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Università Telematica Pegaso I sistemi di valutazione e la certificazione
di qualità
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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Indice
1 TENDENZE INTERNAZIONALI E CONTESTO EUROPEO ------------------------------------------------------ 3
2 QUADRO NORMATIVO ITALIANO ------------------------------------------------------------------------------------- 6
3 AUTONOMIA SCOLASTICA E VALUTAZIONE -------------------------------------------------------------------- 10
4 I LIVELLI DELLA VALUTAZIONE SCOLASTICA E LE PROVE INVALSI -------------------------------- 12
5 IL SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE D.P.R. N. 80/2013 ---------------------------------------------- 16
5.1. COMPITI SPECIFICI DELL’INVALSI ------------------------------------------------------------------------------------------17 5.2. COMPITI SPECIFICI DELL’INDIRE -------------------------------------------------------------------------------------------18 5.3. ARTICOLAZIONE DEL PROCESSO -------------------------------------------------------------------------------------------18 5.4. AUTOVALUTAZIONE DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE ----------------------------------------------------------------19 5.5. VALUTAZIONE ESTERNA ----------------------------------------------------------------------------------------------------19 5.6. AZIONI DI MIGLIORAMENTO ------------------------------------------------------------------------------------------------20 5.7. RENDICONTAZIONE SOCIALE -----------------------------------------------------------------------------------------------20 5.8. PIANI DI MIGLIORAMENTO E CONFERIMENTO DELL’INCARICO DIRIGENZIALE --------------------------------------20
6 IL RAPPORTO DI VALUTAZIONE (RAV) ---------------------------------------------------------------------------- 21
7 LA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ ----------------------------------------------------------------------------------- 23
BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 25
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1 Tendenze internazionali e contesto europeo
La necessità di dotarsi di un Sistema Nazionale di valutazione, emerge da tutte le esperienze
internazionali, da un lato, quale strumento per la ricerca e il confronto in merito alla qualità dei
sistemi di istruzione e formazione, dall’altro, come condizione necessaria per individuare e porre al
centro dell’azione educativa gli standard nazionali di competenza cui ogni Paese aspira.
A partire dagli anni Ottanta, la maggior parte dei Paesi economicamente avanzati si è dotata
di un sistema nazionale di valutazione per la verifica non solo di tipo amministrativo ma anche degli
esiti educativi, in termini di competenze degli studenti e in relazione ai molteplici fattori che
concorrono a tali risultati, quale strumento di elaborazione di una nuova politica educativa.
Lo sviluppo a livello internazione della qualità dei processi di insegnamento e di
apprendimento ha determinato:
• la partecipazione dei singoli Paesi a progetti internazionali di misurazione degli
apprendimenti;
• la valutazione dei risultati degli alunni in alcune fasce di età;
• l’individuazione di aree chiave del curricolo da presidiare, valutare e certificare;
• un focus sull’acquisizione da parte degli alunni di competenze funzionali;
• la relazione tra situazioni virtuose e aree di problematicità, al fine di sperimentare processi di
partecipazione e collaborazione tra scuole;
• l’impulso all’innovazione didattica e alla diffusione di modelli di buone pratiche.
Il Progetto PISA (Programma per la valutazione internazionale dello studente), promosso
nel 1997 da parte dei Pesi aderenti all’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo
economico), testimonia l’impegno a monitorare l’efficacia dei sistemi scolastici, vagliandone, con
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periodicità triennale, i risultati ottenuti in termini di apprendimento degli studenti quindicenni
scolarizzati, all’interno di un quadro di riferimento condiviso a livello internazionale.
In particolare mira a verificare in che misura i giovani, prossimi all’uscita dalla scuola
dell’obbligo, abbiano acquisito competenze giudicate essenziali per svolgere un ruolo consapevole
ed attivo nella società e per continuare ad apprendere.
Il progetto PISA si svolge con periodicità triennale (prima indagine 2000) e coniuga la
valutazione delle competenze negli ambiti disciplinari della lettura, matematica e scienze, con
quella riferita ad importanti competenze trasversali, arricchite, a partire dalla rilevazione del 2003,
dalla valutazione delle prestazioni di “problem solving”, utilizzando prove scritte strutturate.
