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La voce Notiziario della comunità parrocchiale di Zanica 6 Dicembre 2003 Riconoscenti per il dono della fede celebriamo la solennità di San Nicolò nostro patrono NOVEMBRE 2003

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La voceNotiziario della comunità parrocchiale

di Zanica

6 Dicembre 2003

Riconoscentiper il donodella fede

celebriamola solennità

di San Nicolònostro patrono

NOVEMBRE2003

2 La Voce - Novembre 2003

LA VOCENotiziario della comunità parrocchiale di Zanica

Anno 1 - N° 4 - Novembre 2003

Direttore responsabile Silvano GhilardiDirettore di redazione Luca Gattoni

Redazione

Marco BassiVeronica CasanovaFabrizio ColombelliLuca GattoniSilvano GhilardiEnnio LocatelliGiuseppe Rampinelli

CICLOSTILATO IN PROPRIO

http://[email protected]

SOMMARIOSOMMARIO

Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3

Camminando s’apre cammino. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4

Cammino di Avvento . . . . . . pag. 5

Ritorno alla missione . . . . . . . pag. 6

La comunità cristiana«scuola» di preghiera. . . . . . . pag. 7

Madre Teresa di Calcutta . . . pag. 9

Passo dopo passo... dietro Gesù* Catechesi: scuola della

preghiera . . . . . . . . . . . . pag. 11* “Appassionati” alla vita . pag. 11* “Pochi ma buoni”. . . . . . pag. 12* Per una fede “giovane”. . pag. 13

Festa dell’Oratorio . . . . . . . pag. 14

Montagna... arriviamo! . . . . pag. 15

Visitare i cimiteri . . . . . . . . . pag. 16

Non solo per gioco . . . . . . . . pag. 18

Gli indiani alla Sc. Materna. pag. 20

Amministrazione . . . . . . . . . pag. 22

Anagrafe. . . . . . . . . . . . . . . . pag. 23

CALENDARIO DELLA COMUNITÀ

Per gli appuntamenti quotidiani della vita della comunità rimandiamo al fo-glietto domenicale, in distribuzione ogni settimana. In questa occasione desi-deriamo segnalare i seguenti appuntamenti:

Celebrazione della Riconciliazione

Per i ragazzi martedì 2 dicembre e martedì 23 dicembreOre 15.00 1a media Ore 15.30 2a media Ore 16.00 3a mediaOre 16.30 Adolescenti Ore 17.00 5a elementare.

Per gli adulti e i giovani Lunedì 22 dicembre Ore 20.30Mercoledì 24 dicembre Ore 9.30.

Solennità dell'Immacolata

Il giorno 8 dicembre, Solennità dell'Immacolata Concezione di Maria,Giornata dell'Adesione per i soci dell'Azione Cattolica.

Cammino per i fidanzati

Avrà inizio sabato 24 gennaio presso l'oratorio. Le coppie che deside-rano partecipare al corso sono invitate a rivolgersi in parrocchia.

NUMERI TELEFONICI UTILI

Don Silvano - Casa Parrocchiale 035.671.029Don Luca - Abitazione 035.670.040Don Pietro - Abitazione 035.675.063Reverende Suore - Scuola Materna 035.671.107Segreteria - Bar Oratorio 035.670.558

NUOVI ORARI DELLE SANTE MESSE

7.00 9.30 17.30 18.00 20.30

LunedìLunedì Scuola Mat. Parrocchia ParrocchiaMartedìMartedì Parrocchia Capannelle ParrocchiaMercoledìMercoledì Parrocchia ParrocchiaGiovedìGiovedì Parrocchia Capannelle Oratorio

VVenerdìenerdì Parrocchia Parrocchia ParrocchiaSabatoSabato Parrocchia

DOMENICDOMENICA E FESTIVIA E FESTIVI

In parrocchia Ore 18.00 - 7.00 - 8.00 - 9.30 - 11.00 - 18.00Alle Capannelle Ore 17.30 - 10.00 Al Padergnone Ore 9.00

In più occasioni il Papa stesso(ultimamente nei giorni dei festeg-giamenti per i 25 anni del suo pa-pato) ha rivolto un appello perquesta causa: «non sia ignoratal’eredità giudaico – cristiana dell’Eu-ropa». L’invito a una citazione (co-raggiosa?) delle nostre radici stori-co – culturali nella CostituzioneEuropea è stato sostenuto anchedai governi italiano, polacco, spa-gnolo e irlandese. Ma di fatto, co-me noto, gli appelli e gli inviti so-no caduti nel vuoto…

Dispiaciuti? Stupiti? Delusi?Amareggiati? Indifferenti? Forseun cocktail di tutti questi senti-menti di fronte a una decisioneche, francamente, pare incom-prensibile, e non può non interro-gare chi si professa apertamentecristiano .

E noi? Cosa ne pensiamo? Cosafacciamo? Ci accodiamo ai tantiappelli già fatti da personaggi cer-tamente più illustri di noi (ancheil Presidente della Repubblica, inoccasione della triste diatriba delCrocifisso nelle aule scolastiche hacitato il famoso “adagio” crociano:“non possiamo non dirci cristiani”),perché “è di moda” parlarne, per-ché “non possiamo farne a meno”?O siamo legittimamente consape-voli che questa è una delle que-stioni su cui si gioca il nostro futu-ro?

Perché il problema sta esatta-mente qui, prima ancora che nellanostra identità “europea”, i cuitratti fondamentali sono tracciati,per il momento, da una “monetaunica”: cosa significa per noi oggi, aZanica, parlare di “radici cristiane”?Cosa significa vivere oggi “da cri-stiani” le scelte fondamentali dellavita, quelle che riguardano lascuola e l’educazione, il lavoro, ilmatrimonio, i figli, l’uso del dena-ro…? Come riconoscere che laterra, l’humus, le strade che calpe-stiamo “sentano” davvero di cri-

stianesimo? Quale “aria tira” a Za-nica a proposito di questo argo-mento?

Molti segnali ci dicono, adesempio, che i nostri ragazzi non“respirano” più un clima cristiano,talmente attratti dalle affascinantiproposte di chi vuole fare di lorosolo dei “perfetti consumatori”.

Il mondo del lavoro, lungi dal-l’essere ambiente dove mettere afrutto con soddisfazione le propriecapacità professionali e luogo dicrescita e di realizzazione persona-le, si trasforma troppo spesso inuna “jungla” dove “sgomitare” perarrivare sempre più lontano.

Le scelte definitive, quali il ma-trimonio e i figli, sono... rimandatea data da destinarsi, oppure sem-plicemente ignorate, perché spa-ventano, o perché molte sono leesperienze “fallimentari”, lascian-do il posto a convivenze che dura-no “finché ci sopportiamo...”.

La scelta di fede, infine, sembradover essere sempre più relegataall’ambito del privato, senza che inqualche modo ci possano essere ri-cadute “concrete” nella vita ditutti i giorni.

Pessimisti? Disfattisti? Polemi-ci? No: semplicemente prendiamoatto di ciò che succede intorno anoi, a Zanica. E così, ci piacerebbeparlarne…

Lo scopo del nostro editoriale è in-fatti quello di tenere alta l’attenzionesu alcuni temi di attualità che abbia-no ricadute concrete nel nostro viverequotidiano. Non siamo una testata adiffusione nazionale o una televisionesatellitare… Il nostro è un piccolostrumento per tutta la comunità diZanica. Vi invitiamo dunque a scri-vere alla redazione, anche attraversola posta elettronica ([email protected]).

Il dibattito è aperto!

Don Luca

Le radici cristianenella Costituzione Europea

La Voce - Novembre 2003 3

EDITORIALE

Camminandos’apre

cammino

Fratelli e sorelle carissimi, il cammino pastorale dell’anno

è proprio cominciato. Scherzandoposso dire che ancora per pochigiorni, fino al 24 novembre, sono“in garanzia”… ma spero che nes-suno chieda al vescovo di ripren-dermi indietro, perché a Zanica cisto proprio volentieri.

Questi ultimi due mesi sonostati caratterizzati da tanti doni,che ricordo a tutti per farne tesoroal meglio.

1. È arrivato don Pietro, conmolta semplicità e disponibilità,anche restando per un mese inuna abitazione provvisoria. Pensoche tutti abbiate potuto percepir-ne la serenità e la simpatia. Insie-me abbiamo cominciato a lavorarein armonia; la sua esperienza saràun arricchimento sicuro.

