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UNI EN ISO 9001:2000 Direttore del Laboratorio Dr. Geol. Renato Bartolomei 36040 TORRI DI QUARTESOLO (VICENZA) via degli Avieri n° 26 0444 38.94.95 fax 0444 26.34.13 e-mail : [email protected] secondo D.M. 471 del 25.10.1999 e succ. PROVE IN SITO sondaggi meccanici a rotazione (terre e rocce) campioni indisturbati-permeabilità Lefranc e Lugeon-piezometri prove infiltrometriche - prove scissometriche prove penetrometriche statiche (CPT-CPTE-CPTU) prove penetrometriche dinamiche (DPH-SCPT-SPT) prove di carico su piastra circolare (da 30 a 76 cm) SONDAGGI AMBIENTALI nelle prove geotecniche qualità PROVE DI LABORATORIO classificazione (limiti di Atterberg - analisi granulometrica) compressione semplice e triassiale (UU-CIU-CID) consolidazione edometrica-permeabilità- taglio diretto costipamento AASHO-indice CBR in laboratorio - Los Angeles Point Load Test - calcimetria - peso specifico - carbonati G VENETO eologi FOGLIO D’INFORMAZIONE DELL’ORDINE DEI GEOLOGI REGIONE DEL VENETO www.geologi.it/veneto [email protected] Poste Italiane s.p.a. - Trimestrale - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Rovigo - COPIA IN ABBONAMENTO - Redazione: Ordine dei Geologi - Regione del Veneto - Via A. Vivaldi, 2 - 30171 Venezia Mestre 46 anno XII APRILE GIUGNO 2004 RELAZIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEI GEOLOGI SULL’ALTA SCUOLA PER LE APPLICAZIONI DELLA GEOLOGIA SIMULAZIONI GEOSTATISTICHE di Paolo Fabbri e Sebastiano Trevisani CLASSIFICAZIONE GEOTECNICA DEI TERRENI di Renato Bartolomei e Tatiana Bartolomei

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UNI EN ISO 9001:2000

Direttore del Laboratorio

Dr. Geol. Renato Bartolomei

36040 TORRI DI QUARTESOLO (VICENZA) via degli Avieri n° 26 0444 38.94.95 fax 0444 26.34.13 e-mail : [email protected]

secondo D.M. 471 del 25.10.1999 e succ.

PROVE IN SITOsondaggi meccanici a rotazione (terre e rocce)

campioni indisturbati-permeabilità Lefranc e Lugeon-piezometri

prove infiltrometriche - prove scissometriche

prove penetrometriche statiche (CPT-CPTE-CPTU)

prove penetrometriche dinamiche (DPH-SCPT-SPT)

prove di carico su piastra circolare (da 30 a 76 cm)

SONDAGGI AMBIENTALI

nelle prove geotecniche

qualità

PROVE DI LABORATORIOclassificazione (limiti di Atterberg - analisi granulometrica)

compressione semplice e triassiale (UU-CIU-CID)

consolidazione edometrica-permeabilità- taglio diretto

costipamento AASHO-indice CBR in laboratorio - Los Angeles

Point Load Test - calcimetria - peso specifico - carbonati GVENETOeologi

FOGLIO D’INFORMAZIONEDELL’ORDINE DEI GEOLOGI

REGIONE DEL VENETO

www.geologi.it/[email protected]

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46anno XII

APRILEGIUGNO

2004

RELAZIONE DEL CONSIGLIONAZIONALE DEI GEOLOGI

SULL’ALTA SCUOLA PER LE APPLICAZIONI

DELLA GEOLOGIA

SIMULAZIONIGEOSTATISTICHEdi Paolo Fabbri e Sebastiano Trevisani

CLASSIFICAZIONEGEOTECNICA DEI TERRENIdi Renato Bartolomei e Tatiana Bartolomei

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Se il centrosinistra, nella scorsa legislatura, aveva individuato negli ordini professionali logiche corporati-ve d’altri tempi e un freno alla libera concorrenza, il centrodestra, oggi al governo, appare confuso ed inde-ciso, diviso al suo interno tra chi ritiene possibile una soluzione parlamentare all’atteso riordino, chi inveceè convinto che con la modifica dell’art. 117 della Costituzione al Parlamento spettino soltanto funzioni diindirizzo e chi, diversamente ancora, crede che debbano essere eliminate le differenze tra le cosiddette pro-fessioni intellettuali regolamentate da quelle non regolamentate.

A Napoli, lo scorso 9 maggio, si è tenuta una manifestazione nazionale, organizzata dai CUP territoriali,CUP nazionale e dall’ADEPP (Associazione degli Enti Previdenziali Privati), per richiamare all’attenzionedi tutte le forze politiche la necessità di una riforma quadro delle professioni che parta proprio dal testogovernativo, predisposto anche con il concerto delle parti in causa e sotto la guida del sottosegretario allagiustizia, Michele Vietti. In quella occasione, inoltre, è stato presentato il “Manifesto delle professioni perl’Europa” con l’obiettivo di valorizzare la presenza delle libere professioni in ambito comunitario e sottoli-neare che certe prestazioni che vanno dalla libertà di stampa al diritto alla difesa, alla salute, alla sicurezzaetc., richiedono di esser disciplinate anche in ambito europeo.

Gli interventi dei politici, sia della maggioranza che dell’opposizione sono stati numerosi, ma il più impor-tante però è stato il messaggio inviato dal Presidente del Consiglio, Berlusconi, che oltre a condividere il“Manifesto per l’Europa” ha dichiarato “il proprio impegno nella difesa del modello professionale continen-tale articolato in ordini di categoria, rispetto al modello anglosassone organizzato in associazioni private”.

Interessanti anche gli interventi del Ministro La Loggia, che in modo chiaro ha sottolineato l’incostituzio-nalità di una legge di riforma del sistema delle professioni liberali da parte dello Stato dato che ora la mate-ria è di stretta competenza delle Regioni, e del Ministro Buttiglione, che invece ha difeso a spada tratta labozza Vietti augurandosi tra l’altro che possa al più presto approdare in Parlamento per l’approvazione.

In questo quadro va registrato, però, il parere opposto del Presidente dell’Antitrust, Tesauro, che qualchegiorno prima a Roma in occasione degli stati generali delle associazioni, ha dichiarato medievale il sistemadi regolamentazione di certe professioni, che pertanto le tariffe vanno eliminate perché nulla hanno a che farecon la qualità delle prestazioni e che va rivisto profondamente anche il sistema organizzativo degli ordini inmodo tale da eliminare il monopolio che essi rappresentano, a danno del libero esercizio professionale. Cosìla pensa anche il Ministro Castelli, che dallo stesso palco ha fatto retromarcia rispetto all’impegno sotto-scritto con i professionisti di appoggiare il testo messo a punto dalla commissione del suo ministero, dichia-randosi, invece, d’accordo con i testi di legge che sono ancora pendenti alla commissione giustizia del sena-to, perché non presenterebbero una netta contrapposizione tra associazioni e ordini.

Insomma, lo stato di confusione che regna nell’esecutivo dell’attuale governo è palese quanto grave e tuttociò certamente non gioca a favore di una rapida soluzione del problema del riordino delle professioni che datroppo tempo langue. Pertanto, l’appello che a Napoli è stato rivolto a tutte le formazioni politiche per sbloc-care la riforma delle professioni è di ricercare in Parlamento una via di mediazione, perché si è ormai con-vinti che senza un impegno bipartisan anche questa legislatura rischia altrimenti di non riuscire a portare atermine il complesso iter parlamentare.

Raffaele Sirica, presidente del CUP nazionale, e Maurizio de Tilla, presidente dell’Adepp, hanno tra l’altrosottolineato con vigore il ruolo e l’identità delle professioni intellettuali italiane, che non potranno maiassoggettarsi ad una deregulation europea basata unicamente sulla concorrenza. La libera professione è edeve restare quella attività diretta alla realizzazione di interessi generali e come tale va salvaguardata. Ilnostro interesse è una riforma “giusta, moderna ed equilibrata” perché gli ordini professionali “non sonoaffatto un indistinto coacervo di interessi privati, ma un pilastro fondamentale del processo di modernizza-zione del Paese”.

Per questo i professionisti italiani ritengono il testo di riforma Vietti sostanzialmente equilibrato e unitario,anche se potrà essere ulteriormente migliorato nel corso del dibattito parlamentare. Esso appare certamentepiù innovativo rispetto agli altri disegni di legge in circolazione e va nella direzione di una maggiore com-petitività del comparto delle professioni intellettuali.

Circa il rapporto del Commissario europeo Mario Monti, sulla concorrenza, è evidente che permangonoancora dei punti di vista divergenti, in particolare per ciò che riguarda l’abolizione dei minimi tariffari e gliesami di stato per i quali, al contrario, siano convinti invece che siano una garanzia insostituibile di qualitàdegli interventi professionali, mentre si condividono le posizioni rimarcate sulla pubblicità e la libera circo-lazione dei professionisti all’interno dei confini comunitari.

Ma ritornando, in conclusione, al “Manifesto delle professioni per l’Europa”, che pubblichiamo integral-mente su questo numero di Veneto Geologi, è doveroso ricordare che sui temi fondamentali come: la com-petenza professionale, l’accertamento delle capacità e dei saperi, la sottoposizione alle norme deontologiche,l’avvio della previdenza complementare, la realizzazione di un regime fiscale basato sul prelievo uniformee le misure d’incentivazione collegate alla formazione e all’aggiornamento, i CUP d’Italia e l’ADEPP hannochiesto con forza a tutti i candidati europei di sostenerli e di impegnarsi perché possano essere inseriti nellanuova Costituzione europea o quantomeno in una legge organica e sistematica che contempli tutti i profes-sionisti dei 25 Stati dell’UE.

Il Vicepresidente O.R.G.V.Dott. Geol. Paolo SPAGNA

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4 ordine dei geologi regione del veneto

veneto geologi

VENETO GEOLOGIFoglio d’informazione

dell’Ordine dei Geologi Regione del Veneto

Anno XII / Nr. 46 / Aprile - Giugno 2004

Direttore responsabile: Antonio Rosso

Iscritto nel Registro Stampa del Tribunale di Padovaal nr. 1521 il 20.07.96. / Trimestrale / Spedizione inabb. postale art. 2 comma 20/B - Legge 662/96 -D.C.I. Rovigo.

Proprietà e Redazione

Ordine dei Geologi Regione del VenetoVia A. Vivaldi, 2 - 30171 Venezia MestreTel. 041/981186 - fax. e segr. 041/505 9056e-mail: [email protected] www.geologi.it/veneto

Direttore editoriale: Gino BorellaDirettore redazionale: Paolo SpagnaResponsabile per la pubblicità: Roberto Cavazzana

Comitato di redazione:

Danilo Belli, Gino Borella, Roberto Cavazzana, PierSilvio Compri, Elisabetta Milisenna, Roberto Rech,Paolo Spagna, Giuliano Vendrame, Pietro Zangheri.

