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I GRANATIERI DI SARDEGNA PER LA SICUREZZ A DI NOI TREMÒ LA NOSTRA VECCHIA GLORIA. TRE SECOLI DI FEDE E UNA VITTORIA. (GABRIELE D’ANNUNZIO) UN GLORIOSO RICORDO: L’ASSIETTA I GRANATIERI DA DIECI ANNI A CORATO IL G RANATIERE ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA ANNO LXXII - N. 3 -LUGLIO-SETTEMBRE2017 - PUBB.TRIMESTRALE - POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D. L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1 C/RM/23/2017 74 ° ANNIVERSARIO DIFESA DI ROMA DELLA

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I GRANATIERI DI SARDEGNAPER LA SICUREZZ A

D I N O I T R E M Ò L A N O S T R A V E C C H I A G L O R I A . T R E S E C O L I D I F E D E E U N A V I T TO R I A . ( G A B R I E L E D ’ A N N U N Z I O )

UN GLORIOSO RICORDO:L’ASSIETTA

I GRANATIERI DA DIECI ANNI A CORATO

IL GRANATIEREORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNAANNO LXXII - N. 3 - LUGLIO-SETTEMBRE 2017 - PUBB. TRIMESTRALE - POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D. L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1 C/RM/23/2017

74°ANNIVERSARIODIFESA DI ROMADELLA

LETTERA DAL DIRETTORE

Lettori carissimi, innanzitutto desidero ringraziare tutti coloro che hanno voluto riservare alla mia persona manifestazioni di vicinanzaed affetto. In un mondo sempre più pervaso dalla tecnologia, che in qualche modo fa correre il rischio di perdereil contatto con la realtà, è bello invece sapere di avere al fianco altre persone, sulle quali poter contare e fare affida-mento. Sentire di non essere soli e poter condividere le proprie esperienze produce una carica emotiva davvero forte,che consente spesso di superare difficoltà e risolvere problemi che possono apparire, ad un primo approccio, addi-rittura insormontabili.In tale quadro, rinnovo a tutti l’invito a partecipare alla stesura del nostro, e sottolineo nostro, periodico. “IL GRANATIERE” non è proprietà privata del Direttore o di altri soggetti. È patrimonio comune di ciascuno dinoi e dobbiamo contribuire, ognuno con le possibilità, capacità e doti di cui dispone, a far sì che diventi semprepiù interessante ed aperto ad accogliere il pensiero di tutti.Vi chiedo nuovamente, pertanto, di proporvi con articoli, aneddoti, storie, approfondimenti…corredati di immaginifotografiche, possibilmente ad alta definizione, in maniera da poter disporre di materiale vario e valido per la pub-blicazione e che susciti interesse ed emozioni da condividere con gli altri…

Il Medagliere dell’Associazione Nazional

e Granatieri di Sardegna

La Bandiera del 1°reggimento “Granatieri di Sardegna”

La collaborazione è aperta a tutti.

Chiunque può inviare direttamente allaDirezione i suoi articoli. Gli scritti, inediti ed esenti da vincolieditoriali, possono trattare temiattinenti all’Associazione e non. È gradito l’invio di foto in altarisoluzione, disegni, schizzi e tavoleesplicative a corredo degli articoli. La Direzione si riserva il diritto dicambiare titolo e sottotitolo e di dareall’articolo l’impostazione graficaritenuta più opportuna.

IL GRANATIERE

Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna

Gra. Giancarlo Rossi

EDITORIALE

LUGLIO-SETTEMBRE 2017 IL GRANATIERE 3

In qualità di Presidente dell’Associa-zione Nazionale Granatieri di Sar-degna, sono oggi in questo luogo,ricco di significato, per commemo-rare i Caduti militari e civili dellabattaglia di Roma, dell’8 – 10 set-tembre 1943, che qui alla Monta-gnola, 74 anni or sono, visse uno deipiù tragici momenti. Davanti al monumento che ricordaquei Caduti, non sono necessari eloquenti discorsi, maoccorre sempre meditare e riflettere su ciò che accadevain quelle tragiche giornate, nella nostra Italia.La Divisione Granatieri di Sardegna – una Unità del-l’Esercito sempre salda nella tradizione di dovere mi-litare – all’indomani della caduta del regime fascista,il 25 luglio 1943, e con il Paese ancora in guerra controgli Alleati, aveva ricevuto il compito, assieme ad altreUnità militari, di difendere la città di Roma da uneventuale attacco. I piani militari prevedevano che essa creasse una lineadi difesa lungo tutto il perimetro sud, passante poi perquesto luogo.Quindi, la comunicazione dell’armistizio da parte delMaresciallo Badoglio, avvenuta alle 19.42 dell’8 set-tembre, sorprese anche loro e, cosa più significativa,comportò il rovesciamento del fronte. Ora la minacciaproveniva dalle truppe tedesche affluite in gran nu-mero in Italia dopo il 25 luglio, nel quadro di quellache in codice era denominata “Operazione Alarich”. Ma quei Granatieri, alcuni ancora oggi nelle fila del-l’Associazione, erano ben consapevoli del propriocompito, di soldati assegnati alle posizioni di combat-timento per la difesa della Capitale.Una coscienza che indicava loro di non cedere ilposto e tantomeno abbandonare le armi, se questonon fosse stato ordinato legittimamente, lungo la ca-tena di comando. Poiché queste doti ai Granatieri di Sardegna non sonomai mancate, come la loro plurisecolare storia di ser-vizio alla Patria racconta, quando alle ore 22.20 dell’8settembre una colonna tedesca tentava di passare conla forza la posizione tenuta dai Granatieri presso la Ma-gliana, la reazione fu di rispondere al fuoco. Quei colpidi cannone, sparati alla Magliana, per ordine del Ge-

nerale Joachino Solinas, Coman-dante della Divisione Granatieridi Sardegna, fu la prima rispostaferma alla protervia dei tedeschi chevolevano ad ogni costo entrare, conla forza, dentro Roma. È quellol’istante zero, l’inizio di quel grandemovimento di opposizione all’occu-pazione nazista della Patria. Presto i combattimenti si accesero

su tutta la linea, qui, sulla Laurentina, alla Monta-gnola, soldati e popolo combatterono tra le case, etanti si adoperarono per prestare ricovero ai feriti.Alla Montagnola i combattimenti furono intensi edistruttivi, perché portati con le armi pesanti e con ilanciafiamme, che fecero scempio della piccola scuolae delle abitazioni; ma anche di tutti coloro che sbar-ravano la via agli attaccanti. Sulla linea del fuoco siprodigò quella bella figura di cittadino e di patriotache fu Quirino Roscioni, il fornaio, veterano invalidodella Grande Guerra, colpito a morte; analoga sortesubì il Tenente dei Granatieri Luigi Perna, impavidoe generoso tra i suoi soldati, che al suo esempio si ani-mavano nella lotta accanita. I combattimenti della battaglia di Roma cessarono alle16.30 dello stesso giorno, ma non dopo gli scontri sullalinea di difesa nella zona della Piramide Cestia, PortaSan Paolo e Porta Capena, dove tra molti altri – militarie civili – cadeva il Tenente dei Granatieri Raffaele Per-sichetti, in congedo, in borghese, ma accorso al reggi-mento. Il Persichetti, riconosciuto dal Comandante direggimento, assumeva il comando di un reparto e ve-niva coinvolto in più azioni di fuoco. Durante unapausa tra i combattimenti, un momento prima di ca-dere, aveva telefonato da un bar alla madre, per rassi-curarla e dire che quel giorno si sarebbe attardato fuoricasa: comportamento emblematico del dramma diquelle giornate; un giorno di ordinaria battaglia vissutonella città eterna.È accertato che, solo tra i Granatieri, i Caduti furono260 e 296 i feriti. Ma nel complesso, con dati seppurapprossimativi, 1000 furono i Caduti militari di tuttele unità che presero parte ai combattimenti e 500 iCaduti civili in combattimento. Circa 3000 quelli diparte tedesca.

Discorso tenuto alla Montagnola10 settembre 2017

EDITORIALE

LUGLIO-SETTEMBRE 20174 IL GRANATIERE

Questo mi induce a considerare che la definizione di“mancata difesa di Roma”, dal punto di vista di coloroche combatterono, è ingenerosa, ancorché falsa. Labattaglia si sarebbe protratta, forse raggiungendo il pa-rossismo estremo del combattimento casa per casa, conbombardamenti aerei e rappresaglie, se non fosse in-tervenuto l’accordo che definiva Roma “città aperta”.Dunque, la definizione di “mancata difesa di Roma”può valere soltanto per coloro che abbandonarono ilposto assegnato, sottraendosi alle proprie responsabi-lità. Non vale né per i Granatieri di Sardegna né per

tutti quei militari di altri Corpi che, invece di sot-trarsi, seppero prendere le armi per difendere la Patria.Non vale certamente per tutti quei civili che non re-starono alla finestra a guardare, ma accorsero sulla lineadel fuoco per dare il proprio contributo.Questi i fatti, di cui oggi la storiografia dà atto, ren-dendo giustizia, per quanto di giustizia si possa parlaredi fronte ad un dramma in cui così numerose personepersero la vita.

Direttore responsabile: Giancarlo RossiIn Redazione: Giovanni Ficarra (Segreteria)Corrispondenti: Veneto – Roberto Pellegrini; Piemonte – Angelo Masperone;Lombardia – Enrico Mezzenzana; Marche – Alessandro Ponzanetti;Puglia – Umberto Miccoli e Giuseppe CaldarolaAmministrazione: Antonio BilanciaIndirizzo e-mail Direttore: [email protected]

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La collaborazione al giornale avviene a titolo volontario e gratuito.Tutto il materialeche perviene in Redazione, anche se non pubblicato, non viene restituito. La redazionesi riserva la facoltà di modificare e/o sintetizzare i testi che vengono forniti.

Chiuso in tipografia il 6/10/2017

IL GRANATIEREI N Q U E S T O N U M E R O

EDITORIALE 3

ATTUALITÀ 5

STORIA 7

ALAMARI CON LE STELLETTE 22

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA 31

SFILERANNO SEMPRE... 47

LETTERE AL DIRETTORE 16

BREVI E LIETE 18

IL PRESIDENTE NAZIONALEGRA. GIOVANNI GARASSINO

LETTI PER VOI 17

LUGLIO-SETTEMBRE 2017 IL GRANATIERE 5

ATTUALITÀ

74° Anniversario della difesa di RomaERNESTO BONELLI

74° Anniversario della difesa di RomaERNESTO BONELLI

Ore 09.45 dell’8 settembre 2017, presso la Pira-mide Cestia di Porta San Paolo, il Medagliere

Nazionale dell’Associazione Nazionale “Granatieri diSardegna”, le Colonnelle di alcuni Centri Regionali edi varie Sezioni e numerosi bianchi alamari di giovanie vecchi Granatieri occupano i primi posti dello schie-ramento predisposto per la cerimonia celebrativa del74° anniversario della Difesa di Roma. I Granatieripresenti sono animati dall’orgoglio di dimostrare atutti che nelle giornate dall’8 al 10 settembre 1943solo la Divisione “Granatieri di Sardegna”, con i re-parti avuti in rinforzo, tra cui i “Lancieri di Monte-bello”, era schierata, prima a semicerchio tra l’Aureliae la Salaria e, dopo gli iniziali combattimenti allaMontagnola, alla Magliana, all’Eur, alla Cecchi-gnola e lungo la Tuscolana, presso la Piramide aPorta San Paolo ed a Porta San Giovanni per difen-dere l’onore delle armi italiane e dell’Italia stessa. L’austera cerimonia, presieduta dal Capo dello StatoOn. Sergio Mattarella e da altre Autorità civili e mili-tari, con schierata la Banda d’ordinanza del 1° reggi-mento “Granatieri di Sardegna” ed una compagniacomposta da Granatieri e Lancieri, ha visto i Grana-tieri rendere omaggio agli eroici Caduti ed a tutti co-loro che hanno combattuto in quei fatidici giorni nelrispetto del giuramento prestato, della disciplina edella fedeltà all’ordine costituito.Il successivo 10 settembre i Granatieri sono stati an-cora presenti alla cerimonia, organizzata dal Comunedi Roma e dall’VIII Municipio nella piazza Cadutidella Montagnola, per ricordare i Caduti ed i com-battenti degli scontri avvenuti l’8 ed il 9 settembre1843 in quella località. La cerimonia, nonostante l’in-clemenza del tempo, a momenti proibitivo, non haimpedito la deposizione della corona presso il monu-

mento eretto a memoria nella piazza ed è proseguitanella vicina Parrocchia Gesù Buon Pastore ove primail Presidente Nazionale Gen. Gra. Giovanni Garas-sino, poi l’On. Gemma Guerrini, membro dell’As-semblea Capitolina, all’uopo delegata dal Sindacodella città, hanno pronunciato discorsi rievocatividegli avvenimenti di quei giorni e significativi per va-lori civici e morali. La mattinata si è conclusa con lacelebrazione della Santa Messa in suffragio dei Cadutie la Preghiera del Granatiere.Ogni volta che ricorre questo anniversario viene spon-taneo chiedersi: “ma la battaglia per la difesa di Romaavrebbe potuto non esserci?”. Il compito dei Granatieriera di “resistere fino all’ultima cartuccia” ma non erachiaro. Non si capiva se si dovesse resistere ai tedeschi. Poteva tranquillamente succedere quello che successein molti luoghi: la liquefazione dello strumento mili-tare, il sollievo per la fine della guerra e come conse-guenza quella che venne chiamata “la morte dellaPatria”. Ma per i Granatieri non fu così. “Una coscienzaindicava loro di non cedere il posto e tantomeno abban-donare le armi, se questo non fosse stato ordinato legitti-mamente, lungo la catena di comando. Una circostanzache i soldati conoscono bene, ma in quel frangente di di-sorientamento e di stanchezza, dopo tre anni di infaustaguerra, mantenersi fedeli alla missione richiedeva beneuna gran forza d’animo e saldezza di disciplina. Poiché queste doti ai Granatieri di Sardegna non sonomai mancate, come la loro plurisecolare storia di servizioalla Patria racconta, quando alle ore 22,20 dell’otto set-tembre una colonna tedesca tentava di passare con la forzala posizione tenuta dai granatieri presso la Magliana, lareazione fu di rispondere al fuoco”. (stralcio dall’inter-vento tenuto il 10 settembre 2017 dal Presidente Na-zionale Gen. Giovanni Garassino alla Montagnola).

9 settembre 1943, Porta San Paolo. Artiglieria semovente nella difesa di Roma

LUGLIO-SETTEMBRE 20176 IL GRANATIERE

ATTUALITÀ

I tedeschi proditoriamente attaccarono nuovamenteall’alba del 9 settembre, sorpresero i Granatieri all’ac-cesso alla Via Laurentina. Il Capitano Pandolfo (Me-daglia d’Oro al Valor Militare) che li comandavaordinò il contrattacco all’arma bianca, ma cadde. Labattaglia era confusa, i tedeschi conquistarono ilForte Laurentino, che non era affatto una fortezza,ma soltanto un orfanotrofio. L’ultima resistenza av-venne nella salita della Laurentina, sotto il fuoco deimortai che sparavano dall’Eur, e l’attacco ai pochicarri armati che erano stanziati attorno al piccoloponte di legno della Laurentina, sul fosso delle TreFontane. Gli equipaggi dei carri morirono bruciatinel loro abitacolo e poco più in alto il Tenente LuigiPerna (Medaglia d’Oro al Valor Militare), che avevaorganizzato un’ultima difesa, moriva colpito da unproiettile anticarro. La lotta proseguì a Porta SanPaolo il giorno 10. I combattimenti “cessarono alle16.30 dello stesso giorno, ma solo dopo gli scontri sullalinea di difesa nella zona della Piramide Cestia, PortaSan Paolo e Porta Capena, sulla Tuscolana, a Porta SanGiovanni, alla stazione Termini, dove tra molti altri– militari e civili –, cadeva il Tenente dei GranatieriRaffaele Persichetti, in congedo, in borghese, ma accorsoal reggimento. Il Persichetti, riconosciuto dal Coman-dante di reggimento, assumeva il comando di un repartoe veniva coinvolto in più azioni di fuoco. Durante unapausa tra i combattimenti, un momento prima di ca-dere, aveva telefonato da un bar alla madre, per rassi-curarla e dire che quel giorno si sarebbe attardato fuoricasa: comportamento emblematico del dramma diquelle giornate; un giorno di ordinaria battaglia vissutonella città eterna.” (intervento già citato).L’episodio militare è un grande esempio di un valoreessenziale. Infatti bisogna riflettere sul fatto che inquei giorni nacque una Resistenza senza guerra civile.Resistenza alla ingiusta occupazione tedesca, chetrasse vita in primo luogo dai Granatieri che fecero illoro dovere fino in fondo e dai cittadini romani cheoperarono con loro, senza ripensamenti e senza crisi.Per un lungo periodo non si è parlato abbastanzadella Resistenza dei militari, sia combattenti, sia de-portati per non aver accettato di combattere con i te-deschi – ricordiamoci dei Granatieri del 3° che,deportati nel campo di concentramento di Wietzen-dorf oflag 83 ed invitati dai tedeschi ad allearsi conloro, si rifiutarono intonando in segno di orgoglio la“marcia dei pifferi” –.

Poi qualcuno ha voluto anche sminuire l’importanzadell’appoggio morale e materiale che le popolazioni,le donne in particolare, davano nel prestare assistenza,nel nascondere, nel dividere il poco pane, nel curare iferiti, nel seppellire i morti. Alcuni storici hanno defi-nito questa area la “zona grigia”. Ebbene, in quei giornifu significativo il rapporto che si instaurò fra i Grana-tieri che combattevano e la popolazione.Giovanni Gentile ha scritto: “Improvvisamente l’Italiadegli Italiani con cui si viveva e si voleva vivere d’un solsentire e pensare, sembrò che fosse scomparsa. Per qualeItalia ora vivere, pensare, sognare, poetare, scrivere?” Nonfu così! Finché rimane un italiano che fa il suo doverefino in fondo, fino al sacrificio della vita, senza aspet-tarsi, non dico la vittoria, ma neppure il riconosci-mento della sua azione, solo, con la sua coscienzadavanti a Dio, allora la Patria non è morta. Lo storicoGranatiere Gabriele De Rosa ha in un suo libro ricor-dato la crisi di coscienza che colpì la sua generazionenella battaglia di El Alamein. Granatiere con i Grana-tieri si rese conto del baratro verso il quale l’Italia sistava avviando e decise che l’unica risposta possibileera quella di fare tutto il proprio dovere con onore. DaEl Alamein alle giornate dell’8 – 10 settembre 1943,primo episodio della Resistenza italiana, c’è un imper-scrutabile filo rosso. Questo è l’insegnamento della Montagnola e di PortaSan Paolo. Questo è il messaggio che tutti noi Grana-tieri con il Medagliere e le nostre Colonnelle ogni annodalle due piazze romane vogliamo trasmettere a chivuol credere e sperare nei veri e puri Valori nazionali.

