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IL GENERALE ANTONINO TORRE “È ANDATO AVANTI” DI NOI TREMÒ LA NOSTRA VECCHIA GLORIA. TRE SECOLI DI FEDE E UNA VITTORIA. (GABRIELE D’ANNUNZIO) CENGIO 2017 I PUNTI FERMI DELL’ASSOCIAZIONE IL G RANATIERE ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA ANNO LXXII - N. 2 -APRILE-GIUGNO 2017 - PUBB.TRIMESTRALE - POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D. L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1 C/RM/23/2017 NUOVO COMANDANTE DI BRIGATA NUOVO COMANDANTE DI BRIGATA

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IL GENERALE ANTONINO TORRE“È ANDATO AVANTI”

D I N O I T R E M Ò L A N O S T R A V E C C H I A G L O R I A . T R E S E C O L I D I F E D E E U N A V I T TO R I A . ( G A B R I E L E D ’ A N N U N Z I O )

CENGIO 2017

I PUNTI FERMI DELL’ASSOCIAZIONE

IL GRANATIEREORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNAANNO LXXII - N. 2 - APRILE-GIUGNO 2017 - PUBB. TRIMESTRALE - POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D. L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1 C/RM/23/2017

NUOVO COMANDANTE DI BRIGATA

NUOVO COMANDANTE DI BRIGATA

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LETTERA DAL DIRETTORE

Lettori carissimi,consentitemi, innanzi tutto, di rivolgere il mio pensiero ad Antonino Torre che ci ha lasciato prematuramente.Per Lui sono state dette tante parole e tante altre potrebbero essere aggiunte.Preferisco ricordarlo leggendo l’editoriale del Presidente Nazionale che riporta il suo saluto in occasione del fu-nerale: emerge il profilo di una grande Persona dotata di notevole spessore umano e professionale. Ci mancherà…Spetta a me, ora, raccoglierne l’eredità e continuare il cammino insieme con voi.Da questo numero, infatti, assumo la direzione della nostra rivista, accettando i reiterati e pressanti inviti per-venutimi da più parti, e ringrazio sentitamente tutti i componenti del Consiglio Nazionale per la fiducia ac-cordatami, sperando di essere all’altezza delle aspettative e delle sfide che dovrò affrontare.Sono certo che mi darete una mano e vi dico sin da subito che vi sarò grato per qualsiasi suggerimento, consiglio,parere e materiale redazionale e/o fotografico vogliate farmi pervenire.Grazie ancora!

Gra. Giancarlo Rossi

Il Medagliere dell’Associazione Nazional

e Granatieri di Sardegna

La Bandiera del 1°reggimento “Granatieri di Sardegna”

La collaborazione è aperta a tutti.

Chiunque può inviare direttamente allaDirezione i suoi articoli. Gli scritti, inediti ed esenti da vincolieditoriali, possono trattare temiattinenti all’Associazione e non. È gradito l’invio di foto in altarisoluzione, disegni, schizzi e tavoleesplicative a corredo degli articoli. La Direzione si riserva il diritto dicambiare titolo e sottotitolo e di dareall’articolo l’impostazione graficaritenuta più opportuna.

IL GRANATIERE

Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna

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EDITORIALE

APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 3

È con lacerante tristezza d’animoche provo a dare voce ai sentimentidi noi tutti, granatieri, nel mo-mento in cui Antonino Torre ci la-scia per sempre. Che cosa dire? Il fatto nella sua ter-ribile, radicale eppure così umanaconcretezza è che oggi perdiamo unamico. Amicizia di decenni.Un’amicizia che giorno dopo giornosi alimentava di stima profonda per un uomo integro,un galantuomo, dotato di grande umanità e di capa-cità multiformi. Qualità queste non comuni, che egli soleva destinarecon metodo e costanza al Corpo dei Granatieri e allanostra Associazione. E quanto entusiasmo nel porre la sua intelligenza al ser-vizio della Patria: ricordo così solo tangenzialmente chefu un informatico - tra i primi dell’Esercito -; poi unantesignano della comunicazione nei Teatri operativi,ideatore di trasmissioni radiofoniche per portare uma-nità nei terribili Teatri di guerra. In Somalia, Kurdistane nei Balcani, con gli alamari e lo spirito per cercare diricomporre l’anima lacerata di quelle popolazioni. Ancora come curatore della nostra memoria presso ilMuseo dei Granatieri di Sardegna e tramite il Giornaledell’Associazione. Un generale dei granatieri e un in-tellettuale a tutto tondo.Riflettiamo un momento su questi fatti per onorarnela memoria e salutiamolo con gratitudine. Racchiu-dendo così la tristezza nei nostri cuori, perché il vuotoche lascia è incolmabile.Ma consentitemi qualche riferimento personale. Antonino, ricordo il tuo sguardo che mi fissava atten-tamente mentre salutavo, pochi mesi or sono, PaoloRossi; sguardo di compartecipazione non alle parole,ma a quanto esse significavano per Lui e per noi tutti. Per molti anni non ci fu l’occasione di lavorare in-sieme; ma tante volte ci incontravamo, per così dire, adistanza, sia in ambito lavorativo che personale, sem-pre uniti dallo spirito di corpo. Poi, finalmente, nel 2003, quando assunsi il comandodella Brigata e tu eri il Direttore del Museo, si instauròun rapporto di lavoro proficuo, fondato sulla fiducia,

una fiducia ravvivata dal tuo entu-siasmo e dalla tua dedizione. Cercai in tutti i modi di sostenertilogisticamente e infrastruttural-mente in un’opera unica di valoriz-zazione di quelle preziose memorie:anni ricchi di prospettive e amicizia,il cui ricordo non si affievolirà.Ci siamo poi ritrovati a febbraio del2016 quando tu, quale Segretario

nazionale, hai sostenuto la mia candidatura e i Consi-glieri nazionali mi hanno accettato come Presidentenazionale. Ricordo le tue parole oneste e sincere nel-l’Aula consiliare del Comune di Asiago, dopo l’appro-vazione del nuovo Statuto. Da esse scaturì un sentito e caloroso applauso perchéavevi saputo trasmettere a tutti i presenti la mia visionesul nuovo cammino che da quel momento iniziava,sempre nel solco delle tradizioni.E l’ultimo anno, amico mio, ci siamo confrontati confranchezza sentendoci molte volte al giorno. Il tuo pa-rere, il tuo consiglio franco, sincero, virile, come siconviene tra soldati, mi è sempre stato prezioso.Quindi mi sovviene con commozione la tua immaginenelle diverse circostanze del 32° Raduno nazionale adAsiago; poi nel silenzio del tuo ufficio mentre ti dedi-chi alla redazione di ben sei numeri del Granatiere –un lavoro immane portato avanti con le tue forze, fin-gendo di non soffrire per il male che già ti affliggeva.Due numeri speciali dedicati ai ragazzi di Cogollo delCengio e di Asiago, ragazzi come tanti altri che rap-presentano il nostro addivenire.Ancora un’edizione, la tua ultima. Questi fascicoli delnostro giornale sociale verranno rilegati in un unicovolume, come Ti ebbi a dire in tempi non sospetti, econservati gelosamente. In ogni circostanza Ti caratterizzava l’antica scuola deiGranatieri. Gente che era stata in guerra e sapeva espri-mere uno speciale tratto umano; persone capaci di par-lare al cuore delle persone anche nelle cose semplicidella quotidianità; sulla traccia di quell’altro Granatiere,nostra guida, che ora sentiamo qui presente, semprevicino a noi nelle circostanze dolorose per confortarci:sarebbe giunto con la sua vecchia cinquecento.

Saluto al Gen. Antonino Torre25 maggio 2017, Policlinico Militare Celio

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EDITORIALE

APRILE-GIUGNO 20174 IL GRANATIERE

Così, intorno a Te, Antonino, spontaneamente sisono riuniti i Granatieri in servizio e in congedo, ilMedagliere nazionale, i Labari dei Centri regionalie le loro Colonnelle. Guarda, sono qui a rappresen-tare i tremila e più soci che, grazie al tuo lavoro daSegretario nazionale e alle pagine da Te scritte neglianni, si sono sempre più legati all’Associazione.Non so, caro Antonino, quanto sia lungo il viaggio cheTi attende, ma so che in questo cammino ti conducepadre Chiti, dandoti serenità, pace e fiducia per l’in-contro più importante della tua vita, quello con il Padre.

Non sarai dimenticato. Ci animano gli stessi valori ei principi statutari del 1911. La nostra è un’antica enobile famiglia, che raccoglie e sa custodire l’esempiodelle belle persone.Con queste certezze e con sentimenti alimentatidall’amicizia, oltre che dallo spirito di Corpo, tutti iGranatieri Ti abbracciano forte.

Direttore responsabile: Giancarlo RossiIn Redazione: Giovanni Ficarra (Segreteria)Corrispondenti: Veneto – Roberto Pellegrini; Piemonte – Angelo Masperone;Lombardia – Enrico Mezzenzana; Marche – Alessandro Ponzanetti;Puglia – Umberto Miccoli e Giuseppe CaldarolaAmministrazione: Antonio BilanciaIndirizzo e-mail Direttore: [email protected]

Autor. Trib. N. 5244 del 22-5-1956Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione (R.O.C.)n. 27153 del 24 febbraio 2017

Grafica: B.W. DesignStampa: Romana Editrice, San Cesareo - Roma

Editore: Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna00185 Roma, piazza Santa Croce in Gerusalemme, 7Tel. 06/7028289 - Fax 06/70393086E-mail: [email protected]://www.granatieridisardegna.itC.F. 03073220588Presidente Onorario: Gen. C.A. Raffaele SimonePresidente: Giovanni GarassinoVicepresidente: Luigi GabrieleConsiglieri Nazionali: Pier Andrea Ferro, Antonio Giovannelli, Ernesto Tiraboschi, Giuseppe Caldarola, Enrico Mezzenzana,Aldo Viotti, Enzo Natale, Nicola Puntin, Giovanni Bettini, Silvio Belatti, Giulio Cesare Schina, Carmine Formicola, Rodolfo Mori Ubaldini degli Alberti La Marmora, Bruno Sorvillo, Carlo Maria Braghero, Giancarlo Rossi, Gian Paolo Torrini,Antonio Venci, Gian Carlo Bruni, Lino Marian, Remo Longo

Condizioni di cessione del periodicoUna copia Euro 2,50Abbonamento ordinario Euro 10,00Abbonamento sostenitore Euro 15,00Abbonamento benemerito Euro 25,00Una copia arretrata Euro 3,00Gli abbonamenti possono essere sottoscritti anche mediante il c/c postale n. 34577007intestato alla Presidenza Nazionale ANGS avendo cura di indicare nella causale:«sottoscrizione abbonamento».

Quanto espresso dai singoli autori negli articoli firmati non rispecchia necessariamenteil pensiero dell’editore e del direttore.

La collaborazione al giornale avviene a titolo volontario e gratuito.Tutto il materialeche perviene in Redazione, anche se non pubblicato, non viene restituito. La redazionesi riserva la facoltà di modificare e/o sintetizzare i testi che vengono forniti.

Chiuso in tipografia il 12/07/2017

IL GRANATIEREI N Q U E S T O N U M E R O

EDITORIALE 3

ATTUALITÀ 5

STORIA 15

ALAMARI CON LE STELLETTE 32

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA 37

SFILERANNO SEMPRE... 43

LETTERE AL DIRETTORE 20

BREVI E LIETE 26

LETTI PER VOI 24

RIFLESSIONI 28

IL PRESIDENTE NAZIONALEGRA. GIOVANNI GARASSINO

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 5

ATTUALITÀ

Elezioni per la nomina di vertici nazionaliIl giorno 6 aprile 2017, dalle ore 0930 alle ore 1330, in Roma, presso il Comprensorio Logistico del-l’Esercito in Viale Castro Pretorio 95, in ottemperanza a quanto stabilito dallo Statuto, si sono svolti:a. lo scrutinio relativo alle votazioni degli Organi centrali dell’ANGS, avvenute domenica 2 aprile 2017;b. la riunione del Consiglio nazionale per la nomina di:

– sei Consiglieri nazionali, costituenti il Comitato nazionale;– Segretario generale;– Direttore responsabile de “IL GRANATIERE”;– Tesoriere.

I nominativi dei Soci eletti e nominati sono di seguito elencati.Il giorno 27 maggio 2017 il Consiglio nazionale ha nominato il Gra. Giancarlo ROSSI Consigliereaddetto alla comunicazione sia web che stampa, ratificando, nel contempo, anche la nomina a Di-rettore Responsabile de “IL GRANATIERE”, in sostituzione del Gra. Antonino TORRE, decedutoin data 23 maggio 2017.

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APRILE-GIUGNO 20176 IL GRANATIERE

ATTUALITÀ

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 7

ATTUALITÀ

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APRILE-GIUGNO 20178 IL GRANATIERE

ATTUALITÀ

Bilancio consuntivo al 31 dicembre 2016

(Approvato all’unanimità dal Consiglio Nazionale a Roma il 17 febbraio 2017)

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 9

ATTUALITÀ

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APRILE-GIUGNO 201710 IL GRANATIERE

ATTUALITÀ

Raduno per rinnovare e ringraziare lagenerosa accoglienza e l’ospitalià deicittadini di Sedini al btg. “Granatieri diSardegna” da sbarco rientrato dalla

Corsica nei tragici mesi del “43”. Primonucleo del rinnovato Esercito Italiano.

SEDINI (SS)Raduno interregionale

23-24 settembre 2017

tante località vicine da visitare: Palau, arzachena, Porto rotondo,

Porto rafael, Porto Cervo, baia Sardinia, Santa teresa di gallura,

Castel Sardo...

1659-2017

358 anni... ma non li dimostrano

Palau, fortezza Monte Altura

Arzachena, Li Muri

Palau, capo d’Orso

Palau,Tomba dei Giganti Li Mizzani

P r o g r a m m a

S a bato 2 3 S e d i n i

ore 11,00 messaore 12,30 trasferimento “monumento ai Caduti” deposizione Corona allocuzione autoritàore13,00 incontro con la Cittadinanza Convivio offerto dal Comuneore 16,30 rientro a Palauore 19,30 Cena libera o (da definire) “ Stazzu Lucuccu” o “micalosu”

domeniCa 24 PaLau

ore 13,00 Pranzo “il Saraceno” o (da definire) “ Stazzu Lucuccu” o “micalosu”ore 18,00 trasferimento ad olbia

Palau alloggio residence “Capo d’orso marina” (€35.00 a persona per settimana 23/30)

Palau Convenzione in atto: “Hotel Piccada” “Hotel Posada” “Hotel la Vecchia Fonte” “Hotel la roccia” Villaggio Vacanze “il Saraceno”

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 11

ATTUALITÀ

Politica militare ?

Parlare di Politica militare su queste pagine può appa-rire inusuale, essendo la materia molto specifica. Tut-tavia, una delle finalità delle Associazioni d’Arma èrappresentare i valori della cultura organizzativa mili-tare nell’ambito della società civile e, quindi, il temache qui si tratta, in maniera non specialistica ma di-scorsiva, non sembra poi così fuori luogo, bensì perti-nente alla nostra vocazione.In astratto, nell’Occidente democratico compete ai po-teri Esecutivo e Legislativo – e segnatamente ai Ministridella Difesa - di concertare quale debba essere l’entità ela qualità dell’apparato di difesa, destinandovi le risorsefinanziarie necessarie allo scopo. E, in estrema sintesi,di questo si occupa la Politica militare. Nondimeno, lacomplessità dei processi finalizzati al mantenimento inefficienza dello strumento militare richiede, appunto,che venga elaborata una politica di ampio respiro. I suoipresupposti consistono in una chiara visione d’insiemedelle relazioni internazionali e del posizionamento delPaese all’interno di esse; quindi degli interessi nazionali;di eventuali rischi e minacce dirette o indirette; e poidei condizionamenti e dei vincoli derivanti dalla con-giuntura economico-finanziaria. Ma qui da noi vi è suf-ficiente dibattito in materia? Quanto i media trattanola questione? Dunque, quale è la consapevolezza nel-l’opinione pubblica sulla politica di sicurezza e, segna-tamente, militare?

Tra Modelli di Difesa e Libri Bianchi

È arduo delineare i processi che determinano le sceltedi Politica militare e, oggi, sembra esaurito anche iltema del Modello di Difesa, ancora di prassi alla ca-duta del Muro di Berlino. Con esso si valutavano leminacce e si delineava lo strumento militare idoneo afronteggiarle, anche da un punto di vista quantitativo,cioè commisurando l’entità e la qualità delle forze aquelle dei possibili avversari. Ma quello degli anni ’90del secolo scorso non produsse risultati significativi,anche per effetto di una rapida evoluzione nelle rela-zioni internazionali e di mutamenti nelle percezioni e

nei sentimenti della gente (conflitti nei Balcani, so-spensione della leva e crisi finanziarie con conseguentitagli di bilancio alla Difesa). Nei primi anni del nuovomillennio seguì la stesura di un Libro Bianco, moltodettagliato nel descrivere la realtà del momento, l’or-ganizzazione e l’entità dell’apparato di difesa nazionale.Seguirono significative riforme, comprese la sospen-sione della leva obbligatoria e l’adozione di un sistemabasato sul reclutamento di professionisti a ferma pre-fissata, prolungata e permanente. Fu una scelta di po-litica militare dettata da svariate necessità, tra cui lapartecipazione alle missioni di peacekeeping, che ri-chiede personale volontario; ma anche la volontà dellegislatore di assecondare un diffuso sentire, contrarioalla coscrizione obbligatoria. Conseguentemente,anche la spesa per il personale si è progressivamenteincrementata, andando a erodere le quote di bilanciodestinate all’Esercizio, ovvero per l’addestramento e ilmantenimento in efficienza. Appunto, una problema-tica pertinente alla Politica militare.Successivamente, nel 2012, nel pieno della crisi finan-ziaria, veniva varata la legge delega 244/12 con cui siè avviata la riconfigurazione ordinativa della Difesache porterà il volume organico complessivo del per-sonale militare a 150.000 unità, cui si aggiungono20.000 civili, oltre a modifiche organiche in senso ri-duttivo. Quindi, con il terrorismo sempre più perva-sivo e la subentrata crisi economica strutturale, nel2015, il Ministero della Difesa ha approntato unnuovo Libro Bianco, per la cui piena implementa-zione, a febbraio di quest’anno, il Governo ha varatoun apposito Disegno di Legge. Ampiamente diffusoe esaminato anche nel corso di una conferenza svoltasipresso la Sezione di Roma Capitale dell’ANGS, que-sto ultimo Libro Bianco delinea gli scenari di rischioe definisce i requisiti che devono possedere le Forze

Politica militareANTONIO VENCI

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APRILE-GIUGNO 201712 IL GRANATIERE

ATTUALITÀ

Armate nella contingenza attuale. Il documento indicaanche le linee guida da seguire, e la tempistica, per l’ag-giornamento dello strumento militare, nella ricerca diogni possibile economia e contemporaneamente di piùelevati standard di efficacia. A cascata, gli Stati Mag-giori hanno già da tempo intrapreso le azioni conse-guenti, tuttora in corso. Tuttavia, in questo LibroBianco, mancando una minaccia esterna chiaramenteindividuabile, come all’epoca della Guerra Fredda, nonsi trovano indicazioni esplicite in termini quantitativi,ovvero sull’entità delle forze, non stabilendo per esem-pio un numero minimo di Brigate, di navi di una certaclasse o di velivoli da combattimento che si reputasiano necessari allo scopo della sicurezza nazionale ecollettiva. Il che lascia il dibattito sempre aperto sul-l’entità delle forze per fronteggiare le possibili crisi epartecipare significativamente all’Alleanza Atlantica.Peraltro, quel documento indica anche la possibilità diuna piena integrazione – militare - nell’ambito del-l’Unione Europea.

