Papa Francesco: “Continuiamo a pregare per la pace …...ANNO XXX N 29 - 15 Settembre 2013 €...

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ANNO XXX N° 29 - 15 Settembre 2013 1.00 SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (Conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Segue a pag. 2 L’offerta è stata accompagnata da una serie di invocazioni sul tema comune della pace, fra le quali: “Signore della vita, porta la tua pace là dove si decide la sorte dei popoli, Signore, che la tua potenza crea- trice elimini ogni violenza contro la vita umana”.”Signore che ami la vita, porta la pace nei nostri cuori. Signore che ami la vita porta la pace nelle nostre famiglie. Si- gnore che ami la vita porta la pace nei no- stri popoli. Signore che ami la vita porta la pace dove si decidono le sorti delle na- zioni. Signore che ami la vita porta la pace dove oggi è presente la guerra. Spezza con la forza della tua Croce ogni divisione e discordia. Spezza con la luce della tua Parola ogni inganno e falsità. Spezza con la mitezza del tuo Cuore ogni rancore e vendetta. Spezza con la dolcezza della tua carità ogni egoismo e durezza di cuore. Spezza con la tua potenza creatrice ogni violenza contro la vita umana”. Le motivazioni per partecipare alla S. Messa presieduta dal Ve- scovo e concelebrata da tantis- simi Sacerdoti, e da Mons. Juan Carlos Barreto Barreto, 45enne nuovo Vescovo di Quibdò (Co- lombia), con la partecipazione dei Diaconi, Seminaristi e Chierichetti, erano tante e il po- polo di Dio ha risposto affol- lando la Cattedrale e mostrando quell’attenzione propria dei grandi avvenimenti. Quelli che sono restati a casa hanno potuto se- guire su TV2000 una suggestiva veglia di pre- ghiera e di adorazione in collegamento con Piazza S. Pietro, dove, usando un ossimoro, ha parlato il silenzio, protrattosi tra le più di cento- mila persone, oltre i venti minuti. Si è elevata da ogni angolo della Terra, da credenti e non, da ogni credo e religione, una pressante invoca- zione a Dio, perché faccia tornare, come ha detto Papa Francesco, quell’equilibrio sinonimo di Pace. Carissimi alunni, amate la vostra scuola. Non si tratta di amare le pareti, ma le persone dei compagni, degli insegnanti, di quanti fanno parte di questa realtà educativa. Ma se è vero che questo è compito primo degli alunni, e cioè se appena essi desiderano imparare e non vogliono per- dere tempo, occorre anche che la scuola si fac- cia amare. Da qui l’importanza che ogni docente sappia farsi accogliere dai propri alunni e trasmetta loro comprendere che viene in classe perché vuole la loro crescita e la loro gioia. Ho saputo che una bambina, al termine di una intensa mattinata vissuta in classe, prima di uscire ha detto alla sua insegnante: “Maestra, quante cose belle abbiamo imparato! Ma ce ne sono ancora, vero?”. Che bello! Qui si cela un segreto prezioso, qui si nasconde qualcosa di grande. Carissimi insegnanti, emerge qui tutta l’importanza del vostro alto compito educativo e la necessità di colti- vare quella passione, che sa affrontare le impe- gnative sfide del nostro mondo giovanile. L’emergenza educativa domanda persone ap- passionate e competenti, convinte che educare sia ancora non solo possibile, ma anche bello e per tanti aspetti gratificante. La crisi giovanile è in fondo crisi di adulti, è crisi di maestri e di testimoni. Certamente educare è un’arte, spesso difficile, ma è anche un’arte gioiosa. Le invocazioni (veglia del 7 settembre) La Croce (veglia del 7 settembre) Papa Francesco: “Continuiamo a pregare per la pace nel mondo” La mia fede cristiana mi spinge a guardare alla Croce. Come vorrei che per un momento tutti gli uomini e le donne di buona volontà guardassero alla Croce! Lì si può leggere la risposta di Dio: lì, alla violenza non si è ri- sposto con violenza, alla morte non si è risposto con il linguag- gio della morte. Nel silenzio della Croce tace il fragore delle armi e parla il linguaggio della ricon- ciliazione, del perdono, del dia- logo, della pace. In Cattedrale l’insieme di più Avvenimenti ad arricchire una ce- rimonia d’inizio, già di per se stessa suggestiva: il 17° Anniver- sario della Consacrazione Episcopale del nostro Vescovo, il mandato pastorale e la consegna del calendario alle Parrocchie, con l’aggiunta di un volume dal titolo significativo “cuore a cuore” contenente omelie ed altri interventi del nostro Vescovo durante i 17 anni, la Veglia per la Pace, dopo una giornata di di- giuno e di preghiera, in unione con Papa Francesco. Il nuovo Anno Pastorale Il nuovo Anno Scolastico 2013 - 2014 L’Augurio, per un anno fecondo di soddisfazioni e di successi, agli Alunni, agli Insegnanti, ai Genitori, da parte del nostro vescovo, Mons. Gervasio Gestori. “In questi giorni la campanella torna a suonare, accompagnando la vita di tanti bambini, ragazzi, adolescenti, giovani, con i loro insegnanti e le loro famiglie, per circa nove mesi, giusto il tempo di una gravidanza. Che cosa genererà questo nuovo anno di scuola? Se ogni vita nasce da un atto di amore, anche un anno scolastico deve essere sostenuto dall’amore per risultare fecondo e produrre qualcosa di bello e di nuovo, generando crescite umane ed esistenze maggiormente formate. La scuola va amata perché formi persone migliori”. LETTERA PASTORALE DEL VESCOVO A PAG. 4 Segue a pag. 2

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ANNO XXX N° 29 - 15 Settembre 2013 € 1.00

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (Conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Segue a pag. 2

L’offerta è stata accompagnata da unaserie di invocazioni sul tema comune dellapace, fra le quali: “Signore della vita, portala tua pace là dove si decide la sorte deipopoli, Signore, che la tua potenza crea-trice elimini ogni violenza contro la vitaumana”.”Signore che ami la vita, porta lapace nei nostri cuori. Signore che ami lavita porta la pace nelle nostre famiglie. Si-gnore che ami la vita porta la pace nei no-stri popoli. Signore che ami la vita porta lapace dove si decidono le sorti delle na-zioni. Signore che ami la vita porta la pacedove oggi è presente la guerra. Spezzacon la forza della tua Croce ogni divisione

e discordia. Spezza con la luce della tuaParola ogni inganno e falsità. Spezza conla mitezza del tuo Cuore ogni rancore evendetta. Spezza con la dolcezza della tuacarità ogni egoismo e durezza di cuore.Spezza con la tua potenza creatrice ogniviolenza contro la vita umana”.

Le motivazioni per parteciparealla S. Messa presieduta dal Ve-scovo e concelebrata da tantis-simi Sacerdoti, e da Mons. JuanCarlos Barreto Barreto, 45ennenuovo Vescovo di Quibdò (Co-lombia), con la partecipazionedei Diaconi, Seminaristi eChierichetti, erano tante e il po-polo di Dio ha risposto affol-lando la Cattedrale e mostrando

quell’attenzione propria dei grandi avvenimenti.Quelli che sono restati a casa hanno potuto se-guire su TV2000 una suggestiva veglia di pre-ghiera e di adorazione in collegamento conPiazza S. Pietro, dove, usando un ossimoro, haparlato il silenzio, protrattosi tra le più di cento-mila persone, oltre i venti minuti. Si è elevata daogni angolo della Terra, da credenti e non, daogni credo e religione, una pressante invoca-zione a Dio, perché faccia tornare, come ha dettoPapa Francesco, quell’equilibrio sinonimo diPace.

Carissimi alunni, amate la vostra scuola. Non si tratta di

amare le pareti, ma le persone dei compagni,degli insegnanti, di quanti fanno parte di questarealtà educativa. Ma se è vero che questo ècompito primo degli alunni, e cioè se appenaessi desiderano imparare e non vogliono per-

dere tempo, occorre anche che la scuola si fac-cia amare. Da qui l’importanza che ognidocente sappia farsi accogliere dai proprialunni e trasmetta loro comprendere che vienein classe perché vuole la loro crescita e la lorogioia. Ho saputo che una bambina, al terminedi una intensa mattinata vissuta in classe, primadi uscire ha detto alla sua insegnante: “Maestra,

quante cose belle abbiamo imparato! Ma ce nesono ancora, vero?”. Che bello! Qui si cela unsegreto prezioso, qui si nasconde qualcosa digrande.

Carissimi insegnanti, emerge qui tutta l’importanza del vostro

alto compito educativo e la necessità di colti-vare quella passione, che sa affrontare le impe-gnative sfide del nostro mondo giovanile.L’emergenza educativa domanda persone ap-passionate e competenti, convinte che educaresia ancora non solo possibile, ma anche bello eper tanti aspetti gratificante. La crisi giovanileè in fondo crisi di adulti, è crisi di maestri e ditestimoni. Certamente educare è un’arte, spessodifficile, ma è anche un’arte gioiosa.

Le invocazioni(veglia del 7 settembre)

La Croce(veglia del 7 settembre)

Papa Francesco: “Continuiamo a pregare per la pace nel mondo”

La mia fede cristiana mi spingea guardare alla Croce. Comevorrei che per un momento tuttigli uomini e le donne di buonavolontà guardassero alla Croce!Lì si può leggere la risposta diDio: lì, alla violenza non si è ri-sposto con violenza, alla mortenon si è risposto con il linguag-gio della morte. Nel silenzio dellaCroce tace il fragore delle armie parla il linguaggio della ricon-ciliazione, del perdono, del dia-logo, della pace.

In Cattedrale l’insieme di più Avvenimenti ad arricchire una ce-

rimonia d’inizio, già di per se stessa suggestiva: il 17° Anniver-sario della Consacrazione Episcopale del nostro Vescovo, ilmandato pastorale e la consegna del calendario alle Parrocchie,con l’aggiunta di un volume dal titolo significativo “cuore acuore” contenente omelie ed altri interventi del nostro Vescovodurante i 17 anni, la Veglia per la Pace, dopo una giornata di di-giuno e di preghiera, in unione con Papa Francesco.

