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Novembre 2015 Novembre 2015 anno XXIX n°03 NOTIZIARIO COMUNITÀ DEI FIGLI DI DIO SPED. IN ABB. POST. COMMA 2- ART. 1 D.L.353/03 -CONV. L. 46/04 - FILIALE ROVIGO -DIRETTORE RESPONSABILE: P.CARLO RAVANO SEDE CASA SAN SERGIO, 50135 SETTIGNANO (FIRENZE)-AUTORIZZAZIONE N. 3743 - TRIBUNALE DI FIRENZE 10/08/1988 UT SITIS FILII PATRIS VESTRI

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Novembre 2015

Novembre 2015 anno XXIX n°03

NOTIZIARIO

COMUNITÀ DEI FIGLI DI DIO

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TRACCIA DEL MESE

Bach e Beethoven (parlare attraverso la musica)

«La parola non è esclusiva al linguaggio articolato: … anche il suono, che non è linguaggio articolato, èespressione di umana intelligenza, anzi di genio. Si pensi la musica; non si vorrà certo dire che Bach oBeethoven non ci parlino attraverso la musica. La musica è un linguaggio che ha un contenuto umanod’intelligibilità, è espressione di vita spirituale; tanti anzi dicono che la musica è l’espressione più alta, piùvera del mondo spirituale umano. Vorrebbe dire allora che, il linguaggio articolato non esprime fino infondo il nostro mondo interiore».

(Divo Barsotti, adunanza del 1° dicembre 1968 a Firenze)

Calendario...................................................................................................................................pag. 01

Da padre

Nessuno incolpa se stesso....................................................................................................... pag. 02

La parola del padre Divo Barsotti

Quando nasce la comunità....................................................................................................... pag. 0

Avvisi........................................................................................................................................... pag. 0

Inserto Biblico

Libro di Esdra..............................................................................................................................pag. 0

Comitato della Formazione (Vademecum)

Il rapporto con i morti un'esperienza di fede e di speranza...................................................pag.

Adunanze anno comunitario 2015-2016................................................................................. pag. 1

Incontri Comunitari.....................................................................................................................pag. 1

Vita nella Chiesa

Il piccolo nulla............................................................................................................................. pag.

Vita della Comunità.................................................................................................................... pag.

Anniversario dei defunti: Novembre 2015...............................................................................pag.

I Santi patroni dei gruppi: Novembre 2015............................................................................. pag. 24

SOMMARIO

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1

01 Dom Tutti i Santi

02 lun Commemorazione dei fedeli defunti

03 mar

04 mer

05 gio

06 ven

07 sab Diana Cigna in Emilia Occidentale; p. Agostino in Puglia Centrale; p. Serafino inPiemonte Occidentale

08 Dom XXXII domenica del Tempo Ordinario (anno B). IV settimana del Salterio. Diana Cignain Emilia Occidentale; p. Agostino in Puglia Centrale; p. Serafino in PiemonteOccidentale

09 lun

10 mar

11 mer

12 gio Incontro dei Responsabili della Formazione (Lecceto)

13 ven Incontro dei Responsabili della Formazione (Lecceto)

14 sab Incontro dei Responsabili della Formazione (Lecceto)

15 Dom XXXIII domenica del Tempo Ordinario. I settimana del Salterio. Incontro deiResponsabili della Formazione (Lecceto)

16 lun

17 mar

18 mer

19 gio

20 ven

21 sab Presentazione della Beata Vergine Maria, Giornata delle claustrali. P. Bernardo nellaDeleg. Veneto Nord; p. Ireneo nella Famiglia di Napoli; p. Silverio nella Deleg. CalabriaSan Francesco di Paola; p. Doroteo nella Deleg. Inghilterra; fr. Massimo nella FamigliaPiemonte Orientale.

22 Dom Cristo Re. P. Bernardo nella Deleg. Veneto Nord; p. Ireneo nella Famiglia di Napoli; p.Silverio nella Deleg. Calabria San Francesco di Paola; p.Doroteo nella Deleg.Inghilterra; fr. Massimo nella Famiglia Piemonte Orientale.

23 lun

24 mar

25 mer

26 gio

27 ven

28 sab P. Stefano nella Famiglia Sicilia Centrale; p. Paolo nella Deleg. Calabria San Bruno; p.Serafino nella Deleg. Ragusa

29 Dom I Domenica di AVVENTO. Inizio del nuovo Anno liturgico: anno C. P. Stefano nellaFamiglia Sicilia Centrale; p. Paolo nella Deleg. Calabria San Bruno; p.Serafino nellaDeleg. Ragusa

30 lun

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DA PADRE BENEDETTO

“NESSUNO INCOLPA SE STESSO”

Cari fratelli e sorelle,il mese prossimo inizierà l’Anno Santo della

Misericordia indetto da Papa Francesco. L’ideache abbiamo di misericordia in termini di perdono,sopportazione, espiazione o altro è senza dubbiosempre piuttosto limitata e povera, per cuicredo che ci farà molto bene riflettere meglioe cercare di incarnare di più cosa significaessere misericordiosi. Quest’Anno Santodella Misericordia è stato anticipato in varieoccasioni da interventi scritti e orali del Papa,come pure dall’attribuzione del titoloaltamente significativo di Dottore della Chiesaa san Gregorio di Narek. Ne approfitto perinvitare nuovamente tutti voi a rileggerel’articolo di Luca Maugeri, pubblicato sulNotiziario di Settembre, e meditare sullaportata dell’esperienza del grande santoarmeno che si accusava di tutti i peccati: nonvi troviamo solo delle semplici informazioni sullasua vita, ma una preziosa occasione persoppesare la sua esperienza e senza complessicercare di confrontarla con la nostra, per lo menoiniziando quest’anno con un rendimento di grazieper il suo eroico spirito di sacrificio e di penitenzavissuto anche in nostro favore. Da quanto vedo inme e intorno a me constato che, benché ognigiorno si dica nella liturgia della S. Messa, “meaculpa, mea culpa, mea maxima culpa”, siamoancora piuttosto afflitti dallo spirito di accusa, manon verso noi stessi, e di insofferenza neiconfronti dei difetti del prossimo; quando lamancanza di un fratello ci ferisce o ci coinvolgenella sua negatività, cadiamo facilmente nellatristezza, nel disgusto, oppure peggio,nell’accusa, nell’indurimento del cuore e,contrariamente a Gregorio di Narek, come ifarisei ai tempi di Gesù, ci sentiamo subito “divisi”dai “peccatori”. Tra le altre cose il Papa, quandoancora era maestro dei novizi tra i gesuiti, scrisseun commento di varie pagine su quanto affermas. Doroteo di Gaza: «… la ragione prima di ogniturbamento, se facciamo una diligente indagine,

la si trova nel fatto che nessuno incolpa sestesso. Da qui scaturisce ogni cruccio etravaglio, qui sta la ragione per cui non abbiamomai un po’ di pace; né ci dobbiamo meravigliare,poiché abbiamo appreso da santi uomini chenon esiste per noi altra strada all'infuori di questaper giungere alla tranquillità» (Ufficio delleletture, lunedì IXsettimana del tempo ordinario).

Dice dunque il Papa nello scritto a cuiaccennavo:

«Uno degli atteggiamenti validi che devonoprendere corpo nel cuore deigiovani religiosi è quello diaccusare sé stessi, poiché ènella carenza di questa praticache si radicano lo spirito diparte e le divisioni… Occorre inprimo luogo mettere al bandoogni riferimento ancheinconsapevole o qualsivogliaatteggiamento farisaico chepresenti l'accusare sé stessicome qualcosa di puerile o ditipico dei pusillanimi.Autoaccusarsi suppone

piuttosto un coraggio non comune per aprire laporta a realtà sconosciute e per lasciare che glialtri vedano oltre la mia apparenza. Significarinunciare a tutti i maquillage di noi stessi perchési manifesti la verità. Accusare sé stessi (che èsolo un mezzo) è la base in cui getta le radicil'opzione fondamentale per l'anti-individualismo,per lo spirito di famiglia e di Chiesa che ci porta arelazionarci come buoni figli e buoni fratelli, perpoi arrivare ad essere buoni padri. Accusare séstessi presuppone un atteggiamentofondamentalmente comunitario. La tentazionedell'individualismo, quella che ‒ crescendo ‒ ciinduce alla faziosità nella vita di comunità, si basasempre su una verità parziale, o apparente, oingannevole” (testo pubblicato nel “Boletín deEspiritualidad” della Provincia Argentina dellaCompagnia di Gesù, n. 87, maggio-giugno 1984).

Forse potremmo dire che non è poi del tuttoesatto che “nessuno incolpa sé stesso”, dato cheabbiamo tanti esempi nella vita nei santi di questoatteggiamento soprattutto nella pratica spiritualedei primi monaci tramandataci dai Detti dei Padri

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Nella primaalleanza, segnodell'alleanzastessa fu la Legge,il Decalogo. (…)L'alleanza antica siesprimeva cosi:Israele sarà legatoa Dio attraverso ilDecalogo. Nella

nuova alleanza si dà una nuova legge, ilcomandamento nuovo: a tutti i comandamentidell'antico patto risponde un solo nuovocomandamento: il comandamento dell'amore edell'amore fraterno. San Giovanni insistesull'amore fraterno più che sull'amore dell'uomoper Iddio. L'amore dell'uomo per Iddio non loconosce san Paolo e lo conosce poco sanGiovanni, benché i Vangeli sinottici loriconoscano. Gesù non dà un nuovocomandamento dell'amore dell'uomo verso Dio,non fa altro che confermare il comandamento delDeuteronomio: «Amerai il Signore con tutto il tuocuore...».

Il nuovo comandamento di Dio è l’amorescambievole che debbono portarsi i discepoli. Maattenzione: non è nemmeno l'amore del prossimo,non è un amore ‒ questo è importante per noidella Comunità ‒ come si esprime nei Vangelisinottici: amore che rompe tutti i limiti, che nonconosce le divisioni di razza, di religione; non è unamore universale gratuito. Può sembrare che ilnuovo comandamento di Cristo sia di fatto unamore che restringa la concezione della caritàcristiana, come era già stata espressa nei Vangelisinottici. Di fatto non restringe nulla. Questoamore che è comandato da Cristo dopo l'ultimacena, è l'amore scambievole, quello che gliuomini debbono portarsi gli uni agli altri, e non gliuomini in genere, ma i suoi discepoli: un amoreonde gli uni debbono amare gli altri come Gesùha amato, di un amore totale, di un amore che èdono pieno e intero di sé, di un amore cheimporta anche il ricevere pienamente il donodell'altro, di un amore che crea la comunità, l'unitàdei credenti, l'unità dei fedeli, dei discepoli.

Un amore universale è un amore donato,offerto, ma non ha necessariamente una risposta.

La parola del padre Divo Barsotti

Incontro del 7 aprile 1955

del Deserto, letteratura che ci è semprestata caldamente raccomandata dalPadre e che è stata ripresa da personesagge di tutti i tempi. Su questa linea siiscrive anche Giuliana di Norwich, lagrande mistica inglese del '400 di cui vilascio alcuni pensieri che spero aiutino aprepararci ad entrare nel vivo diquest’Anno Santo:

«L’anima che desidera rimanere nella pacequando il ricordo del peccato di un altro le tornaalla mente, deve rifuggirne come dalle penedell’inferno, chiedendo insistentemente l’aiuto ela protezione di Dio.Guardare al peccato di un altro vela lo

sguardo dell’anima, nascondendole per queltempo la chiara bellezza di Dio, a meno che nonlo si faccia per unirsi a lui con la contrizione, persentire compassione verso di lui o provare unsanto desiderio rivolto a Dio per lui. Altrimentitale considerazione dei peccati altrui non potrà

se non farci del male, procurarciagitazione ed essere di ostacoloall’anima.Colui che è più in alto e più vicino a

Dio può e deve vedere sé stesso comeun peccatore proprio come me; ed ioche sono la più bassa e vile tra coloroche si devono salvare, devo essere

confortata insieme a colui che sta più in alto.Ho visto che la compassione che possiamo

avere nei confronti dei nostri fratelli, esercitataper amore, è il segno dell’inabitazione di Cristo».

