ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL ......Di noi tremò la nostra vecchia gloria. Tre secoli di...

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ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA ANNO LXVIII N . 3 LUGLIOSETTEMBRE 2013 PUBB. TRIMESTRALE SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 CONV IN L. N. 46 ART. 1 COMMA 1 D.C.B. ROMA Di noi tremò la nostra vecchia gloria. Tre secoli di fede e una vittoria G. D’Annunzio

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  • ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNAANNO LXVIII N . 3 LUGLIOSETTEMBRE 2013 PUBB. TRIMESTRALE SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 CONV IN L. N. 46 ART. 1 COMMA 1 D.C.B. ROMA

    Di noi tremò la nostra vecchia gloria.Tre secoli di fede e una vittoria

    G. D’Annunzio

    COPERTIN-pag1-2 pag 55-56:granatiere ott-dic 06 26/09/2013 11.40 Pagina 3

  • lettera dal direttoreParafrasando un verso di una nota canzone possiamo dire: «L’estate sta finendo, un anno se ne va…».Il tempo, purtroppo, passa rapidamente con una velocità che è direttamente proporzionale all’età. Ossia,più sei anziano e più il tempo corre.Di questa verità incontrovertibile dobbiamo tenerne tutti conto anche se molto spesso la dimentichiamo.Ma, veniamo a questo numero. Il numero tre è il più «polposo» perché raccoglie gli eventi di primaverae dell’estate. Con un grosso sforzo, siamo riusciti a portare a 56 le pagine disponibili che normalmentesono 48. Con questo incremento abbiamo ultimato la pubblicazione di tutto il materiale pervenuto.La copertina è stata destinata alla celebrazione del 70° anniversario della Difesa di Roma per la qualeè stato impiegato molto spazio.Sul piano dell’affermazione della verità storica, molto si è fatto ma molto resta da fare per togliere lacolorazione ideologica a quei tragici eventi che ebbero come protagonisti i militari e in primis iGranatieri. Ma noi non molliamo. Giovanni Scarpelli, il più anziano dirigente dell’Associazione, ci ha lasciato improvvisamente e senzaclamore e lo abbiamo ricordato con le parole affettuose di un suo «allievo», l’attuale Presidente del CRAbruzzo Giovannelli e con una foto, preziosa ed inedita, che riporta la sfilata del 3° Reggimento – quellodi Scarpelli - per le vie di Atene con la bandiera che poi venne fatta a pezzi per salvarla dal nemico.Raccomandazione: non inviare fotografie che superino le dimensioni di 2 mega o che siano inferiori ad 1mega. In entrambi i casi si creano problemi per la redazione.

    Direttore responsabile: Antonino TorreRedazione:

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    Presidente Onorario: On. Lino FornalePresidente: Mario Buscemi

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    Comitato Centrale: Antonino Torre, Roberto PadovaniPaolo Rossi, Antonio Giovannelli

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    rispecchia necessariamente il pensiero dell’editore e del direttoreLa collaborazione al giornale avviene a titolo volontario e gratuito. Tutto il materialeche perviene in Redazione, anche se non pubblicato, non viene restituito. La reda-zione si riserva la facoltà di modificare e/o sintetizzare i testi che vengono forniti.

    Chiuso in tipografia il 26-09-2013In copertina: la foto è stata scaricata dal sito della Repubblica.it.

    70° Anniversario Difesa di Roma, pag 10.

    in questo numero

    2

    editoriale p. 3

    attualità p. 4

    storia p. 12

    lettere al direttore p. 20

    letti per voi p. 24

    offerte p. 25

    alamari con le stellette p. 26

    attività associativa p. 33

    sfileranno sempre... p. 53

    COPERTIN-pag1-2 pag 55-56:granatiere ott-dic 06 26/09/2013 11.40 Pagina 4

  • editorialeeditoriale

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    ALTERNE VICENDELa vita delle Associazioni Arma è esposta, come ogni realtàesistente, ad alterne vicende legate al corso di eventi gene-rali o particolari. Questa ovvia considerazione si attaglianaturalmente anche alla nostra vita sociale e ai risultaticonseguiti. Di carattere generale sono i grandi eventi storicie soprattutto le guerre dello scorso secolo che hanno con-solidato, nel ricordo delle glorie e delle sofferenze vissute,lo spirito di corpo e l’attaccamento alla propria Arma oSpecialità. Di carattere particolare, ma pur sempre impor-tante, l’impegno profuso nel presente dai singoli per ilmantenimento dei valori che dai grandi eventi sono deri-vati. La personalità dei nostri responsabili a tutti i livelli siriflette infatti in modo incisivo sulla vita degli organisminazionali, del giornale, dei centri regionali e delle sezioni,con effetti che si distinguono proprio in relazione al carat-tere di chi ha le specifiche competenze. Per fortuna fra iGranatieri non mancano persone di spicco, dotate di entu-siasmo e di buona volontà. A queste va il più sentito graziedi tutti noi, con l’auspicio che la capacità e la passione nonvengano mai meno anche col trascorrere degli anni e con ilprogredire dell’età. Ma impatto di notevole importanza haanche il destino delle Unità Granatieri in armi, perché daesse scaturisce il riferimento più concreto e sostanziale, cheassicura continuità e vitalità al nostro sodalizio e a quantoesso rappresenta. Allontanare le vita della Brigata e delReggimento da quella dell’Associazione significherebbeuna perdita di riferimenti e di valori che col passare deglianni si limiterebbero al solo ricordo di episodi personali, diper sé assolutamente validi ma non certo sufficienti a con-ferire il dovuto prestigio storico, morale e culturale alla no-stra, vita sociale, in uno con il prestigio che l’Associazione,di riflesso, conferisce ai reparti Granatieri nell’ambitodell’Esercito e delle Forze Armate nel loro insieme.Purtroppo, come abbiamo avuto modo di rilevare in più oc-casioni, sono proprio le nostre unità ad essere esposte a ri-correnti alterne vicende che riguardano la loro vita e la con-tinuità del loro storico, ineliminabile significato. Dopo loscioglimento del 3° e del 2° reggimento, nelle loro sedi diOrvieto e Spoleto, c’è stato, anche per merito dell’inter-vento dell’Associazione, il recupero della sede di Spoleto,per la quale era stato deciso il ritorno del 2° entro il 2007.Ma ancora l’alternarsi delle vicende ha portato a limitarel’entità dell’unità di stanza a Spoleto solo ad un secondobattaglione del 1° reggimento, mentre pende sempre laspada di Damocle del suo rinnovato scioglimento e dellaperdita definitiva della nostra presenza in quella città. ARoma intanto si è parlato e scritto molto del trasferimentodei Granatieri a Cesano e della perdita di fatto della loro

    storica funzione di rap-presentanza. nella capi-tale. L’alienazione dellaCaserma Gandin sembraper ora scongiurata,anche se nulla di certopuò essere preso un con-siderazione.L’accorgimento che siera configurato di la-sciare in città almenoun reparto simbolico perle sole funzioni rappre-sentative è naturalmentee parallelamente venutomeno.Nel contempo sembra invece avviato l’abbandono dellaCaserma Ruffo ed il ritorno del Reparto Comando allaGandin, ma anche qui nulla di definitivo. Che dire poi dellaBrigata? Dopo la progressiva eliminazione di buona partedei suoi reggimenti, si era parlato addirittura del suo scio-glimento, scongiurato anche grazie al massiccio interventodi tanti Granatieri in congedo con lettere, fax a telegrammidi indignazione, indirizzati ai vertici delle Istituzioni. Conl'occasione ci fu risposto che l'ipotesi era priva di qualsiasifondamento, ma purtroppo non tardò a riapparire pochianni dopo. Poi, improvvisamente, una luce splendente feceimmaginare il ritorno alla Brigata nella sua interezza contutti e tre i reggimenti, a Roma, Spoleto e Cassino. Ma unfu un sogno di breve durata. Ed ecco riemergere la mi-naccia di scioglimento del Comando Brigata .... Ma forse èmeglio non tornare sull’argomento nella speranza che ilsenno, la logica, la storia, il rispetto delle tradizioni e deivalori dell’Esercito tutto possano prevalere su disegni chenon è eccessivo definire irresponsabili, nell’interesse, nontanto dei Granatieri, quanto di tutta la Forza Armata che daiGranatieri , dalla loro storia e dal loro significato trae mo-tivo di orgoglio senza pari. Non è da dimenticare infine che in occasione dell’ultima ri-vista militare del due giugno è stata eliminata la presenzadella nostra bellissima musica d’ordinanza, mentre tutti glialtri complessi musicali erano confermati rispetto agli anniprecedenti...Quest'anno contiamo di esserci di nuovo, comemeritano appieno i nostri provetti musicanti. Anche questaè una battaglia da sostenere, solo apparentemente di tonominoreAlterne vicende insomma, ma i Granatieri tengono duro esono abituati, come insegna Cosseria, a non arrendersi mai.

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    L'Assemblea capitolina ha concesso la cittadi-nanza onoraria di Roma al Policlinico militareCelio, «Per la costante attività svolta a salva-guardia della salute dei cittadini. Infatti, nel corsodegli anni l'ospedale ha contribuito al supportodella sanità' cittadina, assorbendo in maniera eccel-lente le emergenze ospedaliere della città». «Il la-voro di specialisti di primo ordine e il continuo in-vestimento in apparecchiature moderne - spiega ilconsigliere, delegato del Sindaco per i rapporti conle Forze Armate, gen. Antonino Torre che ha pro-posto il prestigioso riconoscimento - sono da sempremotivo di vanto per il Policlinico militare che si èmeritato un posto d'onore nella sanità romana e na-zionale anche grazie all'efficace ricerca avviata per laricostruzione delle ossa utilizzando innesti di cellulestaminali e piastrine. L'Ospedale Militare di Roma, èstato il primo ospedale laico della capitale; da oltrecentoventi anni rappresenta un punto di riferimentosanitario e morale per tutte le generazioni di italiani,

    uomini e medici, che si sono succedute. Non da ul-timo, il Celio assicura la sua presenza qualificata intutte le operazioni di pace nel mondo contribuendo,di fatto, a promuovere l'immagine di Roma presso lemartoriate località dove è chiamato ad operare». Il prestigioso riconoscimento è stato consegnato algenerale Alberto Germani, dopo l’allocuzione delgenerale Torre, dal sindaco Alemanno in occasionedella cerimonia commemorativa del Natale di Romadello scorso aprile.

    Alla cerimonia, svoltasi nell’aula «Giulio Cesare»,hanno assistito numerose autorità, fra le quali dob-biamo ricordare il Capo di Stato Maggiore del-l’Esercito, generale Graziano, il generale DomenicoRossi ora parlamentare della Repubblica, il generaleMario Buscemi, Presidente di ASSOARMA, e unarobusta rappresentanza di personale militare e civiledel nosocomio.La proposta della concessione della cittadinanzaonoraria al Celio è stato l’ultimo atto ufficiale com-piuto dal Consigliere Torre che, nel corso dei cinqueanni di mandato, oltre agli impegni di tipo ammini-strativo, ha rappresentato nell’Assemblea capitolinaun concreto collegamento per tutti i militari della ca-pitale.