Segreteria di redazione: Elisabetta Milisenna

Collaboratori:

Paolo Baggio, Andrea Baldracchi, Renato Bartolo-mei, Tatiana Bartolomei, Luca Bon, Michele Catte-lan, Matteo Ceruti, Antonio Dal Prà, Giuseppe Fran-co Darteni, Francesca Della Giustina, Paolo Fabbri,Alessio Fileccia, Gian Mario Giurliani, Matteo Mas-sironi, Aldo Marzola, Massimo Mazzola, RinaldoPietrogrande, Cesare Rizzetto, Valerio Spagna,Alberto Tagliapietra, Lando Toffoletto, FedericoToffoletto, Sebastiano Trevisani, Andrea Vitturi,Rimsky Valvassori, Pier Andrea Vorlicek.

Editore:

Think ADV35026 Conselve (Pd) - Via Levà, 32 Tel. 049.9514070 - fax 049.9500912E-mail: [email protected]

“Veneto Geologi” viene distribuito gratuitamenteagli iscritti all’Ordine dei Geologi Regione del Vene-to, alle Amministrazioni periferiche dello Stato nelVeneto e agli Enti Locali nel Veneto. Chiunquevolesse ricevere regolarmente i numeri della rivistadovranno dare corso ad un regolare abbonamentoannuale versando euro 25,82 a: Think ADV - ViaLevà, 32 - 35026 Conselve (Pd).

Le notizie riportate sono desunte da fonti ritenuteattendibili. La Direzione avverte comunque i lettoriche non si assume alcuna responsabilità per eventualidanni causati da informazioni errate. Gli articoli fir-mati esprimono solo l’opinione dell’autore e nonimpegnano in alcun modo né l’editore né la redazione.

StampaThink ADV - Conselve (Pd)

Numero chiuso in redazione il 30.06.2004.

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Foto di copertina: Agip review.

ORDINE REGIONALE GEOLOGI DEL VENETO

ORARI SEGRETERIA:Lunedì - Mercoledì - Venerdì h. 15.30 -19.30

Martedì - Giovedì h. 8.30 - 12.30

SEGRETERIA:Sig.ra Cristina Lazzari Sig.ra Manuela Forlin Tel. 041/981186 - Fax 041/5059056

CONSULENZA LEGALE:Studio Legale Ceruti Rovigo - Via All’Ara, 8

S O M M A R I O

3 editoriale

PER LA RIFORMA DELLE PROFESSIONI

OCCORRE UN IMPEGNO BIPARTISANPaolo Spagna

5 attività dell’ordine

6 PIANO REGIONALE PER L’ATTIVITÀ DI CAVA(Le osservazioni e le proposte dell’Ordine)

8 attività dell’ordine

• Costituzione Commissione in materia tariffaria

• Costituzione Commissione

“Aggiornamento Professionale Continuo”

• CIRCOLARE N° 185

10 RELAZIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE

DEI GEOLOGI SULL’ALTA SCUOLA

PER LE APPLICAZIONI DELLA GEOLOGIA

12 SIMULAZIONI GEOSTATISTICHEPaolo Fabbri - Sebastiano Trevisani

13 L’ANISIG CHIAMATA IN CAUSA

RISPONDE ALL’ARTICOLO DI BARTOLOMEI

14 CLASSIFICAZIONE GEOTECNICA DEI TERRENI

Un caso curiosoRenato Bartolomei - Tatiana Bartolomei

16 CONVEGNO NAZIONALE

DELLE PROFESSIONI E DELLE CASSEIntervento di Giuseppe Capocchin - Presidente Cup - Nord Italia

18 MANIFESTO DELLE PROFESSIONI INTELLETTUALI

PER L’EUROPA

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aprile - giugno 5 5

attività dell’ordine attività dell’ordine attività dell’ordine attività dell’ordine

ISCRIZIONI Albo Professionale

CONTI Antonio / Albaredo VR 24-03-04 n° 654LUCIDO Marco / Schio VI 24-03-04 n° 655CAMPAGNARO Enrico / Mirano VE 30-04-04 n° 657BENEDETTI Lorena / S. Anna D’Alfaedo VR 30-04-04 n° 658FAVA Alessandro / Concordia Sagittaria VE 01-05-04 n° 659RIZZO Marco / Fontane Villorba TV 25-06-04 n° 660MERCANZIN Simone / Zelarino VE 25-06-04 n° 661GRIGOLETTO Daniela / Padova 25-06-04 n° 662

TRASFERIMENTI

da Altri OrdiniDE CAPRIO Antonio / S. Vendemiano TV 24-03-04 n° 656(dalla Regione Campania)

ad altri OrdiniCROVATO Giacomo alla Regione Trentino Alto AdigeMARI Gianluigi Maria alla Regione Lazio

CANCELLAZIONI

MASSI Giovanni / Pedemonte VR

10 marzo 2004Prot. 99/cl-DB/04

ALLA CITTÀ DI CONEGLIANOAREA SERVIZI AL TERRITORIOVia Luigi Einaudi, 13631015 CONEGLIANO TV

OGGETTO: Rinnovo della Commissione Edilizia edella Commissione Edilizia integrata

A seguito quanto richiesto da codesta spett.le Ammini-strazione, prot. n. 4825/SU del 30-01-04, si comunica che ilConsiglio dell’Ordine ha deliberato di indicare i seguentinominativi:

• Dr. Geol. Dario BARAZZUOLVia Vinai, 6 - 31010 FARRA DI SOLIGO (TV);

• Dr. Geol. Ivo MORETVia Isonzo, 30 - 31015 CONEGLIANO (TV);

• Dr. Geol. Francesca DALLA GIUSTINAVia Principale, 10 - 31030 CASIER (TV)

Si prega di comunicare tempestivamente allo sciventeOrdine l’eventuale nomina e con l’occasione si porgonodistinti saluti.

IL PRESIDENTEdott. geol. Gino Borella

7 maggio 2004Prot. 177/mf-DB/04

Al Comune MONTECCHIO PRECALCINOServizio TecnicoViale Don Martino Chilese, 836030 MONTECCHIO PRECALCINO VI

OGGETTO: Indicazione nominativi per consulenzariguardante il recupero di un ex-cava a fini agricoli

A seguito quanto richiesto da codesta spett.le Ammini-strazione, prot. 3461 del 06.04.04, si comunica che il Consi-glio dell’Ordine ha deliberato di indicare i seguenti nominati-vi:

• Dr. Geol. Giuliano VENDRAMEVia D’Alessi, 5/A - 31100 TREVISO;

• Dr. Geol. Paolo MALESANIVia Torrente Vecchio, 9 - 37127 VERONA;

• Dr. Geol. Simone BUSONIVicolo M. Tabanelli, 28 - 31030 CASIER (TV)

Con l’occasione si porgono distinti saluti.

IL SEGRETARIO IL PRESIDENTEdott. geol. Danilo Belli dott. geol. Gino Borella

28 maggio 2004Prot. 195/mf-DB/04

Al Comune MONTECCHIO PRECALCINOServizio TecnicoViale don Chilese, 836030 MONTECCHIO PRECALCINO VI

OGGETTO: rinnovo Commissione Edilizia Comunale

A seguito quanto richiesto da codesta spett.le Ammini-strazione, prot. n. 4206 del 27.04.04, si comunica che il Con-siglio dell’Ordine ha deliberato di indicare i seguenti nomina-tivi:

• Dr. Geol. Rimsky VALVASSORIVia Giovanni XXIII, 27 - 36050 MONTEVIALE (VI);

• Dr. Geol. Simone BARBIERIVia Rubicone, 17 - 36016 THIENE (VI);

• Dr. Geol. Emanuela TESCARIVia E. Morosini, 2 - 36100 VICENZA

Si prega di comunicare allo scrivente Ordine l’eventualenomina e con l’occasione si porgono distinti saluti.

IL SEGRETARIO IL PRESIDENTEdott. geol. Danilo Belli dott. geol. Gino Borella

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6 ordine dei geologi regione del veneto

Mestre - Venezia, 11 maggio 2004Prot. 179/db-DB/04

AllaGIUNTA REGIONALE DEL VENETOPalazzo Balbi, Dorsoduro 390130123 VENEZIA

OGGETTO: Osservazioni e proposte al Piano Regiona-le Attività di Cava adottato dalla Giunta Regionale conDGR N. 3121 del 23.10.2003

A seguito della pubblicazione sul BURV della DGR N.3121 del 23.10.2003 relativa al Piano regionale per l’attivitàdi cava il Consiglio dell’Ordine Regionale dei Geologi delVeneto intende inoltrare le seguenti osservazioni e proposte.

Segnaliamo da subito la nostra più ampia disponibilitàalla collaborazione, ritenendo il tema dell’attività di cava difondamentale importanza per la tutela dell’ambiente, per unarmonico sviluppo delle attività economiche e per il mondodella professione di geologo in generale.

Osservazioni a:

“PIANO REGIONALE PER L’ATTIVITÀ DI CAVA”

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

Art. 8Progetto di coltivazione

Il progetto definitivo di coltivazione, relativo a uno o piùstralci funzionali del progetto di gestione d’ATE, all’amplia-mento di cava in atto o ad una cava di nuova formazione,dev’essere redatto da tecnico abilitato e deve contenere:

1. Rilievo planoaltimetrico.... (omissis)

2. Relazione geologica contenente l’inquadramento geolo-gico e le caratteristiche litologico-tecniche dei terreni inte-ressati dai lavori di coltivazione; le caratteristiche idro-geologiche e geomorfologiche generali dell’area di inter-vento, ivi comprese le condizioni di stabilità e le caratteri-stiche tecniche del materiale estrattivo. In particolare larelazione geologica deve comprendere:

- indagine geologica esplorativa mediante sondaggi, pro-spezioni e scavi in trincea, da rappresentare tramitecartografia e profili;

- indagine idrogeologica mediante rilevazione dati supozzi, acque di falda affioranti, prospezioni geoelettri-che in sito;

- profondità della falda freatica e/o della falda artesiana,e loro andamento nell’arco dell’ultimo decennio, sullabase di verifiche sui luoghi e di dati storici ufficiali rile-vati da Enti e/o Istituzioni pubbliche;

- valutazione dell’interferenza dell’attività estrattivasulle caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idro-geologiche, idrografiche paesaggistiche;

nel caso la cava dovesse interessare acque di falda, lo stu-dio idrogeologico dovrà evidenziare:

- le caratteristiche degli acquiferi interessati anche amezzo di specifiche prove idrauliche in sito ed analisidi laboratorio;

- l’accertamento della vulnerabilità degli acquiferiall’inquinamento;

- la quantificazione del raggio di influenza dello scavofalda intercettata;

- il bilancio idrogeologico della zona;- le relative interferenze quali-quantitative derivanti

dall’apertura e dalla coltivazione della cava, in parti-colare rispetto ai punti di approvvigionamento idricoesistenti e potenzialmente coinvolti.

Elaborati grafici:- Carta geologica, in scala uguale a quella della plani-

metria di progetto, con indicate le unità litologico-tec-niche interessate dall’attività estrattiva e quelle al con-torno. La legenda della carta dovrà contenere indica-zioni geologico-tecniche utili per la destinazione deivari tipi di terreni sciolti, in funzione del loro possibileutilizzo.

- Sezioni geologiche di dettaglio, le sagome di scavo, glieventuali riporti di progetto, le canalette previste, lealtre indicazioni utili per l’individuazione dei rapportitra geologia e lavori di coltivazione, la profondità dellafalda, le sue escursioni.