Il nuovo Anno Pastorale Il nuovo Anno Scolastico 2013 - 2014

L’Augurio, per un anno fecondo di soddisfazioni e di successi, agli Alunni, agli Insegnanti, ai Genitori, da parte del nostro vescovo, Mons. Gervasio Gestori.

“In questi giorni la campanella torna a suonare, accompagnando la vita di tanti bambini,

ragazzi, adolescenti, giovani, con i loro insegnanti e le loro famiglie, per circa nove mesi, giusto

il tempo di una gravidanza. Che cosa genererà questo nuovo anno di scuola?

Se ogni vita nasce da un atto di amore, anche un anno scolastico deve essere sostenuto

dall’amore per risultare fecondo e produrre qualcosa di bello e di nuovo, generando crescite

umane ed esistenze maggiormente formate. La scuola va amata perché formi persone migliori”.

LETTERA PASTORALE DEL VESCOVOA PAG. 4

Segue a pag. 2

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Alla Settimana Sociale di Torino“La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”Un accorato invito a partecipare alla

prossima Settimana Sociale dei cat-

tolici italiani su “La famiglia, spe -

ranza e futuro per la società italiana”

(Torino, 12-15 settembre 2013).

A una settimana dall’inizio l’arcivescovo tori-nese, monsignor Cesare Nosiglia, invita adaccogliere quello che presenta come un“evento particolarmente significativo e im-portante”. Il tema “riguarda tutti noi, erichiede la nostra attenzione. Il titolo è certamente provocatorio, se pensiamo alle gravi difficoltàe fragilità che oggi tante famiglie devono affrontare anche qui nella nostra terra, segnata da unacrisi economica e sociale lunga e difficile di cui constatiamo gli effetti economici e sociali, mache però sentiamo avere le sue radici in campo etico e spirituale. Non siamo di fronte a una crisipasseggera - sottolinea - ma a un vero e proprio cambiamento epocale di cui ancora dobbiamoprendere coscienza in tutte le sue sfaccettature, e che già ci ha portato a cambiare il nostro stile divita”. Per queste ragioni, sostiene l’arcivescovo, “scommettere sulla famiglia oggi richiede un attodi coraggio, e di speranza”. Ricorda che la Settimana “intende anche affrontare con realismo econcretezza i problemi sociali che oggi mettono in crisi la tranquillità e serenità della vita familiarefin dalle sue fondamenta, a partire dal modello di uomo e donna che alcuni messaggi culturali cipropongono”. L’arcivescovo invita a stare attenti ai tanti “segnali positivi che vedono protagonistefamiglie semplici o povere ma ricche di umanità, di solidarietà, d’impegno fecondo sia per sestesse che per gli altri. Anche la sperimentazione di nuovi modelli di welfare, basati su una soli-darietà rinnovata, è in grado di mettere in sinergia le diverse componenti economiche e sociali,private e pubbliche. La Settimana Sociale è l’opportunità per conoscere e confrontare queste ideee queste realtà. Non solo sulla carta e nei principi astratti ma sulle esperienze concrete, e in vistadi progetti che si possono realizzare, nella Chiesa come nella società”. “Vi chiedo - concludeNosiglia - di partecipare all’evento nei modi e forme che potrete, a partire dalla vostra preghiera,rendendovi consapevoli, attraverso la stampa e i mass media, dei lavori che si svolgeranno; e infineprendendo parte, il pomeriggio e la sera di sabato 14 settembre, alla grande Festa delle famigliein piazza Castello. Dobbiamo far sentire forte la nostra voce per confermare che crediamo nel fu-turo del nostro Paese di cui la famiglia è la cellula vitale e feconda, che ne alimenta la speranzaaffidabile e sicura, come ricorda anche la Costituzione della Repubblica.

In piazza san Pietro (se sarà possi-bile) o nella grande moschea degliOmayyadi a Damasco, il Gran muftìdi Siria, Ahmad Badreddin Hassou,leader spirituale dell’islam sunnita,accoglie l’appello del Papa e ci sarà,pregando e digiunando per la pacenel suo paese. Il muftì ha inviato, tra-mite la Nunziatura apostolica a Da-masco, una lettera ufficiale a PapaFrancesco e si prepara a parteciparealla speciale giornata pro-Siria del 7 settembre, pro-ponendo alla Santa Sede di organizzare un meetinginterreligioso. Nel testo della missiva, pervenutoall’Agenzia Fides, il muftì definisce l’appello diPapa Francesco “figlio delle leggi celesti”, lodandol’iniziativa di “pregare per la pace in Siria” come“buona e per il bene per l’umanità”. “Sua Santità –recita il testo – la ringraziamo per questo appello digrande umanità, basato sulla fede, a digiunare e pre-gare insieme Dio Onnipotente perché possa portarepace sulla terra e proteggerci dal potere del male edell’oppressione”. Parole che, secondo il muftì, sonoin contrasto “con tutti coloro che nascondono la lucesplendente della fede, della carità, della misericordiae della pace, che lei chiede e che tutti noi chiediamo,come chiesero i Profeti e i messaggeri di Dio”.

Mostrando “profonda gra-titudine per la sua atten-zione spirituale” il muftìesprime il desiderio di“essere accanto al Papanell’istante in cui la pre-ghiera sarà alzata a DioAltissimo” e ribadisce:“Saremo comunque in-sieme, il 7 settembre, perelevare la nostra supplica

a Dio”, proponendo alla Santa Sede di “organizzareun summit spirituale con i leader religiosi, a Dama-sco o in Vaticano: così forse riusciremo a fermare ilfuoco di quanti vogliono distruggere la terra diAbramo, di Mosè, di Gesù, di Maometto”.“Re-stiamo, mano nella mano – prosegue la missiva –nel diffondere pace e sicurezza per tutti i popoli delmondo, per contrastare gli estremisti e le divisionisu base della confessione religiosa o dell’etnia. Con-tinuiamo il nostro viaggio sulle orme dei Profeti, deiSanti, dei giusti e degli uomini buona volontà”.“Possa lei rimanere, Santità – conclude il testogiunto a Fides – sotto la protezione, la guida e laProvvidenza di Dio, così arriveremo insieme alluogo della pienezza della fede e della luce”.

(PA) (Agenzia Fides)

Anno XXX

15 Settembre 2013

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Continua dalla prima pagina

La cerimonia in Cattedrale è iniziata con l’inter-vento di Mons. Romualdo Scarponi, Vicario ge-nerale della Diocesi, il quale, nel porgere a Mons.Gervasio Gestori gli Auguri per il 17° Anniver-sario della consacrazione episcopale, ha messoin risalto l’attività pastorale esercitata in questianni dal nostro Vescovo, la stima e l’affetto con-quistati.

L’esperienza di questo Anno della Fede, che staper concludersi, è stato l’argomento centraledell’omelia di Mons. Gestori, soffermandosi par-ticolarmente sull’ultima Enciclica “LumenFidei”, prezioso dono di due Papi. La Fede èVita, la Fede è Speranza, la Fede è Carità. Com-pendio difficile per il quale il Vescovo ha usatole parole di SantAgostino: “In altro passo, du-rante una sua omelia, il santo vescovo di Ipponadiceva ai suoi fedeli: “Quello che non vedo, locredo; quello che credo, lo amo; e quello cheamo, lo vedo” (Discorso 65 a, 4). La fede fa ve-dere quello che non vedi; la fede fa amare quello

che credi; l’amore fa vedere efa vedere meglio. “Dammi unapersona che ama e capiscequello che dico” (S. Ag. Trat-

tato sul vangelo di Gv, n. 26)).

Amare per credere, credere pervedere.”. Il nostro Pastore ha così iniziato

l’omelia: “ Caris-simi, ci ritroviamoall’inizio di questonuovo anno pasto-rale nella nostraCattedrale, ci ritro-viamo in tanti, sa-cerdoti, diaconi,religiose, Parroc-chie, Comunità, per riprendere uncammino insieme, con quello stilesinodale coraggioso e gioioso, chesta donando nuovi e fecondi fruttispirituali alla nostra Chiesa dioce-sana. Rinnovo il mio affettuoso sa-luto a tutti voi, che avete accoltol’invito per questa importante cele-

brazione di inizio anno pastorale ed anche per mesignificativa e cara, ormai pastore del nostro Po-polo da 17 anni. Ci sentiamo profondamenteuniti nella fede al Santo Padre, che in questi mo-menti sta guidando la preghiera in Piazza S. Pie-tro, per implorare dal Signore il dono della pacein Siria, nel Medio Oriente e nel mondo intero”Nella conclusione Mons. Gestori ha voluto ricor-dare una nota di papa Francesco, là dove scrive:“Come servizio all’unità della fede e alla sua tra-smissione integra, il Signore ha dato alla Chiesail dono della successione apostolica. (n. 49).”

Queste parole del Papa- ha aggiunto il Vescovo-

toccano direttamente anche il ricordo che questasera la nostra Chiesa Truentina intende vivereper l’anniversario della ordinazione episcopaledel proprio pastore. Sono infinitamente grato aDio per il dono di essere vostro vescovo e larga-mente riconoscente a voi per il lungo accompa-gnamento attento e affettuoso durante questianni. Chiedo ancora la carità preziosa della vo-stra preghiera, perché possa essere fedele al Si-gnore fino all’ultimo respiro terreno della miaanima”.La S. Messa si è conclusa con la consegna daparte del Vescovo di copia della Lettera Pastoralee del Calendario a tutti i Sacerdoti, a due incari-cati di ogni Parrocchia. e a tutti i responsabili deiMovimenti e Associazioni. È stato consegnatoanche un libro in cui sono raccolte le omelie e gliinterventi più significativi durante i 17 anni diVescovo nella nostra Diocesi. (Presenteremo

questo volume in modo dettagliato nel prossimo

numero del nostro giornale. ndr) P.P.

Educare non è solo una professione, masopratutto è una missione. E gli alunni intui-scono immediatamente l’atteggiamento inte-riore del proprio insegnante. Un saggio filosofopagano scriveva: “Devi vivere per un altro, sevuoi vivere per te stesso” (Seneca, Lettere a Lu-cilio). Educare è vivere per un altro, è amare lacrescita dell’altro. Questa dimensione di gra-tuità del rapporto educativo trova la sua primanaturale espressione all’interno della famiglia,che deve fortemente collaborare con il mondodella scuola, pur nel rispetto dei diversi ruolidiverse competenze.

