Quando la terra tremò: il terremoto del 23 novembre 1980 · Ordine Regionali dei Geologi di...

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1 Quando la terra tremò: il terremoto del 23 novembre 1980Il Convegno della SIGEA tenutosi a Calitri il 22/11/2010 in occasione del trentennale del terremoto del 23 novembre 1980 Lunedì pomeriggio 22 novembre 20010 presso la Sala Conferenze della Comunità Montana dell’Alta Irpinia a Calitri, si è tenuto il Convegno dal titolo: “Quando la terra tremò: il terremoto del 23 novembre 1980”. L’iniziativa è stata organizzata dalle Sezioni regionali di Puglia, Basilicata e Campania della SIGEA e dalla Comunità Montana dell’Alta Irpinia ed è stato patrocinato dalla Regione Puglia, Campania e Basilicata, dalla Provincia di Avellino, dal Comune di Calitri e dai tre Ordine Regionali dei Geologi di Puglia, Campania e Basilicata. Il Convegno è iniziato con i saluti dei Presidenti delle tre sezioni regionali della SIGEA a cui è seguito quello del dott. Di Milia, Presidente della Comunità Montana Alta Irpinia, il quale ha delineato in maniera puntuale quanto è stato fatto per la ricostruzione e quanto ancora resta in attesa di trovare adeguata copertura finanziaria per essere ultimato. A questi si è aggiunto l’inatteso saluto dell’on. Gargani che, oltre a rimarcare le peculiarità ed i punti di forza del mezzogiorno e del territorio irpino in particolare, ha auspicato una stagione di maggiore consapevolezza ed attenzione alle problematiche inerenti il rischio sismico a che non abbiano a ripetersi nuove sciagure come quelle accadute. Con questi incoraggianti stimoli sono iniziate le relazioni previste in programma. Ha aperto i lavori il prof. Schiattarella dell’Università degli Studi della Basilicata con un’ampia presentazione dal titolo: “Assetto morfostrutturale e neotettonica delle aree dei terremoti dell’Irpinia (1980) e del Monte Vulture (1930)”. Partendo dal background delle conoscenze geologiche precedenti al sisma del 1980, il prof. Schiattarella ha messo in evidenza la stretta correlazione che esiste fra evoluzione morfologica del territorio e dinamica delle strutture tettoniche mettendo in luce i marker morfotettonici quali fondamentali indicatori dei processi geodinamici in atto. Nel corso della presentazione sono state poi illustrate nel dettaglio le strutture sismogenetiche responsabili del terremoto del 23/11/1980 e del 23/07/1930 attraverso una interessante casistica di faglie di cui è stato ricostruito il cinematismo. A questi è seguito un’importante intervento del dott. Naso del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale dal titolo: “La prevenzione sismica dall’Irpinia a oggi: il ruolo dei geologi e la microzonazione sismica” che ha illustrato i più recenti indirizzi in tema di pianificazione sismica in

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“Quando la terra tremò: il terremoto del 23 novembre 1980”

Il Convegno della SIGEA tenutosi a Calitri il 22/11/2010 in occasione del trentennale del

terremoto del 23 novembre 1980

Lunedì pomeriggio 22 novembre 20010 presso la Sala Conferenze della Comunità Montana dell’Alta Irpinia a Calitri, si è tenuto il Convegno dal titolo: “Quando la terra tremò: il terremoto del 23

novembre 1980”. L’iniziativa è stata organizzata dalle Sezioni regionali di Puglia, Basilicata e Campania della SIGEA e dalla Comunità Montana dell’Alta Irpinia ed è stato patrocinato dalla Regione Puglia, Campania e Basilicata, dalla Provincia di Avellino, dal Comune di Calitri e dai tre Ordine Regionali dei Geologi di Puglia, Campania e Basilicata.

