NOTIZIARIO DI PISA - Sulla Tua Parola

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NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI PISA Redazione: Piazza Arcivescovado 18 56126 Pisa tel: 050 565543 fax: 050 565544 Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983 [email protected] 3 febbraio 2019 LA DOMENICA DEL PAPA Non domani, ma adesso DI F ABIO ZAVATTARO a pagina del Vangelo proclamata domenica scorsa è quanto mai significativa per l’esperienza che i giovani hanno vissuto a Panama – la prossima a Lisbona – e in qualche modo rimanda anche alla veglia di sabato: le parole e il silenzio della preghiera, dell’adorazione eucaristica. Parole e silenzio. Le prime le pronuncia, nel brano di Luca, Gesù, il quale, “secondo il suo solito”, va nella Sinagoga, di sabato, per dire quell’oggi che diventa impegno concreto. Nazareth come Panama, per Papa Francesco; non domani ma adesso, dice ai giovani alla messa al Campo Juan Pablo II: «È l’adesso di Dio che con Gesù si fa presente, si fa volto, carne, amore di misericordia che non aspetta situazioni ideali o perfette per la sua manifestazione, né accetta scuse per la sua realizzazione. Egli è il tempo di Dio che rende giusti e opportuni». Il silenzio è quello che accompagna le parole pronunciate da Gesù nella Sinagoga dopo aver letto il profeta Isaia, una pagina in cui si narra di un uomo che, rinnovato dall’unzione dello Spirito Santo, viene incaricato dal Signore di presentarsi al popolo e dire: «Mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Un programma niente male, quasi manifesto, diremmo noi oggi, di un possibile impegno di governo. Ma, come sappiamo, il regno che Gesù proclama non è di questa terra, né come gli uomini lo vorrebbero. La scena è raccontata da Luca, che la spiega a un certo Teofilo: tutti hanno gli occhi puntati su Gesù. È la prima volta che predica a Nazareth; non aveva seguito corsi di rabbino, né aveva operato cose straordinarie; voci raccontavano che aveva scelto di parlare in altre cittadine della Galilea, sulle strade, nelle piazze, nelle case. È diverso Gesù dai maestri del suo tempo, ricordava Francesco il 24 gennaio del 2016: «Non ha aperto una scuola per lo studio della legge, ma va in giro a predicare e insegna dappertutto»; di più, «è diverso anche da Giovanni Battista, il quale proclama il giudizio imminente di Dio, mentre Gesù annuncia il suo perdono di Padre». Chiude il Rotolo e dice, Gesù: «Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato». Il silenzio dopo le parole. A Nazareth non tutti capirono, ricorda il Papa ai giovani a Panama. «Anche a noi può succedere la stessa cosa. Non sempre crediamo che Dio possa essere tanto concreto e quotidiano, tanto vicino e reale, e meno ancora che si faccia tanto presente e agisca attraverso qualche persona conosciuta come può essere un vicino, un amico, un familiare». Spesso si preferisce «un Dio a distanza: bello, buono, generoso ma distante e che non scomodi». Un Dio vicino e quotidiano amico e fratello «ci chiede di imparare vicinanza, quotidianità e soprattutto fraternità». Non si è manifestato «in modo angelico o spettacolare», ma ci ha donato «un volto fraterno, amico, concreto, familiare». Essere giovani, afferma ancora, non è sinonimo di sala d’attesa «per chi aspetta il turno della propria ora». E frattanto, «inventiamo per voi o voi stessi inventate un futuro igienicamente ben impacchettato e senza conseguenze, ben costruito e garantito con tutto ‘ben assicurato». È la «finzione della gioia» ha detto Francesco. «Vi tranquillizziamo e vi addormentiamo perché non facciate rumore, perché non facciate domande». Così i sogni perdono quota, diventano illusioni. Giovani, ha detto Francesco, «non siete il futuro, ma l’adesso di Dio». Le domande invece servono, come quella che viene posta a Gesù: chi è il prossimo? L’ha ricordata Francesco nella casa che accoglie giovani e adulti poveri malati di aids. «Il prossimo – ha detto loro – è soprattutto un volto che incontriamo nel cammino, e dal quale ci lasciamo muovere e commuovere». L’indifferenza ferisce e uccide. «È un volto che rivela la nostra umanità tante volte sofferente e ignorata. È un volto che scomoda felicemente la vita perché ci ricorda, ci mette sulla strada di ciò che è veramente importante, e ci libera dal banalizzare e rendere superflua la nostra sequela del Signore». L Francesco a Panama per la Gmg: «Voi, cari giovani, non siete il futuro (...) No, siete il presente! Non siete il futuro di Dio: voi giovani siete l’adesso di Dio!» DI ANDREA BERNARDINI uaranta giorni dopo il Natale - dunque sabato 2 febbraio - la Chiesa celebra la festa della Presentazione al Tempio di Gesù e, con essa, la giornata di preghiera per gli istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolica. Giornata istituita nel 1997 da papa Giovanni Paolo II per «aiutare l’intera Chiesa a valorizzare sempre più la testimonianza delle persone che hanno scelto di seguire Cristo da vicino mediante la pratica dei consigli evangelici» e allo stesso tempo «occasione propizia» per le persone consacrate «per rinnovare i propositi e ravvivare i sentimenti che devono ispirare la loro donazione al Signore». Anche la Chiesa pisana si stringe intorno ai suoi religiosi. Lo farà, in particolare, nella concelebrazione eucaristica che l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto presiederà in Cattedrale alle ore 17 di sabato 2 febbraio. Sarà questa l’occasione per festeggiare, in particolare, le religiose che festeggiano un particolare anniversario dalla loro professione: i venticinque anni di vita consacrata di suor Everlyn Gerong della casa pisana delle Suore dell’Addolorata Serve di Maria, di suor Mini Anchuthaikkal delle Suore Figlie di Nazareth, i cinquant’anni di vita consacrata di suor Piera Calastri, cottolenghina in servizio a Fornacette, di suor Antonietta Cirottola e suor Vincenza Benvenuto, cottolenghine a Pisa, di suor Rosa Pandolfi (Figlie di Maria Ausiliatrice), di suor Teodora Falli, di suor Ludovica Galati e di suor Alfreda Pungente (tutte delle Oblate di Sant’Antonio di Padova) e di suor Santina Pane, delle suore della Sacra Famiglia a Pietrasanta. Infine i sessant’anni di vita consacrata di suor Ivana Biason, delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Q La giornata della vita consacrata Sabato 2 febbraio in Cattedrale celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto. Ecco le suore che festeggiano un particolare anniversario della loro professione i arricchisce di un fatto da cronaca giudiziaria il pubblico dibattito sul progetto di una moschea che la comunità islamica - presente a Pisa da 25 anni ed espressione di uomini e donne provenienti da 27 diversi Paesi - vorrebbe realizzare su un terreno di circa 4mila metri, in via del Brennero, nel quartiere di Porta a Lucca. Terreno di sua proprietà. Come si ricorderà, i contrari all’iniziativa, riunitisi nel comitato «Il popolo decide», si erano fatti promotori di un referendum consultivo, poi non celebrato perché non ammesso dal collegio dei garanti. L’attuale amministrazione ha deciso di variare la destinazione d’uso di quell’area, perché la considera urbanisticamente troppo «congestionata» e vorrebbe riconvertire il terreno a parco o a servizi destinati al pubblico. Su questo caso si era espresso, in un comunicato diffuso lo scorso 3 gennaio (e pubblicato integralmente sul primo numero del nostro settimanale uscito nel 2019), anche il consiglio pastorale diocesano: «Voler impedire a qualcuno di esercitare il culto legato alla propria fede - si legge nella nota - non è che l’inizio di una forma diffusa di intolleranza religiosa. E a questo proposito la storia ci insegna molte cose». Più di recente era intervenuta la comunità valdese e, in una mozione assembleare, il circolo Pd di Pisanova. E proprio al circolo del Pd è stato recapitato sabato scorso una lettera a firma «Mov.(imento) Difesa x Pisa» (nella foto) che minaccia ritorsioni in caso di ulteriori pressioni esercitate per la costruzione della moschea. Minacce dirette anche al «consiglio pastorale» (diocesano) e ai «valdesi». Sul caso sta indagando la Digos. A.B. S Caso moschea, minacce (anche) al consiglio pastorale VOLANTINO ANONIMO