I risultati sono messi in relazione con i dati, raccolti attraverso questionari rivolti a studenti,
genitori e dirigenti scolastici, relativi a fattori di contesto riguardanti gli stessi studenti, le loro
famiglie e le istituzioni scolastiche, con lo scopo di esaminare l’interazione tra tali fattori e le
competenze rilevate negli ambiti disciplinari, nonché le possibili implicazioni che ne possono
derivare sul piano delle politiche scolastiche dei singoli Paesi aderenti al progetto.
Le competenze negli ambiti disciplinari devono essere accompagnate da abilità di carattere
generale, di tipo comunicativo, di adattabilità, flessibilità, capacità di risolvere problemi e di
utilizzare le tecnologie dell’informazione, che si sviluppano in modo trasversale rispetto ai curricola
e alle discipline e richiedono pertanto un approccio interdisciplinare. Il programma PISA fornisce
tre principali tipi di risultato:
- gli indicatori di base, che consentono di costruire un profilo di riferimento delle
competenze dei quindicenni di ogni Paese nelle aree disciplinari prima indicate;
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- gli indicatori di contesto, che mostrano come tali competenze siano in relazione con
importanti variabili di carattere demografico, socio -economico e relative alla
struttura del sistema di istruzione;
- gli indicatori di tendenza, derivanti dal carattere ciclico della rilevazione che
permette di analizzare le variazioni temporali dei risultati.
A livello europeo si evidenziano i seguenti punti cardine in materia di valutazione scolastica:
centralità della valutazione
utilizzo di criteri standardizzati
valutazione esterna delle scuole incentrata sui dati relativi al rendimento degli studenti
pubblicazione degli esiti della valutazione esterna
La priorità strategica da conseguire è il miglioramento della qualità dei sistemi scolastici, con
particolare riguardo a:
competenze in alcune aree chiave del curricolo
processi didattici e di insegnamento
processi di gestione del sistema in una accezione sempre più diffusa di Total
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2 Quadro normativo italiano
Fino agli anni Settanta del secolo scorso, in Italia non vi sono stati interventi finalizzati al
controllo dei risultati conseguiti dal sistema d’istruzione.
Il primo passo nella direzione della valutazione sistematica del processo di
insegnamento/apprendimento è compiuto dal D.P.R. n. 416/1974 che attribuisce al Collegio dei
docenti il compito di elaborare la programmazione dell’azione educativa di cui la valutazione
rappresenta il filo conduttore, implicando un processo ininterrotto di acquisizione di dati, di
individuazione di strumenti e di criteri, in riferimento agli obiettivi proposti, alle difficoltà
incontrate ed ai risultati conseguiti.
Il D.P.R. 419/1974 istituisce, con sede in Frascati, villa Falconieri, il Centro europeo
dell'educazione (CEDE), con il compito di “curare la raccolta, l'elaborazione e la diffusione della
documentazione pedagogico-didattica italiana e straniera e di condurre studi e ricerche sugli
ordinamenti scolastici di altri Paesi con particolare riguardo a quelli della Comunità europea e
sull'attività in campo educativo delle organizzazioni internazionali”.
Nel 1977 la Legge n° 517 introduce un sostanziale rinnovamento della pratica valutativa
nella scuola dell’obbligo, conferendo agli insegnanti il compito di compilare e di tenere aggiornata
la scheda personale dell’alunno, oltre che richiamando l’attenzione sul processo di apprendimento
e sui livelli di maturazione raggiunti dagli allievi.
Il concetto di qualità è per la prima volta introdotto nell’ordinamento scolastico italiano
dall’art.603 del Testo Unico D. Lgs.vo n. 297/1994, in riferimento al perseguimento dell’attuazione
del diritto allo studio e ai livelli generali dell’istruzione.
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La norma assegna al Ministero il compito di individuare metodi adeguati di rilevamento dei
processi e dei risultati del servizio scolastico soprattutto in uno specifico ambito: il graduale
superamento dell’evasione scolastica, della ripetenza, dell’abbandono o ritardo nel coso degli
studi, in particolare nelle aree di forte disagio.
