Di noi tremò la nostra vecchia gloria. ORGANO …...2016/07/21  · 5 al 2007, non ha mai avuto...

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ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA ANNO LXIV - N . 3 - LUGLIO - SETTEMBRE 2010 - PUBB. TRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 CONV IN L. N. 46 ART. 1 COMMA 1 D.C.B. ROMA Di noi tremò la nostra vecchia gloria. Tre secoli di fede e una vittoria G. D’Annunzio

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ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNAANNO LXIV - N . 3 - LUGLIO - SETTEMBRE 2010 - PUBB. TRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 CONV IN L. N. 46 ART. 1 COMMA 1 D.C.B. ROMA

Di noi tremò la nostra vecchia gloria.Tre secoli di fede e una vittoria

G. D’Annunzio

lettera ddal ddirettoreCon non poche difficoltà siamo arrivati alla conclusione di questo numero che, come il precedente,è di cinquantasei pagine, grazie anche all'autorizzazione concessa dal Comitato centrale.Le difficoltà ci derivano essenzialmente dalla grande quantità di proposte di articoli che giungonoin redazione. Segno questo di un fervore di attività nell'ambito associativo, ma in molti casi daldesiderio da parte di alcuni di «vedersi» pubblicati sulla rivista.La cadenza trimestrale, purtroppo, non consente di pubblicare tutti gli articoli in aderenza conil verificarsi degli avvenimenti che in essi vengono documentati e descritti. La disfunzione vieneesasperata nel momento in cui gli articoli, come molto spesso avviene, ci vengono proposti già conalcuni mesi di ritardo rispetto agli eventi. Questo, pensate, si verifica con una certa frequenza anchenelle segnalazioni di morte dei nostri associati che ci vengono proposte anche dopo un anno delverificarsi dell'evento luttuoso. Occorre a questo punto fare qualcosa. In primis, rivolgiamo a tutti un deciso invito ad una maggiore celerità nelle segnalazioni per evitareche gli articoli che poi vengono pubblicati riportino fatti che si sono verificati anche otto mesi prima.In assenza della dovuta tempestività, la Redazione si vedrà costretta, con molto dispiacere, a nontenere più conto dei testi che pervengono dopo tre mesi dal verificarsi degli eventi in essi riportati.A questo punto: cambiamo argomento. Questo numero arriverà ai lettori prima delle Festivitànatalizie e, come suggerito anche dal Presidente Buscemi, non ci si potrà scambiare gli auguriattraverso la rivista. Lo facciamo ora.A tutti i nostri lettori, quindi, vadano i nostri più fervidi voti augurali uniti a quelli del Presidentenazionale e del Comitato centrale, per un sereno Santo Natale e un nuovo anno (a proposito: aveteprenotato il calendario?) colmo di gioia e di felicità.

Direttore responsabile: Antonino TorreRedazione:

Ernesto Bonelli, Alba Maria Mendico, Adalberto BendinelliSegreteria: Mario Scalzi

Amministrazione: Benito Chiepoloindirizzo email redazione: [email protected]

–––––––––––––Autor. Trib. N. 5244 del 22-5-1956

Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione (R.O.C.) n. 1599 del 10 ottobre 2001

–––––––––––––Grafica: Marcello Ciriminna

–––––––––––––Stampa: Romana Editrice

San Cesareo - RM–––––––––––––Editore: Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna00185 Roma, piazza Santa Croce in Gerusalemme, 7

Tel 06/7028289 - Fax. 06/70393086E-mail [email protected]

http://www.granatieridisardegna.itC.F.03073220588

Presidente Onorario: On. Lino FornalePresidente: Mario Buscemi

Vice Presidente: Antonio LattanzioSegretario Nazionale: Roberto Santelli

Comitato Centrale: Antonino Torre, Bruno SorvilloPaolo Rossi, Antonio Cafazzo

–––––––––––––Condizioni di cessione del periodico

Una copia Euro 2,00Abbonamento ordinario Euro 10,00Abbonamento sostenitore Euro 15,00Abbonamento benemerito Euro 25,00Una copia arretrata Euro 2,50

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–––––––––––––Quanto espresso dai singoli autori negli articoli firmati non

rispecchia necessariamente il pensiero dell’editore e del direttoreLa collaborazione al giornale avviene a titolo volontario e gratuito. Tutto il materialeche perviene in Redazione, anche se non pubblicato, non viene restituito. La reda-zione si riserva la facoltà di modificare e/o sintetizzare i testi che vengono forniti.

Chiuso in tipografia il 25-10-2010In copertina: basamento della colonna situata a Roma,

in Piazza di Porta Capena, che ricorda i militari che parteciparonoalla Difesa di Roma del settembre 1943.

in questo numero

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editoriale p. 3

attualità p. 6

storia p. 11

brevi e liete p. 16

alamari con le stellette p. 18

offerte p. 27

attività associativa p. 28

sfileranno sempre... p. 51

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GRANATIERI DI SERIE «B»?In occasione del rito funebre per FrancescoCossiga, a Sassari, si è verificato un increscioso in-cidente che non ha avuto per fortuna larga eco, mache di per sé è certo significativo.Il Presidente aveva chiesto, con lettera indirizzataal Presidente del Consiglio, che in quella circo-stanza «nella rappresentanza armata fossero com-presi, per l’Esercito, elementi dei Granatieri diSardegna...» (cito testualmente). Di conseguenzaun reparto armato della Specialità, unitamente alleformazioni della Marina, dei Carabinieri, dellaPolizia che erano state parimenti richieste, è statoinviato con aereo militare a Sassari per la ceri-monia. Ma, giunti sul posto, i Granatieri, oltre aldiniego di inserire nella celebrazione, come nor-malmente avviene in queste circostanze, due mili-tari con l’uniforme di rappresentanza che proprioCossiga aveva voluto adottare quando era Capodello Stato, sono stati collocati, senza armi, fra ilpubblico mentre al reparto armato interforze cheha reso gli onori è stato destinato un plotone della

Brigata «Sassari».Non è chiaro a chi sidebba attribuire que-sta indebita sostitu-zione, ma il fatto, purnei suoi limiti di ca-rattere circoscritto eformale, confermaancora una volta lascarsa considerazioneche si ha per i Grana-tieri. E questo è da ri-tenere purtroppo unfenomeno ricorrente,come chiaramente ap-pare nell’articolo riportato nelle pagine che se-guono. Si tratta di argomenti di più vasta portatache ci sono ben noti, ma che è bene siano sempretenuti presenti perché in qualche modo possa«cambiare il vento».Nella convinzione dell’importanza che il più antico

Corpo della nostra storia mili-tare merita, quale patrimoniodi tradizioni che riguardanonon solo la Specialità mal’Esercito tutto, e nella miaqualità di responsabile dellanostra Associazione, ho sen-tito il dovere di rappresen-tare questa situazione alloStato Maggiore dell’Eserci-to e all’onorevole GiuseppeCossiga, figlio del defuntoPresidente Emerito dellaRepubblica.L’on. Cossiga mi ha rispostomostrandosi dispiaciuto e as-sicurandomi che, in occa-sione delle cerimonia uffi-ciale di saluto al padre pre-vista in Senato, sarà richiestoun picchetto di Granatieri.Speriamo che anche l’Eser-cito voglia una volta pertutte riconoscerci il ruoloche meritiamo.

Mario Buscemi

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Di alcune cose che succedono non siamo affattosoddisfatti. L’ultima, in ordine di tempo, è quellache si può apprendere leggendo l’Editoriale delPresidente nazionale. Abbiamo il carattere e il temperamento per ren-derle pubbliche, dopo che sono state rappresen-tate con scarsi risultati nelle sedi più opportune.Riportiamo di seguito, quindi, alcuni motivi di do-glianza espressi da alcuni autorevoli Granatieriin congedo, così come sono stati raccolti nell’am-bito della nostra Associazione.

La partecipazione dei granatieri alla parata del 2giugno con l’uniforme di rappresentanza che nemette in particolare risalto le tradizionali caratte-ristiche è stata a lungo osteggiata e si è ottenutasolo a seguito di ripetute richieste e pressioni.Ancora oggi, mentre la B. «Sassari», i bersaglieri,i carabinieri e altri sfilano preceduti dalle rispet-tive musiche, la banda dei granatieri non muovecon il proprio reparto, ma separatamente, con con-seguente perdita dell’efficacia derivante dall’im-magine d’insieme propria delle uniformi che in-dossa.È da rilevare, fra l’altro, che solo di recente si èottenuto, con specifico Foglio d’Ordini, il ricono-scimento formale di questa storica uniforme, vo-luta dal Capo dello Stato nel 1985, ma lasciata perlungo tempo nel limbo della condizione «di fatto».

La peculiarità dei granatieri è legata alla sintesifra tradizionali funzioni di rappresentanza e com-piti di carattere spiccatamente operativo (fra leprerogative storiche dei granatieri, come d’altraparte per le unità «Guardie» di tutti gli eserciti, c’èstata per secoli quella di «essere sempre dovemaggiore è il pericolo»).Da tempo però questo significativo binomio haperduto il suo originale valore: da una parte, perché i compiti di rappresentanzasono assegnati a rotazione fra un largo numero diunità, in nome del diritto di tutti ad apparire inparticolari circostanze;dall’altra, perché i granatieri vengono sistematica-mente esclusi dai principali impegni operativi,con motivazioni connesse con i loro servizi «ro-mani».

I granatieri sono stati così per lungo tempo privatidella partecipazione alle attività «fuori area»salvo modeste occasioni, spesso limitate ad unacomponente a livello compagnia, ottenute peraltrosolo a seguito di insistenze e pressioni.

A tutt’oggi i granatieri sono fra i pochissimi reg-gimenti di fanteria per i quali non è prevista lapresenza in Afghanistan, dove sono invece impie-gate Unità di artiglieria e, minor misura, carri,quasi che il grado di affidabilità della specialitàanziché oggetto del riconoscimento che storica-mente merita, sia di considerare di «serie B».

Tale orientamento si riflette anche sul personale.Nei granatieri infatti c’è tuttora un’elevata pre-senza di VFP1 che sono invece del tutto assenti inaltri reggimenti «privilegiati». Sono altresì inevi-tabili gli effetti negativi in termini sia di retribu-zione sia di prospettive di carriera. E tutto questoin presenza di un onere di lavoro generalmente piùpesante del normale per la ricorrente scarsità di in-quadramento dovuta all’inevitabile drenaggio daparte degli Organi Centrali e dei numerosi Entidella Capitale.

A fronte di questo insieme di elementi dequalifi-canti, è stato anche necessario ricorrere, alcunianni fa, ad una specie di plebiscito, con innumere-voli fax inviati alle più Alte Cariche dello Stato daparte dei membri dell’Associazione NazionaleGranatieri di Sardegna, per scongiurare il venti-lato scioglimento della Brigata, motivato a livelloSMD proprio dalla sua ridotta connotazione ope-rativa.

Allo stesso modo era stato configurato, per for-tuna senza seguito, l’obiettivo di prevedere inmodo sistematico l’impiego operativo delle unitàgranatieri alle dipendenze della B. «Sassari», al-l’epoca incompleta, lasciando al Comando dellaBrigata Granatieri la sola funzione di vuoto conte-nitore.

È altresì da rilevare che la ricostituzione del 2°Reggimento Granatieri in Spoleto, stabilita concircolare del Capo di SME nel 2005, ma rinviata

GRANATIERI DI SARDEGNA… UNA SPECIALITÀ DECLASSATA?

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al 2007, non ha mai avuto luogo, dando vita -dopo il protrarsi per vari anni dell’ibrido di unreggimento con alle dirette dipendenze ben 11compagnie - alla costituzione di un secondo batta-glione privo di bandiera, che peraltro alcune vocilasciano ritenere si intenda, presto o tardi, nuova-mente sciogliere.

Questa scarsa considerazione della Specialità hatrovato anche di recente riscontro nella mancatapartecipazione del Capo di SME:alla solenne celebrazione rievocativa della fonda-zione del Corpo, avvenuta nel 1659 (per cui il 1°Reggimento è da annoverare fra le due o tre piùantiche unità di tutti gli eserciti europei) che haavuto luogo in Torino alla presenza di AlteAutorità politiche e di rappresentanze di esercitistranieri;alla manifestazione connessa con l’attribuzione alreggimento della cittadinanza onoraria di Romache di recente ha visto, per la prima volta, il caro-sello storico dei granatieri svolgersi in Campido-glio alla presenza del Sindaco e di numeroso pub-blico.

È infine da ricordare l’inserimento, da parte delloStato Maggiore dell’Esercito, delle due casermedei Granatieri, la «Gandin» e la «Ruffo», nellalista delle infrastrutture da alienare a favore delComune. In merito è da rilevare che i Granatieri,oltre a lasciare la loro ormai tradizionale sede, sa-rebbero gli unici, secondo quanto pianificato, adoversi allontanare da Roma per trasferirsi a Ce-sano, con gravissimo impatto sulle tradizionalifunzioni rappresentative della Specialità, mentreper tutti gli altri Enti e Unità da spostare è stataprevista una ricollocazione in altre caserme dellaCapitale.Tutte le rimostranze formulate, a livello sia poli-tico sia militare, per evitare questo provvedi-mento che intaccherebbe lo stesso valore e signi-ficato delle «Guardie», non hanno avuto alcunesito, salvo vaghe risposte riguardanti i lunghitempi di attuazione. Questa situazione di incer-tezza potrebbe però, d’improvviso ed al mo-mento opportuno, portare ad un atto esecutivoperentorio e definitivo che si tradurrebbe in unevento negativo di portata storica per l’Esercitotutto.

Noi, come sempre, aspettiamo fiduciosi che questalinea di tendenza finalizzata a demolire tutto ciòche resta di un glorioso passato che ha abbon-dantemente superato i trecento cinquant'anni e

del quale l’Esercito si ricorda solo nei rari mo-menti di bisogno, sia destinata a cessare, magarisolo perché causata da motivi contingenti o dallamancata conoscenza della nostra storia che poi,in fondo, coincide con quella dell’Esercito stesso.

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A NOVARA INTITOLATO UN PARCO AL GENERALE GIACCHI

Domenica 9 maggio a Novara si è svolta una toc-cante cerimonia in cui è stato intitolato un parcodella città al generale dei Granatieri, Conte NicolòGiacchi, che tutti i Granatieri conoscono per leenormi virtù eroiche conquistate in Libia e nellaPrima Guerra Mondiale, nonché per l’inestimabilegenerosità con cui ha istituito il fondo che porta ilsuo nome e che contribuisce ad alleviare i pro-blemi sanitari delle figlie bisognose dei nostricommilitoni.Alla cerimonia hanno partecipato diciassetteColonnelle in rappresentanza di altrettante sezionidell’ANGS e di Associazioni d’arma sorelle, chehanno voluto condividere, con la loro presenza, lagioia e l’orgoglio dei Granatieri novaresi perquesto importantissimo evento.Particolarmente apprezzata è stata la partecipa-zione della Colonnella della Sezione ANGS diRoma, personalmente portata nella città di SanGaudenzio dal maggiore Pantaleone Palmiotti. Unviaggio lungo e quindi, una testimonianza ancorpiù sentita e apprezzata, in quanto ha ulterior-mente rinsaldato i legami fra Novara, città nataledel generale Giacchi, e Roma, città in cui operò enella quale si trovano i due appartamenti donati aiGranatieri per la costituzione del fondo.L’idea dell’intitolazione era maturata da tempograzie all’interessamento fattivo del Vice Prefettodi Novara, Granatiere Marco Baldino, romano, cheaveva iniziato ad apprezzare le virtù del generaleGiacchi svolgendo la sua attività nella Presidenzanazionale dell’ANGS di Roma, durante il serviziodi leva. Insieme a lui sono stati particolarmentefattivi nell’iter di preparazione il Granatiere Ing.Alvaro Canciani, dirigente informatico del Co-mune di Novara, e responsabile ProvincialeANGS per Novara e il VCO, e l’infaticabile Presi-dente dell’ANGS di Grignasco, Granatiere IriosGardellini. Mai come questa volta si può dire che davvero l’u-nione, la condivisione e l’entusiasmo fanno laforza: l’opera di convincimento effettuata presso leautorità comunali di Novara ha portato all’acco-glimento della proposta e, con l’efficienza che ca-ratterizza l’attuale amministrazione novarese, allaimmediata traduzione in atti dei propositi manife-stati.La cerimonia ha avuto inizio alle 10.30 con lo sco-primento della targa e l’esecuzione dell’inno na-

zionale e degli inni dei Granatieri da parte dellabravissima banda di Grignasco, condotta aNovara dall’entusiasmo del Granatiere Gardellini.Ha poi preso la parola il Vice Prefetto Baldino cheha svolto l’orazione iniziale, ricordando la suaesperienza presso l’ANGS di Roma, il primo con-tatto con la figura di Giacchi, e una volta divenutorappresentante delle Istituzioni di Novara, laferma volontà di donare un ricordo imperituro aun uomo che del dono e della donazione avevafatto i suoi ideali di vita. Di lì l’attività organizza-tiva e preparatoria e la pronta e condivisa rispostadel Comune di Novara, soprattutto attraverso lapersona del Vice Sindaco e Assessore allaToponomastica Mauro Franzinelli.Una volta avuto l’imprimatur, importante è stataanche la scelta del luogo, davvero significativo: unbel parco situato fra le caserme e gli edificiScolastici. A voler sottolineare l’eroicità e i meritimilitari di Giacchi accanto all’invito, ai giovani, aconoscere e apprezzare una persona che seppesempre perseguire i più alti ideali.Successivamente ha preso la parola l’AssessoreFranzinelli, che ha condiviso l’entusiasmo diBaldino e ha avuto parole davvero onorevoli perGiacchi e il corpo dei Granatieri.È stata poi la volta dell’on. Gianni Mancuso, par-lamentare novarese e grande esperto di storia mi-

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Molte le novità che si sono avute nella celebra-zione di quest’anno. Già nel 2008 la presenzamassiccia dei Granatieri provenienti da tuttal’Italia aveva ridato alla rievocazione di queitragici giorni dell’armistizio il significato origi-nale che nel corso degli anni si era perso, co-sicchè la celebrazione si è ridotta a una bruttacopia di quella che viene fatta per il 25 aprile.Il ruolo dei militari, e fra essi in primo piano

quello dei Granatieri di Sardegna, era stato pra-ticamente cancellato per dare spazio a quellodei «partigiani», travisando e falsando la storia. È storicamente accertato, infatti, che a Roma ilComitato di Liberazione Nazionale venne costi-tuito solo alla fine del settembre 1943 e, di con-seguenza, le formazioni armate clandestine nonpotevano ancora esistere in maniera organicanelle giornate di battaglia dell’8, 9 e 10 set-tembre.L’apprezzamento per i militari è stato manife-stato in tutte e tre le cerimonie che quest’annosi sono celebrate.La giornata dell’8 settembre si è aperta con unacerimonia a Porta Capena organizzata dalPresidente di ASSOARMA, generale Buscemi eha visto la presenza di tutte le Associazionid’Arma e del generale Giuseppe Valotto, Capodi Stato Maggiore dell’Esercito.A porta Capena (zona Passeggiata Archeolo-gica) è stata collocata nei primi anni Cinquantauna stele commemorativa che, sulle facce delbasamento, riporta il nome di tutti i reparti chehanno combattuto nella difesa di Roma e le lo-calità in cui operarono. Nella copertina diquesto numero è riprodotta la faccia che ricorda

CERIMONIE 2010 PER LA DIFESA DIROMA DEL SETTEMBRE 1943

Il Capo di SME insime al Presidente ASSOARMA porgono glionori ai Caduti di Porta Capena.

litare, che ha inquadrato la figura diGiacchi all’interno della storia e dellegesta del glorioso corpo dei Granatieri diSardegna, la più antica specialità del-l’Esercito, particolarmente cara alle gentipiemontesi.Molto apprezzato è stato quindi l’inter-vento del Granatiere Palmiotti, già "osan-nato" in precedenza per aver voluto per-correre tante centinaia di chilometri ed es-sere fisicamente lì in quella occasione, conla gloriosa colonnella dell’ANGS di Ro-ma. Palmiotti ha ribadito il forte legamefra Novara e Roma attraverso la figura diGiacchi, e ringraziato i promotori dellainiziativa per aver fatto qualcosa di unicoin Italia, che in qualche modo "restituisse" al cuoredi Giacchi il dono da lui elargito con il suo eroico

impegno bellico e la sua generosità verso i biso-gnosi.