2. Padre Pierluigi Cadè ci haaiutato a vivere in maniera qualifi-cata e intensa il mese missionario.Siamo grati a lui per il corso di for-

mazione missionaria, per le cele-brazioni, le riflessioni, la preghie-ra. Il 4 novembre è ripartito per ilMessico; lo riavremo tra cinqueanni. Ma non lo sentiamo affattolontano e vogliamo restare fedeli aquesta amicizia e alle promesse diaiuto che gli abbiamo rinnovato.Grazie anche al Gruppo Missio-nario parrocchiale San DanieleComboni, per l’impegno messo inquesto mese missionario e perchéci aiuta a tenere vivi i rapporti coni diversi missionari a cui siamo le-gati. Certo il corso di formazionemissionaria poteva essere più fre-quentato. Ciascuno pensi alla pos-sibilità di partecipare direttamenteal gruppo missionario (il secondomartedì di ogni mese), arricchen-dolo di sensibilità, proposte edenergie. Anche i giovani potreb-bero trovare in esso uno spaziodavvero significativo, per espe-rienze che allargano la mente e ilcuore.

3. Abbiamo iniziato la benedi-zione delle case. La nostra primaimpressione è stata davvero positi-va, per la simpatia e la disponibili-tà con cui ci avete accolti, per lapossibilità di conoscere familiar-mente le persone. Il cammino èlungo, gli impegni si sovrappongo-no. Comunque continuiamo.

4. Ci siamo suddivisi meglio an-che le visite agli ammalati per laconfessione e la comunione. In oc-casione dei Santi abbiamo fatto ilprimo giro, con il desiderio e lapromessa di tenere un ritmo men-sile. Aiutateci a mantenerlo.

5. Sono iniziati anche i diversiitinerari di catechesi. Un grazieparticolare ai catechisti che si so-no resi disponibili. Anche per que-sto servizio occorrono ulteriori for-ze per accompagnare meglio i no-stri ragazzi. Quest’anno sono par-titi due gruppi giovani; uno racco-glie il frutto del lavoro degli scorsianni con gli adolescenti, l’altro è il

gruppo di Azione Cattolica che ri-prende un cammino formativomensile in parrocchia.

6. Il 2 ottobre abbiamo cele-brato la festa degli Angeli Custodicon una messa serale presso lascuola materna, con una buonapartecipazione di genitori. Ci stamolto a cuore un dialogo e uncoinvolgimento sempre maggioredelle famiglie e della comunitàparrocchiale nella vita della nostrascuola; presto ci saranno gli abi-tuali appuntamenti natalizi, macercheremo di porre altri passiconcreti per una feconda vicinan-za e collaborazione tra tutti.

7. Infine una riflessione suiConsigli parrocchiali. Quello pergli Affari Economici è partito e giàè “sommerso” dalle questioni chedeve affrontare. È molto più lentodel previsto l’avvio di quello pa-storale. L’invito a rendersi disponi-bili o a proporre qualcuno perchéne faccia parte non ha ottenuto ri-sultati: tre disponibilità sono un ri-sultato più ridicolo che deludente.Persone capaci e generose nonmancano certo; eppure è così dif-ficile “farsi avanti”, proporsi! Que-sto è un atteggiamento che non fabene né alla vita ecclesiale né aquella civile. Ma non fasciamoci latesta: la delusione o la critica ama-ra e risentita non sono né rispetto-se né proficue. Percorriamo un’al-tra strada. Inviteremo personal-mente alcune persone a iniziare;tra un paio d’anni probabilmentesaremo più capaci di coinvolgere eresponsabilizzare. In questa ma-niera c’è il rischio di invitare solole persone più conosciute, i più“vicini” o i “soliti”… Probabil-mente il rimedio migliore saràquello di informare bene e di far sìche ogni riunione di consiglio siaaperta a chiunque sia interessato.

don Silvano

4 La Voce - Novembre 2003

Il 30 novembre, con la primadomenica di Avvento, inizia ilnuovo anno liturgico. A dire il ve-ro il passaggio non è brusco. Le ul-time settimane ci hanno portato aguardare avanti, al giorno del ri-torno glorioso del nostro SignoreGesù Cristo, giorno in cui il mon-do e l’umanità saranno totalmentee definitivamente coinvolti. Cosìla liturgia ci educa alla speranza,ravviva l’attesa, ci esorta alla vigi-lanza lucida e operosa. L’Avventoci reimmerge nel clima di speranzae di attesa che ha caratterizzato ilcammino del popolo ebreo, so-spinto dalla parola dei Profeti ver-so il giorno del Messia. Sulle no-stre labbra tornerà con insistenzal’invocazione che conclude il librodell’Apocalisse, l’ultima preghieradella Bibbia: “Maranthà, Vieni, Si-gnore. Vieni presto”.

Come vivere insieme questotempo prezioso che ci porta versola Notte Santa del Natale? Que-st’anno il filo rosso che attraversail cammino della nostra comunitàè l’attenzione alla preghiera, per-sonale e comunitaria, al dialogovivo e vivificante con Dio. Allorain questo Avvento potremmo va-lorizzare la dimensione del-l’ASCOLTO, del silenzio che è acco-glienza libera e piena di amore delSignore che ci rivolge la sua Paro-la, silenzio che è anche luogo fe-condo della nostra risposta a Lui.

Cosa ci potrà aiutare in questaattenzione?

1. Innanzitutto un gesto nellenostre celebrazioni domenicali. Ilvangelo verrà accolto e portatosolennemente all’ambone per laproclamazione. Si lascerà poi unmomento di silenzio per la riso-nanza personale, prima di ascolta-re l’omelia. Ogni domenica, dal-l’ascolto della Parola verrà trattauna indicazione per la preghiera.

2. Ai ragazzi che partecipanoalla catechesi verrà dato anche

quest’anno un sussidio per la pre-ghiera in famiglia… Il testo è es-senziale, il filo conduttore èl’ascolto, c’è ancora il segno delle4 candele d’avvento. È importantenon lasciare da soli i bambini e iragazzi in questo impegno; ma so-prattutto questa è una occasioneper aiutare le famiglie a trovareuno spazio abituale di preghieracomune, non solo in avvento. Unafamiglia che si mette in ascolto,che crea uno spazio amichevole,accogliente per il Signore che ciparla, ci viene incontro.

3. Il giorno della preghiera,della Parola: il venerdì. Gli adole-scenti si ritroveranno nella cappel-la dell’oratorio alle 6,40: un mo-mento di preghiera, la colazione epoi a scuola. Alle 7.30 sarà il mo-mento dei ragazzi delle medie e al-le 8 quello per le elementari. Nelpomeriggio e alla sera adulti e gio-vani possono unirsi a coloro chefanno la lectio divina sul vangelodella domenica, alle 17 in chiesaparrocchiale, alle 20.30 in orato-rio.

Naturalmente accanto al-l’aspetto spirituale vogliamo valo-rizzare anche l’impegno caritativoa servizio dei poveri. In particola-re, in questo Avvento proponiamodi continuare le iniziative soste-nute negli anni precedenti. Chie-diamo a tutte le nostre famiglie diimpegnarsi a favore dell’affido deibambini rumeni (proposta accoltacon entusiasmo nello scorso Av-vento) e delle proposte di adozio-ne promosse a favore di un bambi-no e di una bambina africani(Oratorio e Scuola Materna).

I ragazzi riceveranno a cateche-si un sacchetto dover poter racco-gliere le offerte di tutta la famiglia;in Chiesa troveremo invece il sal-vadanaio in plexiglass.

Camminoparrocchialedi Avvento

La Voce - Novembre 2003 5

La copertina del libretto per la “Preghiera della famiglia”

Ritornoalla missione

Il saluto di Padre Pierluigialla nostra comunità

I giorni delle vacanze sono ter-minati. È ora che ritorni alla miamissione, per continuare il lavorointrapreso e portarlo avanti.

In questi giorni della mia pre-senza a Zanica, molti mi doman-davano quando sarei andato inpensione. E la mia risposta erasempre la stessa: “Mai, finché il Si-gnore mi darà forza per lavorare nel-la costruzione del suo Regno”. Ilgiorno 8 gennaio 2001 moriva a LaPaz (Bassa California Sud) P. Gio-vanni Giordani, alla bella età di 94anni compiuti. Fino a pochi giorniprima della morte era stato sullabreccia, lavorando in una missio-ne particolarmente difficile, perestensione e per ubicazione: unagrande quantità di cascinali (Ran-chos) sparsi sulle montagne o nel-la pianura, senza strade degne diquesto nome, che egli visitava pe-riodicamente, a bordo del suosgangherato pick-up, o a dorso dimulo. Questo è il missionario: unuomo totalmente dedicato a Dio,per il bene degli uomini. Io non

credo di avere la sua tempra, né lasua santità; però sì il desiderio dicontinuare a lavorare, finché leforze resistono.

