Onda durto maggio2008

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1998 2008 ONDA DURTO Periodico degli studenti del Liceo ‘Porporato’ di Pinerolo - Anno X, n.4, Maggio 2008 www.liceoporporato.it/studenti/onda/onda_d'urto.htm ins. resp. antonio denanni Indice: 3 metri sopra il mondo pag. 2 10 anni di Onda d’urto pag. 2 La Settimana dei recuperi pg. 3 Intervista ai vicepresidi pg. 4-5 N.solo la regola del figo pg. 6 Il ragazzo ideale pag. 6 L’anticonformista pag. 7 Grazie… pag. 8 La scuola di Einstein pag. 9 7 in condotta pag. 10 Suppl. d’anima pag. 11 M.Chialva & A.Repele pag. 12 Le nostre...e le loro… pag. 13 Raccolta differenziata pag.14 L’enigma? pag.15 60 anni di Costituzione pag.16 Scambio con la Francia pag.17 Vacanza e campi lavoro pag.18 Musica & Film pag.19 Lettere alla redazione pg.20/21 Boicotaggio!!!! pag.20 Chi è Conai? pag.22 Le insufficienze scolast. pag.22 1

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N.4 Giornale degli studenti del Liceo Porporato

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1998 2008

ONDA D’URTO Periodico degli studenti del Liceo ‘Porporato’ di Pinerolo - Anno X, n.4, Maggio 2008

www.liceoporporato.it/studenti/onda/onda_d'urto.htm ins. resp. antonio denanni

Indice: 3 metri sopra il mondo pag. 2 10 anni di Onda d’urto pag. 2 La Settimana dei recuperi pg. 3

Intervista ai vicepresidi pg. 4-5 N.solo la regola del figo pg. 6 Il ragazzo ideale pag. 6 L’anticonformista pag. 7 Grazie… pag. 8

La scuola di Einstein pag. 9 7 in condotta pag. 10 Suppl. d’anima pag. 11 M.Chialva & A.Repele pag. 12 Le nostre...e le loro… pag. 13

Raccolta differenziata pag.14 L’enigma? pag.15 60 anni di Costituzione pag.16

Scambio con la Francia pag.17 Vacanza e campi lavoro pag.18

Musica & Film pag.19 Lettere alla redazione pg.20/21 Boicotaggio!!!! pag.20 Chi è Conai? pag.22 Le insufficienze scolast. pag.22

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Tre metri sopra il mondo Seduti su un comodo posto di un autobus scoperto immaginiamo di girare lungo gli itinerari turistici delle nostre città. Da questo

bus rosso immaginario, sistemati a circa tre metri dal suolo, ab-biamo provato ad osservare il mondo attorno a noi, coniando la frase: “Tre metri sopra il mondo”. Per una volta siamo noi a guardare dall’alto le macchine che si incolonnano dietro e un po’ ci insultano perché siamo lenti. Per una volta veniamo pure salu-tati dal basso in alto dai passanti sul marciapiede... Da questo au-tobus immaginario, “tre metri sopra il mondo”, il tema di apertu-ra di questo numero di Onda, abbiamo provato a raccontare alcu-ne delle cose che succedono attorno a noi. Com‘è facile capire ci siamo ispirati al famoso libro di Federico Moccia, ma solo per il titolo. Non facciamo parte della truppa dei “Mocciosi”. Un appuntamento un po’ speciale ci coinvolge da vicino: la mo-stra dei 10 anni di Onda d’urto di cui parliamo nell’articolo a la-to. Vi invitiamo a visitarla e a raccontarci le vostre impressioni. Gli articoli e le rubriche solite completano questo numero (succosa l’intervista delle iene - ne è rimasta ormai solo una - ai due nostri amati vicepresidi). Abbiamo bisogno anche di un ri-scontro a BuoneNews, che abbiamo stampato in forma speri-mentale in un numero limitato di copie. Pare che il giudizio sia stato più che positivo. La prossima volta usciremo con un numero maggiore di copie. Buon fine anno e buone vacanze. La Redazione

10 Anni di “Onda d’urto” Sono 10 anni che “Onda d’urto” attraversa la sto-ria del nostro Liceo. Nel piccolo è uno spaccato di alcuni degli eventi del Porporato, visti dalla pro-spettiva degli studenti. Già la scelta del nome è si-gnificativa, “Onda d’urto”, per marcare la l’orgogliosa volontà di voler colpire l’interesse di insegnanti e studenti di questo liceo. Ogni lunedì, per 10 anni, venti/venticinque ragaz-zi/e della redazione si sono trovati/e per discutere che articoli scrivere nel prossimo numero del nostro giornalino. Alle 600 copie iniziali stampate e distri-buite agli studenti e agli insegnanti del Porporato, con qualche copia piazzata in luoghi strategici (Ordine dei giornalisti, Sindaco, Vescovo, ecc.), ne sono state aggiunte altrettante giungendo alle 1200 di oggi. Nel rispetto degli spazi e dell’impaginazione ab-biamo dato voce a tutti quelli che ce l’hanno chie-sta. Abbiamo sempre resistito a pressioni e pure a qualche minaccia. Abbiamo mantenuto uno spirito libero, ma responsabile, sempre incentrato nel dia-logo a livello di redazione.

Nei dieci anni hanno scritto per Onda d’urto studenti appartenenti a tutti gli indirizzi,

studenti bravi scolasticamente e altri meno. Siamo stati sempre a-perti a tutti e se qualche volta ab-

biamo “urtato” qualcuno, non l’abbiamo mai fatto con volontà offensiva. Le ru-

briche satiriche “Splash” e “Ipse Dixit” hanno sempre

a- vuto come obiettivo la sana risata e lo scherzo bonario. Per festeggiare questi dieci anni abbiamo deciso di allestire una mostra di tutti i numeri pubblicati, inserita nelle manifestazioni di Maggiolibri. La sua inaugurazione avverrà sabato 17 maggio, alle ore 11, con la presenza di qualche autorità. “Onda d’urto”, però, non è solo il giornalino. In-torno al gruppo redazionale si sono coagulate varie attività: la “Festa dei giovani”, il “Gruppo musica”, la “Giornata dell’arte e della creatività”, le adozioni in Bangladesh, l’Annuario, la “Festa dei maturandi” e da ultimo il supplemento “BuoneNews” I primi numeri del ‘98 venivano confezionati in modo artigianale con “taglia e incolla”, ora riuscia-mo a fare tutto in forma digitale. A breve speriamo di arrivare ad inserire delle pagine a colori . Gli articoli pubblicati spaziano in tutti i settori: la vita della scuola, le esperienze personali e sociali, il mondo giovanile e della cultura. Abbiamo escluso di proposito le tematiche politiche e di attualità per l’impossibilità, data la nostra periodicità, di interve-nire in modo tempestivo. Grande successo hanno avuto le caricature dei proff. con le rubriche Splash e Ipse Dixit, 7 in con-dotta e le interviste delle “iene”. Così pure “Un campione tra noi”, “Inglese-piemontese” e la rubri-ca dei test “Chi lo sa?”. Ogni numero è stato aperto con un argomento a tema. Tutta l’esperienza di “Onda d’urto” è stata un ten-tativo di dialogo su temi di interesse personale e generale. Pensiamo di averlo fatto con dignità! La Redazione

A proposito di Decrescita Cresce la protesta per il cibo troppo caro

Nelle scorse settimane in molti Paesi in via di sviluppo, la popola-zione ha protestato contro l'aumento dei prezzi dei beni alimentari. Il costo di riso, pane, legumi e frutta in certe zone è quasi raddoppiato negli ultimi dodici mesi e per milioni di persone, che già faticano a mantenere le proprie famiglie, la situazione è diventata più grave. Ad essere più colpiti sono soprattutto i Paesi che per vari motivi non sono in grado di produrre da soli i beni di prima necessità e devono acquistarli all'este- ro. In 37 Paesi del mondo, dall’America Latina all’Africa, ci sono stati di- sordini per fame (il direttore generale della FAO ha lanciato di recente l’allarme: «Questi disperati non rimarranno seduti ad aspettare di mo-rire!». Pure in Europa e in Italia gli indici di impoverimento so- no sotto gli occhi di tutti. Ma quali sono le cause degli aumenti? Una prima causa è legata all’aumento dei prezzi del petrolio e di conseguenza dei costi di trasporto del cibo. Un secondo fattore è dovuto al minor numero di terreni disponibili per la produzione dei cereali, in quanto sempre più spesso sono riservati alle coltivazione di prodotti destinati a biocarbu-ranti, da cui si ricava la benzina e il diesel. Altra concausa è il forte aumento dei consumi di carne in molti Paesi asiatici, che ha fatto lie-vitare la domanda di mangimi, in particolare di granaglie e cereali. La conseguenza è che la quantità dei prodotti alimentari diminuisce e il loro prezzo aumenta (Per un’analisi più dettagliata si veda a pag. 11). E con questo che centra la decrescita? Andiamo a sentirlo dalla viva voce di Serge Latouche, uno dei maggiori esperti in materia, mercole-dì 28 maggio alle ore 21 all’Auditorium Baralis. A.D.

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Come tutti sapete, dal 18 febbraio al 22 febbraio, si è svolta la settimana dei recuperi e del potenziamento. A-vendo partecipato ai recuperi e alle altre attività, perso-nalmente, crediamo che data la complessa organizzazione della settimana e alcuni relativi problemi, comunque sia-mo riusciti a sfruttare in modo intelligente i corsi di recu-pero. In quanto studenti manifestiamo il nostro favore nei confronti degli approfondimenti, che abbiamo considera-to interessanti, e dei recuperi, i quali abbiamo ritenuto essere molto utili e un ottimo ripasso per tanti studenti che hanno potuto usufruire di queste ore per comprendere meglio alcuni argomenti. È inevitabile dire che nei giorni precedenti a questa settimana eravamo un po' preoccupa-ti, in quanto era la prima volta che affrontavamo un' e-sperienza scolastica di questo tipo, così diversa dal solito.

Il nostro giudizio risulta essere positivo per quanto riguarda i percorsi di appro-fondimento che abbiamo potuto seguire, in quanto siamo riusciti ad alternare lezioni più o meno impegnative, che ci hanno permesso di rendere più varie le giornate che dovevamo trascorrere a scuola. Tra i tanti approfondi-menti abbiamo seguito ad esempio il corso" Storia e Uto-pia" ( coordinato dalla prof.ssa Sclarandis) o il corso di botanica ( coordinato dalla prof.ssa Boasso) insieme all' uscita per Pinerolo industriale, la visione di diversi film e di molte altre attività anche di tipo sportivo. Pertanto pos-siamo ritenerci soddisfatti, in quanto siamo riusciti ad acquisire nuove o più approfondite conoscenze grazie al-lo studio di argomenti che ci sono stati proposti.

Carola, Dario e Valentina I A CL

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Ultima settimana di febbraio: il Porporato è in agita-zione per ciò che sta per iniziare, ovvero la famosa Set-timana dei Recuperi, della quale si parla ormai da mesi. Alle 8,20 del 18 febbraio, mille e più studenti si ritrova-no ammassati nel corridoio del pianterreno del Liceo, in attesa di capire cosa devono fare della loro vita per le prossime cinque ore. Dopo l'appello, i ragazzi che han-no le lezioni di recupero alle prime ore si avviano verso le aule, ma gli altri? Cosa fa chi è "libero da ogni impe-gno"? Il dubbio invade decine di studenti nell'attimo stesso in cui mettono piede a scuola e di certo l'atmosfe-ra generale non aiuta a schiarirsi le idee. A portare qualche chiarimento, poi, è la Preside, che si impegna a smistare gli studenti nelle varie attività pro-poste perché quasi tutti abbiano almeno un paio d'ore occupate. Ma gli studenti sono tanti ed è difficile riusci-re a gestirli tutti. Qualcuno quindi si ritrova "disoccupato" e continua a girare a vuoto per la scuola, fino a che non viene "acciuffato" da qualche insegnante e portato in aula con la minaccia dello "Studio Indivi-duale". Passano cinque ore, tra film, recuperi, studio, ozio. Alle 12,40 del 18 febbraio, il primo giorno di que-sta settimana si è concluso più o meno positivamente. Bene, ce ne aspettano altri quattro... Martedì, liceo Porporato, stesso scenario del giorno pre-cedente: mille e più studenti si ritrovano ammassati nel corridoio del pianterreno del Liceo... Sì, sì, ormai la sto-ria la conosciamo! Da qui quindi parte il secondo gior-no di avventure. E poi il terzo e così di seguito fino ad arrivare all'ultimo. Venerdì 22 febbraio, 12,40, liceo Porporato: l'avventura si è (finalmente) conclusa. Certamente un sospiro di sollievo per chi ha seguito i recuperi, anche se l'impe-gno non è finito perché sono in programma i test per

verificare l'avvenu-to recupero; ma anche una grande liberazione per gli altri, quelli che di insufficienze non ne avevano nean-che l'ombra, ma che ugualmente hanno dovuto fre-quentare la scuola in questi cinque giorni. I pareri raccolti tra i vari studenti sono contrastanti: molti si sono ritenuti soddisfatti dei corsi di recupero e degli insegnanti che li gestivano; altri invece hanno lamentato sbagli di pro-gramma e problemi di "associazione di classi", inse-gnanti che hanno accresciuto i loro dubbi e orari massa-cranti e impossibili. Per quanto riguarda gli altri studenti, invece, si è trattata in molti casi di una settimana di ozio totale e grande noia, anche se alcuni si reputano completamente soddi-sfatti delle attività proposte e del relax di cui hanno go-duto per cinque giorni. Oggettivamente, possiamo concludere che si è trattata di un'esperienza completamente nuova per il nostro Li-ceo, e ancora oggettivamente potremmo affermare che, nonostante tutto, preferiamo ancora le vecchie tradizio-ni...!