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NOTIZIARIODELLA DIOCESI DI PISA

Redazione: Piazza Arcivescovado 1856126 Pisatel: 050 565543fax: 050 565544

Notiziario localeDirettore responsabileAndrea Fagioli

Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983

[email protected]

3 febbraio 2019

LA DOMENICA DEL PAPA

Non domani,ma adesso

DI FABIO ZAVATTARO

a pagina del Vangelo proclamata domenica scorsaè quanto mai significativa per l’esperienza che igiovani hanno vissuto a Panama – la prossima aLisbona – e in qualche modo rimanda anche alla

veglia di sabato: le parole e il silenzio della preghiera,dell’adorazione eucaristica. Parole e silenzio. Le prime lepronuncia, nel brano di Luca, Gesù, il quale, “secondo ilsuo solito”, va nella Sinagoga, di sabato, per direquell’oggi che diventa impegno concreto. Nazarethcome Panama, per Papa Francesco; non domani maadesso, dice ai giovani alla messa al Campo Juan PabloII: «È l’adesso di Dio che con Gesù si fa presente, si favolto, carne, amore di misericordia che non aspettasituazioni ideali o perfette per la sua manifestazione, néaccetta scuse per la sua realizzazione. Egli è il tempo diDio che rende giusti e opportuni». Il silenzio è quelloche accompagna le parole pronunciate da Gesù nellaSinagoga dopo aver letto il profeta Isaia, una pagina incui si narra di un uomo che, rinnovato dall’unzionedello Spirito Santo, viene incaricato dal Signore dipresentarsi al popolo e dire: «Mi ha mandato a portare illieto annuncio ai poveri, a proclamare ai prigionieri laliberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà glioppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Unprogramma niente male, quasi manifesto, diremmo noioggi, di un possibile impegno di governo. Ma, comesappiamo, il regno che Gesù proclama non è di questaterra, né come gli uomini lo vorrebbero. La scena èraccontata da Luca, che la spiega a un certo Teofilo: tuttihanno gli occhi puntati su Gesù. È la prima volta chepredica a Nazareth; non aveva seguito corsi di rabbino,né aveva operato cose straordinarie; voci raccontavanoche aveva scelto di parlare in altre cittadine della Galilea,sulle strade, nelle piazze, nelle case. È diverso Gesù daimaestri del suo tempo, ricordava Francesco il 24gennaio del 2016: «Non ha aperto una scuola per lostudio della legge, ma va in giro a predicare e insegnadappertutto»; di più, «è diverso anche da GiovanniBattista, il quale proclama il giudizio imminente di Dio,mentre Gesù annuncia il suo perdono di Padre». Chiudeil Rotolo e dice, Gesù: «Oggi si è compiuta questascrittura che voi avete ascoltato». Il silenzio dopo leparole. A Nazareth non tutti capirono, ricorda il Papa aigiovani a Panama. «Anche a noi può succedere la stessacosa. Non sempre crediamo che Dio possa essere tantoconcreto e quotidiano, tanto vicino e reale, e menoancora che si faccia tanto presente e agisca attraversoqualche persona conosciuta come può essere un vicino,un amico, un familiare». Spesso si preferisce «un Dio adistanza: bello, buono, generoso ma distante e che nonscomodi». Un Dio vicino e quotidiano amico e fratello«ci chiede di imparare vicinanza, quotidianità esoprattutto fraternità». Non si è manifestato «in modoangelico o spettacolare», ma ci ha donato «un voltofraterno, amico, concreto, familiare». Essere giovani,afferma ancora, non è sinonimo di sala d’attesa «per chiaspetta il turno della propria ora». E frattanto,«inventiamo per voi o voi stessi inventate un futuroigienicamente ben impacchettato e senza conseguenze,ben costruito e garantito con tutto ‘ben assicurato». È la«finzione della gioia» ha detto Francesco. «Vitranquillizziamo e vi addormentiamo perché nonfacciate rumore, perché non facciate domande». Così isogni perdono quota, diventano illusioni. Giovani, hadetto Francesco, «non siete il futuro, ma l’adesso diDio». Le domande invece servono, come quella cheviene posta a Gesù: chi è il prossimo? L’ha ricordataFrancesco nella casa che accoglie giovani e adulti poverimalati di aids. «Il prossimo – ha detto loro – èsoprattutto un volto che incontriamo nel cammino, edal quale ci lasciamo muovere e commuovere».L’indifferenza ferisce e uccide. «È un volto che rivela lanostra umanità tante volte sofferente e ignorata. È unvolto che scomoda felicemente la vita perché ci ricorda,ci mette sulla strada di ciò che è veramente importante, eci libera dal banalizzare e rendere superflua la nostrasequela del Signore».

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Francesco a Panama per la Gmg: «Voi, carigiovani, non siete il futuro (...) No, siete il presente! Non siete il futuro di Dio: voi giovani siete l’adesso di Dio!»

DI ANDREA BERNARDINI

uaranta giorni dopo il Natale - dunque sabato 2 febbraio - laChiesa celebra la festa della Presentazione al Tempio di Gesù e,

con essa, la giornata di preghiera per gli istituti di vita consacrata edelle società di vita apostolica. Giornata istituita nel 1997 da papaGiovanni Paolo II per «aiutare l’intera Chiesa a valorizzare sempre piùla testimonianza delle persone che hanno scelto di seguire Cristo da vicinomediante la pratica dei consigli evangelici» e allo stesso tempo

«occasione propizia» per le personeconsacrate «per rinnovare i propositi eravvivare i sentimenti che devono ispirarela loro donazione al Signore».Anche la Chiesa pisana si stringeintorno ai suoi religiosi. Lo farà, inparticolare, nella concelebrazioneeucaristica che l’arcivescovo GiovanniPaolo Benotto presiederà in Cattedralealle ore 17 di sabato 2 febbraio. Sarà questa l’occasione per festeggiare,in particolare, le religiose chefesteggiano un particolare anniversariodalla loro professione: i venticinqueanni di vita consacrata di suor EverlynGerong della casa pisana delle Suoredell’Addolorata Serve di Maria, di suorMini Anchuthaikkal delle Suore Figliedi Nazareth, i cinquant’anni di vitaconsacrata di suor Piera Calastri,cottolenghina in servizio a Fornacette,di suor Antonietta Cirottola e suor