Riparto con gioia e con rinno-vato entusiasmo, anche se il di-stacco dalle persone care è sempreun po’ doloroso. Però so che anchelà ci sono persone che mi voglionobene, e soprattutto c’è molto lavo-ro che mi aspetta.

Approfitto dell’occasione chemi si dà, per salutare la Comunitàdi Zanica e ringraziarla per l’aiutoanche economico che mi ha offer-to. Benché lontani fisicamente,possiamo rimanere uniti spiritual-mente per mezzo della preghiera. Imiei piani sono di tornare a Zani-ca fra 5 anni, e celebrare in Par-rocchia i miei 50 anni di sacerdo-zio. Però sarà quello che Dio di-sponga.

A tutti rinnovo il mio ringrazia-mento e il mio saluto. Se qualcunodecidesse di andare in Messico invacanza, sappia che troverà là unacasa che lo accoglierà con allegria.

Ciao a tutti.

Padre Pierluigi Cadè (Padre Pedro)

Anche noi salutiamo affettuosa-mente Padre Pierluigi, ringraziandoloper quello che ha fatto in questi mesinella nostra comunità. Gli assicuria-mo il nostro sostegno e il ricordo nellapreghiera, visto che sta portando “unpezzo” di Zanica in mezzo alle comu-nità della Bassa California.

Lo aspettiamo, come suo deside-rio, nel 2008, per celebrare con lui il50° di ordinazione sacerdotale.

Auguri!

6 La Voce - Novembre 2003

Padre Pierluigi concelebra l’Eucaristia insieme ai sacerdoti di Zanica... qualche anno fa (è il sacerdote alla sinistra di don Giacomo Lomboni).

È proprio vero: il tempo passa per tutti! Ma, a quanto pare, lo spirito si mantiene sempre giovane...

Per continuare la nostra rifles-sione sulla preghiera passiamo auna seconda domanda “base”:quando pregare? Quali sono itempi propri della preghiera?

La domanda è semplice. Il pro-blema invece è cruciale. La diffi-coltà che tutti evidenziamo non ri-guarda l’importanza della preghie-ra, ma proprio la “questione deltempo”.

Il salmo 112 (113) così ci invitaa pregare:

Lodate, servi del Signore,lodate il nome del Signore.Sia benedetto il nome del Signore,ora e sempre.Dal sorgere del sole al suo tramontosia lodato il nome del Signore.Su tutti i popoli eccelso è il Signore,più alta dei cieli è la sua gloria.Chi è pari al Signore nostro Dioche siede nell’altoe si china a guardarenei cieli e sulla terra?Solleva l’indigente dalla polvere,dall’immondizia rialza il povero,per farlo sedere tra i principi,tra i principi del suo popolo.Fa abitare la sterile nella sua casaquale madre gioiosa di figli.

Cosa significa lodare?

- Significa riconoscere che nonc’è nessuno pari al Signore nostroDio, nessuno è pari a lui in gran-dezza e potenza (siede in alto), masoprattutto nessuno gli è pari inmisericordia (si china a guardare inbasso), nel prendersi cioè cura delmisero, di colui che non ha nessuntitolo da far valere; egli gratuita-mente gli dà vita e onore.

- Significa proclamare che egliè grande, dirlo apertamente, a tutti,a sé e a chi ci sta vicino.

- Significa proclamare con gio-ia, perché in questa grandezza be-nevola sta la sicurezza e la forzadella nostra vita. Solo l’empio, so-

lo chi cerca vita e onore con leproprie forze, con forza e astuzia,solo lui ha da temere da questoDio.

Perché lodare?

- Dio rifugge l’adulazione, fattasolo per avere un tornaconto. Lalode è gratuita, è risposta piena digratitudine a colui che ci ha pre-ceduto nell’amore.

- La lode è un ri-conoscere, un“aprire gli occhi”. Noi abbiamo bi-sogno di vivere nella luce e nellaverità, di sapere chi siamo e dovesiamo, su che cosa e su chi possia-mo contare, dove sono le risorse, iltesoro della nostra vita. Per questola memoria grata di ciò che il Si-gnore è e fa per noi è la nostra for-za (la gioia del Signore è la nostraforza), è la fibra interiore che ci so-stiene nella salute e nella malattia,nelle difficoltà e nel successo.

Quando lodare?

Dal sorgere del sole fino al suotramonto… cioè sempre, in ognimomento della nostra giornata;quando ti svegli, perché solo nellalode si è davvero svegli, con gli oc-chi non oscurati dall’errore, dallasuperficialità o dall’inganno; fino ache vai a riposo, mettendo la tuasperanza, il tuo domani e quellodei tuoi cari nelle mani di coluiche è il tuo custode.

La lode apra e chiuda la tuagiornata, perché ogni cosa che dici– pensi - fai sia in questa luce, simuova in questo orizzonte. “Offria Dio un sacrificio di lode”: una vitache diventa risposta al Dio grandee misericordioso che dà la vita,questo è il sacrificio che Dio gradi-sce. Come il padre e la madre nonvogliono ricompense dai figli, masolo che vivano davvero il dono ri-cevuto, lo vivano in maniera ma-tura, autonoma, buona.

La comunitàcristiana«scuola»

di preghiera

La Voce - Novembre 2003 7

Pregare sempre: è un problema!Forse il salmo è esagerato. Se peròponiamo ai vangeli la stessa do-manda: Quando pregare?, troviamonel vangelo di Luca una rispostaperentoria: «Gesù disse loro una pa-rabola sulla necessità di pregare sem-pre» (Lc 18,1).

Gesù non è il tipo da caricaredei pesi insopportabili sulle spallealtrui; semplicemente egli insegnaa noi quello che lui per primo fa. Ivangeli ce lo presentano più voltein preghiera, al di là dei momentiordinari (almeno tre volte al gior-no) che ogni buon giudeo già face-va.

Al mattino si alzò quando ancoraera buio… si ritirò in un luogo deser-to e là pregava (Mc 1,35).

Appena li ebbe congedati, salì sulmonte a pregare. Venuta la sera…(Mc 6, 46)

Gesù se ne andò sulla montagnaa pregare e passò la notte in orazione(Lc 6,12).

Si apre allora un’altra doman-da: se tutta la vita è chiamata adessere preghiera, ha senso parlaredi tempi determinati per la pre-ghiera?

SOLENNITÀ PSOLENNITÀ PAATRONALETRONALE DIDI SANSAN NICOLÒNICOLÒ

Il 6 dicembre è la festa delnostro Patrono, San Nicolo,vescovo di Mira, il cui corpoè custodito e venerato nellabasilica di Bari. È un sabato;perciò potrà essere ancorapiù facile per tutti partecipa-re festosamente a questa ri-correnza. La messa solennesarà celebrata alle ore10.30. Ad essa sono invitatitutti i sacerdoti nativi o chehanno prestato il loro servi-zio a Zanica.

Alla sera l'amministrazio-ne comunale in collaborazio-ne con la Banca della Berga-masca offrirà un concerto inonore del Patrono nellachiesa parrocchiale, alle ore20.45

8 La Voce - Novembre 2003

Di tutto quello che si è detto,che si potrebbe ancora dire e chenon si riuscirà mai abbastanza araccontare sulla vita e l’opera diMadre Teresa, c’è secondo me unaspetto grandioso che colpisce eche contribuisce a rendere presen-te e tangibile il Vangelo nella no-stra storia.

Nella sua persona si è perfetta-mente realizzata la fusione di duedonne che nel silenzio e nel na-scondimento hanno cercato di se-guire e servire il Cristo durante laloro esistenza terrena, ciascunacon il proprio stile: Marta e Maria,l’una attraverso il servizio, l’altratramite l’ascolto e la preghiera.

In Madre Teresa, la scelta dicontemplazione al Cristo fatta daMaria si unisce in un connubio diperfetta carità alla sollecitudine diMarta per la persona e per i biso-gni materiali di Gesù e dei fratelli.

