Novembre 2011

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Dagli Studenti Agli Studenti Pagina 2 DALLE SCUOLE Pagina 3 e 10 ZOOM Manifestazione Promemoria A cura della Redazione Pagine 5 Notizie Flash Pagina 7 Guida rappresentanti vol. II Pagina 7 Zeta - DSAS vers. 2.0 Eh ragazzi, in questo mesetto in cui non ci siamo visti ne son successe di cose: la ma- nifestazione studentesca, il mezzo-oscuramento di Wiki- pedia (ne han sofferto tutti gli alunni impegnati in ricerche scolastiche), la quasi-chiusura di Nonciclopedia(ne han sof- ferto tutti gli altri) ma soprat- tutto qui al giornalino siam di- ventati un’enorme buca delle lettere senza accorgercene. E così siamo stati sommersi da dispacci del Collettivo Z per farci rinnegare un’intervista al Blocco Stud., lestamente seguiti da repliche del Blocco a loro volta tallonate da con- trorisposte dello Z spedite a velocità che manco i neutrini del Tunnel Gelmini. Ormai abbiam perso il conto, ma siccome vogliam bene a tutti rispondiamo sempre fino alla morte, soprattutto alle critiche dei nostri amici di penna dello Z. Ah e poi certo, c’è stata la manifestazione del Movimen- to Studentesco. Noi gli abbia- mo dedicato un bel pezzo, voi che avete fatto? Tutti a marcia- re? Rimasti a scuola? ‘na visi- tina all’OrioCenter? In piazza a fumare come ciminiere? Probabilmente non lo sapre- mo mai, ma se volete dircelo o contattarci per altri motivi ci trovate al gruppo Facebo- ok “Intervallo Dsas”, mentre sconsigliamo caldamente di scriverci all’indirizzo redazio- [email protected]: è ancora inta- sato di messaggi del Coll. Z In base all’esperienza da poco passata, riguardante la scelta dell’Università a cui iscriversi, mi è stato proposto di scri- vere un articolo che possa illuminare, per quanto possibile, la strada dell’“o- rientamento in uscita”, per chi fosse an- cora oscura. La scelta dell’Università da fare è piut- tosto ardua, per chi la vuole intraprende- re, in quanto ognuno di noi sente su di sé il peso della responsabilità del fatto di scegliersi l’intero futuro, il resto della propria vita. Questo articolo non vuole essere una specie di quiz attitudinale per scoprire la propria vocazione, quanto più invece un tentativo di visione “panoramica” su quali sono gli strumenti a disposizione degli studenti dell’ultimo anno per poter ricercare la loro migliore alternativa. (segue a pag. 3) Orientamento Università Siamo nel terzo millennio e la scienza ha subito grandissime innovazioni, con una velocità sorprendente, esplorando campi che solo qualche secolo fa erano inimmaginabili o solo semplice fanta- scienza; ci sono tecnologie che ci per- mettono di “leggere” la nostra mente, c’è la possibilità di far nascere un essere vivente in un modo non convenzionale, diciamo in provetta. Ma noi riusciamo a stare al passo? Riusciamo a capire le potenzialità e l’utilizzo di queste? Son domande che mi sono posto spesso e che nell’ultimo periodo ho cercato di risolvere attraverso lo studio delle tec- nologie OGM, queste fantomatiche in- novazioni che in Italia non sono state proprio accettate, (segue a pag. 9) Naturale o Artificiale? SPECIALE USCITA 12 PAGINE

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Uscita di Novembre 2011

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Page 1: Novembre 2011

Dagli Studenti Agli StudentiPagina 2

DALLESCUOLE

Pagina 3 e 10

ZOOMManifestazione

PromemoriaA cura della Redazione

Pagine 5

Notizie Flash

Pagina 7

Guidarappresentanti

vol. II

Pagina 7

Zeta - DSASvers. 2.0

Eh ragazzi, in questo mesetto in cui non ci siamo visti ne son successe di cose: la ma-nifestazione studentesca, il mezzo-oscuramento di Wiki-pedia (ne han sofferto tutti gli alunni impegnati in ricerche scolastiche), la quasi-chiusura di Nonciclopedia(ne han sof-ferto tutti gli altri) ma soprat-tutto qui al giornalino siam di-ventati un’enorme buca delle lettere senza accorgercene. E così siamo stati sommersi da

dispacci del Collettivo Z per farci rinnegare un’intervista al Blocco Stud., lestamente seguiti da repliche del Blocco a loro volta tallonate da con-trorisposte dello Z spedite a velocità che manco i neutrini del Tunnel Gelmini. Ormai abbiam perso il conto, ma siccome vogliam bene a tutti rispondiamo sempre fino alla morte, soprattutto alle critiche dei nostri amici di penna dello Z. Ah e poi certo, c’è stata la manifestazione del Movimen-to Studentesco. Noi gli abbia-mo dedicato un bel pezzo, voi che avete fatto? Tutti a marcia-

re? Rimasti a scuola? ‘na visi-tina all’OrioCenter? In piazza a fumare come ciminiere? Probabilmente non lo sapre-mo mai, ma se volete dircelo o contattarci per altri motivi ci trovate al gruppo Facebo-ok “Intervallo Dsas”, mentre sconsigliamo caldamente di scriverci all’indirizzo [email protected]: è ancora inta-sato di messaggi del Coll. Z

In base all’esperienza da poco passata, riguardante la scelta dell’Università a cui iscriversi, mi è stato proposto di scri-vere un articolo che possa illuminare, per quanto possibile, la strada dell’“o-rientamento in uscita”, per chi fosse an-cora oscura.La scelta dell’Università da fare è piut-tosto ardua, per chi la vuole intraprende-re, in quanto ognuno di noi sente su di sé il peso della responsabilità del fatto di scegliersi l’intero futuro, il resto della propria vita.Questo articolo non vuole essere una specie di quiz attitudinale per scoprire la propria vocazione, quanto più invece un tentativo di visione “panoramica” su quali sono gli strumenti a disposizione degli studenti dell’ultimo anno per poter ricercare la loro migliore alternativa.

(segue a pag. 3)

OrientamentoUniversità

Siamo nel terzo millennio e la scienza ha subito grandissime innovazioni, con una velocità sorprendente, esplorando campi che solo qualche secolo fa erano inimmaginabili o solo semplice fanta-scienza; ci sono tecnologie che ci per-mettono di “leggere” la nostra mente, c’è la possibilità di far nascere un essere vivente in un modo non convenzionale, diciamo in provetta. Ma noi riusciamo a stare al passo? Riusciamo a capire le potenzialità e l’utilizzo di queste?Son domande che mi sono posto spesso e che nell’ultimo periodo ho cercato di risolvere attraverso lo studio delle tec-nologie OGM, queste fantomatiche in-novazioni che in Italia non sono state proprio accettate,

(segue a pag. 9)

Naturale oArtificiale?