Lo “spettro dei conflitti”

È difficile oggi bilanciare le forze di difesa in assenza diminacce chiaramente configurate, come già espresso inprecedenza. E dal Libro Bianco emerge come il mondosia diventato ancor più complesso, indicando chiara-mente quali siano i molti ruoli da affidare alle ForzeArmate. Così occorre prendere in esame quello che itecnici chiamano lo “spettro dei conflitti”: una serie dipossibili situazioni di crisi all’interno delle aree geogra-fiche di interesse. Si tratta di instabilità politico-econo-mica, fino alla situazione di guerra, passando per tuttele opzioni di conflittualità che conosciamo. Inoltre, lecontrapposizioni hanno trovato nuovi spazi di mano-vra: quello dell’informazione, quello cibernetico, quellofinanziario e della sicurezza interna minacciata dal ter-rorismo. Dunque, il fatto nuovo è che le Forze Armate,più di ieri, sono soltanto uno dei numerosi assetti ope-rativi dedicati alla sicurezza, la quale si è anch’essa glo-balizzata, richiedendo quindi un approccio alleoperazioni “omnicomprensivo”. Questo è un fattore diulteriore criticità nella misura in cui la spesa pubblicadi settore viene a doversi diluire, investendo meno nelladifesa “armata”. Contemporaneamente, essa richiede,oggi più di ieri, ingenti risorse in relazione alla tecno-logia contenuta nei sistemi di difesa e sicurezza, quelli

d’arma come quelli di supporto operativo e logistico:difesa aerea e antimissile, sistemi di comando e con-trollo, veicoli da combattimento capaci di competerenel settore della protezione dell’equipaggio e anchedella logistica integrata, per esempio. Tutte cose chenecessitano anche di Ricerca e Sviluppo, ovvero inve-stimenti a lungo termine, e di un’industria nazionalecompetitiva. Dunque, nel Libro Bianco non troviamoindicazioni quantitative, mancando oggi una minac-cia di natura militare diretta, come all’epoca dellaGuerra Fredda, accertabile nella sua entità, ma i rischie le situazioni di crisi vengono enunciati, prefigurandola possibilità che potremmo essere impegnati a fron-teggiarli in un contesto internazionale, di suddivisionedei compiti. E anche la necessità di un’industria com-petitiva, capace nella ricerca dell’innovazione, è am-piamente menzionata.

La temperie culturale del momento, la crisi fi-nanziaria, il terrorismo e l’evoluzione della con-figurazione geopolitica

Come si è detto in apertura, per declinare le scelte dellaPolitica militare occorre una specifica competenza,nonché interesse per questioni che qui da noi, pressol’opinione pubblica, sono derubricate da molti organidi stampa per lasciare spazio a fatti di più immediatapercezione; se non per l’effetto di un orientamentoideologico che porta a negativizzare tutto ciò che ri-guarda il mondo militare. Così, tradizionalmente, lamateria è trattata da esperti e anche da militari che sonodirettamente interessati alla questione. Quanto poi essisiano ascoltati nell’attuale congiuntura culturale post-eroica (la definizione è di J.J. Sheehan e trova ampiadeclinazione nel libro “L’età post-eroica”, pubblicato inItalia presso Laterza) è da vedere caso per caso. In effetti, non è facile possedere la reale percezione dicosa stia accadendo intorno a noi. Esempio lampanteè l’aver ignorato il rischio fondamentalista all’internodelle Primavere arabe, accolte unanimemente comeprocesso di emancipazione verso forme di democraziapartecipativa, senza rendersi contro che stavano pren-dendo il sopravvento movimenti ispirati al fondamen-talismo. Così come, sempre qui da noi, apparesottostimato il fenomeno della “guerra ibrida” con cuinel Donbass viene operata una secessione di una partedi Ucraina a favore della Russia. Da cui sono poi deri-

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 13

ATTUALITÀ

vate iniziative da parte della NATO – la costituzionedella Spearhead Force nell’ambito della Nato ResponseForce – per garantire la sicurezza dei Paesi ex Patto diVarsavia confinanti con la Russia, che si sentono mi-nacciati da possibili ingerenze esterne. Ma anche gli at-teggiamenti collettivi di pacifismo, che, negando come“l’equilibrio di potenza” possa risultare un fattore sta-bilizzante della conflittualità tra Stati, privano di con-senso le politiche militari. Il che, nell’attuale crisieconomica, si traduce in sottocapitalizzazione dellostrumento militare, oltre che in mancato aggiorna-mento dei sistemi.Ma quale Politica militare si attaglierebbe oggi alle no-stre esigenze? L’esercizio di astratta speculazione che siapre per dare risposta a questa domanda è stimolante.La situazione internazionale è ricca di complessità e irischi non mancano. La nostra sicurezza è minacciatadal terrorismo, di cui purtroppo si possiede immediatapercezione tramite i recenti numerosi attentati, e anchela pace, in generale, è meno scontata per il coesisteredi interessi divergenti e contrapposizioni nelle areegeografiche del così detto Mediterraneo allargato, enon solo. Si tratta di fattori di instabilità noti: Siria,Iraq e Afghanistan, Libia, Sud Sudan; poi la Crimea eil Donbass, nonché Kalinigrad con i suoi missili Iskan-der. Ma un’analisi più approfondita potrebbe aggiun-gere numerosi altri elementi cruciali quali il rischio chearmi di distruzione di massa cadano in possesso di en-tità non statali come i terroristi; oppure di attacchi ci-bernetici portati non si sa da chi, per incolpare qualcunaltro, e trarre benefici dagli effetti di instabilità pro-dotti, magari in campo finanziario. Ora è palese chelo strumento principale a disposizione degli Stati perdirimere le controversie sia la trattativa politica nelquadro di ben disegnate relazioni internazionali. Non-dimeno, occorre essere presenti nelle Alleanze, for-nendo un contributo che non può essere meramentesimbolico. Come di fatto si propone di essere il nostroPaese, quando contribuisce incisivamente alle opera-zioni di Peacekeeping. Che però sono solo un ele-mento dello “spettro dei conflitti”.

La cooperazione internazionale in termini di Po-litica militare e l’European Defence Action Plan

Per fronteggiare questa realtà, ovvero realizzare unostrumento di difesa efficace, gli orientamenti vigenti

convergono tutti verso la cooperazione internazionale,perché nessuno Stato – se si escludono le “superpo-tenze” - possiede risorse sufficienti. Le due principaliforme di cooperazione in termini di Politica militaresono: Pooling and Sharing in ambito Unione Europeae Smart Defence nell’Alleanza Atlantica. Esse, moltosinteticamente, consistono nell’individuare le esigenzedi assetti tecnologici da realizzare per la difesa e uniregli sforzi finanziari e d’impresa degli Stati Membri perrealizzarli. Tuttavia, l’impressione è che una efficacepolitica militare congiunta sia ancora dietro l’oriz-zonte degli eventi. Più concretamente, la NATO, neltempo, ha realizzato un processo d’integrazione delleforze nazionali per cui ora esse sono pienamente in-teroperabili. Quindi ha istituito Comandi congiuntianche del livello operativo, e proiettabili, come iCorpi d’Armata di reazione rapida. Si tratta di un pa-trimonio di risorse e di know how unico nel suo ge-nere, cui l’Italia ha sempre fornito un contributo dialto profilo, in particolare con il NATO Rapid De-ploiable Corps – Ita: un Comando di livello opera-tivo, con assetti internazionali, dotato di infrastruttureproiettabili in Teatro di crisi.Per quanto riguarda l’Unione Europea, tralasciandol’iniziativa già menzionata di Poling and Shearing, sem-bra ora prefigurarsi una convergenza di interessi in ter-mini di Politica militare congiunta. Infatti, se per unverso i Paesi Membri non mostrano grande disponibi-lità a cessioni di sovranità tali da consentire nell’imme-diato la nascita di Forze Armate europee, nondimeno ilavori in questa direzione sono stati avviati. Come noto,esiste già dal 2011, quindi ben consolidato in terminidi strutture organizzative e processi di lavoro, il Serviziodi Azione Esterna (European External Action Service),che costituisce il ministero degli esteri e della difesadell’Unione Europea. La materia trattata da questastruttura è la Commun Foreign Security Policy (CFSP)e la Commun Securiti Defence Policy (CSDP), ovverola politica estera, di sicurezza e di difesa dell’UnioneEuropea. Al suo interno sono state istituite numerosestrutture che si occupano di questioni militari, come ilComitato Militare (European Union Military Commi-tee), composto dai Capi di Stato Maggiore della Difesadegli Stati Membri, e l’European Union Military Staff,uno staff militare di supporto al citato Comitato. Piùdi recente, e sotto la spinta del terrorismo, a no-vembre 2016, l’Alto Rappresentante del ServizioEsterno, Federica Mogherini, ha varato un significativo

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APRILE-GIUGNO 201714 IL GRANATIERE

ATTUALITÀ

documento denominato European Defence ActionPlan, con cui i Paesi Membri verranno sostenuti anchefinanziariamente nei loro programmi di ricerca e svi-luppo finalizzati alla sicurezza dei cittadini dell’UnioneEuropea. Contestualmente, in quella sede sono stateassunte anche iniziative di cooperazione NATO-EU eper rendere impiegabili gli EU battlegroup, su cui sem-bra utile un approfondimento.

L’EU Battlegroup

I Battlegroup dell’Unione Europea non sono batta-glioni, non sono Brigate e non devono essere designatinemmeno task-force, per non incappare in equivoci.Una cosa è certa, sono sotto il comando di un Colon-nello o di un Generale di Brigata, e nondimeno, oltrealle unità di manovra (fanteria) possono possedereanche velivoli ad ala fissa e rotante; sono altresì multi-nazionali: in gergo joint and combined. Ma sono con-cepiti come unità tattiche di ridotta entità e a pareredi chi scrive, in Teatro operativo, anche una piccolaforza con compiti di sicurezza e non di combattimentodeve possedere più elevata capacità in termini di pia-nificazione della missione, comando e controllo, spie-gamento sul terreno, nonché di confronto conl’autorità civile responsabile della missione. Occorrepoi valutare effettivamente quale sia la missione da as-segnare e se questa sia assolvibile con le forze di ma-novra di un battlegroup, che in sintesi ammontano atre, quattro compagnie di fanteria più o meno mecca-nizzate, cui si aggiungono i supporti. Istituiti nel 2007,sino ad ora nessun battlegroup è stato schierato in ope-razione. Secondo una turnazione predisposta dal-l’Unione Europea, l’Italia ne ha predisposto uno subase Brigata alpina Julia, con la partecipazione di unitàungheresi, slovene, croate e austriache, che nel mo-mento in cui si scrive è pronto all’impiego.Una saggia politica militare in epoca di ristrettezze po-trebbe sviluppare questa linea ormai da tempo intra-presa, magari puntando anche alla realizzazione di unQuartier generale di rango adeguato, di cui in ambitonazionale e NATO si possiede ben chiara contezza,come il già menzionato NATO Rapid DeployableCorps Italy: Comandi a due o tre stelle adeguatamentesostenuti (consulenti politici, legali, per la tutela del-l’ambiente, ecc.) con autonome capacità nei settori

dell’inteligence, della comunicazione, della coopera-zione civile-militare, ovvero della pianificazione e con-dotta della missione in un quadro omnicomprensivo.Ma anche capacità di manovra in un’area significati-vamente estesa. Dunque, tutto ciò che mancherebbea un Comandante di battlegroup, rango reggimentoo Brigata.

Quali certezze?

In tema di Politica militare, chi in questo scrittoavrebbe voluto trovare formule su cui fondare certezzeresterà sicuramente deluso. Il fatto è che non è piùepoca di “balance of power”, quando si misurava l’av-versario in base al numero di Divisioni schierate allafrontiera. Così nemmeno l’ultimo Libro Bianco puòindicare l’entità, in chiave numerica, delle risorse cheoccorre mantenere in efficienza per fronteggiare nel-l’attuale contesto internazionale le sfide alla sicurezza.Il rischio è che questo approccio alla Politica militare,nel momento in cui la crisi economico-finanziaria an-cora imperversa, indicando la necessità di tagli al bi-lancio della Pubblica Amministrazione, potrebbedeterminare gaps capacitivi nello strumento militare,che è già in fase di contrazione per un processo di ra-zionalizzazione e efficientamento. Contemporanea-mente, la sicurezza appare minacciata dal terrorismo,dai conflitti interni ai paesi musulmani, e anche dallapolitica di Mosca che ha mostrato di voler tutelare leproprie minoranze residenti nei Paesi limitrofi, anchese questo comporta instabilità geopolitica. Così, unalungimirante Politica militare resta una priorità, anchea costo di andare in controtendenza con il sentimentodiffuso nella società “post-eroica”, che vede negli ar-mamenti non uno strumento di stabilità e difesa, mala causa dei conflitti. In ogni caso, gli sforzi richiedonoun approccio cooperativo, nel quadro dell’AlleanzaAtlantica, che costituisce al momento l’unica assicura-zione dalle diverse forme di rischio; nonché nell’am-bito dell’Unione Europea, dove il Servizio di AzioneEsterna ha recentemente varato l’European DefenceAction Plan, di cui sopra si è riferito. Infatti, una Po-litica militare coordinata dall’Unione Europea nonpotrà che irrobustire la componente europea dell’Al-leanza Atlantica, secondo una più equa ripartizionedegli oneri da sostenere per la difesa della casa comune.

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 15

STORIA

“Io so che i morti hanno finito di sof-frire e sono nella gloria della nostragente, ma c’è chi soffre ancora, chiancora muore, per la guerra; c’è chiè debole perché tutte le energie hadato, e c’è chi è triste perché nonpuò dare di più. E noi, giovanissimiche abbiamo trovato tutto fatto, nonabbiamo ancora imparato a sacrifi-carci per i sacrificati.”

Ai primi del 1917 erano comin-ciati ad affluire al Comando Su-premo italiano molti ed insistentiindizi di un probabile rinnovarsi,in primavera, della “Strafexpedi-tion” del 1916, cui avrebbero presoparte anche forti contingenti ger-manici, e che l’offensiva si sarebbesvolta con attacchi contempora neisul fronte Trentino e sull’Isonzo,con obiettivo la rottura del fronteper raggiungere Trieste. Il 12 maggio 1917 ebbe inizio ladecima battaglia dell’Isonzo.Dopo 2 giorni e mezzo di bom-bardamenti a tappeto sull’interalinea del fronte, da Tolmino alMare Adriatico, e dopo un attacconei pressi di Gorizia, il fronte au-stro-ungarico venne rotto nellaperiferia meridionale della città.Gli Italiani riuscirono a conqui-stare temporaneamente il villaggiodi Jamiano, oltre a diverse alturedel Carso monfalconese, ma ven-nero respinti da un contrattacco

austriaco partito dalle alture delMonte Hermada. Tra Monte Santoe Zagora, a nord di Gorizia, riusci-rono a passare l’Isonzo, a costruiretempestivamente una testa di pontee a difenderla. In tale contesto, dal 21 maggio al 6giugno 1917 la Brigata “Granatieridi Sardegna” - ai cui reggimenti,dopo due anni di guerra, non eranostati ancora riconosciuti, con lamassima onorificenza al valor mili-tare, i sacrifici, l’eccessivo numerodi perdite, gli innumerevoli atti dieroismo - fu impegnata in sangui-nose offensive sul Carso nel settoreJamiano, a Selo, a Fornaia e sullequote 219, 235 e 241, avanzandopoi verso l’Hermada, sulla direttricedi Trieste. I combattimenti che isingoli reparti dei due reggimenti -posti in un certo periodo alle di-pendenze l’uno della Brigata Man-tova e l’altro della Brigata Padova -dovettero sostenere furono nume-rosi ed in particolare quelli per la“sofferta” conquista delle quote219, 235 e 241, in particolare l’ul-tima più volte conquistata e per-duta. Basti ricordare che soltanto il24 maggio il solo 2° Granatieriperse, tra morti e feriti, ventottoUfficiali e millecentosessanta uo-mini di truppa; morirono tra glialtri il Tenente Vincenzo Rocco allatesta della sua compagnia, meri-tando la medaglia d’oro (la nona

“LA BATTAGLIA DELLA GLORIA”Centenario della battaglia della FornazaQuando i due reggimenti Granatierividero coronate le loro Bandiere con la Medaglia d’Oro al Valor MilitareMaggio – giugno 1917

