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Anno LVI - N.11 NOVEMBRE 2011 Poste Italiane - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 art. 1 comma 1 del 01/02/2011 - Roma Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma

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Anno LVI - N.11 NOVEMBRE 2011

Poste Italiane - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 art. 1 comma 1 del 01/02/2011 - Roma

Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma

- Custodia delle tradizioni,

- supporto alla Forza Armata,

- diffusione della cultura aeronautica attraverso le

attività del CESMA,

- ma, soprattutto,

- reperimento di nuovi soci,

- specialmente tra quelli in servizio attivo.

- La TUA associazione ha bisogno di TE!!!!

Associazione

Arma Aeronautica

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11NOVEMBRE 2011

ANNO LVI

AERONAUTICAAnno di fondazione 1956Pubblicazione mensile edita dall’Associazione Arma Aeronautica

Direttore editorialeGIANBORTOLO PARISIDirettore responsabileSILVANO BRONCHINIDirezione, Redazione, Amministrazione00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882 C.F. 80248150585 – Partita IVA n. 10925071002e-mail: [email protected] (per il periodico sociale)e-mail:[email protected] (per l’amministrazione)www.assoaeronautica.it (per l’Associazione)www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici)c/c.p. ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA, 310003c/c. banc. n. 000000136949 Banca Popolare di Lodi Ag. 4 -via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma - IBAN: IT20 F 05164 03204 000000136949Realizzazione grafica e stampaRaia srl - 00166 Roma, via G. B. Impallomeni, 66Tel. 06/6690252 - Fax 06/5599675 - e-mail: [email protected]. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56Iscrizione al R.O.C. n. 6972“Aeronautica” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà lettera-ria, artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi, èfatto obbligo citare la fonte. I testi delle collaborazioni - che si intendono comun-que inviati a titolo di liberalità - anche se non pubblicati, non si restituiscono.

Chiuso in redazione l’11 novembre 2011.

Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno unasomma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio naziona-le. Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione.

La quota associativa fissata dal Consiglio Direttivo Nazionale AAA per il 2011 ècomprensiva della spedizione in abbonamento postale (pari a € 8,00) del periodi-co sociale “Aeronautica".

In copertinaIl Sacello del Milite Ignoto al Vittoria-no. Alle cerimonie in suo onore per il4 novembre e alla rievocazione delviaggio per il trasporto della salma daAquileia a Roma sono dedicati gliarticoli pubblicati a pag. 4 e a pag. 18.

ISSN: 0391-7630

La locandina celebrativa del 4novembre realizzata dal mini-stero della Difesa e una parzia-le veduta della mostra sulleForze Armate allestita per l’oc-casione al Circo Massimo.

Riccardo Niccoli, Coccarde Tricolo-ri Speciale G.91R/PAN/T/Y. Novara,RN Publishing, 2011. Cm 21x29,7,pp. 144. Euro 25,00.

Per la sua quinta monografia l’autore-editore Riccardo Niccoli ha scelto ilG.91 una famiglia di aeroplani emble-matica della storia dell’AeronauticaMilitare e vicina al cuore degli aviato-ri e degli appassionati ma largamentetrascurata dall’editoria nazionale. Dalcaccia tattico leggero G.91R al G.91PAN a lungo in dotazione alle FrecceTricolori, dal G.91T sul quale tanticonseguirono il brevetto di pilotamilitare al G.91Y bimotore, Niccolisegue l’impostazione già collaudatacon successo negli altri volumi: lo svi-luppo del progetto, l’uso in Italia, ilsupporto tecnico-logistico, le esporta-zioni, i ricordi dei piloti, un ampiofotoalbum (ben 40 pagine), più profilie dettagli di interesse modellistico eduna succinta tabella riassuntiva dellematricole militari. Il risultato è otti-mo, anche per la cura posta nel rico-struire la nascita del programma el’alto livello delle testimonianze (bastiqui citare il gen. BA Massimo Monta-nari e il ten. col. “Pierino” Purpura,colonne portanti della PAN). Dalpunto di vista grafico, è molto alta lacura posta nel rintracciare immaginiinedite o nel proporre versioni di qua-lità di alcune già note. L’unico difettoè l’aver compresso quattro macchinetanto diverse tra loro in un numero dipagine che talvolta sembra andarstretto, al punto da costringere arinunciare alla traduzione inglese dialcune parti. Ma per fortuna non è unproblema per i lettori italiani.

Disponibile presso le librerie specializza-te o l’editore (www.rnpublishing.com; Via Torelli 31, 28100 Novara, 0321-455108).

Fabrice Amedeo, La face cachée d’AirFrance. Parigi, Flammarion, 2010.Cm 15,5 x 24, pp. 348. Euro 20.

Oggi il gruppo Air France-KLM ènoto nel nostro paese soprattuttoquale azionista di maggioranza relati-va di Alitalia-CAI, la compagnia aereache dopo la fusione con Air One con-tinua l’attività della storica Alitalia-LAI. Fino a qualche mese fa il raf-fronto tra le due realtà sembravaimproponibile per dimensioni, reddi-tività, efficienza. La recente esplosio-ne dell’indebitamento della compa-gnia transalpina e il ritorno di Jean-Cyril Spinetta al vertice rendono digrande attualità il libro-inchiesta diAmedeo sulla “faccia nascosta” di AirFrance. L’autore, che segue il tra-sporto aereo per Le Figaro, parte dal-l’incidente al volo AF447 per esplora-re la cultura, i rapporti interni e l’or-ganizzazione di Air France. La con-clusione, paradossale per chi osservala situazione dall’Italia, è quella dellanecessità di affrontare difficili proble-mi di costi e di personale, smontandoun modello sempre più difficile dasostenere per chi voglia restare aiprimi posti della graduatoria mondia-le. Il libro, purtroppo solo in francese,è di grande interesse sia per il temasia per la professionalità con la qualeviene affrontato, ben diversa da quel-la dei troppi “instant book” partoritidal caso Alitalia.

Disponibile pressowww.groupe-flammarion.com

Gabriella Catalano Sgrosso, Dirittointernazionale dello spazio. Vicchio,LoGisma, 2011. Cm 17 x 24, pp.296. Euro 48,00.

Pur essendo l’Italia un paese moltoattivo in campo spaziale sin dai primiesperimenti di Luigi Broglio, oltremezzo secolo fa, mancava sinora unmanuale di diritto spaziale che com-pendiasse in un solo volume la norma-tiva che governa questi campo in con-tinua espansione: problemi che vannodalla responsabilità per i danni ai terziin superficie (come ha ricordato ilrecente allarme, peraltro esagerato,per il rientro incontrollato di un satelli-te NASA) fino alle attività commercialinello spazio o dei lanci. L’autrice, giàprofessore di diritto spaziale e interna-zionale alla facoltà di Economia dell’u-niversità di Roma, è stata per anni unodei direttori dell’International Instituteof Space Law, ed è pertanto ben quali-ficata per trattare l’argomento. Dopouna breve introduzione sui principigenerali e la distinzione tra dirittointernazionale, aereo e spaziale, l’argo-mento si sviluppa attraverso due partiper complessivi otto capitoli, ricchi didottrina e di riferimenti bibliografici.Si tratta dunque di un lavoro moltocompleto e dettagliato, di sicura utilitàper gli studenti e gli operatori profes-sionali in campo spaziale.

Disponibile presso l’editore (via Zufola-na 4, 50039 Vicchio, Firenze; www.logisma.it; tel. 055/8497054

LibriLibria cu ra d i Gr ego ry Al eg ia cu ra d i Gr ego ry Al eg i

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L’Aeronautica Militare 4

Celebrata la giornata dell’Unità nazionale e festa delle FFA

L’Ordine Militare d’Italia a tre ufficiali dell’AM

L’attività dell’AM in Libia

Il 50° anniversario dell’eccidio di Kindu

Premiate tre donne dell’AM

Storia aeronautica 11

1972-75: l’offensiva aerea “Linebacker II”, lo scandalo Watergate e la caduta del Vietnam del Suddi Ferdinando Sguerri

Scienza, tecnica e industria 17

Varie 18

Un treno ha ripercorso l’ultimo viaggio del Milite Ignoto

Monumenti, pezzi di alluminio … e dintornidi Giancarlo Naldi

L’evoluzione del Predatordi Mario Longobardi

Convegno su “Le Associazioni d’Arma: realtà e prospettive”

Tre soci AAA hanno raggiunto il secolo di vita

L’Associazione Arma Aeronautica 29

Libri 42

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Celebrata la giornata dell’Unità nazionale e festa delle FFAA

AERONAUTICA MILITARE

Le cerimonie per la celebrazio-ne del 4 novembre, giornatadell’Unità Nazionale e festa

delle Forze Armate - che quest’annoha assunto maggiore solennità perla ricorrenza dei 150 anni dell’unitàd’Italia - sono state aperte dalla de-posizione di una corona d’alloro alsacello del Milite Ignoto da partedel capo dello Stato alla presenzadelle massime autorità civili e mili-tari del Paese.Successivamente il capo dello Statosi è recato al Sacrario dei Cadutid’Oltremare di Bari per rendere «l’o-maggio del Paese e mio personale atutti coloro che hanno perso la vitaper la libertà e la prosperità della no-stra Patria» deponendovi una coro-na d’alloro mentre gli aviogetti dellaPAN sorvolavano il luogo con le lorofumate tricolori.Al Sacrario di Redipuglia era invecepresente il presidente del SenatoRenato Schifani.Anche quest’anno, al Circo Massimodi Roma, le Forze Armate hanno

esposto al pubblico, dal 4 al 6 no-vembre, numerosi mezzi e materialiin loro dotazione.Per quanto riguarda l’AeronauticaMilitare, in particolare, essa ha tral’altro presentato i simulacri del Tor-nado, dell’AMX, del Predator a pilo-taggio remoto e dell ’elicotteroAB.212 e, all’interno di un’area co-perta, equipaggiamenti, modelli divelivoli in scala e motori di velivoli.Il percorso espositivo, arricchito dapannelli informativi, ha consentitoai visitatori di conoscere i più im-portanti settori ove l’AeronauticaMilitare opera quotidianamente:dalle principali operazioni aeree, altrasporto aereo, al soccorso aereo eCombat SAR (Search and Rescue),alla ricerca, alla sperimentazione edall’attività aerospaziale. L’esposizio-ne era completata da una piccolaarea - dedicata alla storia e alle tra-dizioni della Forza Armata - con al-cune uniformi storiche e diversicimeli appartenenti al Museo Stori-co dell’A.M. di Vigna di Valle.

Da sottolineare che, nell’area coper-ta riservata alle Associazioni d’arma,anche la nostra AAA era presentecon uno spazio nel quale, oltre all’e-sposizione del Labaro nazionale e diquello della sezione romana, veniva-no proiettate immagini di vita socia-le e dell’attività dell’AM e distribuitidepliant relativi al sodalizio nonchécopie del nostro periodico.Un concerto serale del maestro En-nio Morricone a Piazza del Popoloha concluso a Roma questa giornata.Come da tradizione, infine, numero-se caserme, porti militari e basi areein tutta Italia sono state aperte allavisita della popolazione.È ancora da evidenziare che, per laricorrenza, in alcune città i nostrisodalizi locali hanno allestito vetri-ne o mostre esponendo uniformi,cimeli, modellini di aerei, fotografiee documenti relativi alla nostra For-za Armata e/o hanno partecipatocon il proprio Labaro alle cerimo-nie celebrative indette dalle autoritàcompetenti.

«Si rinnova oggi al palazzo del Quirinale il tradizionaleincontro con le Forze Armate, in concomitanza come diconsueto con le celebrazioni del 4 novembre, e oggi nelnovantesimo anniversario della fine della Grande Guerrae del compimento dell’Unità Nazionale.Gli eventi del 1918 ebbero rilevanza storica straordinariaper il nostro Paese e sono da allora tradizionalmente rie-vocati nello storico segno della vittoria sull’Impero Au-stro-Ungarico e della liberazione di Trento e Trieste.A novant’anni di distanza, consentitemi però di rivolgereil mio primo pensiero non a ciò che l’Italia trasse da quelconflitto, ma a ciò che essa in quei durissimi anni irrime-diabilmente perse: i sentimenti, le intelligenze, le energievitali di centinaia di migliaia di giovani. A questi italiani,alle loro storie appena sbocciate e dolorosamente spezzatein una trincea o su un reticolato tributerò domani il miocommosso omaggio, sull’Altare della Patria, al Sacrario diRedipuglia, nella città di Vittorio Veneto.Credo che qualsiasi riflessione sul primo conflitto mon-diale non possa ragionevolmente prescindere od essere di-sgiunta dalla considerazione dei successivi grandi eventiche, nel bene e nel male, ne sono scaturiti ed hanno fattol’Europa e l’Italia quali oggi noi le viviamo.

In questi novanta anni, abbiamo assistito alla straordina-ria trasformazione del nostro Continente da entità geografi-ca politicamente divisa, secolare campo di battaglia trainteressi e disegni di potenza drasticamente contrappostisecondo logiche nazionalistiche, da sorgente di conflittua-lità per il reºsto del mondo, a unione di Stati e di popoli ten-denzialmente coesa e coerente, certamente ancoraincompiuta, ma già in grado, al proprio interno, di vinceredefinitivamente l’endemico cancro della guerra e capace,verso l’esterno, di proiettare sicurezza e stabilità e di con-correre allo sviluppo sociale ed economico su scala globale.Come la Grande Guerra costituisce soltanto un passaggio,seppure fondamentale, di questo straordinario processo ditrasformazione dell’Europa, così credo che la memoria deicombattenti di quell’immane tragedia non possa, nel gior-no delle Forze Armate, essere separata da quella degli eu-ropei che, negli anni successivi, costretti in altri conflitti edolorose situazioni, li hanno seguiti sulla dura strada deldovere e del valore militare, indipendentemente dal coloredella bandiera in nome della quale abbiano in buona federitenuto di battersi.Se percorriamo, attraverso il ‘900 ed i primi anni di que-sto secolo, l’ideale linea evolutiva del mestiere delle armi

Il messaggio del capo dello Stato, Giorgio Napolitano

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tracciata nel tempo dalla storia, giungiamo alle Forze Ar-mate di oggi, strumento e frutto della grande trasforma-zione dell’Europa. Esse difendono i valori alti e nobili chel’Unione Europea ed il nostro Paese, in particolare, pro-muovono nel mondo: la libertà, i diritti dell’uomo, la de-mocrazia, la pacifica cooperazione tra le nazioni.Il legame ideale ed umano tra il fante del Piave ed il solda-to italiano di Kabul, si ritrova con evidenza nell’impegnototale per l’assolvimento del compito assegnato in nomedel bene comune, anche a rischio della propria stessa vita.Per contro, al di là delle diversità tecnologiche nei modi enelle forme delle operazioni militari, la vera profonda di-scontinuità evolutiva si colloca all’inizio degli anni ‘90 del-lo scorso secolo, quando, con la fine della Guerra Fredda,sono state ribaltate le finalità di fondo che presiedono al-l’impiego della forza militare: prima, volto a difendere l’inte-resse ed affermare il ruolo della propria nazione o alleanzanei confronti di un Paese o schieramento nemico; poi, inve-ce, teso, su scala generale, a sostenere la pace e lo sviluppoeconomico e sociale attraverso la cooperazione tra i popoli.Oggi, a tanti anni di distanza e in un quadro internazio-nale profondamente mutato, non ha significato guardareancora agli eventi della Grande Guerra secondo una pro-spettiva esclusivamente nazionale. Ed altrettanto assurdo- oltre che in palese contrasto con l’articolo 11 della nostraCarta Costituzionale - sarebbe continuare a considerare leForze Armate strumento attraverso il quale il singolo Sta-to possa imporsi al di fuori dei limiti del territorio sulquale è sovrano. Infatti l’uso della forza militare a tuteladella stabilità e della sicurezza internazionale ed a soste-gno di un giusto sviluppo globale può per noi concepirsisolo come atto comune e necessario nel quadro della coo-perazione tra gli Stati ed i popoli.L’Italia è da decenni in prima linea su questo fronte, inter-prete e protagonista, in seno alle Organizzazioni Internazio-nali di cui fa parte, di un innovativo approccio al controllodegli scenari di crisi e di potenziale conflittualità.Nel momento attuale, più di 8.000 soldati, marinai, avie-ri, carabinieri e finanzieri sono schierati oltre confine, nei

Balcani, in Medio Oriente, in Afghanistan. Con il loro im-pegno e la loro professionalità fanno onore all’Italia.Oggi, le nostre Forze Armate, nel quadro di crescente inter-dipendenza che caratterizza la società moderna, sono pro-tagoniste dello sforzo che la Comunità Internazionaleconduce per il bene comune, costituiscono componenteprimaria della politica estera italiana e concorrono diret-tamente, con la loro azione di prevenzione, controllo e sta-bilizzazione delle crisi, alla sicurezza ed allo sviluppo delnostro Paese.Il Consiglio Supremo di Difesa, nella riunione del 2 otto-bre scorso, ha convenuto unanimemente sulla necessitàprioritaria di mantenere le attuali capacità di interventoed ha altresì concordato che, in un quadro di ridotte di-sponibilità finanziarie, è necessario procedere, con ap-proccio multidisciplinare, ad una profonda revisione dellestrutture territoriali, amministrative e di supporto dell’a-rea della Difesa, riqualificando coerentemente la spesa neisettori del personale, dell’esercizio e degli investimenti.È un processo delicato e complesso, che richiede spirito dipartecipazione costruttiva e senso di responsabilità adogni livello politico ed istituzionale, centrale e locale.Sono certo che, per raggiungere gli obiettivi comuni dell’I-stituzione nell’interesse generale del Paese, le Forze Armatesapranno superare vincoli e condizionamenti ed accettarescelte non indolori anche in termini di tradizioni e presen-ze consolidate.Concludo rivolgendomi agli ufficiali che saranno tra brevedecorati dell’Ordine Militare d’Italia per esprimere loro ilpiù convinto compiacimento per l’impegno, la serietà, lacapacità di comando ed organizzativa, l’efficienza e la pro-fessionalità dimostrati.A tutti gli uomini e le donne delle Forze Armate, che quo-tidianamente operano con abnegazione e indiscussa pro-fessionalità per la salvaguardia delle libere istituzioni, perla costruzione della pace e per garantire la sicurezza na-zionale, vanno la gratitudine ed il riconoscente pensieromio personale e di tutti gli italiani.Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l’Italia».

L’ammiraglio Di Paola è il nuovo ministro della Difesa

Agiornale già in stampa apprendiamo che l’amm. Giampaolo Di Paola è stato nomina-to ministro della Difesa del governo Monti.L’amm. Giampaolo Di Paola, nato Torre Annunziata nel 1944, dopo la frequenza del

Collegio Navale Morosini e dell’Accademia Navale, ha comandato varie unità navali ed èstato, tra l’altro, capo del Reparto politica militare dello Stato maggiore della Difesa, capo diGabinetto del ministro della Difesa, segretario generale della Difesa, capo di Stato Maggio-re della Difesa e presidente del Comitato militare della NATO.È decorato di numerose onorificenze italiane ed estere tra le quali quella di grande ufficia-le dell’OMI.

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AERONAUTICA MILITARE

50 anni fa l’eccidio di Kindu

L’11 novembre, alla 46ª Brigata Aerea di Pisa ed alla presenza di numerose autorità religiose, civili e militari,sono stati solennemente commemorati i tredici aviatori barbaramente trucidati a Kindu (Congo) l’11 novem-bre 1961 mentre erano impegnati, per conto dell’ONU, nel trasporto di mezzi e materiali per il contingente

malese che era rischierato in quella località.Gli aviatori che 50 anni fa persero la vita in quella missione di pace, e che successivamente furono decoraticon la Medaglia d’oro al valor militare, erano: magg. pil. Amedeo Parmigiani, cap. pil. Giorgio Gonelli, ten. CSAFrancesco Paolo Remotti, s.ten. pil. Onorio De Luca, s.ten. pil. Giulio Garbati, m.llo mot. Filippo Di Giovanni,m.llo mot. Nazzareno Quadrumani, serg. magg. EMB Armando Fabi, serg, magg. mont. Silvestro Possenti,serg, magg. mont. Nicola Stigliani, serg. marc. Antonio Mamone, serg. EMB Martano Marcacci, serg. marc.Francesco Paga.

Il 3 novembre, al Quir inale, haavuto luogo la cerimonia per laconsegna, da parte del capo del-

lo Stato, di 11 decorazioni dell’Or-dine Mil i tare d’ I tal ia confer i tenell’anno 2011.Tra esse, quelle a tre ufficiali del-l’AM delle quali riportiamo le moti-vazioni.

