November 2015 - La Parola

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ASPUST Magazine

Transcript of November 2015 - La Parola

  • S O M M A R I O

    Saluto del Presidente 2

    Editorial/LeditorialeT. Malikov & C. Giampietro 3

    Dove Papa Wojtyla ottenne la sua laureaB. Hlsebusch 4

    Studiare nello spirito dei Francescani B. Hlsebusch 6

    The Gift of ReconciliationC. Giampietro 8

    Chiamati ad amareF. Ferone 9

    Una riflessionefra A. Chamseddine 12

    Il Nome di DioT. Shannon 13

    Luomo e la mediazione partecipata in CristoDon C. Bejan-Piser 14

    Le Antiche TradizioniR. Congia 16

    Cycle of love, cycle of lipAnonymous Reader 18

    Vignetta: Un coro angelicoR. Congia 20

    LA CRONACA DELLASPUST

    6 ottobre

    La sede ASPUST si trasferisce presso il nuovo ufficio.

    20 ottobre

    Elezioni studentesche. Elezione del presidente dellASPUST. stato rieletto Natanael Miroslav Krajinovic, O.S.P.P.E.

    2 novembre

    Primo Consiglio ASPUST per lanno accademico 2015/2016. Elezioni di Vicepresidente, Segretario e Tesoriere, formazione del le commissioni . Discussione dei vari aspetti e problemi della vita universitaria, proposte e progetti.

    7 novembre

    Pellegrinaggio degli universitari ad Assisi.

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  • Saluto del Presidente

    Rev.mo rettore Magnifico,Gent.mi Decani e professori,Car.mi studenti ed amici,

    Eccoci di nuovo insieme, abbiamo ripreso il nostro itinerario studentesco, e ci vogliamo attivare con grande gioia per la nostra PAROLA che si sveglia dopo le vacanze.

    Nella nostra rivista vi permettiamo di esprimervi e di pubblicare tutte le vostre idee, espressioni, tradizioni culturali e meditazioni. sempre necessario rendersi disponibili a collaborare con lAssociazione studentesca (ASPUST) della nostra universit, perch ancora una volta ripeto a tutti che lAngelicum la nostra casa, e veramente ci dobbiamo sentire cos.

    Carissimi, in qualit di presidente rieletto dellASPUST voglio dire un grande GRAZIE di cuore a tutti quelli che hanno dato anima e corpo per questa grande famiglia.

    Fra Natanaele Krajinovic, OSPPE Presidente ASPUST

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  • Editorial/Leditoriale

    Dear friends,

    It is with a special sense of contentment that we come to you with the first issue of our university magazine, which is being published for the second year after a long period of interruption. Hopefully the restored tradition will not fade once again. As you remember last year we were able to prepare two issues. However for this academic year we are rigorously planning to have four issues, namely two for each semester. The present issue has as usual a certain diversity of topics and genres. We hope you will enjoy it and also consider contributing to upcoming issues. It would be good to see La Parola become an intellectual and artistic mirror of our university life. We are eager to bring out more and more of its potential, relying on your help.

    Teymur Malikov

    Cari amici,

    con grande gioia vi presentiamo questo primo numero dellanno accademico 2015 - 2016. Ci auguriamo di poter avere la stessa partecipazione che abbiamo riscontrato in passato, dopo aver ripreso a pubblicare La Parola in seguito ad un lungo periodo di interruzione.Lanno scorso abbiamo realizzato solo due numeri, mentre questanno ne avremo quattro, due per semestre. Il presente numero contiene, come sempre, argomenti e generi diversi. Speriamo che possiate apprezzarlo e contribuire con la vostra creativit ai numeri che pubblicheremo in seguito. Ci piacerebbe che questo giornale rispecchiasse la vita intellettuale e culturale della nostra comunit accademica. Contiamo sul vostro aiuto!

    Claudia Giampietro

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    Foto di fra Ali Chamseddine

  • Ci che rende unico il panorama accademico di Roma lesistenza di sette Pontificie Universit. Qui di seguito pubblichiamo il primo di una serie di articoli su questi Atenei, cominciando con lAngelicum e lAntonianum. Sono testi che il Dr. B. Hlsebusch, da molti anni giornalista e storico nella Citt Eterna, ha redatto in passato per l'edizione tedesca dellOsservatore Romano. Poich la prima volta che viene presentato un quadro generale delle sette Universit, siamo convinti che la pubblicazione trover largo interesse.

    DOVE PAPA WOJTYLA OTTENNE LA SUA LAUREA

    LAngelicum e le altre sei Pontificie Universit a Roma

    Bernhard Hlsebusch

    La Pont ific ia U n i v e r s i t S a n Tommaso dAquino fra i pi antichi Atenei cattolici di Roma. conosciuta come Angelicum, nome che le stato conferito in onore del suo patrono, il Doctor Angelicus.

    S i t r a t t a d i u n e c c e l l e n t e l u o g o d i f o r m a z i o n e accademica gestito dai Domenicani ma aperto anche a studenti e professori che non appartengono a tale ordine. Qual il pi famoso dei suoi moderni ex-alunni? Karol Wojtyla, divenuto Papa Giovanni Pao lo I I . Present iamo un r i t ra t to delluniversit:

    Ci troviamo a Roma, presso il Largo Angelicum, nel centro storico. Chi arriva dal Palazzo del Quirinale o da Piazza Venezia, entra in questa piccola piazza leggermente in salita, e si trova davanti alla bella chiesa dei Santi Domenico e Sisto. un tempio che Papa Pio V, domenicano, ha fatto erigere nel 1569. Si tratta della chiesa titolare del Cardinale svizzero Georges Marie Martin Cottier, O.P., teologo emerito della Casa Pontificia. A destra vi l ingresso principale delluniversit, che ha qui la sua sede dal

    1932 in seguito alla ristrutturazione di un vecchio monastero.

    Una lunga scalinata conduce al portico, decorato con lo stemma di Pio XI e con quello dei Domenicani, compreso il motto dell'ordine, Laudare, Benedicere, Praedicare. Accanto vi sono le statue dei Santi Albertus Magnus e Tommaso d'Aquino.

    Dal portico arriviamo al grande e suggestivo chiostro con palme, aranci ed una splendida fontana (attualmente in fase di restauro). un luogo molto amato dai professori Domenicani (con il loro tipico abito bianco), che qui si incontrano con gli studenti. Questo chiostro il vero cuore del nostro campus universitario, dichiara Padre Alejandro Crosthwaite, Decano della Facolt di Scienze Sociali, al sottoscritto. Intorno al chiostro sono disposte undici sale per le lezioni. Tra queste vi sono lAula della Sapienza, dove i dottorandi difendono le loro tesi, e lAula Magna Giovanni Paolo II, che ricorda ovviamente il nostro studente pi famoso nei tempi moderni. Inoltre, aggiunge Padre Crosthwaite, all'Angelicum vi anche il John Paul II Center per il dialogo interreligioso.