Ed allora, carissimi genitori,sappiate che la vostra irrinunciabile re-

sponsabilità educativa deve accompagnare il la-voro scolastico in funzione di una maturazioneglobale dei vostri figli, sostenendo la loro vo-glia di conoscere e rispettando la diversità deicammini di ciascuno. Non limitatevi a chiedereai figli la sola promozione, che non farebbeamare la scuola più di tanto e potrebbe renderlanoiosa, ed inoltre aiutate a vincere le eventualidifficoltà. Anche la proposta di una sana com-petizione permette risultati certamente migliorie favorisce il superamento di orizzonti ristrettie di “vogliuzze”, per mirare ad ideali alti e sod-disfacenti.

La Santa casa di Loreto sia il punto di ri-ferimento per il cammino scolastico di questonuovo anno, che accompagno con la mia pre-ghiera e con la mia benedizione.

I migliori auguri agli alunni, agli inse-gnanti, alle famiglie.

+ Gervasio Gestori

Vescovo

San Benedetto del Tronto, 12 settembre 2013

Il nuovo AnnoScolastico

Il nuovo Anno Pastorale

Lettera del Gran muftì di Damasco al Papa:“Lavoriamo insieme per la pace”

Proprietà: “Confraternita SS.mo Sacramento e Cristo Morto”Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI ASCOLI PICENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - Centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Le fasi dell’amore sono iltema del prossimo incontro organizzato dal Centro Famiglia conil sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Picenoe la collaborazione del Comune, l’Ambito sociale 21 e le parroc-chie Sant’Antonio e San Filippo Neri. Domenica 15 settembrealle ore 16.30 presso la sala parrocchiale di San Filippo nerisi terrà l’appuntamento “Amore vero, amore fragile, amore puro:dall’innamoramento all’amore”. Interverranno, per l’importanzae la specificità del tema trattato, i coniugi Raimondo e MariaScotto, esperti nelle dinamiche di coppia rispettivamente sessuo-

logo e psicoterapeuta. Un in-contro che vuole descrive ilcammino insieme attraversofasi di crescita, confronto, in-toppi, scoperte e delusioni; ma soprattutto quali aspettative, lon-tano da mere illusioni, possono rendere il sentimento l’amore dellavita quotidiana. Invitate a partecipare tutte le famiglie dell’hinter-land e soprattutto le giovani coppie in procinto di sposarsi o chehanno già frequentato il corso per fidanzati. Il Centro Famiglia,associazione di volontariato nata nel 1978 e iscritta dal 2002 al

Registro delle organizzazioni di volontariato della Re-gione Marche, risponde ai bisogni essenziali delle fa-miglie e dei giovani, operando allo scopo di farconoscere e approfondire le problematiche giovanili,matrimoniali e familiari. Da anni offre gratuitamenteservizi di consulenza nel settore familiare, sociale, pe-dagogico, psicologico, medico, legale, morale e finan-

ziario; da quest’anno potenziato grazie allo sportello d’ascolto“Sos Famiglia” con la professionalità e l’esperienza dello staff vo-lontario. Per informazioni e appuntamenti è possibile recarsi nellasede di via Pizzi 25, chiamare la segreteria del Centro Famiglia alnumero 0735.595.093, dal lunedì al venerdì dalle 16.30 alle 18.30oppure scrivere all’indirizzo e.mail [email protected].

Dina Maria Laurenzi - Centro Famiglia

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15 Settembre 2013 PAG

Anno della Fede2012 2013

Sguardo d’insieme125. LA PASSiOnE MORTE E RiSURREZiOnE Di GESÙ

Stiamo entrando nei racconti della passione e ri-surrezione di Gesù, cioè nell’ultima parte del Van-gelo di Matteo. Sentiamo il bisogno di offrire unosguardo d’insieme per orientarci su questi capitoliche ci terranno occupati per più mesi. Come sem-pre, limitiamo l’attenzione quasi esclusivamenteal solo Matteo, in quanto stiamo facendo unaprima lettura di questo scritto.

1. Una manifesta sproporzione. Questa si hatra la brevità del tempo raccontato e la lunghezzadel testo che lo racconta. Quanto al tempo, si va –e con lacune - dal martedì santo alla domenica diPasqua; quanto al racconto si è davantia ben tre ultimi capitoli di Matteo, cioèi cc. 26-28 che sono un settimo di que-sto scritto. In modo più dettagliato: dei1060 versetti che raccontano la primainfanzia e la vita pubblica di Gesùlungo i circa 33 anni della sua esistenzaben 161 vanno per la passione e per larisurrezione. A questa sproporzione sene aggiunge un’altra, che è più sor-prendente: con 141 versetti viene rac-contata la passione, mentre con 20versetti, la risurrezione. Ci saremmoaspettati proprio il contrario.

2. La portata apologetica del racconto dellapassione. Cioè, non corrisponde a verità dire cheGesù Cristo fu un semplice uomo, come gli altridel suo tempo, ma che il fanatismo dei discepoliha reso un “uomo divino”, cioè un theios anér, ca-tegoria inesistente e creata a tavolino. Se ci fossestata questa intenzione, di fare la “apoteosi”, divi-nizzazione, dell’uomo Gesù, i cristiani e gli evan-gelisti avrebbero dovuto soprassedere sulla suapassione e crocifissione, o segnalarle rapidamentecome un incidente che però fu puntualmente an-nullato dalla risurrezione; e, di conseguenza,avrebbero dovuto abbondare proprio nel raccon-tare la risurrezione. Invece, Matteo con gli altrievangelisti va in direzione opposta.

3. La ricchezza salvifica della passione. L’at-tenzione alla passione, con l’abbondante raccoltadei dati che la riguardano, è nata dal fatto che iprimi cristiani hanno visto in essa la redenzionecompiuta da Cristo; da qui, l’inestimabile valoreche racchiudeva quel donarsi umano, nell’umilia-zione e per amore. Per cui, fra le derisioni dei pa-gani e degli ebrei, Paolo e i cristiani tutti predicano“Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezzaper i pagani; ma per coloro che sono chiamati, siaGiudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sa-pienza di Dio” (1Cor 1,23-24). Cantano il poemadell’amore: “Prima della festa di Pasqua Gesù…,avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amòfino alla fine” (Gv 13,1). Ciascuno, personal-mente, ripeta con Paolo: “Mi ha amato e ha con-segnato se stesso per me” (Gal 2,20). In breve, lapassione è il capolavoro divino dell’amore di Gesù

per la Chiesa tutta e per il singolo cristiano.4. il mutuo rapporto tra passione e risurre-

zione. E’ stata la risurrezione di Gesù, che si è im-posta a fatto compiuto, in quanto del tuttoimprevista dagli Apostoli, e che ha confermato di-vinità di Cristo, a far scoprire le ricchezze salvifi-che della passione. Per cui gli Apostoli, in quanto“testimoni” della sua risurrezione (At 1,22 ; cfr2,32 ; 3,15; ecc.), predicano con forza anche la pas-sione di Gesù. Ne segue che passione e risurre-zione sono due realtà indivisibili, che si richiamanoe si completano a vicenda.

5. Alcune caratteristiche. Marco, Luca e Mat-teo concordano fra di loro in modo straordinarionella sostanza del racconto, ma ognuno di essi hadelle peculiarità che lo contraddistingue. In mododel tutto sommario possiamo dire questo. marcoespone i fatti con un realismo impressionante, chefa intravvedere che il suo informatore (Pietro) èstato testimone dei fatti: Gesù passa da umiliazionea umiliazione, da abisso ad abisso, fino a che nonsi ha la professione di fede del centurione: “Dav-vero quest’uomo era Figlio di Dio!” (Mc 15,29).

Luca ci dà un racconto straordinariamente de-licato riguardo alla persona di Gesù: non viene ba-ciato da Giuda, i soldati non gli sputano in faccia,Gesù è l’innocente che soffre e muore, che per-dona morendo e che morendo prega.

matteo ci dà un racconto dottrinale-cateche-tico, in quanto vede in Gesù colui che compie leScritture nella sua persona, che prevede quanto loattende, che manifesta nella sua persona un’auto-rità somma. Il suo racconto è quello per un’assem-blea di credenti i quali cercano di essere conquistatisempre più dal fascino del Cristo morto e risorto.Nello stesso tempo Matteo tiene presenti i bisognie le difficoltà della sua comunità. Da ciò anche iltono piuttosto polemico contro gli ebrei.

Concludiamo con Paolo: “Quanto a me invecenon ci sia altro vanto che nella croce del Signorenostro Gesù Cristo, per mezzo della quale ilmondo per me è stato crocifisso, come io per ilmondo” (Gal 6,14).

[email protected]

Domenica 15 settembreOre 11.30 Cossignano

S. Messa, con S. Cresima

Martedì 17 settembreOre 10.00 Loreto

Commissione Missionaria

Regionale

Venerdì 20 settembreOre 17.30 S. Benedetto Tr.

Biancazzurro: S. Messa

per il Pellegrinaggio

a Lourdes

Sabato 21 settembreOre 19.00 Valtesino

S. Messa, con S. Cresime

Domenica 22 settembreOre 09.00 Faraone

S. Messa, con S. Cresima

Ore 11.30 Castignano

S. Messa, con S. Cresima

Incontri Pastorali del Vescovo

DUrANtE LA sEttimANA 15-22 sEttEmBrE 2013

Parola del SignoreXXiV Domenica Ordinaria C

Dal VANGELO secondo LUCA

La parabola del figliol prodigo.(VAnGELO Di LUCA 15,1-32)

Tutti dobbiamo fare lo sforzo (grande) di ram-mentare che ognuno di noi è il fratello minoree nello stesso tempo il fratello maggiore. Noisiamo i figli prodighi di Dio quelli spendac-cioni, quelli che non amano,quelli pronti a giudicare.Ognuno di noi crede di es-sere giusto e buono e di fareil proprio dovere, ma questonei confronti della grandezzadell’amore di Dio è certa-mente falso, dobbiamo to-glierci il manto dellapresunzione e dichiararcipeccatori e peccatori incal-liti. Se ci confrontassimo se-riamente con le beatitudini(legge dell’amore di Dio) :Beati i poveri in spirito, imiti, i puri, i misericordiosi ecc. ci accorge-remmo di essere ben lontani dall’aver rag-giunto la meta, o di aver terminato la nostracorsa. Sicuramente saremmo più capaci di per-donare il prossimo, sapendo di essere noi stessibisognosi di tanto perdono, saremmo meno in-clini a puntare il dito verso gli altri, avendo laconsapevolezza di non essere migliori di loro.Ognuno di noi è quel figliolo prodigo chesciupa malamente tutti i doni che Dio ci hafatto.