Carissimi, auguriamoci a vicenda di poterprocedere sulle strade indicate dal Signoreattraverso la sapienza del Vangelo e l’esempiodei santi che anche oggi ispirano la Chiesa adusare le piste sicure di sempre, per rinnovarsi etrovare nuovo slancio per essere il lievito delRegno di Dio e una luce che risplende nelletenebre del mondo.

P. Benedetto

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A V V I S I

Lettura biblica del mese

Nel mese di ottobre si legge la Seconda Lettera aiCorinzi;

nel mese di novembre si legge il libro di Esdra;nel mese di dicembre si legge il libro di Neemia.

Inizio Avvento

Domenica 29 novembre inizia il Tempo di Avvento. Per chiha i quattro volumi della Liturgia delle Ore, si cambia Breviario(I volume). Per le letture e le antifone proprie, inizia l’anno C.

PADRE BARSOTTI E IL CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALE

In occasione del Convegno Ecclesiale Nazionale che si svolgerà a Firenze dal 9 al 13 Novembre, SuaEminenza il Cardinal Giuseppe Betori, per giovedì 12 novembre ci ha chiesto di presentare la figura didon Divo Barsotti a un’ottantina di delegati. Non essendo possibile accoglierli a Casa San Sergio permancanza di spazio, il Cardinale ha proposto che la presentazione si svolgesse nelle sale e nellacappella del Seminario Maggiore dove il Padre ha insegnato sacramentaria per molti anni.

Chiediamo a tutti una preghiera per la preparazione di questa testimonianza di vita cristiana chesiamo chiamati a condividere con tutta la Chiesa italiana.

Australia 8 settembre 2015, il carissimo

ed ormai di famiglia Casey Denis ha

ancora bisogno delle nostre preghiere.

Continuamo fiduciosi in Dio a pregare per

lui.

L'amore che invece è comandato da Cristo dopol'ultima cena, è l'amore che esige la risposta,l'amore vicendevole: «Amatevi l'un l'altro». Èl'amore che crea la comunità, che dimostra anzi,l'unità di tutti in Lui (…).

Comunità: omnia mea tua sunt et tua measunt. Non vi è più né tuo né mio: ognuno èimpegnato a donarsi totalmente e non soltanto adonarsi, ma a ricevere anche il dono dell'altro.Non è vera carità quella che è soltanto dono. Cimanteniamo sempre in una condizione diprivilegio, in fondo, donandoci soltanto. Dare ericevere: dobbiamo sentire questo. Non vivremmola Comunità se noi sentissimo soltanto di doverdonare ad un'altra figliola perché è più semplice,più povera di noi. Anche questa figliola ha moltoda donarci e noi dobbiamo ricevere il suo dono,sentire il bisogno del suo dono ed accettarlo. Conumiltà e semplicità essere veramente impegnatiad amarci l'un l'altro. Credo che sia questoveramente il nuovo comandamento di Cristo eche la Comunità esiga l'esercizio precisamente di

questo amore vicendevole, che importa unacompenetrazione dell'uno nell'altro, quasi una“circuminsessione” fra noi, una pericoresis.Quello che è proprio delle Persone divine deveessere proprio anche delle persone umane nelmistero di quell'unità che è il Cristo totale. Comenell'unica natura di Dio sussistono tre Personedivine le quali l'una all'altra si donano, cosìnell'unità del corpo mistico di Cristo, di quel corpoche ha realizzato precisamente l'unioneeucaristica, nell'unità di questo corpo misticol'uno vive nell'altro, dona se stesso all'altro ericeve (…).

In fondo, c'è dell'orgoglio nel voler soltantoamare e donare, nel voler soltanto far noi:dobbiamo sentire anche il bisogno degli altri. Nonsoltanto il bisogno di darsi, ma anche il bisogno diricevere. Vi potrà sembrare che io non possaricevere nulla: io debbo invece ricevere tutto davoi, come tutto voi dovete ricevere da me. Alloranasce la Comunità: quando il dono è veramentereciproco.

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ALL'ASSISTENTE GENERALE

Il Nuovo Assistente Generale, cui spetterebbe la stesura della circolare di novembre, al momentodella stampa del presente notiziario non è stato ancora eletto.

INVITO A TUTTA LA COMUNITÀ

Giovedì 1 9 novembre alle ore 1 7,00 presso la sede del Consiglio Regionaledella Toscana in via Cavour 4 a Firenze, sarà presentata l'opera La divinizzazionenegli inediti di Divo Barsotti. Si tratta della tesi di dottorato di p. Mauro Angelini,recentemente pubblicata dalla Cantagalli di Siena e già presentata sul Notiziario diottobre. Interverranno tra gli altri il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo diPerugia, e don Stefano Tarocchi, Preside della Facoltà teologica della Toscana. Ciauguriamo di essere in tanti a partecipare a questo momento particolarmenteimportante per la Comunità.

CASE DI VITA COMUNE

Arrivando a scadenza il mandato di alcuni responsabili delle case di vita comune, p. Benedetto hanominato i nuovi superiori/e , e giudicato opportuno rivedere la composizione delle case stesse.

Case maschili

San Sergio: Daniele (superiore), p. Damiano (vice), p. Benedetto, p. Serafino, Sergio, p. Stefano.Santuario della Madonna del Sasso: p. Ireneo (superiore), p. Agostino (vice),p. Martino, Charbel,

Ignazio, p. Silvano (rettore del Santuario).Casa Mater Misericordiae: Antonio (superiore), Efrem (vice), p. Paolo, p. Silverio.Noviziato: p. Bernardo (maestro dei novizi), Andrea, Iacopo.Casa S. Agostino di Canterbury: Massimo (superiore), p. Doroteo

Case femminili

Casa della Trasfigurazione: sr. Marie Thérèse (superiora), sr. Gemma (vice), sr. Agnese, sr. Cecilia.Santuario di San Donato in Poggio: sr. Marisa (superiora), sr. Elena (vice), sr. Irma, sr. Marie

Madeleine.Noviziato: sr. Veronica (maestra delle novizie), Alessia.Casa S. Gregorio: sr. Angela (superiora), sr Francesca (vice), sr. Anastasia, sr. Elisabetta.

PELLEGRINAGGIO GIUBILARE A ROMA NEL X ANNIVERSARIO DELLA MORTE DELNOSTRO PADRE FONDATORE

Domenica 1 4 febbraioPomeriggio: arrivo a Roma e partecipazione ai Vespri e alla S. Messa in San Pietro alle ore 17celebrata dal cardinale Angelo ComastriLunedì 1 5 febbraioMattina: visite guidate, in più gruppi, a luoghi significativi per la nostra fede (Necropoli Vaticana eTomba dell’Apostolo Pietro, Museo Paleocristiano etc...)Pomeriggio (orario e luogo da definire): Riflessione e S. Messa nel X anniversario della morte delnostro Padre FondatoreMartedì 1 6 febbraioMattina (orario e luogo da definire): S. Messa conclusiva del pellegrinaggio e partenza da RomaIl Santo Padre in quella settimana è in Esercizi spirituali e dunque la consueta Udienza generale delMercoledì non avrà luogo.Le adesioni al pellegrinaggio vanno date agli Assistenti di Famiglia e ai Delegati entro il 1 5 novembre.

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IN RICORDO DI UN’AMICIZIA

Si dice che le vere amicizie, le più profonde estabili, sono quelle dell’infanzia. Gli amici deiprimi anni e della giovinezza, con i quali sicondivide tutto, entrano nel cuore e non se nevanno più. Invece le persone che si incontrano viavia che passano gli anni, le nuove conoscenzedell’età matura, i nuovi condòmini coi quali ci siimbatte cambiando residenza, potranno divenirebuone conoscenze, persone che anche sifrequentano con profitto e gioia reciproca, maproprio amici amici con loro non si diventa,perché ormai ci sono scelte di vita fissate eimprescindibili, ed è come se il cuore si fosse unpo’ “sclerotizzato” con l’età.

Non so se questo sia vero. Nel caso delCardinale Giacomo Biffi e del Padre possiamosmentire. I due si conobbero in età più chematura, si guardarono, non si lasciarono più. Fuun’amicizia sobria, come si conviene a duepersone come erano i nostri due: milanese,sornione, intellettuale il primo; sanguigno,stroncatore, appuntito il secondo. Non era facileessere “amici” del Padre, questo tutti lo possonodire. Biffi ci riuscì.

Si conobbero attraverso i libri o, piùprecisamente, fu il Cardinale che, leggendoBarsotti, vi trovava una singolarissima sintonia dipensiero. Fu lui a fare il primo passo: volle andarea conoscere questo scrittore che dicevaesattamente le cose che egli pensava. Telefonò esi presentò a Casa San Sergio un caldopomeriggio di luglio. Ricordo quel primomomento: il Padre sembrava uno scolarettochiamato ad essere interrogato dalla maestra:emozionato, quasi imbarazzato.

Da allora l’appuntamento estivo col Cardinaledivenne regolare: veniva tutti gli anni per un

pomeriggio di colloquio con il Padre a Casa SanSergio. Anche noi giovani lo aspettavamo congioia, sia perché vedevamo che faceva unimmenso piacere al Padre, sia perché i primitempi obbligavamo il Cardinale a rivolgere unaparola anche a noi, ed egli si sottoponeva aquesto rito parlandoci in cappella (brevi maprofonde meditazioni, indimenticabili).

Poi si scrivevano sovente durante l’anno. IlPadre si rivolgeva al Cardinale in toni dideferenza ma con un senso di amore, devozione,libertà, affetto che ci edificavano (dettava lelettere, per cui ne venivamo a sapere ilcontenuto). Amicizia, appunto. Il Cardinalerispondeva immediatamente: brevi biglietti, conespressioni altrettanto confidenziali, amichevoli,profonde.

Una volta il Cardinale venne quasid’improvviso, fuori stagione, come avesse frettadi avere un parere o un aiuto; aveva l’espressioneanche un po’ turbata. I due si chiusero in stanza erimasero diverse ore. Questo è segno che non viera solo scambio di complimenti, ma anchereciproca dipendenza, “bisogno” l'uno dell’altro,come deve essere tra veri amici alla pari.

Quando morì il Padre, il Cardinale disse che laChiesa italiana aveva perso un faro. Parlavaanche del suo dolore. Poi chiese a noi (non senzauna certa sorpresa da parte mia) di andare atrovarlo quando fossimo passati da Bologna,come se la visita dei “discepoli” in qualche modosupplisse o rinvigorisse il ricordo e la presenzadell’amico don Divo.

Una volta, dopo tanto tempo che eranorinchiusi nel parlatorio di Casa San Sergio, andaia bussare per dire che il gelato era pronto e che sistava sciogliendo… Trovai i due che parlavanofitto fitto, attenti, quasi protesi uno verso l’altro,tanto che mi dispiacque di averli interrotti (maanche il segretario del Cardinale premeva perripartire…). Il Cardinale mi guardò brevemente poialzò gli occhi al cielo ed esclamò: “C’è semprequalcuno che interrompe il dibattito teologico!”.

Vogliamo pensare che ora questo dibattito siaripreso alla grande, non solo nella gioiadell’amicizia che si vive nella comunione deisanti, ma alla luce dell’amicizia con la Amaiuscola: quella con il Signore Gesù. Vogliamopensare che il Signore li abbia guardati conamore e abbia detto anche a loro, come agliapostoli: “Non vi chiamo più servi, ma amici”.

p. Serafino

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MEDITANDO: BIBBIA ALLA MANO!