    Luniversit dei Domenicani fiera di questo ex-alunno, che - come si sa non apparteneva all'ordine, ma parlava s e m p r e c o n g r a n d e r i s p e t t o dellAngelicum. Karol Wojtyla, ordinato sacerdote il 1 novembre 1946 a Cracovia,

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  • nello stesso mese part per Roma. Qui alloggiava al Collegio Belga, non lontano dalluniversit. Tutto ci fu programmato dal suo mentore, l 'Arcivescovo di Cracovia, il Cardinale Sapieha. Secondo lui, il suo giovane prete pi dotato doveva assolutamente proseguire i suoi studi nel cuore della cristianit.

    Karol Wojtyla scrisse nel suo libro Dono e Mistero: Celebrando il 50 anniversario del mio sacerdozio, non posso dimenticare i sentimenti e le impressioni dei miei primi giorni 'romani', quando nel 1946 conobbi la Citt Eterna. Mi iscrissi allAngelicum per il 'biennium ad lauream'. All'epoca, il Decano della Facolt di Teologia era P. Ciappi O.P., che poi divenne Teologo della Casa Pontificia e CardinaleAll'inizio di luglio del 1948 difesi la mia tesi di laurea e poco dopo tornai in PoloniaQuellintenso periodo di studi, vicino alle tombe degli Apostoli, mi ha dato molto.

    In effetti, Karol Wojtyla studi moltissimo. Allepoca, presso luniversit dei Domenicani, si insegnava la scolastica tradizionale, ma lo studente polacco affamato di cultura entr in contatto - specialmente nel Collegio Belga anche con idee moderne, soprattutto della teologia francofona. Per ampliare i propri orizzonti - cos riferisce uno dei suoi biografi (il giornalista Ludwig Ring-Eifel) Karo l Woj ty la da l genna io 1947 frequentava tre volte a settimana una lezione di metafisica e un seminario teologico alla Gregoriana, universit dei G e s u i t i . M a , p o i c h e r a i s c r i t t o all'Angelicum, ci fu possibile solo in virt di un accordo del suo mentore, il Cardinal Sapieha, con l 'allora Rettore della Gregoriana, Padre Paolo Dezza SJ.

    Per lo studente Karol Wojtyla, a l l A n g e l i c u m f u p a r t i c o l a r m e n t e importante il contatto con il professore di dogmatica Reginald Garrigou-Lagrange. Questo ascetico francese, che a causa del suo atteggiamento ultraconservatore era s t a t o s o p r a n n o m i n a t o R e g i n a l d l'inflessibile, prese il giovane sacerdote quasi in custodia e lo incoraggi a preparare una tesi di laurea su Giovanni

    della Croce, il mistico spagnolo. A questo proposito, una curiosit: il titolo di Dottore Wojtyla lottenne solo pi tardi in Polonia perch a Roma gli mancavano i soldi per far stampare la sua tesi.

    Mentre Karol Wojtyla scriveva la sua tesi ancora in latino, all'Angelicum fu data la possibilit di laurearsi anche in italiano o inglese un chiaro segno di modernizzazione. vero che questa Alma Mater continua ad essere il luogo pi adatto per immergersi nellautentica t e o l o g i a e fi l o s o fi a t o m i s t i c a -domenicana ( quanto sostiene uno dei docenti). Ma lAngelicum offre una ricca gamma di studi. Anche perch qui oltre a teologia, filosofia e diritto canonico vi sono anche una Facolt di Scienze Sociali, lIstituto Superiore di Scienze Religiose Mater Ecclesiae, e un Istituto di Spiritualit.

    Nel l 'u l t imo anno accademico l'Angelicum ha avuto 1.007 studenti da 92 paesi. La maggioranza, spiega Padre Cros thwa i te , sono ecc les ias t i c i , seminaristi e suore. Ma recentemente aumentato il numero dei laici, specie nella Facol t d i Sc ienze Socia l i . Sono cambiament i che inducono ad un paragone con i l passato. Perci, guardiamo alla storia

    Le origini dell'Angelicum risalgono al tardo Medioevo, quando l'Ordine dei Predicatori fu fondato da Domenico. Egli decise di istituire in tutti i suoi conventi il cosiddetto studium. A Roma ci avvenne a San Saba sull'Aventino, dove insegn anche Tommaso d'Aquino. Pi tardi, il Monastero di Santa Maria sopra Minerva divenne il pi importante centro educativo dell'Ordine a Roma, col nome Collegio di San Tommaso. Nellanno 1580 Papa Gregorio XIII vi eresse una Facolt di Teologia. Per tale ragione, il 1580 viene cons idera to l ' anno d i fondaz ione dell'Angelicum.

    Tuttavia, nei secoli seguenti, l'Ateneo ha cambiato nome e sede diverse volte. Dal 1727 la Facolt di Teologia poteva conferire gradi accademici anche ad alunni esterni, cio a non-Domenicani. Le tappe successive? Papa Leone XIII

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  • (1878-1903) fond nel Collegio le Facolt di Filosofia e di Diritto Canonico. E nel mese di marzo del 1963 cio nel corso del Concilio Vaticano II Papa Giovanni XXIII confer all'Angelicum il titolo di Pont ificia Universi t S. Tommaso d'Aquino.

    Nel corso della sua lunga storia, molti importanti uomini di Chiesa hanno studiato o insegnato in questa sede. Professori, r imasti sempre docenti universitari, hanno scritto diversi libri e spesso hanno fatto parte di enti vaticani e altri sono divenuti vescovi diocesani. A questo riguardo potremmo menzionare (in tempi molto recenti) il Domenicano svizzero Charles Morerod. stato professore e contemporaneamente rettore dell'Angelicum. Nel 2011 Benedetto XVI lo ha nominato vescovo di Lausanne-Ginevra-Fribourg. Inoltre, Mons. Morerod fa parte di diverse Congregazioni e Consigli della Curia. Per quanto riguarda i

    legami con la Santa Sede, l'ex-professore Padre Wojciech Giertych O.P. - come successo re de l sop ramenz iona to Cardinale Cottier Teologo della Casa Pontificia.

    Ricerca e insegnamento ad alto livello, stretti contatti con la Santa Sede, molti ex-alunni o ex-professori diventati poi v e s c o v i o c a r d i n a l i : l ' A n g e l i c u m giustamente gode di unottima reputazione nella Chiesa e, non a caso, anche in ambienti democristiani. Ci si vede nelle solenni cerimonie per l'inaugurazione degli anni accademici. Nel 1953, ad esempio, Alcide De Gasperi, co-fondatore di Democrazia Cristiana e molte volte Presidente del Consiglio, per loccasione tenne un discorso sul tema Il movimento operaio e l'unit europea.