3. Relazione tecnica sul progetto di coltivazione che specifi-chi, sulla base dei dati geologici od idrogeologici della rela-zione geologica:

- profondità massima di escavazione;- volume coltivabile e la produzione media annua prevista;- fasi temporali dello sfruttamento, modalità e metodo di

coltivazione del giacimento anche in relazione alle carat-teristiche ed alla potenzialità dei macchinari impiegati;

- eventuale localizzazione delle aree di stoccaggio se resenecessarie dal tipo di materiale e dalle modalità di colti-vazione con l’indicazione delle loro principali caratteristi-che;

- analisi di stabilità geologica, geotecnica e/o geomeccani-ca dei profili di sicurezza dei terreni durante ed al terminedella coltivazione anche attraverso i metodi analitici edinformatici in uso, sulla base di specifiche indagini.

L’escavazione sotto falda non potrà interessare più del 60%(sessanta per cento) dell’area di cava ed il progetto dovràessere accompagnato – sulla base della relazione geologica– da uno studio atto a definire in modo particolarmente pun-tuale:

- la stabilità delle scarpate perimetrali;- la possibilità di un recupero dell’area sulla base di esigen-

ze socio-ambientali della zona (naturalistico, ricreativo,ittico, ecc.);

- la tipologia delle macchine da utilizzare;- le modalità della sorveglianza circa il rispetto delle speci-

fiche modalità di scavo.

4. Relazione tecnica riguardante l’analisi preliminare deiprincipali problemi di sicurezza del lavoro connessi all’esecu-zione del progetto di coltivazione con l’indicazione dellesoluzioni progettuali adottate per ridurre al minimo i pericoliper gli addetti nonché per garantire il rispetto delle norme inmateria antinfortunistica e di protezione dell’ambiente dilavoro ai sensi della vigente legislazione;

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aprile - giugno 7 7

5. Tavole grafiche riportanti:- corografia, in scala 1: 25.000.- corografia, in scala 1: 5.000 con ampio contorno (alme-

no 1 km), con indicata la viabilità interessata dall’in-tervento in progetto.

- planimetria catastale, con indicati i mappali di pro-prietà e/o in disponibilità.

- estratto dello strumento urbanistico, con legende deisimboli indicati sulla carta.

- sezioni dello stato di fatto e di progetto, in scala ade-guata.

- documentazione fotografica e carta dei punti di presa edegli angoli visuali.

- fase di sistemazione del cantiere, scopertura del terreno,installazione di impianti di servizio e viabilità relativa allacava;

- situazione alla fine di ogni fase di coltivazione;- situazione dell’area di scavo al termine`della coltivazione

e sezioni quotate;- computo metrico del volume da estrarre con indicazione

di:- volumi da mandare a discarica;- volumi di materiale utile per ogni singola fase;- volumi da reimpiegare per le fasi di recupero;- volumi del cappellaccio (terreno superficiale) accantona-

to;

6. Progetto delle opere necessarie al recupero ambientale neisuoi aspetti idraulici, forestali e morfologico-paesaggisticidurante e al termine della coltivazione costituito da:

- Relazione tecnica che specifichi le opere previste, il pro-gramma di manutenzione delle stesse durante e al terminedella coltivazione, i tempi di realizzazione, i costi previsti,la morfologia e la destinazione finale dei terreni coltivati.

- Tavole grafiche in scala uguale a quelle del progetto dicoltivazione riportanti le singole fasi di recupero ambien-tale, l’assetto finale e la destinazione dell’area al terminedei lavori di recupero ambientale.

- Computo metrico e stima dei costi delle opere previstesuddivisi per ogni singola fase d’intervento.

7. Programma degli interventi di mitigazione ambientale conl’indicazione dei criteri e delle modalità operative atte a ridur-re l’interferenza dell’attività estrattiva con l’ambiente circo-stante;

8. Programma economico finanziario, che deve contenere:- le caratteristiche qualitative del materiale con i programmi

di certificazione; - l’utilizzazione e la destinazione deiprodotti commerciabili;

- i sistemi di abbattimento, carico e trasporto del materiale,le macchine impiegate, le caratteristiche e la potenzialitàdegli impianti di trattamento degli inerti con indicazionedello schema strutturale e di flusso dei medesimi;

- i programmi di investimento relativi a macchine edimpianti la cui introduzione deve essere anche finalizzataal miglioramento delle condizioni di sicurezza dei lavora-tori ed alla tutela dell’ambiente di lavoro.

Art. 10Distanza dai confini di proprietà

Tanto negli ambiti territoriali estrattivi che nell’ampliamentodi cava in atto o di cave di nuova formazione, la distanzaminima tra il ciglio di scavo ed il perimetro dell’area in dispo-nibilità è stabilita in 10 m.La distanza di cui sopra si intende misurata in orizzontale dalciglio superiore di scavo e sarà autorizzata previa verifica distabilità geologica, geotecnica e/o geomeccanica dei terreniattraverso i metodi analitici ed informatici in uso, sullabase di specifiche indagini.

Art. 30Recupero ad uso agricolo

Il recupero ambientale ad uso agricolo, arboricoltura compre-sa, è volto alla formazione di un ecosistema il cui equilibriodeve essere garantito mediante le attività colturali e privile-giando il ricorso a modalità che limitino l’utilizzo di con-cimi di sintesi, pesticidi e diserbanti. I parametri geometri-ci e le soluzioni tecniche adottate devono essere definiti nelprogetto di recupero in funzione delle colture previste, deimezzi impiegati e delle successive lavorazioni del terreno,anche con l’utilizzo di compost di qualità, al fine di garantirele condizioni di stabilità del pendio ed il controllo dei proces-si erosivi.Anche nel recupero ad uso agricolo dovrà essere prevista lacreazione di elementi di incremento del valore paesaggisticoe faunistico quali filari, siepi e siepi arborate.

Sono da evidenziare infine alcune osservazioni all’art. 35“Norme tecniche generali”. Al 7° capoverso, infatti, non èben chiaro il riferimento alle “cave di calcare da taglio,lucidabile e marmo...” considerato che l’intero articolatodelle “Norme tecniche di attuazione” fa riferimento solo aimateriali del gruppo A (sabbia e ghiaia).Infatti gli stessi insiemi estrattivi – così come definiti nelcapitolo B.l “insiemi estrattivi” della “relazione” diaccompagnamento prevedono l’escavazione soltanto dimateriali sciolti (sabbie e ghiaie), tralasciando completa-mente sia i materiali lapidei (marmi in particolare) che imateriali coesivi (argille).Si propone, pertanto, l’eliminazione totale dell’interocapoverso.Discorso analogo vale per il 9° capoverso.

Distinti saluti.IL PRESIDENTE

dott. geol. Gino Borella

attività dell’ordine attività dell’ordine attività dell’ordine attività dell’ordine

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veneto geologi

8 ordine dei geologi regione del veneto

Ai Sigg. Presidenti degli Ordini Regionali

dei GeologiLORO SEDI

Roma, 18 dicembre 2003Rif. P/CR.c-C16/4655

OGGETTO: Costituzione Commissione in materia tariffaria

Questo Consiglio Nazionale ha avuto modo di rilevareche molti Ordini regionali, alcune volte a seguito di norma-tive regionali di interesse professionale, hanno avvertito lanecessità di emanare direttive in materia tariffaria, disgre-gando la struttura unitaria della stessa tariffa, che invece larende applicabile sull’intero territorio nazionale.

Ciò premesso ed a seguito di approfondito esame, il Con-siglio ha deciso di istituire una Commissione, costituita daiConsiglieri: Bongiorno (Coordinatore), Lenarduzzi, Nolledi,Trimboli, con il compito di raccogliere tutti i documenti(deliberazioni, direttive, circolari, ecc.) prodotti in materiatariffaria dagli Ordini, di verificarne la congruenza con ilD.M. 18.11.1971 e, in caso negativo, di concertarne le neces-sarie rettifiche.

Si invitano, pertanto, gli Ordini in indirizzo a voler tra-smettere tutta la documentazione prodotta in materia nonchégli eventuali atti normativi emanati dalle Regioni cui le stes-se interpretazioni tariffarie si riferiscono.

Cordiali saluti.IL PRESIDENTE

Pietro Antonio De Paola

Ai Dott.ri GeologiPiergiacomo Beer - Presidente O.R. Marche

Lorenzo Cadrobbi - Presidente O.R. Trentino A.A.Giovanni Calcagnì - Presidente O.R. Puglia Vittorio d’Oriano - Presidente O.R. Toscana

Umberto Puppini (Coordinatore) - Consigliere NazionaleEmannele Siragusa - Presidente O.R. SiciliaPaolo Spagna - Vice Presidente O.R. Veneto

Roma, 17 maggio 2004Rif. P/C 17/2138

OGGETTO: Costituzione Commissione “AggiornamentoProfessionale Continuo”

Cari Colleghi,mi è gradito comunicarVi che, come concordato nella

riunione congiunta dello scorso 2 aprile, il Consiglio Nazio-nale dei Geologi con deliberazione del 14 maggio 2004 haprovveduto a nominarVi componenti della Commissione inoggetto.

La riunione di insediamento si terrà il prossimo 31 mag-gio 2004 alle ore 9,00 a Roma, presso la sede del ConsiglioNazionale, da cui, alle ore 12,30, si partirà alla volta di Val-montone per partecipare alla presentazione dell’Alta Scuolaper le Applicazioni della Geologia.

Vi ringrazio per la gradita collaborazione e Vi invio i piùcordiali saluti.

IL PRESIDENTEPietro Antonio De Paola

Atutti gli Ordini Regionali dei Geologi

LORO SEDI

Roma, 17 novembre 2001Rif. P/CR.c/4182

CIRCOLARE N. 185

OGGETTO: Apertura di procedimento disciplinare -Individuazione organo competente a procedere discipli-narmente nei confronti di un componente del ConsigliodelI’Ordine Regionale o nei confronti di un iscritto susegnalazione di un componente del medesimo Consigliodell’Ordine

Sono pervenuti diversi quesiti da parte di Ordini Regio-nali in merito all’apertura di procedimento disciplinare neiconfronti di un Consigliere di Ordine Regionale o nei con-fronti di un iscritto su segnalazione di un componente delmedesimo Ordine Regionale.

Poiché nella legge professionale non sussiste alcunanorma specifica regolante la fattispecie, si è inoltrata richie-sta di parere al Ministero della Giustizia quale organo istitu-zionale preposto al controllo e alla vigilanza degli Ordiniprofessionali. Il Ministero, con parere del 7 ottobre 2003prot. 311263210314, rilevata la sussistenza di lacuna norma-tiva e la conseguente necessità di proposta integrativa dellalegge, ritiene che nell’immediato, e fino al completamentolegislativo di specie, si possa far ricorso all’applicazioneanalogica di norme attinenti altri Ordini Professionali e, inparticolare, al criterio che individua la competenza discipli-nare dell’Ordine territoriale più vicino.

