• Ciò che salva è lo sguardo• Appuntamenti Comunità Pastorale• Giornata mondiale del malato• Un cammino nell’arte• La gioia dell’incontro• Agenda dell’Oratorio• L’educazione oggi• Centro di Aiuto alla Vita• Testimonianza dal magazzino Caritas• Giornata della Solidarietà 2014• Per fare devo comprendere• Testimonianza Giovane• Fondo Città Solidale• Spiazzati da un incontro• I gruppi d’Ascolto leggono Isaia• Auguri dalla Cina• Padre Luigi Pezzoni medico e missionario• Le ACLI per il lavoro• Il nido del Gabbiano• Lezione di Filosofia• Amici & Voci• Anagrafe e offerte

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Parola Amica 3

FEBBRAIO

calendario liturgico vita parrocchiale

Apostolato della preghiera

Perché la saggezza e l’esperienza delle persone anziane siano riconosciute nellaChiesa e nella società.

Perché le persone consacrate testimonino la sapienza della povertà e siano segno dicontraddizione in una società che vive dell’efficienza e del consumo.

1 S b. Andrea Carlo Ferrari vescovo

2 D PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

3 L s. Biagio

4 M s. Gilberto di Limerick

5 M s. Agata

6 G s. Paolo Miki e compagni martiri

7 V ss. Perpetua e Felicita

8 S s. Girolamo Emiliani

9 D QUINTA DOPO EPIFANIA

10 L s. Scolastica

11 M Beata Vergine Maria di Lourdes

12 M s. Damiano

13 G s. Pancrazio martire

14 V ss. Cirillo e Metodio vescovi, patroni d’Europa

15 S ss. Faustino e Giovita

16 D SESTA DOPO EPIFANIA

17 L ss. Sette Fondatori

18 M s. Patrizio

19 M s. Turibio de Mongrovejo

20 G b. Giacinta Marto

21 V s. Pier Damiani

22 S s. Margherita da Cortona

23 D SETTIMA DOPO EPIFANIA

24 L s. Flaviano

25 M s. Gerlando di Agrigento

26 M s. Nestore

27 G s. Agostino da Canterbury

28 V s. Romano abate

1 Ore 20.45 In Santuario, Veglia di

Preghiera per la Vita

2 PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

Giornata per la Vita

Ore 8.30 Benedizione delle candele

processione e S.Messa

Ore 11.30 Celebrazione dei battesimi

nella S. Messa

3 S. Biagio

Dopo la Messa Benedizione della gola

4 Ore 21.00 Lectio Divina a Ruginello

5 Ore 21.00 Preparazione Gruppi d’Ascolto

7 Ore 21.00 S. Messa Contemplativa

8 Ore 16.00 Mons. Bressan al Centro

S. Stefano

“La Solidarietà costruisce la storia”

9 Giornata Diocesana della Solidarietà

11 Giornata Mondiale del Malato

Ore 18.00 S. Messa Unitalsi

16 Ore 9.30 – 18.30 A Triuggio: Ritiro e

Assemblea Consiglio Pastorale

19 Ore 21.00 Commissione Caritas

20 Ore 21.00 Arte e Fede al TeatrOreno

24 Ore 21.00 Consiglio Pastorale Decanale

27 Ore 21.00 Arte e Fede al TeatrOreno

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CIÒ CHE SALVA È LO SGUARDO

Prima di Natale ho ascoltato il card. Schönborn, arcivescovo di Vienna, invi-tato a Milano dal card. Scola per parlare ai sacerdoti della diocesi. Fra le tantesplendide parole, una mi ha colpito in particolare:

Nella mia lettera di Natale per i preti di Vienna ho proposto un

metodo molto semplice di lectio divina: per scoprire la nostra

vocazione di preti, individuiamo quali immagini della Bibbia ci

parlano al cuore. Sono tante le immagini per i pastori, i preti, per

i ministri. Quale immagine parla al cuore?

È un invito che sento mio, che ho raccolto e che rilancio anche a ciascunoperché credo che non sia un invito rivolto o da rivolgere solo ai sacerdoti, maa ogni cristiano.C’è una pagina che troviamo nel Vangelo di Giovanni – la sentiremo procla-mare domenica 23 febbraio, penultima domenica dopo l’Epifania – che micommuove sempre, ogni volta di nuovo, come fosse la prima volta. Eccola:

1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò

di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedet-

te e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli con-

dussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagran-

te adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapida-

re donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per

metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si

chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché

insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è

senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, china-

tosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne anda-

rono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono

solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse:

«Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella

rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti con-

danno; va’ e d’ora in poi non peccare più». (Giovanni 8,1-11)

Come sempre Gesù, il Maestro, ci spiazza, butta per aria le nostre sicurezze… Di fronte a chi vuole metterlo alla prova, a chi vuole metterlo in imbaraz-

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zo, a chi vuol costruire motivi per accusarlo, a chi schiamazza sempre piùforte, senza provare nessun dubbio, Gesù tace e nel suo tacere sta forsenascosto un sogno: che fiorisca nel cuore degli accusatori un radicale cam-biamento di prospettiva, un nuovo sguardo, imparando dal suo sguardo.

Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro

(...) Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che

non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole

e affranto; dove gli uomini dicono “perduto”, lì egli dice “sal-

vato”; dove gli uomini dicono “no”, lì egli dice “sì”. Dove gli

uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro

sguardo, lì egli posa il suo sguardo pieno di amore ardente e

incomparabile. (Dietrich Bonhoeffer)

Davanti alle dita puntate di scribi e farisei contro unapeccatrice e anche contro di lui, Gesù non punta ilsuo dito su nessuno, ma si china, china gli occhi aterra – quasi con pudore – davanti al mistero delladonna che gli hanno posto davanti, punta il suo ditoa terra come se volesse scaricare tutto l’odio che sisentiva nell’aria. Poi scrive qualcosa per terra, sialza e pronuncia una delle affermazioni rimaste piùfamose nella storia – Chi di voi è senza peccato,

getti per primo la pietra contro di lei – si china dinuovo, scrive nuovamente per terra.

“Ma Gesù chinatosi, si mise a scrivere per terra”,

sulla sabbia. L’unico libro dei conti di Gesù è la sab-

bia. Avete già perso qualcosa nella sabbia? Provate a ritrovarla,

la sabbia ingoia tutto, la sabbia cancella tutto, la sabbia dimen-

tica tutto! Non rimane nulla nella sabbia! La donna è davanti a

Gesù e lui scrive sulla sabbia per dire che il suo peccato è già

cancellato, come tutto ciò che è scritto nella sabbia. Un tribuna-

le ben strano! Il giudice scrive nella sabbia e non rimarrà nien-

te. Basterà il vento della sera e tutto sarà cancellato. (Bruno

Ferrero)

Il silenzio di Gesù sembra essere uno spazio offerto perché tutti possanoguardarsi dentro in sincerità e in verità e perché tutti possano cogliere il pro-prio peccato prima del peccato altrui. Nel silenzio dell’improvvisato tribuna-le rimasto deserto perché tutti, a partire dai più anziani, se ne erano andati,

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come in un misterioso appuntamento, rimane solo Gesù con la donna nelmezzo. Così commenta s. Agostino: “Relicti sunt duo: misera et misericor-

dia” … sono rimasti lì solo in due la donna peccatrice, infelice, bisognosa dimisericordia, e Gesù, la misericordia in persona, l’amore di Dio fatto carne,la tenerezza di Dio fatta volto.. Ho citato spesso questo commento anchequand’ero giovane insegnante al liceo e le parole mi uscivano sempre con tre-more e commozione.Gesù, rimasto solo con la donna, si rialza e parla con lei e con una delicatez-za infinita, con una dolcezza da capogiro le dice: “Donna, dove sono?

Nessuno ti ha condannata? … Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non

peccare più.”

Una donna che secondo alcuni doveva essere lapidata si ritrova perdonata,graziata ed è proprio per questo che dentro di lei si fa spazio la grazia delloSpirito che fa nuove tutte le cose, che non inchioda al passato, ma piuttostoriapre al futuro.