    21 aprile 2013

    CONCESSIONE DELLA CITTADINANZAONORARIA AL CELIO

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    Le cerimonie commemorative hanno presol’avvio nella prima mattinata in Piazza dellaLibertà di Cogollo del Cengio, ridente cittadinaal limite della pianura vicentina dove inizia la tor-tuosa strada che conduce all’Altopiano di Asiago.Dopo l’alzabandiera è stata deposta una corona almonumento ai caduti dal Sindaco di Cogollo,Riccardo Malgaro, dal vice Presidente nazionaleANGS. Gen. Bruno Sorvillo e dal Presidente delComitato Zona Sacra di Monte Cengio, Gra. Gian-carlo Busin, encomiabile organizzatore dell’evento,coadiuvato mirabilmente dalla consorte, SignoraGiuliana e dai granatieri della zona. Subito dopo, i partecipanti hanno raggiunto il Ri-fugio del Monte Cengio. Nello spiazzo antistante ilrifugio si sono adunati tanti granatieri appartenenti adiversi Centri regionali fra i quali: il Veneto conMarian; il Friuli con Renzo Ros; la Lombardia conMezzenzana; il Piemonte; l’Emilia Romagna; leMarche; la Sezione di Roma e la Sardegna con MoriUbaldini. Più di quaranta Colonnelle facevano nobilecornice; è da rilevare, a tale proposito, la contempo-ranea presenza delle Colonnelle della Sezione diRoma e di quella della Sezione madre di Milano,

    evento che non si verificava da alcuni anni.Erano presenti, inoltre, con i rispettivi Gonfaloni, ilSindaco di Cogollo e quello di Eraclea; le rappresen-tanze dei comuni di Thiene, Carrè, Chiappano, Zanèe l’Onorevole Filippo Busin. Hanno partecipato alla celebrazione le rappresen-tanze delle Associazioni: Carabinieri, Arma Aerona-utica, Marina Militare , Alpini e il Comitato di Vero-na dell’Associazione nazionale Venezia Giulia eDalmazia.Molto apprezzata la presenza di una delegazione diGranatieri in servizio guidata impeccabilmente dalMaresciallo Donato Palmisano e della Banda citta-dina di Cogollo del Cengio che ha lodevolmente ac-compagnato le varie fasi della commemorazione.Speaker efficace delle cerimonie, il Gra. CapitanoRoberto Pellegrini sempre pronto a rendersi utile inogni circostanza.All’alzabandiera è seguita la Sanata Messa officiatada Don Galdino Panozzo nella chiesetta votiva de-dicata ai Granatieri. Al termine del rito religiosohanno preso la parola il Sindaco Malgaro, il Gen.Sorvillo e l’On. Busin che hanno brevemente illu-strato il significato della cerimonia e gli insegna-menti derivanti dal sacrificio di coloro che nel pe-

    9 giugno 2013

    CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLABATTAGLIA DI MONTE CENGIO

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    riodo 22 maggio – 3 giugno 1916 si immolarono perelevati e nobili principi. Su una lapide è riportato ilnumero delle perdite subite dai due reggimentiGranatieri nella battaglia fra Monte Cengio e Cesunache ammonta a 951 unità. Dopo le allocuzioni è statadeposta all’interno della cappella, una corona peronorare la memoria dei caduti. Si è poi formato ilcorteo che è salito alla cima di Monte Cengio (Saltodel Granatiere) per deporre una corona d’alloro dovel’ANGS nel 1953 fece erigere l’ara votiva in memoriadei nostri caduti. La ricorrenza si è svolta in un’at-mosfera magica, pregna di significato, vissuta concommozione e raccoglimento; specie per chi l’ha vis-suta per la prima volta, è stato un susseguirsi di emo-zioni suscitate dalla natura, dalle voci della storia edalle numerose presenze.A margine dell’evento è stata conferita una perga-mena di riconoscenza da parte dei granatieri vero-nesi, al granatiere Andrea Guizzardi di Modena: per-sonaggio molto conosciuto nell’ambiente granatie-resco del Nord per il fatto che arriva sempre eovunque si svolga una cerimonia dei Granatieri.

    B. S.

    Caro Generale Torre,

    sono il Ten. f. (84° Rgt. Ftr.- CAR) RenzoScarso, del 58° Corso A.U.C scuola Ftr.di Ascoli Piceno.Sono iscritto come socio amico all’Asso-ciazione Nazionale «Granatieri di Sar-degna» - Sezione di Roma e legato dagrande amicizia dai tempi del corso aRoberto Pellegrini (Verona) e MaurizioGrillo, (Roma) già attivi e operosi nellerispettive Sezioni.Ho avuto il piacere e l'onore di poterpartecipare al raduno svoltosi sul MonteCengio, insieme al Gen. Bruno Sorvillo,Maurizio Grillo, Antonio Cavaleri, ed intale occasione ho cercato di riportareuna riflessione su quanto provato nellacircostanza. Mi farebbe grande piacereesternare e rendere comune a tutti quelliche ricevono «Il Granatiere» questo pen-siero che sotto riporto. Ringrazio per l'opportunità concessami.

    Riflessioni di un amico dei Granatieri in oc-casione del raduno sul Monte Cengio:

    Quando ero al Liceo la professoressa di storiaci chiese «quando era cominciata l’uma-nità?». Naturalmente tutti rimanemmo distucco e lei ci spiegò che l’umanità era ini-ziata con la prima sepoltura dell’uomo.Parto da lontano per dare un senso ad unaltro valore che ci permette di continuare adessere umani ed è la «MEMORIA». Ognuno di noi, partecipanti alle celebrazionisul Monte Cengio, era sicuramente animatoda un sentimento che accomunava rispettoper chi aveva combattuto in quei luoghi,onore per quanti ci hanno rappresentato,gratitudine per l’ eroico sacrificio. Presenziare sull’attenti all’alzabandiera,ascoltare il «Silenzio» dalla tromba, comme-morare i caduti, ci ha donato e soprattuttomi ha donato emozioni che è bello provare,per ricordarci che la Memoria come l’Uma-nità sono spirito indissolubile di vita.Le tecnologie si susseguono morendo, questeemozioni si susseguono rimanendo vive innoi per ricordarci ideali che ancora animanol’essere umano.

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    IGNAZIO MARINO È IL NUOVO SINDACO DI ROMA

    In occasione del suo insediamento avvenuto il12 giugno 2013, il Sindaco Marino ha volutorendere onore ai caduti in alcuni luoghi sim-bolo della capitale: l’Altare della Patria, Porta SanPaolo, Sacrario delle Fosse Ardeatine e al Tempiomaggiore.A Porta San Paolo Marino è stato accolto da unafolta rappresentanza delle Associazioni d’Armaguidate dal Presidente di ASSOARMA, generaleMario Buscemi.Dopo la deposizione della corona d’alloro, allaquale ha partecipato anche il Comandante militaredella Capitale generale Mauro Moscatelli, il Sin-daco Marino ha voluto salutare tutti i rappresen-tanti delle associazioni con i quali si è intrattenutoaffabilmente. I militari in congedo hanno molto apprezzato ilmodo con cui il nuovo sindaco ha voluto iniziarel’espletamento del suo mandato.L’Onorevole Ignazio Marino di sé ha scritto: «Sononato a Genova 58 anni fa, sono un chirurgo spe-cializzato in trapianti d’organo (ne ha eseguiticirca 650 n.d.r.), sono stato senatore del Partito Democratico. A 14 anni mi sono trasferito a Roma,

    dove mi sono iscritto al liceo classico e sono en-trato negli scout. Mi sono laureato in medicina echirurgia all’Università Cattolica e ho iniziato a la-vorare al Policlinico Gemelli. La passione per i tra-pianti mi ha spinto a confrontarmi con altri con-testi universitari e professionali. All’inizio deglianni ottanta, per specializzarmi, ho studiato primain Inghilterra, a Cambridge, e poi negli USA pres-so la University of Pittsburgh, centro d’eccellenzamondiale per i trapianti».Al di fuori delle eventuali valutazioni ideologiche,riteniamo che per Roma sia stato un fatto positivol’aver avuto un amministratore non nato e cre-sciuto nel mondo della politica e che della politicaha fatto una professione – l’unica professione. Ora staremo a vedere se un Sindaco provenientedalla «società civile» si saprà affrancare dal con-trollo e dall’ingerenza delle organizzazioni dei po-litici di mestiere.

    Antonino Torre

    17 giugno 2013

    Il Sindaco Ignazio Marino saluta il Presidente della Sezione diRoma Antonello Falconi.

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    27 agosto 2013

    GIOVANNI SCARPELLIÈ ANDATO AVANTI

    Nato a Macerata il 4 maggio 1921, è tornatoalla Casa del Padre questo agosto. Era feli-cemente sposato con la gentile signoraGiuseppina con la quale ha avuto tre figli: Marina,Giandomenico e Carlo. Ha svolto la professione difunzionario presso l’Ufficio del Lavoro. La guerra lo colse alla fine di febbraio del 1941mentre frequentava gli studi universitari. Come hapiù volte scritto, «fu costretto a fare il volontariocon la famigerata cartolina rossa» a seguito di unDecreto che annullava, per la sua classe definita«della Vittoria», il rinvio per «motivi di studio». Dopo il periodo di addestramento di base fatto aRoma presso il 2° Reggimento Granatieri a PiazzaSanta Croce in Gerusalemme nella CompagniaAllievi Sottufficiali Studenti Uiversitari, fu asse-gnato con il grado di Sottotenente al 3° ReggimentoGranatieri, giusto in tempo per partire per il FronteGreco. Terminata la guerra, aderì immediatamenteall’Associazione Granatieri e ne divenne l’anima-tore in tutto l’Abruzzo, la regione in cui aveva la re-sidenza. Per vari decenni è stato dirigente nazio-nale dell’Associazione.

    “CIAO PRESIDENTE”

    Questa mattina ho ricevuto una telefo-nata di tuo figlio ed ho subito capito: ciavevi lasciato…Non è stato possibile trattenere la mia fortecommozione: mi sono sentito mancare la terrasotto i piedi!Ho cominciato a pensare al giorno in cui ti hoconosciuto: ti sei presentato dicendomi «Tusei un Granatiere! Non puoi non far partedell’ANGS!».Da quel momento ho cominciato a sentir par-lare davvero dei Granatieri, di quel Corpo dicui ho indossato gli Alamari durante il ser-vizio di leva ma che fino ad allora avevo soloconsiderato come «l’anno di vita perso a fareil soldato».Mi hai parlato della tua carriera, dell’arruola-mento, della guerra in Grecia, dei tuoi commi-

    litoni. Mi hai raccontato delle storie di vitavissuta con l’uniforme, orgoglioso del tuo 3°Rgt ma senza mai un accenno alla tua pri-gionia, come se non fosse mai stato motivo disofferenza ma solo ragione d’orgoglio e fie-rezza.Vedevo la luce nei tuoi occhi brillare mentremi mostravi le foto dei raduni di Granatiericui hai partecipato senza perderne alcuno.Ti ho ascoltato per ore parlare di episodi sto-rici con dovizie di particolari, anche e soprat-tutto mentre elencavi nomi e gradi di centi-naia di soldati.Hai contribuito a far sì che l’ANGS crescessesia in Abruzzo che in tutta l’Italia: hai costi-tuito il Centro regionale Abruzzo e ne sei statoPresidente per oltre mezzo secolo.A Roma la tua voce, le tue precisazioni, le tue

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    lettere scritte con l’instancabile ed inconfondi-bile macchina da scrivere, hanno dato unaiuto fondamentale per la crescita e la soprav-vivenza dell’Associazione. Per te lo Statuto era come il Vangelo: dovevaessere rispettato!Una persona precisa, «puntigliosa», a voltefino allo sfinimento… Certo, a volte i tuoi tonierano «forti» ed è stato proprio grazie all’in-telligenza di tutti i Granatieri che questa tuaenergia sia stata utilizzata e propagata per lacrescita.Ogni volta che parlavi di un Granatiere ve-devo un bagliore nei tuoi occhi e la tua fie-rezza darti sempre nuove energie per andareavanti e mi veniva in mente il nostro Inno:«Noi siamo Granatier, superbi e fier, orgogliodella stirpe, poema di valor!».Grazie a te quell’anno di militare si è trasfor-mato come per magia nel «mio primo anno daGranatiere ed oggi che mi trovo a girare

    l’Italia indossando il bavero rosso, sono orgo-glioso quando per strada mi sento chiamare«Granatiere» da un ciclista fino ad allora sco-nosciuto il quale, scendendo dalla sua bici-cletta, mi mostra fiero l’Alamaro posto sul te-laio.Ora che non sei più tra noi la mia tristezza unpò si attenua pensando a te che, indossando latua uniforme con i bianchi Alamari e l’im-mancabile bustina, mi guardi, mi sorridi misaluti militarmente e poi, correndo, vai aschierarti al fianco degli altri Granatieri chegià da tempo stanno sfilando con le nostreColonnelle.

