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GEOLOGI e TERRITORIO GEOLOGI e TERRITORIO - 29 - 1. PREMESSA Il settore dell’attività estrattiva riguar- dante le pietre ornamentali ha in Puglia una tradizione antichissima che ha riscontrato anche di recente un buon successo sia nella commercializzazione in Italia che all’estero. Secondo i dati ufficiali della Regione Puglia (2001) nella sola Provincia di Bari vengono estratti circa 350.000 metri cubi di materiale lapideo riconducibile a diversi tipi di pietre ornamentali, come il Bian- cone, il Perlato Svevo, il serpeggiante, ecc. Allo stato attuale, la discreta domanda di mercato si scontra con il progressivo esau- rimento dei giacimenti storici. Inoltre, gli strumenti urbanistici regionali di pianifica- zione territoriale di recente attuazione hanno ridotto le aree sulle quale è consen- tito aprire nuove attività estrattive, attra- verso un sistema di vincoli destinati alla tutela del territorio. Nasce dunque l’esigenza di trovare nuovi giacimenti soprattutto di pietre orna- mentali che compatibilmente con gli indi- rizzi di tutela del territorio possano permet- tere l’apertura di nuove cave. Gli scriventi ritengono che, in questo contesto, le tecniche geologiche tradizio- nali quali il rilevamento geologico e la stra- tigrafia possano fornire un contributo determinante nella individuazione di nuovi giacimenti di pietre ornamentali soprattutto nell’area delle Murge. L’ipotesi di lavoro sulla quale è basata questa ricerca si fonda sulla peculiare carat- teristica della struttura geologico-sedimen- taria delle rocce carbonatiche cretaciche affioranti nel territorio murgiano: la buona esposizione degli affioramenti, la notevole continuità laterale delle facies carbonatiche, l’assenza quasi totale di strutture disgiun- tive con forti rigetti e la presenza di blande strutture plicative, permettono di avere un assetto stratigrafico e strutturale piuttosto semplificato. Il rilevamento geologico implementato dalle tecniche tradizionali di interpreta- zione dei dati stratigrafici, quali per esempio lo studio biostratigrafico, permette di riconoscere con precisione i livelli corri- spondenti ai giacimenti di pietre ornamen- tali. L’attività estrattiva nell’area murgiana è caratterizzata dalla presenza di bacini mine- rari piuttosto ravvicinati dovuti appunto alla distribuzione degli strati e degli spessori di strati che si presentano con continuità su vaste aree proprio grazie alla struttura degli ammassi rocciosi poco disturbati tettonica- mente e con giaciture spesso suborizzon- tali. Nel presente lavoro vengono descritti i risultati ottenuti nella ricerca di nuovi giaci- menti di Perlato Svevo, in aree diverse da quelle tradizionali (Ruvo di Puglia). La ricerca di nuovi giacimenti di Perlato Svevo si è in passato basata solo su un cri- terio di vicinanza alle cave già in esercizio e sul riconoscimento visivo delle sue carat- TECNICHE GEOLOGICHE TRADIZIONALI NELLA RICERCA DI NUOVI GIACIMENTI DI PIETRE ORNAMENTALI IN PUGLIA Alessandro Reina 1 & Luigi Buttiglione 2 1 Iscritto n° 213 ORG - Puglia Ricercatore Universitario Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale – Politecnico di Bari 2 Iscritto n° 244 ORG-Puglia ORDINE REGIONALE DEI GEOLOGI - PUGLIA n° 1/2 - 2005 pagg. 29-40

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1. PREMESSA

Il settore dell’attività estrattiva riguar-dante le pietre ornamentali ha in Puglia unatradizione antichissima che ha riscontratoanche di recente un buon successo sia nellacommercializzazione in Italia che all’estero.

Secondo i dati ufficiali della RegionePuglia (2001) nella sola Provincia di Barivengono estratti circa 350.000 metri cubi dimateriale lapideo riconducibile a diversitipi di pietre ornamentali, come il Bian-cone, il Perlato Svevo, il serpeggiante, ecc.Allo stato attuale, la discreta domanda dimercato si scontra con il progressivo esau-rimento dei giacimenti storici. Inoltre, glistrumenti urbanistici regionali di pianifica-zione territoriale di recente attuazionehanno ridotto le aree sulle quale è consen-tito aprire nuove attività estrattive, attra-verso un sistema di vincoli destinati allatutela del territorio.