Sono commosso per la potenza del vangelo. La legge, anche

quella santa, non è capace di andare in cerca dei dispersi figli di

Dio. Il Vangelo è capace di sedersi accanto ad ogni persona, a

ogni vicenda, a ogni ferita, a ogni peccatore. E di proporre un

viaggio nuovo. Con il Vangelo non c’è più la dura alternativa del

“o sei dentro, o sei fuori”. Con il Vangelo siamo tutti per strada.

Nessuno è più schiavo del suo Egitto di male e di morte e nessu-

no già arrivato alla Terra promessa, alla riva del Risorto, alla

pienezza della Verità. Tutti nel deserto, in cammino. Chi ha fatto

molta strada, chi pochi passi. E sempre si parte dalla potenza

liberante del Vangelo. Che non condanna. E salva. C’è il rischio

di una “devianza”, credo del tutto incolpevole, in moltissimi. Ed

è il pericolo di pensare che noi cristiani siamo al mondo per riba-

dire la legge. Invece ci siamo per celebrare nella nostra umile

vita il Mistero di Colui che è venuto “non a giudicare, ma a sal-

vare”. (don Giovanni Nicolini)

Forse per unire e per incontrare gli uomini, non basta gettare ponti, bisognacostruire scale … per salire sino a Dio, per imparare ad avere il suo sguardo,uno sguardo che salva. Per imparare ad avere i suoi occhi, occhi ad altezzadel cuore.

DON MIRKO BELLORAwww.donmirkobellora.it

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Parola Amica 7

APPUNTAMENTI COMUNITÀ PASTORALE

martedì 4 febbraio ore 21 a RuginelloLECTIO DIVINA

Guida: don Luigi Galli

venerdì 7 febbraio ore 21 in SantuarioMESSA CONTEMPLATIVA

QUARESIMALE 2014Uscire dal tempio

Venerdì 21 marzoALBERTO MELLONI

Una primavera senza preavvisi

Venerdì 28 marzoMARIO ANTONELLI

Raccontare la bellezza di Dio

Venerdì 4 aprileANGELO CASATI

Un rabbi che sconfinava

Venerdì 11 aprileFRA MICHAELDAVID SEMERAROOsiamo dire: Padre nostro

Gli incontri si terranno alle ore 21.00 al TeatrOrenovia Madonna 14 - Oreno di Vimercate

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8 Parola Amica

GIORNATA MONDIALE DEL MALATOMartedì 11 Febbraio

E’ utile rivisitare le fonti dellanostra fede per rinfrescare in noi,se mai ce ne fosse bisogno, la“memoria” di quella “storia dellasalvezza” che ci è testimoniatadalla Bibbia e che ci viene presen-tata come intreccio di “storia digrazia” e “storia di peccato”. Un incontro tra Dio-salvatore el’uomo e la donna peccatori. Unaproposta di autentica e totale sal-vezza ad una umanità peccatrice,che ha smarrito il senso del pecca-to, logica conseguenza della radi-cale disattenzione a Dio, origine etermine della storia e della viscera-le disaffezione al Signore Gesù, ilCristo, unico centro della storia

umana e della storia della salvezza

dal peccato di tutta l’umanità.

Inizia con la promessa fatta da Dioai progenitori subito dopo com-messo il primo peccato: “porrò ini-micizia tra te serpente-demonio ela donna, tra il seme tuo e il semedi lei, questi ti schiaccerà la testa

…”.

E la realizza con la chiamata diAbramo e la elezione di un popolo,stabilito nella terra promessa diCanaan con Mosè “perché custo-

disse i suoi decreti e obbedisse alle

sue leggi”, come recitiamo nelsalmo 104, 45, e mandando ilFiglio ad incarnarsi nel gremboimmacolato della donna che diver-

rà Madre per opera dello Spirito

santo, restando sempre vergine, diGesù di Nazaret, il Cristo Messia,che con la sua passione, morte erisurrezione compirà la remissionedei peccati di tutta l’umanità. Gesùrealizza la salvezza di tutti i pecca-tori prima di Lui, come diciamo nelcredo o Simbolo apostolico,“discese agli inferi”: andò adannunciare a tutti i giusti, mortiprima della sua morte e risurrezio-ne, che aspettavano la redenzione ela remissione dei peccati, che era lìper liberarli dai peccati e portarlicon Sé nei cieli aperti, nella casadel Padre, come scrive sanPaolo:“ascese conducendo con Sé

prigionieri”, cioè tutti i liberatidalla schiavitù del peccato. Gesù realizza la salvezza di tutti ipeccatori nati dopo di Lui e la affi-da alla sua Chiesa che la distribui-rà con i sacramenti. Gesù, il Cristo, centro della storiaumana e della storia della salvezzadi tutta l’umanità: tutta converge aLui, Gesù, e tutta riparte da Lui,Gesù, unico salvatore e redentore.Cosi inizia la sua esortazioneEvengelii gaudium La gioia

dell’Evangelo di papa Francesco:“La gioia del Vangelo riempie ilcuore e la vita intera di coloro chesi incontrano con Gesù. Coloro chesi lasciano salvare da Lui sono

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Parola Amica 9

liberati dal peccato, dalla tristezza,dal vuoto interiore, dall’isolamen-to. Con Gesù Cristo sempre nasce erinasce la gioia. …Quando la vitainteriore si chiude nei propri inte-ressi non vi è più spazio per glialtri, non entrano più i poveri e isofferenti, non si ascolta più lavoce di Dio, non si gode più lagioia del suo amore, non palpitapiù l’entusiasmo di fare il bene”.Cristo centro della storia.Scopriamo una realtà: ogni uomoed ogni donna è “icona di Cristo

Gesù”. Quali che siano i compor-tamenti di ogni uomo e di ognidonna, le loro convinzioni, i lorostati d’animo, la loro salute ed inte-grità fisica, restano sempre primor-diali immagine di Gesù Cristo epertanto sempre amabili, da amare,agli occhi della fede cristiana. Perquesto, come scrive in un suo testoil cardinal Giacomo Biffi, di cuiqui ne riassumo i concetti, “nel cri-stianesimo non c’è il precetto diamare il prossimo, lontano e diver-so.

2Spiritualmente: Gesù ha coman-dato ai suoi:”Amatevi gli uni glialtri come Io ho amato voi”. Per il battezzato e la battezzatabasta che uno sia uomo o donna, edè icona di Cristo Gesù, per questodeve essere oggetto del suo amore.Naturalmente immagine di Gesùche rimane sfigurata ed offuscatadall’errore, dalla malvagità, dallaincredulità, dal peccato. Chi credenel Signore Gesù, il Cristo, e loama, non può non cercare che tutti

si facciano più vicini a Lui, Gesù, epiù somiglianti a Lui, Gesù.Ogni vero discepolo di GesùCristo, non può non essere aposto-lo ed evangelizzatore tra gli uomi-ni e le donne di questo mondo. Mac’è di più: la esemplarità di Gesù

Cristo, non solo la sua centralità. Come tutti i valori del mondo sonogià, in qual modo, cristiani, cosìtutto ciò che esiste in Gesù Cristo èvalore, poiché Gesù Cristo, di cuistiamo parlando, è il Figlio di Diofatto uomo, crocifisso e risorto, co-me concretamente è stato pensato evoluto da Dio Trinità. Nel suo eterno disegno Dio Trinitàha voluto che Gesù Cristo sia ilprincipio, la causa esemplare ditutta l’umanità, non solo, ma del-l’universo intero.Questa realtà san Paolo la esprimecontinuamente nelle sue lettere. Neconsegue che tutto è valore se è inLui, Gesù, anche quando al giudi-zio della ragione umana, separatadalla fede, appare un non valore

come la miseria, la sofferenza, ladisabilità, l’insuccesso, la sconfit-ta, la morte. Tutte queste situazio-ni sono giudicate “non valori” dallaragione non cristiana, che non si èancora assimilata alle reali dimen-sioni della esistenza concreta, se èvero, ed è vero, che l’esistenzaconcreta trova in Cristo Gesù,sacrificato e glorioso, il suo model-lo e la sua giustificazione. Invecela ragione, illuminata dalla fede,che conosce la centralità, la esem-plarità e la totalità del SignoreGesù, il Cristo, crocifisso e risorto,