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“Ehi ciao, come ti è andata la verifica?”, “Sciallo, avevo i bigliettini. A te?”, “Io un po' male perché sapevo fare il pro-blema ma non mi ricordavo una formu-la e quindi non sono riuscito a finirlo”, “Perché non ti sei scritto le formule da qualche parte?”.Quante volte vi è capitato di ritrovarvi in un discorso del genere? A me sempre, alla fine di ogni verifica. Ovviamente dalla parte dello “sfigato” senza biglietti-ni. Perché la scuola funziona così: se sei bravo e studi puoi stare tranquillo che i professori parleranno sempre bene di te, mentre se vacilli un po' (cioè non studi) devi scegliere: o fai l'onesto e rischi che ti vada male la verifica o, altrimenti, ti scrivi quello che avresti dovuto studia-re su un foglietto e non avrai problemi. Certo, bisogna stare attenti ai professo-ri: se ti beccano sono cavoli. Ma – pur-troppo – ci sono professori che troppo spesso chiudono un'occhio e fanno finta di nulla quando i propri studenti copia-no dal compagno di banco o sbirciano nell'astuccio in cerca di sappiamo-bene-cosa. Perché lasciano fare questo? Dai professori ho ricevuto risposte diverse: c'è chi sostiene che tutti siamo stati stu-denti e c'è chi dice che non è una formu-la su un bigliettino che fa la differenza. Potrebbero anche avere ragione. Però allora dovremmo dire che la scuola non educa e non impara a far rispettare né le regole né i propri compagni di classe (quelli che non fanno i furbi). Cioè, alla fine, fa solo diventare più furbi. Cosa importa se è giusto o no copiare, l'obiet-

tivo finale è la sufficienza e questa deve essere raggiunta con ogni mezzo disponibile.Durante il mese di maggio un gruppo di professori e presidi ha pubblicato un ap-pello (visita www.gruppodi-firenze.blogspot.com/) con-tro i professori che chiudono un occhio e che forniscono ai propri allievi traduzioni o soluzioni durante lo svolgi-mento delle prove d'esame. Eccolo: «Fra poco si svol-geranno gli esami di Stato conclusivi del primo e del secondo ciclo di studi. Negli ultimi anni i mezzi di informazione hanno riferito di numerosi casi in cui non è sta-to assicurato il loro corretto svolgimento. Questo danneggia fortemente la credibili-tà della scuola italiana e l’immagine degli insegnanti e dei dirigenti. Non c’è dubbio che la maggioranza dei colleghi agisca in modo inappuntabile e faccia il possibile per garantire la regolarità degli esami. Siamo però consapevoli che un malinte-so atteggiamento di “comprensione” nei confronti degli studenti e la diffusa ten-denza a considerare inutilmente fiscale la fermezza nel far rispettare le regole (e in alcune situazioni anche pressioni esterne) possono spingere a “chiudere un occhio” se qualcuno copia, a giustificare o a tol-lerare indebiti aiuti e persino comporta-menti gravemente scorretti, come fornire ai propri allievi traduzioni e soluzioni. Va invece ribadito che certi atteggiamenti non sono affatto un modo di “fare il bene

dei ragazzi” e che anzi feriscono la giusti-zia e il merito. Una scuola, infatti, in cui venga in qualche modo compromessa la regolarità degli esami, abitua gli studenti alla scorrettezza, commette un’ingiusti-zia verso chi conta solo sulle sue forze e infine svaluta il senso dell’esame come momento importante di verifica delle ca-pacità degli allievi. Viceversa, l’esempio di comportamenti coerenti con i valori che si insegnano costituisce per i giova-ni la più efficace educazione alla legalità. Noi pensiamo che il ruolo e l’immagine dell’istruzione pubblica si difendano cer-tamente reclamando nuove leggi e finan-ziamenti più adeguati, ma anche facendo nel modo migliore la propria parte e assu-mendosi fino in fondo le proprie respon-sabilità.» Altro da dire?

Roberto [email protected]

A scuola il fine giustifica i mezzi

Al Liceo Linguistico Giovanni Falcone dall’inizio del nuovo anno scolastico si sono accumulate parecchie lamentele da parte di insegnanti e studenti per via del comportamento del personale A.T.A.Molti bidelli infatti trattano gli studenti e insegnanti con disprez-zo e sufficienza, pensando che le richieste siano un optional e creando disagi all’interno della scuola.Tra questi disagi vi è il mancato consegno delle circolari crean-do disagio all’interno delle classi e molta rabbia da parte degli alunni che si sentono tralasciati e non capiscono il perché siano sempre seduti a leggere il giornale invece di informarsi in segre-teria riguardo a varie supplenze, o comunque di dare una mano sia agli studenti che agli insegnanti.Ora noi studenti e insegnanti chiediamo ai bidelli di essere tratta-ti come uguali, perché non ci consideriamo superiori, siamo tutte persone e all’interno della scuola ognuno ha diversi incarichi da

svolgere e vogliamo che tutti li svoglano al meglio perché in questi tempi di crisi e di tagli è l’unione che fa la forza e non c’è bisogno di altri disagi che possono essere facilmente superati.

Michael Pakvis

Falcone: Studenti e insegnanti per una volta uniti

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Venerdì 7 Ottobre si è svolta a Bergamo una Manifestazione Studentesca. Alle 9.30 il concentramento in piazzale Mar-coni (Stazione) era abbastanza grosso e erano presenti al-meno 500 studenti, pronti a manifestare contro la politica dell'Atb e contro gli ennesimi tagli che il governo ha varato nell'ultima versione della finanziaria.Siamo presenti anche noi di Intervallo alla manifestazione perchè ci sembra giusto partecipare e portare sostegno a chiunque voglia mettersi in gioco per la Nostra scuola. Ma questo è un punto che secondo me va approfondito. “Nostra scuola”. La scuola è nostra, di noi studenti, dei professori e nessuno deve darsi il diritto di appropiarsela o usarla per i suoi scopi politici.La scuola non è comunista, non è fascista. La scuola è de-gli studenti, punto. Io la penso così, Dsas la pensa così e ci batteremo (in modo ovviamente pacifico) per la Scuola degli studenti! Forse nessuno si accorge del danno che una singola Bandiera di Partito crea all'immagine della manife-stazione. Una bandiera di partito rende la manifestazione di parte, ma in senso di destra o sinistra, e questa è una colos-sale Ingiustizia! Nella manifestazione di venerdì 7 c'erano ancora almeno 5 -6 bandiere di partito che piano piano sono sparite ma co-munque hanno dato una impronta alla manifestazione per chi volesse vederla da fuori.Sarebbe bellissmo vedere in manifestazione studenti di De-stra e di Sinistra insieme per difendere una cosa che è tra-sversale, e appartiene ad entrambi in ugual modo. Comunque torniamo alla manifestazione. Il corteo si è diret-to in porta nuova e, con una azione simbolica ha occupato la sede dell'Atb per protestare contro l'aumento dei prezzi.