Il Presidente Nazionale Gen. Giovanni Garassino Foto Corrado Calvi

LUGLIO-SETTEMBRE 2017 IL GRANATIERE 7

STORIA

Non è una gran bella montagna.Troppe vette grandiose ab-

biamo potuto ammirare in affasci-nanti servizi giornalistici o televisiviper restare incantati o sbalorditi,guardando l’Assietta, da pianoribrulli, in cui magre zolle offronoal più qualche cespuglio o alcuniesemplari di flora alpina. Del restonon per nulla è stata chiamata così.Con tale nome i Francesi intendono“piatto da tavola”: non ci piace, manon possiamo farci nulla. Noi, però,forti di una realtà storica, prefe-riamo lasciarci investire dal ricordodi ciò che ha reso addirittura sacroquel nome, quel monte. Dobbiamoinfatti ritenere sacri i luoghi del sa-crificio (non è un bisticcio lessicale).Essenza del dono è il sacrificio, l’im-molazione di ciò che distinguel’uomo anche come emblema, ecioè il suo sangue. Che tanti sacrificinon debbano necessariamente es-sere cruenti per meritarne defini-

zione rispettosa noi lo sappiamo.Ma quando il dono è la vita stessa,quando è il pulsare del cuore a im-pregnare le zolle della Patria, noiabbassiamo il capo e sappiamopiangere. Per ciò la parola “Calva-rio” non è tanto per noi una etimo-logia del “luogo del cranio”, quantoil nome solenne di un luogo che an-cora oggi irrora l’umanità, di un sa-crificio offerto addirittura da Dio aDio. Anche l’Assietta è dunque untempio, come le mille e troppe trin-cee della terra, in cui con il sanguesi è difesa una libertà o protetta unaPatria. Potremmo, raccontando unafulgida pagina di storia dell’As-sietta, ravvivare la nostra memoriae sconfiggere la nostra distrazione.Potremmo dire dell’impossibilecompito che si prefissero i Grana-tieri nel 1747 nell’opporsi al nemicotre volte superiore di numero: sbar-rare il passo ai Francesi e chiudereaddirittura, con il proprio valore,

l’assurda partita della lunga guerradi Successione austriaca. E se nonfiutassimo nell’aria l’ironico ap-punto di qualcuno che parla di fan-tasiosità, potremmo rammentarepiù dettagliatamente che, a corto dimunizioni, questi impavidi com-batterono anche con i sassi: lo fe-cero con tale accanimento dacostringere i nemici a ritirarsi in

L’ASSIETTA

Anche l’Assietta è un Sacrario, come le mille e troppe trincee dellaterra, in cui con il sangue si è difesa una libertà o protetta una PatriaWALDEMARO MORI – GIANCARLO SIBILLE

19 luglio 1747: un glorioso ricordo

L’ASSIETTA

Il conte G. B. Di Bricherasio il vincitore dell’Assietta

LUGLIO-SETTEMBRE 20178 IL GRANATIERE

STORIA

disordine. Così un poderoso eser-cito francese subì una tremenda,sanguinosa sconfitta da parte di unpiccolo corpo di eroiche truppe. Erail 19 luglio 1747. I Granatieri delbattaglione Guardie presiedevano lasommità del Colle, comandati dalprode Tenente Colonnello ContePaolo Navarina di San Sebastiano,Aiutante di campo del Conte diBricherasio. All’ordine scritto, e pertre volte ripetuto, del Comandantein capo delle forze piemontesi di ri-piegare su posizioni più arretrate, ilTenente Colonnello di San Seba-stiano fieramente rispose per sé eper i suoi Granatieri: “In faccia alnemico non possiamo voltare lespalle”. E resistette fino alla com-pleta vittoria, la quale gli valseanche (vedi mai quanto riconosci-

mento!) il perdono della sua disub-bidienza. Non sappiamo se i giovanidi oggi conoscano anche l’opera delConte di San Sebastiano. Ora, seleggeranno, dovranno meglio ono-rarlo, perché il sacrificio merita il ri-cordo, merita l’eternità. E la ragioneè semplice: ciò che è sacro è dellospirito, e lo spirito non muore. Sa-crificare significa rendere sacro. Ilsacro sa di Dio, dunque di immor-talità. A coloro poi che si sentonodisturbati quando si parla di sol-dati, vorremmo solo ricordare chepossono comodamente appisolarsi,sprofondati nelle loro poltrone, pro-prio perché tanti soldati si sacrifica-rono anche per loro. Il 19 luglio1747 infatti i Granatieri salvaronoil Piemonte. Ricorrano ai volumidi storia quanti sorridono di questa

annotazione. Parlando della batta-glia dell’Assietta abbiamo ricordatoil più antico ordine militare di Stato:non più, dunque, proprietà dei sin-goli Colonnelli, come allora era inuso e come ancora sarebbe statoper molto tempo. La Specialità,ancora oggi, si fregia con orgogliodei tradizionali bianchi alamari,a somiglianza del segno caratteri-stico dell’abbottonatura delle truppespagnole, conferiti ai GranatieriGuardie da Carlo Emanuele III Redi Sardegna, a memoria delle epichegesta della difesa dell’Assietta. AiGranatieri pensino dunque quantisi radunano sul Colle per significarepiù marcatamente una giornatache vuole anche essere festa delPiemonte. Accorrendovi, cammi-nino come al Sant’ Elia, come aRedipuglia, come lungo le dolinedel Carso o nei mille luoghi chevanno venerati perché benedettidal sangue di Italiani... Non sorri-dano poi bonariamente compas-sionevoli quando osservano le sfilatecommemorative di date che se-gnarono il cammino della Patria.Guardino piuttosto ammirati queilabari, quelle bandiere colonnellefieramente levate verso il cielo dauomini d’arme ormai canuti, i qualipur faticano a tenere il passo dellafanfara. E si domandino quantosangue sia stato versato per i ricono-scimenti appuntati sui vari meda-glieri. Si interroghino su quanto siacostata la libertà che oggi, parados-salmente, permette loro di cancel-lare la memoria del passato sacrificioe di ignorare le reliquie. La Patria èsempre costata sangue. Ce lo ricor-dano nel giorno dell’Assietta, i Gra-natieri di Sardegna, fregiati di unpassato che ci ha guadagnato il pre-sente. Anche per merito loro il Pie-monte è ancora Piemonte.

LUGLIO-SETTEMBRE 2017 IL GRANATIERE 9

STORIA

Nella cupa e piovosa notte, trail 23 ed il 24 ottobre 1917,

alle ore 02.00, lungo la valle del-l’Isonzo, da Plezzo a Tolmino, leartiglierie austriache e tedescheaprirono un fuoco violentissimocontro le posizioni italiane.Sei ore dopo, le fanterie mosseroall’attacco e prima di sera sfonda-rono il fronte.Tre giorni dopo i tedeschi occupa-rono Cividale; nel quarto giornodilagarono nella pianura friulanaed entrarono a Udine; nel decimoaustriaci e tedeschi superarono ilTagliamento e nel diciassettesimo- venerdì 9 novembre - raggiunserola riva sinistra del Piave.I territori che erano stati conquistati a prezzo di un-dici battaglie: il Friuli, il Cadore e la Carnia furonoinvasi dal nemico.Il soldato italiano fu denigrato, tacciato di tradimento,offeso. Ma fu vero tradimento? Le cause della sconfittafurono molte: nessuna di per sé stessa d’importanzadeterminante, ma tutte concorrenti a trasformare uninsuccesso iniziale nel crollo di un ampio settore delfronte e a rendere difficile la ritirata di più di tre quartidell’Esercito, al quale si chiese solo una passiva obbe-dienza (e che pure fino ad allora aveva dimostrato unacombattività e un’efficienza non inferiore ad altri).Tuttavia, dall’esame della condotta della ritirata dal-l’Isonzo al Piave, emerge la preparazione professionale,la sagacia e la maturità tattica di molti Comandanti el’elevato tono disciplinare e lo spirito delle tradizioni dimolte Unità tra le quali la Brigata “Granatieri di Sar-degna” che in quell’azione, inquadrata nella 4a Divi-sione, assolse il compito di retroguardia della 3a Armata.Il Comando della 3a Armata, a seguito di numerosi in-dizi che lasciavano presagire che il nemico si preparavaad eseguire un’azione offensiva, durante tutto il mesedi ottobre 1917, con una serie di provvedimenti, avevapreso tutte le misure necessarie per sostenere energica-mente un eventuale urto delle Unità austro-tedesche.

In particolare si era assicurato che l’inviolabilità delfronte fosse tenuta con un impiego minimo di forze,tenendo disponibile la maggior parte di esse in mododa impiegarle là dove il nemico avesse esercitato ilmaggiore sforzo. Infatti, le forze in prima linea (8 Bri-gate), appoggiate ad una efficace sistemazione difen-siva e sostenute da un imponente schieramento diartiglieria, assicuravano un’efficace linea difensiva delfronte. In seconda linea, altre 16 Brigate formavanola massa di manovra con la quale era possibile fron-teggiare qualsiasi andamento sfavorevole della lottaed incalzare anche il nemico, qualora le circostanze ela situazione lo avessero consigliato.Il 24 ottobre il fronte dell’Armata non fu interessatoda alcun attacco nemico. Soltanto sulle posizioni oc-cupate dai reparti si intensificò il tiro delle artiglierieaustriache. Quando il precipitare degli eventi sulfronte della 2a Armata e la pericolosità della situa-zione cominciarono ad essere di portata tale da co-stituire una minaccia crescente e più seria anche perla 3a Armata, alle 15.40 del 25 ottobre, il GeneraleCadorna diede ordine al Comando di Armata di pre-disporre tutte le misure necessarie per ripiegare sulfiume Tagliamento. In base a ciò, il Comandante –S.A.R. Emanuele Filiberto Duca d’Aosta - impartì

La Brigata Granatieri di Sardegnanella XII BATTAGLIA DELL’ISONZOERNESTO BONELLI

LUGLIO-SETTEMBRE 201710 IL GRANATIERE

STORIA

ordini preliminari per cui i Corpi d’Armata dipendenti, pur conti-nuando a mantenere saldamente la linea avanzata, avrebbero dovutooccupare con le proprie riserve la linea di Doberdò: Nad Log - margineorientale del Vallone - q. 208 meridionale e la retrostante linea di S.Martino e le Brigate a disposizione dell’Armata («Pinerolo», «Grana-tieri», «Catania» e «Venezia») sarebbero dovute passare agli ordini delComandante della 4a Divisione (Generale Paolini, Medaglia d’Oro alValor Militare che nel dopoguerra fu il primo Presidente del Commis-sariato per le Onoranze Funebri ai Caduti e si occupò del Milite Ignoto)per costituire una massa di riserva.Quando alle ore 02.50 del 27 ottobre, il Comando Supremo diede or-dine all’Armata di arretrare la posizione difensiva sul Tagliamento, ilComando dispose che i grossi dei Corpi d’Armata, preceduti dalle ar-tiglierie pesanti, ripiegassero per itinerari indipendenti e fosse protettoil movimento dell’Armata con forti retroguardie fronte a Nord (VIIICorpo d’Armata) e ad Est (4a Divisione) schierate in successive linee,pronte a manovrare controffensivamente in armonia con la retroguardiadella 2a Armata. Infine, cosa importante, stabilì che il velo di protezionedovesse rimanere in posizione il più a lungo possibile e, in ogni modo,non ripiegare prima che le code delle colonne di marcia avessero oltre-passato la linea delle alture di Medea. Da queste disposizioni emerge che la Brigata Granatieri, inquadratanella 4a Divisione, occupò nello schieramento il tradizionale posto dionore, cioè il più esposto. Fu collocata infatti, sin dalla prima linea disosta, nell’estrema ala sinistra, presso il limite nord della zona di ripie-gamento della 3a Armata. Era evidente - basta guardare una carta - che,ad un certo momento della manovra, la minaccia nemica più grave sa-rebbe venuta dal Nord.La prima linea di sosta fu quella del Torre. In essa la Brigata Granatierifu schierata il mattino del 27 ottobre, fronte ad Est nella zona Medeuzza- Colle di Medea – Romans.I Granatieri avevano lasciato con tristezza il Carso, ove avevano sparsotanto sangue nelle azioni dei precedenti mesi di maggio, giugno e ago-sto, meritando la Medaglia d’Oro alle loro Bandiere e raggiun gendo aSelo il punto estremo dell’avanzata della 3a Armata verso Trieste. Comandava la Brigata il Colonnello Brigadiere Gastone Rossi, il 1°Granatieri il Ten. Col. Rosario Musarra ed il 2° Granatieri il Col. Emi-dio Spinucci.Il Col. Spinucci in quei giorni era in licenza e, alle prime notizie di ciòche accadeva al fronte, era partito da casa in gran fret ta per “tornare su,fra i suoi granatieri”. La Brigata dunque ricevette l’ordine di proteggere ilripie gamento dei reparti dell’XI° Corpo d’Armata, che ripiegavano attra-verso i ponti di Peteano e Gradisca e, in caso di attacco nemico, resisteread ol tranza per dar modo a quelle truppe di raggiungere il Tagliamento.Per primo inviò un battaglione (I del 2° Granatieri) fra Corona e MonteFortin, con il compito particolare di difendere i due ponti.Il 27 e 28 ottobre, Essa non vide il nemico; dovette però assistere coninfinita tristezza, ma con cuore saldo, alla ritirata di truppe della 2a Ar-

Giovanni Chierici, Aspirante 2° Granatieri, caduto l’8 novembre1917 a Campagnano di Piave

STen. Ennio Ferrari, Medaglia d’Argento VM, morto l’8 novembre1917 a Campagnano di Piave

Giuseppe Carminati,Aspirante 1° Granatieri,disperso il 30 ottobre 1917 al Tagliamento

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mata, provenienti da nord-ovest. Anche se con ama-rezza nel cuore ma con fierezza i Granatieri atteseroil momento di potersi cimentare col nemico.Il giorno 28, fu accertato che tutto l’XI° Corpo d’Ar-mata era passato, pertanto il citato I battaglione del2° fece saltare i ponti di Peteano e Gradisca e rientròda Monte Fortin.Ma gli eventi intanto incalzavano ed al Gen. Paoliniveniva fatta premura di rag giungere la 2a linea di sosta:la linea del Cormor. Tale linea (Lestizza - San Andratsul Cormor, Carlino) doveva essere tenuta sino aquando le retro guardie dei Corpi d’Armata della 3a

Armata non avessero raggiunto il Tagliamento.La sera del 28 ottobre la 4a Divisione iniziò il ripie-gamento alla linea del Cormor.I grossi della 3a Armata avevano raggiunto ormai lalinea del F. Cormor (Gonars - S. Giorgio di Nogaro).La Brigata Granatieri dalla zona di Romans si portò inquella di Lestiz za, arrivandovi nella notte, dopo 30 km.di marcia sotto la pioggia continua. Nel pomeriggiogiunse notizia che Udine era stata occupata dal nemico.La mattina del 29 ottobre la Brigata era dunque schie-rata sulla Linea del Cormor con il Comando Brigata aTalmassons, il 1° Granatieri a S. Andrat e lungo il Cor-mor, fronte ad Est, il 2° a Lestizza, ed i battaglioni invecchie trincee fra Mortegliano e Lestizza, fronte aNord-Est. Sulla destra della Brigata Granatieri, sischierò la Brigata Veneto, da S. Andrat a Paradiso.Frattanto il Col. Spinucci, che era riuscito a passarea forza il Ponte di Codroipo, fra i reparti in ritiratadella 2a Armata, aveva raggiunto il suo 2° a Lestizzariprendendone il comando.Da est ora avanzava la 1a Armata austriaca dell’lsonzo,mentre da Nord incombeva la minaccia delle GrandiUnità austro - germaniche che procedevano versoSud-Ovest a cavallo delle grandi rotabili scendenti daUdine. La situazione era gravissima. Nella giornatadel 29 ottobre la 3a Armata raggiungeva il Taglia-mento e ne iniziava il passaggio, utilizzando anche ilPonte di Madrisio, che era stato rimesso in efficienza.I Granatieri non sapevano bene quanto accadeva aNord e ad Ovest del loro settore, intuivano qualcosaper racconti di reparti in ripiegamento e per notiziediscordanti e incerte di profughi. II Comando dellaBrigata Granatieri però, precauzionalmente, presedelle misure. Sostituì con 2 battaglioni della BrigataTevere, di cui disponeva, i 2 btg. del 1° Granatieri sulCormor e li dislocò al km. 15 e al km. 19 della strada

Emidio Spinucci, Medaglia d’Oro, Colonnello 2° Granatieri, morto a Lestizza il 30 ottobre 1917

alta per Codroipo fronte a Nord. Il Comando del 1°Granatieri da S. Andrat si spostò a Flambro. Il Co-mando di Brigata, molto opportuna mente, spostò ilII battaglione del 1° Granatieri (che era di riserva reg-gimentale), a Pozzecco, alla sinistra dello schiera-mento del 2° Granatieri, per meglio as sicurare ilfronte Nord della Brigata e tenne una compagnia delbattaglione in riserva di Brigata a Talmassons.Nella mattinata intanto i due Corpi d’Armata ne-mici, che avanzavano a cavallo della rotabile Udine -Codroipo, avevano già occupato, combattendo, Pa-sian Schiavonesco (Basiliano di oggi), Orgnano, Te-renzano e poi Basagliapenta e Carpeneto. Eranoprossimi all’importantissimo nodo stradale di Poz-zuolo dei Friuli (Pozzuolo distava dallo schieramentodel 2° Granatieri 5 km.).Tempestivamente la sera del 29 era stata inviata d’ur-genza a Pozzuolo la 2a Brigata di cavalleria (Dragonidi Genova e Lancieri di Novara). Essa aveva il compitodi fermare il nemico a Pozzuolo per tutta la giornatadel 30. Il mattino del 30 e per tutto il giorno gli austro- tedeschi attaccarono furiosamente e in forza. Alla Bri-gata di cavalleria si era unita la Brigata di fanteria Ber-gamo. Dragoni di Genova, Lancieri di Novara,battaglioni del 25° e 26° fanteria Bergamo si batteronocon strenuo valore nella sto rica ed epica difesa di Poz-zuolo sino a sera.La Brigata Granatieri, nel confuso clima del quadro ge-nerale, non seppe quanto stava accadendo a Pozzuolo.Come non seppe che un’ag guerrita Divisione germa-nica, la 5a, ricca di mezzi e che aveva preso par te conalcuni suoi reparti anche ai combattimenti di Pozzuolo,stava pro cedendo con due forti colonne verso Sud: una