Gabriella, 4BL in collaborazione con altri studenti del Liceo

Il bilancio da parte degli studenti La settimana dei recuperi

Un’esperienza entusiasmante! Mentre stiamo per andare in stampa riceviamo altre opinioni

sulla settimana dei recuperi che pubblichiamo Controtendenza

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Come definisce il suo rapporto con gli studenti? Melis: Già la prima domanda mi mette in difficoltà! In generale è buono, basato sul rispetto e la stima reciproca. Per quanto riguarda la materia che insegno (fisica), gli studenti hanno spesso una certa reticenza; esistono pur-troppo tanti pregiudizi e preconcetti sulle materie scienti-fiche, perciò sta a me spiegare che sono materie fonda-mentali che permettono, attraverso il loro studio, di codi-ficare diversi linguaggi. Priolo: Spero buono e credo che insegnare inglese favori-sca anche questa relazione.

Risulta difficile gestire una scuola di 1300 studenti? M: Difficile è un eufemismo, è molto complesso, soprat-tutto l'aspetto organizzativo, poiché ci sono quattro indi-rizzi con esigenze molto diverse. Senza i mezzi infor-matici sarebbe impensabile riuscire ad organiz-zare un istituto come il nostro. P: Non è facile, in particolare per le necessità e diversità presenti all'interno della scuola, per gli eventi difficili da prevedere e per il periodo storico scolastico in cui ci troviamo, che è piuttosto complesso.

E soprattutto è più difficile tenere a bada gli studenti o i professori? M: Entrambi, sarebbe falso dire più gli studenti, piuttosto che i professori. In generale risulta difficile per en-trambi, perchè spesso c'è la tendenza a considerare le cose solo in una visione indivi-dualistica, c'è poca collaborazione. Quest'aspetto si nota anche nelle classi stesse, quando si devono organizzare i compiti in classe. P: Ci sono modalità diverse per gli studenti e per i professori. Non sempre è facile trova-re una soluzione funzionale che venga incontro ad en-trambi.

Ci racconti un aneddoto capitato da quando riveste il ruolo di vicepreside. M: Ce ne sono talmente tanti, ne succedono di tutti i colo-ri! P: Solo per fare un esempio dei tantissimi episodi buffi e

divertenti che capitano, l'anno scorso la mamma di un'al-lieva mi telefonò a scuola per sapere dove si trovava la figlia impegnata in un'uscita e questo fu il nostro dialo-go: - Salve sono la mamma di Annamaria!- (Annamaria è un nome fittizio) - Mi scusi ma Annamaria chi?- - Anna-maria di prima- -Va bene signora, ma di quale prima?- -Prima PORPORATOOOOO!!!-.

Preferisce insegnare o lavorare in ufficio? M: Il lavoro in ufficio mi piace, soprattutto l'aspetto orga-nizzativo e la programmazione, ma anche l'aspetto didatti-co e il rapporto diretto con gli studenti mi piacciono mol-

to. Entrambi gli aspetti hanno lati negativi e positi-vi, e sono anche difficilmente conciliabili. P: Insegnare, poiché è un'esperienza che mi ha dato e mi dà molto. E poi mi piace lavorare con gli studenti in questa complessa stagione di vita.

E' faticoso rivestire due ruoli? M: Di più, solo chi lo vive può capirlo. Quando ho accettato l'in-carico non immaginavo neanche

lontanamente cosa volesse dire. P: A volte c'è molta tensione, perchè spesso

è difficile rispondere adeguatamente alle urgenze di ogni persona.

Che mestiere avrebbe voluto fare quando era bambino? Se potesse, tornerebbe in-dietro? M: Il medico, potessi tornerei indietro. La

professione del medico è un lavoro impegna-tivo, ma ha un grande riscontro, qui invece a volte

capita di chiedersi quale riscontro abbiano le nostre azioni. P: Volevo insegnare o comunque fare un lavoro che

mi permettesse di stare a contatto con le persone.

Qual è la sua citazione preferita, che usa spes-so? M: Mah...non ne dico, non uso neanche dei proverbi. P: Beh, ce ne sono alcune. A volte chiamo gli studenti “piccoli teneri cinghiali”, ma ovviamente è una forma d'affetto!

Dopo una giornata intensa come la sua, che metodo utilizza per rilassarsi e allontanare lo stress?

Le iene al Porporato Intervista ai nostri amati vicepresidi

Due insegnanti strategici del nostro Liceo Sono ormai due anni che la Professoressa Melis e il Professor Priolo si dividono tra le classi e la scrivania

della Vicepresidenza, riuscendo a svolgere in modo efficace i loro ruoli. Poche cose sappiamo però di queste due figure fondamentali per il nostro liceo; attraverso questa breve intervista abbiamo cercato di

sapere qualcosa in più, con serietà ma anche con una vena di ironia.

NOME: Caterina COGNOME: Melis MATERIA DI INSEGNAMENTO: Matematica e Fisica

NOME: Diego COGNOME: Priolo MATERIA DI INSEGNAMENTO: Inglese

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M: Se riesco vado a correre. P: Non saprei cosa dire, quando posso e riesco a trovare il tempo porto avanti le mie ricerche.

Pratica qualche sport? M: Corro e vado in bici. P: Cammino, sono un uomo in cammino!!!

Mediamente, quante ore dorme al giorno? M: Ahahah, mai più di sei, anche se vorrei dormire molto di più perché adoro dormire. P: Circa sei ore, di più non si può.

Tanti fatti di cronaca vedono come protagonisti giova-ni studenti, tanto che si parla di crisi dei valori, vale anche per la piccola realtà del nostro liceo? M: Sì, vale anche per la nostra realtà. C'è un'insoddisfazio-ne di fondo che porta i giovani ad essere critici, ma non in modo costruttivo. Gli episodi di intolleranza e di violenza che si verificano dimostrano che i giovani hanno la neces-sità di essere ascoltati, però allo stesso tempo devono an-che avere rispetto per chi lo fa. Mi sembra che ultimamen-te si sia sviluppato un atteggiamento che si può riassumere con la frase “tutto e subito, senza fatica”, questo è molto sbagliato, infatti per avere dei risultati bisogna mettere il massimo impegno. P: Non è facile rispondere. Avendo lavorato in diverse re-altà scolastiche, ho vissuto tante esperienze e ho notato che nella scuola e nell'universo giovanile c'è una forma di sofferenza, nascosta molto bene da comportamenti norma-li. La manifestazione di questa sofferenza si vede negli episodi più tristi.

Ha qualche progetto particolare che vorrebbe veder realizzato nel Porporato? M: Un progetto che mi sta molto a cuore è la realizzazione di un laboratorio di fisica, per cui ci stiamo adoperando, che preveda esperienze per gli studenti con strumenti del passato e del presente, in modo da creare un nesso tra la teoria studiata sui libri e la pratica. P: Mi piacerebbe che la scuola fosse sempre di più rispon-dente alle necessità del territorio e della società, caratteriz-zata sempre di più dalla presenza di culture diverse.

Come riuscite ad organizzare il vostro lavoro. La cop-pia Melis-Priolo funziona bene? M: Questo dovrebbero dirlo gli altri! Lui ha una grande capacità di mediazione, mentre io mi occupo di più della parte tecnica e informatica, quindi ci completiamo. P: Io dico grazie a lei, senza le competenze tecniche e in-formatiche di Caterina sarebbe impensabile riuscire ad or-ganizzare in modo efficace una scuola di 59 classi, con tanti cambiamenti e variabili non previste.

Andrebbe mai in vacanza con il suo collega? M: Certo, assolutamente! E' una persona con tantissime qualità, sa ascoltare, sa cogliere le sfumature. E' un amico, oltre ad essere un collega, quindi non avrei nessun proble-ma ad andare in vacanza con lui! P: Certo! Mi sentirei molto tranquillo e soprattutto sarei sicuro che sarebbe la prima gita riuscita bene!

Ci descriva il suo week-end ideale. M: Il mio week-end ideale è la combinazione di amici e sport.

P: Considerando che il mio week-end inizia in genere alle 15 circa di sabato, dopo aver concluso sempre tantissime faccende, sarebbe il massimo trascorrere qualche ora an-dando alla ricerca di qualche leggenda, senza pensieri o angosce.

Crede nel “carpe diem” oraziano? M: Certo, bisognerebbe proprio avere questa capacità e bisognerebbe anche pensare un po' più a se stessi, perchè per avere un buon rapporto con gli altri è necessario in-nanzitutto voler bene a se stessi. P: Penso che sia necessario essere concreti e affrontare il presente senza egoismo.

Qual è il peggior difetto del suo collega? M: E' troppo disordinato. Per me il rigore, la forma e l'e-stetica hanno una certa importanza, mi appagano. Patisco un po' il suo disordine, però devo dire che si tratta di un disordine creativo in cui lui si ritrova sempre! P: Onestamente non saprei, forse il perfezionismo, con finalità positiva ovvio: la mia collega si danna l'anima, ma riesce sempre a trovare una soluzione.

Il Porporato: una grande famiglia? M: Sì, perchè no? Come in tutte le famiglie ci sono affetti più profondi e rapporti tiepidi. Ho tanti legami affettivi all'interno del Porpo- rato, ho riscoperto tante per-sone. P: Famiglia intesa come “società complessa”, in cui ognuno porta degli arricchimenti, delle esperienze e qual- che vivacità.

Beatrice 4^B/L (l’ultima iena rimasta)

I rivoluzionari in classe Se in classe avete un compagno che ce l’ha con il mondo e ha fiumi d idee per cambiarlo… bene, allora avete in classe un rivoluzionario. Ecco come si riconoscono quelle persone piene d’ideali che vogliono cambiare il mondo, quelle persone che hanno chiaro in mente il loro destino: correggere tutti gli errori del mondo. Forse perché sono dotati di un inguaribile ottimismo, oppure perché sono definitivamente illusi, questi teme-rari rivoluzionari continuano a lottare, e a manifestare per il loro diritti e i loro ideali. “Questo mondo non c’è stato dato in eredità dai nostro padri, ma in prestito dai nostri figli”, questo lo ha detto Roberto Benigni, e i rivoluzionari sopraccitati lo pren-dono come Vangelo, e hanno ragione… È meglio a-spettare con le mani in mano che arrivi un qualche su-pereroe a salvarci, oppure rimboccarsi le mani e lavora-re tutti insieme? I nostri amici rivoluzionari propendono per la secon-da soluzione. Quindi ragazzi, se avete un ideale, seguitelo!! Perché, malgrado si pensi il contrario, sono gli ideali a cambia-re il mondo, e anche la persona più piccola e insignifi-cante ha dentro di sé tanta forza da aggiustare tutti gli errori di questo mondo!