La proposta relativa all’istituzione di un Servizio Nazionale di Valutazione suscita
notevole interesse già nel corso dei lavori della Conferenza nazionale sulla scuola, tenutasi a
Roma nel 1990, al fine di comparare i risultati del servizio scolastico, nonché di monitorare le
attività di progettazione e programmazione educativa e didattica nella loro capacità di incidere sul
successo scolastico a livello sia di classe sia di istituto.
Scopo fondamentale di un Servizio Nazionale di Valutazione è quello di valutare lo stato di
efficienza del sistema formativo, al fine di supportare adeguatamente le decisioni e gli interventi per
l’innovazione dei contesti educativi e dei comportamenti professionali, anche attraverso il confronto
con situazioni comparabili di altri Paesi.
Nel contesto normativo dell’autonomia scolastica, il CEDE cambia profondamente natura e
finalità.
L’art. 21 della legge 15 marzo 1997, che istituisce l’autonomia delle istituzioni scolastiche,
al comma 9 prevede per le medesime “l’obbligo di adottare procedure e strumenti di verifica e
valutazione della produttività scolastica e del raggiungimento degli obiettivi”.
Non si tratta di una novità, in quanto sin dai primi anni Novanta si sviluppa in tutti i settori
della Pubblica Amministrazione un’azione di riqualificazione all’insegna della qualità e della
trasparenza, finalizzata a stabilire un rapporto di fiducia tra i soggetti che hanno la funzione di
erogare pubblici servizi ed i fruitori dei medesimi.
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La logica della valutazione complessiva è quella di rendere la Pubblica Amministrazione
un’organizzazione responsabile, non più regolata dal solo principio di legalità astratta e puramente
formale, ma finalizzata ad offrire ai cittadini i servizi migliori possibili, con l’utilizzazione ottimale
delle risorse a disposizione e soggetta a trasparenza e rendicontazione.
In Italia dal 1997, con la Direttiva n. 307/1997 viene istituito, presso il CEDE, il Servizio
Nazionale per la Qualità dell’istruzione.
Il tema della qualità dell'educazione diviene “oggetto d'attualità politica nel momento in
cui si comincia a prendere coscienza del peso sempre più rilevante dalla variabile "educazione" nel
processo di sviluppo economico e sociale”.
Pur mantenendo anche una funzione di analisi e studio statistico sul sistema di istruzione
italiano, l’Istituto si pone sempre più un obiettivo interno strategico: contribuire al miglioramento
del servizio scolastico.
L’itinerario normativo, che ha condotto alla realizzazione di strutture e sistemi finalizzati ad
effettuare valutazioni di qualità in ambito scolastico, registra una tappa molto importante con il
D.Lgs. n. 258/1999 che opera la trasformazione del CEDE in Istituto Nazionale per la
Valutazione del Sistema dell’Istruzione, prevedendone un notevole ampliamento delle funzioni e
delle finalità, coerentemente con l’innovazione dell’ordinamento scolastico.
La Legge n. 53/2003 introduce la valutazione sistematica e periodica degli apprendimenti
e della Qualità complessiva del servizio scolastico.
Rilevante al riguardo è la disposizione dell’art.3 della legge n.53/2003 che affida
all’INVALSI il compito di effettuare verifiche periodiche sulle conoscenze e abilità degli
studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa L’intento è quello di dar vita ad una
riorganizzazione efficiente del sistema di valutazione, non limitata a teorie e studi docimologici, né
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a rilevazioni statistiche, ma consistente in analisi sul campo e nella definizione di utili indicatori
per le scelte di indirizzo e di governo del sistema di istruzione e formazione.
Nel novembre 2004 con il D.Legislativo n. 286 viene definitivamente istituito il Servizio
Nazionale di Valutazione e sono attribuiti all’INVALSI i compiti della valutazione del sistema
educativo di istruzione e di formazione con l'obiettivo di valutarne l'efficienza e l'efficacia,
inquadrando la valutazione nel contesto internazionale.