Libro di EsdraPiù invecchio e più mi appare meraviglioso il

disegno di un amore infinito dimostrato dalSignore: primo, creando un immenso giardino,astri, cielo, terra e mare per l’uomo. Quale uomo?Il Cristo: «omnia per ipsum facta sunt»; poipresentandosi a questo uomo, Abramo, padrenella fede, che poté vedere in lontananza edesultare per il giorno dell’Uomo, Cristo,perfezionatore della fede, di cui lui era solo figura.Allora si scopre che c’è un filo conduttore, tessutodi meraviglie incredibili… fino a che un’umileFanciulla disse un “sì” prodigioso che unì cielo eterra e fece l’uomo capace di divenire “dio”. Il filoparte dalla Genesi, attraversa tutta la storia diIsraele: basti pensare che il vero Israele siamonoi! Si fa sempre più chiaro nei Libri di Samuele,dei Re, delle Cronache. E’ confermato dai Profeti.Sul Tabor, Mosè ed Elia daranno a Cristo leultime conferme e sul Golgota si hal’inconcepibile rivelazione di un Uomo, il solo veroUomo, che è Dio, e muore perché io possaaccedere al Padre. Ma il filo riprende dall’ultimocapitolo delle Cronache, con l’editto di Ciro, neiLibri di Esdra e Neemia. Le sottilissimedelicatezze di Dio le vedremo ora in Esdra. Neldisegno divino di salvezza, il piano si va pianpiano delineando e sfrondando del superfluo.L’uscita dalla schiavitù, dopo tante peripezie el’ingresso in una terra dove c’è ogni bene, infattidispone di latte e miele, le guerre per la solidità diun regno e di un tempio: non è forse tutto questola storia di ogni anima? Lasciato il peccato, ilmondo, in cammino come nazione santa e popolosacerdotale, verso una Patria celeste, verso laGerusalemme divina di cui il vero Tempio e il veroRe è l’Agnello, non è forse la realizzazione dellanostra vita? Ora, con Esdra, si ha un nuovoindirizzo: la nazione è annientata, la monarchiascomparsa, le mura di Gerusalemme e il Tempiodistrutte, nasce il giudaismo! Guarda caso, daGiuda nascerà il Cristo! Esdra è veramente ilpadre del giudaismo con le sue tre ideefondamentali: la stirpe eletta, il Tempio, la Legge.Ora, in questo libro, vedremo come, dopo cheZorobabele ricostruì il Tempio, ma di cui ilcronista tace i titoli messianici, la suadiscendenza da Davide, titoli riconosciuti inveceda Aggeo e da Zaccaria (Ag 2, 23; Zc 6, 12 ss.), ipionieri di questa restaurazione furono Esdra eNeemia. Al di là della lettura, forse un po’ noiosa,di tanti nomi e oggetti rimpatriati, il nostro testo è

ricco di insegnamenti spirituali.«Così dice il re di Persia, Ciro. Tutti i regni

della terra mi ha consegnato Jahwè, Dio delcielo. Egli mi ha comandato di edificargli unacasa a Gerusalemme, in Giuda» (Esd 1, 2).L’editto di Ciro è il compimento della profezia diGeremia, dunque l’inizio della nuova creazionenella risurrezione di Israele che rimane il popolo diDio. Nell’anima fedele, si compie la profezia diGesù che ha promesso lo Spirito Santo per lacostruzione in Sé del Tempio a lode del Dio delcielo. Certo, l’andare in esilio ha richiamatofinalmente il popolo a Dio, il popolo si è rinnovatonel pentimento, è tornato al Signore. Ed è così,dopo ogni peccato l’anima si sente in esilio, e nonavrà pace se non ritornando. Noi dobbiamocapire, dice il Padre, come misteriosa sia l’azionedivina: forse ci richiamerà finalmente alla fedeltàa Dio, uno che non è nemmeno della Chiesa,almeno apparentemente? Certo, se Ciro è l’Untodi Dio, egli viveva una sua alleanza con Dio, macosì misteriosa, che forse neppure lui ne eracosciente. Quante volte il Libro di Esdradimostrerà, senza volerlo, che i pensieri di Dionon sono i nostri. Talvolta ci sentiamo ingannatidalla Parola di Dio. Certo, Dio non manca le Suepromesse, la Sua Parola ha un adempimento, manon come l’aspettiamo noi: sta a noi entrare neipiani di Dio. Mi colpiva il fatto che il re Ciro (vv. 7-11) ordinava di riportare nel Tempio tutte lesuppellettili sacre: coppe, coltelli, bacinelle etc. Ilcammino spirituale nel nostro ritorno al Tempioceleste comporta purificazioni, talvolta taglidolorosi e coppe piene delle nostre preghiere.«Sono quelli che vennero con Zorobabele,

Giosuè…» (Esd 2 ,2). Accanto al discendente diDavide è il sommo sacerdote Giosuè, sono i dueolivi di cui si parla sia nel profeta Zaccaria (Zc 4,14) sia nell’Apocalisse (Ap 11, 4). Forse l’autoreispirato pensava al primo esodo, a Mosè eAronne. Negli ultimi tempi del giudaismo sipensava che ci fossero due Messia: uno di stirperegale e uno di stirpe sacerdotale; Chiesagerarchica e Chiesa carismatica. Gesù non soloriunisce in Sé le due prerogative, ma le trasmettea noi che ritorniamo dall’esilio in questa valle dilacrime.«… costruirono l’altare del Dio di Israele per

offrirvi olocausti… del mattino e della sera» (Esd3, 2-3).

In questo terzo capitolo del Libro non si parla

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altro che della costruzione del Tempio con gioia:probabilmente è di allora il salmo 125: «Quando ilSignore ricondusse i prigionieri di Sion,/cisembrava di sognare». Dio piantò un giardino adOriente, dice il Padre, e vi portò Adamo ed Eva. EDio viveva con loro. Dopo il peccato, Adamoviene cacciato. Il Tempio è il nuovo paradiso, illuogo sacro in cui Dio si incontra con l’uomo el’uomo con Dio. Ma quello di Salomone e quello diEsdra sono una figura della Chiesa. Oggi per noiil Tempio è il Corpo di Cristo e noi siamo le pietrevive di questo Tempio perché membra del SuoCorpo. Lo è anche il centro della mia anima,tempio dello Spirito Santo dove inabita la SS.Trinità. Esultarono di gioia gli Israeliti di allora, edera solo figura; però, ora che non avevano più néricchezze né indipendenza politica, avevanocapito che il culto era la loro missione speciale.«E così essi offrano sacrifici di soave odore al

Dio del cielo e preghino per la vita del re e deisuoi figli» (Esd 6, 10). Nonostante tutte ledifficoltà, le opposizioni, la volontà del re è che ilTempio sia finito e che vi si preghi. Il vero Untodel Signore, Gesù, ha fatto scaturire dal SuoCostato il vero Tempio. E noi, che rispettoabbiamo del nostro corpo, il tempio personale?Lo abbelliamo di gioielli e di vestitini alla moda,spesso non simpatici! E il tempio di pietra?Quando entriamo in chiesa, o quando ci mettiamoin preghiera, ci rendiamo conto che andiamo adesercitare il culto di Dio con le nostre funzionisacerdotali nei confronti del mondo? Nella Letteraa Diogneto (V, 3-7) leggo: «I cristiani sono nelmondo come l’anima nel corpo. L’anima abita nelcorpo ma non proviene dal corpo. Anche icristiani abitano nel mondo ma non provengonodal mondo. L’anima è racchiusa nel corpo masostiene il corpo, anche i cristiani sono trattenutinel mondo ma essi sostengono il mondo». Comedalla liturgia della Chiesa dipenderà la vitadell’universo, dice il Padre, così allora laprosperità dell’impero persiano doveva dipenderedall’olocausto quotidiano nel Tempio. CosìIsraele ha una sua funzione sacerdotale. Ora è laChiesa e ogni anima che hanno la responsabilitàdella salvezza del mondo.«Gli anziani dei Giudei continuarono a

costruire e fecero progressi grazie alla profeziadel profeta Aggeo e di Zaccaria figlio di Iddo»(Esd 6, 14). Mi viene spontaneo pensare aquanto il nostro Padre teneva che avessimo undirettore spirituale, una guida. Nel cap. 6 le figuredi Zorobabele (figura del Messia promesso aDavide) e di Giosuè, (Messia sacerdotale),scompaiono del tutto. Ora saranno gli “anziani'padri Spirituali'”, perché nel tempio vero che è la

Chiesa nel mondo, guida sicura, sei anche tu, re esacerdote per il battesimo. Tu dovrai continuarela missione del Cristo asceso al cielo, esseresempre testimone nel mondo della Sua salvezza.Non importa se non lo vedi. Dio gioca perché noinon pretendiamo di sostituirci a Lui. Sembraturbare improvvisamente la nostra quiete, dice ilPadre, rovesciando tutto, ma per mettere tutto aposto a suo tempo, come Lui vuole, attraversoquali vie, Lui solo lo sa. La libertà di Dio! Eccouna delle cose più grandi che insegna il Libro diEsdra. Zorobabele, splendida figura del Cristo,sparisce: forse è morto. Uno è morto per tutti, lui,l’Unto di Dio, il capo che salva la nazione; ma lasalva nella sua morte. Egli è il nuovo Agnellopasquale che è immolato per la salvezza diIsraele, prefigurato in Isacco, in Geremia, nelServo di Jahwè, nel Germoglio: l’Agnello che si èlasciato sgozzare per la celebrazione dellaPasqua nella quale viene dedicato il nuovoTempio di Dio. Così ogni anima, fino a che nonrealizzerà la sua missione qui sulla terra per ilcielo! Il cap. 6 termina con la celebrazione dellaPasqua. La nostra vita terminerà con il banchettodel cielo.«E tu, o Esdra, secondo la sapienza del tuo

Dio, che tu possiedi, stabilisci i magistrati egiudichi che amministrino la giustizia a tutticoloro che conoscono i decreti del tuo Dio. E achi non li conosce, li insegnerete» (Esd 7, 25). Ilsecondo atto della restaurazione della nazione èl’obbedienza alla Legge. Dopo la ricostruzione delTempio per il culto, l’ascolto della Parola di Dio, laLegge. E questo comporterà come conseguenzalogica, la ricostituzione della Gerusalemmenuova. La Liturgia, con l’accoglienza della Parola,del Verbo, non crea forse l’unità fra di noi? Seavviene il contrario, significa che siamo ancoradei deportati, schiavi a Babilonia! «Amerai ilSignore tuo Dio con tutto il cuore… amerai ilprossimo tuo come te stesso. In questi dueprecetti è racchiusa tutta la Legge e i Profeti»(cfr. Mc 12, 29-31). Secondo Giovanni, la Leggeconsiste nel vivere come Egli ha vissuto (cfr. 1 Gv2, 5). Secondo i Santi Padri, compreso il nostroPadre, la nuova Legge è lo Spirito Santo. E loSpirito Santo è l’amore che unisce il Padre alFiglio e il Figlio al Padre. È lo Spirito Santo che hal’incarico di introdurci nella gioia di questo circoloinfinito di amore.«… I capi si accostarono a me dicendo: il

popolo di Israele, i sacerdoti e i leviti non si sonoseparati dalle abominazioni delle popolazionilocali: hanno preso delle figlie di costoro per sé eper i propri figli» (Esd 9, 1-2). Esdra, dopo averpregato, deciderà di rimandare le mogli straniere

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FORMAZIONE PERMANENTE NEI GRUPPI ANNO 201 4-201 5

Contemplativi e missionari nella CFD e nel mondo

IL RAPPORTO CON I MORTI: UN'ESPERIENZA DI FEDE E DI SPERANZA

(Statuto art. 39 ‒ Vademecum cap. IX)