Ognuno di noi è il fratello maggiore, quello in-vidioso, quello che non capisce la grandezzadell’amore, ma solo la durezza del dovere.Ognuno di noi dovrebbe avere l’ umiltà di ac-corgersi di sbagliare e soprattutto di chiedereperdono e convertirsi. Dovremmo avere il co-raggio di rialzare la testa e cambiare vita.

Io, sono quello che ha biso-gno di essere ricercato per-ché mi sono smarrito; io,sono quel peccatore che habisogno del perdono delPadre buono; io ho bisognodi convertirmi all’amore diDio. Io sono il peccatoreche dovrebbe dire: Padre hopeccato contro di te e controi fratelli, perdonami.Chiediamo al Signorel’umiltà di riconoscere i no-stri errori e la capacità dicorreggerli, e chiediamogli

di accoglierci come ha accolto il figliolo pro-digo che era perduto ed è stato ritrovato.

Riccardo

PiLLOLE Di SAGGEZZAAssolviamo spesso i nostri peccati gravi

e condanniamo i piccoli errori del prossimo. (Gregorio Magno)

Ogni volta che punti il dito indice contro qualcuno, ricordati che ci sono tre

dita puntate contro di te, prova. (anonimo)

Centro Famiglia, dall’innamoramento all’amoreDomenica 15 settembre incontro con i coniugi Scotto

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Carissimi, la fede è ilgrande dono di Dio, che abbiamoricevuto nella Comunità cristianamediante persone, che ci hannovoluto bene e per le quali dob-biamo avere sempre una pro-fonda riconoscenza, avendotrasmesso a noi la conoscenza delSignore e la fiducia nella sal-vezza che viene da lui. In questotempo di diffusa secolarizzazione

e di forte indifferentismo religioso la fede diventa per tutti i credenti an-cora di più un tesoro da custodire gelosamente e da valorizzare effica-cemente, insieme con l’impegno di essere veri testimoni di quello chesiamo per grazia del Signore davanti a quanti sono in ricerca o diconodi avere smesso di credere.

L’anno della fede, che ormai sta per concludersi, doveva aiutareil popolo cristiano a vivere con maggiore convinzione questo dono e laLettera Enciclica Lumen fidei di papa Francesco, recentemente pubbli-cata, ci deve guidare con chiara autorevolezza nella testimonianza diuna fede adulta e gioiosa, umilmente orgogliosi di essere salvati.

A fine novembre verrà celebrato il II Convegno delle Chiesemarchigiane, offrendo anche alla nostra Diocesi l’occasione opportunaper una riflessione e per un cammino, che siano di sostegno a quanticredenti e non credenti vogliono stare al seguito di Gesù, nostro Maestroe nostro Salvatore. Pertanto ho pensato di presentare alla nostra ChiesaTruentina alcune indicazioni pastorali, con lo scopo di coinvolgere tutti,persone, Parrocchie e Comunità, in un percorso unitario, che renda piùricca la comunione ecclesiale, nel giusto rispetto e con la valorizzazionedei diversi carismi, largamente presenti tra noi. Mi ha fatto da guida perquesti veloci suggerimenti una significativa espressione presente all’ini-zio dell’Enciclica di papa Francesco: “Chi crede, vede; vede con unaluce che illumina tutto il percorso della strada, perché viene a noi daCristo risorto, stella mattutina che non tramonta” (n. 1). Veramentel’esperienza della vita cristiana attesta che credere è vedere, credere èvedere meglio, credere è vedere con gli occhi di Cristo la vita personalee le realtà della società, superando la vuota ed inconsistente visione ditanta cultura contemporanea, che attribuisce gli avvenimenti al caso, alcieco destino, per cogliere invece la presenza operante della divina Prov-videnza.

Premessa

Durante le settimane estive unpiccolo gruppo di persone, sacerdoti elaici, hanno lavorato su queste tematiche,con lo scopo di stendere alcune “Indica-zioni pastorali”, che sono state poi esami-nate dai Vicari e fatte oggetto di confrontodai Responsabili degli uffici di Curia enella Consulta dei laici.

Il testo, che viene qui presentato,raccoglie questo lavoro in maniera sinte-tica, proponendo un itinerario che segue idiversi momenti dell’Anno Liturgico, il-luminato dai singoli capitoli della Lumen

Fidei di papa Francesco. Fa da guida un brano evangelico,

la parabola del banchetto nuziale (Matteo

22, 1–14), di cui si fa una breve lectio.

Vengono segnalati poi alcuni obiettivispecifici e alcuni momenti di carattere diocesano, che devono vederecoinvolte tutte le Parrocchie e le Comunità, per un cammino di Chiesaconvinta della forza di uno stile sinodale. La ricchezza dei talenti e ladiversità dei carismi continueranno ad esprimersi liberamente, nella fon-damentale fedeltà alla Chiesa. E’ un buon punto di partenza per il rin-novato cammino della nostra Chiesa diocesana, che deve continuare avivere la preziosa esperienza del lavoro compiuto durante gli anni delSinodo.

i - La  fede va comunicata

“La fede è dono di Dio…Tutti dovrebbero poter sperimentarela gioia di sentirsi amati da Dio, la gioia della salvezza” (Messaggio

pontificio per la Giornata missionaria Mondiale 2013).

Questo dono di Dio non si può tenere solo per sé, perché diven-teremmo cristiani sterili, isolati, ammalati. Ogni comunità cristiana èadulta quando professa la propria fede e sa portarla nelle periferie, ri-corda il Papa. E quindi “la missionarietà non è solo una questione diterritori geografici, ma di popoli, di culture e di singole persone” (ib.).

Ogni comunità è interpellata e invitata a fare proprio il mandato affidatoda Gesù agli Apostoli. Bisogna allora avere il coraggio di proporre atutti, con il doveroso rispetto, l’incontro con il Signore, ben sapendo

che la missionarietà non è proselitismo, bensì testimonianza di vita cheillumina il cammino, che porta speranza e amore (ib.).

ii -  spunti per la riflessione 

Offro alcune considerazioni sulla fede, perché si possa goderedella bellezza e della grandezza di questo dono, che ci permette di vivereaffidati a Dio e non al caso, camminando alla luce del vangelo di Gesù,animati dallo Spirito santo e con uno sguardo pieno di fiducia nel futuro,come fratelli e sorelle, impegnati a migliorare la convivenza in questomondo, nelle serena attesa della beata speranza dell’incontro con il Si-gnore.

Questi spunti domandano di essereilluminati dalla riflessione silenziosa e orantedelle persone e fatti oggetto di un coinvol-gente dialogo nelle comunità.

1. “Io sono venuto nel mondo comeluce perché chiunque crede non rimanganelle tenebre” (Gv 12,46). La fede purtroppoappare ad alcuni come illusione, che impe-disce l’audacia del sapere, e quindi è vistacome un salto nel buio, mentre in realtà essaci fa conoscere cose che l’autonomia dellaragione da sola non riesce ad illuminare ab-bastanza, con la pesante conseguenza esi-stenziale di lasciare nel cuore umano la pauradel futuro. Quando manca la luce tutto è con-fuso e non è possibile distinguere il bene dalmale. La fede che riceviamo da Dio è luceper la strada e orientamento sul nostro cam-mino. Ricorda il salmo: “Lampada ai mieipassi è la tua Parola, luce sul mio cammino”(Sal 118, 105).

2. La storia biblica ci presentaAbramo come il padre dei credenti: egli sifida di Dio ciecamente, si affida alla Paroladel Signore e questa sua fedeltà viene premiata diventando padre di unamoltitudine, tutti quelli che si donano a Dio. La storia di Israele mostraanche la tentazione dell’incredulità, in cui il popolo più volte è caduto.Ad es., mentre Mosè parla con Dio sul Sinai, il popolo si allontana dalSignore per gettarsi ed immiserirsi nell’idolatria. La fede è l’oppostodella idolatria: questa suscita paura, la fede dona sicurezza e luce.

3. La prova massimadell’affidabilità a Dio si ha inGesù, la cui vita è la manifesta-zione piena dell’amore delPadre: egli muore per noi. Lafede non è solo affidamento inCristo, ma anche affidamentoa Colui che ci chiama per potercredere: Gesù è oggetto di fedeed è il soggetto che ci fa cre-dere, perché essa è dono suo.La fede cristiana è la fedenell’amore pieno e nella suacapacità di riformare la vita e ilmondo: non deve essere vis-suta soltanto in maniera intimi-stica.

Il credente è trasfor-mato dall’Amore, cui si è

aperto con la fede, e nel suo aprirsi si trasfigura: “Non sono più io chevivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2, 20).

4. La fede è personale, ma è anche comunitaria: quando diciamo“Io credo”, in realtà stiamo dicendo anche “Noi crediamo”. Insegna laLumen fidei: “E’ impossibile credere da soli. La fede non è…rapportoisolato tra l’io del fedele e il Tu divino…Essa si apre, per sua natura, alnoi, avviene sempre all’interno della comunione della Chiesa” (n. 39).