Generale Vincenzo Camporini,già capo di Stato Maggiore dellaDifesa:«Capo di Stato Maggiore della Dife-sa dirigeva, nell’arco dei trentacin-que mesi durante i quali è stato“Comandante Operativo”, un ingen-te complesso di mezzi terrestri, na-vali ed aerei e di ben quarantamilauomini e donne che nel tempo sisono alternati in numerosi impegnioperativi all’estero, tra i quali parti-colarmente significativi sono stati leoperazioni condotte in Afghanistan,Libano, Kosovo, nel Mediterraneoed al largo del Corno d’Africa, assi-curando con grande perizia la pie-na riuscita delle varie missioni tuttecaratterizzate da severe situazionioperative e logistiche. L’esemplareprofessionalità e l’altissimo impe-gno profuso nella sua sempre ac-cor ta e lungimirante azione dicomando, nonché la lucida capacitàdiplomatica, sono stati determinantinell’ambito nazionale e delle allean-ze. Esemplare e prestigiosa figura

di comandante operava con valoreprofessionale contribuendo a man-tenere ai massimi livelli il prestigiodelle Forze Armate italiane e dellanazione in ambito internazionale.Roma, 12 febbraio 2008 - 18 gen-naio 2011»;

Generale BA Claudio Gabellini,Chief Operations Officer dell’opera-zione “Unified Protector” in Libia:«Comandante di gruppo, nell’ambi-to dell’operazione Nato “Allied For-ce” per la liberazione del Kosovo,operava prima dalla base madre esuccessivamente nell’ambito dell’U-nità Operativa Tornado costituitasulla base di Gioia del Colle. Do-vendo operare in una situazione as-sai difficile e delicata, rispondevacon esemplare determinazione,conducendo formazioni di velivoliTornado impegnate in missioni dibombardamento di obiettivi militari.In un teatro connotato da costante,elevata ed attiva minaccia contrae-rea. Partecipava in prima persona anumerose missioni belliche in pre-senza di fuoco di contrasto utiliz-zando, per la prima volta in forzaarmata, armamento di precisionead elevata tecnologia in ogni condi-zione di tempo e di luce. L’UfficialeGenerale ha dato prova costante diconsapevole coraggio, ponendosi inogni frangente quale sicuro puntodi riferimento per i suoi equipaggi e

contribuendo efficacemente al feli-ce esito di tutte le missioni. Esem-plare f igura di comandante digruppo, nonché di capace e corag-gioso pilota. Cieli di Serbia e Koso-vo. 13 aprile - 9 giugno 1999»

Colonnello Loris Emanuele Giusti,vice comandante Air OperationCenter del COA di Poggio Renatico:«Ufficiale Superiore Navigatore,membro di equipaggio di velivoloTornado, partecipava a numerosemissioni belliche di bombardamen-to contro obiett ivi mil i tar i, in unteatro con elevata ed attiva minac-cia contraerea nell’ambito dell’o-perazione nato “Allied Force”. Inpresenza di effettivo fuoco di con-trasto, dopo aver assistito il suo pi-lota nel comando delle formazionidi volo, dirigeva la delicatissima fa-se di attacco finale impiegando,per la prima volta, armamento diprecisione ad elevata tecnologiadimostrando eccezionale perizia ecapaci tà. Veterano di missionisvolte in precedenti operazioni,elaborava procedure e tatt iched’impiego per l’armamento di pre-cisione offrendo un costante e va-l ido esempio dl abnegazione,determinazione, coraggio e valore,contribuendo efficacemente con ilsuo agire al fel ice compimentodelle missioni. Cieli del Kosovo 13aprile - 9 giugno 1999».

Onorificenze OMI a tre ufficiali dell’AM

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AERONAUTICA MILITARE

Il 21 settembre, a Pratica di Mare, ilcol. GArn Paolo Malco ha assuntoil comando del Centro Nazionale di

Meteorologia e Climatologia Aeronau-tica (CNMCA) subentrando al parigrado Paolo Cesolari.

Il 6 ottobre, a Bari, il col. Mauro Bottaha sostituito il pari grado VincenzoFalzarano nel comando del 2° Repar-to Tecnico Comunicazioni (RTC).

L’11 ottobre, a Firenze, i l gen. DAPietro Valente ha assunto il coman-do dell’Istituto di Scienze Militari Ae-ronautiche (ISMA) in sostituzione delgen. BA Claudio Salerno che il 19successivo è divenuto capo del 5°Repar to Affari generali dello SMAsubentrando al gen. BA nav. Salvato-re Gagliano destinato alla ScuolaNATO di Oberammergau (Garmisch -Germania).

Il 12 ottobre, a Frosinone, il col. pil.Elio Volpari è subentrato al pari gra-

do Maurizio Masi nel comando del72° Stormo.

Il 12 ottobre, sull’aeroporto militare diTreviso S. Angelo, il col. GArn Lucio Lo-renzon ha sostituito il pari grado LuigiLombardi nella direzione del 3° Repar-to Manutenzione Velivoli (3° RMV).

Il 16 ottobre, sull’aeroporto militare diShindand (Afghanistan), il col. LuigiCasali ha sostituito il pari grado Fran-cesco Grassi quale responsabile delterzo team di “Advisors” dell’Aeronau-tica Militare nell’ambito di un progettoaddestrativo iniziato circa un anno fa.Il team, posto all’interno del 838thAEAG (Air Expeditionary AdvisoryGroup) dell’USAF, svolge l’attività diformazione e “advising” nei confrontidel personale afghano dell’aeroportodi Shindand, futuro polo addestrativodell’Aeronautica afghana,

Il 21 ottobre, a Roma, i l br ig. gen.CCrn Dino Croce - che mantiene l’in-

carico di capo del Reparto di Com-missariato del Servizio di Commissa-riato e Amministrazione - ha assuntoquello di ufficiale incaricato delle fun-zioni di capo del Corpo di Commissa-riato subentrando al gen. isp. CCrnClaudio Manna nominato vice diret-tore della Direzione generale del per-sonale militare.

L’8 novembre, a Fiumicino, i l col.Francesco Grassi è subentrato alpari grado Ettore Ciniglio Appianinel comando del Centro TecnicoRifornimenti dell’AM.

L’8 novembre, sulla base di Herat inAfghanistan, il col. Alessandro DeLorenzo ha sostituito il pari gradoGianluca Ercolani nel comando dellaJoint Air Task Force (JATF).

Il 9 novembre, a Pisa, il gen. BA Aure-lio Colagrande ha assunto il comandodella 46ª Brigata Aerea in sostituzionedel pari grado Stefano Fort.

L’AM in Libia

Alla mezzanotte del 31 ottobre, dopo l’uccisione di Muammar Gheddafi avvenuta il 20 precedente a Misurata ad op-era degli insorti libici, la NATO ha cessato le attività aeree previste dall’operazione “Unified Protector” in Libia, ope-razioni che - approvate da apposite risoluzioni dell’ONU per tutelare l’incolumità della popolazione civile - erano ini-

ziate il 1° aprile di quest’anno ad opera di velivoli messi a disposizione da vari paesi dell’Alleanza atlantica, tra cui l’Italia.Hanno avuto termine, quindi - oltre l’imposizione di una “no flight zone” nei cieli libici - i bombardamenti e le altremissioni previste per gli aerei della coalizione.Da quanto reso noto in proposito dalla NATO, il consuntivo delle operazioni aeree condotte dal 1° aprile al 31 otto-bre dall’Alleanza, è sintetizzabile in circa 26.000 missioni di vario tipo (attacco a obiettivi militari, soppressione delledifese aeree avversarie, ricognizione, ecc.)Di tali missioni circa 10.000 sono state quelle per bombardare postazioni varie con, tra l’altro, la distruzione di 5.900obiettivi tra cui non meno di 600 carri armati e 400 pezzi di artiglieria.Per quanto riguarda l’Italia, che durante i sette mesi dell’operazione ha impiegato velivoli dell’AM e della MM, il con-suntivo è il seguente: 1.900 missioni per un totale di 7.300 ore di volo, impegno al quale sono da aggiungere le settebasi aeree messe a disposizione delle forze aeree dei paesi della coalizione.I dati, ancora molto sommari, sono stati resi noti dal capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, gen. SA GiuseppeBernardis, in una nota in cui l’alto ufficiale rivendica il «contributo essenziale per il successo dell’operazione» reca-to dall’Arma Azzurra.La diffusione dei dati dell’attività dell’AM permette di valutare in 8.500 ore e 2.460 missioni il contributo aereo italia-no. Pochi giorni prima la Marina Militare, infatti, aveva ufficiosamente resi noti quelli dei quattro mesi della propriapartecipazione (dal 18 marzo al 19 luglio), quantificabili in 560 missioni per un totale di 1.200 ore di volo.Secondo una valutazione di DedaloNews, quindi, l’AM avrebbe svolto circa l’85% delle ore e il 77% delle missioni,con la Marina rispettivamente a quota 15% e 77%. Altro dato particolare che emerge da quanto reso noto dalle dueForze Armate è la durata media delle missioni svolte: quasi quattro ore per l’AM, poco più di due per la MM.Oltre alla linea aerotattica - dai bireattori F-2000 Eurofighter e Tornado, fino ai monoreattori F-16 e AMX - l’Aeronau-tica ha infatti impiegato gli aerorifornitori KC-767A e KC-130 della linea di supporto e, nelle ultime fasi, gli aerei a pi-lotaggio remoto Predator.

Cambi di comando e assunzioni d’incarico nell’AM

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AERONAUTICA MILITARE

Il “Falco IV” dell’AccademiaAeronautica Per ricordare il 25° anniversario delloro arruolamento, dal 30 settembreal 2 ottobre 40 ex allievi del Corso“Falco IV” si sono ritrovati, con le ri-spettive famiglie, alla Scuola mare-scialli dell’AM di Viterbo dove sonostati accolt i dal comandante diquell’Istituto, col. nav. Antonio Cop-pola, anch’egli del Falco IV.I radunisti, oltre a conoscere lestrutture e la realtà della Scuola,hanno anche visitato a lungo la cittàdi Viterbo che vanta un notevolecentro storico di origine medioevalecon il famoso Palazzo dei Papi.

Quelli del 21° e 22° Corso SpecialistiIl 21 ottobre, a Caserta e in occa-

sione della celebrazione del 50° an-niversario del loro arruolamento, ifrequentatori del 21° e 22° Corsonormale della Scuola Specialisti AMdi Caserta si sono ritrovarti pressola Reggia che fu sede del loro ad-destramento. Nell’occasione, oltre aricordare i lontani trascorsi in quell’I-stituto, i presenti hanno depostouna corona d’alloro al monumentoai Caduti e r ivolto un commossopensiero a i commilitoni scomparsi.

Il “Rostro” dell’AccademiaAeronauticaIl 28, 29 e 30 ottobre, alla ScuoleLingue Estere dell’AM (SLEAM) diLoreto, ha avuto luogo l’annuale ra-duno dei frequentatori del corso“Rostro” dell’Accademia Aeronauti-ca che, con il loro capo corso gene-

rale Mario Arpino, si sono ritrovatiper rivivere i tempi in cui, da giovaniallievi di quell’Istituto, iniziarono aNisida la loro carriera nella ForzaArmata. Nei tre giorni trascorsi a Loreto i cir-ca 40 partecipanti, accompagnatidai rispettivi familiari, hanno tra l’al-tro assistito alla celebrazione del ri-to religioso nella Basilica di Loretodedicata alla Patrona degli aviatori,deposto una corona al monumentoai Caduti in memoria dei loro colle-ghi deceduti, visitato alcune localitàmarchigiane e la mostra “Ali Italiane- Tra cielo e mare sui cinque conti-nenti”, che espone molta documen-tazione sulle crociere aeree etrasvolate atlantiche svolte dagliaviatori italiani tra gli anni Venti eTrenta.

Raduni nell’AM

Premiate tre donne dell’Aeronautica

Il 4 novembre, a Roma, il ministro della Difesa, nella ricorrenza della Festa delle FFAA e in occasione del 10°anniversario dell’ingresso delle donne nelle Forze Armate, ha inteso riconoscere l’impegno profuso dal perso-nale femminile nelle attività svolte in Italia e nelle operazioni fuori area premiando quindici di esse tra le quali

tre dell’Aeronautica Militare: il capitano Sabrina De Lellis, il maresciallo Mariangela Ferrara e l’aviere capo Federi-ca Santaniello.Il capitano De Lellis, pilota di C-130J alla 46ª Brigata Aerea di Pisa, si è distinta con il suo operato sia nell’ambitodel Reparto, sia per aver partecipato a numerose operazioni reali in teatro afghano. Inoltre, ha preso parte alla mis-sione Umanitaria “4 Stelle per l’Uganda” a Gulu, come membro dell’equipaggio del C-130J che ha trasportato uningente carico di generi di prima necessità da distribuire alla popolazion, adoperandosi personalmente per il suc-cesso della missione, condotta in presenza di grandi difficoltà logistiche, tecniche ed operative.Il maresciallo di 2ª cl. Mariangela Ferrara è in servizio presso il 37° Stormo di Trapani Birgi con l’incarico di addettoal “Nucleo Impianti Armamento ed Allestimento Velivoli” del Gruppo Efficenza Aeromobili. Primo sottufficiale donnacon la qualifica di “armiere” a svolgere il servizio di allarme quale specialista di sistema d’arma, ha partecipato an-che allo svolgimento delle attività di preparazione e approntamento dei velivoli F-16 impegnati nell’operazione “Uni-fied Protector”, contribuendo, per la parte di competenza, alla perfetta realizzazione della missione assegnata.L’aviere capo Federica Santaniello, “fuciliere dell’aria” presso il 9° Stormo di Grazzanise, si è distinta per l’irrepren-sibile professionalità e il lodevole coraggio profusi in occasione del suo impegno operativo in teatro afghano e peraver contribuito, con il suo servizio, alla protezione degli assetti in contesti operativamente molto delicati, quali peresempio, il 37° Stormo di Trapani, base di rischieramento dei velivoli NATO nell’ambito della “Unified Protector”.

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L’Ordinario Militare al 15° Stormo

Il 7 ottobre l’Ordinario Mi-litare per l’Italia, mons.Vincenzo Pelvi, si è re-

cato al 15° Stormo CSARdi Cervia incontrando i lpersonale militare e civiledella base e visitando poile varie articolazioni ope-rative e la chiesetta situatanella zona residenziale di Cesena.Nel corso dell’incontro con il personale, l’Arcivescovo Castrenseha detto che �«presso l’Ordinariato è stato approntato un “labo-ratorio d’ascolto” a cui tutti possono rivolgersi per il tramite delproprio cappellano militare, a riprova del fatto che l’attività pa-storale svolta deve essere vista come un servizio attivo e dina-mico, teso a fornire il dovuto supporto spirituale a tutti coloro sitrovano in uno stato di disagio quotidiano, caratterizzato da fra-gilità, difficoltà familiari e malattia».

Convegno di medicina aeronauticaal CSV

Il 24 ottobre, al Centro Sperimentale Volo (CSV) di Pratica diMare, si è svolto il convegno di Medicina Aeronautica - diven-tato ormai un appuntamento annuale per il Reparto di Medici-

na Aeronautica e Spaziale (RMAS) - per l’aggiornamento dimedici, infermieri, piloti ed equipaggi di volo, responsabili dellasicurezza del volo dell’AM ma anche di altre FFAA e Corpi ar-mati dello Stato, nonché civili, professionisti e sportivi, su temati-che di particolare attualità in questo specifico settore.Tra i temi trattati vi sono stati “L’addestramento aerofisiologico inA.M.”; “Elicottero e ipossia: realtà o fantasia?”; “Stress da calo-re”; “Fattore umano e prevenzione degli incidenti”.La giornata si è conclusa con una sessione di discussione di ca-si clinici che ha visto il coinvolgimento dell’uditorio.

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AERONAUTICA MILITARE

1° Workshop delle Forze di proiezione AM

Il 19 e 20 ottobre, al Reparto Mobile diComando e Controllo (RMCC) dell’AMa Bari Palese, si è svolto il “1° Work-

shop delle Forze di Proiezione dell’Aero-nautica Militare” allo scopo di definire leazioni necessarie da porre in atto per fa-vorire la cooperazione tra i reparti interes-sati a un eventuale r ischieramento inscenari operativi.All’incontro hanno partecipato il coman-dante del 16° Stormo “Protezione delleForze”, il comandante del Reparto Gestio-ne e Innovazione dei Sistemi di Comandoe Controllo (Re.GISCC), il comandantedel 2° Reparto Tecnico Comunicazioni, ilcapo Ufficio Difesa Aerea del ComandoOperazioni Aeree, il direttore del 4° Re-parto Tecnico Manutentivo e rappresen-tanti del Comando Logist ico, del 3°Stormo SO, e del JFACC (Joint Forces AirComponent Command) che hanno illu-strato le rispettive attività.In particolare, i convenuti hanno ancheassistito alla presentazione del “Piano diRischieramento dell’RMCC” che ha postoin evidenza le esigenze di supporto e lepotenzialità del Reparto in favore degli al-tri enti della Forza Armata. La riunione si è conclusa con l’accordo diprocedere a incontri periodici per ottimiz-zare la sinergia tra i Reparti e favorire loscambio di informazioni relative a compiti,responsabilità e vincoli di ciascuna artico-lazione interessata.

Nell’ambito del ciclo di visite conoscitive previsto per gli allievi dei corsi regolari dell’Accademia Aeronautica, ifrequentatori dell’Ibis V, del Leone V e del Marte V - a seconda della loro categoria/specialità di appartenenza- sono stati condotti tra il giugno e l’ottobre scorsi al 4° Stormo di Grosseto, al 9° Stormo di Grazzanise, al

15° Stormo di Cervia, al 16° Stormo di Martina Franca, al 31° Stormo di Ciampino, al 32° Stormo di Amendola, al36° Stormo di Gioia del Colle, al 37° Stormo di Trapani, al 41° Stormo di Sigonella, alla 46ª Brigata Aerea di Pisa, al51° Stormo di Istrana, al 61° Stormo di Lecce, al 72° Stormo di Frosinone e ad alcuni enti con sede sulla base ae-rea di Pratica di Mare per condivivere - quale esperienza formativa - le attività svolte quotidianamente dal personaleaddetto al supporto logistico ed operativo, mentre altri hanno seguito le attività prettamente connesse al volo, inclu-se quelle relative al servizio meteorologico e al traffico aereo.Da sottolineare il particolare interesse che gli allievi hanno mostrato per alcune di tali attività quali la simulazione diun intervento MEDEVAC con gli AB-212 del 9° Stormo in supporto a un convoglio dei “Fucilieri dell’Aria” sotto attac-co, l’esperienza del “pronto impiego” vissuta con i piloti del 31° Stormo impegnati in una “missione umanitaria”, el’utilizzo del simulatore di volo dell’AMX al 51° Stormo.

Allievi dell’Accademia in visita conoscitiva a enti e reparti AM

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Giuramento individuale dei marescialli del corso Onùris

Il 27 ottobre, alla ScuolaMarescialli dell’Aero-nautica Militare di Viter-

bo, i 95 neo promossimarescialli di 3ª classeappartenenti al 12° corsoOnùris hanno prestato, informa individuale, il giura-mento di fedeltà alle istitu-zioni impegnandosi così a adempiere ai loro futuri compiticon le responsabilità legate al loro status militare.I marescialli del 12° corso stanno attualmente frequentando ilterzo anni di studi che permetterà loro di conseguire la laureatriennale in Scienze organizzative gestionali o in Scienzenfermieristiche prima di essere destinati, l’estate prossima, aiReparti operativi d’impiego.

L’AM acquisirà due UAV Reaper

Il ministero della Difesa degli Stati Unitiha reso noto che è stato stipulato uncontratto con l’Aeronautica Militare e la

General Atomics Aeronautical Systemsper la fornitura di due velivoli a pilotaggioremoto MQ-9 Reaper, tre radar LYNXBlock 30 e un motore di ricambio.

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Il 5° Seminario deigenerali di brigata

Il 19 ottobre, all’Istituto di Scienze MilitariAeronautiche (ISMA) di Firenze ed allapresenza del capo di Stato Maggiore

dell’AM, gen. SA Giuseppe Bernardis, èstato concluso il 5° Seminario dei generalidi brigata della Forza Armata al qualehanno partecipato 14 di tali alti ufficiali.All’evento - che si colloca come opportu-nità di r i f lessione uti le per scambiareesperienze e conoscenze, stimolare il pen-siero strategico e sviluppare particolariproblematiche - sono intervenuti anche igenerali SA Pasquale Preziosa e Giusep-pe Magro, rispettivamente comandantedelle Scuole AM e direttore del Personalemilitare dell’AM.

Dal 13 al 30 ottobre elicotteridell’AM e della Marina Militarehanno partecipato al Combi-

ned Joint Personnel Recovery Stan-dardization Course (CJPRS), il corsomultinazionale interforze di standar-dizzazione per il recupero personaleorganizzato ad Albacete (Spagna)dall’European Air Group (EAG) egiunto ora alla sua terza edizione.A questo CJPRS, oltre a quelli italia-ni - rappresentati da personale edelicotter i HH-3F dell ’82° CentroCSAR e dell ’83° Gruppo CSAR,AB.212 del 9° Stormo e EH-101 del-

la Marina - hanno partecipato velivo-li ed equipaggi di Francia, Germa-nia, Spagna, Olanda e Svezia chehanno svolto un’intensa attività ad-destrativa congiunta per incrementa-re le rispettive capacità di pianificaree svolgere missioni di “personnel re-covery” in ambienti ostili. Dopo la prima settimana dedicata airichiami teorici sul “personnel reco-very” e alle procedure di pianifica-zione ed esecuzione di missioni divolo “combined” - si legge in unanota dell’AM - gli equipaggi «sonostati proiettati in uno scenario simu-

lato di crisi internazionale, all’inter-no del quale hanno pianificato econdotto missioni utilizzando dellevere e proprie “personnel recoverytask force”, composte da assetti dif-ferenti e di diversa nazionalità, in unclima di collaborazione e scambiodi esperienze». Per portare a termine le operazionidi recupero sono stati anche impie-gati nuclei delle “special forces”svedesi, spagnoli, polacchi, statuni-tensi, nonché incursori del 17° Stor-mo dell’AM e del Battaglione “S.Marco” della Marina Militare.

Elicotteri dell’AM e della MM al CJPRSC

AERONAUTICA MILITARE

L’esercitazione “Vega 2011”

Il 28 ottobre, a Decimomannu, è terminata l’esercitazione mul-tinazionale “Vega 2011” alla quale, con quelli dell’AM, hannopreso parte equipaggi e aerei di altre nazioni allo scopo di

condividere attività di volo a livello tattico nell’ambito di opera-zioni svolte in scenari di crisi.Nel corso dell’esercitazione, iniziata il 24 precedente, le forze aereepartecipanti, che hanno complessivamente impiegato 250 uomini e20 aerei per un totale di circa 200 ore di volo, hanno avuto così lapossibilità - simulando operazioni tattiche in aree di media scala inun ambiente ad alta minaccia - di migliorare la capacità di coopera-zione e di rafforzare l’interoperabilità dei reparti impegnati.

