ÖKK Magazine 1/2012

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N. 1 Marzo 2012 Magazine EDIZIONE SPECIALE: ESSERE PAPÀ OGGI Sette superpapà _ Come si diventa un buon papà? _ Rivedersi dopo 36 anni

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ÖKK Magazine 1/2012

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N. 1 Marzo 2012

Magazine

EDIZIONE SPECIALE: ESSERE PAPÀ OGGISette superpapà _ Come si diventa un buon papà? _ Rivedersi dopo 36 anni

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ch Museo Svizzero dei Trasporti.

Aperto agli esploratori.

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06 PRIMO PIANO

Sette superpapà a confronto

16 ÖKK CLUB

Zero «Noiositis cronica». Garantito

23 SALUTE

Papà per tutto: ma quando è troppo è troppo.

30 REPORTAGE

Come si diventa un bravo papà?

34 IN CASA BERNASCONI

& PIANETA GENITORI

Quando i bambini preferiscono un genitore all’altro

38 RITRATTO CLIENTE

Andy Knöpfel: reincontrare il proprio padre

Indice Editoriale 03

06

38

Superpapà con ambizioni di carriera?

30

I padri di oggi tentano di dedicarsi ai propri figli molto più di quanto non facessero le generazioni precedenti. In parecchi si fanno in quattro per sod-disfare i requisiti del padre modello e per realizzarsi anche a livello professionale. Lo stesso vale per me in qualità di CEO di ÖKK e padre di due figli ado-lescenti. Nonostante la notevole mole di lavoro, ri-tengo essenziale poter partecipare al loro sviluppo ed essere sempre disponibile nei loro confronti. Attual-mente, però, la situazione in casa è un po’ cambiata: ora sono i figli a non avere «quasi» più tempo per me. Assieme a mia moglie sono riuscito a trovare il giusto equilibrio tra la mia professione e il mio ruolo di padre. In questo processo ho imparato che non è solo la quantità di ore trascorse assieme ai figli a essere determinante, bensì piuttosto la qualità del tempo a loro dedicato. Pertanto, ho sempre cercato di ritagliarmi intervalli di tempo in cui dialogare e confrontarmi con loro sulle questioni fondamentali. Inoltre, abbiamo mantenuto l’abitudine di mangiare in famiglia una volta al giorno e trascorrere almeno un paio di giorni di vacanza all’anno tutti assieme. Ammetto però che si tratta di una vera e pro-pria sfida riuscire a conciliare lavoro e paternità. Proprio per questo credo che ogni tanto noi padri meritiamo davvero una pacca sulla spalla. La cam-pagna primaverile di ÖKK si incentra appunto sul tema del «superpapà» e offre anche a lei la possibi-lità di ringraziare finalmente come si conviene il suo papà. Per saperne di più sulla campagna, vada a pagina 12.

Stefan SchenaPresidente della Direzione

PS: Natural-mente, anche le mamme rivesto-no tutti i giorni un ruolo fonda-mentale nella vita familiare. Ma questa volta ci concentriamo sui papà … pardon!

IMPRESSUM ÖKK Magazin / ÖKK Magazine _ rivista trimestrale per

gli assicurati ÖKK _ Anno 24 _ 1 / 2012 TIRATURA 86’000 EDITORE

ÖKK _ Bahnhofstrasse 9 _ 7302 Landquart _ Tel. 058 456 10 10 _

[email protected] RESPONSABILE REDAZIONE Manja Liesch (a.i.)

REDAZIONE Brand Affairs AG _ Christoph Kohler _ Bernhard Widmer

COLLABORAZIONE REDAZIONALE Kathrin Buholzer _ Evelin

Hartmann _ Michael Krobath _ Marietta Widmer FOTO Flurina

Rothenberger _ Gian Marco Castelberg DIREZIONE ARTISTICA

Advico Young & Rubicam _ Sandra Hofacker TRADU ZIONE E REVISIONE

Luisiana Luzii _ Philip Stalder STAMPA gdz AG

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APPENA COSTRUITO: WWW.BAUPLAN-BAUANLEITUNG.DE _ _ Per la testa si usa una tavola di legno della grandezza di circa 8 ✕ 6 cen-timetri, un’altra di 12 ✕ 9 centimetri per fare il corpo e un’altra di 8 ✕ 6 centimetri per le gambe. Oltre a ciò, servono spago, seghetto, trapano, carta vetrata e colore. Quale sarà il risultato finale? Una bella marionetta. Ma perché andarla a comperare, se segare, in-collare e costruire da soli è così divertente? A maggior ragione se i bambini danno una mano. Mancano solo le istruzioni giu-ste: al sito bauplan-bauanleitung.de, piccoli e grandi amanti del fai da te trovano tutte le informazioni del caso. Dalla ma-rionetta al castello dei cavalieri fino alla capanna sull ’albero: ogni operazione viene descritta passo dopo passo, compresi progetto di costruzio-ne ed elenco dei materiali necessari.

> www.bauplan-bauanleitung.de

APPENA TAGLIATO: COLTELLINO LAGUIOLE _ _ «L’uomo previdente non esce mai di casa senza il proprio Laguiole», si dice in Avernia, una re-gione della Francia centrale. In Avernia, il Laguiole si usa praticamente per tutto: liberare i pneumatici dei trattori dalla palta, macellare le galline, tagliare il cordone ombelicale del vitello appena nato; in poche parole per qualsiasi tipo di lavoro maschile. Le sue giornate non sono caratterizzate da questo genere di attività? Poco importa, il Laguiole è comunque un ottimo accompagnatore anche in situazioni di vita meno avvincenti. Ad esempio per tagliare baguette e formaggio per gli amici in una tiepida sera d’estate oppure per intagliare rami e farne f lauti per bambini. Da sapere: tradizione vuole che a ogni Laguiole si assegni un nome di donna ormai superato come Lucienne, Joséphine, Mireille o Antoinette, dopodiché il coltellino va custodito con cura nel corso di tutta una vita per poi lasciarlo infine in eredità al figlio maggiore o – oggigiorno – alla figlia maggiore.

> www.finegoods.ch

Appena sfornate ÖKK Magazine

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APPENA VINTO: PATERNITÀ _ _ La festa del papà è solo tra alcune settimane, ma perché aspettare fino a giugno per ringraziare nuovamente il miglior papà del mondo della sua presenza quando i compiti di aritmetica sono troppo difficili o quando c’è bisogno di un aiutante per costruire la tanto desiderata automobilina di legno? L’ideale per questa occasione è la famosissima statuetta dorata da 25 centimetri su piedistallo di marmo nero molto conosciuta in ambito cinematografico, che può essere personalizzata. Per il migliore papà del mondo!

> Può essere ordinata su www.geschenkidee.ch Tra i partecipanti al nostro cruciverba a pagina 18 estrarremo a sorte tre statuette con testo personalizzato. In bocca al lupo!

05

APPENA LETTO: UNA GUIDA SUI GENERIS _ _ Come si prepara un corret-to impacco surale quando il bambino ha la febbre? Da cosa è composto il cosiddetto cocktail delle contrazioni? Come deve comportarsi l’uomo all’interno della sala parto, o meglio, come non deve comportarsi? Sven Broder, padre di due figli, nel suo libro «Papa steht seinen Mann» risponde a queste e ad altre domande sul tema della paternità. L’autore descrive in modo spiritoso e accattivante come mantenere l’equilibrio sul sottile filo che unisce il bravo papà, l’amante attraente e il coniuge affidabile.

> Nel nostro concorso di scrittura a pagina 14 mettiamo in palio tre copie di «Papa steht seinen Mann» di Sven Broder (Edizioni Beobachter 2011, 34.90 franchi).

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Mirco Walt: conquista il cuore dei suoi figli con chitarra e canzoni

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Mirco Walt è un superpapà

… perché nessuno sa cantare bene quanto lui.

Prima dell ’arrivo di mia sorella Aljah (5) e di mio fratello Meo (3) avevo il mio papà tutto per me. Da quando siamo così in tanti però, a casa si vive a cento all ’ora… ed è fantastico! Di giorno il mio papi è al lavoro, ma la sera è lui a metterci a letto. Ci suona la chitarra e cantiamo tutti assieme. La mia canzone preferita è «Der Mond ist aufgegangen»: e nessuno la canta bene come il mio papà. Nemmeno la mamma. I miei giorni preferiti sono sabato e domenica: in questi due giorni infatti mio papà non deve lavorare e perciò fa tante cose fantastiche con noi. Lo scorso inverno ci ha costruito un enorme igloo in giardino con dentro una vera panchina per sedersi. Ci abbiamo mangiato mentre guardavamo fuori dalla finestrella. Ci accompagna al corso di nuoto e poi in pasticceria, dove riceviamo tutti un pezzo di torta. In realtà, ora che sono diventata più grande, accompagna solo Meo e Aljah, io vado da sola al corso di nuoto. Però in cambio posso andare la domenica con lui a prendere i cornetti. Questa cosa mi piace molto perché così ho il mio papà di nuovo tutto per me. Mi alzo apposta prestissimo per uscire con lui e durante il tragitto gli racconto cosa succede all ’asilo.