Successivamente si è passati davanti alla sede dell'Arci di via Quarenghi dove è stato esposto uno striscione “È SOLO L'I-NIZIO” e l'invito di partecipare alla manifestazione del 15 ottobre a roma che è molto poco studentesca ma è molto In-dignata. Alla fine della manifestazione c'è stato anche un tentativo di occupare il Liceo Vittorio che come è noto ha una sola entrata ma gli studenti, o meglio, gli organizzatori, si sono arresi alla resistenza dell'unica porta ed hanno desistito del loro intento dando vita ad un presidio molto tranquillo.Il bilancio: ci sono ancora tanti studenti (grazie al cielo) che credono di poter cambiare le cose, e c'è ancora tanta gente (purtroppo) che crede che questa sia una missione che solo un piccolo gruppo può portare avanti. Invece non è così! Do-vremo farcela tutti insieme!

Piergiorgio Campoleoni

Zoom Manifestazione Bergamo 7 ottobre 2011

ULTIMO ANNO PAS-SATO… E ORA?

Non ci si aspetti dunque una proposta del tipo “tra dieci anni non ci saranno medici, iscrivetevi prima che passi l’occasione!”, in quanto, tra l’altro, il mercato del lavoro è ora più mai suscettibile di grandi cam-biamenti: fino a poco Ingegneria era al “top” delle classifiche, prima di lei il set-tore che cercava più dipendenti era quello degli autisti di pullman (non è uno scher-zo), ora la facoltà vincente è Medicina.La cosa che più balza all’occhio è che, sul modello di medicina, diverse facoltà han-no introdotto il temuto “numero chiuso”, e questo dipende anche dall’organizzazio-ne della facoltà stessa (in alcune sedi certe facoltà hanno il numero chiuso, altre no); questo ha un effetto certamente limitan-te sui nostri “sogni”, in quanto i numeri che girano sono piuttosto preoccupanti.

Alcuni esempi: quest’anno, Medicina all’Università Statale di Milano aveva una disponibilità di 300 posti su 3334, a Brescia 190 su circa 2300, Biotecnologie a Brescia 50 su più di 400.Non volendo a tutti i costi scoraggiare, con una preparazione molto forte e an-che praticando esercizio con i “quiz”, le possibilità aumentano molto, anche se chi intraprende questa strada sappia che il programma richiesto nel test è molto ampio, e questo danneggerà ulteriormen-te la sua estate di riposo già mutilata dalla maturità.Per quel che riguarda la scelta in sé, è bene tenere presenti due grandi strumenti a disposizione degli studenti.Il primo è quello dell’“open-day”, che of-fre un giorno di vacanza nelle strade di Milano, Pavia e altre città ma soprattutto una visita dell’Ateneo e una relazione di studenti e professori sugli studi da intra-prendere e le possibilità lavorative.Ma il grosso del lavoro, in secondo luo-

go, appartiene al singolo studente, e qui le Università offrono, soprattutto attraverso i loro siti, un’ampia visione del percorso di studi; in particolare, osservando il c.d. “Manifesto degli studi” del corrente anno accademico, è possibile osservare quali sono i corsi d’insegnamento, in partico-lare ci si può rendere conto del proprio gradimento guardando gli esami che si dovranno sostenere, oppure osservando quali sono i corsi facoltativi che più ci in-teressano, attraverso la consultazione del “piano di studi”. Alcune Università of-frono un servizio di “tutoring”, mediante il quale, recandosi presso l’Ateneo, sarà possibile parlare con studenti di quell’U-niversità per poter avere un’idea più vici-na al proprio punto di vista.Sperando di aver appianato quanto più possibile la strada, auguro a tutti i matu-randi in bocca al lupo per gli esami.

Nicola Falbo

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Essere rappresentante d’istituto degli stu-denti non è poi così difficile! VOL 2Ciao ragazzi, sono ancora io, Francesco, mi ripresento per chi non avesse letto la prima parte di quella che vuol essere una pseudo guida per i rappresentanti in erba. Sono stato rappresentante del Natta per due anni consecutivi e faccio parte fin da-gli arbori di DSAS nel quale, nell’uscita di ottobre, avevo scritto una breve intro-duzione alla rappresentanza concentran-domi soprattutto su come ci si candida…Eccoci al passaggio due, una volta candi-dati che fare??Forse conviene informarsi sugli altri membri eletti, oltre agli studenti, troverete i risultati delle elezioni sull’albo elettore. Una volta appreso questo potete iniziare a mobilitarvi senza problemi, ora avete i POTERI per cambiare la vostra scuola! E’ vostro diritto:• Chiedere un’assemblea del comitato stu-dentesco• Chiedere un’assemblea d’istituto• Gestire il fondo studentesco• Votare in Consiglio d’Istituto (CdI)E in base ai vostri obiettivi anche altre robacce.Spieghiamo ora un po’ meglio cosa è sto

cavolo di Comitato Studentesco (CS)… nulla di più semplice: il CS è formato da tutti i rappresentanti di classe, i rap-presentanti degli studenti in consiglio di istituto e in consulta, quindi diciamo che in una scuola con una 50ina di clas-si all’interno del CS ci saranno circa 106 ragazzi/e. Il comitato studentesco è un’as-semblea collegiale e democratica, talvolta (non per forza) guidata da un direttivo che ha massima libertà di organizzazione. Il suo compito è quello di portare la voce di ogni classe, i bisogni di ogni studente a conoscenza di tutti per poi organizzare qualche cosa in grado di soddisfare questi bisogni, sempre nel limite del possibile! In genere il CS è suddiviso in commis-sioni (annuario, feste, cineforum, edilizia, ristoro, chi più ne ha più ne metta) per funzionare in modo più efficiente! Il Co-mitato ha a disposizione due ore al mese per fare le assemblee. Normalmente nella previsione di bilancio al CS è riservata una parte del fondo scolastico (Al Natta prima 2000€, ora 27000€) che può essere utilizzata nell’anno solare (da gennaio a dicembre). Il fondo scolastico può essere utilizzato per qualsiasi attività però per potervi accedere bisogna chiedere il per-

messo al CdI.Sappiate che non in tutte le scuole è pre-sente il Comitato Studentesco, non è pre-visto dalla legge degli organi scolastici però i rappresentanti ne possono far ri-chiesta, la quale solo con forti argomen-tazioni può esser respinta!Per qualsiasi consiglio o miglior spiega-zione contattatemi pure su Facebook o con una email a [email protected], sem-pre pronto e al vostro servizio! Nel nostro prossimo appuntamento spiegherò meglio come organizzare eventi e utilizzare al meglio i fondi previsti dalla scuola

Francesco Chiesa

Fare il rappresentante non è poi così difficile! - Vol II

Trov

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Notizie flash a cura di Francesco Chiesa

Google Plus non durerà, anzi rappre-senta un vero e proprio fallimento per Mountain View: parola di un ingegne-re di punta del nuovo social network, Steve Yegge. La rivelazione shock si è diffusa a seguito di un malinteso.