    STUDIARE NELLO SPIRITO DEI FRANCESCANI

    L'Antonianum La prima Pontificia Universit con una donna Rettore

    Bernhard Hlsebusch

    Segue il secondo articolo della nostra serie sulle sette Pontificie Universit di Roma. LAntonianum lAlma Mater principale dei Francescani, ma aperta anche a studenti che non appartengo a quest'Ordine e ha una lunga tradizione. Si tratta della prima Pontificia Universit ad essere guidata da una donna dal 2014.

    Sicuramente giunto il tempo propizio. un segno che nella Chiesa, senza dubbio, ci sono dei cambiamenti. Con queste parole Sr. Mary Melone, P r o f e s s o r e s s a d i D o g m a t i c a all'Antonianum, nel mese di luglio del 2014 ha commentato la sua nomina a Rettore Magnifico dell'Ateneo dei Frati Minori.

    L'allora cinquantenne italiana, infatti, divenuta la prima donna al vertice di una Pontificia Universit. Un evento che ha suscitato scalpore negli ambienti della Chiesa e, al contempo, ha messo di nuovo in luce questo piccolo, ma molto apprezzato centro di studi e ricerche.

    Sono passati solo 10 anni da quando Papa Giovanni Paolo II confer a questo Ateneo il rango di Pontificia Universit Antonianum ( PUA). Tuttavia, le origini di questa Alma Mater risalgono al ta rdo X IX seco lo , quando Padre Bernardino da Portogruaro era Superiore Generale dellOrdine dei Frati Minori (OFM) Egli pens di fondare a Roma un istituto per la formazione accademica dell'Ordine.

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  • Detto, fatto! Cos nacque - con il nome del famoso santo francescano Antonio di Padova un collegio vicino alla Basilica Lateranense. Si trattava del Collegium S.Antonii Patvanini in Urbe. L, alla fine del 1890, si cominci ad insegnare. Poi, nel 1930 circa, Papa Pio XI elev tale collegio sulla Via Merulana ad Ateneo Pontificio, autorizzando le Facolt di Teologia, Filosofia e Diritto Canonico a conferire gradi accademici.

    Nel mese di gennaio del 1982 Giovanni Paolo II visit l'Antonianum. Durante il pontificato del Papa polacco l'Ateneo dei Francescani fu ampliato con una Facolt di Scienze bibliche e Archeologia. A gennaio del 2005 il Pontefice ha dato a questo Ateneo il titolo di Pontificia Universit.

    La PUA, riferisce il suo Segretario G e n e r a l e P a d r e M a r e k Wa c h a l sottoscritto, tenuta in particolar modo a trasmettere lintera tradizione francescana. P e r c i p r o m u o v e l o s t u d i o , l ' interpretazione e la pratica della tradizione teologica e filosofica dei Francescani. Inoltre, l'Antonianum media fra il tesoro della tradizione francescana e il Magistero della chiesa. Qui la chiamata al servizio ecclesiastico presa in seria considerazione. Non a caso, questa universit si trova apud Lateranum, vicino alla Basilica del Papa come vescovo di Roma.

    Circa i l 43 % dei professori appartiene all'Ordine. Questi, insieme agli studenti dellOFM, alloggiano nel convento situato a confine con luniversit. Ma la PUA, come gi menzionato, aperta anche ai membri di altri ordini religiosi, a sacerdoti, seminaristi secolari e laici. Infatti, il 21 % dei docenti proviene da altri istituti maschili o femminili, mentre gli altri sono preti o seminaristi secolari oppure laici. E gli studenti? Sono 427. La maggioranza sono membri di ordini religiosi, la minoranza preti e seminaristi secolari, nonch laici di ambedue i sessi.

    F r a l e c a r a t t e r i s t i c h e dellAntonianum contano senza dubbio gli importanti collegamenti con lesterno. Alcuni esempi? La Facolt di Scienze

    Bibliche e Archeologia ha la sua sede a Gerusalemme e alla Facolt di Teologia appartiene un istituto a Murcia (Spagna). Inoltre, la PUA affiliata non solo a diversi centri di formazione in Italia, ma anche ad Atenei dei Francescani in America Latina e in Africa.

    All'inizio del 2014 all'Antonianum iniziata la ricerca del successivo rettore. E cos cominciata la necessaria e complicata procedura delle candidature, segui ta dal la scel ta. Al la fine, la Congregazione per l'Educazione Cattolica ha nominato - con il placet di Papa Francesco Sr. Mary Melone Rettore Magnifico. Chi ? Il suo nome Maria Domenica Melone e viene da La Spezia, ma la sua carriera accademica ha avuto inizio a Roma. Poco dopo la maturit e n t r a t a n e l l ' o r d i n e d e l l e S u o r e Francescane Angeline. Ha studiato allAntonianum, dove ha conseguito anche il suo dottorato. Nel 2011 divenuta professoressa alla PUA e poi, data la crescente stima nei suoi confronti, addirittura Decano della Facolt di Teologia. autrice di diversi libri e di molti saggi.

    Dopo la sua sorprendente nomina a Rettore, Sr. Mary Melone ha concesso unintervista a Radio Vaticana, nella quale ha formulato anche uninteressante posizione a proposito del concetto di Teologia della Donna: Attenzione! La teologia come tale per me la riflessione sul mistero di Dio che si rivela. Perci, uomini e donne possono condurre una buona, istruttiva teologia. A Sr. Mary Melone piace che oggi la ricerca pi aperta ai lavori di donne teologhe. Il miglior esempio, potremmo aggiungere, il grande riconoscimento di cui lei stessa gode per la sua attivit accademica.

    (Nei prossimi numeri di La Parola saranno presentati i ritratti delle altre cinque Pontificie Universit di Roma)

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  • THE GIFT OF RECONCILIATION

    Claudia Giampietro

    Today Id like to share with you a text I wrote for the last World Meeting of Families held in Philadelphia.

    Every time we go to confession, God embraces us. These were Pope Francis words during the Wednesday general audience on Feb.19, 2014.

    Sometimes you follow a path in your life without being fully aware of where it can lead you; but if you try to put God first in everything you do, youll end up in His embrace. The day I confessed to Pope Francis, during World Youth Day Rio 2013, I had the strong feeling of being in that place because it was the willing of Someone who loved me unconditionally in spite of my faults. He was holding out his hand towards me, so I walked towards the white wooden confessional with the certainty that He Himself was waiting for me, ready to forgive my sins and to show me His mercy.