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la ragione, proprio per essere vera-mente e pienamente ragione, nonesita a capovolgere il processologico sui cosiddetti non-valori

appunto la miseria, la sofferenza, ladisabilità, l’insuccesso, la sconfit-ta, la mor te: se sono vissuti inGesù Cristo e come sono stati vis-suti da Gesù Cristo, sono senzaalcun dubbio dei valori per ogniuomo e donna. Qui stanno le pre-messe della soluzione cristiana almistero della sofferenza, dellamalattia e della morte”.Nei Vangeli incontriamo GesùCristo, visto come uomo, che gua-riva gli infermi non da mago perimpressionare, ma per il benessere

degli apostoli e delle persone biso-gnose, dando inizio alla liberazioneda tutto il male fisico e spirituale.Importanti sono i silenzi di Gesù:non si chiede se la sofferenza abbiao no un valore, né dice ai sofferen-ti come vivere la sofferenza.Nessuna catechesi di Gesù sullasofferenza, mentre non si è mai sot-tratto all’incontro con i sofferenti:non li ha guariti tutti, ma li ha sem-pre accolti ed ascoltati. Le guarigioni, nei Vangeli, sonosegnali, non soluzioni, mentreGesù ha preso decisamente ledistanze dalla concezione, assaidiffusa non solo allora, ma ancheoggi, secondo la quale malattia epeccato sono uniti da un rapportodi causa ed effetto: basta il passo diGiovanni a riguardo del cieco nato.Gesù ha ricordato che l’uomo,compreso l’ammalato, ha bisognodi perdono e di senso, non soltanto

10 Parola Amica

di salute, dicendo ai guariti: “Va, latua fede ti ha salvato”

3Non è il merito o altre ragioni simi-li, che suscita la “compassione” diGesù, dal greco splagzna viscere,

ma l’uomo e la donna sofferentecome tale. Certo, Gesù chiede la fede in Lui,ma non chissà quale fede teologi-camente purificata e sicura. Faparte della fede lasciare a Dio lalibertà di intervenire e con qualimodalità intervenire. Le guarigionidi Gesù avvengono con modalitàche non hanno lo scopo di esaltarela potenza di Dio, bensì di manife-stare la sua compassione e miseri-cordia per l’umanità sofferente.La “compassione” di Gesù per isofferenti di ogni genere è lo spec-chio più luminoso dell’amore diDio per ogni creatura. L’annunciodel Regno di Dio è sempre accom-pagnato dalle guarigioni, dallaaccoglienza dei malati e direttosoprattutto ai poveri. E’ una modalità che ne manifesta ilcontenuto pro fondo: in questosenso le guarigioni e l’attenzione aibisognosi sono parte costitutivadell’annuncio del Regno di Dioormai presente nel mondo. Nessuno ha mai dato alla sofferen-za un valore così umano, comeGesù Cristo, e nessuno ne ha maiassunto tutta la gravità, come GesùCristo, dandole valore di purifica-zione, di salvezza, di redenzione.

UNITALSI

Sezione di Vimercate

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I GIOVEDÌ DEL DECANATO DI VIMERCATEUN CAMMINO NELL’ARTE

per tutti coloro che amano il bello, gli appassionati d’arte,gli operatori di catechesi, gli insegnanti di religione …

inizio : Giovedì 20 febbraio

Fin dall’infanzia fui affascinato dalla Bibbia.

Ho sempre pensato che fosse la più grande fonte di poesia di tutti i tempi.

(Marc Chagall)

PROGRAMMA

LA CENA DI GESÙ20.2 Il mistero della Pasqua nel dipinto di Leonardo

27.2 Luce e mistero nelle Cene di Emmaus di Caravaggio

IL VANGELO DI GIOTTO06.3 La Cappella degli Scrovegni: il registro della vita di Maria

13.3 La Cappella degli Scrovegni: il registro della vita di Gesù

20.3 La Cappella degli Scrovegni: il registro della Passione di Gesù

LA CAPPELLA SISTINA27.3 La Cappella Sistina: immagini e teologia

03.4 La Cappella Sistina: 2^ parte

APPUNTAMENTO E LUOGOgiovedì alle ore 21 - TeatrOreno via Madonna 14 Oreno di Vimercate -

www.teatroreno.it

GUIDAMons. Domenico Sguaitamatti, Ufficio beni culturali arcidiocesi Milano

ISCRIZIONELa partecipazione è al costo di € 25. Le iscrizioni si effettuano presso la

segreteria parrocchiale a Vimercate, via De Castillia 2

dal lunedì al sabato ore 9 -12 - tel 039.66.81.22

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In queste settimane sto leggendo con calma e attenzione l’esortazione apo-stolica di papa Francesco, dal titolo La Gioia del Vangelo (Evangelii gau-

dium). In essa, con una certa insistenza il papa invita a rimettere al centrol’incontro con il Signore Gesù, che è fonte della vera gioia. Un cristiano cheabbia realmente incontrato il Signore non può essere triste, senza speranza,lamentoso e pessimista: al n. 6 vengono utilizzate queste significative parole

“Ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza

Pasqua”.Se l’incontro col Signore avviene, la vita cambia e si diventa capaci di testi-monianza, non come un compito difficile da affrontare o un incarico da por-tare avanti, ma semplicemente per contatto, vivendo. La vita reale non sem-pre entra nei nostri schemi; ci vuole la pazienza di guardare ad essa con lacapacità di cogliere non solo ciò che non va – e in questa attività a voltesiamo dotati di precisione chirurgica – ma anche e soprattutto i segni delloSpirito, che ci fanno cogliere il buono, il bello e il vero. La realtà non entramai nei nostri schemi, sia perché è sempre più complessa, sia perché essasemplicemente è. E allora, in essa siamo invitati a cogliere i motivi per lagioia che viene dal Vangelo, con uno sguardo misericordioso sul peccatore,che è l’altro e che siamo anche noi.

12 Parola Amica

La gioia dell’incontro

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Parola Amica 13

Questo sprona ciascuno di noi e me per primo a ritornare sempre alla sorgen-te dell’incontro con il Signore, per attingere la sua fresca e dissetante acqua.O l’incontro con il Signore ha la forza propulsiva per cambiare la vita, perrenderla più bella e umanizzata, una esistenza che profuma di Vangelo, oppu-re esso non è mai accaduto, o è accaduto ma è relegato nel passato. Mi spiego meglio. A volte si ha l’impressione di aver a che fare non solo con“credenti non praticanti” ma anche con “praticanti non credenti”, ossia congente di buona volontà, che si dà anche da fare, magari fin troppo oberatadalle iniziative, ma che ha smarrito “perché” o meglio “per chi” fa tutto ciò.L’incontro con il Signore è relegato al passato, in qualche momento della pro-pria vita, ma ormai come qualcosa di distante e irraggiungibile. Mi sembrava sempre di avere qualcosa di più urgente da fare. Tuttavia, se

mi lasciassi condizionare da ciò che è urgente, non riuscirei mai a occu-

parmi di ciò che è essenziale. E’ così facile dedicare tutto il tempo alle cose

urgenti e non cominciare mai a vivere, a vivere davvero! (H. J. Nouwen)L’incontro con il Signore si dà invece nel presente. Esso accade. Esso è. Hala forza di rinnovare la nostra esistenza, perché siamo di fronte a un volto,immessi in una relazione che è costitutiva, ossia capace di svelare noi a noistessi. Incontrando il Signore Gesù incontro me stesso e divento capace difare verità della mia esistenza, non tanto scoprendo il peccato che mi allon-tana dall’immagine di Dio in me, ma scoprendomi sempre coinvolto in unamore che mi precede e mi raggiunge sempre, nella mia fragilità e povertà.È questa la sorgente della vera gioia: sono amato, sempre e comunque! Sonoamato perché sono io e non per ciò che faccio… Questa è la scoperta dellagioia del Vangelo!Tutto questo apre alla gioia dell’incontro con il Signore e dona ogni uomo edonna come fratelli e sorelle con cui condividere questa gioia. L’amore delSignore per noi fonda in modo reale relazioni fraterne autentiche e capaci diun dono reale di sé. Ciascuno di noi diventa ciò che ama…Potrebbero sembrare solo idee speculative, ma in realtà possono essere cala-te nel nostro quotidiano, sia a livello personale che comunitario. Alcune con-seguenze pratiche per la nostra comunità e per i nostri oratori:

Il volto gioioso.Quando viviamo una gioia profonda, essa traspare e diventa contagio-sa. Sarebbe davvero bello se i nostri ambienti fossero sempre così!Chi varca la soglia dell’oratorio, deve respirare un clima accogliente,sereno, in cui l’altro è un dono sempre e comunque. Ciò che non vae che potrebbe essere migliorato non deve mai offuscare il bello e ilbuono che nei nostri ambienti esiste. Scriveva Madeleine Delbrel (nelsuo testo eccezionale, dal titolo Noi delle Strade): Un giorno in cui

avevi un po’ voglia d’altro hai inventato san Francesco, e ne hai fatto

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il tuo giullare. Lascia che noi inventiamo qualcosa per essere gente

allegra che danza la propria vita con te.

Uscire dal recinto.Chi ha in sé una gioia traboccante, non può tenerla per sé, ma devenaturalmente trasmetterla ad altri, in ogni ambito della propria esi-stenza. Mi piace pensare all’oratorio come una palestra in cui impa-rare a vivere in modo pro-esistente – ossia capace di mettere al cen-tro l’altro, considerato sempre e comunque come un dono, mai comeun peso o un problema – e in cui ci si alleni a vivere relazioni auten-tiche. L’oratorio deve allenare per la vita, perché si possa uscire daesso con l’umanità intera nel cuore e dunque col desiderio di metter-si in gioco. L’oratorio è un ponte di lancio per il mondo, perché per-mette di crescere umanamente e cristianamente.Scopo dell’oratorio: propiziare l’incontro con il Signore, non il

riempirsi fine a se stesso.A volte ciascuno di noi è tentato di misurare la riuscita del proprioagire sulla base dei risultati, in termini puramente quantitativi. E allo-ra esiste la sottile tentazione di puntare sulle iniziative che “rimepio-no” piuttosto che su quelle che fanno crescere. Ogni iniziativa devesempre confrontarsi con la natura profonda dell’oratorio (missione,comunione, missione) e attingere da lì.Viene poi da confrontare il presente con il passato, facendosi prende-re da una sorta di nostalgia mista rimpianto. Il passato appare glorio-so e il presente desolante. Ma questo non è sempre vero: se in passa-to l’oratorio fosse stato realmente “pieno”, ora avremmo a che farecon moltissimi genitori capaci di trasmettere questo tesoro ai figli,favorendone la partecipazione…Anche l’oratorio vive nella logica dell’incarnazione. Esso qui ed oradeve favorire l’incontro col Signore e coi fratelli, per vivere unaautentica missionarietà. Occorre sempre chiedersi come qui ed oraesso può intercettare i ragazzi, i loro bisogni, le loro esigenze; e, par-tendo da esse, deve accompagnare, sostenere e condurre ad una matu-razione umana e cristiana. Deve intessere una trama di relazioni chepermettano di mettere al centro l’altro, il povero e il debole, il picco-lo e il bisognoso…

E allora, viviamo con gioia l’incontro col Signore, per andare con gioiaincontro ai nostri fratelli!

Don Marco Pavan

14 Parola Amica

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Parola Amica 15

Agenda dell’oratorio di febbraio

Sabato 1 febbraio dalle 10 alle 11.45:catechesi terza e quarta elementare

Sabato 8 febbraio e domenica 9 febbraio al TeatrOreno:Giovannino d’oro

Domenica 9 febbraio: ore 10.00: rito di ammissione ai Sacramenti dei ragazzi di V

elementare

ore 18.30: catechesi giovani a Burago

Lunedì 10 febbraio: consiglio dell’oratorio

Sabato 15 febbraio: film e pizza preadolescenti

Domenica 16 febbraio: domenica insieme di IV elementare

Sabato 22 febbraio dalle 10 alle 11.45:catechesi terza e quinta elementare

Domenica 23 febbraio dalle 15.30:incontro dei cresimandi, genitori e padrini con il ministro della

cresima

Lunedì 24 ore 21: formazione catechisti

Mercoledì 26 ore 21: scuola della Parola adolescenti

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Serata di giochi in oratorio per preadolescenti e adolescenti.

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Che cos’è educare oggi? Come si

educa oggi? Si può ancora educare

ed essere educati?

Queste le domande che penso, inogni educatore, don, catechista, pro-fessore, allenatore presente c’erano econtinuino ad esserci, domande a cuisi è cercato di dare una risposta, pro-vando a superare e non chiudendo gliocchi, davanti agli oggettivi cambia-menti, ai problemi a cui siamodavanti ogni giorno. Partendo quindi dall’efficace metaforasecondo cui, ognuno di noi oggi, è rap-presentabile come gli omini della setti-mana enigmistica, come un insieme dipuntini scollegati, frammentati e relati-vizzati, Don ha cercato di spiegarci inche modo possiamo congiungere inostri puntini e quelli dei ragazzi chesiamo chiamati ad educare, cercandoquindi un rapporto che provi a indiriz-zarli, a regalare loro coerenza, a dise-gnare ognuno la sua storia. Innanzituttola consapevolezza dell’importanza nonsolo di essere una comunità -una delletante comunità proposte oggi, da quelledei videogiochi, a quelle di internet, checercano di fidelizzare sempre di più,senza però avere un concreto terrenosotto ma con la consapevolezza di esse-re la Comunità cristiana. Ogni giornol’intera comunità cristiana è chiamataa trasmettere la fede alle nuove gene-razioni, la Chiesa è nata per educare, è

essa stessa tradizione vivente, trasmis-sione incessante del Vangelo ricevuto.Deve sempre avere al centro la cura el’attenzione del ragazzo, specializzarsiin diverse fasce d’età, in modo dacapire i bisogni, le necessità, i dubbi diognuno e aiutarli a crescere cercandouna sintesi nella sua frammentarietà.Nell’educare poi, bisogna sempre averepresente il lato umano, umano e cristia-no costituiscono un rapporto indissolu-bile e imprescindibile, per questo ènecessario capire che non si può educa-re se non evangelizzando ed evangeliz-zare educando. L’obiettivo è quello diconsiderare ogni figura educativa pre-sente nella vita di ogni ragazzo e cerca-re dialogo, confronto collaborazione.Importante sarebbe creare contatti trafamiglie, catechiste, allenatori, inse-gnanti, senza sentire ostilità recipro-che, ma capendo che si è tutti mobili-tati da una passione educativa, creareuna vera e propria catena di testimo-nianza. Solo con un’unità nelle figureeducative, in una maggiore consape-volezza del proprio ruolo, in tutta lasua importanza possiamo sperare difronteggiare i problemi che ci si pre-sentano ogni giorno nell’educare, distare al passo con i tempi, di riunire ipuntini che compongono ogni bambi-no, ogni ragazzo e farlo diventaregrande nella vita e nella fede.

Francesca Fornaciari

16 Parola Amica

L’educare oggi e la Comunità educante“Non solo dobbiamo amare i ragazzi, ma amare quello che amano”. Mi piace

partire con questa frase di Don Bosco, apparentemente semplice ma che cela inve-

ce un cammino di crescita non solo per ogni ragazzo, ma per ogni membro della

comunità che si mette in gioco diventando attivo nell’educare. Ed è proprio su

questo tema, la comunità educante, che Don Tremolada è intervenuto per un’inte-

ressante incontro nella settimana dedicata appunto all’educazione.