Lara 4B Ginn

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Che bella la scuola! Tutti intorno a noi continuano a ripetere che il periodo scolastico è il più bello della vita; e quanti film e musical che ci ripropongono felici avventu-re scolastiche! Basta parlare di High School Musical o di Grease. Ecco, Grease. Come si chiamano i due protagoni-sti? Sandy e Danny, ovviamente. E i loro migliori amici? Frenchy e Kenickie, per non parlare poi dei T-Birds e del-le Pink Ladies. Ma chi si ricorda come si chiama il ragaz-zo alto, allampanato, con gli occhiali, meta degli scherzi di Danny e compari? Nessuno? Stranamente non ne sono minimamente sorpresa; comunque, si chiama Eugene. Nessuno si ricorda di lui, perché, d’altronde non è Danny o Kenickie,non è il tipico “figo” a cui andare dietro. Anzi, è l’opposto. È quello comunemente defini-to lo “sfigato” o il “pressato”. E que-sto perché? e mi rispondo di nuovo. Perché non è bello, perché è diverso, perché è preda facile e un ignaro strumento per divertirsi. Puoi fargli quello che vuoi, tanto non hai paura di lui; sai benissimo che tanto non potrà mai farti male e che è troppo buono per non passarti il compito quando glielo chiederai. Nel film la parte di Eugene si limita a poche battute e lui rimane nello sfondo….come sempre, d’altronde. Ma qualcuno sa come si sente??? Io sì, e devo dire di non es-serne felice. Ho vissuto tutta le elementari e le medie trat-tata peggio di un cane, e ancora oggi sugli autobus e per strada non sono al riparo da trattamenti denigratori ed of-fensivi. Non è per nulla piacevole sentirsi trattato peggio di uno zerbino, essere sempre il personaggio di sfondo di ogni giornata. Ogni giorno, dopo essere tornato a casa ti ritrovi a tirare le fila solo di scherzi, maldicenze, offese. Offese. Ecco il termine giusto; tutti rimarremmo basiti se Eugene tirasse un cazzotto a Danny Zuko: non sarebbe il suo scopo, sarebbe un oltraggio. Invece il pressato non solo riceve insulti e viene malmenato, ma anche sfruttato e bistrattato, abbandonato e tradito. E questo non viene mai considerato un oltraggio dai compagni, solo un bel divertimento. Vergogna! Se uno qualsiasi di voi ha mai riso mentre un altro piange. Vergogna! Se ha mai scam-biato la fragilità e la cortesia di una persona per stupidità o desiderio di venire calpestati. Vergogna, Vergogna! La cortesia non è debolezza, la disponibilità non è sinonimo di “prego sfruttatemi pure e non ringraziatemi neppure, tanto sono al vostro servizio”, l’intelligenza non è un a-spetto negativo. Forse è solo quello di cui avete più pau-ra. È troppo comodo vivere seguendo le regole del “l’unica cosa è essere considerati fighi”. Attenti, essere considerati, non esserlo. Nessuno è figo se per dimostrar-lo se la prende con chi non può difendersi, o non vuole. Anzi, è solo un bamboccio, un palloncino, pieno di tanta aria, che scoppia appena trova un ago, anche il più picco-

lo. Il vero coraggio è essere se stessi. Sfigati, Pressati, Secchioni, mi rivolgo a voi da pari gra-do. Siate fieri di esserlo, anche se ogni giornata ti distrug-ge dentro, anche se ogni parola è un chiodo piantato nel cuore. Siate fieri, perché almeno ogni vostra parola ri-specchia la vostra vera natura; perché voi non vi nascon-dete dietro uno specchio di materialità e futilità per paura di dimostrarvi per quello che siete. Io lo sono.

Gaia De Marchi, IIb classico

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Sfigati, Pressati, Secchioni siate fieri di voi stessi! L’unica regola non è quella “di essere considerati fighi”

- IL RAGAZZO IDEALE Spesso quando noi giovani, soprattutto noi ragazze, ci troviamo a sfogliare dei giornali, capita che ci imbattia-mo in pagine che portano un titolo proprio come quello

che avete trovato poche righe fa: “Il ragazzo ideale”. Quel titolo mi ha sempre incuriosita, e credo di non essere stata l’unica a venirne colpita. Già! Perché tante di noi sono alla ricerca dell’Amore e del Prin-cipe Azzurro e vivono sognando ad occhi aperti, volendo vivere la favola tanto attesa e desiderata, sperando di trovare la risposta a tutti quei problemi

cercando di scoprire magari proprio su un giornalino quale sia il ragazzo capace di rendere questo sogno una realtà. Ma secondo me è una cosa difficile, perché ogni ragazza è diversa dall’altra, e questo porta ad avere gu-sti differenti. Esistono ragazze che finiscono per innamorarsi di quel-lo che viene definito “Il Figo della scuola”, quello un po’ più popolare di tutti gli altri che sembra avere il viso e il fisico perfetto. Lui le conosce quasi tutte le ragazze, e con tutte si comporta come il ragazzo bravo e simpati-co anche se ha ovviamente delle preferenze, tra le quali cercano di rientrarci tutte ronzandogli sempre intorno, con la speranza di diventare le più alte nella sua classifi-ca. Poi ci sono altre che avendo gusti diversi preferiscono semplificarsi la vita e si scelgono un ragazzo più rag-giungibile. Non è troppo popolare, ma nonostante tutto è bello, bravo e simpatico anche lui…e spesso va anche bene a scuola, per la gioia delle madri! Ne esistono migliaia di tipi diversi, dolci, timidi, estro-versi, seri, divertenti, ironici, ma quello che penso che dovrebbe accomunare tutte le ragazze che vogliono vi-vere una vera favola è di avere un ragazzo sincero nei suoi confronti, che non si vada a diver-tirsi anche con le altre, ma che sia solo nostro. E poi beh…il ragazzo ideale deve anda-re fiero di noi in qualsiasi occasione, anche se siamo in tuta e senza trucco…deve amarci per quello che siamo. Con questo vorrei dire che quindi non esiste un’uguale idea del ragazzo perfetto, ma ognuno ha il suo… per fortuna!

Cristina Buttigliero 1Ds

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Tra conformismo e anticonformismo

L’anticonformista questo sconosciuto È opinione diffusa che al giorno d'oggi uno degli aspetti che coinvolge di più la moder-na società, in particolare la fascia giovanile, sia il conformismo, ovvero l'omologazione generalizzata, l'assunzione di un modello che si ritiene condiviso ed approvato dai più. Il conformismo è un fenomeno sociale che sembra avere il fine di evitare l'emarginazione e di fornire in qualche modo una rassicurazione. Per poter affermare la propria individualità e la propria personalità i conformisti hanno bisogno, paradossalmente, di essere come tut-ti gli altri. È quindi questo un atteggiamento che le persone accolgono per comodità. È una adeguarsi passivamente al modo di pensare e di agire prevalente in cambio di sicurez-za. È anche un meccanismo al quale è difficile sfuggire, perché subdolamente promosso e diffuso dalla televisione ed in generale da tutti gli strumenti di comunicazio-ne, internet compreso, che si rivolgono ad un pubblico sempre più giovane. Un esempio evidente sono i bam- bini di oggi, che a sei/sette anni hanno un comportamento molto simile a quello degli undicenni di pochi anni fa, tentando di vestirsi alla moda e addirittura se- guendo assiduamente e prendendo a modello i perso- naggi dello spettacolo, più o meno validi sotto il profilo artistico poco importa, basta che siano "trendy". Ma quali sono le ragioni per le quali il mondo della comuni-cazione di massa fa leva sulla tendenza degli individui ad unifor-marsi ai modelli dominan- ti? In altre parole, chi ci guadagna? Per dirla con il filosofo Galimberti, "quando tutti pensiamo allo stesso modo [...] è un van-taggio per il potere". Chi, allora, ha la possibilità, almeno intellettuale, di esprimere il suo disagio, di levare una voce di protesta nei confronti di una società che spersonalizza? An-cora secondo Galimberti, "la rivoluzione parte sempre da chi non è omologato", in altre parole da coloro che sono detti appunto "anticonformisti". Secondo la tipica definizione da vocabolario, anticonformista è chi ha in sostanza un atteggiamento di rifiuto verso le idee e le abitudini che predominano all'interno della società in cui vive. Accettando questa definizione, chi potrebbe, a livello pratico, definirsi realmente tale? A mio parere si è comunemente portati a pensare che gli anticonformisti siano semplice-mente coloro che adottano un abbigliamento e una pettinatura "non regolari", magari ra-gazzi facenti parte di gruppi conosciuti come alternativi, punk e simili, riconoscibili pro-prio da questo modo di apparire. In realtà, il semplice fatto che queste persone apparten-gano ad un gruppo del quale adottano gli aspetti caratteristici esclude di per sé la defini-zione di "anticonformista", in quanto, come già detto, questi è per definizione non omolo-gato, non segue cioè una moda (qualunque essa sia) ed anzi le si oppone. I no global, gli alternativi, i punk di oggi in realtà si conformano ad una certa moda (anche piuttosto "trendy"): per quanto possa apparire contrario alle loro buone intenzioni, nel tenta-tivo di uscire dalle righe diventano conformisti, anteponendo una tendenza al pensiero personale e all'espressione del proprio disagio. In definitiva, dunque, anticonformista vero è colui che, individualmente, con una pro-pria presa di coscienza decide di adottare nei riguardi della propria comunità un atteggia-

mento se non di opposizione, quantomeno di rifiuto nei confronti dei mo-delli che essa propone come gli unici attraverso i quali si possa essere i-

dentificati come socialmente adeguati e desiderabili. Anche a costo, tal-volta, dell'emarginazione tanto temuta dal conformista. Sotto un pro-filo puramente formale, questa opposizione spesso si traduce in una certa maniera individuale di abbigliarsi e di porsi. Ma ridurla al solo fatto esteriore, dimenticando che il suo significato più profondo ha una valenza culturale ben più ampia, conduce a fare dell'anticonfor-mismo una delle tante mode dalle quali è indispensabile non farsi

annullare, se si vuole affermare il valore dell'uomo come individuo unico e irripetibile. È in questi termini che, a mio giudizio, ci si

dovrebbe chiedere chi siano oggi gli anticonformisti. Gloria, IVB Ginn

Zero l'ANTICONFORMISTA!

La personalità Sembra schivo con chi non conosce, ma con gli amici è molto espansivo, divide tutto quello che ha e non si fa problemi a dire quello che pensa. Adora le serate in cui si chiacchiera per ore. Alterna periodi in cui si chiude in casa ad altri in cui sta fuo-ri fino all'alba. Non sopporta la tivù Lavoro Conduce un programma (dalle 24 alle 2 lun.-ven.) su "Radio Karma" che si chiama "la Notte degli Onni-vori", dove parla d'attualità, arte e soprattutto musica (in genere tra-smette canzoni il cui testo sia legato in qualche modo all'argomento della serata, ma segnala anche film, mo-stre, incontri…) Carattere E' dispersivo, nello studio, nel lavo-ro e in tutti quelli che sono gli ob-blighi quotidiani. Non gli si può affidare l'organizzazione pratica di niente, ma ci si può affidare a lui se si ha qualche problema, non lascerà niente di intentato per aiutare un amico. Idealista, si sente spesso a disagio perché avverte che la socie-tà non è come la vorrebbe. I suoi hobby? Adora il contatto con la natura. Ol-tre alla musica (suona lo jambé), s'interessa di letteratura. Va spesso al cinema da solo. Da due anni sta cercando di scrivere una sceneggia-tura cinematografica per un film ambientato tutto all'interno del Dams, ma nei primi anni '80. Regi-sti preferiti: Kubrick, Pasolini, Al-tman, i fratelli Cohen, Wenders, Loach… E l'amore? Attualmente non ha legami, ha avu-to solo una storia lunga durata quat-tro anni con Elisa, una ragazza mol-to diversa da lui - più concreta e pragmatica. Lei l'ha lasciato per un altro - più grande, più ricco, in via di affermazione. Piace alle ragazze e ha avuto diverse avventure, ma è un po' stufo di storie superficiali… Difetti Tende al pessimismo per poi rive-larsi ottimista nelle cose immediate, di tutti i giorni. Non sa cosa fare nel suo futuro, non riesce a programma-re e tende a vivere alla giornata. Parla spesso per ipotesi e spesso si perde nei suoi pensieri… La musica Segue i generi innovativi (Moby, Chemical Brothers, Us3, Bjork…), il reggae, il jazz, il blues, il rock degli anni '70, l'elettronica e la new wave degli '80…Forte cultura musi-cale senza restrizioni. Adora la mu-sica dal vivo. www.studiando.it/usweb/People/Anticonformista.asp

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Grazie al mio dolce angioletto che riesce a rendere speciale ogni istante, che mi fa sentire unica, che ha fatto di tutto per me e che mi vuole sposare….:-)…..sei tutta la mia vita…Grazie di cuo-re…TI AMO DA IMPAZZIRE!!! X SEMPRE….JeJe91

Grazie al mo tenero biscottino che mi riempie sempre di 1000 attenzioni e che mi fa vivere sempre infinite emozioni, una più bella dell’altra, grazie di tutto TI AMO TANTO. Un grande grazie anche alle mie due amiche Miriam e Giuli V.V.B. Marzy

Grazie alla nostra amica JeJe91 k ci pensa sempre anke quan-do scrive sul giornalino :-) Ti vogliamo bene anke noi By la tua socia e la lucertola!

Grazie a tutti i miei amici che mi fanno passare delle giornate e dei momenti splendidi! Grazie vi voglio un mondo di bene! Shanel T.