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STORIAAERONAUTICA

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Il lettore si chiederà quale connes-sione possa esserci stata tra l’offen-siva aerea americana “Linebacker

II”, sul Vietnam del Nord, il “Waterga-te” e la caduta del Vietnam del Sud. Iltermine “Watergate” fu normalmenteusato per indicare uno scandalo chesembrò un evento interno dell’Ameri-ca, o almeno così fu fatto credere dai“media”, che coinvolse il presidentestatunitense Richard Nixon, costrin-gendolo a dare le dimissioni. All’epo-ca, pochi si chiesero come mai Nixonfosse il primo e unico presidente dellastoria americana ad essere costrettoa dimettersi dalla carica, a causa diuna colpa che, a conti fatti, era di mo-desto rilievo. In realtà, come vedremo,tra l’offensiva “Linebacker II”, il “Wa-tergate” e le dimissioni di Nixon ci fuuna connessione molto stretta.

La guerra in Vietnam e i negoziatiper il “cessate il fuoco”

In piena epoca di “guerra fredda”, gliStati Uniti, nella persona del presi-dente Johnson, dopo un lungo perio-

do di partecipazione“mascherata”, sierano ufficialmenteimpegolati in unaguerra asimmetricache si combattevanel Vietnam del Sud.Inoltre, malgrado ledifficoltà di un tale ti-po di conflitto, Wa-shington, ponendosimolti scrupoli per mo-tivi di politica internae di polit ica estera,costrinse le proprie Forze Armate acombattere con “una mano legatadietro alla schiena”, cioè, con molte li-mitazioni e senza libertà di azione sulcampo. Di fronte, invece, gli americaniavevano i “vietcong” che praticavanoabilmente la guerriglia, senza porsi al-

cuno scrupolo; spesso sifacevano scudo della po-polazione civi le, si na-scondevano tra di essa edisponevano di “santuari”costituiti da aree “intocca-bili” (leggi: non bombarda-bili dall’aria), situate entroi confini del Laos, dellaCambogia e, soprattutto,del Vietnam del Nord. Traqueste ultime, le principalicomprendevano i duemaggiori centri industrialidel Nord, costituiti dallacapitale Hanoi e dal portodi Haiphong. In tale porto,inoltre, le navi da caricodell’Unione Sovietica sca-ricavano indisturbate una

media di 6.000 tonnellate al giorno dirifornimenti bellici (dalle armi leggere,ai carri armati, agli aerei da cacciaMiG-21 e ai missili terra-aria SA-2);tale quantitativo era enorme. I riforni-menti alimentavano i guerriglieri che

combattevano nel Sud Vietnam e l’e-sercito regolare del Vietnam del Nord,del quale ingenti aliquote operavanonel Sud, in appoggio ai “vietcong”. Altririfornimenti, infine, venivano ricevuti,tramite ferrovia e strade carreggiabili,dalla Repubblica Popolare Cinese, conla quale il Vietnam del Nord confinava. Comunque, la principale fonte deirifornimenti rimaneva l’Unione Sovieti-ca (URSS), la quale si stava dissan-guando economicamente per aiutareil regime comunista del Vietnam delNord. L’entità di tale sacrificio indicavache l’Unione Sovietica nutriva delleforti mire strategiche verso il Vietnamdel Sud, innanzi tutto di natura politi-ca, ma anche di carattere militare, alloscopo di avere un punto di appoggioaeronavale per controllare i mari adia-centi e quelli viciniori.La situazione per gli Stati Uniti, quin-di , era cr i t ica, in quanto la CasaBianca aveva ormai capito che l’o-biettivo di conseguire una vittoria mi-l i tare sul campo e costr ingere i lVietnam del Nord a ritirarsi, rinun-ciando alla conquista del Vietnam delSud, era impossibile da raggiungere.Quindi, per la Casa Bianca, l’unicavia di uscita era quella di negoziarela fine della guerra nel modo più ono-revole possibile.

1972-1975: l’offensiva aerea “Linebacker II”,lo scandalo “Watergate” e la caduta del

Vietnam del Suddi Ferdinando Sguerri

Gli Stati Uniti si erano impelagati in una guerraasimmetrica nel Vietnam del Sud, con perdite sem-pre più gravose. Nella foto, la base aerea diBienhoa, dopo un attacco dei vietcong (1)

Zone di esclusione intorno ad Hanoi ed Haiphong, du-rante l’operazione aerea “Rolling Thunder”, sul Vietnamdel Nord (1)

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STORIA AERONAUTICA

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Nel maggio 1968, dopo aver raggiun-to un accordo sulla sede dove svol-gere i negoziat i , che fu Par igi , i ldelegato americano W. Averrel Harri-man e il norvietnamita Xuan Thuy ini-ziarono gli incontri per porre fine allaguerra e per rimpatriare i prigionieridi guerra americani.Ma emerse subito laclassica tatt ica deinegoziatori nordviet-namiti, già adottatadai comunist i nel laguerra di Corea, di“menar i l can perl’aia”, in modo da nonarr ivare mai ad unaconclusione. Ciò, alloscopo di sf iancarepsicologicamente i lpopolo e i l governoamer icano, i l qualeultimo era anche sot-to la pressione diun’opinione pubblicainterna ed internazionale contraria aquella guerra. Fortemente contrarieerano anche le due maggiori testategiornalistiche americane, il “Washing-ton Post” e il “New York Times”, che,notoriamente, erano sotto l’influenzadei “Liberal”, una componente delPartito Democratico, che, all’epoca,era infiltrata da elementi di estremasinistra. La tattica di Hanoi, quindi,era quella di portare l’intera nazioneamericana al collasso psicologico, inmodo da costringere la Casa Biancaad abbandonare il Vietnam del Sud elasciarlo sotto il suo dominio. Questalinea di condotta, peraltro, molto pro-

babi lmen te era dettatadall’Unione Sovietica.

L’operazione aerea “Linebacker II”

Nordvietanmiti e UnioneSovietica, però, nel perse-guire l’obiettivo di cui so-pra, non avevano fatto iconti con il cambio dellaguardia alla Casa Bianca.Il 6 novembre 1968, venneeletto, come presidentedegli Stati Uniti, RichardMilhouse Nixon, del Parti-

to Repubblicano. Egli era noto comeuomo “di polso” ed aveva vinto grazieanche alla promessa di far tornare acasa i prigionieri americani e di uscire“con onore” dalla guerra in Vietnam,mantenendo la divisione tra i due

Paesi sul 17° parallelo, stabilita dallaConferenza di Ginevra del 1954.La prima massiccia e prolungata ope-razione di bombardamento aereo delVietnam del Nord, escluse ampie zoneintorno ai centri industriali di Hanoi edi Haiphong, risaliva al 1965. In taleanno, l’allora presidente Johnson ave-va ordinato l’inizio dell’operazione“Rolling Thunder”, contro ponti, centra-li elettriche, depositi di munizioni e al-cuni porti marittimi, nel tentativo diindurre il Vietnam del Nord a far ces-sare gli aiuti militari ai “vietcong”. Maquesti “raids” aerei, pur essendo con-dotti da un gran numero di aerei tattici

americani e sudvietnamiti, furono trop-po diluiti nel tempo, fino al 1968, percui non sortirono l’effetto desiderato.I giganteschi bombardieri strategici B-52 del SAC (Strategic Air Command)americano, in grado di trasportare unenorme carico di bombe convenzio-nali, non furono mai impiegati sul Viet-nam del Nord nel corso di tutti gli anni’60. Essi, invece, furono impiegati nelVietnam del Sud, nel giugno 1965,ma solo nell’ambito dell’operazione“Arc Light”, per bombardare concen-tramenti di “vietcong” in una regionecoperta da dense foreste.Si arrivò, così, al 1972. Nel tentativodi costringere Hanoi a concretizzareun “cessate i l fuoco”, nel maggio1972, Nixon ordinò l’operazione aerea“Linebacker”, contro il territorio delVietnam del Nord e al di sopra del 20°parallelo, con l’obiettivo di interdiretutte le vie di comunicazione, di terra

e di mare, attraverso lequali affluivano i rifor-nimenti. Pertanto gliaerei tattici dell’USAFe della US Navy, ini-ziarono una fitta seriedi bombardamenti e diminamento delle ac-que antistanti i por tinordvietnamiti. Ma an-che questa volta l’a-ree di Hanoi e diHaiphong furonoescluse, salvo il mina-mento delle acque an-tistanti i l por to diHaiphong, ma lontaneda esso. Quando

nell’ottobre 1972, Nixon ordinò di ces-sare l’operazione, i motivi furono due:uno fu che si era prossimi alla datadelle elezioni presidenziali negli StatiUniti e la sospensione dei bombarda-menti rappresentava un placebo perl’opinione pubblica, nazionale ed in-ternazionale, contraria ai bombarda-menti; l’altro fu che il presidente si eraconvinto che Hanoi si stesse muoven-do per concludere i negoziati di pace.Il 7 novembre 1972, Nixon fu rielettocon un risultato convincente, malgra-do che egli fosse inviso ad alcuni deisuoi più importanti collaboratori, per ilsuo modo di fare prevaricatore ed op-

Un B-52D in azione durante l’offensiva aerea “Li-nebacker II” (1)

Bombardieri B-52G sulla base “Anderson” dell’isola di Guam. A colpod’occhio, i B-52G si distinguevano dalla versione “D”, per il piano dicoda verticale più corto (2)

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STORIA AERONAUTICA

portunistico. La rielezione era dovutaal fatto che Nixon aveva continuato apromettere di uscire dal Vietnam “cononore”; a tale scopo, durante il prece-dente mandato, si era mosso nel sen-so giusto, dando l ’ impressione dipoter arrivare ad una conclusione del-la guerra. Nixon, infatti, aveva riallac-ciato le relazioni con la RepubblicaPopolare Cinese ed era stato il primopresidente americano a incontrareMao Tse-Tung e Breznev.Tuttavia, subito dopo la sua rielezione,Nixon si rese conto che, malgrado lasua precedente convinzione e la buo-na volontà dimostrata incontrando gli“sponsor” del nemico, i nordvietanmitiavevano ripreso la loro tattica dilato-ria, riportando i negoziati di pace aduna situazione di “stallo”. Pertanto,egli giunse alla conclusione che l’uni-co modo per costringere Hanoi a faredei concreti passi in avanti, era quellodi usare la “clava” del bombardamen-to aereo strategico su Hanoi e suHaiphong, senza più porsi né scrupo-li, né limiti.Di conseguenza, il 18 dicembre 1972,la Casa Bianca annunciò la ripresadei bombardamenti aerei su tutto ilVietnam del Nord, con Hanoi e il por-to di Haiphong quali obiettivi principa-li, assieme al minamento aereo delleacque interne di tale porto, in mododa paralizzare, in modo assoluto, ilflusso dei rifornimenti. L’offensiva ae-rea fu denominata “Linebacker II”. Labattaglia fu breve, dal 18 al 28 dicem-bre compreso, ma fu estremamente

intensa. Per undicigiorni, 205 B-52D eB-52G, che rappre-sentavano pocomeno della metàdella forza aereastrategica america-na, si alternarono aondate sugli obietti-vi, con intervalli ditre o quattro ore.Dei 205 B-52, 155decollavano dallabase aerea Ander-son (sull ’ isola diGuam, nell’OceanoPacifico) e 50 dallabase aerea di U-Ta-

pao (Thailandia). Nelle loro incursioni,i B-52 incontrarono la più fitta rete di-fensiva mai vista prima in una guerraaerea, costituita da un “mix” di cacciaMiG-21, di artiglieria contraerea e dimissili SA-2 Guideline e SA-3 Goa,entrambi a guida radar; questi missilifurono lanciati, senza risparmio, dainordvietnamiti, che spesso li usaronosemplicemente come sbarramento, acausa dell’efficacia delle ECM (Elec-tronic Counter Measures) americane.I B-52 di Guam, per arrivare sui loroobiettivi, dovevano affrontare un volodi andata e ritorno di 13.000 km, con18 ore di volo e con almeno due rifor-nimenti in volo. Molto più breve, inve-ce, era il volo dei B-52 di U-Tapao.Comunque, per la durata dell’interaoperazione, oltre ai numerosi aerei ci-sterna KC-135, di base a Kadena(Okinawa), furonoimpiegati molti altriaerei di supporto(caccia di scorta,aerei ECM, r ico-gnitor i, ecc.) perun totale di circa300 velivoli. Alla fi-ne dell’operazione,i B-52D e G delSAC avevano ef-fettuato 729 sorti-te, sganciando15.000 ton. di bombe. Hanoi eHaiphong furono colpite duramente evennero distrutti tutti gli obiettivi mili-tari e industriali con la maggiore pre-cisione possibi le, cercando di

minimizzare i danni collaterali, mentreil porto venne totalmente paralizzato.Nel corso dell’operazione, le perditeamericane furono di 15 bombardieriB-52 e di 11 aerei di altro tipo; i nordvietnamiti, da parte loro lanciarono1.242 missili SA-2 e SA-3, che costi-tuivano l’intero “stock” a loro disposi-zione. Se la battaglia fosse continuata(malgrado le insistenti proteste, con-tro i bombardamenti, di molti paesi al-leati degli USA, tra cui l’Italia), Hanoie Haiphong non avrebbero più avutoalcuna copertura missilistica, con tut-te le conseguenze del caso. Inoltre, lestatistiche indicarono che solo 24missili avevano colpito i B-52 (abbat-tendone 15 e danneggiandone altri),con una percentuale di colpi messi asegno inferiore al 2% ed una percen-tuale di abbatt imenti infer ioreall’1,5%. L’artiglieria contraerea andòanche peggio, in quanto riuscì a dan-neggiare un solo aereo. I MiG-21, infi-ne, non r iuscirono mai a venire acontatto con i B-52, grazie ai cacciaF-4J Phantom, dell’US Navy, che vigi-lavano su di loro.

L’accordo di pace

La poderosa “spallata” data da Nixon,quindi, stava funzionando egregia-mente e stava spingendo Hanoi sul-l’orlo di una sconfitta militare, a causadella paralisi del sistema logistico edei rifornimenti sovietici. Cosciente diciò, già il 26 dicembre, la delegazione

nordvietnamita a Parigi dichiarò di es-sere pronta a riprendere i negoziatise gli Stati Uniti avessero sospesotutte le azioni aeree sul Vietnam delNord. I negoziati, quindi, ripresero in

Missile SA-2 Guideline, in dotazione alla difesa aerea delVietnam del Nord (2)

Un MiG-21PF nordvietnamita (1)

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modo fattivo il 9 gennaio 1973; il 15Nixon annunciò la sospensione di tut-te le rimanenti azioni aeree, ancora inatto, sul Vietnam del Nord, incluso ilminamento dei porti. Il 19 gennaio, ildelegato americano a Parigi, che oraera Henry Kissinger, annunciò che ilsuccessivo giorno 23 avrebbe rivistoil delegato nordvietnamita Le DucTho, per mettere a punto i l testodell’accordo. Il 23, il presidente Nixonannunciò alla Nazione che a Parigiera stato raggiunto l’accordo per ter-minare “con onore” la guerra in Viet-nam. I l “cessate i l fuoco” vennefissato per le 08,00, ora locale, del 27gennaio 1973, data in cui il protocollodi pace venne firmato dagli Stati Uni-ti, dal Vietnam del Nord, dal Vietnamdel Sud e dai “Vietcong”.Il documento, tra le altre cose, preve-deva: la cessazione del fuoco in tutto ilVietnam; il ritiro di tutti i militari ameri-cani entro 60 gg.; il rilascio dei prigio-nieri americani entro 60 giorni; i lrispetto della sovranità del Vietnam delSud; nessun uso della forza per riunifi-care i due Vietnam anche se le trupperegolari nordvietnamite, che già si tro-vavano nel Vietnam del Sud, fin dal1972, rimanevano in loco; eventualeriunificazione dei due Paesi tramitemezzi pacifici. Infine, il protocollo pre-vedeva la costituzione di una Commis-sione di controllo internazionale permonitorare il rispetto dell’accordo.Comunque sia, i l 15 marzo 1973,Nixon, sapendo quanto fosse infida lacontroparte comunista, ribadì che gliStati Uniti sarebbero nuovamente in-tervenuti in Vietnam, con il massimodella forza disponibile (leggi: offensivaaerea tipo “Linebacker II”, in quanto leforze di terra non erano più presenti),qualora i nordvietnamiti avessero vio-lato l’accordo.

Ai due negoziatori diParigi, Kissinger e LeDuc Tho, venne asse-gnato il premio “No-bel” 1973 per la pace;ma il nordvietnamitalo r if iutò. Evidente-mente, egli già sape-va che, in seguito,sarebbe stato costret-to a restituirlo.

Lo scandalo “Watergate”

Oggi sappiamo, con la certezza deifatti, che Nixon aveva ragione ad es-ser diffidente. Il Vietnam del Nord, sot-to la spinta dell’Unione Sovietica, eraintenzionato ad impossessarsi, con laforza, del Vietnam del Sud, in violazio-ne degli accordi sottoscritti. Ma la mi-naccia proferita da Nixon, la sua notadeterminazione a mantenere quantodetto e il ricordo dei terribili effetti del-la “Linebacker II”, costituivano un in-tralcio che doveva essere superato inqualche modo.La soluzione del problema si pre-sentò, su un “piatto d’argento”. Nelcorso della campagna elettorale perle elezioni presidenziali americane, il17 giugno 1972, cinque uomini eranostati fermati mentre stavano commet-tendo un’effrazione, a scopo di spio-naggio politico, nella sededel Partito Democratico,all’interno del complessoresidenziale Watergate, diWashington. Uno di questiuomini era il capo della si-curezza di Nixon. Risultache episodi di questo ge-nere, o similari, si fosserogià verificati in altre prece-denti elezioni presidenzia-l i , senza, peraltro, darluogo a conseguenze dirilievo. Tuttavia, l’FBI (Fe-deral Bureau of Investiga-tion), aveva avviatoun’inchiesta; inizialmente,Nixon non era sembratocoinvolto, per cui il casosembrava avviato versoun’iter privo di rilevanzapolitica. Improvvisamente,

però, l’episodio comparve sul quoti-diano Washington Post; due giornali-sti, Bob Woodward e Carl Bernstein,incominciarono a “montare” l’affare,attraendo l’attenzione dell’opinionepubblica, con la rivelazione di partico-lari provenienti da una fonte misterio-sa, che divenne nota come “golaprofonda”, la quale sembrava moltobene informata. Mentre la situazionesi faceva esplosiva, con un’opinionepubblica sempre più eccitata, i duegiornalisti, per evitare pressioni od al-tro, venivano “blindati” e scrivevano iloro “pezzi” in un luogo segreto, sicuroe protetto, ricevendo le informazioni inmodo rocambolesco. Con il prosegui-re dell’inchiesta, Nixon venne accusa-to di essere stato al corrente del “raid”al Watergate e di avere cercato diaffossare le indagini; ma il presidentenegò ogni coinvolgimento e, per quasidue anni, continuò ad affermare dinon aver fatto nulla per fermare le in-dagini dell’FBI. Improvvisamente,però, dal sistema di registrazione elet-tronica della Casa Bianca, emerse unnastro, non si sa bene come, con unaconversazione telefonica, in cui, unasettimana dopo la scoperta dell’effra-zione, Nixon chiedeva al capo del suo“staff” di cercare di bloccare le indagi-ni dell’FBI. Questa notizia, puntual-mente rivelata dal Washington Post,fece “incendiare” l’opinione pubblica

I caccia F-4J Phantom della US Navy (2)

Estratto dell’articolo comparso su il Giornaledell’1/06/2005

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americana, perché il presidente degliStati Uniti aveva mentito. Dopo unaserrata battaglia sul filo della legalitàcostituzionale, la Casa Bianca fu co-stretta a consegnare il nastro incrimi-nato all ’autor ità inquirente. Quelnastro rappresentava la prova incon-futabile che, in qualche modo, Nixonera coinvolto nell’affare “Watergate”,anche se non provava che fosse ilmandante dell’intrusione. Cionono-stante, egli era legalmente imputabiledi falso e punibile con la prigione.Mentre il Washington Post continuavae gettare benzina sul fuoco, il Con-gresso degli Stati Uniti iniziò la proce-dura per mettere sotto accusa(“impeachment”) Nixon, colpevole diaver compiuto un crimine punibile conl’arresto. La notizia della procedura di“impeachment”, naturalmente, fu pub-blicata sul Washington Post; la con-clusione della procedura era, ormai,una questione di ore. Per tanto, aNixon non restò che “trattare” frettolo-samente le proprie dimissioni, in cam-bio di una sorta di impunità.Il 9 agosto 1974, alle 21,00, con undiscorso televisivo alla Nazione, Ri-chard Nixon si dimise da presidente.Egli fu il primo e unico presidente co-stretto a dimettersi nella storia degliStati Uniti. Nella carica presidenzialegli succedette immediatamente il vi-cepresidente, Gerald Ford. Dopo ledimissioni, Nixon non fu arrestato, ma

si imbarcò, con la fami-glia, sull’ “Air Force One”,diretto al la sua casa inCalifornia; nel settembre1974, Ford “perdonò” uffi-cialmente l’ex presidenteper i l reato commesso,anche se non tutti furonod’accordo.Trentuno anni dopo, il 1°giugno 2005, i giornali ri-por tarono la clamorosanotizia che la “gola profon-da” era stato, per propriaammissione, il numero duedell’FBI, Mark Felt, il qua-le, molto probabilmente,aveva agito per risentimen-to personale contro Nixon.Dopo la mor te del capostorico dell’FBI, Edgar

Hoover, Felt si aspettava di essere no-minato al suo posto, ma Nixon nominòun suo protetto, per cui, stando ai gior-nali, egli provò una forte delusione. Se-condo il giornalista Bob Woodward,uno degli autori degli articoli del Wa-shington Post, la delusione fu la proba-bile causa principale che portò MarkFelt a tradire il presidente e, a giudica-re dalle conseguenze che ne derivaro-no, a tradire anche gli interessi dellaNazione.La confessione di Felt fu pubblicatasul settimanale Vanity Fair, al qualeegli la vendette in esclusiva. Felt, datempo era gravemente ammalato dicuore, per cui, la decisione di autori-velarsi alla Nazione, molto probabil-mente, fu dettata dalla necessità diricavare il denaro necessario per con-tinuare a sostenere le spese mediche.Fino a quel giorno il segreto di “golaprofonda” era stato gelosamente cu-stodito dalle sole tre persone che loconoscevano: i due giornalisti,Woodward e Bernstein, ed il loro di-rettore Ben Bradlee, i quali avevanogiurato di non rivelarne l’identità findopo la sua morte. Felt morì nel di-cembre 2008.