Tutti i giorni le Missionarie del-la carità (le suore dell’ordine fon-dato da Madre Teresa) dedicanomolte ore all’adorazione dell’Euca-ristia, alla preghiera comunitaria epersonale, prima e dopo la giorna-ta che le attende nelle strade dellecittà, nelle case della sofferenza ein ognuno delle centinaia di istitu-ti, fondazioni, opere al servizio del-le numerose povertà del mondo, aqualunque latitudine si trovino.Nessuna di queste attività potreb-be sopravvivere senza il fonda-mento di una spiritualità così pro-fonda, di un’urgenza continua rap-presentata dal rivolgersi a Cristo,sorgente e fonte dell’amore cheanima tutte le azioni mirate ad al-leviare l’immensa sete dell’umani-tà.

Stupisce sempre, quando sisentono raccontare testimonianzesulla vita di Madre Teresa, la suacapacità dì guardare l’altro comesi guarderebbe al Signore, molti-plicandone però il volto nelle mi-gliaia, milioni di sguardi che a noi

appaiono anonimi, addirittura fa-stidiosi, nella loro sofferenza: co-me se davvero Madre Teresa simettesse continuamente ai piedidi Gesù per ascoltare il suo amoree la sua parola mentre gli dona unbicchiere d’acqua, gli accarezza ipiedi o accoglie i suoi ultimi aliti divita.

Pur in mezzo a tutte le tragedieche ha soccorso, Madre Teresanon ha mai posto l’accento sull’at-tivismo fine a se stesso, ma l’ur-genza dell’andare verso il fratellonasceva dall’ascolto costante e vi-tale della Parola che interpellal’amore, la carità più vera.

La ricerca dell’ultimo è la ricer-ca di Cristo nelle sue membra piùsofferenti.

“Venite in disparte e riposatevi unpo’” - è l’invito che Gesù stesso faai suoi apostoli dopo aver moltooperato nella missione, in un cer-chio d’amore che si alimenta nellapreghiera, nel silenzio e nell’ado-razione e che rappresenta la radicedella “follia” dell’amore illimitatodi Cristo che in Madre Teresa vivenella storia.

Questa felicità, questa beatitu-dine dicono qualcosa alla nostravita, specialmente quando ci sen-tiamo sopraffatti dal “fare” chesembra non condurre a nulla o chesembra svuotarci; nello scegliere laparte migliore, nella preghiera enell’ascolto della Parola, non civerrà tolto, ma donato.

Madre Teresa ha vissuto e vivel’inesauribilità dell’amore cheestrae tesori da ciò che a noi appa-rentemente sembra povero ed in-significante, insegnando la speran-za e la fiducia nell’amore di Cristo.Davanti alle gigantesche difficoltàche avrebbero fermato molti po-tenti nella realizzazione di progettipiù piccoli, l’assoluto abbandonoalla Provvidenza ha aperto oriz-zonti di possibilità inimmaginabi-li, senza per questo abbandonare

Lo staordinariodell’umiltà

Madre Teresa di Calcutta

Madre Teresa allo stadio di Bergamo 19 ottobre 1980

La Voce - Novembre 2003 9

il lavoro quotidiano, faticoso, umi-le, ma dandone il senso e la misuracolma dell’amore; anche il gestoapparentemente più insignificantee tragicamente inefficace come unsorriso o una carezza ad un mori-bondo, rappresenta il pieno com-pimento di quella vita che altri-menti sarebbe potuta essere assur-damente inutile.

Ritornare ai piedi di Gesù perascoltarlo, per guardarlo e con-templarlo come l’amato, ridona lacapacità di servirlo nelle sue ne-cessità, che sono quelle dei fratel-li. Imparare l’umiltà della preghie-ra del questuante potrà dare fruttistraordinari di amore.

Tra le numerose iniziative dipreghiera da lei sostenute, una inparticolare mi sembra dare il sensodella sua santità e di ciò che essaci insegna. In inglese si chiamano iSick and Suffering co-workers, ov-vero gruppi di persone che in tuttoil mondo sostengono nella pre-ghiera le sorelle missionarie dellacarità, legandosi ad esse offrendo acompletamento delle sofferenze diCristo le proprie difficoltà, donan-do dignità e significato alla propriamalattia spesso terminale, soste-nendo spiritualmente quanti ope-rano per alleviarne altre, in unaspirale di preghiera che da Dioviene e a Dio ritorna passando perla sofferenza del mondo.

In Madre Teresa Dio ha fattocose meravigliose. Fra tutte quelleche sono state evidenziate in que-sti momenti di festa per la sua bea-tificazione, mi ha colpito il suo in-cedere pregando: le mani giuntedeformate dal lavoro e dalla po-vertà, avvolte dal rosario o che ca-rezzano visi e corpi sofferenti e as-setati di amore, il capo chino sullaschiena ricurva, tutta la sua perso-na rappresentano uno strumentodi preghiera; nei suoi occhi si rive-la l’umiltà e lo stupore dell’esserestrumento di Dio, in una vita che

è preghiera continua spesa nel-l’amore.

Maria Castelli

Madre Teresa con Suor Nirmala Joshi,oggi alla guida delle Missionarie

della Carità

Signore, vuoi le mie mani per passare questa giornata aiutando i poveri e i malati che ne hanno bisogno? Signore, oggi ti do le mie mani.

Signore, vuoi i miei piedi per passare questa giornata visitando coloro che hanno bisogno di un amico? Signore, oggi ti do i miei piedi.

Signore, vuoi la mia voce per passare questa giornata parlando con quelli che hanno bisogno di parole d'amore? Signore, oggi ti do la mia voce.

Signore, vuoi il mio cuore per passare questa giornata amando ogni uomo solo perché è un uomo? Signore, oggi ti do il mio cuore.

Madre Teresa

10 La Voce - Novembre 2003

Con la celebrazione del “Manda-to” ai catechisti, Domenica 28 set-tembre, è ripreso il cammino di cate-chesi nella nostra comunità. Bambi-ni, ragazzi, adolescenti e giovani, gui-dati da un gruppo numeroso di cate-chisti, si ritrovano ogni settimana perconoscere di più il Signore, per ascol-tare la sua Parola, e scoprirlo accan-to a noi, in ogni momento della no-stra vita.

Abbiamo chiesto ad alcuni dei no-stri catechisti di condividere alcuneriflessioni sulla catechesi...

Il cammino di catechesi è co-minciato... La catechesi non è unlibro e neanche un metodo, ma èuna delle espressioni della “funzio-ne materna della Chiesa, […] chesi fa incontro all’uomo, gli annun-cia Cristo Signore, lo accompagnanel cammino, lo educa alla fede ealla conversione, esercita il discer-nimento, lo sostiene con la pre-ghiera, la penitenza e la carità, loinserisce, con il dono dello Spiritocomunicato attraverso i Sacra-menti, nel mistero di Cristo, lo fapartecipe della sua vita e della suamissione” (CEI, L’iniziazione cristia-na 1).

È in fondo, per noi catechisti,accompagnare i ragazzi e le ragaz-ze all’incontro con Gesù Cristo,con i suoi gesti e la sua parola. Lacatechesi si radica nella Parola diDio, nella scoperta e nell’incontrocon un Lui, una Persona, il Viven-te…

Ogni domenica, particolare at-tenzione è dedicata al momentodell’incontro con la Parola, conse-gnata a ciascun gruppo all’iniziodell’anno catechistico.

Pregare con un canto, un gesto,le parole, il silenzio per rinsaldarein legame di amicizia, per scoprire

Gesù come amico.“All’amico chiedi di starti vici-

no quando la tua vita è debole egirano lente le ruote dell’essere,quando hai bisogno di un supple-mento di vita, quando la fiamma èsmorta e l’olio della lampada sem-bra finire. All’amico non chiedicose, se non eccezionalmente,chiedi invece tempo, il sognare in-sieme, lo scambio di gioia, il con-forto dell’affetto”.

Se quest’itinerario di attenzio-ne alla preghiera accomuna ognigruppo di catechesi ed è lo specifi-co per quest’anno, ciascuna ricer-ca promuove e realizza modalitàsempre più coinvolgenti, più fami-liari ed il più possibile vicino allediverse età e sensibilità.

In questo modo l’itinerario dipreghiera può diventare terrenoper generare gesti di carità, aprireil cuore alla solidarietà ed avvici-nare a Gesù, vero Maestro.

Valeria Cattaneo

Gli adolescenti sono tra i prota-gonisti delle proposte educativedel nostro Oratorio.