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la Divisione Granatieri di Sardegna. Il generaleBuscemi ha voluto effettuare la cerimoniapresso quella stele «dimenticata» proprio peraccentuare il carattere militare della celebra-zione.Il nostro Presidente, nel contempo, ha chiesto

lo spostamento di tale monumento rievocativoda Porta Capena a Porta San Paolo dove, at-tualmente, manca qualsiasi tangibile riferi-mento ai combattimenti dei militari che ebberoil loro epilogo in quei luoghi.La richiesta di spostamento è stata «appog-giata» in termini amministrativi da una pro-posta di Delibera presentata in Consiglio co-munale dal generale Torre.A porta San Paolo, la presenza di un carro ar-mato M 15/42 ricordava il sacrificio dei car-risti del Deposito del 4° Reggimento carri che,distrutto nella battaglia di Tobruck, si stava ri-

costituendo in quella che ora è conosciuta colnome di Caserma «Ruffo» (all’epoca si chia-mava «Regina Elena») e che intervennero nelpomeriggio del 10 settembre 1943 nell’estremotentativo di arginare le forze tedesche. IlPresidente Napolitano, accompagnato da Mi-nistro La Russa si è dimostrato molto interes-sato al mezzo e ha posto numerose domandetecniche al colonnello Direttore del Museodella Motorizzazione. Al «Piazzale della Resistenza», nella cerimoniaorganizzata come ogni anno dal generale LuigiPoli, infine, il Presidente della Regione Lazio,Renata Polverini e il ministro della Difesa,Ignazio La Russa, nei loro discorsi hanno datoampio spazio alla celebrazione del valore deimilitari e in particolare dei Granatieri diSardegna quali «principali ed eroici protago-nisti di quelle giornate in cui qualcuno avevaaffermato addirittura la morte della Patria».Il giorno 10 settembre, infine, nella commemo-razione che avviene annualmente alla Monta-gnola, zona in cui grande fu il sacrificio disangue dei Granatieri al punto di intitolareloro una piazza (Piazza Caduti della Monta-gnola), il nostro Direttore, Antonino Torre, inqualità di Consigliere comunale e in rappre-sentanza del sindaco Alemanno, nella sua allo-cuzione che ha riscosso molti applausi dei pre-senti, ha dichiarato «inopportuna e fuori luogola presenza di due bandiere di partito che perloro natura di parte, sminuivano il senso diuna rievocazione che doveva invece essere ditutti».

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Lapide di piazza Caduti della Montagnola in ricordo dei 53 caduti italiani nel settembre 1943.

L’allocuzione del Ministro della Difesa Ignazio La Russa. A fianco il gen. Antonino Torre.

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RESTAURATO IL MONUMENTO AL3° RGT. GRANATIERI ALL'INTERNO

DELLA CASERMA PIAVE Orvieto, un nome, una città che attrae con fascinomultiforme la poderosa rocca, il suo mondo sotter-raneo, la sua storia straordinaria, il labirinto dellevie, un Duomo capolavoro assoluto... e la sua po-polazione gentile. Per noi granatieri un fattore diaffezione in più: la Caserma Piave, che un tempo cifu dimora. Ci siamo tornati in molti l’11 e il 12 settembre 2010accogliendo l’appello del Presidente regionaleUmbria, Gra. Paolo Rossi. Non un raduno di quelliche monopolizzano vie e piazze: la locandina,adorna degli emblemi degli Enti sponsor deiGranatieri (Comune di Orvieto, Episcopio, BancaCassa di Risparmio di Orvieto, Opera del Duomo,Protezione Civile), annunciava signorilmente:

I GRANATIERI ITALIANI - SI DANNO CON-VEGNO ALLA CASERMA PIAVE DI ORVIETO -PER SALUTARE IL RIPRISTINO - DEL MONU-MENTO AL 3° RGT GRANATIERI - SABATO 11 EDOMENICA 12 SETTEMBRE 2010.

Insomma: un convegno in famiglia, un ritorno allaCasa paterna. Tutto il programma si è svolto neigrandi spazi della piazza d’Armi, nel parco dei por-ticati (inutile la ricerca di un varco anche clande-stino per rivisitare le camerate e gli altri locali).L’intera struttura è ora a disposizione del Comunedi Orvieto e in attesa di altro utilizzo. Ma ancora ciparla, ci ricorda un periodo lontano, persone, sen-sazioni. Il servizio di leva fu un’importante espe-rienza di passaggio alla vita adulta (Ora è più diffi-cile per i ragazzi diventare adulti e responsabili).Ma vediamo il programma realizzato nella "duegiorni" orvietana, sotto l’esperta guida del Grana-tiere Paolo Rossi. Il sabato, visite ai monumenti cittadini, insieme allagiovane dottoressa Giovanna Bandinu, espertad’Arte, non nuova a illustrare ai granatieri il«Giudizio Universale» di Luca Signorelli e le altremeraviglie della città. Gradita la degustazione divini e prodotti tipici, offerta dal Gra. Corrado Bottaidi Orvieto. A sera, in Duomo, alla presenza di S. E. il VescovoMons. Scanavino, il sublime concerto polifonico estrumentale del Coro «Vox et Jubilum», diretto dalMaestro Stefano Benini, (ospite d’onore la soprano

Rosanna Bacchiani Majocchi), ha premiato i conve-gnisti del primo giorno. La domenica le aree all’aperto della «Piave» si sonoanimate per i grandi arrivi. All’adunata nel piazzale interno erano presentiotto Presidenti regionali (Campania, Emilia Ro-magna, Lazio, Marche, Piemonte, Toscana, Um-bria, Veneto) con più di una ventina di Sezioni, tracui la novella Sezione di Pinerolo (TO) col suo atti-vissimo presidente Claudio Gariglio e Signora. La Scuola sottufficiali di Viterbo ha inviato una rap-presentanza di allievi in alta uniforme comandatidal Ten. Col. Silvio Manglaviti, Granatiere. Presente anche, come sempre alle nostre manifesta-zioni, la rappresentanza della C.R.I. con il suo sten-dardo. Intorno, mogli, figliolanze e numerosi cittadini or-vietani rivolgevano scroscianti applausi più al mar-ziale plotone di rappresentanza del 1° Granatieri inuniforme storica, che allo schieramento (quasi) per-fetto di noi «veterani»! Solenne Alzabandiera, deposizione della coronad’alloro ai Caduti, saluto del Presidente nazionaleGra. Gen. Buscemi. Intervengono il Sindaco dott.Antonio Concina, il Presidente del ConsiglioComunale Gra. Marco Frizza, il Presidente della

Il Presidente di ASSOARMA conferisce l’attestato di be-nemerenza al gra. Vincenzo Fumi.

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Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto Gra.Vincenzo Fumi, che riceve un diploma di beneme-renza dal Presidente Buscemi.Con piacere abbiamo registrato la partecipazionedel Generale Gianpaolo Torrini già Comandantedel 3° Reggimento Granatieri, e dei Colonnelli deiGranatieri Meinero e Gajani Billi, già precedentiComandanti del 1° Rgt. Granatieri, di numerosialtri ufficiali in congedo e in servizio, e di un buonnumero di cittadini orvietani. Partecipano anche ilGenerale paracadutista Sergio Scattoni e ilPresidente delle Associazioni Combattentistiche ed’Arma Comm. Eraldo Millotti. Levato tra gli applausi il velo, il Monumento al 3°Granatieri viene benedetto da Padre Flavio, Guar-diano del convento dei Cappuccini, che ricorda lagrande figura del Gra. Padre Chiti, eroico Soldatoe Frate. Spiega Padre Flavio: «Monumentum si-gnifica memoria, ricordo, documento ma ancheammonimento per noi e per i posteri!». Si forma il corteo, che al ritmo delle marce grana-tieresche bravamente eseguite dalla benemeritaFilarmonica orvietana «Luigi Mancinelli» compieil giro della Piazza d’Armi e si scioglie di fronte alMonumento al 3° Granatieri, ottimamente restau-rato, con ben evidenziati i nomi di alcune dellebattaglie sostenute.L’emozionante domenica non è ancora terminata:c’è la Messa al campo all’ombra benefica deivecchi platani, c’è la proiezione del bel DVD sullastoria dei Granatieri, opera del socio Gra.

Francesco Cristini di Civitavecchia. Poi al «rancio» tutti assieme, ufficiali sottufficialie truppa, familiari e civili, ben serviti e coccolatidai sorridenti volontari della Protezione Civile. I vecchi portici un pò sbrecciati, le ampie cameratedesolatamente vuote, paiono sorpresi di ascoltarevoci allegre e sonanti risate, dopo tanto abban-dono... Ma questa sera tornerà il silenzio, senza ilsegnale di tromba.

Angelo Masperone

Il Presidente della Sezione di Legnano Enrico Mezzenzana porta a conoscenza di tuttii Granatieri che ha fatto realizzare del materiale di vestiario con il logo "Granatieri".Tale materiale è idoneo a poter far opera di proselitismo della nostra Specialità.Indossando un capo granatieresco anche se non si è nelle cerimonie ufficiali, ovveroquando si sta tra la gente, in Italia, in Europa e nel Mondo. Portando con la fierezzadovuta il prestigioso logo e facendolo conoscere, infatti, si potrebbe reperire qualcheex commilitone da iscrivere alla nostra Associazione. La Sezione di Legnano ha di-sponibili i seguenti capi di abbigliamento: polo a manicalunga e corta, con colletto e maniche recanti il tricolore;

gilet a 9 tasche; kwei e giac-cone invernale. Tutti i capi si possono avere neicolori: bianco, giallo, rosso,verde, blu, royal, nero. Per letaglie: si va dalla "S" alla"XXXL".Per i costi e le eventuali quan-tità da ordinare, telefonare aEnrico Mezzenzana: Cellulare3482603103.

I Presidenti regionali schierati.

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STORIE DI UN TEMPO PASSATO

Ai primi di gennaio del 1930 arrivarono a Trieste dueinviti: a Willy Reiss Romoli ed a Giani Stuparich: duegranatieri che nella guerra del ‘15-’18 avevano com-battuto valorosamente sull’Altipiano di Asiago e delCarso (Monfalcone e Monte Cengio). Willy fu deco-rato di medaglia d’argento e Giani di medaglia d’oro,erano stati feriti entrambi durante la guerra. Gli invitipartivano dal Quirinale con firma di VittorioEmanuele III (il Re «soldato»). A Trieste la situazionedi Giani era veramente tragica. Suo padre (mio nonnoMarco) al quale ero attaccatissima, era moribondo invia Trento 12 (la tragedia del padre è descritta neL’Isola di Giani). Avevo 10 anni allora, ma con tutta lamia forza di persuasione e pianti, avevo ottenuto daimiei genitori il permesso di abitare con i nonni. Avevocapito che il nonno stava molto male ed ero assaitriste. Ogni tanto andavo nel mio angoletto fra un ar-madio e la porta della stanza dei nonni, a sfogare ilmio dolore con un’amica «Maggior Parte» (un perso-naggio da me inventato). I due granatieri erano invi-tati al ricevimento serale e al matrimonio del PrincipeUmberto II di Savoia con Maria José del Belgio. Èmolto simpatico il racconto che fece anni dopo laPrincipessa del loro primo incontro, mi pare in unachiesa; lei vestita da maschiaccio (parole sue) con intasca due arance, delle quali offrì una al bambino sco-nosciuto (Umberto) incontrato per caso.Willy arrivò al terzo piano di via Trento in casa Stupa-rich. Dalle finestre della casa si vedevano gli alunni di parecchie classi del Ginnasio «Dante Alighieri», si-tuato proprio di fronte a quelle finestre. Il caro amico Willy aveva in mano una scatoletta che consegnò amio padre; uscì di nuovo e portò un enorme scatolone. Ero molto curiosa di sapere cosa vi fosse nella sca-tolina e nello scatolone (quest’ultimo conteneva uno splendido abito da sera da uomo). Papà era nervosis-simo, gli tremava la mano e fece cadere la scatolina, che si aprì: sprizzarono fuori due brillantissime "pal-line" che saltellarono per terra andando a finire sotto un armadione. Senza fiatare mi misi prona a terrae riuscii con la mia piccola mano a recuperare i gemelli da polso portati da Willy per una camicia bianca.Giani esterrefatto esclamò: «Ma che hai fatto Willy? Vuoi davvero che parta per Roma con te?». «Certo,

- rispose - fallo per i Granatieri!». Parole magiche! Papà rimase come una statua. Alla fine assentì a ma-lincuore. A Roma si fermò un giorno solo. Ritornò in tempo il 10 gennaio: il nonno mori il 14. Nonostante la grandeangoscia di tutta la famiglia, la mia curiosità era grandissima e pregai papà di raccontarmi tutto. Egli, con unsospiro, mi disse solo queste parole: «La Principessa è una donna stupenda, il suo vestito, la sera del ricevi-mento, era di velo violetto che si addiceva al colore dei suoi bellissimi occhi; poche volte ho visto occhi simili.Fu di una gentilezza incredibile. Si fermò di fronte a me e mi apostrofò, dopo aver ritirato la mano (perchénon voleva che alcuno la baciasse), con queste parole: «Giani Stuparich, valoroso granatiere, fratello di Carlo,lei è uno scrittore. Ho tutti i suoi libri e so che abbiamo le stesse idee politiche». Papà rimase di stucco; credoche non riuscisse a pronunciare una parola. Come aveva potuto, fra tanti, riconoscerlo? Forse aveva vistoqualche sua foto sulle copertine dei libri? Dopo una settimana arrivarono a Trieste due foto che ritraevanola coppia regale. In una Maria José ha il vestito violetto; nell’altra un abito bianco di pizzo spagnolo con unlungo strascico e una splendida corona in testa.

Giovanna Criscione Stuparich

Nozze Umberto II di Savoia e Maria José 1930.

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storiassttoorriiaa

Si è spento a Roma all’età di 101 anni il generale AmedeoGuillet, protagonista di imprese durante la Seconda GuerraMondiale che paiono uscite da un libro di avventure. L’ufficiale dopo aver combattuto nella Guerra di E-tiopia e in quella di Spagna, durante il corso del se-condo conflitto mondiale ebbe il comando di una bandairregolare in Eritrea e continuò a combattere anchedopo la resa delle forze italiane nell’Africa Orientale.Per il suo eccezionale coraggio, mentre veniva postauna taglia sulla sua testa, le sue truppe lo soprannomi-narono «Comandante Diavolo», riuscendo poi a rien-trare in Italia dopo una fuga avventurosa. Dopo l’8 settembre proseguì la sua attività nel ServizioInformazioni del ricostituito Esercito Italiano, per poilasciare l’uniforme dopo il referendum istituzionale eprestare servizio come diplomatico, ricoprendo la ca-rica di Ambasciatore in Giordania, Marocco e India. Il 2 novembre 2000 il Presidente della Repubblica CarloAzeglio Ciampi lo decorò con la Gran Croce del-l’Ordine Militare d’Italia, la massima onorificenza mili-

tare del nostro paese. La sua figura è stata narrata da Vittorio Dan Segre nel 1997 nel libro Laguerra privata del tenente Guillet. Il Capo dello Stato ha espresso in un messaggio alla famiglia il suo cordoglio ricordandoGuillet come "uomo, soldato e diplomatico di valore, generoso servitore del Paese in guerra ein pace".Le esequie si sono svolte il 26 giugno a Capua, città che gli aveva conferito la cittadinanza onoraria.

P. Varriale dal sito DEDALONEWS

MORTO AMEDEO GUILLET, IL «COMANDANTE DIAVOLO»

Una delle ultime foto del gen. Amedeo Guillet.

UN LIBRO IN CERCA DI EDITORE

Il Ten. Col. Giovanni Scarpelli, remoto giovanissimo Subalternodel glorioso 3° Reggimento Granatieri di Sardegna di presidio inGrecia durante l’ultimo conflitto mondiale, ha raccolto con appas-sionata devozione una selezione di testimonianze di protagonistisulle vicende dei giorni immediatamente successivi al dolorosoarmistizio dell’8 settembre 1943. Si tratta dei racconti autentici e immediati di alcuni superstiti diquella possente ed efficiente Unità tradita dai comandi superiorie dall’ex alleato, ingannata con la promessa di un falso rimpa-trio. Il curatore ha inteso colmare una lacuna storica svelando gliinediti particolari dell’amara sorte patita da quei tremila baldiGranatieri abbandonati senza ordini a migliaia di chilometri dallamadrepatria e poi costretti a una lunga e dura prigionia nei lagertedeschi. È un lavoro certosino apprezzabile che meriterebbe laconversione in libro affinché i fatti raccontati diventino storiascritta.

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ssttoorriiaassttoorriiaaLA BATTAGLIA DEL SOLSTIZIO

Chiamata anche «Battaglia del Piave», è una celebre battaglia, combattuta nel giugno 1918 dalRegio Esercito Italiano da una parte e dall’Imperial Regio esercito dall’altra. Fu l’ultimagrande offensiva sferrata dagli austriaci nel corso della prima guerra mondiale e si spense da-vanti alla valorosa resistenza dei soldati italiani. Alle vicende di tale battaglia si ispirò ErmeteGiovanni Gaeta (più noto con lo pseudonimo di E. A. Mario), l’autore della famosa canzone «Laleggenda (o Canzone) del Piave».Fra i tanti caduti di quei giorni c’è anche l’asso della nascente aviazione italiana, il maggioredi Cavalleria Francesco Baracca. Il suo aereo venne abbattuto la sera del 19 giugno 1918, sopraColle Val d’Acqua sulle pendici del Montello, sembra dal fuoco di un cecchino austriaco. Il nome «Battaglia del solstizio» fu ideato dal poeta Gabriele D’Annunzio, lo stesso che pocodopo, il 9 agosto 1918, con 11 aeroplani Ansaldo avrebbe sorvolato Vienna gettando dal cielomigliaia di manifestini, inneggianti alla vittoria italiana.