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Parola Amica 17

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Farsi prossimo, per chi opera inmagazzino Caritas, è uno stile divita.Sentire il bisogno di essere utili aqualcuno che si trovi più o meno indifficoltà ci porta ad essere concre-ti.Non siamo speciali, ma solo sensi-bili e determinati per realizzare ilprogetto che ci siamo prefissati:“AIUTARE CHI E’ NEL BISO-

GNO” .

Le necessità, sempre più numeroseche incombono ci proiettano sulfare, ed è per assolvere questeemergenze che alcuni volontaris’impegnano in alcuni lavori comelo svuotamento delle cantine, ilritiro mobili, il mercatino una voltaal mese ed in avvento il mercatinonatalizio per raccogliere fondi dautilizzare per l’ acquisto di beniprimari, per aiutare chi è nel biso-gno. Operare in magazzino ci consentedi riflettere anche sulla nostra vitae di come ci relazioniamo con chi ènel bisogno e spesso, a malincuore,i nuovi bisogni non ci consentonodi creare una relazione con la per-sona ma, ben si, con le sue difficol-tà e a volte la difficoltà è nostra nelcapire bisogni che noi non abbia-mo. Abbiamo l’opportunità di toc-care con mano la fragilità dell’uo-mo e vedere che per alcuni il donodella vita si trasforma in dispera-zione.

Accogliamo tutti, sia quando ciassalgono dubbi sulla veridicitàdelle situazioni sia quando capitache qualcuno non si comporti inmodo educato; questi avvenimentidiventano motivo di dialogo, con-fronto e riflessione fra noi, facen-doci rendere conto che anche que-sto fa parte della fragilità umana eche comunque vale sempre la penadi donare il nostro tempo e lenostre risorse a tutte le persone cheincontriamo senza aver però la pre-sunzione di risolvere tutti i loroproblemi; ci piace pensare che daquesti incontri scaturisca un po’ diserenità, anche questo per noi è unmodo di testimoniare la carità.Portiamo dentro di noi tutta la sof-ferenza delle persone che incon-triamo senza spaventarci di essererisucchiati perché ci educa ad esse-re aperti e fraterni.Certi che ciò che facciamo alla finesarà giudicato da Colui che haaccolto e amato ogni uomo renden-doci ognuno figlio.Abbiamo momenti nei quali, scon-solati a fronte di un aumento dirichieste di aiuto non vi è, in ugualmodo, l’adesione di nuovi volonta-ri.Perciò chi si vuoI avvicinare, nonsi ponga la domanda “sarò adat-to?”, ma provi, partecipi e poi deci-derà se sarà la sua missione.

Volontari Magazzino Caritas

18 Parola Amica

TESTIMONIANzA DEL MAGAzzINOCARITAS

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Parola Amica 19

Mi hanno chiesto di dire cosa significaper me essere Caritas... All’inizio misembrava che la risposta fosse ovvia:fare carità.Sono entrata a far parte del gruppoCaritas di Burago dopo il terremoto inEmilia, facendo vendite di prodottiemiliani per risollevare l’economia diquei posti.Poi una volta che sei dentro, “ci sei”, edè iniziata l’operazione “Borsa Solidale”,e tutti i mesi, quasi meccanicamente,facevo il giro di raccolta alimenti.Poi ci ho riflettuto... Forse essereCaritas è qualcosa di più... Ho pensatoche oltre ad essere un aiuto per gli altri,che è sicuramente prezioso, è un aiutoanche per me stessa.Non è la stessa cosa che far parte di ungruppo qualsiasi. Certo ogni gruppo tiaiuta a crescere e ti fa sperimentare qual-cosa di nuovo con gli altri. Ma qui è

diverso, è molto di più. Essere Caritasvuoi dire mettersi al servizio in concreto,vuoi dire condividere emozioni ed espe-rienze mettendosi a disposizione non perun compenso, non per sentirsi dire gra-zie, ma semplicemente perché dentro dinoi, dentro di me, è giusto farlo.Essere volontaria Caritas non vuol direrisolvere i problemi del mondo o deglialtri, perché le altre persone non sonoproblemi. Sono nuovi amici con cui cisi relaziona, si condivide e si cresce.Quindi, dopo averci riflettuto, noncredo che Caritas sia solo sinonimo dicarità. È piuttosto essere parte di qual-cosa che si mette al servizio per aiutarequalcuno, qualcuno esattamente ugualea me, che ha bisogno di una mano. Enon c’è cosa più bella e più ricca cheaiutare chi ha bisogno!

Debora

PER FARE DEVO COMPRENDERE

Comunità Pastorale Beata Vergine del RosarioVimercate e Burago di Molgora

GIORNATA DELLA SOLIDARIETÀ 2014con la partecipazione di mons. Luca Bressan Vicario

Episcopale per la Vita Sociale

Sabato 8 febbraio 2014Ore 16:00 Centro Caritativo S. Stefano, via Mazzini 35 - Vimercate

Intervento di mons. Luca Bressan sul tema: “RIPARTIRE SI PUÒ - LASOLIDARIETÀ COSTRUISCE LA STORIA”

Seguiranno interventi liberi.Sono invitati volontari e sostenitori del Fondo Città Solidale, delFondo Famiglia e Lavoro, delle Caritas, dei Centri di Ascolto e di tuttele associazioni di volontariato.

Ore 18.00 Santuario B. Vergine del Rosario “S. Messa celebrata da mons. LucaBressan e animata dagli operatori Caritas e del Volontariato

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20 Parola Amica

TESTIMONIANzA GIOVANE

La prima cosa che mi viene in

mente quando si parla di Caritas è

che non esistono gruppi specifici

che fanno la carità ma la carità è di

tutti ed è per tutti. Credo sarebbe

meglio sostituire il verbo “fare”

con il verbo “vivere”.

La carità non va fatta ma vissuta

perché solo vivendola si può assa-

porare la gioia del donare. Certo

accanto a questa gioia è presente

forte anche la fatica.

La fatica propria delle relazioni

che non riguarda solo chi si sta

aiutando ma più in generale

riguarda anche chi sta donando.

E’ infatti questa la cosa più prezio-

sa che mi è stata donata da questa

mia esperienza.

Da ogni gesto, da ogni dono, da

ogni attenzione regalata vengo

cambiata e, seppur con fatica, mi

scopro diversa e un po’ migliore di

come sarei stata senza quel gesto.

Ho imparato che bisogna lasciarsi

educare da chi ci chiede aiuto e

che i gesti che facciamo non sono

fatti per avere la coscienza a posto

o per una coscienza civica o per

una generica lotta alla povertà ma

per amare chi ci sta accanto.

Aprire gli occhi per guardare la

persona che ci sta davanti non

solo per vedere la sua povertà,

ascoltare quello che è e non solo

sentire le sue richieste, accogliere

e accompagnare fratelli e non solo

soddisfare bisogni imminenti di

poveri.

Questo è vivere la carità. Ed è que-

sto che dovrebbe fare ogni cristia-

no, ogni comunità, ogni persona

che si è sentita amata da Dio per-

ché carità è amore.

E allora che questa giornata

Caritas sia un dono per tutti perché

tutti possano capire quanto è bello

vivere la carità perchè in fondo

significa vivere l’amore di un Dio

che per primo è carità.

Giovane volontaria

di Oreno

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Parola Amica 21

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22 Parola Amica

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Parola Amica 23

Confessiamo di essere stati un po’spiazzati da un incontro sullafamiglia che si è rivelato da subitocentrato unicamente sulla relazio-ne di coppia.

Dei figli non si è parlato se nonincidentalmente e a farlo è stataunicamente la “relatrice” in unabattuta a chiusura del pomeriggio.Il riferimento cardine era costitui-to dalla parabola del grano buonoe della zizzania (Mt. 13,24-30,36-43): da qui partiva la riflessione diDavide Oreglia che, con la moglieNicoletta, sono la prima coppia inItalia ad aver conseguito il Masterin Scienze del Matrimonio e dellafamiglia presso il PontificioIstituto Giovanni Paolo II diRoma.