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da Basagliapenta puntando su Vigliacaccia, Rivolto,Passariano, Lonca; l’altra da Sclaunicco su Gallerianoe Flambro, precedute da audaci reparti molto mobilicon mitra gliatrici. Intanto pioveva ed al le 5 del pome-riggio incominciava ad imbrunire.Verso le ore 19 il Comando di Brigata seppe che il ne-mico aveva oc cupato Passariano e Lonca (Lonca è a 5km. ad Ovest di Flambro, sulla rotabile per Codroipo).Ordinò allora che il III battaglione del 1° Granatieri, siportasse ad Ovest di Bertiolo, a protezione del fiancosinistro della Brigata, ma ciò non poteva certo avvenirein breve tempo. Frattanto il II battaglione del 1° Gra-natieri, che in mattinata era stato inviato a Pozzecco,sulla sinistra del 2° Granatieri, condusse un’azione aprote zione di reparti delle Brigate Venezia e Verona, cheripiegavano incalzate dal nemico: riuscirono a sottrarsialla pressione del nemico e a ritirarsi a Madrisio, pas-sando per Flambro.Il battaglione del 1° Granatieri, giunto a Flambro, ebbel’ordine di schie rarsi, fronte ad ovest, allo scopo di pro-teggere la ritirata degli altri battaglioni del reggimentoe del 2° granatieri ancora a Lestizza.II Comandante del battaglione, forse per chiarire l’or-dine rice vuto, fece sostare il suo reparto nella forma-zione di marcia, in attesa del suo ritorno e si recò alComando di reggimento, lì vicino. In questo frat-tempo, erano circa le 20 e quindi completamente buio,il battaglione venne attaccato in testa e in coda dagruppi di nemici armati di mitragliatrici e bombe amano. Sorpreso reagì come potè, ma ebbe perdite gravi.Alle ore 19,30, il Comando di Brigata, ricevette l’or-dine di far ripiegare le truppe sulla linea Rovereto - Gra-

discutta - Romans. Di conseguenza, ordinò al I batta-glione del 1° Granatieri di raggiungere al più prestoBertiolo; alla colonna del Colonnello Musarra di riti-rarsi sulla strada Pozzecco - Bertiolo - S. Martino - Gra-discutta ed a quella del Colonnello Spinucci di portarsisulla di rettrice Lestizza - Flambro - Sterpo - Romans.Il Colonnello Musarra, Comandante del 1° Granatieri,ricevuto l’ordine, si affrettava a trasmetterlo ai dipen-denti battaglioni, quando reparti tedeschi circondatoil Comando lo catturavano al completo. Di conse-guenza il I e III battaglione, rimasti senza ordini, di-sposero di loro iniziativa: il I battaglione par tecipò col2° Granatieri, all’attacco di Flambro, avvenuto più tardie il III battaglione, indisturbato, ripiegò diretta menteda Talmasson a Flambruzzo e di poi a Madrisio.Il Colonnello Spinucci, Comandante del 2° Granatieri,appena ri cevuto l’ordine dal Comando di Brigata di ri-piegare (alle ore 21) la sciato qualche piccolo posto afronteggiare il nemico, che proveniente da nord avevagià preso contatto coi nostri, ordinò al reggimento diincolonnarsi celermente sulla strada Lestizza - Flambroe iniziare il ripiegamento colle misure di sicurezza.La marcia fu iniziata verso le ore 22. Precedeva il IIIbattaglione con elementi di avanguardia, seguiva il Icon le compagnie mitra gliatrici di Brigata, infine il IIbattaglione con elementi di retro guardia.Seguivano il reggimento a breve distanza, i resti dellaBrigata Bergamo, e il 52° artiglieria da campagna. A200 metri circa da Flambro, l’avanguardia del reggi-mento fu fatta segno a fuoco vio lento di mitragliatrici.Il Colonnello Spinucci arrestò la colonna e, ritenendodi avere avanti a sé, elementi del 1° Granatieri chescambiassero il 2° Granatieri per il nemico, fece gridarea più riprese: “Granatieri del 1° cessate il fuoco, siamoGranatieri del 2°”. Non fu difficile invece convincersiche avevamo di fronte tede schi armati di mitragliatriciitaliane. (Essi erano gli stessi che ave vano catturato ilComando del 1° Granatieri).Questi elementi erano padroni di un nodo stradaleimportante, posto sulla direttrice di ritirata, da circatre ore, e tale circo stanza era ignorata dal Comandodi reggimento.Il Generale più anziano presente in quel momentonella colon na, ordinò al Colonnello Spinucci di at-taccare Flambro, per aprire la via ai Granatieri e atutta la colonna.Il Colonnello Spinucci dispose che il I battaglione del2° Grana tieri (Capitano Andreini) a cavallo della strada

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attaccasse frontal mente il nemico; il II (MaggioreMagri) a sinistra e il I del 1° Granatieri (MaggioreCampolieti) a destra, agissero lateralmente e a tergo delnemico; il III battaglione del 2° (Maggiore Casabassa)e le compagnie mitragliatrici di Brigata, in rincalzo.Il nemico, pur non essendo numeroso, era armato dimolte mi tragliatrici - opportunamente appostate nellecase di Flambro - favorito dalla notte buia e dal terreno;potè quindi avere agevol mente il dominio sui Grana-tieri e costringerli ad aprirsi faticosamente la strada.Il I battaglione del 2° reggimento, che era venuto atrovarsi a più immediato contatto col nemico, fu ilpiù provato: caddero, ben presto, parecchi Ufficialifra morti e feriti e fra questi il Comandante.L’azione del battaglione, malgrado il magnifico slan-cio, illan guidì e i reparti incominciarono a sostarepoco lungi da Flambro. Il Colonnello Spinucci, chein testa al suo reggimento marciava sulla strada, bat-tuta in pieno da raffiche violentissime di mitraglia-trici, eretto sulla persona, allorché si avvide chel’azione accennava a spe gnersi, a poche decine dimetri da Flambro, si cacciò avanti per rianimare i suoie incominciò a gridare: “Avanti Granatieri, avanti colvostro vecchio Colonnello! ”. Ma una pallottola nemicalo colpì in fronte, e l’eroe cadde alla testa del suo reg-gimento. Fu decorato della Medaglia d’Oro al ValorMilitare. L’Aiutante Maggiore in 1a del reggimentoera il Capitano Tommaso Latini, anch’egli fu ferito.Sanguinante per corse la fronte di attacco (anche il Ibtg. del 1° Granatieri non progrediva) per rendersiconto della situazione, ma non riuscì a raggiungere ilMaggiore Magri, ormai penetrato in Flambro e in essoquasi incapsulato nella dura lotta. Magri era il più an-ziano dei Comandanti di battaglione e ad esso sa rebbespettato di assumere il comando del reggimento. La-tini allora andò dal Maggiore Carlo Viale, Coman-dante del III bat taglione, annunciandogli la morte delloro Colonnello ed esponendo la si tuazione. Vialecapì e prese il comando. Insistette inizialmente nel-l’attacco, ma poi valutò che era ormai inopportuno(si era già alle prime ore del 31 ot tobre) perdere altrotempo contro quel duro scoglio e che necessitavaormai schivarlo e, infiltrandosi fra Talmassons e Flam-bro, cercava di arri vare presto alla zona di Mandrisio.Il I battaglione di Andreini ricevette ordine di ripie-gare: ripiegamento non facile per la reazione nemica.Il Capitano Andreini a terra si difese a colpi di pi stola.Un colpo di baionetta nemica lo trafisse. Fu separato

dai suoi. Il Tenente Luigi Bruno di Napoli, Coman-dante di una compagnia, si buttò avanti invano, allatesta di un gruppo di animosi, per liberarlo, accerchia -to a sua volta, si aprì il passo fra i nemici inizialmente,ma poi fu cattu rato. L’azione di Magri sul tergo e sulfianco di Flambro ottenne però il ri sultato validissimo(e che risolse la situazione) di agganciare il nemico eimpedirgli la possibilità di ostacolare validamente imovimenti di ripie gamento del resto del 2” Granatieri.Dalla zona della chiesetta di S. Giovanni (piena dinostri feriti, che don Quadri, l’eroico nostro cappel-lano, assisteva), sotto la guida del Magg. Viale, i re-parti riusci rono, evitando inizialmente la strada diTalmassons e l’insidia nemica, ad arrivare a giornoalto nella zona di Madrisio.Il Maggiore Magri, benché fosse stato nell’azione ri-petutamente fe rito, continuò a tenere impegnato ilnemico in Flambro sino all’alba. Poi riuscì a svinco-larsi e ad arrivare col suo battaglione, provato in uo-mini, ma con tutte le sue armi, nella zona di Madrisio.A Madrisio, il Colonnello Brigadiere Castone Rossi,attendeva, con tava e salutava i bravi, stanchi batta-glioni della nostra Brigata, che, nella retroguardia della

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3a Armata, erano stati fedeli comesempre alle loro tra dizioni.Nei giorni 1 e 2 la Brigata accanto-nava nella zona di Sesto e procedevaal suo riordinamento materiale emorale. Alle ore 20 del giorno 3, ilComando di Brigata preavvisava ireggimenti di un eventuale ripiega-mento del nostro Esercito, sullasponda destra del Piave. La Brigataavrebbe fatto parte di una spe cialeriserva d’Armata, col compito diproteggere il tergo e il fianco sini-stro della 3^ Armata. Al primo cenno la Brigata si sa-rebbe schierata fra S. Vito al Tagliamento e Cordova.Compito delle truppe di retroguardia: im pedire inqualunque modo, alle celeri pattuglie nemiche, di ar-rivare alla coda dei grossi. Il 4 novembre, la Brigata,scaglionata in profondità, prese la dislocazione stabi-lita, e il giorno successivo, assicurato lo sfilamentodell’XI Corpo d’Armata, ripiegò dietro la Livenza, neltratto che va da 500 metri a sud del ponte di Meduna,fino al ponte di Lorenzago escluso, collegata a sinistracon reparti d’assalto e a destra con reparti del XIIICorpo d’Armata; aveva a sinistra il 1° Granatieri condue battaglioni in linea e un battaglione in riserva a S.Giovanni; il 2° a destra con due battaglioni in linea eduno in riserva al San tuario di Motta di Livenza.Il giorno 6 pattuglie nemiche raggiunsero la sponda si-nistra della Livenza. Aeroplani nemici volarono a bassaquota, per rico noscere le nostre posizioni e gettaronobombe incendiarie nel paese di Motta. All’imbrunirel’avversario tentò di passare la Livenza, ma venne re-spinto. Il giorno 7, giuntovi in forza, inquadrò i suoitiri e si preparò a passare l’ostacolo, alla confluenza delMeduna, ma fu respinto da reparti del 1° Granatieri.Verso le ore 18, un soldato del battaglione d’assalto av-vertiva il Comando di Brigata che gli arditi, sotto lapressione del nemico, avevano ceduto davanti al pontedi Meduna (il ponte era stato fatto saltare, ma disgra-ziatamente non in modo completo) e che gli Austriacierano riusciti a passare la Livenza.Venne ordinato allora al battaglione Campolieti del1° di ricacciare il nemico, e poiché contemporanea-mente que sti tentava il passaggio in forze in localitàpiù a sud, fu dato incarico dell’operazione anche alla124a compagnia mitragliatrici, i cui uo mini per man-canza di armi utilizzabili, caricarono alla baionetta.

In entrambi i luoghi il nemico fu respinto. Frattantoanche gli arditi erano riusciti a riprendere le posizioniperdute al ponte di Meduna.Alle ore 21, come da ordine ricevuto, la Brigata ri-piegò sulla linea Monticano - Livenza e alle ore 24 siattestò. Alle ore 10,30 del giorno 8, ripiegò sul Pia-von, dopo aver contenuto il nemico sul Mon ticano.Quivi alle 19 circa il III battaglione del 2° Granatierivenne attaccato da forti pattuglie, ma riuscì ad impe-dire ogni infiltrazione e alle 22,30 un rinnovato at-tacco nemico su tutta la fronte del reg gimento (2°Granatieri), venne contenuto, senza però poter impe-dire che forze avversarie passassero il Piavon sulla de-stra e sulla sinistra della Brigata e che alle 22,45,quando giunse l’ordine di ripiega mento sulla destradel Piave, i Granatieri si trovassero pressoché com -pletamente accerchiati. Da tale critica situazione il 1°Granatieri riuscì a togliersi indisturbato, il 2° invecedovette combattere, per aprirsi la via al Piave.Più provato fu il III battaglione, che a Chiarano, allesue spalle, sulla direttrice di ripiegamento, trovò ilnemico in forze, proveniente da sud. Il battaglioneriuscì a ripiegare, ma solo dopo aver soste nuto, perfarsi strada, una lotta violenta e dopo aver perdutoparec chi dei suoi uomini.Il mattino del 9, verso le ore 5, i primi reparti dellaBrigata pas sarono il fiume sacro a Ponte di Piave, esi recarono a Vallio ove accantonarono.La XII battaglia dell’Isonzo fu, indubbiamente, unasconfitta italiana.Per effetto e in conseguenza di essa, si perdette tutto ilFriuli, tutta la Carnia e tutto il Cadore; circa 300.000uomini caddero in mano al nemico e, con essi, 3.000pezzi di artiglieria e i magazzini di mezzi e materiali di-slocati nella zona fra Piave ed Isonzo. Solo la Brigata

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Granatieri ebbe 11 Ufficiali e 68 Granatieri caduti e 15Ufficiali e 239 feriti in combattimento.Il nome di Caporetto ha continuato a gravare conenorme peso sulla stessa storia d’Italia e, da solo, carat-terizza l’intero anno di guerra 1917.L’esodo delle popolazioni intasò le strade; per cui le fan-terie furono spesso costrette a gettarsi per i sentieri pan-tanosi della campagna e retrocedere fra duri stenti.Brigate, Divisioni, Corpi d’Armata corsero il rischio diperdere i contatti, di attardarsi troppo nella ritirata, divedersi sfuggire di mano il grosso delle proprie forze eperciò di toccare la meta, il Piave, con reparti superstitiadatti a tutto tranne che a rompere e rovesciare la spintain avanti delle numerose Divisioni austro-tedesche.Ma proprio durante la ritirata e sul Piave l’Esercito,malgrado le perdite subite, ritrovò la saldezza dimo-strata in due anni e mezzo di dure lotte nelle trincee ein massacranti attacchi.Forse, proprio nel ricordo di tanti sacrifici, i nostri sol-dati, ed i Granatieri in particolare, ebbero uno scattod’orgoglio contro l’invasore. Non un Esercito sconfitto,quindi, si trincerò sulla nuova linea, ma una forza che,seppur ridotta, era ancora sostanzialmente sana e che,nella sua strenua difesa, pose le premesse per la vittoriadi Vittorio Veneto.

Testimonianza del Maggiore LatiniAiutante Maggiore del 2° GranatieriII Colonnello Spinucci trovavasi in licenza a Roma,quando ebbe inizio la nostra ritirata dal Carso. Di suainiziativa troncò la licenza e ripartì per riprendere il suoposto al Comando del 2° Granatieri. Ci volle il suo entu-siasmo, la sua ferrea volontà, per poter riuscire a raggiun-gere il reggimento a Lestizza, il giorno 29 ottobre. Eglilottò per attraversare nel senso inverso alla ritirata il Pontedi Codroipo e, marciando su strade secondarie e in pienacampagna, riuscì a raggiungere la sua meta. Era raggiantein quel pomeriggio del giorno 29 allorquando riprese ilComando del reggimento, schierato in retroguardia, a ca-vallo della strada Udine - Lestizza. Alla sera del 30, versole ore 20, dopo aver combattuto a Lestizza contro Tedeschiprovenienti da Nord, il reggimento, dietro ordini, ripiegòper portarsi dietro Flambro e stabilire quivi una nuovaresidenza. Il Colonnello era in testa alla colonna, che ce-lermente si ritirava sulla strada Lestizza - Flambro. Pre-cedeva la colonna una piccola avanguardia; seguiva unaforte retroguardia. Vicino alle prime case di Flambro

l’avanguardia fu fatta segno a fuoco di mitragliatrici Fiatpesanti e la colonna si fermò. Tutti eravamo convinti fos-sero nostre truppe che ci scambiassero per Tedeschi. Inco-minciammo a gridare: “Cessate il fuoco! cessate il fuoco!siamo Granatieri!”, ma inutilmente.Alle nostre grida rispondevano rabbiosamente le mitra-gliatrici avanti a Flambro. Evidentemente erano Tedeschiche facevano uso di nostre mitragliatrici catturate. Ave-vamo quindi nemici alle nostre calcagna, e nemici difronte, che tentavano di tagliarci la ritirata e catturarci.Oltre al nostro reggimento, ci seguiva il battaglione mi-tragliatrici di Brigata, e alla destra il battaglione com-plementi del 1° Granatieri, anche questo fermato davantia Flambro.Erano circa due terzi della Brigata che rischiavano di es-sere catturati se il Comandante si fosse perso d’animo.Così non fu. Il Colonnello Spinucci, in piedi sulla stradasotto le raffiche di mitragliatrici, avvisò subito i Coman-danti di battaglione e diede ordine d’attaccare il nemico,circondarlo e catturarlo.Un battaglione a sinistra della strada, un battaglione sulladestra; il terzo battaglione mitragliatrici lungo i fossi mar-ginali della strada. Il Colonnello era in testa al reggimentoe sulla strada; lo seguivo d’appresso quale Aiutante Mag-giore in 1^. Era verso mezzanotte allorquando il reggi-mento iniziò l’attacco. La notte era scurissima, ci si vedevamale anche a pochi metri.Il terreno era di difficile percorribilità, poiché filari di viti,nel senso perpendicolare della fronte, osteggiavano forte-mente l’avanzata dei nostri. Il nemico era asserragliato aFlambro e con sei o sette mitragliatrici, piazzate nelle casee disposte a ventaglio, batteva violentemente tutta la frontedel nostro attacco.II quadro nella notte era tragico. Si sentiva solo il fuocorabbioso delle mitragliatrici, alcuni secchi comandi deinostri ed i lamenti dei numerosi feriti, che nella notte ma-lamente ricevevano il soccorso dovuto. Il Colonnello Spi-nucci, malgrado una mitragliatrice nemica battesse inpieno la strada con raffiche violentissime, eretto nella per-sona, e con coraggio leonino, seguiva il movimento del reg-gimento. Allorquando vide che l’avanzata incominciavaad affievolirsi, a poche decine di metri da Flambro, semprein mezzo alla strada, e in testa al reggimento, si mise dicorsa, e gridando a voce alta ripetutamente: “Avanti Gra-natieri, avanti col vostro vecchio Colonnello”, si lanciòcontro il nemico.Fu così colpito in fronte a morte e cadde sulla stradain testa al suo reggimento.