    Those few steps seemed like an eternity. My heart was beating faster and stronger. Since we had entered the Eucharistic Adoration tent where we were supposed to confess to the Pope, it was like we were suspended in time; we stood in front of the Blessed Sacrament and there was a great silence, broken only by the noise of a helicopter approaching. Me and the other four Latin-American youths who had received this incredible gift were still incredulous! We begun to tremble when we heard that the people outside the tent started cheering, and as Pope Francis

    approached the Quinta da Boa Vista Park it was amazing: the tent was moved by gusts of wind and we looked at each other in the face. Everyone appeared to be deeply moved.

    In those moments I tried to focus on what a priest had told me some days before: Dont be afraid, it will be like confessing to the par ish pr iest ! . Nevertheless, I was afraid and I felt ashamed. Honestly, despite being an active member of my Church, I had always been frightened of the Sacrament of Penance. It was because I had heard stories about confessors refusing to give absolut ion to some people, and I confessed rarely. Then I realized that I got tired of asking forgiveness. It was becauseI was sure that it was enough to regret my sins, but this was a big mistake. How could I be merciful with everyone if I hadnt experienced Gods love, mercy and forgiveness?

    God was asking this of me: learn what it means to be a true witness of my mercy. I understood everything the moment I looked into the Holy Fathers eyes. We were face to face; at the beginning, it took me forever to raise my head. And then, I was astonished by the whiteness of his cassock. I suddenly smiled at him and he smiled back warmly in a way I cant describe. This may sound silly, but my first thought was that he looked like a Dominican and I could feel at ease, as I study in a faculty lead by Dominicans (Pope Pius V kept his white Dominican habit after his election, and that tradition continued!). Maybe I could have told him more things. However, I perceived by the way he never looked away while I was talking that he was listening with his heart and mediating Gods grace to me.

    I recen t l y pa r t i c ipa ted in a conference on marriage organized by the Pontifical University of the Holy Cross in Rome. During his report, the Archbishop of Bo logna, Card ina l Car lo Caffar ra described the conditions of marriage in Western society by quoting Virgil: Rari nantes in gurgite vasto. I believe we live a similar situation with the sacrament of

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  • Penance, as we have rare swimmers in the vast flood. We need mercy and we must ask ourselves how to commit to spreading the grace we have received.

    St. Thomas Aquinas affirms that, after accepting Gods grace, a person has the chance to do good not because of his efforts or merits, but because it is a gift of God. Trusting in the Lord with all our hearts will help us to make a big difference in the world. We cannot live an ideal life, but a real one where, even when we fall, we always get the chance to move forward.

    CHIAMATI AD AMARE: Lettera ai beati coniugi Beltrame Quattrocchi

    Francesco Ferone

    Cari coniugi Beltrame Quattrocchi,

    mi permetto di scrivere a voi nei giorni in cui, nella Chiesa, si sta parlando di famiglia. Saprete sicuramente, infatti, che in queste ore si sta celebrando in Vaticano lAssemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema Vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo.

    Non mia intenzione annoiarvi con disquisizioni di carattere dottrinale o disciplinare, compito che lascio ai Padri Sinodali, sicuramente pi competenti di me; parlando per di vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo non potevo non

    rivolgere un pensiero a voi, che avete interpretato il vostro essere famiglia in termini di vocazione e missione; una vocazione vissuta in pienezza, con passione e dedizione, una missione volta alla santificazione reciproca e allannuncio del Vangelo. So benissimo che, per grazia di Dio, di famiglie cristiane come la vostra ce ne sono tantissime, a partire dai coniugi Louis Martin e Zelie Guerin, elevati anche loro agli onori degli altari, alle tante famiglie che, nella loro quotidianit sconosciuta ai pi, con le grandi e piccole contrariet, sono sacramento dellamore misericordioso di Ges.

    Devo riconoscere, tuttavia, che con voi ho una maggiore confidenza!

    Ho potuto conoscere la vostra testimonianza appena un anno e mezzo fa, quando, curiosando nel sito della Santa Sede con il mio iPad, mi sono imbattuto nellomelia tenuta da San Giovanni Paolo II il giorno della vostra beatificazione: sono rimasto talmente colpito dalla vostra storia che, nei giorni seguenti, di corsa mi sono recato ad acquistare una biografia per meglio conoscere il cammino di santit da voi percorso.

    Da allora la vostra storia damore diventata per me un esempio autentico di come s i real izza la vocazione a l matrimonio e alla famiglia, una vocazione che proprio voi mi avete aiutato a riscoprire in tutta la sua dignit ed il suo splendore.

    I l c a s o h a v o l u t o c h e p e r raggiungere lUniversit dove studio, devo percorrere via Nazionale, e vi assicuro che ogni angolo di questa zona di Roma mi parla di voi: mi capita, infatt i , di attraversare lincrocio con Via Depretis, dove si trova quella che un tempo era la vostra abitazione, o di ammirare, dalle stradine laterali, il campanile di Santa Maria Maggiore, dove il 25 novembre 1905 avete santificato il Vostro amore con la grazia di Colui che Amore per definizione, e ancora di passare fuori la parrocchia di San Vitale, dove per anni ogni mattina vi recavate alla Santa Messa: mi colpisce che tu, Luigi, soltanto alluscita dalla celebrazione dicevi alla tua sposa

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  • buongiorno - come se la giornata soltanto allora avesse il ragionevole inizio.

    Pensando e r ipensando a l lo splendido cammino percorso insieme mi pare di rinvenire, nel vostro rapporto d amore , a l cun i t ra t t i che vog l io condividere in questa sede, al fine di mostrare che il cammino della santit coniugale possibile ad ogni famiglia, senza fare cose straordinarie, ma nelle vicissitudini di ogni giorno.

    In primo luogo il tratto del coraggio. Sapete, cari coniugi, non un caso se il Santo Padre Francesco sta pi volte esortando i giovani a non avere paura del matrimonio, perch oggi, tra le giovani generazioni, regna sovrana la paura. Lidea di impegnarsi in una scelta definitiva, in un cammino da percorrere insieme allaltro in tutto e nonostante tutto, il pensiero di donarsi allaltro senza se e senza ma ormai sembra essere un qualcosa di irrealizzabile. Al giorno doggi o si preferisce non impegnarsi in alcun tipo di relazione, rinunciando di fatto a mettere in gioco la propria vita e la propria libert, o ci si lascia assuefare dalla mentalit dellusa e getta, incarnato da espressioni del tipo stiamo insieme finch c amore, finendo ipocritamente con il costruire un amore ad orologeria, per adoperare una felice espressione del mio parroco. La vostra vita di sposi, vissuta luno accanto allaltra per circa 50 anni, costituisce pi che mai un esempio per i ragazzi della nostra epoca, me compreso. Chi racconta del vostro fidanzamento sottolinea la fermezza e determinazione con la quale tu, Maria, rispondendo alla dichiarazione damore di Luigi, pronunciasti il tuo si, il tuo eccomi al Signore che ti chiamava a coltivare i tuoi talenti nella vita coniugale, con i suoi momenti meravigliosi ma anche con le sue contrariet che pure a voi, come ad ogni buona famiglia, non sono mancate.