La conquista del Vietnam del Sud

Se il servizio segreto di Mosca, i lKGB, abbia in qualche modo contri-

buito, direttamente o indirettamente,ad alimentare lo scandalo “Waterga-te” per eliminare Nixon, questo nonlo sappiamo e, probabilmente, nonlo sapremo mai. Il fatto certo è che,con le dimissioni di Nixon e il deca-dimento delle sue minacce, per i lVietnam del Nord si spalancarono lepor te del Vietnam del Sud. GeraldFord, presidente non eletto, ma chesperava di conquistare la carica alleelezioni del 1976, non aveva né lavolontà, né la forza politica di coin-volgere nuovamente la Nazione inVietnam. Il Congresso, infatti, avevafatto sapere che non intendeva ap-poggiare un nuovo intervento armatoin quel la regione; al Congresso,quindi , la parola d’ordine era “ laguerra del Vietnam lasciamola aivietnamiti”. L’esercito del Vietnamdel Sud, sulla carta, sembrava po-tente, grazie agli abbondanti riforni-ment i degl i amer icani , mentre,l’aviazione sudvietnamita era consi-derata la quar ta del mondo, dopoquella di Stati Uniti, Russia e Cina.Quindi, argomentava il Congresso, ilVietnam del Sud era in grado di di-fendersi da solo. Il Vietnam del Nord,invece, sapeva molto bene che i lgrosso delle forze sudvietnamite eramoralmente debole, demotivato, mi-nato dalla droga e dalla corruzione e

Cartina illustrativa dell’offensiva finale delle forzenordvietnamite (1)

Una drammatica immagine della res-sa per l’imbarco su un aereo dell’USAir Force, durante l’operazione dievacuazione di Saigon (2)

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che molti uomini erano propensi adisertare. Pertanto, tali forze, al pri-mo attacco delle truppe regolari diHanoi e senza l’intervento diretto de-gli americani, si sarebbero scioltecome neve al sole.E fu così. Il 6 gennaio 1975, le trup-pe regolari del Vietnam del Nord, ri-maste nel Sud dopo i l cessate i lfuoco, violando apertamente gli ac-cordi sottoscritti a Parigi, occuparonola provincia sudvietnamita di PhucLong e la sua capitale, poste a circa100 km a nord di Saigon. La reazio-ne difensiva delle forze sudvietnami-te fu modesta. Inoltre, con questaoperazione Hanoi constatò la man-cata reazione militare americana ene dedusse che poteva procedere ol-tre. Entro i primi di marzo, quindi, lazona sudvietnamita settentrionale diBan Me Thuot, negli altopiani centra-li, venne completamente circondatadalle forze nordvietnamite, per cuiSaigon ordinò alle proprie forze la ri-t irata da quelle terre e da tutta laparte nord del paese. Ormai il collas-

so del Vietnam del Sud era solo que-stione di giorni. Il 24 marzo 1974, leforze nordvietnamite iniziarono la“Campagna di Ho Chi Minh”, l’offen-siva generale per la “liberazione” ditutto il Vietnam del Sud. L’esercito diSaigon oppose una resistenza sem-pre più debole, lasciando che i nord-vietnamiti si avvicinassero semprepiù a Saigon. Negli Stati Uniti, tuttociò che poté fare il presidente Fordfu di ordinare alle navi da trasportodella US Navy di aiutare l’evacuazio-ne dei sudvietnamiti residenti nellecittà costiere.Il primo di aprile più della metà delVietnam del Sud era in mano ai nord-vietnamiti. Nei giorni 20-30 aprile, aSaigon, gli aerei e gli elicotteri ameri-cani effettuarono l’operazione “Opzio-ne quattro”, la più vasta operazione dievacuazione della storia, per metterein salvo l’ambasciatore e il personaledell’ambasciata americana, il perso-nale delle ambasciate degli altri paesioccidentali e i personaggi sudvietna-miti, con le loro famiglie,compromessi con il regi-me che stava cadendo. Intotale furono evacuatecirca 7.000 persone, mol-te delle quali trasportate,dagli elicotteri, a bordodelle portaerei che incro-ciavano davanti alle co-ste. Il 30 aprile, le truppe nord-vietnamite entrarono aSaigon e il governo di Ha-noi annunciò al mondoche il Vietnam del Sud siera arreso senza condizio-ni. La guerra in Vietnamera finita. Gli americani,dopo aver sacrificato la vi-ta di circa 47.000 uomini eperso immense quantità dimateriali e di mezzi, do-vettero assistere passiva-mente all’evento.

Per quanto riguardò l’Unione Sovieti-ca, oltre a conseguire una grandevittor ia politica, comunistizzandoun’altra regione del Sudest asiatico,essa ottenne dal governo di Hanoil’uso dell’ex porto americano di CamRamh Bay, posto a 290 km a nordo-vest di Saigon (ora Città di Ho ChiMinh). Esso era l’unico porto, di tuttoil Sudest asiatico, ad avere acqueprofonde idonee per le navi da guer-ra; annesso, c’era anche un grandeaeroporto per i ricognitori marittimi,a lungo raggio, e per i bombardieristrategici. Pertanto, dopo quattro an-ni di lavori, per adattare la base ae-ronavale alle proprie esigenze, laflotta sovietica acquisì la capacità dicontrollare il Mar della Cina Meridio-nale e il Golfo di Thailandia, che era-no mar i “chiusi” strategicamenteimportanti, in cui, diversamente, nonavrebbe mai potuto operare efficace-mente. Inoltre, i sovietici poteronoanche minacciare la Malaysia e lapresenza americana nelle Filippine.

Cartina con la posizione geograficadella base aeronavale di Cam RanhBay, nel Vietnam del Sud (3)

Con l’acquisizione della base di Camh Rhan, la flot-ta sovietica allungò il suo braccio operativo fino aimari “chiusi”, strategicamente importanti, del Su-dest asiatico, dove, diversamente, sarebbe statomolto difficile far sentire la propria presenza (4)

(1) John S. Bowman, The Vietanm War. Day by day, Magna books, Wingston (Leicester) (UK), 1989.(2) Roobert F. Dorr & Chris Bishop, Vietnam Air War debrief, Aerospace Publishing Ltd., London, 1996.(3) Cam Ranh Bay, Wikipedia, Internet, 2011.(4) Soviet Military Power, 1987, US. Department of Defense, Washington.

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La Progress sulla ISS

Il 30 ottobre, dal cosmodromo di Baikonur, è statalanciata con successo una navetta russa Pro-gress M-13M che il 2 novembre ha poi regolar-

mente attraccato alla Stazione spazialeinternazionale (ISS).Il lancio è avvenuto due mesi dopo il grave guastoad un vettore Soyuz che aveva causato la perditadi una Progress carica di materiali diretta alla ISSe la sospensione dei voli di questo razzo (v. pag.14 di Aeronautica n. 8-9/2011). È da ricordare in proposito che, attualmente e do-po il “pensionamento” degli Shuttle della NASA, ilSoyuz è l’unico lanciatore disponibile per inviare,nella versione FG astronauti e nella versione Umateriali, sulla ISS.

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SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA

Nessun allarme per la caduta del ROSAT

Il satellite ROSAT (abbreviazione di ROentgenSATellite) gestito dall’Agenzia spaziale tedescaDIR e posto in orbita il 1° giugno 1990 per lo stu-

dio dei raggi X, non sarebbe comunque cadutosull’Italia nella notte del 23 ottobre scorso, data delsuo rientro nell’atmosfera terrestre.La notizia che il nostro Paese non avrebbe corsoalcun pericolo è stata data alcuni giorni prima dal-la Protezione civile di concerto con l’Agenzia spa-ziale italiana (ASI) che seguiva la traiettoria dir ientro del ROSAT, così come avvenuto perl’UARS (v. pag. 15 di Aeronautica n. 10/2011). Allafine della sua missione, nel 1999, non fu possibilecontrollare da terra Il ROSAT, del peso di 2.400 kg,che iniziò a perdere progressivamente quota pereffetto dell’attrazione terrestre fino al suo impattocon il nostro pianeta avvenuto in una zona chenon è stata ancora individuata, ma che, comun-que, non ha interessato zone abitate.

Lanciata la cinese Shenzhou-8

Il 1° novembre, dal poligono di Jiunquan, la Cina ha lan-ciato con un vettore “Lunga marcia” 2F il “vascello divi-no“ Shenzhou-8 allo scopo di far lo agganciare al

laboratorio Tiangong-1 (v. anche pag. 14 di Aeronautica n.10/2011).Si tratta di un passo importante per l’ente spaziale cinesein quanto la Shenzhou 8 dovrà, con i suoi nuovissimi si-stemi di attracco finora mai collaudati, avvicinarsi con pre-cisione millimetrica, agganciarsi e restare attaccata almodulo principale per 12 giorni nel corso dei quali verran-no compiuti moltissimi esperimenti di tipo meccanico e dicontrollo. Poi la navicella si staccherà, resterà due giorniaccanto al modulo principale e farà di nuovo la manovra diattracco per verificare la funzionalità del sistema di aggan-cio consentendo ai tecnici cinesi, se tutto andrà bene, diprovare i loro sistemi e fare una preziosa esperienza.

Alle 11.48 (ora italiana) del 28 ottobre, la NASA, con un vettore Delta II, ha lanciato dalla base aerea california-na Vandenberg il satellite di nuova generazione denominato National polar-orbiting operational environmentalsatellite system Preparatory Project (NPP) per lo studio del clima terrestre e per le previsioni meteorologiche.

In particolare l’NPP, del peso di due tonnellate e costato 1,5 miliardi di dollari, orbiterà attorno alla Terra ad una quota di824 km per raccogliere - con i numerosi e sofisticati strumenti scientifici da osservazione che reca a bordo - dati utili perlo studio dei cambiamenti climatici, la prevenzione dei disastri naturali, il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico edella superficie dei ghiacciai, l’elaborazione di previsioni atmosferiche, l’analisi della vegetazione e altre ricerche.Da sottolineare in proposito che i dati trasmessi dal satellite saranno acquisiti in Alto Adige dall’antenna di ricezionesatellitare installata sul Corno del Renon ed elaborati attraverso un sistema realizzato dal dipartimento Sviluppo tec-nologico dell’European Academy (EURAC) of Bozen/Bolzano in collaborazione con l’Istituto di Telerilevamento Ap-plicato del centro di ricerca altoatesino.

In orbita il satellite NPP della NASA

In orbita i primi due satellitidel sistema Galileo

Il 21 ottobre, dopo un rinvio di un giorno dovuto a pro-blemi nel caricamento del propellente del terzo stadiodel razzo vettore russo Soyuz, dal poligono di Kourou

nella Guyana francese sono stati lanciati i primi due sa-telliti operativi del sistema europeo di navigazione sa-tellitare Galileo (v. anche pag. 7 di Aeronautica n.1/2011 e articoli precedenti in esso richiamati), satellitiche sono poi regolarmente entrati nell’orbita prevista.Ricordiamo in proposito che il Galileo intende consentireall’Europa di «competere sul mercato globale delle tecno-logie spaziali» e, in particolare, con il GPS statunitense.Su questo lancio è da sottolineare che si trattato delprimo di un vettore Soyuz da una località diversa dalpoligono russo di Baikonur e del primo dopo la sospen-sione dei lanci di tale vettore a seguito del fallimento diquello relativo alla navetta russa Progress (v. pag. 14 diAeronautica n. 8-9/2011).

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Nel 1920 l’idea di onorare - qualericonoscimento degli erosimidei soldati che erano morti nel

corso della prima Guerra mondiale -una salma sconosciuta di un caduto,fu propugnata dall’allora colonnelloGiulio Douhet e il relativo disegno dilegge fu presentato l’anno dopo alParlamento che l’approvò. Sulla basedi tale legge il ministero della Guerradiede incarico ad una apposita com-missione di esplorare tutti i luoghi neiquali si era combattuto, dal Carso agliAltipiani, dalle foci del Piave al Mon-tello, e di raccogliere i resti di un ca-duto non identificato per ognuna delleseguenti zone: Rovereto, Dolomiti, Al-tipiani, Grappa, Montello, Basso Pia-ve, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo,San Michele, tratto da Castagnevizzaal mare.�� Il 28 ottobre 1921 le undicisalme raccolte, una sola delle qualisarebbe stata poi tumulata a Roma alVittoriano, vennero trasportate nellaBasilica di Aquileia (Udine) dove siprocedette alla scelta di quella desti-nata a rappresentare il sacrificio deiseicentomila caduti italiani.�Tale scelta fu fatta dalla popolana Ma-ria Bergamas di Trieste, il cui figlio An-tonio aveva diser tato dall’esercitoaustriaco per arruolarsi nelle file italia-ne ed era caduto in combattimentonel 1915 sul Carso senza che il suo

corpo potesse essere identificato. Èda ricordare che, poco tempo primadella morte, il giovane Bergamas ave-va scritto alla madre per spiegare imotivi della sua scelta di combatterecon gli italiani: «Perdonami dell’im-menso dolore ch’io ti reco e di quelloche reco al padre mio e a mia sorella,ma, credilo, mi riesce le mille volte piùdolce il morire in faccia al mio paesenatale, al mare nostro, per la Patriamia naturale, che il morire laggiù neicampi ghiacciati della Galizia o inquelli sassosi della Serbia per unaPatr ia che non era la mia e che ioodiavo. Addio mia mamma amata, ad-dio mia sorella cara, addio padre mio.Se muoio, muoio con i vostr i nomiamatissimi sulle mie labbra, davanti alnostro Carso selvaggio».La bara prescelta da sua madre fucollocata sull’affusto di un cannone e,accompagnata da reduci decorati alvalore e più volte feriti, fu deposta inun carro ferroviario appositamente di-segnato.�� Il viaggio da Udine a Roma,ebbe luogo passando per Treviso, Ve-nezia, Padova, Rovigo, Ferrara, Bolo-gna, Pistoia, Prato, Firenze, Arezzo,Chiusi, Orvieto, Orte a velocità mode-ratissima in modo che presso ciascu-na stazione la popolazione avessemodo di onorare il “Milite Ignoto”. Fu-rono molti gli Italiani che attesero, a

volte anche per ore,i l passaggio delconvoglio al fine dipoter rendere ono-re al caduto. Il tre-no, infatti, si fermòpraticamente inben 120 stazioni.A Roma, dove i ltreno arr ivò i l 2novembre, le rap-presentanze deicombattenti, dellevedove e dellemadri dei caduti,con il Re in testa ele bandiere di tuttii reggimenti, mos-sero incontro al fe-

retro, che fu portato a S. Maria degliAngeli da un gruppo di decorati di me-daglia d’oro al VM.�� Il 4 novembre1921 il Milite Ignoto veniva tumulatonel sacello sull’Altare della Patria.�� Aquesto sconosciuto soldato fu con-cessa la medaglia d’oro al VM con laseguente motivazione:�“Degno figliodi una stirpe prode e di una millenariaciviltà, resistette inflessibile nelle trin-cee più contese, prodigò il suo corag-gio nelle più cruente battaglie ecadde combattendo senz’altro premiosperare che la vittoria e la grandezzadella patria”.A 90 anni dal viaggio della salma diquel militare sconosciuto da Aquileiaa Roma, l’Italia è tornata a celebraree accogliere il treno di quel “MiliteIgnoto” che riposa nell’Altare della Pa-tria come simbolo di una generazioneche si era eroicamente sacrificata perl’Italia nel primo conflitto mondiale.�Il “Treno dell’eroe”, o anche il “Trenodella memoria”, come è stato chiamatoil convoglio rievocativo del viaggio di90 anni fa, è partito alle 13.20 del 29ottobre dalla stazione di Cervignano(Udine) dopo una celebrazione religio-sa che, nella Basilica di Aquileia, è sta-ta tenuta dal vescovo di Gorizia, mons.Dino De Antoni, il quale ha anche be-nedetto la bandiera che coprì allora ilferetro del soldato sconosciuto.Al primo tratto del viaggio, ad Aquileiae poi da Cervignano a Udine, era pre-sente il ministro della Difesa, IgnazioLa Russa.Il treno ha proseguito poi per Treviso,Venezia, Padova, Rovigo, Ferrara, Bo-logna, Pistoia, Prato, Firenze, Arezzo,Chiusi e Orvieto per giungere infine aRoma.Il convoglio era composto da tre vago-ni contenenti la mostra sul Milite Igno-to, più uno allestito come sala diproiezione di documentari e filmati euna riproduzione fedele del vagoneche portò la bara, con un affusto dicannone d’epoca, il braciere e la tecacon la bandiera originali.Un viaggio che, come il precedente,ha visto ex combattenti, cittadini e

Per il 90° anniversario della traslazione della salma

Ripercorso l’ultimo viaggio del Milite Ignoto

Un momento della traslazione della salma nel 1921

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scolaresche affollarsi nelle sta-zioni attraversate costringendoil convoglio a fermarsi; in alcu-ne stazioni fanfare militar i obande cittadine hanno suonato,al passaggio del treno, “La leg-genda del Piave”.All’arrivo a Roma, dove è giun-to il 2 novembre come allora, aricevere il treno - che ha poi so-stato al binario 29 della Stazio-ne Termini dove è r imastoaperto al pubblico dal 3 al 6 no-vembre - erano il presidentedella Repubblica Giorgio Napo-

litano e il ministro della Difesa IgnazioLa Russa con le massime autorità ci-vili e militari del Paese, le rappresen-tanze con bandiere delle nostre ForzeArmate e dei Corpi armati dello Statoe quelle delle Associazioni d’arma ecombattentistiche con i rispettivi me-daglieri e labari.Poco dopo l’arrivo a Roma, alla Sta-zione Termini, il capo dello Stato haanche scoperto una targa commemo-rativa del 150° dell’Unità d’Italia e del-la r icorrenza del 90° anniversariodella traslazione della salma del MiliteIgnoto. Il “Treno dell’Eroe”

Commemorati i defunti dell’Aeronautica Militare

Il 1° novembre, al Tempio Sacrario dell’AM al Verano,promosso come da tradizione dall’Associazione Na-zionale Famiglie Caduti e Mutilati dell’Aeronautica

(ANFMA) presieduta dal gr. uff. Renzo Fausti, si è svoltoun rito religioso commemorativo dei defunti della ForzaArmata che è stato officiato dal cardinale Giovanni Cop-pa, fratello di un nostro eroico Caduto.Presenti alla cerimonia il capo di Stato Maggiore del-l’AM, gen. SA Giuseppe Bernardis, molte autorità milita-ri delle Forze Armate, le rappresentanze con Labaridelle Associazioni d’Arma e numerosi parenti degliscomparsi.Successivamente, i presenti hanno raggiunto il vicino“Monumento delle Aquile” eretto in onore dei Caduti del-l’AM dove il gen. Bernardis e il gr. uff. Fausti hanno de-posto una corona d’alloro.

Una delegazione dell’AAA guidata dal vice presidentenazionale gen. sq, Giovanni Proietti e una rappresen-tanza dell’AM guidata dal gen. sq. AAran Mario Marti-nelli hanno poi deposto una corona di alloro sulla tombadel gen. Giulio Douhet.

Una cerimonia ha anche avuto luogo il 2 novembre alcimitero di Orbetello dove l’Associazione TrasvolatoriAtlantici ha commemorato i propri defunti sepolti nell’ap-posito riquadro a loro dedicato.

Da ricordare, infine, che Messe di suffragio per i socideceduti sono state celebrate in varie sezioni dell’AAA.

Il 7 ottobre, nel Palazzo Monterea-le Mantica di Pordenone ed allapresenza di numerose autorità ci-

vili e militari, è stato celebrato ilcentenario dell’aeroporto “Paglianoe Gori” di Aviano.Dopo gli interventi del col. LucaCappelli, comandante di quell’ae-ropor to, del vice presidente delConsiglio regionale del Friuli Ve-

nezia Giulia Maurizio Salvador edel presidente della Provincia diPordenone Alessandro Ciriani, èstata inaugurata la mostra storicaallestita presso l’adiacente Palaz-zo Gregor is - r imasta aper ta alpubblico fino al 23 ottobre - dovegli ospiti hanno potuto vedere unarassegna che, attraverso un per-corso inedito di immagini, cimeli e

aeromodelli, ha ricordato i centoanni d i s tor ia del l ’aeropor to d iAviano.Le celebrazioni hanno successiva-mente compreso anche un conve-gno storico, la pubblicazione di unlibro fotografico e il concerto dellaBanda musicale dell’AeronauticaMilitare che ha avuto luogo il 16 no-vembre.

I 100 anni dell’aeroporto di Aviano

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Èinvalso l’uso da parte di grup-pi di appassionati, e tra que-sti molte nostre sezioni

periferiche, aeroclub, aziende, ecc.,grazie alla benevolenza dello StatoMaggiore AM, largo di maniche inpassato nel concedere in uso dei ve-livoli radiati, di utilizzarli per realiz-zare monumenti a basso costo,quasi fosse l’unica strada per accre-ditare una buona immagine dellanostra Forza Armata presso l’opi-nione pubblica.