Vincenza Benvenuto, cottolenghine a Pisa, di suor Rosa Pandolfi (Figlie di Maria Ausiliatrice), di suor Teodora Falli, di suorLudovica Galati e di suor Alfreda Pungente (tutte delle Oblate diSant’Antonio di Padova) e di suor Santina Pane, delle suore dellaSacra Famiglia a Pietrasanta. Infine i sessant’anni di vita consacratadi suor Ivana Biason, delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

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La giornata della vita

consacrata

Sabato 2 febbraioin Cattedralecelebrazioneeucaristicapresiedutadall’arcivescovoGiovanni PaoloBenotto. Ecco lesuore chefesteggiano unparticolareanniversariodella loroprofessione

i arricchisce di un fatto da cronaca giudiziaria ilpubblico dibattito sul progetto di una moschea che

la comunità islamica - presente a Pisa da 25 anni edespressione di uomini e donne provenienti da 27diversi Paesi - vorrebbe realizzare su un terreno di circa4mila metri, in via del Brennero, nel quartiere di Porta

a Lucca. Terreno di suaproprietà.Come si ricorderà, i contrariall’iniziativa, riunitisi nelcomitato «Il popolo decide»,si erano fatti promotori di unreferendum consultivo, poinon celebrato perché nonammesso dal collegio deigaranti. L’attualeamministrazione ha deciso divariare la destinazione d’usodi quell’area, perché laconsidera urbanisticamentetroppo «congestionata» evorrebbe riconvertire il

terreno a parco o a servizi destinati al pubblico.Su questo caso si era espresso, in un comunicatodiffuso lo scorso 3 gennaio (e pubblicato integralmentesul primo numero del nostro settimanale uscito nel2019), anche il consiglio pastorale diocesano: «Volerimpedire a qualcuno di esercitare il culto legato alla propriafede - si legge nella nota - non è che l’inizio di una formadiffusa di intolleranza religiosa. E a questo proposito lastoria ci insegna molte cose». Più di recente eraintervenuta la comunità valdese e, in una mozioneassembleare, il circolo Pd di Pisanova. E proprio al circolo del Pd è stato recapitato sabatoscorso una lettera a firma «Mov.(imento) Difesa x Pisa»(nella foto) che minaccia ritorsioni in caso di ulterioripressioni esercitate per la costruzione della moschea.Minacce dirette anche al «consiglio pastorale»(diocesano) e ai «valdesi». Sul caso sta indagando laDigos.

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Caso moschea,minacce (anche) al consiglio pastorale

VOLANTINO ANONIMO

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VITA NOVATOSCANA OGGI3 febbraio 2019II

AGENDAIMPEGNI PASTORALI DELL’ARCIVESCOVODomenica 3 febbraio 2019 ore 11: S. Messa al-la Sacra Famiglia a Pisanova; ore 15,30: in-contro con i Gruppi Famiglia a S. Maria Ma-dre della Chiesa; ore 18: S. Messa a San Bia-gio per la festa patronale.Lunedì 4 febbraio ore 9: S. Messa in Arcive-scovado per i giornalisti e gli addetti alle co-municazioni; ore 18: Incontro con i ministristraordinari della Comunione a San Pio X.Martedì 5 febbraio a Roma per la Congrega-zione delle Cause dei Santi.Mercoledì 6 febbraio ore 15: incontro con glianziani a Ghezzano; ore 18: S. Messa a Ghez-zano; ore 21,15: incontro a S. Stefano e.m.con le realtà caritative.Giovedì 7 febbraio ore 9,30: insediamentodel nuovo Consiglio Presbiterale in Curia.Venerdì 8 febbraio ore 9,15: udienze; ore 17:Incontro a San Biagio (Chiesa di S. Pietro);ore 18: incontro con CNA su Toniolo all’Ho-tel San Ranieri.Sabato 9 febbraio ore 17,30: incontro con icatechisti dei Vicariati Pisa nord in CattedraleDomenica 10 febbraio 2019 ore 11: Cresimein Ss Cosimo e Damiano; ore 15,30: S. Mes-sa al GPII di Calambrone per gli IRC.

SAN VALENTINO IN CATTEDRALEPISA - Nel giorno di San Valentino - dunquegiovedì 14 febbraio - l’arcivescovo GiovanniPaolo Benotto incontrerà le coppie di fidan-zati e sposi in Cattedrale. Appuntamento inDuomo alle ore 19. L’iniziativa è promossadall’ufficio diocesano per la pastorale fami-liare.

CONCORSO «ANIMA MUNDI»PISA - L’Opera della Primaziale Pisana e larassegna di musica sacra «Anima Mundi»,hanno indetto il XIIº Concorso internazio-nale di composizione sacra «Anima Mundi».Ogni compositore potrà partecipare al con-corso con un’unica partitura interamente ori-ginale e mai pubblicata, né eseguita o incisaprecedentemente. Al vincitore andrà un pre-mio di cinquemila euro. La composizionevincitrice sarà eseguita all’interno del pro-gramma dell’edizione 2019 della rassegna dimusica sacra «Anima Mundi».Per la XII edizione del concorso è stato sceltol’inno Ubi càritas et amor da musicare a sceltain latino o in italiano con l’impiego di un co-ro a 4 voci miste (SATB), 2 violini, violoncel-lo, contrabbasso e organo. La composizionedovrà avere una durata compresa tra gli 8 e i10 minuti. La composizione dovrà pervenire entro e nonoltre il 19 aprile 2019 alla segreteria del con-corso e non è prevista alcuna tassa di iscrizio-ne. Il bando e il modello di domanda sonoconsultabili sul sito www.opapisa.it.

PRESENTAZIONE DEL SIGNOREAL TEMPIO

DI GIOVANNI MANECCHIA

a ragazzo ho praticato il calcio.Giocavo ala sinistra (allora non

usava il 4 3 3...) e facevo gol, ma nonero così bravo. Più bravo - per me - erachi impostava il gioco «alla Pirlo» e fa-ceva «assist» (si diceva «cross»). AlleOlimpiadi seguo l’atletica nella velo-cità e nel fondo. Anche san Paolo scri-vendo al discepolo e collaboratore Ti-moteo dice «... ho terminato la corsa,ho conservato la fede... » (2 Tm 4,7).Ogni cristiano, ognuno di noi correnello stadio della vita ma si può anchecadere. E allora? Allora ci si rialza. Ch-ris Froome, vincitore del Giro d’Italia2018, è caduto nelle primissime tappefacendosi male. S’è rialzato un po’sanguinante, ha continuato... ha vintoil Giro. Scrive ancora s.Paolo a Timo-teo «... Cerca di venire presto da me,perché Dema mi ha abbandonato,avendo preferito le cose di questomondo... » (2 Tm 4,9). Non facciamocome questo Dema che ha preferito ilmondo. Sabato 2 febbraio è la festadella Presentazione del Signore. Per laprima volta il Figlio di Dio, piccolobambino con Maria e Giuseppe, entranel Tempio a Gerusalemme. «O Dioonnipotente... concedi anche a noi diessere presentati a te rinnovati nelloSpirito...». E Domenica 3 con il salmo«... Sei tu... Signore, la mia speranza...fin dalla mia giovinezza...» (Sal 70/71liturgia della IV domenica del TempoOrdinario).