    E la tua voce si aggiunge al coro tonante cheinneggia: «Per la Patria e gli Alamar, sempreavanti Granatier. GLORIA, GLORIA AIGRANATIER!».

    Antonio Giovannelli

    Il 3° Reggimento Granatieri di Sardegna sfila per le strade di Atene.

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    La celebrazione dello storico anniversarioanche quest’anno è avvenuta a Roma con ladovuta enfasi. Le cerimonie dell’Amministrazione di RomaCapitale sono iniziate nella prima mattinata con laSanta Messa in suffragio dei caduti celebrata nellaBasilica di Santa Maria in Ara Coeli alla presenzadel Gonfalone di Roma Capitale, delle Associa-zioni combattentistiche e d’arma, di numeroserappresentanze istituzionali e del Sindaco prof.Marino. Dopo il rito religioso, le cerimonie si sono spostatenella zona di Porta San Paolo. Il Capo dello Stato, accompagnato dal ministroDella Difesa, dal Comandante della Capitale e dal-l’ambasciatore Alessandro Cortese De Bosis,Presidente nazionale dell’Associazione nazionalecombattenti della Guerra di Liberazione inqua-drati nei reparti regolari delle Forze Armate, alleore 10.00 ha raggiunto il Parco della Resistenza perdeporre una corona d’alloro al monumento che ri-

    corda gli 87.000 militari caduti nel periodo 1943-1945. Dopo l’omaggio ai militari caduti il PresidenteNapolitano ha raggiunto la zona monumentaleadiacente la piramide Cestia ove è stata collocatala colonna che riporta i nomi dei Reparti militariche presero parte alla Difesa di Roma. Si sono poi avuti nell’ordine i seguenti interventi:Sindaco di Roma; Ambasciatore Cortese De Bosis;due studenti di licei romani; Ministro della Difesa. La rappresentanza militare era formata dallaMusica d’ordinanza del 1° Reggimento e da unacompagnia di Formazione costituita da un Plotonedi Granatieri di Sardegna e uno Squadrone diLancieri di Montebello. Per l’associazione Granatieri erano presenti: ilPresidente nazionale Buscemi, il VicepresidenteSorvillo, il Presidente del Centro regionale del-l’Emilia-Romagna Roberto Padovani e i Grana-tieri: Rossoni, Di Pierro, Grillo, Falconi e Cana-rile della Sezione di Roma.

    8 settembre 2013

    70° ANNIVERSARIO DELLA DIFESA DI ROMA

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    Si è celebrato in Roma, Piazza Caduti dellaMontagnola, il 70° Anniversario della batta-glia della Montagnola combattuta tra laDivisione «Granatieri di Sardegna» ed alcuneUnità tedesche durante la Difesa di Roma, dall’8 al10 settembre 1943.La celebrazione, promossa dal titolare dellaParrocchia di Gesù Buon Pastore, Don DinoMulassano (successore di Don Pietro Occelli, par-roco in quei giorni) e dal Presidente del CentroRegionale ANGS del Lazio Dott. Ernesto Tirabo-schi e patrocinata dall’8° Municipio di Roma edalla Presidenza Nazionale dell’Associazione, èstata presieduta dal Vice Sindaco di Roma Capi-tale Dott. Luigi Nieri. Per l’Associazione erano presenti: il MedagliereNazionale, il Presidente Nazionale Gen. CA MarioBuscemi, Il Vice Presidente Gen. Bruno Sorvillo, ilDirettore de «Il Granatiere» Gen. Antonino Torre,il Presidente della Sezione Roma Gen. AntonelloFalconi e tanti altri Soci – tra questi il Gra. DiPierro, figlio del Col. Mario Di Pierro Comandantedel 1° Reggimento «Granatieri di Sardegna» all’e-poca dei fatti – con al seguito le Colonnelle dellapropria Sezione di appartenenza. Erano presenti altresì numerosi medaglieri nazio-nali ed inscritti di altre Associazioni d’arma, com-battentistiche e partigiane. Tra questi spiccavano

    le figure del Dott. Gianluigi Rondi, noto critico ci-nematografico, Presidente onorario dell’Associa-zione Nazionale Partigiani Cristiani, dell’On.Bartolo Ciccardini, già Sottosegretario di Stato allaDifesa, Segretario Nazionale dell’AssociazioneNazionale Partigiani Cristiani e del dott. ErnestoNassi, Vicepresidente del Centro provincialedell’ANPDI.Sono stati resi gli onori ai Caduti dal picchetto ar-mato del 1° Reggimento Granatieri, comandatodal Ten. Costamagna, figlio del Presidente dellaSezione di Torino Walter Costamagna presentealla cerimonia, e deposta una corona, portata dadue Vigili Urbani del Corpo dei Vigili Urbani diRoma Capitale, presso la colonna - monumento -eretta a ricordo dei caduti di quelle tragiche gior-nate. La deposizione è stata accompagnata dalle notedella marcia del Piave suonate dalla Banda d’ordi-nanza del Reggimento diretta dal Maestro primoMaresciallo Luogotenente Domenico Morlungo. La cerimonia è proseguita con i discorsi comme-morativi durante i quali sono stati ricordati i tra-gici avvenimenti ed esaltati l’elevato senso del do-vere ed il sentito onore militare dei Granatieri du-rante la difesa di Roma.Dopo la cerimonia, il ricordo della battaglia è pro-seguito all’interno della chiesa di Gesù BuonPastore, con un Seminario che ha visto relazionare,oltre il già citato On. Bartolo Ciccardini, il Dott.Antonio Cipolloni, giornalista e scrittore, ed ilPresidente del Centro Provinciale dell’ANPI, Ing.Vito Francesco Polcaro, il nostro Presidente delCentro Studi dell’Associazione Gen. ErnestoBonelli che ha rievocato i tragici giorni del set-tembre ’43 e le fasi della Difesa di Roma con parti-colare riferimento all’azione della DivisioneGranatieri di Sardegna (gli interventi sarannopubblicati sul sito dell’Associazione).Le celebrazioni hanno avuto termine con la proie-zione, nella sala parrocchiale, del filmato realiz-zato sul soggetto tratto dal fumetto sulla Difesa diRoma già pubblicato sul nostro giornale in occa-sione del sessantesimo anniversario.

    Erbon

    70° ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIA DELLA MONTAGNOLA

    10 settembre 2013

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    storiastoriaA CUSTOZA SULLA COLLINA DEL «TAMBURINO SARDO»

    Il 20 giugno 1866, il neonatoRegno d’Italia, alleato dellaPrussia, entrò in guerra con-tro l’Austria per poter portare acompimento il sogno di annes-sione dei territori veneti e friu-lani, ancora sotto il giogo asbur-gico. Era la III Guerra d’Indipen-denza. L’Esercito Italiano era forte di200.000 uomini: 12 Divisioni, alcomando del Gen. La Marmora,si attestarono sul Mincio prontead avanzare verso Verona, men-tre 8 Divisioni, al comando delGen. Cialdini, passarono il Po daSud per dirigersi verso Man-tova.La mancanza di precise direttivestrategiche e la forte rivalità esi-stente fra i due generali contri-buirono a far sì che, in quel diCustoza, 50.000 italiani si trova-rono a fronteggiare 75.000 au-striaci. Nelle varie fasi della bat-taglia, gli italiani si batterono con«tenacia e valore», come risultadai bollettini di guerra avversari,e, ciò fu dimostrato dalle perdite(700 morti nelle nostre fila e 1.200in quelle austriache).

    Ma gli eventi andarono diversa-mente: La Marmora, non po-tendo mettere in campo in brevetempo tutte le forze di cui dispo-neva, essendo in inferiorità nu-merica, diede l’ordine di ritirarsi.E, purtroppo, Cialdini, non solonon intervenne in aiuto, ma, ad-dirittura si ritirò oltre il Po.L’Italia, per la seconda volta«perse» a Custoza, anche se,guardando le cifre, possiamo af-fermare che non fu una sconfitta

    per le truppe italiane che si batte-rono bene. Fu, invece, dolorosa eammonitrice costatazione di defi-cienze funzionali degli alti co-mandi.Episodi di valore contrassegna-rono l’infausta giornata, in parti-colare quelli che videro impe-gnata la Brigata Granatieri. Neicombattimenti, in difesa dellacollinetta chiamata Monte Croce,perse valorosamente la vita ilTen.Col. Vincenzo Statella del 2°Rgt. cui fu conferita la Medagliad’Oro alla Memoria. In questoluogo, l’anno successivo, fu inau-gurata una stele commemorativacon granata, targa in bronzo e 4lapidi alla base con incisi i nomidei vari Caduti.Oggi, questo luogo è comune-mente conosciuto come Collinadel «Tamburino Sardo», avendoil De Amicis ivi ambientato unodei suoi più struggenti raccontiriferentesi, però, agli eventi dellaI Guerra d’Indipendenza.Ogni anno, l’Associazione «Ma-ria Carta», punto di riferimentodei Sardi residenti in Verona, conin testa il suo attivissimo Presi-dente Pietro Marras, e la Sezione

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    storiastoriaGranatieri di Verona, organiz-zano una cerimonia commemo-rativa in ricordo degli eventi. Loscorso 30 Giugno, appunto si èsvolta la toccante rievocazioneche ha visto la Deposizione diuna Corona alla Stele con relativaresa degli Onori ai Caduti, unaSanta Messa con lettura dellaPreghiera del Granatiere, e unarievocazione storica fatta dallaProfessoressa Lucia Baldi Tomel-leri. Erano presenti il Coman-dante Prov. CC di Verona, Col.Paolo Edera, il Presidente di AS-SOARMA Verona, Gen. EdgardoPisani, insegne di numerose As-sociazioni d’Arma, ed una decinadi Colonnelle con granatieri ve-ronesi, bresciani, mantovani e ro-digini.

    Roberto Pellegrini

    OMAGGIO AI CADUTI ITALIANI A MALTA

    Recatomi con amici nelloscorso mese di luglio aMalta per una settimanadi vacanza «sole&mare» (splen-dida), nel corso di una gita a LaValletta ho abbandonato i miei

    compagni per recarmi, insiemead un amico maltese che nonvedevo da anni, al NationalWar Museum che contiene nu-merosi ricordi della furibondalotta tra la roccaforte britannica

    di Malta e le forze aeronavalidell’Asse durante la SecondaGuerra Mondiale. Il reperto più celebre è sen-z’altro il caccia Gladiator su-perstite dei tre (battezzati conhumour britannico «Fede, Spe-ranza e Carità») che soli assicu-rarono l’iniziale difesa aereadell’isola.Ma ben più toccanti, almenoper noi Italiani, sono i cimeliche ricordano l’audace e sfor-tunata incursione nel porto diValletta degli incursori della XMAS al comando del Magg.Teseo Tesei nella notte del 26luglio 1941.Nelle sale del Museo sono in-fatti esposti un «Barchino E-splosivo» catturato intatto e ilfregio del distrutto MAS 452.

    Un barchino esplosivo della X MAS cattu-rato ed esposto al Museo di Malta.