    Un secondo tratto del vostro amore lo definirei in termini di fecondit, e non solo con riferimento alla generazione di quattro figli. Si tratta di una fecondit innanzitutto spirituale, e non poteva essere diversamente: la vostra relazione ha

    sempre avuto il suo sicuro punto di riferimento nel Signore Ges, e sempre di pi a si saldata in Lui con la Parola ed lEucarestia, con la recita del Santo Rosario e dellUfficio divino, unitamente alle vostre consuete letture spirituali. Una fecondit, la vostra, che si fatta testimonianza nel mondo, in primo luogo nei confronti dei vostri quattro figli, che - seppur per strade diverse - hanno deciso di consacrarsi al Signore. Una fecondit che parlava il linguaggio dellamore per il prossimo e dellimpegno civile, sociale e religioso: l accompagnamento degli a m m a l a t i a L o u r d e s , l i m p e g n o nellassociazionismo cattolico, il tuo a p o s t o l a t o d e l l a p e n n a , M a r i a , lanimazione dellordine temporale con spirito cristiano che tu, Luigi, hai portato avanti nellesercizio della professione di avvocato. E bello vedere, miei cari coniugi, che il vostro amore non si chiuso in uno sterile egoismo, ma che si aperto alla sete di Dio presente in coloro che avete incontrato lungo il vostro cammino, incarnando il modello del vero discepolo, che quanto pi porta il dono di Ges agli altri tanto pi si arricchisce di Lui e del Suo Amore.

    Un terzo aspetto che mi permetto di richiamare quello della unit. C una tua frase, Maria, che mi ha colpito nei racconti delle vostre vite, quella nella quale ricordi che, dopo la Santa Messa quotidiana, vi recavate alle vostre o c c u p a z i o n i p o r t a n d o o g n u n o - incessante - la presenza dellaltro. Qualche tempo fa , asco l tando la testimonianza di una coppia cristiana, ho sentito adoperare unimmagine molto efficace con la quale ciascuno dei due coniugi vedeva l a l t ro : quel la del compagno di cordata. Credo che non vi sia modo migliore per descrivere lessenza della vostra relazione: un perenne camminare insieme, abbandonati entrambi alla volont del Signore ma, allo stesso tempo, confidando ciascuno nel sostegno e nellamore dellaltro. Proprio la vostra unit vi ha permesso di vincere la t en taz ione de l l a mono ton ia , che inevitabilmente si insidia nelle pieghe della

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  • vita quotidiana, di superare momenti di forte angoscia quale fu la tua quarta gravidanza, Maria, in cui rischiasti di perdere prematuramente la vita, e di rimanere nella piena comunione damore anche quando impegni di lavoro portavano te, Luigi, ad allontanarti dalla tua famiglia, circostanza, questultima, in cui al contatto quotidiano suppliva quello epistolare.

    A tal proposito ho letto alcune delle vostre lettere meravigliose, e da queste mi permetto di evidenziare un ultimo tratto che denota la vostra storia: la delicatezza. E bellissimo constatare lassenza di ogni traccia di volgarit e di malizia nella vostra relazione. La finezza delle espressioni con le quali vi chiamavate reciprocamente (Amore mio Santo per me resta insuperabile), luso dellinglese in alcune e p i s t o l e , a f fi n c h g l i a l t r i n o n comprendessero gli scambi verbali delle vostre effusioni damore, testimoniano una relazione vissuta nella castit, purificata dal fuoco dello Spirito Santo, rafforzata dallamicizia con Cristo Ges. Quanto importante offrire ai giovani di oggi la proposta di un amore casto, illuminare sul significato autentico dellatto sessuale q u a l e e s p r e s s i o n e d e l l a m u t u a appartenenza che si realizza nella verit so l tan to a l l i n te rno de l la co rn ice matrimoniale. Voi, beati coniugi, avete custodito il dono di un amore casto, vivendo la dimensione sessuale del vostro amore secondo il progetto di Dio, e per questo oggi risplendete nella Chiesa come modello di vita per gli sposi cristiani.

    Cari Luigi e Maria, coraggio, fecondit, unit e delicatezza costituiscono la ricetta di un amore che porta luomo a vivere in pienezza la sua umanit. La

    vocazione che il Signore ha donato a ciascuno di noi quella di amare, realizzare la dimensione oblativa iscritta in ciascuno di noi, e voi lavete realizzata in modo sublime. La preghiera che rivolgo a voi di illuminare i cuori di tanti giovani, affinch si aprano alla bellezza del dono per laltro, comprendano che la misura della propria libert direttamente proporzionale alla capacit di metterla in gioco in delle scelte di vita stabili e definitive, fuggendo in tal modo il pericolo di una vita che, nonostante la carriera ed il successo, se non si realizza nellamore, una v i ta fa l l i ta ne l suo ob ie t t i vo fondamentale.

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  • UNA RIFLESSIONE

    fra Ali Chamseddine

    Quando cimprigioniamo nel buio della nostra caverna assediamo la luce che ci circonda per diventare prigionieri dellignoranza, della logica limitata e dei resoconti ottusi e lontanissimi dalla verit.

    Si deforma il nostro sguardo per le persone e le loro intenzioni in proporzione alla tenebra presente nelle nostre anime e intenzioni. Guardiamo agli eventi che passano con noi e intorno a noi attraverso il buio dei nostri cuori, cercando di estendere la nostra prigione sopra numerose anime in cerca di sicurezza in questo modo, ci fortifichiamo maggiormente per il timore che sintroduca la luce.

    Ma la notte piena di luce!

    O Signore, per lintercessione di Maria Madre della Luce, Vieni ed entra la mia prigione affinch io diventi prigioniero della Luce! Trasformala in un faro luminoso che emana la Tua luce. Conformando il mio cuore al Tuo, il mio pensiero al Tuo, la mia logica ottusa alla Tua sconfinata.

    Non desidero dopo questoggi altro che essere la Tua Luce in questo mondo!

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  • IL NOME DI DIOTony Shannon

    Sono cresciuto nella campagna in Irlanda ed i miei genitori sono stati per molti anni agricoltori. Mia madre adesso lavora in una scuola e mio padre fa ancora lagricoltore. La nostra fattoria immersa nella rigogliosa e verde campagna irlandese, grazie alla quale ho avuto uninfanzia tranquilla e serenaforse in parte per quella pace che ho una forte fede in Dio. Credo che Lui mi abbia sempre aiutato nel corso della mia vita, specialmente quando ne avevo pi bisogno.