I ragazzi che frequentano lescuole superiori sono una fasciaparticolare e molto sensibile, sevogliamo…ad alto rischio: è a que-st’età che ognuno inizia a porsi lefondamentali domande di senso ea darsi le prime risposte, a fare leprime esperienze fuori dalla fami-glia e dal microcosmo parrocchia-le e paesano.

I catechisti cercano di sostener-li con la loro fiduciosa presenza,ascoltandoli, aiutandoli ed affian-candosi alle famiglie, che manten-gono il ruolo educativo principale.

Passo dopo passo...dietro Gesù

È ripreso il camminodi catechesi

Catechesi:scuola della preghiera

“Appassionati”alla vita

La Voce - Novembre 2003 11

Il cammino per gli adolescentiè suddiviso per archi d’età: tre per-corsi diversi sono destinati ai ra-gazzi di prima, seconda e terza su-periore. Gli incontri si tengono inOratorio a partire dalle ore 20.30,la domenica per la seconda e laterza superiore, il lunedì per i ra-gazzi di prima.

Il percorso di prima superiorepunta ad approfondire la cono-scenza di sé stessi, allo scopo dimaturare e nutrire relazioni vere esalde: abbiamo un cervello che ra-giona, una morale che ci guida, uncorpo che ci relaziona con gli altri.

Il cammino proposto ai ragazzidi seconda superiore ha comeobiettivo la scoperta della dimen-sione affettiva, aspetto che certa-mente li coinvolge (e talvolta lisconvolge) a tutto campo. L’affet-tività che l’adolescente vive inquesti anni particolarissimi primadi tutto è motivo di conoscenza edi crescita personale, e diventeràprogressivamente stimolo verso lascoperta dell’altro e dell’altra, nelrispetto della diversità dei valoriracchiusi nell’essere maschio efemmina.

I ragazzi di terza si confrontanoinvece sull’essere uomini nel mon-do: le aspettative che nutrono, i ri-

scontri attesi ed offerti, ma soprat-tutto si interrogano su dove ciconduce la nostra vocazione dicristiani.

Il filo comune che lega i diversipercorsi è la ri-scoperta quotidia-na della figura di Cristo come mo-dello unico della nostra vita, insie-me alla comprensione che la no-stra vita quotidiana e la Parola diDio non sono slegate ma si compe-netrano.

Diego Facoetti

Anche il quartiere delle Ca-pannelle propone ai suoi ragazzidiversi percorsi di catechesi... Cer-to, i ragazzi non sono proprio “unesercito” come quando ci si trovaall’oratorio di Zanica. Ma vi pos-siamo assicurare che sono vera-mente in gamba e affiatati tra diloro. Forse perché l’essere in pochipermette di essere attenti davveroa tutti, e di creare legami e relazio-ni di amicizia molto forti e profon-di.

Grazie alla disponibilità dellasignora Elisabetta, ogni sabato po-meriggio 8 ragazzi delle elementarie medie si ritrovano per il loro in-contro settimanale di catechesi.L’ambiente è davvero “familiare”:la sede dell’incontro di catechesi ècollocata infatti nella cucina dellacasa dove abitava don Sergio finoa poche settimane fa (è il caso didirlo: il camino “riscalda”, in ognisenso), nell’attesa di potersi tra-sferire tra un po’ di tempo nel nuo-vo oratorio. Per ora ci acconten-tiamo di questi ambienti: non so-no le stanze, ma le persone e quel-lo che fanno ad essere veramenteimportanti!

“Pochi... maveramente buoni”

I ragazzi del quartiere Capannelle, con la catechista sig.ra Elisabetta

12 La Voce - Novembre 2003

Il gruppo degli adolescenti si ri-trova invece il venerdì sera, alleore 18.00, con don Luca. Per ilmomento i partecipanti sono sei,allegri e simpatici! Siamo sicuriche appena si diffonderà la vocealtri vorranno aggiungersi (l’invitoè sempre rivolto a tutti).

Mi sembra bello ricordare ilmomento di incontro della scorsadomenica 16 novembre: dopoaver partecipato alle Messa delleore 10, i ragazzi si sono ritrovatiper pranzare e giocare insieme.Ringraziando le mamme che si so-no rese disponibili per questopranzo, speriamo che questi mo-menti si ripetano!

Questa “carrellata” di ritrattisulla catechesi si conclude conquella che senz’altro è la nota piùlieta per il nostro oratorio: que-st’anno, per la prima volta dopoun po’ di anni, sono nati infattinon uno, ma ben due gruppi di ca-techesi per i giovani!

Forse scomodare la parola“evento” per tutto questo è davve-ro esagerato... Ma non possiamoche compiacerci nell’osservarequesto nuovo desiderio di ritrovar-si e di crescere insieme nella fede.

Il primo gruppo, che si ritrovaogni domenica sera alle 21.00, èformato dai ragazzi di quarta equinta superiore. Guidati da Gior-gio, Silvia e don Luca questi gio-vani hanno incominciato un cam-mino verso una fede “da grandi”,che accompagni anche le sceltequotidiane. Diversi dei ragazzi par-tecipanti affronteranno infatti ilprossimo anno l’esame di maturi-tà, alcuni sono già impegnati datempo nel lavoro... Insomma, ungruppo ben assortito.

Il secondo gruppo, che fa riferi-

mento in particolare all’esperienzagiovanile di Azione Cattolica, siritrova il terzo martedì di ogni me-se alle ore 20.30, ed è guidato dadon Silvano (che di Azione Catto-lica... se ne intende!). Il gruppo èformato da alcuni giovani chehanno alle spalle diversi anni diesperienza all’interno dell’AC, maraccoglie anche altre giovani chesi sono spontaneamente aggregatia questo gruppo.

I due gruppi non sono chiusi oriservati a pochi “eletti”, ma rap-presentano un’occasione impor-tante di incontro, crescita nella fe-de e formazione per tutti i giovanidi Zanica. Chi desidera aggregarsiè invitato!

Ringraziando il Signore per tut-te queste belle esperienze che stia-mo vivendo, desideriamo infine ri-cordare che ogni terzo venerdì delmese alle 20,30 in Seminario, ilVescovo Roberto invita tutti i gio-vani della Diocesi a partecipare al-la “Scuola di Preghiera”, un’espe-rienza che si ripete ormai da più divent’anni.

Per una fede “giovane” e consapevole

Alcuni giovani che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventùa Toronto, nel Luglio 2002. Un’occasione importante per crescere nella fede.

La Voce - Novembre 2003 13

Festa dell’Oratorio

Quando non bastadire “grazie”

Diverse persone mi hanno av-vicinato durante lo svolgimentodella Festa dell’Oratorio… Tuttecon espressioni meravigliate sul vi-so: “Hai visto quanta gente? Eranoanni che non si vedevano così tantepersone alla festa!”… e via discor-rendo. Commenti compiaciuti, se-gnali di approvazione e quell’aria“magica” che si respira quando siha la sensazione che le cose stianoandando per il verso giusto.

Niente da aggiungere: la festadell’oratorio di quest’anno è statadavvero “bella”, nel senso più am-pio possibile. Io stesso sono rima-sto molto colpito (e molto felice)per quanta gente ha voluto dimo-strare attraverso il convenire, il ri-trovarsi, il fare festa, l’attaccamen-to e la passione per l’oratorio, il so-stegno e la vicinanza per quelloche non è solo un posto bello doveritrovarsi insieme, ma uno deglistrumenti (attualmente il più “vi-sibile”) attraverso il quale la co-munità cristiana esprime il suo im-pegno a favore dei ragazzi e deigiovani. Perché sono loro (non di-mentichiamolo!) la “Zanica deldomani”, le promesse di futuro, isegni di speranza da guardare conocchi nuovi.

Grazie di cuore alle moltissimepersone che continuano a crederenell’oratorio, in particolare allanumerosissima “schiera” di volon-tari impegnati nella realizzazionedi questa festa. Grazie in partico-lare all’immenso lavoro (visto dipersona!) che non appare imme-diatamente allo sguardo. Grazie achi ha fatto dell’oratorio una dellepriorità della sua vita, al punto didedicargli tempo (moltissimo),passione, cura per anche i dettaglipiù minuziosi, apparentementepiccoli e insignificanti… Grazie achi non ha risparmiato fatiche perrealizzare ancora una volta “unabella festa”! Grazie a tutte le per-sone che hanno partecipato alla

festa, ai genitori con i loro bambi-ni, agli adolescenti, ai giovani, aglianziani. Grazie a chi ha manifesta-to in modo “concreto” la sua vici-nanza all’oratorio (in particolare atutti i commercianti, sempre mol-to generosi!). Grazie… a tutti!