"Dopo Caporetto, i Granatieri combatterono palmo apalmo: avevano ritardato la marcia dei nemici, atte-standosi alla fine al di qua del Piave.Fra il novembre del 1917 e il giugno del 1918, si svol-sero accaniti combattimenti nell ‘area del Basso Piave,da Cortellazzo a Caposile, da Cavazuccherina (oggiJesolo) a Intestadura.Momento centrale di quella fase bellica fu la difesa daparte dei Granatieri di Sardegna della testa di pontesul Piave a Cortellazzo insieme con i marinai delReggimento Marina e con i Fanti della Brigata Arezzo.Non bastò difendere la testa di ponte, occorreva allar-garla e mantenerla.La Brigata Granatieri si assunse questo compito:come ricordava il Bollettino del Comando Supe-riore del 17 gennaio 1918, dopo lotta estrema-mente violenta ed accanita, sostenuta daiGranatieri e dai reparti di Bersaglieri, la testa diponte fu assicurata.Dopo un breve periodo di riposo, la Brigata Granatieritornò sul fronte del Piave il 26 giugno, partecipandoalla battaglia per la liberazione del territorio compresofra i Fiumi Sile e Piave.La battaglia durò quattro giorni e quattro notti e sifrazionò in mille episodi a causa del terreno alla-gato, paludoso che costringeva a pochi passaggi ob-bligati.Lo scontro fu particolarmente aspro e cruento: non bastò il fìtto fuoco delle artiglierie per avere ragionedel nemico, si arrivò al corpo a corpo.Il 6 luglio 1918 pattuglie di Granatieri e di Fanti prendevano contatto lungo la linea da Intestadura -nuovo Piave e i contadini sciolsero i colombi per annunciare che il Piave era tutto nostro e che da questolembo di terra, partendo dalla testa di ponte di Caposile, era cominciata la marcia verso la vittoria la-sciando sul posto circa 680 Granatieri.

I GRANATIERI DA CAPORETTO ALLA BATTAGLIA DEL SOLSTIZIO

Il maggiore Francesco Baracca (decorato con 1 MOVM, 3MAVM, 1 MBVM, 1 Ordine Militare di Savoia) accanto alsuo aereo, un caccia SPAD S. XIII, sul quale si nota ilCavallino rampante divenuto in seguito il simbolo della casaautomobilistica Ferrari.

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storiassttoorriiaa

Roma, 8 marzo 1941, ore 9 circa. Un plotone di Granatieri di Sardegna, trenta giovanotti in grigioverde con ala-mari bianchi, cantando, si avviava dalla caserma di via Lepanto verso una zona a ridosso di Monte Mario, al-lora ancora coperta di erbacce e di cespugli. Erano tutti universitari della classe 1921, chiamati alle armi da pochigiorni per seguire un corso di addestramento preparatorio ai corsi AUC. La maggior parte di loro non avevaancora compiuto vent’anni, e con lo spirito di adattamento proprio dei ragazzi, aveva accettato di buon gradoi piccoli disagi e le difficoltà che la novità della vita di caserma comportava.La guerra allora in corso era una dura realtà per tutti, ma essi vi si preparavano con serietà cosciente e senzainutili e prematuri timori. Avevano lasciato da poco la scuola dei professori, per entrare in una scuola dove idocenti erano dei militari, ufficiali e sottufficiali, una scuola con attività nuove e soprattutto interessanti, perchépiù adatte a quella vitalità prorompente e a quell’istinto primordiale che ti fa sentire forte e potente quando haiin mano un’arma. E in quel momento un’arma l’avevano quei Granatieri: quell’arma era, ahimè, il fucile mo-dello 1891, con il quale avrebbero dovuto affrontare qualunque nemico, senza tenere conto se l’arma dell’av-versario sarebbe stata (come in effetti poi fu) ben più efficace e micidiale. Quell’arma, ancorché anacronistica,serviva a dare loro un atteggiamento e un aspetto marziale, li rendeva e li faceva sentire uomini, molto più diquanto potesse far credere la loro età.In quel momento, mentre marciavano cantando un inno mi-litare, la loro attenzione fu attirata verso le finestre e i balconidi una severa costruzione, che più tardi si rivelò essere un isti-tuto femminile diretto da suore. Ma più che le finestre e i bal-coni, ciò che li attrasse fu il vociare femminile che giungevaalle loro orecchie. E poiché a un balcone si era frattanto affac-ciata una ragazza, subito il plotone, interrompendo l’inno mi-litare, intonò «Saran belli gli occhi neri - saran belli gli occhiblu - ma le gambe, ma le gambe - a me piacciono di più».Come conseguenza, in un battibaleno, finestre e balconi si po-polarono di ragazze tra i sedici e i diciotto anni, che ridac-chiando e scambiandosi amichevoli gomitate di intesa, si sof-fermarono a osservare quel gruppo di baldi maschietti, tuttialti da un metro e ottanta in su, da qualcuno dei quali parti-rono fischi di ammirazione e telegrafiche proposte di appun-tamenti. E una voce, interrompendo il canto e il resto, intonòuna strofetta rassicurante: «Noi siamo piccoli, ma cresceremo,sempre ameremo, sempre ameremo...», omettendo diligente-mente e senza intenzione di offesa per la divinità, gli oggettidi quell’amore, che in realtà, nella strofetta, erano «Dio e lavirtù».Il rapido e variato susseguirsi di canti, fischi, invitte e strofettamonca, produsse un allegro chiasso, abbastanza rumoroso darichiamare l’attenzione di qualcuno responsabile dell’ordineinterno. Infatti le gentili ospiti dell’istituto si ritirarono scomparendo tutte insieme contemporaneamente,mentre qualcuna, pur rientrando con le altre, continuava a volgere lo sguardo verso il chiassoso gruppo diGranatieri i quali continuarono a camminare, tutti compiaciuti per quell’esibizione di arte varia.La mattinata trascorse poi tranquillamente secondo i programmi, per cui il plotone rientrò in caserma conqualche nozione in più su come comportarsi in combattimento su un terreno incolto, anche se rimaneva un mi-stero inspiegabile come potesse essere efficace, in un vero combattimento, il fucile modello 1891, visto che do-veva essere ricaricato dopo ogni singolo colpo sparato, così come avevano fatto i nonni e i bisnonni cin-quant’anni prima. Ma questo non sembrava preoccupare né gli Alti Comandi né i Granatieri di quel plotone.All’adunata pomeridiana per il rancio, quando già si pregustava il piacere della libera uscita, fu comunicato cheil plotone era punito con due giorni di consegna in caserma per avere disturbato la quiete di un istituto religiosofemminile con grida e canti poco educati e provocatori. Così, quei baldi giovanotti, tanto allegri al mattino, tra-scorsero malinconicamente quella sera e la sera successiva ciondolando fra i tavoli dello spaccio e sotto il por-

I GRANATIERI E LA MADRE SUPERIORA

Disegno del granatiere Maestro Umberto Sgarzi.

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ssttoorriiaassttoorriiaaticato, mentre quattro di loro, a turno, ramazzavano il cortile della caserma.Due giorni dopo, neanche a farlo apposta, il programma di istruzione prevedeva ancora un’esercitazione sulterreno di Monte Mario. Il plotone percorse la stessa strada, e in vista dell’istituto, questa volta con finestre e bal-coni deserti, intonò una strofetta di cordiale saluto, tanto per dimostrare che nessuno covava risentimento per idue giorni di consegna. La strofetta, cantata da tutti con voce in falsetto per dare un tono più delicato al mes-saggio, era questa: «Tra le rose e le viole anche un giglio ci sta bene noi vogliamo tanto bene alla MadreSuperiora», a cui si aggiunse, tanto per confermare gli intenti amichevoli, e sempre in falsetto, il grido di: «Vivala Madre Superiora!».Con queste parole affettuose, che la Madre Superiora avrebbe certamente gradito se fosse stata in ascolto, la co-municazione ebbe termine, lasciando il posto a un silenzio rotto soltanto dal rumore ritmico e cadenzato degliscarponi militari del plotone.Forse, a voler sottilizzare, qualcuno avrebbe voluto rompere quel silenzio con una piccola, breve pernacchia, mala solennità dell’ora e il ricordo delle due giornate di consegna non lo permisero; fu intonato invece uno dei so-liti canti marziali, per cui i giovanotti in grigioverde con i bianchi alamari sul bavero quella sera poterono usu-fruire della loro meritata libera uscita.

Dante Luparia

1° capitano - due campagne di guerra e Croce al Merito. Invalido di guerra e docente di lettere al liceo classico di Sulmona.

CORREZIONE & PRECISAZIONE

A pagina 48 del numero precedente, il titolo di un articolo relativo a un incontro dei granatieri di Mantovapresenta un grosso refuso. La località in esso indicata, forse a causa della correzione automatica cheil computer effettua in alcuni casi, è riportata erroneamente come «Madonna della Coperta» e noncome «Madonna della Scoperta». Oltre a scusarci coi nostri lettori per il refuso, ci siamo posti il problema di conoscere la motivazioneche ha portato all'insolita definizione attribuita alla Madre di Gesù.Abbiamo interpellato a tale proposito Roberto Bonini, già Presidente provinciale di Mantova, che ci hafornito la risposta che di seguito riportiamo:«La denominazione data a quella località deriva da un'immagine della Madonna che era stata collocataaccanto ad una fontana provvista di tettoia. La località nell'XI secolo si chiamava, infatti, “FontanaCoperta” e di conseguenza l'immagine della Vergine “Madonna della Fontana coperta”.La devozione popolare, nel corso del tempo, attribuì a tale immagine molte grazie ed eventi miraco-losi.Adiacente alla fontana esisteva un convento di suore con annessa chiesetta che nel 1201 venne di-strutto e in quella occasione venne distrutta la copertura della fontana e andò persa anche l'immaginedella Madonna.Dopo parecchi anni, l'immagine della Vergine fu ritrovata e si decise di ricollocarla nella stessa zonasotto una piccola cappella. Poiché la devozione popolare andava sempre più aumentando, si convennedi costruirvi sopra una chiesetta di normali dimensioni.Purtroppo i fondi stanziati per la costruzione della chiesa erano limitati e non si riuscì ad averne abba-stanza per la costruzione del tetto. A seguito di una visita pastorale nel 1532, il Vescovo di quel tempone ‘impose’ la copertura minacciando, in caso contrario, che non sarebbe più andato in quella piccolaparrocchia, sita nel territorio del comune di Lonato (BS) confinante con quello di Solferino (MN). Da quel tempo, attraverso varie denominazioni (S. Maria Scoperta o Descoverta), si convenne di chia-mare la località e la chiesetta Madonna della “Scoperta”, in ricordo del fortunoso ritrovamento dell'im-magine sacra». La località di "Madonna della Scoperta", durante la seconda Guerra d'Indipendenza, era una zona d'im-portanza strategica, in essa si svolsero, infatti, episodi molto importanti della battaglia di San Martino eSolferino. Anche i Granatieri, in quel luogo, riportarono una vittoria sulle truppe imperiali.

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FIOCCO AZZURRO AL 1° GRANATIERIIl 1° Luglio 2010, la gentile signora AnnaCalabria, consorte del C.M. Ca. Daniele Pri-sco, effettivo alla 2ª compagnia del reggi-mento e socio ANGS, ha dato alla luce un bel-lissimo bimbo cui è stato dato il nome diSalvatore. Ai felici genitori, gli ufficiali, i sot-tufficiali e i graduati del 1° Granatieri formu-lano gli auguri più affettuosi.La Sezione di Roma della ANGS si unisce aicommilitoni in servizio e augura al piccolo dicrescere sano e forte nello spirito «granatie-resco».

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UNA LUNGA SOLIDA UNIONELa Sezione di Verona porge le più vive felicitazioni al proprio iscritto, Gen. Aldo Coletta, già co-mandante, nel 1969, del II btg. «Cengio», e alla gentile Signora Liliana Righetti, che, il 21 agostoscorso, hanno festeggiato i 61 anni del loro felice matrimonio.

SI SONO RIVISTI DOPOQUASI 45 ANNI

Lino Marian e il commilitone Renzo Gaddi si co-nobbero nel 1° Reggimento Granatieri di Sardegnanel settembre 1965. Entrambi eravano inquadrati,con l’incarico di conducente di automezzi, nellostesso battaglione, il Primo. A Marian venne asse-gnato l’incarico di autista del colonnello AlbertoMoro e a Gaddi, invece, quello di autista disponi-bile per i servizi della compagnia. Nel novembre 1966, con il Foglio di congedo inmano, si salutarono per l’ultima volta.Dopo 44 anni, nella cerimonia di Badia Polesinedel 30 maggio 2010, si sono riabbracciati e inevita-bilmente, come avviene in queste occasioni, i ri-cordi sono ritornati ai giorni del loro servizio mili-tare.

Gaddi disse di aver visto e letto più volte di Marian nella rivista «ILGRANATIERE», che per i granatieri è uno strumento eccezionale persvegliare e tenere vivi i ricordi degli anni giovanili.Egli, parlando con il suo Presidente regionale, Roberto Padovani, rac-contò di conosce Marian e che gli sarebbe piaciuto rivederlo.Padovani mise in contatto telefonico i due e creò le premesse per l’in-contro che ha procurato ad entrambi i brividi lungo tutta la schiena alricordo vivo di quei lontani giorni vissuti insieme.Gaddi, sempre in occasione della cerimonia di Badia Polesine, haavuto modo di incontrare anche l’allora capitano Duilio Benvenuti,ora generale in congedo."Saremo ben lieti di incontrare nelle varie cerimonie qualche altroGranatiere per sfoderare i ricordi di quand’eravamo Giovani con leStellette" ci ha detto Lino Marian al termine del racconto.

I granatieri Gaddi e Marian (terzo e quarto da sinistra)con altri commilitoni al tempo della “naja” (1965).

Da sinistra: Marian, Benvenuti e Gaddi.

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UN NONNO FELICE

Il validissimo Presidente provinciale di Verona,Giuseppe Toffanin, è qui ritratto attorniato daisuoi quattro nipoti, Giuliano, Filippo, Chiara eDavide, futuri granatieri, mentre festeggia i 40anni della sua iscrizione alla Sezione di Verona.

PROMOZIONE AL GRADO SUPERIOREIl Presidente della Sezione Granatieri di Anagni (FR) è stato promosso al grado di Maresciallomaggiore del Ruolo d'Onore.Gli esprimiamo le nostre più vive felicitazioni nella speranza (come ha detto lui) che magari infuturo… arrivi qualche cavalierato.

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FIOCCO AZZURRO A UN ANNOÈ passato ormai un anno. Ma non è mai troppo tardi per certi lietieventi.Il 4 settembre 2009 è nato Alberto, figlio del granatiere GianfrancoLeone, Consigliere della Sezione di Vigevano.La Sezione di Vigevano si congratula per il lieto evento e si uniscealla gioia di Gianfranco, della Signora Manuela e dei fratelliEdoardo, Marianilde e Filippo.

COMPLEANNO A CORATOIl granatiere C.M. Antonello Scaringi di Bari, iscritto allaSezione di Corato, ha festeggiato con tutta la sua bellissima fa-miglia, il compleanno di suo figlio Stefano il 18 aprile, data sto-rica per noi tutti granatieri che proprio quel giorno abbiamo ilnostro 351° anniversario. L’augurio che facciamo a Stefano èquello di crescere bene così da grande potrà indossare i bianchiAlamari con lo stesso orgoglio col quale ancora oggi vengonoportati dal papà Antonello.

Auguri Stefano dai Granatieri d’Italia. JUCAL

NOMINA A CAVALIERE DEL PRESIDENTE ANGS LANCIANOIn data 18 aprile 2009 al Gra. Isp. C. di PS. Vincenzo D'Orazio è stata conferita l'onorificenza di«Cavaliere per merito civile di Casa Savoia».L'interessato, al momento di ricevere l'onorificenza per la quale gli esprimiamo le più vive con-gratulazioni, ha dichiarato: «Sono molto orgoglioso di appartenere a tale ordine creato da unacasata che ha contribuito a creare e a mantenere unita l'Italia».

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Questa è la storia di un granatiere del 7° scaglione1993 del 1° Reggimento Granatieri di Sardegna. Giovane recluta di 17 anni fa, ha poi frequentatoil 179° corso dell’Accademia militare di Modenaed ora è capitano. Si tratta del capitano diAmministrazione/Commissariato Marco Callega-ro.Ci ha scritto da Kabul dove, con l’incarico di capodella cellula amministrativa presso il comando ita-liano, stava da poco più di due mesi. Nei giorni 1°, 2 e 3 giugno si trovava a Herat perservizio e «ha avuto la graditissima opportunità diincontrare il Presidente Fini».La delegazione che in quei giorni era in visita alcontingente italiano, oltre che da Fini era com-posta dei deputati: Gianfranco Paglia (PDL),Alessandro Ruben (PDL), Antonio Rugghia (PD). Il gen. di brigata Claudio Berto, comandante delRegional Command West, il comando NATO aguida italiana, multinazionale e interforze, responsa-bile della missione ISAF (International SecurityAllied Force) nella regione occidentale dell’Afghani-stan, ha dato il benvenuto alla delegazione ringra-ziando per l’attenzione delle istituzioni a tutti i mili-tari impegnati fuori dei confini nazionali.Sono seguiti gli interventi del Presidente Fini e diPaglia, MOVM dei paracadutisti, che, hanno es-presso indirizzi di saluto e di ringraziamento.«L’applauso finale è stato scrosciante e commo-vente».Subito dopo, bagno di folla per tutti i parlamentarie foto ricordo a volontà.Avevamo appena ultimato di scrivere questo

articolo che il granatiere Marco Callegaro ciaveva spedito da Kabul e abbiamo avuto dalcolonnello Meinero la ferale notizia che viproponiamo:

UN GRANATIERE INCONTRAIL PRESIDENTE DELLA CAMERA

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Carissimi,solo oggi mi è giunta la terribile notizia che ilmilitare italiano che si è suicidato pochi giornifa a Kabul era il Capitano del Corpo diAmministrazione Marco CALLEGARO.Aveva prestato in gioventù servizio nei Gra-natieri prima di frequentare l'AccademiaMilitare con il 179° Corso e divenire Uffi-ciale in sevizio permanente dell'EsercitoItaliano. Stabilitosi a Bologna, era in forza al121° Rgt. artiglieria contraerea «Pescara». Era rientrato da poco in Afghanistan al terminedi una breve licenza trascorsa in famiglia. Eraun ragazzo d'oro e frequentava nel tempo liberola Sezione di Bologna dell'ANGS. Ho un ricordo stupendo di lui, era una per-sona solare e non mi capacito di come abbiapotuto giungere a questo gesto estremo.Allego una foto che lo ritrae tra i parteci-panti all'ultimo raduno a Casola Valsenionel settembre 2009.Ciao Marco, che il riposo ti sia lieve, un ab-braccio sincero e fraterno.

Massimo Meinero

Al centro Gianfranco Paglia Medaglia d'oro al Valor Militare.

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Nel pomeriggio del 4 luglio 2010 ha avutoluogo a Corbara (Bolzano) la partenza della«Maratona delle Dolomiti», manifestazionesportiva che ha goduto di una lunga direttadella RAI.L’importante competizione ciclistica, giuntaalla sua 24ª edizione, ha visto la partecipa-zione di circa 9 mila sportivi provenienti da45 nazioni, fra i quali era presente una quali-ficata rappresentanza di trenta atleti delGruppo Sportivo Esercito di Ciclismo.Capo della delegazione militare era il gen.C.A. alpino paracadutista Armando Novelli,comandante di COMFOTER, grande appas-sionato di ciclismo e atleta praticante di taledisciplina sportiva. La foto che pubblichiamo è stata gentilmenteconcessa dal sito ‘congedatifolgore’.

MARATONA CICLISTICA DELLE DOLOMITI

Foto ricordo del gruppo con al centro il gen. C.A. Armando Novelli.

CORSO DI DIFESA PERSONALE AL 1° REGGIMENTO

Nelle cosiddette operazioni di pace, un elemento im-portante e da non trascurare nella preparazione delpersonale è rappresentato dalla conoscenza delle tec-niche di difesa personale, quelle tecniche che sono fi-nalizzate alla protezione del soldato mediante la neu-tralizzazione delle possibili offese dirette alla singolapersona da parte dell’avversario.Per questo, in vista di un prossimo impiego all’estero,il comandante del 1° Reggimento Granatieri, colon-nello Emiliani, ha fatto organizzare nell’ambito delreggimento un corso volto ad aumentare l’addestra-mento del personale sulla specifica attività.