    Come tutti, la mia famiglia, i miei amici ed io abbiamo avuto alcuni problemi nella vita, e in quelle situazioni spesso ho pregato: 'Dio, per favore, aiutaci!

    Per me la reazione pi naturale era pregare cosi, anche se a volte ero arrabbiato con il Signore. Ora, invece, cerco di non esserlo pi e se c' un problema prego: 'Confido in te, Ges.'

    Ma, per molti familiari e gran parte dei miei amici, non era e non cos. Spesso ascoltavo forti esclamazioni nel n o m e d e l S i g n o r e , c o m e s e l o maledicessero. Questo succedeva nonostante chiedessi a queste persone: Per favore, non nominare il Nome del Signore in questo modo, e lo chiedevo perch quelle esclamazioni facevano nascere in me un sentimento di sconforto, come se fossero unirriverenza verso qualcosa molto pi grande di noi. E non mi riferisco solo a quelle espressioni dette durante un momento di rabbia, perch succede anche in modo casuale.

    Nominare il nome di Dio invano inappropr ia to. Non vogl io che mi fraintendiate, io non sono un santo! Mi impegno spesso a non cadere in questo peccato ma, nonostante ci, qualche volta anche io commetto questo errore. Molti sono ugualmente colpevoli nel commettere tale peccato, ma quando un prete, un seminarista o una persona che abbraccia un ordine religioso lo fa, sicuramente pi grave perch non rispecchia lo stile di vita che ha scelto, per cui si deve sforzare, per seguire una vita piena di santit.

    Se non riusciamo nemmeno a rispettare il nome di Dio, come possiamo credere di poterlo amare attraverso gli atti pi difficili, come ad esempio difenderlo in pubblico? Tutti noi siamo sottoposti a delle prove per verificare il nostro amore nei Suoi confronti, quindi dobbiamo essere pronti, evitando di commettere peccati che allontanino la Sua grazia.

    Per Tommaso d'Aquino, un Santo molto importante per noi qui all Angelicum, pronunciare il nome del Signore invano un peccato grave; ha scritto che un insulto a Dio pi grave di un omicidio (McDermott, 1989, Pag. 344). Parole forti, certamente, ma senza dubbio esprimono al meglio la gravit di questo atto.

    Quindi, preghiamo per la sua intercessione, cercando di non reiterare pi questo peccato, io per voi e per favore, voi per me. Grazie.

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  • LUOMO E LA MEDIAZIONE PARTECIPATA IN CRISTO

    Una prospettiva mariologica

    Don Ciprian Bejan-Piser

    La funzione di mediare comporta unenorme responsabilit e un servizio per coloro che, essendo responsabili degli altri, li guidano al Signore e fanno in modo che appartengano a Lui . La Madre del 1Verbo Incarnato, in funzione della sua maternit estesa su tutti gli uomini, ai piedi della Croce e poi nel Cenacolo, media la grazia divina a tutti gli uomini di buona volont, facendo in modo che convergano in Cristo, suo Figlio. La sua maternit un dono gratuito concesso da Dio perch la sua dedizione materna si estenda su tutti gli uomini.

    Poich tutto ci che gli uomini e la Chiesa ricevono da Dio un dono della sua infinita misericordia paterna, anche la salvezza, che un dono, pu essere frutto di una intercessione. Si tratta delleffetto di una mediazione di preghiera determinata da un amore fraterno che non pu

    offendere nessuno . Senza dubbio la 2Madre di Dio non causa sine qua non della grazia divina nella Chiesa e nemmeno la sua autrice. Tuttavia, grazie al suo ruolo nella storia della salvezza, e alla sua funzione materna di mediatrice universale, [] ricava nuovi credenti e rigenerati per suo Figlio, Ges Cristo.3

    Tu t to l i t i nerar io materno d i mediatrice della Genitrice di Dio nella storia della salvezza e nella vita della Chiesa non altro che una coronazione della sua maternit vissuta come dono, con una fedelt unica e intima oltre il momento cruciale ai piedi della croce; una maternit che raggiunge lapice mediante una stretta collaborazione con Cristo e la sua unica mediazione.

    I l teo logo russo Evdokimov 4sostiene che insito nel DNA della Madre di Dio o della donna in genere donarsi,

    A. BOSSARD, Consacrazione, in Piccolo dizionario mariano Ecco tua Madre!, Edizioni Monfortane, Roma 1981, p. 78: 1La consacrazione viene fatta con la mediazione di persone che hanno un potere, una responsabilit nei confronti di coloro che essi consacrano. Questo potere, che in definitiva conferito da Dio, deve esercitarsi al servizio di quelli che sono stati loro affidati. In sostanza, il loro gesto il riconoscimento del fine profondo del loro servizio: condurre al Signore, fargli appartenere coloro dei quali essi hanno la responsabilit. Nella misura del loro potere, essi possono dare.

    S. DE FIORES, Prospettive teologiche circa la consacrazione a Maria, o.c., pp. 57-58: [] la salvezza un dono che 2ragionevolmente non si pu rifiutare, nessuno pu impedire che essa sia oggetto di una preghiera di intercessione. E nessuno pu daltronde offendersi che si preghi per lui, poich lintercessione rientra nei doveri derivanti dallamore fraterno ed sempre rispettosa della libert personale come lo la grazia che essa implora.

    H. U. VON BALTHASAR, Sponsa verbi, saggi teologici, II, Brescia, Morcelliana, 1969, p. 162: [] Cristo che mediante 3la sua passione crea la Chiesa non Maria. Tuttavia essa ha partecipato come strumento a questa creazione in virt delluniversalit e dellillimitatezza del suo s, che il Figlio pu usare come mezzo plastico allinfinito, per ricavarne nuovi credenti e rigenerati.

    P. N. EVDOKIMOV, La donna e la salvezza del mondo, Milano, Jaca Book, 1980, p. 157: [...] per luomo, vivere significa 4conquistare, lottare, uccidere; per la donna, significa generare, nutrire, proteggere la vita donando se stessa.

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  • preoccuparsi per gli altri, dare se stessa per i propri figli e, con altre parole, mediare tutte le grazie indispensabili perch gli altri siano affascinati da Cristo e incorporati in lui. Continua il teologo russo, riferendosi alla funzione della Genitrice di Dio, che: ora, se il Cristo salva il mondo, la Theotokos che lo protegge ed introduce nel suo disumanesimo lattenzione che si fa sensibile alla grazia .5

    Il coinvolgimento della Madre di Dio nellunica mediazione di Cristo si iscrive, perci, in questo contesto dellagire di Dio nella storia della salvezza e nella storia personale delluomo, quando Dio agisce richiedendo la collaborazione umana . 6Parlare della Beata Vergine puntando pi sulla sua mediazione radicata nellunica mediazione di Cristo, una mediazione strettamente connessa alla sua maternit divina, non significa in nessun modo una riduzione della persona in causa, cio la Madre di Dio, solamente alla funzione materna. Significa rilevare limmagine di una donna completa che, essendo associata definitivamente e intimamente allunica mediazione di Cristo Ges e alla sua opera redentrice, favorisce la fede dei discepoli e dei fedeli.