Vivere l’oratorio significa “get-tare ponti”, costruire legami, rin-saldare relazioni, tra la famiglia, lascuola, la Chiesa, la società…tracciare vie nuove per l’incontrotra generazioni, immaginare nuovistili di vita. In questo senso la Fe-sta dell’oratorio ci ha dato e ci puòdare una mano significativa, per-ché è stata davvero occasione for-midabile di incontro e di crescitaper tutta la comunità.

Alle tante persone che hannopartecipato alla festa, l’appunta-mento di quest’anno rivolge unnuovo invito: appassionarci conentusiasmo alla vita dei nostri ra-gazzi. Condividere la mensa, lagioia, l’allegria, vedere i bambini ei ragazzi felici, sereni, soddisfatti, èuna delle emozioni più belle dellanostra vita. Certo... come si dice“non è sempre festa”. Per fortuna.

Sono convinto che è la vita or-dinaria, quella quotidiana fatta difedeltà ai piccoli impegni, ai gestisemplici ma profondamente signi-ficativi, che dice la verità del no-stro esistere, e quindi del nostrooratorio. Da questi gesti semplici,quotidiani, “normali”, bisognapartire ogni giorno per costruireinsieme l’oratorio, come “casa ac-cogliente” per tutta la comunità,come luogo di incontro e scambiotra le generazioni, come esperien-za in cui si è preoccupati di “co-struire” persone felici, serene, sod-disfatte di sè, pienamente realizza-ti.

“Uomini” e “donne” insomma!

Don Luca

14 La Voce - Novembre 2003

...Nel cuore delle “Dolomiti del-la Bergamasca”! Castione dellaPresolana, la “Perla delle Orobie”si trova in una splendida posizionegeografica ai piedi del Massicciodella Presolana. Già agli inizi delNovecento la località era rinoma-ta per il benefico clima e per l’in-cantevole paesaggio naturale in-contaminato.

Castione della Presolana è dav-vero un posto bellissimo... E non acaso qui si svolgerà il nuovo cam-poscuola che l’oratorio di Zanicaorganizza dal 2 al 5 gennaio 2004per tutti i ragazzi delle Medie e su-periori (anche lavoratori!)

Saremo ospitati nella casa diaccoglienza “Istituto San Celso”, al-l’inizio del comune di Castione.Un ambiente veramente “grande”,dove ci sarà possibile trovare postoper tutti (ma davvero tutti: possia-mo starci fino a 150 tutti insie-me!!!).

Dopo la bellissima esperienza diMonginevro, che ha visto coinvol-ti più di sessanta dei nostri ragazzi,è tempo di ripartire per le nostremontagne. Non saremo lontani dacasa come a Monginevro, ma cer-to speriamo in una abbondantenevicata, che colori di una atmo-sfera magica le montagne dovestare insieme.

Aspettiamo tutti i ragazzi dellescuole medie e superiori, per con-dividere l’amicizia, la gioia, l’alle-gria, la simpatia... e, perché no,sentirci amici, crescere insieme alSignore Gesù, che sicuramente cifarà compagnia dall’alto... dellaPresolana!

I catechisti con don Luca

Montagna...arriviamo!

Il nuovo camposcuolaper ragazzi e adolescentia Castione della Presolana

La Voce - Novembre 2003 15

INFORMAZIONIE ISCRIZIONI

* Il camposcuola è rivolto atutti ii rragazzi ddelle sscuole mme-die ee ssuperiori, ccompresi ttutticoloro cche llavorano...

* Come per il camposcuola diMonginevro, durante i quat-tro giorni vivremo momentiin comune e attività separateper ogni gruppo. La colazione,il pranzo, la merenda e la cena,oltre ai momenti di preghiera,saranno sempre vissuti insie-me.

* Tra le attività in programma,una delle nostre giornate saràdedicata a un’escursione sullaneve... Consigliamo quindi diattrezzarsi per tempo con in-dumenti adeguati (e intantosperiamo che nevichi!)

* La quota di partecipazione èdi 75 eeuro, comprese le spesedi viaggio in pullman, per l’an-data e il ritorno (40 € saran-no spesi solo per l’affitto!).

* Le iscrizioni si ricevono pres-so la Segreteria dell’Oratorioan Giovanni Bosco, entro Do-menica 221 DDicembre 22003.

* Per tutte le altre informazio-ni (orari, partenze, arrivi, oc-corrente...) rimandiamo al-l’incontro che si svolgerà du-rante le vacanze di Natale.

Visitarei cimiteri

Il ricordo e la preghieraper i nostri defunti

Il luogo dove noi seppelliamo inostri morti si chiama cimitero ocamposanto. Cimitero: luogo dovestanno coloro che dormono. Lamorte, al di là delle apparenze,non è l’ultimo e definitivo stadiodell’esistenza. Ci sarà un “risve-glio”, un nuovo giorno: la risurre-zione. Per questo possiamo aggiun-gere: luogo dove stanno coloroche dormono “in attesa della risur-rezione”.

Come cristiani possiamo anchedire: camposanto. Santo perché viriposano i “santi”, i corpi che sonostati santificati un giorno dal san-to battesimo e sono stati tempiodello Spirito Santo. In questo sen-so dovremmo avere però un luogoesclusivo, solo per i cristiani. Inve-ce nel cimitero ci stanno tutti. Ep-pure possiamo ugualmente chia-marlo camposanto perché in tuttie verso tutti Dio manifesterà la suasantità, risvegliandoli nel giornodella risurrezione, per il giudiziouniversale. Non sappiamo né co-me né quando, perché la Risurre-zione è una nuova creazione e lanuova creazione è opera di Dio in-sondabile e imprevedibile.

Oggi il benessere e il gusto ar-chitettonico hanno trasformato inostri cimiteri. Sono cresciute letombe di famiglia e i loculi; pochivengono seppelliti nella terra.

Il rispetto per i nostri defuntiesige che si mantenga al campo-santo un aspetto di grande decoroe di grande silenzio, né tale rispet-to può impedire tutto ciò che ma-nifesta la gratitudine, il ricordo, ilsegno di una presenza e di un pas-saggio.

Occorre che nella preparazionedella tomba non si perda di vista lanostra fede e i suoi simboli:

• la Croce, il volto di Cristo, leiniziali di Cristo;

• il volto di Maria promessa divita;

• il simbolo della speranza (es.l’ancora),

• il simbolo della carità (la lu-cerna accesa).

Abbiamo paura di narrare lanostra fede con simboli della tra-dizione cristiana?

Poiché la nostra fede viene dal-la Parola di Dio, è bene introdurresulle lapidi dei nostri cimiteri ver-setti della Bibbia. Quando andia-mo a visitare la tomba abbiamo

16 La Voce - Novembre 2003

Come si può ricordare unavita in poche parole?

Tanti sono i ricordi che cihai lasciato!

Sei stata la nonna che ci haraccontato le filastrocche, checi regalava la caramella e ilcioccolato da bambini (e nonsolo allora), magari di nasco-sto.

Sei stata la bisnonna chegiocava a carte con i pronipotie che ad ogni ultimo nato ripe-teva di volere andare al suomatrimonio. Ci avevamo quasicreduto!

Non ti ho mai visto inattiva,sempre con qualcosa da fare,da progettare, da eseguire. So-lo la malattia ti ha fermato.

Ci rammarica averti vistosoffrire, ma anche nella soffe-renza sei stata composta, quasia non voler disturbare.

Quello che ci hai insegnatoè stata l’operosità, l’amore concui ce l’hai trasmessa è unesempio da portare nella no-stra famiglia.

La tua gioia di vivere e latua schiettezza sono state de-terminanti; la saggezza è venu-ta col tempo.

Questo non è un addio, maun arrivederci, certi che da do-ve sei ci guardi e ci proteggi.

Ciao nonna.

Tua nipote

bisogno di pensare al destino cheDio ci prepara, di meditare sulsenso della vita: è bene che latomba non ci dica soltanto quelnome che ci è caro, ma anche leParole che annunciano le promes-se del Signore.

È utile ricordare che cosa signi-fica visitare il cimitero.

Ci può essere chi va al cimiteroe si prende cura di una tomba peressere coerente al proprio gusto dieleganza, di immagine sociale, peril proprio buon nome. È un’ambi-zione legittima, ma è anche unaambizione molto limitata.