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ASTERISCO

Incontro con la teologaCristina Simonelli allaScuola di formazioneteologico pastorale

Senza volto,né nome.Ma non per Dioella prima parte dellaserata la professoressaCristina Simonelli hatracciato un percorso

di formazione, nel tentativo dileggere alcune parti dellaBibbia a partire dagli ultimi,dagli esclusi, avendo cometema «un nome, un volto».Tema significativo, in questomese di gennaio, caratterizzatocome ogni anno da tre eventiimportanti che si intreccianotra loro: la giornata mondialedella pace - dal tema «La buonapolitica è al servizio dellapace»; la Settimana dipreghiera per l’unità deicristiani - che quest’anno avevacome tema «Cercate di essereveramente giusti (Dt 16, 18-20)», e la Giornata dellaMemoria, quanto mai attuale.La professoressa CristinaSimonelli ha iniziato il suoragionamento affermando chelo specchiarsi fra la SacraScrittura e la vita suggerisce leparole poveri/ultimi ma ancheun nome un volto. Ha ricordatoil passo di Isaia in cui ilSignore dice a Sion: «Ho tatuatoil tuo nome sulle Mie mani». E ha

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proposto alcune immaginicominciando dalla sala di «YadVashem» («Un memoriale e unnome») a Gerusalemme, illuogo della memoria dellevittime della Shoa. Volto enome nella Scrittura cirimandano a Dio che crea eabbraccia, che come madre sitatua ogni nome sulle suemani, che non abbandonanessuna piccola vita. Nessunopuò essere senza volto e senzanome. Successivamente la relatrice hacommentato una delle tantediscese agli inferi di Ivan

Marco Rupnik che come segnodi resurrezione mostra Gesùche prende per mano Adamoed Eva. Adamo esce dalle faucidi un pesce, ricordando ilsegno di Giona. Mostrando una immagine direpertorio di morti su unaspiaggia libica, la professoressaCristina Simonelli ha citato ilrecentissimo libro di CristinaCattaneo, Naufraghi senza volto. Quindi ha parlato degli anawim, i poveri del Signore, lacui radice contiene l’idea delcurvarsi: e lo ha fatto partendodalle parole utilizzate per

indicare i poveri nel libro diRavasi-Sofri Beati i poveri inspirito, perchè di essi è il regno deicieli. Nella seconda parte la relatrice-ragionando sui poveri che nonhanno un volto e un nome - haproposto due narrazionibibliche in cui va in scena lagerarchia tra primi e ultimi:laVigna di Nabot ( 1 RE, 21, 1-16) e le concubine di Davide,donne senza nome, 2 Sam16,20-22 / 20,3. La relatrice ha poi postol’attenzione sulla vicenda diNinive che ha due esiti diversinei libri del profeta Giona e delprofeta Naum, rimandandoalla possibilità affidata a noi dirovesciare gli schemi, dicambiare la storia. Ha quindi concluso il suosecondo intervento augurandoche cercare la giustizia e lapace, curvarsi come fa ilSignore perchè nessuno siaoppresso, possa essere unrimettersi nella creazionericonoscendo che per Dionessuno è senza nome o senzavolto, perché tutti hannodiritto ad un nome ed un volto.

Corridoi umanitari: 1500 profughi in Italia

DI FABIO GIANNONI

poveri senza volto e senza nome hanno trovato voce negli in-contri della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Gio-vedì 24 gennaio il gruppo di impegno ecumenico aveva chiama-to a Pisa - e precisamente nell’aula magna del Santa Caterina -

la professoressa Cristina Simonelli (nella foto di Enzo Gaiotto) pri-ma per tenere una lezione agli studenti della Scuola di formazioneteologico pastorale e poi un incontro pubblico tutti gli interessati.Interessante la storia della relatrice. Nata a Firenze il 24 maggio1956, dal 1976 al 2012 ha vissuto in un accampamento Rom, primain Toscana, poi a Verona. Dal 2013 è presidente del coordinamen-to delle yeologhe italiane. È docente di teologia patristica a Veronae alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale a Milano.

I

DI SILVIA NANNIPIERI

a Settimana di preghiera per l’unità deicristiani a Pisa si è conclusa, venerdì 25

gennaio, con un incontro nella chiesavaldese per fare il punto sul progettoecumenico dei «Corridoi umanitari».Gaetano De Monte, giornalista ecollaboratore del progetto

«Mediterraneanhope» ha illustratoil complessolavoro svolto dallaFederazione delleChiese evangelicheper accogliere insicurezza stranieri:coordinando illoro arrivoattraverso i«corridoiumanitari»,distribuendoli sulterritorionazionale(laddove si ètrovato un alloggioe la disponibilità

di associazioni e comunità a sostenere ilnucleo familiare ospitato), gestendodirettamente una casa di accoglienza, aScicli. Gestendo, infine, un appositoufficio per i cosiddetti «Dublinati».

CHI SONO I DUBLINATI olti dei profughi che arrivano nelnostro Paese, chiedono di riunirsi

con familiari o conterranei che già sitrovano in altri paesi europei. C’è da

M

L

capirli: questo dà loro maggiore sicurezza efacilita la ripresa di una vita il più vicinopossibile a una «normalità» che in molti casi,secondo le vicende subite, nonrecupereranno comunque. Chi perseguequesto obbiettivo e, con mezzi di fortuna loraggiunge, per restare in quel paese devecomunque «attendere» il pronunciamentodelle autorità sulla loro richiesta di «asilo».Secondo il Trattato di Dublino, chi ricevediniego, deve essere rispedito nel luogo diprimo arrivo. E questo può avvenire anche adistanza di anni, quando magari i profughisi sono ambientati e ricostruiti una vita.Ebbene l’ufficio del progetto «Mediterranean

hope» - che si trova a Roma nella sededella Federazione delle chieseevangeliche in Italia - si occupa anche diquesti casi, trovando una «seconda»accoglienza per i profughi non voluti nelPaese in cui avrebbero preferitotrascorrere il resto della loro vita. Sono state 1500, dal 2015 ad oggi, lepersone accolte in Italia grazie ai«corridoi umanitari» promossi dallaChiesa valdese e dall’associazioneSant’Egidio. Un progetto, quello deicorridoi umanitari, che sta mettendoradici anche in Francia, dove, dal luglio2017 ad oggi 257 persone sono arrivatelegalmente e in sicurezza dal Libano.Recentemente, sia pure per numeri moltoridotti, lo stesso modello è stato attivatoanche in Belgio e Andorra: coinvolgecittadini, chiese, parrocchie, strutturediaconali e associazioni.

CONTRO IL BUSINESS DEGLI SCAFISTIibaditi gli obiettivi del progetto«Mediterranean hope»: evitare i viaggi

dei profughi con i barconi della morte nelMediterraneo; contrastare il micidiale business degli scafisti e dei trafficanti diuomini, donne e bambini; concedere apersone in «condizioni di vulnerabilità»(ad esempio vittime di persecuzioni,torture e violenze, famiglie con bambini,donne sole, anziani, malati, persone condisabilità) un ingresso legale sul territorioitaliano con visto umanitario, esuccessiva presentazione della domandadi asilo; consentire di entrare in Italia inmodo sicuro per tutti, anche per chiaccoglie.

R

Il successodell’iniziativaportata avanti

dalla Chiesavaldese e dalla

comunità diSant’Egidio.