«Vi raccomando di essere uniti, non dubitate, non disperdetevi, nonscoraggiatevi. (…) La Comunità è opera voluta da Dio, opera che tuttaviasiete voi a realizzare, con semplicità ma con perseveranza, con umiltà macon la certezza di rispondere ad un preciso appello del Signore» (dalTestamento).

e i loro figli. Sembra un’azione crudele, senzapietà. Gesù ha detto che chi ama suo padre e suamadre più di Lui, non è degno della vita eterna(cfr. Lc 14, 26). Il rinvio delle mogli e dei figli nonpuò significare, per me oggi, altro che i tagli, ildistacco talvolta drastico da ciò che amiamo dipiù: la stima di noi stessi, il nostro star bene, ilnostro edonismo etc. Ricordo che il Padre,quando i medici gli prescrivevano le medicine, sepoteva non le prendeva e il sottoscritto dovevarincorrerlo con la siringa in mano per i corridoi diSan Sergio! Per noi che abbiamo promesso di“Cercare Dio solo”, ogni minimo attaccamento èadulterio! Scrive il Padre: «La grandezza di Esdrasta precisamente in questo: egli è tutto dalla partedi Dio. Si è fatto un paragone fra Esdra e Mosè.Mosè che prega, Esdra che prega, ma grande èla differenza fra i due! Quanto Mosè è più umano!O cancella anche me dal libro della vita o perdonail loro peccato. Esdra non vede le donne, nonconta nulla per lui il loro pianto, non ha pietà deifanciulli strappati ai loro padri, Dio solo! È ilgrande scriba, il nuovo fondatore di Israele. SeMosè è il primo, Esdra è il secondo. La storiasacra sembra essere finita, ma Esdra la comincia

di nuovo. Grandi tutti e due, ma molto più umanoè Mosè. Esdra ci toglie il respiro. La sua figura ègrande, certo, ma egli è tutto dalla parte dellatrascendenza divina. Ci voleva questa durezza.Noi dobbiamo ringraziare Dio che ci sia stato unuomo che abbia saputo fare questa scelta. Forsela storia termina qui» (D. Barsotti,Meditazione sullibro di Esdra e Neemia, Brescia 1977, p. 80).No, non termina qui. Continua attraverso di noi.Citando ancora don Divo: «Miei cari fratelli, quelloche diceva il Libro di Esdra mi sembra che sia, inparte almeno, un’analisi di quella che è lasituazione del mondo di oggi. Se il mondo vivequesta lontananza, questa ignoranza di Dio, èperché quelli che Egli vorrebbe mandare, e siamonoi, i consacrati, si rifiutano o almeno, anche sevanno, non sono accettabili, credibili!».

Fratel Sergio

Bibliografia:

Divo Barsotti, Meditazione sul Libro di Esdra eNeemia, Queriniana Brescia 1977.

Id., Ritiro Casa San Sergio 16 marzo 1985.

Il nostro Statuto, all’art. 39, ci ricorda che lamorte non interrompe il legame di carità che sicrea con la consacrazione. Cristianamente,sappiamo e crediamo che vi sia la comunione deimorti, come professiamo anche nella recita delCredo ogni domenica. Nella Comunità, però, il

rapporto con i nostri morti assume un aspettoparticolare, in quanto i consacrati, fratelli inspirito, conservano anche dopo la morte il legamedi carità che hanno costruito durante la vitaterrena. Anzi, di più, noi possiamo e dobbiamocoltivare il legame di carità con i nostri fratelli

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consacrati che hanno cambiato stato di vita,anche se durante la vita terrena non li abbiamoumanamente conosciuti. Questo è il grandemistero dell’Amore, che non conosce confini espazi temporali, che consente a tutti noi dipartecipare ad un solo mistero: il pensiero corresubito al caro don Divo, che ho avuto la grazia diconoscere bene in vita, che ora intrattiene unlegame di carità con ognuno dei suoi figli, allostesso modo, sia che li abbia conosciuti in vita,sia che siano diventati suoi figli spirituali dopo lasua morte. Spesso mi sono chiesta come siapossibile diventare un figlio spirituale di Don Divosenza averlo conosciuto in vita, ma spesso holetto negli occhi dei “nuovi” fratelli lo stessoardore che colpì me quando lo conobbi e hocompreso che un certo legame con don Divopermane anche se egli ha cambiato stato di vita.

Così è anche per tutti i nostri fratelli che nonabbiamo conosciuto, ma che sappiamo esserestati fedeli a quella stessa Parola, a quello stessoideale. Che ricchezza sono i necrologi e conquanta attenzione non dobbiamo stancarci dileggerli nei nostri incontri di gruppo per ricordaree ristabilire un legame di carità con i nostri fratellidefunti. Noi continuiamo a pregare per le loroanime e a chiedere la loro intercessione e lanostra vita umana può subire cambiamenti, puòmigliorare in virtù dell’esempio che ognuno di loroci ha lasciato, con le loro proprie vite. Ma noipossiamo anche dimenticarci dei nostri morti,mentre loro non possono farlo perché vorrebbedire per loro non vivere più: non sarebberoimmortali se perdessero il ricordo; in loro noisiamo sempre presenti. L’atto della morte fa sìche tutta l’esperienza umana, tutta la vita siraccolga nella sola presenza di tutti gli uomini chel’anima ha amato, di tutti i ricordi, di tutto quelloche ha vissuto ed ora vive.

Che cosa c’è nell’aldilà, nel mondo futuro? ‒ sidomanda don Divo. Il mondo futuro conoscesoltanto l’inferno e il paradiso, mentre il purgatorioè come un vestibolo del cielo, si tratta di unospazio che appartiene alla vita presente ed ancheal mondo futuro. Infatti in esso vi è la certezzaassoluta della visione beatifica e di non perderepiù la grazia divina, ma in esso vi è anche untempo per la purificazione delle anime chenecessariamente ha un termine e che quindi loavvicina alla vita presente. I morti, però, adifferenza dei viventi, sono interamente preservati

dal peccato e la loro vita interiore rimane una vitadi grazia: le virtù restano quelle che erano almomento della morte, ma la grazia, lentamente,fa sì che tutto venga purificato per portare l’animaalla visione beatifica.

È indubbio che la comunione con i nostri mortinon può avvenire su un piano naturale perchéessi non hanno più un corpo, quindi la nostracomunione con loro avviene soltanto su un pianodi grazia ed è assicurata dall’insegnamento edalla vita stessa della Chiesa, che offre preghiereper il suffragio dei morti in ogni momento liturgico.Quelli che vanno all’Inferno rompono con noi ognirapporto di solidarietà anche umana. Alcuni santio alcune anime particolari hanno potuto godere diuna comunione quanto meno speciale perchéestremamente viva, pari alla continuazione, su unpiano di grazia, della comunione che era vissutada loro anche sulla terra. Come possiamo noiviventi, soggetti a vivere esperienze continue e afare nuovi incontri, stabilire un rapporto vero eautentico con i morti? Le anime s’incontrano,anche qui sulla terra, nel profondo, in unaprofondità che sfugge alla nostra coscienza eproprio in questa intimità avviene l’unionemediata dal Cristo, mediatore dell’incontrodell’anima con Dio e dell’incontro fra anima eanima. La Messa che viene celebrata qui sullaterra è il nucleo centrale a cui si aggrappano tuttele anime, in cui tutte si ritrovano e da cui derivaogni grazia. Attraverso la preghiera noi possiamovivere questa comunione di amore!

Quanto valore ha la nostra vita presente che cipermette di vivere con i defunti che vivono nellacarità pura nella misura in cui riusciamo atrasferirci in questo mondo divino di perfettacarità!

La morte non interrompe la nostra comunionecon loro: anzi, la fa più vera.

Che consolazione pensare che, tra cinquanta,cent’anni, vi sarà chi ‒ mentre i nostri nipoti epronipoti avranno perso la memoria di noi ‒pregherà il Signore per il nostro suffragio!

Leggiamo queste parole del Padre:«Ricordare i nostri morti vuol dire essere sicuri

della nostra salvezza: è il ricordo di una grazia giàricevuta, perché l’abbiamo ricevuta in loro».

Francesca Ferrari Zanellaper il Comitato della Formazione

«La Chiesa ti dà sempre troppo se ti assicura l’esistenza di Dio. Bisogna precipitare fino in fondo per

conoscere il prezzo di Dio. Ed è la gioia piena e immensa».

Divo Barsotti

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Il solo nominare il tema delle indulgenzerievoca nella mente di quasi tutti lo scenariotristissimo della compravendita cinquecentesca di“cambiali per il Paradiso” e dell’“eroica” riforma diMartin Lutero. Un tema “tabù” insomma…oscurantista, antiecumenico e tanto cattolicoquanto censurato nella predicazione di pastori ecatechisti.

Eppure già la Sacra Scrittura parla di preghieraa scopo espiatorio per i vivi (Gb 1, 5) e defunti:«Perciò Giuda Maccabeo fece offrire il sacrificioespiatorio per i morti, perché fossero assolti dalpeccato» (2 Mac 12, 45). Tutti poi ricorderemouna delle frasi più celebri del libro dei Proverbi:«La carità copre una moltitudine di peccati» (Pr10, 12b), ripresa nel Nuovo Testamento da Gc 5,20 e 1 Pt4, 8.

Cerchiamo allora di capire come si è definito ilconcetto cattolico di “indulgenza” senza farciinfluenzare da quello che, spesso erroneamente,abbiamo inteso nelle lezioni di storia sui banchi discuola.

I peccati non solo distruggono o feriscono lanostra comunione con Dio ma compromettonoanche il nostro equilibrio interiore ed il nostrorapporto ordinato con le creature. Per unrisanamento totale non occorrono soltanto il

pentimento interiore e la remissione delle colpe,che diversamente porterebbero alla “penaeterna” (Gv 20, 23), ma anche una riparazionedel disordine provocato nelle relazioni dirette oindirette con gli altri e col creato, la cosiddetta“pena temporale”.

In questo impegno di purificazione il penitentenon è isolato ma inserito in un mistero disolidarietà (Rm 5), per cui come il peccatopersonale ferisce l’intero corpo della Chiesa cosìla santità di Cristo e dei santi giova anche a lui.Dio gli comunica le grazie da altri meritate conl’immenso valore della loro esistenza, per renderepiù rapida ed efficace la sua riparazione.

La Chiesa ha quindi sempre esortato i fedeli adoffrire preghiere, opere buone e sofferenze comeintercessione per i peccatori e suffragio per idefunti. Nei primi secoli i vescovi riducevano aipenitenti la durata ed il rigore della penitenzapubblica per intercessione dei testimoni dellafede sopravvissuti ai supplizi. Progressivamenteè cresciuta la consapevolezza che il potere dilegare e sciogliere, ricevuto dal Signore, includela facoltà di liberare i penitenti anche dei “residui”lasciati dai peccati già perdonati, applicando loroi meriti di Cristo e dei santi, in modo da ottenere lagrazia di una fervente carità, indispensabile perraggiungere la visione beatifica di Dio.

I pastori concedono tale beneficio a chi ha ledovute disposizioni interiori e compie alcuni attiprescritti. Questo loro intervento nel camminopenitenziale è la concessione dell’indulgenza. Siha l’indulgenza “plenaria” quando la liberazionedalla pena temporale è totale, altrimenti si hal’indulgenza “parziale”. Per ricevere l’indulgenzaplenaria si richiedono: una disposizione didistacco affettivo da qualsiasi peccato, ancheveniale; l’attuazione di un’opera indulgenziata; ilsoddisfacimento, anche in giorni diversi, di trecondizioni: la confessione sacramentale, lacomunione eucaristica e la preghiera secondo leintenzioni del Papa. Le indulgenze, plenarie eparziali, possono essere applicate a se stessi o aidefunti a modo di suffragio.