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LETTERE AL DIRETTORE

Gentile Direttore,col solo intento di doverosa precisazione mi permetto segnalare di se-guito quanto relativo all’annuncio apparso su “IL GRANATIERE”aprile-maggio dell’anno scorso, alla pagina 10, circa il raduno interre-gionale “Sedini (SS)” così definito. A mio avviso, e con il massimo ri-spetto verso tutti, ritengo di poter affermare e chiarire quanto scrivo.In Corsica, durante l’anno 1943, operava un intero raggruppamentodi granatieri costituito da tre btg. denominati “speciali da sbarco” di-stinti in primo, secondo e terzo. Quest’ultimo, di cui faceva parte loscrivente non ancora ventenne, fu falcidiato da importanti perditeumane a seguito dell’affondamento del “Crispi” avvenuto il 19 apriledello stesso anno.Tanto premesso e tralasciando ulteriori avvenimenti bellici sull’isolafrancese, il raggruppamento, nella seconda decade di ottobre di quel-l’anno, lasciò la Corsica per la Sardegna sostando in Gallura: il primobtg. a Perfugas, il secondo a Sedini e il terzo a Bulzi (nel raggio di 9km) fino alla sera di San Silvestro. Durante la notte ci mettemmo tuttiin viaggio per raggiungere Iglesias (Cagliari) il primo giorno dell’anno.Tutto quanto ho inteso evidenziare al solo scopo di rendere noto chela generosità, l’accoglienza e l’ospitalità fu manifestata in egual misura,con identico affetto e con la stessa umanità dalle tre suddette comunitàdella provincia di Sassari.

Rispettosi e granatiereschi salutiGino Montefusco

Grazie per la collaborazione. Gli organizzatori del raduno confermano chesono stati invitati ed hanno partecipato anche i Sindaci di tutte le localitàinteressate all’evento.

Il piroscafo «Crispi»

SEDINI (SS)Raduno interregionale

23-24 settembre 2017

1659-2017

358 anni... ma non li dimostrano

Raduno per rinnovare e ringraziare lagenerosa accoglienza e l’ospitalià deicittadini di Sedini al btg. “Granatieri diSardegna” da sbarco rientrato dallaCorsica nei tragici mesi del “43”.

Primo nucleo del rinnovato EsercitoItaliano.

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LETTI PER VOI

Chi mi conosce sa che amo cono-scere la storia senza pregiudizi. Con questo spirito ho acquistatoquesto diario di guerra. Uno dei motivi che mi hanno por-tato a leggerlo è che alcuni dei pro-tagonisti indicati nelle libro li hopersonalmente conosciuti nel corsodella mia carriera militare nei re-parti con i Bianchi Alamari duranteincontri e raduni con ex combat-tenti e reduci.Per me il 25 aprile resta una festa,è la LIBERAZIONE, il ritorno allapace, la fine della guerra, special-mente di quella fratricida che videcontrapposti i repubblichini e i te-deschi ai partigiani, reparti del-l’Esercito italiano a quelli alleati dal1943 al 1945. Sappiamo tutti che le violenze pro-seguirono ben oltre la resa militarecon la tragedia dell’esodo dalle re-gioni di Istria e Dalmazia.Pensando a quel periodo storico undubbio mi ha sempre arrovellato:“ma se avessi avuto 19-20 anni l’8settembre 1943 quale scelta avreifatto? Come mi sarei comportato?”Francamente non lo so. Ho letto illibro con molto interesse e l’ho ter-minato in breve. Le pagine conten-gono molte foto, l’elenco e le fotodei 19 Granatieri che persero la vitain combattimento. L’autore era il Comandante di quelbattaglione. Mi aspettavo un mag-giore ricorso alla retorica fascista, in-vece da ogni parola si percepisce

l’orgoglio delle proprie idee e la di-gnità per un dovere compiuto cononestà e grande senso di responsa-bilità. Il reparto dei Granatieri dellaRSI era una unità militare non po-litica. Come tale si comportò inogni circostanza evitando gli eccessitipici della spietata guerra civile. I racconti sono legati a quel tipo diconflitto, di guerriglia e controguer-riglia, con pause prolungate e vio-lenti e improvvisi scontri a fuoco. Un aspetto che mi ha colpito è chei molti Ufficiali dei Granatieri,spesso provenienti dai Corsi dell’Ac-cademia Militare, mantennero iloro gradi per la maggior parte delperiodo. Non ci furono promozioni“facili” e così il Sottotenente Chiti,reduce dal fronte greco-albanese, daiBalcani e dalla campagna in Russia,comandava una compagnia nor-malmente retta da un Capitano. IlCapitano Christin comandava ilbattaglione pur non essendo un Uf-ficiale superiore. I partigiani sonodescritti come guerriglieri “mordi efuggi” ma senza giudizi di disprezzoo odio. Erano italiani che milita-vano nella parte avversaria. L’epi-logo è storia. Il 4 maggio 1945 il battaglione siarrese ai partigiani piemontesi.Non ci furono rappresaglie aidanni dei Granatieri, segno chenon potevano essere accusati diviolenze o comportamenti fuoridalle leggi di guerra. Furono por-tati in vari campi di prigionia per

repubblichini per poi venire libe-rati nell’autunno del 1945. Tuttisi integrarono nel nuovo Stato econtribuirono alla ricostruzionee rinascita dell’amata Patria. Il Tenente Chiti venne riammessonell’Esercito Italiano fino a dive-nire Generale per poi farsi fratefrancescano. Continuarono a nu-trire gli stessi sentimenti che ave-vano seguito nella loro gioventù.Si riunirono periodicamente neiloro raduni fino a quando la leggedell’anagrafe glielo consentì.Nelle conclusioni a pagina 145 silegge “Il tempo trascorso per noi, gliavvenimenti succedutisi nella storiadella nostra Patria, hanno smussato,nel ricordo, l’asprezza degli episodidi allora. Su tutto sembra essersisteso un velo che, pur non facen-doci dimenticare nulla di quantoabbiamo patito e gioito, ha creatocome un alone di leggenda attornoai fatti allora accaduti e dei qualisiamo stati valorosi e tenaci prota-gonisti. [Christin]”. Frequentaronoi raduni e le cerimonie dei Grana-tieri e in questi ebbi il piacere el’onore di conoscerli: Chiti, Holzer,Ciammaruconi, e altri. Tutte per-sone di valore.... autentici Grana-tieri. Ne consiglio la lettura.

Massimo Meinero

Autore: Francesco ChristinEditore: Edizioni Settimo Sigillo

CON GLI ALAMARI NELLA RSIStoria del 1° Battaglione Granatieri di Sardegna 1943/45

LuGLio-setteMBRe 201718 IL GRANATIERE

BReVi e Liete

La giornata trascorsa il 30 aprile 2017, dopo 25 annidal congedo, insieme ad un gruppo di commilitonidel 3°/91 è stata vissuta con molta emozione e tantanostalgia. Rientrare in caserma e pensare che nel1991 avevo 19 anni appena compiuti ed ora ero incompagnia di mio figlio, con la stessa mia età di al-lora, ho provato una emozione unica essere con lui,con i commilitoni e sopratutto con il nostro Coman-dante Lorenzo Gajani Billi, all’epoca Tenente Co-lonnello. Raccontarci l’anno passato insieme, contante paure e ansie senza sapere cosa succedesse ilgiorno dopo, essere servitori della Patria nel corpopiù glorioso e antico dell’Esercito italiano, i Grana-tieri di Sardegna del 1° btg. Assietta. Nell’entrare tre-mavano le gambe, vedere l’autosezione dove svolgevoil mio servizio, rivedermi camminare nel piazzale,nello spaccio, sotto le camerate, la mensa con le in-terminabili file per il rancio.Passeggiando con mio figlio e ricordarci cosa si facevadurante la giornata, ci son venute le lacrime agli occhi.

Con tutto il gruppo ci siamo dati appuntamentoper l’anno prossimo, con l’impegno di rintracciarealtri Granatieri dello stesso Contingente. Ringrazio il Comandante del 1° btg. che ha per-messo di farci entrare, il Capitano Angelo Lavillacon noi per tutto il tempo nel visitare la caserma,ilDon che ci ha dato l’opportunità di celebrare unaS.Messa con Preghiera del Granatiere.Un forte rin-graziamento all’A.N.G.S. e al Presidente RegionaleCarmine Formicola, che con il suo supporto logi-stico ha fatto si che questo giorno resti nei nostricuori.

Ritorno alla Gandin 1992/2017Giuseppe  Costantino

È difficile descrivere l’emozione di ritrovarsi dopo tanto tempo. C’è qual-cuno che lo si incontra ogni giorno sul web, un altro può capitare che loincroci per puro caso per strada, ma tra tutti puoi vivere il momentoesaltante di rivedere un amico, un collega, il compagno di branda che

5° incontro alla caserma Ruffo

FOTO CORRADO CALVI

LuGLio-setteMBRe 2017 IL GRANATIERE 19

BReVi e Liete

hai perso di vista e non senti da quasi quarant’anni.Alle 08.30 del 9 settembre 2017, fuori il gran por-tone della Caserma Ruffo in Via Tiburtina a Romac’è un po’ di animazione. Baci, abbracci, pacche sullespalle e battute “colme di spirito” sull’aspetto esteticodell’amico, occhi umidi. Si presentano mogli, figli. La voglia di rivedere laCaserma Ruffo, la nostalgia dei vecchi commilitoni,l’emozione di passeggiare lungo i viali pieni di ri-cordi ha fatto sì che anche questa volta le porte dellacaserma si sono aperte a vecchi Comandanti di reg-gimento e di battaglione, ad Ufficiali e Sottufficialie ad ex- Granatieri. In sintesi si vivono quei momentidi incontro che rendono entusiasmante lo stare insiemedopo tanto.Stiamo parlando del 5° incontro di coloro che hannoindossato gli alamari con la fiamma del 2° sul copri-capo, o meglio, incisa sul cuore. Per molti è stato “Cen-gio” per qualcuno anche 2°, anche se il battaglione“Cengio” è comunque rimasto nel 2° reggimento. Nonha importanza, il cuore del “massiccio”, da solo o in-quadrato, è quello che conta. Si apre il portone, si entra, ci si ferma, si guarda, si re-spira. In un attimo si assapora il ricordo di un anno permolti, di una vita per alcuni.Sono momenti indelebili per chi li vive, da aggiungereal proprio bagaglio per chi non li ha ancora colti.La voce dirompente di qualche organizzatore del-l’evento riporta a terra. Si entra nel cortile. Attende iradunisti il Comandante della Caserma, ora sede del

Reparto Comando e Trasmissioni della Brigata “Gra-natieri di Sardegna”, Ten. Col. Marco Bellucci. Sem-plicemente cordiale, gentile, disponibile. D’altrondebuon sangue non mente. A lui va il compiacimento perl’organizzazione ed il grazie di tutti.Da buoni Granatieri ci si inquadra. Per primo va rivolto un pensiero ed un omaggio a co-loro che nelle fila del reggimento hanno donato la vitaper la Patria ed a tutti quelli che dalla fondazione adoggi hanno militato nelle fila del 2° e che non ci sonopiù. La corona viene deposta dal Generale C.A. Massi-miliano Del Casale, già Comandante del 2°, decanodei Granatieri in servizio, accompagnato dal Ten. Col.Marco Bellucci. Si pensa all’estremo sacrificio di tanti. Qualcuno lo ri-corda al figlio accanto. Frattanto scorrono le immaginidi quando “inquadrato ed in uniforme di rappresen-tanza con il colbacco eri schierato davanti al Sacello delMilite Ignoto o presso qualsiasi altro monumento…“. Ecco i discorsi. Poi la visita alla caserma con i figli. “Iodormivo lì”, “Qui papà puliva il fucile”. Agli amici: “Tiricordi quella volta che …..”. Ci si aggira per i cortili, le camerate. Racconti, ricordi, risate, rimpianti.Il tempo passa inesorabile. Si va a mensa. La fila. Il self service. Le dissertazioni sulvitto. I discorsi. I brindisi finali.Grazie agli organizzatori. Meritano il plauso di tutti.La giornata è trascorsa. Bisogna uscire. La vita della ca-serma deve continuare.

FOTO CORRADO CALVI

LuGLio-setteMBRe 201720 IL GRANATIERE

BReVi e Liete

Dopo due anni, l’anno scorso l’incontro è stato an-nullato in concomitanza del Raduno Nazionale diAsiago, il gruppo della 3^ compagnia cont. 3°/72ha festeggiato i 45 anni dall’incorporamento neiGranatieri di Sardegna, ritrovandosi a Vibonati nel

Cilento, ospiti di un commili-tone, provenendo da varie regioniitaliane e come sempre con l’al-lora Capitano Antonio Lattanzio. Come ogni anno, il tutto è possi-bile grazie alla capacità organizza-tiva dal Presidente della Sezione diPompei, Salvatore Cascone, l’arte-fice principale della costituzionedi questo gruppo che ha saputotrasformare un anno trascorso in-sieme in una solida e duratura ami-cizia, che dopo 45 anni dà ancorala gioia di incontrarsi per condivi-

dere quei valori umani e morali che si basano sulla le-altà e sull’amicizia vera. Così, a distanza di anni, ci troviamo, fra goliardatee gustose specialità, a riflettere sulla fortuna di essereGranatieri di Sardegna.

La fortuna di essere GranatiereCaRMine FoRMiCoLa

Due Granatieri, Egidio Savelli (diFano) e Giuseppe Maggi (di Pu-siano in provincia di Como), ri-spettivamente appartenenti al 2°e3° contingente 1966 ed in servizionella 1^ compagnia (comandatadal Cap. Duilio Benvenuti) del I°battaglione “Assietta” del 1° reggi-mento “Granatieri di Sardegna”, sisono casualmente incontrati adAsiago, in occasione del Raduno Nazionale dell’As-sociazione Granatieri di Sardegna, il 4 e 5 giugno del2016. Il ritrovarsi, dopo tantissimi anni, ha fatto na-scere in loro il desiderio di promuovere un incontrocon il loro stimato e vecchio Comandante. Il loro de-siderio si è concretizzato, a Fano, il 28 luglio 2017,

presso l’abitazione del Granatiere Savelli. Sono statimomenti emozionanti e pieni di piacevoli ricordi. Il Generale Duilio Benvenuti, per rendere più si-gnificativo l’incontro, ha donato agli stessi alcunepubblicazioni, con dedica, relative alla storia deiGranatieri.

Ritrovarsi dopocinquant’anni!

Fuori ci si saluta. Di nuovo abbracci, lacrime, promessedi rincontrarsi al prossimo: “al 6°”.Che giornata straordinaria!

Quanto vale stare insieme e contarsi? “Un immenso valore morale necessario per la vita diun uomo”.

LuGLio-setteMBRe 2017 IL GRANATIERE 21

BReVi e Liete

Enrica e Gilberto Giantin, da Padova, hanno celebratole nozze d’oro circondati dall’affetto degli Ufficiali dellacompagnia carri dello splendido IV battaglione mec-canizzato, che aveva sede nella Caserma De Carolis diCivitavecchia.Gli amici di una vita Corrado, Rosi, Del Paggio e Ma-sini, indossando sciarpe bianco-rosse, hanno fatto alaal passaggio dei due “sposi” sotto un romantico arco disciabole. In effetti l’amicizia che lega questi cinque Uf-ficiali con le rispettive consorti sa del miracoloso: ognianno si incontrano per rinnovare e rinsaldare la loroamicizia. Quest’anno l’occasione è stata creata appuntodalle nozze d’oro di Enrica e Gilberto cui vanno gli au-guri di tutta la famiglia granatieresca.

La Sezione di Catania al convegnosugli artificieri antisabotatoriGiorno 28 agosto, si è svolto a Ra-gusa, presso l’accogliente audito-rium San Vincenzo Ferreri, ilconvegno “Gli Artificieri Antisa-botatori al servizio dello Stato edella Nazione. Centenario della na-scita del Mar. Magg. A. dell’Eser-cito Salvatore Scrofani”. Remo Longo, Salvatore Cormagi,Rocco Galluccio, Mario Milazzo,Francesco Rapisarda e Andrea Gan-gemi della Sezione di Cataniahanno partecipato in rappresen-tanza dell’Associazione NazionaleGranatieri di Sardegna, portandocon loro il Labaro regionale e la Co-lonnella di Catania.Il convegno ha visto la partecipazione di numerosepersonalità tra cui, a titolo non esaustivo, il Sig. Sin-daco, il Questore, il Comandante provinciale dei Ca-rabinieri ed il Comandante provinciale della Guardiadi Finanza.Il convegno, incentrato sulla memoria del Mar. Magg.A. dell’Esercito Salvatore Scrofani, ha vissuto nume-rose testimonianze concernenti la vita e l’operatosvolto a beneficio dell’Esercito, della Croce Rossa Ita-

liana e dell’intera comunità. Un intervento partico-larmente interessante è stato tenuto da un rappresen-tante dell’Esercito Italiano che ha illustrato l’attivitàdi disinnesco dei residuati bellici e degli esplosivi ingenere, eseguiti ogni anno in numero superiore a6.000 interventi; il personale preposto viene sceltocon specifiche attitudini, dotato di modernissime at-trezzature e tecnologie e viene formato raggiungendoelevati livelli di preparazione.