Yegee aveva postato nel suo gruppo di lavoro, proprio su Google Plus, un messaggio molto negativo relativo al progetto, pensando di condividerlo solo con una ri-stretta cerchia di amici. In effetti, il post era pubblico e anche se rimosso dopo poco, sta già facendo il giro del web.

Google Plus è un fallimento: parola di Google

Come sarebbe stata la vita di Ste-ve Jobs se fosse nato a Napoli? Un ragazzo napoletano, Antonio Menna, ha scritto una simpatica storia, basata sull'ipotesi che il fondatore della Apple invece di essere statunitense, fosse il cam-pano Stefano Lavori e cerchi di realizzare il suo sogno nel napoletano, invece che in California. Una riflessione ironica che ha suscitato grande successo in Rete, dove questo racconto viene condiviso e linkato praticamente ovunque.

E se Steve Jobs fosse nato a Napoli??boom su facebook

Un’artista Londinese ha con-servato per 12 lunghissimi anni tutti i messaggi di testo ricevuti sul cellulare a partire dal 1999 e ora ha deciso che verranno tutti quanti pubblicati in un libro. Tra-cey Moberly, 47 anni, ha colle-zionato quasi 100mila messaggi

da quando per sbaglio cancellò il suo primo messag-gio 12 anni fa e si ripromise di non perderne più ne-anche uno.

Dodici anni di sms in un libroNon vi è mai capitato di trovarvi per strada duran-te un temporale e di avere improvvisamente sete? Non preoccupatevi qualcuno ha pensato di venirvi incontro e ha inventato il Raincatch, un particolarissimo imper-meabile in grado di raccogliere l’acqua piovane e tra-sformarla in acqua potabile. L’invenzione è opera di due studenti del CIID di Copenhagen, Hyeona Yang e Joshua Noble grazie ai quali ognuno di noi da oggi sarà in grado di bere acqua proveniente direttamente dal cielo.

L'impermeabile raccogli-acqua

Spesso le persone che abitano in città molto affollate sognano di prendere e partire verso la campa-gna, alla ricerca di un po' di tran-quillità. C'è un posto, negli Stati Uniti, che può essere considerato un luogo sicuramente adatto a chi ha voglia di pace, lontano dal traffico, dai rumori e dagli altri. Questo posto è Buford, una cittadina nel Wyoming che per qualche assurdo motivo conta 1 un solo abitante: Don Sammons, 60 anni

Buford, la città con un solo abitante

La SEGA Corporation ne ha inventata un’altra delle sue. Questa volta non parliamo di console con joystick o avenieristici sensori di movi-mento. Questa volta si sono superati e hanno inventato un gioco da usare quando si va

in bagno a fare la pipì. Il SEGA Toylet, così è stato rinominato, è una console da installare negli urinatoi dei bagni pubblici. Tramite una fotocellula il gioco sarà in grado di individuare la posizione del vostro gettito di pipì e a seconda del gioco vi farà interagire in modi diversi con lo schermo

Nei bagni arriva SEGA Toylet

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Negli ultimi tempi uno sconosciuto gior-nalino di studenti è stato duramente attac-cato da un non meglio definito collettivo giovanile riguardo ad una certa questione di cui s’ignorano persino i tratti principa-li. Precisare nomi e circostanze non solo ritengo sia inutile, ma soprattutto vizioso ed inconcludente. Questo articolo rappre-senta semplicemente una breve riflessione nata in me circa il valore dello scritto, e non un ulteriore tentativo di polemica.La parola scritta ha costituzionalmente un’altra portata, un diverso valore rispetto a quella pronunciata oralmente: se durante un’accesa discussione l’offesa, il ”colpo basso” nascono soprattutto dalla “pancia”, dalla foga del momento, dall’irripetibile serie di circostanze che porta il vulcano che è in noi ad “eruttare” lapilli retorici

e scottenti epiteti, nello scritto viene dato per assunto il vaglio della “testa”. Si è consapevoli che chi scrive ha il tempo di tornare sui propri passi, di correggere, di segnare: la parola non è più genuinamente un “evento”- quasi un atto magico che, una volta compiuto, non può più tornare, “volat”- ma acquisisce una nuova porta-ta, che le viene attribuita in primo luogo dal fatto che essa “rimane agli atti”, ov-vero entra a far parte di un passato tan-gibile, verificabile; in secondo luogo le viene attribuita in virtù del tempo speso per pensarla, vagliarla ed infine approvar-la: la parola scritta è nobilitata dall’impe-gno profuso per lei, dalla tensione razio-nale, e per questo libera, di una persona. Noi giovani, spesso così facilmente stru-mentalizzabili dalle astute “lampadine”

(ovvero i signori che, vista l’età avanzata, non hanno più capelli), dovremmo sem-pre essere pienamente consapevoli del messaggio, e quindi dei modi, dell’atteg-giamento che vogliamo passare.