La pratica delle indulgenze non pregiudica ilvalore di altri mezzi di purificazione, comeanzitutto la Santa Messa e l’offerta della propriasofferenza, costituisce anzi un incoraggiamento acompiere opere buone a vantaggio di tutti, aspogliarsi completamente dell’uomo vecchio e a

IL MAGISTERO DELLE INDULGENZEE

LA PREGHIERA DI SUFFRAGIO PER I DEFUNTI

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rivestire il nuovo.Sono moltissime le opere “indulgenziate” che

ogni giorno possiamo compiere a vantaggionostro o dei defunti. Per conoscerle in modocompleto vi invito a leggere il testo del MagisteroEnchiridion indulgentiarum edito per la primavolta nel 1968 e tuttora valido, più facilmenteconosciuto come “Il manuale delle indulgenze”.

Mi limito a citare solo alcune di queste “opere”delle quali alcune fanno già parte del nostrocammino CFD ed altre, molto popolari,sicuramente ci siamo trovati a farle in parrocchia,forse senza sapere quale valoreincommensurabile avessero. Ogni giorno infatti(alle tre condizioni suddette) è concessa dalSignore l’indulgenza plenaria con la lettura oascolto della Sacra Scrittura per almeno mezz’ora(conc. 30), oppure con l’Adorazione eucaristicasempre almeno per mezz’ora (conc. 7§1,1) o conla recita comune dell’Akatistos (conc. 23§1) o delRosario mariano (conc. 17§1) o della Via Crucis(conc. 13,2).

Ci sono poi le indulgenze plenarie concesse indeterminati giorni (per le particolari condizioniconsultate il documento) come: il 1° gennaio; il 22febbraio; tutti i venerdì di Quaresima; il Giovedì, ilVenerdì ed il Sabato santo; la seconda domenicadi Pasqua o festa della Divina Misericordia; lasolennità di Pentecoste; le solennità del CorpusDomini e del Sacratissimo Cuore di Gesù; il 29giugno; il 2 agosto; tutti i giorni dal 1 all’8novembre, il 9 novembre, la solennità di Cristo Reed il 31 dicembre.

Infine ci sono le indulgenze plenarie concesseper circostanze particolari, come la benedizionepapale, le celebrazioni giubilari delle ordinazioni,il congresso eucaristico, il giorno del propriobattesimo, il giorno della consacrazione dellafamiglia, gli esercizi spirituali, la primaComunione, il giorno della dedicazione di unachiesa o altare, in punto di morte, la prima Messa,la Processione eucaristica, una volta l’anno in ungiorno scelto liberamente ecc. ecc.

Moltissime inoltre sono le indulgenze parzialiconcesse con altre pratiche.

Insomma il Signore è veramente generoso e“preoccupato” di offrirci, tramite la Chiesa, la vitaeterna.. e noi?

È impossibile descrivere quanto i santi hanno“approfittato” di queste grazie a vantaggio loro enostro, ma una citazione voglio farla, perricordarci, anche nel momento in cuiaccoglieremo queste parole sul serio ediventeremo forse zelanti nel compimento diqueste opere, che tutto quello che possiamopensare e fare ha valore solo se viviamodell’Amore e nell’Amore di Dio.

È un bellissimo brano tratto dai NovissimaVerba di S. Teresa di Lisieux, ormai malataterminale che, esonerata dall’opera di suffragioprescritta dalle costituzioni carmelitane (la recitadell’Ufficio dei Defunti) in occasione della morte diuna consorella, rifletteva:

«Non posso appoggiarmi a nulla, su nessunaopera mia, per avere fiducia. Così avrei benvoluto poter dire a me stessa: sono in pari contutti i miei Uffici dei Defunti. Ma questa povertà èstata per me una vera luce, una vera grazia. Hopensato che in tutta la mia vita non ho potutoriscattare un solo debito mio verso il Signore, mache questo era per me una vera ricchezza ed unaforza se l’accettavo. Allora ho fatto questapreghiera; “Dio mio ve ne supplico, soddisfate aldebito che ho verso le Anime del Purgatorio, mafatelo da Dio, cioè infinitamente meglio che se ioavessi detto i miei Uffici dei Morti”. Mi sonoricordata con grande dolcezza di quelle parole delCantico di San Giovanni della Croce: “Ed ognidebito paga!”. Avevo sempre applicato questoall’amore. Sento che una tale grazia non si puòrendere! Si prova una pace così grandenell’essere integralmente povere, nel contaresoltanto su Dio misericordioso» (6 agosto 1897).

«Alla sera di questa vita, mi presenterò davantia Te con le mani vuote, non Ti chiedo infatti,Signore, di contare le mie opere. Tutte le nostregiustizie sono imperfette ai tuoi occhi. Voglioquindi rivestirmi della tua stessa Giustizia ericevere dal tuo Amore il possesso eterno di Testesso. Non voglio altro Trono e altra Corona chete, o Amato!...» (dall’Atto di Offerta all’AmoreMisericordioso, 9 giugno 1895).

Anna Zanardiper il Comitato della Formazione

“La libertà di spirito ci deve stabilire in uno stato di perfetta indifferenza, così che lo spirito

staccato da tutto viva solo del possesso di Dio, attraverso ogni cosa, in ogni cosa.”

Divo Barsotti

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ADUNANZE ANNO 2015 - 2016

«AMERAI IL SIGNORE DIO TUO»Non avrai altro Dio fuori dime ‒Non nominare il nome diDio invano

(CCC 2083-2167)

«Ascolta, Israele, le leggi e le norme che oggiio proclamo dinanzi a voi: imparatele, custoditelee mettetele in pratica» (Dt 5, 1). Questaesortazione è alla base di tutti i comandamenti,l’ascolto della Parola prepara l’anima a far ciò cheil Signore dispone per la nostra felicità terrena edeterna. Nel progetto salvifico di Dio, il Decalogocosì non è imposizione dall’alto, ma divieneproposta di vita, cammino di liberazione dapercorrere per giungere ad una reale comunionecol Signore. Il dono della Legge dà la certezzache Dio abita in mezzo al suo popolo, non solo inforza della sua onnipresenza, ma perché sul Sinaisi manifesta in maniera personale e storica. Allasopraccitata esortazione segue infatti, apremessa delle Dieci Parole, la dichiarazionedivina «Io sono il Signore, tuo Dio» (Dt 5, 6): inqueste poche parole c’è tutto il senso della nostrafede. Dio si presenta.«Io sono» è il nome di Dio rivelato a Mosé,

nome che definisce perfettamente il suo essere ilDio vivente. «Io sono il Signore, tuo Dio» è l’iniziodi un dialogo: c’è un “io” che parla e un “tu” cheascolta, e il dialogo è di per sé ricerca e segno diunione. Il Signore dice di voler essere il tuo, il mioDio, un Dio che ha già dimostrato il Suo amoreliberando Israele dalla schiavitù e poi, in Cristo,l’uomo d’ogni tempo dalla schiavitù del peccato(cfr. CCC 2084).

Papa Giovanni Paolo II sul Sinai, nel febbraiodel 2000, afferma che «rivelando Se stesso sulMonte e consegnando la sua Legge, Dio harivelato l’uomo all’uomo. Il Sinai sta al centro dellaverità sull’uomo e sul suo destino».«La rivelazione della vocazione e della verità

dell'uomo è legata alla Rivelazione di Dio. L'uomoha la vocazione di manifestare Dio agendo inconformità con il suo essere creato ‘ad immaginee somiglianza di Dio» (CCC 2085).

«Non avrai altro Dio fuori di me».Cristo stesso, mentre è tentato nel deserto,

“urla” questa verità: «Vattene Satana! Sta scritto:Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto»(Mt 4, 10). Dio, che di nulla ha bisogno, sembraavere, incredibilmente, la necessità di un nostroamore totale e assoluto. Ma è Cristo l’unico checompie in pienezza questo comandamentoamando il Padre fino alla croce e in Lui la legge

intera data sul Sinai trova il suo senso. Soloattraverso di Lui, figli nel Figlio, anche a noi èdato di poter vivere pienamente questo primocomandamento, radicandoci in quella fede che sinutre della conoscenza di ciò che Dio ha fatto pernoi. E nell’affermazione divina «Io sono il Signoretuo Dio»‒ ribadisce il Catechismo ‒ è incluso ilcomandamento della fede, della speranza e dellacarità.«Uno ama quando si sente amato» ‒ dice

sant'Agostino. Solo l'esperienza dell'amore di Diopuò produrre la nostra risposta d’amore, cioè lanostra fede, che ci aiuta a non cadere nel dubbioe in tutti i peccati contro la fede.«La fede nell'amore di Dio abbraccia l'appello e

l'obbligo di rispondere alla carità divina con unamore sincero. Il primo comandamento ci ordinadi amare Dio al di sopra di tutto, e tutte le creatureper lui e a causa di lui» (CCC 2093), preservandol’uomo da quelle che sono le mancanze contro lacarità: indifferenza, ingratitudine, indolenzaspirituale e odio di Dio, che nasce dall'orgoglio.

Ma è anche vero che l’umanità non può mairispondere pienamente con le sue sole forzeall’amore di Dio. «La speranza attendefiduciosamente la beata visione di Dio e il suoaiuto, evitando la disperazione e la presunzione»(Compendio Catechismo 442).«Non avrai altro Dio fuori di me» comporta

così, dice il Catechismo, «adorare Dio comeSignore di tutto ciò che esiste; rendergli il cultodovuto […]; pregarlo con espressioni di lode, diringraziamento e di supplica; offrirgli sacrifici,soprattutto quello spirituale della propria vita, inunione con il sacrificio perfetto di Cristo;mantenere le promesse e i voti a Lui fatti»(Compendio Catechismo 443).

L’uomo che si allontana da Dio, o che crede dibastare a se stesso, è facile vittima dellasuperstizione, dell’ateismo e dell’agnosticismo,come dell’idolatria, che «non concerne soltanto ifalsi culti del paganesimo. Rimane una costantetentazione della fede. Consiste nel divinizzare ciòche non è Dio» (CCC 2113).

La tentazione di seguire gli idoli, chesoddisfano l’uomo nell’immediato e che, rispettoa Dio, sono più alla sua portata, è continuanell’uomo di ogni tempo. «Gli idolatri siamo noi ‒dice il padre ‒ nella misura che una cosa, una

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qualunque creatura, acquista per noi un senso,un valore, una giustificazione, indipendentementedall’essere un mezzo che a Dio ci conduce, unsegno in cui si manifesta una sua volontà, le cosetutte sono per noi degli idoli […] La proclamazioneche fa da millenni il popolo d’Israele della unicitàdi Dio è anche l’affermazione, la proclamazioneche ogni cristiano deve fare con tutta la sua vita,precisamente attraverso l’adempimento dellalegge dell’amore, della legge fondamentale:«Amerai il Signore con tutto il tuo cuore, con tuttal’anima tua, con tutte le tue forze». Questa è lavera proclamazione dell’unità di Dio […] Bisognaaffermare la fedeltà al Dio della Rivelazione:questa proclamazione della divina unità noncomprometterà mai i doveri del nostro stato, nonpotrà mai farci venire meno alla fedeltà alla nostracondizione, alla nostra vocazione particolare […].Noi poniamo sempre un pretesto per non donarcia Dio o per rimandare a domani questa dedizioneassoluta, totale, dell’essere nostro» (1).

«Non nominare il nome di Dio invano»«Il secondo comandamento prescrive di

rispettare il nome del Signore. Come il primocomandamento, deriva dalla virtù della religione eregola in particolare il nostro uso della parola aproposito delle cose sante» (CCC 2142)

In ebraico il nome indicava la natura profondadi una persona, conoscere il nome di qualcunosignificava perciò poterlo comprendere ed esserein comunione con lui. È Dio si fa conoscere: «Diodisse a Mosè: «Io sono colui che sono!» (Es 3,14). Il nome di Dio è allora un verbo: Io sono. Latradizione ebraica usa le consonanti JHWH perindicare quel nome che è legato al verbo“essere”, per dirci che Dio è presenza che operanella storia. Per rispettare l’altissimo significatoracchiuso in questo nome impronunciabile (inseguito sono state aggiunte le vocali per poterleggere e dire “Jahvè”), gli ebrei lo leggonoancora “Adonai”, cioè Signore, in greco “Kyrios”,titolo col quale i cristiani proclameranno la divinitàdi Gesù. Il rispetto del nome di Dio non è alloraatto formale, ma atto d’amore.