Il Convegno è iniziato con i saluti dei Presidenti delle tre sezioni regionali della SIGEA a cui è seguito quello del dott. Di Milia, Presidente della Comunità Montana Alta Irpinia, il quale ha delineato in maniera puntuale quanto è stato fatto per la ricostruzione e quanto ancora resta in attesa di trovare adeguata copertura finanziaria per essere ultimato. A questi si è aggiunto l’inatteso saluto dell’on. Gargani che, oltre a rimarcare le peculiarità ed i punti di forza del mezzogiorno e del territorio irpino in particolare, ha auspicato una stagione di maggiore consapevolezza ed attenzione alle problematiche inerenti il rischio sismico a che non abbiano a ripetersi nuove sciagure come quelle accadute.

Con questi incoraggianti stimoli sono iniziate le relazioni previste in programma.

Ha aperto i lavori il prof. Schiattarella dell’Università degli Studi della Basilicata con un’ampia presentazione dal titolo: “Assetto morfostrutturale e neotettonica delle aree dei terremoti

dell’Irpinia (1980) e del Monte Vulture (1930)”. Partendo dal background delle conoscenze geologiche precedenti al sisma del 1980, il prof. Schiattarella ha messo in evidenza la stretta correlazione che esiste fra evoluzione morfologica del territorio e dinamica delle strutture tettoniche mettendo in luce i marker morfotettonici quali fondamentali indicatori dei processi geodinamici in atto. Nel corso della presentazione sono state poi illustrate nel dettaglio le strutture sismogenetiche responsabili del terremoto del 23/11/1980 e del 23/07/1930 attraverso una interessante casistica di faglie di cui è stato ricostruito il cinematismo.

A questi è seguito un’importante intervento del dott. Naso del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale dal titolo: “La prevenzione sismica dall’Irpinia a oggi: il ruolo dei geologi e la

microzonazione sismica” che ha illustrato i più recenti indirizzi in tema di pianificazione sismica in

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Italia a partire dal terremoto del Friuli del 1976 passando per quello dell’Irpinia del 1980 fino al recente evento de L’Aquila. Ha poi presentato nel dettaglio i criteri metodologici e le possibili applicazione delle nuove linee guida per la redazione degli studi di microzonazione sismica sia nel campo della progettazione sia in quello della pianificazione urbanistica, evidenziando l’importanza degli aspetti geologici nei diversi livelli di approfondimento degli studi e delle professionalità in campo geologico da impiegare non solo in fase di prevenzione ma anche in quella di gestione dell’emergenza.

Sul tema della gestione dell’emergenza si è soffermato il dott. Castenetto del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale con l’intervento: “Il terremoto del 1980: punto di svolta scientifico e

normativo”. La presentazione è stata toccante per le rievocazioni che ha proposto attraverso i titoli dei giornali dell’epoca e le foto dell’accaduto. È stato illustrato lo stato embrionale del sistema di Protezione Civile alla vigilia del terremoto dell’80 che da lì in poi, proprio grazie a quell’evento, è stata pianificata e resa operativa non solo durante le fasi emergenziali ma soprattutto attraverso un sistema moderno di conoscenza e monitoraggio del territorio come ad esempio la rete accelerometrica e di sorveglianza sismica da parte dell’INGV in seno al Dipartimento della Protezione Civile Nazionale.

Il prof. Del Gaudio nella sua presentazione: “La sismo-induzione di frane nei terremoti irpini del

1930 e 1980” ha presentato una ricca casistica di fenomeni franosi indotti dalle azioni sismiche dei due terremoti. La relazione ha suscitato particolare interesse, oltre che per i concreti casi di studio riportati, anche per i notevoli spunti di carattere applicativo cui orientare le verifiche di back-analisys. Di non secondaria importanza sono state poi le riflessioni circa lo sfasamento cronologico fra terremoti e frane indotte che hanno fondamentale importanza proprio nelle primissime fasi di gestione delle emergenze di Protezione Civile.

Ha concluso gli interventi in programma la relazione dell’ing. Savanella del Ministero delle Infrastrutture - Ufficio Tecnico per le Dighe di Napoli: “Il controllo delle grandi dighe in Italia.