Il corso ha avuto grande successo, soprattutto perl’impegno profuso dagli allievi che hanno dimo-strato grande interesse per la particolare disciplina. Il Reggimento, nel realizzare questo tipo di addestra-mento, si è avvalso degli istruttori particolarmentevalidi e capaci dei quali dispone. Fra essi vogliamoricordare il S.M. Giorgio Orazio, il 1° C.M. IvanoIzzo, il 1° C.M. Cesare De Nardo e il C.M. CarmineCitarella.

De Micco

Il C.M. Carmine Citarella, il S.M. Giorgio Orazio e il 1° C.M.Ivano Izzo.

Il C.M. Cesare De Nardo.

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Si è svolta presso il Colle dell’Assietta in pro-vincia di Torino, a 2.500 metri di quota tra leValli Susa e Chisone, la cerimonia per celebrareil 263° anniversario della vittoria dei Granatieripiemontesi che, il 19 luglio 1747, sconfissero learmate francesi e spagnole che, scendendo dalMonginevro, puntavano alla conquista diTorino. La storia esaltante di quelle gesta eroiche nonpoteva non essere ricordata degnamente, ecco ilperché della presenza, oltre che di importantiautorità civili, di una rappresentanza di Gra-natieri di Sardegna, guidata dal Ten. Col.Aniello Santonicola, comandante del batta-glione «Assietta» del 1° reggimento «Granatieridi Sardegna», battaglione (con sede in Romapresso la Caserma Gandin) che prende il nomeda quel memorabile episodio bellico. In una splendida cornice montana, impreziositadalla gradita quanto inaspettata presenza di unnumeroso pubblico, anch’esso inerpicatosi al-l’elevatissima quota, si è svolta una funzionereligiosa, un alzabandiera solenne, una deposi-zione di corona in ricordo di tutti i caduti diquel sanguinoso giorno e infine una in rievoca-zione storica dell’accaduto a cura dell’associa-zione «Pietro Micca», presieduta dal PresidenteANGS di Torino Valter Costamagna. In quella storica battaglia le truppe piemontesiriuscirono a sconfiggere gli invasori franco-spa-gnoli, garantendo l’indipendenza al Piemonte. Tra i 13 battaglioni Piemontesi era presente il 1°Battaglione del Reggimento «Guardie» rinfor-zato dalla Compagnia Granatieri del Reggimen-to «Casale». Il Battaglione era al comando del tenente colon-nello Paolo Navarino di San Sebastiano il quale,nonostante avesse ricevuto l’ordine di ripiegareper ben tre volte, con la celeberrima frase:«Davanti al nemico non possiamo volgere lespalle», continuò eroicamente la difesa dellaTesta dell’Assietta riuscendo a respingere gliattacchi francesi con un epico contrassalto nelquale fu colpito a morte lo stesso comandantefrancese, il conte Belle-Isle. Una fulgida storia, che per il valore morale eper virtù militari espresse, ha doverosamentepercorso il tragitto del tempo, ed è giunta finoa noi, Italiani, granatieri; ricordare non è unasterile attività intellettuale, ma è fertilità inte-riore, desiderio e orgoglio di pensare, che su

quel colle piemontese è stato piantato un«seme» d’Italia e a farlo sono stati il valore, ilcoraggio, la dedizione, il sacrificio dei Grana-tieri di Sardegna che oggi, come allora, non vol-gono le spalle al nemico.

Granatiere Mar. Ord. Roberto Vecchio

RICORDATA LA BATTAGLIA DELL'ASSIETTA

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Ringraziamenti

Un sentito ringraziamento va al Ten. Col. Aniello San-tonicola, al Cap. Moreno Proietti e ai granatieri in ser-vizio che si sono sobbarcati la lunga trasferta per esserepresenti e che hanno dato lustro al ricordo di così impor-tante ricorrenza per noi che portiamo gli Alamari nelcuore.Un grosso GRAZIE ai loro superiori (Gen. FilippoFerrandu e Col. Carlo Emiliani) che hanno autorizzatola loro partecipazione e che ho sentito comunque presentinonostante gli impegni di lavoro li abbiano tenuti lon-tano.Tutti noi granatieri dobbiamo aver ben presente e consi-derare con tanta stima quel ristretto «manipolo» di pie-montesi che da 43 anni continuano a organizzare la«festa dal Piemont» in occasione del ricordo della batta-glia, solo uno di loro è granatiere (Enrico Tenivella), masono veramente e sentitamente custodi delle tradizionilegate a quel luogo. Peccato che non molti granatieri incongedo sentano ugualmente questo legame; quest’annoeravamo veramente in pochi (4 le Colonnelle presenti),

ma con calma e con la fermezza da «boujia nèn» conto divincere anche questa battaglia.

Valter Costamagna

MANIFESTAZIONE DAVANTI ALLA CASERMA «ALBANESE RUFFO»

Venerdì 23 luglio 2010, alle ore 11.15 circa, unnutrito gruppo di manifestanti facenti capo almovimento «Action» tenta di irrompere nellaCaserma Ruffo, sede del Reparto Comando eSupporti Tattici della Brigata «Granatieri diSardegna».All’ingresso di un mezzo militare i manife-stanti, nascostisi in via del Forte Tiburtino,adiacente la Caserma, irrompono nella zona diriconoscimento; contemporaneamente il grossodei manifestanti (un centinaio circa) tenta rapi-

damente di irrompere nel perimetro cercandodi forzare il cancello interno a scorrimento conl’intento, conclamato sul sito web del movi-mento, di occupare simbolicamente la caserma.Il personale di guardia agisce prontamente po-nendosi a scudo, coadiuvato da altri militaridel reparto presenti in loco impegnati in atti-vità logistica, impedendo l’apertura forzata delcancello da parte dei dimostranti.Il sistema di sicurezza è messo in atto dal per-sonale di vigilanza del Reparto Comando conefficienza e tempestività. I dimostranti riman-gono perciò nell’area a polmone intonandoslogan contro l’amministrazione comunale a ri-guardo della politica di concessione delle casepopolari e della riconversione delle aree dema-niali dismesse. Fra di loro sono presenti moltedonne e bambini e la dimostrazione, ben pre-sto, assume una connotazione assolutamentepacifica.Di lì a poco il Comandante del Reparto rientrain sede e prende contatto con il leader dei di-mostranti insieme alle forze dell’ordine per ca-pirne le intenzioni; questi rappresenta chequello in svolgimento è un atto dimostrativo,non diretto alle Forze armate, ma nei confronti

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delle politiche del Comune di Roma e che lorointenzione è quella di rimanere lì sin che nonabbiamo parlato con un rappresentante del VMunicipio.Preso atto della situazione, sostanzialmente paci-fica, e consultate le forze dell’ordine si decidedi non intervenire con la forza. Dato il clima torrido di quel giorno, il Coman-dante fa distribuire acqua ai numerosi bambinipresenti fra i dimostranti. Verso le 13 circa imanifestanti, ottenuto quanto richiesto e scu-sandosi per il disturbo arrecato, lasciano paci-ficamente la zona di riconoscimento della ca-serma.

Cap. t. (tlm) RN Pierfrancesco Sampaolo

Nel tardo autunno, il 1° reggimento della Brigatameccanizzata «Granatieri di Sardegna», al co-mando del colonnello Carlo Emiliani, sarà impe-gnato in Kosovo, nell’operazione «Joint Enter-prise»; la compagnia «Dardo» in teatro libanesenell’operazione «Leonte» con la Brigata «Pozzuolodel Friuli» e, nel 2011, un affiancamento all’attivitàdell’OMLT, in Afghanistan, per l’addestramentodelle forze armate afghane.Mentre, l’8° reggimento a cavallo, «Lancieri diMontebello», sarà occupato in «Strade sicure», aRoma, e il 33° reggimento artiglieria, di stanza al’Aquila, continuerà l’operazione «Gran Sasso» e«Strade sicure» in Abruzzo.Per dimostrare di essere in grado di affrontare talicompiti, per i quali il personale militare è co-munque sempre pronto, si è svolta a MonteRomano l’esercitazione denominata «Lost Holiday2010», dal 26 al 31 luglio scorso.Monte Romano è il poligono di tiro, di 4.600 ettaridemaniali, situato nei pressi di Viterbo, in cui sisono svolte le varie attività operative, a qualcunadelle quali abbiamo potuto assistere, ospiti del co-mandante della Brigata, il generale Filippo Fer-randu.L’esercitazione, spiegata nel briefing dal mag-giore Galletta e dal capitano De Lucia, prevedevaalcune simulazioni di interventi a fuoco e di atti-vità antisommossa, in cui i militari hanno datoprova della loro efficienza, ambientate in teatri in-ternazionali quali Kosovo e Libano, che saranno,appunto i luoghi di intervento in cui i Granatieriin autunno si recheranno.

Nella simulazione di operazione di scorta a un per-sonaggio importante in visita a un monastero,contro il quale si è sviluppata una sommossa sedatadal plotone CRC (Crow Riot Control) e, in seguito,un attacco a fuoco, mentre il personaggio era inviaggio verso il monastero sui mezzi militari, ab-biamo potuto constatare l’alto grado di prepara-zione del plotone, condotto dal maresciallo GiorgioMarini, del 2° Battaglione «Cengio», al comandodel tenente colonnello Angelo Del Lungo.

«ESTOTE PARATI»Con i Granatieri di Sardegna in esercitazione

al poligono di Monte Romano

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Così come la preparazione del gruppo di «finti fa-cinorosi», capitanati dal maresciallo Andrea Ti-beri, fisico da atleta in attività quotidiana, chehanno dato filo da torcere al plotone CRC.Simulazioni che danno ai militari in addestra-mento la facoltà di sperimentare ciò che in realtàpotrebbe accadere in Kosovo, la cui indipendenzaè stata proclamata il 17 febbraio 2008, ma chegiorno per giorno sperimenta la propria gover-nance, mentre poco per volta la Nato allenta ipropri interventi di affiancamento.La preparazione dei soldati a cavallo, infine, è con-siderata di grande valenza soprattutto nelle atti-vità di «Strade sicure», come ha spiegato il tenentecolonnello Babbo, dell’8° Reggimento, perché abreve saranno utilizzati quali agenti di sicurezza.E l’addestramento prevede non solo la capacità deicavalieri di centrare i bersagli, ma anche la «sop-portazione» dei cavalli al frastuono dei colpi spa-rati. Un binomio importante, cavaliere e cavallo,che ancora dimostra la propria valenza in attivitàoperative.Alla fine della dimostrazione, i militari hanno ricevuto lecongratulazioni e gli auguri da parte del generaleCorrado, già comandante della Brigata che, visibilmente

emozionato, aveva seguito l’esercitazione con grande at-tenzione, a fianco del generale Ferrandu.

Maria Clara Mussa

Servizio fotografico di Daniel Papagni ripreso dal sito: www.cybernauta.it/news/reportage/

ROSSI SOTTOCAPO DI SMERoma, si è insediato il 10 agosto 2010 il nuovoSottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito il gene-rale Domenico Rossi, che succede al generale Car-lo Gibellino, nominato Sottocapo di StatoMaggiore della Difesa.Alla presenza del Capo di Stato Maggioredell’Esercito, generale Giuseppe Valotto, pressola caserma «Scipio Slataper» alle ore 10.00, il ge-nerale Domenico Rossi ha ceduto la guida delComando Regione Militare Centro e ComandoMilitare della Capitale. Al suo posto è subentratoad interim il generale di divisione GiuseppePilosio.Il generale Rossi ha iniziato la sua carriera mili-tare presso l’Accademia Militare di Modena fre-quentando il 151° corso per allievi Ufficiali; in se-guito ha ricoperto molteplici incarichi di co-mando presso le Unità operative dell’Esercito (hacomandato fra l’altro la Brigata Granatieri diSardegna) alternati a incarichi di Stato Maggioreed è insignito dell’onorificenza di Commenda-tore dell’Ordine al Merito della RepubblicaItaliana.Il generale Rossi ha mantenuto la carica di Presidentedel Consiglio Centrale di Rappresentanza Militaredell’Esercito ed Interforze.

Il generale Falconi, il Capitano Tiraboschi e il cap.le Maura dellaSezione di Roma.

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Le belle parole di questo ufficiale dei Granatieri hannoportato una ventata di freschezza e di attualità nellamanifestazione nella quale, ogni anno, viene rievocatoil valore dei Granatieri che, nel 1916, contrastaronocon le unghie e con i denti l’avanzata degli avversarinella Pianura Vicentina.Vogliamo riproporle a tutti i lettori, che è il modo mi-gliore per ricordare i nostri eroi d’allora.

DISCORSO DEL TENENTE COLONNELLOANGELO DEL LUNGO

Innanzitutto permettetemi di portare il saluto delgen. Filippo Ferrandu, comandante della brigata«Granatieri di Sardegna» e del colonnello CarloEmiliani, 107° comandante del 1° ReggimentoGranatieri che, per motivi di servizio, non pos-sono essere fisicamente qui presenti, ma che losono con la mente e con lo spirito di veri grana-tieri. Grazie infinite per questo invito. Spero di riu-scire a trattenere l’emozione, ma se ciò non do-vesse accadere, sono certo che comprenderete laparticolare situazione. Io sono il comandante del 2° battaglione "Cen-gio" e il suolo che sto calpestando in questo mo-mento è per me, e per tutti i granatieri del 2° bat-taglione, una terra sacra! Vengo da Spoleto e la caserma Garibaldi, sededel battaglione, accoglie ogni mattina l’urlo«Cengio» da parte di tutti gli effettivi, circa 350allo stato attuale. Questo grido, il nome del no-stro battaglione, nasce su queste rocce, si fondasul coraggio e sul sangue degli eroi della primaGuerra Mondiale che nel giugno del 1916 ferma-rono un nemico soverchiante e lanciato alla con-quista della pianura vicentina. Da questa terraquell’urlo attraversa l’Italia per sgorgare ancorapuro e forte dal petto dei granatieri di oggi cheereditano la disciplina, la volontà e la fermezzadei granatieri di allora. Non è mia intenzione rievocare i fatti d’arme chehanno contribuito a scrivere meravigliose paginedi gloria per i granatieri e per l’Esercito tutto, mavorrei dirvi cosa è il «Cengio» oggi, cosa unisce iquasi cent’anni di storia trascorsi, in che modogli eroi del Cengio del 1916 possono essere ricor-dati dalle azioni e dalle gesta dei granatieri delsecondo millennio.Il battaglione «Cengio» è stato ricostituito l’11

settembre 2009, sulle ceneri del 2° ReggimentoGranatieri scioltosi nel 2002 in un periodo di ri-duzioni e di chiusure; consideriamo questa ria-pertura un’incredibile conquista. Oggi il battaglione si compone di tre compagniee di un comando di battaglione, alle dipendenzedel comandante del 1° Reggimento Granatiericon sede in Roma. Tuttavia, caso unico nel pano-rama dei reparti operativi dell’Esercito, la realtàaddestrativa, la distanza dal comando di reggi-mento e gli impegni operativi, rendono di fattol’unità un reparto autonomo. Siamo oggi impegnati su più fronti e con tutte lenostre pedine: una compagnia ha appena lasciatola piazza dell’Aquila, dove è stata impegnata inattività anti-sciacallaggio e controllo della zonaprotetta al centro della città; una compagniaopera attualmente sulla piazza di Roma, nell’o-perazione «Strade Sicure» e l’ultima compagniasi sta approntando con il comando di battaglioneper la proiezione nel teatro balcanico a fineestate. Questi impegni, uniti al diuturno impegno presi-diario e alle esigenze di rappresentanza alle qualiil battaglione partecipa con tutti i suoi quadri, te-stimoniano la volontà di esserci, di dimostrareancora una volta che il «Cengio», il secondo, nonè secondo a nessuno. I granatieri che vedete quioggi sono soldati eccezionali, degni eredi deglieroi del passato. Dall’11 settembre non hannoavuto un momento di pausa eppure non si la-mentano mai! Ovunque vengano schierati, ri-scuotono successi e plausi, la città di Spoleto liama e ha spinto con forza per riaverli. Questo è ilmio messaggio e il mio saluto. C’è un filo invisi-

ANNIVERSARIO DEI FATTI D’ARME DI MONTE CENGIO

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bile e indissolubile, al tempo stesso, che legaquesta terra, questi luoghi sacri, ai giovani congli Alamari che, in terra umbra, urlano il nomedel Monte Cengio ogni mattina, 365 giorni al-l’anno. È il filo del dovere, della disciplina, dell’onore difar parte di questa «legione di giganti, truppe daquadrato» che hanno fatto la storia d’Italia e cheancora oggi, grazie a questi giovani, possono es-sere presi da esempio. Siatene fieri e orgogliosi, siate felici di chi, a così

grande distanza, nel tempo e nello spazio, portail peso della gloria di questa terra, di questomonte. Il «Cengio» è vivo, è forte e incarna quei valori equegli ideali che spinsero, tanti e tanti anni, gio-vani vite come le loro, a saltare nel vuoto per lalibertà della nostra amata Italia.

Viva il battaglione «Cengio». Viva il 1° Reggimento.Viva i Granatieri di Sardegna, l’Esercito el’Italia.

NUOVO COMANDANTE DELLA BRIGATA«GRANATIERI DI SARDEGNA»

Il 16 settembre 2010, presso la caserma «Gandin» diPietralata, si è svolta la cerimonia per il cambio delComandante della brigata. Al generale Filippo Ferranduè succeduto il generale Cesare Marinelli.Per meglio conoscere il nuovo comandante riportiamoalcune brevi note informative gentilmente forniteci dallasua segreteria.

Il Gen. di B. Cesare Marinelli è nato a Vicenza l’11agosto 1961. Ha frequentato il 162° Corso pressol’Accademia Militare di Modena dal 1980 al 1982 ela scuola d’Applicazione di Torino nel biennio 1982- 1984. Al termine degli studi di base viene asse-gnato al 3° Gruppo missili «Volturno» in Oderzo,fino al 12 settembre 1993, ricoprendo diversi inca-richi di comando e di staff. Nel 1995 viene trasferitoal IV Reparto dello Stato Maggiore della Difesa finoal mese di marzo del 1997. Nel luglio del 1997presta servizio presso l’Ufficio Piani e SituazioniStato Maggiore dell’Esercito con l’incarico di ViceCapo Sala Situazioni. Dal 1999 al 2000 ha coman-dato il gruppo del 17° Reggimento Artiglieria c/a«Sforzesca» in Rimini, assumendo in seguito ancheil comando del Reggimento. Nel 2001 e stato im-piegato con l’incarico di Capo di Stato Maggioredel National Force Command durante l’esercita-zione internazionale «Bright Star» in Egitto e nel2002 e stato impiegato in Afghanistan con l’incaricodi Capo Team Pianificazione avanzata per l’opera-zione «Nibbio» nell’ambito della «Enduring Fre-edom» presso il CJTF 180 in Bagram, svolgendocontestualmente l’incarico di Ufficiale ai piani nelCJ5. Dal 2000 al 2005 ha svolto, presso il Comandodelle Forze Operative Terrestri in Verona, diversiincarichi tra cui Capo Ufficio Operazioni, CapoSezione operazioni correnti e Capo Gruppo diLavoro verifica operatività dei reparti. PromossoColonnello nel 2004 dal gennaio 2005 all’ottobre

2006 ha comandato 5° Reggimento ArtiglieriaTerrestre Lanciarazzi «Superga» in Portogruaro,quale 79° Comandante. Dall’ottobre 2006 all’ottobre 2009 ha prestato ser-vizio presso il Comando NATO Allied CommandTransformation in Norfolk (USA) in qualità diExpeditionary Operation Integrated CapabilityTeam leader. Dal 30 ottobre 2009 è stato il Vice Comandantedella Brigata Granatieri di Sardegna. È stato pro-mosso al grado attuale nel gennaio 2010. Il generale Marinelli ha frequentato l’Euro trainingLance course in Germania, il Field ArtilleryOfficers Course negli Stati Uniti, il 119° Corso diStato Maggiore, il 101° Corso di Stato Maggiore

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presso la Scuola di Guerra dell’esercito USA(Command and General Staff Officers Corse) il119° Corso Superiore di Stato Maggiore Interforze.Egli ha conseguito la Laurea in Scienze Strategichee il Master di II livello presso l’Universita diTorino e la Laurea in Scienze Internazionali eDiplomatiche presso l’Universita di Trieste e parlainglese e francese.Nel corso della carriera è stato insignito delle se-guenti onorificenze e decorazioni: Croce d’oro peranzianità di servizio, Croce commemorativa dellemissioni di pace delle Forze Armate Italiane inBosnia e Kosovo, NATO medal service in Bosnia eKosovo, onorificenza del Governo francese per lamissione nei paesi dell’ex Yugoslavia, Medaglia dibronzo del Governo tedesco per prestazioni spor-tive e la Croce commemorativa per le operazionidi soccorso e mantenimento della sicurezza in-terna in Afghanistan. Marinelli è sposato con la signora Michela e ha duefigli, Leonardo Giovanni e Lucrezia Laura. Glipiace praticare sport quali nuoto, corsa, judo e fareimmersioni. Coltiva interessi quali internet e leg-gere libri di storia.