Non nominare invano il nome divino. In ebraicola parola “invano” «indica qualcosa di falso,vuoto, vano, inutile, ed era il vocabolo con cui siindicava spregiativamente l'idolo. Scopriamo,allora, un altro senso da attribuire al secondo

precetto, un senso che lo collega al primo.La vera bestemmia è scambiare il nome-

persona di Dio col nome “vano” delle cose cui ciaggrappiamo e che consideriamo come un tesoroal quale tutto sacrificare. È l’auto-adorazionedell’uomo o la sostituzione di una cosa al Diovivente» (2).

Dice il Salmo 8: «O Signore, nostro Dio, quantoè grande il tuo nome su tutta la terra». Contro lagrandezza e la santità di questo nome sioppongono il suo uso ingiurioso, la bestemmia, ilfalso giuramento, lo spergiuro e, ancora, l’uso"magico” del nome del Signore. Ma anchepronunciare il nome di Dio nella liturgia e nelculto, senza che a quell’atto di culto corrispondauna vita di fede, anche questo è un nominare ilnome di Dio invano. Si tratta allora di vivereveramente da figli di Dio che testimoniano la lorofiducia nell’amore del Padre.

Il secondo comandamento, come gli altri, èrivelazione positiva, mira a realizzare l’uomo nellacomunione con Dio, guidandolo alla santità nelrispetto del sacro, nella consapevolezzadell’alterità di Dio, della sua signoria e potenzanell’amore. Il credente, in spirito d’adorazione, lonominerà solo per benedirlo, lodarlo e glorificarlo.Il segno stesso della croce, l’invocazione delnome santo di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo,se fatto con la consapevolezza che viene dallafede, diviene invocazione anche del corpo ebenedice e glorifica di per sé il nome del Signore.«Non dimentichiamo mai – dice il teologo e

filosofo Romano Guardini ‒ che l’uomo si salvasolo nella santificazione del nome di Dio. Tutte levolte che, nel corso della storia, il nome di Dio èstato oltraggiato, maltrattato o dimenticato, èstato dimenticato anche il nome dell’uomo» (3).

Maria Rosaria Salvoper il Comitato della Cultura

Note bibliografiche:

(1) Divo Barsotti, Triduo Pasquale 14-15 aprile1960.

(2) G. Ravasi, da Famiglia Cristiana n. 9,29/02/2004.

(3) R. Guardini, Preghiera e verità, Morcelliana,pag. 66.

«Ricorda che amare Dio vuole l’eroismo. Povertà assoluta, semplicità, adesione ferma e

immediata a Dio».Divo Barsotti

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INCONTRI COMUNITARI

CORSO DI CANTO LITURGICO AL SANTUARIO DEL SASSO

Santuario della Madonna del Sasso, da giovedì 1 9 novembre a domenica 22 novembre.Per iscrizioni e informazioni rivolgersi a p. Stefano: tel. 055.8300162; e-mail

[email protected].

INCONTRO GIOVANI CAPODANNO 201 6

L’incontro (aperto ai ragazzi dai 15 ai 25 anni) si svolgerà presso il Santuario della Madonna delSasso; inizierà col pranzo di martedì 29 dicembre e si concluderà con il pranzo di venerdì 1 °gennaio 201 6. Si chiede a tutti di portare con sé lenzuola, asciugamani, il breviario (chi ce l’ha) e unquaderno per gli appunti.

Per le iscrizioni e per ulteriori informazioni, contattare p. Stefano: tel. 055.8300162, [email protected].

INCONTRO PER FAMIGLIE E GIOVANISSIMI CAPODANNO 201 6

In occasione del Capodanno, anche quest’anno ci diamo appuntamento a Fognano, in provincia diRavenna, dove si terranno l'incontro delle famiglie CFD e contemporaneamente quello per i giovanissimi(età 11-16 anni). Precisiamo che a questo incontro si possono iscrivere anche i ragazzi che non hanno igenitori presenti.Gli incontri inizieranno con la cena del mercoledì 30 dicembre e si concluderanno con il pranzo disabato 2 gennaio 201 6. Si chiede a tutti i partecipanti di portare con sé lenzuola ed asciugamani.Per informazioni e iscrizioni rivolgersi a Davide e Claudia Ventura: via Gramsci 507/F, 40024 Castel SanPietro terme (BO). Tel. 051.942383. E-mail: [email protected].

VITA NELLA CHIESA

Lo scorso 17 maggio,solennità dell’Ascensione delSignore, il Santo Padre hacanonizzato quattro religiosedi cui due provenienti dallaTerra Santa. Una di questeera molto cara al nostro padredon Divo: sr. Maria di GesùCrocifisso, al secolo Mariam(o Mirjam) Baouardy. Igenitori, di rito greco-cattolico

maronita, avevano perso dodici figli, uno dopol’altro, ma dopo un pellegrinaggio a piedi aBetlemme, ottennero dalla Madonna una bimbache nacque ad Abellin, vicino Nazareth, il 5gennaio del 1846. All’età di 3 anni rimase orfanae fu accolta da un facoltoso zio paterno, venendocosì separata dal fratellino che era nato due annidopo di lei e che fu allevato, invece, da una zia

materna.Quando Mariam ebbe 13 anni e lo zio, che nel

frattempo l’aveva portata con sé e con tutta lapropria famiglia ad Alessandria d’Egitto, lepreparò un buon matrimonio a sua insaputa, ellarivelò la propria intenzione di consacrarsi a Diocon l’eloquente gesto del taglio dei capelli. L’iradello zio e la conseguente punizione non si feceroattendere: venne destinata ai lavori di cucinacome una serva. In questa condizione Mariamcercò di mettersi in contatto col fratello attraversoun servo musulmano che doveva recarsi aNazareth e, quando questi volle convincerla aconvertirsi all’Islam e lei resistette con tenacia alpressante invito, fu violentemente aggredita,sgozzata e lasciata mezza morta per strada.Venne miracolata dalla Vergine, la quale si presecura di lei come un’infermiera e la aiutò aristabilirsi completamente in salute.

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CALABRIA ‒ SAN BRUNO

Anche quest’anno comunitario nella nostraDelegazione “Calabria San Bruno” di RoccellaJonica, Gerace e Amato di Taurianova (RC) èstato carico di momenti festosi, ricchi di emozionie di intensa spiritualità. Ricordiamo le visite di p.Agostino a novembre, dell’Assistente GeneraleMaria Persico a gennaio e di p. Ireneo in aprile,che ci hanno trasfuso nuova energia, nuova linfavitale. Il Signore in questo anno comunitario ci habenedetti, elargendoci tante grazie tra cuil’ingresso in aspirantato di Teresa Natale di SanMartino di Taurianova e la consacrazione di

Carmelo Sposato di Taurianova, sabato 25

aprile 2015. Inoltre, il nostro amato confratellosacerdote don Antonio Iamundo di Cittanova(RC), consacrato anche lui da diversi anni nellanostra Comunità, il 29 giugno 2015 ha festeggiatoinsieme ai suoi familiari, al nostro Gruppo, allanostra Delegazione, ed alla sua comunitàparrocchiale il suo giubileo sacerdotale (1965-2015).

La consacrazione di Carmelo è avvenuta in ungiorno speciale, nella festa liturgica di san Marco,anniversario della nascita del nostro PadreFondatore. Carmelo aveva desiderato che la suaconsacrazione fosse celebrata nella cappella di

VITA DELLA COMUNITÀ

Rimasta sola, Mariam trascorse qualche annoprestando servizio come domestica per diversefamiglie, prima ad Alessandria, poi a Giaffa edinfine a Beirut. Qui le venne proposto di lavorareper una famiglia che risiedeva in Francia e leiaccettò, perché la Vergine le aveva predetto cheproprio in Francia sarebbe diventata unareligiosa. Arrivò a Marsiglia nel maggio del 1863e, dopo un’esperienza lavorativa come domesticaed una prima esperienza di vita religiosa pressole suore di S. Giuseppe dell’Apparizione, entrònel Carmelo di Pau nel giugno del 1865.

Nell’agosto del 1870 partì insieme ad altreconsorelle per una nuova fondazione aMangalore, in India. La traversata in mare fudavvero tragica, perché delle sei religiose partitedalla Francia, solo tre giunsero in terra indiana nelnovembre dello stesso anno. Nello stesso mesedell’anno seguente emise i suoi voti solenni e solodue anni dopo, per motivi legati alle sue singolariesperienze mistiche, dovette far ritorno nelCarmelo di Pau. Qui ben presto ricevette dalSignore la richiesta di fondare un Carmelo aBetlemme, perciò, dopo i dovuti permessi deisuperiori, potè fare ritorno nella sua terra nelsettembre del 1875 insieme ad altre noveconsorelle. Fu Gesù stesso a rivelarle il luogo incui doveva essere costruito il monastero e a darleanche delle indicazioni pratiche sull’architetturache doveva caratterizzarlo. Si prodigòalacremente, dedicandosi anche a pesanti lavoridi manovalanza, affinché la costruzione potesseessere portata a termine il più presto possibile,ma più rapidamente crebbe il suo ardente

desiderio di raggiungere il suo Sposo divino. Fucosì che, dopo una brutta caduta che le causò lafrattura di una spalla, dovette mettersi a letto peril degenerare di una incurabile cancrena che nelgiro di pochi giorni la condusse alla morte. Spiròdolcemente, dopo aver convocato le consorelleattorno al suo letto ed essersi affidata allamisericordia di Dio, il 26 agosto del 1878.

È stata chiamata “stella d’Oriente”, “fiore diGalilea”, “capolavoro dello Spirito Santo”, ma leiamava definirsi “il piccolo nulla”. È proprio questaumiltà che è stata il fondamento della sua santità,al di là dei numerosi carismi straordinari che ilSignore ha voluto donarle: estasi, levitazioni,stimmate, trasverberazione del cuore,apparizioni, profezie, conoscenze misteriose,bilocazione, vessazioni diaboliche, doni di poesia(eccezionali per un’analfabeta che non imparòmai a leggere e scrivere correttamente).Qualcuno l’ha chiamata anche “teologa delloSpirito Santo”, a motivo delle rivelazioni che haricevuto circa l’importanza della devozione allaterza Persona della SS. Trinità.

Concludiamo con alcune sue parole dette inproposito durante un’estasi: «Il mondo e leComunità religiose trascurano la vera devozioneal Paraclito. Per questo vi è l’errore, la disunionee non vi è la pace. Non si invoca abbastanza laLuce come deve essere invocata. Anche neiSeminari è trascurata. Chi invocherà lo SpiritoSanto non morrà nell’errore».

A cura del Comitato della Cultura

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Casa San Sergio a Settignano oppure nelmonastero della Visitazione di Taurianova, dueluoghi di grande spiritualità. Il Signore ha volutoper la sua consacrazione il monastero dellaVisitazione. Difatti Carmelo fin da ragazzofrequenta questo luogo, ed ogni mattina vi si recaper la celebrazione della Santa Messa e per laLiturgia delle Ore, insieme a sua moglie. Inoltre lesuore anziane l’hanno cresciuto e il giorno dellasua consacrazione erano contente ed emozionatenel vedere un loro figlio spirituale consacrarsi aDio nella Comunità.