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3 Autonomia scolastica e valutazione
La Legge n.59/1997, ponendo le istituzioni scolastiche al centro dell’impianto educativo e
formativo, opera una vera e propria rivoluzione nella cultura e nel modo di funzionare del sistema
scolastico.
La valutazione rappresenta l’elemento fondante dell’autonomia scolastica.
In altre parola l’autonomia si configura come concreto strumento di realizzazione della
qualità del servizio scolastico, attraverso un cambiamento significativo delle conoscenze, dei
comportamenti e l’assunzione di responsabilità da parte di tutti coloro che operano nella scuola.
Al sistema scolastico autonomo, infatti, non vengono date prescrizioni da seguire, ma
obiettivi e standard di cui occorre verificarne il conseguimento, lasciando alle scuole ampi margini
di decisione dal punto di vista didattico e organizzativo.
L’art. 4 del Regolamento dell’Autonomia scolastica, D.P.R. n.275/1999, stabilisce che
nell'esercizio della autonomia didattica le istituzioni scolastiche individuano le modalità e i criteri
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di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione
periodica dei risultati conseguiti dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati.
L’art.8, nella definizione del curricolo dell’autonomia, stabilisce che l’Amministrazione
centrale “definisce gli obiettivi generali del sistema formativo, gli obiettivi specifici di
apprendimento relativi alle competenze degli alunni”, stabilisce, altresì, gli indirizzi generali circa
la valutazione degli alunni.
Nell’art.10 dello stesso Regolamento, si affronta la questione della certificazione,
affermando che “con Decreto del MIUR sono adottati i nuovi modelli per le certificazioni, le quali
indicano le conoscenze, le competenze, le capacità acquisite ed i crediti formativi riconoscibili…”.
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4 I livelli della valutazione scolastica e le prove INVALSI
In via preliminare è necessario delimitare il campo della valutazione. Possiamo infatti
rintracciare i diversi profili di una valutazione strettamente didattica (rivolta ad apprezzare i
processi e gli esiti dell’apprendimento), una di istituto (volta a rilevare le caratteristiche del
servizio erogato da una sede scolastica), una valutazione di sistema, orientata a cogliere le grandi
tendenze, il rapporto costi/benefici, i macro-indicatori, il peso delle variabili geografiche e
territoriali.
La valutazione interna è un’azione volta ad apprezzare il raggiungimento di obiettivi
specifici, legati ad un preciso contesto operativo; affidata a personale dell’istituzione scolastica si
traduce nei processi di autovalutazione.
La valutazione esterna, condotta da agenti esterni (enti specializzati, INVALSI) vuole
“testare” il raggiungimento di obiettivi definiti a livello generale (elementi di sistema).
In un sistema scolastico e formativo moderno ed efficace la valutazione interna si configura
come strumento insostituibile di costruzione delle decisioni e come fulcro delle azioni necessarie
per governare il funzionamento a tutti i livelli di responsabilità, per adeguarlo dinamicamente alle
necessità consolidate.
Nella self evaluation (autovalutazione) si fondono due scopi principali: il miglioramento
del funzionamento e del servizio offerto; il controllo esterno sui risultati raggiunti, mediante la
pubblicizzazione dei dati emersi dall’analisi. A questo scopo risulta funzionale la definizione di un
sistema di standard di qualità del servizio scolastico e di controllo e valutazione continua degli
stessi, in base al quale impostare le strategie generali e gli interventi locali.
La valutazione esterna è dettata:
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• dall’esigenza di trasparenza sul valore dei titoli e delle certificazioni.
• dall’apertura dei confini e dalla conseguente necessità di favorire la mobilità della forza di
lavoro e il riconoscimento delle qualificazioni si vari livelli (EQF).
Occorre mantenere un forte intreccio tra valutazione interna ed esterna. Se obiettivo è
quello di agire per il miglioramento delle prestazioni e dei risultati, risulta opportuno allestire un
sistema di valutazione fortemente interattivo, in cui i momenti di valutazione esterna si
accompagnino ad una sistematica azione di valutazione interna.