Al nuovo comandante vadano i più sinceri voti auguralida parte di tutta la famiglia ANGS. Il momento del cambio di consegne tra i due comandanti.

I GRANATIERI SUL LIBRO DELLE FACCE

Ormai Facebook è divenuta una realtà alla quale non ci si può sottrarre. D'altro canto è unmezzo di comunicazione immediato attraverso il quale si possono contattare persone co-nosciute che non si sarebbero più potute trovare con i mezzi tradizionali. Sull'argomentoabbiamo ricevuto e pubblichiamo la seguente lettera:

Buona sera,desidererei pubblicizzare sulla Rivista Ufficiale il Gruppo che ho creato su Facebook ov-vero: 1° REGGIMENTO GRANATIERI DI SARDEGNA - 3^ COMPAGNIA - 3° CONTIN-GENTE 1972.

Nel Gruppo, troverete foto, commenti e filmati fatti dai Granatieri che fecero parte della 3ªCompagnia del 3° Contingente 1972 e che hanno partecipato al Raduno tenutosi dome-nica 26 Settembre 2010, presso il Forte di Pietralata, alla Caserma «Gandin».

Grazie infiniteGranatiere Mario Ponzoni Piazza Santa Barbara 3/A20097 - San Donato Milanese - Milano - Italy Telefono: +39 0236554362 - cell.: 3474011616

offerte ppervenute

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o f f e r t e

pervenute

OFFERTE PERVENUTE ALLA DATA DEL 30 SETTEMBRE 2010PER IL POTENZIAMENTO DEL GIORNALE:

Euro 70,00 Sig.ra Mariella Pellegrini e Sig.ra Gianna Zanetti, amiche dei Granatieri " 60.00 Sezione di Verona" 35,00 Gra. TORRE Antonino" 20,00 Gra. GARELLI Giancarlo" 30,00 Gra. MUTTI Giovanni" 50,00 Gra. PICCIONI Enrico (in memoria del Gra. Antonelli Giovanni)" 10,00 Gra. LIONELLO Mauro (90° Compleanno del Gra. Bertin Tiziano)" 50,00 Gra. GHEZZO Federico" 50,00 M.M.A FERRARA Francesco" 30,00 Sezione di MONSELICE" 100,00 Sig.ra Ernesta BERTOLOTTI ROVIDA" 20,00 Sig.ra Alba Maria MENDICO (in memoria del Gra. Leopoldo Raffelini)

PER IL FONDO DI SOLIDARIETÀ «STENIO CONTIGLIOZZI»:

Euro 500,00 Sez. CALCINATE (Pres. di Sez.: Riccardo Locatelli)(Contributo pervenuto nel mese di dicembre 2009)

" 40,00 Gra. LEPORE Carmine e Sig.ra Bali Emi(Bonifici pervenuti nei mesi di giugno, luglio, agostoe settembre)

" 10,00 Gra. TONIATO Enrico

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Il 21 marzo 2010 molte erano lerappresentanze delle Sezioni gra-natieri convenute a Monselice(PD) per il consueto appunta-mento di primavera. I Granatierierano giunti da varie città percondividere il dodicesimo anni-versario di nascita della localeSezione.La giornata di festa è iniziatacon una Santa Messa celebra-ta nella Chiesa di Santa Rosain Monselice da don LinoBertin, che ha ricordato i gra-natieri defunti e tutti i cadutiin guerra.I Granatieri di Monselice sonostati onorati dalla presenzadel Vice Presidente RegionaleANGS, dott. Roberto Pellegri-ni, del Presidente provincialeANGS, Antonio Vettorato, del-l’Assessore alle Politiche So-ciali Paolo Targa e del Com-mendatore Giuseppe Barbi-rato, in rappresentanza delleSezioni d’Arma locali.Il Presidente della Sezione diMonselice, Renzo Pavanello, al

termine del rito religioso ha ri-evocato con le parole della poe-sia «Il salto del Granatiere» unapagina di storia gloriosa vissutadagli eroici granatieri sulle amatecime dell’Altopiano di Asiago.La lettura dei versi ha fatto vi-brare l’animo di tutti i presenti e

ha ispirato loro i più nobili senti-menti.La celebrazione si è conclusapresso il monumento ai caduticon la deposizione di una coronad’alloro.

Renzo Pavanello

12° ANNIVERSARIO DELLA SEZIONE DI MONSELICE

Nei giorni 9, 10 e 11 aprile2010, la Sezione Granatieri diPadova, in collaborazione conle Associazioni Alpini e ANPI el'Amministrazione Comunaledi Ponte San Nicolò, ha orga-nizzato una visita guidata allager di Mathausen.Nell'occasione è stata depostauna corona per tutti i deportatia ricordo delle torture subite edelle grandi sofferenze patite.La guida locale ci ha accompa-gnato a visitare quello che ri-mane delle varie camerate,adesso silenziosamente vuotema un tempo stipate di merceumana, e dei forni crematoriora pieni di fiori e di foto ri-

cordo. Abbiamo camminatosugli stessi pavimenti, attraver-

sato gli stessi cortili dove tante,troppe persone hanno perso la

LA SEZIONE DI PADOVA IN RICORDO DELL’OLOCAUSTO

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vita. Al termine della visitaeravamo tutti frastornati daquello che avevamo visto e sen-tito; anche l'aria odorava dimorte.

Rivolgiamo un invito a tuttiperché visitino quei luoghi or-ganizzati come fabbriche dimorte per fare in modo chequanto avvenuto non si ripeta

mai più. È nostro compito ricordare pernon far dimenticare.

Giovanni Vettorato

Domenica 11 aprile 2010, si èsvolta ad Abbiategrasso, infrazione Castelletto, la tradi-zionale Festa del Granatiere,organizzata dalla locale se-zione ANGS.La manifestazione ha avutoinizio con la funzione reli-giosa celebrata da don Rinal-do nella suggestiva e acco-gliente chiesa di Sant’Anto-nio.Durante la funzione sono statiricordati tutti i granatieriscomparsi, ai quali è stata de-dicata la lettura della «Pre-ghiera del Granatiere».A seguire, il numeroso corteoha sfilato fino al «Parco delGranatiere», in cui è situata lastele dedicata ai Caduti delCorpo dei Granatieri di Sar-degna.Dopo l’alzabandiera e il sem-pre commovente suono atromba del «Silenzio», il Pre-sidente della Provincia diMilano dei Granatieri, Enrico

Mezzenzana, ha consegnato alPresidente della Sezione diAbbiategrasso, Giovanni Pe-rin, un Attestato di Beneme-renza, attestato che viene con-ferito a chi si è reso degno diriconoscimento e di stima nelperseguimento di scopi so-ciali e umanitari.Alla cerimonia erano presenti,

il maresciallo capo dei Cara-binieri Assunto Veronesi del-la stazione di Abbiategrasso,il presidente di Assoarma edel Fante, Giuseppe Cerini, ilComitato di quartiere diCastelletto, le Colonnelle as-sociative di: Legnano col se-gretario D’Ambrosio, di Ber-gamo con il presidenteFranchioni, di Vigevano colpresidente Groppelli, di Cal-cinate col presidente Loca-telli, della provincia di Paviacon Cerioni, di Milano conl’alfiere Villa, di Abbiate-grasso. C’erano inoltre i la-bari delle altre associazioniconsorelle con numerosi socidelle varie sezioni e molti cit-tadini del posto.A fare da cornice a questa ma-nifestazione, due Granatieriin congedo: Dario Origgi eStefano Fortichiari, che perl’occasione indossavano l’u-niforme storica del 1848.

FESTA DEL GRANATIERE AD ABBIATEGRASSO

Giovanni Perin e Enrico Mezzenzana.

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Il giorno 18 aprile 2010, 351° an-niversario della nostra Fondazio-ne, in quel di Cologna Veneta, èstata tenuta a battesimo la Se-zione ANGS «Basso Veronese».I Presidenti delle Sezioni diCologna Veneta e Minerbe, gra-natieri Borin e Monzardo, hannodeciso la fusione delle proprieSezioni, spinti a ciò, purtroppo,dalla diminuzione, per motivianagrafici, dei propri iscritti.La cerimonia ha avuto inizio conla celebrazione della Santa Messanel Duomo, con la partecipazionedi oltre dieci Colonnelle delVeneto, più di cinquanta grana-tieri e numerose bandiere, labarie gagliardetti delle altre Associa-zioni localiAl termine del rito sacro si è for-mato un corteo, con in testa leAutorità locali, tra i quali, per lacittà di Cologna , il Presidente delConsiglio Comunale, granatierePierangelo Conterno, l’Assesso-re ai Servizi Sociali FerdinandoDal Seno e il Comandante dellaPolizia Locale e, per la città diMinerbe, l’Assessore allo SportMaurizio Grigolo.

Il corteo, accompagnato dalla cit-tadinanza, si è recato fino al bel-lissimo Monumento al Granati-ere di Cologna, ove è stata postauna corona di fiori e al suono delSilenzio della tromba del grana-tiere Tobaldo, si è reso l’omaggioai Caduti.Nella locale «Baita degliAlpini» si sono tenuti gli attiburocratici della fusione delle

due Sezioni. Le elezioni svoltehanno decretato Presidente ilgranatiere Francesco Monzar-do, Vice Presidente e Segreta-rio Franco Bertolaso, Consi-glieri: Flavio Ottaviani, Ren-z o D a l l a B o n a e R o m a n oBressan.Si è voluto poi, tra la commo-zione generale, eleggere alla sim-bolica carica di Presidenti Ono-rari, i Granatieri Franco Berto-laso e Bruno Borin, fondatoridelle due Sezioni, nonché solertianimatori per lunghissimo tem-po delle attività granatiereschedella zona.I granatieri Pellegrini e Toffanin,rispettivamente Vice PresidenteANGS del Veneto e PresidenteProvinciale di Verona hanno so-vrinteso e controllato il regolaresvolgimento delle nomine.Un allegro convivio, presenti lesummenzionate autorità e oltre80 convitati, ha sigillato la con-clusione della giornata che pos-siamo definire «storica» nell’am-bito granatieresco della ProvinciaVeronese.

Roberto Pellegrini

L'omaggio ai caduti al Monumento al Granatiere.

NASCE LA SEZIONE GRANATIERI «BASSO VERONESE»

La corona esce dal Duomo di Cologna.

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I granatieri Dario Origgi, BrunoVilla, Ivan Astori, Cristiano Ciane Maurizio Mauri componevanola pattuglia che, partita da Mi-lano, dopo un pernottamento nelconvento di San Crispino a Orvi-eto, è arrivata il 18 aprile mattinaalla Caserma di Pietralata perpartecipare alla cerimonia del-l’anniversario della fondazionedei Granatieri. Giunti in caserma, i granatierimilanesi hanno avuto modo diconoscere il nuovo comandantedi reggimento, colonnello CarloEmiliani e il generale FilippoFerrandu, comandante della Bri-gata Granatieri.La cerimonia, a cui erano pre-senti anche parenti e granatieri incongedo, è iniziata con la celebra-zione della Santa Messa officiatadal Cappellano militare dellaBrigata.Al termine del rito religioso,presso i viali della Caserma sisono potute ammirare piccolerappresentazioni storiche con imilitari in uniforme delle varieepoche, al termine delle quali,una pattuglia equipaggiata in as-setto di guerra del giorno d’oggiha simulato, con munizionamen-to a salve, uno scontro a fuococon il nemico.Il tutto è stato molto bello e sug-gestivo.All’interno della chiesetta delReggimento è stato infine inau-gurato un busto a ricordo della fi-gura di un grande uomo, grana-tiere, generale, educatore e sol-dato di Dio: Padre GianfrancoMaria Chiti.Al termine della cerimonia hapreso la parola il presidente na-zionale generale Buscemi, che haricordato piccoli, ma significativiepisodi della vita di Chiti, dallacampagna di Russia ai venti annitrascorsi alla «Gandin» con i suoi

amati Granatieri, toccando il cuo-re di tutti i presenti.Ci si è poi tutti ritrovati piacevol-mente al rinfresco, durante ilquale i nostri hanno potuto in-contrare tanti vecchi amici quali igenerali Corrado, Caminada, Fal-coni e Torre, direttore della ri-vista, e conoscerne tanti altrinuovi.Il granatiere Cian, in particolare,dopo 18 anni, ha potuto rievo-care, con l’allora capitano Emi-liani, comandante della Compa-gnia del 2° Reggimento Grana-tieri, il tenente Prencipe, coman-dante di plotone, e il granatiere

Giaquinto. i ricordi di quandoinsieme avevano operato in So-malia durante l ’operazioneIBIS. Il tenente colonnello Prencipe, sa-puto da Cian che a suo temponon aveva ricevuto la medagliadi partecipazione dell’ONU, haprovveduto a far prendere nelsuo ufficio la decorazione che, almomento del saluto, il colonnelloEmiliani, con una simpatica e im-provvisata cerimonia, ha appun-tato sul petto dello stesso Cian vi-sibilmente soddisfatto ed emo-zionato.

Dario Origgi

I GRANATIERI DELLA SEZIONE DI MILANO ALLA «GANDIN» PER IL 351° DEL CORPO

Cristiano Cian viene “decorato” dal colonnello Emiliani.

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Il 20 maggio 2010, su inizia-tiva della Sezione di Roma, haavuto luogo presso il «Bas-tione Carlo Emanuele» dellaCaserma «A. Gandin», lospettacolo teatrale «L’Amorein Guerra» di Mario Scaccia,interpretato oltre che dal

Maestro anche dalla brava at-trice e pianista Melania Fiore.La perfomance è iniziata conl’attrice che ha interpretato ilmonologo «La moglie ebrea»di Bertold Brecht, tratto da«Terrore e miseria del TerzoReich». La drammatica storia

di una moglie che, nel mo-mento della promulgazionedelle leggi razziali e proprioper salvare il marito, lo lasciapreferendo soffr ire per i ldistacco che vederlo penaliz-zato nel suo lavoro a causasua.

MARIO SCACCIA AL FORTE DI PIETRALATA

Il giorno 25 aprile 2010, alla pre-senza di numerosi Granatieri, èstato ricordato il generale MO-VM Federico Morozzo della Roc-ca, con una Santa Messa cele-brata nella parrocchia di Tamaidi Brugnera (PN). Al termine delrito religioso i partecipanti sisono recati in corteo al cippodove è stata scoperta una grana-tina in bronzo, realizzata dal gra-natiere Nereo Crosato il quale,con l’occasione, ha provvedutoanche a effettuare un’accuratamanutenzione del busto inbronzo che rappresenta la figuradell’Eroe. Un grazie di verocuore al granatiere Crosato e al-trettanto a chi ha voluto, seguito

e sponsorizzato l’opera e la ma-nifestazione. Di seguito, è stata

deposta una corona d’alloro sulcippo. Ha preso poi la parola ilPresidente della locale Sezione,granatiere Gianni Rizzetto ilquale ha ringraziato i presenti.La cerimonia è stata chiusa dalSindaco di Brugnera, Ivo Moras,con un breve e toccante discorsocommemorativo. Per l’Associazione erano pre-senti, insieme a quella regionale,le Collonelle delle Sezioni diTrieste, Montebelluna (TV), La-tisana (UD), Tamai (PN), S. Vitoal Tagliamento (PN), Sacile (PN),Zoppola (PN). Erano inoltre pre-senti le rappresentanze e i ga-gliardetti dell’associazioni localidei Carabinieri, degli Alpini edell’Aeronautica.

Renzo Ros

COMMEMORAZIONE DEL GEN. MOVM FEDERICO MOROZZO DELLA ROCCA

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È quindi intervenuto il Mae-stro Scaccia che ha recitato,per circa un’ora, poesie diQuasimodo sui tempi di guer-ra ed emozionando la plateaper l’intensità dei sentimentiespressi ed arrivando perfinoa commuoversi nel recitare lapoesia della madre che soffreper la perdita del figlio. Sono stati momenti di alta e

commovente lirica che hannocoinvolto il numeroso pub-blico presente.Essendo coinciso questo spet-tacolo, organizzato da tempovisti i novant’anni e passa delMaestro, con la giornata delleesequie per i nostri caduti inAfghanistan, il Presidente del-la Sezione di Roma, generaleAntonello Falconi, nel presen-

tare gli interpreti ha volutosottolineare come questo spet-tacolo non fosse s tato r in-v ia to appositamente, pro-prio per l’argomento trattato,e sottolineava come lo stessovenisse dedicato ai caduti, dioggi e di sempre.Su richiesta del Presidente,tutti i presenti hanno quindiosservato un minuto di si-lenzio per i due caduti nostrifratelli in armi.

Al termine, il Presidente Fal-coni ha donato al Maestro Scac-cia la statuetta del Granatieredel 1848 e alla brava inter-prete Melania Fiore un mazzodi fiori. È seguito quindi l’o-maggio del Comandante dellabrigata, generale Filippo Fer-randu che, accompagnato dalVice Comandante, generaleCesare Marinelli, ha fattodono del crest della brigata aidue interpreti.

A.F.

Un momento della premiazione del Maestro Scaccia.

Momenti del ringraziamento del Maestro ai granatieri.

La locandina dello spettacolo.