Andrea Rosafalco

Scripta Manent

Mentre percorrevo via A. Maj, pensando a non so quali sciocchezze , mi si avvicinò un ragazzo di cui non posso dire il nome (è stato lui a pregarmi di non pubblicarlo, temendo ritorsioni da parte della segrete-ria scolastica), chiedendomi di far pubblicare a questo giornale la sua storia, la storia della gita scolastica della classe 5^X. Il suo racconto mi è sembrato così bello e veritiero, che ho deciso di farvi sprecare 5 minuti per farvelo leggere.“Salve a tutti, mi chiamo Gino (nome di fantasia e alla moda) e sono il rappresentante della classe 5^X del liceo scientifico Lussana. Come tutte le quinte quest’anno volevamo fare una gita all’estero e, stimolati dalla circolare del 20 settembre che diceva che per partire dovevamo avere tutto pronto per il 23, ci siamo messi all’opera. Le mete prescelte erano: Amsterdam con 3 voti, Ibiza con 4 e Vladovistick, ridente bor-go medievale bielorusso famoso per i suoi maiali, con 13 (Ghisalba e le isole Far Ǿer si sono fermati inspiegabilmente a 1 voto). Non posso descrivere la gioia della classe appena Vladovistick è stata scelta come destinazione: sui banchi sono spuntate scritte come “W Vladovistick Abbasso Barcellona” o “ W i maiali di Vladovistick” o “I love Vladovistick” o “Arturo ce l’ha come un maiale di Vladovistick” (mi limito a riportare ciò che ha scritto Gino) o “A Vladovistick sono tutte maiale” ; insomma una vera festa! Controllando su internet avevamo visto che c’era un volo Bergamo-Vladovistick della Ry***air a 5,99 € andata e ritorno e andata (per chi non lo sapesse è una nuova geniale formula dove il secondo volo di andata puoi anche non prenderlo), escluse tasse portuali, tasse aereoportuali, tasse aeree, con un bagaglio a mano di massimo 2,30 Kg, e senza posto a sedere sull’aereo: un affare! Anche l’albergo sarebbe stato molto conveniente: solo a 7,99 € a notte! E a solo 20 Km dal centro abitato (ci hanno assicurato che era collegato benissimo)! E’ a questo punto che è iniziata la fine, o meglio, è iniziato l’iter burocratico per l’approvazione della gita. To be continued

Luca Rosafalco

Gita a Vladovistick, la vera(?) storia di Gino

Aforismi DSAS

Ridi anche se ti sta crollando il mondo addosso, continua a sorridere. Ci son persone che vivono per il tuo sorriso e altre che rosicheranno quando

capiranno di non essere riuscite a spegnerlo.

[Roberto Benigni]

Amore non è guardarci l'un l'altro, ma guardare insieme

nella stessa direzione.

[Saint Exupery]

Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere.

[Mahatma Gandhi]

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Botta e risposta, Collettivo Z e DSASVersion 2.0

Collettivo Zeta Dagli StuDenti agli StuDenti

Caro Intervallo Dsas,siamo ancora noi del Collettivo Zeta.Vorremmo tanto che ci chiariste un paio di punti della vostra quanto mai retorica risposta alla nostra precedente lettera.Innanzitutto riassumiamo la situazione per gli sciagurati che hanno osato perdersi gli ultimi due numeri di questo giornale.L'Intervallo Dsas ha pubblicato nel primo numero un'intervista al Blocco Studentesco (uso la maiuscola proprio perchésono un signore), movimento fascista della bergamasca, met-tendolo nella stessa pagina di collettivi come il nostro e il Col-lettivoKafka (Sarpi).A questa insensata decisione di pubblicizzare in una scuola di 1800 studenti un movimento fascista, noi abbiamo risposto conuna lettera tanto forte quanto necessaria.E qui ritorniamo al presente.Nella vostra risposta, tralasciando la ruffianeria verso i "vostri giudici" (voi lettori), come già detto ci sono punti che non tor-nano. Partite in quarta difendendovi, affermando come non sia da fascisti far parlare tutti, indiscriminatamente.Ma noi non abbiamo dato a voi dei fascisti. I fascisti li avete intervistati voi!In una penosa intervista in cui un gruppo di pazzi di estrema destra sembra risultare un allegro gruppo scout che "fa i tor-nei di calcetto","scampagnate in montagna" e si diverte tanto tanto.Poco importano i loro ideali anticostituzionali.Poi tocca al vostro statuto ad essere difeso.Nominate i vostri principi di "democraticità, apartiticità, con-danna verso atti razzisti, xenofobi, omofobi, discriminazioni religiose e culturali"Ma di questi poi difendete solo la vostra pseudo-democraticità.Vi rendete conto vero che tutti gli altri valori sono contro l'in-tervista al Blocco Studentesco?Non potete difendervi dichiarandovi democratici, se tutti pos-sono avere qualsiasi idea non è democrazia, è anarchia.Dite che volete invogliare lo spirito critico di chi vi legge, ma chi vi legge va dal primino al maturando.Non credete che un ragazzo di 14 anni sia influenzabile? Vi sembra il caso di fargli venire in mente che esiste un gruppo di fascisti che si ritrovaa Bergamo e "fa tante belle cose", senza spiegare e argomentare le loro ideologie politiche?Noi crediamo sia meglio evitare.Infine dite che non vi servono ideologie con il "paraocchi" ma idee che "risolvono i problemi e su cui ci si può confrontare".Dobbiamo ammettere che quest'ultimo virgolettato rispecchia pienamente le idee fasciste del gruppo che avete pubblicizzato. Chapeu.Se per voi avere il "paraocchi" è non considerare i fa-scisti come un gruppo di persone su cui ci si possa confrontare beh, non potevate descriverci meglio.Ribadiamo la precedente richiesta di ammettere il vostro errore e scommettiamo che dopo questo passo la conversazione sarà molto meno acida.Tanti cari saluti,