Dovendosi ovviamente escludere ogni reciprocità traOrdini territoriali, la competenza a procedere disciplinar-mente nei confronti di un componente del Consiglio del-l’Ordine o nei confronti di un iscritto su segnalazione di uncomponente dello stesso Consiglio dell’Ordine è così indivi-duata:

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologidella Valle d’Aosta è competente il Consiglio dell’Ordi-ne Regionale del Piemonte;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologi delVeneto è competente il Consiglio dell’Ordine Regionaledel Friuli Venezia Giulia;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologi delTrentino - Alto Adige è competente il Consiglio del-l’Ordine Regionale della Lombardia;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologidella Lombardia è competente il Consiglio dell’OrdineRegionale del Veneto;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologi delPiemonte è competente il Consiglio dell’Ordine Regio-nale della Liguria;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologi delFriuli Venezia Giulia è competente il Consiglio dell’Or-dine Regionale del Trentino Alto Adige;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologi del-l’Emilia Romagna è competente il Consiglio dell’Ordi-ne Regionale delle Marche;

consiglio nazionale geologi consiglio nazionale geologi consiglio nazionale geologi

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- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologidella Liguria è competente il Consiglio dell’OrdineRegionale dell’Emilia Romagna;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologidella Toscana è competente il Consiglio dell’OrdineRegionale dell’Umbria;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologidelle Marche è competente il Consiglio dell’OrdineRegionale dell’Abruzzo;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologi del-l’Umbria è competente il Consiglio dell’Ordine Regio-nale delle Marche;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologi delLazio è competente il Consiglio dell’Ordine Regionaledella Toscana;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologidella Campania è competente il Consiglio dell’OrdineRegionale della Basilicata;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologi del-l’Abruzzo è competente il Consiglio dell’Ordine Regio-nale del Molise;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologi delMolise è competente il Consiglio dell’Ordine Regionaledella Campania;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologidella Puglia è competente il Consiglio dell’OrdineRegionale della Campania;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologidella Basilicata è competente il Consiglio dell’OrdineRegionale della Puglia;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologidella Calabria è competente il Consiglio dell’OrdineRegionale della Basilicata;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologidella Sicilia è competente il Consiglio dell’OrdineRegionale della Calabria;

- per i componenti dell’Ordine Regionale dei Geologidella Sardegna è competente il Consiglio dell’OrdineRegionale del Lazio.

Il Consiglio dell’Ordine di appartenenza dell’incolpatodovrà trasmettere la documentazione relativa all’eventualeapertura del procedimento disciplinare all’Ordine competen-te come sopra mdividuato. L’Ordine competente procederàad aprire, definire o ad archiviare il procedimento.

L’Ordine competente dovrà dare notizia dell’esito delprocedimento all’Ordine di appartenenza contestualmentealla comunicazione di decisione notificata o comunicataall’incolpato. Questi potrà impugnare il provvedimento neitermini e modi previsti dall’art. 6 della legge 12.11.1990,n° 339.

Tali criteri di competenza territoriale avranno efficaciafino all’avvenuta integrazione legislativa.

IL PRESIDENTEPietro Antonio De Paola

PRESENTATA A PALAZZO DORIA PAMPHILJ L’ALTA SCUOLA DI FORMAZIONE PER GEOLOGI

Il Consiglio Nazionale dei Geologi dopo lunghi mesi di contattocon l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e il CERI (Cen-tro di ricerca “Previsione, prevenzione e controllo dei rischi geo-logici”), ha firmato una convenzione per l’istituzione presso lasede di Valmontone, in provincia di Roma, dell’Alta Scuola per leApplicazioni della Geologia.L’inaugurazione dell’Alta Scuola e la presentazione del 1° Corsodi Formazione sul tema: “Rischio Sismico – Criteri di classifica-zione, pericolosità, microzonizzazione e messa in sicurezza di edi-fici privati e pubblici strategici”, è avvenuta lunedì 31 maggio u.s.a Valmontone, all’interno del prestigioso Palazzo Doria Pamphilj,alla presenza del prorettore, prof. Renato Guarini, del direttoredel CERI, prof. Alberto Prestininzi e del Presidente del CNG, dr.Pietro De Paola.Numerosi, inoltre, gli interventi di alte personalità del mondoaccademico, tra cui anche il prof. Ing. Aurelio Misiti.Data l’importanza dell’iniziativa e l’alto valore tecnico-professio-nale che l’Alta Scuola vuole imprimere si consiglia a tutti i colle-ghi geologi di visitare il sito web del CERI o di collegarsi a quellodel CNG per una visione completa dei corsi di prossima attiva-zione e delle modalità di iscrizione e partecipazione.

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA“LA SAPIENZA”

CERICENTRO DI RICERCA

“PREVISIONE, PREVENZIONE E CONTROLLODEI RISCHI GEOLOGICI”

SEGRETERIA DEL CENTROPalazzo Doria Pamphilj

Piazza Umberto Pilozzi, 90038 Valmontone (RM)

tel. 06.959938299fax 06.959938207

e-mail: [email protected]://w3.uniroma.it/ceri

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di campo, e teoriche per l’analisidella pericolosità e del rischio diinquinamento, compresa la bonificadei siti inquinati, dei grandi sistemiacquiferi idropotabili causati ancheda eventi di piena;

4. ricerche sperimentali, di laboratorio edi campo, e teoriche per l’analisidella pericolosità e del rischio sismi-co;

5. ricerche sperimentali e teoriche per losviluppo di sistemi di monitoraggiodi eventi naturali connessi con ilrischio idrogeologico e sismico,anche con finalità di preavviso eallarme a fini di protezione civile;

6. definizione di linee guida e standardoperativi basati sui risultati dellericerche ed aventi anche finalità inno-vative nel campo della normativanazionale di riferimento;

7. organizzazione di specifici percorsidi alta formazione nazionale e inter-nazionale, anche con l’istituzione didottorati di ricerca e borse post-doc,finanziati con canali autonomi;

8. divulgazione scientifica con pubbli-cazioni, incontri, convegni nazionalie internazionali;

9. sviluppo di metodologie informati-che per la realizzazione di cartografiatematica.

3) L’alta Scuola per le Applicazionidella Geologia

Visti i comuni obiettivi, di natura scienti-fica oltre che forrnativa, e la consistentestruttura organizzativa, logistica e stru-mentale del CERI, il Consiglio Naziona-le dei Geologi ha deciso di istituire, aseguito di una lunga serie di contatti congli Organi direttivi del Centro di Ricercae di attente valutazioni interne, l’AltaScuola per le Applicazioni della Geolo-gia, nel rispetto delle norme del Regola-mento dell’Università La Sapienza.L’Alta Scuola comprende due livelli for-mativi.Il primo livello riguarda l’attivazione diCorsi per l’Aggiornamento ProfessionaleContinuo ed altre attività formative com-plementari; il secondo livello riguardal’attivazione di Corsi Master e di Corsi diAlta Formazione.I due livelli della scuola saranno aperti

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zioni costruttive senza la convinta e con-sapevole partecipazione del mondo acca-demico.Il CNG ha, per questi motivi, colto unanuova occasione di dialogo con l’Univer-sità, nella circostanza rappresentata dal-l’Università La Sapienza di Roma amezzo di un suo Centro di Ricerca, ilCERI per l’appunto, promuovendo l’AltaScuola per le Applicazioni della Geolo-gia, le cui attività, regolate da una con-venzione già sottoscritta, ha avuto iniziodal corrente anno 2004.

2) Il CERI

Il Centro di Ricerca CERI, istituito conDecreto Rettorale dell’Università LaSapienza di Roma e disciplinato da appo-sito Statuto, ha sede in Valmontone(Roma) presso le strutture messe a dispo-sizione dal Consorzio “I Castelli dellaSapienza”, formato dai Comuni di Arte-na, Carpineto Romano, Genazzano,Labico, Valmontone, Zagarolo; le struttu-re consistono in aule, studi e laboratoriubicati presso il Palazzo “Doria Pamphj-li”, P.za Umberto Pilozzi 9, e strutturelimitrofe, corredate di reti di cablaggio equant’altro occorrente per lo svolgimen-to delle attività previste.Le attività del Centro di Ricerca, cui affe-riscono tre Dipartimenti dell’UniversitàLa Sapienza di Roma (Dipartimenti diIdraulica Trasporti e Strade, di Scienzedella Terra, di Chimica), sono sintetizza-te di seguito:- promozione, coordinamento ed ese-

cuzione di attività di ricerca nelcampo dei Rischi Geologici (frana,inondazione, inquinamento, sismicoe vulcanico), sperimentando anche lamessa a punto di metodologie inno-vative;

- sviluppo di attività riguardanti iseguenti settori:

1. ricerche sperimentali, di laboratorio edi campo, e teoriche per l’analisidella pericolosità e del rischio difrana;

2. ricerche sperimentali, di laboratorio edi campo, e teoriche per l’analisidella pericolosità e del rischio diesondazione;

3. ricerche sperimentali, di laboratorio e

1) Le motivazioni

Il taccuino politico del Consiglio Nazio-nale dei Geologi si arricchisce di unnuovo lusinghiero risultato, l’istituzionedell’Alta Scuola per le Applicazioni dellaGeologia.Non è un progetto nato per caso.Esso, in questo particolare momento,copre il vuoto di disegni legislativi maivarati ed apporta luce nel groviglio nor-mativo che attanaglia le professioni libe-rali, aggredite da uno sfrenato neoliberi-smo e strette tra i potentati delle cosid-dette professioni emergenti e gli interessitrasversali di coloro che a livello italianoed europeo invocano la pseudogaranziadella concorrenza per ridurle al rango diimprese.Le condizioni di sopravvivenza, in questarealtà che spinge anche il mondo profes-sionale verso perverse logiche di merca-to, sono legate, soprattutto per le catego-rie professionali numericamente modestee perciò scarsamente inserite nel tessutosociale e nelle strutture istituzionali delloStato, al perseguimento della qualitàdelle prestazioni professionali attraversola qualificazione di eccellenza della for-mazione.L’Alta Scuola per le Applicazioni dellaGeologia si colloca in questa strategia.Il progetto rappresenta, in definitiva, ilpiù recente tassello di un ampio disegnoprogrammatico, in cui hanno trovato coe-rente e logico inserimento i preziosidispositivi normativi contenuti nellalegge sui lavori pubblici e relativo regola-mento attuativo, i nuovi indirizzi formati-vi e professionali connessi con la riformadell’Università e dall’Esame di Stato, ilcontinuo, stimolante e quasi ossessivorapporto con il mondo accademico; pro-getto che si riterrà concluso quando, intempi accettabilmente brevi, sarà possibi-le inquadrare le nuove e più complesseprestazioni professionali dei geologi nel-l’inserto delle professioni tecniche, conun coerente e già disegnato tariffario econ una adeguata e già pensata revisionedelle competenze professionali dei geolo-gi.L’avviato processo di rinnovamento e dipotenziamento delle qualità professionalidei geologi, sostenuto con fede politicadal CNG, non può però subire accelera-

Relazione del Consiglio Nazionale dei Geologi

sull’Alta Scuola per le Applicazioni della Geologia

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alla partecipazione dei laureati specialistie dei geologi iunior, liberi professionisti,dipendenti di Pubbliche Amministrazionie di aziende private, in quanto iscrittiall’Ordine dei Geologi (Albo professio-nale ed Elenco Speciale).La partecipazione alle attività didattichedi primo livello (Aggiornamento Profes-sionale Continuo) dei laureati non iscrittiall’Ordine dei Geologi è ammessa quan-do vi sia disponibilità di posti.Le quote per la partecipazione alle atti-vità didattiche di I livello (Aggiornamen-to Professionale Continuo) saranno ridot-te in misura non inferiore al 40% per gliiscritti all’Ordine professionale.Le quote per la partecipazione alle atti-vità didattiche di II livello (Master edAlta Formazione) saranno ridotte inmisura non inferiore al 20% per gli iscrit-ti all’Ordine professionale.L’ammontare delle quote per ciascuncorso sarà definito di volta in volta inragione del tipo, durata e impegno didat-tico, di laboratorio e di campagna delcorso medesimo.In ogni caso la quota comprenderà ilmateriale didattico e quant’altro necessa-rio per lo svolgimento dei corsi.