Ma, ci si potrebbe domandare, puòun velivolo essere un elemento ac-cettabile in un arredo urbano? Para-frasando la grande Oriana Fallaciche, scandalizzata di fronte ai pro-blemi dell’islamizzazione dell’Euro-pa, esclamava di non poteraccettare un minareto nel cielo diGiotto, si potrebbe dire che un pez-zo di alluminio, ancorché bello, malsi adatta ad una piazza medioevaleo rinascimentale o in qualsiasi altrapiazza di valenza storica presentenel nostro Paese. Difatti, se si esclu-dono alcuni casi particolari, i nostrivelivoli finiscono coll’essere monu-mentati nelle periferie anni ‘60 dellenostre città e ciò sta ad indicare cheallestimenti del genere non solo so-no di difficile ambientazione esteti-ca, ma non sono apprezzati perchènon sanno trasmettere messaggi adispetto della loro bellezza da moltiincompresa. Pensiamo all’MB.326sistemato nel cuore di Varese inonore del grande Ermanno Bazzoc-chi ma poi spostato in periferia do-po essere stato deturpato da alcuni

vandali che non avevano compresoche quel velivolo era lì per testimo-niare la gloria della loro città e del-l’industria nazionale.Un monumento che non trasmettemessaggi, che monumento è?Cito il prof. Franco Panzini, docentealla facoltà di architettura di AscoliPiceno: « (Un monumento) é un’ope-ra d’arte, un manufatto architettoni-co, scolpito, dipinto, che per il suopregio estetico, storico, artistico, mo-rale, o a causa del valore documenta-rio e di memoria che rappresenta, èsottoposto a tutela per la sua conser-vazione, a particolari vincoli di legge.Ma questo processo di identificazio-ne, riconoscimento della qualità mo-numentale in un manufatto, non èsolo un procedimento amministrati-vo; infatti, è soprattutto un processoculturale di assegnazione di significa-to, che opera nei confronti del monu-mento una sorta di trasformazione...Nel momento della sua designazionea monumento, l’oggetto trascende lasua funzione originaria e assume unvalore di testimonianza, il cui mes-saggio si ritiene debba essere trasmes-so nel tempo... Questo processo diriconoscimento e di assegnazione diuna particolare qualità monumenta-le, produce una trasformazioneprofonda dell’oggetto: il monumentonasce come un manufatto che ha inorigine caratteristiche analoghe aquelle di tutti gli artefatti umani; matende ad una dimensione svincolatadal tempo, che trascende e valica i li-miti della funzione e del momentostorico in cui è stato creato... Da ciòne discende la necessità di conserva-zione per la trasmissione di questamemoria ai figli, ai nipoti, ai posteri».Siamo abituati all’esposizione divelivoli come “gate guardian” nellebasi dove hanno operato, e questo ègiusto perché sono testimoni di unpassato glorioso di operatività e sa-crificio della vita per molti. Discuti-bile può essere, invece, la loroesposizione in altri sedimi militarise non rispettosi della morfologiadell ’ambiente. Non si può, peresempio, fa entrare a forza (perchéspazio non ce n’è a sufficienza) unF-104 tra la palazzina Comando ela palazzina Italia di quel meravi-

glioso complesso architettonico instile razionalista che è l’ex Scuoladi Guerra Aerea di Firenze! Piùcomprensibile è la collocazione divelivoli in Accademia perchè il G.91(riverniciato peraltro in modo assaidiscutibile e con simbologie erra-te!) e l’F-104 esposti, oltre ad esseredello stesso periodo degli edificiche li circondano ed avere spazi dirispetto adeguati, sanno “parlare”agli allievi che si preparano a di-ventare piloti militari. Più difficileè comprendere il significato di unvelivolo in una strada o piazza cit-tadina a meno che non vi sianostrette connessioni con la vita loca-le come ad esempio avviene per l’F-104 esposto nella cittadina diIstrana, anche lui, però, in un ango-letto che non lo valorizza. Che ci faun PD-808 in un raccordo autostra-dale di Lucca? Non credo che siastato messo lì per ricordare il pio-niere del volo Carlo Del Prete ancheperchè tra lui e quel velivolo nonc’è e non ci potrà mai essere alcunaconnessione. Che ci fa un G.91Tnella periferia di Tarquinia? Alme-no fosse stato messo nel vecchio ae-roporto giù sulla litoranea,importante base dei piloti brasilia-ni durante la 2ª GM ed ora in pro-gressivo abbandono, ma in unaperiferia piena di supermercati... Ècomunque da apprezzare l’immanelavoro dei colleghi della sezioneAAA di quella città che hanno sapu-to trasformare un ammasso di rot-tami ceduti a peso al Comune in unvelivolo vero. Comune che, tra l’al-

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Monumenti, pezzi di alluminio... e dintornidi Giancarlo Naldi

Monumento con G-91T realizzato dal-la Sezione di Lumezzane, in perfettostato di conservazione

Presso la Ferrari è esposto l’F-104 di-pinto con i colori Ferrari che ricordala gara di accelerazione tra il velivoloe la “rossa”

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tro, è costretto a spendere annual-mente soldi per l’assicurazione delmonumento, per la sua rivernicia-tura e quant’altro. Con gli stessisoldi risparmiati, in due o tre annisi potrebbe realizzare un monu-mento in marmo che solo per il suopregio artistico potrebbe divenireun manufatto da tramandare ai po-steri, e pertanto essere collocato inluoghi più prestigiosi della città.Vi è poi il problema molto seriodella manutenzione dei velivoli mo-numentati. Mentre a Tarquinia for-tunatamente c’è una sensibilitàdell’amministrazione comunale neinostri confronti per cui la riverni-ciatura è stata fatta in modo corret-to, nella maggioranza dei casi ivelivoli vengono abbandonati a séstessi. Pensiamo al G.91T (semprelui!) all’Aeroclub di Viterbo in statodi abbandono, come pure quelloall’aeroporto dell’Aquila tanto chenon v’è alcuna differenza con quelliaccatastati presso il venditore dirottami sul Grande Raccordo Anu-lare di Roma. I velivoli all’esterno deperiscono. Nonper niente quando sono operativi, senon protetti da hangarette, vengonocoperti con teli impermeabilizzati, al-meno nella parte del cockpit, e nevengono tappati gli scarichi e le presed’aria. Solo una corretta manutenzio-ne consente di preservare, per esem-pio il plexiglass del tettuccio, dinorma screpolato dalle intemperie edalla vetustà del materiale.

Fa eccezione, ed è bene sottolinear-lo, quello dell’RT-33 all’interno del-l’aeroporto di Istrana, perfetto edimmacolato. Per restare in zona, de-gno di menzione è anche il grandelavoro di manutenzione dei velivolisull’aeroporto di Vicenza operato davolontari del GAVS (Gruppo AmiciVelivoli Storici) e dai nostri soci del-la sezione locale. Ma non sempre i

velivoli esposti in un sedime milita-re sono in buone condizioni di ma-nutenzione.Non si può sottacere poi che semolte sezioni sono state bravissimenel dotarsi di un velivolo da monu-mentare, non sempre altrettantozelo è stato messo per la manuten-zione dei monumenti esistenti nellaloro città, purtroppo spesso brutti emal conservati (pensiamo, peresempio, a quelli per i Caduti della1ª GM) ma pur sempre testimoniveri di sacrifici e di ardimento. Nelpensare alla modestia di queste te-stimonianze della Grande Guerra,talvolta limitate ad una semplice la-pide, non si può non correre con lamente ai grandiosi monumenti mi-litari di Torino: pensiamo al monu-mento all’alfiere di piazza Castello,al monumento al fante, al monu-mento al bersagliere, straordinarioper la sua potenza espressiva, almonumento al carabiniere, a quelloa Pietro Micca, ed ancora allosplendido ed imponente monumen-to all’autiere d’Italia e, infine, ancheal nostro (purtroppo in periferia)rappresentato da uno stormo di uc-celli in volo.Piuttosto che tanti monumenti d’al-luminio è certamente preferibileaverne pochi, ma di qualità e ubica-ti in quelle città che hanno avuto unsignificato vero nella storia della no-stra Aeronautica. Ma in tempi di vacche magre non ècerto facile portare avanti discorsidel genere.Sarebbe il caso allora di non farepiù monumenti con velivoli in disu-so, di tenerci nostro malgrado quelliche abbiamo e di cercare almeno dicustodirli adeguatamente e, se il ca-so, di adottarli, unitamente agli altridedicati ai nostri Caduti, assicuran-do la loro sopravvivenza alle ingiu-rie del tempo e alla decadenza deivalori della nostra società.A seguito di contatti intercorsi conil Comando Logistico dell’AM si èappreso che sono parecchie centi-naia le cessioni di materiale peresposizione da parte della ForzaArmata.La catalogazione di queste cessioni,in possesso ora anche della presiden-za dell’AAA, non è certamente esau-stiva. Non sono elencati, peresempio, i velivoli acquistati da priva-ti presso rivenditori di materiali mili-tari, esposti al pubblico ma spessonon ben conservati, con un pessimoritorno d’immagine sulla nostra FA

ritenuta impropriamente responsabi-le dello stato di manutenzione di que-sti velivoli. Mancano, inoltre, deireport sullo stato di conservazione diquesti materiali.

Attraverso l’azione capillare dellenostre sezioni periferiche sarebbecertamente possibile produrre dellebrevissime relazioni semestrali cor-redate da fotografie del materialeesposto nelle rispettive giurisdizioniin modo che la Forza Armata possa,oltre che ad avere un quadro esattodella situazione, valutare se e comeintervenire per sollecitare la manu-tenzione o la restituzione del mate-riale in questione.E questo non solo in caso di cattivaconservazione, ma anche in quei ca-si in cui subentrino dei ripensamen-ti avendo concesso in uso ilmateriale piuttosto raro. Ciò sareb-be, per esempio, auspicabile perl’MB.326K di Zagarolo di cui esisto-no in Italia solo due esemplari (l’al-to è a Pratica di Mare) consideratoche queto tipo di velivolo non ènemmeno presente al nostro MuseoStorico di Vigna di Valle. Non ultima l’adozione di un velivolomonumentato da parte delle sezionipotrebbe rappresentare l’unica viaper garantire la sopravvivenza deivelivoli esposti nei vari aeroporti incorso di dismissione, sull’esempio diquanto fatto a Vicenza. Le attività a tutela di questo patri-monio, sia quelle relative al monito-raggio che quelle relative allamanutenzione potrebbero rientraretra quelle previste dalla convenzionetra AM e AAA, convenzione che, allaluce delle mutate condizioni econo-miche del Paese e delle trasforma-zioni in atto in seno alla Difesa,potrebbe essere aggiornata e trovareuna sua nuova vitalità.

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Che ci fa un rarissimo (per l’Italia)MB-326K esposto alle intemperie aZagarolo anziché stare al Museo Sto-rico AM che ne è sprovvisto?

A Folgaria la batteria Nike mimetizza-ta ben si integra con le conifere delpaesaggio

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L’incessante richiesta di incremento di capacità atte agarantire la pubblica sicurezza ha, negli ultimi anni,reso possibile lo sviluppo di avveniristici sistemi UAV

(Unmanned Aerial Vehicle). Il General Atomics RQ-1C Pre-dator, è un Sistema d’Arma che ben rappresenta le attualicapabilities di tali non convenzionali velivoli; esso, oltre aicompiti prettamente militari, può contribuire alle attività dicontrollo del territorio e delle linee di comunicazione, nel-l’ambito della lotta alla criminalità organizzata e all’immi-grazione clandestina.

È interessante approfondire, tuttavia, quanto il Predator sia ilrisultato di un lungo processo tecnologico che vede un’evolu-zione del velivolo teleguidato GNAT-750; il quale, a sua volta,affonda le radici nell’ormai remoto progetto UAV Amber.

A partire dalla metà degli anni ’80 una compagnia chiamataLeading Systems Incorporation (LSI), commissionata dal Di-partimento di Difesa USA, diede inizio allo sviluppo del pro-getto Amber. Il velivolo, solo uno di diversi programmisperimentali UAV, dimostrò capacità importanti; esso risulta-va tuttavia di dimensioni abbastanza modeste (15 ft di lun-ghezza per 28 ft di apertura alare), non sufficienti a garantireprestazioni soddisfacenti per sostenere il payload richiesto;in seguito la LSI, conscia dell’ alta potenzialità del progetto,diede il via ad uno studio atto al computo delle dimensioniottimali che potessero garantire ad un sistema UAV l’oppor-tuna portanza; vennero inoltre avviate diverse ricerche al fi-ne di garantire la necessaria stabilità di volo, caratteristicaindispensabile per fornire immagini di alta qualità. Nel 1988LSI intraprese lo sviluppo di una migliorata evoluzione del-l’Amber, da destinarsi, questa volta, al mercato. Il nuovo UAVvolò per la prima volta nell’estate del 1989 ma la LSI, cheversava in serie difficoltà finanziarie, fu nel 1990 acquisitadalla General Atomics (GA). La nuova società non abban-donò i preziosi progetti UAV e portò a termine lo sviluppo delnuovo velivolo a pilotaggio remoto GNAT-750.

Lo GNAT-750 fu provvisto dello stesso motore alternativoRotax 582 utilizzato per la propulsione dell’Amber; venneingrandita la fusoliera e la attaccatura delle ali fu spostataverso il basso. Lo GNAT-750 fu equipaggiato con un siste-ma di navigazione GPS, ed inoltre era garantita la pienaautonomia per missioni superiori alle 24 ore; esso fu equi-paggiato di evoluti sensori dinamici, permettendo così diottenere un’ottimale visuale sia diurna che notturna. Nel1993 lo Joint Chiefs of Staff (Stati Maggiori Riuniti) manife-stò la volontà di disporre di un sistema di sorveglianza peril supporto dei Peacekeepers operanti nell’ex-Yugoslavia;acquistò dunque due GNAT-750 equipaggiati con un pac-chetto sensoristico modificato. Si registrarono tuttavia di-verse difficoltà nelle operazioni di volo, tanto che unvelivolo venne addirittura perso nel 1993.

La limitazione più restrittiva riscontrata nelle operazionidello GNAT- 750 sui Balcani, risultò essere il raggio di azio-ne del sistema, questo non permetteva infatti al velivolo dispostarsi nelle zone più remote del Paese a causa del limi-tato range del datalink che si estendeva tra il velivolo e lastazione di controllo. Per superare tale restrizione, come ri-petitore per il flusso dati, fu utilizzato un velivolo da ricogni-zione Scheweitzer, la quale scarsa autonomia oraria,tuttavia, riduceva la endurance (maggiore di 24 h) delloGNAT-750. Il fattore weather e le difficoltà riscontrate con ilflusso dati sul montuoso territorio balcanico causarono di-verse complicazioni alle operazioni di volo. I due GNAT-750furono infine equipaggiati con un sensore termo-ottico e ri-schiarati in Croazia nel 1994 e successivamente fu acqui-sto un ulter iore velivolo equipaggiato di un radar adapertura sintetica (SAR). Le attività dello GNAT- 750 prese-ro il nome in codice di Lofty View (traducibile come “subli-me visione”)Un ulteriore step dello sviluppo del velivolo fu realizzato nel1997-1998, quando la GA iniziò a lavorare su una più evo-luta versione dello UAV, battezzata I-GNAT (improvedGNAT). Esso risultava essere sostanzialmente un’ampliata

L’evoluzione del Predatordi Mario Longobardi

LSI - Amber General Atomics - GNAT 750

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versione del suo predecessore, equipaggiata di un piùperformante motore ROTAX 912; tale propulsore permette-va di trasportare un maggiore payload nonché,eventual-mente, alcuni armamenti. Nell’ottobre del ’98 lo I-GNATdivenne operativo, le performance erano sensibilmente mi-gliorate: endurance di oltre 30 ore e quota di tangenza su-periore ai 30,000 ft. Il velivolo risultava tuttavia ancoracontrollato attraverso un data link “C band” il cui range nonsuperava le 150 miglia.

Nel gennaio 1994 General Atomics avviò un nuovo pro-gramma di ricerca finalizzato allo sviluppo dello UAV chesarebbe diventato il Predator A. Esso proponeva un’alabassa, un Aspect Ratio (rapporto tra lunghezza e superfi-cie alare) molto elevato ed un piano di coda a “V” rivoltoverso il basso; il velivolo fu realizzato di composito in fibradi carbonio e la fusoliera permetteva di ospitare sia tutto ilpayload che il carburante necessario. Nel retro della fuso-liera veniva alloggiato un motore 4 cilindri da 80 hp Rotax912, ma successivamente tale propulsore fu sostituito dal4 cilindri 113 hp Rotax 914. Una telecamera assicurata allaparte anteriore del velivolo veniva istallata per ottimizzare ilpilotaggio remoto. L’equipaggiamento constava principal-mente di un Radar ad apertura sintetica Northrop Grum-man, sviluppato per il progetto A-12 strike, e da una turretdi sensori infrarossi ed elettro-ottici Wescam Versatron14TS. Nonostante ciò la più rilevante miglioria fu rappre-sentata dall’implementazione del link SATCOM in Ku-band,grazie a tale collegamento satellitare il raggio di azione ve-niva finalemente reso virtualemente illimitato.

Lo sviluppo del Predator A proseguì attraverso l’implemen-tazione del sistema de-icing e con la sostituzione della tur-

ret Versatron con la Raytheon AN/AAS-52(V) Multi-Spec-tral Targeting Systems (MTS), tale altamente performanteimpianto sensoristico risultava provvisto anche di un laserdesignator.

Il Predator A+, così come lo conosciamo oggi, è lungo 8,2 mcon apertura alare di 14,89 ft. Esso è stato progettato per po-ter essere scomposto in 6 porzioni rendendo così il sistemafacilmente “impacchettabile” in container utilizzati per il tra-sporto. Tipicamente vola ad una velocità compresa fra i 70 e90 Kts a quote superiori ai 25,000 ft; le operazioni tuttavia sisvolgono spesso a quote inferiori in modo da garantire unamigliore risoluzione da parte dei sensori elettro-ottici.

Il successivo passo nello sviluppo Predator è il Predator B,un velivolo di gran lunga più performante. Il Predator B volòper la prima volta il 2 febbraio del 2001 ed è propulso daun motore alternativo Honeywell; l’apertura alare è stata in-crementata a 64 ft. L’accresciuta potenza del propulsoreestende sensibilmente la massima velocità di volo, anchese la velocità in missioni operative rimane fra i 70 e gli 80mph. La più vistosa differenza, oltre al più convenzionalepiano di coda a V upward, consiste nel fatto che il PredatorB permette di incrementare ingentemente sia il payloadche la quota di tangenza.

L’USAF ha affidato tale potente ed innovativo sistema d’ar-ma alle squadriglie 11ª, 15ª e la 17ª. In Italia l’AeronauticaMilitare ha fornito tale sistema d’arma, che rappresenta lostato d’arte dei velivoli teleguidati, al 32° Stormo di Amen-dola, incrementando così le già altissime capacità operati-ve di cui lo Stormo dispone.

General Atomics - Predator A

General Atomics - Predator B

Primo atterraggio verticale su nave dell’F-35B

Il 3 ottobre un F-35B (Joint Strike Fighter) destinato ai Marines statunitensi ha compiuto il primo atterraggio vertica-le sul ponte della nave anfibia Wasp dell’US Navy.La manovra, è stato reso noto nell’occasione, rientra nel programma di prove iniziali sulle navi allo scopo di raccoglie-

re dati sulle capacità del velivolo di effettuare decolli corti e atterraggi verticali sulle unità navali in mare aperto e per va-lutare in che modo esso si integri con i sistemi di atterraggio sulla nave e con le operazioni sul ponte e nell’hangar.Ricordiamo in proposito che l’F-35B è destinato a sostituire gli Harrier AV-8B e i McDonnell-Douglas F-18 Hornet at-tualmente in linea con i Marines.

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Regione Roma e nonReparto Volo SM

Il socio Roberto Bruno della sezione AAAdi Roma ha scritto - a proposito di quantopubblicato a pag. 30 di Aeronautica n.10/2011 circa il modello volante del «bel-lissimo C-47» costruito dal gen. AntonioRiccardelli dell’AVES - per precisare chela sigla RR 04 apposta sul velivolo non è«del prestigioso Reparto Volo Stato Mag-giore, oggi 31° Stormo» come indicatodal gen. Riccardelli, ma tale sigla «fino al1979, anno della messa in posizionequadro del Reparto, era riportata sulla fu-soliera dei velivoli del Reparto Volo dellaII Regione Aerea (la sigla RR stava perRegione Roma), con sede sull’aeroportodi Guidonia e non già su quelli del Repar-to Volo Stato Maggiore il cui identificativoera SM».

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Sala gremita da moltissime de-legazioni di tutte le realtà as-sociative militari, tra vistosi

foulard e bustine piene di distintivimulticolori, ma anche molte autoritàmilitari ed alcuni politici al convegnotenutosi i l 3 novembre presso i lCampidoglio, convegno che il gen.Mario Buscemi, presidente di As-soarma, ha voluto subito ribatezza-re “Stati Generali delle Associazionid’Arma”.Che ci fosse bisogno di un conve-gno del genere è apparso subitochiaro fin dalle prime battute deglioratori che si sono succeduti al mi-crofono, a cominciare dal gen. Anto-nino Torre, consigliere comunaledelegato alla memoria cittadina edai fatti d’arme, che ha portato il sa-luto del sindaco Gianni Alemanno,per passare poi al prof. DomenicoFisichella, al sen. Franco Marini,all ’on. Carlo Giovanardi, al dott.Alessandro Ortis, presidente del-l’associazione Nunziatella ed algen. Vittorio Bernard di Assoarma.Tutti gli interventi, infatti, hanno fatto

leva sul patrimonio di valori di cui imilitari sono portatori e che diventa-no utilissimi in un momento in cui ilnostro amato Paese sta vivendouna deriva morale scoraggiante.In questo l’Associazione Nazionale

Alpini, che non fa parte di Assoar-ma ma che è solo aggregata vistala sproporzione del numero dei suoisoci rispetto alle altre realtà asso-ciative, diventa un esempio da imi-tare. Le ragioni del suo successo,ha cercato di spiegare il sen. Marinivanno ricercate nell’umiltà e nellasolidarietà della gente di montagnache, cresciuta in mezzo alle diffi-coltà che impongono la solidarietàcome naturale formula per la so-pravvivenza, ne ha fatto un costume

di vita ed ha saputo trasmetterla an-che alle sue sezioni facendola di-ventare una cultura vissuta.Il tempo tiranno ha consentito di ab-bozzare appena una sorta di dibatti-to ma ciò è stato sufficiente percomprendere che i problemi dell’as-sociazionismo militare sono moltosentiti e, tra questi, vi è anche quellodell’uso di spazi dedicati all’internodelle installazioni militari, come haevidenziato il gen. Buscemi.Gli interventi conclusivi delle auto-rità militari presenti, quello del gen.CA Giuseppe Valotto, capo di StatoMaggiore dell’Esercito, e quello delgenerale Biagio Abrate, capo di Sta-to Maggiore della Difesa, hanno as-sicurato la massima attenzione deiVertici verso le Associazioni d’Armae l’impegno a condividere e risolve-re i problemi emergenti.Il convincimento tratto dal convegnoè che, lanciato il sasso, si debbatornare ben presto sull’argomentocon altri eventi dedicati tesi ad ap-profondire i suoi molteplici aspetti.