Leonie Walt (6) di Igis GR

Primo piano ÖKK Magazine 07

Diventare papà non è difficile… ma non tutti riescono

ad essere «superpapà». Cosa rende un semplice papà un

«superpapà» ce lo svelano sette belle storie.

FOTO: Flurina Rothenberger

Sette superpapà

>

Faccia un regalo con ÖKK al Superpapi!(p. 12)

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Primo piano ÖKK Magazine 08

>

Ole Rauch è un superpapà

… perché mi ama, non solo come madre dei suoi figli.

Quando mio marito Ole rientra a casa, Lennox (6) e Zora (4), i nostri figli lo assalgo-no. E lui ridiventa bambino. Si mette a giocare con loro alle costruzioni. E continua anche quando i pargoletti si sono stancati e hanno iniziato a fare altro. Ole è un su-perpapà. E non solo perché regala tanto amore ai suoi figli, ma perché ama tantissimo anche me, sua moglie. Cosa voglio dire con questo? Che non mi sento amata solo per-ché sono una supermamma, ma anche come la Silvia che ha incontrato 12 anni fa sul treno e che ha imparato (e molto in fretta!) ad amare. Voglio mantenere vivo l ’amore con Ole. Lui mi desidera ancora e facciamo ancora assieme tutto, come un tempo. Per questo è stato geniale il suo regalo di compleanno, una baby-sitter due volte al mese, il giovedì sera: così possiamo uscire noi due soli. Il nostro amore è nato prima dei nostri figli. E deve restare con noi quando ci lasceranno per seguire la loro strada. Si sa, ci sono coppie che restano assieme solo per i figli: e quando questi crescono e vanno via, l ’unica soluzione è dividersi. E a volte ciò avviene in modo drastico e ter-ribile. Perché, non appena i figli non ci son più, il vuoto s’impossessa delle loro vite. Rimanere assieme solo per i figli è snervante nonché deprimente. Ho una certezza: Ole è e sarà sempre un superpapà proprio perché ama e amerà sempre la sua Silvia!

Silvia Rauch (39) di Berna

Barnaby Stewart è un superpapà

… perché grazie a lui nostra figlia Stellaha più di una Patria.

Barney e io ci siamo conosciuti in Nuova Zelanda, il suo Paese d’origine. Abbiamo vissuto alcuni anni a Londra e nel 2006 ci siamo trasferiti a Zurigo. Da circa tre anni siamo in tre. Barney porta quasi ogni mattina nostra figlia Stella (3) all ’asilo infantile. Nel percorrere il tragitto i due fanno sempre delle grandi scoperte, come le anatre che starnazzano nello Schanzengraben e a cui vogliono dar da mangiare; o i maestosi leoni di bronzo che li fissano imperturbabili dal ponte di Stauffacher.Barney parla inglese con Stella. Assieme contano «one, two, three ...» e nel soggiorno c’è il loro puzzle lungo due metri con sopra l ’alfabeto inglese. Poi le calamite a forma di lettere che lei appiccica sul frigorifero formando le parole che ha imparato come per esempio «moose», «alce». Per Barney la sua cultura e la sua lingua sono importanti e pertanto vuole insegnarle a sua figlia. Nei weekend Barney ci prepara sempre una «english breakfast» come usava a casa sua. Per questo mio marito è un superpapà: riesce a trascinare la Nuova Zelanda, lontana oltre 20’000 chilometri, nel nostro salotto, nella vita di nostra figlia.

Dorothea Bickler-Stewart (38) di Zurigo

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Vola Stella, vola! Anche il tuo papà è arrivato dalla Nuova Zelanda in Svizzera volando.

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Florian Widmer mostra cosa lo rende un superpapà: fare buon viso a giochi... infantili.

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Primo piano ÖKK Magazine 11

>

Mario Robustelli Della Cuna è un superpapà

… perché per noi è diventato allenatore.

In realtà abbiamo due papà: uno è in cielo, il secondo è Mario. Per quanto possiamo ricordare, è sempre stato lui il nostro papà anche quando è stanco. Quando la mam-ma è al lavoro, è lui il capo. Ed è fantastico perché lui ci cucina sempre quello che ci piace di più, ordiniamo il nostro piatto preferito come al ristorante. D’inverno, nei weekend, andiamo a sciare; in estate giochiamo a calcio. È come avere un amico. E a proposito di calcio: visto che ci piace tanto, il nostro papà ha deciso di frequentare un corso per diventare il nostro allenatore nella squadra di Valposchiavo Calcio.

Giovanni (13) und Daniele (11) Branchi di Le Prese GR

Bruno Jachertz è un superpapà

… perché mi ha commosso fino alle lacrime.

Che un papà tenga un discorso alle nozze di un figlio non è inusuale. Per me lo è stato. Mio padre è sempre stato molto presente: ha rappresentato una costante nella mia vita di cui avevo assoluto bisogno. I suoi consigli hanno funto quasi sempre da ago della bilancia per la mia vita. È riuscito a far fronte a tutti gli sforzi e i sacrifici necessari a crescermi, sempre pacatamente: gestiva le mie crisi adolescenziali, la mia diarrea mista a nausea e la mia insaziabile curiosità. Non mi ha mai fatto mancare nulla, so-stenendo anche le spese per garantirmi l ’opportunità di avere la formazione migliore senza pretendere per questo di essere ringraziato o lodato e rimanendo sempre dietro le quinte, come un angelo custode. Fino al mio matrimonio. In questa occasione venne alla ribalta: inaspettatamente, di fronte al folto pubblico degli invitati, si alzò e, con tutti i rif lettori puntati addosso, raccontò a tutti quanto bene mi conosceva e quanto mi stimava. Doveva essere nervosissimo! Con il suo discorso mi ha fatto il più bel regalo di matrimonio che un papà può fare a sua figlia.

Caro Heise (30) di Colonia (D)

Florian Widmer è un superpapà

… perché mi racconta storie bellissime.

Il mio papà gioca tutti i giorni con me. Lo posso truccare, pettinare e persino met-tergli lo smalto. Mi ha costruito una casa per le bambole tutta per me. Ma lui è un superpapà perché ogni sera, prima di mettermi a nanna, mi racconta una nuova storia. No, veramente sono due le storie. La prima me la legge sul divano, da un libro pieno di figure. Mentre legge, questo è molto importante, posso tenere stretto stretto il suo orecchio. Per la seconda storia, ci sediamo a terra, nella mia cameretta. Siamo io, mamma, papà e il nostro cane Bradely. ll mio fratellino Valerio no, lui dorme già perché è ancora piccolino. E qui mio papà inventa sempre qualcosa di nuovo: la storia di un pony rosa e di un cavallo azzurro con ali di fata che si conoscono andando a scuola; o quella della giraffa incastrata all ’albero con il suo lungo collo. Ora il collo va aggiustato… ma papi sa come si fa. Lui sa tutto.

Valentina Widmer (4) di Rudolfstetten AG

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Daniel Töngi è un superpapà

… perché ha realizzato il sogno di nostro figlio Silas.

Silas non aveva nemmeno 2 anni quando abbiamo iniziato a progettare la nostra casa. Mentre Daniel e io confabulavamo sulle planimetrie e tracciavamo i dettagli a matita, lui si intrufolava con il suo bel pennarello reclamando attenzione alle sue proposte. Anziché mandarlo via, Daniel lo lasciava disegnare ad un angolo della planimetria, rendendolo felice. Dire che era entusiasta del progetto è un eufemismo: quando poi la ruspa iniziò a scavare le fondamenta, la sua gioia diventò irrefrenabile. Cosa fare quando un bimbo non vuole più andar via da un cantiere? Bisogna avere tanta pazienza, prudenza e tempo. Tempo che mio marito si prendeva, nonostante il mattino uscisse di casa alle ore 6 e tornasse solo la sera, dopo il lavoro. Silas voleva sapere tutto. E suo padre gli spiegava tutto: come funziona una betoniera, quale è la differenza tra una sega a gattuccio e una sega circolare e a cosa serve un compressore. Una volta Silas doveva fare il pisolino pomeridiano assieme al suo fratellino dai nonni. Nemmeno per idea: la loro casa dava direttamente sul nostro terreno edilizio, quindi… In autunno Daniel ha costruito una enorme casa di cartone. Da allora abbiamo un cantiere anche in salotto. Qui si trapana, là si martella … Silas decide che più avanti si collocheranno i tubi per la canalizzazione e intanto costruisce finestre … e poi le smonta. «Come papi», dice. Con gli occhi che gli luccicano, il martelletto di plastica stretto in pugno.