Nasce dunque l’esigenza di trovarenuovi giacimenti soprattutto di pietre orna-mentali che compatibilmente con gli indi-rizzi di tutela del territorio possano permet-tere l’apertura di nuove cave.

Gli scriventi ritengono che, in questocontesto, le tecniche geologiche tradizio-nali quali il rilevamento geologico e la stra-tigrafia possano fornire un contributodeterminante nella individuazione di nuovigiacimenti di pietre ornamentali soprattuttonell’area delle Murge.

L’ipotesi di lavoro sulla quale è basata

questa ricerca si fonda sulla peculiare carat-teristica della struttura geologico-sedimen-taria delle rocce carbonatiche cretacicheaffioranti nel territorio murgiano: la buonaesposizione degli affioramenti, la notevolecontinuità laterale delle facies carbonatiche,l’assenza quasi totale di strutture disgiun-tive con forti rigetti e la presenza di blandestrutture plicative, permettono di avere unassetto stratigrafico e strutturale piuttostosemplificato.

Il rilevamento geologico implementatodalle tecniche tradizionali di interpreta-zione dei dati stratigrafici, quali peresempio lo studio biostratigrafico, permettedi riconoscere con precisione i livelli corri-spondenti ai giacimenti di pietre ornamen-tali.

L’attività estrattiva nell’area murgiana ècaratterizzata dalla presenza di bacini mine-rari piuttosto ravvicinati dovuti appunto alladistribuzione degli strati e degli spessori distrati che si presentano con continuità suvaste aree proprio grazie alla struttura degliammassi rocciosi poco disturbati tettonica-mente e con giaciture spesso suborizzon-tali.

Nel presente lavoro vengono descritti irisultati ottenuti nella ricerca di nuovi giaci-menti di Perlato Svevo, in aree diverse daquelle tradizionali (Ruvo di Puglia).

La ricerca di nuovi giacimenti di PerlatoSvevo si è in passato basata solo su un cri-terio di vicinanza alle cave già in esercizioe sul riconoscimento visivo delle sue carat-

TECNICHE GEOLOGICHE TRADIZIONALI NELLA RICERCA DI NUOVI GIACIMENTI DI PIETRE ORNAMENTALI IN PUGLIA

Alessandro Reina1 & Luigi Buttiglione2

1 Iscritto n° 213 ORG - Puglia Ricercatore UniversitarioDipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale – Politecnico di Bari

2 Iscritto n° 244 ORG-Puglia

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teristiche.Con il presente studio si vuole suggerire

attraverso l’identificazione delle caratteri-stiche stratigrafiche dei livelli del perlatoSvevo la possibilità di individuare nuovecave anche in aree distanti da quelle tradi-zionali, attraverso l’applicazione di precisecorrelazioni stratigrafiche.

Lo studio geologico ha riguardato unaporzione del territorio murgiano compresatra i comuni di Acquaviva delle Fonti, San-nicandro di Bari, Grumo Appula e CassanoMurge. La scelta di quest’area è derivatadirettamente dalle indicazioni scaturitedalle indicazioni bibliografiche e dall’analisidella Carta Geologica d’Italia alla scala1:100.000

Allo scopo di identificare la posi-zione stratigrafica, gli spessori degli stratiutili e la varietà delle rocce presenti, è stataeseguita la campionatura di alcune succes-sioni affioranti nel territorio su indicato,integrate con l’analisi delle stratigrafie edelle testimonianze di perforazione di son-daggi meccanici a carotaggio continuo rea-lizzati per opere civili.

2. GEOLOGIA DEL TERRITORIO MURGIANO

Le Murge costituiscono l’altopianocalcareo della regione pugliese, corrispon-dente al tratto affiorante della successionedi rocce appartenenti all’Avampaese apulo,e che si estende in direzione NW-SE, paral-lelamente al margine della avanfossaappenninica, tra i rilievi del Gargano edelle Serre Salentine.