ERNESTO BONELLI

concessa a Granatieri), e il TenenteGiorgio Reiss Romoli, triestino(mentre suo fratello Guglielmorestò ferito). Molte compagnie re-starono senza Ufficiali, al comandodi aspiranti ufficiali, o furono com-pletamente annientate. Si era anchedisposto, il 26 maggio, che pur cosìridotti si avanzasse su Selo e quota247: ma l’ordine dovette essere so-speso per l’impossibilità materialedi quei reparti di compiere qualsiasiazione offensiva.“Dove si va? Che importa! dove lamorte più falcia, si sa, lì è il postodelle Rosse Guardie. Così pensano igranatieri mentre nella notte senzaluna attra verso il Carso orrido com-piono la marcia di avvicinamento,in linea indiana e nel più perfettosilenzio, appena rotto dallo scalpic-cio guardingo dei passi, dagli ordiniche serpeggiano nella fila sussurratiall’orecchio da l’uno a l’altro e dalle

Vincenzo Rocco, Tenente 2° Granatieri (Medaglia d’Oro), morto sull’Altipiano Carsico il 24 maggio 1917

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APRILE-GIUGNO 201716 IL GRANATIERE

STORIA

rade fucilate delle vedette nemiche.L’oscurità è rotta ogni tanto dal lividochiarore dei razzi verdi che il nemico- che teme una sorpresa - lancia peresplorare il terreno antistante alle sueposizioni. La fila allora si arresta e lemasse oscure dei Granatieri immobilisi confondono coi massi, coi radi ce-spugli abbarbicati tra le rocce. Ilchiarore si affievolisce, le tene bre tor-nano fitte e la fila si snoda in avantipiù veloce e guardinga.Eccoci ai piedi della quota 241 lacui sommità è in mano degli Au-striaci che abbiamo il compito di farsloggiare. L’alt serpeggia veloce ed igranatieri si buttano a terra frontealla quota che s’erge in una massaoscura ed ognuno col minimo ru-more cerca a tentoni dei sassi con cuisi costruisce l’abbozzo di un riparo.È sempre notte buia e le poche oreche ci separano dall’alba senza nep-pure il conforto di una sigaretta sonosner vanti. Il nemico non ci ha scortimalgrado i razzi che lancia più so-vente, forse messo in allarme daqualche rumore. Anche le fucilatepiù spesse, sparate a caso, mostranoin esso un nervosismo insolito. Noi

sempre zitti. Un leggero chiaroreprincipia, pre ludio alla vita. Quantidi noi la lasceran no oggi su questerocce?”Le quote 241, 235, 219 “come av-volte nel mistero apparvero alle primeore del 24 maggio 1917. Nell’oscuroorizzonte aveano la sembianza di gi-gante rannicchiato nel sonno, ma nel-l’insidiosa veglia attende di riattaccarbattaglia col nemico che s’avvicina efarne strage. Di tratto in tratto fendel’aria sibilando in lamentevole suonol’isolato proiettile sperduto. Era calmal’ora mattutina; ed era l’ora della bu-fera tremenda che avvolse per piùgiorni in una lotta di giganti gli or-digni di guerra, le vie del cielo, ognipietra del Carso. Né fu estraneo ilmare tranquillo.Granatieri d’Italia, generose alme dieroi, perché il genio del poeta rimasemuto su gli aridi sassi, dal vostro san-gue tinti, e franti dall’infranto vostroardimento? (Don Giovanni Rossi).Il Capitano Lotta che ha il comandodel battaglione cui è toccato 1’onore diquesta azione, tranquillo e sorridentecome sempre, il monocolo incastratonell’orbita dell’occhio sinistro, dice alfido porta ordini Zambon, vecchiogranatiere già tre volte ferito, che losegue come la sua ombra: Ufficiali arapporto………Il breve rapporto è finito. Ogni Uffi-ciale ha regolato il suo orologio suquello del Comandante per iniziareinsieme il movimento e torna inmezzo ai propri Granatieri. L’ora del-l’assalto passa dall’uno a l’altro. Il solespunta dietro le rocce ed illumina lasommità della quota che si erge a 300metri da noi in ripido impervio pen-dio. Lassù si annida il nemico invisi -bile. Non lo siamo purtroppo noi e lafucileria che si intensifica rabbiosamiete le prime vittime. Ogni tanto ungranatiere coricato sussulta, si solleva

penosamente sui gomiti, ripiombasenza vita, la fronte volta al nemico,il fucile stretto in pugno. Qualcunostrappa il pacchetto di medicazione, esi benda alla meglio il braccio, lagamba colpita. I minuti sono eterni.Farsi uccidere senza muoversi richiedepiù coraggio che l’assalto.E di lassù continuano a sparare sem-pre invisibili e neppure sembranoaccorgersi delle granate che la nostraartiglieria, che ha aperto un fuocoinfernale con tutti i calibri, lanciaincessantemente. Le grosse granatepassano sibilando sulle nostre teste,scoppiano innanzi a noi sul cocuz-zolo, ci si rovesciano addosso pioggedi sassi. Ma la fucileria nemica noncessa né diminuisce. L’artiglieria ne-mica prende anch’essa ora parte at-tiva al concerto e batte dietro lenostre spalle per tagliare la via airinforzi ed isolarci. Mano mano ac-corcia il tiro e qualche grossa gra-nata scoppia in mezzo a noi sempreimmobili. Sassi, membra, terra vo -lano frammisti. Il sangue dei mortie dei feriti schizza sui superstiti.L’artiglieria batte la zona a settorifrantumando tutto. I boati degliobici e delle granate aumentanoallo spasimo la battaglia, ed i loroscoppi rendono più selvaggia lalotta, da entrambe le parti combat-tuta con coraggio. Si delinea unmomentaneo successo degli Au-striaci che a massa assaltano le po-sizioni tenute dai Granatieri ericonquistano quota 241. Questidistesi a catena ed a piccoli gruppioppongono dura resistenza, fre-nando l’impeto nemico con bombea mano e spesso alla baionetta. GliAustriaci tentano poi da quota 241l’aggiramento di due battaglioni.Ma i Granatieri con impeto assal-tano e conquistano quota 235mantenendone il possesso, cattu-

Ten. Medico Giorgio Reiss-Romoli

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 17

STORIA

rando prigionieri e respingendo di-versi attacchi in forze.“Il Capitano Bolognesi è lì allo sco-perto steso supino; il Tenente Pellas ècolpito in pieno da una granata, ilTenente Masciangelo è caduto, il Te-nente Lavoratti è portato via l’ad-dome squarciato: quanti granatierigià caduti! Gli Ufficiali super stiti, ingran parte feriti attendono a dentistretti l’ora stabilita. - Avanti! ur-lano simultaneamente venti voci erisponde un solo urlo: Savoia! IGranatieri scattano, si slanciano,s’inerpicano tra le rocce, lo sguardofisso alla meta, il fucile stretto inpugno. Le mitragliatrici li falciano,le bombe a mano li dilaniano, le gra-nate li sfracellano ma nulla arresta illoro slancio fuorché la morte. Ed essamiete senza risparmio e l’erta si ar-rossa di sangue. La sommità è rag-giunta, la posizione presa ed i pochiaustriaci scampati fuggono a precipi-zio giù dal versante opposto.Mi trovo a lato la mia fida ordi-nanza, Valerio Germano. - Signor Te-nente, ho buttato la coperta - Aldiavolo la co perta - è la mia risposta,vedo che ha un braccio penzoloni e lamanica della giubba arrossata. - Seiferito? Va a farti medicare. - SignorTenente, sto con Lei. - Se la scam-piamo ti metto dentro per insubordi-nazione. - Signorsì; Signor Tenente -.I nostri sguardi si incrociano, si sorri-dono. Ma chi scamperà a quest’ in-ferno? L’artiglieria nemica batteincessan temente la quota coi grossi ca-libri, la nostra pure. E una gragnoladi ferro e di sassi. Ammucchiare i fe-riti in un piccolo osservatorio blindatoche finora ha resistito.I portaferiti fasciano, fasciano incu-ranti della loro vita; ultimate lebende, tamponano le ferite colle ca-micie strappate. Non abbiamo acqua,beviamo il cognac delle boracce nemi-

che. E l’ inferno non cessa. Dovremoperdere la posizione che costa tantosangue !Il Capitano Lotta, miracolosamenteancora illeso, in piedi allo scoperto,assiste, la morte in cuore alla distru-zione del suo bel battaglione.Come avvisare la nostra artiglieria dicessare il fuoco? Per quale equivocoessa continua a battere la posizioneoramai no stra? I dischi di segnala-zione sono stati por tati via a canno-nate coi Granatieri segnalatori. IlCapitano Lotta manda due portaor -dini, uno dopo l’altro, al Comando direg gimento. Ai piedi della collina ca-dono sotto il fuoco delle mitragliatriciche bat tono da ogni lato. Lotta stringei pugni, si morde le labbra. -Tenente!- Comandi! - Provi Lei; vedrà aipiedi della collina, presso il muric-ciolo, i portaordini; si curvi. Dica alComando che la posizione è nostra ela terremo se però la nostra artiglierianon continua a massacrarci! – Sissi-gnore - collo sguardo ci diciamo addio.Mi precipito giù per la collina a balzi,salto le rocce, volo, devo giungere adogni costo. Ecco i corpi dei portaor-dini, li salto, piegato in due, sul capoil miagolio incessante delle mitra -gliatrici. Non mi hanno preso. Corro,corro senza respiro, accecato dagliscoppi, colpito dai sassi. Debbo giun-gere e giungo...”La fulminea azione disorienta il ne-mico e non s’arresta perché anchequota 219 viene conquistata e siste-mata a difesa. Gli Austriaci si riti-rano: i nostri rafforzano le posizionied i battaglioni si riordinano sulpendio di quota 219 per marciaresu Selo e tagliare così la ritirata al ne-mico. II 2° reggimento fronteggiaquota 241 e parte di quota 235,mentre il 1° reggimento si preparaa nuovo sbalzo con obbiettivo: Selo. Partono cosi le prime ondate d’as-

salto, ma improvvise terrificanti raf-fiche di mitragliatrici e di bom-barde fanno frenare di colpo loslancio dei Granatieri, che presi sulfianco sinistro sono annientati inpochi minuti. Quota 241 che si ri-teneva italiana è invece “il fortino”dal quale gli Austriaci decimano iGranatieri.

Cap. Demetrio Pellas, 2° reggimentoGranatieri di Sardegna, morto sulCarso il 25 maggio 1917

Sottotenente Alberto Calvelli, caduto sulCarso il 25 maggio 1917

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APRILE-GIUGNO 201718 IL GRANATIERE

STORIA

“... Sull’imbrunire le poche decine digranatieri sopravvissuti, stravolti,barcol lanti, rossi di sangue loro e deicompagni caduti, morti di sete, hannoil cambio da un altro battaglione.Il valoroso Capitano Lotta e 5 deisuoi Ufficiali e granatieri sono rima-sti sulla quota. Il Tenente Locatellicomandante la sezione mitragliatrici,con due soli uomini superstiti e feriti,scende barcollando sotto il peso del-l’unica arma ormai inservibile.È notte. Le artiglierie tacciono e laquiete più assoluta subentra a tantofragore. Dalla quota nostra ogni tantoun tazza verde si lancia al cielo versoil fronte ne mico arretrato”.“Ricordo che fa fremere di orgogliochi ha vissuto quella terribile gior-nata avendo la sorte d’uscirne vivo, erichiama alla mente le sublimi im-magini dei tanti Ufficiali e Grana-tieri che fecero del tutto vermigli delloro sangue generoso i sacri alamari”.Il mattino del 25 maggio si ripetel’assalto ed i nostri debbono nuova-mente piegare davanti al diluvio diferro di fuoco che decima le nostrefile, impedendo ogni avanzata.

L’attacco viene ripetuto due, tre,quattro volte ancora, e sempre conesito negativo. Centinaia di morti,molto sangue arrossa il terreno:moltissimi feriti invocano il tra-sporto e parecchi di essi, gementi,urlanti si trascinano carponi perlevarsi da quell’inferno. ParecchiUfficiali e moltissimi graduati egranatieri giacciono sul campo, te-stimoniando ancor una volta al ne-mico l’indomito valore delle rosseguardie. Al calar della notte l’azioneè sospesa e la Brigata si rafforza sulterreno, continuando per più giornia tenere la linea ed a rintuzzare i fre-quenti attacchi austriaci.Nei giorni successivi la Brigata sisposta verso Comarie (Valle di Ya-mano). Il 3 giugno 1917 il nemico,ritenendo fiaccata ogni nostra resi-stenza, inizia un terrificante tirod’artiglieria che dura un’interagiornata. I proietti grossi e piccoli cadono amigliaia sulle nostre posizioni,tanto che la terra è scossa come daun terremoto. Fumo e fiamme ra-sentano il suolo e rendono l’aria ir-respirabile.In seguito il tiro è allungato e gliaustriaci vengono all’assalto otte-nendo un primo successo con losfondamento di alcune nostrelinee. Ma i Granatieri, non dominé vinti dalla tempesta di fuoco diun’intera giornata, con le bombe econ le baionette si lanciano sul ne-mico catturando prigionieri, ri-prendendo la linea perduta eributtando gli Austriaci fin oltre leprimitive posizioni. Quota 219 èsempre in nostro saldo possesso.Nella notte del 5 giugno 1917 av-viene il cambio con due Brigate difanteria. Le consegne delle posi-zioni sono fatte in un baleno: fi-nalmente il cambio! Dopo tanto

inferno i granatieri superstiti pos-sono sperare di aver ben meritatoil turno di trincea. In fila indianai nostri raggiungono Case Bonetti.Un silenzio di morte incombe sututta la zona rotto di tratto intratto da qualche lacerante sibilodi proiettile.II caratteristico tintinnio delle armie delle buffetterie rompe la monoto-nia di quell’immane cimitero, doveItaliani ed Austriaci, frammisti nelterreno sconvolto, sono uniti nel do-vere, nel sacrificio, nella morte cheeguaglia ed affratella tutti i combat-tenti. Ogni tanto si inciampa in uncadavere e spesso in membra umanedisseminate ovunque.Ecco un fascio di luce bianchissima:è il faro nemico! Come un soluomo i Granatieri si buttano a terrafermi, immobili come statue. Laluce passa, gira, sonda il terreno,scruta in tutti gli angoli, fruga dap-pertutto con quel suo occhio dilinee. Le asperità del terreno impe-discono al nemico d’individuare leombre dei nostri, rannicchiati aterra in perfetto silenzio.Ecco di nuovo le tenebre. “È il riposo dopo la lotta di dodicigiorni? Lo credono almeno.Passa nella calma il giorno; non è cosìil dì seguente. Un nuovo sacrificioinaspettato si richiede ai granatieri,che già ne avevano fatti troppi. Alleore 5 del 6 giugno, il Comando diDivisione annuncia verbalmente apapà Anfossi di portarsi col reggi-mento nelle trincee di quota 208, permuovere al primo cenno su quote235 e 219. Un attacco nemico avevastrappato al 70° e 139° fanteriaquelle che furono acquistate a tantoprezzo, le quote dei Granatieri. D’unsubito il Colonnello Anfossi raccolse isuoi e in fila indiana, alle ore 6 circa,muove da Case Bonetti, e pel cam-

STen. nel 1° Granatieri Emilio Simeoni,morto sul Carso il 26 maggio 1917

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 19

STORIA

minamento Pavia, e dolina Modena,si dirige alle quote suddette. L’ordineera di riconquistarle e giungere alcavernone. Scendevano frattanto pre-cipitosi i pochi fuggenti e ridea ilnemico. Ma quando s’avvide cherisaliva la fanteria che non scherzarisoluta di riprendere il suo, quasi in-fastidita di tanto affronto, oh! allorariprese il bombardamento dei passatigiorni su quelle quote insanguinate efumanti, accrescendo di violenza diminuto in minuto sempre più.Alle ore 10 il 4° battaglione, che insulle prime ore del mattino avevasubito un bombardamento aereo,causando perdite ed un penoso sensodi sorpresa nel valloncello di quota175, è il primo che porta la sualinea su quota 235. L’occupa com-pletamente e fa prigioniera la pat-tuglia nemica. Accortosi il nemicodi questa avanzata, sferra ancor piùfurioso bombardamento, che perfortuna produce perdite esigue albattaglione avanzante.Pattuglie ardite sono lanciate a de-stra e a sinistra, in avanti, onde sco-prire i movimenti nemici. Nonerano che movimenti di pattuglie.L’occasione era propizia per giungereal cavernone. Balzano dai loro ri-pari i granatieri dello stesso batta-glione e con slancio meravigliososenza esitazione alcuna, arrivanofacendosi riparo d’ogni sasso, di ognianfrattuosità del luogo, nel cammi-namento di quota 219 che occupanogettandosi a terra, costituendo pochevedette per vigilare il contegno ne-mico. Questo sbalzo in avanti, sottol’infuriare di tutte le artiglierie ne-miche, fatto con calma, disciplina-tezza ed impeto, fu oltre ogni diresorprendente. Difatti alle ore 12circa l’avversario apre un fuoco in-tenso sulla linea d’occupazione, male truppe ridotte ad un numero esi-

guo restano ferme e mantengonol’acquisto. Assicurata la destra e lasinistra da sorprese nemiche, non re-stava che il cavernone. A gruppi, asbalzi, i granatieri, sono tutti prontiper l’assalto, che viene rimandatoverso sera. Continua il fuoco ne-mico, ma il nemico non appare. AlTenente Borsetta è ordinato di ri-conoscere il cavernone. Si corre al-l’assalto... si entra. Non vi sonoAustriaci, ma morti, feriti, unasettantina dei nostri, soli e disar-mati, ai quali s’impone di uscire,di armarsi, di mettersi a difesa. Lavecchia linea è ripresa, rafforzata,collegata, assicurata.I granatieri hanno assolto il loro do-vere, il compito del 6 giugno. Sono le22, e la giornata si chiude con tuttoil reggimento nella prima linea avan-zata, già da lui prima occupata, poimantenuta e perduta nuovamente eper intero riacquistata.Rosse guardie meravigliose, ancorauna volta il 6 giugno, dalle 5 del mat-tino alle 22 della sera, riaffermaste levostre belliche virtù granatieresche ecome sempre e ovunque vi copriste digloria, ben meritando il grazie dellaPatria.” (Don Giovanni Rossi).“II giorno 7-8 giugno il reggimento,ridotto a pochissimi uomini, rag-giungeva Saliceto, portando la lacerabandiera gloriosa, curva per età enon meno per gloria. Sia onore aiCaduti! Sia onore al Col. Paolo An-fossi ed ai mille e mille eroi di Re-gione Fornaza che combatterono evinsero senza premio e senza ricordo!Per simili combattenti la zecca diStato non ha oro sufficiente !Siano benedetti tutti i granatieriche combatterono alle quote 241 -235 - 219, conquistando la Meda-glia d’Oro alle Bandiere, consa-crando alla storia ed ai venturi unapagina di purissima gloria.