Nozze d’oro.Un’amicizia che dura da oltre 50 anni

LUGLIO-SETTEMBRE 201722 IL GRANATIERE

ALAMARI CON LE STELLETTE

Il Ten. Col. Giuseppe RAUSO è stato designato dalloStato Maggiore dell’Esercito quale Comandante del II°battaglione “Cengio” del 1° reggimento “Granatieri diSardegna” con conseguente assunzione di comando indata 16 giugno 2017. Il II° battaglione ha preso partea numerose attività di supporto alla popolazione inoccasione del sisma che ha recentemente colpito ilCentro Italia, consolidando il legame con la societàspoletina e umbra tutta, a cui è legato da decenni,ed è intervenuto a garantire sicurezza nella Capitalein occasione del “Giubileo straordinario dellaMisericordia”. È tuttora impegnato nell’operazione“Strade Sicure” con un’aliquota di personale cheassicura la vigilanza di punti sensibili di ASSISI, nonchèsu altri siti nella Piazza di ROMA. Inoltre fornisce ilproprio contributo anche nell’ambito della missioneUNIFIL (United Nation Interim Force in Lebanon) inLibano con l’impiego di una compagnia fucilieri. Il II° battaglione offre supporto come OPFOR(Opposing Force) nell’ambito del progetto SIAT(Sistemi Integrati per l’Addestramento) presso ilpoligono di Monte Romano e di Cesano di Roma perpermettere a tutti i reparti di potersi addestrare,nonchè assicura le OPFOR a favore della BrigataFolgore nell’ambito dell’Esercitazione “Mangusta”.Mantiene attiva continuamente un’aliquota di pronto

Nuovo Comandante del 2° battaglione “Cengio”

CURRICULUM VITAE

Il Tenente Colonnello Giuseppe RAUSO è nato a Viterbo il 9giugno 1976 ed ha frequentato il 205° corso della ScuolaMilitare “Nunziatella” dal 1992 al 1995, dove ha conseguito lamaturità scientifica. È stato poi frequentatore del 177° corso“Tenacia” dell’Accademia Militare di Modena dal 1995 al 1997,è stato nominato Sottotenente nel 1997 ed ha seguito i corsipresso la Scuola di Applicazione a Torino fino al mese di luglio2000.È stato assegnato al 1° reggimento “Granatieri di Sardegna”in Roma dal mese di ottobre 2000 fino al mese di aprile del2004, dove ha ricoperto gli incarichi di Comandante diplotone e Vice Comandante della 32° compagnia controcarri,per essere poi trasferito presso la sede di Spoleto dove haassunto il comando della compagnia fucilieri. Ha prestatoservizio nell’ambito dell’Operazione Joint Guardian in Albania,dapprima quale Comandante di plotone e successivamentequale Military Assistant del Comandante della CommunicationZone West e del Nato Headquarter Tirana.Dal mese di settembre 2005 al mese di agosto 2010 haricoperto l’incarico di Comandante di compagnia AllieviMarescialli presso la Scuola Sottufficiali dell’Esercito e diUfficiale Addetto alla Sezione Addestramento del reggimentoAllievi Marescialli.Dal mese di agosto 2010, dopo aver frequentato il 135° corsodi Stato Maggiore, è stato assegnato alla Sezione Cerimonialedello Stato Maggiore dell’Esercito e dal 16 giugno 2017 haassunto il comando del II° battaglione “Cengio” presso lasede di Spoleto.Ha conseguito la laurea in Scienze Politiche indirizzo economicoed in Scienze Internazionali e Diplomatiche ed è statofrequentatore del 16° corso ISSMI presso il Centro Alti StudiDifesa.È coniugato con la Signora Patrizia ed ha tre figli,Asia, Giadae Diego.

impiego per fornire una risposta efficace in casodi pubbliche calamità, sulla scorta degli accordistabiliti nell’ambito della Cooperazione civile-militare,prevedendo l’impiego di personale, mezzi e materialiad integrazione delle risorse dei Dicasteri e degliorganismi civili istituzionalmente preposti. LaCaserma spoletina rappresenta ormai l’unica realtàoperativa militare in Umbria e si conferma di strategicaimportanza soprattutto per questo tipo di interventi eper il supporto logistico che riesce a fornire a tutti ireparti militari che attraversano l’Italia Centrale. L’AreaAddestrativa di San Martino in Trignano a circa 10 kmdalla sede del battaglione, utilizzata per la condotta diuna vasta gamma di attività addestrative sia da repartiappartenenti alla Brigata “Granatieri di Sardegna” siada reparti esterni – come ad esempio la ScuolaSottufficiali dell’Esercito – rappresenta il valoreaggiunto del battaglione e costituisce un poloaddestrativo particolarmente funzionale.

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ALAMARI CON LE STELLETTE

È di pochi giorni fa la notizia di unturista statunitense individuato daimilitari della Brigata Granatieri diSardegna in servizio a Roma, pro-prietario di un drone che ha sorvo-lato l’area del Pantheon. L’uomo èstato portato in caserma dove èstato denunciato per procurato al-larme e violazione del divieto disorvolo. La misura restrittiva divolo è stata inasprita a seguito deirecenti attentati a Barcellona, chehanno innalzato il livello di atten-zione in tutte le città italiane e inparticolare nella Capitale. In que-sto contesto, operano i militaridell’Esercito Italiano, nell’ambitodell’Operazione “Strade Sicure”. Circa 7.000 uomini e donne impiegati in 48 localitàdistribuite su tutto il territorio nazionale, con oltre1100 mezzi. Di questi, solo nella città di Roma, sonoschierati circa 2000 militari e circa 400 mezzi tattici.A guidare l’Operazione Strade Sicure a Roma è tor-nata, dal mese di luglio, la Brigata “Granatieri di Sar-degna”, unità dalle più antiche tradizioni militari eradicata nel territorio romano fin dalla sua creazione. I “Granatieri di Sardegna” derivano dall’antico reggi-mento delle Guardie Reali creato nel 1659 dal ducaCarlo Emanuele II di Savoia. L’appellativo “granatieri”deriva dal fatto che, nel 1685, il re Vittorio AmedeoII di Savoia assegnò ad ogni compagnia del reggimentosei soldati incaricati di lanciare allo scoperto le “gra-nate”. Dal 1976 le unità di Granatieri hanno formatola base della Brigata meccanizzata “Granatieri di Sar-degna”, destinata già dall’epoca alla difesa e protezionedel centro Italia, in particolar modo di Roma inquanto Capitale e sede del Governo. Dislocata nelLazio, Umbria ed Abruzzo si compone di un reggi-mento granatieri e uno di cavalleria. I Granatieri diSardegna sono stati impegnati in operazioni di pacein Somalia (giugno-dicembre 1993), Bosnia (1997),Albania (2001 e 2002), Kosovo (2005), Afghanistan(2013) e Libano (2005, 2015) dove è tuttora impe-gnata con un contingente di circa 600 militari. Nel territorio nazionale, invece, la Brigata Granatieridi Sardegna ha il comando del Raggruppamento

Lazio-Umbria-Abruzzo, inserito nel contesto del-l’Operazione “Strade Sicure” avviata nel 2008, chevede i militari dell’Esercito impiegati in ambito na-zionale, in concorso e congiuntamente alle Forze diPolizia, per il presidio del territorio e delle principaliaree metropolitane e la sorveglianza dei punti sensi-bili. L’area di responsabilità (AOR) si estende percirca 19.000 Kmq, quasi come la superficie totaledella Slovenia ovvero come il doppio della superficietotale del Libano. Uno dei punti di forza dell’Operazione è la Sala ope-rativa del Raggruppamento, che gestisce e coordinal’operazione senza soluzione di continuità, compostada personale della Brigata e dai cosiddetti augmentees,personale fornito dalle unità ricevute in concorso perla specifica esigenza. La Sala operativa monitora leattività e le operazioni in corso, sovrintendendo allagestione diretta degli eventi e delle emergenze. Per leesigenze connesse alla tempestività dell’intervento, siinterfaccia in tempo reale con le Sale operative dellaQuestura, del Comando Provinciale dei Carabiniericompetente per territorio, del Comando delle ForzeOperative del Sud e dello Stato Maggiore dell’Eser-cito e anche con la Sala operativa delle “Guardie Sviz-zere” della Città del Vaticano. Dall’inizio dell’Operazione, il contributo dei nostrisoldati alla sicurezza della popolazione, ha permessol’arresto di oltre 15.500 persone – di cui 280 dall’inizio

NOI…Granatieri…CI SIAMO

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ALAMARI CON LE STELLETTE

dell’anno – il controllo e l’ identificazione di quasi2.930.000 individui (circa 290.000 solo quest’anno)e il sequestro di oltre 2,2 tonnellate di sostanze stu-pefacenti (oltre 30 kg nell’anno corrente). Dati con-creti che si aggiungono all’“effetto deterrenza” che lapresenza dei militari esercita sulla microcriminalità.In particolare, dal 1 luglio 2017 sotto la guida dellaBrigata Granatieri di Sardegna i risultati operativisono stati di notevole impatto.Inoltre, in seguito ai devastanti incendi della pinetadi Castel Fusano, un polmone verde tra l’Urbe e il li-torale, l’Autorità prefettizia della Capitale ha chiestoil supporto dell’Esercito, ed in particolare dei militariimpiegati su “Strade Sicure”, nel delicato servizio im-perniato su pattugliamenti volti a prevenire e repri-mere qualsiasi atto criminoso per la salvaguardia dellapopolazione e dell’area boschiva interessata. Il servizio,che è stato implementato con l’impiego dei binomiippomontati del reggimento “Lancieri di Montebello”(8°), è svolto sia a bordo dei mezzi sia a piedi, digiorno e di notte. I militari collaborano con le Forzedi Polizia presenti nell’area della pineta creando unasinergia con la Centrale Operativa Interforze (C.O.I.)

composta dal gruppo forestale di Roma e dal Co-mando Provinciale dei Vigili del Fuoco, attiva per ilcontrollo della zona. In tale contesto i militari delRaggruppamento Lazio-Umbria-Abruzzo a guida Bri-gata “Granatieri di Sardegna”, impiegati per la delicataattività direttamente dal Comandante del Raggrup-pamento Lazio-Umbria-Abruzzo, Generale di BrigataPaolo Raudino, hanno contribuito in maniera deter-minante a combattere il fenomeno degli incendi nel-l’area del litorale romano.Oltre a questi specifici compiti legati alla sicurezza,l’Operazione “Strade Sicure” dimostra come l’Esercito– e in questo caso gli uomini e le donne della BrigataGranatieri di Sardegna – siano una risorsa duale al ser-vizio del Paese, in grado di mutuare capacità pretta-mente militari in capacità al servizio della collettivitàper pubblica utilità e nei casi di calamità naturalicome il terremoto dello scorso anno nel centro Italia,l’emergenza neve in Abruzzo e il più attuale concorsofornito alla Protezione Civile nella campagna antin-cendio boschiva. I “Granatieri di Sardegna” del 2° bat-taglione “Cengio” di Spoleto, infatti, sono statichiamati ad intervenire alle pendici del Monte Giano

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ALAMARI CON LE STELLETTE

nel reatino, dove un forte incendio stava devastandol’area boschiva, nelle zone di Offeio e Antrodoco.Seppur noto ai più, rammentiamo che il motto deiGranatieri «A me le guardie!» deriva dal grido lan-ciato da Vittorio Emanuele, Duca di Savoia, ai gra-natieri, che si lanciarono in un corpo a corpo controgli austriaci a Goito il 30 maggio 1848 (primaguerra d’indipendenza). A distanza di secoli, i Gra-

natieri di Sardegna, si “lanciano” anima e cuore alservizio della popolazione e a salvaguardia delle Isti-tuzioni, come unità che dimostra sempre di essercinel momento del bisogno: sulle strade per proteg-gere e tutelare i cittadini, a spalare macerie cercandodi riportare la “normalità” a chi è stato colpito dalleavversità naturali o fuori dai confini nazionali a sup-porto dei paesi Alleati.

I “Granatieri di Sardegna” del 2° battaglione “Cengio”di stanza a Spoleto, inquadrati nel 1° reggimento“Granatieri di Sardegna” comandato dal ColonnelloStefano Chironi, recentemente sono stati chiamati adintervenire alle pendici del Monte Giano, nel reatino,dove un forte incendio stava devastando l’areaboschiva. I Granatieri di Spoleto, unico presidiomilitare operativo in Umbria, guidati dal Tenente

Colonnello Giuseppe Rauso dallo scorso mese digiugno, si sono dimostrati ancora una volta pronti afornire una risposta efficace a favore dellapopolazione, garantendo quella capacità duale chel’Esercito mette quotidianamente a disposizione dellacollettività nei casi di pubblica utilità. Come giàavvenuto in passato, i Granatieri hanno operato inprima linea nella gestione dell’emergenza, mettendo

Emergenza incendi: i Granatieri diSpoleto in azione nel reatinoGIUSEPPE RAUSO

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ALAMARI CON LE STELLETTE

a rischio la propria incolumità al fine di ristabilirevelocemente le condizioni di normalità. Il lavoro deiGranatieri è iniziato sin dall’alba di domenica 27agosto, in stretta sinergia con le Autorità locali, nellezone di Offeio e Antrodoco per tenere lontane lefiamme dai centri abitati, lottando contro il tempo perbonificare il territorio dai focolai, perseguendo semprecome obiettivo primario la sicurezza delle abitazioni edi tutta la popolazione colpita dall’evento. Al terminedell’emergenza, e dopo aver garantito la sicurezza ditutti i centri abitati della zona, i Granatieri hannoricevuto, prima di tornare a Spoleto, gli unanimi edincondizionati ringraziamenti dalle Autorità locali eda tutti gli abitanti dei paesi colpiti dall’incendio,

sinceramente grati ai nostri militari per il prontointervento. Dopo l’estate caratterizzata dall’intervento dell’Esercitoin tutta Italia per la gestione dell’emergenza incendiche mai come in questa occasione ha interessato laPenisola, l’intervento dei Granatieri di Spoleto è stataun’ulteriore prova della piena operatività e della

massima efficienza del reparto che, nonostante ilcontemporaneo impiego in Teatri operativi nazionalied internazionali, ha dato dimostrazione di unincondizionato spirito di servizio e di vicinanza allapopolazione.Professionalità, dedizione, sacrificio e altruismo….sono i valori che ogni giorno i Granatieri garantisconoal Paese… dal 1659!

Operazione “Strade Sicure”: il Colosseopresidiato dai Granatieri di SardegnaGIUSEPPE RAUSO

L’Operazione “Strade Sicure” è iniziata il 4 agosto 2008,sulla base della Legge nr. 125 del 24 luglio 2008, cheprevedeva l’impiego di personale militare appartenente alleForze Armate per specifiche ed eccezionali esigenze legatealla sicurezza del territorio nazionale.Con il passare degli anni, visto il mutato scenariointernazionale, l’impegno operativo è notevolmenteaumentato: inizialmente l’Operazione prevedeva l’impiegodei militari nel compito di vigilanza a siti e obiettivi sensibili,quali ambasciate, nodi di scambio ferroviari, metropolitane,nonché in perlustrazione e pattuglia congiuntamente alleForze di Polizia. Tuttavia, visti i recenti attacchi che hannointeressato il cuore dell’Europa, si è reso necessario un

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ALAMARI CON LE STELLETTE

aumento delle misure di sicurezza presso le aree centralidi Roma, di forte carattere storico-culturale, al fine dirinforzarle e trasmettere sicurezza ai cittadini. Qualereparto migliore del 1° reggimento “Granatieri diSardegna”, che per primo ha aperto l’Operazione“Strade Sicure” nel lontano 2008 al comandodell’attuale Comandante della Brigata “Granatieridi Sardegna”, Generale Paolo Raudino, potevaassolvere questo difficile ma gratificante compito?Il Comandante del 1° reggimento “Granatieri diSardegna”, nonché Comandante della Task Force“Roma 1”, Colonnello Stefano Chironi, non ha avutodubbi e ha schierato un complesso minore con i suoiGranatieri migliori, selezionati fra la sede di Roma e lasede di Spoleto, nella delicata area centrale dellaCapitale, dove sorgono monumenti di fama mondiale,quali il Colosseo, l’Arco di Costantino, l’Altare dellaPatria… e che sono quotidianamente visitati damigliaia di turisti. La lead della delicata missione è stataaffidata al Comandante del 2° battaglione “Cengio” distanza a Spoleto, Tenente Colonnello Giuseppe Rauso,che ha assunto così il comando del 1° gruppo tattico,compito difficile ma gratificante, che ha sotto la propriaresponsabilità sia il plotone che assicura la vigilanza deisiti religiosi umbri, come la Basilica di San Francesco ela Basilica di Santa Maria degli Angeli in Assisi, sia icomplessi minori che operano nella Capitale, inparticolare presso i succitati punti sensibili dislocatinelle aree centrali. La sua profonda conoscenza dellearee di operazione interessate ha permesso loschieramento degli uomini migliori per ottemperarealla missione richiesta, con risultati che sono sotto gliocchi di tutti i cittadini, che non perdono occasione diringraziare i nostri militari per il lavoro svolto. Inparticolare, la preparazione per le pattuglie che ognigiorno e ogni notte vigilano presso il Colosseo è mirata

e meticolosa: presso la sede del 1° reggimento, laCaserma “Gandin”, vengono effettuate da istruttoriqualificati ogni settimana lezioni di M.C.M. (Metododi Combattimento Militare) e di tiro interattivo FATS(Firearms Training System) al fine di addestrare almeglio i nostri militari; inoltre, i Comandanti dicomplesso minore/plotone effettuano un’azioneinstancabile di informazione circa le ordinanze in attoe i warning attivi per poter impiegare su strada deimilitari preparatissimi sia dal punto di vista fisico siadal punto di vista mentale. Il servizio di vigilanza presso il Colosseo e via dei ForiImperiali richiede la massima reattività per prevenireogni possibile minaccia; inoltre, in ausilio ai nostrimilitari, grazie alla collaborazione con la Prefettura eil Municipio della Capitale, sono state installatetransenne e fioriere per garantire un ambiente piùsicuro a tutta la comunità. Reattività, prontezza all’intervento, conoscenza delterritorio, cooperazione con le altre Forze di Polizia:sono queste le caratteristiche che i Granatieri ognigiorno mettono a disposizione dei cittadini nelladelicata area centrale della Capitale.Dopo l’esperienza del “Giubileo straordinario dellaMisericordia”, dove il 1° reggimento “Granatieri diSardegna” è intervenuto andando ad accrescere ilproprio sforzo in termini di risorse umane, mezzi emateriali, il presidio dell’area centrale della Capitale èun’ulteriore dimostrazione di attaccamento del repartoalle Istituzioni, ai simboli che le rappresentano e, primasu tutte, alla nostra Patria. I Granatieri dunque,nonostante i numerosi impegni operativi/addestrativie di alta rappresentanza, insieme ai circa 7.000uomini e donne dell’Esercito Italiano, contribuisconoe contribuiranno a realizzare un ambiente più sicuro ea garantire la sicurezza nella piazza della Capitale.

LUGLIO-SETTEMBRE 201728 IL GRANATIERE

ALAMARI CON LE STELLETTE

Shama (Libano) 28 luglio 2017 – In occasione dellacelebrazione della Battaglia dell’Assietta, combattutadai Granatieri di Sardegna nel luglio 1747, il contin-gente italiano in Libano, impiegato nell’Operazione“Leonte XXII” su base Brigata “Granatieri di Sarde-gna”, ha condotto un gemellaggio informale con i ca-schi blu indiani del 14° battaglione “Granatieri”.Il Generale di Brigata Francesco Olla, Comandantedella Joint Task Force- Lebanon, ha ricevuto la visitapresso la base “Millevoi” del parigrado SandeepSingh BAJAJ, vice Force Commander di UNIFIL erappresentante delle Forze Armate indiane. In tale oc-casione, i caschi blu della Specialità “Granatieri” hannosinteticamente rievocato le proprie origini storiche, perentrambi risalenti al tardo 1600, e la loro partecipa-zione ai più importanti eventi storici nazionali.I Granatieri prendono il nome dalla parola “granata”,l’ordigno esplosivo nato nel XVII secolo, ed eranoscelti tra i militari più prestanti fisicamente e di mag-gior statura, al fine di poter lanciare il più lontanopossibile le granate e condurre attività di assalto.

Nonostante il cambio generazionale delle armi, già dalXVIII secolo, i Granatieri di tutto il mondo hannomantenuto la tradizionale selezione dei soldati più altie forti.Per un giorno, in un ambiente caratterizzato da altaprofessionalità e spirito cameratesco, soldati con dif-ferenti tradizioni militari e culture, provenienti dapaesi lontani, hanno condiviso la “granata”, simbolouniversale dell’antica Specialità di fanteria e il cascoblu, che rappresenta l’impiego quali peacekeepers nellamissione UNIFIL. Quest’ultima, sotto egida della Risoluzione del Con-siglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n.1701, anno-vera, tra i suoi compiti principali, la cessazione delleostilità attraverso un costante monitoraggio della BlueLine; il supporto alla popolazione locale, anche me-diante la funzione operativa di Cooperazione Civile-Militare (CIMIC); il supporto alle Forze Armatelibanesi (LAF) dislocate nel Libano del Sud, grazie acoordinamento, pianificazione ed esecuzione di attivitàaddestrative e operative congiunte.