L’andamento pianeggiante del territorioè interrotto da incisioni, depressioni e scar-pate. Le numerose lame e vallecole cheincidono il tavolato calcareo e che inter-rompono trasversalmente le scarpate, sisono insediate per la maggior parte su pic-cole fratture e faglie secondarie o su pieghesinclinali di importanza modesta. Anche il

carsismo ha giocato un ruolo importantenel modellamento morfologico delleMurge. Le forme più diffuse sono le vore,gli inghiottiti e le doline.

Dal punto di vista strutturale le Murgecorrispondono ad un rilievo tabulare allun-gato nello stesso senso della Fossa Brada-nica, delimitato sul margine sud orientaleda una estesa scarpata; verso N-E, proce-dendo cioè verso l’Adriatico, il rilievo mur-giano degrada sino al livello del mare attra-verso una serie di ripiani collegati da evi-denti gradini morfologici.

I sedimenti carbonatici di età cretaceache costituiscono la struttura principale delterritorio formano una estesa monoclinalecon immersione degli strati a S-SO, compli-cata da blande pieghe e da sistemi di faglienormali combinati in una struttura a gradinicon blocchi progressivamente abbassati aNW; la struttura a gradinata si deve al piùimportante sistema di faglie presente nellaregione che ha un orientamento WNW-ESE.

Il quadro litostratigrafico che caratterizzail settore geografico delle Murge baresirisulta rappresentato schematicamente dauna spessa successione di rocce carbona-tiche stratificate di età cretacica sulla qualepoggiano in trasgressione lembi residui didepositi quaternari sia marini che continen-tali. La successione cretacica è costituita dafacies carbonatiche di calcari micritici conalghe e foraminiferi, calcari biostromali edolomie riconducibili ad ambienti di sedi-mentazione di piattaforma carbonaticainterna. Le unità litologiche quaternarie tra-sgressive sui calcari del Cretaceo risultanocostituite da depositi marini biocalcareniticidel Pleistocene, da depositi marini terraz-zati sabbioso - argillosi del Pleistocenesuperiore e da depositi continentali siltoso- argillosi rossastri (terre rosse) dell’Olo-cene.

Dal punto di vista stratigrafico nell’areamurgiana sono state riconosciute leseguenti unità litostratigrafiche:

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– Depositi alluvionali attuali e recenti -terre rosse (Olocene)

– Depositi marini terrazzati (Pleistocenemedio - superiore)

– Calcarenite di Gravina (Plio - Pleisto-cene)

– Calcare di Ostuni e Calcare di Caranna(Campaniano sup)

– Calcare di Altamura (Senoniano)– Calcare di Bari (Valanginiano - Turo-

niano inf.)Calcare di Bari: Si tratta di banchi e strati

di calcari micritici e dolomicriti ad alghe eforaminiferi con episodici livelli a Rudiste.Costituisce una successione carbonatica dipiattaforma interna con sedimentazione dimare sottile (tidale, lagunare) compensatada subsidenza.

La base non è stata riconosciuta in affio-ramento. Il tetto è caratterizzato da unasuperficie di emersione che ha carattereregionale ed è marcata sia dalla presenza diuna discordanza angolare che da depositicontinentali di tipo residuale (bauxiti, siltgiallastri, terre rosse). Lo spessore puòessere stimato pari a circa 2000m.

Dal punto di vista paleoambientale, nel-l’intervallo Valanginiano p.p. - Aptiano inf.,alla regione delle Murge corrispondeva undominio di piattaforma carbonatica interna,molto poco profonda, poiché caratterizzatada popolamenti infralittorali; con acquemolto calme, com’è testimoniato dalla domi-nanza di facies fangose (o melmose) calcaree.

Nella parte terminale della formazione(Cenomaniano – Turoniano) la tendenzaall’instaurarsi di ambienti più profondi nellasuccessione di piattaforma interna è testi-moniata dalla presenza delle facies interti-dali - subtidali caratterizzate da una mag-giore diffusione delle rudiste che tendono aformare biocostruzioni ed accumuli sinsedi-mentari.