Alle quote di Regione Fornaza i Fantidell’Alamaro hanno insegnato agliaustriaci ed al mondo intero, comecombatte, come muore e come vinceil Granatiere d’Italia. E così sia per ildomani della Patria Vittoriosa.”(Cap. Arturo Dell’Orto).Alle Bandiere del 1° e del 2° reggi-mento fu concessa la Medagliad’Oro al Valor Militare. Per l’azionedel 6 giugno nella motivazione dellaMedaglia d’Oro a quella del 1° fuaggiunta la seguente frase: “Ritiratodalla prima linea da meno di ungiorno (19 ore) nuovamente vi accor-reva per respingere un riuscito minac-cioso contrattacco nemico e gettandosiancor una volta nella lotta con abne-gazione sublime, riconquistava defi-nitivamente ed in mischie convulse letormentate posizioni.”Furono imprese, quelle dei due reg-gimenti Granatieri nel maggio-giu-gno 1917 nella Regione Fornaza, aquote 235 e 219 il 1°, a quota 241il 2°, che veramente rinverdirono“di novella gloria le fiere tradizionidei Granatieri di Sardegna”.

Sottotenente nel 1° Granatieri Severino Tabarroni, morto a quota 235(Carso), il 6 giugno 1917

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APRILE-GIUGNO 201720 IL GRANATIERE

LETTERE AL DIRETTORE

Dal bianco e nero ad oggi molte cose sono cambiate. È normale ed anche giusto che sia così. Non dimentichiamo, però,che il 2 giugno è la Festa della Repubblica e non delle Forze Armate, che celebrano la loro Giornata il 4 novembre.È vero. Nel tempo, la componente militare ha ospitato nella sua sfilata anche altre realtà, nazionali e talvolta in-ternazionali. Ciò, letto in positivo, ha solo contribuito ad allargare il panorama di chi condivide gli stessi valori.Dobbiamo essere fieri del fatto che tanti, non militari, anelino ad essere con noi e desiderino fortemente sfilare alnostro fianco. Vuol dire che le Forze Armate non sono più percepite, come in passato, quasi come un corpo separatodello Stato, ma rappresentano uno dei punti fermi e di riferimento della nostra amata Italia.Il 2 giugno, in stretta sintesi, è e deve essere visto come una grande festa di popolo. Quel che accade, ogni anno, aiFori Imperiali ne è la testimonianza…..Anche se noi militari dobbiamo serrare un po’ le nostre fila e fare spazioanche ad altri…Del resto, in 1 sola ora di tempo è impossibile esserci tutti….

Da molti anni a questa parte la giornata del 2 giugnonon è più la stessa. Agli occhi di chi ha partecipato,si è reso via via più evidente un lento e apparente-mente inarrestabile depauperamento del numero diuomini e mezzi, che ha anemizzato in maniera co-stante e progressiva lo spiegamento di forze, che nullaha a che vedere con quello dei tempi della televisionein bianco e nero.Il pacchetto d’ordini diramato ai partecipanti, tra i qualile Associazioni combattentistiche e d’Arma, è in so-stanza sempre lo stesso: lungo le piste dell’aeroporto diGuidonia hanno inizio con congruo anticipo le proveprogrammate per curare e perfezionare l’assemblaggiodi settori e sottosettori che progressivamente vengonoa comporre e a tessere la successione ordinata di sfila-mento, il quale viene poi verificato nella sua interezzadurante la prova notturna. Questa è la prova generale“uno a uno”, nell’affascinante cornice notturna di quelbellissimo tratto del centro di Roma, reso ineguagliabilee inimitabile dal silenzio della città, dall’assenza del traf-fico e dal contorno delle vestigia imperiali che sembraquasi ci guardino, in un’atmosfera indimenticabile perchiunque vi abbia partecipato…Molti anni fa, venne diffusa la notizia della decisionedi annullare il passaggio dei mezzi cingolati, ché alungo andare vibrazioni, cingoli e tonnellaggio avreb-bero provocato lesioni al Colosseo e alla zona monu-mentale, nonché al manto stradale, al “sanpietrino”,che tutto il mondo conosce come peculiare compo-nente del selciato che caratterizza le vie di Roma, spe-cie nel centro storico.Ma ultimamente non abbiamo visto neanche unablindo, e viene da pensare che forse anche i mezzid’epoca, talvolta presenti per evocare glorie passate e

pagine di storia ormai centenarie, e persino i quadru-pedi, possano creare danni. In sostanza, la partecipazione delle Forze Armate è stataridotta a poche unità, la cui disciplinata e compostapartecipazione non basta a colmare l’assenza di tutte lerappresentanze che erano un tempo presenti …. La posizione a bordo di un VM90 è privilegiata. Siosserva tutto ciò che ci circonda, in quei lunghi e in-tensi momenti, e consente di valutare una dellecomparse, tra i partecipanti, che sono forse i piùimportanti dello spettacolo, nonché i destinatari. Chealtro non sono che tutti coloro che aspettano primacon pazienza e poi con entusiasmo trepidante, nono-stante ore da trascorrere sotto il sole, in piedi, venutispesso da molto lontano, da ogni parte dello Stivale. Gente che con i mezzi propri confluisce ogni annonella Capitale e si dispone lungo il percorso ad ap-plaudire, a sventolare il Tricolore, uomini, donne, fa-miglie intere. La nostra gente. Come contraccambiarel’affetto e l’attaccamento che con tanta gioia manife-stano? Avrebbero voluto vedere qualcosa di diverso?Abbiamo soddisfatto le loro aspettative per ciò chesono venuti a vedere?

Pensieri sul 2 giugno...

Norberto Chiesasti

Giancarlo Rossi

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In merito a quanto puntualiz-zato dai ricercatori SalvatoreBorghero e Gigi Pittau (localitàe data di morte di Don AlbertoGenovese) si evidenzia che ledate indicate nell’articolo “Aproposito del Duca” di ErnestoBonelli apparso sul Granatieren. 1/2017 sono state prese dastralci di documenti dell’Archi-vio di Stato di Cagliari, dell’Ar-chivio Storico Sardo, e della“Storia della nobiltà in Sarde-gna” di Francesco Floris, custo-diti in copia presso il MuseoStorico dei “Granatieri di Sar-degna”. Dal documento si evi-denzia che:

- Don Bernardino viene bat-tezzato il 23 agosto 1693 emuore il 15 o 16 febbraio1764;- Don Alberto viene battez-zato il 16 aprile 1729 e muoreil 12 gennaio 1812 (20 o 21gennaio secondo i “Quinquelibrorum”).

In merito al luogo di morte diDon Alberto, nei sopracitatidocumenti lo stesso non è spe-

cificato con esattezza, ma è ri-portato sullo sviluppo dell’al-bero genealogico della famigliaGenovès. Tale informazione con moltaprobabilità è stata individuatadalle vicissitudini di vita delDuca che, a causa di una pre-caria situazione economica, fusollevato dall’incarico e do-vette lasciare la Sardegna. Il 26dicembre 1769 l’amministra-zione del ducato di San Pietrovenne affidata a don SalvatoreLostia, 1° Conte di Santa Sofia,con il titolo di Reggente. Il Duca sposò Placida Del Ca-retto (di famiglia nobile pie-montese), dalla quale non ebbefigli. Da qui l’ipotesi che DonAlberto abbia lasciato la Sar-degna e sia andato a vivere inPiemonte, prova ne sia che ilrogito del lascito è stato stipu-lato in Torino.Al di là di tutto, essendo nulladi più certo di quanto riportatosui “Quinque librorum” che an-notavano con esatta precisionedata ed atti, si ritiene che leprecisazioni segnalate dai ricer-catori Borghero e Pittau siano

corrette. Pertanto, si preganogli stessi di voler inviare, perquanto possibile, copia dei sud-detti atti che verranno allegatiai documenti custoditi presso ilMuseo. Nel contempo, si ringrazia perla preziosa collaborazione.

APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 21

LETTERE AL DIRETTORE

In relazione all’articolo comparso sul giornale “Il Granatiere” n. 1 del gennaio-marzo 2017, avente per titolo“A proposito del Duca”, vorremmo portare all’attenzione della redazione che dalla consultazione dei “Quin-que Librorum” risulta che: - Don Bernardino Genoves y Cevellon, 1° Duca di San Pietro, fu battezzato a Cagliari il 23 aprile 1693 e morì, sempre a Cagliari, il 15 febbraio 1764; - Don Alberto Salvatore Genoves y Cervellon y De Roma, fu battezzato a Cagliari il 16 aprile 1729 e morì a Cagliari, il 20 gennaio 1812.Pertanto non riusciamo a comprendere l’affermazione che segue, nell’articolo su citato, che qui di seguitoriportiamo: “…documenti alla mano…..Don Alberto Genovese , duca di San Pietro e Cervellon (morto in Torinoil 12 gennaio 1812)…” e ci domandiamo: se dalla copia dei certificati in nostro possesso risulta che i Genovessono nati, vissuti e morti in Sardegna, quale documento afferma che la morte è avvenuta in Torino?

Assemini, 17 maggio 2017

Salvatore BorgheroGra. Gigi Pittau

“A proposito del DUCA”Precisazioni in merito alla data ed al luogodi morte di don Alberto Genovese

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APRILE-GIUGNO 201722 IL GRANATIERE

LETTERE AL DIRETTORE

La Prima Guerra Mondiale (1914-1918) fu un con-flitto combattuto con nuove armi e nuove tecniche dicombattimento che colse il mondo impreparato. Con-flitto sanguinosissimo: basti ricordare a tal proposito ildato statistico dei caduti x giorno di combattimentoche si ottiene dividendo il numero dei morti per il nu-mero dei giorni di guerra. Ebbene, se prendiamo le lun-ghe guerre napoleoniche otteniamo un impressionantedato di 250 morti/die; ma questo impallidisce nellaGrande Guerra, dove balza a ben 2800 morti/die.Fu il primo conflitto moderno nelle modalità di reclu-tamento, nel supporto dell’ormai consolidata industria,nella nascita del fronte interno, e con l’esordio di “armi”che non siamo abituati a pensare come tali.Tra queste ultime la propaganda e la nascita dell’opi-nione pubblica: le notizie dal fronte arrivavano sì coiquotidiani bollettini del Comando Supremo, eredi diuna tradizione iniziata coi Bollettini della GrandeArmée di napoleonica memoria, ma quelle scarne efredde notizie non bastavano alle famiglie dei soldati alfronte, famiglie ancora in larga parte costituite da anal-fabeti. Nasce allora un mezzo di comunicazione visivapiù immediato con le tavole della Domenica del Cor-riere, che aumenta grazie a queste la sua tiratura dalle80.000 copie del 1914 a 1.200.000 copie nel 1918.Inizia la produzione di massa con l’industria che sipone al totale servizio delle necessità belliche: laprima realizzazione numericamente impressionantedelle catene di montaggio della FIAT non è perun’autovettura, ma per l’autocarro 18BL che vieneprodotto in ben 20.000 esemplari.A proposito di fabbriche, la Grande Guerra decretal’ingresso delle donne (che pure -si badi bene-nonhanno ancora il diritto di voto) nel mondo del la-voro per sostituire gli uomini inviati al fronte. En-trano in fabbrica e nei servizi (guidatrici di tram,postine, ecc.) e questo causerà un problema a fineostilità quando, tornati gli uomini, giustamente nonvorranno rientrare nei panni dell’ “angelo del foco-

lare”, ma daranno fiato alla lotta per l’emancipazionefemminile.Il cemento armato, poi largamente protagonistanell’edilizia civile, è un’altra “arma” che nasce nellaGrande Guerra per le costruzioni di fortificazioni.Restando all’edilizia, nascono per uso militare i pre-fabbricati che tanto si riveleranno utili poi nel mondocivile (si pensi ai post-terremoti).Il filo spinato è uno dei simboli del conflitto: ma nonnasce come strumento militare, bensì nelle prateriedel West americano come difesa degli appezzamentidegli agricoltori dalle scorribande dei bisonti e dellemandrie bovine (con non poche conseguenti spara-torie tra contadini e cowboys!).

Ciao Direttore, ti mando un articolo su un aspetto della Grande Guerra per presentarmi ai lettori de IL GRANATIERE nella mianuova veste di Presidente del Centro Studi, ma soprattutto per inaugurare un dialogo costante e collaborativo traRivista e Centro Studi.

INNOVAZIONI DELLA GRANDE GUERRA

Autocarro 18BL della FIAT

Giulio Gavotti su un biplano Farman, Roma 1910. Il primonovembre 1911, in Libia, compì il primo bombardamentoaereo della storia lanciando quattro granate dal suo Blériot su un accampamento militare turco nell’oasi di Taguira

Foto: archivio Massimo Bozzo

Pier Andrea Ferro

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Viene introdotto e sviluppato in guerra il motore ascoppio, che tanto peso avrà nel mondo civile: ab-biamo detto degli autocarri, ma si pensi all’aeroplano(usato per la prima volta da noi italiani nella guerradi Libia del 1911). Il motore permette anche l’intro-duzione di un’arma nuova, determinante nei conflittisuccessivi: il carro armato.Tra le nuove “armi” della Grande Guerra dobbiamoricordare l’avvento e lo sviluppo delle radiocomuni-cazioni: si va al fronte nel 1914 con gli ordini daticoi trombettieri, ma si finisce nel 1918 col sempremaggior peso delle radio.Enorme è l’introduzione di novità con ricadute civilinel campo medico e igienico-sanitario: si pensi alleprotesi per i mutilati, o alla sterilizzazione dei ferri chi-rurgici, allo sviluppo delle ambulanze, all’inscatola-mento e corretto trasporto/conservazione dei cibi...tutte cose che oggi diamo per scontate, ma che na-scono in quegli anni. Viene introdotto a fini militari un nuovo tipo di ve-stiario più comodo e confortevole, che trasformerà

anche l’abbigliamento civile: viene decretata la finedelle giubbe a colletto alto e chiuso per nuove giacchea collo aperto sotto cui indossare camicia e cravattacome quelle del nostro vestire odierno. Sono legiubbe degli Arditi, altro primato italiano.Piccole comodità oggi scontate vedono la luce in que-gli anni di guerra: l’orologio da polso, per consentireagli ufficiali di partire all’attacco all’ora stabilita senzadover lasciare l’arma per estrarre il “cipollone” dal ta-schino. Oppure il reggiseno femminile, inventato perlasciare facilità di movimento alle donne che come ab-biamo visto lavorano in fabbrica e che non potrebberomuoversi per ore infagottate da busti e stecche.E infine, una nota lieve. La Grande Guerra modificaanche il nostro linguaggio quotidiano. Con modi didire che si richiamano chiaramente agli eventi bel-lici, come quando diciamo“andare in trincea” se dob-biamo affrontare una gior-nata impegnativa, o “è statauna Caporetto” se dob-biamo commentare un ro-vescio sportivo della nostrasquadra. Ma anche altri dicui abbiamo smarrito il col-legamento bellico: “gira-mento di palle” ad esempionon indica quegli attributianatomici maschili che cre-diamo, ma ricorda il fattoche i veterani in trinceaestraevano il proiettile dallacartuccia e lo reinserivanogirato, creando così dellepallottole dum-dum di piùdevastante effetto... quindiavere le “palle girate” era si-nonimo di pronto con ferocia al combattimento. Lostesso vale per “rompere le scatole”: rompere le sca-tole era un ordine dato quando si avvicinava il mo-mento di andare all’attacco o di ricevere un assaltonemico, e ci si preparava appunto aprendo le scatoledel munizionamento per avere il massimo di car-tucce disponibili. In un caso o nell’altro, l’ordine si-gnificava guai in vista e dunque rottura di scatoleper i poveri soldati...

APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 23

LETTERE AL DIRETTORE

Reggiseno francese

Le giubbe degli Arditi

Canadesi con radio da campoFoto: archivio Massimo Bozzo

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APRILE-GIUGNO 201724 IL GRANATIERE

LETTI PER VOI

Il libro, curato da Maria Lodovica Mutterle e Amelia Zagato, illustra,con una ricca documentazione fotografica, la formazione e la carrieramilitare e culturale del Gen. Domenico Guerrini, (Ravenna 1860 –Fratta Polesine 1928), Ufficiale dei Granatieri tra i più illustri cultoridi storia militare.L’Ufficiale Generale, oltre ad aver percorso una brillante carriera mili-tare, fu insegnante presso l’Accademia Militare di Livorno e presso laScuola di Guerra di Torino, partecipò alla Prima Guerra Mondiale comeComandante di Brigata e di Divisione, e svolse una intensa attività dipubblicista e storico militare. Tra l’altro, fu fondatore e direttore de“La rivista di Fanteria” e “Le Forze Armate”. Nel 1919 si trasferì a Fratta Polesine nella cinquecentesca villa della mo-glie, dove proseguì l’attività di studioso e scrittore, impegnandosi anchecome amministratore del Comune.Particolarmente legato ai reggimenti Granatieri, dove fu effettivo sinoal grado di Maggiore, scrisse il libro “La Brigata dei Granatieri di Sar-degna” che racconta la storia del Corpo dalla sua fondazione 1659 al1900, con dovizia di citazioni, documenti ed atti che ne fanno tuttorauna fonte inestimabile di ricerche. Memorabile il discorso pronunciatoil 18 aprile 1909, in occasione della cerimonia celebrativa del 250°anniversario della costituzione del Corpo.

L’autrice Laura Chiarello, giovane ricercatrice storica, ha avuto la feliceidea di seguire in prima persona la breve ma eroica vita di Achille Miroglioconte di Moncestino che, arruolatosi volontario nel 1859 senza attenderela chiamata alle armi, fu incorporato nel 2° rgt. Granatieri di Sardegna.Grazie alle sue doti umane ed alla buona istruzione ricevuta, salì rapida-mente la scala gerarchica sino a diventare Ufficiale, cadendo sotto il fuocoaustriaco a Custoza nel 1866. È lo stesso Tenente Miroglio, decorato diMedaglia d’Argento, che ci porta passo passo da Madonna della Scopertaall’assedio di Perugia, da Mola di Gaeta fino al campo per lui fatale di Cu-stoza, con un linguaggio vivissimo ed immediato impreziosito da finezzelinguistiche con cui l’autrice bene ci rende l’epoca dei fatti. Il volume, lacui parte strettamente storica si avvale della consulenza del Centro StudiANGS, fornisce al lettore anche un breve compendio storico dei Granatieried è supportato da un buon corredo iconografico.