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    storiastoria

    Usciti dal Museo, ci siamo di-retti verso i bastioni che difen-dono - oggi come allora - ilporto, incontrando «on the ro-ad» due militari maltesi inuniforme vittoriana di inizio‘900 che promuovevano ai pas-santi i vari musei militari dellaValletta: visto il mio cappellocon scritta Granatieri hannoposato con gioia per una fotoinsieme, dicendo che per loroera un onore incontrare unrappresentante delle famose

    «Italian Grenadier Guards»!Giunti sui bastioni ai tocchidella gigantesca campana cheogni giorno alle 12 suona inmemoria di tutti i caduti diogni Nazione nella «Guerra deiConvogli» in Mediterraneo, holanciato nelle acque del portoun mazzo di fiori in memoriadei nostri Aviatori e Marinai

    caduti nel cielo e nelle acquedell’arcipelago maltese, reci-tando poi la Preghiera delSoldato.La cosa commovente è stata ve-dere almeno una dozzina dipassanti maltesi che, dopo averchiesto delucidazioni su cosaaccadeva, si sono uniti sull’at-tenti in preghiera a me e al mioamico maltese.Un amore ed un ossequio per laStoria che – ahimè - difficil-mente si trova nella nostraItalia …Due curiosità per concludere:il padre del mio amico, mal-tese di origine italiana comemolti isolani, scoppiata laguerra nel 1940 si rifiutò diprendere le armi control’Italia e servì come barellierenel Medical Corps.La seconda è che il Coman-dante inglese dell’artiglieriache rintuzzò l’attacco della XMAS era un tale MaggioreFerro, dunque mio omonimo,che dopo la guerra si fece sa-cerdote e che è scomparso,dopo aver scritto un bel me-moriale sull’accaduto, nel1985.

    Pier Andrea Ferro

    L'autore dell’articolo con due membri dell'Esercito Maltese in uniforme storica vitto-riana dei primi del '900.

    Il Maggiore Ferro, comandante l'arti-glieria del porto de La Valletta che rin-tuzzò l'attacco della X MAS del26/7/1941.

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    storiastoria«Colonnello, dica a mia moglie e ai miei figli

    che son morto sul pezzo»

    Il 10 giugno 1942, durante lanostra seconda offensiva, inAfrica Settentrionale, mentreil 4° Btg. controcarri di C. A.Granatieri di Sardegna sostava,schierato a Sidi Breghisc, un re-parto di carri Inglesi tenta diaprirsi il passo, attaccando conparticolare intensità la destradello schieramento. La 1a com-pagnia reagisce brillantemente,ma per la pioggia di fuoco, allaquale slamo sottoposti, chiedel’appoggio di un vicino gruppod'artiglieria.La breve ma accanita lotta, vaquindi gradualmente spegnen-dosi e il nemico si ritira.Subentra un cupo e tetro si-lenzio, tanto più profondo a raf-

    fronto dell'assordante frastuonoprecedente. Esso ò rotto sola-mente dai lamenti del numerosiferiti, assistiti dall'affettuosapremura del Ten. medico Schi-boni e dai suol addetti.Fra i molti feriti, il più grave, unveneto, sui trent’anni: era il gra-natiere Oscar Finato di Legna-go col quale pochi giorni primaavevo conversato a lungo e chemi aveva molto commosso colsuo semplice senso della fami-glia.

    Proprio lui, ferito e tanto grave-mente, aveva espresso il desi-derio di parlare con me, col suotemuto comandante. Forse gliero riuscito simpatico e menoduro di quanto si ritenesse.Molto opportunamente, un uffi-ciale mi avverte che mi sarei tro-vato di fronte a un granatieremorente, mutilato di un braccioe di una gamba. Col più forzatosorriso, m'avvicino a quella po-vera cosa, quanto rimane di unforte e bravo soldato.Il suo viso è cadaverico, ma su-bito lo riconosco. Anche lui tentadi sorridere, ma non è un sor-

    Una foto abbastanza singolare. Matrimonio del Capitano Tullio Gervasoni. Testimonealle nozze Achille Starace (foto in vendita su ebay.it).

    Col. Tullio Gervasoni.

    LE TESTIMONIANZE DELLA NOSTRA STORIA

    Abbiamo ricevuto dal Gra. Eolo Grasso della Sezione di Firenze la fotocopia di un articolo senzadata e senza che ne venisse citata la provenienza (probabilmente un numero d’annata della nostra ri-vista). Si tratta di una testimonianza firmata dal mitico comandante Tullio Gervasoni. Il contenutoè molto bello e commovente ove si consideri che è stato proposto da un ufficiale ritenuto un «duro»comandante. Riteniamo di doverlo riproporre.

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    storiastoriariso, rimane un tentativo, glimancavano le forze.Mi chino su di lui, lo accarezzo;con cuore di padre, lo bacio e ri-bacio, affettuosamente.Le sue lacrime, non certo provo-cate dal dolore fisico, perché,prima non piangeva, ma dallacommozione per la visita, si fon-dono e si infittiscono.Con un fil di voce, in veneto, misussurra: «No avria mai crede d'a-verghe sto onor, sior colon-nello».Dopo una pausa, con la mano ri-

    mastagli più che con la voce,quasi mancante, mi fa cenno diriabbassarmi. Con parole spente,ma con la fierezza che s'addice aun Granatiere, inconsapevol-mente, forse, ma con grande di-gnità, mi detta il suo testamentospirituale.« Me fasa el plaser, sior colon-nello, el ghe scriva a me muger,che la ghe diga ai me putei, cheson morto sul pesso, sul miopesso».Non potendo più contenermi,riassumo con sforzo immenso la

    mia grinta abituale, di duro co-mandante, e trovo la forza di darl'ordine all'autista dell'autoam-bulanza, di partire. Solo allora,posso dar sfogo al mio tormentointerno. Piango come non m'èsuccesso mai.Dal tenente cappellano donMario Borghi, che lo accom-pagnò appresi che percorsi po-chi chilometri il granatiere Fi-nato, sorridendo, era volato aDio.

    Col. Tullio Gervasoni

    LA NOSTRA STORIA ATTRAVERSO FACEBOOK

    Da qualche tempo la reda-zione sta monitorando ilfrequentatissimo sitodei Granatieri su Facebook.Questa volta abbiamo rico-struito la storia di un valorosogranatiere che partecipò allaSeconda Guerra mondiale at-traverso alcuni documenti «po-stati» dal nipote, GrazianoMorganti, nel sito dei Grana-tieri. Il Granatiere si chiamava Ga-briele Ficcadenti, era nato il 4dicembre 1913 nel comune diSpinetoli in provincia di AscoliPiceno e svolse il servizio dileva nel 1934 (la data si deducedal foglio di congedo) nel 1°Reggimento Granatieri.. Durante il servizio di leva, nelperiodo 13 gennaio 1935 – 1marzo 1935, il nostro granatierepartecipò all’intervento dellaforza di polizia internazionaleche doveva garantire il normalesvolgimento delle votazioni cheportarono all’annessione daparte tedesca del territorio del-la SAAR. Questa notizia si ap-prende dalla medaglia con il

    nastrino nero-bianco-blu (coloridella SAAR) rilasciata a tutti ipartecipanti all’operazione ri-trovata fra i vari cimeli delnonno. Ficcadenti venne richiamato nel1941 al 2° Reggimento Grana-tieri di Sardegna dove era in-

    quadrato nella 5ª compagnia«Roma». Da richiamato, dopo un breveperiodo passato presso la ca-serma di Santa Croce in Geru-salemme venne coinvolto con ilreggimento nelle operazioni inSlovenia come si evince dalla

    Il granatiere Ficcadenti in due caratteristiche foto ricordo del servizio di leva, una conlo sfondo di Roma l’altra ... granatieresca.

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    storiastoria

    foto che lo ritrae con un commi-litone e l’attestato del servizioprestato a firma dell’allora Ten.Col. Mario Di Pierro, ufficialeche ritroveremo, con il grado diColonnello, alla Difesa di Romaalla quale partecipò, presumi-bilmente, anche il GranatiereFiccadenti che con annotazionesul congedo risulta «sbandato 8settembre 1943». Fra i documenti e i cimeli po-stati dal bravo nipote, abbiamovisto anche il congedo di Giu-

    seppe Ficcadenti, che era ilpadre di Gabriele pure lui Gra-natiere di Sardegna.Ringraziamo per la gentile col-laborazione il signor Morgantinipote dei Granatieri Ficcadentiche ricorda con venerazione il

    nonno «massiccio» che, anchese negli ultimi giorni grave-mente ammalato, si alzava inpiedi al suono dell’Inno nazio-nale.

    ANTOR

    Medaglia commemorativa dell’interventodi pace nella SAAR effettuato da 1.500 in-glesi, 250 olandesi, 250 svedesi, 1.300Italiani (in maggioranza Granatieri).

    In alto: foto ricordo davanti alla «Casa del Granatiere» - Spaccio truppa del 2°Reggimento.

    In basso: attestato di partecipazione alle operazioni in Slovenia.

    Ficcadenti con un commilitone ritratto aCocevie (Slovenia) accanto al basamentodi una bandiera che porta la scritta «Cosaimporta se si muore!».

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    storiastoria

    Mi ha fatto piacere – ec-come – vedermi men-zionato nell’aperturadelle note dedicate al granatiereAugusto Isidoro per il compi-mento dei suoi novanta anni,pag. 13 «Il Granatiere» n°2 a-prile - giugno 1943 e sia purecon ritardo mi unisco al coro deisuoi amici e conoscenti, e so-prattutto della figlia Ivana, gri-dandogli: «Complimenti, Augu-sto ed ancora 100 e più di questigiorni».Detto ciò non posso non nascon-dere che il sentirmi gratificatocome memoria storica del Rag-gruppamento Speciale Grana-tieri mi commuove, mi onora emi induce ad una breve e con-cisa rievocazione dei momentipiù salienti circa il percorso didetto Raggruppamento, ope-rante in Corsica durante l'ul-timo conflitto mondiale.Già due battaglioni (il primo e ilsecondo) si distinsero per ope-rosità ed abnegazione nei primimesi di quel lontano 1943.Il terzo Btg., com'è noto, sbarcòa Bastia all'imbrunire del 19aprile (lunedì santo) dopo il tra-gico affondamento del «Crispi»,sicché i battaglioni granatieri di-vennero tre, con noi del terzo distanza ad Ajaccio e dintorni.Il 25 luglio mi sorprende furiere(rimarrò tale fino al congedomarzo 1945) alla «cittadella»,roccaforte di quella città posta aridosso del mare. Sostituisco il titolare assalito daattacchi di malaria perniciosa.Ricorderò che pochi granatieri.ma veramente pochi, scampa-rono alle conseguenze del falci-diante morbo, che perduraronoper tutto il resto della loro vita.La zona campo dell'oro di Ajac-

    cio e successivamente gli acqui-trini di Portovecchio furono mi-cidiali. Il 10 settembre, giunti i priminuclei di militari francesi, la-sciammo Ajaccio per i monti diAullene e Sartene, centro meri-dionale dell'isola, dove eranocominciati alcuni focolai. Nel frattempo il primo e il se-condo battaglione si scontra-vano con i tedeschi lungo la co-stiera settentrionale lato est.La sera del 23 settembre, in-torno alla mezzanotte, scen-dendo dalla località «Foret del-l'Ospedale», il terzo Btg. proce-dendo ai margini di ripidi sen-tieri tra il rimbombo di assor-danti scoppi e lampi che squar-ciavano il cielo (una notte infer-nale), si dirigeva su Portovec-chio, che distava 6/7 km, con ilcompito di stanare reparti tede-schi là concentrati. Ai primordidel mattino, e dopo vivaciscambi di fuoco, i tedeschi ri-piegarono in fuga sulla via delmare. Per noi, fortunatamente,nessuna perdita. In questo ri-

    dente posto chi scrive (figliounico di madre vedova), l'ottoottobre compiva vent'anni.Di lì a poco ci trasferimmo a Bo-nifacio, in attesa d’imbarco, ac-campandoci sulle colline adia-centi il porticciolo. Ricorderò la notte tra il 10 e l’11ottobre durante la quale si sca-tenò un nubifragio d’inauditaviolenza che trascinò in maremateriale di ogni sorta, tende edaltro, e molti granatieri si ritro-varono senza le calzature. Il 12 ottobre - su zatteroni - la-sciammo la Corsica sbarcando aPalau (Sardegna) e sostando inGallura per circa tre mesi.Ricorderò anche la drammaticanotte del 31 dicembre nella sper-duta stazioncina di Chilivani(Sassari).Località aperta all'intemperie,folate di vento gelido e neve cheveniva giù a larghe falde. Unoscenario da tregenda e noi tuttiintirizziti in attesa dei vagoni(carri bestiame) che ci avrebberocondotti ad Iglesias (Cagliari).Si chiudeva così un anno in-