C’è chi va al cimitero per affet-to, gli sembra di stare vicino allapersona cara, tributargli tuttol’onore e l’affetto che merita. Ungesto di grande amore e carico digrandi e nobili sentimenti.

C’è chi va al cimitero per ri-prendere coraggio, nel senso chela memoria dei nostri cari stimolanel nostro pensiero il ricordo diciò che essi ci hanno dato e checosa avrebbero voluto da noi.

Tante volte nel Campo Santoavvengono silenziosi dialoghi diamore e di ripensamento, piccoliesami di coscienza che si costrui-scono sul confronto fra quella vitae la nostra, fra quei doveri e i no-stri doveri, fra quello stile di vita eil nostro stile di vita.

La tomba è sovente un richia-mo, un appello a seguire con mag-giore fedeltà la nostra vocazione.

Al cimitero si va per ricompor-re l’unità della famiglia: ci siamotutti, siamo tutti attorno a questosegno di amore, tutti a ricordare lastoria dei doni ricevuti, delle spe-ranze costruite insieme, delle pa-role che la morte non ha sotterra-to.

C’è chi va al cimitero per tro-vare il gusto del silenzio e la pre-ghiera. Per ritrovare il senso piùprofondo della vita. Ogni visita hail suo significato. Noi credenti ab-

biamo ricevuto promessa di un ar-rivederci e di una comunione inDio dove i nostri cari vivono, ripo-sano e sono nella pace.

Non è solo ambizione, ricordo,affetto che ci porta a questa visita.Andiamo a rileggere il principiodella nostra vita e la sua destina-zione. Andiamo senza tanti fiori,ma con il cuore che batte la pre-ghiera della fede e della speranza;andiamo a rendere conto dei doniricevuti, le promesse mantenute oancora da mantenere, andiamoper una preghiera di famiglia.

Allora la visita può avvenire inqualsiasi momento dell’anno, nel-le tappe silenziose della nostra me-ditazione. Entra, fai il segno dicroce, guarda e accarezza quellatomba, accetta il suo invito a esse-re più uomo, più vero, più buono.

Vai al cimitero non per sfoggia-re, ma per meditare. Vai in quelluogo di tutti per riconoscere lacasa di tutti. Entra con la speranzache quel filo non si è spezzato equella grande Croce ha vinto lamorte.

Va senza paura: è il luogo dellapace.

La Voce - Novembre 2003 17

Non soloper gioco...

È iniziata la nuova stagione sportiva

Impegnando gli ultimi giornidelle loro vacanze estive, dalla fi-ne del mese di agosto uno stuolodi bambini, ragazzi e adolescentiha ricominciato a calpestare icampi di calcio. Fino a al terminedel mese di settembre i ragazzi del-la nostra società, l’Or. Auberg., at-traverso allenamenti specifici, sisono preparati all’inizio dei cam-pionati, ormai tutti regolarmentein corso.

Ci sono stati alcuni problemilegati alle “rose” delle squadre peralcune categorie (allievi, giovanis-simi eccellenza ed esordienti ‘91-92-93): il numero a volte esiguodei componenti delle squadre nonpermette infatti un ricambio rego-lare dei giocatori (senza la pretesadi arrivare naturalmente ai “tur-nover” della grandi squadre)…Ma l’impegno e la serenità, oltrealla grande professionalità, con cuigli allenatori lavorano insieme airagazzi ha permesso finora che losvolgimento degli allenamenti edelle partite di campionato sia ilpiù regolare possibile.

D’altra parte, come è ben noto,la nostra società ha un orienta-mento ben chiaro a proposito del-lo sport: il centro dei nostri sforzisono i ragazzi; ciò che conta è laloro soddisfazione, il loro diverti-

mento, la gioia di poter giocare alpallone! Certo, se poi tutto questosi accompagna a risultati positivisul campo la soddisfazione è dop-pia, in primo luogo per i ragazzistessi. Ma non è il risultato ciò checi preoccupa di più!

In tal senso da alcune settima-ne stiamo attuando un percorsoformativo “a 360 gradi” insiemeagli allenatori, coloro che sonocontatto a diretto con i ragazzi.All’allenatore giovanile oggi vienerichiesta una competenza che vaoltre le mere nozioni tecnico-tatti-che e che include conoscenze invarie aree, da quella metodologicaa quella fisiologica e pedagogica.Sì può dire che l’allenatore sia un“facilitatore dell’apprendimento”,colui che “tira fuori le potenziali-tà” possedute dai ragazzi, più cheun istruttore che allena le capaci-tà fisiche ed addestra le abilità cal-cistiche dei propri giocatori. Il tec-nico diventa così un educatore, at-tento a creare durante le sedute diallenamento un clima che favori-sca la relazione e la collaborazioneda parte di tutti i ragazzi, che li in-coraggi a dare il meglio di sé. Il se-greto è riuscire a far leva sulle di-mensioni “positive” dei giovanicalciatori, migliorando di conse-guenza le loro motivazioni all’ap-prendimento del calcio.

Tracciando un primo bilanciodell’attività svolta in questi mesi,possiamo senz’altro dire che i ri-sultati finora ottenuti sono abba-stanza incoraggianti, sia sotto ilprofilo della continuità della pre-senza agli allenamenti, sia per ilcomportamento globale dei ragaz-zi durante le partite, rispetto aicompagni, agli avversari, all’arbi-tro... Gli allenamenti si svolgonoper gli esordienti ‘91 e ‘93 all’ora-torio e per tutti le altre squadre alcentro sportivo comunale. Tutte

18 La Voce - Novembre 2003

La squadra Esordienti F.I.G.C.

le sere, dalle 18.00 fino alle 20.00,gli impianti sono occupati dai no-stri ragazzi, a cui subentrano gliadulti per una “sgambata” in ami-cizia o per gli allenamenti per lapartecipazione ai vari campionati“a sette”.

Questo grande impegno ci per-mette di guardare con fiducia, ac-compagnata da un sano realismo,alla conclusione di questo campio-nato. Sarà questo, infatti, il mo-mento delle scelte, poiché a finecampionato scadrà il mandato del-l’attuale consiglio direttivo del-l’Or. Auberg, che dovrà essere rie-letto. Si dovranno analizzare an-che gli scenari che si stanno an-nunciando all’orizzonte, dal mo-mento che appare quasi scontatol’allontanamento da parte dellaBergamasca Calcio da Zanica (al-meno così fanno supporre le infor-mazioni sulla stampa bergama-sca…). Molti interrogativi do-vranno dunque essere risolti.

Da parte nostra, con la collabo-razione di chi lavora e crede inquesta società, insieme al sostegnoe all’incoraggiamento dei genitori,

desideriamo assicurare con deci-sione che la nostra società conti-nuerà a vivere, per il bene dei no-stri ragazzi, per la soddisfazionedella nostra comunità di Zanica,per la convinzione che attraversolo sport si può contribuire alla cre-scita globale degli uomini di do-mani.

A chi è appassionato ai ragazzie allo sport desideriamo rivolgereun invito cordiale a proporre lapropria disponibilità e collabora-zione. Grazie in anticipo!

La Voce - Novembre 2003 19

La società Or.Au.Berg.

Presidente Ghidotti GiuseppeVice presidente Sangaletti AlfredoConsiglieri Assi Edoardo - Bertuletti Roberto

Bolis Luigi - Cattaneo Angelo Cavalleri Giuseppe - Facoetti Alvaro Pelucchi Domenico - Terzi Eugenio

Assistente spirituale Don Luca Gattoni

CollaboratoriMalanchini Pino, Persico Giuseppe, De Blasio Antonio, Cuter Giuseppe, Bonacina Ilario, Sangaletti Raffaele, Todeschini Marco, Bolis Alessandro, Gilberti Massimo, Ubbiali Angelo, Gotti Piero, Coffetti Alessandro, Capitanio Enrico, Brina Alessandro, Arzuffi Antonio, Vezzoli Stefano, Chinati Paolo, Danelli Rossano, Pesenti Giuseppe, Monzani Walter, Rampinelli Claudio

La squadra Esordienti C.S.I.

Gli indiani… alla Scuola

Materna!