G.N.

In Campidoglio il primo convegno di Assoarma

Le Associazioni d’Arma: realtà e prospettive

Il 12 ottobre, sulla base aereatedesca di Manching, è statopresentato il primo aereo a pi-

lotaggio remoto EuroHawk desti-nato alle forze aeree di Berlino.L’aereo, arrivato in Europa nel lu-glio scorso con un volo senzascalo dagli Stati Uniti, è la versio-ne destinata alla Germaniadel Nor throp GrummanUAS RQ-4 Global Hawk ti-po HALE (high-alt i tudelong-endurance - v. anchepag. 28 di Aeronautica n.5/2001), velivolo con il qua-le quel paese intende tral’altro sostituire i pattuglia-tor i maritt imi BreguetBr.1150 Atlantic radiatil’anno scorso.

Il programma di collaborazioneiniziato nel 2007 tra il ministerodella Difesa tedesco, NorthropGrumman e EADS - che formanoil consorzio paritetico EuroHawkGmbH - prevede la consegna dialtri quattro EuroHawk nel bien-nio 2015-2016.

Primo EuroHawk per la Germania

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Il 30 settembre ha avuto luogo in Pie-monte la dimostrazione conclusivadel progetto di ricerca SMAT F1 (Si-

stema di monitoraggio avanzato del ter-ritorio, Fase 1), una missione congiuntadi monitoraggio del territorio per scopicivili, basata su tre sistemi senza pilota(UAV) che operano a diverse quote: lo“Sky-Y” di Alenia Aeronautica (v. pag.13 di Aeronautica n. 10/2008), il “Falco”di Selex Galileo (v. pag. 16 di Aeronau-tica n. 11/2003) e il piccolo “C-Fly” dellasocietà high-tech piemontese Nimbus,attiva nel settore meteorologico.

Lo SMAT F1 - nato nell’ambito del Co-mitato Promotore del Distretto Aero-spaziale Piemonte e cofinanziatodalla Regione Piemonte attraverso ilfondo europeo di sviluppo regionale(FESR) - è stato pianificato da ungruppo di lavoro coordinato da AleniaAeronautica, costituitosi in Associa-zione Temporanea di Scopo (ATS) eformato da Alenia Aeronautica, SE-LEX Galileo, ALTEC (Advanced Logi-stics Technology Engineering Center),istituti scientifici di ricerca quali il Poli-tecnico di Torino, l’Università di Torinoe l’Istituto Mario Boella e da ben undi-

ci piccole e medie imprese piemontesi(Auconel, Axis, Blue Engineering,Carcerano, DigiSky, Envisens, Nauti-lus, Nimbus, Sepa, Synarea, SPAIC).

La missione, è stato sottolineato nel-l’occasione, rappresenta un “record”europeo di grande rilievo in quanto èla prima volta che più sistemi “unman-ned” operano congiuntamente e con-temporaneamente nello stesso spazioaereo, in un’area di volo che non è unpoligono militare e decollando e atter-rando da aeroporti civili e in area si-tuata su terra e non su mare.Partiti dall’aeroporto di Cuneo-Leval-digi (Falco e Sky-Y) e dall’aviosuperfi-cie di Benevagienna (C-Fly) i tre UAV- caratterizzati da prestazioni diverserelativamente a quote e velocità e do-tati di sensori differenti (ottici, infraros-so e radar) - avevano lo scopo diverificare la possibilità di sviluppareun sistema di sorveglianza a supportodelle fasi di prevenzione, emergenzae salvaguardia del territorio per il con-trollo di una vasta gamma di eventi -alluvioni, incendi, frane, traffico, urba-nistica, inquinamento e coltivazioni -operando in modo integrato con le au-

torità preposte alla gestione di talieventi e fornendo loro in tempo realeinformazioni puntuali e aggiornate at-traverso una Stazione di Supervisionee Coordinamento situata presso l’AL-TEC di Torino.

Ricordiamo che lo Sky-Y, secondo di-mostratore tecnologico di Alenia Ae-ronautica appartenente alla categoriaMALE (Medium Altitude Long Endu-rance) è par ticolarmente adatto almonitoraggio di vaste aree del territo-rio alle quote più elevate, ha un’auto-nomia di 14 ore ed un raggio d’azionedi circa 800 km; il Falco di Selex Gali-leo può essere utilizzato principal-mente per missioni di sorveglianzatattica, ha capacità di decollo da brevispazi e piste semipreparate, può rag-giungere i 6.000 m di quota e un rag-gio d’azione di 200 km; i l piccoloC-Fly della Nimbus, infine, è un ibridotra il dirigibile e il deltaplano (in quan-to caratterizzato dall’utilizzo dell’invo-lucro del dirigibile come ala gonfiabilepor tante di grandi dimensioni e dibasso peso alare), pesante solo 30 kge in grado di operare a bassa quota ea bassa velocità.

Conclusa in Piemonte la prima fase del programma SMAT

Lo Sky-Y

Il Falco

Il C-Fly

I 20 anni del Gruppo aerei imbarcati della MM

Il 27 ottobre, a Taranto, è stato celebrato il 20° anniversario delGruppo aerei imbarcati della Marina Militare, il reparto dotato dicacciabombardieri a decollo verticale McDonnell Douglas AV-8B

Harrier II Plus.Nell’occasione, sulla Bandiera di guerra dell’attuale Comando delleForze Aeree della MM, è stata apposta la medaglia d’argento al va-lor militare che alla fine della prima guerra mondiale fu concessa al-la Bandiera della Forza Aerea della Regia Marina, poi disciolta allanascita della Regia Aeronautica nel 1923.

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10 novembre 1963. Un mese dopo ildisastro del Vajont, muoiono un co-mandante pilota dell’Eni, un ingegne-re ed un geologo nella caduta di unAB.47J che durante una ricognizionenella zona di Erto impatta sfortunata-mente nel cavo d’acciaio di una tele-ferica.Sono il comandante pilota GiovanniZanelli, elicotterista della prima ora,già istruttore presso la Scuola di voloelicotter i di Frosinone dal 1955 al1957, in servizio presso l’Agip minera-ria, il dottor Bruno Conforto ed il suocollega Filippo Falini.Un gruppo di familiari ed amici si ra-duna ogni anno il 10 novembre a Pas-so S. Osvaldo vicino Er to perricordare i tre eroi dimenticati che congeneroso slancio sacrificarono le lorovite al solo scopo di individuare misu-re idonee a stabilizzare la zona anco-ra in pericolo di frane.Due personaggi mantengono più atti-vamente vivo il ricordo dei tre Caduti.Sono il figlio del comandante Giovan-ni Zanelli, Luciano, ufficiale del GenioAeronautico, scultore e medaglistamolto quotato e Mauro Corona, scrit-tore, scultore, alpinista e arrampicato-re fortissimo, nato ad Erto e testimoneoculare al tempo della tragedia delVajont. A lui si deve, fra l’altro, l’aper-tura di circa trecento nuovi it inerarisulle Dolomiti dell’Oltre-Piave. En-trambi sono amici di Franco Frondaro-l i che non lascia mancare la suapartecipazione annuale alla cerimoniadel 10 novembre.Vogliamo ricordare con queste brevinote la figura di un pluridecorato pilo-ta della 2ª Guerra Mondiale, il coman-dante Giovanni Zanelli, al quale, dopola sua morte e con un po’ di ritardo,

venne consegnata a Roma il 21 aprile2002 la medaglia d’argento al meritocivile alla memoria. La ricevette la ve-dova sig.ra Ada Anzelotti. La motiva-zione della medaglia evidenziachiaramente il suo sacrificio:“Comandante Pilota, all’indomani deldisastro del Vajont si prodigava in-stancabilmente con il suo elicotteronel soccorso delle popolazioni colpitetrasportando vittime, feriti e viveri.Nel corso di un ennesimo volo, per ef-fettuare rilievi, urtava con il suo mez-zo i l cavo non segnalato di unateleferica e precipitava al suolo sacri-ficando la vita ai più nobili ideali diumana solidarietà e spirito di servi-zio”. 10 novembre 1963 Vajont (Por-denone).

Iniziò la sua carriera in AeronauticaMil itare come sergente pilota nelmaggio 1932 e nel 1936 era già ma-resciallo Istruttore di volo al 10° Stor-

mo Bombardamento. Durante la 2ªG.M. riceve inizialmente due medagliedi bronzo al VM, una nel cielo del Me-diterraneo per aver colpito, nonostan-te precisa e violenta reazionecontraerea una unità da guerra nemi-ca (1° agosto 1940) e l’altra nel bom-bardamento del porto di Alessandriad’Egitto il 21 settembre dello stessoanno.Un’altra medaglia di bronzo al VM, in-sieme a numerosi encomi e citazionisull’Ordine del Giorno, gli viene con-cessa per le operazione nei cieli di Li-bia, Egitto e Mediterraneo con i lGruppo Klinger da BombardamentoPesante.Nel marzo 1941 entrò a far parte deiServizi Aerei Speciali ove conseguiràla nomina ad aiutante di battaglia emeriterà ancora una medaglia d’ar-gento al VM. per le sue azioni in Afri-ca e nei cieli del Mediterraneo dalnovembre 1940 al dicembre 1942. Trecroci al Merito di Guerra e due promo-zioni sul campo coronano le sue ge-sta fino alla fine della guerra.Nel 1954 viene selezionato fra i primipiloti italiani da destinare dall’AM alvolo con gli elicotteri impiegato comeistruttore di volo a Frosinone. Si con-gederà con il grado di capitano pas-sando nel 1958 come pilota civile neiservizi aerei dell’ENI.Accorre nel Vajont, subito dopo il tra-gico evento, e trova la morte nell’im-patto di un cavo di una telefer icaabusiva.Nello stesso giorno della sua prema-tura scomparsa l’AM gli aveva propo-sto di rientrare nel servizio attivo conil grado di maggiore.Giovanni Zanelli, grande combattentedell’aria, uomo di valore, grande spiri-

Il 10 novembre 1963, a causa dell’impatto del suo elicottero contro il cavo non segnalato diuna funivia, decedeva il comandante Giovanni Zanelli che, con due geologi dell’ENI an-ch’essi deceduti, effettuava voli di ricognizione dopo il disastro della diga del Vajont.Nel 48° anniversario del tragico incidente, ricordiamo la figura del com.te Zanelli pubbli-cando l’articolo apparso recentemente su “il Basco Azzurro”, periodico dell’AssociazioneNazionale Aviazione dell’Esercito (ANAE), di cui è direttore editoriale il gen. Vincenzo Rap-poselli, che ce lo ha cortesemente concesso.

Tre eroi dimenticati

Il com.te Giovanni Zanelli

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to di umanità e tanta professionalità.Alla memoria del comandante Zanelliè stata intitolata nel 2004 a Claut unaaviosuperficie per ultraleggeri graziealla decisa volontà del sindaco diPorcìa, Stefano Turchet. Ricordiamoche Porcìa è il paese natale dell’attua-le capo di Stato Maggiore dell’Aero-nautica Italiana, generale GiuseppeBernardis.Il comandante Zanelli, un uomo che

Franco Frondaroli, suo figlio Luciano,Mauro Corona e alcuni altri fanno be-ne a ricordare ogni anno il 10 novem-bre a Passo S. Osvaldo, unitamenteagli altri due caduti Conforto e Falini. Anche quest’anno la S. Messa è sta-ta celebrata da monsignor GiovanniPer in che, trovandosi sul posto i lgiorno dell’incidente, per primo rac-colse, ricompose e portò nella chie-setta di S. Osvaldo i resti mortali dei

tre caduti. Alla fine della S.Messa ilnovantunenne monsignor Perin hadichiarato candidamente che nonera in grado di r isalire, come ognianno, gli impervi sentieri di monta-gna che portano dalla chiesetta di S.Osvaldo al passo per rendere il do-vuto omaggio ai tre sfor tunati nelluogo dell’incidente e per la primavolta in tant i anni ha dovuto, suomalgrado, rinunciare!

segue

Tre soci AAA hanno felicemente raggiunto il secolo di vita

Gen. SA Oreste Genta Il 2 novembre, circondato dall’af-fetto di familiari e amici, il nostrosocio gen. SA Oreste Genta hafesteggiato i l suo centesimocompleanno.Nato a Frasso Sabino, i l gen.Genta è entrato in Aeronauticacon il corso Leone dell’Accade-mia Aeronautica e dopo il con-seguimento dei brevetti di pilotamilitare e di osservatore aero-

marittimo, ha prestato servizio in vari reparti di osservazio-ne aeromarittima e a bordo di varie unità navali comecomandante dei reparti aerei imbarcati. Nel corso della seconda guerra mondiale è in Libia - da do-ve partecipa a numerose missioni - e poi in Italia conti-nuando a operare nel settore aeromarittimo divenendo tral’altro, dopo l’8 settembre, anche comandante dell’82°Gruppo. È poi imbarcato sulla Squadra Navale quale uffi-ciale di collegamento Marina-Aeronautica e, successiva-mente, diviene insegnante di Arte militare aerea all’Istitutodi guerra Marittima di Livorno.Presta poi servizio alla 46ª Aerobrigata, al Gabinetto delministro della Difesa, allo Stato Maggiore della Difesa e al-la 36ª Aerobrigata Interdizione Strategica di cui è stato l’ul-timo comandante.Dopo il successivo comando del Settore aereo della Sar-degna diviene prima capo Ufficio del Segretario generaledell’Aeronautica e poi direttore generale delle Provvidenzeper il personale.Dal 1969 al 1972 ricopre l’incarico di comandante della 3ªRegione Aerea e, dopo il congedo, è stato anche presiden-te dell’ONFAIl gen. Genta è decorato di due medaglie d’argento e unadi bronzo al VM.Decano dei corsi omonimi quale unico vivente del Leone,alla cerimonia per il giuramento del Leone V avvenuta aPozzuoli il 9 aprile 2009, affermò che «anche se il tempo faaumentare le rughe sulla pelle, finche lo spirito rimane for-

te si è giovani. Si invecchia, e si muore, solo se si permet-te alle rughe di aggredire l’anima». Del gen. Genta vogliamo di seguito riportare un suo parti-colare ricordo di guerra.«Il 28 aprile 1942, nel bel mezzo del Golfo della Sirte,mentre con il Cant.Z.501 - il cosiddetto “mammaiut” (mam-ma aiutami) - svolgevo la scorta antisommergibile e anti-mine a un convoglio, venni attaccato da tre Br istolBlenheim. Io fui ferito alla spalla sinistra, ma in condizionedi pilotare con una certa difficoltà; il secondo pilota, colpitoal braccio e all’avambraccio, accasciato sul seggiolino nonera in condizione di pilotare; il marconista anche lui colpitonon era in condizioni di svolgere il suo compito. I cavi deltimone di direzione tranciati e l’unica bussola di bordo di-strutta. Mentre il nemico si accingeva ad effettuare il terzoattacco uno degli avversari, colpito dalle raffiche del moto-rista e da quelle dell’osservatore, che si sostituì al marco-nista, si allontanò lasciando una scia di fumo; gli altri duelo seguirono.In quella situazione piuttosto tragica l’osservatore si pro-digò in mille modi per tamponare le nostre ferite, poi aprìuna bottiglia d’acqua della cassetta viveri di riserva perdarci da bere e successivamente, nell’aprire un pacchet-to di biscotti, vi trovò una fotografia di una bella ragazzacon dietro scritto: “Nell’aprire questo pacchetto di biscottivi giunga il sorriso di una bella bruna torinese: Maria …..Torino”.Un sentimento di commozione c’invase per un momento,in quella tragica situazione, e sulle nostre bocche apparveun sorriso.Il Bollettino di guerra n. 698 del successivo giorno 29 an-nunciava tra l’altro: “Un apparecchio della ricognizione ma-rittima di scorta ad un nostro convoglio nel Mediterraneocentrale, respingeva vittoriosamente l’offesa di tre BristolBlenheim colpendone efficacemente uno; il nostro ricogni-tore danneggiato nel corso dello scontro rientrava alla ba-se con tre feriti a bordo”.Dopo qualche giorno a ciascun membro dell’equipaggiovenne conferita la Medaglia d’argento al VM sul campo.Un giornalista, venuto a conoscenza del fatto, scrisse un

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articolo con questo titolo: “Cinque medaglie d’argento e ilsorriso di Mariuccia”».

M.llo Fulvio MucchinoIl 12 novembre, festeggiato dafamiliari ed amici, il m.llo di 1a cl.Fulvio Mucchino, socio dellasezione AAA di Trieste dalla suafondazione nel 1954, ha compiu-to 100 anni. Entrato volontarionella Regia Aeronautica nel1930 quale aviere Radio Aerolo-gista, ha poi prestato servizionegli idroscali ed aeroporti diCapua, Nisida, Bengasi, Punti-

sella (Pola), Tirana, Boscomantico, Campoformido, Rivoltoe anche come insegnante alla Scuola specialisti di Capodi-chino. Nel 1945 diviene capo Stazione alla Stazione me-teorologica di Trieste dove ha concluso la carriera militarenel 1967.Una Stazione che, data l’occupazione militare alleata, fu im-piantata clandestinamente fra le macerie dell’allora IstitutoGeofisico, utilizzando gli strumenti dell’Istituto stesso recu-perati dopo il bombardamento aereo e riparati alla meglio.Improvvisandosi muratore, falegname, idraulico e quant’al-tro, Mucchino - con l’aiuto di due marconisti - ripristinò conun faticoso lavoro una piccola camera, vuotata dalle mac-erie, senza finestre, con i muri sgretolati e tamponati contavole, cartoni e stracci arrivando fino a comprare a propriespese le candele per illuminarla quando la corrente elettri-ca veniva sospesa, assicurando così il servizio che fun-zionò regolarmente e non subì mai alcuna interruzione.Ed anche in seguito, quando furono necessari spostamen-ti, la Stazione, pur attraverso numerose difficoltà e grazieall’impegno profuso dal suo responsabile mantenne sem-pre la sua funzionalità.Fu solo il 26 ottobre 1954, con il ritorno di Trieste all’Italia,che il personale militare della Stazione, con commozioneed orgoglio, poté finalmente indossare la divisa custodita

gelosamente per tanti anni, fieri e soddisfatti dell’operasvolta.In occasione dei festeggiamenti per il suo compleannoMucchino ha tratteggiato la sua vita adffermando: «Comevedete non ho compiuto imprese eccezionali, atti eroici odi valore, degni di essere citati, ho solo compiuto sempre esolo il mio dovere, da militare, da cittadino, da italiano».

Gen. DA Bruno TattanelliIl 17 ottobre, ad Arezzo, con l’af-fettuosa vicinanza di parenti eamici, il socio gen. DA Bruno Tat-tanelli ha felicemente festeggiatoil raggiungimento del secolo divita.Nato a Tuoro sul Trasimeno, dopola frequenza dell’Accademia Ae-ronautica con il corso Nibbio ed ilconseguimento del brevetto di pi-lota militare, ha prestato servizio

in vari reparti da caccia con i quali ha combattuto nel corsodel secondo conflitto mondiale in Africa settentrionale - doveè stato personalmente decorato della croce di ferro tedescadal maresciallo Erwin Rommel - nel Mediterraneo, in Sicilia ein Sardegna, meritando due medaglie d’argento ed una dibronzo al VM e una promozione per merito di guerra.Nel periodo postbellico, oltre a prestare servizio in vari re-parti di volo tra cui il 51° Stormo nel quale ha comandato il155° Gruppo “Pantere” e del quale è stato vice comandan-te, è stato, tra gli atri incarichi assolti, capo divisione dellaDirezione delle Armi e Munizioni e capo Difesa ABC delComando della 3ª Regione Aerea, comandante della 3ªAerobrigata e comandante della Scuola di Aerocooperazio-ne di Guidonia.

A questi centenari soci l’affettuoso e più sincero au-gurio del nostro sodalizio per ogni loro personale pro-sperità.

Mostra e conferenze a ricordo del gen. Luigi Broglio

Il 29 ottobre, a Mestre, in occasione del centenario della sua nascita in questa città,è stata inaugurata una mostra dedicata al gen. Luigi Broglio, padre dell’astronauticaitaliana e artefice del progetto San Marco che fece dell’Italia il terzo Paese al mon-

do ad avere un proprio satellite in orbita e il primo al mondo a realizzare una base dilancio equatoriale.�Da sottolineare che l’11 novembre, giorno della nascita di Broglio, ha avuto luogo unincontro al quale, tra gli altri, ha preso parte il premio Nobel per la Fisica RiccardoGiacconi e nel corso del quale sono stati presentati un libro e un film a ricordo delloscienziato commemorato.Con la mostra - che si svolge nell’ambito della manifestazione “Explora: astronomia espazio 2011”, ideata da EIE Cultura in collaborazione con il Centro Studi Storici diMestre e che rimarrà aperta fino al 22 dicembre presso la Torre civica della città - èstato previsto un ciclo di conferenze con la partecipazione di scienziati, imprenditori egiornalisti.

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l’ASSOCIAZIONEARMA AERONAUTICA

SESAR and the militaryImplications of the Single European Sky Implementation

on the Military Air Component

Fedele al suo programma di la-voro che vuole contribuire alladiffusione della cultura nel

campo dell’Aerospazio e della Dife-sa, anche a livello internazionale,rendendo disponibile un forum didiscussione sugli attuali “trends” incampo dottrinario, tecnologico ma-nageriale, il nostro Centro Studi haorganizzato a Venezia, il 28 ottobrenella prestigiosa cornice della fon-dazione Cini, il seminario sull’attua-lissima tematica del cielo unicoeuropeo e delle sue implicazioni peril mondo militare.