Il punto sul progetto

in un incontrodella Settimana

ecumenica

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VITA NOVA TOSCANA OGGI3 febbraio 2019 III

Un flash mob per chiedere una coperta per gli homelessa molto sorpreso e incuriosito quanto è accaduto, nei giorni scorsi, davanti alla Chiesa delCarmine, durante un affollato pomeriggio di shopping, tra il vociare della gente a passeggio.

Un consistente gruppo di volontari degli «Amici della Strada» ha inscenato un flash mob per sensi-bilizzare la richiesta di aiuto dei senza tetto di Pisa che, specialmente in inverno, con il freddo, sitrovano a sbarcare il lunario con estrema difficoltà.Mettendosi nei panni di questi anonimi «invisibili» i volontari si sono sdraiati su dei cartoni e, av-volgendosi in una coperta, hanno interpretato il difficile ruolo di chi vive così, con poco o nulla,tentando di ripararsi, durante la notte, dai morsi del gelo. Alcuni volontari seduti sul selciato, han-no esibito le loro richieste di aiuto scritte proprio su quei cartoni pronti a trasformarsi in letti perdormire, quando la città di notte sembra slargarsi e perdersi nel buio e nel freddo.Gli «Amici della strada», che hanno il loro centro operativo nella parrocchia di Ghezzano, chiedo-no delle coperte da distribuire ai tanti che ne fanno continua richiesta. Speriamo che questo flashmob, che è stato seguito da tanta gente, possa aiutare i volontari nella loro difficile missione di aiu-to verso queste sfortunate persone.

Enzo Gaiotto

H

ACCADE A PISA

Volontari del Centro -domenica prossima -all’uscita delle chiesedella diocesi. Oltremille donne, dal 1980ad oggi, hanno decisodi portare avanti lagravidanza dopo averbussato alla portadell’associazione.I «progetti speciali»e i «progetti Gemma»

«Primule per la vita» a sostegno del Cavroprio il loro sguardo –«saggio e ricco diesperienza» -«consentiràdi rialzarsi dai terremoti

– geologici e dell’anima – cheil nostro Paese attraversa».Il messaggio, sulla scorta diquanto spesso sollecitato dapapa Francesco, invita a«costruire una solidale“alleanza tra le generazioni”»,in questo modo: «si consolidala certezza per il domani deinostri figli e si spalancal’orizzonte del dono di sé, cheriempie di senso l’esistenza».In tale prospettiva «si rendesempre più necessario un pattoper la natalità – esplicitano ivescovi – che coinvolga tutte leforze culturali e politiche e,oltre ogni sterilecontrapposizione, riconosca lafamiglia come grembogenerativo del nostro Paese».«La vita fragile si genera in unabbraccio», si legge nel testo,che chiama «all’accoglienzadella vita prima e dopo lanascita, in ogni condizione ecircostanza in cui essa è

P

debole, minacciata e bisognosadell’essenziale» e alla «cura dichi soffre per la malattia, per laviolenza subita o perl’emarginazione».«Il futuro inizia oggi –conclude il Messaggio -: è uninvestimento nel presente».Parole certamente condivisedai volontari del Movimento edal Centro di aiuto alla vita diPisa, che dal 1980 - anno diinizio della sua attività - adoggi ha aiutato a nascere più di

mille bambini con «progettispeciali» e «progetti gemma».«Solo nel 2018 - ci dice lapresidente del Cav, MariaAssunta Ancora - abbiamoseguito 180 mamme conpacchi spesa, pannoloni,consulenza medica legale epsicologica, fornendo lorovestiti e sussidi per la primainfanzia. Nell’ultimo anno ilCentro di aiuto alla vita haconcentrato le sue risorse infavore dei casi dove la vita

risultava più in pericolo,aumentando così i “progettispeciali”: infatti nel corso del2018 abbiamo sostenuto ben25 progetti di cui 15 ancora incorso».Che differenza c’è tra i due«progetti»?«I progetti speciali sonosostenuti completamente dalCentro di aiuto alla vita di Pisagrazie alle offerte/adozioni chei nostri sostenitori - siano essiun single, una famiglia o ungruppo di famiglie -cielargiscono. I progetti“Gemma” sono adozioni adistanza di una mamma ingravidanza. Le offerte di singolio gruppi di sostenitori dellavita vengono gestiti dallafondazione “Vita Nova” diMilano che provvede adistribuirli ai centri di aiutoalla vita di tutta Italia , i qualipresentano le mamme daaiutare. Il Cav incaricato dellagestione del progetto informacostantemente gli adottanticirca l’evolversi dellagravidanza, la nascita e lacrescita del bambino. Di esso -se la mamma lo consente -viene comunicato il nome eviene inviata una fotografiaagli adottanti. Sostenere unamamma per un anno e mezzoconsente di superare iproblemi che spingonoall’aborto e dà un segnoconcreto di amicizia evicinanza».A sostegno dell’iniziativaportata avanti dal centro,questa domenica e nelleprossime domeniche difebbraio i volontari del Cavoffriranno primule all’uscitadel sacrario di Kindu e dellechiese di Ghezzano, Madonnadell’Acqua, Avane, Santa MariaMadre della Chiesa, nellequattro chiese dellaValgraziosa, in Santa Caterina,a Fornacette, a San Micheledegli Scalzi, a San Giovanni alGatano, a San Biagio, SantaCecilia, San Nicola, SantoStefano extra moenia, SanJacopo e Filippo,Sant’Apollinare in Barbaricina,alla Sacra Famiglia, a SanRanieri al Cep, in Santa Crocein Fossabanda, a Metato,Asciano, San Frediano, SanProspero, San Cosimo eDamiano e al Carmine, aColignola, Agnano e Mezzana.Per chi volesse fare un’offertaal Centro di aiuto alla vita eccoi dati del conto correntepostale: c.c.p. n° 11604568bancario Cassa di Risparmio diLucca - Pisa - Livorno IBAN:IT21V0503425347000000197351

DI ANDREA BERNARDINI

cco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non vene accorgete? Aprirò nel deserto una strada, immetterò fiumi

nella steppa». Il messaggio scritto dai vescovi italiani per la 41°Giornata per la vita, che si celebrerà domenica 3 febbraio 2019,prende le mosse dall’annuncio del profeta Isaia al popolo. Un an-nuncio che «ha radici di certezza nel presente» e «testimonia spe-ranza affidabile nel domani di ogni donna e ogni uomo». La vita eil futuro sono nella famiglia, scrivono i vescovi, che ricordano co-me l’esistenza sia «il dono più prezioso fatto all’uomo, attraversoil quale siamo chiamati a partecipare al soffio vitale di Dio nel fi-glio suo Gesù». Nella famiglia e nella società ruolo prezioso è quel-lo degli anziani, che «arricchiscono» il Paese e rappresentano «lamemoria del popolo».

IN BREVEDANIEL RUIZ ALLA VEGLIA PER LA PACEPISA - Daniel Ruiz, ricercatore in studi dipace, è stato chiamato dalla Consultadiocesana delle aggregazioni laicali aportare una sua testimonianza - questovenerdì 1 febbraio alle ore 18.30 in SantaMaria Madre della Chiesa - in occasionedella veglia diocesana di preghiera per lapace.Daniel Ruiz è stato generale, capo dellamissione spagnola nella guerra inJugoslavia. Passato al servizio dell’Onu,ha lavorato in posizioni di responsabilitàper oltre 20 anni in alcuni dei conflittipiù complessi della storia recente - adesempio in Bosnia-Erzegovina,Afganistan, Iraq, Guinea-Bissau, Somalia,Haiti o nella Repubblica Democratica delCongo - dove ha contribuito a portare lapace.«Oggi, più che mai, le nostre società necessi-tano di “artigiani di pace” che possano esseremessaggeri e testimoni autentici di Dio Padreche vuole il bene e la felicità della famigliaumana» ha scritto papa Francesco nelmessaggio per la giornata mondiale dellapace del 1 gennaio 2019. Le parole di pa-pa Francesco faranno da filo conduttoredella veglia diocesana di venerdì. Vegliache sarà presieduta dall’arcivescovo Gio-vanni Paolo Benotto.