    RICORDI DI MONTEFUSCO, UN GRANATIERE DA SBARCO

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    storiastoria

    Raduno dei Granatieri LiguriGenova - 13 OTTOBRE 2013

    IL CENTRO REGIONALE A.N.G.S. LIGURIA E LA SEZIONE A.N.G.S. DI GENOVA IN OCCASIONE DELLA LORO RICOSTITUZIONE SONO LIETI DI INVITARE TUTTI I GRANATIERI ISCRITTI E NON ISCRITTI ALL’ A.N.G.S. ALLA GIORNATA SOCIALE CHE SI SVOLGERA' IN GENOVA DOMENICA 13 OTTOBRE 2013

    Programma Raduno

    ORE 09.30 RITROVO, REGISTRAZIONE PARTECIPANTI IN PIAZZA DELLA VITTORIA MONUMENTO AI CADUTI

    ORE 09.50 INGRESSO CRIPTA ORE 10.00 INIZIO MESSA SOLENNE IN RICORDO DEI CADUTI DI TUTTE LE GUERRE

    ORE 10.40 LETTURA PREGHIERA DEL GRANATIEREORE 11.00 POSIZIONAMENTO PARTECIPANTI AL MONUMENTO AI CADUTI (ARCO DELLA VITTORIA)

    ORE 11.20 ONORE AI CADUTI CON DEPOSIZIONE CORONA

    ORE 11.30 BREVI ALLOCUZIONI

    ORE 11.40 TERMINE CERIMONIAORE 12.30 PRANZO SOCIALE PRESSO CIRCOLO UFFICIALI VIA SAN VINCENZO N. 68 (GENOVA)

    È gradito l’uso del basco , bustina, o quant’altro identifichi la nostra appartenenza al corpo dei Granatieri.Per evidenti motivi organizzativi chi intende partecipare al pranzo al costo di € 30.00 deve prenotare entro il giorno 08.10.2013 al seguente numero telefonico 3473553675 (Viotti Aldo) oppure inviando email a [email protected] pranzo sociale possono partecipare anche famigliari e sostenitori

    Il Presidente Regionale A.N.G.S. Aldo Viotti

    fame, in solitudine, iniziato ma-le e finito peggio. Qui nelle ca-sermette, e nell’immenso spa-zio interno della struttura, mipare di rivederli quei commili-toni che, rimasti senza scarpe,dopo Bonifacio, calzavano glizoccoli alla maniera dei chiog-giotti e dei comacchiesi. Lasciammo Inglesias e la Sar-degna sbarcando dall’incrocia-tore Pompeo Magno nella miaNapoli il 15 agosto 1944.

    Chiudo ricordando, con rispet-to e gratitudine, le figure deiSottotenenti, a me molto vicini,Alfonso Casati – piemontese – eFranchini, mio concittadino chepersero la vita nel prosieguodella guerra di liberazione.

    Gino Montefusco

    Se Dio vorrà, il prossimo 8 ottobrecompirò anch’io novanta anni, peròsenza alcun festeggiamento. Il

    primo maggio u.s., dopo 61 anni difelicissimo matrimonio, allietato dasette stupendi magnifici figli, ilSignore ha chiamato a se mia mo-glie lasciandomi con il cuore stra-ziato dal dolore. Con mano tremante unisco unafoto, scattata nel 1951, dei giovani:Gino e Carmelina, alla vigilia delleloro nozze, strafelici.

    G. M

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    lt eet rt di ldo rt eeartlt eet rt di ldo rt eeartGentile Generale,

    le invio questa strana e interessante immagine di ungranatiere d’altri tempi.Mi sembra che potrebbe essere opportuno farlo cono-scere ai Granatieri veri odierni, che sono certamenteintelligenti e non penseranno che potrebbe esserequalche cosa di ironico e quindi potrebbe essere inter-pretato come offesa ai nostri valorosi Granatieri.Io ho avuto mio padre e mio zio che sono stati insi-gniti di medaglia d’oro per aver difeso la Patria nel1916 nella terribile battaglia sotto il Cengio di frontea Monte Corbin. Essi hanno salvato l’Italia con i loropetti, insieme a tanti altri valorosi che sono morti.La saluto cordialmente.

    Giovanna Stuparich

    OROLOGIO A PENDOLA DA TAVOLOIN FORMA DI GRANATIERE

    L'orologio da tavolo, a pendola, informa di granatiere, del 1760 circa(Civici Musei di Storia ed Arte, Triesteinv. 29404) è composto dalla figura inlegno stuccato e dipinto di un soldatodell'esercito imperiale, un granatiere,che fa da supporto all'orologio, il cuiquadrante è inserito nel busto. Un pen-dolino, bene in vista, oscilla davanti al-le lancette.L'orologio ha il quadrante in ottone sa-gomato in forma di ovale con le ore innumeri romani inframmezzate da pic-cole frecce, mentre i minuti, posti soprauna cornice a smerli, sono in cifrearabe. L'altezza totale è di mm. 394.Non vi sono scritte o incisioni che per-mettano di risalire all'autore ma unaserie di elementi come la caratteristicadivisa gialla con paramani e falde ver-di, tipici del Corpo dei granatieri, il co-pricapo, e l'acconciatura arricciata conun lungo codino posticcio del soldatofanno supporre che sia stato realizzatoin un piccolo laboratorio nel territoriodell'impero austriaco all'epoca dell'im-peratrice Maria Teresa.

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    lt eet rt di ldo rt eeartlt eet rt di ldo rt eeart

    Riflessioni sulla festa dell’Assietta

    È arrivata puntualmente anche quest'anno la Festadell'Assietta, la festa dell'orgoglio piemontese perantonomasia ma anche la rievocazione del momentoforse più saliente della storia di noi Granatieri: labattaglia dell'Assietta del 19 luglio 1747.I fatti d'armi di quei giorni costituiscono per ogniGranatiere un riferimento ed un richiamo ai valoriche muovono le gesta, anche eroiche, di un militare.Leggere però di quell'impresa, anche sui testi distoria degli autori più autorevoli, non sarà maitanto toccante e comprensibile quanto una giornatatrascorsa calpestando gli stessi luoghi ove i nostripredecessori in armi dimostrarono un valore senzaeguali sino allora.Essere stato lì, su quello che resta dei muretti asecco, dei terrapieni e dei trinceramenti edificatiquando fu chiaro che il piano di Bellisle avrebbeavuto seguito e che quindi il Piemonte sarebbe statominacciato dalle Alpi, calpestare lo stesso suolo cheun mio predecessore, il Tenente Colonnello, ContePaolo Navarina di San Sebastiano, al Comando delII Battaglione del reggimento delle Guardie, ha di-feso con coraggio e sprezzo del pericolo rappresen-tato dal nemico che incalzava ad ondate ripetute, èstata una sensazione unica, indescrivibile. La rievocazione di quella battaglia a cura dei gruppistorici che con tanta passione ne curano tutti i par-ticolari, dalle uniformi alle armi, dalla comprensionedi quei momenti vivendone anche gli aspetti quoti-diani più semplici alla custodia dei valori più puri, èstata un'autentica sorpresa, cui comunque ogni de-scrizione a posteriori non renderebbe mai abba-stanza merito.Il soldato di oggi si addestra quotidianamente equi-paggiato ed armato ad un livello che non è minima-mente paragonabile a quello di allora, ciò è uno deimotivi che rende difficile comprendere sino in fondoil valore di quei granatieri sull'Assietta se soltantoraccontato. Cosa ben diversa è rivivere quei giornipersonalmente, sul posto e, soprattutto, ammirandochi ne riproduce i momenti salienti ovvero vederematerialmente dove si trovava il punto più impor-tante delle posizioni difensive tra i forti di Exilles eFenestrelle.Lo stupore più grande, però, l'ho avuto nel costatarela partecipazione sentita e di così tanti piemontesi,

    richiamati su a 2.500 metri a commemorare l'e-roismo di quei soldati. Erano in tanti commossi,commossi e orgogliosi di sapere che la storia suquelle Alpi è stata scritta da Granatieri, nati ed ali-mentati da piemontesi. Si trattava di persone co-muni che non hanno esitato neanche un attimo avenir su con tutti i mezzi possibili ad gli uomini chelì hanno combattuto e vinto.Si, c'è anche un pò di rammarico per la lontananzadel Reggimento, per l'assenza di una nutritaschiera di «discendenti» alla cerimonia a causa delladistanza da Torino. Praticamente impossibile faredi più. Ogni anno il rammarico si ripete e si acuiscesia nei Granatieri in armi che in congedo non tantoper le difficoltà incontrate nella organizzazione diuna tale attività quanto perché in nessun momentodell'anno i Granatieri di oggi trovano nel freneticodinamismo della capitale un riconoscimento similea quello che hanno ricevuto in un momento comequesto sull’Assietta ovvero che riceverebbero dallacittadinanza insistendo nella loro città di origine,Torino. Sinceramente, il clima che ho percepito èstato il migliore che ci si possa augurare ogni annoin occasione del nostro 18 aprile!E, per finire, last but not least, desidero rivolgereun particolare ringraziamento alla sezione diTorino dell'Associazione Nazionale Granatieri diSardegna, che con i suoi 100 anni di età ha dimo-strato ancora una volta di essere composta daGranatieri DOC, a partire dal suo presidente,pronti tutti a donare se stessi senza nulla preten-dere, come si addice ad un Granatiere, come dasempre è stato, abituati ormai a vivere le difficoltàproprie di un avamposto come Torino rispetto aRoma. Ciò nonostante, sono stati lì a donare tutto il pro-prio contributo, perché quella dell'Assietta vengariconosciuta come una commemorazione dei Gra-natieri e non come erroneamente è stato in passatoattribuita ad altre specialità, nonostante la data del1747 dovrebbe da sola servire ad evidenziare l'equi-voco visto che non esistono altre specialità in gradodi annoverarla nella propria storia e in quelle zone!Non raramente ho pensato a quanto vantaggio l'as-sociazione potrebbe ricevere dalla vicinanza dell'u-nico ormai Reggimento «Granatieri di Sardegna» esoprattutto quanto vantaggio riceverebbe il Reggi-mento da una diversa dislocazione, in particolare suTorino. Ciò nonostante, sono sbalordito da tanto attivismo efelice adesso di poter dare il mio modesto contributopersonalmente.

    Col. f. (G.) Massimo Siragusa

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    A margine del Raduno in Puglia

    Ho provato sorpresa e commozione leggendo del«Signore» che negli anni del primo dopoguerra 1940- 45 periodicamente sostava presso la Casa del CorpoForestale dello Stato in silenzioso raccoglimento.Guardava oltre il mare, verso un punto dell'Albania,ben visibile dalla terra d'Otranto, verso quelle mon-tagne dove lasciò la vita il giovane ufficiale deiGranatieri Luigi Eula.Era per lui un rivivere insieme al caro Luigi, suo fi-glio. Mi sono commossa anche perché ho conosciuto ilsignor Ernesto Eula e sua moglie signora Laura. Miparlavano spesso del loro unico figlio caduto sulGolico, quando lavoravo come coordinatrice scola-stica nell'Istituto Gaetano Giardino di cui ErnestoEula era il Presidente perché dipendeva dal-l'ONAOGAP (Opera Nazionale Orfani di GuerraAnormali Psichici).Lo ricordavano con tanto amore e tanta desolazione.Ritornarono poi in Piemonte e là a Chiusa Pesio(Cuneo) Ernesto Eula, Primo Presidente Emeritodella Suprema Corte di Cassazione, mori l'11 di-cembre 1981 come da necrologio dell'epoca che hoconservato e vi mando in copia.Ho ancora i biglietti che insieme alla signora Laurami mandava dal loro paese dove ritengo ci sia ancorauna sezione dei Granatieri dedicata a Luigi EulaM.O.V.M..