3.1 Attività Formative di Primo Livello

Il primo livello comprende corsi perl’Aggiornamento Professionale Conti-nuo.I programmi, i tempi e le modalità diattuazione dei corsi di aggiornamen-to/formazione professionale sono stabili-ti dal Comitato Scientifico C.E-.R.I.-CNG in completa autonomia esenza autorizzazione alcuna da partedegli organi accademici dell’UniversitàLa Sapienza di Roma.Detti corsi avranno ad oggetto le modifi-cazioni e l’evoluzione delle materie checostituiscono, ai sensi della vigente legi-slazione, la professione di geologo, nel-l’ambito teorico, applicativo ed interatti-vo con altre discipline.I partecipanti ai Corsi avranno l’obbligodella frequenza, che sarà ufficialmenteattestata dal C.E.R.I. - Università diRoma, La Sapienza, e riconosciuta dalCNG, ai fini dell’acquisizione del pun-teggio richiesto per l’aggiornamento pro-fessionale continuo.

3.2 Attività Formative di Secondo Livel-lo

Il secondo livello comprende Master eCorsi di Alta Formazione, finalizzatiall’ampliamento delle conoscenze nei

campi teorici, sperimentali, specialisticied applicativi delle scienze geologiche edella loro interazione con altre disciplinee campi professionali.I Corsi di Alta Formazione possono pre-vedere l’attribuzione di crediti (fino adun massimo di 20) riconoscibili in Corsidi Master, purchè coerenti con le caratte-ristiche dei Master previsti dall’Univer-sità La Sapienza.

3.3 Master e Corsi di Alta Formazione

Il C.E.R.I. si impegna a formulare, nelrispetto dei tempi e delle modalità previ-ste dal “Regolamento per l’istituzione,l’attivazione e la gestione dei MasterUniversitari e dei Corsi di Alta Forma-zione”, le proposte per l’attivazione diMaster e Corsi di Alta Formazione, pro-poste subordinate a deliberazione favore-vole del Consiglio di Facoltà e ad auto-rizzazione del Senato Accademico del-l’Università La Sapienza di Roma.Il C.E.R.I. si impegna a prevedere nelleproposte di attivazione di Master unapercentuale di posti riservati ai Geologiiscritti all’Ordine professionale ed arecepire le indicazioni del CNG in ordineai contenuti dei Master e dei Corsi di AltaFormazione, che il C.E.R.I. organizzeràsecondo le procedure previste dal Rego-lamento dell’Università di Roma - LaSapienza.

3.4 Attività Formative Complementari

Il C.E.R.I. ed il C.N.G. possono organiz-zare su argomenti e materie di volta involta prescelte e comunque di interesseprofessionale, giornate di studio, semina-ri, convegni, nazionali ed internazionali,aperti gratuitamente agli iscritti all’Ordi-ne Professionale.

3.5 Didattica

I corsi utilizzeranno didattica innovativache unisce alla didattica tradizionale:stage; applicazioni pratiche in sito; appli-cazioni e relazioni multimediali; video-conferenze; forrnazione a distanza; etc.Come supporti didattici verranno utiliz-zate dispense ad hoc, letture, rassegnestampa e un laboratorio informatico checonsenta l’accesso ad internet e lo svol-gimento di applicazioni e relazioni multi-mediali, nonché videoconferenze.

3.6 Comitato Scientifico CERI-CNG

La programmazione di tutte le attivitàdidattiche e formative d’interesse profes-sionale è definita dal Comitato Scientifi-

co CERI integrato, per le specifiche atti-vità oggetto della convenzione, da cinquemembri nominati dal CNG.Al Comitato Scientifico è affidato ilcompito istituzionale di effettuare le scel-te relative ai contenuti e agli indirizziscientifici e didattici; alla programmazio-ne; alle metodologie di didattica; all’esa-me e selezione dei progetti di formazio-ne.

3.7 Programmazione

I contraenti riconoscono ed attribuisconoimportanza fondamentale alla program-mazione dell’attività della Scuola.L’attività di Aggiornamento Professiona-le Continuo si terrà sulla base della pro-grammazione annuale effettuata dalComitato Scientifico CERI - CNG, tenu-to conto in primis delle indicazioni pro-venienti dagli Ordini Regionali dei Geo-logi.L’attività di formazione di secondo livel-lo si terrà sulla base della programmazio-ne annuale effettuata dal Comitato Scien-tifico CERI - CNG, sempre sulla basedelle indicazioni degli Ordini Regionalidei Geologi, recepita nelle proposte diattivazione di Master e Corsi di Alta For-mazione, soggette ad approvazione deicompetenti organi accademici dell’Uni-versità La Sapienza di Roma.Il Comitato Scientifico CERI - CNGdelegherà uno o più componenti per ilcoordinamento e l’attuazione delle indi-cazioni diprogrammazione.Il C.N.G. e gli Ordini Regionali provve-deranno a coordinarsi per promuovere inmaniera integrata tutte le attività didatti-che finalizzate all’aggiornamento e allaformazione professionale.

3.8 Programma Minimo Annuale

Le iniziative dedicate alla formazione edalla didattica da intraprendere nel corsodi ciascun anno sono:- svolgimento di almeno due Corsi di

Aggiornamento Professionale, riferitialle attività didattiche di primo livel-lo;

- formulazione e presentazione dialmeno una proposta di istituzione diun Corso di Alta Formazione, riferitoalle attività didattiche di secondolivello;

- svolgimento di almeno tre seminari oconvegni o giornate di studio, riferitialle attività formative complementari;

- formulazione e presentazione dialmeno una proposta di istituzione diun Master.

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lità legata al “nugget”. Per distanzemaggiori del “range” il filtraggioavviene sull'intera variabilità delnostro parametro, quindi spostandosida nodo a nodo della nostra griglia lastima è rappresentata dalla “medialocale”. Per essere più chiari si consi-deri il caso in cui si voglia ricostruireil profilo di un rilievo avendo a dispo-sizione alcuni punti noti. Se appli-chiamo il kriging per ricostruire ilprofilo avermo, come precedentemen-te detto, una versione lisciata del pro-filo reale. Se confrontiamo il profilointerpolaro con quello reale, vedremoche esso passa per dati i noti (quelloche viene chiamato “non distorsionedella stima”) e le ondulazioni del pen-dio stimato sono simili alla realtà. neipunti dove non abbiamo dati, ma doveabbiamo effettuato una stima, il pen-dio risulta molto regolare.

Inoltre se calcoliamo il variogram-ma usando i dati del profilo interpola-to vedremo che questo risulta moltopiù continuo e regolare rispetto alvariogramma calcolato usando i solidati sperimentali. L’effetto di smussa-mento avviene perché gli stimatori,come il kriging, cercano di dare unaverisone “ottimale” e “centrale” dellarealtà date alcuni possibili situazioni.Questa caratteristica può andare benein alcuni casi (come per esempio nellacartografia GIS), ma è assolutamentecontroproducente quando la strutturaspaziale dei nostri dati influenza ladinamica del fenomeno studiato. Sipensi ad esempio al caso in cui sifosse interessati a ricostruire il profilodi un fondo marino per determinare lalunghezza di un cavo da posare dal

punto A verso il punto B come visibi-le in figura 1.

Come precedentemente illustratoil profilo interpolato risulterà piùsmussato di quello reale, in particola-re lontano dai punti noti. Se noi cal-coliamo la lunghezza del cavo neces-sario, ma una inferiore. Questo per-ché essendo il profilo smussato rispet-to a quello reale, la distanza A-Brisulta decisamente inferiore. Cosapossiamo fare rispetto ad un problemadi questo tipo? Possiamo usare lesimulazioni geostatistiche che sono ingrado di produrre un numero ingentedi profili. Tutti questi profili simulatipassano per i punti noti (simulazionicondizionate) e mantengono la stessastruttura statistica e spaziale dei datisperimentali di partenza. Si osservi lafigura 2.

La linea continua spesso rappre-senta il profilo interpolato mentre lealtre linee sono dei profili fimulati.Come si vede il profilo interpolatopassa nel mezzo dei vari profili possi-bili, avendo a disposizione i diversiprofili possiamo calcolare le possibililunghezze del cavo da posare sulfondo marino e studiare come l’incer-tezza nel profilo si ripercuota sullalunghezza del cavo da A a B. In que-sto caso abbiamo parlato della lun-ghezza di un cavo sottomarino, masolo per semplicità. Si pensi ad unamodellazione idrogeologica riguar-dante il movimento delle acque sotter-ranee, dove la struttura di variabilitàspaziale dei valori estremi di conduci-bilità idraulica presenta un effettodeterminante sulle dinamiche del flus-so sotterraneo. Usare come dato diinput in un modello idrogeologico unadistribuzione di permeabilità stimatacon il kriging comporta un errore con-cettuale e pratico, non considerando lesituazioni particolarmente sfavorevolio favorevoli, e non permettendo divalutare gli effetti prodotti dall’incer-

veneto geologi

12 ordine dei geologi regione del veneto

Nel precedente articolo dal tito-lo “La stima con il metodo del kri-ging” (V.G. n. 42), abbiamo moltoparlato dei pregi del kriging, ma nonabbiamo discusso dei suoi limiti;quindi, alla conclusione della nostrabreve introduzione sulle metodologiegeostatistiche, siamo giunti almomento di mettere in luce uno deiprincipali limiti del kriging, peraltrocomune a tutti gli interpolatori. Lacosa che più stupisce è il fatto,alquanto singolare, che molti utilizza-tori (non conoscendo i concetti basi-lari della geostatistica) scelgono ilkriging proprio per quesot suo intren-seco “difetto”. Normalmente quandosi costruiscono carte ad isolinee si èistintivamente attratti da linee smus-sate e rotondeggianti.

Quante volte si sente dire che ilkriging crea delle belle superficilisce? Effettivamente le mappecostruite con il kriging sono versioni“lisciate” delle realtà. Il kriging pos-siede un effetto “filtrante”, esso infat-ti smussa (smoothing effect) la strut-tura di variabilità dei nostri dati.

Lo smussamento che si ottienenon è uniforme e questo deriva dalfatto che più le aree stimate sono lon-tane dai dati noti e maggiore è l’effet-to di smussamento nella nostra carta.Come avrete immaginato, se ricorda-te l’articolo precedente, lo smussa-mento varia con la distanza in relazio-ne al modello di continuità spazialeutilizzato (in genere rappresentato dalvariogramma). Se la stima del valoreavviene a distanze relativamente pic-cole rispetto al “range” del vario-gramma viene filtrata solo la variabi-

SIMULAZIONI GEOSTATISTICHEDr. Geol. Paolo FabbriDocente di Idrogeologia - Università di Padova

Dr. Geol. Sebastiano TrevisaniDottorato in Geologia Applicata - Università di Padova

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veneto geologi

Le simulazioni geostatistiche sonoin grado non solo di riprodurre lastruttura di variabilità spaziale maanche altre proprietà statistiche e geo-metriche del nostro sistema. Questaproprietà risulta particolarmente utilequalora si vogliano ricostruire diversimodelli geologici del sottosuolo.