Cornelia Töngi (32) di Egolzwil LU

Primo piano ÖKK Magazine 12

«Superpapi» – Un omaggio da ÖKK a tutti i papà

Lo sapeva che in molto Paesi la Festa del Papà è un giorno

festivo? In Svizzera, a questa ricorrenza, non è riservata

molta attenzione. Peccato. Anche perché oggi i papà si

danno da fare molto di più rispetto al passato: provvedono

in modo consistente al sostegno finanziario della famiglia,

giocano con i figli durante il tempo libero, sono aperti

nell’affrontare questioni educative e riempiono di attenzioni

la loro partner. I tempi sono dunque maturi per … un omag-

gio ai papà. Magari con una bella campagna tutta dedicata

a loro: come la promozione «Superpapi» che ÖKK lancia

dal 5 marzo all’8 aprile 2012. Durante queste cinque set-

timane, partner, mogli e fidanzate potranno sorprendere il

loro «superpapi» con un bel regalo. È sufficiente un pizzico

di fortuna: tante sono le opportunità di vincita, le estrazioni

dei premi in palio avranno luogo ogni ora! ÖKK provvederà

ai costi dei regali (estratti a sorte) e alle spese postali. Gra-

zie alla promozione «Superpapi», migliaia di papà in tutta la

Svizzera saranno sorpresi con regali e dediche personali.

Come si gioca: Chi vuole inviare un

regalo non deve far altro che registrarsi su

www.superpapi.ch e inserire l’indirizzo

del «superpapà» al quale lo si vuole inviare.

In questo è possibile partecipare a tutte le

estrazioni, in programma tutti i giorni, ad ogni

ora. Su www.superpapi.ch troverà tanti articoli,

studi e approfondimenti sul tema «Papà oggi».

E potrà anche scriverci! Svelando perché

suo marito, il suo fidanzato o suo padre è un

«superpapà»: il testo che raccoglierà più voti nel

corso di una settimana sarà premiato con un

buono viaggi.

Faccia un regalo con ÖKK al Superpapi!

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Il sogno di ogni bambino: aiutare il papà a costruire la casa. E ovviamente papi aiuta chi l'aiuta...

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Concorso di scrittura ÖKK – il testo vincitore

Il papà perfetto

Clienti ÖKK Magazine 14

Nuovo concorso di scrittura:

«Internet-dipendenti»

«Internet-dipendenti» è il tema del prossimo

concorso di scrittura. Bambini e ragazzi trascor-

rono sempre più tempo su Internet. A volte così

tanto, che i critici parlano di dipendenza. Le viene

già in mente – a lei o ai suoi figli oppure a tutta

la classe scolastica – una storia sull’argomento?

Partecipare conviene: ci sono fantastici premi

in palio! Spedisca il suo racconto (max 1’500

caratteri) indicando come oggetto «Concorso

di scrittura», nonché età e indirizzo a

[email protected] entro il 17 aprile 2012.

Il testo vincitore sarà pubblicato sul prossimo

numero della nostra rivista.

1° premio:

Un buono viaggi del valore di 200 franchi.

2° – 4° premio:

Il libro «Papa steht seinen Mann» di Sven Broder

del valore di 34.90 franchi (vedi pagina 5).

Aleandro si avvicinò alla ragazza e le posò una mano sulla spalla. Lasciò cadere lo zaino e alcuni libri si ro-vesciarono sui sassi umidi.

«Non possiamo avere un bambino» disse lei. Gli occhi rif lettevano il colore dell ’acqua che pigramente ondeg-giava verso la riva.

«Certo che possiamo» la contraddisse lui. Il volto spruzzato di lentiggini assunse un’espressione seria. Vittoria si voltò a guardarlo. «Io ho sempre desiderato laurearmi e anche tu. Se avremo un bambino ora non potremo più raggiungere i traguardi che ci siamo pre-fissi. Dovremmo sposarci, cercare una casa, lavorare e rinunciare a tutti i nostri sogni.»

«Ci organizzeremo» si affrettò lui. «Ci laureeremo a turno. Io mi prenderò cura del bambino e mi cercherò un lavoro mentre tu frequenterai i corsi all ’università. Poi, quando ti sarai laureata e avrai trovato un’occupazione, io riprenderò gli studi. Certo non sarà facile, dovremo rinunciare a molte cose e sacrificarci ma ce la possiamo fare Vittoria. Chiederemo aiuto ai nostri genitori. Mia madre adora i bambini. Ci darà una mano. Non rinun-ciare al figlio che porti in grembo. È l’estensione del nostro amore. Certo siamo giovani ma impareremo e presto diventeremo dei bravi genitori. Io mi sento pron-to. Ti prego Vittoria, rif lettici alcuni giorni.»

Lei sorrise lievemente e gli prese la mano. Gli oc-chi lucidi. Alcune lacrime tracciarono il contorno delle guance arrossate. Fece il calcolo. Il bambino sarebbe nato in primavera. La stagione dei nuovi inizi.

Delia Nigro (41), S. Antonino

ÖKK si congratula con Delia Nigro per aver vinto un

pernottamento per due persone presso lo Sporthotel

Valsana di Arosa, comprendente mezza pensione.

Grazie anche a tutti coloro che ci hanno inviato le loro

fantastiche storie.

In palio un buono viaggio del valore di 200 franchi!

Page 15: ÖKK Magazine 1/2012

Il suo carnet ÖKK Club è fi nito

nelle mani sbagliate?

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Edizione Marzo 2012

Noiositis cronicaUna malattia che da noi non esiste.

30.01.2012 16:28:16

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Club ÖKK Magazine

Ormai è ufficiale, i papà di oggi devono essere un po’ dei superman: stress sul lavoro, lavori domestici

durante il weekend e servizio taxi per corsi di nuoto e calcio. Diventa quindi un tantino difficile farsi

venire delle idee entusiasmanti per le gite in famiglia. ÖKK può essere d’aiuto con una dozzina di mete

di ÖKK Club che scacceranno via la noia in un battibaleno! Potrà ad esempio recarsi al Circus Nock e

farsi due risate con i clown Gaston e Roli oppure immergersi nell’era glaciale nel giardino dei ghiacciai

di Lucerna. Il carnet con gli sconti per i clienti ÖKK è a pagina 14. Buon divertimento!

«Noiositis cronica»? Non con ÖKK Club

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17

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Invii la soluzione per posta elettronica all’indirizzo [email protected] o per posta

a ÖKK Magazine, Bahnhofstrasse 9, 7302 Landquart, parola chiave «Cruciverba».

Tra le risposte esatte inviate sorteggeremo tre statuette personalizzate. Termine ultimo

per l’invio: 17 aprile 2012.

VERTICALE

1 Far tacere qualcuno

2 Chi lo toglie, ci lascia finalmente in pace

3 Assume le veci del padre

4 Disordinato, caotico, confuso

6 Giustissimi

7 Consueto

9 Sistema contrapposto al matriarcato

10 Spunta al mattino

11 Liberi da preoccupazioni

14 Passare fra i più

16 Difficile da trovare

18 Lettere e cartoline

19 Lo dai se non dai del tu

20 Non la vede l’impaziente

ORIZZONTALE

2 Una virtù che può essere … nascosta

5 Un tizio

8 Padre, papà

9 Agente in grado di causare una malattia

12 Il padre della madre

13 Può esserlo un’affettuosa ramanzina

14 Quantità ingente, grandezza

15 Elastico nei movimenti

17 Esperti in un mestiere

21 Aumenta con gli anni

22 Lo zio spagnolo

23 C’è chi ha la seconda al mare

Il cruciverba della salute ÖKK Magazine 18

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le pecoreDurante l’ultima escursione, Max ha fatto la conoscenza di tanti lanosi quadrupedi: ha incontrato infatti un pastore con il suo piccolo gregge di pecore.

Da lontano gli erano sembrate enormi sfere di

ovatta o bolle di nuvole. Capendo di cosa si

trattava, Max esclamò meravigliato: «Caspita!

Sono pecore! E tante!».