Militari italiani in Libano – Gemellaggiotra caschi blu della Specialità Granatieri

Libano - Il Contingente italiano in lineacon gli standard ONU

Shama (Libano) 29 agosto 2017 – Si è svolta in que-sti giorni, presso la base “Millevoi” di Shama, la Ope-rational Readiness Inspection (ORI) per i caschi bluitaliani impiegati nella missione UNIFIL. La ORI èuna complessa attività di verifica, svolta da un team di

ispettori delle Nazioni Unite nei confronti dei contin-genti impiegati nelle missioni in aree sensibili, ed è fi-nalizzata a garantire il rispetto degli standard previstidalle direttive delle Nazioni Unite per la missione nelSud del Libano.

LUGLIO-SETTEMBRE 2017 IL GRANATIERE 29

ALAMARI CON LE STELLETTE

In proposito, la Joint Task Force Le-banon su base Brigata “Granatieridi Sardegna”, con a capo il Gene-rale di Brigata Francesco Olla, haconfermato di possedere un livellodelle capacità operative, logistichee infrastrutturali ben al di sopra deirequisiti previsti dalla normativa invigore. Ciò è un elemento di vitaleimportanza per l’assolvimento deicompiti assegnati dalla Risoluzione1701 del Consiglio di Sicurezzadelle Nazioni Unite.

Shama (Libano) 31 luglio 2017 – È iniziato, nel-l’area di responsabilità (AoR) del contingente italianonel Sud del Libano, il corso di autodifesa personale perle donne locali a cura degli istruttori e aiuto istruttoridella Joint Task Force – Lebanon.I caschi blu italiani hanno condotto, nel primo trime-stre dell’Operazione “Leonte XXII”, un ciclo addestra-tivo finalizzato alla formazione di team di aiutoistruttori di sesso femminile, con l’obiettivo di permet-tere la frequentazione del corso di autodifesa alledonne di tutte le fedi religiose e culture locali.Grazie alla cooperazione del personale del CIMIC(CIvil and MIlitary Cooperation) con le Autorità e As-sociazioni locali, il Contingente italiano svilupperà, daoggi, una serie di corsi finalizzati all’acquisizione delletecniche basiche di autodifesa che permettano alledonne locali di fronteggiare le minacce più frequentitipiche di un ambiente non sempre sicuro.Condotte dagli aiuto istruttori di sesso femminile deicaschi blu italiani e con la supervisione degli istruttoridi difesa personale, le lezioni saranno mirate a gestireo evitare una disputa o aggressione di tipo fisico. Ladifesa personale proposta non è da intendersi come uninsieme di tecniche e insegnamenti atti a usare violenzaper sopraffare fisicamente l’avversario, ma comprendeesclusivamente tecniche e strategie per la difesa da ag-gressioni a livello fisico, psicologico e verbale.

L’attività permetterà alle frequentatrici, oltre ad ap-prendere i movimenti base per divincolarsi e difendersida un attacco, di acquisire un approccio più sicuro esereno nella vita quotidiana, nonché di riconoscere lesituazioni in cui potrebbero risultare più facilmentevulnerabili alle minacce di possibili malintenzionati.Il Contingente italiano, attualmente su base Brigatameccanizzata “Granatieri di Sardegna” con l’opera-zione “Leonte XXII”, in base a quanto sancito dallaRisoluzione del Consiglio di Sicurezza delle NazioniUnite 1701, svolge quotidianamente attività di sup-porto alla popolazione locale attraverso progetti a lorofavore, oltre alle attività operative di controllo dellezone di confine e della linea di demarcazione meglionota come Blue Line e addestrative a favore delle unitàdell’esercito libanese di stanza nel Sud del Libano.

Militari donne in LibanoCorso di difesa personale femminileper le Associazioni locali

LUGLIO-SETTEMBRE 201730 IL GRANATIERE

ALAMARI CON LE STELLETTE

Shama (Libano) 12 settembre2017 – Si è conclusa in questigiorni, nel Libano del Sud, l’eserci-tazione RITE III/17 (Reserve Inte-gration Training Exercise) svolta dalContingente italiano della JointTask Force – Lebanon che conducel’operazione “Leonte XXII” dal 27aprile scorso.L’esercitazione ha visto oltre 200uomini e donne, 45 veicoli blin-dati e 4 Posti Comando tatticicondurre le operazioni che garan-tiscono la stabilità dell’area daoltre undici anni. Attraverso l’ausilio degli assetti spe-cializzati quali squadre antisom-mossa e nuclei EOD (Explosive Ordnance Disposal),per far fronte al riconoscimento e disinnesco degli or-

digni inesplosi (UXO - UneXploded Ordnance) o im-provvisati (IED – Improvised Explosive Device), le

unità del Contingente multinazio-nale sono state ingaggiate e valutateattraverso la simulazione delle piùprobabili minacce che potrebberoverificarsi nel Sud del Libano. L’attività si è svolta in una zona nonpopolata del villaggio di Naqoura,che insiste nell’Area di Responsabi-lità del Contingente italiano su baseBrigata “Granatieri di Sardegna”.L’unità di manovra italiana (ITAL-BATT) opera congiuntamente aquella malese, irlandese, finlandese,sud-coreana e ghanese.

Esercitazione RITE III/17

LUGLIO-SETTEMBRE 2017 IL GRANATIERE 31

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Ponte Crepaldo di EracleaLINO MARIAN

Domenica 26 marzo, a Ponte Cre-paldo di Eraclea (VE), si è svolta lacerimonia per la commemorazionedei Caduti a Ponte Crepaldo diEraclea (VE), all’epoca GRISO-LERA, per il VI° anniversario del-l’inaugurazione del monumento alGranatiere eretto per il centenariodella I° Guerra Mondiale. “…..nella zona, nel 1917, i reparti re-trocedevano dal Fiume Taglia-mento al Fiume Piave così anche lenostre famiglie, costrette a partireallontanandosi dal Piave verso lazona di San Michele al Taglia-mento e nel vicino Friuli VeneziaGiulia, veri e propri profughi diguerra che partirono dalla linea delPiave con qualche carretto tirato daqualche vacca da latte o asini epoche materie prime, in uno sce-nario di palude e strade fangose.Più volte mi è stato raccontato diessere stati aiutati dai soldati au-stroungarici in cambio di un po’ dilatte o qualche uova. Fortunata-mente stiamo solo ricordando que-

26 MARZO 2017

2 APRILE 2017

gli eventi bellici e che si spera non abbiamo più a ripetersi…” Domenica26 marzo, ci siamo ritrovati davanti alla Chiesa di Ponte Crepaldo di Era-clea (VE), alle ore 11:00, abbiamo atteso il parroco Don Massimilianoche ritornava in Parrocchia dopo aver celerato ben tre Sante Messe nelleparrocchie limitrofe, il quale ci ha benedetto la corona di alloro e il mo-numento con profondo orgoglio e ha celebrato per noi e per le Associa-zioni consorelle la Santa Messa. Alla cerimonia erano presentil’Amministrazione Comunale con il Gonfalone, il Comandante della Sta-zione Carabinieri il Luogotenente Tardio ed il suo Vice, il Vice Coman-dante della Polizia Municipale, i miei due Vice Presidenti RegionaliRoberto Pellegrini e Antonio Sarlo, 15 Colonnelle Granatieri e 5 dellealtre Associazioni consorelle. Infine la signora Patrizia Furlan, nelle vecidel Sig. Sindaco, ha riassunto la storia del Corpo dei Granatieri, com-muovendosi e facendo commuovere tutti i partecipanti.

Dagli Stati Uniti al monte CengioROSARIO PAGNOTTA

Girolamo Zanocco, classe 1894, èstato Granatiere di Sardegna du-rante la 1^ guerra mondiale. Natoa Caltrano, piccolo paese alle pen-dici dell’Altopiano dei Sette Co-muni, emigrò negli Stati Uniti nel1913 e venne richiamato alle arminel 1914. Si presenta in Italia il 2gennaio del 1915 giustificando ilproprio ritardo e viene assegnatoal 2° reggimento Granatieri di Sar-degna. Inviato al fronte il 23 mag-gio 1915, prende parte al conflitto

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ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

fin dalle prime battute. Viene catturato il 3 giugno1916 negli scontri legati alla difesa del Monte Cengioed inizia così il calvario della prigionia. Muore il 29marzo 1917 nell’ospedale di Riserva 112 e viene se-polto nel locale cimitero militare.Il 1° marzo 1920 viene concessa alla memoria laCroce al Merito di Guerra.Suo padre, nel 1923, in memoria del figlio Girolamo,ha fatto erigere un capitello dedicato a Sant’Antonioda Padova.

Domenica 2 aprile i nipoti e familiari, a 100 anni didistanza dalla morte, hanno voluto ricordare il lorocongiunto con la deposizione di una targa propriosul capitello che fu fatto costruire dal padre.Alla breve ma significativa cerimonia erano presenti,oltre ai familiari, il Sindaco del Comune di Caltranodott. Marco Sandonà, il sottoscritto Rosario PagnottaPresidente della Sezione Granatieri di Sardegna diCogollo del Cengio e altre Associazioni combatten-tistiche e d’Arma.

I Granatieri in congedo di Bergamo e provincia disono radunati lo scorso 13 maggio nella suggestivaatmosfera del Tempio di S. Tomè, a pochi chilome-tri da Bergamo, piccola chiesa romanica, a base cir-colare, le cui origini risalgono all’anno Mille, unpiccolo gioiello architettonico, conservato pressochéintatto.A richiamare i commilitoni di Bergamo e provincia,la volontà di rendere memoria e omaggio al soldatoe frate Gianfranco Chiti, aderendo al desiderio delGranatiere decano della Sezione di Bergamo, Anni-

bale Della Mussia, classe 1925, che svolse il serviziomilitare sotto il comando del Cap. Chiti, del qualeapprezzò profondamente le qualità militari, umane ecristiane anche negli anni successivi.All’evento, erano presenti i Granatieri e le Colonnelledelle Sezioni di Bergamo, di Urgnano e di Calcinate,con i loro Presidenti; presenti anche il Vice-presidenteregionale Gra. Maurizio Schifano e il Presidente Pro-vinciale Gra. Riccardo Pezzoni, entrambi per l’occa-sione in GUR, a rendere ancora più “granatieresco” ilraduno. All’evento era presente anche l’Amministra-

I Granatieri bergamaschi nel ricordo di Padre ChitiMARIO FRANCHIONI

13 MAGGIO 2017

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zione Comunale del territorio, nella persona delSindaco, Gianbattista Brioschi.Il Presidente della Sezione di Bergamo, Gra. MarioFranchioni, organizzatore e coordinatore della ma-nifestazione, aprendo la cerimonia, ha tracciato unbreve profilo del Comandante Chiti, dal suo in-gresso in Accademia Militare, alle vicissitudini bel-liche e post-belliche che lo videro protagonista, finoal culmine della sua brillante e appassionata carrieramilitare.La S. Messa è stata officiata da Mons. Gaetano Boni-celli, già Ordinario Militare per l’Italia e concelebratada don Giulivo Facchinetti, parroco di Almenno S.B.-

S.Tomè. Mons. Bonicelli, nella sua omelia, ha intensa-mente e intimamente descritto l’Uomo Chiti, la sualunga avventura militare e, soprattutto, la sua innataattrazione verso la Chiesa e il messaggio del Vangelo,solco dentro il quale Gianfranco volle percorrere la suaintera vita, fino a donarsi interamente a nostro Signore.Non sono mancati momenti di vera commozione,in particolare durante la lettura della Preghiera delGranatiere.La gioiosa giornata di ricordo e di festa è poi prose-guita, dopo gli abbracci, i saluti e le foto di rito,presso una tipica e accogliente trattoria bergamasca,in cameratesca e serena compagnia.

Chiti commemorato a GigneseLEO PALMIOTTI

13 - 14 MAGGIO 2017

A Gignese, nei giorni 13 e 14 mag-gio, sotto la perfetta regìa organiz-zativa del Presidente Provinciale diNovara e VCO (Verbania, Cusio edOssola) Irios Gardellini, è stata te-nuta la celebrazione del nostro “Ge-nerale-Frate Chiti” nel luogo dellasua nascita, nella splendida cornicedelle colline che dominano il LagoMaggiore. Il Presidente NazionaleGiovanni Garassino, impossibilitatoa partecipare, ha delegato il Capi-tano Pantaleone Palmiotti a parte-cipare ai presenti una sua nota,particolarmente significativa, ri-guardante l’avvenimento in fun-zione dell’auspicata “beatificazione”del defunto Cappellano dell’Asso-ciazione. Erano presenti numeroseColonnelle di varie Regioni e Gra-natieri appositamente venuti dalPiemonte stesso, dalla Lombardia,dal Veneto, dalla Toscana, dallaCampania, dal Lazio e dalle Mar-che, i cui Granatieri di Pesaro pos-sono essere considerati i custodimorali della tomba di Chiti. Parti-colarmente apprezzata la presenza ,altamente collaborativa a cura del

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loro coordinatore Angelo Polizzotto, di una nutritaschiera di ex Allievi Sottufficiali della Scuola di Viterbo,venuti a celebrare il loro vecchio Comandante. Il Sindaco di Gignese, Dott.D’Onofrio, accompagnatoda Palmiotti e da Gardellini, ha presenziato a tutte lefasi della “due giorni” portando il suo fattivo contributoalla celebrazione dell’illustre concittadino ormai entratonella storia. Il sabato i Granatieri, dopo aver visitatol’originale Museo dell’Ombrello, hanno assistito , nelsala conferenze dello stesso, alla commemorazione diChiti. I relatori si sono succeduti testimoniando, conaffettuoso sentimento, i fatti che sono alla base del pro-cedimento di “beatificazione” del nostro Chiti. Parti-colarmente significativo l’intervento di Padre Flavio,responsabile del Convento di San Crispino, divenutocasa religiosa di tanti Granatieri. Dopo un ottimo rin-fresco offerto dal Comune di Gignese, la serata si è con-clusa con una cena impreziosita, a cura del bravotastierista e cantante Irios Gardellini, da musica dalvivo; canzoni e balli si sono succeduti sino a tardi.L’indomani, adunatisi i radunisti presso il parco comu-nale, con la partecipazione della banda musicale di Gi-gnese, ormai esperta in marce granatieresche, venivaeffettuato “l’alza bandiera”; Palmiotti, dopo la letturadella nota del Presidente Nazionale, portava ai conve-nuti il saluto della Presidenza stessa e ringraziava Irios

Gardellini per quanto attuato. I Granatieri con le Co-lonnelle e le altre Associazioni d’Arma con i loro Labarie Bandiere si schieravano nella piazza della cittadina edil Sindaco deponeva una corona al Monumento ai Ca-duti di Gignese. Le note del Silenzio sottolineavanol’emozione del momento. Formatosi il corteo, le rap-presentanze sfilavano per le vie di Gignese raggiun-gendo la casa natale del compianto Chiti. Il Sindaco,all’esecuzione dell’Inno di Mameli, scopriva una bellatarga ottonata che, predisposta da Gardellini, caratte-rizzerà per sempre la palazzina quale luogo di interessestorico. I presenti visitavano la casa stessa sofferman-dosi, con emozione, nella stanza che vide i natali del“Generale-Frate”; i Granatieri hanno ringraziato la gen-tilissima Signora Maria, attuale abitante della stessa abi-tazione, per l’opportunità concessa e, tra l’altro, ancheper i caffè ristoratori dalla stessa gentilmente offerti.Durante la Santa Messa, officiata da Padre Flavio nel-l’antica Chiesa di San Maurizio, il Granatiere Corti do-nava, in memoria di Chiti, una ceramica religiosa, dalui artisticamente creata.Come tradizione vuole, i convenuti partecipavano adun festoso pranzo sociale presso un tipico locale di Gi-gnese con tanto di splendida, nonché ottima, “torta delGranatiere”, a coronamento di un magnifico radunoche cementava fede religiosa e fratellanza militare.

Cerimonia di CortellazzoBattaglia del Solstizio

Si è svolta a Cortellazzo, il 14 maggio, la consueta cerimonia comme-morativa della battaglia del Solstizio.Erano presenti 15 Colonnelle provenienti da ogni parte del Trive-neto, per arrivare fino alla Sezione di Modena col Granatiere Guiz-zardi che merita una citazione per la sua presenza costante a tutte lecerimonie in un raggio di almeno 500 km. dalla sua città, ma spessoanche di più. Erano presenti, inoltre, 11 bandiere dell’Assoarma di Jesolo più unafolta delegazione di marinai della Sezione limitrofa di Cavallino Treporticon le loro Bandiere. Significativa, inoltre, la presenza delle Ammini-strazioni comunali del basso Piave, (Jesolo, Eraclea, Musile di Piave eMeolo), con i loro Gonfaloni. Presenti come sempre i Comandanti deiCarabinieri, della Guardia di Finanza, della Capitaneria di porto e dellaPolizia locale di Jesolo.