Collettivo Zeta

Caro Collettivo Z,innanzitutto vi ringraziamo per averci scritto ancora, questo vo-stro continuo interessamento dimostra che anche Intervallo DSAS sta diventando una realtà importante, e di questo fatto noi siamo molto contenti. Inoltre possiamo dimostrare la nostra totale dispo-nibilità a chiarire, rispondere, pubblicare ogni genere di articoli che ci mandate, anche i più critici. Per prima cosa bisogna preci-sare che noi, Intervallo DSAS, non siamo il giornale del Collet-tivo Z e quindi rispondiamo dei nostri errori solamente ai nostri lettori. sicuramente non al Collettivo Z.Abbiamo fatto questa pre-cisazione perché sembra che tocchi a voi dello Zeta decidere se facciamo bene o male.Mah. Però vi continuiamo e continueremo a rispondere, dando a tutti le stesse attenzioni.Un altra precisazione fondamentale la prendo dalla vostra lettera “Non potete difendervi dichiarandovi democratici, se tutti possono avere qualsiasi idea non è democrazia, è anarchia.” Sono imbarazzato a rispondervi proprio perchè devo seguire il mio statuto. Ma è possibile impe-dire a chiunque di farsi una Idea?! Voi state dicendo che bisogna avere solo le vostre idee (o simili), e mettete anche un limite a quelle della gente? Questo è fascismo (battuta scontata ormai)!! Tutti POSSONO/DEVONO avere una loro Idea! Democrazia sta nel fatto che tutti poi discutono e trovano una mediazione, un'idea da seguire che rappresenti una maggioranza! Terza precisazione. Riguardo alle “ideologie con il Paraocchi” confermo tutto ciò che è già stato scritto. Se voglio sistemare l'edilizia della mia scuola non mi servono la falce e il martello, il fascio littorio, il biscio-ne dell'inter o la zebra della Juventus! Piuttosto voglio qualcuno che mi sappia semplicemente dire dove recuperare i soldi, come farlo e in tempi brevi. Se questo qualcuno è rosso, nero, giallo, o rossonero non mi interessa proprio. L'importante è che si risolva il problema! Se voi mi venite a dire che con un fascista manco ci parlate, io rispetto la vostra posizione ma non la condivido. Io con un fascista ci parlo, sono estremamente curioso di ascoltare come ragiona chi non la pensa come me, e ancor di più sono determinato a portarlo a ragionare dalla mia parte. Non tento di eliminarlo, tento di Convertirlo. Riguardo alla vostra frase: "In una penosa intervista in cui un gruppo di pazzi di estrema destra sembra ri-sultare un allegro gruppo scout che "fa i tornei di calcetto" Mi permetto di precisare che l'intervista era UGUALE per tutti, non vi siete lamentati della "Penosa intervista" al collettivo Kafka o della "Penosa Intervista" a Voi. Se fosse poi proprio penosa allora ci dispiace e comunque non potremo che migliorare (ammesso che fosse penosa visto che siete solo voi a dircelo). Per chiudere tutte le questioni parliamo anche dei valori del no-stro statuto "democraticità, apartiticità, condanna verso atti razzi-sti, xenofobi, omofobi, discriminazioni religiose e culturali". Noi difendiamo questi valori e Dsas con le sue attività li rispetterà sempre, come li ha semopre rispettati. Ricordo che il razzismo non esiste solo tra bianchi e neri anche tra comunisti e fascisti, sembra un discorso idiota ma forse non lo è più di tanto, anzi in effetti sembrate proprio un po' razzisti verso di loro. Comunque noi non Pubblicheremo mai un articolo che incita a essere razzisti, xenofobi ecc... Non lo abbiamo mai fatto e mai lo faremo. Tanti cari saluti e grazie per l'attenzione che rivolgete al nostro giornale, che mi permetto di precisare non va a 1800 studenti ma 6000.

Dagli Studenti Agli Studenti

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Novembre 2011 - pagina 8

Domenica 2 ottobre a Ferrara si respirava un'aria di festa: un sole ancora estivo splendeva sulle piazze e sulle strade gremite, in occasione del Festival di “Internazionale”, bellissima iniziativa promossa dall'omonima rivista di attualità. Dal 30 settembre al 2 ottobre la città emiliana ha ospitato un fitto programma di confe-renze, incontri, dibattiti, laboratori, proiezioni cinematografiche su temi di attualità e cultura, animato da giornalisti, scrittori e esperti di altissimo livello, ma soprattutto da un vivace pubblico di giovani e studenti. E' stata una giornata stimolante e intensa, ma l'intervento che forse mi ha colpita di più è stato quello di Khaled Fouad Allam.Khaled Fouad Allam è un sociologo politico algerino naturaliz-zato italiano. E' stato ricercatore e professore nelle Università di Trieste e Urbino. E' giornalista pubblicista ed editorialista di La Repubblica. E anche autore di diversi saggi incentrati sul rappor-to fra islam e occidente, fra cui il più recente, “L'islam spiegato ai leghisti”. Una personalità di grande spessore culturale e con una visione delle cose insolitamente complessa e globale. Ha pronunciato un discorso incentrato sul problema dell'inte-grazione, in particolare dei musulmani nella società occidentale. Ascoltandolo si capisce come questo problema abbia radici lon-tane e profonde. Fouad Allam ragiona su come ad un certo punto la storia dell'islam abbia smesso di far parte della storia della società occidentale. Da un comune bacino culturale originario si è passati ad una divisione fra due mondi. Ciò che ne deriva è che non esiste una memoria collettiva arabo-europea. E di con-seguenza manca nella società occidentale un pieno riconosci-mento della civiltà islamica. Ciò causa rifiuto, paura, derisione: il musulmano viene visto solo quando fa paura, l'islam fonda-mentalista e terrorista è diventato l'immagine dominante, gli altri aspetti culturali e sociali vengono dimenticati. La conoscenza reale dell'Islam è scarsa. La situazione attuale è anche il frutto dei cambiamenti socio-politici avvenuti dopo la caduta del muro di Berlino, di cui Fou-ad Allam dà un'interpretazione interessante: con il crollo del muro è finito il mito dell'universalismo, ovvero la battaglia per l'uguaglianza, ed è subentrato il concetto di etnia. I rapporti so-ciali sono ora influenzati dall'appartenenza etnica, si sono create nuove frontiere simboliche, e questi fattori sono un forte freno all'integrazione. Integrazione che Fouad Allam vede come co-struzione della diversità culturale: egli non prospetta una socie-tà uniforme, ma sostiene che la diversità è presupposto di ogni civiltà.Fouad Allam non manca di riflettere anche sul perché negli ulti-

mi anni ci sia stata una recrudescenza del fondamentalismo re-ligioso negli immigrati. Il sociologo sottolinea che la religione musulmana ha il suo fondamento in una determinata cultura, ed è legata a molteplici aspetti ambientali, tradizionali, storici, fa-miliari. E' una religione legata alla terra e al popolo, e infatti conosce tantissime declinazioni geografiche. Emigrando in un paese diverso l'uomo musulmano perde la propria cultura d'ori-gine, e quindi la sua religiosità manca di quell'elemento che le dava significato e forma. Non c'è più un background culturale che media, interpreta, spiega, dà senso alla norma religiosa. E quindi il Corano viene preso alla lettera, seguito pedissequamen-te. I precetti religiosi diventano legge, norma svuotata da ogni significato culturale. Da qui il fondamentalismo.La soluzione a questa situazione non è né semplice né immedia-ta, anzi. Fouad Allam stesso ammette che il problema dell'inte-grazione non si può ridurre a un problema di legge formale, di riconoscimento dei diritti fondamentali. E' un problema di cul-tura, storia, memoria. L'unico modo per costruire una società fondata sulla diversità e rispettosa di essa stessa è costruire una memoria collettiva, una storia collettiva che riunisca occidente e oriente musulmano pur nelle loro peculiarità. E questo processo è possibile solo attraverso la cultura. La conoscenza reciproca. Il confronto. E, perché no, anche la poesia. L'arte ci salverà, se sarà capace di creare un discorso comune che sappia unificare i popoli. Il messaggio conclusivo di Fouad Allam lancia una sfida davvero difficile, ma affascinante e coraggiosa.