Come noto il SESAR ha l’obiettivodi definire, sviluppare e standardiz-zare, sia dal punto di vista operativoche tecnico, la nuova architetturadell’Air Traffic Management alloscopo di far fronte al previsto gran-de incremento del traffico aereo deiprossimi anni.Il SESAR rappresenta un approcciocompletamente nuovo all’impiego edall’occupazione dello spazio aereo,per sfruttarlo in maniera più efficien-te, più sicura, meno inquinante emolto più economica. In tale pro-spettiva l’innovazione portata dalSESAR é rivoluzionaria in quantouna volta implementata renderà ob-soleti i modi di operare e, conse-guentemente i sistemi tecnologiciesistenti.Con tali premesse, pur considerandoche la regolamentazione del SingleEuropean Sky e stata inizialmenteconcepita ed é pertanto applicabile altraffico aereo civile e non si applicaai voli operativi e di addestramentomilitari, non va trascurato il fattoche in prospettiva per i velivoli mili-tari sarà praticamente impossibile, oaddirittura penalizzante al limite del-

l’inefficienza, operare nel nuovo con-testo. Di qui la necessità ineludibiledi considerare le implicazioni di tipooperativo, tecnologico ed economi-co-finanziario che ciò comporta.Per dare un’idea dell’importanza delprogramma, basti pensare che la di-mensione economica della fase diimplementazione a livello europeosi aggira sull’ordine dei 30 miliardidi Euro, di cui ben 7 miliardi per lacomponente militare, che include leinfrastrutture di terra e gli apparatidi bordo.Al di là delle considerazioni di tipotecnico ed operativo, la dimensioneeconomica della sola componentemilitare induce a sollecitare una ri-flessione attenta sulla capacità deibilanci sempre più ridotti della Dife-sa in Europa e, ovviamente in Italia,di sopportare l’impatto di questanuova gestione del traffico aereo.Lo scopo di questo convegno è sta-to, pertanto, quello di elevare il li-vello di attenzione sul programmaSESAR, raccogliendo i punti di vistadi tutti gli attori istituzionali, euro-pei, nazionali ed industriali.Il livello degli interventi è stato moltointeressante. Tra questi appare dove-roso ricordare in modo particolare,quello del gen. Carlo Magrassi, cheha presieduto il primo panel sulle im-plicazioni militari del SESAR ed hafatto l’intervento conclusivo. Il gen.Magrassi è stato recentemente chia-mato a presiedere il “SES/SESARImplementation Forum”. Questo fo-rum, la cui direzione è stata deman-data all’EDA (European DefenceAgency), dovrà rendere possibile laconsultazione ad altolivello partendo dalleesigenze delle varienazioni e tenendoconto della comples-sa geometria politicaentro la quale gravi-tano gli interessi na-zionali nel settoredella difesa. L’obietti-vo per I’EDA apparequindi quello di sta-bilire un ponte fra leesigenze di Air Traf-fic Management conquelle di pianificazio-

ne della Difesa e difacilitare il conse-guimento di posi-zioni armonizzatefra i militari.Di particolare ri-lievo anche l’inter-vento di Patrik Ky,chief executive of-ficer di SESAR-JU(SESAR Joint Un-dertaking), un par-tenariato pubbli-co-privato istituitodalla Commissio-ne Europea nel2000, con l’incari-co di gestire ‘European ATM MasterPlan ed in particolare garantire l’at-tuazione della roadmap delle attivitàdi ricerca e sviluppo elaborata duran-te la Fase di Definizione del Pro-gramma.Il secondo panel relativo alle sfidetecnologiche è stato brillantementegestito dal prof. Franco Persiani,preside della facoltà di Ingegneriaaeronautica dell’Università di Bolo-gna e da tempo membro del Comi-tato Tecnico Scientifico del nostroCentro Studi.Alla fine della mattinata, gli oltrecento partecipanti sono stati in gra-do di apprezzare meglio lo stato delprogramma e le sfide che esso com-porta per la componente militare edinoltre di identificare meglio le azio-ni che ciascuno dei principali attorideve portare avanti per sfruttare almeglio le potenzialità ed i vantaggiche il SESAR prospetta.

N. C.

Il gen. Magrassi e il gen. Cardinali

l’intervento del dott. Patrick Ky

L’intervento delprof. Persiani

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Celebrare i 150 anni dell’Unitàd’Italia significa fare un percor-so ideale attraverso gli eventi

che hanno contribuito a consolidarenon solo i confini nazionali ma anchele radici culturali ed il sentimento diidentità nazionale.Non sfugge l’importanza in questocontesto della 1a Guerra Mondiale,giustamente considerata dagli storicila quarta guerra di indipendenza, e ditutto ciò che essa ha significato nelcampo dell’impiego dei mezzi militarie delle conseguenti innovazioni nelleloro dottrine di impiego.Arrivata al conflitto mondiale con allespalle il modesto, ma stimolante, im-piego nella guerra di Libia, l’aviazionemilitare visse, nel breve svolgersi dipochi anni, una vera e propria epopeada cui nacque la sua nuova dottrinad’impiego, che vede nelle teorie delDouhet, cui il Centro Studi Militari Ae-ronautici è intitolato, la sua più nobileespressione.Infatti, dall’impiego iniziale prettamentericognitivo, si passò rapidamente allacaccia, utilizzata prima in versione anti-ricognizione per poi assumere la suafunzione di difesa aerea vera e propria.Nacquero con lei gli assi famosi comeBaracca, che hanno fatto grande la no-

stra storia aeronautica, nacque il bom-bardamento, scomparvero i vulnerabilidirigibili, ed emerse, soprattutto, la ne-cesssità di un assetto organizzativoautonomo rispetto alle altre Forze Ar-mate che portò poi alla costituzionedella Regia Aeronautica nel 1923.Tutti questi avvenimenti ebbero un lo-ro fulcro essenziale nella zona trevi-giana. Nei suoi cieli si svolse, infatti, la

battaglia aerea di Istrana ed a VittorioVeneto si svolse la battaglia decisivache completando il lavoro iniziato conla battaglia del Piave mise fine alla 1a

Guerra Mondiale.Non poteva svolgersi che a Treviso,dunque, questo convegno, ed il fattoche esso si sia svolto nelle sala degliaffreschi del Palazzo Comunale, nor-malmente destinata alle celebrazioni dimatrimoni, testimonia, quasi ve ne fos-se bisogno, l’attenzione che le autoritàlocali dedicano alla conservazione delloro patrimonio di memorie e di idealiche è anche quello dell’Italia tutta.Si sono succeduti sul podio non sologli storici italiani Gregory Alegi, PaoloVarriale e Basilio Di Martino, ma an-che storici inglesi come Andrew Kempe austriaci, come Peter Plattner.Ha chiuso il panorama degli interventiun personaggio locale che il mondo de-gli appassionati di storia aeronautica ciinvidia, il com.te Giancarlo Zanardo cheha dedicato la sua vita alla riproduzionevolante di molti velivoli dell’epoca.Il convegno è stato moderato dal dott.Sergio Tazzer, giornalista e scrittore,che ha da sempre dedicato i suoi stu-di all’analisi dei primordi della nostraaviazione.

G. N.

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

Il convegno organizzato dal CESMA con il supporto della locale sezione AAA

Treviso capitale dell’aviazione italiana(nov. 1917-nov. 1918)

Il tavolo dei conferenzieri durante il saluto introduttivo del gen. Naldi in rappre-sentanza del Presidente nazionale AAA

Il convegno è stato ospitato nella sala degli Affreschi del palazzo comunale diTreviso

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UdineLa sezione si è provvisoriamente trasferita in ViaPradamano, 21. La durata del trasferimento, dovu-ta a lavori di ristrutturazione della sede di PiazzaLibertà 4, sarà di circa 12 mesi; il rientro sarà og-getto di successiva comunicazione.

NUOVI INDIRIZZI

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Copertino

Presidente: col. Antonio Martina; vice presidenti: lgt.Franco Guido e aiut. Antonio Muya; segretario: lgtCorrado Marulli; tesoriere: lgt. Angelo De Iaco; consi-glieri: m.llo sc. Elio Calcagnile, aiut. Marcello Monte-francesco e lgt. Giovanni Valentino; rappresentantedei soci aggregati: sig.ra Antonella Ciccarese.

Varmo

Il 1° m.llo Valter Tomelj subentra al lgt. Giovanni Ru-sciano nell’incarico di capo nucleo.

RINNOVO CARICHE

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

1° Raduno nazionale avieri del 72° Gruppo IT Il raduno avrà luogo a Bovolone il 2 giugno 2012,con la partecipazione del personale di leva e volon-tario in ferma breve che ha prestato servizio pressoil disciolto 72° Gruppo IT dal 1959 al 2009. L’eventoè organizzato dall’Associazione Circolo del 72 e dal-la sezione AAA di Bovolone, con il patrocinio delComune di Bovolone e dell’Associazione Pro Loco.Gli interessati a parteciparvi possono contattare ilcomitato organizzatore al numero 3490813111, op-pure agli indirizzi e-mail [email protected] o [email protected] oppure su facebookal gruppo “1ª rimpatriata avieri del 72 gruppo”.

23°, 24° e 25° Corso specialisti della Scuoladi Macerata nel 1962Nel 50° anniversario della loro incorporazione pressola Scuola specialisti di Macerata nel 1962, gli allievidel 23°, 24° e 25° corso intendono ritrovarsi nel radu-no che avrà luogo a Loreto dall'11 al 13 maggio 2012. Per motivi organizzativi, gli interessati a partecipar-vi sono invitati a dare la propria adesione improro-gabilmente entro il 31 gennaio 2012, contattando ilm.llo Valentino Mirabella, cell. 3472617153 o ilm.llo Ciro D'Aniello, cell.339 8346929.

PROSSIMI RADUNI

Caro amico, dove sei?

Il socio av. sc. Giuseppe Olivieri della sezione di Jacotenente chiede notizie del commilitone Calogero (Ri-no) Urso conosciuto durante il servizio di leva prestato alla 1ª Regione Aerea di Milano come addetto allaMensa sottufficiali nel periodo 1963-64.

Quanti possono fornire notizie utili per rintracciare l’Urso possono contattare l’Olivieri al telef. 0884707640, cell. 3474215923 o alla e.mail: [email protected]

Chi ha notizie su un BR.20 in Sicilia?

Il socio Angelo Rizzo di Catania sta effettuando – di concerto con l’Ufficio Storico dell’AM - ricerche suun relitto di aereo, da lui segnalato e riconosciuto come un bimotore Fiat BR.20 rischierato in Siciliadurante la 2ª guerra mondiale, che è stato rinvenuto vicino alla spiaggia di San Leone (Agrigento).

Dell’aereo, precisa il socio, è rimasta buona parte della struttura in tubi di acciaio ma quasi niente delrivestimento in duralluminio dove era verniciato il numero di matricola.Per quanto sopra, e allo scopo di ricostruire con precisione la storia di quell‘aereo, chiede di poter con-tattare piloti, personale di volo e tecnici che abbiano prestato servizio su questo tipo di velivolo nellasperanza che qualcuno si ricordi se il numero di matricola era stampigliato in maniera indelebile sullastruttura dell’aereo stesso.Quanti siano in grado di aiutarlo sono pregati di telefonare a Angelo Rizzo, cellulare 3474357817.

RICERCHE

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

(( AVVENIMENTI LIETIAVVENIMENTI LIETI ((PROMOZIONIA colonnello- Daniele Telesca (sezio-ne di Rimini).

A maggiore- Cosimo De Ramundo(sezione di Galatone).

CONFERIMENTO ONORIFICENZE OMRICavaliere- Vito Lopez (sezione diBari);

- col. Giacomo Pieve (nu-cleo di Forte dei Marmi).

MEDAGLIAMAURIZIANA- ten. col. Antonio Mon-tagna (sezione di Gala-tone);

- lgt. Claudio Stanca (se-zione di Galatone);

- lgt. Aldo Mammano(sezione di Verona).

SOCI CHE SI FANNO ONORE- Il socio Paolo Bertondella sezione di Este haricevuto l’Attestato dipubblica benemerenzadal Dipartimento dellaprotezione civile.

- Il socio Andrea Pesena-to della sezione di Bo-volone si è aggiudicatoil campionato italianodi volo acrobatico nellacategoria intermedia,svoltosi a Caorle nelsettembre scorso, ed èstato già convocato perpartecipare al campio-nato europeo di talespecialità che si svolge-rà l’anno prossimo.

- Il socio 1° m.llo ValterTomelj del nucleo diVarmo è stato nomina-to coordinatore dellaProtezione civile delComune di quel paese.

LAUREEIn architettura (fornituredesign)- Giovanna Esposito fi-glia del socio 1° m.lloDomenico (sezione diBovolone).

In comunicazione multi-mediale e giornalistica - il socio cap. Massimi-liano Vaglio (sezione diGalatone).

In economia e gestioneaziendale- Francesco Bontempi,figlio del socio Pietro(sezione di Brescia).

In finanza e mercati- Assunta Romano, fi-glia del presidente disezione lgt. Antonio(sezione di Santa Ma-ria Capua Vetere).

In giurisprudenza- Eleonora Cioffi, figliadel vicepresidente na-zionale AAA brig. gen.CSA Domenico (sezio-ne Caudina);

- Mariangela Palma, fi-glia dei soci Ezio e An-na Maria Gargano(sezione di Arpino);

- Marco Vittorio Papa,figlio del socio France-sco (sezione di Marti-na Franca);

- Anna Rita Spirito, fi-glia del socio lgt. Vin-cenzo (sezione diMaglie).

In lingue, culture e lette-rature moderne europee - Ilaria Valeria Ambro-sio, figlia del socio Pa-

squale (sezione diAfragola).

In scienze sociali per lepolitiche e le risorseumane- il socio cap. ValentinoVaglio (sezione di Ga-latone).

65 ANNI INSIEMELi hanno gioiosamentefesteggiati il socio Gio-vanni Traversa con la si-gnora Renata (sezionedi Alba).

NOZZE D’OROLe hanno felicementefesteggiate:- il socio consigliereOrazio Buzzi con la si-gnora Daria (sezionedi Bologna);

- il socio 1° av. Pio Coc-coli con la socia signo-ra Maria Antonietta(sezione di Frosinone);

- il socio m.llo sc. Aure-lio Di Gangi con la si-gnora Rosaria (sezionedi Brescia);

- il socio m.llo GavinoDomizio con la signoraVanda (sezione di Bre-scia);

- Il socio Vincenzo LoRusso e la signora Vit-toria (sezione di Ladi-spoli-Cerveteri)

- il socio col. FrancoMerlo con la signoraMarisa (sezione di Bre-scia);

- il socio m.llo sc. Gusta-vo Milani con la signo-ra Margherita (sezionedi Brescia);

- il socio m.llo sc. Ange-lo Parisi con la signoraAnna Maria (sezione diGrosseto);

- il socio m.llo sc. GuidoSaba con la signoraSandra (sezione di Vi-terbo).

NOZZESi sono uniti in matri-monio:- il socio ten. pil. delle“Frecce Tricolori” Filip-po Barbero con la si-gnorina Laura Enrico(sezione di Albenga);

- il socio 1° av. capo Fio-rentino Di Lillo e la si-gnorina Rosaria Perillo(sezione di Bellona);

- il socio Simone Girot-to e la signorina AnnaCadò (nucleo di Po-stioma).

CULLE- La socia Daniela Ceru-ti e il consorte Vincen-zo Capuano annun-ciano la nascita di Lu-crezia (sezione di Tre-viglio);

- Il socio cap. pil. MarcoFagiani e la signoraSilvia annunciano lanascita del primogeni-to Giulio (nucleo diPostioma);

- il socio cap. LuigiGiannuzzi, presidentedella sezione, e la so-cia signora Anna Lu-cia annunciano lanascita delle gemellineChiara ed Elisa (sezio-ne di San Cesario);

- I soci Salvatore Lic-ciardello e signora Lo-redana annunciano lanascita della secondo-genita Aurora Rita (se-zione di Acireale)

- il socio GiuseppeQuarta e la signora Pa-mela annunciano lanascita della primoge-nita Gaia (sezione diMonteroni).

- Il socio Marco Saini ela signora Gaia annun-ciano la nascita del se-condogenito Loren-zo (sezione di Brac-ciano).

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LOMBARDIA

Caravaggio

Primo anniversariodella costituzione del nucleo

SEZIONI E NUCLEIil giorno dopo con la sfila-ta dei radunasti per le viecittadine, la benedizionedella sede e il rito religio-so nella chiesa dei Cap-puccini. Al termine ha avuto luogola deposizione di una co-rona di alloro al monu-mento ai Caduti e ilpranzo sociale. Da eviden-ziare che, nel corso delRaduno, vi è stato il sorvo-

lo del luogo da parte di al-cuni velivoli dell’aviosu-perficie Alpi Marittime2000 di Pianfei.Oltre alle numerose rap-presentanze con labari deisodalizi AAA piemontesi,erano presenti il citato go-vernatore Cota, varie au-torità civili e militari e unpicchetto d’onore dellabase AM di Castello d’An-none.

PIEMONTE

Assemblea regionale dei presidenti delle sezioni AAA

Il 22 ottobre 2011, a Tori-no, ha avuto luogo la laseconda riunione annualedei presidenti delle sezio-

ni del Piemonte che han-no riconfermato alla pre-sidenza regionale il col.Cosimo Restivo.

Cuneo

1° Raduno interregionale

Nella ricorrenza del 35°anno della costituzionedella sezione di Cuneo, il15° del nucleo di Caraglioe il 5° del nucleo di BorgoSan Dalmazzo, è stato or-ganizzato il 1° Raduno in-terregionale dell’AAA.

La cerimonia è iniziata il1° ottobre con il taglio delnastro della nuova sedemessa a disposizione dellocale nucleo dal comunedi Caraglio da parte delgovernatore del PiemonteRoberto Cota e proseguita

Il 2 ottobre il nucleo hacelebrato il primo anni-versario della sua costitu-zione con una cerimoniadenominata “Festa degliangeli”, evento che ha vi-sto tra l’altro la pulizia delmonumento dedicato allaMOVM Giannino Ancillot-to e il recupero del suocalco originale in gessodel 1927, opera dello scul-tore Giacomo Grippa e“luogo della Memoria” ca-ro alla cittadinanza cara-vaggese.Presenti alla manifesta-zione - che ha anche com-

preso la deposizione diuna corona al monumen-to ai Caduti, i discorsi dirito, la cerimonia d’inve-stitura e la premiazione dialcuni soci meritevoli, ilpassaggio di tre aerei del-la Scuola volo di Caravag-gio, il volo del rapaceammaestrato Aquila ma-scotte del nucleo, un cor-teo preceduto dalla Bandamusicale e la celebrazionedel rito religioso – il conteLuigi Ancillotto, erededell’Eroe, il presidentedella provincia Ettore Pi-rovano, il sindaco Giusep-

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pe Prevedini, altre autori-tà civili e militari, varierappresentanze con labaridell’AAA e di altre associa-zioni d’arma e numerosicittadini.

Dopo il pranzo sociale, ipresenti hanno potuto as-sistere a voli dimostrativie all’esibizione di numero-si aeromodelli presso ilcampo di volo locale.

VENETO

Fara Vicentino

Celebrato l’anniversario di costituzione del nucleo

In occasione del 13° anni-versario della sua costitu-zione, il nucleo del quale ècapo Giovanni Gasparotto,ha celebrato la ricorrenzacon una serie di eventi chehanno compreso il rito re-ligioso, la commemorazio-ne del serg. magg. pil.MAVM Albino Carollo, cuiè intitolato il labaro socia-le, e di tutti i Caduti, la de-posizione di fiori davantiai monumenti cittadiniche li ricordano e - dopo

gli interventi di rito - glionori resi alla tomba delserg. magg. Carollo nel ci-mitero di Calvene.Presenti alla celebrazione,conclusa con il pranzo so-ciale, varie autorità civili emilitari del luogo tra cui ilvicesindaco Fiorenzo Pic-coli, il presidente della se-zione di Vicenza gen. SAAlberto Frigo e numeroserappresentanze con labaridei nuclei AAA vicentini.

FRIULI VENEZIA GIULIA

Cervignano

Festeggiato il 30° della costituzione del nucleo

Il nucleo ha festeggiato il30° anniversario della suafondazione avvenuta adopera di un gruppo di sociguidati dallo scomparsocapo nucleo 1° av. VamBruno Fabbro, i cui fami-liari sono intervenuti allacerimonia. Per ricordare il camminosvolto ed i soci che “han-no chiuso le ali” è statacelebrata una Messa nelnuovo Duomo di San Mi-chele Arcangelo, al termi-ne della quale un corteo,preceduto dalla Bandamandamentale di Cervi-

gnano, ha percorso le viedella cittadina fino al mo-numento ai Caduti dove èstata deposta una coronad’alloro e resi gli onori.

La lettura di una brevecronistoria del sodalizio eil saluto recato dal rappre-sentate dell’Amministra-zione comunale hannoconcluso la cerimonia allaquale erano presenti variesponenti a livello nazio-nale e regionale dell’AAA erappresentante con labaridi sezioni e nuclei AAAdella zona.

Monselice

Presentata una “cartellina” sulla Madonna di Loreto

Il 5 novembre ha avutoluogo la presentazione diuna elegante “cartellina” –realizzata sulla base diuna iniziativa promossadalla sezione - che ripro-duce la “Madonna di Lo-

reto” patrona degli Aviato-ri, la cui pala è conservatanella cappellina invernaledel Duomo nuovo di Mon-selice.La presentazione è statafatta dal presidente del so-

dalizio AAA Fernando Pa-rolo, dal sindaco FrancescoLunghi e dall’arciprete aba-te del Duomo, mons. San-dro Panizzolo alla presenzadi numerose rappresentan-

ze con labari di altre sezio-ni e nuclei AAA, di quelle dialtre Associazioni d’arma,di enti AM della zona e diun folto pubblico.