La celebrazione eucaristica è stataconcelebrata da p. Ireneo e da don AntonioIamundo, la liturgia è stata animata dalle SuoreVisitandine. Dopo la Santa Messa ci attendevaMadre Margherita Maria Casalino per uncolloquio con tutti noi della Comunità. Sia lei chele suore Visitandine conoscono da molti anni laspiritualità del nostro Padre Fondatore.

Al nostro carissimo Carmelo, a nome mio,come suo amico, confratello, padrino e assistentedel nostro Gruppo “Venerabile FrancescoMottola” di Amato di Taurianova, di sua moglieMaria e famiglia, di don Antonio Iamundo, e ditutto il nostro Gruppo, della nostra carissimaDelegata Rosetta Franco, e di tutta la nostraamata Delegazione “Calabria San Bruno” diRoccella Jonica, Gerace e Amato di Taurianova,l’augurio di cercare e di incontrare il Volto santo diDio, per incarnarlo nella sua vita, nella suafamiglia, nel nostro Gruppo, nella nostraDelegazione, nella nostra Comunità, nella suaparrocchia, nella nostra società.

Il 29 giugno a Cittanova (RC) nella sua chiesaparrocchiale di S. Girolamo, alla presenza del

Vescovo, don Iamundo ha celebrato il suogiubileo sacerdotale. Vi hanno partecipato i suoifratelli e sorelle, cognati, nipoti, parenti, amici;autorità civili, militari, politiche, scolastiche; ilsindaco e l’Amministrazione comunale diCittanova; suore di varie congregazioni religiose;rappresentazioni di comunità parrocchiali eassociazioni ecclesiali dove lui è stato parroco; lanostra Delegata Rosetta Franco, la Responsabiledella Formazione Carmelina Condelli e tutto ilgruppo, Lucia Ventrici e altri consacrati dellanostra Delegazione “Calabria San Bruno” diRoccella Jonica (RC), Gerace (RC) e Amato diTaurianova (RC).

Emozionante il saluto e i ringraziamenti di suofratello Giovanni a nome di tutta la loro famiglia,ricordando i loro genitori, che con tanto amore etanti sacrifici ha potuto coronare il suo e il lorosogno di essere sacerdote, e che anche luiovunque il Signore lo ha mandato come parroco,gli è stato sempre accanto, come anche la loromamma e la loro sorella maggiore Annunziata.

Don Iamundo ha letto gli auguri che gli sonogiunti, tra cui quello del nostro Padre Generale, p.Benedetto Ravano, accompagnato daltestamento spirituale del nostro Padre Fondatoredon Barsotti.

Don Antonio conobbe la Comunità tramite PinoGuarnieri, di cui era amico da tanto tempo. Fecel’ingresso in aspirantato con p. Benedetto e la suaconsacrazione il 27 ottobre 2007 con p. Silverio.Attualmente è cappellano delle Suore Visitandinedi Taurianova ed esorcista della Diocesi. Da partedi tutti noi gli auguriamo Admaiora semper!

Vincenzo Crucitti

Calabria San Bruno; Don Antonio (il terzo da sinistra) con alcuni aspiranti e

consacrati.

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Dall’ arrivo di p. Silverio la vita a CasaS.Agostino si è decisamente arricchita, da tutti ipunti di vista. Il suo zelo per la legna ci haprovvisto di combustibile, probabilmente, per iprossimi cinque anni: e così il nostro invernoaustraliano è stato mitigato, anzi rallegrato dallavivace presenza del caminetto (acceso!). Inutiledirlo, la camera del camino (detta anche “cameradel fuoco”) è diventata in breve la più usata perpranzi, cene, incontri... Ma l’aiuto di Silverio non siferma qui: con grande perizia ha aiutato Massimoa divenire un provetto guidatore, pronto adaffrontare l’esame di guida... E al secondotentativo (certi esaminatori australiani sono di unapedanteria unica!) eccolo sfoggiare fieramente lesue “P” verdi, da portare sulla macchina per treanni dopo aver ottenuto la patente.

Sul piano “pastorale” abbiamo potuto lanciarci

in grandi imprese: abbiamo cercato di farconoscere di più la Comunità in diverseparrocchie (quelle dove abbiamo ritenuto ci fosseun... “terreno fertile”), spesso con la scusa dioffrire ai parrocchiani un ritiro o un incontro sullapreghiera, magistralmente condotto da Massimo.Tra queste spicca la parrocchia di Myrtleford, conforte presenza di immigrati italiani, il cui parrocoPeter Ferweda, ha molto caldeggiato edapprezzato la nostra presenza. Si tratta di unuomo molto buono e spiritualmente profondo, una“vocazione adulta”: aveva lavorato come medico,senza mai sposarsi, fino a sessant’anni ed ha poisentito la chiamata a farsi sacerdote in seguito adun pellegrinaggio a Medjugorie.

Oltre ai due corsi di Esercizi tenuti a Millgrove,con ottima partecipazione, ci sono state diversevisite: Silverio in Nuova Zelanda, Doroteo conFaye (Assistente di Famiglia) a Maitland ed inTasmania, senza dimenticare la visita di Doroteoin Sri-Lanka, amorevolmente organizzata econdotta da sr. Francesca: tre settimane in cui, senon altro, Silverio e Massimo hanno potutoriposare le orecchie dalle terribili battute del lorofratello.

Con la scusa di visite di controllo per Massimoe Doroteo, la nostra frequentazione dei Gruppi diAlbury si è assai intensificata, per culminare conla consacrazione di Jessica Godwin (la cui foto èapparsa qualche Notiziario fa), attualmente la piùgiovane consacrata dell’Australia!

Lasciato Silverio all’aeroporto di Melbourne il25 agosto, Massimo e Doroteo sono rimasti soli,ma con troppe cose da fare per potersicommiserare: eccoli infatti di nuovo, a metàsettembre, in aeroporto per recarsi in visita inWestern Australia, e poi, da lì, in Italia... È curiosonotare come la gente, qui in Australia, pensi chenoi andiamo in Italia per vacanza!!

I Fratelli di Casa S.Agostino di Canterbury

IN ATTESA DELLE NOSTRE “VACANZE”

“Mentre cantavo il Gloria sentivo che gli angeli stavano ascoltando. La Messa non è un atto di pietà personale.

Dalla celebrazione dipendeva esattamente tutta la creazione: non dalla Messa in astratto, ma da quell’atto. E

la mia Messa non moltiplicava l’atto del Sacrificio; la Messa non è copia, non è ripetizione, è veramente l’atto

di Dio, è veramente la vita dell’universo. Sotto il segno della ripetizione è l’identità, sotto il segno del ricordo è

la pura Presenza.

Come vivere questa verità? L’uomo non vive l’unità nel suo profondo, ma non può viverla mai pienamente

quaggiù nella propria esperienza sensibile: di qui il tormento ineffabile.”

Divo Barsotti

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DUE NUOVE SORELLE!

Dopo una gestazione di tre anni, la BeataVergine Maria di Pietracupa si è confermataMadre delle grazie, donando alla Comunità duenuove sorelle del IV ramo. Perché fosse chiaro atutti che era proprio Lei, la Madre, a farne dono,dopo averle plasmate nella Sua casa, ce le haconsegnate sempre in una Sua casa, il Santuariodella Madonna del Sasso, ove pure vienevenerata come Madre delle grazie. E questo nonpoteva avvenire che nel Suo mese: maggio. Sepoi ci venisse da obiettare che quello non era ungiorno a Lei consacrato, perché si celebrava lasolennità di Pentecoste, la contro-obiezione civiene dal fatto che quest’anno tale solennitàcadeva il giono 24, memoria di Maria Ausiliatrice.

Dunque, quella mattina di fine maggio partonodal Santuario di Pietracupa le novizie Elisa diModena e Marie Madeleine di Ouidah (Benin),per raggiungere il Santuario del Sasso, giàbrulicante di fratelli di Comunità, pellegrini e amiciprovenienti da molti luoghi d’Italia (Modenaspopola), ma anche dal Benin e dalla NuovaZelanda.

Durante la celebrazione è palpabile la presenzadello Spirito Santo aleggiante sulle due promessespose, pronto ad adombrarle della Sua Potenza,in attesa del loro fiat. Una promessa annuale

quella delle due spose, ma già perpetua nel lorocuore e in quello dello Sposo. Promessa chesuscita eco in molti fratelli e sorelle consacrati,che nel sì delle due spose sentono di rivivere,rinnovare e riaffermare il proprio sì all’Amoreimmenso e gratuito di Dio, memori della comunechiamata all’unione nuziale col Verbo.Emozionante come sempre il momento dellavestizione, quando, dopo una lunga attesa (ove ilcanto dell’assemblea diviene quasi un grido:«Vieni!»), appaiono le due sorelle dal fondo dellachiesa rivestite delle vesti di salvezza e,attraversando la navata con incedere regale, siinginicchiano davanti all’altare. Guardandole ciscopriamo a pensare che la Sacra Veste leattendesse da sempre, così come il nuovo nomedi Cecilia per Elisa e quello battesimalericonfermato per Marie Madeleine. E lo SpiritoSanto continua ad effondersi nella ispirata omeliadi p. Benedetto, nella Liturgia Eucaristica, maanche negli “spirituali” scatti fotografici di GiorgioBrandoli, nella “miracolosa” armonia polifonicadel coro (chiedere ai cantori circa l’esitodisastroso delle prove) e sopratutto nel cuore diogni fedele che ha accolto in sé Gesù Eucarestia.

Al termine l’affidamento di suor Cecilia e suorMarie Madeleine alla Madre delle grazie nellacripta del Santuario e quindi la condivisione delpranzo per gli ospiti ed un buffet offerto sotto illoggiato a tutti i presenti. La maestra suorVeronica, coadiuvata da un efficentissimo staff,

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CORRISPONDENZA

Riceviamo questa sorprendente lettera da una

persona sconosciuta che si è sentita e si sente

attratta dal Padre, che ci scrive da Pordenone per

condividere con noi quanto ha “scoperto”. Sembra

una risposta a quanto si domanda la nostra

Francesca nell’articolo in questo Notiziario sui “I nostri

morti”, ossia come vivano la comunione con il Padre

don Divo Barsotti coloro che non lo hanno conosciuto

e incontrato in vita.

(…) Il 2 agosto di un anno fa mi trovavo in città[Pordenone] con la mia bambina in passeggino edecisi di fare un salto in chiesa. A sorpresa trovaila Messa e mi fermai. Ascoltai il sacerdote e misentii misteriosamente sopraffatto dal senso delpeccato, avvertendo come un impulsoincontenibile a salire in croce con Lui, acondividere le sue sofferenze, a pregare per“riparare” le nostre offese. Prima di allora nonavevo mai sentito parlare di riparazione, animevittime, ecc… Uscii da quella chiesa sconvolto. Neparlai col mio direttore spirituale ma egli tagliòcorto… la riparazione è roba del passato. Eppureio questa cosa la sentivo forte, percepivo chiarola mia offesa a Dio e quella di tante altrepersone… e la preghiera mi sgorgava spontanea:

“Gesù, salva tutti! Voglio pagare io per queipeccati”. Le prime volte non capivo neanche cosavoleva dire, sentivo questo impulso di offerta ebasta.

Poco dopo, un pomeriggio, mi trovai da solo acasa e mi venne in mente un nome: don DivoBarsotti. Non so perché, sapevo a malapena ilnome, che nelle mie letture avevo trovato legato aLa Pira e Turoldo, ma non avevo davvero idea dialtro. Cercai in internet, e trovai un video con donDivo che celebrava la Messa, piangendo allaconsacrazione. Ne restai impressionato. Ascoltaiun suo intervento e sentii don Divo dire che ilcristianesimo non è promozione umana esociale… il cristianesimo, in definitiva, è Cristo! Fucome un terremoto… ed il colpo di grazia me lodiede quando, rivolto ad un ascoltatore, glichiese: “Vuoi consumarti nell’amore per Cristo?”.Pausa. E di nuovo, sorridendo: “Vuoi?”. Restaifolgorato.