    Alba Maria Mendico

    lt eet rt di ldo rt eeartTrieste la città con gli Alamari

    E’ questo il titolo del progetto che la Sezione diTrieste vuole portare avanti per il «novantennale»della sua fondazione. La città ha dato molto per lasua italianità e molto ha dato indossando i nostrialamari. Ricordiamo le due Medaglie d’oro Carlo eGiani Stuparich.Tra questi, oltre ai nomi, già menzionati, spiccanole medaglie d’argento del Tenente Guido Zanetti, diScipio Slataper, famoso oltre che per le sue virtù dipatriota, anche per le sue capacità di scrittore, i fra-telli Giorgio e Guglielmo Reiss-Romoli, questo ul-timo anche artefice della ricostruzione delle teleco-municazioni italiane nel secondo dopoguerra; in-somma l’elite culturale di una città che professaronol’amore per l’Italia ed il desiderio di rivendicazionedell’appartenenza di Trieste alla terra patria controil dominio asburgico.Per questo la sezione triestina dell’ANGS vuole or-ganizzare un percorso di attività per giungere a ce-lebrare questa importante meta. Si è iniziata con ilpatrocinio di un concorso scientifico organizzato dalLions Host Trieste, unitamente all’UNESCO, al-l’Università e l’Osservatorio Astronomico di Trie-ste, all’Istituto della Struttura della Materia delCNR.Il concorso intitolato: «Trieste – Città della scienza»ha visto la nostra sezione consegnare il premio allascuola migliore classificata. Il percorso per arrivareal «novantennale della Sezione», passerà per l’orga-nizzazione di una mostra rievocativa dei Granatieridi Sardegna intitolata: «Prima di noi, con Noi perl’Italia – Trieste città con gli Alamari». Una mostrache con spazi dedicati, si snoderà dal periodopre–fondazione (18 aprile 1659), battaglie del-l’Assietta e Goito, Prima e Seconda Guerra Mon-diale fino ad arrivare ai Granatieri dei giorni nostri. Inoltre è in programma una targa ricordo dell’e-vento, da porre nella centrale piazza Granatieri,unitamente a una messa solenne per i caduti in guerrae soci che «sono andati avanti». La sezione prenderà contatti anche con il liceo clas-sico Dante Alighieri, famoso istituto triestino cheebbe come studenti i due fratelli Stuparich, per unaborsa di studio o premiazioni per le loro attivitàsportive. Si vuole in sintesi ravvivare l’attività delsodalizio non fermandosi alle celebrazioni del pas-sato, ma spostando l’attenzione sul contesto citta-dino e giovanile dove si vive. Raccontare e mostrareil nostro passato serve ed è ancora più efficace se in-serito nel contesto vivo della città.

    Francesco Bonaventura

    lt eet rt di ldo rt eeart

    Granatieri e muli sul Fronte Greco.

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    Ricerca di un commilitone

    Eravamo quattro Granatieri del primo scaglione1949. Dopo l’addestramento presso il C.A.R. diOrvieto nella 2ª compagnia fummo trasferiti aRoma al 1° Rgt. Granatieri di Sardegna, IIBattaglione 5ª Compagnia … la più bella che ci sia.Le reclute venivano da noi ogni anno, invece nellealtre Compagnie andavano ogni quattro mesi.In 5ª Compagnia si stava bene; ci addestravanotutti i giorni tra guardie, picchetti d'onore, polve-riera, campi estivi e invernali e il Grande CaroselloStorico. Eravamo massicci, e lo siamo ancora. Cisiamo congedati il 10 maggio 1970.Due commilitoni sono riuscito a trovarli da tempo.Essi sono: Emanuele Pinto e Vincenzo Maggio dellaprovincia di Lucera-Manfredonia e Cerignola; delterzo ho perso le tracce e son passati 43 anni. A lui che si chiama Rocco Sardone e che mi ricordoaveva la ragazza che era della Provincia di Siena, ri-volgo il seguente appello, anche a nome degli altridue: «Caro Rocco, se tu leggi questo giornale, devi

    lt eet rt di ldo rt eeartlt eet rt di ldo rt eeartsapere che voglio mettermi in contatto con te.Desidero incontrarti un giorno di questi dopo tantianni, magari insieme a Emanuele e Vincenzo. Senon puoi muoverti, magari veniamo noi da te,ovunque tu sia su questa terra. Il mio indirizzo è:Cataldo Tota, Via R. Paolillo, 21 - 71036 Lucerà(FG).

    Ringrazio il giornale II GRANATIERE, per la pub-blicazione della qui presente. Mando una foto delmio amico Rocco da mettere sul giornale, è l'unicache mi trovo.

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    La casa editrice Gre-co & Greco di Mila-no, via Verona 10,ha stampato il se-guente libro (edizio-ne marzo 2013);«Tracce della Me-moria, ricordi di unragazzo che vollefare la guerra». L'autore è Fulvio

    Candia, granatiere della classe 1925 ed il libroè la raccolta dei suoi ricordi di guerra, iniziatacome volontario (a l5 anni) nella MVSN ecombattuta sia sul fronte greco-albanese sianella disperata resistenza ai tedeschi nell'i-sola di Corfù del settembre 1943.Sfuggito al massacro, raggiunse Roma e siarruolò subito nel ricostituito esercito del-la Repubblica Sociale quale granatieredella Compagnia «Rorna» ex 5ª Compa-gnia Studenti Volontari) del 1° battaglioneGranatieri di Sardegna, inquadrato nelRaggruppamento «Cacciatori degli Ap-pennini».Candia ebbe come comandante diretto 1’al-lora tenente dei granatieri Gianfranco Chiti eal suo fianco combatté nell'Alta Italia fino altrasferimento alla Marina da Guerra Repub-blicana, con la quale ha finito la guerra nel1945. Il libro, ricco di inedite fotografie, tratta di unargomento quasi sconosciuto nella nostra as-sociazione, ovvero l'esistenza di Granatieri diSardegna con il gladio al posto delle stellettesugli alamari nel periodo 1943/1945. Quanto al tenente Gianfranco Chiti, futurogenerale e poi frate francescano, sono pre-senti notizie pressoché sconosciute e foto-grafie dell'epoca mai viste nel consueto giroassociativo.Si suggerisce il libro a quanti desiderano co-noscere meglio la piena Storia della nostraSpecialità.

    Fabio Ferluga

    letti per voiletti per voiTRACCE DELLA MEMORIAED. GRECO & GRECOdi Fulvio Candia

    Fulvio Candia

    Tracce della Memoria

    ricordi di un ragazzoche volle fare la guerra

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    offerte pervenuteofferte pervenute

    o f f e r t e

    pervenute

    OFFERTE PERVENUTE ALLA DATA DEL 20 SETTEMBRE 2013PER IL POTENZIAMENTO DEL GIORNALE:€ 10,00 Sezione di AMELIA (in memoria del Gra. Sgrigna Alfio)

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    “ 10,30 Gra. ROSIN Gianfranco

    “ 20,00 Famiglia CANONICO (in memoria del Gra. Canonico Giovanni)

  • alamari con le stellettealamari con le stellette

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    Il Gen. B. Maurizio Riccò è il Comandantedella Brigata Meccanizzata «Granatieri diSardegna».Proviene dalla Brigata di Supporto al Comandodi Corpo d’Armata di Reazione Rapida diSolbiate Olona (VA) dove è stato in forza du-rante il suo mandato quale Capo Ufficio Pianidella missione UNIFIL in Libano. Nato a Palmanova (UD) il 27 settembre 1962,è in possesso delle Lauree in Scienze Strate-giche, in Scienze Internazionali e Diploma-tiche e del Master di II° livello in ScienzeStrategiche. Arruolato il 23 Settembre 1983 con il 165°Corso dell’Accademia Militare di Modena,frequenta la Scuola di Applicazione di Arti-glieria in Torino e viene assegnato nel 1988 al185° Gruppo artiglieria da campagna paraca-dutisti «Viterbo» in Livorno dove assolve gliincarichi di Comandante di Sezione, Sottoco-mandante e Comandante di batteria obici emortai. Trasferito nel 1992 al 2° Gruppo, e un anno piùtardi al 1° Gruppo, del Reggimento artiglieria acavallo in Milano svolge gli incarichi diComandante della neo costituita Batteria Tiro eSupporto Tecnico, Comandante di batteria o-bici, Aiutante Capo Centro Tiro e Capo CentroTiro. Nel 1994 è comandato presso il QuartierGenerale delle Nazioni Unite per la missioneUNOSOM II a Mogadiscio (Somalia) dove ope-ra quale Italian Liaison Officer della Brigata ivischierata. Nello stesso anno è a Catania dovecomanda una Compagnia nell’Operazione «Ve-spri Siciliani». Dopo la Scuola di Guerra viene trasferito nel1997 allo SME – Ufficio Politica Militare eRegolamenti da dove nel 1998 è comandato aKuwait City (Kuwait) quale osservatore mili-tare delle Nazioni Unite nell’ambito dell’opera-zione UNIKOM in Iraq/Kuwait. Nel 1998, tra-sferito al Comitato Militare del QuartierGenerale della NATO in Bruxelles (Belgio), o-pera quale Ufficiale addetto alle operazio-ni/informazioni. In rientro dall’estero nel 2000,è trasferito all’Ispettorato delle Armi – UfficioRegolamenti e Studi in Roma dove ricopre l’in-carico di Ufficiale addetto alla Sezione Regola-

    menti. Nello stesso anno è comandato presso ilQuartier Generale della NATO nella MissioneSFOR in Sarajevo (Bosnia-Erzegovina) qualeAssistente militare al Sottocapo Logistico.Trasferito nel 2001 all’Ispettorato per la For-mazione e la Specializzazione dell’Esercito –Ufficio Normativa e Studi in Roma opera qualeUfficiale addetto alla Sezione Normativa.Durante tale periodo è comandato a Milanoquale Ufficiale G3 OPS Scenario Manager nel-l’ambito del progetto dello SME per la crea-zione di un Comando NATO di ReazioneRapida a framework nazionale che diventerà ilComando NRDC-ITA di Solbiate Olona (VA).Nel 2002 frequenta, nell’ambito del processoISSMI, il 101° Senior Course presso il NATODefence College in Roma al termine del quale

    LA NOSTRA BRIGATA HA UN NUOVO COMANDANTE24 aprile 2013

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    alamari con le stellettealamari con le stelletterientra allo SME – RPGF – Ufficio Pianifica-zione quale Ufficiale addetto alla SezionePianificazione Nazionale e NATO. Nel 2003 ètrasferito al 132° Reggimento artiglieria coraz-zata «Ariete» in Maniago (PN) dove assolvel’incarico di Comandante di Gruppo e Co-mandante del Battaglione «Italia» nella mis-sione ISAF che il Reggimento svolge a Kabulin Afghanistan. Trasferito al Comando Corpo d’Armata diReazione Rapida (NRDC-ITA) in SolbiateOlona (VA) nel 2004, assolve l’incarico diCapo Sezione Coordinamento del Fuoco e ri-torna in Afghanistan quale Ufficiale coordina-tore dell’Ufficio del Capo di Stato Maggiore

    del Comando NRDC-ITA che assume a Kabulil comando della missione ISAF. Nel 2007 è riassegnato al 132° Reggimento ar-tiglieria corazzata “Ariete” dove assolve l’in-carico di Comandante di Reggimento e dadove viene nuovamente trasferito al ComandoNRDC-ITA dove dal 2008 al 2011 è l’ACOS G5PLANS & POLICY (Capo Ufficio Pianifica-zione e Politica d’Impiego). Nel 2011 frequenta il 61° Corso del Centro diAlti Studi della Difesa a Parigi (Francia) erientra nel 2012 a Solbiate da dove è coman-dato quale Chief J5 PLANS (Capo UfficioPianificazione) presso il Comando della Mis-sione UNIFIL in Naqoura (Libano).