Un Granatiere tra i Granatieriche fecero l’ItaliaPIER ANDREA FERRO

E. B.

Domenico Guerrini.Uomo d’armi e di lettere

Il volume è edito dall’AssociazioneMirò a 20 euro.

La stesura del testo è stato il fruttodi un lavoro di ricerca in bibliote-che e archivi privati e pubblici,non solo italiani, e presso Istitu-zioni militari (tra cui il Museo Sto-rico dei Granatieri di Sardegna inRoma) ed ecclesiastiche. L’opera

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 25

LETTI PER VOI

consente di ricostruire le vicende umane del personaggio, le sue pas-sioni letterarie e l’amore per i classici, la formazione, la carriera mili-tare, l’insegnamento presso i predetti Istituti militari, l’attività distorico militare, di pubblicista ed anche di amministratore comunale.Il libro si avvale inoltre di importanti contributi di Ernesto Bonelli,Piero Crociani, Piero Del Negro, Fausto Fiasconaro, Claudia Giuliani,Leonardo Raito.La pubblicazione, promossa e sostenuta dall’Amministrazione comu-nale di Fratta Polesine, conclude il progetto di riordino e di valoriz-zazione del Fondo Guerrini conservato nell’Archivio comunale diFratta Polesine ideato nella ricorrenza del centenario della GrandeGuerra. Per coloro che volessero approfondire notizie sul Gen. Guerrini, sulsito della Presidenza Nazionale dell’Associazione “Granatieri di Sar-degna” http://www.granatieridisardegna.it/storia xx/inizi900 sono di-sponibili il “curriculum vitae” ed immagini sulla sua attività presso iGranatieri di Sardegna.

DICHIARAZIONE DEI REDDITI 2017

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APRILE-GIUGNO 201726 IL GRANATIERE

BREVI E LIETE

Titolo di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana al Granatiere Lino MarianGRA. SERGIO DALLA MORA

Oggi mercoledì 07 giugno il Granatiere Lino Marian,nostro Presidente Regionale, è stato ufficialmente in-signito del titolo di Commendatore al Merito della Re-pubblica Italiana.Al neo Commendatore le mie congratulazioni perso-nali e, vista l’unanimità ottenuta alla sua rielezione a

Presidente regionale nell’autunno u.s., credo di co-gliere ed accomunare al mio pensiero l’espressione distima di tutti i Granatieri della nostra Regione Veneto.Al neo Commendatore Marian auguro di poter sem-pre ben operare nell’interesse e nell’armonia di tutti iGranatieri del Veneto.

Nozze d’OroDomenica 30 aprile 2017 il Grana-tiere Camillo Enrico Malizia, Pre-sidente della sezione Granatieri diCivitavecchia, e la Gentile SignoraDina hanno festeggiato 50 anni divita felice insieme, allietata dalla na-scita di due figli, Stefania ed An-drea, Maggiore dei Granatieri.Ai festeggiamenti hanno parteci-pato, oltre ai figli, il nipotino Leo-nardo, figlio di Stefania, il generoEmiliano (Granatiere in congedo),la nuora Francesca, parenti ed amici.Dopo il lauto rinfresco in casa, alleore 11,30 si sono recati presso laChiesa “Gesù Divino Lavoratore”dove ha avuto inizio la Santa Messacelebrata da Don Diego Pierucci.Dopo 50 anni, il Sacerdote ha ri-consacrato davanti a Dio il rito dello scambio dellefedi nuziali. Alla fine della cerimonia, i “novelli sposi”

hanno intrattenuto parenti ed amici presso un noto ri-storante della città, dove si è svolto il “pranzo nuziale”.

Sabato 10/12/2016 si è tenuto l’Annuale 2016 dellaSezione UNUCI di Ancona cui era stato invitatoGraziano Pinat, Presidente della Sezione di An-cona.Nell’occasione sono stati premiati gli Ufficiali

distintisi nell’anno nelle varie manifestazioni spor-tive e per il tiro il Tenente (Gra) Michele Grossidella sezione dorica ha ricevuto dal ColonnelloZinni (Presidente UNUCI Ancona) un trofeo per

Un Granatiere marchigianopremiato ‘Tiratore Scelto’GRA. GRAZIANO PINAT

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 27

BREVI E LIETE

Corato: consegnati gli Attestati di BenemerenzaLa sobria cerimonia ha avuto luogo il 25/2/2017presso la sezione di Corato alla presenza del Presi-dente Giuseppe Caldarola, del Gra. Pasquale Pelli-cani, del Segretario Gerrj Arbore e del Ten. Dott.Mario Pirronti. Quest’ultimo, cerimoniere per lostraordinario evento, ha consegnato gli attestati ri-lasciati dal Presidente Nazionale Gen. D. GiovanniGarassino, alla signora Consiglia Arbore in memo-ria del coniuge Gennaro Arbore (deceduto il26/08/2015) ed alla signora Chiara Tedone in me-moria del padre Attilio (deceduto il 19/09/2012). In data 9/03/2017, il Presidente del C. R. PugliaGra. Giuseppe Caldarola, su incarico del PresidenteNazionale Gra. Gen. D. Giovanni Garassino, haconsegnato personalmente l’Attestato di Beneme-renza al Gra. Gen. C.A. Francesco Gentile con laseguente motivazione:“In segno di riconoscimento e gratitudine per aver ser-vito con onore e abnegazione il Corpo dei Granatieridi Sardegna per oltre cinquant’anni sia in servizio chein quiescenza, trasmettendo alle giovani generazioni gliideali della Patria e lo spirito granatieresco”.

l’eccellenza dei suoi risultati nel2016.Va precisato anche che il Gra.Grossi è il Presidente Regionaledella Unione Italiana Tiro a Segnodelle Marche, un vero fiore all'oc-chiello per la sezione del capo-luogo marchigiano.A degna conclusione dell’assem-blea è stato offerto un vino d’onorea tutti gli intervenuti.

A sinistra il Gra. Gen. C.A. Francesco Gentile, a destra il Presidente Giuseppe Caldarola

La signora Consiglia Arbore mostra l’Attestato di Benemerenza

La signora Chiara Tedone

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APRILE-GIUGNO 201728 IL GRANATIERE

RIFLESSIONI

Leggendo vecchie edizioni de “IlGranatiere” ci si imbatte in rifles-sioni sul nostro organismo che ri-sultano essere attuali; necessitanosoltanto di approfondimenti allaluce dei nuovi documenti – Statutoe Regolamento - che delimitano ilpercorso dello stesso Ente.La nostra Associazione (art. 3 delloStatuto associativo) è costi tuita daiGranatieri e da tutti i militari chehanno presta to o prestano servizionei reggimenti/ reparti/ comandiche hanno costituito/costituisconola Divisione/Brigata “Granatieri diSardegna” e dagli “amici”, cioè co-loro che per discendenza hanno appartenuto al “nucleofamiliare” di coloro che hanno prestato o che prestanoservizio nel Corpo dei Granatieri e non essendo con-

giunti dei militari sopracitati condividono i valori, lospirito le tradizioni e le finalità statutarie della stessa.Ma ci siamo mai chiesti: cosa è un’Associazione?

I PUNTI FERMI DELL’ASSOCIAZIONEERNESTO BONELLI

Genova, 1929. I Delegati Nazionali riuniti per il primo consiglio nazionale dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna

Raduno di reduci Granatieri sul Monte Cengio con Don Giovanni Rossi

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 29

RIFLESSIONI

Un’Associazione è l’unione di piùpersone per perseguire uno scopocomune. Seguendo la storia deldiritto di associazione, si constatacome essa risenta, costante mentee necessariamente, dei tempi neiquali esso diritto si afferma e delleidee politiche dominanti.Nella antica Roma e per tutto il pe-riodo della sua repubblica il di rittodi associazione è stato pienamentericonosciuto, con il solo limite dinon violare le leggi pubbliche. Altempo dell’impero, invece, è stataammessa la costituzione delle soleassociazioni che agivano nell’inte-resse pubblico, subordinatamente all’autorizzazionedello Stato. Dopo che nella età classica le libere associazioni de-generarono in obbligatorie ed ereditarie, nell’AltoMedioevo se ne è avuta la rinascita generalmentecome corporazione di arti e mestieri, nell’ambitodella città e per la difesa contro le angherie feudali.Trasformatesi successivamente, nel Basso Medio Evo,in un sistema monopolistico rivelatosi nocivo agli in-teressi della produzione e degli stessi associati, le As-sociazioni sono andate avviandosi, specialmente nellasuccessiva epoca delle signorie e delle monarchie as-solute, alla loro decadenza.Poi, sull’esempio del codice francese postrivoluziona-rio, il codice penale sabaudo considerò illegali le asso-ciazioni sorte senza il preventivo permesso del governo. Fu con l’avvento del regime fascista - la cui conce-zione si riassumeva nella formula “tutto per lo Stato,nulla fuori dello Stato, nulla contro lo Stato” – chevenne conferita ai prefetti la facoltà di disporre loscioglimento delle associazioni che svolgessero attivitàcontraria agli ordinamenti politici costituiti nelloStato. Era inoltre prescritto che i dirigenti dell’asso-ciazione, tutte le volte che fossero stati chiesti dall’au-torità di pubblica sicurezza per ragioni di ordinepubblico, dovessero comunicare l’atto costitutivo, lostatuto e i regolamenti interni, l’elenco nominativodelle cariche sociali e dei soci e ogni altra notizia re-lativa alla organizzazione ed alle attività.Ed è stato in siffatto clima politico che la nostra Asso-ciazione ha preso l’avvio ed ha dovu to svolgere il primoperiodo della propria attività.

Con l’attuale Repubblica, la cui Carta Costituzionaleall’art. 18. stabilisce che “i cittadini hanno diritto diassociarsi libera mente, senza autorizzazione, per finiche non siano vietati ai singoli dalla legge penale (1°comma)”, e che “sono proibite le associazioni segrete equelle che perseguono, anche indirettamente, scopi po-litici mediante organizzazione di carattere militare (2°comma)”, emerge una formula, quella del 1° comma,che non implica altra limitazione che lo scopo dicommettere reati. Quanto al 2° comma, associazionia carattere militare proibite debbono intendersiquelle poli tiche i cui componenti sono sottoposti aduna disciplina militare e di obbedienza assoluta ailoro capi ed abbiano comunque una struttu ra essen-zialmente militare. Da quanto sopra, essendo dallo stesso art. 2 del no-stro statuto espressa mente indicati gli scopi e non ri-vestendo questi in alcun modo natura e dualitàpolitiche, discende che la iniziale qualificazionedell’associazione come “apolitica” (primo puntofermo) potrebbe risultare quantomeno pleonastica.Ma è un rafforzativo oltremodo opportuno ondeevitare “deviazioni”.Altro punto fermo, che scaturisce sempre dall’art. 3del nostro Statuto, è la provenienza e l’età anagraficadei soci. Accade infatti che, accanto all’afflusso dal comple-mento e dalla leva, si abbia quello molto meno nu-meroso del servizio permanente effettivo e che vicinoalla massa di coloro che hanno servito negli ultimidecenni di pace sia ancora presente qualche superstitedell’ultima guerra.

Roma 1953. Don Luigi Quadri e Don Giovanni Rossi

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APRILE-GIUGNO 201730 IL GRANATIERE

RIFLESSIONI

Di tali diverse originarie situazioniqualche riflesso a volte si percepiscenella gestione del sodalizio, maquello che conta, sul piano pratico,è che facendo ciascuno valere le pro-prie competenze e capacità senzapretese egemoniche di alcun genere,il tutto si volga a beneficio di tutti.Diversa è la coesistenza in essa digiovani – la cui presenza ed il cuicontinuo afflusso concretano lecondizioni per cui l’Asso ciazionepossa vivere e proiettarsi nel futuro- e di anziani: l’Associazione si ca-ratterizza infatti per essere sostan-zialmente un punto di incontro intergenerazionale. Essenziale quindi la presenza di giovani, la cui iscri-zione e permanenza nell’Associazione dipendonomolto dal tipo di accoglienza che essa saprà loro ri-servare. Questa è la sfida più importante e dipendeda quello che i giovani e l’Associazione possono evogliono reciprocamente darsi e dirsi.... È ovvio che ciò dipende dagli anziani. Difatti il rap-porto tra generazioni, tra an ziani e giovani, tra padrie figli, mai facile, oggi risulta più diffi cile, non dirado conflittuale o, peggio, di reciproca indifferenza.I giovani, che sono fiduciosi ed hanno il bene diavere ancora tutto davanti a sé, perché dovrebberovolgersi a guardare ciò che appartiene al passato senon saranno gli anziani stessi a far loro comprenderee conoscere la verità e a fornir loro l’esperienza di cuisono portatori? Solo così si potrà coniugare con la

sincera memoria del nostro passato una serena com -prensione del nostro presente, e forse riuscire anchea scrutare i segni premonitori dell’avvenire.“Quand’io vedo per la strada lampeggiare la fiammadegli alamari, l’animo mio è trasportato di colpo in untumulto di ricordi.… Le fisionomie di quei giovani, iloro nobili tratti mi tornano alla memoria con tale vi-vezza, da crederli presenti, vicini a me, come una volta.Rimpianto e commozione si fondono, nel mio petto, aun senso d’intima solidarietà con quelle anime. Gli ala-mari ch’essi portavano sono diventati polvere e terra inmezzo alle loro ossa, ma la loro fiamma ideale bruciaancora viva non si spegnerà, finché dura immacolata nelnostro ricordo; tanto più vivo quanto più tenace, umile,silenzioso privo di vanterie e d’esibizioni, saprà essere ilnostro ricordo”. (La passione degli alamari di GianiStuparich).

Raduno del Cengio 1953. Giani Stuparich e Morozzo della Rocca

Ricordi di un vecchio GranatiereGIORGIO SELLERI

Avvicinandosi la data del 25 aprile, festa nazionale della Liberazione,qui a Bologna ormai da diversi anni le Associazioni d’Arma, in partico-lare Bersaglieri e Granatieri, ricordano la data del 21 aprile poiché inquel giorno del 1945 Bologna venne liberata, oltre che dalle Forze Ar-mate Alleate anche dai reparti italiani dei Gruppi di combattimentoFolgore, Friuli e Legnano. Desidero ricordare un episodio che proba-bilmente molti non sanno.Dopo aspri combattimenti sul fronte del Senio, la mattina dell’11 aprile1945 fanti e granatieri del “Gruppo di combattimento Friuli” liberanoRiolo Terme, trovando la cittadina completamente devastata poiché i

Novembre 1957, il Granatiere Giorgio Selleri assieme alla fidanzata Carla

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 31

RIFLESSIONI

tedeschi prima di ritirarsi avevano distrutto tutte le case.Un reparto dei Granatieri, che operava nella zonadelle Terme, vide che era rimasta intatta Villa Mar-gherita, la villa che ospitava la regina Margherita diSavoia quando ella si recava a Riolo per la cura delleacque, quindi i granatieri si accasermarono in essa.Il caporal/maggiore M.B.V.M. Mantovani di Sernide,di propria iniziativa comiciò a controllare tutto l’edi-ficio, dalle soffitte alle cantine, ma quando giunse nelloscantinato ebbe la sorpresa di vedere che i tedeschi viavevano posizionato una bomba di aereo con un con-gegno per uno scoppio a tempo. Quindi, risalito dicorsa le scale, si mise a gridare: FUORI – FUORI –FUORI, giusto in tempo che la bomba esplose e l’in-tero edificio crollò.Ancora oggi di Villa Margherita è rimasta soltanto lascalinata esterna, mentre il granatiere Mantovaniaveva salvato la vita a tutti i Granatieri di quel reparto.Infine, come si può vedere in una delle foto, a Zatta-glia vi era un museo (ora smembrato) a ricordo dicerti avvenimenti.Nella vetrina dove erano stati esposti i soldatini dellacollezione dei Fratelli Selleri, nel ripiano superioreera ricordata la Battaglia di Monte Lungo, con unelemetto da bersagliere, perché i Bersaglieri del 51°btg. A.U.C. in quella battaglia si coprirono di gloria.Mio padre e un mio fratello sono stati Bersaglieri.

Nel ripiano sottostante è ricordatala Battaglia del Senio, con a lato lamia bustina estiva che indossavoal Campo. Appresso invece la mia uniformeinvernale (da Caserma) che comesi può notare è ancora di modellodelle uniformi Inglesi, poiché neglianni 1957/1958/1959 i Granatieri,per la libera uscita, avevano in espi-rimento il berretto rigido e un giac-cone a doppio/petto con la cinturain vista, come si vede nella fotodove sono in compagnia della miafidanzata Carla, che in seguito è di-ventata mia moglie.Quanto descritto sono nostalgiciricordi di un vecchio granatiere.