Essa si trova nella comunità, che la vive e la trasmette mediantela testimonianza. Essa non è solo una opzione individuale, che avvienenell’intimo del credente, ma si apre per natura alla comunione dellaChiesa. La fede è connessa con la verità delle cose, ma anche con la ca-rità, perché senza le opere essa è morta. Amore e verità non si possonoseparare. La fede si esprime come risposta ad un invito, perché dice “sì”con la mente; diventa dialogo, perché vive la comunione fraterna; si faopera attiva nella vita con la carità. La fede si fa speranza sempre, donala gioia e la forza di vivere anche nelle prove, con la sua luce guida ilduro “mestiere del vivere”.

iii - il cammino suggerito dalla Lettera “Lumen fidei”

La lettera Enciclica di Francesco si articola in quattro capitoli.Sono quattro momenti, che abbiamo scelto per scandire opportunamente

le quattro tappe del cammino del nuovo anno pastorale, strutturato suiritmi dell’anno liturgico: il tempo preparatorio (settembre-novembre),Avvento e Natale (dicembre-gennaio), Quaresima (febbraio-marzo),Tempo Pasquale (aprile-giugno).

Ricordo qui per una maggiore chiarezza i titoli ed i temi di ognicapitolo del testo pontificio.

Cap. I - “Abbiamo creduto all’amore” ( 1 Gv 4,16).

Noi ci fidiamo del Signore, ci affidiamo a Lui, perché Lui ciama e l’ha dimostrato sulla Croce.

Non lasciamoci dunque rubare la speranza: noi siamo chiamati,perché siamo amati.

Cap. II - “Se non crede-

rete, non comprenderete” (Is 7,9)

La fede ci permette didare un senso alla nostra vita e diguardare la realtà con gli occhiveri del Signore.

Lo sguardo del credenteè luminoso e fiducioso: vede e sifida di Dio. “Chi crede, vede”:ecco la chiave ermeneuticadell’Enciclica sulla fede. Noisiamo chiamati ad avere una fedeadulta, che fa vedere in profon-dità, perché viviamo una fedematura e quindi possediamo losguardo di Cristo.

Cap. III - “Vi trasmetto

quello che ho ricevuto” (1 Cor

15,3)

La fede è dono ricevuto edomanda di essere trasmessa.Essa vuole anche dei maestri, maha bisogno soprattutto di testi-moni. Sentiamoci mandati ad an-

nunciare il Signore anche con la parola, ma soprattutto mediante lanostra vita.

Cap. IV – “Dio prepara per loro una città” (Eb 13, 16).

La fede prospetta una vita di gioia che ci aspetta nel futuro, magià fin d’ora ci introduce in una comunità gioiosa, dove le persone cre-denti sanno e sperimentano di essere amate dal Signore. La gioia dellafede è reale e domanda di venire testimoniata.

Viviamo la gioia della comunione nella comunità.

Conclusione

“Beata colei che ha creduto” (Lc 1. 45): con queste parole Eli-sabetta saluta ed elogia la sua parente Maria di Nazaret. La Madre diGesù è stata grande innanzitutto per la sua fede, perché ha creduto alleparole del Signore, fidandosi di Dio. La sua divina maternità verginaleè la conseguenza umanamente impensabile di questa sua fede nella on-nipotenza del Padre. Non ci è possibile imitare la Vergine santa nellasua divina e verginale maternità, ma possiamo e dobbiamo imitare lasua fede, che le ha permesso di avere uno sguardo profondo su Dio, sulmondo e su se stessa, come attesta la sua preghiera del Magnificat.

Dio è chiamato Signore, Onnipotente e Santo, ma è anche il Salva-tore, pieno di tenerezza verso di noi, che sa guardare all’umiltà dellasua serva e vuole usare misericordia. Egli non è lontano dalla nostravita: dunque, non sentiamoci mai soli. La preghiera di Maria mette inluce anche le enormi contraddizioni presente nella storia del mondo(potenti e umili, ricchi e poveri, sazi e affamati), ma non si ferma a ri-levare le sofferenze dell’umanità, perché afferma che il Signore inter-viene per disperdere i superbi, rovesciare i potenti, innalzare gli umili,soccorrere gli affamati, rimandare a casa a mani vuote i ricchi. DunqueDio non è assente dalla nostra storia, la nostra vita non è guidata da undestino cieco, è nelle sue mani. La preghiera di Maria rende più limpidaanche la coscienza che ella ha di sé: si considera umile serva, ma saanche di essere da quel momento per tutti beata, destinataria di grandicose per opera di Dio. La fede permette a tutti noi di avere uno sguardodiverso e profondo sulla nostra vita, perché la speranza dona una forzaserena e siamo consapevoli della nostra dignità di essere figli di Dio efratelli in Gesù e tra noi, in cammino verso un futuro di gloria eterna.Dunque, abbiamo un avvenire luminoso e glorioso

A Maria, madre di Gesù e nostra madre spirituale, affido questeindicazioni, perché l’itinerario pastorale della nostra Chiesa Truentinasia guidato e sostenuto dal suo affetto materno e dalla sua sapienza il-luminata dalla pienezza di grazia.

Di cuore tutti benedico nel Signore + Gervasio Gestori Vescovo

San Benedetto del Tronto, 7 settembre 2013

Anniversario della Ordinazione episcopale

LETTERA ALLA DIOCESI “CHI CREDE VEDE”

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Si apriva l’Anno della Fede e in piazza San Pie-tro come cinquant’anni fa, l’Azione Cattolica siritrovava con le fiaccole accese per dire la bel-lezza di Dio e della Chiesa e la bellezza di cam-minare insieme. Il 6 e 7 settembre 2013, 3000bambini e ragazzi dell’Azione Cattolica,accom-pagnati dai loro educatori, si sono dati appun-tamento a Roma per concludere insieme ilcammino iniziato con tutta l’Associazione unanno fa. In questi mesi, i bambini e i ragazzidell’Acr di tutta Italia hanno avuto modo di ri-flettere sul dono della gioia piena che l’incontrocon il Signore offre ad ognuno, sulla bellezzadi poter condividere questa gioia con gli altri,sull’importanza di raccontare a tutti l’incontrocon Gesù. Con questo spirito tutte le regionid’Italia, in diverso modo, hanno vissuto le festeconclusive di questo percorso, all’interno dellequali sono stati scelti alcuni acierrini per ognidiocesi da inviare a Roma come rappresentantidi tutta l’Acr di quella parte della penisola (4 o5 per ciascuna delle circa 200 diocesi d’Italia).Con loro erano presenti nella capitale anche al-cuni bambini del Forum Internazionale del-l’Azione Cattolica (provenienti da Argentina,Burundi, Romania, Spagna e Terra Santa) e piùdi 2000 acierrini delle diocesi del Lazio. L’in-contro “Ti credo! Tutto parla di te” è iniziatovenerdì 6 settembre con il pellegrinaggio sullatomba di Pietro e qui con la professione di fede,guidati nella preghiera dal card. Angelo Coma-stri, vicario generale papa Francesco per la Città

del Vaticano. Il giorno seguente, sabato 7 set-tembre, i ragazzi hanno iniziato la lunga mara-tona di preghiera voluta da papa Francesco perla pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondointero. Il Santo Padre ha voluto rimarcare chequesto giorno di digiuno e di preghiera è “pertutta la Chiesa” e l’Azione cattolica ha dato cosìmodo anche ai piccoli secondo i loro modi etempi di dare un proprio contributo. Inoltre, sa-bato mattina, presso la Grotta di Lourdes all’in-terno dei Giardini Vaticani, i ragazzi e i bambinidell’Acr hanno incontrato e dialogato sul temadella fede e sull’eredità del Concilio VaticanoII  con il card. Agostino Vallini, vicario generaledi papa Francesco per la diocesi di Roma; mons.Domenico Sigalini, assistente generale del-l’Azione Cattolica; Franco Miano, presidente na-zionale dell’Ac;  Anna Teresa Borrelli,respon sa bile nazionale dell’Acr, don Dino Pirri,assistente centrale dell’Acr. Nel pomeriggio disabato 7, tutti a Castel Sant’Angelo dove l’Acrha animato lo spazio di giochi, musica e testimo-nianze per mostrare anche alla città di Roma laChiesa bella del Concilio. (Zenit)

3000 ragazzi e bambini delle diocesi d’italiain Vaticano a pregare per la pace

il 6 e il 7 settembre, si è svolto l’incontro “ti

credo!  tutto  parla  di  te”  organizzato  dalla

Azione Cattolica dei ragazzi (Acr)

Proseguono i festeggiamenti per i 400 anni di permanenza degli Agostiniani

L’8 settembre, all’Auditorium della Banca Picena Truentina di Acquaviva Picena, si è svolto un convegno nell’ambito dei festeggiamenti dei 400 anni

di permanenza degli Agostiniani Scalzi ad Acquaviva Picena.

Martinsicuro-Parrocchia Sacro Cuore di Gesù

È bello tornare là dove tutto ti parla dell’amore di e per Gesù

Ritrovarsi ancora una volta come è av-venuto durante lo scorso mese di luglioa Castelsantangelo sul Nera (MC) per ilCampo Scuola organizzato dall’AzioneCattolica della Parrocchia Sacro Cuoredi Gesù, ospiti della struttura gestita daPadre Mario da Tolentino, è stata nuo-vamente un’esperienza indimenticabile.Tra momenti di preghiera comunitaria edi riflessione, tra le svariate attività edu-cative ed i giochi di squadra, è trascorsauna settimana intera all’insegna della fraternità, del sostegno reciproco, dell’apprendimento, del-l’amore per Cristo, vero esempio di amore ed unità. La circostanza che più ha suggestionato e carat-terizzato l’intera settimana è stata la celebrazione Eucaristica svoltasi in cima ad un colle a pochichilometri dal campo. Ritrovarsi, infatti, seduti tra l’erba e i sassi, attorno ad un altare fatto da una to-vaglia stesa su un prato, tra amici, in armonia con la natura circostante, interessati all’ascolto dellaParola, è stata la sublimazione del percorso di formazione che i ragazzi e i giovani hanno vissuto inParrocchia durante l’intero anno. Infatti la partecipazione al Campo Scuola è scelta di adesione alprogetto di amore di Dio per tutti noi.L’esperienza del Campo Scuola è fatta di attenzione per gli altri ed, in particolare, per i più piccoli eper i più bisognosi. Il Campo è il luogo in cui si riscopre che la felicità non alberga nelle cose superfluee varie, ma dove si fa esperienza di comunione e di amicizia come quella fra Gesù e i discepoli.