Viola Bianchetti

Integrazione, islam e occidente alFestival di “Internazionale”

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(segue da prima pagina)

...che i nostri politici non vogliono digerire e che noi italiani facciamo fatica a comprendere, molto probabilmente a causa di una scorretta informazione.Nel 2010 sia la Comunità Europea sia l’Italia hanno aggiornato una parte del sistema legislativo proprio in funzione agli OGM: a livello europeo è stato dato il via alla coltivazione della Patata Amflora, chiamata anche SuperPatata o Patata GM (in Italia non è stata accettata e quindi non è possibile coltivarla), mentre nella nostra penisola con una sentenza del Consiglio di Stato del 29 Gennaio 2010 è data la possibilità ai coltivatori di utilizzare una varietà di Mais OGM, la MON810 (brevettata dalla Monsanto) che ha come caratteristica la resistenza al glifosato, defi-nito erbicida totale. Subito il Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia si è espresso contrario affermando che farà il possibile per cambiare la sentenza.Sempre lo stesso ministro leghista si è opposto anche alla SuperPatata dicendo che mai e poi mai una patata OGM arriverà sulle nostre tavole, dimostrando profonda ignoranza in quanto la PatataAmflora (con una percentuale di amido maggiore rispetto alla patata tradizionale) può essere utilizzata esclusivamente come nutrimento animale o a scopi industriali (ad esempio la produzione di colla).Chi sostiene le tesi contro gli OGM in genere si appella alla “non naturalità” di queste tecnologie. Ma davvero noi siamo in grado di fare una distinzione tra naturale e artificiale? Davvero tutto ciò che è naturale è positivo e tutto ciò che è artificiale è negativo?Fare una distinzione non è facile. E’ un concetto soggettivo che si appella molto ai valori tradizionali, perché spesso ci troviamo davanti a delle vie di mezzo (la diga costruita da un castoro è artificiale o naturale?), quindi preferisco approfondire la seconda domanda ponendo un altro quesito: se naturale vuol dire positivo, buono, l’Amanite Falloide (famoso fungo velenoso dei cartoni animati) non fa male all’uomo? Mentre i medicinali, ad esempio la tachipirina, (normalmente non reperibili in natura) fanno male al nostro organismo?Voglio ricordare che sono previste normative molto precise e restrittive in merito agli OGM che obbligano il produttore ad indicare se il cibo messo in vendita è OGM o meno sull’etichetta, e che un OGM, per esser vendibile all’uomo in quanto alimento, deve

essere anallergenico, e la coltivazione di questo è sottoposta a controlli molto più rigidi rispetto a qualsiasi altro prodotto tradizionale.Mi piace parecchio aprire tante parentesi e non chiuderle per permettere al lettore di strutturarsi una propria idea e gli ultimi due argomenti che voglio trattare sono la cultura del biologico e i prodotti a km 0.Riguardo ai prodotti biologici voglio chiarire una volta per tutte che le differenze rispetto ad un pro-dotto comune stanno solo nel metodo di produzione non sul prodotto finale! Quindi il contadino “bio-logico” deve utilizzare tecniche di coltivazione meno sviluppate, con un basso utilizzo di pesticidi, erbicidi e concimi. Un minor utilizzo di sostanze chimiche oltre a far diminuire la produzione causa anche un rischio maggiore di inquinamento “naturale”, che non è assolutamente controllato.Ecco l’ultima parentesi, i fantomatici “prodotti a km0”, ovvero quei prodotti che hanno un minimo percorso tra il centro di produzione e il centro di vendita e che quindi vengono spacciati per prodotti

più sostenibili; ma è vero questo? Non penso sia del tutto corretto. Infatti tra le fasi di produzione, il trasporto e la vendita non è solo il viaggio ad incidere sulla sostenibilità o meno, poichè in genere le aziende che producono a km0 sono piccole aziende che, a differenze di quelle grandi o addirittura alle multinazionali, statisticamente richiedo costi energetici superiori per ogni singolo pro-dotto in quanto “c’è più spreco” dell’energia. Nella fase di trasporto c’è anche da valutare che le grandi aziende, in genere non per forza accanto al punto di vendita, trasportano una quantità nettamente maggiore con mezzi di dimensioni superiori che certamente consumano di più, ma valutando per ogni singolo elemento trasportato i prodotti a km0 inquinano maggiormente; ultimo fattore è il trasporto dal centro di vendita a casa: solitamente la distribuzione a km0 avviene in piccoli centri, spesso anche nello stesso posto di produzione, mentre le grandi aziende sfruttano di più i centri commerciali, in questo modo per risolvere la stessa lista della spesa bisogna compiere più viaggi, quindi aumentando, non di poco l’inquinamento. Quindi i prodotti a km0 fanno davvero bene all’am-biente o è solo sistema per far aumentare le vendite?Spero di aver lanciato vari spunti di riflessione, mio parere personale è che se vogliamo davvero essere ecosostenibili dobbiamo cambiare il nostro stile di vita, utilizzando più i mezzi pubblici, le biciclette e i nostri piedi, tenendo qualche grado in meno all’inter-no di casa, evitando di acquistare prodotti imbustati eccessivamente e tante altre piccole accortezze. Non sentiamoci ecosostenibili solo perché mangiamo a km0 o perchè ci nutriamo con prodotti biologici!La maggior parte delle informazioni le ho recuperate dal libro “Pane e Bugie” di Bressanini (vi consiglio di leggerlo è molto inte-ressante!) e dalle relazioni del prof. Sala dell’Università Statale di Milano e reperibili senza problemi su internet.

Framcesco [email protected]

Naturale o artificiale?? Siamo in grado di far la differenza?

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Comunicato DSAS in occasione della manifestazione organizzata dal MovStud il 7 Ottobre 2011

Durante la manifestazione DSAS ha distribuito questo volantino:

Noi ci siamo. Noi partecipiamo a questa manifestazione. E non lo faremo per prendere una posizione partitica o strumen-talizzabile, lo faremo per difendere ciò che è anche nostro: la Scuola Pubblica. Troppo spesso si va in manifestazione di-menticandosi per cosa si manifesta, usando slogan di partiti o ideali ormai buoni solo per le feste popolari. Noi non andiamo in manifestazione per identificarci in quanto Giornale di Sinis-tra, noi andiamo per una semplice e banale spiegazione, la Sc-uola. Un unico dato di fatto: la stanno distruggendo! Noi non ci stiamo e invitiamo tutti gli studenti siano essi "destronzi" o "sinistronzi" a difenderla, perchè se non la difendiamo noi studenti, nessuno la difenderà. E speriamo di partecipare ad una manifestazione senza bandiere di partiti che usano gli stu-denti per attirare consensi, le uniche bandiere che dovrebbero esserci sono le bandiere delle scuole... Una bandiera del Sarpi, una del Lussana, una del Natta, una del Falcone e così via... Cerchiamo di salvarla questa benedetta scuola, o almeno pro-viamoci!