Il loro pastore, con l’aiuto del cane, le riuniva

su di un pascolo. Max le sentiva belare anche

se lontane. «Sono davvero chiassose!» pensò

stupito Max.

Le pecore sono animali di greggeLe pecore stanno bene quando sono assieme.

Il pastore spiega a Max che le pecore sono

animali molto paurosi. In caso di movimenti

repentini o rumori intensi possono spaventar-

si e scappar via. Ma Max è molto cauto e

riesce persino ad accarezzarne una molto

grassa.

RERERERERTERR

TERERTERERTERRR

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.CH EDIZIONE STRAORDINARIA N. 1/2012 | PRIMAVERA 2012 | USCITA TRIMESTRALE

Con AVVENTURE

Indovinelli e consigli per il bricolage

L’ INSERTO PER I BIMBI DAI 6 AI 12 ANNI

LETTURE

che c'è di nuovo

ENIGMI

DISEGNI

Page 20: ÖKK Magazine 1/2012

Carta d’identitàNome: pecoraEtà: fino a 20 anniTipi: 5Altezza: 56 – 125 cm Peso: 20 – 200 kg

La lana di pecora può essere bianca, marrone o addirittura nera.

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Lo spesso mantello delle pecore è di fatto la

lana. Questa può essere bianca, marrone o

addirittura nera. Una volta l’anno, le pecore

vanno tosate. Ma questo non arreca loro

nessun danno, il manto ricresce subito dopo.

Le pecore sono poco esigentiLe pecore mangiano principalmente erba, di

qualsiasi qualità. Come le mucche, sono

ruminanti. Un paio di ore dopo aver

mangiato, rigurgitano il cibo e lo masticano

nuovamente per benino, fino ad inghiottirlo

definitivamente.

A due anni una pecora è già adulta e può

concepire agnellini. Subito dopo il parto, la

pecora lecca a fondo il suo piccolo per

asciugarlo. Così gli imprime il suo odore e lo

può riconoscere ovunque. A Max piacciono

questi animali pacifici. Vorrebbe tanto portarsi

a casa un piccolo agnellino: sono così dolci!Gli animali

domestici più antichi

Le pecore vengono allevate da

migliaia di anni, sono tra gli animali

domestici più antichi. Le pecore di casa

nostra sono discendenti del muflone

europeo. Producono lana, carne e latte.

Greggi particolarmente grandi si trovano in

Nuova Zelanda, Asia e Australia.

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Page 21: ÖKK Magazine 1/2012

La pecora

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piegare

incollare

incollare

incollare

incollareda questa fessura

spunta fuori la testa

la testa/coda va piegata così

da questa fessura spunta fuori la coda

Istruzioni:1. Ritaglia i due disegni raffiguranti la pecora

2. Taglia le due fessure che trovi sul dorso

3. Piega le due sezioni che rappresentano i fianchi della pecora lungo

le linee tratteggiate

4. Incolla le pieghe che riportano la dicitura «incollare»

5. Piega testa e coda come descritto

6. Inserisci ora la testa/coda nelle fessure praticate sul dorso in modo

tale che la testa sia davanti e la coda dietro

7. Spingi e tira la coda con attenzione: così la testa si muove!

Page 22: ÖKK Magazine 1/2012

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Soluzione in basso

Page 23: ÖKK Magazine 1/2012

Daniel Ragaz è un papà. Desidererebbe però fare mol-to di più rispetto ai papà delle passate generazioni. Il 39enne vorrebbe trascorrere più tempo con la sua prole, anche durante le giornate lavorative. Dov’è il problema? «Spesso non so davvero dove trovare il tempo» ammette. Una problematica questa, con cui vengono confrontati diversi papà. Nell’edizione di fine 2011, Pro Familia ha pubblicato un sondaggio realizzato interrogando 1191 uomini sul tema conciliabilità tra vita professionale e vita privata. Il 56 percento degli intervistati era rappre-sentato da padri. Il titolo dello studio era «Cosa voglio-no gli uomini!». E cosa vogliono gli uomini? Soprattutto tempo libero: il 90 percento vorrebbe ridurre l ’orario lavorativo e il 70 percento, nello scegliere un altro datore di lavoro, considererebbe le possibilità di un’occupazio-ne part-time. Tuttavia, se si scandaglia per bene l’orario lavorativo in Svizzera, la realtà si profila diversa: di norma gli uo-

mini, compresi i papà, lavorano a tempo pieno, per una media settimanale di 44,23 ore effettive. Per i nostri vicini europei la media è pressoché la stessa o superio-re. In Germania, l ’Istituto federale per lo studio della popolazione (BiB) ha rilevato che i papà trascorrono più tempo in ufficio rispetto agli uomini senza figli. Perché? Un motivo potrebbe essere il seguente: vogliono tenersi lontano dalla frenesia famigliare. Martin Bujard, collaboratore scientifico dell ’Istituto, ha tuttavia una tesi più convincente: «Ci sono mamme che, dopo la na-scita del primo figlio, decidono di ridurre la percentuale di attività lavorativa. I rispettivi mariti, per garantire la quota di salario mancante, aumentano il numero delle proprie ore lavorative.» È un fatto che creare una fami-glia generi due effetti indiscutibili sulle finanze di casa: meno entrate, più uscite. E poiché anche il papà più mo-derno si ritiene il «sostegno» della famiglia e vuole che

Salute ÖKK Magazine 23

Papà sotto esame

Oggi un papà dev’essere anche: guida spirituale, partner, edu-

catore, compagno di giochi, cuoco, aiuto nei lavori domestici,

amante. Ancora meglio se guadagna molto bene. Attese molto

grandi possono tuttavia mettere in pericolo la salute.

TESTO: Evelin Hartmann

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Page 24: ÖKK Magazine 1/2012

Salute ÖKK Magazine

ad essa non manchi nulla, deve lavorare di più rispetto a quando non era papà. Con la conseguenza di avere meno tempo per la famiglia e per se stesso. Nessuna meraviglia che alcuni esperti riconoscano nei moderni padri attivi professionalmente un «gruppo a rischio» dal punto di vista della salute. Da una ricerca dell’Istituto per la programmazione sanitaria di Linz, ri-sulta che solo il 26 percento dei padri di famiglia attivo professionalmente si preoccupa di alimentarsi in modo sano; le madri attente in tale ambito, con una quota pari al 52 percento, rappresentano il doppio mentre gli uomini senza figli, il 37 percento. E: il 73 percento degli uomini con famiglia e attivo professionalmente risulta stressato al lavoro; certo, esistono indubbiamente anche gli stres-sati senza famiglia a carico, ma si scende al 58 percento. Ci sono tuttavia anche studi che mostrano il contra-rio, ovvero: gli uomini con famiglia vivono meglio. «I

papà riescono ad avere più contatti sociali rispetto ai single, per esempio con i vicini o in palestra», afferma la sociologa Renske Keizer dell ’Istituto demografico NIDI dell ’Aia, che nel 2009 ha condotto una ricerca sul tema felicità e paternità. Per tali contatti sociali devono ringraziare infatti i loro figli, perché questi vanno a fare sport trascinandoci i loro papà. La paternità sembra offrire vantaggi anche per la sa-lute. I ricercatori statunitensi hanno infatti documen-tato che gli uomini sposati e i papà si ammalano più raramente di cancro alla prostata e soffrono meno di colesterolo alto. Uno studio della Stanford University di San Franci-sco inoltre dimostra che gli uomini senza figli hanno il 17 percento di probabilità in più di morire a seguito di infarto. Quindi il cuore di babbo Daniel Ragaz non è solo felice, ma pure più sano.

Gli uomini credono che, in caso di gravidanza, sono solo gli ormoni delle donne ad impazzire. In realtà, nemmeno gli uomini restano immuni dall ’oscillazione ormonale generata dalla gravidanza delle loro compa-gne. Diversi studiosi hanno constatato che una folta percentuale di futuri papà – dall ’11 al 79 percento – durante la gravidanza delle loro partner, sono succubi di tutti i tipici sintomi «femminili» delle donne incinte come stanchezza, dolori, nausea o sbalzi d’umore. Il motivo: più si avvicina il parto, più si concentra la quan-tità dell ’ormone che favorisce la lattazione – la prolatti-na. E questo anche negli uomini. Non solo: anche la quantità di testosterone è sotto-posto a forti oscillazioni. Dopo il parto infatti, questa

diminuisce di almeno un terzo. In que-sto modo, il corpo assolve a importanti esigenze di tecnica evolutiva: il livello di testosterone aumenta per l ’eccita-zione sessuale e per la riproduzione; diminuisce a inseminazione riuscita, per tutelare le probabilità di soprav-vivenza della prole. Particolarmente importante è il calo del testosterone all ’arrivo del primo figlio, affermano i ricercatori. Ma torna ovviamente ad aumentare subito dopo, per garantire il ciclo di riproduzione.