Sono stati 12 i bambini chehanno preso parte ai quattrogiorni di campo organizzatodalla Parrocchia del S. Cuoredi Centobuchi a Casa Gioiosadi Montemonaco.Dodici, un numero che nellaSacra scrittura ha un signifi-cato particolare. Una coinci-denza, un segno? Al di là diciò, questo campo qualcosa halasciato. È stato innanzitutto ilcampo “0” della gestione“Don Alfonso Rosati”. Dopo ilsuccesso dell’oratorio estivo,grazie all’impegno di alcunigiovani delle superiori, supportati da diversi adulti,che ha visto la partecipazione di oltre 80 bambini eragazzi era importante fare questo passo. C’era unpo’ di diffidenza, di paura della novità. Non si sa-peva come avrebbero reagito i ragazzi, di età com-presa tra i 9 e 13 anni tutti alla prima esperienza dicampo. La fiducia ha ripagato gli audaci, accompa-gnati dal parroco e da quattro giovani della parroc-chia. È stato infatti un camposcuola orientante sottotanti aspetti dove si è avuta la possibilità di ristabilirequel dialogo con la natura troppo spesso compro-messo dai ritmi frenetici della quotidianità. Eccodunque la camminata alle cascate del Rio passandoper l’Eremo di San Leonardo si trasforma in unavera scoperta dei tesori della natura. Quella naturaincontaminata dove l’uomo ancora non è riuscito aposare la sua mano. Un patrimonio da valorizzare etutelare. Una camminata fatta nella massima sicu-rezza, rispettando i ritmi e le regole della montagnaspiegate con cura ai ragazzi, con la presenza tra glialtri di Pasquale Rosetti, istruttore e responsabile na-zionale Nordic Walking della Libertas.

“Le 10 vie della felicità”, i 10 comandamenti rivisi-tati, il tema scelto, che ha guidato i ragazzi nei varimomenti di riflessione. Un tema che ben si sposavacon le attività proposte: la riscoperta delle cose sem-plici, dell’essenziale, attraverso l’esplorazione, ilgioco libero, la coordinazione e l’attività ludico mo-toria, culminata con la scoperta dell’ Orienteering,una disciplina per i ragazzi tutta nuova che rappre-senta una delle massime interazioni, sport, uomo,natura.L’attività presentata sotto forma di gioco da ParideTravaglini, biologo, coprogettista “Arianna Sociale”e dirigente della Sestosenso Orienteering di AscoliPiceno, è stata possibile grazie all’interessamentodel presidente della società Carmelo Surace che hafornito la carta e tutto il materiale necessario per lariuscita della stessa. Scopo del gioco era proprioorientarsi, orientamento che deve guidare prima ditutto la vita e le scelte. “Un grazie ai ragazzi, aglianimatori: Andrea, Giulia, Roberta, Andrea, al Co-mune di Monteprandone e soprattutto alle famiglie-afferma Don Alfonso- che ci hanno dato fiducia e

la possibilità di vivere quattro giorniall’insegna della condivisione e dellaspensieratezza e vivere un’esperienzache ha dato nuova linfa alla comunitàparrocchiale e creato entusiasmo perprogrammare il nuovo anno pastorale”Nell’anno della fede il “campus” haprodotto un laboratorio di aggrega-zione giovanile formativo, di valore inun ambiente degno di accoglienza: unavera Casa Gioiosa per la famigliasacra.

Centobuchi

Dalla Parrocchia S. Cuore 12 bambini,come gli Apostoli, a Montemonaco

Proseguono, ad Acquaviva Pi-cena, i festeggiamenti per iquattro secoli di presenza degliAgostiniani Scalzi, con un pro-gramma di celebrazioni per ri-cordare questo importanteevento e la storia di una pluri-secolare presenza iniziata nel1613: un lungo e fecondo in-treccio di storia che ha legatoe continua a legare la Riformadell'Ordine agostiniano, promossa nel clima dirinnovamento del Concilio tridentino, alla popo-lazione di Acquaviva Picena. Domenica 8 settem-bre, alle 17.30, presso l’Auditorium della BancaPicena Truentina di Acquaviva Picena, Mons.Luigi Angelini, direttore del Centro Studi Agosti-niani della Valle d’Itria, è stato il relatore del con-vegno su La fede in Sant’Agostino. Nell'annodella fede, confrontarsi col pensiero di Agostinosignifica riscoprire il contributo offerto dalla ri-flessione del Dottore della Chiesa sia per appro-fondire la feconda complementarità, in sensoteologico ma soprattutto pastorale, tra fede e ra-gione che per capire la grandezza del dono dellafede, che è grazia e gioia di un incontro da viveree testimoniare: "Credo ut intelligam, intelligo ut

credam", credo per capire ecapisco per credere dicevainfatti Sant’Agostino, nelsenso che fede e ragione nonsi escludono a vicenda ma siintrecciano tra loro. Il 29 set-tembre, invece, Padre Euge-nio Cavallari, agostinologo,disserterà sul tema Agostino:costruttore della Città di Dionella Città dell’Uomo. Il rife-

rimento d'obbligo è l'opera agostiniana La Cittàdi Dio, dove il Vescovo d'Ippona non si limita adun'analisi della contrapposizione tra la città di Dioe quella dell'Uomo, ma invita a sposare per la co-struzione del bene della persona e del bene co-mune la tensione verso quella realtà che siintravede pallidamente, ma diventerà visionenella patria beata. Nel Convento di San Lorenzo,per tutto il mese di settembre dalle ore 9 alle 12 edalle 17 alle 20, si possono ancora ammirare 14diorami, realizzati da P. Giuliano Del Medico,rappresentazioni tridimensionali in scala che ri-propongono visivamente vicende storiche e scenedi tipica vita conventuale agostiniana.

Ufficio stampa Logos

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Abbiamo appreso con vivo senso disconforto la dipartita di Lonilde No-velli, moglie di Federico Contessi.Sapevamo della sua lunga soffe-renza patita per un male incurabilema, avendo visto le immagini che cierano pervenute e realizzate in occa-sione della festa per il suo 79° com-pleanno, non immaginavamo unacosì repentina conclusione al suocalvario.Leonilde ha rappresentato per SanBenedetto un esempio straordinario di donna, coe-rente nei valori umani e nella fede. Nata a BueonosAires nel 1934 da due sambenedettesi ivi emigrati,Romandini Evelina e Giuseppe Novelli, a seguitodell’improvvisa scomparsa della madre, ancorabambina, veniva inviata dai nonni in Italia, pressoi Novelli di Santa di Lucia (i Ceccecherò”) non po-tendo il padre, per motivi di lavoro, accudire allasua quotidianità. A Sabenedetto, quindi, vive l’in-fanzia e l’adolescenza, sino a 14 anni, quando puòfar rientro in Argentina. Nel frattempo aveva spe-rimentato i modelli di vita sambenedettesi, vissutoi giorni della guerra e quelli successivi. In Argen-tina, più tardi conosceva Federico Contessi, questonel frattempo giunto a Mar del Plata per ricongiun-gersi con il padre, pescatore emigrato anni prima;e dopo i primi approcci i due decidevano di spo-sarsi. Nel frattempo Federico si era dedicato allacantieristica ed aveva fatto un discreta fortuna.Dall’unione nascevano quattro figli e nel tempo daquesti ricevevano il dono dei nipoti, realizzando

una dinastia di grande significatosociale ed umano. Sappiamo deiloro saltuari ritorni a San Bene-detto nel corso dei quali non man-cavano le visite alla Chiesa dellaMadonna della Marina (dove Fe-derico aveva fatto il chierichetto)ed a quella del Paese Alto, ricchi diricordi ma anche stimolo di pro-fonda devozione. Ricordiamo so-prattutto il loro impegno suffragatodal socio Palestini Nicola, anche

lui sambenettese, nella realizzazione a Mar delPlata della chiesa dedicata a San Benedetto Mar-tire; il gemellaggio tra il paese d’origine e quelloargentino; l’assegnazione del Premio Truentum aFederico da parte del Comune di San Benedetto; idiversi scambi culturali e delle rappresentative trale due città. Una storia questa che contiene nume-rosi indizi di storia e di valori morali che certa-mente non scompariranno con la perdita diLeonilde. E per dare supporto a questa nostra af-fermazione, riportiamo il testo del messaggio tra-smesso dai famigliari per comunicarci il tristeevento.“Con la tristezza di non averla più fisica-mente con noi, ma con la speranza e la convinzioneche ci accompagna dal cielo, dobbiamo dire cheha lasciato questo mondo nostra Leonilde. L’addiosará nella Parrocchia “San Benedetto Martire èGesù bimbo”,  il 5 Settembre 2013 alle 8 ore. A 11ore ci sarà una messa funebre, dopo di che accom-pagneremo i suoi resti al cimitero “Colinas de Paz”“Nilda” fù una moglie, madre e nonna esemplare.

Ha insegnato a vivere nella fede di Dio,ad amare, ad apprezzare le cose impor-tanti della vita. Il suo passaggio alla vitaeterna è stato anche un esempio per tutti.Ha affrontato con forza d’animo una ma-lattia triste, vi si aggrappò alla vita com-battendo con tutte le sue forze e ci hamostrato che la fede in Dio può fare qual-siasi cosa. Suo marito Federico Contessi,i figli: Evelina, Felisa, Alejandra e Dome-nico, i nipoti e pronipote: Federico, Vero-nica, Leandro, Justina, Massimo, Luca eBeniamino, i figli del cuore Ricardo,Oscar, Sergio e Maria Eugenia, diciamoaddio con amore. Inoltre prendiamo perringraziare tutti i medici, infermieri e as-sistenti che hanno aiutato la cura per lei eche prolungato la sua permanenza su que-sta terra. Il suo spirito sarà sempre connoi”.