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Il 4 maggio 2010 è stato solenne-mente celebrato a Chieti, pressola Caserma «MOVM Gen. Ga-briele Berardi», il 149° anniver-sario della costituzione dell’Esercito Italiano.Gli onori militari sono stati residal 123° Reggimento Fanteria«Chieti» schierato impeccabil-mente.Il comandante, Col. Piero Toda-ro, ha letto i messaggi del Presi-dente della Repubblica e delCapo di S.M. rievocativi della ri-correnza e ha pronunciato unasignificativa allocuzione.Ha avuto poi luogo nella palestrail Briefing sul Reggimento, alquale hanno partecipato i nume-rosi studenti delle locali Univer-sità e scuole medie superiori in-

RICORDATA A CHIETI LA COSTITUZIONE DELL’ESERCITO

MOSTRA SU GARIBALDI AD ASOLALo scorso 30 aprile 2010 è statainaugurata a Palazzo Beffa diAsola (MN), una mostra dal ti-tolo: «Garibaldi nel Risorgi-mento italiano: una leggenda incamicia rossa».I Granatieri di Sardegna man-tovani, con le Colonnelle diMantova e Castelgoffredo –Castiglione e Alto mantovano,accompagnate dai rispettiviPresidenti di sezione, hannopartecipato e visitato l’impor-tante manifestazione-eventoche ha accolto migliaia di visi-tatori provenienti anche dallevicine province lombarde.Il coordinatore della Mostra,dottor Schiavi che ci ha rice-vuto assieme al signor Peroni,esperto di armi e cimeli delRisorgimento, ha poi accompa-gnato nel percorso espositivo iGranatieri mantovani interve-nuti, spiegando con dovizia diparticolari i documenti, le foto-grafie e i reperti storici esposti.C’è da ricordare a tale propo-

sito che tra le famose mille ca-micie rosse ben 29 erano i man-tovani arruolati e tra questi duedi Asola.I Granatieri di Sardegna conscidel l ’ importanza dell ’even-to, hanno poi intrattenuto pa-recchi visitatori attirati dallaloro presenza e incuriositi dagli

Alamari biancorossi indossati;tra l’altro, la partecipazione haportato all’ iscrizione di unnuovo associato, orgoglioso diaver prestato servizio nel Cor-po glorioso alla Caserma «Gan-din» di Pietralata e desiderosodi partecipare alla vita associa-tiva locale.

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COMMEMORATO A PESARO IL GENERALE GIANFRANCO CHITI

tervenuti. Il pubblico pure numeroso ha vi-sitato l’interessante stand dimo-strativo delle attività addestra-tive e l’austero Sacrario ove sono

custoditi preziosi cimeli reggi-mentali della prima GrandeGuerra.La nostra Associazione è statarappresentata dai veterani Ten.

Col. Giovanni Scarpelli e dottorSalvatore Cermignani, ritrattinella foto con i Magg. FabrizioSignorelli e Cap. Pasquale DiCarlo del 123° Reggimento.

Il Centro Provinciale dell’ANGSdi Pesaro e Urbino ha organiz-zato nei giorni di Venerdì 7,Sabato 8 e Domenica 9 Maggio2010, una commemorazione inmemoria del Generale Gian-franco Chiti. Alle ore 10.30 di venerdì 7Maggio, alla presenza dellaBanda dei Granatieri, del Ten.Colonnello Angelo Del Lungodel 1° Granatieri, nonché di am-ministratori provinciali e comu-nali, numerosi Granatieri, rap-presentanti delle associazionicombattentistiche e d’arma e del-la Sig.ra Katlheen Chiti, è statodeposto un Alamaro di fiori sulmonumento dedicato ai cadutidel 28° Reggimento.

Successivamente, in una saladella caserma il Colonnello Gio-vanni Semeraro, comandante del28° Reggimento «Pavia», ha mo-strato un video sull’attivitàsvolta dal reggimento, soffer-mandosi in particolare sul rap-porto con le popolazioni. Effet-tuati i saluti di rito e lo scambiodi omaggi si è proceduto, su ini-ziativa del Colonnello Semeraro,all’intitolazione dell’aula multi-mediale al Gen.le Chiti; la targa èstata scoperta dalla Sig.ra Ka-tlheen Chiti. Giornata molto impegnativaquella di sabato 8 Maggio: a par-tire dal mattino alle 10.30 inPiazza del Popolo, la principalepiazza di Pesaro, accompagnato

dalla spettacolare e applauditaBanda dei Granatieri di Sar-degna, si sono svolti l’omaggio aicaduti di tutte le guerre e la de-posizione di un Alamaro di fiorinella cappella votiva all’internodella Basilica di Sant’Ubaldo. Alle ore 11.00 è stata inauguratala mostra fotografica allestitapresso la sala Laurana all’internodel palazzo ducale, sede dellaPrefettura. Il nastro è stato ta-gliato dalla Sig.ra Kathleen Chitie dal Vice Prefetto Pacifico Mor-resi. In mostra sono state poste centi-naia di fotografie, provenientidalla raccolta personale del Ge-nerale Chiti, che vanno dalla suainfanzia trascorsa a Pesaro fino alperiodo di comando della Scuolaallievi Sottufficiali di Viterbo. Nel pomeriggio, alla presenza diSua Eccellenza il Prefetto AlessioGiuffrida, del Sindaco Luca Ce-riscioli, del Presidente delConsiglio Provinciale di Pesaro eUrbino Sig. Luca Bartolucci, delPresidente del Consiglio Comu-nale di Orvieto Gra. Marco Frizzae del Paolo Rossi di Orvieto, con-sigliere Nazionale e Presidentedel Centro regionale Umbro inrappresentanza della Presidenzanazionale ANGS, si è svolto unincontro che è servito per strin-gere un patto di amicizia e di fu-tura collaborazione tra le dueamministrazioni comunali (Pesa-ro e Orvieto) e provinciali nelnome del Comandante Gianfran-co Chiti. Il Prefetto, uditi gli interventi ericevuto in dono da Paolo Rossil’ultimo libro sulla vita di Chiti,

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ha visitato con grande interessela mostra fotografica.Sabato sera, presso il TeatroSperimentale di Pesaro gentil-mente concesso dalla Ammin-istrazione Comunale e da quellaProvinciale, si è tenuto il concertodella banda dei Granatieri. La maggior parte dei pesaresinon aveva mai visto la Banda deiGranatieri e neppure sentito lasua musica, ma al termine di ognibrano esplodeva un applausosenza fine, anche quando il Luo-gotenente Maestro DomenicoMorlungo, fuori programma, hafatto suonare brani rossiniani.Domenica adunata dei radunistiin Piazza del Popolo, SantaMessa nel Santuario della Ma-donna delle Grazie, celebranteprincipale Padre Flavio Ubodi,priore del convento di SanCrispino. Durante l’omelia ha ri-cordato la vita del grande Uomoe il pubblico è rimasto attonitoanche ascoltando la musica sacrasuonata dalla Banda dei Grana-tieri.Al termine della Santa Messa ilGen. Gianpaolo Torrini ha con-segnato gli attestati di merito ai

Granatieri Francolini Gilberto eGiorgini Franco, facenti partedel direttivo del Centro provin-ciale. A seguire, la sfilata verso ilCamposanto, con la Banda in testa,e il sole di maggio rendeva la scenaancor più spettacolare. Giunti alCamposanto è avvenuta la deposi-

zione di un Alamaro di fiori al mo-numento ai Caduti e sulla Cappellatombale di Chiti, dopo una brevecommemorazione. Al termine si è provveduto alrancio di tutti gli intervenutipresso la locale caserma.Il merito della riuscita di questoevento non è solo del Centroprovinciale che lo ha organiz-zato, ma il successo si è avutoanche grazie all’impegno per-sonale del Colonnello Gio-vanni Semeraro, del Ten Col.Manglaviti, del Ten Col. Cal-darora, appartenenti al 28°Reggimento, del ColonnelloCarlo Emiliani, del Magg. Gali-mi del 1° Granatieri, del Ten.Col. Angelo Del Lungo, coman-dante del Battaglione «Cen-gio», del Luogotenente, Mae-stro Domenico Morlungo, delGenerale Gianpaolo Torrini,del cerimoniere Generale LuigiTarasca, del Gra. Claudio Con-ti, ex Presidente del Centro re-gionale delle Marche, e delSegretario ANGS Santelli.

Amato Borghi

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Domenica 9 maggio 2010, leSezioni Granatieri del BassoPiave (Jesolo, Eraclea, Musile diPiave e Meolo) hanno organiz-zato a Cortellazzo di Jesolo, allefoci del Fiume Piave la loro tradi-zionale e annuale cerimonia nel92° anniversario della Battagliadel solstizio (15-23 giugno 1918).Il Cav. Sergio dalla Mora, Presi-dente della Sezione di Jesolo, hainiziato la cerimonia leggendo ilbollettino della Battaglia che sisvolse tra il Fiume Piave e ilFiume Sile (cfr. rubrica dellaStoria).Spunto meraviglioso per iniziaredegnamente la giornata di cele-brazione e per riflettere su quegliavvenimenti che videro, ancorauna volta, il coraggio e il sacri-ficio dei Granatieri (i caduti diquei giorni furono 680).Cinque erano i comuni presentialla manifestazione con i rispet-tivi sindaci e i loro Gonfaloni(Jesolo, Piave, Eraclea, San Donàe Meolo). La provincia era rap-presentata da un Assessore.Per l’Associazione c’erano ben33 Colonnelle delle Sezioni delVeneto e del vicino Friuli

Venezia Giulia; 14 erano le Ban-diere e Vessilli delle Associazionid’Arma consorelle.Una breve sfilata, al seguito dellaFanfara dei Bersaglieri di Jesolocondotta dal Presidente provin-ciale Cav. Antonio Bozzo, ha por-tato i partecipanti sulla piazzadel raduno. Il corteo era aperto dalle due co-rone di alloro, delle quali una re-cata da due giovani Granatieri inarmi inviati dalla Caserma«Gandin» di Roma. Seguivano le

corone, i Gonfaloni comunali, leAutorità, le Associazioni d’armae i numerosi Granatieri presenti.Dopo l’alza bandiera, la SantaMessa concelebrata da PadreDefendente Bellotti (Padre Spiri-tuale dei Granatieri Veneti) e dalParroco, don Roberto Mariuzzo.Sono seguiti brevi discorsi, poi siè proceduto alla deposizione diuna delle due corone al monu-mento ai caduti, e al lancio del-l’altra sul Fiume Piave.Per i Granatieri erano presenti iPresidenti regionali Lino Marian eRenzo Ros con il Vicepresidenteregionale Roberto Pellegrini, iPresidenti provinciali, i Presidentidel Basso Piave (ineguagliabili col-laboratori) e molti altri Presidenticon loro rappresentanze.Dopo la cerimonia i convenuti sisono ritrovati al Ristorante Palmadi Jesolo in oltre 220 per il clas-sico incontro conviviale.Chi scrive ringrazia tutti i grana-tieri e i loro familiari che hannopartecipato e quanti si sono ado-prati per la buona riuscita dellabella manifestazione.

Sergio Della MoraLino Marian

RADUNO GRANATIERI DI SARDEGNA DEL BASSO PIAVE A CORTELLAZZO DI JESOLO

Le autorità amministrative presenti alla cerimonia.

Sabato 15 maggio, assieme ad al-cuni granatieri della Sezione diCivitavecchia, ho partecipato allamanifestazione indetta dell’AN-RRA (Associazione NazionaleReduci e Rimpatriati d’Africa)per onorare i caduti d’Africa ci-

vili, militari e religiosi.Ho sempre preso con dovuta di-stanza e cautela questo tipo dimanifestazione. Ciò perché annifa vi ho partecipato traendo daessa impressioni che mi ricorda-vano vagamente momenti e

spunti di natura nostalgica (rela-tiva per capirci, al passato re-gime). Allora dovetti assistere ad unasfilata di personaggi in uniformimulticolori che, attraversando ilpiazzale antistante la Chiesa del

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CERIMONIA IN RICORDO DEI CADUTI IN AFRICA

Il Presidente ANGS dellaToscana, Gra. Paolo BucciarelliDucci, ha organizzato un in-contro dei Granatieri sabato 15maggio 2010.L’appuntamento era al Santuariodi Santa Maria delle Vertighe aMonte San Savino, dove è stata ce-lebrata la Santa Messa. Erano presenti, quali graditiospiti, il Presidente del Centro re-gionale Umbria Gra. Paolo Rossi eil Presidente e il Vicepresidentedella Sezione di Roma Gen. Gra.Antonello Falconi e Gra. EnnioRossoni. Numerosi i partecipantidi Firenze con il PresidenteGiuseppe Benelli e di Sinalunga,Gra. Siro Albini. Alla testa deiGranatieri di Pisa vi era poi il Gra.Vittorio Barsanti. Dopo la Messa, durante la qualel’officiante ha rivolto un calorososaluto ai Granatieri e il Gra.Bucciarelli ha letto la preghiera dirito, i partecipanti si sono recati alCastello di Gargonza. Questo è un caratteristico vil-laggio fortificato su un’altura bo-schiva, attualmente convertito avillaggio vacanze che è stato visi-tato con interesse dai partecipanti,nonostante il clima piovoso dellagiornata. Si è svolto poi nel ristorante Latorre di Gargonza un ricco pranzocon menù di specialità locali, al ter-mine del quale si sono avuti i brin-disi di saluto e di ringraziamentoda parte dei presenti, e la promessadi incontrarsi presto.

Il tavolo della Presidenza.

GRANATIERI TOSCANI A GARGONZA

Partecipanti e invitati a Gargonza.

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Santuario Ancelle della Visita-zione, si attestavano attorno auna stele votiva rappresentata dauna gloriosa campana giunta inItalia nel dopoguerra diretta-mente dai Continente africano.Il Sindaco di allora, Tidei, invi-tato alla cerimonia assistette peril tempo necessario alla celebra-zione iniziale e poi se ne andò agambe levate per evitare di pre-senziare, credo con un certo im-barazzo, al resto del programma.Cosa è cambiato quest’anno per-ché si possa parlare positivamentedi questo evento?Probabilmente un piccolo feno-meno atmosferico (è piovuto pertutto il tempo) ha stravolto lo sce-nario della manifestazione e ha fattocambiare programma agli organiz-zatori trasferendo la commemora-zione al coperto e cioè in Chiesa. Cisono state poi altre due novità. La presenza alla cerimonia dellostimatissimo gra. gen. AntoninoTorre nella veste di ConsigliereComunale e di rappresentante delSindaco dì Roma Alemanno e laprolusione dello storico prof.Alessandro Scafi, appositamentegiunto da Londra, sul tema dei350 anni di storia dei Granatieri diSardegna. All’amico Torre ho manifestato il

mio apprezzamento per essere in-tervenuto con la fascia tricoloreper portare il saluto del Sindacodi Roma e ad aver tratteggiato persommi capi, ma con efficacia e so-brietà, le vicende storiche dei Gra-natieri in terra d’Africa.Infine, e non per ultimo, il bellis-simo e interessante intervento delprof. Alessandro Scafi, venuto daLondra dove insegna Storia pressol’Università, che ha illustrato, perpiù di un’ora, la storia del Corpodalle origini sino ai giorni nostri.Non ho potuto sapere chi fossequesto egregio professore e perquale motivazione parlasse cosibene della nostra storia, solo posso

assicurare a chi legge che è stata lapiù convincente ed efficace prolu-sione alla quale abbia assistito.Il suo tono di voce pacato, la suaoratoria da vero e pregevole ce-sellatore di parole mi hanno col-pito e questo non perché fossiparticolarmente interessato all’a-scolto, bensì al pensiero che unostudioso, forse estraneo allagrande famiglia granatieresca,avesse modo di disquisire conabilità e competenza sulle vi-cende e sui personaggi impor-tanti per i Granatieri nel corso deisecoli.

Antonio Andriani

Il gen. Torre con la sciarpa tricolore mentre arringa la folla.

150° ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIA DI MOLA DI GAETA

Dal 7 al 10 ottobre 2010, inFormia, si sono svolte le ceri-monie celebrative del 150° Anni-versario della Battaglia di Mola diGaeta, avvenuta il 4 novembre1860 tra l’avanguardia dell’Arma-ta Sabauda, costituita in partico-lare dalla Brigata Granatieri diSardegna, e la retroguardia del-l’Esercito Borbonico.L’evento, da sempre particolar-mente sentito da tutti i Granatieri,ha visto la partecipazione, oltreche del personale in serviziopresso il 1° Reggimento Grana-

tieri presente con la Bandiera diGuerra, la Banda d’ordinanza edun Reparto d’onore, anche di nu-trite rappresentanze dei CentriRegionali del Lazio, dell’Umbria,dell’Abruzzo, della Puglia, dellaCampania e della Sezione di Ro-ma. La cittadinanza di Formia èaccorsa in massa.La cerimonie della deposizionedella corona ai caduti di Formia,della consegna della cittadinanzaonoraria della città al 1° Reggi-mento Granatieri, e la manifesta-zione militare conclusiva, a se-

guito del tragico evento che hacolpito le Forze Armate con l’at-tentato in Afghanistan dovehanno perso la vita quattro alpini,pur se hanno onorato i caduti diMola, hanno inteso rendere omag-gio ai quattro ragazzi nel segnodel rispetto per chi dona la propriavita alla Patria.Un ampio servizio, comprensivodi foto, sulla manifestazione saràriportato nel prossimo numero delGranatiere.

Erbon

C’erano anche i «GranatieriValsusa 1861», con il nucleo diSusa della ANGS, ad acco-gliere il 6 giugno 2010 il Capodello Stato Giorgio Napolitanoal castello di Santena pressoTorino, in occasione della ceri-monia per ricordare il bicente-nario della nascita di CamilloBenso Cavour nell’ambito del150° dell’Unità d’Italia.

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Da sedici anni la festa deiGranatieri di Sardegna è una ma-nifestazione che non manca maifra gli appuntamenti del Comunedi Palanzano. E questo grazie al Comm. GinoCapitani, Presidente della Se-zione, che anche quest’anno, il 30maggio 2010, ha voluto proporreun raduno non solo festoso, masoprattutto carico di significati,perché «le persone che si riuni-scono intorno ad una bandiera –come ha sottolineato il sindacoGiorgio Maggiali – riescono a tra-smettere a tutti i sentimenti chehanno interiorizzato: perché permolti di loro quella bandiera rap-presenta una parte importantedella loro vita, per i molti sacrificiche dietro quel simbolo hannosostenuto, per le perdite di amicie commilitoni che, per difenderequel simbolo, hanno subìto. Il Sindaco ha poi proseguito di-cendo che è proprio con questospirito che oggi viviamo questacerimonia di celebrazione dellostraordinario Corpo dei Grana-tieri di Sardegna, così come testi-monia il loro attaccamento allaPatria: confermato anche dalla fi-gura del loro Presidente Comm.Gino Capitani che nonostantequalche acciacco, e fiero dei suoi94 anni, è sempre presente e

sempre sull’attenti, insieme aisuoi associati». A rappresentare le istituzioni vierano anche il sindaco di TizzanoVal Parma, Amilcare Bodria e ilmaresciallo dei carabinieri Fran-cesco Registro, mentre il sindacodi Monchio, Claudio Moretti, as-sente per un impegno improv-viso, ha inviato i suoi saluti.Oltre ai Granatieri palanzanesi,al Gruppo Alpini, alla CroceRossa, all’AVIS e all’associazioneCombattenti di Fontevivo, si so-no ritrovati con le relativeColonnelle nel capoluogo delle

Valli dei Cavalieri anche le se-zioni dei Granatieri di Mantova,Ossola, Grignasco e Novara.Dopo la Santa Messa, celebratada don Pietro Montali, è stata de-posta una corona al monumentodedicato ai Caduti.La festa, animata dall’accom-pagnamento musicale dei gra-natieri Claudio Iotti e IriosGardellini, è proseguita conun ricco pranzo, presenti an-che i tanti «Amici dei Grana-tieri».

Patrizia Capitani

16ª FESTA DEI GRANATIERI A PALANZANO

SANTENA6 GIUGNO 2010

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La cerimonia di rievocazionedei fatti del Cengio ha avutouna singolare partecipazione,quella della Sezione di Trieste,che era rappresentata dal gra-natiere Graziano Valdemarin,accompagnato da un suo com-militone. I due erano giunti sulCengio da Trieste su un'autosulla quale svettavano duepiccole bandiere tricolori.Nella foto, il generale MarioBuscemi e il gra. Valdemarinaccanto all'auto.