In questo studio si è preso in considera-zione un particolare tipo di pietra orna-

mentale, molto richiesto sul mercato, deno-minato Perlato Svevo.

Le cave attualmente in esercizio cheestraggono il Perlato Svevo sono localizzateesclusivamente nell’area di Contrada Barilenelle campagne di Ruvo di Puglia. La col-locazione stratigrafica degli strati corrispon-denti alla pietra naturale denominata Per-lato Svevo è individuata nella parte termi-nale della formazione del Calcare di Bari(Membro Sannicandro sensu Luperto Sinni& Borgomano, 1989) riconducibile adun’età Cenomaniano superiore – Turonianoinf. (Iannone e Laviano 1980; Reina eLuperto Sinni, 1994). L’identificazione diquesto intervallo di strati si basa sulle carat-teristiche delle peculiari facies sedimentariee sul contenuto dell’associazione macro emicropaleontologica. La facies costituitaprincipalmente da calcari biostromali arudiste associati a calcareniti tipo rudstonee grainstone, debolmente clinostratificate,si identifica con ambienti di piattaformacarbonatica caratterizzati da un sensibileidrodinamismo. L’associazione macropa-leontologica è caratterizzata dalla contem-poranea presenza di Sauvagesinidi, Capri-nidi e Radiolitidi (per esempio Sauvagesiasharpei, S. nicaisei, Caprinula boissyi). Nel-l’associazione micropalentologica si ricono-scono foraminiferi quali Cisalveolina fallax,Chrysalidina gradata, Pseudolituonella rei-cheli, Psudorhapydionina dubia, Nummo-fallotia apula, Nezzazata sp e alghe comeHeteroporella lepina.

3. CARATTERISTICHE GIACIMENTOLO-GICHE DELL’AREA DI STUDIO

Il presente studio, sulla base delle cono-scenze stratigrafiche e micropaleontolo-giche esistenti sul territorio murgiano(Reina e Luperto Sinni, 1994), ha indivi-duato un’area dove anche la Carta Geolo-gica d’Italia (F°190 “Altamura; scala

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Figura 1 - Le rocce lapidee che attualmente vengono utilizzate nella estrazione di pietre ornamentali nelleMurge sono riconducibili esclusivamente all’unità stratigrafica del Calcare di Bari

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1:100.000) riporta l’affioramento del LivelloSannicandro del Calcare di Bari (successi-vamente indicato come Membro Sanni-candro da Luperto Sinni & Borgomano,1989): tale intervallo si caratterizza per lapresenza, nell’associazione micropaleonto-logica, di Cisalveolina fallax REICHEL fossileguida del Cenomaniano superiore e quindidegli strati riconducibili all’intervallo strati-grafico comprendente il Perlato Svevo.

L’area individuata è compresa nei terri-tori comunali di Cassano, Sannicandro,Grumo e Acquaviva delle Fonti.

Al fine di verificare l’esistenza di possi-bili altri giacimenti di Perlato Svevo è statocondotto il rilevamento geologico e lostudio stratigrafico sedimentologico didiversi affioramenti e di successioni di stratipresenti lungo diversi tratti stradali intrincea.

La successione stratigrafica che caratte-rizza l’area studiata risulta costituita da stratie banchi di calcari micritici, di calcari bio-detritici e di calcari dolomitici con giacitureprevalentemente orientate verso sud ovest.

Il rilevamento geologico e lo studio stra-tigrafico hanno permesso il riconoscimentodelle seguenti unità stratigrafiche:

“Calcare di Bari”

Nella zona in esame affiorano estesa-mente gli strati di roccia carbonatica (cal-cari, calcari dolomitici e dolomie) riferibilialla parte terminale della formazione. Inparticolare, in quest’area affiorano i livellipiù recenti del Calcare di Bari, che possonoessere riferiti prevalentemente al Cenoma-niano, per la presenza di associazionimacro e micro paleontologiche quali: Sau-vagesia sharpei, Chrysalidina gradata, Pseu-dolituonella reicheli, Psudorhapydioninadubia, Nummofallotia apula, Nezzazata spe alghe come Heteroporella lepina.