Grazie ai miei amici, che mi sono sempre vicini: Tata, Bro, Fufu, Sha, Marzia, Giulia e gli altri, e al mio topolino che mi ama incondizionatamente. Mixa

Un grazie di cuore alle mitiche K3nd..piccole siete la mia vita..grazie di esistere e di essermi sempre vicine! Grazie anche a tutte le persone che mi vogliono bene.. e che ogni giorno mi fanno morire dalle risate. Mile

Grazie a tutti quelli che mi stanno sempre vicino specialmente Mixa, Fecs e Marzia!! Auguri amore, buon compleanno, ti amo. Puffett@

Grazie a tutta la 2°B/L perché ognuno di voi è speciale per me. Un grazie speciale a Tomi, per me sei come una sorella, a Vi-vi, ci sarai sempre per me, anche quando andrai in America, alla mia Cugi, perché come te non c’è nessuno al mondo, sei la Mia Cugi!!!, a Giulia, non so cm farei senza d te, a Roby, Sara, Fede, Bibi, Mirko e Kevo, e infine a Angy, Erika e Miki..siete semplicemente mitike!!Vi voglio bene!! Fecs Grazie 1000 a tutte le persone che sono importanti x me e gra-zie a te che stai leggendo questo! Mirko The Best(ia) 1 grazie speciale a tta la 2°B/L e alle xone + importanti della mia vita: Kend: Kry, Ema e Marty, siete tto x me, grazie di esistere pikkole! Grazie all’amore della mia vita Rony che non dimenticherò mai! Grazie tntix anke a tte le xsone che mi vo-gliono bene! Noa Grazie a tutti quelli che sanno chi sono, k mi vogliano bene o meno, perché in un modo o nell’altro mi ricorderanno. Un gra-zie speciale a Ran, alla mia pulce, a Zanza( e a tutti gli altri insettini), a Fe e a tutte le ragazze di hip hop Ro Grazie a tutti quelli che ogni giorno (che sia triste o allegro) mi fanno sorridere ank solo x 1 istante!! Grazie a tutti 2°BL!! E a qlcn della 2°AL! Vi voglio bene (tanto tanto)!! ByFlyuccia#8=2*4

Grazie a tutti quelli che mi vogliono bene! Alla mia vicina di banco Flyuccia k mi fa sempre ridere, a Pidoc-chia, alla mia socia Ka ed alla mia gemellina Tomi (WTH) Grazie 2°BL! By Bibi92 Grazie a tutte le persone presenti in questa classe a cui vojo un’infinità di bene (nn pro-

prio un’infinità, e non proprio a tutte) dai skerzo. Grazie a tutte le xsone ke mi sono state vicine nel momento in cui ne avevo bisogno. Adoro di bene tutte le xsone ke mi vojono bene in questo mondo. By amica ESRA Un grazie speciale alla mia mitica classe 2°B/L!! Grazie so-prattutto alla mia compagna di banco Esry che tutti i giorni mi fa sorridere..e riesce a farmi ridere anche nei momenti più bui! Grazie alle mie 2 Fede, alla mia gemellina Bibi, alla mia Ka, a Flyuccia, alla mia Pidocchietta e ancora al mio stupendo grup-po di Funky, alle mie piccole Erika e Miky, che mi danno sem-pre ottimi consigli!! Vi voglio troppo bene RAGAAAA!! Tomi =92= Grazie alle mie Popkikke, k mi sopportano sempre VADB; ma soprattutto a Vave e Viennetta k mi ascoltano tt i gg…ank se poi quando io finisco di parlare è cm se non mi avessero senti-to!VVB! Poi un grazie enorme a Tru a cui vojo un mondo di bene, k prima delle verifiche mi spiega tutto!TVB! Come voglio bn a tutto il resto dll 2B/L. Vi voglio bn.. Sil Un grazie estremamente speciale a Luì, il fratello migliore che io possa desiderare… ti voglio bene gemellino! Ringrazio la mia Cugi, che mi è sempre accanto, Cugi sei unica! Grazie a Tomi, alla mia socia Bibi, a Roby, Vivi e Silll che mi aiuta a far passare il sonno ogni mattina a scuola…:-P ragazze vi ado-ro! Grazie a Sha per ascoltare sempre i miei problemi amorosi; grazie ank ad Andre, Kev e Mirko che mi fanno divertire tan-tissimo! Raga vi voglio troppo bene! Grazie alla mia best friend e alle ore passate al telefono! Grazie a qll persone k n ho scritto (scusate) ma tanto k vi voglio bene lo sapete già…. Rù A cura di Fede & Roby

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Grazie…

Almeno l'italiano sallo * Abbiamo mangiato la trota salmonellata. * Vorrei un'aspirina in supposte effervescenti. * Vorrei una maglia con il collo a volpino. * Devo andare dall'otorinolalinguaiatra. * Ho visitato palazzo degli infissi a Firenze. * Vorrei una pomata per l'Irpef. * Se lo sapevo glielo divo! * Usare il DDT fa diventare più grande il buco nell'Or-zoro. * Tu non sei proprio uno sterco di santo. * Tu l'hai letto il fu Mattia Bazar? * È andato a lavorare negli evirati arabi. * Lo scontro ha causato 5 feriti e 10 confusi. * A forza di andare di corpo mi sono quasi disintegrata. * Mia nonna ha il morbo di Pakistan. * La mia auto ha la marmitta paralitica. * Verrà in ufficio una stragista per il tirocinio. * Sono momentaneamente in stand-bike. * Che lingua si parla in Turchia? Il turchese. * Davanti alla sua prepotenza resto illibato. * Io non me ne intendo, casco proprio dalle nebbie.

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La scuola ha sempre costituito il mezzo più importan-te per tramandare i valori della tradizione da una gene-razione all'altra. Ciò è vero oggi anche più che nel pas-sato, poiché la famiglia è stata messa in crisi, come portatrice della tradizione e dell'educazione, dal mo-derno sviluppo della vita economica. La continuità e la salvezza della società umana dipendono perciò dalla scuola in misura ancora maggiore che nel passato. "A volte si vede nella scuola semplicemente lo stru-mento per tramandare una certa quantità massima di conoscenza alla generazione che sta formandosi. Ma questo non è esatto. La conoscenza è cosa morta; la scuola, invece, serve a vivere. Essa dovrebbe sviluppa-re nei giovani quelle qualità e quelle capacità che rap-presentano un valore per il be-nessere della comunità. Ma ciò non significa che l'individualità debba essere distrutta e che l'individuo debba diventare un semplice strumento della co-munità, come un'ape o una for-mica. Una comunità di indivi-dui tutti eguali, senza originali-tà e senza mete personali sareb-be una povera comunità, senza possibilità di sviluppo. Al con-trario, l'obiettivo deve essere l'educazione di individui che agiscano e pensino indipenden-temente, i quali, tuttavia, veda-no nel servizio della comunità il loro più alto problema della vita. Per quanto posso giudica-re, il tipo di scuola inglese si avvicina maggiormente alla re-alizzazione di questo ideale. Ma attraverso quali vie si tenterà di raggiungere questo ideale? Si dovrà forse tentare di raggiungere questa meta attraverso il moralismo. No affatto. Le parole so-no e restano un suono vacuo, e la strada della perdizio-ne è sempre stata caratterizzata dal rispetto non sentito per un ideale. Le personalità non vengono formate da ciò che sentono o vedono, ma dal lavoro e dall'attività. Il più importante metodo di educazione, di conseguen-za, è sempre stato quello dal quale l'allievo veniva spinto ad agire realmente. Ciò vale sia per i primi ten-tativi di scrivere del bambino, nelle scuole elementari, sia per la tesi di dottorato, dopo la laurea universitaria, sia per il semplice processo di mandare a memoria una poesia, sia per la stesura di una composizione, per l'in-terpretazione e la traduzione di un testo, per la risolu-zione di un problema matematico o la pratica di uno

sport fisico. Ma dietro ogni conquista esiste la motivazione che ne è il fondamento e che a sua volta è rafforzata e rinvigori-ta dal compimento dell'impresa. La motivazione più importante per il lavoro, nella scuola e nella vita, è il piacere del lavoro, piacere che si prova di fronte al suo risultato e alla consapevolezza del suo valore per la co-munità. Nel risveglio e nel rafforzamento di queste for-ze psicologiche nel giovane io vedo il compito più im-portante della scuola. Un tale fondamento psicologico da solo conduce a un sereno desiderio delle più alte conquiste umane: la conoscenza e la capacità artistica. D'altra parte intendo respingere l'idea che la scuola debba insegnare direttamente quelle conoscenze spe-

cializzate e quelle cognizioni che si dovranno usare poi direttamente nella vita. Le esigenze della vita sono troppo molteplici perché ap-paia possibile un tale insegnamen-to specializzato nella scuola. A parte ciò, mi sembra poi discutibi-le trattare gi individui come degli strumenti senza vita. La scuola do-vrebbe sempre avere come suo fi-ne che i giovani ne escano con per-sonalità armoniose, non ridotti a specialisti. Questo, secondo me, è vero in certa misura anche per le scuole tecniche, i cui studenti si dedicheranno a una ben determina-ta professione. Lo sviluppo dell'at-titudine generale a pensare e giudi-care indipendentemente dovrebbe sempre essere al primo posto, non l'acquisizione di conoscenze spe-

cializzate. Se una persona è padrona dei principi fonda-mentali del proprio settore e ha imparato a pensare e a lavorare indipendentemente, troverà sicuramente la propria strada e inoltre sarà in grado di adattarsi al pro-gresso e ai mutamenti più di una persona la cui istru-zione consiste principalmente nell'acquisizione di una conoscenza particolareggiata. Albert Einstein

http://davideranaweb.altervista.org/

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La scuola serve per vivere Ci è stata segnalato uno scritto di Einstein sulla scuola che non conoscevamo.

Lo pubblichiamo con piacere. La freschezza e la lucidità del suo pensiero è intramontabile

Detti e massime "L'Amore ci sopravvive, l'Arte ci rende immorta-li" (Goethe) “Se odi una persona, odi qualcosa in lei che è parte di te. Ciò che non è parte di noi stessi non ci distur-ba” (Herman Hesse)

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"L'alunno R.P. passeggia per la classe in mu-tande esibendo un cartello su cui ha scritto: 'ATTENZIONE COBRA IN AZIONE'"

"L'alunno P.T. continua a non presentarsi in classe il mercoledì dicendo che è il suo giorno li-bero"

"L'alunno Z. H. propone di mettere degli specchi intorno alla classe così anche quando è girato può vedere la lava-gna"

"M.S. afferma che sono Lady Oscar"

"P.I. e R. F. disturbano la lezione combattendosi a colpi di fioretto."

"B. M. e M. A. durante la lezione di italiano giocano a tombola senza permesso. Chiedo seri provvedimenti.

"L'alunna S.S. durante l'ora di matematica canta il valzer del moscerino e poi trascina un compagno a ballarlo"

"V. L. ha lanciato la bottiglietta d'acqua piena fuori dalla finestra prendendo un professore in testa!"

"I bambini di questa classe rubano le merende!!!"

"G.A. dopo aver espletato le sue funzioni di rappresentante in difesa del Tibet, decide di prendere il sole in giardino fino al termine della terza ora."

"L'alunno G.P. suona il campanello della scuola ripetuta-mente durante la ricreazione infastidendo le bidelle"

"C.I. si comporta male durante l'ora di ri-creazione abbattendo violentemente la por-ta a testate"

"In segno di protesta verso la sottoscritta la classe segue la lezione seduta sotto il banco"

"L'alunna G. F. si catapulta fuori dalla clas-se dicendo che aveva visto un elefante pas-sare nel corridoio. Chiedo seri provvedi-menti."

"L'alunno M.R. durante l'ora d'inglese cerca di prendere le mosche con la lingua"

"Durante l’ora di matematica, l’alunno E. F. della classe accanto,entra in aula chiedendo se gli alunni hanno una padella e un ferro da stiro. Sorprendente-mente gli alunni M.C. e A.A. tirano fuori dai loro zaini i due oggetti richiesti con-segnandoli a E.F. che ringrazia e se ne va. Richiedo provvedimenti."