PREGHIERA PER LA VITA IN SAN TORPÉPISA - La chiesa di San Torpé - in largodel Parlascio a Pisa - ospiterà - sabato 2febbraio - dalle ore 10 alle ore 12 - unincontro di preghiera per la vita.L’iniziativa è dell’associazione «Via VeritàVita». In un clima di raccoglimento ipartecipanti ascolteranno informazioni etestimonianze sull’aborto esull’esperienza di chi, invece, ha scelto lavita.L’incontro è realizzato in collaborazionecon la Fondazione Madonna delSoccorso di Orentano. Sono invitati apartecipare tutte le associazioniimpegnate per difendere la vita per a dareil suo piccolo contributo anchepresentando il proprio materialeinformativo e le proprie iniziative. Lapreghiera sarà in unione all’adorazionedel SS Sacramento e prevedel’affidamento alla Madonna dei bambinia rischio di non nascere.

INCONTRO CON GIUSEPPE SAVAGNONEPISA - Non è facile incontrare chi sappiacoinvolgere - allo stesso tempo -adolescenti e adulti: GiuseppeSavagnone, classe 1944, professore difilosofia, editorialista, uomo da sempreimpegnato nella Chiesa e nella vitasociale palermitana, ha questa capacità.Sarà lui - sabato 9 febbraio alle ore 16.30nell’aula magna dell’istituto «SantaCaterina» - a Pisa in piazza SantaCaterina 4 - a introdurre la discussionesul tema «Guardare oltre lo specchio -libertà e scelte tra il sé e i se», il primo ditre incontri che Azione cattolica, ilgruppo «Famiglie insieme» el’Associazione nazionale famiglienumerose hanno organizzato con lacollaborazione dell’ufficio diocesano dipastorale familiare. L’incontro è aperto atutta la cittadinanza. Alla suaconclusione, chi vorrà, potrà fermarsi acena (per prenotazioni inviare una mail [email protected]).

Irene Bonaccorsi

SAN VINCENZO «INSIEME A VOI»QUERCETA - I locali attigui alla chiesa disanta Teresa in Vaiana (Querceta) hannoospitato - nei giorni scorsi e per ilsecondo anno consecutivo - l’eventobenefico «Insieme a voi». Si trattava di unpranzo di solidarietà realizzato - grazieanche al contributo economico delcomune di Forte dei Marmi - da diverserealtà del territorio: le conferenzevincenziane di Querceta e di Ripa,l’associazione parrocchiale San VincenzoDe Paoli di Forte dei Marmi, l’AuserVerde Soccorso di Forte dei Marmi, lacorale della chiesa di Santa Teresa, lacomunità di Vaiana, l’associazione«Colonia Cristiana». Molti le persone -ordinariamente assistite dalleassociazioni - che hanno partecipatoall’evento. Dopo il pranzo è stataorganizzata una «tombola», all’internodella quale sono stati consegnati premialle persone partecipanti e soprattutto aibambini presenti. In tutti il proposito diripetere eventi simili, il primo dei qualisarà la festa di carnevale in programmanel pomeriggio del prossimo 24febbraio.

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VITA NOVATOSCANA OGGI3 febbraio 2019IV

Arrivederci, caro Professore...ntonio Maria Fascetti,nato a Pisa il 6 luglio1927, fece in tempoad assistere,

giovinetto, agli orrori e alletragedie delle fasi conclusivedella II guerra mondiale e,anche, ad esserne direttamentecoinvolto come deportato aLucca dalle truppe tedesche.L’inclinazione agli studi artisticiprobabilmente gli è derivata dalpadre Andrea, noto pittoredivisionista. Studia all’Istitutod’Arte «Augusto Passaglia» diLucca e qui consegue ildiploma di DecorazioneMurale Pittorica. Frequenta ilbiennio del Magistero d’Arte diPorta Romana a Firenzeottenendo il diploma di Pittore.A Roma consegue dueabilitazioni all’insegnamentodel Disegno e della Storiadell’Arte.Insegna prima nelle ScuoleMedie Inferiori e poi nei LiceiScientifici di Pisa, avviandomolte generazioni di studentialla scoperta del bello e al gustodell’arte e della storia. Lasoddisfazione più grande perlui era quando, ormai inpensione, veniva fermato dasignore e signori di una certaetà che amavano ricordargli diessere stati suoi alunni evolevano ringraziarlo per quelche loro aveva dato con la suaattività di docente.Lo scrittore AlessandroScarpellini, che è intervenuto aconclusione delle esequie inSan Sisto, ha ricordato di esserestato suo alunno alla Media«Toniolo» e ha volutoesprimere tutta la suagratitudine al Maestro che -anche tramite le lezioniall’aperto davanti alla chiesa diSan Paolo a ripa d’Arno,vicinissima alla scuola - guidavai discepoli alla scoperta dellameraviglia del bello nellanatura e nell’arte. La lungafrequentazione, poi, diScarpellini con il suo anticoMaestro gli ha consentito,altresì, di apprezzare le suequalità di difensore, come«uomo libero», dei tantissimitesori della nostra città.Sino a pochissimi anni faamava girare per le vie di Pisapedalando sulla sua bici con ungrosso borsello a tracolla. Losguardo vigile, attento epenetrante non si lasciavasfuggire nulla di quantoriguarda il passato e il presentedi quella che è stata una dellequattro gloriose RepubblicheMarinare.Veniva spesso a trovarci inredazione, anche soltanto percommentare questo oquell’articolo di «Vita Nova» acui era abbonato da sempre:non gli sfuggiva nulla,

nemmeno una virgola fuoriposto... Sin dai primi contatti che siavevano con lui venivano fuoriil suo carattere prorompente,quasi vulcanico, la suaprodigiosa memoria, la suagenerosità. Si onorava di essereuno dei fondatoridell’Associazione degli Amici diPisa, ma partecipava spessoanche alle attività delle altreassociazioni culturali cittadine.Oltre che impegnarsi condedizione all’insegnamento,con altrettanta dedizione si èoccupato di problematichecivili e non soltanto artistiche.Cresciuto nella Pisa di