La valutazione contraddistingue l’intero processo educativo ed è correlata alla realizzazione
degli obiettivi formativi, non solo da punto di vista culturale ma anche per la dimensione personale
e sociale di ciascun alunno.
La valutazione ha anche una fondamentale valenza didattica in quanto si propone di
accertare la validità dei metodi e dei precorsi utilizzati, al fine di attivare eventuali processi di
miglioramento.
- I tempi della valutazione
Tenendo presenti gli obiettivi prefissati, la verifica del processo di insegnamento-
apprendimento potrà essere effettuata in tre principali momenti: iniziale, intermedio e finale.
In particolare la valutazione iniziale ha una funzione diagnostica, in quanto consente di
raccogliere informazioni, dati, elementi utili, per conoscere la situazione di partenza degli alunni,
considerati singolarmente e nel contesto della classe, e per procedere alla definizione della
programmazione curricolare.
La valutazione in itinere consiste nell’accertamento continuo delle singole parti in cui si
articola ogni unità didattica; essa svolge una funzione formativa in quanto orienta i docenti e
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prevede una serie di decisioni relative al lavoro di regolazione dei procedimenti, dei metodi e dei
contenuti, così da favorire l’adozione di eventuali correttivi alla metodologia utilizzata.
La valutazione finale o sommativa si prefigge di valutare l’insieme delle conoscenze e
delle capacità degli allievi, constatando, nel contempo, la validità e la funzionalità delle strategie
operative adottate.
Le principali funzioni ed attività dell’INVALSI consistono:
a. nella valutazione di sistema, con la predisposizione di un rapporto annuale sulla scuola,
contenente indicatori sulla domanda di istruzione, indicatori sull’analisi di esiti quantitativi
riguardanti gli alunni e di esiti qualitativi rilevabili dalle indagini nazionali, internazionali e
dalle prove nazionali degli esami di Stato;
b. nella valutazione delle scuole attraverso un modello di rilevazione degli assetti organizzativi e
delle pratiche didattiche correlate al miglioramento dei livelli di apprendimento degli alunni;
c. nella rilevazione degli apprendimenti degli studenti nelle fasi di ingresso e di uscita dai
diversi ordini e gradi di scuola;
d. nella diffusione della cultura della valutazione con particolare riferimento alle azioni di
formazione del personale dirigente e docente.
A decorrere dall’anno scolastico 2007/2008 il MIUR, ai sensi della legge n. 176/2007 fissa,
con direttiva annuale, gli obiettivi della valutazione esterna condotta dal Servizio Nazionale di
Valutazione degli Apprendimenti degli Studenti, per effettuare verifiche periodiche e sistematiche
sulle conoscenze e abilità degli studenti, di norma, nelle classi
• seconda e quinta della scuola primaria
• prima e terza della scuola secondaria di I grado
• seconda e quinta del secondo ciclo.
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Il modello di valutazione proposto dall’INVALSI, noto con l’acronimo CIPP, individua quattro
elementi fondamentali del sistema d’istruzione:
• Contesto
• Input
• Processi
• Prodotti (risultati ottenuti, sia a breve termine: percentuali di promossi, votazioni conseguite
agli esami di Stato, livelli degli apprendimenti rilevati con prove standardizzate, sia nel
medio e nel lungo periodo: accesso all’Università e al mondo del lavoro).
La prova nazionale INVALSI consta di un fascicolo diviso in due sezioni, la prima riguarda
l’Italiano, la seconda la Matematica. Le prove in questione sono strutturate su modelli che
richiamano le prove PISA OCSE e sono coerentemente tese a valutare conoscenze e uso delle stesse
in contesti problematici reali con il corredo delle relative capacità.
Per le prove periodiche, effettuate contestualmente su tutto il territorio nazionale nelle
stesse date, stabilite dal Ministero, l’INVALSI restituisce il risultato alle singole scuole, con dati
disaggregati a livello nazionale, regionale, con analisi dei risultati a livello di prova e di singola
domanda.
L’INVALSI provvede anche alla stesura di un “Rapporto annuale sugli apprendimenti”.