In quest’area sono stati individuati i

livelli stratigrafici correlabili dal punto divista litologico, sedimentologico e micropa-leontologico con gli strati riconducibili almateriale lapideo noto come Perlato Svevo:lo spessore di questi livelli non superacomplessivamente i 10m.

Gli affioramenti più significativi sonopresenti in corrispondenza delle località diContrada Parchi di Cristo e di Soluzio(Figura 2 e 3): molto interessanti inoltre lesuccessioni di strati affioranti in corrispon-denza della trincea ferroviaria della Bari-Taranto e della strada che porta alla nuovastazione di Sannicandro (Figura 4).

Gli affioramenti presenti costituisconouna successione di calcari micritici compattie generalmente ben stratificati in banchi estrati con a luoghi intercalazioni centime-triche di argilliti rosse; a varie altezze nellasuccessione possono essere riconosciuti siacalcari biodetritici a rudiste talvolta biostro-mali che calcari dolomitizzati, con strutturasubsaccaroide. L’effetto della dolomitizza-zione sui calcari di questa unità è prevalen-temente di origine secondaria.

Lo spessore affiorante dell’unità stratigra-fica in quest’area è di circa 150m.

“Calcare di Altamura”

Tale unità, che affiora nella fascia meri-dionale dell’area studiata, è costituita dauna potente serie di strati o banchi calcarei,da detritici a fini, ai quali si intercalanooccasionali livelli dolomitizzati. Solitamentequeste rocce si presentano omogenee etenaci ma possono essere anche vacuolari ebrecciate. La base della successione è costi-tuita da calcari micritici e calcari stromatoli-tici fittamente stratificati (“chiancarelle”).Gli affioramenti sono caratterizzati da ungrado di fratturazione e di diffusione delfenomeno carsico assai variabile. Le mag-giori esposizioni di questa unità sono visi-bili lungo il tratto meridionale del nuovo

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tracciato ferroviario della Bari - Taranto.L’età è riferibile al Coniaciano per la pre-senza di una associazione micropaleontolo-gica costituita da: Aeolisaccus kotori, Thau-matoporella parvovesiculifera, Accordiellaconica, Moncharmontia appenninica.

“Depositi alluvionali attuali e recenti”

Lembi di depositi ciottolosi calcarei, mistitalora a materiali terrosi, entrambi derivantidalla disgregazione e dal dilavamento deitermini carbonatici sottostanti (calcari delcretaceo e calcareniti pleistoceniche) occu-pano il fondo dei solchi fluviali o di cavitàcarsiche. Lo spessore massimo non risultasuperiore ai 5m.

Figura 2 – Carta geologica dell’area di studio

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Figura 3

Figura 4 - Servizio stratigrafico affiorante lungo la trincea ferroviaria nei pressi di Parchi di Cristo (vedi figura 5).

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Figura 5 - Contatto stratigrafico tra il Calcare di Bari (sotto) e il Calcare di Altamura (sopra), lungo la trinceaferroviaria nei pressi di Parchi di Cristo. Si possono osservare le bancate degli strati correlabili con il PerlatoSvevo al di sotto del contatto che risulta caratterizzato dalla presenza a luoghi di un deposito di terra rossa dispessore massimo di 1 metro.

I livelli correlabili con quelli della pietranaturale del Perlato Svevo mentre presen-tano i caratteri tipici dell’intervallo coltivatonel territorio di Ruvo di Puglia per ciò cheattiene gli aspetti stratigrafici, litologici epaleontologici si distinguono dal giaci-mento ruvese per una colorazione con pre-valenti sfumature rosate più che giallastre.

Gli strati rocciosi con queste caratteri-stiche litologiche e stratigrafiche affioranoin corrispondenza delle località di Soluzio enei dintorni della stazione di Sannicandro.Si tratta di giaciture legate a evidenti strut-ture plicative ad ampio raggio con assiorientati in direzione NW-SE e immersione

a SE, che determinano la riproposizione inaffioramento di in identici intervalli strati-grafici.