DA TRIESTE ALCENGIO

«Forse non tutti sanno, dice ilprof. Giancarlo Sibille caponucleo di Susa, che Cavour eraprofondamente legato al pre-diletto nipote Augusto, uffi-ciale del Reggimento Guardie,eroicamente caduto all’età didiciotto anni durante la batta-

glia di Goito nel 1848, tanto davoler essere sepolto accanto alui a Santena, anziché a Su-perga come avrebbe voluto ilSovrano». Alla delegazione della Sezionedi Torino presente, unitamen-te al già citato nucleo segu-

sino, è andato il plauso del ge-nerale Franco Cravarezza, co-mandante della Regione Mili-tare Nord, e dell’onorevoleNerio Nesi, oltre che delle au-torità presenti, tra cui il Presi-dente della Regione RobertoCota.Il Capo dello Stato, visitata latomba dello statista appena re-staurata, mentre deponeva unacorona di alloro nella cappellafuneraria è stato colto da lievemalore da affaticamento che haabbreviato il programma dellamanifestazione. Dopo la partenza del Presi-dente, preceduta dalla con-segna di copia in oro dei ca-ratteristici occhiali e di unbozzetto della statua del Cav-our che sarà portata al Quiri-nale, la manifestazione si èconclusa con la degustazioneda parte degli intervenuti deiprodotti tipici locali tra cui gliasparagi che fanno conoscereSantena in Italia e non solo.

Elisa Sibille

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Domenica 20 giugno i Granatieritoscani si sono ritrovati a Rigo-magno, il Colle degli Ulivi, per fe-steggiare la giornata del Grana-tiere, che per tradizione è orga-nizzata dalla Proloco su iniziativaall'origine del Granatiere TorelloLippi, scomparso ormai datempo. Erano presenti il Presidente to-scano Gra. Paolo Bucciarelli Duc-ci e i Presidenti delle Sezioni, SiroAlbini di Sinalunga, GiuseppeBenelli di Firenze, Vittorio Bar-santi di Pisa. Presenziava allaCerimonia, gradito ospite, ilPresidente della Sezione di RomaGra. Gen. Antonello Falconi.Numerosi anche Granatieri dialtre sezioni, tra cui è stato notatoSergio Micheli, figura ormai sto-rica perché reduce di El Alamein.La giornata si è aperta con la SantaMessa nella Chiesa Parrocchiale diRigomagno, al termine della qualeè stata letta la preghiera delGranatiere. È seguito l'alzaban-diera, la deposizione della coronadi alloro al Monumento ai Caduti.I Granatieri si sono poi recati nu-

merosi al cimitero locale, sullatomba del Gra. Torello Lippi, doveè stato deposto un fascio di fioribanchi e rossi.Il Presidente Bucciarelli Ducci haquindi tracciato un breve ricordodel Lippi. È seguita una mattinata di visitealle manifestazioni culturali che

si svolgono in quei giorni nelpaese di Rigomagno.Al termine un lauto pranzo a

base di specialità locali, con lapromessa di incontrarsi an-cora l'anno prossimo tutti inbuona salute.

Gian Luigi le Divelec

I GRANATIERI AL COLLE DEGLI ULIVI IN RICORDO DI TORELLO LIPPI

Mercoledì 23 giugno 2010, neigiardini dell’area interna dellaScuola per Sovrintendenti dellaPolizia di Stato di Spoleto, haavuto luogo la cerimonia in cui308 Allievi Agenti di P.S., dopoun Corso di formazione di novemesi, hanno giurato fedeltà allaRepubblica italiana e alle leggidello Stato.Sono intervenute numerose per-sonalità, tra le quali il Ten. Col.Angelo Del Lungo, Comandantedel 2° btg Granatieri di Sardegna«Cengio» il Cap. Lorenzo Gio-vannetti ed altri Ufficiali in ser-

LA SEZIONE DI SPOLETO AL GIURAMENTO ALLIEVI P.S.

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vizio presso la Caserma «Giu-seppe Garibaldi di Spoleto». Unnumerosissimo pubblico com-posto di cittadini, familiari degliallievi, amici e simpatizzanti, fa-ceva da stupenda cornice al piaz-zale ove si svolgeva la cerimonia.

Per la Sezione di Spoleto eranopresenti i Soci Pascucci, Piccionie l’Alfiere Mattioli con la Colon-nella. Dopo il giuramento, il cappel-lano della Scuola di Polizia donEdoardo Rossi, che presta la sua

opera spirituale anche aiGranatieri di Sardegna in ser-vizio presso la caserma diSpoleto, ha recitato la preghieraprevista per l’occasione.

Enrico Piccioni

RICORDATA LA BATTAGLIA DI SOLFERINO

Le celebrazioni hanno avuto inizioalle ore 9.30 nella piazza princi-pale di Solferino con gli alzaban-diera: la prima quella austriaca,accompagnata dall’inno nazionaleaustriaco, la seconda quella Fran-cese accompagnata dalla Marsi-gliese, e la terza quella Italiana ac-compagnata dall’inno di Mameli. Erano presenti molte autorità,oltre ai Consoli di Francia eAustria. In rappresentanza delle ammini-strazioni locali c’erano: il Presi-dente della provincia di MantovaFontanili; il Sindaco di Casti-glione delle Stiviere (località doveè custodito il Museo della CroceRossa), Fabrizio Raganella; quellodi Cavriana, località confinante a4-5 chilometri, ove si è svolta unaparte importante della battaglia,Benhur Tondini, (nipote dello scri-vente); il Sindaco di Goito Anita

Marchetti; il Sindaco di Guidiz-zolo Gianfranco Pellizzaro; oltreal Sindaco della città ospitante diSolforino, Germano Bignotti, e iSindaci di Desenzano, da cui di-pende territorialmente San Mar-tino, e di Lonato, che comprendela località Madonna della Sco-perta, cui noi Granatieri siamoparticolarmente legati. E non soloper ragioni storico-patriottiche! Era presente anche il Sindaco diMagenta, località che, il 4 giugno1859 (25 giorni prima di Solfe-rino), fu teatro di un’altra impor-tante vittoria dei Franco-piemon-tesi che sconfissero gli Austro-un-garici. Ogni Comune ha schieratoil proprio gonfalone.

Lo schieramento delle Colonnelle dei Comuni partecipanti alla manifestazione.

I Granatieri con i Consoli di Austria e Francia.

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Per la Regione Lombardia era pre-sente l’Assessore Carlo Maccari. Dopo l’alza bandiera, momentomolto coinvolgente, si è formato ilcorteo che è salito alla ChiesaOssario ove sono in perfetto or-dine custoditi 7.500 teschi, una mi-nima parte di circa 20mila framorti feriti e dispersi. Altre fontiparlano di circa 40mila! Accata-state alla base 8, il tutto dietro l’al-tare, le altre ossa dei caduti ivi cu-stoditi. Sul sagrato è stata celebrata laSanta Messa, officiata dal VescovoEmerito Mantovano Mons. Volta econcelebrata dal nostro AssistenteSpirituale granatiere PadreDefendente Belotti. Dopo il rito religioso, si sono avutii discorsi commemorativi di al-cune autorità italiane e straniere.Al termine della manifestazione ipresenti hanno potuto parteciparea un signorile rinfresco, offertodalla città di Solferino, con abbon-date fornitura di pasticcini, paninie bibite, oltre a vini spumanti lo-cali. Chiusa la cerimonia di Solferino,la numerosa rappresentanza disoci ANGS si è recata a SanMartino della Battaglia per de-porre una corona d’alloro alla stelededicata ai Granatieri. Stele che fu

eretta nel 1991 per iniziativa delcompianto Carlo Vigano, giàPresidente di Desenzano, lungo ilviale che porta alla Chiesa ossario. A seguire, un’altra corona d’alloroè stata deposta al lato della targarealizzata nel 50° anniversariodella Battaglia, il 24 giugno 1909,che reca la seguente scritta:DULCIS ET DECORUM EST PROPATRIA MORI - I GRANATIERI

AI COMPAGNI D’ARME MORTIPER LA PATRIA. Al termine della mattinata, assoltial meglio i compiti che ci si eraprefissi, la giornata si è chiusa conun ottimo pranzo presso il risto-rante La Scoperta. Un doveroso ringraziamento al fo-tografo, la gentile signora Rosin.

Roberto Bonini

CERIMONIA MILITARE DI MONTE ZURRONE 2010

Su delega della Presidenza na-zionale, il Centro regionaleAbruzzo ha assicurato la rap-presentanza della ANGS allacerimonia che si è svolta, comeogni anno con grande parteci-pazione, a Monte Zurrone.Alla commemorazione dei mili-tari «Caduti senza Croce» svol-tasi nel Sacrario nazionale si-tuato a Roccaraso, l’associa-zione è stata rappresentata dalPresidente della Sezione diSulmona Orazio D’angelo.

Le Colonnelle schierate davanti alla Chiesa Ossario che custodisce ciò che rimanedei caduti.

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Dopo il Raduno di Torino un pic-colo manipolo di Granatieri pine-rolesi, tutti appartenenti al 2° bat-taglione nei contingenti del 1976,guidato dal gra. Claudio Gariglio,si è messo in moto per costituireuna nuova Sezione ANGS. La tec-nica usata per raggiungere loscopo è stata quella della cosid-detta «Catena di S. Antonio». OgniGranatiere «reclutato» ne ha se-gnalato un altro e così via. Con il sostegno del Presidente re-gionale Gra. Sebastiano Gallo e delPresidente provinciale Gra. ValterCostamagna, i nostri «eroi» sonoriusciti a costituire il 19 marzo 2010una nuova sezione a Pinerolo. TaleSezione va ad arricchire il nume-roso gruppo delle sezioni conso-relle già attive in Piemonte Domenica 4 luglio 2010 alla pre-senza del presidente regionale

ANGS Sebastiano Gallo del sin-daco di Pinerolo, Paolo Covato edel comandante della Polizia stra-dale di Pinerolo, si è svolta la ceri-monia per la benedizione dellaColonnella e l’inaugurazione dellaSezione «Granatieri Pinerolo». Hanno fatto da cornice alla mani-festazione, arricchendo scenografi-camente l’evento, un drappello digranatieri del Gruppo storico"Pietro Micca" con le uniformi del1659, comandato dal Presidenteprovinciale Gra. Valter Costa-magna, e i componenti del Gruppostorico «Gruppo Val Susa 1861»,nelle impeccabili uniformi d’epocadell’Unità d’Italia con tricolore sa-baudo, accompagnati da due vi-vandiere. Molto apprezzata è statala partecipazione delle rappresen-tanze di tutte le sezioni ANGS delPiemonte, della Sezione diModena e delle locali associazionid’Arma. La cerimonia è iniziata con la de-posizione della corona di alloro in

BENEDIZIONE DELLA COLONNELLA DELLANEONATA SEZIONE DI PINEROLO

I 24 soci fondatori della nuova Sezione di Pinerolo.

I partecipanti alla benedizione della Colonnella all’interno della chiesa.

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omaggio dei caduti di tutte leguerre presso il sontuoso monu-mento loro dedicato. È seguita unasfilata in corteo fino alla Catte-drale, dove si è svolta la benedi-zione della Colonnella ed è statacelebrata la Santa messa officiatada don Piergiorgio Rol. Infine,grande partecipazione al «rancio»presso il ristorante Macumba. Gli organizzatori hanno giudicatopiù che soddisfacente l’esito dellacerimonia. Graditissime le tantecongratulazioni a sostegno dell’e-norme lavoro che ha portato a unrisultato da giudicare eccezionale.Gli iscritti alla nuova sezione sonogià 24. C’è da sottolineare il fattoche nessuno di loro era stato maiiscritto prima d’ora all’ANGS.Il Presidente, Gra. Claudio Gari-glio, e il Consiglio direttivo dellaSezione sperano di arrivare entrol’anno ad almeno una trentina diiscritti e per questo stanno conti-nuando a lavorare con pazienza

sul territorio. Il Consiglio direttivodella nuova sezione, nel segnalareil proprio indirizzo e-mail, inviaun caloroso saluto granatieresco aiGranatieri pinerolesi e a tutti co-loro che hanno partecipato allamanifestazione. L’encomiabile esempio deiGranatieri di Pinerolo può edeve essere seguito in altre partidel territorio nazionale. Allevolte, bastano l’impegno e la de-terminazione di pochi commili-toni per conseguire concreti eimportanti traguardi. Le cro-nache associative degli ultimitempi confermano ampiamentequesta affermazione; nuove eimportanti strutture associative,infatti, sono sorte in posti doveper anni la presenza ANGS lan-guiva o era del tutto assente.

Chi volesse mettersi in contatto con lanuova Sezione può farlo all’indirizzodi posta elettronica:[email protected] ai Caduti del sindaco, dott. Paolo Covato e del Presidente Claudio Gariglio.

Gallo e Gariglio guardano compiaciuti la torta granatieresca.

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Si è svolta sabato 10 luglio 2010,con inizio alle ore 11.00, presso ilocali del Comune di Raiano, laconsueta riunione annuale delCentro regionale Abruzzo, ancheprevista ai sensi dell’art. 16 delnostro Statuto. Alla presenza ditutti i Presidenti di Sezione e delFiduciario del Nucleo ANGS diRaiano sono state affrontate nu-merose questioni inerenti la vitaassociativa del Sodalizio abruz-zese, oltre che la positiva situa-zione dei tesseramenti, i rendi-conti delle attività amministra-tive e le nuove procedure da se-

RIUNIONE DEL CENTRO REGIONALE ANGS ABRUZZO 2010

I Presidenti di Pescara, Chieti, Sulmona, Lanciano, il Presidente e il SegretarioCR Abruzzo e il Fiduciario Raiano.

I GRANATIERI DI PISA A LARI

Il Presidente della Sezione diPisa Vittorio Barsanti ha orga-nizzato un incontro con iGranatieri toscani l’11 luglio2010 a Lari, provincia di Pisa.La giornata è iniziata con unaSanta Messa nella chiesa diCevoli.Erano presenti, oltre al Presi-dente della Toscana Gra.Paolo Bucciarelli Ducci, gra-dito ospite, il Presidente dellasezione di Roma il GeneraleAntonello Falconi con la con-sorte e il fratello Gra. Gen.Giuseppe Falconi. La sezionedi Firenze era rappresentatadal suo Presidente Gra. Giu-seppe Benelli. Al termine del-la Messa è stata recitata lapreghiera del Granatiere.È seguito un pranzo al risto-rante «I due laghi» al terminedel quale il Presidente di Pisaha ringraziato tutti i parteci-panti brindando in loro onoree dando appuntamento a unprossimo incontro. Nel pome-riggio la comitiva è stata gui-data in una visita al castellodi Lari.

I partecipanti all’incontro tra le Sezioni dei Granatieri di Pisa e Lari.

guire per la futura richiesta di concorsi militari. Al termine dei la-vori è seguito un pranzo sociale insieme agli amici e ai familiaripresenti.

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LA SEZIONE DI SULMONA A SCANNO PER L’INAUGURAZIONE DEL MONUMENTO DEDICATO AI CADUTI DI NASSIRYIA

Il 19 agosto 2010 la Sezione èstata invitata personalmente dalSindaco di Scanno dott. PatrizioGiammarco alla cerimonia inau-gurazione del monumento ai ca-duti di Nassiryia. Erano presenti alla cerimonia: ilComandante della Legione Cara-binieri Abruzzo, generale di bri-gata Luigi Longobardi, le sorelledel maresciallo Franco Lattanzio,uno dei caduti nel tragico atten-tato in terra irachena, la Bandadella scuola dei Carabinieri diRoma con picchetto, un plotonedegli Alpini in armi, la Fanfaradei Bersaglieri in congedo, la se-zione dei Carabinieri in congedodi Scanno, Sulmona e Chieti, e laSezione degli Alpini dell’ANA diScanno. Grande curiosità e ammirazioneè stata rivolta verso i Granatieri,presenti per la prima volta nella

loro tenuta associativa con baverirossi e Alamari bianchi e con laColonnella di Sezione, dalla citta-

dinanza di Scanno e dai tanti tu-risti presenti nella nota località divilleggiatura.

I GRANATIERI DI CORATO A BORDO DI NAVE GRANATIERE

Lunedì 30 agosto 2010 al Presi-dente del Centro regionalePuglia presso la Sezione ANGSdi Corato, Gra. Giuseppe Cal-darola, arriva una telefonatadal Comando della Base Navaledi Taranto del seguente tenore:«…. a seguito vostra richiestasiete ufficialmente autorizzatidallo Stato Maggiore Marina aeffettuare la visita a Nave Gra-natiere dopodomani mercoledì1° settembre».Dopo lunghi mesi di attesa labella notizia. Un passaparolatelefonico e subito sono giuntele adesioni di una ventina trasoci e simpatizzanti entusiastidi visitare una nave militare…la «nostra» nave. Fra le ade-sioni quelle del gen. B. Pasquale

Giannandrea, il Sindaco di Scanno con la sua famiglia in abito tradizionale.

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Stella e del Brigadier generaleFelice Marchese. Il giorno fatidico partiamo perTaranto e alle ore 7.45 var-chiamo i cancelli della BaseNavale. Al Posto di Guardiasiamo accolti da un ufficialeche, dopo aver concluso le for-malità di rito tra autorizzazionie dichiarazioni liberatorie, ci ac-compagna alla banchina dove éormeggiata NAVE GRANAT-IERE riconoscibile dalla sigla aprua F 585 e dal nome stampatosulla scaletta. Finalmente sa-liamo a bordo. L'equipaggio èschierato sul ponte.Il Comandante, C. F. Fabio FA-RES, ci accoglie con tutti glionori, mentre il fischietto delnostromo dà l’attenti. L’emozione è tanta. Ci diri-giamo tutti nell’angar dovetrova ricovero l’elicottero. Al-l’ingresso dello stesso si nota lascritta "A ME LE GUARDIE"…sì, è vero siamo sulla "nostra"nave. Il Comandante si intrattiene connoi dandoci ufficialmente ilbenvenuto. Ci parla poi dellecaratteristiche della nave e delle

ultime missioni, precisando chela F 585 è uno dei quattro pattu-gliatori già destinati all’Iraqpassato poi alla flotta italianaper le note vicende irachene. È iniziata così la visita vera epropria alla nave; ci siamo di-visi in due gruppi e sempre ac-

compagnati da personale alta-mente specializzato e molto pa-ziente e disponibile, abbiamopotuto godere delle informa-zioni sull’armamento in dota-zione, la plancia comando e ilquadrato ufficiali dove abbiamoavuto l’immensa soddisfazionedi firmare il Libro d’Onore.Inutile sottolineare con quantocurioso interesse abbiamo attra-versato ponti, scale, porte a te-nuta stagna, piccoli anfratti ecunicoli vari, sempre amorevol-mente accompagnati.Terminata la visita che si è pro-tratta per circa due ore, ilComandante ha offerto un riccorinfresco durante il quale, rin-graziandoci per la graditissimanostra presenza, ci ha donato ilprezioso Crest di Nave Grana-tiere, che abbiamo ricambiatocol nostro. Lo scambio di augurie i saluti finali, hanno conclusol’eccezionale evento in unagiornata di sole e di mare, unagiornata certamente da ricor-dare.

JUCAL

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Egregio Presidente,

ringrazio anche io Lei ed i Soci della Sua Sezione per l'entusiasmo mostrato durante lavostra visita. Per le Navi della Marina Militare non sono molte le occasioni per fare bella mostra di sée l'orgoglio è ancora maggiore quando a Bordo salgono rappresentanti di altre ForzeArmate (io sono personalmente un grande sostenitore dello spirito interforze). Se poiad 'imbarcare' sono i 'nostri' Granatieri, l'orgoglio è massimo. Io ed il mio equipaggio siamo onoratissimi di avervi conosciuti e di sapere che tantiSoldati pensano a noi con il rispetto e l'affetto che ci avete mostrato.