Zattaglia, un angolo del museo

Granatiere del “Gruppo di Combattimento Friuli”, 1944-1945

87°reggimento fanteria del “Gruppo diCombattimento Friuli”, 1944

Verona, maggio 1945. Il Generale Scattini passa in rassegna i Granatieri del “Gruppo di combattimento Friuli”

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APRILE-GIUGNO 201732 IL GRANATIERE

ALAMARI CON LE STELLETTE

Il Gen. B. Paolo RAUDINO è nato a Roma il 4 ago-sto 1964, è coniugato con la Signora Giusy ed ha unfiglio, Marco, di 27 anni. Dopo il conseguimento della maturità scientifica nel1983, ha frequentato l’Accademia Militare di Mo-dena da Allievo del 165° Corso “Fierezza” dal 1983al 1985 e con il grado di Sottotenente la Scuola diApplicazione dal 1985 al 1987.Assegnato al 2° battaglione Granatieri “Cengio” il4 gennaio 1988, ha ricoperto gli incarichi di Coman-dante di plotone fucilieri, Comandante della 7^compagnia meccanizzata, Comandante della com-pagnia Comando e Servizi e Capo Ufficio Logistico,ultimo incarico prima della frequenza del 122°Corso di Stato Maggiore presso la Scuola di Guerradal 1995 al 1996. Successivamente, assegnato alloStato Maggiore dell’Esercito, ha ricoperto l’incaricodi Ufficiale Addetto presso l’Ufficio Affari Generali.Inviato alla frequenza del 2° Corso dell’Istituto Su-periore di Stato Maggiore Interforze dal 1999 al2000, è stato riassegnato allo Stato Maggiore del-l’Esercito con l’incarico di Vice Capo Sezione “Ce-rimoniale e Relazioni Esterne”. Dal 24 ottobre2003, ha comandato per un anno il battaglioneall’80° RAV “Roma”. Dopo aver ricoperto per treanni l’incarico di Capo Sezione “Cerimoniale e Re-lazioni Esterne” allo Stato Maggiore dell’Esercito,ha comandato il 1° reggimento “Granatieri di Sar-

degna”. Dall’8 settembre 2008 ha ricoperto l’inca-rico di Capo Ufficio Affari Generali dello Stato Mag-giore dell’Esercito per piu di otto anni ed è stato, adoppio incarico, per quasi quattro anni Vice CapoV Reparto Affari Generali.Dal 28 aprile 2017, è il Comandante della Brigata“Granatieri di Sardegna” e dal 1° luglio anche Coman-dante del Raggruppamento Lazio-Umbria e Abruzzonell’ambito dell’Operazione “Strade Sicure”.Ha conseguito 2 lauree e 3 master, ha frequentatovari corsi di elevatissimo livello ed è in possesso dinumerosissime abilitazioni.Inoltre, è insignito di un gran numero di onorificenze,tra cui spiccano quelle di Grande Ufficiale della Re-pubblica, di Cavaliere di Merito con placca del SacroMilitare Ordine Costantiniano di San Giorgio, dellaMedaglia Mauriziana al Merito di dieci lustri in car-riera, della Medaglia d’Argento al Merito di lungocomando, della Croce di Ufficiale con Spade e Me-daglia d’Argento, ornata di spade dell’Ordine al Me-rito Melitense, della Medaglia di Bronzo al Meritodella Croce Rossa Italiana, della Medaglia NATO eCroce commemorativa per la partecipazione al-l’Operazione “Joint Guardian”, della Croce comme-morativa per le Operazioni “Vespri Siciliani” e“Strade Sicure” e della Benemerenza del Diparti-mento della Protezione Civile per le attività inerential G8 e al terremoto de L’Aquila.

Il Gen. B. Paolo RAUDINO è stato designato dalloStato Maggiore dell’Esercito quale Comandante dellaBrigata “Granatieri di Sardegna” con conseguente as-sunzione di comando in data 28 aprile 2017, nella spe-cifica ottica di condurre la G.U. stessa ed i suoi repartiall’assolvimento di molteplici e delicati compiti, che ri-cadono in uno spettro quanto mai ampio e diversifi-cato. Tra di essi, basti citare, in ordine di tempo, ilgrande onere organizzativo ed esecutivo della Festadell’Esercito, passando poi per lo snodo cruciale rap-presentato dalle celebrazioni del 71° anniversario dellaFesta della Repubblica fino all’oneroso e delicato im-piego nell’Operazione “STRADE SICURE”. Quest’ul-tima attività, dal 1° luglio, vede il Comando Brigataresponsabile del Raggruppamento Lazio-Umbria-Abruzzo con oltre 2000 uomini impegnati a contrastaree prevenire la criminalità organizzata e la minaccia ter-roristica sul territorio nazionale.

NUOVO COMANDANTE DI BRIGATA

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 33

ALAMARI CON LE STELLETTE

Il 1° reggimento “Granatieri di Sardegna” è stato il re-parto pilota per la sperimentazione e l’evoluzione delprogetto “SIAT” (Sistemi Integrati per l’AddestramentoTerrestre), che è un programma della Forza Armata im-piegato per addestrare unità e singoli combattenti, sup-portare le decisioni operative e lo sviluppo di nuovisistemi d’arma. Attraverso l’impiego di nuove tecnologie informatiche,sensori e frequenze di trasmissione, dati GPS e radio,il sistema simula attività addestrative consentendo no-tevoli risparmi in termini di tempo e strumentazioneda utilizzare. In tal senso, il SIAT riproduce fedelmentele tipologie di minaccia, che possono scaturire dai Tea-tri operativi in cui operano i Contingenti della ForzaArmata, e gli schemi comportamentali dell’avversario.Ne derivano moduli addestrativi perfettamente adat-tati alle esigenze delle unità in approntamento e lo svi-luppo di capacità ed automatismi necessari perl’individuazione e il contrasto dei pericoli.Tecnicamente, sono tre le componenti fondamentalidel SIAT. La prima è il cosiddetto “LIVE”, utile all’ad-destramento di unità ridotte, per esercitazioni in am-bienti reali presso i CAT (Centri di AddestramentoTattico). In questa fase due gruppi, definiti conven-zionalmente Blue Force (BLUEFOR) e OpposingForce (OPFOR), si fronteggiano utilizzando armi realiche simulano proiettili reali con l’ausilio di raggi laserclasse 1 (eye-safe) ovvero non dannosi per la vista. Leemissioni riproducono esattamente traiettorie balisti-che ed effetti del fuoco su mezzi e personale che sonogeo-referenziati e dotati di sensori “passivi”, in gradodi interagire con il segnale laser emesso dall’arma e dideterminare esattamente la parte colpita. Vi è poi il “CONSTRUCTIVE”, per il comando e ilcontrollo di unità dipendenti in condizioni di stress ele-vato. Grazie a questa fase si può migliorare l’attività dipianificazione svolta dai Posti Comando schierati sulterreno. L’efficienza di tale pianificazione è poi valutatadal software del sistema che simula in real-time. Ad implementare i primi due step, anche se ancora infase di sviluppo, il “VIRTUAL”, che riproduce artifi-cialmente scenari di guerra e Teatri addestrativi con lapresenza di attori virtuali.

Tutti i dati prodotti vengono analizzati dall’EXCON(Exercise Control), cuore pulsante del sistema, e ven-gono quindi evidenziati gli aspetti operativi da poten-ziare, migliorare o correggere. Evidenti i benefit della sperimentazione: oltre alla con-trazione dei tempi necessari all’organizzazione logisticadelle unità, risulta notevole il risparmio di strumenti erisorse. Un esempio fra tutti, quello dei simulatori diguida, che abbattono i costi di carburante e l’usura deimezzi impiegati. Risvolti significativi si hanno anchein merito alla sicurezza del personale: i nuovi sistemidi fuoco “dry-fire” escludono l’utilizzo di munizioni.Eventuali colpi “a salve” o reali impiegati nelle fasi con-clusive dei training, inoltre, danno luogo a policy “Mi-litary green” dall’impatto ambientale estremamenteridotto, con conseguente diminuzione delle bonifichepost-addestramento a fuoco. Il 1° reggimento “Granatieri di Sardegna” è uno deireparti chiave di questo progetto e la dimostrazionesta nelle molteplici attività addestrative in cui èstato, è e sarà impegnato.Molte sono state le attività svolte negli ultimi anni dalreggimento, in primo luogo presso il poligono diMonte Romano dove il reparto da sempre offre sup-porto come OPFOR per permettere a tutti gli altri re-parti d’Italia di potersi addestrare.Vanno rimarcate inoltre le molteplici attività all’estero,precisamente a Hohenfels in Germania, nella baseNATO di Albertoff dove il reggimento è stato fino adora impegnato, addestrandosi a stretto contatto conl’Esercito degli Stati Uniti e dando sempre un contri-buto fondamentale per la crescita e lo sviluppo del pro-getto stesso.

Il progetto SIAT.L’operatività del 1° reggimento “Granatieri di Sardegna”

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APRILE-GIUGNO 201734 IL GRANATIERE

ALAMARI CON LE STELLETTE

Dopo l’evento del sisma che ha colpito il Centro Italia il 24 agosto del2016 molteplici sono state le unità che sono accorse in soccorso allapopolazione colpita dal terremoto. Il 1° reggimento “Granatieri di Sar-degna” è stato il primo reparto insieme ad un’unità del genio ad inter-venire in aiuto alla popolazione.L’apporto del reggimento è stato fondamentale per consentire i primisoccorsi agli abitanti di Amatrice, Accumoli e Pescara del Tronto. Sonostati momenti delicati e intensi per gli uomini del 1° reggimento che,come in ogni occasione, hanno risposto “presente” ed hanno cercatocon tutte le loro forze e possibilità di aiutare gli abitanti dei suddettipaesi. Il loro apporto è stato costante, dai primi soccorsi scavando trale macerie delle varie abitazioni distrutte ai primi aiuti in termini dibeni primari come acqua e cibo.L’attività di supporto alla popolazione si è protratta nel tempo per sva-riati mesi, senza che i Granatieri cessassero nel loro sforzo di aiutare lapopolazione.Particolare riferimento va fatto al 2° battaglione “Cengio” con sede aSpoleto (PG), dove i Granatieri hanno stabilito un punto di riferi-mento per tutte le persone colpite dall’evento sismico. Hanno garan-

L’impegno del 1° reggimento “Granatieri di Sardegna” nelle zone colpite dal sisma

Operazione “Strade Sicure”L’impegno operativo del 1° reggimento “Granatieri di Sardegna”L’Operazione “Strade Sicure” è iniziata il 4 agosto2008, sulla base della Legge nr. 125 del 24 luglio 2008,che prevede l’impiego di personale militare apparte-nente alle Forze Armate per specifiche ed eccezionaliesigenze legate alla sicurezza del territorio nazionale. Per l’Operazione “Strade Sicure” è stato, ed è tuttoraimpiegato, anche il 1° reggimento “Granatieri di Sar-degna”, articolato su due battaglioni, il 1° battaglione“Assietta” e il 2° battaglione “Cengio”. Sin dal 2008,il reggimento ha contributo all’Operazione, alter-nando tutte le sette compagnie che costituiscono idue battaglioni (1^, 2^, 3^, 4^, 5^, 6^ e 32^), neldelicato compito di vigilanza a siti ed obiettivi sensi-bili, quali ambasciate, nodi di scambio ferroviari, me-tropolitane, nonché in perlustrazione e pattugliacongiuntamente alle Forze di Polizia.

Nel periodo 8 novembre 2015 – 20 dicembre 2016,in occasione del “Giubileo straordinario della Mise-ricordia” e del contestuale incremento in termini dipersonale e mezzi del dispositivo di sicurezza, il 1°reggimento “Granatieri di Sardegna” è intervenutogarantendo un ulteriore complesso minore, andandoad accrescere il proprio sforzo in termini di risorseumane, mezzi e materiali.Oltre a garantire la sicurezza sulla piazza della Capi-tale, il 2° battaglione “Cengio” fornisce un plotoneche assicura la vigilanza di punti sensibili quali sitireligiosi come la Basilica di San Francesco e quelladi Santa Maria degli Angeli in Assisi. Il 1° reggi-mento “Granatieri di Sardegna” ha fornito e conti-nua a fornire un notevole contributo all’ Operazione“Strade Sicure” sia sulla Capitale che in Umbria ed

tito altresì la prima sicurezza dellezone colpite, attraverso un’attivitàdi anti-sciacallaggio atta a preve-nire qualsiasi forma di criminalitàai danni di persone e abitazionigià devastate da un così tragicoevento.

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 35

ALAMARI CON LE STELLETTE

in particolare, dal 18 novembre 2016 all’in-terno del raggruppamento “LAZIO – UM-BRIA – ABRUZZO”, detiene il comandodi una delle due “Task Force”. I Granatieri,insieme con i circa 7.500 uomini e donnedell’Esercito Italiano, in ambito nazionale,contribuiscono a realizzare un ambientepiù sicuro e a garantire la sicurezza nellaCapitale.

Granatieri al comando del Contingente italiano in LibanoShama (Libano) 27 aprile 2017. Avvenuto oggi il passaggio di re-sponsabilità del comando delContingente italiano che operanell’ambito della missione UNIFIL(United Nations Interim Force

COMUNICATO STAMPA 01/17

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APRILE-GIUGNO 201736 IL GRANATIERE

ALAMARI CON LE STELLETTE

in Lebanon), la forza di interposizione delle NazioniUnite nel Sud del Libano. Il Comando dell’Operazione “Leonte” passa alla Bri-gata “Granatieri di Sardegna”, subentrata questa nottealla Brigata “Pozzuolo del Friuli”.La cerimonia del TOA (Transfer of Authority) si èsvolta presso la “Millevoi” di Shama alla presenza delComandante del COI (Comando Operativo di ver-tice Interforze), Ammiraglio di Squadra GiuseppeCavo Dragone, del Comandante della Missione UNI-FIL, il Generale dell’esercito irlandese Micheal Beary,nonché di numerose autorità politiche e locali del Li-bano del Sud.Nel corso della cerimonia, il Generale Micheal Bearyha ringraziato il personale della Brigata “Pozzuolo delFriuli” per il prezioso contributo fornito in questi seimesi e per l’importante ruolo ricoperto nell’ambitodelle attività previste dalla Risoluzione delle Nazioni

Unite n°1701. La Brigata “Granatieri di Sardegna”, lapiù antica dell’Esercito Italiano, ha già condotto l’Ope-razione nella terra dei cedri nel 2014 con “LeonteXV”, rilevando il Comando della Joint Task Force,anche allora, dalla Brigata di cavalleria “Pozzuolo delFriuli”. Quest’ultima, negli ultimi sei mesi, ha svolto,tra l’altro, oltre 37.500 attività operative diurne e not-turne, 4 mila attività operative congiunte con le ForzeArmate libanesi e completato 58 progetti di coopera-zione civile-militare.La Brigata “Granatieri di Sardegna”, di stanza in RomaCapitale con alle dipendenze l’omonimo 1°reggimentoed il reggimento “Lancieri di Montebello” (8°), oltread essere impiegata nelle attività operative sul territorionazionale ed internazionale, con la sua plurisecolarestoria è la Grande Unità dell’Esercito Italiano incari-cata di svolgere le attività di presidio, alta rappresen-tanza e cerimoniale di Stato presso le sedi istituzionali.

O F F E R T E P E R I L G I O R N A L E

Sezione Bassano del Grappa € 10.00Annibale Della Mussia in onore di Padre Chiti € 16.00Claudio Vigini in memoria di Fulvio Magno € 15.00Carmine Formicola € 93.50Sezione di Modena €110.00Arcangelo Pitardi, Sezione di Maglie € 50.00Vera Cervellini e Ugo Illuminati in ricordo delSerg. Giuseppe Gasperi € 40.00Sergio Dalla Mora, Sezione di Jesolo, in memoriadel Granatiere Giuseppe Gerotto € 20.00La sezione di Verona in memoria del Gra. Bruno Maccacaro € 20.00Il nipote Filippo in memoria del nonno Gra. Alfredo Turrini € 20.00Stefano e Daniela Bordina in memoria del caro Attilio € 50.00Sezione di Vercelli in memoria del Gra. Attilio Bordina € 50.00Sezione di Como € 50.00Carmine Formicola e Maria Esposito € 30.00Sezione Castel Goffredo € 36.00Rino Bonacci € 40.00

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 37

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Il giorno 23 aprile 2017 si è svolta la giornata di Tele-fono Azzurro “Fiori d’Azzurro 2017”, una iniziativaumanitaria che ha interessato tutto il territorio nazio-nale, e che nei comuni di Anzio e Nettuno si è svoltacon la collaborazione della sezione di Anzio dell’Asso-ciazione Nazionale Granatieri di Sardegna. Il Presi-dente Irridio Palomba, il Segretario Mario Scalzi ed igranatieri Angelo Caporali, Giorgio Polegri e MassimoTemperilli hanno reso possibile la realizzazione di que-sta splendida giornata, che vedeva la sezione impegnatanella distribuzione di materiale informativo e di pian-tine di Calancole, per la raccolta fondi da destinare alladifesa dei bambini.L’Associazione culturale “Alice” ha contribuito con ilcoro giovanile di Nettuno “Alchemicanto” a formareuna splendida cornice musicale intorno al gazebo di

Telefono Azzurro, il coro composto da ragazzi di Anzioe Nettuno ha eseguito, tra le vie e le piazze delle duecittadine, un repertorio pop cantando a cappella, di-retto dal Maestro Giovanni Monti. Tra i tanti brani ri-cordiamo, nel blù dipinto di blù, a città e Pulicenella,Napule è, il Pescatore. La risposta dei cittadini a questainiziativa umanitaria è stata abbastanza buona, lo si ca-piva dai calorosi applausi ai ragazzi del coro e dall’an-damento delle vendite stesse. Si ringrazia per la fattivacollaborazione alla riuscita della manifestazione anchel’Accademia Bonifaciana nella persona del SenatoreAccademico Comm. Mauro Tongiorgi.Auspichiamo nell’immediato futuro che dalla sinergiadelle tre Associazioni e dall’entusiasmo per questa bellainiziativa, scaturiscano nuove fruttuose idee, al serviziodi chi soffre.

23 APRILE 2017

“Fiori d’Azzurro 2017”

La sezione di Vercelli per il 25 aprileFULVIO BERTOGLIO

In occasione del 72° anniversario della “liberazione” aVercelli, come in molte altre parti d’Italia, si sono svoltemanifestazioni per ricordare questa importante data.

La giornata si è aperta, alla presenza delle massime ca-riche civili e militari della provincia, con una messa ce-lebrata nel Duomo, durante la quale, nell’omelia, sono

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APRILE-GIUGNO 201738 IL GRANATIERE

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

stati ricordati tutti coloro che hannodato la propria vita per la libertà.Al termine della S. Messa si è for-mato il corteo che, preceduto dallabanda cittadina, ha sfilato fino allapiazza dove è situato il Monumentoai Caduti. Qui, alla presenza di unpicchetto del rgt.a. ter. “A cavallo”di stanza a Vercelli, sono state depo-ste quattro corone di alloro da parterispettivamente della Prefettura,della Provincia di Vercelli, del Co-mune e delle “Associazioni combat-tentistiche e d’Arma” vercellesi.La corona delle “Associazioni com-battentistiche e d’Arma” era portatada due Granatieri che, impeccabilinel loro ruolo, hanno ben rappresentato tutti coloroche hanno liberato l’Italia portando le “stellette”. Pro-prio i “Granatieri di Sardegna” che, opponendosi eroi-camente alle truppe tedesche durante la difesa di PortaS. Paolo, hanno dato il loro prezioso contributo all’ini-zio della resistenza.Terminata questa prima parte della cerimonia, semprein sfilata, il corteo si è recato al Monumento alla Re-sistenza dove, dopo la deposizione della corona di al-

loro da parte del Comune di Vercelli, si è tenuta l’ora-zione ufficiale della Prof. Elisabetta Dellavalle, inse-gnante al Liceo Classico cittadino “Lagrangia”.Le toccanti parole pronunciate dalla relatrice hannoraggiunto la massima attenzione con la citazione“ovunque un italiano è morto per la libertà, lì è natala nostra Costituzione”, parole che devono essere dimonito per tutti coloro che, sempre più spesso, per-dono il senso di appartenenza alla nostra Patria.