Come già riferito nel numero pre-cedente, la nostra scuola materna èimpegnata quest’anno nella realizza-zione del progetto intercultura, cheha come tema: “C’era una volta ec’è ancora un’alleanza tra i popoliche il cuore colora”. Attraverso di-verse esperienze i bambini farannoconoscenza degli Indiani d’America edei cow-boys, condividendo fantasti-che avventure, usi e costumi e rac-contando di un’alleanza voluta e cer-cata, nonostante la storia testimoni ilcontrario...

Ai bambini vengono fatte diverseproposte, grazie anche all’impegno ealla partecipazione di alcuni genitoriche si sono resi disponibili. Vediamodunque cosa è stato proposto ai bam-bini questa volta.

L’«evento» è un fatto straordi-nario che introduce i bambini adun nuovo percorso ricco di espe-rienze significative e nuove attrat-tive verso un mondo colorato evariegato. Ogni percorso didatticoè contraddistinto da un «evento»,che è lo stratagemma per cattura-re la curiosità e sviluppare l’inven-tiva e la ricerca dei nostri piccoli.

Oggi, 6 ottobre 2003, è unagiornata speciale. È lunedì e tutti ibambini rientrano a scuola con la

loro “sacchetta”, dove sono ripo-ste la bavaglia e la salvietta pulite,pronti ad iniziare una nuova setti-mana, ma ignari della grande sor-presa che li attende! Le insegnantihanno coinvolto alcuni genitorivolenterosi e disponibili… a tor-nare bambini tra i bambini, perquesta mattinata così particola-re…

Il momento dell’accoglienza insalone si svolge normalmente, co-me tutte le mattine, con giochi,canti e intrattenimenti. Poi i bam-bini si recano con l’insegnantenella propria sezione, per il gustodi riscoprirsi ogni giorno insiemenel gruppo-classe, seppur nellaquotidianità di alcuni momentiquali l’appello, il tempo atmosferi-co, la conversazione. E mentretutto ciò accade, in un locale dellascuola materna c’è un gran fer-mento: ci sono i genitori che sistanno travestendo da indiani, sitruccano e preparano la loro scenada grandi protagonisti.

Ore 10: il momento è giunto!Tutti i bambini sono seduti in salo-ne, in attesa. Suona il campanellodella scuola: “chi mai sarà? Stiamoforse aspettando qualcuno?”. “No,per le mamme è ancora presto…Non abbiamo ancora fatto la me-renda”, dicono i più piccoli che giàelaborano la possibilità. “Chi sa-rà?”. Ecco che la porta vetrata siapre e tutti tacciono: un gruppo diindiani entra con passo e fiero epossente nel salone, con abiti sfol-goranti, trucchi e copricapo multi-colori. Un indiano porta una “te-pee”, altri ceppi di legna, uno uncesto di mais, e si sistemano pro-prio al centro dei piccoli spettato-ri, assetati di curiosità. I loro oc-chietti brillano, non credono aquanto stanno vedendo: che me-raviglia!

20 La Voce - Novembre 2003

Ora gli indiani pellerossa han-no collocato la loro tepee, la lorocasa. La spostano lungo il loro pel-legrinare, da un luogo all’altro, co-me dice il saggio. Sistemano i cep-pi e, con abile trucco, ecco posi-zionati carta crespa rossa e gialla:il fuoco è acceso!. Il saggio rispon-de ad alcune domande che glivengono poste da una bimba di 5anni (sapientemente istruita),spiegando ai bambini che loro so-no gli Indiani d’America, portanosempre con sé la loro casa (il te-

pee), la loro usanza è danzare at-torno al fuoco. Ed ecco che gli in-diani danzano attorno al fuoco,danzano per ringraziare per il rac-colto del mais.

I bambini accolgono con gioiaquesta danza, vedendo scorrereintorno a loro il folklore di una ci-viltà diversa e ricca. Un ultimopasso di danza ai lati delle panchi-ne, sfiorando le ginocchia e i pie-dini dei bambini, briosi e vividi perla bella novità gustata… Ed i no-stri amici indiani, con un urlo to-nante, salutano tutti e se ne van-no. Se ne vanno? In verità restanocon noi tutto l’anno, perché que-sto sarà il nostro “percorso”.. Maper oggi le emoziono sono stateveramente tante!!!

Grazie, genitori, che avete sa-puto essere “piccini come bambi-ni” e avete saputo credere nellabellezza di questa età, e quantosiano belli e coinvolgenti i nostribambini.

Alla prossima!

Milena

La Voce - Novembre 2003 21

Amministrazioneparrocchiale

1. Un rilievo particolare haavuto in questo periodo la festadell’Oratorio. Il tempo ci è statofavorevole; l’impegno dei volonta-ri veramente eccezionale; l’afflus-so delle persone davvero notevole,dai piccoli ai grandi. Questo hapermesso di avere un ricavo – traattività svolte, sottoscrizione apremi e cospicue offerte – superio-re ai 25.000 euro.

Il buon risultato ci ha incorag-giato a riprendere in mano il pro-getto di messa a norma del nostroCinema parrocchiale. In questigiorni si sta ultimando l’aggiorna-mento dei progetti, così da poterdecidere l’entità e i tempi dell’in-tervento.

Ovviamente questo è solo unbilancio “amministrativo” della fe-sta. Una valutazione complessivaè rimandata alla pagine che riguar-dano l’oratorio.

2. In occasione della Festa dellaMadonna del Rosario abbiamo be-nedetto la statua della Madonnacon Bambino che è stata acqui-stata grazie alle offerte raccolte inalcuni negozi nella scorsa prima-vera e alla donazione di una fami-glia. Si tratta di un’opera di prege-vole fattura di artigianato artisti-co, proveniente da Ortisei, dalladitta Dolfi. La statua è stata postanella cappella dell’oratorio e ci po-trà aiutare nella preghiera itine-rante del mese di maggio.

3. Stiamo completando la rac-colta dei progetti e dei relativi pre-ventivi per la sistemazione dellanostra chiesa parrocchiale, inmodo da poterli rapidamente pre-sentare alla Sovrintendenza ai Be-ni Artistici per la necessaria ap-provazione. A gennaio, in occasio-ne del resoconto amministrativoannuale, il progetto verrà presen-tato in maniera dettagliata.

22 La Voce - Novembre 2003

Dal 1 settembre al 31 ottobre 2003

ENTRATE: € 87.065di cui, in particolare:

Offerte ordinarie (durante le messe, ceri…): 20.800Offerte straordinarie: 15.012In occasione di Battesimi: 1.735 Matrimoni: 800Funerali: 1.500

USCITE: € 70.846di cui in particolare:

Spese generali e amministrative (luce, acqua, riscaldamento, cancelleria…): 9.175Imposte: 824Catechismi e libri: 1.964Manutenzione immobili: 3.692Mutui e interessi bancari: 37.000

La statua della Madonna col Bambino, collocata

nella Cappella dell’oratorio

Alcune note

BABATTESIMITTESIMI

Lozza Samuele battezzato il 21 settembre 2003Brignoli Gaya “ 21 settembre 2003Khier Francesco “ 21 settembre 2003Bettinelli Riccardo “ 5 ottobre 2003Morlacchi Martina “ 5 ottobre 2003Tajocchi Filippo “ 5 ottobre 2003Magnifico Giorgio “ 5 ottobre 2003Prussiani Mattia “ 5 ottobre 2003Marzanni Aurora “ 5 ottobre 2003Piovanelli Alessia “ 5 ottobre 2003Maver Gabriele “ 19 ottobre 2003Meris Giada “ 19 ottobre 2003Previtali Martina “ 19 ottobre 2003Micheletti Luca Giuseppe “ 19 ottobre 2003

Date per i prossimi battesimi: : 16 novembre (ore 16) - 28 dicembre (ore 11) 11 gennaio (ore 9,30) - 15 febbraio (ore 16)

MAMATRIMONITRIMONI

(in neretto le persone residenti nella nostra parrocchia)

* In parrocchiaCarrara Manuel e Cremaschi Loise 12 settembre 2003 Gusmini Efrem Giovanni e Iannuzzi Ornella 19 settembre 2003 Gargano Domenico e Azzolari Monica 27 settembre 2003 Caldara Igor Giulio e Mascheretti Irene 27 settembre 2003

DEFUNTIDEFUNTI

Chiari Giuseppina 14 settembre 2003 Cattaneo Giuseppe 14 settembre 2003 Bosis Michele 22 settembre 2003 Cuter Luigi 27 settembre 2003 Meris Giuseppe 29 settembre 2003 Gusmini Vincenzo 16 ottobre 2003

ANAGRAFE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE

La Voce - Novembre 2003 23