Cercai allora di approfondire l’itinerario diquest’uomo, il suo mondo, la sua sensibilità e,percependo tante risposte a quelle che erano lemie grandi questioni irrisolte, me ne sentii semprepiù avvinto, lo sento tuttora sempre più vicino,arrivo ad invocarlo nella preghiera e, addirittura,

ha pensato ad ogni particolare, compresi isegnaposto nominali ai vari tavoli. Così tutti ipresenti si sono potuti amalgamare facendoreciproca conoscenza, se non con le parole(difficile capirsi tra tanta esplosione di gioia),almeno con lo sguardo ed il sorriso. Il piùluminoso, frammisto a lacrime, quello di Ivanna, lamamma di suor Cecilia, ma anche quello delfratello Davide e della fidanzata Sogol, ormaiprossimi al matrimonio. Invece il più giovane egioioso è quello di p. Sebastiano Bernardini,cappuccino 87enne amico della famiglia. E suorMarie Madeleine? Non sembra rattristata perl’assenza della famiglia di origine (ha appenapromesso di vivere nella Cominità dei figli di Diocome sua famiglia) e tuttavia il Signore hapreparato anche per i suoi cari una festa di nozzenella città natale dove la nostra sorella del Beninsi recherà presto in visita, scortata da ben quattromembri del IV ramo più lo stesso Padre generale.

Questa meravigliosa giornata di grazia e digioia non poteva non terminare con l’ormai

consueto momento ricreativo. La parte canora èaffidata a p. Serafino che, dopo un silenzio dimolti anni, è potuto tornare ad esprimere la suavena di cantautore popolar-ironico(incredibilmente è riuscito a non cedere alla new-wave bachiana). Nonostante gli ingranaggi un po’arrugginiti la sua re-entry è salutata da tutti conovazioni. Il secondo momento è quello deltelequiz messo in piedi dall’eclettica noviziaAlessia. Le due neo-spose si sfidano in duello ametà strada tra il “memory” e “chissà chi lo sa”.L’emozione sembra paralizzare le pur preparateconcorrenti, ma questo non smoza nel pubblicotifo e divertimento.

Si giunge così al termine della giornata ementre alcuni zelanti volontari riassettano i locali,suor Cecilia e suor Marie Madeleine si preparanoa salire sulla “limousine bianca”, non senzaessersi prima concesse agli ultimi abbracciaffettuosi di fratelli, amici e familiari.

sr. Margherita

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28 agosto 2015: Matrimonio di

Rocco Gumina e Alessia Giunta

(entrambi consacrati), celebrato

da p. Damiano.

1 ottobre 2014: Matrimonio di Giampaolo Virone con Sonia, i quali

sono in attesa di una bimba che verrà alla luce il prossimo novembre.

Vorrei sottolineare che questi matrimoni sono stati veramente una festa

per la nostra Famiglia comunitaria!

Rachele Carrubba

ad interrogarlo direttamente perché mi illumini lacomprensione della Scrittura e delle sue operequando non capisco qualcosa. Lo sento vicino. Losento presente.

Mi avvicino allora a voi come un mendicante…non pretendo nulla, non chiedo nulla, non ho piùidee, convinzioni, progetti, aneliti, posizioni daaffermare come in passato, sento solo questoGesù che mi sta lentamente svuotando (ha soloiniziato e quanto lavoro gli rimane da fare!) e per

riempirmi di cosa? Di chi?Chiedo allora a voi, ma davvero

sommessamente, di aiutarmi a incanalare questeesperienze, a darvi un nome, di portarle asintesi… per non sciuparle, per aiutarmi a far sìche davvero Gesù si impossessi di me e non milasci più. Incapace di amarlo (cosa mai possodargli in cambio?) posso almeno provare alasciarmi amare da Lui…

Renato Esposito (Pordenone)

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Novembre 2015

10 luglio 2015: Matrimonio di Fabio

Bontempo con Federica.

11-13 Settembre 2015. Passando daOristasno abbiamo fatto visita alla pionieradella Sardegna Tanuccia, la quale nonostantela sua malattia è sempre un fuoco e dalle suelabbra si sente parlare il padre.

Vito Di Ciaula

11-13 Settembre 2015. Foto di gruppo dell' incontro con la famiglia di Oristano.

Vito DiCiaula

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Novembre 2015

01 VITTORINA SCALAS + 2011 SERRAMANNA CA02 ANNA MINOZZI + 1992 NAPOLI

03 LEONARDO DI FICCIO + 2014 LIVORNO

04 BRUNA FIORENTINI + 1956 FIRENZE

CLARA MAZZO + 1981 PADOVA

IVETTE CORNI + 1986 MODENA

NORMA TORRICELLI + 1992 BOMPORTO MO05 BRUNA MORETTI + 2009 LIVORNO

06 *GIACOMO MENICHETTI + 1973 FIRENZE

07 MARIA DA RE + 1981 VENEZIA

LUISA FRANCHINI + 1997 MODENA

08 CONSIGLIA MONTANA + 1996 CALTANISSETTA

*ALBERTO TOBÌA + 2012 LIVORNO

09 MICHELA CORTESE + 1996 NAPOLI

VITTORINA FRANZOSI + 2000 VERBANIA

10 IDA MONETTI + 1989 MESTRE VE11 OLGA TRIGÒNA + 1985 PALERMO

*PIETRO SANÀPO + 1999 ORIA BR*P. BENJAMIN TOUDONOU + 2011 TANGUIETÁ

(BENIN)NELLA RICCI + 2014 FIRENZE

12 GIULIA SAVOLDI + 2005 BRESCIA

13 *UGO FRIGERIO + 2005 NAPOLI

LINA CARAFÒLI + 2006 BOLOGNA

*ATTILIO AMISTA + 2009 MODENA

15 *GAETANO ROVERSI + 1984 MODENA

MARIA CHERSANO + 1987 VENEZIA

CARMELA BONGIOVANNI + 1997 SIRACUSA

16 GENNY CECCHERINI + 1960 FIRENZE

ANGELA MARIA GIOVANNIELLO + 1999 PALO DEL

COLLE BA17 OLGA NECCI + 2008 FIRENZE

19 LUIGIA MINELLI + 2012 MODENA

20 LUCIA CAIAZZO + 1980 NAPOLI

21 FILOMENA VELLA + 1997 PALERMO

LUIGIA TOZZI + 2004 SUNA VBCLARA REDA + 2006 VIGLIANO BIELLESE BI

22 RICCARDA DAL BOSCO + 2007 MERANO BZ23 TERESA PANIGADA + 2014 LUCCA

24 EMILIA MAZZIOTTI + 1982 NAPOLI

ANGELA PAPPALARDO + 1993 FLORIDIA (SR)ROSANNA ROBELLI + 2014 MODENA

25 AMATA CIARDI + 1967 FIRENZE

IDA CAIUMI + 1984 MODENA

LIA BRAGA + 2003 ROVIGO

26 LUIGIA DE ROSA + 1993 NAPOLI

27 LAURA PINTO + 2013 APPIANO BZSIRA MODENA + 2014 LUCCA

28 MILÌTZA FAGGIOLI + 1985 MODENA

*DON LUIGI FAÒRO + 2010 FELTRE BL29 ANNA GERVASIO + 2002 NAPOLI

30 *PAOLO RAVÀNO + 2010 CAP FERRAT (FRANCIA)*IGNAZIO BARRÈCA + 2010 PALERMO

ADA BORELLINI + 2014 VENEZIA

ANNIVERSARIO DEI DEFUNTI

A Lodi e Vespri dopo l’ultima invocazione si aggiunga:Lett. «Signore, ti raccomandiamo il nostro fratello (la nostra sorella)... che in questo giorno hai chiamato a te daquesta vita...Ass. «Donagli/le la tua pace e fallo/a partecipe della gloria della Tua resurrezione».

NOVEMBRE 201 5

Australia: foto prima della partenza di p. Silverio perFirenze

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Novembre 2015 La Casa Madre e le altre case della Comunità dei figli di Dio

I SANTI PATRONI DEI GRUPPI

Nella preghiera litanica si aggiunga, nel giorno relativo:Per i nostri fratelli del gruppo di ... dedicato a San ..., perché per sua intercessione siano un cuore solo ed

un’anima sola nella fedeltà e nell’amore, preghiamo...

NOVEMBRE 201 5

03 S. MARTINO DI PORRESMELBOURNE (AUSTRALIA)S. SILVIAPALERMO

04 S. CARLO BORROMEOVERBANIA

SS. VITALE E AGRICOLABOLOGNA

08 B. MICHELE SOPOCKOHOBART (TASMANIA - AUSTRALIA)

09 B. ELISABETTA DELLA TRINITÀMODENA

16 B. V. M. MATER MISERICORDIAE

BIELLA

19 S. GIORDANO ANSALONECALTANISSETTA

22 CRISTO REMADAMPE (SRI LANKA)S. CECILIAMONTEMURLO PO

25 S. CATERINA D’ALESSANDRIASANTA CATERINA VILLARMOSA CLSS. LUIGI E MARIA BELTRAME QUATTROCCHI

SOMMATINO CL (NELLA DATA ANNIVERSARIA

DELLE LORO NOZZE)26 S. UMILE DA BISIGNANO

COSENZA

29 S. FRANCESCO ANTONIO FASANISAN SEVERO FG

B. Michele Sopocko Cristo Re S. Caterina d'Alessandria

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La Casa Madre e le altre case della Comunità dei figli di DioCasa San Sergio 055.697778Via Crocifissalto, 2 [email protected] SETTIGNANO (FI)

Casa Madonna del Sasso 055.8300162Santuario Madonna del Sasso [email protected] Santa Brigida (FI)

Casa San Gregorio 015.511084Via per Chiavazza, 30 [email protected] Vigliano Biellese (BI)

Casa Mater Misericordiae 015.811305Via per Chiavazza, 30 [email protected] Vigliano Biellese (BI)

Casa Santa Maria Delle Grazie 055.8072924Santuario Madonna di PietracupaVia Pietracupa, 2150028 San Donato in Poggio (FI)

Casa Sant’Agostino di Canterbury 0061.3.58286473Catholic Presbitery [email protected] Saddleback RoadDookie 3646 - Victoria - Australia

Casa della Trasfigurazione 055.697101Via Rossellino, 750135 Settignano (FI)

Casa San Benedetto 06.37350711Via Monte Asolone, 800195 Roma

Altre InformazioniSegreteria della Comunità:

Tel/Fax 055.6557409 Lun e Mer risposta diretta .

via dell'olmeto 7/F 50135 Settignano (FI)

[email protected] Segreteria e fax tutti i giorni 24 ore su 24.

Ufficio Economato

[email protected] 055.697140

Archivio Tel/Fax 055.697140 [email protected]

Notiziario 055.8300162 [email protected]

Conto corrente postale Comunità n°23703507, intestato a “Comunità dei figli di Dio”, via Crocifissalto, 2 -50135-Settignano (FI)

Conto corrente bancario Comunità

n°15302/68, intestato a “Comunità dei figli di Dio”, presso Monte dei Paschi di Siena, filiale di Firenze,

Codice IBAN: IT28 I010-3002-8570-0000-1530-268

Per le offerte riguardanti i libri: conto corrente postale n° 98674914, intestato a Tommaso Caldarone, via per Chiavazza 30,

Vigliano Biellese, (Biella) ; per le offerte libri con bonifico codice IBAN: IT16 X076-0110-0000-0009-8674-914

Per eventuali richieste sui libri, contattare p. Paolo Radice all’indirizzo e-mail: [email protected]

Sito internet CFD: http://www.comunitafiglididio.it/ (Dal sito è possibile anche scaricare il Notiziario).

Casa“Divo Barsotti”Via Tevere, 1209040 Guamaggiore (CA)

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