Bonanno, Giovanni, Andrea edi tutti gli altri grandi artisti chechiamiamo Pisani, Fascetti hareso loro concreto omaggio intutte le sue opere in marmo,pietra e bronzo. In esse siavverte la classicità dellapostura, il vigore del gesto, lacapacità di suggerire emozioni.Sue opere si trovano in variechiese di Pisa e provincia: nonsoltanto in San Sisto, come si èdetto, ma anche in San Torpè (ilrilievo marmoreo del Santo chedomina la facciata), SanMartino (rilievo marmoreoraffigurante Santa Bona, lapatrona delle hostess), SanMichele in Borgo (tempera

raffigurante il Beato Vernagalli ei suoi trovatelli), nel Duomo(grande Evangeliario in argentoe legno pregiato, fuso a cerapersa e cesellato), ... Antonio Maria Fascetti haprodotto un centinaio di operepittoriche. Ritratti di bellissimedonne, magici paesaggi e nonsoltanto figurazioni religiose.Sue opere sono, fra l’altro, nellaCattedrale di San Demetrio, aPiana degli Albanesi (Palermo).Grande scultore, grande pittorema, anche, grande medaglista.E di questa sua produzioneFascetti, a giusta ragione, sifaceva vanto. Il campo dellamedaglistica, osservava ilNostro, compete agli scultoripiù che ai pittori. Per«produrre» medaglie non sonosufficienti i disegni, maoccorrono i «passaggi» propridella scultura (disegno,plastica, gesso, metallo) el’occhio e la mano delloscultore. Fra le tante ricordiamola medaglia celebrativa per i600 anni dalla nascita diAntonio Pisano, detto ilPisanello, e quella per i 400anni dalla nascita di OttavioPiccolomini.A suo grande merito bisognaricordare, altresì, vari eimportanti interventi mirati allasalvaguardia del nostropatrimonio artistico e storico: ilrestauro delle grotte delcomplesso monasticodell’Eremo di Rupe Cava,presso Pisa, e la costruzionedella strada che ad essoconduce; il recupero di moltipezzi del pergamo di SanMichele in Borgo, «emigrati»dopo il 1950 a Parianasull’Appennino di Pescia; ilrecupero, dopo l’alluvionedell’Arno del 1966, nel fangodei sotterranei del chiostro diSan Francesco, di bandi, disfidee di un centinaio di armaturedel Gioco del Ponte; lasegnalazione della presenza direperti archeologici presso lavia San Jacopo che portò alrinvenimento dell’imponenteTomba del Principe Etrusco.Oltre che artista con la«materia», Antonio MariaFascetti è stato artista con leparole, e come tale si è fattoapprezzare quale scrittore epoeta. Gli piaceva ricordare,altresì, che per furbizie altruinon era riuscito a farsi valerecome designer di fama... Nel1952 consegnava all’AgipMineraria, per il concorso SuperCortemaggiore, il bozzetto diun cane nero a tre teste, unalibera interpretazione delmitico Cerbero. Modificato daaltri artisti, è diventato il cane asei zampe, marchio distintivodell’Agip, e ora dell’Eni, notoin tutto il mondo.

A

Ci ha lasciati un indimenticabile

educatore, un grande artista, un uomo di vastacultura, un vero Amico di Pisa:

Antonio Maria Fascetti

DI ANTONIO F.GIMIGLIANO

iovedì scorso 24 gennaio alle ore 15, nell’antica chiesa di SanSisto, sono state celebrate le esequie del professore Antonio

Maria Fascetti. Nella stessa chiesa, in occasione de «Lo Die di San-to Sisto» il 6 agosto di due anni il Professore aveva tenuto unasplendida lezione su «Faida di comune - E viviam fratelli in pace,se viviamo in libertade». Era, come sempre, pieno di energia e conil desiderio vivissimo di trasmettere ai presenti i sentimenti che inlui suscitava la lettura della poesia di Giosuè Carducci. Nella stessachiesa ci sono due sue opere: il prezioso reliquiario di San Sisto eun medaglione in bronzo a ricordo del musicista pisano GiovanniCarlo Maria Clari.

G

Quella volta che unBuddha si trasformò in una... Madonna col Bambino

on si può dire che il professorAntonio Maria Fascetti fosse un

assiduo frequentatore delle praticheliturgiche. Al dunque, se «credere» o«non credere» - a qualche amico che sipoteva permettere di porgli laquestione - amava ricordare unepisodio che in lui aveva lasciato unsegno profondo. Ancora giovaneinsegnante, durante un viaggio inauto sull’Appennino tosco-emilianoebbe a fermarsi per ammirare ilpanorama che si offriva ai suoi occhicome per la prima volta. Notò unmasso di una certa grandezza e conuna forma particolare, come ungrande cono schiacciato. Pensò subitoche si poteva prestare bene perricavarne una statua di Buddha. Vollesaggiare la natura e consistenza delgrosso masso. Aveva nell’auto unmazzuolo che, ad ogni buon conto(non si sa mai...), teneva a portata dimano nei suoi spostamenti. Lopercosse con forza e, con suameraviglia, il masso si divise in due.In una parte apparve in rilievo una«Madonna col Bambino». Ma chi l’aveva mai fatta? Lui, chepensava di ricavare da quel masso unBuddha, vide in quell’opera la mano ela volontà di un Artefice di ben piùelevate capacità delle sue... E all’amicoche lo ascoltava amava dire: «Tu seilibero di pensarla come meglio credi,in merito a Dio e alla religione... ma ame è successo questo e non possoproprio dimenticarlo...».Anche noi ameremo ricordarlo come«uomo libero», e di lui ameremoricordare, altresì, la forza di artista, ilvigore di uomo, lo spirito vivace earguto, l’alta fronte luminosa sotto laricca capigliatura, i grandi occhipensosi, il sorriso intelligente. Cosìera ancora il 27 giugno dell’annoscorso quando, insieme a monsignorStefano Serafini, ci ha fatto da guidaalla scoperta dei tesori di Barga:avrebbe compiuto 91 anni di lì apochi giorni, il 6 luglio.

A.F.G.

N

L’EPISODIO

Alcune delle opere realizzate dal professor Antonio Maria Fascetti: in alto la lunetta in SanMichele in Borgo; in basso il reliquiario di San Sisto in Cortevecchia a Pisa e l’icona di SantaLucia a Piana degli Albanesi (Palermo)

Un’altra opera del professor Antonio Maria Fascetti: lamedaglia celebrativa per i 600 anni dalla nascita di AntonioPisano detto il Pisanello

Sopra: 29 aprile 2017, il professor Fascetti al lavoro per una delle sue ultime medaglie. A lato: a Barga il 27 giugno del 2018

il RICORDO

Page 5: NOTIZIARIO DI PISA - Sulla Tua Parola

VITA NOVA TOSCANA OGGI3 febbraio 2019 V

A Panama con papa FrancescoDI DANIELE ASCANI

n «chiasso» d’amore,l’ «adesso» di Dio, influencer nello stiledi Maria: sono i

giovani secondo papaFrancesco. Un vocabolario atratti inedito quello utilizzatodal pontefice che ha scaldatoil cuore della massa dipellegrini riuniti a Panama perla XXXIV Giornata mondialedella gioventù.E così è stato anche per Tommaso Morino, ventunennedi Fornacette, che ha vissutoda unico protagonista«pisano» questa esperienza,accompagnato dai giovanidella diocesi di Grosseto: «Perme è stato tutto diversorispetto a Cracovia - haraccontato Tommaso a ToscanaOggi - dal primo all’ultimomomento». L’interaspedizione italiana eraospitata nella diocesi diChitrè, a circa 200 chilometridalla capitale. Il gruppo diTommaso, in particolare, èstato accolto dalle famigliedella parrocchia di NostraSignora di Guadalupe. «Nelnostro paese (Las Tablas ndr)abbiamo vissuto insieme adaltre nazioni - ha spiegato ilgiovane pisano - c’eranoragazzi e ragazze provenientidall’Argentina, dal Venezuela,dalla Francia, Stati Uniti,Canada». Il tradizionaleperiodo di gemellaggio è stataun’occasione preziosa perscoprire culture e abitudinidiverse dalle nostre. «Sonorimasto colpito dagliargentini, dalla semplicità deiloro gesti e soprattutto dallacapacità di non avere paura ad