Giacomo 1B Cl

Procellam nautae timent (trad. - I marinai temono la tempe-sta) "I maiali hanno paura di nuotare" ...ab suis fraude nacatus est (trad - Fu ucciso con l'inganno dai suoi) "Fu ucciso dalla scrofa fraudolenta" Magna cum prudentia (trad - Con grande prudenza) "Mangia con prudenza" Orbis te non caperet (trad - La terra non ti reggerebbe) "Non ti caverebbero gli occhi" Quid volat super Marius? (trad - Cosa vola sopra Mario?) "Cosa, Super Mario vola?" Milites mittebant pilam (trad - I soldati lan-ciavano il giavellotto) "Il soldato si depila" Filii dixerunt bovem maiorem esse (trad - I figli dissero che il bovino era più grande) "Il figlio del Dixan era più grande del bue" Silva vasta erat (trad - La foresta era vasta) "Silvia era grassa" Veni, vidi, vici (trad - Arrivai, vidi, vinsi) "Vieni a vedere il villaggio" Capite nudo in pugna (trad - A capo scoperto in mezzo alla battaglia) "Capitato nudo in mezzo allo scontro" Ab ortu solis... (trad - Dall'alba...) "Dai Giardini del Sole.." (Giardini del Sole è il nome di un grande centro commerciale) Suo gaudio (trad - Con sua gioia) "Gioia maiala" Di nos quasi pilas homines habent (trad - Gli dei giocano con noi come alla palla) "Gli dei hanno quasi le palle degli uomini" Mario torvis oculis… (trad - Mario guardando torvo...) "Mario con occhi torbidi..." De gustibus non disputandum est (trad - Non si può discutere sui gusti) "I gusti non sono sputati" ...extraxit vagina gladium (trad - Estrasse la spada dal fodero) "...estrasse la spada dall'utero" Filippus equm negrum mortiferum. (trad - Filippo possedeva un cavallo nero e micidiale) "Filippo cavalcava e causava morte ai negri" Bello Punico secundo... (trad. -la Seconda guerra Punica) "Secondo la bella guerra..." Carpe diem (trad. - cogli l’attimo) "Oggi Pesce" Civitas magna opulentia fuit "La civetta mangiò la polenta e fuggì" Urbis et orbis lingua "La lingua dei furbi e degli orbi" Etiam tu Brutus, filii mi "Anche tu sei brutto, figlio mio"

7 in condotta Alla rubrica solita che raccoglie le imprese scolastiche degli studenti e le note dei professori che le hanno descritte abbiamo aggiunto in questo numero un pizzico di cultura con alcune “frasette” latine tradotte in una maniera davvero “originale”. Buon divertimento!!! (Tra parentesi c’è la traduzione giusta): La fonte è sempre www.notadisciplinare.it☺

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SUPPLEMENTO D’ANIMA Dibattito sulla spiritualità (by Irene)

J acques Diouf, il direttore generale della Fao, parla a nome di quelli che hanno fa-me, e sono popoli interi. La sua delusione per i ritardi e le promesse non mantenute rende l’idea della tragedia. Per questo ha convocato tutti gli Stati a Roma dal 3 al 5 giugno per un summit che avrà carattere d’urgenza. «Le persone – dice Diouf in una conferenza stampa nella sede della Fao – stanno già morendo nelle rivolte per il cibo. Se non interveniamo cominceran-no a morire di fame. E non rimarranno seduti ad aspettare di morire». Si riferisce agli ultimi disordini ad Haiti e in Egitto, ma la situazione è disperata almeno in al-tri 37 Paesi. In Pakistan e in Thailandia si è dovuto ricorrere all’eser-cito per evitare assalti al cibo nei campi e nei ma-gazzini. Il diret-tore ge-n e r a l e della Fao ha pre-s e n t a t o l’ultimo rapporto trimestrale che sintetizza in un solo dato la drammaticità della si-tuazione. Il costo delle importazioni cere-alicole dei Paesi più poveri aumenterà del 56 per cento nel 2007-2008, aumento che si somma a quello consistente del 37 per cento registrato lo scorso biennio. La bol-letta cerealicola ha un impennata ancora più grave, del 74 per cento, nei Paesi afri-cani a basso reddito, causa l’aumento dei prezzi dei cereali, delle tariffe dei trasporti e del petrolio. Né sarebbe più possibile per evitare l’emergenza fidare sulle scorte che rag-giungono i 405 milioni di tonnellate, ma sono al minimo storico degli ultimi 25 an-ni: ben 21 milioni di tonnellate in meno rispetto al livello già assai ridotto dell’anno scorso. Le proiezioni della Fao non sono rosee: «Qualsiasi calo ulteriore causato da condizioni meteorologiche ne-gative, soprattutto nei Paesi esportatori – paventa Diouf – farà prolungare l’attuale situazione di ristrettezza del mercato, con-tribuirà ad ulteriori rincorse dei prezzi ed esacerberà la difficoltà economiche con

cui già molti Paesi fanno i conti». Ecco perché la soluzione è “politica” ed ecco la necessità del summit romano di giugno: «Sono convinto che questo sia un proble-ma politico e sociale. – spiega ancora Diouf – Noi non siamo una orga-nizzazione finanziaria, abbiamo stanziato 17 milioni di dollari e abbiamo chiesto ai nostri fornitori 1,7 miliardi di dollari». Lo dirà agli Stati che saranno rappresentati ai massimi livelli, e dirà anche della sua de-lusione per gli interventi promessi e non attuati. Si sarebbe aspettato di più. Avreb-be voluto un ascolto maggiore. Desolato, dice: «Mi sorpren-do per non e s s e r e stato invi- tato al

Consiglio di sicu-rezza per

dibattere la q u e s t i o n e dell’impen-nata dei prezzi delle materie pri-me agri-cole. Sono

temi che devono essere affrontati proprio perché hanno un impatto sulla pace, sulla sicurezza e sui diritti umani». La Fao ha intanto lanciato il progetto Isfp (l’acronimo inglese sta per Iniziativa sul rialzo dei prezzi alimentari), per offri-re assistenza tecnica e politica ai Paesi po-veri colpiti dall’aumento dei prezzi, ed ha avviato attività in Burkina Faso, Maurita-nia, Mozambico e Senegal. L’agenzia, in collaborazione con il Programma ali-mentare mondiale (Pam) e con l’Ifad, isti-tuirà un’unità informativa sul mercato ali-mentare per raccogliere e analizzare dati a livello locale, regionale e internaziona-le, attività per la quale ha stanziato già 17 milioni di dollari. Rientrano in queste strategie alcuni interventi di aiuto imme-diato, come ad esempio lo spostamen-to di sementi da un Paese all’altro, ma senza i risultati che la Fao aveva sperato. Agli Stati che parteciperanno al summit, la Fao chiederà di ripensare il problema della fame e di rivedere le politiche, evidente-mente inefficaci. Avv 12.04.2008

Emergenza alimentare globale. Disordini per fame in 37 Paesi del mondo

Analisi «Costi del greggio, sicci-tà e consumi stanno al-zando il livello di povertà» La Banca mondiale lancia l’allarme e avverte che l’aumento dei prezzi dei beni alimentari, raddoppiati o addirittu-ra triplicati in certi casi negli ultimi tre anni, rischia di far diventare ancora più poveri 100 milioni di persone che vivo-no nei Paesi a basso reddito e di rialza-re dal 3% al 5% il tasso di povertà della popolazione mondiale. Lo rivela Mar-celo Giugale, direttore responsabile per l’America Latina e i Paesi caraibici della World Bank, anche se afferma che i dati sono ancora preliminari e non definitivi. Dal 2005 al 2007 i prezzi del grano sono saliti del 70%, quelli dei cereali dell’80% e i prodotti caseari del 90%. «In mancanza di programmi assisten-ziali e di sostituzione delle colture – dice Giugale – il tasso di povertà po-trebbe salire dal 3% al 5%». Una per-centuale che corrisponde a «circa 100 milioni di persone a livello mondiale». Secondo Giugale sono cinque i fattori principali che stanno dietro al boom dei prezzi: i sussidi per la produzione di cereali destinati ai biocarburanti, che hanno spostato questi prodotti dal mercato alimentare a quello energetico; l’aumento dei costi del gasolio e dei fertilizzanti utilizzati in agricoltura; il maltempo in grandi aree produttive come l’Australia, che ha causato la peggiore siccità da 100 anni a questa parte; il forte aumento dei consumi di carne in molti Paesi asiatici, che ha fatto lievitare la domanda di mangimi, in particolare granaglie e cereali; il so-spetto di un aumento della speculazio-ne sui future di beni alimentari di pri-ma necessità, come riso e grano, che ha portato i prezzi alle stelle e che, negli ultimi sei mesi, potrebbe essere stato alimentato dalle iniezioni di liquidità delle banche centrali, decise per fron-teggiare la crisi dei mutui, le quali a-vrebbero imboccato la via della specu-lazione sui derivati legati alle «commodity» alimentari.

Avvenire 12 aprile 2008

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Le rivolte per fame La Fao: questo sviluppo ormai è insostenibile L’allarme della Banca mondiale: «In 100 milioni a rischio per il caro prezzi»

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Artisti e campioni tra noi

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Perché hai scelto il calcio? All’inizio non ero interessato, poi in 5 elementare un mio compagno mi ha spinto a cominciare. Questo sport mi ha preso molto e da allora ho continuato a praticarlo. Quali sono i pro e i contro del calcio? Il pro è che quando si è appassionati è lo sport più bello del mondo, ciò si può notare dall’affollamento di tifosi la domenica allo stadio. I lati negativi sono i tifosi troppo ac-caniti o lo sporco giro di soldi che viene a formarsi. In quale squadra giochi? Ora gioco nel Cumiana, ma ho cominciato nella squadra del mio paese, Volvera; in seguito sono stato chiamato dalla squadra “Gabetto” di Torino. Il fatto che mi avessero con-vocato loro mi ha reso molto felice, ma non riuscivo a stare al passo con la scuola, così un anno fa ho deciso di entrare nel Cumiana, perché, essendo gli allenamenti più vicini a dove abito, mi ha permesso di concentrarmi maggiormente sullo studio. Che ruolo hai all’interno della tua squadra? Di solito sono attaccante, ma ultimamente gioco a centro campo. Quanti allenamenti fai a settimana? Tre allenamenti più la partita alla domenica. Riesci a gestire sport e scuola? Da quest’anno sì. Quando giocavo nel “Gabetto” avevo

anche problemi scolastici per via dei numero-si impegni. Per che squadra tifi? Qual è il tuo idolo nel mondo calcistico? Ovviamente la Juve e quale idolo migliore di Del Piero? Lo adoro da quando avevo tre anni! Pensi che sia giusto che i calciatori di serie A guadagnino così tanto? Sì, perché per raggiungere quei livelli bisogna faticare molto e avere grandi doti naturali. Secondo te è meglio il vecchio “calcio pulito” o quello di oggi? Una volta il calcio era solo uno sport. Io preferisco il cal-cio di oggi, perché oltre che sport è anche spettacolo. È per questo che è così seguito e amato. Che cosa pensi degli ultras? Sono convinto che il tifo sia giusto. È sbagliato andare allo stadio solo per attaccare la tifoseria avversaria, invece che esultare per la propria squadra. Il rugby in Italia sta prendendo sempre più piede. Pensi che possa sostituire il calcio nel cuore dei tifosi? Non penso che esisterà mai uno sport in grado di sostituire il calcio nel cuore degli italiani.Ha avuto un grosso successo fin dall’inizio e continuerà ad averlo sempre.

Roby e Fede, 2°b/L

Alessandro Repele, della 4AL, che pratica lo sport più amato dagli italiani: il calcio

Da quanto tempo suoni il violino e quante ore al giorno ti eserciti? Suono il violino ormai da sei anni e que-st'anno darò il primo dei tre esami in con-servatorio. Le ore che dedico a questo

strumento sono veramente moltissime e nonostante gli impe-gni scolastici riesco a cavarmela abbastanza bene. Diciamo che in media suono un'ora, un'ora e mezza tutti i giorni, più le 4/5 ore di lezioni settimanali, anche se a volte sono co-stretto a malincuore a dar la precedenza alla scuola. Gli eser-cizi non sono molto particolari, consistono principalmente in scale e arpeggi (a terze, ottave e semplici), in Studi (Kreutzer e altri) e nell’esecuzione di un brano musicale. In questo mo-mento per esempio sto affrontando il periodo Barocco. Quando è nata la tua passione per il violino? Diciamo che la mia passione per il violino è nata in circo-stanze del tutto casuali e non è stato il mio primo strumento. A nove anni infatti ho iniziato a prendere lezioni private di chitarra e tastiera, a tredici mi sono iscritto al corso di violi-no dell'Istituto Musicale Arcangelo Corelli di Pinerolo, tenu-to dalla prof.ssa Godio. E' stato un vero colpo di fulmine…inaspettato… In occasione di una lezione-concerto tenuta dal quintetto Architorti ho avuto modo di prendere in mano per la prima volta un violino e da lì ho capito che quello sarebbe stato il mio strumento. Ormai sono al sesto anno di studio…e non mi pento affatto di quella scelta apparentemente così in-consapevole !!! Suoni in una orchestra, una banda? Sì certo! Suono nell’orchestra del Corelli, la Pinarolium Sinfonietta, diretta da Claudio Morbo, frequentando il corso

di esercitazioni orchestrali, obbligatorio per molti strumenti-sti. Da questo anno poi suono anche in un Trio con un violoncel-lista ed un pianista, frequentando il corso di musica da came-ra. Saper suonare con gli altri è veramente importante ed in-dispensabile alla formazione di un buon musicista, per cre-scere e, non lo nego, per divertirsi! Questi corsi poi offrono numerose possibilità per potersi esibire anche in pubblico, altro passo fondamentale per poter condividere la propria passione, che spesso ci si accorge essere importante non sol-tanto per se stessi, ma è anche apprezzata nella società. Nei prossimi mesi abbiamo in programma moltissimi concerti…. Hai qualche consiglio per gli studenti che volessero inizia-re a coltivare quest’arte? Intanto bisogna munirsi di tanta e tanta pazienza; di passio-ne e soprattutto credere fino in fondo in quel che si fa…Spesso gli insuccessi ottenuti possono demoralizzarti, ma bisogna avere perseveranza, buona volontà e studiare moltis-simo. I risultati allora possono essere veramente sorprenden-ti. Poi divertirsi nonostante le difficoltà che si incontrano; spesso queste possono sembrare insormontabili! Un saluto musicale agli studenti del Porporato! Auguro a tutti coloro che vogliono intraprendere lo studio di un strumento musicale o già lo stanno facendo di riuscirci al meglio. Impegnandosi soprattutto a cercare di trasformare i pregiudizi che ha la gioventù, in particolare, ma non solo, sulla musica classica, spesso snobbata e ritenuta cosa per po-chi, dimenticando così il ruolo complementare di ogni genere musicale nella nostra società!!