Errori della medicina popolare

La gravidanza provoca sbalzi ormonali solo alle donne

Page 25: ÖKK Magazine 1/2012

Sotto la lente ÖKK Magazine 25

Lo Sperma

Gli uomini sono spreconi. Mentre le donne vengono al mondo con una scorta di al massimo 400’000 ovuli – solo 300 dei quali

hanno la possibilità di essere fecondati –, gli uomini producono da 70 a 150 milioni di spermatozoi. Al giorno. Un’eiaculazione

conta da 200 a 500 milioni di spermatozoi. Giunto nel corpo della donna, l’80 percento si comporta come atleti in una corsa

olimpionica, dove partecipare è più importante che vincere: questi infatti nuotano dalla parte opposta all’ovulo che, nel frattem-

po manda segnali chimici per indirizzarli. Ma quale uomo sta a sentire la donna quando si tratta di indicazioni geografiche? Per

arrivare all’ovulo, gli spermatozoi più veloci necessitano di 45 minuti. A volte il viaggio può durare anche tre giorni. Se l’ovulo

fecondato genererà un bimbo o una bimba, tutto dipende dallo spermatozoo: si avrà un maschietto se si tratta di spermatozoo

sessuale maschile, ovvero con cromosoma Y; femminuccia se lo spermatozoo è di sesso femminile, ovvero con un cromosoma

X. Nella corsa verso l’ovulo, spermatozoi femminili e maschili hanno le stesse opportunità: quelli maschili sono più veloci, ma

quelli femminili sono più resistenti.

FOTO: istockphoto.com

Page 26: ÖKK Magazine 1/2012

Un concerto dei bambini davvero emozionante quello cui hanno assistito i numerosi genitori che il 15 di-cembre 2011 hanno fatto visita al mercatino di Natale allestito nell ’edificio scolastico di Schlatt, nei pressi di Winterthur. Un papà fischietta ancora canti natalizi tutto assorto nei suoi pensieri, quando a un tratto i ge-nitori sono pregati di lasciare l ’edificio scolastico per dieci minuti. Hoplà! I bambini sfruttano la pausa per i loro scopi – e per uno scopo nobile. Con poche rapide mosse trasformano i banchi di scuola nei corridoi in variopinti stand di mercato su cui sistemano sottopentole fatti con tappi di bibite, appendono ghirlande con gnocchetti di mangime per cince, espongono profumate palline da bagno, anti-tarme di feltro e legno nonché scatoline portafiammiferi deliziosamente decorate. E naturalmente non possono mancare le decorazioni di Natale: angioletti e pecorelle in abbondanza, accompagnati da ogni sorta di golosità natalizia, dalle variazioni di panpepato alla frutta secca graziosamente confezionata, passando per ogni sorta di «Guetsli», i tipici biscotti di Natale. Poi si sente risuonare la campana di fine pausa, che questa volta però non si rivolge ai bambini, ma ai geni-tori, segnalando loro che possono rientrare nell ’edificio scolastico e fare ciò che i bambini desiderano che faccia-no: darsi allo shopping. Nella calca, i genitori passano

da uno stand all ’altro, mentre i bambini s’improvvisano zelanti imbonitori. E con successo. Sarebbe stato bello se i poveri bam-bini del Congo, che spesso durante le ferie sono costret-ti a lavorare nelle pericolose miniere, avessero potuto vedere e ascoltare come i loro coetanei della lontana e ricca Svizzera si prodigavano per loro. Risultato: con il loro mercatino di Natale nell ’ambito della «Settimana delle stelle», i bambini sono riusciti a raccogliere ben 4’700 franchi. Una somma incredibile, e non solo per i bambini. Un risultato che è valso ai piccoli il «Premio settimana delle stelle ÖKK». A proposito: ÖKK si era impegnata ad arrotondare l ’importo raccolto con l’ini-ziativa vincitrice al migliaio successivo. A dimostrazio-ne di quanto abbia apprezzato l ’impegno delle scolare e degli scolari di Schlatt. Questa volta ÖKK ha deciso di chiudere un occhio e di arrotondare l ’importo della donazione a 5’500 franchi.

ÖKK ÖKK Magazine

Bambini aiutano bambini

Nelle ultime due edizioni dell’ÖKK Magazine abbiamo esortato i

bambini a raccogliere fondi per i bambini del Congo durante la

«Settimana delle stelle» indetta dall’UNICEF. La scuola primaria di

Schlatt ZH, con un mercatino di Natale, è riuscita a raccogliere

la ragguardevole somma di 4’700 franchi, che ÖKK ha

arrotondato a 5’500 franchi.

FOTO: Scuola elementare Schlatt ZH

Page 27: ÖKK Magazine 1/2012

27

ÖKK: Nuovo sistema informatico

Durante il fine settimana di Pasqua 2012 introdurremo un nuovo sistema

informatico. Esso ci consentirà di assisterla in modo più semplice e rapido.

Ci adopereremo affinché il passaggio al nuovo sistema avvenga nel miglior modo possibile e senza intoppi. Tuttavia, nella settimana prima e dopo Pasqua potrebbero verificarsi dei ritardi nei pagamenti. La ringraziamo pertanto anticipatamente della comprensione. Torneremo a tenere fede al più presto possibile al nostro principio di rimborsi rapidi nel giro di 10 giorni. In occasione del passaggio al nuovo sistema abbiamo riorganizzato e reso più chiara la nostra documentazione destinata ai clienti. Nel prossimo numero di ÖKK Magazine (2 / 2012) provvederemo a spiegarle il nuovo conteggio delle prestazioni e le forniremo alcuni utili consigli per un’adeguata lettura dello stesso.

> In caso di domande o necessità di chiarimenti la preghiamo di rivolgersi all’agenzia

ÖKK a lei più vicina: saremo a sua completa disposizione www.oekk.ch/agenzie

Page 28: ÖKK Magazine 1/2012

ÖKK ÖKK Magazine 28

Lacuna assicurativa:

Faccende domestiche costose

Bettina Müller, mamma e casalinga 34enne di San Gal-lo, è aff litta da circa due settimane da una stanchezza insostenibile. Sono poi sopraggiunti febbre, ingrossa-mento dei linfonodi del collo e dolori muscolari. Tutto ciò che fa presumere il sopraggiungere di un’inf luenza si rivela invece, dopo il prelievo di sangue effettuato presso il medico di famiglia, come una lieve – ma in età adulta talvolta interminabile – malattia contagiosa. Trattasi di mononucleosi infettiva. Il medico consiglia a Bettina di restarsene a letto e di non affaticarsi. Le spiega che per riprendersi completamente dovrà atten-dere diverse settimane. Tale previsione mette Bettina e suo marito di fronte ad una sfida non da poco: chi prov-vederà durante questo periodo alle faccende di casa? E chi starà dietro ai tre figli? Per fortuna Rolf, il marito, può prendere subito una settimana di vacanza. E … poi? Attivo come consulente esterno viaggia parecchio e può star dietro ai figli la sera. La coppia si rende però subito conto che la famiglia ha bisogno di un aiuto esterno. E non basta nemmeno una ditta che offra lavori domestici come fare la spesa, cucinare, lavare e pulire: i due figli più grandi infatti devono essere accompagnati a scuola, al corso di nuoto e a lezione di pianoforte. E per l ’ulti-mo arrivato di 18 mesi, l ’unica soluzione praticabile si rivela un posto provvisorio all ’asilo nido, per 3 giorni a settimana. Ovviamente tutto ciò genera costi conside-revoli. L’assicurazione complementare ÖKK FAMILY paga 100 franchi al giorno (fino a un massimo di 2’000 franchi l ’anno) per aiuti domestici. Questo importo tut-tavia non è sufficiente per coprire tutti i costi. Per fortu-na, Bettina e Rolf, dopo il secondo figlio, hanno deciso di stipulare l ’assicurazione d’indennità giornaliera ÖKK

COMPENSA. Hanno scelto una soluzione assicurativa per 62 franchi al mese.* Da quest’assicurazione com-plementare d’indennità giornaliera, dopo un periodo di attesa di 14 giorni, Bettina riceverà altri 1’500 franchi al mese. Con questi potrà coprire quasi completamente i costi generati dalla sua convalescenza che durerà più settimane, ovvero circa 4’000 franchi.

* Premio ÖKK COMPENSA con copertura malattie e infortunio per una persona di 34 anni residente a San Gallo.