Gli esiti nazionali resi noti dall’INVALSI hanno permesso, da un lato, di sviluppare
riflessioni sullo stato delle competenze degli alunni del sistema nazionale di istruzione al termine
del primo ciclo nelle discipline di Italiano e Matematica, considerate essenziali per lo sviluppo
formativo, dall’altro hanno costituto un punto di partenza, per le scuole, per riflettere sulla difficoltà
emerse e per riprogrammare l’azione didattica con l’obiettivo del loro superamento.
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5 Il Sistema Nazionale di Valutazione D.P.R. n. 80/2013
Il Regolamento di cui al DPR n. 80/2013 istituisce e disciplina il Sistema Nazionale di
Valutazione delle scuole pubbliche e delle istituzioni formative accreditate dalle Regioni. L’Italia
si allinea, così, agli altri Paesi Europei sul versante della valutazione dei sistemi formativi pubblici e
risponde agli impegni assunti nel 2011 con l’Unione Europea.
Il Sistema Nazionale di Valutazione ha lo scopo di:
- dare al Paese un servizio fondamentale per poter aiutare ogni scuola a tenere sotto
controllo gli indicatori di efficacia e di efficienza della sua offerta formativa ed impegnarsi nel
miglioramento;
- fornire all'Amministrazione scolastica, agli Uffici competenti, le informazioni utili a
progettare azioni di sostegno per le scuole in difficoltà;
- valutare i Dirigenti scolastici e offrire alla società civile e ai decisori politici la dovuta
rendicontazione sull’effettiva identità del sistema di istruzione e formazione.
Al riguardo il Servizio Nazionale di Valutazione fornisce i risultati della valutazione ai
Direttori generali degli Uffici scolastici regionali per la valutazione dei Dirigenti scolastici ai sensi
dell'articolo 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni.
Il Ministro, con periodicità almeno triennale, individua le priorità strategiche della
valutazione del sistema educativo di istruzione, che costituiscono il riferimento per le funzioni di
coordinamento svolte dall'Invalsi, nonché i criteri generali per assicurare la valorizzazione del ruolo
delle scuole nel processo di autovalutazione.
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Il S.N.V. si avvale: dell’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema di
istruzione e formazione) che predispone tutti gli adempimenti necessari per l’autovalutazione e la
valutazione esterna delle scuole; dell’Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e
ricerca educativa), che può supportare le scuole nei piani di miglioramento; su un contingente di
Ispettori definito dal Ministro che ha il compito di guidare i nuclei di valutazione esterna.
All’Invalsi compete anche il coordinamento funzionale dell’S.N.V. nonché la definizione
delle modalità tecnico-scientifiche della valutazione, sulla base degli standard vigenti in ambito
europeo e internazionale.
5.1. Compiti specifici dell’invalsi
- Propone i protocolli di valutazione e il programma delle visite alle istituzioni scolastiche da
parte dei nuclei di valutazione esterna;
- definisce gli indicatori di efficienza e di efficacia in base ai quali il S.N.V. individua le
istituzioni scolastiche che necessitano di supporto e da sottoporre prioritariamente a
valutazione esterna;
- mette a disposizione delle singole istituzioni scolastiche strumenti relativi al procedimento di
valutazione;
- definisce gli indicatori per la valutazione dei dirigenti scolastici;
- cura la selezione, la formazione e l'inserimento in un apposito elenco degli esperti dei nuclei
per la valutazione esterna ;
- cura la formazione degli ispettori che partecipano ai citati nuclei;
- redige le relazioni al Ministro e i rapporti sul sistema scolastico e formativo, in modo tale da
consentire anche una comparazione su base internazionale;
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- partecipa alle indagini internazionali e alle altre iniziative in materia di valutazione, in
rappresentanza dell'Italia.