25-28 APRILE 2017

Amor di patria......a Salerno CARMINE FORMICOLA

Nell’ambito delle celebrazioni del72° anniversario della Libera-zione, la sezione A.N.G.S. di Sa-lerno ha presenziato con il proprioLabaro in due distinte cerimonie.La prima, il 25 aprile a Salernoove sono stati resi gli onori a chisi è sacrificato in nome della li-bertà e dell’amor di Patria, con lacelebrazione di una S.Messa e ladeposizione di corone d’alloro almonumento ai Caduti, al monu-mento ai Marinai e alla lapide delTenente Ugo Stanzione, alla pre-senza di autorità religiose, civili e

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 39

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

27 APRILE 2017

Il 27 aprile, in ritardo di alcuni giorni sulla data cano-nica del 18, causa le concomitanti festività pasquali,gli Ufficiali dei Granatieri (Quadro permanente e Al-lievi) della Scuola d’Applicazione dell’Esercito hannofesteggiato il 358°della Specialità con un brindisi in-

sieme ai Presidenti del Piemonte Ferro, Provinciale diTorino Tenivella e della Sezione di Torino Costama-gna. Il convivio, promosso dal Col.Siragusa, è statoonorato dalla presenza del Gen.B.dei Granatieri DeMasi e del Comandante della Scuola Gen. C.A. Berto.

Festa dei Granatieri allaScuola di Applicazione di Torino

militari e delle Associazioni combattentistiche ed’Arma.Il 28 aprile, invece, una rappresentanza di granatieriha partecipato all’inaugurazione della “Mostra sta-tica e rievocativa di mezzi e cimeli della 1^ e 2^ guerramondiale” con il corteo solenne formato dalle auto-rità civili e militari con una folta rappresentanza distudenti e la deposizione di una corona al monu-mento dei Caduti di tutte le guerre in Piazza IV No-

vembre nel comune di Bellizzi (Sa). L’allestimento,unico nel suo genere, in provincia di Salerno, con-stava di cimeli, reperti e mezzi, rigorosamente origi-nali, risalenti al periodo bellico. Ad ospitare la mostra i locali della palestra dell’Isti-tuto Comprensivo Bellizzi con la collaborazionedell’Associazione Amici del Tricolore, alla quale èiscritta la signora Anna Francese, neo socio amicodella sezione ANGS di Salerno e figlia di granatiere.

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APRILE-GIUGNO 201740 IL GRANATIERE

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Domenica 30 aprile, a Spinea, nel Veneziano, si sonoritrovati Granatieri veneti, emiliani e friulani perricordare il 16° Anniversario della inaugurazione delMonumento al Granatiere. Voluto dall’allora Presidente della locale Sezione, MarioStevanato, con la collaborazione del Sindaco dell’epoca,Claudio Tessari, esso fu scoperto il 29 aprile del 2001nella Piazza del Granatiere, di fronte alla ChiesaParrocchiale del quartiere Fornase.La stessa piazza fu intitolata ai Granatieri nel 1995grazie all’interessamento del Granatiere Dante Fasolatoche in quegli anni era alla guida della Sezione.Il Monumento, decisamente bello, fu progettato dagliArchitetti Marilena Giora e Loris Tasso e realizzato dalGranatiere Sergio Dalla Mora, scultore di chiara fama.All’evento hanno partecipato il Sindaco SilvanoChecchin, il Vicepresidente Nazionale del FanteRaffaele Cecchin, i l Presidente Nazionaledell’Associazione Genio Ferrovieri Fabio Ceccatoaccompagnato dal Maresciallo Massimo Reina, giuntodalla Caserma di Castel Maggiore, il Presidente diASSOARMA Mestre Furio Zuliani, i Comandantilocali dei Carabinieri e della Polizia Urbana. Per lanostra Associazione il Presidente del CR Lino Marian.Un corteo, preceduto dalla Banda Musicale, seguita dasei Granatieri che sostenevano un grande tricolore, hasfilato fino alla Chiesa Parrocchiale. In esso decine di

Colonnelle, numerose insegne di Associazioni d’Armaconsorelle, Granatieri, Autorità e popolazione.È seguita la Santa Messa, in una Chiesa gremita,celebrata dal Parroco Don Gianpaolo che, nell’omelia,ha ricordato i Caduti di tutte le guerre e ha rivoltogentili parole nei confronti dell’associazionismo, culladel volontariato. Al termine, lettura della Preghiera delGranatiere. A celebrazione finita, adunata nella piazza,di fronte al Monumento, dove si è svolto un solenneAlzabandiera seguito dalla resa degli Onori ai Caduticon deposizione di una Corona.Dopo la lettura del messaggio inviato dal PresidenteNazionale Giovanni Garassino, allocuzioni di saluti, daparte del Sindaco e del Vicepresidente dei Fanti.Il grande lavoro svolto dal Presidente ANGS di Spi-nea, Bruno Stevanato, nell’organizzazione di questabellissima manifestazione è stato premiato dallagrande e sentita partecipazione di così tanta molti-tudine di presenze.

Granatieri al monumentodi SpineaROBERTO PELLEGRINI

30 APRILE 2017

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 41

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

L’11 giugno, i Granatieri si son ritrovati al consuetoappuntamento sui luoghi, per noi “sacri”, che videro,nel 1916, 101 anni or sono, immolarsi tanti nostricommilitoni nella strenua difesa delle posizioni sulciglio della Valdastico contro la spedizione “punitiva”(strafexpedition) austro-ungarica. Uno sfondamentoin quei luoghi avrebbe permesso al nemico la discesanella pianura veneta, permettendogli di prendere allespalle l'esercito italiano schierato sul fronte orientale.Le cerimonie hanno avuto inizio sabato 10, quandosi è reso omaggio al cippo che ricorda la M.O. UgoBignami a Cesuna di Roana. Era presente, giunto daVerona , Gianfranco Cardinale, pronipote dell’eroe.Un omaggio floreale è stato deposto nel luogo. Il pro-nipote ha condiviso con i presenti i propri ricordigiovanili sulla personalità del Decorato.La domenica è iniziata a Cogollo del Cengio con lecerimonie dell’Alzabandiera e della resa degli Onoriai Caduti. La banda cittadina ha allietato i convenuticon un intermezzo musicale e l’Amministrazione Co-munale ha organizzato un delizioso momento dipausa “rifocillante” nel loggiato del Comune. Un sen-tito grazie al Sindaco Piergildo Capovilla ed ai suoipreziosi collaboratori sempre vicini ai granatieri.Una nutrita presenza di convenuti, circa trecento per-sone con numerosissime colonnelle, era sul Monte

Cengio, vicino al Tempio Votivo. Da Roma il Segre-tario Nazionale, Bruno Garassino, e, per concessionedella Brigata, una rappresentanza di Granatieri con laconsueta uniforme di rappresentanza, che ha sempreil potere di attrarre l'attenzione e l'ammirazione degliastanti. Bravissimi i nostri ragazzi, seri, attenti, precisie pienamente consapevoli della loro funzione.

CENGIO 2017ROBERTO PELLEGRINI

11 GIUGNO 2017

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APRILE-GIUGNO 201742 IL GRANATIERE

ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Tante, anche, le rappresentanze diAssociazioni consorelle: la CroceNera, l’Aeronautica, gli Alpini, i Ca-rabinieri, gli Autieri e gli Istriano-dalmati.La Santa Messa è stata officiata daDon Gianni Forestan, nipote deiGranatieri Luigi e Floriano Fore-stan. Luigi cadde proprio in questiluoghi nel 1916, Floriano, soprav-vissuto alla guerra, si fece sacerdotee fu missionario in Cina per ventianni. L’officiante, nella sua omelia,ha ricordato quei tempi toccando ilcuore degli astanti.La presenza di numerose Autorità,sindaci o loro delegati dei Comunidi Chiuppano, Zanè, Schio, Salcedoe il Comandante della Tenenza dellaGuardia di Finanza di Thiene hafatto da corona all’evento. Il Presi-dente della Regione Veneto, LucaZaia, ha inviato un messaggio di sa-luto di cui è stata data lettura.Dopo l'intervento del Sindaco diCogollo e del rappresentante dellaProvincia di Vicenza, ha preso laparola il Segretario NazionaleBruno Garassino. Con la sua voce,che ha il potere di catalizzare l'at-tenzione dell’uditorio, egli, dopo icenni storici della giornata, ha vo-luto ricordare Lino Fornale, coluiche, esattamente cinquanta anni fa,realizzò il suo sogno di costituire laZona Sacra del Cengio. Erano pre-senti la sua vedova, Signora Nellaaccompagnata dai figli.Non potevano mancare, poi, com-mosse parole su Antonino Torre, il“nostro” Direttore, andato avantida poche settimane. La menzionedei granatieri associati decedutinel 2016 e 2017 ha concluso ilsuo intervento.Prima della consueta resa degli Onori ai Caduti nelTempio ed al Salto del Granatiere che avrebberoconcluso la giornata, è stata concessa da parte del

Granatiere Giancarlo Busin, Presidente della ZonaSacra, una targa di riconoscimento ai signori An-namaria e Giovanni Panozzo, che, da anni, curanocon amore e costante impegno la Chiesetta Votiva.

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APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 43

SFILERANNO SEMPRE CON LE NOSTRE COLONNELLE

GRANATIERE ANTONINO TORRE

Il 23 maggio scorso si è arreso ad una grave malattiaed ha raggiunto i grandi della famiglia coi bianchialamari, il gen. Antonino Torre, per 17 anni direttoredel nostro giornale.Ricordo che l’allora presidente nazionale gen. Ro-berto Di Nardo lo presentò in una riunione del con-siglio nazionale che si teneva presso la sede dellasezione di Roma in via Sforza.Era stato scelto al posto del grande Holzer che, avanticon gli anni, aveva chiesto di essere sostituito.Vantava un trascorso di tutto rispetto, per incarichidi prestigio in missioni anche all’estero e per essersiadoperato nella comunicazione, appunto.Da allora il nostro giornale ha cambiato formato, di-ventando una rivista di facile consultazione e di ec-cellente qualità.Riceveva scritti e foto da tutti i corrispondenti e rim-proverava chi non gli inviava il cd con l’articolo: “mefate batte, non sono un dattilografo” (l’evoluzione

tecnologica nei primi anni del suo operato non eraancora in atto).Raramente si lasciava convincere di pubblicare ciòche riguardava le feste conviviali, “niente bicchierisul giornale”.Inoltre provava un’avversione speciale per le maiu-scole: in una telefonata (contattava di frequente i cor-rispondenti) mi disse “cosa ne pensi se non usiamopiù le maiuscole per indicare i gradi alti o bassi deimilitari?”Ricordo che gli risposi “per i Caduti la maiuscola mela concedi, però!”Passava molte ore nel suo studio per ricevere, affinaree inglobare i singoli scritti e le foto nel tutto; lo fa-ceva perché da buon granatiere ha sempre volutoben figurare!E questo lavoro enorme lo svolgeva senza assistenti earmonizzandolo con gli altri impegni che si era as-sunto: campagna elettorale e conseguente nomina aconsigliere comunale della città di Roma; segretarionazionale anche dell’associazione dei paracadutistiin congedo.Incarichi gravosi che gli hanno portato via moltotempo e tante energie; inoltre partecipava a moltemanifestazioni organizzate in varie parti d'Italia.Il “caratteraccio”: certamente litigava con chi nonstava ai suoi dettami, riguardo le scelte giornalistiche.Dall’esterno non si potevano conoscere i colloqui chesi svolgevano all'interno degli uffici. Qualche voltaaveva espresso soddisfazione per aver trovato unosponsor che gli permetteva di pubblicare 48 paginepatinate e a colori.Infatti l’uscita di un numero era per lui un avveni-mento e una liberazione: sentiva di aver ben operato evoleva raccogliere il frutto del suo impegno. Lo scorsoanno, in particolare, per il centenario di Monte Cengioera riuscito a far pubblicare ben sei numeri del gior-nale, un vero record pensando al grande lavoro di ri-cerca storica, di cronaca e di assemblaggio.La risposta agli auguri di compleanno il primo diaprile scorso è stata una sola parola “Grazie”. Davveroinsolito per lui che usava chiamare per comunicare,ricevere felicitazioni ma anche incoraggiamenti per illavoro e spesso per sapere come procedeva la vita gra-natieresca nelle varie sezioni.

Il Generale Antonino Torre al Raduno sul Monte Cengio il 4 giugno 2016

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APRILE-GIUGNO 201744 IL GRANATIERE

SFILERANNO SEMPRE CON LE NOSTRE COLONNELLE

Antonino Torre, classe 1940, Granatiere, Paraca-dutista, Programmatore informatico, Cavaliere delSanto Sepolcro di Gerusalemme, Direttore dellaRivista “Il Granatiere”, Veterano di tutte le Mis-sioni di Pace, sostenitore dell’informazione comestrumento fondamentale per far conoscere ed ap-prezzare le Forze Armate nel mondo, pionieredell’utilizzo della informatica nell’organizzazionemilitare, preparato, preciso, attento, stringato, es-senzialista, sagace, talvolta caustico, fondamental-mente buono.Alla Maturità, in preparazione degli esami, comeluogo per ripassare il programma scelse l’ormai quasischeletro della Quercia del Tasso al Gianicolo, per-ché “ce fà fresco, nun ce stà nessuno e te godi tuttaRoma”. Agli esami eccelse con un nove in Filosofia.Il membro esterno della Commissione volle gratifi-carlo con una sorta di “bacio accademico”: alzandosigli tese la mano e lo ringraziò pubblicamente per la“magnifica innovativa esposizione”. Universitario,decise di togliersi “l’impiccio della leva” e partì perla Scuola Allievi Ufficiali di complemento di AscoliPiceno con la convinzione che, finita la naja,avrebbe appeso la divisa al chiodo …. da allora, in-vece, se la cucì addosso. Una carriera militare moltopiù da Soldato che da Ufficiale! Un po’ fuori daglischemi, ma sempre al passo con i tempi che, tal-volta, riuscì, anche, ad anticipare.Il primo incarico a Civitavecchia – IV btg. mecca-nizzato Granatieri di Sardegna – l’incontro, prima,con il Ten. Col. Luigi Franceschini, poi con il Ten.Col. Gianfranco Chiti e con tutti gli amici di sem-pre…. la vecchia guardia.

Con l’ardore dei neofiti mise l’informatica al servi-zio della cittadinanza dell’Irpinia, colpita dal sismanel 1980. Diede l’idea, attivandosi per realizzarla,di un’unità computerizzata mobile – Nucleo Ope-rativo Informatico – predisposto all’interno di unfurgone dell’Esercito Fiat 242. In pochi giorni allaSala Operativa di Napoli, finalmente, arrivarono inumeri veri della devastazione ed i terremotati co-minciarono a ricevere aiuti mirati. L’esperienza vin-cente fu ripetuta durante la prima missione italianain Libano (Italcon): partirono Antonino Torre, lasquadra informatica, il 242 Fiat targato E.I. ap-prontato e migliorato presso il Laboratorio di Pre-cisione dell’E.I. di Viale Pretoriano. In poco tempo,l’assistenza alla Cittadinanza fu avviata e divenne at-tiva. Al Contingente Italiano giunse, tra l’altro, ilplauso degli U.S.A. esternato in un articolo pubbli-cato dalla rivista Economist. In seguito, Antonino Torre partecipò, come AddettoStampa dello Stato Maggiore Esercito, a tutte le altremissioni all’estero: dall’Afghanistan al Kurdistan, dal-l’Iraq alla Somalia, dal Kosovo all’Albania.In Somalia fu, tra l’altro, l’ideatore di Radio Ibis or-ganizzata con mezzi di fortuna, che, nonostante le li-mitate potenzialità, riuscì a garantire trasmissionidistensive e di servizio. Tutto all’insegna di un inusi-tato estro misto alla tipica genialità italiana, generandola meraviglia degli Alleati che, nonostante la grandedisponibilità di mezzi e risorse, evidenziavano limita-zioni nell’assicurare le necessarie comunicazionialla popolazione residente.Si è scritto di lui “Generale dalle mille energie edalla franchezza stupefacente”, quando passato nella

Ho appreso con tristezza la notizia della tua dipartita.Caro gen. Antonino Torre, ti ricorderò per l’affetto e lastima che ci hanno legati per tanti anni nel nostro cam-mino granatieresco e per le tue importanti presenze neiruoli nazionali che hai sempre ricoperto con passione ecompetenza.

Rimarrai sempre nel mio cuore, ti ricorderò nelle miepreghiere.Ciao Antonino, grazie

tuo Costantino Bombonato (cl. 1924)ex Presidente Regionale Trentino-Alto Adige

Chi non era a conoscenza della criticità della sua salutenon poteva immaginare che dopo pochi giorni avrebbeconcluso la giornata terrena. Lo possiamo immaginare, non più in ufficio, mentrediscute con gli eroi della storia plurisecolare: “su di te

ho scritto senza risparmio, a te ho dedicato due paginee ho allegato pure le foto pesanti che mi hai mandato”.A noi, caro Antonino, lasci un vuoto davvero grande eti inviamo il nostro ringraziamento schietto e deferente,come hai meritato. Gra. Umberto Miccoli

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Riserva si presta alla Politica eviene eletto Consigliere in unaLista Civica con l’incarico di De-legato alla “Memoria di Roma”.Anche in questo periodo d’impe-gno civile, il Generale, come af-fettuosamente veniva chiamatoda tutti, esce fuori dagli schemicanonici. In occasione della ri-correnza della Breccia di PortaPia celebra i Soldati del Papa in-sieme ai Bersaglieri perché “unSoldato ricorda tutti: i vincitori ei vinti” e alla ricorrenza dei Ca-duti della Montagnola, numerialla mano, ristabilisce ed esaltala fattiva presenza dell’Esercitonella Difesa di Roma in queilontani giorni a ridosso dell’8 settembre 1943.Il 23 maggio alle 22,15 il Generale Torre è partito perl’ultimo viaggio che era riuscito a rinviare per 18 anni,combattendo la “bestia” e mai arrendendosi, ma sta-

volta … le forze nemiche sono state soverchianti….Buon viaggio, Granatiere! Nessuno muore sullaterra finché vive nel cuore di chi resta.

APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 45

SFILERANNO SEMPRE CON LE NOSTRE COLONNELLE

La rubrica «Sfileranno sempre con le nostre colonnelle» è finalizzata a ricordare i soli soci dell’Associazione che hanno lasciato questo mondo per ritornare alla Casa delPadre. Si sottolinea: I SOLI SOCI. Chi segnala il triste evento per la pubblicazione, dovrà comunicare le seguenti informazioni necessarie per la stesura del necrologio:sezione d’appartenenza; data di nascita e di morte; motivi del decesso; reparto Granatieri nel quale il defunto ha prestato servizio; eventuali campagne di guerra e decorazioniricevute; eventuali cariche associative rivestite. È opportuno, inoltre, che venga inviata una foto originale del defunto e non, come spesso avviene, fotocopie o copie ripresedai giornali. Tutti i testi, comunque, non dovranno superare le 12 righe, salvo le eccezioni che si potranno avere a insindacabile giudizio della redazione. La redazione, infine,sarà particolarmente grata a chi, avendone la possibilità, invierà un’offerta come, del resto, è previsto dal comma 5 dell’articolo 13 del Regolamento dell’Associazione.

Bruno MaccacaroSezione di Verona

Il giorno 10 maggio ci ha lasciato il gra-natiere Bruno Maccacaro di Bussolengo(VR), classe 1927. Aveva militato nel 1°rgtnell'immediato dopoguerra. Era stato au-tista dell'allora Colonnello Comandante.Aveva la più “antica” tessera della Sezionedi Verona e, per questo motivo, nel cor-rente anno, gli era stata recapitata la tesseraspecialmente creata per l'occasione.Alle esequie, la Colonnella della Sezione ac-compagnata da diversi granatieri. Presentianche insegne degli Alpini, dei Carabinieri e

degli Avieri. La Preghiera del Granatiere hasalutato un uomo che aveva sempre sentitofortemente l’appartenenza alla nostra Asso-ciazione, cosa che, fino a quando la salute loaveva assistito, aveva fatto si che non man-casse mai alle nostre più importanti manife-stazioni. Riposa in pace Bruno!

Alfredo TurriniSezione di Sommacampagna (VR)

Classe 1935, è andato avanti il 30 maggio2017 dopo una coraggiosa battaglia controil suo cuore, grande ma ammalato. Nella

sofferenza ha dato prova di grande valore. Aveva militato nel 1° Rgt negli anni1957/58, presso il Comando. Fu fiero edorgoglioso del suo essere stato granatiere,dedicò la propria vita alla terra ed all’agri-coltura con una particolare passione perla caccia.Suo nipote Filippo, grazie al quale ci giun-gono queste note, ricorda i racconti delnonno circa quel periodo. Gli mostrava gli alamari e le stellette e lofaceva partecipe dei suoi momenti nella“Città Eterna”: le esercitazioni, le guardie,le bravate tra commilitoni ed il suo servizio,diligente e attento nelle proprie mansioni.Tra i cimeli che mostrava a suo nipote car-toline di Roma firmate dai suoi commili-toni ed il foulard di ordinanza ancora intattoe piegato come fosse nuovo.Ha lasciato l'amatissima moglie Rita, idue figli Gianpaolo e Simone con le lorofamiglie e gli adorati nipoti, che semprelo ricorderanno con tanto amore.

Antonino Torre a Radio Ibis, in Somalia

La Famiglia

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Caro Direttore,il Tenente Roberto Di Pierro, vicecoman-dante della 7^ compagnia nel 1960 a Pie-tralata, mi ha informato della prematurascomparsa del caro amico e commilitoneFulvio Magno (10^ compagnia, stessoanno).Ci eravamo incontrati dopo 53 anni (!) al-l’adunata di Asiago (VI) nel giugno del 2016ed eravamo sempre rimasti in contatto tra-mite lunghe e fraterne telefonate.Avevamo ancora tante cose da dirci, ma iltempo ci è mancato ed ora l’amico Fulvio è“andato avanti” nel cielo dei bravi granatieri. Non avendo potuto partecipare alle per melontane esequie voglio ricordarlo ancoratramite il nostro giornale, sempre contanta stima e affetto.

Granatiere Claudio Vigini Sezione di Trieste

Giuseppe Gerottosezione di Jesolo

Il 22/05/2017 è andato avanti il Gra. Giu-seppe Gerotto della Sez. di Jesolo. Già inforza al 1° rgt. Granatieri Caserma Gandin,è stato congedato il 16.03.1967 per tornarenella sua Jesolo dove era nato il 04.04.1945e dove si era fatto una famiglia che lo col-merà di affetto e di stima fino al suo ultimogiorno di vita.Alle sue esequie erano presenti, oltre ad unfolto gruppo di Granatieri con la colonnelladella sez. di Jesolo, le sez. del basso piavecon i presidenti delle sez. di Jesolo, Eraclea,Meolo e Musile di Piave. Giuseppe Gerotto,sempre animato dalla sua grande fede, eraorgoglioso della sua bella famiglia ed era al-tresì molto fiero di appartenere alla nostraantica e storica famiglia di Granatieri. Perlui, così come dovrebbe essere per tutti noi,l’essere Granatieri era soprattutto sinonimodi onestà e di rettitudine. Uomo di grande statura morale, di grandemodestia, sempre prodigo nel dare buoniesempi, dotato di grande altruismo ed ani-mato da profondi sentimenti che lo arric-chivano di grande saggezza. Tutte coseabbastanza semplici, ma sufficienti a fare dilui un uomo di grandi virtù e di grande le-

Antonio Melatosezione di Dolo Riviera Del Brenta

L’amico granatiere Sergente Maggiore Anto-nio Melato della sezione Dolo Riviera DelBrenta (VE) nato il 7 ottobre 1924, pur-troppo ci ha lasciato il 27 febbraio 2017.Orgoglioso di essere granatiere, ci tenevamolto ad evidenziare il suo grado ed i suoialamari.Per noi è stato un ottimo presidente di se-zione. Alla cerimonia di addio erano presentiparecchie colonnelle delle sezioni vicine, erapresente pure il nostro presidente regionaleCav. Uff. Lino Marian.Ringraziamo tutti per la loro presenza.Alla fine della cerimonia è stata letta la pre-ghiera del granatiere. Bruno Tassetto

Rosario Capaldosezione di Salerno

Nato a Nocera Inferiore (SA) il 25 ottobre1951, presta servizio militare prima svol-gendo il Car ad Orvieto e poi trasferito aRoma al 1° reggimento Granatieri - Ca-serma Gandin. Congedatosi con il grado diSergente, nel 1973 si iscrive alla sezioneA.N.G.S. di Salerno, ricoprendo la caricadi segretario fino al 1976. Operaio della so-cietà Autostrade dal 1974, ricopre dal 1977la carica di Presidente di Sezione. Entra in dialisi nel 1998 subendo un tra-pianto di rene in Francia che lo tienesempre in precarie condizioni di salute.Nonostante questa situazione, partecipa at-tivamente all’organizzazione di raduni na-zionali e interregionali. Chiaro esempio diattaccamento ai valori associativi e alleForze Armate, nell’ottobre 2007 viene insi-gnito di Onorificenza al Merito della Re-pubblica. Purtroppo, l’ultimo periodo dellasua vita è stato molto difficile a causa di ul-teriori problemi fisici e nel 2015 lascia la ca-rica di Presidente di Sezione. Assistito amorevolmente dalla moglie, si-gnora Lina, e dai suoi quattro figli è “An-dato avanti” il 9 giugno 2017.

Arturo Brunello (Vittorio)sezione di Monselice

Il 9 febbraio 2017 è venuto a mancare a 93anni Arturo Brunello (Vittorio) all’affettodei suoi cari e dei Granatieri della sua se-zione di Monselice (PD). Uomo forte e coraggioso ha partecipato apiù combattimenti della II guerra mondialedistinguendosi nel valore per l’amore allaPatria e per il Corpo Granatieri. Fu narratore distinto e instancabile deglieventi legati alla sua lunga vita, trasmessi airaduni di Festa delle sezioni e nei moltepliciincontri d’amicizia devota con Granatieri edamici. La sezione di Monselice lo ricorderà semprecon affetto e stima per la sua testimonianzafedele, per l’incoraggiamento a proseguirecon entusiamo nel cammino intrapresodella partecipazione, del vivo ricordo e ca-lorosa fede nei valori umani, sociali, comu-nitari della nostra amata Italia.

Attilio Bordinasezione di Vercelli

Con grande rimpianto la sezione di Vercellicomunica la scomparsa del socio GranatiereAttilio Bordina, deceduto il giorno 2 aprile2017 dopo breve malattia.Nato il 2 settembre del 1947, era iscritto allasezione dal gennaio 2000 ed ha sempre por-tato con orgoglio i “Bianchi Alamari”.Aveva prestato servizio militare nel IV° btg.meccanizzato alla Caserma “De Carolis” diCivitavecchia.Durante i vari raduni A.N.G.S. organiz-zati dalla sezione vercellese ha sempresvolto il compito di alfiere della Colon-nella Regionale, compito del quale era moltoorgoglioso.Era membro del Consiglio Direttivo della se-zione di Vercelli.I soci della sezione vercellese esprimonoalla moglie Daniela, al figlio ed a tutti i fa-migliari il loro profondo cordoglio e la loropartecipazione per la grave perdita.

APRILE-GIUGNO 201746 IL GRANATIERE

SFILERANNO SEMPRE cON LE NOStRE cOLONNELLE

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vatura da imitare e portare sempre come mo-dello di vita, certi che sia questo, per noi, ilmodo migliore per onorare la sua memoria.

Giuseppe Maritansezione di Dolo Riviera del Brenta

Qualche mese fa ci ha lasciato l’amico Gra-natiere Giuseppe Maritan classe 1933.Era uno dei fondatori della nostra sezione diDolo Riviera del Brenta (Venezia). Era sempre presente alle manifestazioni com-patibilmente al suo stato di salute.Lo ringraziamo per quello che ci ha dato,sarà un esempio da imitare.

Bruno Tassetto

Giovanni Battista Pertilesezione di Bassano del Grappa

Nato a Marostica il 25.05.1942 “CAR” adOrvieto e poi in servizio a Pietralata a Roma,ha fatto anche delle guardie al Quirinale. Ap-partenente alla sezione di Bassano del Grappa.Caro papà, ora che non ci sei più mi accorgoquante cose avrei ancora da dirti. Ti vedo sem-pre qui davanti ai miei occhi con il tuo fisicopossente che da piccola non riuscivo ad abbrac-ciare tutto. Ti vedo con i tuoi nipotini che tantohai atteso e amato. Hai dedicato tutta la tuavita al duro lavoro della terra senza mai rispar-miarti e fino a che ne hai avuto la forza. Ri-cordo la tua fierezza nell’essere un Granatiere eil tuo orgoglio di farne parte e ogni volta che neparlavi ti si illuminava lo sguardo facendo par-tecipi tutti. Quando la salute te lo permettevapresenziavi ai raduni su nell’altopiano di Asiagosoprattutto al monte Cengio “monte sacro allaPatria” per ricordare il grande sacrificio di viteche anche i granatieri hanno apportato. Ricor-davi con orgoglio il nostro cugino granatiereanche lui Tenente Fausto Del Torre e dei suoiracconti di guerra in Grecia, Albania e il pe-riodo di prigionia tedesca. Nella tua semplicevita ci hai insegnato il sacrificio del duro lavoro,la dedizione e la perseveranza. Per me papàsarai sempre il mio “gigante buono”.

Cristina

La moglie Marisa assieme ai figli Roberta,Cristina Alessandra e Gino, i nipoti ringra-ziano coloro che hanno partecipato al nostrodolore, in particolare la Sezione dei Grana-tieri di Bassano del Grappa.

Giuseppe Massetti sezione di Crema

È venuto a mancare all’effetto dei suoi cari edi tutti i granatieri della sezione, lì 11 feb-braio 2017, il Granatiere Massetti Giuseppeclasse 1930. Aveva svolto il servizio di levanel 1° reggimento granatieri nella casermaGandin di Roma nel periodo 1951/52. Futra i fondatori della sezione di Crema, concui ha sempre partecipato, con orgoglio, atutte le attività e ai raduni delle varie sezionilimitrofe della Lombardia.Il presidente e i commilitoni della sezione siuniscono al dolore dei famigliari, ai quali rin-novano le più sentite condoglianze.

Don Renzo Fanfani Granatiere e prete operaio

Difficile inquadrare la vita di Renzo Fanfani.Ripercorrerne le tappe, però, ci delinea unapersonalità sempre rivolta con attenzionemassima agli altri. Nasce a Firenze nel 1935e appena diplomato ragioniere, a 19 anni,trova lavoro nella storica fabbrica fiorentinadel Pignone. Ma non è la sua vita; nel 1955affronta le selezioni per l’accesso all’Accade-mia Militare di Modena. Le supera brillante-mente e viene ammesso al 12° Corso AllieviUfficiali. Terminato il Corso, viene assegnatoal 1° rgt. Granatieri di Sardegna presso la Ca-serma Gandin, dove opera per 8 anni. Suc-cessivamente viene trasferito presso la ScuolaMilitare Nunziatella di Napoli quale Ufficialed’inquadramento degli allievi. Rientrato aRoma viene promosso Capitano. Lascial’Esercito e viene ordinato Sacerdote nel 1966.Ma i Granatieri e l’esperienza fatta segnano lasua vita. Gli Alamari li porterà sempre nelcuore e li vorrà, per espressa volontà, attornoal collo nella bara. Non solo, in un articolo

del 2007 uscito nelle cronache locali, si leggedi lui:” Don Renzo Fanfani, dai Granatieri aivoti, una vita in trincea”. Vediamo perché: ri-spetto rigoroso di tutte le regole e di tutti i di-ritti, considera la Carta Costituzionale comeuna sorta di “Bibbia Laica”. Nella memoriadi tutti la battaglia per il NO al referendumdel 2006. Prete operaio, ha fatto il vetraio e ilsaldatore, conoscendo rischi e fatiche di queilavori. Ha condiviso le lotte per un lavoro pertutti e per un lavoro dignitoso. Parroco di lo-calità difficili nell’Empolese, si è sempre con-quistato il seguito anche di persone che benpoco avevano da spartire con la Chiesa tradi-zionale. Sempre nelle cronache locali, adopera del Giornalista Paolo Santini, fu rac-contata la cosiddetta “Ultima Messa” di DonRenzo (che poi ultima non fu, perché fu sem-plicemente “trasferito” a fare il Parroco in unpaese del Trentino e poi tornò ad Empoli).Messa celebrata nella Casa del Popolo adAvane. Invitati di riguardo tanti CommilitoniGranatieri, tra cui anche due Generali...e ter-minata la Messa, tutti a prendere l’aperitivonell’area di fronte alla Casa del Popolo, oveera in corso la Festa dell’Unità. Paolo Santinidescrive quei momenti come indimenticabilie ci danno la dimensione di un Uomo votato,come si dice oggi, a fare squadra attorno a se,quale che sia l’ambito operativo. Ci ha lasciatoil 30 maggio scorso e la Famiglia ha partico-larmente apprezzato la presenza della Colon-nella Regionale e di S. Miniato.

Ho appreso con dolore dal “Granatiere” lanotizia della morte del granatiere e pittoreUmberto Sgarzi di Bologna, del quale eroamico di vecchia data per averlo incontratopiù volte ai raduni di granatieri e in diversemostre d’arte, oltre che nella sua casa di Bo-logna e di Milano Marittima e nella mia casadi Faenza. Ho riguardato fra le mie cose le di-verse lettere che in varie occasioni ci siamoscambiati e rivisto i disegnini raffiguranti unpresepio quando mi mandava gli auguri na-talizi oppure un granatierino sull’attenti in at-teggiamento di saluto militare, per salutarmi.Vi mando in copia un gustoso disegno da luifatto durante un incontro conviviale che luifece molti anni fa, dedicandomelo con ami-cizia, se vorrete pubblicarlo. Vero Rava

APRILE-GIUGNO 2017 IL GRANATIERE 47

SFILERANNO SEMPRE cON LE NOStRE cOLONNELLE

Page 48: DI NOI TREMÒ LA NOSTRA VECCHIA GLORIA. TRE SECOLI … Granatiere-2-17.pdf · l’Aula consiliare del Comune di Asiago, dopo l’appro-vazione del nuovo Statuto. ... Bilancio consuntivo

ALAMARO A SPILLO ARGENtAtO

BAVERO DI PANNO ROSSO cON ALAMARI

BAScO DI PANNO NERO

cRESt ARALDIcO DELL’ANGS

cOPPIA DI GRANAtINE IN MEtALLO BIANcO PER BAVERO

GRANAtINE A SPILLO/cLIP IN SIMILORO/SILVER PER GIAccA

cRAVAttA REGGIMENtALE IN POLIEStERE

DIScO AUtOADESIVO PER MAccHINA

FREGIO MEtALLIcO PER BAScO

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LIBRO “IL IV BATTAGLIONE CONTROCARRO”

LIBRO “LE STAGIONI BALCANICHE”

LIBRO “QUADRI DI BATTAGLIA DEL 3° RGT. GRANATIERI DI SARDEGNA”

LIBRO “I GRANATIERIDI SARDEGNA SUL MONTE CENGIO”

LIBRO “TRA SABBIA E STELLE”

LIBRO “10 ANNI COL SIGNORNÒ”

OPUScOLO SULLA EPOPEA DEL cENGIO

MEDAGLIE DEI VARI RADUNI NAZIONALI

PORtAcHIAVI REt. A MOLLA cON MEDAGLIA SILVER

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