Se una casalinga, a seguito di malattia o infortunio, non riesce a svolgere le faccende

domestiche e nemmeno ad accudire i propri figli, deve delegare tali compiti a terzi. E se

parenti o conoscenti non sono disponibili, bisogna rivolgersi a ditte che offrono aiuti domestici

a livello professionale. Questo può costare davvero molto. Con l’assicurazione d’indennità

giornaliera ÖKK COMPENSA, gran parte di tali costi sono coperti.

TESTO: Bernhard Widmer

L’assicurazione d’indennità giornaliera ÖKK COMPEN-

SA non è consigliata unicamente alle casalinghe.

È adatta anche a dipendenti il cui salario non è intera-

mente assicurato dal datore di lavoro e per gli esercitanti

attività lucrativa indipendente che grazie ad essa, in

caso di incapacità lavorativa, possono far fronte alla

perdita di guadagno come pure ai costi fissi di affitto,

auto e assicurazioni. Si rivolga ai nostri consulenti tele-

fonando al numero verde 0800 838 00. Se ha domande,

non esiti a contattarci. Come per tutte le assicurazioni

complementari ÖKK, per stipulare ÖKK COMPENSA,

bisogna compilare una dichiarazione sulle condizioni di

salute e avere una età inferiore a 60 anni.

ÖKK COMPENSA La protezione finanziaria in caso di malattia o infortunio

Page 29: ÖKK Magazine 1/2012
Page 30: ÖKK Magazine 1/2012

Reportage ÖKK Magazine

Un figlio cambia la vita. Trovare il giusto equilibrio tra doveri e i propri spazi è la chiave per essere dei papà felici.

Page 31: ÖKK Magazine 1/2012

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Come faccio ad essere un bravo papà?

Il nostro redattore Christoph Kohler diventa papà. Per la prima volta.

È fantastico … ma quante domande! Se un tempo, infatti, i ruoli dei genitori

erano chiaramente definiti, oggi un uomo deve scoprire da solo come

essere un buon papà. Il racconto di come viene vissuta questa esperienza.

TESTO: Christoph Kohler _ _ FOTO: Gian Marco Castelberg

Diventerò padre. Per la prima volta. Femminuccia? Ma-schietto? Fa lo stesso! Il mio cuore fa un salto di gioia. Che arriva fino alla testa. Qui – ahi! – sbatte contro la calotta cranica. E torna a scendere, disincantato, verso il petto. Perché si accorge che una gravidanza genera un paio di domande di difficile risposta: troverò ancora in futuro il tempo per giocare a calcio? Riuscirò ad andare in campeggio con la mia compagna sulle spiagge corse? Sono domande concentrate sul proprio ego, tipiche per me … ma credo che anche tutti gli altri papà se le siano poste. Studi condotti in Germania dimostrano che il più grande desiderio dei papà è quello di avere «più tempo». Ma non tempo per la famiglia, bensì … «tempo libero per se stessi». Credo di poter affermare già sin d’ora, che dovrò rinunciare ad alcuni dei miei passatempi preferiti. Va bene così. Dopo 38 anni senza figli si è vittima di una sorta di mania di ottimizzazione del tempo li-bero, un susseguirsi di rituali irrinunciabili: caffè, gior-nale, lavoro, pranzo, lavoro, calcio, cena, cinema, bar

con amici (quelli che non hanno figli), nanna. E poi si ricomincia. Eppure, negli ultimi anni, mi è venuto il sospetto che l ’imprevedibilità si avvicina molto più a quello che la vita essenzialmente è rispetto a un percor-so individualistico con una successione di divertimenti scrupolosamente programmati. Forse è stato proprio questo sospetto a risvegliare in me il desiderio di figli – a prescindere da quello della mia partner, naturalmente. Ma arriviamo alla domanda vera, quella più importante: come faccio ad essere un buon papà? Un superpapà?

LEZIONI DALLO ZOO

Il mio primo pensiero è stato quello di prendere come riferimento i nostri cugini del regno animale, le scim-mie. Le scimmie non si pongono grandi domande sulla gestione del tempo e sulla distribuzione dei ruoli, men-tre noi umani adattiamo la figura e il ruolo del papà col

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Page 32: ÖKK Magazine 1/2012

mutare dei tempi – oggi si fa così, domani in un’altra maniera. Come posso essere sicuro che il ruolo di pa-dre orientato ai dogmi odierni è quello giusto per mio figlio? Allora … vado allo zoo! Prendo appuntamento con Robert Zingg, responsabile dei mammiferi allo Zoo di Zurigo. Davanti a noi, fantastici orangotango e, nel recinto accanto, i gorilla. Solo i signori papà sembrano passivi come un sacco di patate. Giocare coi piccoli? Nemmeno per idea. Zingg spiega: fuori, nella natu-ra, i papà degli orangotango, non riescono nemmeno a vederli i propri cuccioli. Anche la loro relazione con la femmina si limita all ’unione durante il periodo di accoppiamento. I papà degli orangotango, in definitiva, producono il seme e basta. I gorilla invece vivono in gruppi. Il maschio alfa, quello dalla schiena argentata, difende il suo harem e la sua prole con tutti i mezzi. Se accade qualcosa al cucciolo – nella natura per un incidente, nello zoo per una vendita – il gorilla dal dorso d’argento piagnucola per giorni interi. Questo è tutto per quel che concerne la sensibilità paterna. «Ciò che l ’attende come ruolo di padre non può certo apprenderlo dal regno animale», chiude il discorso Zingg.

NELLA GIUNGLA DEI MANUALI

Anche io comunque voglio essere una «schiena d’argen-to», uno che protegge. E poi? Quello che assolutamente non voglio è: perdermi nella giungla dei manuali. Non che io non abbia bisogno di consigli. Su Amazon, chi inserisce nella sezione riservata ai libri le parole chiave «papà» e «guida» trova 1091 risultati corrispondenti. Per quando li avrò letti tutti sarò già diventato bisnon-no. Inoltre mi intimoriscono titoli come «Manuali di sopravvivenza per i papà», «Guida rapida per diventare papà», «Bebè: attivazione e manutenzione». Paternità come lotta per la sopravvivenza? Anteprime per un ap-prendimento rapido del mestiere di padre? Il bebè come uno spazzolino elettrico? Non lascerò ingoiare la gioia della paternità dalle sabbie mobili della manualistica prima ancora che questa sia effettivamente iniziata! E non dimentichiamoci: c’era un tempo in cui nes-suno si arrogava il diritto di dispendiare a noi uomi-ni consigli in materia di paternità! Soltanto all ’inizio dell ’ultimo secolo, nel 1919, si è fatto avanti il pioniere di questo genere, redigendo guida dal sobrio titolo «Pa-dri e figli». Va detto: alcuni consigli sono un tantino datati («Siete voi, oh padri, a decidere per la salute della

vostra casa!»), ma ho trovato un capitolo molto interes-sante e l ’ho sottolineato in più punti: s’intitola «La via verso il cuore dei bambini». Esiste una tesi in base alla quale ci sono due strade che portano fino al cuore dei bambini: un viale dritto e un sentiero dei fiori. Per la seconda, i papà devono passare per il cuore della mam-ma. E quale è il percorso che va per la maggiore tra i signori uomini? Ovvio, il viale dritto. Dimenticando spesso il sentiero dei fiori, fino a quando questo viene ricoperto dalle erbacce e la via per arrivare al cuore della moglie non si trova più. Lo scrittore avvisa: «Non basta prendere tuo figlio sulle ginocchia e coccolarlo [...] Devi continuare a prendere sulle ginocchia anche la mamma, come ai vecchi tempi, e coccolarla [...] Così scegli il sentiero dei fiori!». Trovo geniale quest’allegoria, anche se vecchia di quasi 100 anni. Questa me la segno: per non dimenticare l ’amore che nutro per la mia compagna, anche perché ho ben poca voglia di far parte di quella categoria che sta rapidamente crescendo in Svizzera: i ragazzi padri (triplicati dal 1970).