A conferma della particolarità diquesto ritrovo, ci accorgiamo diesserci riferiti a Nicoletta con iltitolo di “relatrice”, che in realtànon le si addiceva; si sarebbe potu-to piuttosto definirla animatrice amotivo dei “giochi” proposti darealizzare con il proprio partner,delle rappresentazioni esposte conarguti e divertenti dettagli di con-testo, dell’uso di incisive frasi che

SPIAzzATI DA UN INCONTRO

avevano il pregio di fissare nellamemoria verità soffocate, annien-tate, dall’elogio dell’io propostodalla società contemporanea quan-do non dal nostro egoismo. Uno diquesti slogan, che includeva in seil succo di questa particolare ana-lisi della vita di coppia, era “si cre-sce in comunione”.

Le nostre sorprese non finivanoqui: in un’audience rappresentatada coppie molto eterogenee peretà ed esperienze la partecipazioneemotiva era compulsiva, ma para-dossalmente coloro che risultava-no essere le più coinvolte eranoquelle anziane. Questo è stato ciòche ci ha maggiormente affascina-to: rischiavamo già noi di viverel’archetipo dei coniugi che, ormaistanchi e disillusi, non si impegna-vano a crescere insieme, piuttostoricavandosi ciascuno i propri spazidi luogo e tempo all’interno di unmenage consumato dalle propriepersonali priorità.

La conferma di quanto sopra veni-va dalla sezione dell’incontroriservata ai lavori di gruppo.Quattro domande poste per stimo-lare il confronto sulle fatiche di

Incontro delle famiglie del 19 gennaio 2014

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essere marito e moglie. All’internodei gruppo sono emerse diverseconsiderazioni sulla situazionecontemporanea della coppia, sullanecessità di fare memoria del per-corso svolto insieme fin dall’ini-zio, ancor prima del rito del matri-monio, fino dal fidanzamento, sul-l’importanza della preghiera infamiglia e personale. Soprattutto si rivelavano essenzialialla vita di coppia, vita di estremaprossimità, tre semplici buone pra-tiche che non devono essere dateper scontate, soluzioni spesso pro-spettate da psicologi e sociologi digrido e che il nostro papaFrancesco concentra così: permes-

24 Parola Amica

so, scusa, grazie.

E’ sorprendente che la Chiesa sial’unica entità così sensibile allavita della famiglia? DavideOreglia al termine del pomeriggioci ha fatto riflettere che Dio, dopoaver creato la donna, si premurò dicondurla all’uomo. Possiamo con-tinuare tenendo presente che Gesùebbe una famiglia straordinaria,sebbene terrena. Nulla di stupefa-cente se l’ecclesia è la comunitàdelle nostre piccole comunità chesono le famiglie.

Riccardo e Giovanna

con Aurelio

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Parola Amica 25

I gruppi di ascolto leggono ilprofeta Isaia

Quest’anno i Gruppi di Ascoltoleggono alcune pagine dal libro diIsaia, più precisamente quelleattribuite al Secondo Isaia capp40-55, avendo come guida illibretto della Commissione dell’Arcidiocesi di Milano. La prima reazione è stata di sgo-mento mista a meraviglia.Sgomento dinanzi a un testo cheha un linguaggio diverso daiVangeli che certamente sono piùfamiliari.Meraviglia quando, data una chia-ve di lettura, si scopre che il mes-saggio è lo stesso dei Vangeli.Dio è per l’uomo! Si prende curadi lui, lo sostiene, lo incoraggia,perché la sua volontà è che l’uo-mo viva. L’uomo deve solo fidarsi di Lui ericordare che è un Dio fedele chemantiene la sua promessa.Leggere l’Antico Testamento èentrare in un mondo nuovo, quel-lo semitico, e risalire molto indie-tro nel tempo. Il Secondo Isaia scrive nel V sec.a.C., quando Israele, grazieall’Editto del re persiano Ciro,può ritornare in patria. Si conclude così un periodo moltotriste della storia d’Israele: l’esi-lio a Babilonia. Il linguaggio figu-rato di questi testi è ricco diimmagini che ci parlano di pae-saggi aspri: strade nel deserto,

monti spianati, valli innalzate,una natura in movimento parteci-pe della vicenda umana. Le situa-zioni, in prima battuta, possonosuonare “primitive” al nostroorecchio di uomini del XXI sec.,ma il messaggio che trasmettonoparla anche agli uomini di oggi. Dicono la verità dell’uomo: la suafragilità e la sua grandezza, la suasomiglianza con Dio e la sua insu-perabile distanza da Lui. Leggere la Bibbia è un viaggioche arricchisce il cuore e lamente, tutti lo possono intrapren-dere. I Gruppi di Ascolto offrono que-sta opportunità. Il teologo tedesco, Klaus Berger,afferma infatti: “Il modo miglioredi leggere la Bibbia è di leggerlainsieme, allora piovono le doman-de, si apre il dialogo”.La Bibbia è un tesoro, è sempreBerger che parla, riportando laparabola del tesoro nascosto. “ Molti -dice- non sanno affattoche, con la fede cristiana, hannoereditato un tesoro. Ereditano il cristianesimo comeuna Bibbia di famiglia o se neallontanano. Ma non sospettanoniente del tesoro. Solo se arano ilcampo possono scoprirlo”.

Lucia

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26 Parola Amica 26

Auguri dalla Cina per tutta lacomunità

Carissimo Don Mirko,

Il Santo Natale mi offre l’occasione non solo di mandarle i piu’ senti-ti Auguri estendibili a tutti i Sacerdoti suoi Collaboratori ma anche perdirvi il mio Grazie per tutto quello che fate per la nostra Parrocchia oComunità Pastorale.Da Parola Amica che mio fra-tello Piero mi invia ognimese vengo a conoscerequanto grande è il vostro zeloe la vostra creatività per ani-mare in ogni settore tutto ilgregge affidato alle vostrecure.Prego che il nostro PeriodicoParola Amica non solo entriin tutte le Case ma vengaletto, meditato e seguito. Èveramente bello, benfatto,informativo e formativo.Quanti aiuti possono trovare iParrocchiani specialmente inquesti tempi.Prego la nostra Madonna chemetta nel cuore di tutti tantoamore per Gesù e il desideriodi seguirlo, tramite anche tutti i vostri incoraggiamenti, Lui che èVIA, VERITÀ E VITA e anche la nostra vera felicità.Il Signore vi doni un NUOVO ANNO RICCO DI CONSOLAZIONISPIRITUALI E TANTA SALUTE PER POTER CONTINUARE ALUNGO LA VOSTRA CURA PASTORALE.Con ossequi, saluti e preghiere, per Lei Don Mirko e per ciascunSacerdote suo aiutante

Sr: Carla Perego, sua pecorella in Hong Kong

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Parola Amica 2727

Luigi Pezzoni medico e missiona-rio dei lebbrosi in India

Il 12 novembre scorso è morto adNalgonda il padre dott. LuigiPezzoni (1931- 2013), Padre delPIME, per 47 anni missionario inIndia, fondatore della prima parroc-chia a Nalgonda (oggi diocesi) e del“Leprosy Health Centre”. E’ riusci-to ad entrare in India nel 1966 per-chè infermiere diplomato e speciali-sta per la cura dei lebbrosi; piùavanti, con studi ed esami in India,è diventato dottore in medicina.Mons. Alfonso Beretta lo manda aNalgonda a imparare il telugu. P.Pezzoni è stato il primo prete resi-dente a Nalgonda.Padre Luigi (non era uomo da star-sene chiuso in casa a studiare)

aveva un carattere aperto, gioioso,un volto sorridente e il carisma difare amicizia con tutti e di farsivoler bene. Pregava molto e si buttasubito in moto a visitare i villaggi,adattandosi a mangiare come gliindiani, a dormire per terra su unastuoia di bambù nelle capanne dipaglia e fango, a bere acqua difiume; aveva recepito la tradizionemissionaria del Pime con grandespirito di sacrificio. Soprattuttosuona la fisarmonica e richiamabambini e ragazzi. In villaggi pove-rissimi, dove non succede mai nien-te, il passaggio del padre bianco èun avvenimento straordinario daricordare, commentare, raccontare