14 MAGGIO 2017

SERGIO DALLA MORA

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ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Prima della Santa Messa, celebrata da Don RobertoMariuzzo Parroco di Cortellazzo, si è proceduto allabenedizione di un Crocefisso, riportato con la salda-trice su di una scheggia di granata, rinvenuta tra icampi di mais, a quasi un secolo di distanza, proprioqui sul territorio di Cortellazzo che fu teatro della bat-taglia che decise le sorti della prima guerra mondiale.Tale scheggia, nata come strumento di morte, dive-nuta oggetto da rottamare , diventa con la fantasia diun Artista, un’Opera d’Arte e sarà ora, dopo la suabenedizione, un’ Opera Sacra e sarà sempre presentealle nostre cerimonie, esposta sull’Altare all’aperto.Per decisione unanime di molti Granatieri interpellatia fine cerimonia, l’Opera sarà chiamata “IL CROCI-FISSO DEL SOLSTIZIO”.Alla fine della Santa Messa prende la parola il Pre-sidente Provinciale Granatiere Dalla Mora, il qualeringrazia l’Amministrazione comunale di Jesolo peraver donato ai Granatieri la Piazza a loro intitolata,già inaugurata trent’anni fa dal Ministro della Di-fesa On. Spadolini. Ora, in una veste totalmenterinnovata, di dimensioni molto più vaste di prima,con una pavimentazione in betonella speciale, lospostamento del Monumento ed il suo riposiziona-mento in una base più consona in cemento bianco.Innanzi al Monumento è stata posta, su espressa ri-chiesta del Presidente Dalla Mora, la scritta che èstata coniata per noi dal Granatiere Gabriele d’An-nunzio e che è per tutti noi motivo di orgoglio e digrande fierezza: DI NOI TREMÒ LA NOSTRA

VECCHIA GLORIA….. in chiare lettere in ce-mento pressato inserite nella nuova pavimentazione.Proseguendo nella sua allocuzione il PresidenteDalla Mora, dopo aver citato le varie fasi della di-sfatta di Caporetto e gli orrori vissuti dalla popola-zione del basso Piave che fu teatro della battaglia,oggi ricordata, ha proceduto, come sempre avvieneormai da qualche anno, alla liberazione di alcunecolombe bianche, in memoria del gesto di alcunicontadini giunti dalle retrovie. Questi, si racconta,dopo aver visto il Piave tornato ad essere ancoratutto nostro, liberarono alcune colombe in segno digiubilo. Ma dette colombe sono anche un omaggioalla Pace ed alla Libertà che ci accompagnano ormaida oltre settant’anni. Perché la Pace e la Libertà,prosegue il Presidente Dalla Mora, sono i valori piùalti a cui possa aspirare un Popolo.Si è proceduto poi alla benedizione delle due co-rone, una sul Monumento ed una sulle acque delPiave, in onore di tutti i Caduti sotto l’ombra diogni Bandiera, come avviene ormai da qualcheanno, poiché al cospetto di Dio nessun Caduto èdistinguibile da una divisa o da un vessillo e soloDio può giudicare il suo operato sulla terra.Per finire in bellezza, tutti a pranzo al Ristorante“IL GRANATIERE” dove oltre un centinaio di pre-notati a tempo debito hanno potuto degustare i sa-poriti piatti a base di pesce dell’Adriatico, propostidai bravi gestori del ristorante di fronte alla nostraamata Piazza.

LUGLIO-SETTEMBRE 201736 IL GRANATIERE

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Sezione di Como: un raduno lungo 150 chilometri…LUCIANO LURAGHI

150 sono infatti i chilometri che iGranatieri della Sezione di Comohanno percorso per raggiungere ilRaduno annuale che gli amici Gra-natieri della Valtellina, agli “ordini”del Granatiere Cecini, hanno orga-nizzato nella bellissima Teglio cir-condata dalle montagne ancoracoperte dalla neve caduta pochigiorni prima.Domenica 14 maggio u.s. nel paese“capoluogo” della Valtellina si sonocosì ritrovati i Granatieri delle dueSezioni per ricordare i loro compa-gni che sono “andati avanti” e perriconfermare lo stretto legame difraternità che da anni lega i duegruppi.Dopo il ritrovo nella piazza delpaese, i Granatieri si sono raccoltinella bella antica chiesa Collegiatadi Santa Eufemia per la celebra-zione della S. Messa officiata dal-l’Arciprete don Flavio Crosta. Altermine della sacra funzione, l’Ar-ciprete ha spiegato ai fedeli pre-senti chi fossero quegli uominitutti alti, con gli alamari, la cra-vatta rossa, il basco e lo stemmaaraldico, ripercorrendo brevementela storia del nostro Corpo; subitodopo il Granatiere Luraghi, anome della Sezione di Como e ditutti i Granatieri, ha ringraziato laComunità di Teglio e, con pocheparole, ha ricordato la grande fi-gura di Padre Gianfranco MariaChiti.Sul piazzale della chiesa, davanti almonumento ai Caduti di tutte leguerre, sono stati poi resi gli onori

14 MAGGIO 2017

ai Caduti ed è stata deposta una composizione floreale. La bella giornatasi è conclusa in un vicino ristorante dove gli amici della Valtellina ave-vano organizzato un “rancio” a base di “pizzoccheri”, “sciat” ed altrespecialità del luogo permettendo così ai convenuti ed alle loro famigliedi vivere momenti meno “istituzionali”, ma sicuramente pieni di grandevalenza fraterna.

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ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Il 21 maggio 2017 a Capriate (BG)si è tenuto il raduno annuale deiGranatieri di Sardegna della compa-gnia controcarri. Il gruppo forma-tosi a Boffalora l’11 giugno 1989,prima di tutto ha fatto un tuffo nelpassato visitando il villaggio di Cre-spi D’Adda, una fabbrica e relativeabitazioni risalenti ai primi del 900in cui è preponderante lo stile li-berty e che oggi è patrimonio del-l’Unesco. Dopo la visita del Museo e l’aperi-tivo offerto alle signore accompa-gnatrici (mogli e figli), la comitivasi è diretta verso Bergamo per con-sumare il rancio a base di specialitàdella cucina locale al ristorante“Dalla Padella alla Brace”. A finepasto si è svolta l’assemblea delgruppo per decidere del proprio fu-turo ed è emersa la volontà di non

Raduno Granatieri di Sardegna della compagnia controcarri a Bergamo

cancellare questa esperienza anche se sono passati 40 anni dal congedoma i valori d’amicizia e di appartenenza sono ancora quelli di allora,come gli sforzi per tenersi in contatto e allargare il gruppo ad altri Gra-natieri della controcarri sui social media. Ma è anche uscita la volontàdi continuarsi a vedere almeno una volta all’anno e come sempre “A MELE GUARDIE”.

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21 MAGGIO 2017 23° Festa dei Granatieri Sezione “Gino Capitani” Palanzano (Parma)

È giunta alla 23esima edizione la “Festa dei Granatieri”che si è svolta il 21 maggio 2017 a Palanzano (Parma),organizzata dalla locale Sezione intitolata al GranatiereGino Capitani, indimenticabile fondatore e Presidentedal 1994 fino al 2011, anno della sua morte.Una festa sempre molto sentita, che anche que-st’anno ha riunito nella “Valle dei Cavalieri” nume-rosi Granatieri.Con la S. Messa officiata da don Antonio Santini hapreso il via la cerimonia, che è proseguita davanti almonumento dei Caduti, dove è stata deposta una co-rona d’alloro.

Al fianco di quella di Palanzano, svettavano le “Co-lonnelle” delle Sezioni A.N.G.S. Reggio Emilia , Bo-logna e Modena, a cui si sono aggiunti i Labari dellaCroce Rossa di Palanzano, l’Associazione Alpini diPalanzano e dell’Associazione dei Combattenti diFontevivo, con una nutrita presenza di sostenitori efamiliari di Granatieri, che hanno voluto riunirsi aicommilitoni parmensi in un appuntamento ricco diamicizia e tanti ricordi.Il Sindaco Lino Franzini ha elogiato i Granatieri perla continua testimonianza dei valori più profondi disolidarietà, rispetto ed amore per la Patria.

LUGLIO-SETTEMBRE 201738 IL GRANATIERE

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Era presente anche il Comandante della locale Sta-zione dei Carabinieri Maresciallo Francesco Registro.A chiudere in bellezza la giornata è stato un lautopranzo al ristorante S. Martino del capoluogo, allie-

tato dall’accompagnamento musicale del GranatiereClaudio Iotti con l’allegro coinvolgimento di tutti icommensali che ripetutamente con lui hanno into-nato canti tradizionali.

19° anniversario di fondazioneSezione di Monselice

A nome della Sezione Granatieri di Monselice, ri-volgo il mio saluto ai convenuti: alle Autorità civili emilitari, al Consigliere comunale Franco Fontana, alComandante dei Carabinieri, al Corpo dei Vigili Ur-bani, ai Presidenti e Vice Presidenti regionali, alle Se-zioni Granatieri delle varie località, alle nostre Sezionilocali, con le loro rappresentanze.Esprimo un grazie riconoscente al celebrante, PadreDanilo, allo scultore, presente tra noi, Dott. Car-luccio Zangirolami, che ha realizzato la statua a ri-cordo del valore dei Granatieri, del loro sacrificio

per la libertà della Patria. Il Corpo dei Granatieriha una tradizione storica di 358 anni. Da allora èsempre stato partecipe di tutti gli eventi bellici e dipace.Animati da amor patrio viviamo questo momentostorico nell’unità, in continuità di spirito e nel vin-colo dell’ideale che ci sostiene, da tramandare ai gio-vani con la nostra testimonianza, per la pace e lasolidarietà tra i popoli.Concludo con il motto granatieresco che ricorda levicende belliche e valorose degli eroici Granatieri:

28 MAGGIO 2017

GRANDE, FU LA FEDE!TENACE IL LORO CUORE

E SALDA COME QUESTA ROCCIA, LA VOLONTÀCHE POI BACIÒ I MORTI, I VIVI, E LE BANDIERE!

VIVA I GRANATIERI!VIVA L’ITALIA!

VIVA MONSELICE!

LUGLIO-SETTEMBRE 2017 IL GRANATIERE 39

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Sezione di Latina. Granatieri al Memorial Day a NettunoMAURO TESTI

Il 28 maggio 2017 i Granatieridella Sezione di Latina, recandosia Nettuno, hanno partecipatoalla celebrazione del “MemorialDay”, “per onorare la memoria dicoloro che hanno compiuto il su-premo sacrificio per la libertà”,come recitava l’invito dell’Amba-sciata americana.La cerimonia si è tenuta in unasolenne atmosfera nel CimiteroMilitare Statunitense (Sicily-Rome American Cemetery), nelquale riposano tanti soldati ame-ricani morti in Teatro italiano,dallo sbarco in Sicilia del 1943 aiprimi mesi del 1944. Cioè, dal-l’inizio dell’operazione “Shingle”che vide americani e inglesi sbar-care rispettivamente a Nettuno ead Anzio e, dopo lunghi e duris-

28 MAGGIO 2017

30 MAGGIO 2017

simi combattimenti, avanzare verso nord liberando Roma il 4 giugno1944. Alla presenza di Autorità statunitensi e italiane una corale hacantato gli Inni nazionali dei due paesi.Il Picchetto d’onore è stato fornito da un reparto della VI flotta, tradi-zionalmente ospitata nei nostri mari dal dopoguerra.

Annuale appuntamento per la Sezione di Vercelli allacommemorazione della “Battaglia di Palestro” che il30 maggio 1859 ha visto scontrarsi due forti eserciti:piemontesi ed austriaci.Nell’occasione, a contrastare il potente esercito au-striaco, c’erano i Bersaglieri del Gen. Cialdini e gliZuavi francesi del Col. Chabron. Gli austriaci eranoinvece comandati dal Feldmaresciallo Zobel. La bat-taglia ha visto la vittoria dei piemontesi e degli zuavi ela disfatta degli austriaci. La cerimonia di commemorazione segue il copionedegli scorsi anni con il ritrovo in piazza del Comune,sfilata per le vie cittadine fino al Monumento Ossariodove, dopo l’alzabandiera e gli inni (italiano, franceseed austriaco), viene celebrata la S. Messa. Terminato

il rito religioso e dopo le allocuzioni delle Autoritàintervenute (quest’anno, oltre al Sindaco, erano pre-senti il Viceprefetto, il delegato del Questore ed ilPresidente della Provincia di Pavia, il Gen. di BrigataMichele Cittadella, i Consoli di Francia e di Romaniaed il Mar. Giuseppe Genna in rappresentanza del “VIbattaglione Palestro” di Trapani gemellato con il Co-mune lomellino), di nuovo inquadrati ed in sfilata siraggiunge il Monumento al Soldato e successiva-mente il Monumento al Bersagliere dove vengonoresi gli onori ai Caduti.Per quanto riguarda noi Granatieri, quest’anno era-vamo presenti con due Colonnelle regionali, del Pie-monte e della vicina Lombardia (da tener presente chePalestro è già in territorio lombardo anche se il Gruppo

Commemorazione della Battagliadi Palestro – 2017FULVIO BERTOGLIO

LUGLIO-SETTEMBRE 201740 IL GRANATIERE

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

ha sempre fatto parte della Sezionedi Vercelli). Le due Colonnelle re-gionali erano abbrunate in segno dilutto per la recente scomparsa delGen. Torre.Per quanto riguarda le Sezioni eranopresenti le Colonnelle di Vercelli,Palestro, Milano, Legnano, Biella,Saluzzo, Verbano, Pinerolo, Fossanoe Grignasco; come si può notareben dieci Sezioni con un nutritogruppo di Granatieri piemontesi elombardi.Da sottolineare la presenza di cin-que Granatieri che indossavano lanostra Grande Uniforme, la loropresenza ha arricchito la nostra par-tecipazione, dandoci una visibilitàparticolare, prova ne è che al nostropassaggio il folto pubblico presente,colpito dall’imponenza ed eleganzadelle suddette uniformi, ci ha tri-butato vigorosi applausi durantetutto il percorso della sfilata.Altro particolare da menzionare: sunostra specifica richiesta, primadella celebrazione della S. Messa, ilparroco celebrante ha ricordato il“Generale dei Granatieri AntoninoTorre”. A questo punto il Coman-dante del reparto dei bersaglieri hadato l’ordine di “Attenti” eseguitoda tutti i rappresentanti delle Asso-ciazioni presenti; questo è stato pernoi un onore ed è stato un modo

semplice per ricordare un grande Generale che ha lasciato un immensovuoto nella nostra Associazione.Per passare alla parte più frivola della giornata, dopo il “rompete lerighe”, ci siamo recati al ristorante “Borgo Antico” nel vicino paese diBorgo Vercelli dove, dopo aver consumato un abbondante pasto, ab-biamo cantato in modo impeccabile e con voce stentorea il nostro inno,palesando a tutti gli altri commensali presenti lo spirito che unisce i“Granatieri di Sardegna”.I doverosi ringraziamenti vanno al Sindaco di Palestro Arch. PaolaFranzo ed a tutta la Giunta da lei presieduta, sempre onorati della nostrapresenza, al Capo Gruppo di Palestro Gra. Gian Carlo Bardotti chetiene i contatti con le Istituzioni locali. Un ringraziamento ai PresidentiRegionali del Piemonte Gra. Pier Andrea Ferro e della Lombardia Gra.Enrico Mezzenzana (che ha voluto fortemente unire le due regioni inquesta bella manifestazione) ed a tutti i Granatieri intervenuti.Vorrei però ringraziare in modo particolare i cinque Granatieri (duedella Sezione di Pinerolo e tre della Sezione di Milano) che per l’occa-sione hanno indossato l’uniforme speciale; vi posso assicurare che, datala temperatura, la loro è stata una grande prova di attaccamento al corpodei Granatieri del quale abbiamo tutti orgogliosamente fatto parte edora degnamente rappresentato dalla nostra A.N.G.S. Un arrivederci al prossimo anno, se possibile ancora più numerosi.

Lo scorso 2 giugno, a Santa Maria di Sala (VE), nell’incantevole cornicedi Villa Farsetti, si è svolta la commemorazione e consegna di 32 me-daglie ricordo ai familiari dell’Associazione Caduti e Dispersi dellaGrande Guerra (A.N.F.C.D.G.), offerte dalla Regione Friuli VeneziaGiulia e dal Ministero della Difesa. Tra i medagliati i familiari di due

2 GIUGNO 2017

Medaglie ricordoSezione di Mestre-VeneziaANTONIO SARLO

LUGLIO-SETTEMBRE 2017 IL GRANATIERE 41

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Granatieri: Giovanni Centenaro, nato a Mirano (VE)il 18 maggio1890, soldato del 2° reggimento Grana-tieri, deceduto il 29 agosto 1915 all’ospedale di Guerra35, per malattia. Giovanni Rebeschin, nato a SantaMaria di Sala (VE) il 2 ottobre 1887, soldato del 1°reggimento Granatieri, deceduto il 31 maggio 1916 acausa delle ferite riportate in combattimento. GliOnori ai valorosi soldati caduti e dispersi sono stati resialla presenza delle Autorità locali, dei vari corpi militaripresenti, tra cui le Sezioni Granatieri di Dolo e Mestre,nelle persone del Gra. Luigi Borgato, del Pres. BrunoTassetto e del sottoscritto, Gra. Antonio Sarlo. Ab-biamo voluto essere presenti per rendere omaggio estringere la mano ai familiari dei valorosi Granatieri,

caduti per la propria Patria. Vi confesso che l’emo-zione da parte mia e, sono certo, anche di tutti ipartecipanti alla cerimonia, è stata immensa. Le me-daglie sono solo un piccolo segno di gratitudine pertutti quegli Uomini che hanno perso la propria vitae per quelli che sono riusciti a ritornare a casa, chiferito fisicamente e chi moralmente, perché le lorogesta hanno contribuito a difendere e rendere liberoil nostro Paese. Ringraziare e onorare questi uominiè davvero il minimo che si possa fare, e noi, comeAssociazioni d’Arma e Granatieri di Sardegna, vi-vremo sempre ricordandoli con affetto e gratitu-dine. Onore a tutti i Caduti delle nostre Guerre,VIVA I GRANATIERI DI SARDEGNA!