Gabriele Cavezzi

È morta a Mar del Plata (Argentina) LeonildeNovelli, la moglie di Federico Contessi

il Sig. Tullio Emiliozzi ha raccolto pezzi unici grazie alla sua passione per la caccia.La passione per la caccia, a Monteprandone, nella vita cittadina ha avuto ed ha, ancora oggi, molti adepti,per meglio dire, tanti cittadini appassionati. La storia venatoria monteprandonese ha pagine ricche di indi-menticabili battute di caccia immortalate nelle celebri foto in bianco e nero che ritraggono l’arcinota squadradi cacciatori monteprandonesi con il copioso bottino di lepri, fagiani e tordi esibito con il sano orgoglio delcacciatore che raramente tornava a casa a mani vuote. Ad onor del vero i cacciatori storici sono stati: PignottiGiacinto, Neroni Augusto, Pulcini Giacomo, ovviamente, Tullio Emiliozzi e tanti altri che al termine di ognistagione si ritrovavano intorno ad una tavola imbandita per gustare l’abbondante bottino di selvaggina squi-sitamente preparato dalle rispettive consorti, quindi, festa e fiumi di vino dei colli montrprandonesi a volontà.Tullio ha voluto dare dignità ai suoi ricordi che testimoniano la sua passione per la caccia: ha sistemato isuoi cimeli e le bellissime sculture in legno di animali e piante in una stanza della sua abitazione. Il tuttocome se fosse una vera e propria mostra permanente, quindi, una sorta di museo domestico che gli tienecompagnia: così la sua famiglia si vede tramandare la memoria del suo capostipite, che oggi alla venerandaetà di 90 anni ha voluto confermare il suo interesse per la natura incontaminata e per gli animali. Di particolareinteresse sono le sculture in legno e i bassorilievi che fanno bella mostra insieme ad altri oggetti che Tullioha acquistato durante la sua lunga esperienza lavorativa che lo ha portato a girare molto. Dalla collezione al-lestita si percepisce che Tullio durante il suo viaggiare per lavoro ha avuto sempre presente il suo interesse:se aveva l’occasione di vedere o di sapere che nelle vicinanze del luogo in cui si trovava c’era un oggettoper la caccia o un’opera attinente ad essa (quadri, sculture o arnesi) non esitava certo: faceva del tutto peracquistarli e portarli orgogliosamente a casa ed oggi, grazie alla sua attenta di conservazione e recupero,sono in mostra nella sua stanza- museo che custodisce gelosamente con la sua immancabile passione per lacaccia. FC.

Monteprandone: Una collezione particolare e interessante

Donate alla Città due opere di Ines CataldiInes Cataldi, che nel 1986 istitiuì a Ripatransone, nella propria bottega il Museo delle sculture

in legno con circa 300 suoi lavori, ha voluto lasciare una testimonianza concreta della sua attività

nel Palazzo Comunale, donando due pregevoli opere: si tratta di due bassorilevi, che riproducono

la facciata dell’antico Palazzo del Podestà (Secc. XII-XIV) e della Casa Condivi (Secc. XV-XVI),

dove il primo biografo ufficiale di Michelangelo abitò dopo il matrimonio con Porzia Caro.

La cerimonia della consegna si è svolta nella sala di rappresentanza del municipio alla presenza

dell’artista, di tutti i congiunti, di amici e di estimatori. Il primo a prendere la parola è stato il sin-

daco Prof. Remo Bruni che ha presentato Ines Cataldi non solo come scultore del legno ma anche

come ottimo marito e padre di una famiglia numerosa; il consigliere delegato alla cultura Prof.

Paolo Polidori ha fatto presente che con la “donazione

Cataldi” si è arricchito il già consistente patrimonio

culturale del Palazzo Municipale.

Palesemente commosso Ines Cataldi ha ringraziato le

autorità e tutti i presenti per la calorosa accoglienza,

ribadendo che con piena soddisfazione ha donato le

due opere alla cittadinanza ripana. La Bottega ed il

Museo delle sculture in legno di Cataldi costituiscono

la struttura museale che annualmente fa registrare il

maggior numero di visitatori, raggiungendo anche il

numero di 5000 presenze annuali.

Banca di Ripatransone: in pensione il direttore generale Colonnella

Lunedì 2 Settembre 2013 il Rag. Pietro Giuseppe Colonnella, di-

rettore generale della Banca di Ripatransone-Credito Cooperativo,

dopo oltre 23 anni di servizio svolto egregiamente, ha lasciato la

direzione della banca per godersi la meritata pensione. Nel lasciare

l’antico istituto di credito ripano (la cui fondazione risale al mese

di Gennaio 1905), il Rag. Colonnella ha inviato ad ognuno degli

oltre 800 soci una sentita lettera di saluto/commiato, in cui, fra l’al-

tro, ha scritto: “Desidero ringraziarti per la preferenza che ci hai ri-

servato, perché grazie anche al tuo prezioso contributo la Banca ha

potuto affermarsi sul territorio e costituire un punto di riferimento

per imprenditori e famiglie”.A proposito di affermazione della Banca di Ripatransone sul ter-

ritorio, si ricorda che durante il mandato del Rag. Colonnella, l’istituto di credito ha aperto

cinque filiali: una a Grottammare, tre a San Benedetto del Tronto, una a Montefiore dell’Aso.

Nov’Aria: un’altra musicaA Ripatransone, programmata dall’Associazione Musicale “Ripatransone Opera Leonis Festi-

val” con la collaborazione dell’amministrazione comunale, nel Palazzo Bonomi-Gera (sede della

Pinacoteca e del Museo Storico), da sabato 10 Agosto a giovedì 5 Settembre 2013, si è svolta

un’originale ed interessante iniziativa dal singolare titolo: “Nov’Aria: un’altra musica”.

Per tutto il periodo è rimasta allestita una mostra di strumenti musicali di epoche diverse fra cui

un clavicembalo del 1703, nella riproduzione fedele del giovane cembalaro sangiorgese Giulio

Fratini. Nel salone delle feste c’è stata una serie di concerti strumentali alla presenza di un qua-

lificato pubblico, che ha accolto gli artisti esecutori con lunghi applausi, poiché le esibizioni

sono state sempre eccellenti. Nell’ordine si sono esibiti: sabato 24 Agosto, il flautista Francesco

Chirivì e il pianista/clavicembalista Domenico Romano; martedì 27 Agosto, il pianista Emanuele

Stracchi, una giovane promessa di Terni; mercoledì 28, il sestetto jazz “Interplay Sexet”; martedì

3 Settembre, il pianista Davide Martelli, una giovane promessa di Cupra Marittima, già allievo

del Conservatorio Statale di Musica “Pergolesi” di Fermo. Mercoledì 4 Settembre, nella sala

“Fazzini”, al piano terra, si sono esibiti in un concerto intitolato “Alla scoperta del clavicembalo”:

il clavicembalista Domenico Romano e con il flauto “a becco” il Dott. Antonio Nova, magistrato

a Milano, che da anni coltiva l’hobby di suonare strumenti classici possibilmente “storici”: la

sua esibizione è stata una piacevole sorpresa per tutto il pubblico, che si è vivamente compli-

mentato con lui e naturalmente con il M° Romano.

Nel corso del concerto sono state eseguite musiche per clavicembalo di Frescobaldi, Froberger

e Bach; per flauto e clavicembalo, composizioni di Antonio Vivaldi. Prima delle esibizioni hanno

fornito notizie storiche sugli strumenti, il M° Romano ed il Dott. Nova; notizie di carattere tecnico

sono state fornite dal cembalaro Fratini. Giovedì 5 Settembre, a chiusura dell’iniziativa, si sono

esibiti la violoncellista Daniela Franchi ed il pianista Domenico Romano.

Il consigliere comunale delegato alla cultura Prof. Paolo Polidori, a nome dell’intera ammini-

strazione ha ringraziato gli

organizzatori Ambra Vespa-

siani ed Ettore Nova e si è

compli mentato con gli artisti

offrendo loro un omaggio del

Comune.

Durante il Masterclass di

canto lirico, tenutosi negli ul-

timi giorni di Agosto, si sono

svolti incontri con: la natu-

ropata Luana Illuminati (tec-

nica della respirazione) e i

cantanti Ambra Vespasiani

ed Ettore Nova (tecnica ed

interpretazione del canto li-

rico).

Da ripatransone a cura di A.G. - I.A.

Mar del Plata, 2004 - Federico e Leonilde con i nipoti e il parroco

don Romualdo nella chiesa di San Benedetto Martire

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7Anno XXX

15 Settembre 2013 PAG

Luigi Evangelisti festeggia i 100 anniAl neocentenario, una vita da artigiano del ferro,

gli auguri della città

portati dal sindaco Gaspari

Sabato 7 settembre, ha festeggiato l’importante

traguardo dei 100 anni nella sua casa di via Sil-

vio Pellico Luigi Evangelisti: a portargli il saluto

della città il sindaco Giovanni Gaspari che si è

intrattenuto con lui dopo avergli consegnato un

omaggio floreale. A festeggiare l’evento la moglie

Anna (per tanti anni abile ricamatrice, al suo

fianco da 69 anni), i figli Assunta e Augusto (già

consigliere comunale), i tre nipoti, i 5 pronipoti e

tanti amici. Ereditando il mestiere dal padre,

Evangelisti ha svolto per una vita il mestiere di

fabbro, esercitato proprio lungo la Statale: prima

dedicandosi prevalentemente alla realizzazione

di attrezzi agricoli (per cui spesso veniva com-

pensato in natura e non in denaro) poi, dopo il

boom economico, lavorando per l’edilizia. E’ un mestiere che ha iniziato da giovanissimo

ed è rimasto in attività fino alla ragguardevole età di 92 anni: praticamente 80 anni di lavoro

durante i quali ha formato lavoratori del ferro di almeno due generazioni, alcuni ancora in

attività. In ottima forma, è stato anche provetto ballerino e appassionato di gite ed è tuttora

un amante dello sport: tifosissimo della Samb e dell’Inter, segue alla televisione tutte le cro-

nache sportive. Il segreto della sua longevità?

Evangelisti non si sbilancia, anche se deve

avere qualche segreto visto il lavoro svolto

(ore e ore dinanzi a calori fortissimi) e il luogo

dove vive, uno dei più trafficati della città. Luigi

parla di cibo sano, esclusivamente locale, di

un buon bicchiere di rosso ai pasti, di atten-

zione costante all’armonia familiare. E poi

esprime una concezione della vita secondo cui

bisogna sapere convivere e rispettare il pros-

simo: “Chi vive onestamente vive tranquillo” è

solito ripetere a moglie, figli e parenti.