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28 Parola Amica 28

ad altri. Ai più poveri, cioè i fuoricasta (i “paria”) il missionario portamedicine, visita i lebbrosi e li curaper quanto può.Fin dall’inizio padre Pezzoni portala Buona Notizia che è nato ilSalvatore dell’uomo.P. Luigi è un vulcano di novità e diiniziative per la promozione umanadella sua gente. I risultati dei suoiprimi dieci anni di Nalgonda (1966-1976) sorprendono i confratelli mis-sionari.Nel 1974 padre Pezzoni porta inIndia le prime due suoreFrancescane dell’Immacolata diValencia. Una di queste, suorAmbika, ha imparato l’italiano ed èstata la segretaria di P. Luigi.P. Pezzoni ha fondato a Nalgondauna cittadina cristiana, con molteopere caritative ed educative. Il vil-laggio di Shanti Nagar (Villaggiodella Pace) con 100 casette per ilebbrosi ed ex-Iebbrosi, casa e novi-ziato per le suore, casa per gli ospi-ti, un ospedale di 200 letti, una bellae grande chiesa (usata anche comeaula comunitaria dai lebbrosi), unafattoria con campi coltivati e alleva-mento di animali da macello, quat-tro officine che danno lavoro auomini e donne ex-Iebbrosi (fale-gnameria, meccanica, calzoleria,artigianato e fabbricazione di artiartificiali per handicappati), un“boarding” (ostello) per un centina-io di studenti che vengono dai vil-laggi, una scuola con 500 alunni,molti figli di lebbrosi. Inoltre, p.Pezzoni ha esteso il suo servizioanche ad altri villaggi dell’Andhra

Pradesh, aiutando 3.500 ragazzi e5.000 malati di lebbra.Quest’anno circa 5.000 bambinipoveri e figli di pazienti hanno rice-vuto dal missionario una borsa distudio. Uno degli ultimi progettilanciati da p. Pezzoni è la costruzio-ne di un nuovo ospedale per la curadell’Aids. Esso ospiterà 100 postiletto, darà possibilità di day-hospi-tal con assistenza e distribuzione deifarmaci ai malati esterni, e com-prenderà anche un ostello per stu-denti in visita o tirocinio presso lastruttura.

In una delle sue ultime lettere, data-ta agosto 2013, P. Pezzoni scriveva:“Continuiamo con gioia e amore ilnostro servizio a tutti coloro chehanno bisogno del nostro aiuto. Nonsolo: ogni sera recitiamo il S.Rosario per tutti in modo che Diodoni il suo aiuto a tutti coloro che nehanno bisogno”.

Tratto da un articolo di

P. Piero Gheddo

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Parola Amica 2929

Circolo A.C.L.I.Le A.c.l.i. per il lavoro

Primo incontro – Cerco dunque sono!18 febbraio – Anisia Borghetti - Formatrice, SAF A.C.L.I. Milanoore 20,30 - Come scrivere un CV.

- Come relazionarsi con i possibili datori di lavoro/inviare e-mail/sostenere col-loqui.

- Valutazione dei percorsi di formazione e di accesso al lavoro, pro e contro deidiversi strumenti (SCV, stage, master, apprendistato, …).

Secondo incontro – Rischio l’impresa!26 febbraio – Giovanni Fucili - Camera Commercio di Bergamoore 20,30 Avviare un’impresa cooperativa o un percorso di auto-imprenditorialità: verso la

costruzione di un business plan attraverso l’analisi di casi studio.

Terzo incontro – Al lavoro!05 marzo - Ernesto Ferrario - Patronato A.C.L.I. Milano ore 20,30 - Lettura e spiegazione di alcune tipologie di contratto e di cedolino paga.

- La scelta della destinazione del TFR e la pensione obbligatoria o complemen-tare.

- Modalità di comunicazione e di relazione nel mondo del lavoro.

In consiglio Pastorale è stato presol’impegno, come commissionelavoro, di proporre degli incontririguardanti l’ingresso al mondo dellavoro e le problematiche che siincontrano per accedervi.Il significato del lavoro comeluogo di realizzazione e di costru-zione di ricchezza e opportunità èqualcosa di sempre più lontano esfumato. In questo contesto le ACLI propon-gono questi incontri, con docentialtamente qualificati, come strumen-to di conoscenza pratica del mondodel lavoro rivolgendosi ai giovani infase di avvio e entrata in questa real-tà.

Obiettivi:• Conoscenza del mondo del lavorodi oggi e introduzione ai valori e allessico specifico.• Approfondimento sugli strumentidel rapporto di lavoro (Contratti,CV, Cedolini paga, …).• Offrire momenti di confrontorispetto alla propria esperienza conil lavoro.• Spunti per eventuali percorsi diauto imprenditorialità (Cooperativae non solo).Per chi?Giovani studenti o giovani lavorato-ri in entrata nel mondo del lavoro onella fase di avvio della carrieraprofessionale.

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30 Parola Amica 30

William Stoner ha un’esistenza che sembra essere assai piatta e desolata. Mantiene lo stessolavoro per tutta la vita, per quasi quarant’anni è infelicemente sposato alla stessa donna, hapochi e controversi contatti con la figlia e per i suoi genitori è un estraneo. Per sua ammissio-ne ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù.E’ un professore universitario che vive, prevalentemente, tra la propria abitazione e i baluardidell’ateneo. Un’esistenza grigia, che nasconde un profondo disagio dovuto alle ingerenze dialcune persone a lui molto vicine. Stoner èabituato a non chiedere niente alla vita. Quelche può e deve fare, senza consegnarsi allarassegnazione, è vedere e andare avanti, inun viaggio limitato nello spazio (mai tantopiù in là di Columbia e Booneville) e appenaun po’ esteso nel tempo, con la sensazione ditrovare, proprio alla fine, “tutto il tempo delmondo”. Una narrazione limpida, nonostante la tri-stezza e drammaticità, che vi accompagneràper tutto il romanzo: riga dopo riga. Unariflessione sul senso della vita e sul sensodella sofferenza. Un romanzo da leggere erileggere.

Stoner di John EdWard WilliaMSCasa Editrice: Fazi

Il nido del Gabbiano William Stoner ha un’esistenza che sembra essere assai piatta e desolata. Mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, per quasi quarant’anni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha pochi e controversi contatti con la figlia e per i suoi genitori è un estraneo. Per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. E’ un professore universitario che vive, prevalentemente, tra la propria abitazione e i baluardi dell'ateneo. Un'esistenza grigia, che nasconde un profondo disagio dovuto alle ingerenze di alcune persone a lui molto vicine. Stoner è abituato a non chiedere niente alla vita. Quel che può e deve fare, senza consegnarsi alla rassegnazione, è vedere e andare avanti, in un viaggio limitato nello spazio (mai tanto più in là di Columbia e Booneville) e appena un po' esteso nel tempo, con la sensazione di trovare, proprio alla fine, "tutto il tempo del mondo". Una narrazione limpida, nonostante la tristezza e drammaticità, che vi accompagnerà per tutto il romanzo: riga dopo riga. Una riflessione sul senso della vita e sul senso della sofferenza. Un romanzo da leggere e rileggere. Stoner di John Edward Williams – Casa editrice Fazi

Gli incontri si terranno presso la Sala conferenze Centro Caritativo S. Stefano in Via Mazzini,35 al piano terra.

Inoltre le ACLI ritengono sia necessario creare spazi e occasioni di confronto tra pari, perimparare ad affrontare un momento delicato quale l’inizio di una carriera professionale pienadi cambiamenti e di difficoltà. Uno spazio dove discutere e dare forma alle proprie idee o pro-getti. Stiamo collaborando con altre associazioni e istituti della nostra città per cercare di con-cretizzare questo progetto che crei le opportunità per i nostri giovani di essere in grado dicostruirsi un futuro che non sia caratterizzato dalla precarietà.