Esistono numerosi tipi di simula-zioni e queste tecniche sono in conti-nuo sviluppo, rappresentando lenuove frontiere della ricerca in ambi-to geostatistico. La tendenza dellenuove tecniche di simulazione è quel-la di costruire metodi in grado di con-siderare diverse tipologie di informa-zioni (idrogeologiche, geofisiche,geochimiche, sedimentologiche)nella costruzione delle realizzazionidella realtà simulata. L’uso integratodi informazioni geofisiche, misura-zioni dirette e conoscenze “esperte”del fenomeno rimane comunque l’u-nica garanzia per ricostruire realizza-zioni plausibili di una realtà per suanatura complessa.

A conclusione di questi tre breviinterventi, volutamente esenti da for-malismi matematici, ci preme sottoli-neare come l’approccio geostatisticosia estremamente potente e pratico econsenta di avvicinare il geologo adegli strumenti quantitativi non deter-ministrici che tengono conto del par-ticolare tipo di dato da lui trattato.

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tezza spaziale nella risposta del nostromodello idrogeologico. Si pensi adesempio al caso in cui si voglia valu-tare i tempi di arrivo di un inquinantein una certa zona da proteggere (es.captazione idropotabile).

Le simulazioni possono esserepensate come “realizzazioni” possibi-li della realtà, che sono compatibilicon le informazioni disponibili. menosono le informazioni disponibili etanto più diverse tra loro saranno lerealizzazioni prodotte.

Ad onor del vero, alcuni tipi dikriging (ad esempio il “kriging indi-cativo”) consentono una valutazionedi un’incertezza di tipo “locale”.

Pensiamo al fondo di una discari-ca in cui si voglia valutare la capacitàdi un livello naturale di argilla di agirecome barriera alla migrazione vertica-le del percolato.

Supponiamo che la conducibilitàidraulica del livello di argilla non siacostante ma abbia una sua variabilespaziale e supponiamo di avere misu-rato sperimentalmente in alcuni puntila conducibilità idraulica. Ora utiliz-

zando algoritmi come il “kriging indi-cativo” siamo in grado di costruire unacarta della probabilità che il valoredella permeabilità ecceda una certasoglia. In una mappa di questo tipo, adogni nodo della nostra griglia di stima,la probabilità di superamento dellasogli adi permeabilità di nostro interes-se è stata calcolata senza tener conto diquello che accadeva ai nodi attigui.

In realtà noi siamo maggiormenteinteressati alla valutazione delal pro-babilità che tutti i nodi della griglia,che discretizzano il livello argillosostudiato, superino congiuntamente lanostra soglia di permeabilità. Oppurepotremmo essere interessati a valuta-re quale è la proporzione di puntinella griglia che nel livello argillososupera congiuntamente la soglia dinostro interessa. Valutazioni di questotipo richiedono l’utilizzo delle simu-lazioni che permettono di considerareun’incertezza di tipo “spaziale”, rap-presentata dalla probabilità congiuntache un certo gruppo di valori attiguisuperi una certa soglia o appartengaad una certa classe di valori.

In merito a quanto pubblicato sul numero 44, ottobre-dicembre 2003, di Veneto Geologi, a firma del Dott. Rena-to Bartolomei nell’articolo “Le Prove Geotecniche e LaCircolare 16.12.1999 n. 349/STC”, l’ANISIG – Associa-zione Nazionale delle Imprese Specializzate in IndaginiGeognostiche, ritiene doveroso precisare, in quanto partechiamata in causa nell’articolo di cui sopra, quanto segue:Le posizioni critiche di ANISIG nel merito della Circolaren. 349/STC sono basate essenzialmente sulle contraddizio-ni tra il dettato della Circolare ed il più ampio quadro nor-mativo vigente in materia di lavori pubblici (nel cui ambi-to possono ricordarsi la Legge 109/1994, ilD.P.R.554/1999, il D.P.R.145/2000). Contraddizioni che,in tutta evidenza, ne hanno decretato ad oggi ogni manca-ta applicazione.D’altra parte, la quasi totalità dei soggetti oggi esecutori diindagini geognostiche in Italia è strutturata come “impre-sa”, nel senso più classico del termine, peraltro non ade-

guatamente ed operativamente applicabile all’interno deiparametri fissati dalla Circolare 349/STC.Le Imprese operanti nel settore delle indagini geognosti-che e presenti sul mercato dei Lavori Pubblici, si sono datempo adeguate a quanto loro richiesto dalle altre normati-ve, pena l’esclusione dalle gare e dall’affidamento deiLavori Pubblici stessi.In ultima analisi, circa la correttezza professionale, prepa-razione tecnica ed affidabilità nei confronti dei propriCommittenti, ANISIG ritiene che “le condizioni di impar-zialità, indipendenza ed integrità”, sia per le prove di labo-ratorio che per le indagini in sito, sono alla base di un com-portamento eticamente corretto da parte di chiunque, siaesso laboratorio o impresa, senza null’altro aggiungere allepersonali ed opinabili considerazioni espresse dal Dott.Bartolomei.

Il Presidente ANISIGIng. MAURO BUZIO

L’ANISIG CHIAMATA IN CAUSARISPONDE ALL’ARTICOLO DI BARTOLOMEI

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14 ordine dei geologi regione del veneto

Tempo fa un collaudatore fu ten-tato di ordinare la rimozione dello stra-to, di volume circa 500 m3, di terrenodi impermeabilizzazione del fondo diuna discarica di R.S.U..

Tutto dipese dalla valutazione chevenne fatta della composizione granu-lometrica del terreno determinata conanalisi di laboratorio ed espressa concurve granulometriche cumulative.

La composizione granulometricamedia fu valutata in due modi diversi;l’una con 26% di sabbia, 36% di limoe 38% di argilla, cioè con un 62 % dilimo e sabbia insieme, e l’altra con22% di sabbia, 28% di limo e 50% diargilla, cioè con 50% di limo e sabbia.

La differenza, riferita alla frazioneargillosa, era ben 12%; non poco per lostesso terreno.

Inoltre, a complicare il caso, qual-cuno sostenne che l’argilla dovevaessere presente al 100% in quanto ilprogetto prescriveva testualmente uno“.... stato di impermeabilizzazionecostituito da argilla CH di alta plasti-cità ....” non citando, in alcun modo,sabbia e limo.

Alla fine il collaudo fu fatto senzarimozione di terreno; a qualcuno tutta-via restò un dubbio sulla reale percen-tuale di argilla: 3% o 50% o 100%?

Ovviamente la soluzione era di unasemplicità disarmante; tutto dipendevadalla “norma” a cui si era fatto riferi-mento; se era la norma ASTM D422 oHRB o altre simili il limite superioredella frazione argillosa risultava 0.002mm, se invece era la norma CNR-UNI10006 questo limite risultava 0.005mm; analoghe considerazioni per lafrazione limosa rispettivamente 0.060mm e 0.075 mm.

Al contrario il 100% di argilla erafantasioso; in natura sono rari i terrenicosì poco assortiti granulometricamen-te e comunque inutilizzabili nel casospecifico.

NORMA CNR-UNI 10006

La norma CNR-UNI 10006, oraritirata, si riferiva alla “Tecnica diimpiego delle terre” per la “Costruzio-ne e manutenzione delle strade” e sta-biliva termini, definizioni, classifica-zione, instabilità, difesa dell’acqua,costipamento, preparazione del sot-tofondo, costruzione rilevati e trincee.

Sempre nell’ottica delle costruzionistradali essa entrava nel merito deirequisiti di idoneità delle terre e indivi-duava alcuni parametri geotecnici diriferimento quali granulometria, limitidi consistenza, CBR, coefficiente difrantumazione e gelività e imponevalimiti da rispettare nella posa in operacon costipamento a determinati valoridel modulo di deformazione Md edella percentuale della densità massi-ma AASHO.

Questa norma fu ampiamente uti-lizzata, quanto possibile, anche per lasoluzione di problemi geotecnici checon le strade poco o nulla avevano ache fare.

Norma UNI EN ISO 14688

La CNR-UNI 10006 è stata sostitui-ta dalla UNI EN ISO 14688 “Geotech-nical investigation ad testing - Identifi-cation and classification of soil - Part1: Identification and description” che,nella versione corretta 03.03.2004,assume “....status di norma nazionaleitaliana.”.

È scritta in lingua inglese anchenella versione UNI italiana.

L’aspetto innovativo e importante diquesta nuova norma è che essa ha comeunico e specifico oggetto le “Indagini eprove geotecniche” recependo i conte-nuti dell’EUROCODICE EC7.

Essa è costituita da due parti; “Part1: Identification and description” e“Part 2: Classification principles andquantification of descriptive characte-ristics”.

Presa nel suo insieme, la norma“establishes the basis principles forthe identification and classification ofsoils on the basis of those material andmass characteristics most commonlyused for soils for engineering purpo-ses.” (stabilisce i principi base per laidentificazione e classificazione deiterreni sulla base di materiali e massecaratteristici più comunemente utiliz-zati nei progetti ingegneristici).

Mentre la “Part 1” è già operante,la “Part 2” non è ancora pubblicataanche se in avanzato stadio di elabora-zione; la Commissione “Ingegneriastrutturale” dell’UNI segue i lavorieuropei sull’argomento per delegadella Commissione Centrale Tecnica.

Il ritiro della CNR-UNI 10006 e lamancata pubblicazione della Part 2della UNI EN ISO 14688-2 lasciano,almeno in Italia, un momentaneo vuotonormativo e non permettono il comple-tamento della caratterizzazione quali-tativa ottenuta in sito (Part 1) conprove di classificazione quantitative insito e di laboratorio (Part. 2).

Ovviamente nell’attesa si utilizza-no ancora norme e raccomandazioniesistenti.

UNI EN ISO 14688-1 - “Part 1”

La “Part 1” della norma stabilisce iprincipi base per l’identificazione e laclassificazione dei terreni sulla base dimateriali e masse caratteristici piùcomunemente utilizzati.

In particolare stabilisce che “Ladescrizione e l’identificazione di carat-tere generale dei terreni è basata su unsistema flessibile per l’immediatoimpiego (in sito!) da parte di persona-le qualificato e considera materiali emasse caratteristici attraverso tecni-che manuali e visive. La norma siapplica ai terreni naturali in sito e amateriali similari realizzati in sito”.

Essa precisa “termini e definizioni”

Dr. Geol. Renato Bartolomei - Dr. Geol. Tatiana BartolomeiLiberi professionisti in Vicenza

CLASSIFICAZIONE GEOTECNICADEI TERRENIUn caso curioso

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veneto geologi

aprile - giugno 15 15

da attribuire ai terreni e alcune “moda-lità” per la identificazione (con tecni-che visive e manuali), per la suddivi-sione in base alle dimensioni dei gra-nuli e alla composizione (distinguendola “frazione principale” da quella“secondaria”), per la valutazione della“plasticità” e della presenza di sostan-ze organiche (odore), di torba, di mate-riali vulcanici, ecc.

Contiene anche un elenco di“metodi per l’identificazione e descri-zione del suolo” e una lista delle infor-mazioni che il rapporto descrittivo “insito” deve necessariamente contenere.