Carlo Guassone, I C Cl

Matteo Chialva della 3A CL, che suona il violino

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Splash

Le ns “pirle” di saggezza ٠“Sto studiando le contratture di greco…” ٠“Dopo il card. Richeliau salì al potere il card. Mazzo-lino…” ٠“Napoleone morì il 5 maggio, come scrisse nella fa-mosa poesia “5 maggio”. ٠”In Inghilterra è fiorente l’allevamento di ovini, bovini e pinguini”. ٠Alunna alla prof di Inglese: “dobbiamo congiungere i verbi?” ٠Prof. di Diritto: Allora perché non si può far valere la

regola del “possesso vale titolo” per le automobili? Alunna: Perché non ti fanno lo scontrino! ٠Prof di Diritto: I beni demaniali… Alunna: ma sono del demonio?

Gli ipse dixit ٠Alunna: Prof, pensavo che fosse un po’ più clemente. Pons: Beh... in effetti, a volte mi sento molto Mastella. ٠Prof di italiano: ciò che hai detto si può definire, utilizzando un termine propriamente filosofico, una “cazzata”!

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Le nostre... e le loro…

La 3 B ha vinto la finalissima di “Per un pugno di libri”

Mentre stiamo per andare in stampa ci comuni-cano che la 3 B classico ha centrato l’obiettivo della finalissima di “Per un pugno di libri”, arri-vando prima per aver battuto il liceo Amedeo di Savoia di Tivoli per 71 punti a 38. Complimenti! Un bel successo per loro, per noi del Porporato e per la città di Pinerolo!

Materia: Filos / Pedag Nome…..A.M…. Cognome: ...P….

Detti e massime 1. Non cercare un amico perfetto, cerca un amico (Anonimo)

2. Da un uomo grande c'è qualcosa da im-parare anche quando tace (Seneca)

3. A provocare un sorriso è quasi sempre un altro sorriso (Anonimo)

4. Le parole fanno un effetto in bocca e un altro negli orecchi (Alessandro Manzoni)

5. Non ammiro il coraggio dei domatori: chiusi in gabbia sono al riparo dagli uomini (G.B.Shaw)

6. Conosco un assessore alla cultura che fa errori di grammatica anche quando pensa (Beppe Grillo)

7. L'archivio è il posto dove si possono smar-rire le cose con ordine (Francis Thompson)

8. La grancassa fa tanto rumore perché è vuota (M.Maeterlinck)

9. Non sempre io sono del mio parere (Paul Valèry)

10. Il giornalista è uno che, dopo, sapeva tutto prima (K.Kraus)

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Raccolta differenziata dei rifiuti. Noi ci crediamo!!!!!

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La Raccolta differenziata é importante perché * Diminuisce il peso di rifiuti che dal cassonetto vanno in discarica, con minore spesa per il Comune e quindi minori tasse per i cittadini * Si consumano meno materie prime con il riciclaggio e il conseguente riutilizzo dei materiali

Queste iniziative nel campo dell'educazione ambientale, insie-me con le altre attività didattiche previste dal progetto "Scuolambiente" dell'istituto, determinano per la scuola l'esone-ro dal pagamento della tassa comunale sui rifiuti solidi urbani. Qualche dato Ogni cittadino italiano accumula in media ogni anno una quan-tità di rifiuti pari a 5 volte il proprio peso. In un chilogrammo di pattume si trova: * 35% di materiale organico putresci-bile * 35% di materiali cellulosici * 7% di inerti * 7% di materie plastiche * 3% di metalli Circa il 40% in peso ed oltre la metà in volume di questi rifiuti é costituito da im-ballaggi. Il problema I rifiuti sono un prodotto inevitabile della società dei consumi e del nostro stile di vita sempre più orientato all'usa e getta. I rifiuti solidi urbani (RSU) sono cresciuti in Italia, dagli anni '80 ad oggi, del 3%-5% l'anno: oggi sono circa 23 milioni di tonnellate a cui vanno aggiunti 77 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. La discarica é in Italia la forma più diffusa di smalti-mento di rifiuti (circa il 90%) che rispetto alla media europea (circa il 60%) é tra le più elevate. Punti cardine per una nuova filosofia dei rifiuti: * diffondere una maggiore consapevolezza tra produttori e consumatori * produrre meno rifiuti * produrre rifiuti sempre pericolosi * progettare i prodotti anche in funzione del recupero dei loro materiali, della durata degli oggetti e di una facile manutenzione * promuovere il recupero di materia ed energia dai rifiuti * favorire il ritorno nei cicli naturali di tutte le sostanze di origine organica * programmare lo smaltimento (raccolta, trasporto, tratta-mento dei rifiuti) * dare sbocchi di mercato ai prodotti realizzati con materiali riciclati La carta Il consumo pro-capite di carta é di 116 kg l'anno. Da un albero di medie dimensioni se ne ricavano circa 70 kg. Un tempo la carta si otteneva anche da lino, canapa e cotone, oggi invece per produrre cellulosa si usa soltanto legno. E il consumo di carta e cartone é in costante aumento, cresce del 3% ogni anno.

Cosa si può fare in casa…: * Raccogliere per il riciclaggio carta pulita e "semplice": no a carte oleate, plasticate, metallizzate, vetrate, a carbone, termosen-sibili ecc... * Ridurre al minimo il consumo di fazzoletti di carta, rotoli da cucina, tovaglioli e altri oggetti di carta: per questi articoli si im-piega cellulosa sbiancata e pura al cento per cento. * Non acquistare carta igienica colorata; in commercio c'è an-che quella fabbricata, almeno in parte, con carta riciclata. * Scambiare libri e riviste con amici e parenti prima di buttarli definitivamente. * Riciclare il cartone: gli oggetti do cartone resistente ( tra cui le scatole da scarpe, scatole di cereali, rotoli di cartone di carta da toilette, scatole dei crackers) possono essere trasformati in portamatite, cestini per la carta, contenitori vari rivestendoli con stoffa, carta oppure verniciandoli. se proprio devono essere getta-ti, per risparmiare spazio schiacciate tutte le scatole. … Cosa si può fare a scuola ed in ufficio...

* Acquistare carta riciclata utilizzandola per quaderni, blocchi per appunti, fotocopie,buste, moduli per stampante ecc... * Occuparsi anche personalmente della raccolta differenziata. Tenere una scatola di cartone (magari proprio quella delle risme di carta) vicino alla scrivania, alla fotocopiatrice, alla stampante e nei punti in cui si produca carta di scarto. Quando è piena por-tarla nell' angolo predisposto per l' accumulo in attesa che la ven-gano a ritirare.Invitare anche altri a comportarsi nello stesso mo-do. * Ridurre il livello di spreco: scrivere sino all' ultimo foglio dei quaderni, altrimenti vanno strappate le parti riutilizzabili per far-ne carta da appunti. Fotocopiare da ambo i lati; si risparmia car-ta e spazio negli archivi, si pinzano meno fogli, si useranno buste più piccole per le spedizioni * Ricavare il massimo dagli avanzi: riusare le buste da corri-spondenze, fare blocchi di appunti pinzando assieme fogli di recu-pero, retro di documenti da scartare, fotocopie errate, tratti non utilizzabili di moduli continui, pagine bianche della vecchia agen-da.

La lattina Nel 1962 è nata la lattina! Ernie Fraze inventa la lattina di allu-minio con la linguetta a strappo e da allora con vari migliora-menti ha invaso tutto il mondo. Il consumo italiano di contenitori metallici per bevande, nel 1990 è stato stimato in 26 lattine per persona, per un totale quindi di un miliardo e mezzo di lattine. Molto meno comunque dei cittadini statunitensi che ne consu-mano in media 370 o di quelli inglesi 160. Per riciclare sono necessarie alcune avvertenze * Nelle macchine "pressalattine" non vanno introdotti altri og-getti, anche se di alluminio, perchè quello usato per le lattine ha caratteristiche originali. Quindi le confezioni rivestite di carta co-me i sacchetti dei surgelati o i foglietti che avvolgono le sigarette, non sono adatte al riciclo. * Se si vuole essere sicuri che la lattina sia di alluminio e non di altri metalli, deve avere impresso il simbolo "Al".

http://bellquel.bo.cnr.it/attivita/scuolambiente/raccolta.htm

La raccolta differenziata dei rifiuti dentro la scuola Come l’ha presentata il Gruppo Scuolambiente dell’ITIS “Belluzzi” di Bologna

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10. Nella serie dei “Peanuts”,Snoopy è il cane di... A. Charlie Brown B. Linus C. Woodstock

Soluzioni: 1c; 2a; 3c; 4c; 5b; 6a; 7c; 8b; 9c; 10a.

!?L’enigma?! Test di cultura generale

A cura di Silvia 3° A/l

1. Qual’era il testo del primo sms della storia, spedito nel 1992 da un ingegnere inglese? A. Ok B. Ti amo C. Buon Natale

2. Quale fra queste parti del cor-po, ereditate dall’uomo primiti-vo, non ha più alcuna funzione? A. Denti del giudizio B. Sopracciglia C. Unghie

3. Nel gergo calcistico, quale termine inglese de-finisce l’azione con cui un giocatore si libera dell’avversario che lo sta contrastando? A. Corner B. Assist C. Dribbling

4. Nel corpo umano il fegato “confina” verso l’alto con… A. Milza B. Pancreas C. Polmoni

5. Quale di questi personaggi dei cartoni animati non è stato creato dagli studi Disney? A. Dumbo B. Bugs Bunny C. Pluto

6. Quale fra queste commedie di Molière ripren-de il tema dell’“Aulularia” di Plauto? A. L’avaro B. Il malato immaginario C. Il misantropo

7. Per legge, se un formaggio contiene il 15% di grassi, com’è definito? A. Grasso B. Semigrasso C. Magro

8. Quale di questi «Natali» cinematografici la coppia Boldi– De Sica non ha passato insieme? A. … sul Nilo B. … a New York C. … a Miami

9. Quale di queste formule magiche era u-sata nel Medioevo cristiano come preghiera? A. Pape Satan Aleppe B. Sim Sala Bim C. Abracadabra

Dieci segni che l’Italia è in ripresa A fine 2007, il New York Times definisce l'Italia un pae-se "triste e senza speranza"; passa qualche giorno e parte la stoccata finale: secondo i cugini londinesi del Times siamo diventati una nazione "vecchia e povera". A pensarci bene il nostro non è affatto un Paese triste: lo confermano gli stipendi degli impiegati, che fanno vera-mente ridere; non si può dire nemmeno che sia povero - se è vero che c'è ancora qualcuno in grado di pagare un mu-tuo - oppure che sia vecchio: ogni giorno, infatti, viene alla luce un nuovo scandalo. Quanto all'accusa che siamo una nazione senza speranza, beh, anche questa è palesemente infondata: non è forse l'Italia l'unico posto al mondo in cui chiunque, persino il peggiore dei criminali, può sperare di farla franca? Se non vi bastasse, se non foste ancora convinti, ecco dieci segni inequi-vocabili che l’Italia, in fondo, non è messa così male: 1. Negli ultimi anni la durata dei governi è molto aumenta-ta: ed è una vera fortuna, perché la distruzione del Paese ha bisogno di continuità. 2 Sì, è vero, Napoli è sommersa dai rifiuti, ma è un caso ec-cezionale: il resto del Paese, infatti, è sommerso dai debiti. 3 Nei prossimi anni assisteremo ad un forte calo dell'inqui-namento atmosferico, soprattutto a causa del prezzo della benzina. 4 Mentre in Africa ogni trenta secondi muore un bambino, in Italia ogni minuto nasce un partito, 5 È pronto un piano per affrontare il grave problema della fuga di cervelli: onde evitare ingorghi, verranno organizza-te partenze intelligenti. 6 Chi chiedeva più sicurezza è stato accontentato: adesso i cittadini hanno la sicurezza di non arrivare a fine mese. 7 Per dimostrare che gli sprechi in politica vanno elimina-ti, Berlusconi ha promesso che i parlamentari, invece di

comprarli, si limiterà a noleggiarli. 8 L'aspettativa di vita, in Italia, è da record: e così ci ritro-viamo ad avere i politici, i docenti universitari e i dirigenti d'azienda più vecchi d'Europa.