24-25 GIUGNO 2017

Dieci anni passati in perfetta armonia tra una ma-nifestazione e l’altra, sempre con l’unico e solo obiet-tivo del raggiungimento degli scopi statutari quali la

difesa dei Valori, del senso di Patria e dell’Onore nelricordo dei tanti Caduti, immolatisi fino all’estremosacrificio della propria giovane vita. Le celebrazionihanno avuto inizio sabato 24 giugno alle ore 19,30con l’incontro istituzionale nella sede municipale trail Sindaco della Città di Corato Dott. Massimo Maz-zilli, il Presidente Nazionale dell’Associazione Gra-natieri Gra. Gen. D. Giovanni Garassino ed ilPresidente A.N.G.S. del Centro Regionale Puglia,responsabile anche della locale Sezione, Gra. Giu-seppe Caldarola. Al sobrio evento hanno partecipatoanche il Segretario Nazionale Gra. Gen. D. BrunoGarassino, il tesoriere Gra. Col. Antonio Bilancia, iPresidenti del Centro Regionale Abruzzo Gra. An-tonio Giovannelli e della Campania Gra. CarmineFormicola, l’Assessore Gaetano Nesta in rappresen-tanza della Giunta ed il Ten. Giuseppe Di Pietrodella Polizia locale. Domenica 25 alle ore 8,30 presso la Sezione Grana-tieri di Corato posta nella centrale Via Fonseca, sisono dati appuntamento tutti gli ex Granatieri arri-vati da Roma, Latina, Napoli, Pompei, Chieti,l’Aquila, Torremaggiore, Ruvo di Puglia, Bari e Ma-glie. Come primo atto il Presidente Nazionale Gio-vanni Garassino ha proceduto all’ investitura ufficialedel neo eletto Presidente della ricostituita Sezione diBari, Gra. Antonello Scaringi accompagnato dai

I Granatieri da dieci annia CoratoGIUCAL

LUGLIO-SETTEMBRE 201742 IL GRANATIERE

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Consiglieri presenti, i Granatieri Stefano Moretti eLuciano Signorile. Alle ore 10:00, presso la ChiesaSan Domenico, il Rev.mo Don Gino Tarantini ha of-ficiato la Santa Messa presenti il Sindaco Dott. Mas-simo Mazzilli, l’On. Luigi Perrone Senatore dellaRepubblica, il Presidente del Consiglio comunaleGeom. Ignazio Salerno, il Lgt. Cav. Dott. PietroZona Comandante della locale Caserma Carabinieri,il Cap. medico Dott. Francesco Tarricone di stanzapresso la Caserma Gandin, il Gra. Brig. Gen. FeliceMarchese delegato provinciale AssoArma , il Sig. Ca-taldo Lamarca Presidente dell’Associazione NazionaleCarabinieri, il Geom. Vincenzo Di Bitonto Presi-dente Emerito dell’Associazione Nazionale Marinaid’Italia di Bisceglie ed il Cav. Rag. Oronzo Cassa de-legato provinciale dell’Istituto delle Guardie d’Onorealle Reali Tombe del Pantheon. Numerose le Colon-nelle e le Bandiere (tra cui quella di bompresso diNave Granatiere) sul Presbiterio e, ai lati dell’Altare,due Granatieri del 1° reggimento in Grande Uni-forme Storica, appositamente giunti da Roma. Dopol’omelia, il celebrante ha benedetto la Bandiera ita-liana affidata alla piccola Alessia, per l’occasione ma-scotte della manifestazione. La Preghiera del Granatiere

letta dal Presidente Caldarola concludeva la cerimoniareligiosa mentre il trombettiere, con le note del Silen-zio, infondeva in tutti i fedeli presenti forti emozioni. Successivamente il Col. Antonio Bilancia, gran ceri-moniere, dopo aver inquadrato tutti secondo il rigidocerimoniale istituzionale, dava il via allo sfilamento inparata per il corso cittadino con passo granatierescocadenzato da Tamburi Imperiali in testa. Giunti inPiazza V. Emanuele, accolti dall’Inno dei Granatieri,si è tenuta la cerimonia dell’Alzabandiera sulle notedell’Inno di Mameli. Seguivano gli Onori al Monu-mento ai Caduti con la benedizione della corona d’al-loro e relativa deposizione a cura del Sindaco Dott.Massimo Mazzilli, del Presidente Nazionale Gen. D.Giovanni Garassino e del Presidente Gra. GiuseppeCaldarola. Alle ore 12,00, dopo le allocuzioni dellemassime Autorità ed i ringraziamenti finali, l’Ammai-nabandiera ha concluso la cerimonia. Un particolareringraziamento va alle Associazioni d’Arma e combat-tentistiche: Associazione Nazionale Carabinieri -Associazione Nazionale Marinai d’Italia e alle Asso-ciazioni di Volontariato e Protezione Civile: Miseri-cordia – Ali del Soccorso – Guardie Ambientalid’Italia.

Commemorazione battaglia dello ChabertonP.A. FERRO

24-25 GIUGNO 2017

Il 24-25 giugno le Sezioni di Torino e Pinerolohanno preso parte alla celebrazione della battagliadello Chaberton a Cesana Torinese. Il forte Cha-berton, ardita opera militare posta a 3.200 metridetta “la corazzata delle nuvole”, il 21 giugno 1940ingaggiò un feroce duello d’artiglieria coi pezzifrancesi combattendo fino all’ultimo. Dopo il sa-bato trascorso alla Base logistica dell’Esercito a Ce-sana tra mostra storica, sfilata e concerto serale, ladomenica mattina siamo saliti, chi duramente apiedi e chi più agevolmente in elicottero, alle ro-vine del forte in una stupenda giornata di sole. Elassù, insieme agli amici francesi, abbiamo onoratoi nostri soldati della Guardia alla Frontiera, tra i

LUGLIO-SETTEMBRE 2017 IL GRANATIERE 43

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Il Nucleo A.N.G.S. Val Susa, piccolo per numero diiscritti ma grande per dinamismo, compie dieci annidalla sua fondazione. Il Presidente della Sezione to-rinese, Valter Costamagna, così scriveva al socioGiancarlo Sibille, per la levata del Nucleo segusino: <Caro amico, sono particolarmente lieto di comunicartiche il nuovo consiglio direttivo della sezione, nel suoprimo incontro avvenuto il 29 giugno 2007, ha deli-berato di nominarti capo nucleo per l’intera Valle diSusa. In questa veste avrai pieno titolo per continuarenella tua meritoria opera di rappresentare in ogni sedepubblica e privata della Valle la sezione granatieri diTorino partecipando altresì in modo ufficiale a tutte lemanifestazioni. Questa decisione è stata assunta per pre-sidiare al meglio questa importante zona della provinciae per riconoscere e premiare quanto da te fatto neglianni trascorsi anche per instillare l’amor di Patria nellegiovani generazioni. Sappiamo di poter contare su dite, sulla tua preparazione e sulla tua disponibilità.Siamo certi che farai sempre degnamente brillare i no-stri bianchi alamari e la loro pluricentenaria storia >.Per una ricorrenza speciale non poteva mancare ilplauso delle Istituzioni locali: “Auspico che il vostrogruppo possa progredire lungo un percorso che ha già of-ferto importanti contributi su questioni di assoluto ri-lievo e che ci stanno particolarmente a cuore”. Adichiararlo in una nota è Daniela Ruffino, la Vice-presidente del Consiglio regionale del Piemonte.“Nella speranza di avvicinare, incontrare appieno ed ac-

Granatieri del Nucleo Val Susa10° di fondazione

primi caduti italiani della Se-conda Guerra Mondiale. Moltoapprezzato il sottoscritto in uni-forme dell’epoca, a ricordare lapresenza della Divisione Grana-tieri in quelle valli nella brevecampagna delle Alpi.

Giovanni Ruscone in cartolina ricordo (Roma,1958)

LUGLIO-SETTEMBRE 201744 IL GRANATIERE

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

cogliere nuovi associati – sottolinea ilCapo Nucleo - dedichiamo a tutti igranatieri in servizio e in congedo maanche ad amici e simpatizzanti dellaspecialità l’antica e sempre validaesortazione con la quale si chiudel’atto di fondazione del Reggimentodelle Guardie avvenuto il 18 aprile1659 in Torino per volontà del ducadi Savoia Carlo Emanuele II: tantoeseguite e Dio nostro Signore vi con-servi”. Un tocco di prestigio e sensi-bilità in più al bilustre anniversarioè offerto dal poeta locale GiovanniBarese con questo inno in ottonarida lui composto: < Rit.: Granatieridi Sardegna, servir Patria è cosadegna! Come storia ben c’insegna, ri-spettiamo la consegna! Le granate son nostr’armi e ci fecersempre grandi, siam le guardie negli allarmi, se l’Italia cicomandi! Dimostriam nostro valor, teniam alto nostroonor. Eroi fummo già all’Assietta, che tenemmo salda estretta. Nervi saldi e cuor ardito, il dover non è finito! Noidavver siam forti e prodi, meritammo molte lodi. Difen-demmo duca e gente, or scortiam il presidente! Per l’Italiaforte e unita, pronti siam a dar la vita! Rit:…>.

Presente all’appello dell’Associazione anche una newentry: Luigi Cortese, caporale scelto nel 3° rgt. Gra-natieri Guardie di Orvieto nel 1997.

Nelle foto i soci effettivi del Nucleo segusino chesvolsero il servizio di leva e il gruppo storico “Gra-natieriVal Susa 1861” costituito dai soci simpatizzantie familiari.

Elvio Jagodnik in garitta al Quirinale(Roma,1965)

Giancarlo Sibille sergente di ronda (Civitavecchia,1973)

I figuranti. Da sinistra, Claudia Rosa Brusin, Giuseppe, Marcello, Giovanni Oliveri e Anna Rubella

LUGLIO-SETTEMBRE 2017 IL GRANATIERE 45

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

La cerimonia per l’assegnazione deipremi annuali per la pubblicisticamilitare, promosso nella sua terzaedizione dall’Istituto Nazionale diUniformologia, Pubblicistica e Ico-nografia Militare (IUISM), haavuto luogo in Roma il 28 giugnou.s. presso la sede dell’Istituto Sto-rico e di Cultura del Genio.La manifestazione, alla presenza delSottosegretario di Stato alla DifesaOn. Domenico Rossi, ha avuto ini-zio con la deposizione di una co-rona d’alloro al monumento aiCaduti dell’Arma del Genio equindi è proseguita con l’assegna-zione dei riconoscimenti per l’edi-zione 2017 dei Calendari editi daCorpi ed Enti militari, Associazionicombattentistiche e d’Arma ed edi-tori specializzati nel settore.La numerosa platea dei premiandi,stante il numero dei candidati se-lezionati, ha consentito di poter ac-quisire una apprezzata conoscenzadi tante pubblicazioni, frutto di unriconosciuto appassionato sforzo diricerca e documentazione, da partedi veri cultori di storia militare.In questo ambito, la Sezione Gra-natieri di Roma è stata premiatacon un Premio Speciale per il suoCalendario storico contenente unaparticolare Dedica rivolta alle Por-tatrici carniche ed arricchito, tral’altro, da una vasta illustrazione –anche tramite un DVD allegato –delle nuove armi apparse durantela Grande Guerra, nonché da uncompiuto esame delle operazioniche nell’anno 1917 coinvolsero laBrigata Granatieri.

Il riconoscimento ottenuto dal Ca-lendario della Sezione Granatieri diRoma merita un particolare apprez-zamento ove si tenga conto che, tratutti i premiati, è stato l’unico ela-borato da una singola Sezione chesi è confrontata con le AssociazioniNazionali ed i Corpi Militari.

Premio alla Sezione Granatieri di Romaper il Calendario 2017ARSENIO ROSSONI

Un momento della deposizione della corona al monumento ai Caduti dell’Armadel Genio

28 GIUGNO 2017

Il Presidente della Sezione Granatieri di Roma, Gen. D. Antonello Falconi riceve ilPremio per il Calendario Storico 2017. A sinistra, il Dott. Paolo Pierantozzi,Presidente IUISM

LUGLIO-SETTEMBRE 201746 IL GRANATIERE

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Venerdì 18 agosto la Sezione di Fano si è riunita per laclassica cena estiva con il concittadino Generale DuilioBenvenuti in vacanza, come tutte le estati, nella nostracittà. L’evento conviviale si è tenuto nella spiaggia delGranatiere Virginio Tonelli con una bellissima tavolatain mezzo agli ombrelloni. Tanti i ricordi, di cui alcunimolto enfatizzati, e le simpatiche battute del padronedi casa che hanno allietato la serata.

Il nostro caro concittadino Generale Duilio Benve-nuti, grazie al quale si è ricostituita due anni fa lanostra Sezione, ha stimolato i presenti, tra cui unnuovo ingresso, per le future attività e la crescitadella Sezione fanese ora composta da 18 associati.Non poteva certo mancare la foto scattata dal Gra-natiere Stefano Antilli a conclusione di una seratadivertente e spensierata.

Incontro estivo della Sezionedi FanoMARCO SAVELLI

18 AGOSTO 2017

OFFERTE PER IL GIORNALE

Il Centro Provinciale di Treviso in memoria del Gra. Rino Danesin € 20.00Sezione Eraclea in memoria del Gra. Bruno Cesco € 20.00Sezione di Monselice € 20.00Bruno Chieregatti € 15.00

Bruno Cesco, classe 1925Sezione di Eraclea

Bruno, iscritto nella Sezione di Porto-gruaro (VE) negli anni ’50, da circa 20anni Presidente di Sezione sino a quandole forze non gli hanno più concesso di ge-stire le varie attività. Non trovandosialcun sostituto in grado di eguagliarlonella tenacia e la passione, decide di chiu-dere la Sezione.I pochi iscritti rimasti sono stati accolti eiscritti nella Sezione di Eraclea, compresolui stesso.Che dire del buon Bruno? Persona sem-plice, sempre disponibile per la famiglia,per la chiesa e per la famiglia granatiere-sca, alla quale non ha mai chiesto nulla edalla quale non ha mai voluto gratifica-zioni per il suo operato.Alle esequie erano presenti diversi grana-tieri con colonnelle, Presidenti di Sezioni,il Presidente Provinciale ed il sottoscrittoPresidente Regionale.

Il Presidente RegionaleComm. Lino Marian

Rino DanesinSezione di Mogliano Veneto

La mattina del 29 giugno è mancato ilGra. Rino Danesin di anni 91. Tutti iGranatieri della Sezione di Mogliano Ve-neto (TV) lo ricordano con stima e rico-noscenza. Persona molto conosciuta incittà per le sue molteplici attività, semprepresente in ogni cerimonia con la sua im-peccabile divisa. Da un paio d’anni nonpoteva partecipare a causa di varie com-plicazioni, ma è stato sempre presente con

il pensiero verso i granatieri, tanto chequest’anno ha fatto pervenire i suoi au-guri al pranzo del tesseramento della Se-zione. Il giorno del funerale nella chiesadi Preganziol, suo Comune di residenza,dopo una breve allocuzione il GranatiereFrancesco Secchieri ha letto la preghieradel Granatiere. Fuori la chiesa abbiamosalutato per l’ultima volta il nostro Gra.Rino Danesin. A rendergli onore il Pre-sidente con i loro alfieri e in testa la co-lonnella del Veneto con il sempre presenteCav. Uff. Lino Marian. La moglie e i figlisi sono complimentati per come ab-biamo dato l’ultimo saluto al loro caroe nostro Granatiere più anziano dellaSezione.

Il PresidenteLino Suffogrosso

Giorgio Artuso, classe 1939Sezione di Padova

Anche Tu, caro Giorgio, sei andato avantia rinforzare l’eletta schiera di Granatieriche, al comando degli Ufficiali di queltempo, sfilano nelle formazioni celesti. “…Resterai sempre nel cuore di quanti Ti vol-lero bene …” è scritto nel ricordino delgiorno dell’addio.È proprio così, caro Giorgio, perché –come è stato proclamato anche nell’omelia– non possiamo dimenticare il calore del-l’accoglienza, che Tu e la Tua amata Dia-nella avete sempre riservato a tutti noi nellabella dimora di Ponte San Nicolò.Molti, come me, Granatieri, parenti, amicio semplici conoscenti, hanno apprezzatoin Te l’innato patrimonio di valori umanie cristiani che hanno caratterizzato la Tuapersonalità: il senso dell’onore, la rettitu-dine, il rigore morale, l’amore per la fami-glia e per il prossimo, la sacralità del lavoro(apprezzatissima la Tua maestria nel lavorodel legno a favore dell’ATALA per oltrecinquant’anni).

LUGLIO-SEttEMBRE 2017 IL GRANATIERE 47

SFILERANNO SEMPRE cON LE NOStRE cOLONNELLE

La rubrica «Sfileranno sempre con le nostre colonnelle» è finalizzata a ricordare i soli soci dell’Associazione che hanno lasciato questo mondo per ritornare alla Casa delPadre. Si sottolinea: I SOLI SOCI. Chi segnala il triste evento per la pubblicazione, dovrà comunicare le seguenti informazioni necessarie per la stesura del necrologio:sezione d’appartenenza; data di nascita e di morte; motivi del decesso; reparto Granatieri nel quale il defunto ha prestato servizio; eventuali campagne di guerra e decorazioniricevute; eventuali cariche associative rivestite. È opportuno, inoltre, che venga inviata una foto originale del defunto e non, come spesso avviene, fotocopie o copie ripresedai giornali. Tutti i testi, comunque, non dovranno superare le 12 righe, salvo le eccezioni che si potranno avere a insindacabile giudizio della redazione. La redazione, infine,sarà particolarmente grata a chi, avendone la possibilità, invierà un’offerta come, del resto, è previsto dal comma 5 dell’articolo 13 del Regolamento dell’Associazione.

Valori tutti che Ti hanno consentito dimantenere saldi nel tempo il senso verodell’amicizia e quello dell’appartenenzaal più bel Corpo dell’Esercito.Per questo siamo certi che sei stato chia-mato a far parte della grande schiera dei“Giusti”, di coloro che hanno accumu-lato un grande tesoro lassù, lasciandoquaggiù una eredità destinata a perdurarenel tempo: lo testimoniano la grande ecommossa partecipazione alle Tue esequiecristiane.Pur nella mestizia del commiato terreno,abbiamo la certezza che Ti sei ben meri-tato il premio eterno.Resta a noi tutti il privilegio di averTiconosciuto nella Tua semplicità e ge-nerosità e la fortuna di aver percorsoinsieme a Te gran parte della nostra esi-stenza, condividendo quei valori pre-ziosi che Tu lasci in eredità ai Tuoi caried a noi tutti.Ciao Giorgio! … ci mancherai e sarai as-sente “giustificato” nei nostri prossimiraduni.

Il Tuo TenenteNicola Canarile

Silvano ForcolinSezione Musile di Piave

Il 16 luglio 2017 ci ha lasciato il Grana-tiere Silvano Forcolin. Era nato il 25 lu-glio 1935 ed era residente a Musile diPiave (VE). Iscritto alla Sezione locale dal 1957, daallora ha sempre partecipato con pas-sione a tutte le manifestazioni sia delBasso Piave che altrove. A rendere omag-gio alla cerimonia del saluto religioso, leColonnelle delle Sezioni di Musile diPiave, Meolo, Jesolo, Eraclea. La SezioneGranatieri esprime le più sentite condo-glianze alla famiglia.

Il PresidenteRino Lorenzon

ALAMARO A SPILLO ARGENtAtO

BAVERO DI PANNO ROSSO cON ALAMARI

BAScO DI PANNO NERO

cRESt ARALDIcO DELL’ANGS

cOPPIA DI GRANAtINE IN MEtALLO BIANcO PER BAVERO

GRANAtINE A SPILLO/cLIP IN SIMILORO/SILVER PER GIAccA

cRAVAttA REGGIMENtALE IN POLIEStERE

DIScO AUtOADESIVO PER MAccHINA

FREGIO MEtALLIcO PER BAScO

GEMELLI ARGENtAtI cON ScUDEttO QUAttRO MORI

LIBRO “GRANATIERI DI SARDEGNA 350 ANNI DI STORIA ITALIANA”

LIBRO “IL IV BATTAGLIONE CONTROCARRO”

LIBRO “LE STAGIONI BALCANICHE”

LIBRO “QUADRI DI BATTAGLIA DEL 3° RGT. GRANATIERI DI SARDEGNA”

LIBRO “I GRANATIERI DI SARDEGNA SUL MONTE CENGIO”

LIBRO “TRA SABBIA E STELLE”

LIBRO “10 ANNI COL SIGNORNÒ”

OPUScOLO SULLA EPOPEA DEL cENGIO

MEDAGLIE DEI VARI RADUNI NAZIONALI

PORtAcHIAVI REt. A MOLLA cON MEDAGLIA SILVER

StAtUEttA GRANAtIERE 1848 MEDIA

StAtUEttA GRANAtIERE 1848 GRANDE

StEMMA ARALDIcO IN MEtALLO PER tAScHINO

StEMMINO MEtALLIcO cON ALAMARI E GRANAtINA

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