Sabato 31 agosto 2013 alle ore 21.00 pressola Chiesa Arcipretale di Recoaro Terme, ilcoro La Cordata di Montalto Marche ha par-tecipato con successo alla 38^ RassegnaCanti Popolari e della Montagna, cantandocon la raffinatezza che lo contraddistingue da-vanti a 500 spettatori preparati ed entusiasti.Ha aperto la serata il locale coro Aqua Ciara,considerato uno tra i migliori della coralità po-polare alpina e a seguire il coro Brianza diMissaglia (LC), ottima formazione lombarda.Il coro di Montalto, diretto dal M° Patrizio Paci,ha chiuso la serata raccogliendo gli applausidel pubblico e gli elogi di maestri e personalitàdel canto popolare come il M° Mario Lanaro,

organista, compositore ed armonizzatore dinumerosi canti di ispirazione popolare, non-ché direttore del Coro Congedati della BrigataAlpina Julia. Nella mattinata seguente La Cor-data ha animato con il canto la liturgia dellaSanta Messa, per poi salire in cabinovia a Re-coaro 1000 per cantare a ridosso delle Pic-cole Dolomiti dove troneggia il MontePasubio. Inizia così nel migliore dei modi lanuova stagione concertistica del coro La Cor-data che a fine mese registrerà il brano Va-jont, dedicato dal maestro Paci alle vittime deldisastro del 1963. L’incisione sarà inserita nelCD ufficiale delle commemorazioni del 50°Anniversario della sciagura.

LA CORDATA SULLE PICCOLE DOLOMITI

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8 Anno XXX

15 Settembre 2013PAG

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Carissimi confratelli parroci e sacerdoti, il

26-27 ottobre c.a. si svolgerà l’incontro

delle Famiglie del mondo a Roma in Pelle-

grinaggio sulla Tomba di san Pietro per

l’Anno della Fede, evento promosso dal

Pontificio Consiglio per la Famiglia.

Dopo l’esperienza positiva del Convegno

Famiglie di Montemonaco (23-25 agosto),

crediamo possa essere ulteriormente profi-

cuo il dono di un incontro delle nostre fami-

glie con Papa Francesco, per ricevere

l’incorag giamento in vista dell’impegno di

testimoniare la propria fede, oltre la possi-

bilità di vivere un momento di forte condi-

visione e preghiera con le famiglie di tutto

il mondo che parteciperanno all’evento.

Dunque, abbiamo pensato di organizzare il

pellegrinaggio a Roma, solo per il giorno di

sabato 26 ottobre, con questo programma:

- ore 7:00 partenza in pullman dal parcheg-

gio dello stadio “Riviera delle palme” di S.

Benedetto T.;

- ore 12:00 Raduno delle famiglie a piazza

del Popolo - pranzo al sacco - animazione;

- ore 14:30 Pellegrinaggio delle famiglie

verso piazza S. Pietro;

- ore 17:00 Incontro di preghiera e profes-

sione di fede con il Santo Padre Francesco.

- ore 23:30 circa rientro. Abbiamo già preso

contatto con un agenzia per i pullman.

Il costo è di 20 €, che comprende il viaggio

e il parcheggio al Gianicolo. I pullman ci

porteranno a Piazza del Popolo e ci ripren-

deranno al Gianicolo al termine dell’incon-

tro con il Papa.

Sabato 7 settembre in Cattedrale, dove ci ri-

troveremo alle 21 per la S. Messa, contiamo

di potervi dare la locandina dell’evento in-

sieme a dei foglietti per le vostre famiglie.

Potrete raccogliere voi stessi le iscrizioni

nella vostra parrocchia e poi comunicarle a

me, Marco o Anelide entro il 25 settembre

c.a.

Nella speranza di poter realizzare questo

pellegrinaggio a Roma con voi e le vostre

famiglie, vi salutiamo con affetto e vi augu-

riamo un sereno e sapiente servizio pasto-

rale nelle vostre comunità parrocchiali e

nella nostra Chiesa diocesana.

Per la pastorale familiare,

don Alfredo, Marco e Anelide

Ufficio della Pastorale Familiare

DA MONTEMONACO A ROMAParrocchia e famiglia: laboratorio di fede

San Benedetto del Tronto: Un convegno per una scuola del e nel territorio.

L’istituto scolastico “San Giovanni Battista”, arcinotocome la scuola delle “Battistine“, presente e attivo nellacittà rivierasca da 79 anni, in collaborazione con l’Ammi-nistrazione Comunale di San Benedetto del Tronto e l’as-sociazione sportiva dilettantistica “San Giuseppe”, per ilprossimo 14 settembre alle ore 9,00, presso l’Auditoriumdel Comune di San Benedetto del Tronto, agli addetti ai la-vori e all’intera cittadinanza, presenta l’interessante con-vegno dal tema “ Dall’intuizione del Beato AlfonsoMaria Fusco ad oggi, la nostra scuola: sfide progetti at-tività sul territorio”. Il momento di incontro vedrà la par-tecipazione di autorevoli relatori: la dott.ssa FilomenaFaiella ricercatrice di pedagogia sperimentale presso il Di-partimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Forma-zione dell’Università degli Studi di Salerno, il prof.Raffaele Desiderio, docente del Conservatorio di Musica

di Salerno, la dott.ssa Rita Tancredi pedagogista del centroper le famiglie del Comune di San Benedetto del Tronto ela dott.ssa M. Teresa Mircoli dirigente tecnico Amministra-zione MIUR USR delle Marche. Gli argomenti e le tema-tiche che saranno trattate da un così competente equalificato gruppo di relatori, quali esperti del mondo dellascuola, avranno un comune denominatore: l’intuizione el’azione del fondatore, Beato Alfonso Maria Fusco, ancoraoggi più che attuale La sua azione di solidarietà e pedago-gica ha avuto al centro il benessere, lo sviluppo e la crescitadapprima del bambino, poi, del ragazzo, quindi di tutta lapersona creata ad immagine e somiglianza di Dio. Sullabase di questi principi l’istituto scolastico sambenedet-tese “San Giovanni Battista” continua ad affrontare lenuove sfide dell’educazione moderna.

FC

Nell’anno che ha visto elettoil primo papa sudamericano,Francesco, che vuole “unachiesa povera e per i poveri”,esce il libro che sancisce lafine della distanza tra la teo-logia della liberazione, ilmovimento teologico natoin America latina per pen-sare la fede cattolica in uncontesto di povertà, e il Va-ticano, spesso critico versoquesto tipo di riflessione.Dalla parte dei poveri.

Teologia della libera-

zione, teologia della

chiesa (coedizione Edizioni Messaggero Padova –Editrice Missionaria Italiana, pp. 192, euro 15, in libreria dal 9 settembre)è il libro scritto insieme da padre Gustavo Gutiérrez, teologo domenicanoperuviano, “padre” della teologia della liberazione, e mons. Gerhard Lud-

wig Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede del Va-ticano, successore (dopo il card. Levada) di Joseph Ratzinger all’ex San-t’Uffizio, colui che più mise sotto osservazione la teologia della liberazionedurante gli anni Ottanta e Novanta. Ora questo libro ristabilisce piena le-gittimità alla teologia della liberazione da parte della più alta figura eccle-siastica in materia di dottrina, appunto il prefetto Müller, il quale scrive:“La chiesa universale non può rinunciare a un ulteriore sviluppo e a un’ap-plicazione della teologia della liberazione. […] La teologia della liberazionesvolge un’opera indispensabile per il servizio della chiesa di Cristo a favoredell’umanità. Essa è irrinunciabile”. Müller, che qualifica come suo“amico” padre Gutiérrez (il già arcivescovo di Ratisbona è stato allievo delteologo peruviano), sottolinea in più punti la sua stima per la teologia dellaliberazione. Parla di “novità teoretica” della stessa, capace di unire amoredi Dio e amore per il prossimo. Il prefetto dell’ex Sant’Uffizio concludecon un’affermazione encomiastica del pensiero teologico nato nel conti-nente di papa Francesco: “Solo per mezzo della Teologia della liberazionela teologia cattolica ha potuto emanciparsi dal dilemma dualistico di aldiquàe aldilà, di felicità terrena e salvezza ultraterrena”. Gutiérrez ricorda e àn-cora il messaggio della teologia della liberazione al magistero sociale dellaChiesa, di papa Giovanni XXIII, di Paolo VI e poi di Giovanni Paolo II.

Spiega la natura non politica né ideologica bensì teologica dell’espressione“opzione preferenziale per i poveri” che la teologia sudamericana ha tra-smesso all’intera chiesa: “Questo impegno si basa fondamentalmente sullafede nel Dio di Gesù Cristo. È un’opzione teocentrica e profetica che af-fonda le proprie radici nella gratuità dell’amore di Dio”. Sono poi molti glispunti che accomunano i due autori: la presa di distanza dal marxismo nel-l’approccio al problema della povertà; l’urgenza di rimettere al centro dellavita della chiesa attuale la questione degli “impoveriti” e delle disugua-glianze strutturali tra Nord e Sud del mondo; la critica al modello econo-mico neoliberista esportato e diffuso dalla globalizzazione. GustavoGutiérrez e mons. Gerhard Ludwig Müller presenteranno in an-teprima il loro libro a Mantova durante Festivaletteratura domenica8 settembre alle ore 16 nella Basilica Palatina di Santa Barbara (titolodell’incontro, “Sogno una chiesa povera tra i poveri”). Modera l’in-contro il teologo padre Ugo Sartorio. Gli autori saranno a disposizioneper incontri con la stampa in occasione del prossimo Festivaletteratura. Peraccreditarsi presso la sala stampa della manifestazione http://www.festi-valetteratura.it/accredito.php

DALLA PARTE DEi POVERi Domenica 8 settembre Gustavo Gutiérrez e mons. Müller, autori di Dalla parte dei poveri, insieme al Festivaletteratura di Mantova  il nuovo libro di p. Gustavo Gutiérrez e mons. Gerhard Ludwig Müller sancisce la “pace” tra la teologia della liberazione e il Vaticano