    Lo conferma lo stesso Andr M., teologo gesuita francese, quando afferma

    che: Maria non affatto la cauzione sacra dellinferiorit della donna, votata al sorriso e alla riproduzione, con la benedizione della religione. Dio non la tratta mai come una funzione, ma come una libert. Non estrae presso di lei [] la sua forza di lavoro: lassocia intimamente e per sempre al suo piano di salvezza, dopo averle chiesto il consenso con una deferenza che confonde . Osservando, 7dunque, il suo ruolo nella storia della salvezza si conclude che definita col suo ruolo pi essenziale, Maria la donna con la quale Dio ha fatto alleanza . La sua 8materna mediazione impregnata del potere divino poich lei, la Madre di Dio, 9anche nellesercizio della sua funzione materna di mediatrice verso tutti gli uomini non agisce mai da sola ma intimamente congiunta a suo Figlio e avendolo come destinatario verso cui tutti convergono.

    La maternit della B.V. Maria leloquenza e la forza di una distintissima missione, scaturita dalla totale disponibilit davanti al piano divino, la manifestazione d i una d imens ione an t ropo log ica straordinaria che fa s che nessun uomo si senta abbandonato dalla Madre del Figlio. Dove si potrebbe trovare la motivazione di una tale maternit se non proprio nellamore divino che come ribadisce lo

    Idem, p. 155.5

    J. GALOT, Teologia della donna, in La Civilt cattolica 126 (1975) II, p. 232: [] Questa economia non lopera 6esclusiva di Dio. Se la teologia avesse avuto come unico oggetto di scrutare ci che Dio e che cosa lazione divina in se stessa, non vi sarebbe stato posto per una teologia della donna. Ma Dio ha agito richiedendo la collaborazione umana, collaborazione che ha raggiunto il culmine nel mistero dellIncarnazione. In questa collaborazione umana il compito delluomo e quello della donna si presentano distinti e complementari.

    A. MANARANCHE, LEsprit et la femme, ditions du Seuil, Paris, 1974, p. 150.7

    J. GALOT, Maria, la donna nellopera della salvezza, Roma, Editrice Pontificia Universit Gregoriana, 1984, p. 23.8

    L. BOFF, Ave Maria: Il femminile e lo Spirito Santo, Assisi, Cittadella editrice, 1982, pp.125-126: [] la sua 9intercessione possiede lefficacia di Dio; essa , insieme con Cristo, la mediatrice assoluta [] Il potere divino incorporato in Maria. Le espressioni usate da Boff potrebbero sembrare, alcune volte, troppo esagerate o al limite di un atto di adorazione concesso alla Beata Vergine per, lui non fa altro che da una parte mostrare la fede vissuta dei fedeli e dallaltra parte mettere in guardia davanti ai possibili atteggiamenti da evitare.

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  • s tesso Jean Ga lo t [] vuo le promuovere la collaborazione, perch tende a favorire lo sviluppo della persona altrui ? 10

    Di conseguenza, una tale maternit divina, che praticamente sta alla base della maternit spirituale verso tutti gli uomini, sarebbe la pi alta cooperazione 11allopera di salvezza e dunque alla conformazione di tutti a Cristo ed in Cristo.

    LE ANTICHE TRADIZIONI: la leggenda de Is Animeddas

    Roberta Congia

    Il 31 ottobre la festa di Halloween che tutt i conosciamo. Riscuote un successo commerciale incontestabile, con tutto ci che esso comporta: ci si traveste e ci si trucca, si decora la casa, si organizzano feste, giochi, i bimbi chiedono caramelle, e anche gli adulti indossano maschere paurose. Girano per le strade domandando dolcetto o scherzetto?, oppure molti partecipano a feste dove trasgressione, esagerazione, culto del terrore e del macabro la fanno da padrone Nella mia Sardegna, tranquilla isola colma di leggende e miti, persiste ormai da secoli unantica tradizione che ha tanti aspetti in comune con la festa di H a l l o w e e n , q u e l l a d e i s animeddas (denominazione corrente nel sud dellisola), o di su mortu mortu

    tipico delle zone del nuorese. Il nome cambia a seconda della zona dellisola, ma tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre la tradizione del tutto simile. In passato, nel Campidano e nel sud dellisola, i bambini vestiti da fantasmi andavano a chiedere, di porta in porta, qualche dono per le piccole anime, da cui il nome is animeddas. Ai bambini venivano donati dolci preparati in casa come le pabassinas, su pani de saba, e soprattutto un dolce che merita attenzione anche per il nome che lo caratterizza, ossu de mottu (osso di morto), a cui venivano aggiunti poi altri doni come le melagrane, le castagne e la frutta secca. Al centro della Sardegna era pi diffusa la tradizione de su mortu mortu. I bambini suonavano i campanelli delle case presentandosi come su mortu mortu e gli venivano donati castagne, dolci di miele ed uva passa,

    J. GALOT, Maria, la donna nellopera della salvezza, p.106: Il motivo pi profondo della maternit divina si trova 10dunque nell'intenzione dellamore divino che si manifesta con il regime di alleanza: lamore vuole promuovere la collaborazione, perch tende a favorire lo sviluppo della persona altrui.

    A. MLLER, La posizione e la cooperazione di Maria nellevento Cristo in Mysterium salutis, Brescia, Queriniana, 1971, 11vol. III/2, p. 519: La maternit divina si palesa come la partecipazione pi alta e pi reale allumanit di Cristo e come la pi alta cooperazione quale membro, alla sua opera di redenzione.

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    In primo piano le pabassine e dietro gli ossu se mortu

  • qualche moneta. In altre zone della Sardegna,

    soprattutto nel Sarrabus Gerrei, ai bambini venivano date delle forme di pane simili a delle piccole corone.

    Ogg i , i n a l cune zone de l l a Sardegna sopravvive ancora questa tradizione tipica dellisola. Magari, invece che pane o dolci genuini, si donano ai bambini delle caramelle o del cioccolato, ma rimane vivo il ricordo antico delle animeddas o dei mortu mortu. Questi antichi riti, che animano ancora alcune zone dell isola, prendono spunto dalle leggende relative alle anime dei morti. Infatti, la leggenda narra che, in occasione della notte dedicata a tutti i defunti, le anime dei trapassati si muovano liberamente fra i vivi. Tali leggende, durante i secoli, hanno assunto la forma di misteriosi riti ad uso e consumo dei bambini e dei ragazzi che ancora oggi percorrono le stradine dei paesi della Sardegna, con i volti macchiati dal nero del carbone, reclamando dai residenti dolciumi e frutta secca al suon della litania "seus benius po is animeddas, mi das fait po praxeri is animeddas?" (siamo venuti per le piccole anime, mi dai qualcosa per loro?), "Seu su mortu mortu"( Sono il morto morto). La richiesta sostituisce il classico dolcetto o scherzetto?.