LA PAROLA MAGICA «TEMPO»

Ho sentito che a Berna mamme e papà possono fre-quentare una sorta di apprendistato per genitori. Ci vado e seguo tre ore di un corso destinato a genitori con bimbi di 5 – 6 mesi. Si parla per lo più di «sonno» e «cibo». I concetti fondamentali sono spiegati in modo non dogmatico, succintamente e in modo simpatico. El-ternLehre® è un ente conosciuto nel Cantone di Berna, è frequentato attualmente da circa 90 coppie di genitori. «Qui si affrontano i temi con un approccio immediato, perché a casa raramente abbiamo il tempo di leggere una guida», mi racconta un simpatico architetto, diventato papà per la prima volta cinque mesi fa. «Mi puoi rivelare cosa riesce a fare un buon papà?», gli chiedo. Rif lette, aggrotta la fronte e dice: «Pazienza e tempo.» «Pazienza e tempo»… mentre fino a 50 anni fa il ri-cercatore della teoria dell’attaccamento John Bowlby ri-teneva che i padri non avessero alcuna importanza per lo sviluppo del neonato, oggi, da un punto di vista econo-mico e sociale, è un dato di fatto che il diploma di bravo papà si riceve trovando tempo – per usarlo attivamente – per il proprio figlio. Detto con le parole del più famoso pediatra svizzero, Remo Largo: «La cosa più preziosa che i genitori possono regalare ai figli è il loro tempo.»E con ciò torno al punto di partenza. Quanto tempo avrò per mio figlio, il mio lavoro, la mia compagna, i miei

Reportage ÖKK Magazine

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amici, i miei hobby? Tutto quello che mi farà diventare un buon papà, e che – io credo – possa essere appreso solo in parte studiando o frequentando corsi – dipende da come spartirò questa «torta» del tempo. Secondo uno studio condotto in Germania, il 95 percento degli uomi-ni afferma di voler trovare più tempo per i loro figli. Un altro studio dimostra che il 44 percento dei papà lavora molto di più rispetto a quando non aveva figli. Si tratta di un’incoerenza? Si fa largo una crepa tra desiderio e realtà – per ipocrisia o per esigenze (finanziarie) reali . Sono tuttavia convinto di questo: essere un buon papà è una questione più di volontà che di manualistica. E ora la smetto con tutte queste elucubrazioni su come diven-tare un buon papà. Perché, come scrive furbescamente lo scrittore Martin Walser: «Un buon papà non sa di essere un buon papà.»

> Trucchi e link:

– Intervista con l’ideatrice dei corsi ElternLehre® su

www.oekk.ch/magazine

– I corsi ElternLehre® (www.elternlehre.ch) si dividono in tre

moduli. Ognuno conta sei corsi serali, in base all’età del

bambino. Attualmente vengono offerti nei Cantoni di Ber-

na e Argovia e frequentati da circa 90 coppie di genitori.

I corsi ElternLehre® sono sovvenzionati dall’Associazione

bernese per la formazione dei genitori ABFG che aderi-

sce all’associazione mantello svizzera Genitori in forma.

Ulteriori informazioni su www.elternbildung.ch o al nume-

ro verde 044 253 60 60.

– ElternLehre® fa riferimento agli insegnamenti del noto

pediatra svizzero Remo H. Largo. È autore di una guida

di merito indiscusso: Remo H. Largo «Primi anni, primi

passi: guida per genitori felici», Fabbri 2005.

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Non ho esattamente pregato – detto sinceramente – per avere questo ruolo. Anzi! Prima di avere figli amavo il rischio e non ero per niente ansiosa. Ero quella che, con gli sci ai piedi, andava alla ricerca delle piste più esaltanti, che si tuffava nel fiume da un ponte senza battere ciglio e trascorreva tutti gli inverni, anche quelli più freddi, senza cappellino di lana … e se mi becca-vo un noioso raffreddore, amen, me lo tenevo, colpa mia. E proprio questo è il punto: i bambini non hanno colpa. E così, lentamente ma inesorabilmente, quando son diventata mamma mi sono trasformata in poliziotto cattivo, insomma nella vigilessa intransigente, la mam-ma antipatica che il mattino saluta i figli sulla soglia di casa con frasette del tipo «Non è che hai dimenticato la merenda?» o «Abbottona la giacca altrimenti ti raffred-di!». Per tutta risposta ricevo degli annoiatissimi «Sìììì» o «Seeee …». Ancora oggi ricordo quanto dessero a me sui nervi quelle raccomandazioni. Ma a farmi uscire davvero dai gangheri in questo giochetto è soprattutto il poliziotto buono: mio marito. Visto che tanto ci penso io ad essere ragionevole e farli rigare dritto, che sono io

il sistema d’allarme della famiglia, quella che urlando ogni secondo «Attenzione!» evita che si collezionino graffi, bernoccoli, ossa rotta o di peggio, mio marito brilla agli occhi dei miei figli, volteggiando sullo skate-board, facendo roteare aeroplanini costruiti ad arte e facendo l’eroe lanciandosi dal trampolino alto dieci me-tri. Non raramente lo chiamo con ironia «superpapà» o definisco i suoi intrattenimenti gli «eventi del babbo». E sono invidiosa. Invidiosa del suo ruolo. E mi domando: come ho fatto a diventare così. Cosa ho fatto di male?

Esistono i buoni e pure i cattivi,

anche in famiglia. Chi abbia scelto quale

ruolo ce lo raccontano i Bernasconi.

ILLUSTRAZIONI: Bianca Litscher

Come vigilessa mi sono inimicata tutta la famiglia!

In casa Bernasconi...

… esistono veramente, solo che in realtà si chiamano

in un altro modo. Sono una famiglia con due figli,

un bambino (8) e una bambina (4), di cui si occupano

entrambi i genitori. Lei (35) lavora come grafica,

lui (35) è giornalista. Vivono in città e trascorrono le

vacanze in campagna.

Poliziotto buono, poliziotto cattivo

In casa Bernasconi … una famiglia che da noi esiste ÖKK Magazine

SIGNORA BERNASCONI:

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Mia moglie ha ragione: non è certo l ’immagine della mammina tranquilla e rilassata. Il fatto è che ci – e dico consapevolmente «ci», quindi i bambini e me medesimo – sta continuamente col fiato sul collo. «Piccolo, non mettere le scarpe da ginnastica, piove!»; «Piccola via i cracker, fra un po’ si va a tavola!»; «Tesoro, hai preso l ’appuntamento dal medico?». Fai questo! Molla quel-lo! Non dimenticare …! Ora: potrei veramente sbottare e sfogarmi brontolando, perché in effetti tutto questo eccesso di zelo proprio del ruolo della vigilessa attenta e pedante dà davvero sui nervi. Ma … mi limito a fare esattamente il contrario. E dico grazie, assolutamente senza un briciolo di ironia. Perché se tutto questo non lo facesse lei, dovrei farlo io. Sarei cioè obbligato ad as-sumere il suo ruolo, occuparmi dell ’agenda famigliare, ricordarmi di coprire per benino le orecchie dei piccoli e sarebbe – davvero – un disastro! Per tutti, non solo per me! E inoltre faccio quanto consigliato dai pedagoghi, vale a dire preoccuparsi che nell ’educazione si parli una sola lingua e quindi nessun ribaltamento di ruolo o una volta bianco e una volta nero. Oggi, per me, alcune cose

non sono importanti come per mia moglie – e viceversa. Per esempio: lei è una dormigliona, io no. Per questo, la sera lei riesce a mantenere nervi di acciaio e io no. Così è la vita: e i bambini devono capire che un comportamen-to giusto in alcune occasioni, può non esserlo in altre. Anziché impartire dogmi ferrei, cerco di trasmettere la capacità di capire persone e situazioni. E l’immagine del poliziotto buono e del poliziotto cattivo è ormai stata assimilata in questo modo: mia moglie è di fatto la vigilessa puntigliosa e io il goffo ispettore. Ma … siamo tutti e due poliziotti. Per cui, chi è che urla dalla cameretta la sera quando la situazione sfugge a qualsiasi controllo «Vieni un attimo che non riesco a tenerli!» Lei, ovviamente. Perché lei lo sa. Come lo sanno i bambini: guai se il poliziotto buono diventa cattivo!

> Cosa ne pensa Kathrin Buholzer di Pianeta genitori

lo scoprirà alla pagina successiva.

35

Il fare da poliziotto dà sui nervi. Ma grazie che sei tu a farlo!

SIGNOR BERNASCONI:

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In due parole: al momento mio figlio (3) pretende troppo

da me. Farsi lavare i denti, farsi vestire, farsi spalmare il

pane … chiama sempre e solo me. E se la sera mio marito

cerca di sostituirmi, nostro figlio perde completamente la

testa. Quindi mio marito si spazientisce e io m’innervosisco.

Cosa possiamo fare?

TESTO: Kathrin Buholzer

Pianeta genitori ÖKK Magazine

Sempre e solo … «mamiiiiiiiiii!»