Noi tutti così potremo guardarci davanti allo specchio e pen-sare di aver fatto tutto il possibile, purtroppo non dipende tut-to da noi! Intervallo DSAS c’è!!

7 Ottobre 2011 - La Redazione

Dagli Studenti Agli Studenti PRESENTE

Ecco perchè siamo scesi per le strade!

...e lo facevamo leggere ad alcuni studenti che vagavano per il corteo sventolando la bandiera di Rifondazione Comunista che solo in quel momento si rendevano conto di ciò che stavano facendo, capendo l’importanza della aparticità di quel corteo riconsegnavano la bandiera al furgone degli orga-nizzatori (dichiarati apartitici). Pubblicheremo entro breve il video di questi momenti sul nostro sito

www.dsasbg.orgNella speranza che questo non riaccada al prossimo corteo buon divertimento a scuola!

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InfoAstri a cura di Filippo e di Andrea

Gemelli

BilanciaLeone

Capricorno

Ariete Toro

Vergine

Sagittario Scorpione

Acquario Pesci Cancro

La vita è come una partita di calcio... Attento, stai fa-

cendo la palla!

Marte si avvicina. E ti col-pisce. Ahia!

Punta forte sul Lumezzane!

Venere incrocia la luna. Marte si scaccola e giove

partecipa al censimento come scrutatore: un periodo di grande confusione.

Mio caro/a acquario, dicia-mocelo, la tua relazione fa

acqua da tutte le parti.

Avrai una relazione con una tua studentessa cancro.

Avrai una relazione con il tuo professore pesci.

I troppi giochi di parole resi possibili dal tuo segno

zodiacale ci impediscono di fare un oro-scopo serio.

Le tua azioni sì tanto a-finalistiche hanno mandato

in confusione persino Bacco, il dio dell’u-briachezza. RIGUARDATI!

Lancia una moneta, se esce testa sarà un mese fortuna-

to, in caso contrario non superare l’uscio della tua dimora.

Dunque, vergine, vergine... Mmmm, ora ci penso... Ehi

Pippo, che cosa stai facendo con quel col-tello? Aspetta! Lasciami scriver...!

La vita è come un sentiero nel bosco... Attento, sei il

terriccio!

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La GazzaFabio Fusco

La Redazione

Non fare come la gazza ladraChe sul ramo appollaiata staE guarda, scruta e squadra

Bramando ciò che non ha;passa tutta l’ esistenza a prenderee rubare, vivendo sine sincerità.

Invece di tal azioni intraprendereProva a vedere il meglio nei tuoi affari

E non ti devi offendere

Se qualcuno ha oggetti ben più cariPoiché di soldi e di beni

Ce ne sono di mari;

ma di bene e felicità,(ed è ciò che ai più scoccia)

Ce n’è una sola goccia,

e non cercarla altrove che nella tua sincera intimità.

Roberto PinottiPiergiorgio CampoleoniFrancesco ChiesaDaniele MolinaroDaniele Jesus TarollaFabio FuscoLaura CarminatiFilippo PeciMarco GrazioliTommaso MocchiNicola Falbo

Michael PakvisMatteo CortinovisAndrea RosafalcoMichele BrignoliNeftali BasoaltoLuca RosafalcoPaolo ChiesaHenry GalimbertiChiara SantiniViola Bianchetti

Contatti Con la Redazione Web: www.dsasbg.org Email: [email protected] Cell: 3452981782 (vodafone) FB: www.facebook.com/IntervalloDSAS

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Cruciverbolo DSAS Soluzioni su www.dsasbg.org

ORIZZONTALI – 1. Rosso più giallo. – 9. Lo è chi si muove con scioltezza, con disinvoltura. – 13. L’insieme dei petali di un fiore. – 14. Il contrario di affamate. – 16. Lo prende chi se ne va. – 17. Far cadere di sella, disarcionare. – 19. Sud-sud-ovest. – 20. Possiede le tre reti televisive pubbliche. – 21. Il contrario di sporco. – 23. Il cane più grande che ci sia. – 25. Non è né sì né forse. – 26. In mezzo all’urlo. – 27. Sulle auto areti-ne. – 28. Lo sono gli animali che vivono intorno al Polo Nord. – 30. Lo si dice rispondendo al telefono. – 32. L’unica nazione del sud-est asiatico che non ha sbocchi sul mare. – 33. Compagno di Tizio e di Sempronio. – 35. Così sia. – 37. Rosso più blu. – 38. Volto, faccia. – 40. All’interno, dentro. – 42. Sugli autobus di Latina... – 43. ...su quelli di Teramo... – 44. ...e su quelli di Agrigento. – 45. Non le viene permesso di spostarsi. – 49. Fiori ornamentali da balcone. – 51. L’articolo di scoiattolo e struzzo. – 52. In un lustro ce ne sono cinque. – 53. Cessione in cambio di denaro. – 54. Adoperate, non più nuove. – 55. Costoso, non a buon prezzo. – 56. Danno prova di grande coraggio.

VERTICALI – 1. Se è buona non altera i suoni. – 2. Viola meno blu. – 3. Rosso più arancione più giallo più verde più azzurro più blu più viola. – 4. Io e te. – 5. Sale dell’acido clorico. – 6. L’articolo di cavallo e dromedario. – 7. Acqua e piante in mezzo al deserto. – 8. Cinque sta a penta come sei sta ad... – 9. Sta nell’arcobaleno tra il verde ed il blu. – 10. Arancione meno rosso. – 11. Prima dell’oggi e molto prima del domani. – 12. Sulle auto di Enna. – 15. Alt montagn dell’Ital settentrional. – 18. Lo Stato di Zidane e D’Artagnan. – 22. Aggiustano gli orologi. – 24. Teheran ne è la capitale. – 25. Il Santo patrono di Bari. – 29. Invenzioni Senza Valore. – 30. Animata da nobili sentimenti, devota. – 31. Macchioline scure sulla pelle. – 34. Stop ! – 36. Il nome del regista Forman. – 38. Giallo più blu. – 39. Lo è chi viene canonizzato dalla Chiesa. – 41. Malattia “giovanile” della pelle. – 43. Il dieci di Shakespeare. – 45. Verde meno giallo. – 46. Il gatto della Regina Elisabetta. – 47. Sulle targhe di Ancona. – 48. Ac-compagna il tac negli orologi. – 49. Prefisso usato per ciò che riguarda la Terra. – 50. Aria di Scozia. – 53. La targa dell’auto di Giulietta e Romeo.