9 A proposito di primati: assieme alla muraglia cine-se, il debito pubblico italiano è l'unica cosa del-

la Terra che si vede dallo spazio. 10 Gli incidenti mortali nelle fab-briche e nei cantieri sono in pauro-so aumento: e poi dicono che in Ita-lia non ci si ammazza di lavoro!

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I 60 anni della Costituzione

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In occasione del sessantennio della nostra Costitu-zione i professori del dipartimento di Diritto, insieme ad alcune classi del Porporato, hanno organizzato una giornata in onore di tale anniversario. Il tutto si è svol-to martedì 22 aprile 2008 nell’Auditorium della scuola. Alla commemorazione hanno partecipato, oltre a noi allievi, anche alcune personalità dell’ambiente scolasti-co e non solo. Vi hanno preso parte la Preside Maria F. Amico, il Senatore Elvio Fassone, l’Assessore Regio-nale all’Istruzione Gianna Pentenero e l’assessore del Comune di Pinerolo Tiziana Alchera in rappresentanza del Sindaco. La manifestazione si è aperta con la lettura da parte di alcuni allievi degli articoli salienti della Costituzio-ne. In seguito, il dirigente scolastico ha introdotto gli interventi degli assessori e, in ultimo, del Senatore Fas-sone, il quale si è premurato di sensibilizzare tutti i partecipanti attraverso una presentazione storico-sociale del testo della Costituzione. Uno dei principali punti su cui il Senatore ha mag-

giormente insistito è stato il fatto di presentare gli arti-coli non soltanto come parti scritte che formano la Co-stituzione, ma soprattutto come ideali a cui tendere. A questo compito devono adempiere in primo luogo le nuove generazioni, ossia noi giovani, affinché l’Italia continui ad essere una Repubblica in cui sia sempre vigente una sana democrazia. Al termine dell’intervento è stata data la possibilità a noi allievi di chiarire dubbi o sollevare questioni alle quali lo stesso Senatore ha risposto. Successivamente il professor Derro ha illustrato il lavoro compiuto per la realizzazione della giornata, annunciando anche la pos-sibilità di visitare nei locali della scuola una mostra in onore della Costituzione. Tale mostra si è configurata come il risultato dell’impegno di alcuni allievi del Por-porato ancora presenti e di coloro che lo sono stati in passato. La giornata si è conclusa con il taglio della “torta di compleanno” della Costituzione.

Erika Scarpari VBSPP

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Scambio con la Francia

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Una settimana “alla francese”: baguette-pizza Dal 14 al 21 Novembre 2007 si è svolta la prima parte del consueto scambio linguistico che quest’anno ha visto come protagonista la classe 2 AL. Durante questa settimana ci siamo recati a Le Vigan, piccolo paesino della regione Languedoc-Rousillon, nel sud della Francia, patria dei nostri corrispondenti. Con loro abbiamo passato la maggiore parte del tempo, frequentato le lezioni al «lycée» e vissuto le giornate sotto ogni aspetto: dalla scuola alla casa, dai genitori agli amici. Ogni mattina ritrovarsi tutti insieme era una festa fatta di abbracci, domande e risposte. Le lezioni era-no abbastanza comprensibili anche se raggiungere le varie aule in giro per la scuola era piuttosto difficile. Sicuramente ciò che abbiamo amato di più sono state le uscite: potevamo stare tutti insieme e parlare un po’ in Italiano ! Abbiamo visitato città bellissime (Montpellier, Nîmes, Svi-gno) e palazzi imponenti, respirato l’aria di luoghi lontani e diversi. È stato interessante vivere una settima-na «alla francese» e esercitare così un’altra lingua. Al ritorno a scuola, infatti, i miglioramenti sono stati notevoli. Abbiamo confrontato il lessico che ognuno di noi aveva imparato, il linguaggio familiare e i modi di dire che i libri di testo scolastici quasi sempre escludono.

DIZIONARIO INGLESE-PIEMONTESE

Brass-a-let = Bracciale Got us = Gattaccio Grease = Grigio, spento Group = Nodo He corn = Le corna Human tell... = "Li abbiamo nel..." Jaw-an = Giovanni Jew-an-hot = Giovanotto Lord = Alticcio, ubriaco Love-trees = Lavatrice

Insegnanti e studenti che hanno partecipato allo scambio

Nel mese di marzo 2008, dal 12 al 19, è finalmente avvenuto il ritorno tanto atteso dei ragazzi francesi ! In-fatti, i «lycéens» provenienti della scuola di Le Vigan hanno avuto l’occasione di trascorrere ben 7 giorni presso i loro corrispondenti italiani. La settimana ha rappresentato l’ultima tappa dello scambio fra i due li-cei. Molte sono state le attività proposte dagli insegnan-ti : una gita a Torino, la visita al palazzo Reale e al mu-seo del cinema, per non parlare di Stupinigi e Superga, una strabiliante caccia al tesoro (con premio, ovviamen-te ! ) per le vie di Pinerolo e un’uscita all’«Eco del Chi-sone » dove gli studenti sono stati immortalati da un fo-

tografo e pubblicati sull’omonimo giornale. Durante quella settimana, inoltre, i ragazzi francesi si sono do-vuti sforzare di parlare italiano, ma troppo spesso le dolci note della lingua del «oui» risuonavano nell’aria. L’esperienza ha creato un clima di complicità, non solo tra ospite e ospitante ma anche tra compatrioti. Al ter-mine, gli italiani si sono sentiti un po’ più francesi e vi-ceversa. Quest settimane ci hanno insegnato molto, non solo lessico e grammatica ! !

Il ritorno “all’italiana”: pizza-baguette

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Siamo ormai a maggio e anche quest’anno sta volgendo al termi-ne…Beh quasi, perché ci aspetta un mesetto niente male, pieno d’interrogazioni e di verifiche varie! Nonostante ciò molti di noi sono già con la testa alle vacanze estive. Ognuno s’immagina il suo tipo di vacanza ideale: in un paese esotico o artico, al mare o in montagna, in città o in campagna. Ma il punto è: cosa fare in questi tre me-si? Decidere di oziare allegramente e ritrovarsi a settembre senza voglia di far niente o decidere di rendersi utile per qualcuno o per se stessi? Personalmente credo che si possano spendere anche in ma-niera diversa dal solito, magari vivendo una nuova esperien-za come la vacanza-lavoro. Attenzione però! Per vacanza-lavoro non s’intende lavorare tutta l’estate in gelateria o al ristorante! Tutt’altro! Sono delle esperienze di lavoro social-mente utili e di solidarietà. Ne esistono di diversi tipi, in Ita-lia e all’estero in vari settori. Ad esempio ci sono: - campi di lavoro ambientale ed archeologico: consistono nell’aiutare a salvaguardare l’ambiente o nello svolgere atti-vità per finanziare ricerche ecologiche; nel secondo caso è

possibile partecipare al recupero di beni archeologici, a seminari o a viaggi studio (insomma una vera

pacchia per gli appassionati!) - campi di lavoro umanitari: permettono di svolgere una pri-ma breve esperienza nei Paesi in via di sviluppo o di fare viaggi di conoscenza e di turismo responsabile (ma penso sia riservato ai maggiorenni… Peccato!) - lavoro alla pari: in cambio di vitto e alloggio chi è interes-sato dovrà fare la babysitter (o lavori simili) ai figli della fa-miglia ospitante, ricevendo anche dei soldi come compenso (questo si può rivelare un ottimo modo per imparare una lin-gua straniera!) Se non sapete cosa fare vi consigliamo vivamente questo tipo di vacanze, vi lasceranno un’esperienza indimenticabi-le… E, inoltre, se andrete all’estero, praticando le lingue prenderete “due piccioni con una fava”! Spero di avervi stuzzicato per questo tipo di esperienze alternative. Detto ciò, per chi vuole saperne di più Internet e gli Informagiovani sono i punti di riferimento base per avere ulteriori informazioni. W le vacanze! Sarhy 4BL

Vacanze e campi di lavoro

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La redazione di Onda d’urto incontra a Torino il Presidente dell’Ordine dei giornalisti Sergio Miravalle e il Vicepresidente Ezio Ercole

A chi non piacerebbe studiare divertendosi e viaggiando? Questo è possibile! Difatti ci sono diverse società che se ne occupano.Le più importanti sono EF, WEP, STS, Intercultura, ma ce ne sono molte altre meno conosciute. In estate si possono fare le vacanze-studio, cioè studiare, in genere per due tre settimane, una lingua diret-tamente nel luogo in cui viene par-lata. Ovviamente non c’è solo lo studio, ma si visita anche il paese in cui si è, così che si può fare anche pratica sul campo.

Per i più bravi, studiosi, intrapren-denti c’è la possibilità di passare da un bimestre, trimestre ad un intero anno scolastico all’estero (il “tempo di studio” viene riconosciuto al ri-torno in Italia). Per i maggiorenni c’è invece la pos-sibilità di fare all’estero l’università, stage lavorativi e vo-lontariato. Tutti questi programmi di formazio-ne all’estero sono esperienze indi-menticabili che arricchiscono il ba-gaglio culturale e aiutano a matura-re. Alessia M., 1CS

Studiare all’estero

Palazzo Ceriana Mayneri, Torino

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…I film in arrivo Senza seccarvi con inutili convenevoli vi do subito le news del cinema. In primis è finalmente uscita la trama del quarto Indiana Jones: l’oggetto del desi-derio sarà il Teschio di Cristallo di Akator, un leggendario oggetto avvolto da supersti-zione, fascino e paura, e la ricerca avverrà in Perù…. Non vi dico altro per non rovinarvi la sorpresa. Per gli amanti della fantascienza è probabile che esca prossimamente il quinto Alien, che ritornerà nelle sale dopo undici anni, il regista sarà Ridley Scott. È in lavorazione anche il secondo film di X-Files, che uscirà in Italia attorno ad agosto, il titolo completo è The X-Files: I Want to Believe, e specialmente le ultime tre parole dovrebbero ricordare

qualcosa ai fans della serie…per chi non la seguiva I want to believe (voglio credere) era la frase stampata sul poster nell’ufficio dei due investigatori.

Ultima notizia: sono iniziate a Roma le riprese per Angeli e Demoni, il secondo libro di Dan Brown. Il cast comprende sempre Tom Hanks ma ci sono ancora parecchi segreti sulla sua co-protagonista femminile. Spero di avervi ingolosito abbastanza…..

Lara 4B Ginn.

La storia di Sammy, da spacciatore ad animatore di centri di recupero Cosa può voler dire avere tredici anni in una città come Nairobi… in Africa? Sì l’Africa, il continente più so-gnato, più amato dagli appassionati di viaggi; quell’immenso giacimento naturale di oro e diamanti; quel conti-nente che con le sue immense ricchezze naturali è patria assoluta di povertà e disperazione, che segnarono la dif-ficile storia di Sammy. Contrassegnata dalla morte del padre in uno scontro tra bande rivali: “la guerra dei pove-ri”. Cosa vuol dire avere tredici anni e occuparsi della propria madre e di dieci fratelli minori, in una terra dove la supremazia sugli altri è l’unica fonte di sostentamento? Vuol dire abbandonarsi alla droga per sfuggire alla triste realtà; vuol dire dividere giorni e notti tra studio e dosi di cocaina; ma vuol dire anche avere un sogno nel casset-to e pregare Dio affinché si realizzi. Questa era la vita di Sammy che da adolescente era costretto a spacciare per guadagnarsi da vivere ma che al tempo stesso studiava per inseguire il suo sogno. Ora ha 35 anni e indossa una toga che gli dà la forza per lottare ogni giorno per difendere e salvare chi come lui ha vissuto o vive ai margini del mondo. Sammy è riuscito a conseguire una laurea ufficialmente riconosciuta e grazie ad essa ha realizzato il suo sogno: costruire dei centri di recupero per tossicodipendenti. Questi centri grazie alla sua forza di volontà sono appoggiati da organizzazioni umanitarie di grande rilievo, quali la delega-zione dell’ UE a Nairobi. Il sogno di Sammy si realizza ogni giorno di più grazie all’aiuto di queste strutture; il coronamento avverrà quan-do anche i bambini e i ragazzi del suo paese potranno essere aiutati e ritroveranno la loro dignità.