5.2. Compiti specifici dell’indire
L'Indire concorre a realizzare gli obiettivi del S.N.V. attraverso il supporto alle istituzioni
scolastiche nella definizione e attuazione dei piani di miglioramento della qualità dell'offerta
formativa e dei risultati degli apprendimenti degli studenti, autonomamente adottati dalle stesse. A
tale fine, cura il sostegno ai processi di innovazione centrati sulla diffusione e sull'utilizzo delle
nuove tecnologie, attivando coerenti progetti di ricerca volti al miglioramento della didattica,
nonché interventi di consulenza e di formazione in servizio del personale docente, amministrativo,
tecnico e ausiliario e dei Dirigenti scolastici.
5.3. Articolazione del processo
Il procedimento di valutazione si snoda attraverso quattro fasi essenziali:
a) autovalutazione delle istituzioni scolastiche, sulla base di un fascicolo elettronico di
elementi messi a disposizione dalle banche dati del sistema informativo del Ministero
dell’istruzione (“Scuola in chiaro”), dell'INVALSI e delle stesse istituzioni scolastiche, che si
conclude con la stesura di un rapporto di autovalutazione da parte di ciascuna scuola, secondo un
format elettronico predisposto dall’Invalsi e con la predisposizione di un piano di miglioramento;
b) valutazione esterna da parte di nuclei coordinati da un dirigente tecnico sulla base di
protocolli, indicatori e programmi definiti dall’Invalsi, con la conseguente ridefinizione dei piani di
miglioramento da parte delle istituzioni scolastiche;
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di qualità
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
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c) azioni di miglioramento con l’eventuale sostegno dell’Indire, o di Università, enti,
associazioni scelti dalle scuole stesse;
d) rendicontazione pubblica dei risultati del processo, secondo una logica di trasparenza,
di condivisione e di miglioramento del servizio scolastico con la comunità di appartenenza.
5.4. Autovalutazione delle istituzioni scolastiche
Le scuole procedono all’analisi e verifica del proprio servizio sulla base dei dati resi
disponibili dal sistema informativo del Ministero, delle rilevazioni sugli apprendimenti e delle
elaborazioni sul valore aggiunto restituite dall'Invalsi, oltre a ulteriori elementi significativi integrati
dalla stessa scuola.
Elaborano un rapporto di autovalutazione in formato elettronico, secondo un quadro di
riferimento predisposto dall'Invalsi, e formulano un piano di miglioramento.
5.5. Valutazione esterna
È compito dell’Invalsi individuare le situazioni da sottoporre a verifica, sulla base di
indicatori di efficienza ed efficacia previamente definiti dall'Invalsi medesimo; seguono le visite dei
nuclei, composti da un dirigente tecnico e da due esperti, e la ridefinizione da parte delle istituzioni
scolastiche dei piani di miglioramento in base agli esiti dell'analisi effettuata dai citati nuclei.
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5.6. Azioni di miglioramento
Le istituzioni scolastiche procedono alla definizione e attuazione degli interventi
migliorativi anche con il supporto dell'Indire o attraverso la collaborazione con Università, enti di
ricerca, associazioni professionali e culturali. Le azioni di miglioramento sono finalizzate anche a
evidenziare le aree di potenziamento organizzativo e gestionale delle istituzioni scolastiche
direttamente riconducibili al Dirigente scolastico, ai fini della valutazione dei risultati della sua
azione dirigenziale.
5.7. Rendicontazione sociale
Sono previste la pubblicazione e la diffusione dei risultati raggiunti, attraverso indicatori e
dati comparabili, sia in una dimensione di trasparenza sia in una dimensione di condivisione e
promozione del miglioramento del servizio con la comunità di appartenenza.
5.8. Piani di miglioramento e conferimento dell’incarico dirigenziale
I piani di miglioramento, con i risultati conseguiti dalle singole istituzioni scolastiche, sono
comunicati al Direttore Generale del competente Ufficio scolastico regionale, che ne tiene conto ai
fini della individuazione degli obiettivi da assegnare al Dirigente scolastico in sede di conferimento
del successivo incarico e della valutazione dirigenziale.(1)
(1) D.P.R. n. 80/2013
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6 Il Rapporto di Valutazione (RAV)
L’autovalutazione è un processo continuo di analisi dell’operato della scuola. Il Rapporto di
Valutazione è uno strumento di valutazione integrata e raccordo tra autovalutazione e valutazione
esterna. Permette l’acquisizione di elementi utili per avviare processi di miglioramento importanti
anche all’esterno (stakeholder).