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EMILIA ROMAGNA

Parma

Collaborazione alla celebrazione del 50°anniversario del POL dell’AM

thern Italy Pipeline Sy-stem) 1961-2011 – 50 annidi attività” realizzata dalsocio Maurizio Zanella.Oltre a voli di propagandagratuiti per gli studentidelle scuole medie supe-

riori locali, la ricorrenzaha visto anche, da partedelle Poste italiane, l’alle-stimento di un ufficio tem-poraneo con un annullofilatelico speciale e unacartolina commemorativa.

Il 1° ottobre la sezione haattivamente partecipatoall’organizzazione della ce-rimonia per la celebrazionedel 50° anniversario dellacostituzione della rete POL(Petrol, oil and lubrificant)dell’Aeronautica Militaresull’aeroporto cittadino.L’evento, svoltosi alla pre-senza di numerose autori-tà civili e militari e di unafolta folla di cittadini, ha

visto tra l’altro il lancio dicinque paracadutisti dellalocale sezione ANPdI,l’inaugurazione di un mo-numento, rappresentatoda un PD-808, dedicato alpersonale del POL, gli in-terventi di rito di alcunedelle autorità intervenute,l’inaugurazione della mo-stra storica “Ali su Parma”e la presentazione dellapubblicazione “NIPS (Nor-

TOSCANA

Grosseto

Spilimbergo

Intitolata una via all’Aeronautica Militare

Accogliendo una propostaavanzata dal nucleo AAAl’amministrazione comu-nale di Spilimbergo ha in-titolato una via della cittàall’“Arma Azzurra”.

Presenti all’evento, con ilsindaco Renzo Francesco-ni, molte autorità militarie civili nonché numerosisoci, con labaro, di quelnostro sodalizio.

Il 12 ottobre, nel terzo anni-versario dell’inaugurazionedel monumento dedicato“Agli aviatori maremmanicaduti nell�adempimento

del dovere”, la sezione vi hadeposto una corona dopo lamessa di suffragio svoltasialla presenza di autorità ci-vili e militari.

In occasione delle celebra-zioni per il 150° anniver-sario dell’Unità d’Italia lasezione ha promosso una

mostra fotografica dedica-ta alla Pattuglia Acrobati-ca Nazionale intitolata“Frecce Tricolori amba-

Lucca

Mostra fotografica “Frecce Tricolori ambasciatori nel mondo”

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AERONAUTICA 11/2011

Il 2 ottobre la sezione ha or-ganizzato, in collaborazio-ne con la Parrocchia, lasezione locale dell’AVIS, ilgruppo Scout Montepulcia-no 1 e l’AUSER provincialedi Siena, il tradizionalePranzo della Solidarietà ilcui ricavato è stato devoluto

al Fondo di Solidarietà atti-vato dal Comune e destina-to a soggetti in situazione didisagio economico.Al pranzo hanno parteci-pato anche il vescovo diMontepulciano, mons. Ro-dolfo Cetoloni, e alcuneautorità civili locali.

Montepulciano

Pranzo di solidarietà a favore di disagiati

Il 5 e 6 novembre la sezio-ne ha commemorato, d’in-tesa con il Comune, il 75°anniversario dell’incidentedi volo che il 10 novembre1936 vide un S.81 precipi-

tare sulle case del paesecausando la morte, oltreche dell’equipaggio, di al-cuni cittadini (v. anchepag. 39 di Aeronautica n.12/2010).

Roccagorga

Commemorato il 75° anniversario dellacaduta di un aereo sul paese

Organizzata dalla sezionepresso l’ex aeroporto mili-tare di Tarquinia e con lapresenza di autorità milita-ri del Brasile, ha avuto luo-go la cerimonia per ladeposizione di una coronasulla targa che ricorda lapermanenza su quella basedel “1° Grupo de caça” delBrasile durante la seconda

guerra mondiale.Nel corso della cerimoniail presidente della sezionem.llo Carlo Boseggia e il vi-ce presidente Mauro Bellihanno ricevuto il diplomae il distintivo di “membroonorario” della Forza Ae-rea brasiliana loro concessidal capo di Stato Maggioredi quell’Aeronautica.

Tarquinia

Ricordata la permanenza della cacciabrasiliana durante la 2ª GM

LAZIO

Ladispoli-Cerveteri

Inaugurato il nuovo circolo ricreativodi sezione

La sezione ha recentementeinaugurato il manufatto de-dicato alle attività ricreativedel sodalizio e delle associa-zioni d’arma consorelle conuna cerimonia alla qualehanno presenziato il sin-daco di Cerveteri GinoCiogli e quello di Ladispo-li Enzo Paliotto, varie au-

torità civili e militari dellazona e la banda comuna-le. Nell’occasione è stataanche inaugurata una ste-le in onore degli aviatori,sulla quale è applicataun’elica storica, mentre illuogo veniva sorvolato dacinque aerei del gruppo“Dardi Tricolori”.

sciatori nel mondo”, espo-sizione curata dal fotogra-fo Giovanni Del Bianco.La mostra, aperta dal 13settembre al 5 ottobre, sicomponeva di una raccol-ta di immagini, cartoline,documenti, monografiedei velivoli che si sono sus-seguiti dalle origini a ogginella Pattuglia Acrobatica

Nazionale e materiali varirelativi alle “Frecce Trico-lori”. All’inaugurazioneerano presenti, tra gli altri,varie autorità militari e ci-vili, il presidente regionaleAAA col. Carlo Paciaronie, quale madrina, la nipotedell’aviatore Carlo Del Pre-te sig.ra Alessandra DelPrete.

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ABRUZZO

Avezzano

Un cappellano per la sezione

L’11 settembre, nel corsodi una cerimonia avvenutaa Sora ed alla quale eranopresenti anche rappresen-tanze delle sezioni AAA diArpino e Pescara, mons.Bruno Antonellis – reggen-te della Chiesa di Santa

Restituta e custode dellaBolla Pontificia che confe-risce alla chiesa di Sora lestesse prerogative dellaSanta Casa di Loreto – èstato nominato cappellanodella sezione in titolo.

CAMPANIA

Bellona

Raduno regionale delle sezioni e nuclei campani

Il 7 ottobre, nell’ambitodelle cerimonie per la rie-vocazione del 68° anniver-sario dell’eccidio dei 54Martiri di Bellona, la se-zione presieduta dal col.Antonio Arzillo – d’intesacon la presidenza regiona-le AAA - ha organizzato ilraduno regionale delle se-zioni e nuclei della Cam-pania al quale hannopartecipato le rappresen-tanze con Labari dei no-stri sodalizi di Caserta, S.Maria C.V., Capua, Mu-gnano-Calvizzano, Sarno,Pignataro Maggiore e Bel-lona che, al mattino e conla partecipazione dellafanfara della 3ª RegioneAerea, hanno onorato imartiri con la deposizionedi una corona di alloro almonumento ai Caduti in-

viata dal capo dello Stato.Nel pomeriggio, nel corsodella riunione assemblea-re e alla presenza tra glialtri del sindaco dott.Giancarlo Della Cioppa,del presidente regionaledell’ANFIM prof. Vincen-zo Carbone, delle prof.sseMaria Teresa e Luciana fi-glie del ten. col. GiovanniLimongi, al quale è intito-lato il labaro della sezio-ne, e del presidenteregionale AAA lgt. EnricoAnnunziata, è stato pre-sentato lo scritto del dott.Domenico Valeriani inti-tolato “Giovanni Limongi,un audace aviatore bello-nese decorato al Valor Mi-litare”.Successivamente, l’assem-blea regionale ha trattatovari argomenti tra cui il

Pescara

Concerto di solidarietà a favore dei pensionati Inpdap

Il 15 ottobre la sezione hapartecipato all’organizza-zione di un concerto disolidarietà a favore deipensionati della Casa Al-bergo Inpdap di Pescaratenuto dal maestro MauroPappagallo, docente delConservatorio di Pescara,

con la partecipazione deiflautisti Giovanni Campa-gna e Marialice Terriero.Nel corso dell’evento sonostate eseguite note musi-che di autori vari che so-no state particolarmenteapprezzate dal pubblicopresente.

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PUGLIA

Taranto

Conferenze alla SVTAM sull’AAA

SICILIA

Vizzini

Commemorati i deceduti nell’incidenteaereo dell’ottobre 1941

II 23 ottobre, a Licodia Eu-bea, la sezione - in collabo-razione con il Comune diquel paese, l'Associazioneculturale "Lambadoria" diSiracusa e l'Associazione"Archeoclub” - ha comme-morato (per la prima voltail 70° anniversario dell'inci-dente aereo lì avvenutoquando un S-74 della RegiaAeronautica, che riportavain Patria anche personalecivile dalla Libia, a causadella scarsa visibilità si

schiantò contro il costonedi un monte con la mortedelle 30 persone a bordotra cui donne e bambini.Alla cerimonia - che dopola celebrazione del rito disuffragio ha visto la depo-sizione di una corona difiori sulla lapide voluta edinaugurata per l'occasionedal comune di Licodia Eu-bea - erano presenti varieautorità civili e militari lo-cali e numerosi soci del no-stro sodalizio di Vizzini.

Cesano Maderno alla base aereasvizzera e al Museo dell’Aviazionemilitare “Clin d’Ailes” di Payerne

V I S I T E D I A G G I O R N A M E N T O T E C N I C O

E G I T E T U R I S T I C O - C U LT U R A L I

Alessandria in località varie della Toscana e del-l’Umbria e al Museo Storico a Vigna di Valle (foto)

Il 19 ottobre il presidentedella sezione, col. Giusep-pe Trani, ha tenuto allaScuola volontari di truppadell’AM (SVTAM) di Taran-to l’ultima delle tre confe-renze sull’AssociazioneArma Aeronautica rivolteai giovani di ambo i sessifrequentatori dell’iniziativa

del ministero della Difesa“Vivi le Forze Armate. Mili-tare per tre settimane”. Leprestazioni, che hannoavuto lo scopo di illustrarel’organizzazione, i compitie le attività del nostro so-dalizio, sono state seguitecon molto interesse del-l’uditorio.

potenziamento degli stru-menti informatici per unpiù efficace coordinamen-to tra le sezioni e i nuclei

campani e altre iniziativevolte a coinvolgere mag-giormente tutti i soci.

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SEZIONI E NUCLEI

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Cassino al Parco Mseo di Piana delleOrme

Gallarate al 50° Stormo

Cologne ad Alba e nelle Langhe

Jacotenente alla fonderia di campaneMarinelli di Agnone

Loreto al Museo Storico dell’AM a Vignadi Valle

La Spezia alla 46° Brigata Aerea (foto)

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Melfi al Museo Storico AM a Vigna diValle

Mondovì al 4° Stormo (foto) e al MuseoStorico AM a Vigna di Valle

Modena al 7° Reggimento “Vega”dell’AVES a Rimini

Paullo a Torino

Reggio Emilia al 1° RMV di Cameri

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PROVA TITOLO

San Gavino Monreale a San GiovanniRotondo

Tortona al Museo aeronautico“Caproni” di Trento

Tiguglio alla base aerea di Cameri

Velletri al 4° Stormo

Ventimiglia a Loreto

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SEZIONI E NUCLEI

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HANNO CHIUSO LE ALI

- Renato Tarducci (sezione di Arezzo); - sig.ra Milena Bettinardi Mazzon, madrina del La-baro della sezione (sezione di Biella);

- m.lio Giuseppe Recca (sezione di Bolzano); - 1° av. Giuseppe Barale, 1° av. Giacomo Bonfiglio(nucleo di Borgo San Daimazzo);

- Francesco Cellini (sezione di Bracciano); - gen. DA Luciano Gallina (sezione di Brescia); - lgt. arm. Armando Erbosetta, 1 ° av. mont. GaetanoGiacobone (sezione di Capua);

- 1° av. Martino Marro, 1° av. Giancarlo Occeili (se-zione di Cuneo);

- av. Candido Basei (nucleo di Feltre); - av. Leone Lomaestro (sezione di Foggia); - serg. pil. Arrigo Fiori, presidente onorario della se-zione (sezione di Forlì);

- Carmine Panico (sezione di Ghedi);- m.llo 1a cl. Giuseppe Carrassi socio fondatore,magg. Fernando Gala, m.llo 1a cl. Egidio Suma (se-zione di Jacotenente);

- 1° av. Leonardo Giacomini (nucleo di Istrana);

- Ruggero Manfredini (nucleo di Legnago); - av. aut. Giuseppe Torasso (sezione di Livorno Fer-raris);

- Omero Olivetto, socio fondatore dei nucleo (nucleodi Maniago);

- Cosimo Solazzo (sezione di Marsala); - Alberto Bertin (nucleo di Noventa Vicentina); - col. AArs Giovanni Quaglia (sezione di Pescara); - av. sc. Giacomo Nanni (sesione di Ravenna); - sig.ra Renata Monti Mancini (sezione di Rimini); - Gianni Carminati (sezione di Sarnico); - lgt. Rosario Di Blasi (sezione di Siracusa); - av. Sc. Giacomo Zoppas (nucleo di Susegana); - Angelo Odasmini (sezione di Tarcento); - Amansio Longaretti, fondatore e vicepresidente disezione (sezione di Treviglio);

- all. uff. Antonio Maccanti, Vitantonio Milillo, m.llosc. Eligio Varutti, m.llo 1a cl. Bruno Vianelli (sezio-ne di Treviso);

- Angelo Bertolini (sezione di Vallo di Diano).

Giacomo Berti

II 9 ottobre è deceduto il m.llo pil. Giacomo Berti, classe 1918, socio fondatore della sezione diBassano del Grappa nel 1952 e poi presidente della stessa dal 1979 al 1986.Entrato in Aeronautica nel 1939 aveva prestato un lungo servizio in reparti da bombardamentoterrestre, tra i quali il 12° Stormo "Sorci Verdi" e il 10° Stormo, con i quali aveva partecipato a nu-merose operazioni belliche nel corso della seconda guerra mondiale meritando una medaglia dibronzo al VM e tre Croci di guerra. Era anche presidente della sezione bassanese del Nastro Az-zurro e della locale Associazione nazionale reduci d'Africa.

Francesco Cafiero

È deceduto il m.llo sc. mont. Francesco Cafiero, classe 1933, presidente onorario della sezione di Ve-nezia. Dopo la frequenza della Scuola specialisti AM aveva prestato servizio in vari reparti di volo esuccessivamente, dopo un corso negli USA - dove aveva ricevuto il titolo onorifico dell'Ancient andHonorable Order of the Oozlefiech delle Forze Armate degli Stati Uniti - era stato assegnato alla 1aAerobrigata Missili Intercettori subendo anche una ferita dipendente da causa di servizio.Collocato in congedo nel 1982, si era subito iscritto alla sezione lagunare ricoprendovi via via gliincarichi di revisore dei conti, tesoriere, vice presidente e presidente, svolgendo sempre i suoicompiti con grande ed appassionato impegno.

Oronzo Zilli

Con il giornale già in stampa apprendiamo che il 14 novembre è improvvisamente deceduto Oron-zo Zilli, consigliere nazionale AAA e presidente della sezione di Rimini. Del valente socio scompar-so pubblicheremo un ricordo nel prossimo numero.

Il presidente nazionale dell’A.A.A., ricordando le elette virtù di questi commilitoni che ci hanno lasciato, a nomeproprio e di tutti i soci, esprime ai familiari degli scomparsi il più sentito cordoglio.

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11NOVEMBRE 2011

ANNO LVI

AERONAUTICAAnno di fondazione 1956Pubblicazione mensile edita dall’Associazione Arma Aeronautica

Direttore editorialeGIANBORTOLO PARISIDirettore responsabileSILVANO BRONCHINIDirezione, Redazione, Amministrazione00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882 C.F. 80248150585 – Partita IVA n. 10925071002e-mail: [email protected] (per il periodico sociale)e-mail:[email protected] (per l’amministrazione)www.assoaeronautica.it (per l’Associazione)www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici)c/c.p. ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA, 310003c/c. banc. n. 000000136949 Banca Popolare di Lodi Ag. 4 -via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma - IBAN: IT20 F 05164 03204 000000136949Realizzazione grafica e stampaRaia srl - 00166 Roma, via G. B. Impallomeni, 66Tel. 06/6690252 - Fax 06/5599675 - e-mail: [email protected]. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56Iscrizione al R.O.C. n. 6972“Aeronautica” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà lettera-ria, artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi, èfatto obbligo citare la fonte. I testi delle collaborazioni - che si intendono comun-que inviati a titolo di liberalità - anche se non pubblicati, non si restituiscono.

Chiuso in redazione l’11 novembre 2011.

Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno unasomma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio naziona-le. Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione.

La quota associativa fissata dal Consiglio Direttivo Nazionale AAA per il 2011 ècomprensiva della spedizione in abbonamento postale (pari a € 8,00) del periodi-co sociale “Aeronautica".

In copertinaIl Sacello del Milite Ignoto al Vittoria-no. Alle cerimonie in suo onore per il4 novembre e alla rievocazione delviaggio per il trasporto della salma daAquileia a Roma sono dedicati gliarticoli pubblicati a pag. 4 e a pag. 18.

ISSN: 0391-7630

La locandina celebrativa del 4novembre realizzata dal mini-stero della Difesa e una parzia-le veduta della mostra sulleForze Armate allestita per l’oc-casione al Circo Massimo.

Riccardo Niccoli, Coccarde Tricolo-ri Speciale G.91R/PAN/T/Y. Novara,RN Publishing, 2011. Cm 21x29,7,pp. 144. Euro 25,00.

Per la sua quinta monografia l’autore-editore Riccardo Niccoli ha scelto ilG.91 una famiglia di aeroplani emble-matica della storia dell’AeronauticaMilitare e vicina al cuore degli aviato-ri e degli appassionati ma largamentetrascurata dall’editoria nazionale. Dalcaccia tattico leggero G.91R al G.91PAN a lungo in dotazione alle FrecceTricolori, dal G.91T sul quale tanticonseguirono il brevetto di pilotamilitare al G.91Y bimotore, Niccolisegue l’impostazione già collaudatacon successo negli altri volumi: lo svi-luppo del progetto, l’uso in Italia, ilsupporto tecnico-logistico, le esporta-zioni, i ricordi dei piloti, un ampiofotoalbum (ben 40 pagine), più profilie dettagli di interesse modellistico eduna succinta tabella riassuntiva dellematricole militari. Il risultato è otti-mo, anche per la cura posta nel rico-struire la nascita del programma el’alto livello delle testimonianze (bastiqui citare il gen. BA Massimo Monta-nari e il ten. col. “Pierino” Purpura,colonne portanti della PAN). Dalpunto di vista grafico, è molto alta lacura posta nel rintracciare immaginiinedite o nel proporre versioni di qua-lità di alcune già note. L’unico difettoè l’aver compresso quattro macchinetanto diverse tra loro in un numero dipagine che talvolta sembra andarstretto, al punto da costringere arinunciare alla traduzione inglese dialcune parti. Ma per fortuna non è unproblema per i lettori italiani.

Disponibile presso le librerie specializza-te o l’editore (www.rnpublishing.com; Via Torelli 31, 28100 Novara, 0321-455108).

Fabrice Amedeo, La face cachée d’AirFrance. Parigi, Flammarion, 2010.Cm 15,5 x 24, pp. 348. Euro 20.

Oggi il gruppo Air France-KLM ènoto nel nostro paese soprattuttoquale azionista di maggioranza relati-va di Alitalia-CAI, la compagnia aereache dopo la fusione con Air One con-tinua l’attività della storica Alitalia-LAI. Fino a qualche mese fa il raf-fronto tra le due realtà sembravaimproponibile per dimensioni, reddi-tività, efficienza. La recente esplosio-ne dell’indebitamento della compa-gnia transalpina e il ritorno di Jean-Cyril Spinetta al vertice rendono digrande attualità il libro-inchiesta diAmedeo sulla “faccia nascosta” di AirFrance. L’autore, che segue il tra-sporto aereo per Le Figaro, parte dal-l’incidente al volo AF447 per esplora-re la cultura, i rapporti interni e l’or-ganizzazione di Air France. La con-clusione, paradossale per chi osservala situazione dall’Italia, è quella dellanecessità di affrontare difficili proble-mi di costi e di personale, smontandoun modello sempre più difficile dasostenere per chi voglia restare aiprimi posti della graduatoria mondia-le. Il libro, purtroppo solo in francese,è di grande interesse sia per il temasia per la professionalità con la qualeviene affrontato, ben diversa da quel-la dei troppi “instant book” partoritidal caso Alitalia.

Disponibile pressowww.groupe-flammarion.com

Gabriella Catalano Sgrosso, Dirittointernazionale dello spazio. Vicchio,LoGisma, 2011. Cm 17 x 24, pp.296. Euro 48,00.

Pur essendo l’Italia un paese moltoattivo in campo spaziale sin dai primiesperimenti di Luigi Broglio, oltremezzo secolo fa, mancava sinora unmanuale di diritto spaziale che com-pendiasse in un solo volume la norma-tiva che governa questi campo in con-tinua espansione: problemi che vannodalla responsabilità per i danni ai terziin superficie (come ha ricordato ilrecente allarme, peraltro esagerato,per il rientro incontrollato di un satelli-te NASA) fino alle attività commercialinello spazio o dei lanci. L’autrice, giàprofessore di diritto spaziale e interna-zionale alla facoltà di Economia dell’u-niversità di Roma, è stata per anni unodei direttori dell’International Instituteof Space Law, ed è pertanto ben quali-ficata per trattare l’argomento. Dopouna breve introduzione sui principigenerali e la distinzione tra dirittointernazionale, aereo e spaziale, l’argo-mento si sviluppa attraverso due partiper complessivi otto capitoli, ricchi didottrina e di riferimenti bibliografici.Si tratta dunque di un lavoro moltocompleto e dettagliato, di sicura utilitàper gli studenti e gli operatori profes-sionali in campo spaziale.

Disponibile presso l’editore (via Zufola-na 4, 50039 Vicchio, Firenze; www.logisma.it; tel. 055/8497054

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Anno LVI - N.11 NOVEMBRE 2011

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