Monica 1B Soc

Musica & film …Le novità musicali

Avete sentito la radio ultima-mente?? Avete sentito quante novità?? Questi ultimi sono stati proprio dei mesi scoppiettanti dal pun-to di vista musicale. Purtroppo però ci aspetta un mese di stallo o quasi. Per cominciare il 20 maggio uscirà il nuovo album di Jesse McCartney, Departure. Lo sa-pevate che è stato proprio il

nostro caro Jesse a scrivere la canzone Bleeding Love cantata da Leona Lewis che ha spopolato nelle classi-fiche italiane ed europee?? Sempre il 20 maggio uscirà anche Flavors of Entan-glement, il nuovo disco di Alanis Morrisette. Giornata ricca di uscite musicali sarà il 30 maggio in cui usciranno il Best Of dei Radiohead, Crayons della mitica Donna Summer e l’attesissimo Secondo Tempo del Liga!!! Come si dice….pochi ma buoni!!

Lara 4B Ginn

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BOICOTTAGGIO!!!!!! Ciao a tutti. Voglio continuare sulla scia delle lettere “tormentose” iniziata due numeri fa da una collega anonima. Sono due anni che io assillo chiunque mi stia a sentire sul boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino 2008. Due anni fa circa era passato su un noto programma televisivo il servizio su un Lama tibetano, che aveva iniziato uno sciopero della fame per l’assegnazione alla Cina della sede Olimpica. Prima di tutto occorre riepilogare il significato delle Olimpiadi: fin dall’antichità i Giochi Olimpici erano sinonimo di una gara tra città, che comportava al vincitore e alla città che rappresentava, grandi onori. In occa-

sione delle Olim-piadi tutti i con-flitti venivano sospesi e le que-stioni si risolve-vano sull’arena, almeno per tutta la durata delle gare. Nella storia ci sono state situa-zioni oltremodo vergognose, come nel 1936, quan-do Adolf Hitler si rifiutò di premiare un’atleta di colore, o nel 1972, quando gli atleti israeliani furo-no sequestrati da terroristi palestinesi e successiva-mente uccisi, o i numerosi boicottaggi (Mosca per la conquista della Cecenia). Il problema è che sia-mo di nuovo in una situazione ugualmente vergo-gnosa: la Cina sta perpetrando un etnocidio in Tibet dal 1959. ora è necessario dire due parole sul Tibet, per non correre in errori di valutazione: il Tibet è una regione a nord dell’Himalaya, il cosiddetto “Tetto del Mondo”, per la sua altitudine. Fin dal 740 d.C. circa il Tibet è la patria del cosiddetto La-maismo, corrente del Buddhismo. Il capo spirituale e politico del Tibet è il Dalai Lama, oggi la 14° reincarnazione del bodhisattva della compassione, ossia quello spirito illuminato che non accede al Nirvana (stato di Buddha, Illuminazione), per aiuta-re la gente a raggiungere l’illuminazione. I Lama (maestri), sono monaci dediti alla contemplazione e all’assoluta non violenza. Le loro preghiere sono volte a salvare l’uomo dall’obbligatorio susseguirsi delle reincarnazioni (Samsara). Nel 1959 l’esercito della Repubblica Popolare Cinese conquistò il Tibet costringendo il Dalai Lama e parte della popolazio-ne a fuggire. Da allora più del 90 % dei monasteri sobo stati chiusi e distrutti, monaci e fedeli sono stati rinchiusi nelle carceri senza processo perché non hanno rinunciato alla loro fede, ritenuta danno-sa, e si sta attuando un’epurazione forzata dell’etnia tibetano. I tumulti stanno già dilagando per il mon-do e il boicottaggio è stato chiesto da molte voci. FINALMENTE, dico io, perché eravamo in pochi a parlare ed eravamo perlopiù ignorati. Lo chiedo a tutti coloro che vedono queste Olimpiadi un’ipocrisia consumistica: BOICOTTIAMO Pechi-no 2008, spegniamo i Televisori per un popolo che non ha altra colpa che una fede, pacifica e solidale. BOICOTTAGGIO!!!!!! Gaia De Marchi

Lettere alla redazione

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Prima i Diritti umani poi gli interessi economici Questa sorta di guerra civile tra Cina e Tibet è incominciata settant’anni fa, quando la Cina usando il pugno di ferro ha pie-gato il Tibet, il quale ha resistito opponendo una resistenza in-centrata sulla pace interiore e la dolcezza, caratteristiche dei mo-naci buddisti. Persone come il Dalai Lama e Aung San Suu Kyi, entrambi premi Nobel per la Pace, hanno tentato di opporsi ai regimi dittatoriali usando la non violenza e cosa hanno ottenuto? Il primo è stato esiliato e la seconda è tuttora confinata agli arre-sti domiciliari. Le cose sarebbero state diverse se gli altri stati li avessero appoggiati? Purtroppo valori come il sostegno, il disprezzo per le dittature e la libertà del singolo individuo non sono più attuali, non fanno tendenza; e l’unica cosa che tutti rispettano sono oramai solo i soldi, e gli interessi economici. Vengono prima di quelli che pensavo fossero i Diritti Umani, i valori che dovrebbero essere dentro ogni singola persona. Forse sono io che sono un’illusa, forse il mio è un modo di pensare anacronistico e non voglio arrendermi di fronte all’evidenza dei fatti e alla verità calpestata; forse il mio concetto del mondo è e resterà per sempre solo un utopia, un sogno irrealizzabile; pare che i valori in cui io credo si arrendano di fronte al cinismo e al materialismo delle menti che abbiamo al governo (e questo vale per il nostro Stato come per gli altri), il cui unico pensiero è quello di mantenere buoni rap-porti economici con la Cina, un paese in rapida ascesa che, oggi più che mai, si sta trasformando in una delle maggiori potenze economiche mondiali. Il silenzio e l’indifferenza dei paesi euro-pei persiste da troppo tempo, e da tanto tempo si tace sui genoci-di commessi dalla Cina, come quello di piazza Tian'anmen; quando un numero ancora oggi sconosciuto di studenti (la Cina parlò inizialmente di 200 civili, la CIA stimò invece 400-800 vittime, la Croce Rossa riferì 2600 morti e 30.000 feriti. Le testi-monianze di stranieri affermarono invece che 3000 persone ven-nero uccise) venne massacrato durante la notte. Il motivo? La richiesta di maggiore libertà nei media, la critica alla corruzione del Partito ed il ritorno al conservatorismo da parte di Deng Xia-oping, il desidero di un dialogo tra l’autorità del partito e una rappresentanza eletta dagli studenti. Cosa fece l’Italia in quell’occasione? Cosa fece il mondo? Quanti ricordano quegli studenti? Chi di voi non ha mai visto la foto di quel ragazzo, quello sconosciuto, solo, disarmato, davanti ai carri armati? Per molti è diventato il simbolo dell’eterna lotta contro la ti-rannide, ma per quel giovane era solo un gesto di coraggio com-piuto con il cuore di chi è disposto a morire per la propria causa. Quanti oggi sarebbero disposti a morire per essa? Per la libertà di una nazione come i nostri partigiani, per la giustizia, per la libertà di stampa e di parola come i giovani di piazza Tian'an-men, o anche solo per la libertà di scelta? Alla fine di questo sfogo vi lascio con due frasi, una tratta dai Diritti Umani e un’altra è un proverbio cinese: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.” “Chi va per primo segna il cammino, coloro che seguono lo percorrono”

Karin 3A Soc

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Segnalata dal web L’arca di Noè e il Titanic Un giorno, un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un

cappello ai suoi piedi e un pezzo di car-tone con su scritto: «Sono cieco, aiutate-

mi per favore»

Un pubblicitario che passava di lì si fer-mò e notò che vi erano solo alcuni cen-

tesimi nel cappello. Si chinò e versò del-la moneta, poi, senza chiedere il permes-so al cieco, prese il cartone, lo girò e vi

scrisse sopra un'altra frase.

Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era

pieno di monete e di banconote.

Il non vedente riconobbe il passo del-l'uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato.

Il pubblicitario rispose: 'Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua

frase in un altro modo'. Sorrise e se ne andò.

Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto: 'Oggi è primavera e io non posso

vederla'

Morale Cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi

andrà meglio. Se un giorno ti verrà rim-proverato che il tuo lavoro non è stato fatto con professionalità, rispondi che l'Arca di Noè è stata costruita da dilet-

tanti e il Titanic da professionisti....

Lettere alla redazione

Premetto di essere una fan dei Tokio Hotel. Anch'io, come molte ragazze, sono stata colpita da que-sto gruppo, non solo perché sono carini, ma soprattutto per le loro

canzoni e per il loro significato. Parlando proprio di questo non è vero che i loro testi siano "un insieme di frasi buttate lì, prive di un filo logico", ma canzoni che parlano d'amore, d'amicizia e che affrontano temi attuali. Secon-do me prima di avanzare critiche sul significato delle loro canzoni sarebbe meglio andare su Internet e cercarsi la traduzione oppure, se si riesce di tra-dursele da solo/a e, solo dopo, esprimere un'opinione. Riguardo al loro stile non ho nulla da dire; mi piace come si vestono, portano magliette e jeans normalissimi, quelli che indossa qualunque ragazzo della loro età e credo che abbiano comunque uno stile simile. Secondo voi perché sono un gruppo dovrebbero vestirsi tutti e quattro uguali, magari con delle tutine colorate alla "Cugini di campagna"? Credo proprio di no! E poi scusate, ma si sa che un gruppo musicale deve costruirsi un'immagine; insomma lasciateli vestire come vogliono!! A me sembra che il loro stile si adatti perfettamente al ge-nere musicale. I singoli usciti sono quattro: Monsoon, “Ready, set, go!”, By your side, Don't jump. Tra questi non compare il singolo Scream. Allora mi chiedo: come fa una ragazza che dice di non amare questo gruppo a criticare una canzone che non è ancora uscita? Deve averla per forza sentita o dal CD o scaricata da Internet; ma allora non è coerente con quello che scrive: se ad una persona non piace un cantante non va di certo ad ascoltare una sua can-zone. Per informazione il significato di "Scream" c'è: quando tutti ci dicono cosa fare o dove andare e noi siamo arrabbiati per questo, basta urlare? Ed è proprio questo che il cantante invita a fare in queste situazioni: urlare per sfogarsi e per far uscire la rabbia che abbiamo dentro. Io non so come hanno fatto ad ottenere tante adulazioni in così poco tempo; so solo che il successo se lo sono guadagnato. Capisco che i Tokio Hotel non possono piacere a tutti (alle mie amiche non piacciono!), ma invito gentilmente i non fans a tratte-nersi un po’ con le critiche, perché non fa molto piacere sentire i tuoi idoli sempre mal giudicati in tutto e per tutto. Ultima cosa: un'altra volta che si vuole fare un articolo sui Pro e i Contro riguardo ad un argomento, si faccia almeno in modo che le due parti siano equilibrate. Concludo con un grosso saluto a tutte le loro vere fans!! Ciao Francy 1 AL

Il Porporato, scuola pilota per la raccolta differenziata dei rifiuti

Botta e risposta

'Pro e contro i Tokio Hotel’

Il nostro Liceo ha lanciato attraverso i rappre-sentanti d’Istituto la proposta della raccolta differenziata dei nel rifiuti novembre 2007. Da questo imput degli studenti è nata la proposta di un gruppo di insegnanti, il contatto con l’Acea (l’azienda per i rifiuti e l’ambiente del Pinerolese) e il “Progetto sperimentale di rac-colta differenziata presso il nostro Istituto”. Un progetto nel quale noi di Onda d’urto crediamo molto e che appoggeremo con una rubrica fissa sull’ambiente, in particolare sul riciclo dei ri-fiuti. Nel piccolo anche noi faremo la nostra parte, così come speriamo anche voi in classe.

CONAI, Consorzio per il Recupero degli Imbal-laggi, è il consorzio di diritto pri-vato, senza fini di lucro, istituito per legge nel 1997. Il suo compito è quello di gestire la raccolta, il recupero e il riciclo dei materiali da imballaggio e di perseguire gli obiettivi previsti dalla legislazione europea, recepiti in Italia attraver-so il Decreto Ronchi del 22/97. CONAI ha segnato il passaggio da un sistema di gestione basato sulla discarica ad un sistema inte-grato che si basa sulla prevenzio-ne, sul recupero e sul riciclo dei rifiuti da imballaggio.

Il Consorzio, in un quadro di "responsa-

bilità condivisa" che vede coinvol-ti imprese, pubblica amministra-zione e cittadini, ha messo a punto uno dei sistemi più efficaci ed effi-cienti di recupero e di valorizza-zione dei materiali da imballaggio, in tutto il panorama europeo CONAI, con oltre 1.400.000 a-ziende iscritte, è il più grande con-sorzio d’Europa, e costituisce, in Italia, un modello unico di gestio-ne da parte di privati, di un inte-resse di natura pubblica, quale quello della tutela ambientale. da www.education.conai.org

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Liceo G.Porporato per l’ambiente Chi è Conai

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(Li avevamo già anticipati su “Onda d’urto” di maggio 2002)

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