Il RAV Raccoglie informazioni sul funzionamento della scuola e viene compilato dal
Dirigente con il supporto del Gruppo di Miglioramento
Le informazioni fornite vengono sintetizzate dall’INVALSI in indicatori ed elaborate nel
confronto con le situazioni di altre scuole (media nazionale)
• Ad ogni Scuola viene restituito un “Rapporto” in cui compaiono il valore attribuito ad ogni
indicatore (in forma di percentuale o scala di livelli) ed i valori degli indicatori per le altre
scuole, per permettere di leggere i dati in un’ottica valutativa più ampia.
Gli esiti del procedimento di valutazione non hanno l’obiettivo di sanzionare o premiare,
ma intendono rendere pubblico il rendimento della scuola in termini di efficacia formativa.
Il RAV è un documento articolato in 5 sezioni che prevede:
- definizione di 49 indicatori;
- individuazione dei punti di forza e di debolezza (confrontati con dati nazionali e
internazionali);
- elaborazione di strategie per rafforzare la propria azione educativa
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La redazione si articola in quattro fasi:
- Descrittivo-orientativa (contesto e risorse)
- Valutativa (esiti e processi)
- Metodologico/riflessiva (descrizione e valutazione dei percorsi di autovalutazione)
• Proattiva (individuazione di priorità, obiettivi di processo e traguardi di lungo periodo)
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7 La certificazione di qualità
Il concetto di qualità comprende il rapporto tra prodotto, inteso come erogazione del
servizio, e soddisfazione dell’utente, nonché il rapporto tra costi sostenuti e risultati conseguiti.
In questo senso, la “qualità” può essere intesa come sintesi di efficacia e di efficienza,
tendendo a garantire il raggiungimento delle finalità educative e a soddisfare le attese dell’utenza,
attraverso l’adeguato utilizzo delle risorse disponibili.
Sono sempre più numerose le istituzioni scolastiche che decidono di affidarsi ad una
valutazione di terzi, ossia di un soggetto esterno o ente certificatore che deve verificare la
corrispondenza tra la modalità di funzionamento della scuola e gli standard stabiliti dalle norme di
riferimento.
In questo caso viene adottata una formalizzazione accurata delle procedure e delle azioni
per ottenere la certificazione di conformità alle norme internazionali ISO (International
Organization for Standardization).
La norma ISO 9001:2000 specifica i requisiti di un sistema di gestione per la qualità quando
un’organizzazione:
- ha l’esigenza di dimostrare la sua capacità di fornire con regolarità prodotti/servizi in
conformità a requisiti predefiniti;
- desidera accrescere la soddisfazione degli utenti tramite l’applicazione efficace del sistema
per il miglioramento continuo.
La progettazione di un sistema qualità si basa essenzialmente su 4 macrofasi
1) formazione preliminare del personale, definizione dello scopo certificativo e del gruppo
di certificazione
2) pianificazione della progettazione
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3) definizione del sistema qualità
4) sperimentazione ed applicazione del sistema qualità
La certificazione ISO dura un anno e deve essere rinnovata con le cosiddette visite ispettive
che verificano che il sistema qualità funzioni che sia coerente con la norma ISO 9001:2000.
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Bibliografia
Vertecchi, Agrusti, Losito Bruno “ Origini e sviluppi della ricerca valutativa”, Franco
Angeli, 2010
P. Crispiani “Il management nella scuola di qualità”, armando Editore, 2011
M. Castoldi “Valutare a scuola. Dagli apprendimenti alla valutazione di sistema, Carocci
,2012
M. Castoldi “Valutare le competenze”, Carocci, 2012
AA.VV. “L’autovalutazione d’istituto: modelli e strumenti operativi”, Guerini e Associati,
2013
M. Faggioli “Migliorare la scuola: Autovalutazione, valutazione e miglioramento per lo
sviluppo della qualità”, Edizioni junior, 2014