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Parola Amica 31

LEzIONE DI FILOSOFIAdi un anziano professore ai suoi giovani studenti

MOVIMENTO TERZA ETÀ

Spulciando tra le varie “scartof-fie” dei miei anni di studio, ho ritro-vato questo vecchio scritto - a mo’di pensiero filosofico - il cui conte-nuto ho cercato di tenerlo presentedurante il correre degli anni. Forsenon tutti lo conoscono: vale la penaleggerlo poiché, qualora si presen-tasse la necessità per un suggeri-mento, potremmo proporlo ai nostrigiovani…

Un anziano professore stavadavanti alla sua classe di filo-

sofia e aveva sulla cattedra alcunioggetti. Quando la classe incominciò a zit-tirsi, prese un grosso vaso di mar-mellata vuoto ed iniziò a riempirlodi palline da golf. Chiese poi aglistudenti se il vaso fosse pieno ecostoro risposero che lo era.Il professore allora prese un barat-tolo di ghiaia e la rovesciò nel vasodi marmellata assieme alle pallineda golf. Lo scosse leggermente e i sassolinidi ghiaia si posizionarono neglispazi vuoti, tra le palline da golf.Chiese di nuovo agli studenti se ilvaso fosse pieno e questi concorda-

rono che lo era.

Il professore prese allora una sca-tola di sabbia e la rovesciò, aggiun-gendola nel vaso; ovviamente lasabbia si sparse ovunque all’inter-no.Chiese ancora una volta se il vasofosse pieno e gli studenti risposero con un unanime Sì.

Il professore estrasse quindi duebicchieri di vino da sotto la cat-tedra e aggiunse il loro intero con-tenuto nel vaso, andando cosìeffettivamente a riempire tutti glispazi vuoti nella sabbia.Gli studenti si misero a ridere.

Non appena la risata si fu placatail professore disse agli studenti: Oradesidero che consideriate questogrosso vaso come la vostra Vita...Le palle da golf rappresentano lecose più importanti: la vostra fami-glia, i vostri bambini, la vostra salu-te, il vostro lavoro; sono le cose perle quali, se anche tutto il restoandasse perduto e solo queste rima-nessero, la vostra vita continuereb-be ad essere piena.

Quando ti sembra di avere troppe cose da gestire nella vita,

quando 24 ore in un giorno non sono abbastanza,

ricordati del vaso della Marmellata e dei due bicchieri di Vino...

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32 Parola Amica

I sassolini di ghiaia sono le altrecose che hanno pure la loro impor-tanza, come una bella casa, la mac-china, le vostre passioni, le amici-zie, ecc…

La sabbia è tutto il resto: rappre-senta le piccole cose. Se voi mettetenel vaso la sabbia per prima, non cisarà spazio per la ghiaia e nemmenoper le palle da golf.

Lo stesso vale per la Vita: se spen-dete tutto il vostro tempo e le vostreenergie dietro le piccole cose, nonavrete più spazio per le cose chesono importanti per voi.

Prestate attenzione alle cose chesono indispensabili per la vostrafelicità: giocate con i vostri bambi-ni, godetevi la famiglia, i genitori edi nonni fin che ci sono; andate convostra moglie/marito, il vostro com-pagno/compagna fuori a cena... enon solo nelle occasioni importanti!

Dedicatevi a ciò che amate e allepassioni, tanto ci sarà sempre tempo

per abbellire la casa o fissare gliappuntamenti od altro ancora…!Prendetevi cura per prima cosadelle palle da golf: le cose che con-tano davvero!

Fissate le priorità… Il resto è soloSabbia!

Uno degli studenti alzò la mano echiese cosa rappresentasse il vino.

Il professore sorrise e rispose:Sono felice che tu l’abbia chiesto.Serve solo per mostrarvi che nonimporta quanto piena possa sembra-re la vostra Vita: ci sarà sempre spa-zio per un paio di bicchieri di buonvino con degli amici..

L’anziano professore, concluden-do con un dolce sorriso rivolto aisuoi giovani studenti disse:Condividete questo pensiero conuna persona cara o con un amico: iol’ho appena fatto con voi…!

Per il MTE: Armando D’A.G. –

Febbraio 2014

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Parola Amica 33

Amici&Voci torna al TeatroOreno insiemea Padre Antonello

Ad un anno dal fortunato debutto di “Lampi nella notte” una nuovaserata di musica e solidarietà per salutare, festeggiare ed aiutare PadreAntonello Rossi, presente in teatro, ed il fondo Città Solidale. AKinshasa è in corso la costruzione di un panificio che consentirà allamissione di Padre Antonello di creare posti di lavoro, provvedere allavendita consentendo una maggiore autonomia economica alla missio-ne e donare pane alle famiglie più povere.

Un invito quindi, da parte del presidente di Amici&Voci AdrianoGarghentino e di Padre Antonello Rossi, a chi già ci sostiene e ci havisto, a chi ancora non ci conosce e desidera trascorrere una serata contanta musica incastonata in un racconto che parla di passione, amici-zia e determinazione.

Domenica 23 febbraio 2014 ore 20.45Amici&Voci

inLAMPI NELLA NOTTE

sei amici, una radio, un’estate indimenticabile

TeatrOreno via Madonna, 14 Oreno di Vimercatre

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Offerte libere mese di OTTOBRE 2013

w Con il Battesimo sono diventati figli di Dio

Angeleri Danna Valentina – Chimarro Galarza Jordan Luis

w Sono tornati alla casa del Padre

Pini Madre Angela di anni 91 – Fumagalli Innocenta di anni 93 – VenaGiuseppe di anni 89 – Fumagalli Fausta Ancilla in Barbieri di anni 65 – DiBaia Alfonso Maria di anni 83 – Marchesi Rosa ved. Brambilla di anni 89 –Boffini Edoarda ved. Di Gioia di anni 83 – Mattavelli Angelo Sante di anni95 – Vergani Ancilla ved. Ronco di anni 92 – Villa Pierina in Peducci di anni90 – Levati Maria ved. Sticco di anni 91 – Gamba Madre Luigia di anni 81– Sangregorio Erminia Rita ved. Magni di anni 79 – Magnani GiulianoPietro di anni 83 – Don Pierluigi Cantu’ di anni 62 -

N.N. alla Madonna in memoria di Arturo e Rosa 50

Condomini “Parco” via Verdi 3 in memoria di Giuseppe Vena 150

P.S. ricordano Alberto e l’amico Angelo Magni 30La moglie in memoria del marito 50N.N. per lavori in Parrocchia 275

N.N. alla Madonna secondo le intenzioni dell’offerente 100N.N. alla Madonna (7 offerte) 205

TOTALE € 860

Somme raccolte alla data 1 dicembre 2013 € 30.560,00Dal 1 dicembre al 31 dicembre 2013 (53 buste) € 610,00

TOTALE € 31.170,00

La Commissione Amministrativa

Raccolta Fondi per gli Interventi sugli Stabili Parrocchiali

Battesimi 41Matrimoni 15Defunti 123Cresime Adulti 23

Anagrafe anno 2013Cresime 85 ragazzi

84 ragazzePrima comunione 3

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Via A. Motta, 139/B - tel. 039 6850967335 226879 - 339 4531328

VIMERCATE: via B. Cremagnani, 44 - tel. 039.669434NOTTURNO E FESTIVO: via Verdi, 23 - tel. 039.668705

BURAGO MOLGORA: via Piave, 4 - tel. 039.669434CONCOREZZO: via XXV Aprile, 80 - tel. 039.6040416

CASA DEL COMMIATO

Via A. Motta, 139/B - tel. 039 6850967335 226879 - 339 4531328

VIMERCATE: via B. Cremagnani, 44 - tel. 039.669434NOTTURNO E FESTIVO: via Verdi, 23 - tel. 039.668705

BURAGO MOLGORA: via Piave, 4 - tel. 039.669434CONCOREZZO: via XXV Aprile, 80 - tel. 039.6040416

CASA DEL COMMIATO

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spazio disponibile

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