Grazie ancora e a presto.

"A ME LE GUARDIE" °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°C.F. Fabio FARESNave GRANATIEREComandante Tel. 7543101 (mil.)Tel. 099.9947.7543.101 (civ.) - Cell. 335.5770261mail: [email protected] - mail: [email protected]

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sfileranno ssempre

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sfileranno ssempre ccon lle nnostre ccolonnelle

GIOVANNILONGO

Sezione di Jesolo(VE)

Per gli amici econoscenti era« G i a n n i n o » .

Nato il 7 settembre 1937, è andatoavanti a raggiungere la casa delPadre l’8 maggio 2010. Per sua scelta, non si era mai fattouna famiglia, ma era orgoglioso diappartenere alla nostra grande fami-glia di Granatieri, partecipando confierezza a ogni manifestazione e aogni ricorrenza sempre munito delleamate insegne granatieresche.Persona socievole, comprensiva edi grande statura morale. Sapevaessere di esempio con atteggia-menti di umiltà e di altruismo inuna società sempre più dominatadall’arroganza e dalla superbia.Ciao Giannino: per noi sei solo an-dato avanti. Ti ritroverai con tantialtri commilitoni che ti hanno prece-duto. Da parte nostra, non manche-remo di seguire gli insegnamenti checi hai lasciato attraverso i tantiesempi che ci hai dato e cercheremodi imitare le tue numerose virtù.

DILEOPIERLEONI

Sezione diPesaro-Urbino(PU)

N a t o i l 2 2m a g g i o 1 9 2 2 ,

è s c o m p a r s o i l 1 0 m a r z o2 0 1 0 .Era molto orgogl ioso di esseresta to un granat iere , tanto cheanche nel l ’ul t ima dimora ha vo-luto portare con se gl i Alamarial col lo e la f iamma sul capo. Sì proprio con gl i Alamari deig rana t i e r i , que l ro s so e que lbianco - amore per la patr ia perla famigl ia , amore per i f ra te l l ie la f iamma che arde e la s tessache aveva sempre avuto nel suocuore generoso. O l t r e ag l i A lamar i e a l l af iamma, Dileo s i è portato consè le croci e le medagl ie conqui-s ta te in terra s t raniera , ben lon-t ano da l pode re d i P i eve d iCagne, nel comune di Urbino,dove abi tava quando era mil i -tare .Le medagl ie e le croci le avevaconquis ta te nel deser to del Nord

La Sezione di Lugo di Romagna è stata molto vicina al gra.Batt ista Zannoni in occasione del lutto che ha colpito la sua fa-migl ia con la prematura scomparsa del la sua adorata consorte, lasignora Marisa Gherardini , tolta al l 'affetto dei suoi cari i l 13giugno 2010 da un male incurabile .Alla cerimonia funebre, per volontà del la famigl ia , che ha gran-demente apprezzato, erano presenti , accompagnate dai Presi-denti e da rappresentanze dei soci , le Colonnel le del le sezioni diLugo di Romagna e Ravenna. È in momenti come quest i che l 'associazione mostrando quel lapartecipazione che lenisce i l dolore, c i fa capire quanto s ia gran-de e vicina la famigl ia cui appartengono tutt i i Granatieri .Molt i erano i commilitoni del marito negl i anni 1968-1969. I l Pres idente prov inc ia le , Giancar lo Gare l l i , e que l lo de l laSezione di Lugo, Leopoldo Raffel l ini , r innovano le più vive con-dogl ianze al commilitone Zannoni e a suo f igl io Andrea.

Africa a El Alamein nel corsodel la t remenda bat tagl ia . Poi gl itoccò un lunga pr igionia .R i t o r n ò a c a s a d o p o q u a t t r oa n n i d a l l a f i n e d e l l a g u e r r a . If a m i l i a r i l o a v e v a n o d a t o p e rm o r t o , t a n t o c h e i l c u g i n oa v e v a c h i a m a t o D i l e o i l p r o -p r i o f i g l i o .Anche di recente c i confidavache la paura d i que i t e r r ib i l igiorni t rascorsi nel la campagnad’Africa non gl i era passata deltut to .Dileo par tecipava a t t ivamenteal la vi ta associat iva del la se-z ione , l ’a t taccamento era cos ìfor te che l ’8 marzo, due giornipr ima del decesso, c i diede unquadro con la sua foto con l ’ in-car ico di esporla durante i la-vori del la imminente assemblearegionale e c i disse che avrebbechiamato i l Presidente ClaudioConti per dirgl i : «Hai vis to? Cisono anch’io in mezzo a voi?».Alle esequie hanno par tecipatoi l s indaco di Pesaro Luca Ceri-sc i l i , i l sena tore Pa lmiro Uc-chiel l i , e numerosi granat ier i delCentro provinciale con la pro-pr ia Colonnel la , la banda ci t ta-dina e tut ta la popolazione lo-

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RINO NICODEMO

Sezione diPortogruaro (VE)

Nato il 2 agosto1929, aveva mi-litato nel 1°

Reggimento Granatieri nei primianni del dopoguerra, quando l’E-sercito italiano si stava ricosti-tuendo.Anche nella vita civile aveva mante-nuto la rettitudine e i sentimenti dionestà e di senso civico che avevacoltivato da ragazzo nelle file deiGranatieri. Non a caso, infatti, me-ritò la qualifica di Cavaliere delLavoro, ambito traguardo per chi di-venta nella società un modello daimitare. Ha purtroppo lasciato la fa-miglia e i commilitoni il 17 aprile2010. Il Presidente della Sezione, anome di tutti i soci, rinnova le piùsentite condoglianze ai familiari.

DOMENICOBOIERO

Sezione diSaluzzo (CN)

Era nato il 4agosto 1922 aBagnolo Pie-monte ed èscomparso il

25 marzo 2010.Ar ruo la to ne l 1° Regg imen toGranat ier i dal 1941, prese par tecon i l Bat tagl ione speciale dasbarco al le operazioni che por-t a rono a l l ’occupaz ione de l l aCorsica per poi passare , dopol’8 set tembre 1943, a l Gruppo dicombat t imento "Fr iu l i " con i lquale par tecipò al la Guerra diLiberazione 1944-1945.Nel 2002 gl i venne concesso dalcomune di Bologna l ’a t tes ta to dimer i to e benemerenza qua lecomba t t en te che i l 21 ap r i l e1945 par tecipò al la l iberazionedel la c i t tà .Già nel 1989, gl i era s ta ta r ico-nosciuta l ’onorif icenza di Cava-l iere a l Meri to del la Repubbl icaI ta l iana.I l Presidente del la Sezione, an-che a nome di tut t i i commil i -toni ha voluto tes t imoniare checon Domenico hanno perso unpezzo di s tor ia , r innovando lecondogl ianze ai famil iar i del va-loroso Granat iere .

FERNANDOZOTTI

Sezione di Cogollodel Cengio (VI)

II 20 aprile 2010è deceduto adArsiero all’età di

82 anni.Granatiere esemplare per ideali e ilcomportamento nella vita, ha la-sciato nel dolore la famiglia, gliamici e i commilitoni.Il Presidente provinciale, gra. Busine il Presidente della Sezione diCogollo del Cengio e Alto Astico,gra. Pagnotta, porgono le più sentitecondoglianze ai familiari.

AMEDEODOTTO

Sezione diSpinea (VE)

Nato il 27 marzo1913, residente a

Chirignago.È deceduto il 12 aprile 2010, dopouna vita intensa completamente de-dicata al lavoro e alla sua famiglia.Chiamato alle armi nel 1936, inforza al 2° Granatieri, restò in ser-vizio fino all’agosto 1945. Facevaparte, in effetti, di quelle classi chepagarono molto duramente le vi-cende belliche. Durante la secondaguerra, fra l’altro, venne inviato inLibia per partecipare alle operazioniche riguardavano quello scacchiere.Per i suoi trascorsi militari, il 29gennaio 1970, gli è stata concessala Croce al Merito di Guerra.Orgoglioso di essere stato unGranatiere, ha sempre preso partecon entusiasmo e partecipazionealla vita della Sezione Granatieri,fino a quando le condizioni di sa-lute lo hanno consentito.Molti i commilitoni presenti alla ce-rimonia funebre. Tutti i soci lo ri-cordano con grande affetto e rinno-vano le condoglianze ai familiari.

DANILORUZZANTE

Sezione diGrignasco (NO)

Originario diPozzo Novo(Padova), dove

era nato il 30 maggio 1926, è ve-nuto a mancare il 12 gennaio 2010,dopo alcuni mesi di grave malattia,a Invorio (Novara), dove risiedevada molti anni ed era stimato datutti per la sua grande laboriosità,che sapeva donare anche al pros-simo. Fu sempre attivo e partecipe alleadunate con spirito giovanile grana-tieresco. Grande partecipazione ai suoi funeralicon la presenza di numerose Colon-nelle; al termine della celebrazione li-turgica è stata letta «Preghiera delGranatiere». I granatieri in congedo diNovara e di Grignasco rinnovano le piùsentite condoglianze ai familiari.

cale , che è r imasta ammutol i taal suono del Si lenzio al l ’ internodel la chiesa e del l ’ inno dei gra-na t i e r i pe r fe t t amente esegu i toda l s ig . G iuseppe Be lemmi ,t rombet t iere uff ic ia le del le ma-nifestazione che s i è tenuta aPesaro.I l presidente del Centro provin-c i a l e de l l ’ANGS d i Pesa ro eUrb ino , a nome d i t u t t i g l iiscr i t t i , r innova le condogl ianzaal f igl io Daniele e a l la nuoraCarla .

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sfileranno ssempresfileranno ssempre ccon lle nnostre ccolonnelle

DAVIDEDRIGO

Sezione diPortogruaro(VE)

Era un grana-tiere della classe

1922. È venuto a mancare all’af-fetto dei suoi cari e dei commilitonil’8 luglio 2010.Il Presidente e i soci della Sezionecon la sua scomparsa perdono uncommilitone generoso e particolar-mente attaccato ai valori associa-tivi e a quelli che gli derivavanodall’appartenenza al corpo deiBianchi Alamari. Essi rinnovano, anostro mezzo, le più sentite condo-glianze ai familiari.

LINO VESPA

Sezione di L'Aquila

Il 13 luglio 2010, all'età di 89 anni, èvenuto a mancare il Gra. Cav. LinoVespa, grande invalido di guerra. La cerimonia funebre ha avuto luogoin L'Aquila, nella Chiesa di San

ROBERTOROVIDA

Sezione di Lodi

La signora ErnestaBertolotti e ilsignor EmilianoRovida, rispet-tivamente mo-glie e figlio del

granatiere Roberto Rovida ci hannocomunicato che il 25 giugno 2010il congiunto è venuto a mancare alloro affetto.Roberto, nato a Lodi il 27 agosto1927, era stato arruolato nel 1°Reggimento Granatieri subito dopola guerra ed era stato congedatocon il grado di caporale.Dal 1955 era iscritto alla Sezionedove ricopriva l’incarico di Segre-tario.RINO

LEVORATO

Sezione di Mestre(VE)

Nato a Mestre il1 6 s e t t e m b r e1923, è venuto amancare all’af-fetto dei suoi

cari e dei suoi commilitoni il 28giugno 2010. Aveva ottantasette anni.Chiamato alle armi e arruolato nelprimo Reggimento dei Granatieri nel1942 a Roma, subì con il suo reggi-mento tutte le tragiche e dolorose vi-cende legate a quei tristi periodi dellanostra storia.Venne congedato, a guerra finita,nel 1946 con il grado di caporale.Rino per molti anni è stato una pre-senza attiva e collaborativa nellaSezione di Mestre.Alla cerimonia funebre, svoltasinella chiesa Madonna della salutedi Mestre, assieme ai familiari han-no partecipato anche i granatieridella Sezione. Durante la solennecerimonia del saluto religioso ilGranatiere Reggiani ha letto«Preghiera del Granatiere».

LEOPOLDO RAFFAELLINI

Sezione di Lugo (RA)

Era nato l’11 mag-gio 1947. Svolse ilservizio militarenel 1° Reggimen-

to Granatieri presumibilmente fra il 1968e il 1969. Dalla famiglia abbiamo avutosolo una fotografia sul retro della qualeabbiamo letto che Leopoldo ci ha la-sciato il 18 luglio 2010 all’età, quindi,di 63 anni. Dio lo abbia in pace.

GIUSEPPEBALDUCCI

Sezione di Jesi(AN)

Nato il 7 ottobre1930, svolse il ser-vizio militare nei

primi anni ‘50 al 1° ReggimentoGranatieri. Era iscritto alla sezione dal1970.È venuto a mancare alla famiglia il 16giugno 2010 lasciando un vuoto incol-mabile.Alla celebrazione del rito religioso disaluto era presente un picchetto di com-militoni con la Colonnella della Sezioneed è stata letta la «Preghiera del Grana-tiere».Alla moglie, ai suoi figli e nipoti le piùsentite condoglianze dei commilitoni.

PIETROPOSSANI

Sezione di Rho(MI)

Classe 1923, seguìi l ReggimentoGranatieri in guer-

ra, dimostrandosi un valoroso combat-tente. Ha lasciato i suoi cari e quanti loconoscevano e stimavano il 27 giugno2010. La sua dipartita ha suscitato unprofondo cordoglio e un gran vuoto frai commilitoni della Sezione, in quantoegli era un uomo esemplare, onesto,leale e cordialissimo con tutti.Il suo ricordo resterà sempre nel cuoredi quanti lo conobbero.

Bernardino da Siena in Piazzad'Armi, alla presenza di numerosi fa-miliari ed amici. Per la nostra Associazione erano pre-senti il Presidente regionale CRAbruzzo Pierluigi Capaldi, il Presi-dente provinciale di L'Aquila Giu-seppe Gentile e numerosi Soci dellaSezione aquilana.Lino Vespa, socio fondatore dellaSezione di L’Aquila e già presidentedel Centro provinciale del capoluogoabruzzese, è stato per tutti noi un ine-guagliabile punto di riferimento sia incampo associativo che umano.

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La rubrica “Sfileranno sempre con le nostre colonnelle” è finalizzata a ricordare i soli soci dell’Associazione che hanno lasciato questo mondo per ritornare alla casa del Padre.Si sottolinea: I SOLI SOCI. Chi segnala il triste evento per la pubblicazione, dovrà comunicare le seguenti informazioni necessarie per la stesura del necrologio:sezione d’appartenenza; data di nascita e di morte; motivi del decesso; reparto Granatieri nel quale il defunto ha prestato servizio; eventuali campagne di guerra e decorazioni ri-cevute; eventuali cariche associative rivestite.È opportuno, inoltre, che venga inviata una foto originale del defunto e non, come spesso avviene, fotocopie o copie riprese da giornali. Tutti i testi, comunque, non dovranno su-perare le 12 righe, salvo le eccezioni che si potranno avere a insindacabile giudizio della Redazione.La Redazione, infine, sarà particolarmente grata a chi, avendone la possibilità, invierà un’offerta come, del resto, è previsto dal comma 5 dell’articolo 13 del Regolamento del-l’Associazione.

sfileranno ssempresfileranno ssempre ccon lle nnostre ccolonnelle

LUIGI PAPO DA MONTONA

Luigi, detto Isetto, nacque il 21giugno 1922 a Montona, antica esplendida cittadina collinare del-l’Istria centro-occidentale. Ilpadre era originario di Buie, lamadre di Grado. Terminate lescuole elementari a Montona,Isetto frequentò a Pisino il gin-nasio-liceo scientifico. L’Italiaentrò in guerra quando lui si erada poco iscritto all’università diTrieste. Ancora minorenne si ar-ruolò volontario nella CompagniaVolontari Universitari «Viterbo»del 3° Reggimento Granatieri diSardegna combattendo in Africasettentrionale. Ammalatosi gravemente, fu ripor-tato in Italia su un aereo dellaCroce Rossa. Dopo essere guarito,rientrò in servizio. Il suo nuovo

incarico fu la scorta ai treni che dall’Italia raggiungevano la Grecia subendo spesso attentati dai partigiani.L’8 settembre 1943 si trovava a Montona in licenza. Gli jugoslavi lo arrestarono, ma il loro capo, Vinko, gli salvòla vita quando altri avrebbero voluto eliminarlo. Dopo l’arrivo dei tedeschi, Papo promosse la costituzione di unreparto di volontari istriani che poi confluì nella Milizia di Difesa Territoriale comandata da Libero Sauro, figliodi Nazario. Nel maggio 1945 cercò di raggiungere la moglie che, incinta di 8 mesi, si era rifugiata a Grado. Venne però cat-turato dai partigiani filo-jugoslavi che lo condussero al carcere triestino del Coroneo. Riuscì a scampare al-l’infoibamento solo perché fu rinchiuso nel reparto femminile, dato che quello maschile era stracolmo. Vennetuttavia deportato nel campo di prigionia di Prestrane, in Slovenia, da dove riuscì rocambolescamente ad allon-tanarsi, tornando in treno a Trieste e ricongiungendosi poi a Grado con la moglie che aveva appena partorito. Daallora non rientrò più in Istria, sapendo che lì avrebbe rischiato la vita. Cominciò così il suo lungo esodo.Nel dopoguerra terminò gli studi universitari a Bologna. In seguito fu dirigente industriale, presidente del CentroStudi Alberghieri di Chianciano e consulente di importanti aziende e consorzi. Attivo nelle associazioni degliesuli, combattentistiche e d’arma, ha diretto per 30 anni il Centro Studi Adriatici ed è stato a lungo vice-presi-dente dell’Unione degli Istriani.Ha scritto oltre cento libri soprattutto di storia patria, ma anche di scienze, economia, enologia, gastronomia eletteratura. È stato inoltre autore di migliaia di articoli giornalistici su quotidiani, riviste e settimanali.Ha sempre partecipato alle riunioni del Consiglio nazionale dell’Associazione Granatieri in quanto indiscussorappresentante dei Granatieri dell’Istria e della Dalmazia.

Luigi Papo in una recente fotografia. Accanto a lui la signora Alida Gasperini,profuga istriana.

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Per Informazioni contattare la sezione di Roma della ANGS - Via Sforzan. 5 00184 Roma, telefono/fax 06 4746395

IL CONTE NICOLÒ GIACCHI

Nato a Novara nel febbraio del 1887, da una famiglia d’anticanobiltà, abbracciò la carriera delle armi percorrendo i varigradi della gerarchia militare nei ranghi del 1° e del 2° reggi-mento Granatieri di Sardegna. Ufficiale di grande valore, par-tecipò alle campagne coloniali e alla Prima Guerra mondialemeritandosi una Medaglia di Bronzo, due Medaglie d’Argentoe l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia.Giacchi sposò Clotilde Mazzitelli dalla quale ebbe una figlia,Pieretta, che morì di malattia in tenera età. Per espressa vo-lontà del conte Giacchi, due appartamenti di sua proprietà,situati a Roma, furono donati nel 1963 dalla moglie Clotilde ai

Granatieri di Sardegna affinché con la loro renditafosse costituito un fondo da dedicare all’assistenza

sanitaria delle figlie bisognose di cure dei Granatieristessi. Il conte Giacchi morì a Roma il 7 novembre1948; sua moglie, donna Clotilde, a Conca della

Campania il 4 dicembre 1964.Il Fondo, che prende il nome dal donatore,viene gestito da un’apposita commissione isti-tuita presso la sezione ANGS di Roma.