Tale struttura, che contraddistingue inaffioramento la formazione del Calcare diBari nell’area studiata, determina la pre-senza in affioramento con una certa conti-nuità degli strati rocciosi con le caratteri-stiche litologiche e stratigrafiche su descrittee che possono essere ricondotti a quelle deitipici livelli della varietà nota con il nome di“Perlato Svevo”.

Nelle aree di affioramento degli stratiriconducibili al Perlato Svevo sono statieffettuati anche dei sondaggi a carotaggio

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continuo e stendimenti geofisici i cui esitihanno permesso di visualizzare e determi-nare alcune caratteristiche fisiche e mecca-niche.

Lo stato dell’ammasso roccioso in corri-spondenza degli strati affioranti in prossi-mità della stazione di Sannicandro di Barisono risultati in base alla valutazione delvalore del RQD (60 - 70%) ricavato delleperforazioni a carotaggio continuo e sullascorta dei valori di velocità delle onde Prilevate con l’indagine geofisica (2000 -2500 m/s) corrispondenti ad un grado diqualità da discreta a ottima. Le caratteri-stiche della roccia sembrano anche miglio-rare con la profondità.

Nel caso degli affioramenti presenti incorrispondenza della struttura anticlinalica ivalori di RQD (20-40%) e delle velocità Vp(600 - 900 m/s) indicano una qualità del-l’ammasso roccioso decisamente più sca-dente a causa della presenza si molte frat-ture e discontinuità.

4. CONCLUSIONI

L’insieme dei dati geologici ottenutiattraverso il rilevamento geologico e lostudio crono e biostratigrafico, in un’areacompresa tra i territori di Sannicandro e

Grumo Appula, hanno permesso di confer-mare la presenza di un intervallo stratigra-fico costituito da rocce con caratteristichelitologiche simili a quelle della ben notapietra ornamentale denominata PerlatoSvevo. Il supporto tecnico-scientifico for-nito da questi studi ha inoltre reso possibilela localizzazione dei siti più idonei alla atti-vità estrattiva e alla coltivazione di mate-riale lapideo di tipo ornamentale.

Infatti, il rilevamento geologico ha per-messo di riconoscere e di restringere learee di indagine a quelle dove era possibileosservare intervalli stratigrafici corrispon-denti ai livelli caratterizzati da litologiesimili a quelle che identificano la pietraornamentale del Perlato Svevo.

Lo studio petrografico e micropaleonto-logico attraverso l’analisi delle sezioni sottilirealizzate sui campioni prelevati dalle suc-cessioni affioranti e perforate, ha fornito glielementi necessari per riconoscere con pre-cisione le litologie più simili a quella delPerlato Svevo e di definire la presenza, laqualità e la continuità dei corrispondentilivelli rocciosi.

L’area più idonea all’apertura di unacava di pietra ornamentale, a fronte dellariscontrata presenza in affioramento e/o nelsottosuolo di materiale lapideo in condi-

Figura 6 - Son-daggio meccanico acarotaggio continuoeseguito nei pressidella Nuova Sta-zione di Sanni-candro: si noti l’ele-vata percentuale dicarotaggio e i signi-ficativi valori diRQD dei livelli cor-relabili con il Per-lato Svevo.

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zioni strutturali e giaciturali favorevoli,dopo aver verificato l’assenza di particolarivincoli amministrativi e per le vantaggioseinfrastrutture logistiche (presenza di unalarga strada asfaltata e della stazione ferro-

viaria) è risultata compresa nel comune diGrumo Appula in corrispondenza dellecontrade Soluzio, Chiancarella e S.Felice,nei pressi del limite comunale con il terri-torio di Sannicandro (Figura 7).

Scheda tecnica riassuntiva delle caratteristiche fisiche e meccaniche di campioni rappresentativi dei livelli, affioranti nell’areadi studio e stratigraficamente correlabili con quelli del Perlato Svevo di Ruvo di Puglia. Le prove sono state eseguite, pressoil Laboratorio di Geologia Applicata del Politecnico di Bari, secondo quanto indicato, per le pietre naturali, dalle Norme UniEN 1342 “cubetti per pavimentazioni esterne”.

Figura 7

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