    I GRANATIERI IN UDIENZA DA PAPA FRANCESCO5 giugno 2013

    Una nutrita rappresentanza di Granatieridel 1º Reggimento, con i loro familiari, haavuto il privilegio di partecipare al-l’Udienza di Papa Francesco in Piazza SanPietro. La presenza del Comandante di reggi-mento, Col. Claudio Caruso e del Comandantedel 1º Btg. «Assietta», Ten. Col. Piergiorgio Gior-dano, ha dato lustro alla delegazione dei BianchiAlamari, giunti in Piazza San Pietro assieme aimilitari e familiari dei diversi Reparti assistitidal nostro Cappellano militare Padre Pier LucaBancale e ad una folla sterminata di fedeli diogni nazionalità. Tra i partecipanti, anche il Vice

    Comandante della Brigata «Granatieri diSardegna», Col. Paolo Fabbri. La rigida organiz-zazione vaticana ci ha assegnato un settore inprima fila, dietro solo a quello dei disabili e deiloro accompagnatori.La giornata è cominciata nelle primissime oredella mattinata. I Granatieri sono giunti ordina-tamente nella piazza barocca e hanno potutoammirare la bellissima facciata della Basilica in-titolata al Principe degli Apostoli, assieme all’in-confondibile colonnato del Bernini, quasi a sim-boleggiare il materno abbraccio della Chiesa. Lalunga attesa è stata rallegrata anche dalla

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    Musica d’Ordinanza del nostroReggimento diretta dal Lgt.Domenico Morlungo, che haeseguito diversi brani religiosie marce militari.Poco prima delle 10.00 il SantoPadre Francesco ha iniziato isuoi consueti e ormai celeber-rimi giri in piazza, avendocura di fermarsi anche davantial settore dei militari. Diversi bambini del nostrogruppo hanno potuto così es-sere baciati dal Papa che haanche rivolto un invito parti-colare ai presenti: «Siate vi-cini a chi soffre». La commo-zione e la gioia di aver potutoguardare negli occhi il Som-mo Pontefice sono stati gran-di. Altrettanto toccante è stata l’Udienza stessa.Papa Francesco ha ribadito l’importanza delCreato e di sviluppare politiche miranti all’otti-mizzazione delle risorse, al fine di garantire unasopravvivenza degna dell’essere cristiani. Cisiamo sentiti un pizzico orgogliosi del fatto cheda qualche mese una mensa per i poveri racco-glie ogni giorno il cibo in esubero nella mensa

    della nostra caserma. Innegabile, inoltre, è stata l’emozione che si èprovata durante questa bellissima giornata, laquale ha sicuramente rinvigorito la fede che iGranatieri hanno da sempre avuto e che li ha dasempre spinti coraggiosamente verso alti ed im-portanti obiettivi, per il bene comune.

    C.M. Davide Riccardo Grimaldi

    PELLEGRINAGGIO AL MONTE CENGIO9 giugno 2013

    Carico di significato e diemozioni di vario genere èstato il pellegrinaggio alMonte Cengio avvenuto lo scorso9 giugno da parte di una rappre-sentanza di granatieri apparte-nenti al 1° Rgt. Granatieri di Sar-degna di Roma, impegnata dap-prima nella deposizione di unacorona di alloro al monumentodei caduti della Grande Guerrapresso il comune di Cogollo delCengio, alla presenza di Autoritàcivili e religiose, diverse sezionidell’Associazione Nazionale Grana-tieri di Sardegna venute per l’oc-casione da tutt’Italia e di un foltonumero di cittadini e labari dellevarie associazioni combattenti-

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    LA BRIGATA SI ADDESTRA A MONTE ROMANO15 giugno 2013

    La Brigata Granatieri è stata impegnata inun ciclo di attività addestrative nelPoligono militare di Monte Romano(VT).A tali attività, che hanno visto coinvolte tuttele unità della Brigata insieme ad assetti spe-cialistici del 6° Reggimento «Genio Pionieri» edel 232° Reggimento Trasmissioni, hanno par-tecipato, giornalmente, più di 500 militari trauomini e donne.Nella settimana di addestramento, sia l’eserci-tazione di posto comando (EPC) sia le attivitàin bianco e a fuoco, come per ultime quellecondotte con le blindo «Centauro» e con imortai «Thomson» da 120 mm., hanno dimo-strato come la Grande Unità sia pronta a ope-rare a 360 gradi in diversi contesti nazionali einternazionali. L’esercitazione è stata utile per verificare,inoltre, il livello addestrativo raggiunto daicomplessi minori del 1° Reggimento «Grana-tieri di Sardegna» e del Reggimento «8° Lan-cieri di Montebello».L’attività svolta ha anche confermato come le

    procedure di Comando e Controllo (C2) deidiversi assetti, sia un esercizio indispensabileper una corretta applicazione delle procedurestandardizzate utilizzate nell’ambito dellaNATO e dell’ONU.

    ANTOR

    Foto di Francesco De Chirico.

    stiche ed Arma. La giornata è proseguita con l’e-mozionante cerimonia dell’alza-bandiera presso il «piazzale deiGranatieri» nell’Area monumen-tale del monte Cengio sull’Alto-piano di Asiago e successiva cele-brazione della Santa Messa fuoridalla Chiesa Votiva dei Granatieridi Sardegna. Spettacolare il monumento raffi-gurante un Granatiere fatto conschegge e materiali del periodobellico antistante la Chiesetta e ilpaesaggio mozzafiato che siscorge dalla cima. Il Pellegrinag-gio è culminato con la salita almonte Cengio e la deposizione diuna corona d’alloro su un altaresormontato da un enorme crocebianca di ferro. Nel tragitto dallaChiesetta alla cima del monte, ilpassaggio dal Piazzale Pennella ele tante gallerie costruite all’epoca

    della Grande Guerra per cercare eriuscire ad ostacolare l’avanzataAustro-ungarica verso la pianuravicentina. Fu infatti l’aspra contesa delmonte Cengio da parte dei Gra-

    natieri col sacrificio di più di 4.000uomini e le numerose gesta ero-iche a valere il titolo di «Salto delGranatiere».

    Mar. Palmisano Donato

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    CHIUSURA DEL 33° REGGIMENTO D’ARTIGLIERIA26 giugno 2013

    La parola «chiusura» è stata utilizzata nel co-municato ufficiale che qui di seguito riportiamo.

    Nella Caserma «Pasquali Campomizzi» diL’Aquila, alla presenza di Autorità mili-tari, civili e religiose, ha avuto luogo lacerimonia di chiusura del 33° Reggimento Arti-glieria Terrestre «Acqui».La bandiera di guerra del Reggimento, decoratacon la Medaglia d'Oro al Valor Militare e con laCroce di Guerra al Valor Militare, verrà custo-dita nel Sacrario delle Bandiere al Vittoriano inRoma.Il 33° reggimento artiglieria fu costituito il primogennaio del 1915 a Terni con 5 batterie tratte dal1° e dal 13° reggimento, e partecipò al primoconflitto mondiale in Cadore, sul Piave e sulGrappa; prese parte alla battaglia del Solstizioed a quella di Vittorio Veneto.Disciolto nel 1920, il 3 settembre 1939 fu ricosti-tuito come 33° Reggimento Artiglieria «Acqui» efu inquadrato nella 33ª Divisione fanteria damontagna «Acqui», unitamente al 17° e 18° Reg-gimento fanteria. Prese parte dal 10 giugno 1940 alle ostilità del 2°conflitto mondiale, dapprima alla frontiera occi-dentale, successivamente sul fronte greco-alba-nese, meritando una Croce di Guerra al ValorMilitare.L’armistizio dell’8 settembre 1943 trovò la divi-sione «Acqui» a presidio delle Isole Ionie. Neigiorni dall’8 al 25 settembre 1943 la Divisione alcompleto rifiutò la resa ed ingaggiò con le pre-ponderanti forze tedesche una lotta disperata esanguinosa, che si concluse con l’olocausto diquasi tutti i componenti dell’Unità.Per il fiero comportamento tenuto dai suoi arti-glieri, primi assertori della lotta contro i tede-schi, la Bandiera di Guerra del 33° Reggimentoartiglieria «Acqui» fu insignita della Medagliad’Oro al Valor Militare.Il 33° artiglieria, con il motto «Alto l’onor te-nemmo» fu ricostituito il primo febbraio 1947 inPisa e fu assegnato alla Divisione «Folgore», ve-nendo nello stesso anno trasferito prima aMontebelluna e poi a Padova. Subì numerose trasformazioni ordinative-orga-niche, nelle sedi stanziali di Treviso dal 30maggio 1953 e di Casarsa dal primo novembre

    1991.Fu ricostituito il 12 settembre 1995 nella sede diL’Aquila con personale e mezzi del disciolto 48°Reggimento Artiglieria da campagna semovente«Taro». All’atto della soppressione della Brigatameccanizzata «Acqui», il 15 maggio 1996 è statoassegnato come Reggimento di supporto direttoalla Brigata «Granatieri di Sardegna».Da allora, molte attività sono state condotte nelterritorio nazionale e nei Teatri esteri. Tra di essespiccano le Operazioni «Domino», «StradeSicure», «Joint Guardian» e «Joint Enterprise» inKosovo, e «ISAF» in territorio afghano.Il Reggimento, tra le tante attività condotte sulterritorio nazionale, è intervenuto attivamente insoccorso alla popolazione di L'Aquila colpita daldevastante terremoto dell’Aprile 2009.

    Dal sito ufficiale dell’Esercito Italiano

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    Nei locali infermeria della Caserma«Gandin» di Roma, sede del ComandoBrigata «Granatieri di Sardegna» e del1° Reggimento, si è svolta l’attività di raccoltadel sangue, gestita dal Policlinico Militare«Celio». In tale contesto, i donatori della Brigata, pre-ventivamente sottoposti a visita e colloquio,hanno donato circa 14 litri di sangue, nell’am-bito di un programma di compensazione re-gionale sia per il Policlinico Militare che per ilCentro Regionale Sangue (CRS).L’attività testimonia come, per gli «uominicon le stellette», non contino solo gli aspettioperativi e di cerimoniale ma anche il latoumano e la propensione alla solidarietà.

    I GRANATIERI HANNO DONATO IL SANGUE26 giugno 2013

    Nell’ambito della Rassegna di Cinema,Musica e Teatro «Santa Croce EffettoNotte», che si svolge a Roma dal 12 al21 luglio, la Musica d’Ordinanza della BrigataGranatieri, che ha inaugurato la manifesta-zione, si è esibita all’interno del parco del

    Museo Storico dei Granatieri. La suggestiva cornice di Piazza Santa Croce inGerusalemme e, nello specifico, l’abside delTempio di Venere e Amore, conferiranno all’e-vento lustro e importanza. Il concerto della Banda era suddiviso in 2

    LA BANDA DEI GRANATIERI DISARDEGNA IN CONCERTO A ROMA

    12 luglio 2013

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    26 giugno 2013

    parti: una classico–sinfonica con marce e mu-siche militari, tra le quali il «4 Maggio» e lamarcia tratta dall’opera «Ernani» di Giu-seppe Verdi; l’altra moderno–leggera con uncollage di colonne sonore del Maestro EnnioMorricone e dei Beatles. La Musica Reggimentale, inquadrata nellaCompagnia di Rappresentanza del 1° Reggi-mento Granatieri, è diretta dal Maestro PrimoMaresciallo Luogotenente Domenico Mor-lungo.

    Foto di Monica Palermo

    VISITA DI UNA COMMISSIONE RUSSA alla«brigata GRANATIERI DI SARDEGNA»

    Così come previsto dal Documento di Viennadel 2011, ad agosto 2013, si è svolta la visitadi una delegazione dell’esercito dellaFederazione Russa alla Caserma «Gandin», sededel Comando Brigata e del 1° Reggimento «Gra-natieri di Sardegna», alla caserma «CamilloSabatini», sede del Reggimento «Lancieri di Mon-tebello» (8°), e alla caserma «Albanese Ruffo», sededel Reparto Comando e Supporti Tattici della Bri-gata. I rappresentanti dell’esercito della FederazioneRussa sono stati ricevuti dal Vice Comandantedella Brigata, Colonnello Paolo Fabbri, e dai Co-mandanti dei reparti componenti la Grande UnitàElementare. La visita è stata l’occasione per far co-noscere alla delegazione russa, guidata alColonnello Roman Petrov, alcune tecnologie di cui

    dispone la Granatieri e per illustrare gli impieghidella Brigata nell’ambito dei più diversi scenarioperativi.