Se questa norma verrà effettiva-mente applicata dai tecnici del settoresi potranno avere descrizioni stratigra-fiche di campagna con linguaggiocomune, univoco e facilmente com-prensibile.

La classificazione di cantiere meri-ta grande attenzione in quanto è ilprimo documento descrittivo di un ter-reno che, se eseguito in modo rigoroso,permette di programmare, in modomirato, eventuali ulteriori approfondi-menti conoscitivi con prove geotecni-che in sito e di laboratorio.

IMPORTANZA DELLA CLASSIFICAZIONE GEOTECNICA

L’esecuzione di prove di classifica-zione in sito e successivamente dilaboratorio ha una tale rilevanza per lascelta dei parametri fisico-meccanicipiù generali di un terreno che alcunigeotecnici, di indubbio valore (*),affermano che “..... non sarebbe deltutto azzardato affermare che le soleprove geotecniche di classificazionepotrebbero essere sufficienti a risolve-re molti dei problemi di caratterizza-zione dei terreni. In realtà tale affer-mazione si giustifica solo quandorisulta particolarmente complesso ilprelievo di campioni indisturbati o se icosti di una campagna geotecnica didettaglio non sono compatibili con ilrichiesto livello di approfondimentodella progettazione.”

Questa affermazione attesta il valo-re delle prove di classificazione geo-tecnica anche se troppo spesso nonsono correntemente utilizzate nella ste-sura delle RELAZIONI GEOTECNI-CHE.

Brevemente e al solo scopo di ripor-tare alla memoria cose note, si fa pre-

sente che le proprietà di classificazionevengono quantificate su terreno inevi-tabilmente “rimaneggiato” (preparazio-ne del terreno in laboratorio) sul qualele prove determinano necessariamenteveri e propri sforzi di taglio; infatti ladeterminazione del limite di liquiditàWl avviene per urti con il “cucchiaio diCasagrande” (fig. 1) e quello di plasti-

cità Wp per rottura manuale dei cilin-dretti di terra (fig. 2); considerazioni

analoghe valgono anche per le analisigranulometriche.

Queste determinazioni individuanoproprietà di classificazione che dipen-dono esclusivamente dalla natura edalla composizione mineralogica delterreno e che nulla hanno a che farecon la loro storia tensionale o dellostato di sforzo.

0.002 0.06 2

DIAMETRO DEI GRANI D (mm)

% IN

FE

RIO

RE

A D

ARGILLA LIMO SABBIA GHIAIA

analisi granulometricaper sedimentazione

analisi granulometrica per setacciatura

limiti di Atterberg o di consistenza

0.4

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

Infatti, gli stati fisici individuati dailimiti di Atterberg sono invariabili (cosìcome la composizione granulometrica)per un dato terreno e vanno intesi comeproprietà indice o di classificazione; alcontrario il suo contenuto d’acqua Wpuò variare nel tempo e con esso con-seguentemente anche l’indice di consi-stenza Ic = (Wl - W )/Ip e l’indice diliquidità Il = (W - Wp )/Ip (dove Ip =Wl - Wp) e pertanto identificano un par-ticolare e momentaneo stato fisico.

Non va inoltre dimenticato il rap-porto Ip/% argilla (attività colloidale“A” di un terreno) che mette a con-fronto i limiti di Atterberg con la com-posizione granulometrica; è una gran-dezza di classificazione che correla inun sol termine caratteristiche diversedella frazione di terreno passante allostaccio 0.4 mm (quindi potenzialmentecostituito in modo vario da argilla,limo e anche sabbia fina), con quellainferiore a 0.002 mm (cioè sola argilla)(fig. 3).

A questo punto, prima di chiudere,si ricorda ancora che esistono in lette-ratura numerose correlazioni empiri-che che legano le proprietà indice deiterreni, dedotte dalle prove geotecni-che di classificazione, con altri impor-tanti parametri fisico-meccanici.

(*) Scarpelli G., Fruzzetti V.E.E. - LASCELTA DEI PARAMETRI GEOTECNI-CI PER IL PROGETTO DELLE FONDA-ZIONI - SEMINARIO DI STUDIOSULLA CARATTERIZZAZIONE GEO-TECNICA DEI TERRENI IN RELAZIO-NE A PROBLEMI DI INGEGNERIACIVILE - Firenze 12-13 Febbr. 2004

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16 ordine dei geologi regione del veneto

Un cordiale saluto a tutti dal Forum delle Professioniintellettuali del Nord Italia e, permettetemi, un doveroso rin-graziamento agli organizzatori, agli amici di Napoli e dellaCampania, al nostro infaticabile Presidente Raffaele Sirica, aMaurizio De Tilla che fortemente ha voluto questa giornatadelle professioni a Napoli, all’amico Pasquale Caprio, alquale siamo particolarmente vicini e a tutti coloro che hannocontribuito al successo organizzativo di questa iniziativa.

Siamo ormai entrati nella fase d’avvio della campagnaelettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo, proprionell’anno in cui l’Unione si è allargata a 25 Paesi e proprioin un momento in cui la questione del riordino delle profes-sioni sta vivendo momenti decisivi sia a livello nazionale checomunitario.

Anche per questo riveste importanza fondamentale lagiornata odierna e la vostra presenza qualificata e numerosa;giornata finalizzata alla presentazione del MANIFESTODELLE PROFESSIONI PER L’EUROPA, documento diprincipi per valorizzare le professioni intellettuali in ambitoeuropeo.

Oggi è l’occasione per chiedere agli autorevoli esponen-ti del Governo e del Parlamento che (numerosi) ci onoranodella loro presenza, l’adesione al MANIFESTO.

I CUP territoriali italiani, come sempre, anche in questainiziativa sono particolarmente vicini al CUP Nazionale e alsuo Presidente Raffaele Sirica.

Questa mattina, prima dell’inizio dei lavori, c’è stato unincontro dei Presidenti dei CUP territoriali italiani per pro-muovere e organizzare capillarmente in tutti i Collegi eletto-rali un incontro, a fine mese, tra i candidati al ParlamentoEuropeo ed i 1.800 Presidenti degli Ordini e Collegi profes-sionali italiani.

Si tratta di uno sforzo organizzativo particolarmenteimpegnativo che testimonia la crescita continua della rete deiCUP territoriali italiani ormai prossima a formalizzare, conun regolamento, la propria organizzazione su scala naziona-le per rafforzare il rapporto sinergico con il CUP Nazionale.

(In questi primi mesi dell’anno si sono costituiti i CUPprovinciali di Gorizia, Lodi, Alessandria e Siracusa, in dirit-tura d’arrivo sono pure i CUP di Catanzaro, Pescara e Poten-za; lo stesso dicasi per i CUP regionali).

L’incontro con i canditati al Parlamento Europeo, saràl’occasione per illustrare il Manifesto, raccogliere le lorovalutazioni e richiederne la sottoscrizione che verrà pubbli-cata prima delle elezioni sulla stampa.

CONVEGNO NAZIONALE DELLE PROFESSIONI E DELLE CASSE

Napoli, 9 maggio 2004

Intervento dell’Arch. Giuseppe Capocchin, Presidente del CUP - Nord Italia

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le” nella loro articolazione ordinistica,previdenziale e sindacale, sia le asso-ciazioni non regolamentate, esperti difiducia del Ministro Castelli compresi(il Ministro, non dimentichiamolo,aveva promesso di trasformare labozza Vietti in D.D.L. governativo).

“Manca una definizione di profes-sione e neanche nel decreto La Loggiasiamo riusciti a darne una di convin-cente” ha dichiarato il Ministro,dimenticando che la proposta di diret-tiva europea sul riconoscimento dellequalifiche professionali introduce perla prima volta la definizione di “LiberaProfessione”.

L’emendamento n° 37 prevedeall’art. 3, paragrafo 1, una nuova lette-ra “a bis” che così recita: “Libera Pro-fessione: attività esercitata da chi effet-tua sulla base di qualifiche professio-nali specifiche, a titolo personale, sottola propria responsabilità e a titolo pro-fessionale, prestazioni intellettuali inmodo autonomo nell’interesse delmandante e della collettività. L’eserci-zio della sua professione è in generesottoposto ad obblighi giuridici speci-fici che garantiscono e perfezionano laprofessionalità, la qualità e la relazionedi fiducia esistente con il mandante”.

Si tratta di una definizione che,affiancata a quella di “professioneregolamentata” ha ottenuto in Parla-mento Europeo (la lettura) una mag-gioranza amplissima: 433 voti a favoree 89 contrari.

Dalla definizione discende la speci-ficità del professionista intellettuale, lamarcata differenza tra libero professio-nista e imprenditore commerciale econseguentemente tra professioneintellettuale e impresa.

Ciò non consente di escludere, macertamente di moderare, l’applicazionedelle regole della concorrenza.

Il Ministro Buttiglione, un anno fa,a Vicenza, in occasione del 2° Con-gresso del CUP Veneto, aveva sottoli-neato che “ci sono due tipi di concor-renza: una concorrenza virtuosa, fon-data sul miglioramento della qualità,sull’innalzamento dei livelli della pre-stazione, sul miglior servizio resoall’utente e c’è una concorrenza dan-nosa, fondata sulla compressione deicosti ad ogni costo, sulla negazione dei

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Con la divulgazione capillare delManifesto vogliamo fare definitivachiarezza in merito a obiettivi e prio-rità delle professioni italiane.

Siamo stanchi di promesse nonmantenute e di repertini ingiustificaticambiamenti di indirizzo.

Siamo profondamente critici neiconfronti delle esternazioni del Presi-dente dell’Antitrust.

“Le barriere di accesso alle profes-sioni sono medioevali.

Il Presidente dell’Antitrust Giusep-pe Tesauro, torna ad attaccare gli Ordi-ni professionali accusandoli di difen-dere interessi corporativi, improponi-bili, fuori dalla nostra epoca; ed invitail legislatore a togliere le barriere.”

Così iniziava l’articolo sul Corrieredella Sera di giovedì scorso titolato“Professioni, soglie d’accesso medie-vali”.

Invitiamo il Presidente Tesauro aduna più attenta lettura dei criteri diaccesso agli Albi professionali.

Ad eccezione dei Notai, peraltroesclusi anche dalla direttiva europeasulle qualifiche professionali, proprioper la specificità della loro professio-ne, trattandosi di professionisti chepartecipano con la loro attività all’eser-cizio dei pubblici poteri di uno statomembro, non esiste per tutte le altreprofessioni intellettuali alcuna sogliadi accesso (gli architetti italiani rappre-sentano un quarto degli architetti euro-pei).

E critici siamo pure nei confrontidelle dichiarazioni del Ministro Castel-li che, anche in questa occasione, hadisertato il confronto con i rappresen-tanti di quasi due milioni di professio-nisti intellettuali, preferendo presen-ziare agli stati generali dei rappresen-tanti dei duecentomila iscritti alle asso-ciazioni non regolamentate.

Avremmo gradito che oggi il Mini-stro CastelIi, guardandoci negli occhi,ci avesse illustrato le dichiarate“GRAVI LACUNE” del disegno diLegge Vietti, Michele Vietti che salu-tiamo e ringraziamo per la sua presen-za, ma anche e soprattutto per la suacoerenza e correttezza e per aver avutoil merito di avere fatto sedere allo stes-so tavolo tutte le componenti profes-sionali, sia quelle di “interesse genera-

diritti del lavoratore e sull’imbroglioverso l’utente.