È importante che i genitori non prendano l’atteggiamento del piccolo sul personale: se i bim-bi richiedono insistentemente la presenza di un solo genitore, non significa che lo amino più dell ’al-tro. Nella maggior parte dei casi tale comportamento ha a che fare con l’abitudine. Moltissimi com-

piti vengono svolti automaticamente dalle mamme e i bambini lo danno subito per scontato. Se poi si tenta di evitare la routine, capita che i piccoli possano ribellarsi al cambiamento. La cosa migliore è lasciar agire il bambino in modo indipendente. Se chiede aiuto, non manchi di offrirglie-lo, ma non svolga i suoi compiti per lui. Più cose riesce a far da solo, meno dipenderà da lei o suo marito, e ci saranno automaticamente meno discussioni su chi deve aiutarlo e chi no. Soprattutto non tema di delegare, passo dopo passo, singole mansioni al suo uomo. Un buon esempio è ap-punto il rituale della sera. È importante tuttavia che lo

programmi prima e che spieghi a suo figlio chi fa cosa. In caso di rifiuto, suo marito non deve sentirsi offeso. Non è facile ma al comportamento selettivo del figlio, i genitori devono reagire con calma e serenità. La calma smorza al bambino l’istinto a ribellarsi contro il padre o la madre. Altrimenti si rischia che, per evitare discus-sioni, la mamma faccia sempre tutto da sola e finisca per escludere sempre più il papà. È importante anche che suo marito non faccia tutto uguale a lei. I papà dovrebbero, nel loro rapporto con figli – per esempio mentre giocano – differenziarsi dalla madre. In questo modo suo figlio scoprirà in suo padre modi di fare che appartengono a lui solo. Così si creerà il terreno per un bel rapporto padre-figlio esclusivo, un qualcosa che hanno solo loro due.

Trova il link della piattaforma internet Pianeta

genitori di Kathrin Buholzer con altre risposte su

questioni educative su www.oekk.ch/magazine

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Escursione in famiglia ÖKK Magazine

Mio nonno aveva tre figli. Mio padre due. Non del tutto inaspettatamente, quindi, il destino ha regalato due figli anche a me. Un compito allo stesso tempo meraviglioso e complesso, poiché padre e figlio riportano alla tanto nota «quadratura del cerchio». Il papà deve certamente essere un modello a cui ispirarsi, ma al contempo deve restare autentico. Deve essere autoritario, ma – per fa-vore – anche comprensivo. Inoltre, le mogli si aspettano che i propri mariti, appena diventano padri, mostrino sentimenti che non conoscono, e nemmeno capiscono. Un profilo caratteriale oltremodo esigente, come con-fermano alcuni studi: solo il 10 percento dei figli reputa di intrattenere un rapporto sincero e soddisfacente con il proprio padre. Gli esperti ritengono che non esista la formula magica per essere un padre modello. Un fatto è comunque insin-dacabile: è fondamentale la presenza. Perché un gruppo composto da soli uomini funzioni bisogna puntare sulla condivisione delle esperienze, magari con delle uscite riservate esclusivamente al «sesso forte». Pertanto, mio figlio Luis ed io ci rechiamo di quando in quando allo stadio a vedere l ’FC Zurigo. In quel momento, il calcio

diventa la nostra vita. Imprechiamo, esultiamo, intonia-mo i cori della nostra squadra del cuore. La nozione del tempo e quella dello spazio sembrano svanire. Il calcio è una zona franca ad uso esclusivo di padre e figlio, delimitata dalla consapevolezza di condividere gli stessi desideri, ma anche le stesse paure. In questa atmosfera di complicità, a Luis capita anche di raccon-tare improvvisamente di come sta andando la scuola o di qualche suo fatto personale. Il calcio è una vera e propria terapia. Con un po’ di malinconia gli racconto alcuni ricordi del mio passato di calciatore. E con molta umiltà accetto le lezioncine di Luis sul calcio internazionale, sapere accumulato grazie alle collezioni Panini. Discutiamo alla pari, come due adulti, e la cosa ci piace. Presto porteremo con noi, per la prima volta, anche Paul (4). Non appena avrà abbandonato il succhietto, questo è il patto. In fin dei conti siamo uomini.

> Consiglio: biglietti a prezzi ribassati per famiglie sono

spesso disponibili solo in prevendita. Sono molto richiesti,

quindi vanno acquistati con largo anticipo.

In patriaTESTO & FOTO: Michael Krobath

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LUIS E IL GIOCATORE DELLA

NAZIONALE GÖKHAN INLER

PAUL E LUIS HANNO POCO DA RIDERE AL MOMENTO COME FAN DELLA FCZ

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Ritratto cliente ÖKK Magazine 38

«Non avevo idea di dove e come cominciare»: inizia così la lettera che potrebbe cambiare la vita di Andy Knöpfel. Una lettera ad alto rischio. D’altra parte non esiste una scienza esatta su come iniziare a scrivere una lettera al proprio padre… che non si è visto per 36 anni e del quale non si ha nient’altro che un vago ricordo, un nome e un indirizzo. Andy Knöpfel portava ancora i pannolini quando i suoi genitori si separarono. Vide suo padre un’altra vol-ta soltanto, dritto sulla soglia mentre sua mamma era scesa a fare il bucato. Un uomo con i baffi, non mol-to alto, i capelli scuri. Quindi sparì per sempre dalla vita di Knöpfel. Da ragazzo riceveva per posta qualche regalino per il compleanno, fino a quando smisero di arrivare anche quelli. È dunque cresciuto in una casa tutta al femminile: divideva infatti la cameretta con le due sorellastre più grandi. Di notte i tre avevano campo libero perché la madre lavorava come conducente di taxi; di giorno vagavano nella parte più lussuosa del quartiere di Winterthur mentre la mamma dormiva. In breve: i fratelli Knöpfel non si sono potuti certo lamentare per la troppa sorveglianza. Facevano del loro meglio: tra-scorrevano le loro vacanze nella piscina di Geiselweid e curavano i loro tre porcellini d’India… così bene che se ne ritrovarono ben presto 47!

ASSENZA DI UN MODELLO

Era tutto molto divertente, ricorda Andy Knöpfel. Ma non si sogna nemmeno per un momento di definire la sua infanzia e la sua adolescenza come spensierate. Nel suo intimo, riconosce, ha sempre avuto paura un po’ di tutto: di fallire, degli esami, delle decisioni… A scuola

il «gigante» se la cavava, ma non è riuscito a superare l ’esame di fine tirocinio e non è riuscito nemmeno a diventare giocatore di pallamano. Ripercorrendo a ri-troso la sua vita, Andy Knöpfel ammette di aver pensato qualche volta che gli è mancato un modello, qualcuno sempre pronto a sostenerlo. Un padre, insomma. Che, appunto, era andato via. Per andare avanti nella sua vita, Knöpfel ha dovuto impegnarsi in più tentativi. Frequenti sono state le crisi, anche relazionali, scatena-te dal suo desiderio di ritrovare suo padre e conoscerlo. Cosa si aspettava? Non lo sapeva nemmeno lui. Ma si è messo a cercarlo. Fino a trovare il suo datore di lavoro, il suo indirizzo, il suo numero di telefono. Con tutti questi dati in mano però, non trovava quanto di più necessario: il coraggio di contattarlo. Fino a una sera di novembre, quando si è messo a scrivere quella lettera al computer. 10 giorni più tardi il padre lo chiamò al telefono. Bat-ticuore. E un appuntamento. E Knöpfel che si ritrova ad aspettarlo davanti alla stazione di Seuzach. Il grande giorno è arrivato. Non è nervoso, piuttosto su di giri. Si guarda attorno e… lo riconosce all ’istante. A pelle. Il batticuore accelera. Un paio di passi, poi, titubante, lo abbraccia. Padre e figlio vanno a pranzo e chiacchierano e si accorgono di avere gli stessi tic. Distanza? Diffi-denza? Nessuna traccia. È come se non si fossero visti da una settimana. Alla fine dell ’incontro il padre lo saluta. Ma stavolta non per sempre. Quando Knöpfel si ritrova solo, avverte finalmente la grandezza di quanto è successo. Sorride. Così leggero, il gigante che pesa 100 chili, non si era mai sentito.

> Andy Knöpfel è Cliente privato ÖKK e lavora

per l’agenzia ÖKK di Frauenfeld.

Andy Knöpfel aveva un anno quando

suo padre abbandonò la sua famiglia.

Ora lo ha rivisto. Dopo 36 anni.

TESTO: Christoph Kohler _ _ FOTO: Gian Marco Castelberg

Fa piacere rivedersi

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Appuntamento alla stazione di Seuzach. Qui Andy Knöpfel ha rivisto suo padre dopo 36 anni.

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