Procedure previste a seguito di eventi sismici.”. Oltre a definire il quadro normativo inerente il parco delle grandi dighe in Italia sono state presentate le procedure previste da eseguire in caso di terremoto in relazione alla magnitudo ed alla distanza epicentrale. Un interessante caso di studio in merito alla gestione a seguito di un evento sismico è stato quello della diga di Campotosto in Abbruzzo, dove oltre ai controlli di routine erano stati installate anche due terne accelerometriche cha hanno permesso di misurare la PGA sia sul coronamento sia sul terreno di fondazione dello sbarramento. L’intervento si è concluso con una panoramica circa la sicurezza sismica delle grandi dighe in Italia.

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Durante il Convegno, grazie al prof. Schiattarella, è stata distribuita ai partecipanti copia della recente: “Carta Geologica del settore Orientale del Bacino dell’Ofanto” che è stata poi formalmente consegnata al Presidente dott. Di Milia il quale ha assunto la disponibilità della Comunità Montana dell’Alta Irpinia ad ospitare altre iniziative del genere ed a produrre gli atti del Convegno.

Al termine delle presentazioni è seguita un’ampia discussione durante la Tavola Rotonda moderata da Gioacchino Lena (vice-presidente della SIGEA) a cui hanno partecipato: Giovanni Calcagnì (Presidente dell’Ordine dei Geologi di Puglia), Raffaele Carbone (Consigliere dell’Ordine dei Geologi di Basilicata), Carmine Di Cicco (Consigliere dell’Ordine dei Geologi della Campania), Antonio Placido (Sindaco di Rionero in Vulture). I lavori sono stati chiusi dal dott. Di Milia, Presidente della Comunità Montana dell’Alta Irpinia.

L’assessore delle Regione Puglia Angela Barbanente per sopraggiunti impegni istituzionali non ha potuto partecipare al Convegno a cui però non ha fatto mancare il suo contributo a testimonianza della vicinanza alle problematiche affrontate: “Per impegni istituzionali sopraggiunti non potrò partecipare all'iniziativa in oggetto. Desidero fare presente che me ne dolgo moltissimo non solo per l'autorevolezza degli

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organizzatori e l'elevata qualità dei contributi previsti ma soprattutto per l'alto valore simbolico dell'iniziativa.

Non dimenticare e riflettere sull'esperienza è di vitale importanza per far crescere le sensibilità sui temi del

corretto governo del territorio e dell'ambiente e per migliorare le concrete modalità di tutela e trasformazione. Con

i migliori saluti e auguri di buon lavoro. Angela Barbanente”.

Il convegno è stato realizzato senza contributi, ad eccezione delle stampe degli inviti e dei manifesti, ed i relatori hanno partecipato in forma gratuita senza alcun rimborso spese. Al Convegno hanno partecipato circa un centinaio di persone fra geologi, ingegneri, architetti, tecnici di enti locali ed amministratori pubblici provenienti dalla Campania, dalla Basilicata e dalla Puglia. Questo è stato motivo di orgoglio fra gli organizzatori perché è stato colto da parte dei partecipanti lo spirito dell’iniziativa svolta direttamente nell’area di massima distribuzione dell’evento sismico.

A conclusione della giornata si possono senz’altro individuare due obiettivi raggiunti nel corso dell’iniziativa. Il primo è stato di natura tecnico-scientifica: è ormai chiaro a tutti l’importanza della conoscenza geologica, del monitoraggio geotecnico sulle opere strategiche e degli studi di risposta sismica locale. Il secondo aspetto, altrettanto importante, è stato l’unanime condivisione di strategie di mitigazione del rischio sismico da utilizzare direttamente nella pianificazione territoriale a tutti i livelli. In quest’ottica rivestono fondamentale importanza gli studi di microzonazione sismica di I, II e III livello. A questo possiamo aggiungere senza dubbio l’importanza sempre maggiore nell’utilizzo delle competenze in campo geologico anche nella fase di gestione delle emergenze.