    Visita il Sito dell’Associazione Granatieri

    http://www.granatieridisardegna.it/

  • attività associativaattività associativa

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    RIEVOCAZIONE DEL 70° DEI COMBATTIMENTIDELL'ANSA DEL DON DELL'INVERNO 1942/1943

    23 febbraio 2013

    L’Assessorato alla Cultura delComune di Castelnuovo diGarfagnana, ha organizzato,nel settantesimo anniversario deicombattimenti avvenuti sul fronterusso nel 1942-1943, due incontri aricordo dei reparti che partecipa-rono alla Campagna di Russia1941-1942-1943. Nella prima mani-festazione che si è tenuta la sera del23 febbraio 2013 presso il TeatroAlfieri di Castelnuovo di Garfa-gnana, gremito di folla ed imban-dierato, sono stati suonati gli innidei reparti che parteciparono allaCampagna di Russia. Fra gli innieseguiti, preceduti dall'Inno diMameli, vi è stato anche quello deiGranatieri « I Pifferi» in ricordo deicomponenti della 121° CompagniaCannoni da 47/32 controcarro Gra-natieri di Sardegna e del XXXII

    ELETTO IL NUOVO PRESIDENTEPROVINCIALE DI BRESCIA

    Si è svolta la votazione perl'elezione del nuovo Presi-dente Provinciale per il tri-ennio 2013-2015 ed all'unanimitàè stato eletto il Gra. Richetti dott.Mario. Nel corso dell'incontro ilnuovo Presidente ha voluto rin-graziare il Presidente uscente,Gra. Onofrio Enrico, ricordandoil grande impegno da lui profusonell'ambito dell'Associazione perla sua oltre cinquantennale pre-senza. Il Gra. Onofrio è nato il 24Ottobre 1933, ha svolto il serviziomilitare a Roma nell'anno 1955-1956 presso il primo ReggimentoGranatieri Compagnia CCR, fre-quentando la scuola trasmissioni

    di San Giorgio a Cremano aNapoli, congedandosi con il gradodi Caporal Maggiore. Nell'anno 1957 si è iscritto all'Associazione Granatieri nella se-zione di Castel Goffredo (MN),trasferendosi successivamente inquel di Lumezzane (BS) nel 1961.Da allora ad oggi ha ricopertovari incarichi di Presidente Se-zionale e, dall'anno 2000, qualePresidente Provinciale. All'avvicinarsi degli ottant'anniha ritenuto di passare ai più gio-vani detto incarico. Il Presidentesubentrante, nonché tutti i Presi-denti Sezionali hanno ritenuto,per i meriti di cui sopra, nomi-

    nare comunque lo stimato Gra.Onofrio Segretario e PresidenteProvinciale Onorario.

    dicembre 2012

  • attività associativaattività associativa

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    Battaglione controcarri dei Grana-tieri di Sardegna che si sacrifica-rono pressoché integralmente du-rante i furiosi combattimenti nelbacino del Don. Gli inni sono stati magistralmenteeseguiti dalla Filarmonica Giusep-pe Verdi di Castelnuovo di Garfa-gnana, diretta con la solita profes-sionalità dal Maestro StefanoPennacchi. Il pubblico presente,con ripetuti scroscianti applausi,ha manifestato il proprio entu-siasmo.L'altra serata si è tenuta all'internodella Sala delle Volte della RoccaAriostesca.

    In questa serata, è intervenuto ilVice Sindaco ed Assessore allaCultura, Angiolo Masotti, che hatrattato delle operazioni militarisvoltesi sul fronte russo nell'in-verno 1942/1943 ed ha ricordatoanche l'eroico sacrificio dei Gra-natieri appartenenti alla 121°Compagnia Controcarro da 47/32e al XXXII Battaglione Controcarriche operò sul Don con le DivisioniCosseria e Ravenna.È quindi intervenuto Don LorenzoAngelini, parroco di Pieve Fo-sciana, autore di un libro sullastoria del sacrificio dei combat-tenti della Garfagnana in Russia,

    che ha ricordato in particolare gliappartenenti al Corpo degli Alpini(oltre 400 fra caduti e dispersi).Ha preso quindi la parola il dele-gato dell'UNUCI della Garfagna-na, Tenente Dott. Luigi Casanoviche ha trattato l'aspetto delle ope-razioni aeree sul fronte russo. Ad entrambe le manifestazioni, chehanno visto un notevole concorsodi pubblico, ha partecipato in rap-presentanza della Sezione dellaGarfagnana dell’Associazione na-zionale Granatieri, il Presidente diessa, Sergente Paolo Boggi, semprepresente a tutte le iniziative patriot-tiche.

    QUARTO ANNIVERSARIO DELLA SEZIONE DI PINEROLO19 maggio 2013

    Sugli spalti dello storico ca-stello dei Conti Cacheranod'Osasco, graziosa localitàpoco distante da Pinerolo, risuona-vano spari di fucileria, e colpi dicannone. Siamo agli inizi del '700.Di presidio al castello, un contin-gente di Granatieri piemontesi sibatteva contro un reparto Franceseche aveva posto l'assedio al forti-lizio, ostacolo all'avanzata dellostraniero invasore. Ma la strenuaresistenza dei Granatieri fece desi-stere i Francesi dal loro piano mi-rante a stabilire un proprio capo-saldo nella zona.La memoria di questo antico fattod'armi è conservata negli archividel paese e nella tradizione popo-lare; la sua rievocazione sul campo,il 19 maggio 2013, ha costituito lospettacolare coronamento dellemanifestazioni indette dalla Sezio-ne Granatieri di Pinerolo per il suoquarto anniversario. Artefici delricco programma sono stati i Gra-natieri Pinerolesi, che hanno mobi-litato tutto il Piemonte Granatie-resco.La città di Pinerolo ha accolto consimpatia l'arrivo delle delegazionidelle Sezioni di Alba, Biella, Cuneo,

    Fossano, Saluzzo, Torino e Vercelli.Il piazzale dedicato ai Caduti pre-sentava un suggestivo mix diColonnelle sezionali, ANGSRegione e Provincia, assieme alleInsegne delle delegazioni di altreArmi (Carabinieri, Polizia, Alpini,Aereonautica, Bersaglieri, Paraca-dutisti ...) e alle Bandiere delleIstituzioni Civili e del Volontariato.Perfetta la cerimonia degli Onori aiCaduti, con la deposizione della co-rona floreale al grandioso Monu-mento e con le allocuzioni del Sin-

    daco di Pinerolo sig. EugenioButiero, di Pier Andrea Ferro e diValter Costamagna in alta uni-forme settecentesca.Molto ammirato il (suo) GruppoStorico Pietro Micca, che ha accom-pagnato, con le ritmiche sonoritàdei suoi tamburi, la marcia deiGranatieri e degli altri radunisti perle vie del centro fino al Duomo, ovecon il rito religioso e la solenne«Preghiera del Granatiere» si è con-clusa la prima parte dell'intensoprogramma.

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    Verso la metà del mese diGiugno del 1918, dopo circa8 mesi dall’arretramento delfronte bellico sulla linea del Piave aseguito della tragica ritirata diCaporetto, gli Austroungarici pen-sarono di dare il colpo definitivoall’Italia e dilagare nella pianurapadana. Essi si erano rinforzati conle truppe recuperate dal fronte Estdopo la resa della Russia. Una mas-siccia offensiva scattò il 15 Giugnosu tutto il fronte, dal Trentino alla

    Quindi, tutti a Osasco, teatro del-l'antico avvenimento che oggi si rie-voca, dove è già pronto il riccopranzo ... preparatorio alla batta-glia. Onora la mensa la gentileContessa Cacherano d'Osasco, del-l'antica Famiglia proprietaria delcastello, che aveva già dato la dis-ponibilità del grandioso parco perospitare la rievocazione dell'as-sedio. Ma le continue piogge deigiorni precedenti avevano compro-messo il manto erboso del parco,rendendolo inadatto al progetto.Tuttavia fu consentito a tutti unavisita...pacifica, mentre lo StatoMaggiore (il Pres. Ganglio, il Sin-daco Adriano Miglio, il Presidentedella Pro Loco Valter Borgio ) alle-stiva, in idonea posizione esterna,un trinceramento difensivo mo-dello Assietta!Grandiosa la rievocazione, convin-centi i figuranti nelle loro manovrecommentate dal bravissimo spea-ker a un'attentissima folla di spetta-tori. Tra questi, molti giovani ebambini; ed è bello segnalare il lorocomportamento disciplinato: con-sci di assistere non a un happeningdi fantasia, ma a una realistica le-zione di storia, tra il crepitìo dellafucileria, i botti dei cannoni, le urla

    dei feriti, le vivandiere-infermieresul campo, i frati accanto ai mori-bondi! ... Efficace dimostrazioneche la guerra, in ogni epoca, è sem-pre crudele !Grazie al Comune di Osasco, allaPro Loco e ai suoi ai validi volon-tari. Un grazie speciale alla Fami-glia Cacherano che, nei suoi varirami, si onora di ascendenze illustriin campo militare: anche nella spe-

    cialità Granatieri Guardie!Ricordiamo: Giovan Battista Ca-cherano di Bricherasio, Generalecomandante del campo durante labattaglia dell'Assietta 19 luglio1747 e il Conte Giuseppe OttavioCacherano Osasco della Rocca,che era colonnello comandante ilReggimento Guardie a Torino nel1760.

    Angelo Masperone

    A CORTELLAZZO PER IL RICORDO DELLA BATTAGLIA DEL SOLSTIZIO

    19 maggio 2013

    La Contessa Cacherano d'Osasco e il sindaco Butiero depongono un omaggio floreale.

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    foce del Piave, agli ordini dei feld-marescialli Conrad e Boroevic. Magli Italiani, guidati da ArmandoDiaz, stavolta non si fecero co-gliere impreparati. Un fitto fuocodi artiglieria martellò subito gli as-salitori fiaccandone nell’imme-diato ardori e il morale. Epichebattaglie difensive si svolsero sulGrappa e sul Montello. Gli au-striaci, nel giro di pochi giorni, fu-rono costretti a retrocedere dalleposizioni conquistate. Già il 20Giugno, i comandi asburgici die-dero l’ordine di ritirata, ed il 23l’offensiva cessò con la sonorasconfitta degli imperiali. GabrieleD’Annunzio coniò per questieventi il termine di «Battaglia delSolstizio». Nel Delta del Piave, però, gli au-striaci, pur ritirati nelle posizionidi partenza, rimanevano una co-stante minaccia per Venezia (vici-nissima), occupando tutta la stri-scia di terreno pianeggiante tra ilPiave Vecchio ed il Piave Nuovo.Fu così che, nei primi di Luglio, ilXXIII Corpo d’Armata italiano,nel quale era inquadrata la Bri-gata Granatieri, si lanciò all’at-tacco per sloggiare il nemico.Pagine epiche furono scritte inquei giorni, al termine dei qualigli austriaci furono rigettati inmaniera definitiva sulla riva sini-stra del Piave. «Granatieri, sietestati tutti eroi» scrisse per i suoiuomini il Comandante dellaBrigata.Proprio in questi luoghi, a Cortel-lazzo di Jesolo, accanto al pontesul Piave, sorge un Monumentodedicato a quei granatieri chetanto diedero alla Patria in queigiorni. Qui, tutti gli anni, la se-conda Domenica di Maggio, le se-zioni del Basso Piave organizzanouna adunata celebrativa che vederaccolti numerosissimi granatieriprovenienti dalle RegioniSettentrionali. Il 12 Maggio scorso, circa 25Colonnelle erano allineate davanti

    al Monumento per assistere allaMessa concelebrata