È compito dell’autorità pubblica edegli Ordini professionali cercare diincentivare il primo tipo di concorren-za e di scoraggiare il secondo.E sempre un anno fa a Vicenza, aveva-mo sottolineato al Ministro Buttiglioneed al relatore della direttiva StefanoZappalà, le notevoli perplessità susci-tate dal testo elaborato dalla Commis-sione Europea di stampo esasperata-mente liberista, poco incline a sostene-re la politica della qualità.In quella occasione abbiamo chiestoloro un impegno concreto di sensibiliz-zazione e promozione del sistema lati-no di organizzazione delle professionie delle sue peculiarità rispetto al siste-ma anglosassone, con l’obiettivo difavorire la libera prestazione di servi-zio e la libertà di stabilimento dei pro-fessionisti nella unione europea, attra-verso regole che spingano verso l’altoil livello della conoscenza e che tuteli-no l’interesse generale.Diamo atto al Ministro Buttiglione eall’on. Zappalà del concreto impegnoin sinergia con il CUP Nazionale e conil suo Presidente Raffaele Sirica, cheha portato all’approvazione da partedel Parlamento Europeo, in pr1ma let-tura,`di un testo decisamente migliore,anche se ancora rnigliorabile, rispetto aquello proposto dalla Commissione.Ringraziamo infine il Ministro La Log-gia per essere stato di parola, portandoall’approvazione del Governo, all’una-nimità, lo schema di decreto legislativoche definisce i limiti della legislazioneconcorrente delle Regioni sulle profes-sioni e le esclusive dello Stato: i princi-pi fondamentali spetteranno allo Stato,la legislazione di settore resterà alleRegioni.Questo provvedimento è essenzialeper sbloccare la riforma delle profes-sioni.Riteniamo quindi che si siano final-mente ripristinate le condizioni perriprendere il cammino attraverso l’in-tegrazione del testo Vietti con il testoCavallaro - Federici, per giungere alpiù presto, e comunque in questa legi-slatura, all’approvazione di una rifor-ma delle professioni intellettualiampiamente condivisa.

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18 ordine dei geologi regione del veneto

Il dibattito sul futuro dell’Europa hadimostrato che la fondazione di unanuova comunità politica e sociale richie-de la condivisione di valori e principi,senza la quale non si può avere una iden-tità forte.

La difficoltà di approvare la Costituzio-ne europea evidenzia la necessità di unnuovo approccio, che muova dalla iden-tificazione dei valori comuni per costi-tuire un quadro di riferimento condivisoper la definizione delle strategie politi-che dell’Europa unita.

I Professionisti italiani sono fermamenteconvinti che • i diritti che assicurano il pieno svi-

luppo della persona umana e l’ef-fettiva partecipazione all’organiz-zazione politica, economica e soli-dale del Paese;

• il diritto al lavoro; • la tutela del paesaggio e del patri-

monio storico e artistico; • la libertà di stampa; • il diritto di difesa; • la protezione della maternità, del-

l’infanzia e della gioventù; • il diritto alla salute;• il diritto all’assistenza e previden-

za sociale; la tutela del risparmio;• il rispetto della sicurezza, libertà e

dignità umana riconosciuti dallaCarta Costituzionale della Repub-blica italiana;

costituiscano dei valori irrinunciabiliattraverso i quali è possibile riscoprire leragioni ultime della comunità, sociale epolitica, anche in Europa.

Il profitto non può costituire il principalescopo del lavoro umano. Quando all’art.4 la Costituzione prevede che “la Repub-blica riconosce a tutti i cittadini il dirit-to al lavoro e promuove le condizioni cherendano effettivo questo diritto”, preci-sa, altresi, che “ogni cittadino ha ildovere di svolgere, secondo le propriepossibilità e la propria scelta, un’attivitào una funzione che concorra al progres-so materiale o spirituale della società”.

Tali principi devono, oggi, tornare a ispi-rare quella politica che sembra nutrireuna fede cieca nella capacità del merca-to di orientare lo sviluppo della colletti-vità. Ma il mercato deve essere lo stru-mento e non il fine principale dell’azio-ne politica poiché la concorrenza tantopuò potenziare sul piano economico,quanto dividere e destabilizzare sulpiano civile e sociale.

I Professionisti italiani sono convintiche:• nel conflitto tra la concorrenza e i

diritti inviolabili dell’uomo garantitidalla Costituzione;

• nel conflitto tra la concorrenza e idoveri inderogabili di solidarietàpolitica, economica e sociale pre-scritti dalla Costituzione;

• nel conflitto tra la concorrenza e l’u-tilità sociale, la sicurezza, la libertà ela dignità umana salvaguardateespressamente dalla Costituzione;

la sfida è quella di far prevalere, specienel mondo del lavoro professionale, talidiritti e doveri, che in definitiva assicu-rano la libertà e la dignità dell’uomo.

La concorrenza e il mercato hanno cer-tamente dei pregi, ma non possono for-nire, di per sé, la base per un programmapolitico che fondi l’identità europea.

In questa prospettiva, occorre ripensareil ruolo di quelle attività che risultanoidonee a incidere su interessi e valoridella collettività.

L’unione europea deve compiutamenteriflettere sul significato e ruolo nellasocietà delle professioni intellettuali,che, per la loro idoneità a incidere sullapersona, sulla sua dignità e libertà,hanno storicamente goduto di uno statusdiverso da quello di impresa. Si tratta diuna scelta che pone la questione dellacompatibilità delle attività professionalicon le regole della concorrenza e delprofitto, che non possono certamenteessere considerate del tutto estranee aquesto settore ma che, al contempo, nonlo possono qualificare.

I Professionisti italiani sono convinti chesia arrivato il momento di affrontare laquestione del ruolo delle professioniintellettuali in modo organico e sistema-tico, interrogandosi sulla funzione che lestesse possono svolgere quale risorsa perlo sviluppo economico e sociale dell’Eu-ropa.

Sono convinti che le professioni intellet-tuali abbiano una loro funzione nell’otti-ca della tutela e della realizzazione diquei valori e interessi del cittadino e,ancora prima, della persona umana chenon possono essere ricondotti al meroprofitto.

Le attività che, implicando una compe-tenza intellettuale, sono dirette alla pro-duzione di atti, opere, servizi che risulta-no in grado di incidere su interessi evalori della collettività devono essereassoggettate a un sistema di regole chetendano ad assicurare la qualità dellaprestazione, contemperando il principiodi competizione con l’esigenza di tuteladella collettività.

Sulla base di queste considerazioni enella certezza del primato della politica,a nome di tutti gli iscritti agli Ordini aiCollegi e alle Casse di Previdenza, i Pro-fessionisti riuniti a Napoli chiedono alGoverno e ai Candidati al Parlamentoeuropeo l’impegno per la approvazionedi uno Statuto delle Professioni intellet-tuali basato:a) sulla identificazione di competenze

che, a tutela della collettività, richie-dano per il loro esercizio il possessodi capacità e saperi: sia quando l’at-tività è svolta personalmente siaquando è resa, ove compatibilerispetto all’ordinamento professio-nale, nell’ambito di strutture impren-ditoriali o amministrative;

b) sul rigoroso accertamento dellecapacità e saperi dei soggetti cheesercitano tali attività;

c) sulla sottoposizione dei professioni-sti a norme deontologiche atte aregolarne, in modo concorrenziale,l’attività nel rispetto degli interessigenerali.

Tale Statuto dovrà essere corredato dauna serie di provvedimenti diretti apotenziare il ruolo del professionistanello sviluppo sociale e nell’attuazionedelle politiche occupazionali, ancheattraverso:a) la tutela della sicurezza sociale

obbligatoria di tutti i professionisti,prevedendo altresi l’effettivo avviodi pilastri di previdenza complemen-tare e fondi comuni Europei di soli-darietà;

b) la realizazione di un regime fiscalebasato su un prelievo uniformerispetto ai modi di esercizio dellaprofessione (individuale, associata,societaria);

c) il pieno riconoscimento fiscale emisure di incentivazione funzional-mente collegate alla formazione eaggiornamento (praticanti e profes-sionisti).

In questo quadro e prospettiva, i Profes-sionisti riuniti a Napoli chiedono alGoverno italiano e ai Candidati al Parla-mento europeo di proseguire il confron-to sulla proposta di direttiva relativa alriconoscimento delle qualifiche profes-sionali e sulla proposta relativa al mer-cato interno dei servizi al fine di armoni-zarle con i principi qui affermati, anchein vista della loro applicazione nell’ordi-namento interno, che in ogni caso deveessere presidiata da misure atte a tutela-re l’affidamento della collettività.

Napoli 9 maggio 2004

MANIFESTO DELLE PROFESSIONI INTELLETTUALI PER L’EUROPA

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Pompa dicalcestruzzo

Prescavo primadella battitura

Nella produzione dei pali si distinguono fra� pali non-iniettati � pali iniettatiI pali non-iniettati sono battuti nelterreno fino al momento in cui l’energiadi battitura del martello è inferiore allaresistenza dello strato portabile delsuolo. In tale caso si parla di pali chescaricano il loro carico attraverso lapressione di punta.I pali sono battuti nel suolo conescavatori idraulici normali (20 – 25tonnellate) e martelli oleodinamici(proprio peso da 1.500 a 2.500 kg).Il primo pezzo è costituito da unascarpa da palo con o senza punta.La piena portata è raggiunta, quandoil martello oleodinamico non puòbattere il palo più profondo nel suolo.Le portate dei pali variano fra 50tonnellate e 120 tonnellate, a secondail tipo e lo spessore del palo.Quando è stata raggiunta la profonditàfinale, il palo non-iniettato può esseredotato al suo interno con le attrezzatureGeowatt e riempito con una massaspeciale – una perfetta sondageotermica.Il passaggio di calore dal suolo versoil mezzo portante può in praticaavvenire senza disturbi, perché la ghisaè un ottimo conduttore di calore.

I pali iniettati si basano sull’attivazione deivalori d’attrito del manto nel suolo. L’attritodel manto è attivato attraverso l’indurimentodel calcestruzzo con il terreno circostante.Per la produzione di pali iniettati s’impieganogli stessi mezzi, che sono utilizzati per laproduzione di pali non-iniettati. Inoltrenecessita una pompa di calcestruzzo, laquale - attraverso un pezzo speciale dibattitura - comprime il calcestruzzo nel paloe nel suolo. Il calcestruzzo ha unagranulosità massima di 4 mm, ed attivacosì, in modo perfetto, l’attrito del manto.In contrasto con il palo non-iniettato siconsidera la densità di stratificazione nelsuolo, e l’attrito del manto, che ne risulta,è pienamente incluso nel calcolo dellaportata.Le portate dipendono dal tipo di paloimpiegato e dai valori d’attrito da attivaredel terreno da penetrare.Dopo la loro produzione, anche nei paliiniettati può essere installata la sondageotermica Geowatt. Gli elementiprefabbricati sono inseriti nel calcestruzzoancora liquido e sono protetti contro laspinta di galleggiamento. Così si garantisceuna perfetta trasmissione del caloreterrestre.

Il sistema pali TRMda garanzia tecnicae redditivà

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