    O g g i i b a m b i n i ricevono caramelle, merendine, cioccolato ma in passa to l e offerte erano costituite da dolci del periodo autunnale, frutta di s t a g i o n e e f r u t t a secca, castagne e mandorle, tutti doni per le povere anime del purgatorio. Gli a d u l t i , i n v e c e , ricordano i loro morti con una cena frugale, spesso a base di olive e f o r m a g g i o ,

    riunendosi poi intorno al camino per raccontare fatti del passato legati ai propri cari o leggende della zona. Gli anziani poi tramandano alle nuove generazioni le conoscenze di antiche fiabe e leggende, popolate da personaggi fantastici come fate, orchi e folletti, che vivevano nei tempi passati nelle famose tombe dei giganti o nelle domus de Janas (case delle fate), presenti ancora

    oggi su tutto il territorio dellisola. Durante la notte poi, in ogni casa, si accendono piccole lanterne (lantias), di solito una per ogni defunto, e si lasciano le tavole apparecchiate nonch le credenze aperte per tutta la notte, perch le anime dei cari possano mangiare ci che preferiscono.

    Anche l a zucca non una

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    Domus de jana

    Is Animeddas

  • prerogativa di Halloween. In Sardegna venivano intagliate a rappresentare esseri spettrali, per far divertire e spaventare i bambini. Purtroppo queste antiche t r a d i z i o n i s i s t a n n o p e r d e n d o e probabilmente, tra qualche decennio, la maggior parte dei sardi non ricorder questi riti, anche se portare alla ribalta la n o s t r a a r c a i c a t r a d i z i o n e d e l l e animeddas o dei mortu mortu ,

    comporterebbe un arricchimento della memoria storica e un riappropriarsi di antiche tradizioni e aspetti culturali che hanno caratterizzato fino a pochi decenni fa l'infanzia dei nostri nonni, i quali aspettavano questi giorni, non solo per ricordare i propri morti ma anche (e sopratutto) per poter mangiare qualche dolcetto in pi!

    CYCLE OF LOVE, CYCLE OF LIP

    Anonymous Reader

    A spectre is haunting Europe the spectre of Putin. All the powers of old Europe have entered into a holy alliance to exorcise this spectre Once more our world as old as the hills is moving through serious transformation with a speed much faster than in previous times. The drama of Kali Yuga is disclosing itself with the iron hands of celestial determinism But behold! Euangelion! We can assure our noble readers that the Continent will be able to defend itself without any doubt, and we are confirming this because our confidence comes from very reliable sources, since recently we have returned from the council of gods where we were honoured to take place and see all that is drawn on the sketch of our future. But if you have doubts, you may read during your leisure time some pieces of Continental philosophy, which also were inspired through our graceful mediations by the will of gods, since they desired to speak through the mouth of philosophers about the things of the lower world. If you take for instance Marxism and its outlook on history, with which we have blessed the beginning of our writing, this doesnt leave any dialectic hope for the survival of the last political relicts of the KGB, which evolved into an oligarchic politburo, to gain a chance for the restoration of the Red Empire in a new form. This is because the greedy ruling class, which is conducting the orchestra of society, tries to prevent the revolutionary transformation of the country, whose class struggle will come out from the oblivion very soon. The governments pitiful attempts are vain; Russia is already pregnant with revolution. Hegel and his followers as well, they wouldnt have any optimistic credits for the Russian political elite in this existential battle, since the extensive extension of freedom commenced from 1806 in Vienna is unfolding in a blind way, wiping out all that will dare to rebel against the manifestation of the Weltgeist and the recognition of freedom In this dynamic panorama Putin looks like a Don Quixote tilting at natures windmills This plain tovarish is nothing but the incarnation of nationalistic-reactionist ego, which is in panic like a losing warrior in a castle surrounded by infinite hordes of enemies

    But anyway, let us leave the political agenda of mundane life What is it in front of the metaphysical reality? A piece of trash on the wind of divine predestination! And here I am again. I am and I am as the one who is able to decipher this proposition in the absolute fullness of just one intellectual act. I know myself because I never was not. I always have been thought, be it the night of Brahma or His day. I am the light, which has broken the tenebrous walls of body and come out like a shiny ray of the dawn and Lucifer was my

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  • servant paving my way on the surface of the things there And I brought to you not trash, but the finest pearls from the ocean of wisdom. My lips were silent for a century, they were full of unuttered words, thoughts not spoken ever from the primordial darkness of Being, waiting for the hour like vinegar under tough plug in order to become a delightful wine, the sweetness of which one can know only through the patience of years. Not the revelation that I have brought to you, but I have broken the seal of a delicious nectar squeezed from the diamonds of the hidden treasury of Gnosis

    The eclectic love, which flourished on the face of awaiting hopeIts fruit bears a long story within, in three degreesExternal manifestation of shell is the law of love, requiring absolute obedienceInternal soul of it, the pulp is joy, sweetness and softness hidden under obedienceThe soul of its soul, its kernel is the peace and the free nothingness of fruit of love of life

    How long one needs to suffer on the surface in order to get into the darkness of soul, to meet with the soul of his own soul?! How many times the teeth must be broken on the shell to get the fresh juice of the soul?! Same stories, same stories written on skin. So much courage is required in order to abandon your own self that seems so dear to you. To abandon the greatest illusion is the most fearful act. But behold!

    Your lips are created for kissing. Someone desires to become your lip so it can join another as a dance of a couple while consuming the fruit of love I wish I could be You. I wish I could write down everything with the pen on the tablet. The plan was to become a world and the world desired to become a man, and the man wanted to write so everything will become a text and the text was in joy while being sealed with the last Seal, the first created light from the One. No more text, nor more writings, end of the line Just pure imitation of imitation Another fake copy

    And the eye of cow has enlarged in the seventh skyWhere the eternal echo was calling its nameIt contained the name of all names In extension through the timeless staticsTo break this heavenly chorus it desired the silence through its ecstasies Like two lips they have been in concordance within the age

    Once more this story will be repeatedAnd the curtain will raiseAnd the silence will be and the first lines will be pronounced destroying perfect unity of dreamI wasAnd I will beI amEnd of the lineOnce more

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  • VIGNETTA: UN CORO ANGELICO

    Roberta Congia

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