U

incontrare persone chepotevano sembrare“pericolose”» - ha raccontatoTommaso con entusiasmo inriferimento ad un’esperienzadi evangelizzazione che lo hacoinvolto in prima persona.Le giornate nella diocesi sonostate scandite seguendo unoschema ben preciso, alternato

tra preghiera, catechesi,attività ed eventi locali. Ilprimo passo è stato quellodell’accoglienza nelle diversecomunità (16 gennaio), conuna celebrazione eucaristicanel centro di Las Tablas. Poi il«giorno alla parrocchia» (17gennaio), durante il quale ipellegrini si sono immersi

nelle vite quotidiane dellazona partecipando ad attivitàsportive e culturali. «Da loro èmolto in voga il baseball - haspiegato Tommaso - siamoandati a vedere una partitadella squadra di casa eabbiamo provato a fare iltifo». Ma è stato sicuramente ilgiorno dedicato alla missionee all’ecologia (18 gennaio) cheha impressionato di più ilgiovane: «Siamo andati neiquartieri di Las Tablas eabbiamo visto la situazionereale: c’è tanta povertà» - haconfidato Tommaso,rivelando un altro particolareinsolito rispetto alle nostreabitudini occidentali: «Hoscoperto che qui non tuttiriescono ad avere una messacosì frequente in quellepiccole casupole chechiamano chiese, spessosoltanto una volta al mese. Etante persone, prive di mezzidi trasporto, non partecipanoaffatto. Oppure non hannoneanche la casa benedetta dalparroco». La prima settimanasi è conclusa con il «giornodella diocesi» (19 gennaio),nel quale tutti i giovani sisono riuniti a Chitrè, sede delVescovo, per una celebrazionecomunitaria seguita damomenti di folclore, festa emusica. «Ho appreso tantimodi di pregare diversi dainostri - ha spiegato ancoraTommaso - nella liturgia, adesempio, utilizzano molto ilcanto e le percussioni». Edinfine il «giorno dellafamiglia», con i saluti e laMessa di invio per dirigersinella capitale ad accogliere ilpontefice.La cerimonia di aperturaufficiale della Gmg al campoSanta Maria la Antigua, laliturgia penitenziale con idetenuti e la via Crucis, laveglia e la Messa mattutina alcampo San Juan Pablo II: «Èveramente straordinario comequeste nostre fedi siintrecciano tra loro e tra levarie Gmg passate. Alla fineparliamo una sola lingua»- haconfessato Tommasoricordando con stupore quelsilenzio assolutodell’adorazione eucaristicapresieduta da papa Francesco,durante il quale «tutti igiovani del mondoascoltavano un po’ i cuoridegli altri». E adesso che tuttosi è concluso? «Questa Gmgha avuto un sapore diverso daquella di Cracovia - haspiegato alla fine Tommaso - Eper me è stato un modo perchiarire tanti aspetti della miafede». Il cammino per Lisbona2022 è appena iniziato.

Il giovane TommasoMorino, originario

di Fornacette,di ritorno dallaGmg: «Colpito

dall’ospitalità degliargentini». L’interaspedizione italianaera ospitata nelladiocesi di Chitrè,

a circa 200chilometri dalla

capitale

Qui sopra e sotto, sulla spiaggia,Tommaso Morino, l’unico pisano che ha partecipato allaGiornata mondiale della gioventù a Panama

LA TESTIMONIANZA

DI ALESSANDRO CIPRIANO

irca due milioni di giovani datutti i continenti nel pienoturbinio delle loro scelte di vita,in bilico fra la paura e le sfide del

futuro personale e del mondo. Settegiorni di vita insieme: canti, preghiera,condivisione, festa, giochi, sana follia,

incontri e scambisu tematicheimportanti eaffascinanti,soprattutto sulfuturo della Terrae del GenereUmano. Volti,sorrisi e colori datutto il mondo,ma propriotutto, senzadistinzione dirazza,provenienza,sensibilità. Unaspiritualitàsincera, maistucchevole, chesi palpa, sirespira, si

mescola alle gocce di sudore di un caldoagosto romano. E soprattutto un clima difesta pulito, contagioso, inebriante. Iltutto condito dalla presenza di una guidaimmensa come Giovanni Paolo II, unaguida che è prima di tutto esempio diservizio.Tutti questi insieme sono gli ingredientidella Giornata mondiale dei giovani(Gmg) che ho vissuto a Roma nel 2000.Lo sono di ogni Gmg! Avevo 22 anni e quell’esperienza nonpoteva che cambiare per sempre quelloche sono. Mi chiamo Alessandro Cipriano, ora ho40 anni, sono un medico, lavoro alPronto Soccorso di Pisa, ho il privilegiodi fare volontariato nella cooperazioneinternazionale e qui in Italia. Molto diquello che sono oggi ha radicinell’esperienza di Roma e nelle duesuccessive Giornate mondiali dei giovaniche ho avuto la possibilità di vivere, aToronto nel 2002 e a Colonia nel 2005.L’intuizione delle Gmg è sempresembrata una follia per coloro che non lehanno vissute: «un raduno oceanico, inparti diverse del mondo, senza un precisoobiettivo». Ci hanno sempre chiamato«papaboys» ma noi abbiamo semprerifiutato questa etichetta: le Gmg sonoun’esperienza unica che mette in giocotutte le dimensioni di crescita,spensieratezza, follia e coraggio dellagiovinezza e le incanala in una ricerca disenso sana e liberante. Il Papa è solo unostrumento di questo, mai il fine. Così èstato per me e lo è stato per milioni digiovani in tutto il mondo. Ogni Gmgporta frutti importanti nelle vite deigiovani che vi partecipano e nonpotrebbe essere diversamente. Lapreparazione, l’attesa, ma soprattutto ilvissuto quotidiano di quell’esperienzasono un cocktail esplosivo per coloro chevi partecipano. Non è un caso che dopomolti anni dalla loro istituzione, le Gmgcontinuano a riscuotere un «successo»incredibile che leader politici, cantanti,personaggi pubblici si sognano di poterraccogliere. Quegli eventi sonoinevitabilmente punti di snodo nelpercorso di vita di coloro che vipartecipano. Ripensare a quei giorni a distanza dimolti anni, rivedendo i ragazzi che orasono alla Gmg di Panama, produce un mix di nostalgia e tenerezza. Allo stessotempo da una fiducia enorme: dopo avervisto la qualità dei temi trattati, la forzadegli stimoli che una Gmg porta nellevite delle ragazze e dei ragazzi che sonolà, non può che nascere la speranza, sequei giovani proveranno a mettere inpratica anche solo il 10% di quello chehanno ricevuto ci aspetta un futurostupendo.

C

IO,EX GIOVANE,DELLAGENERAZIONEDI TOR VERGATA

Page 6: NOTIZIARIO DI PISA - Sulla Tua Parola

VITA NOVATOSCANA OGGI3 febbraio 2019VI

Una casa per gli studenti universitaria cinque anni lacomunità parrocchialeuniversitaria è guidatada cinque padri gesuiti:

il superiore padre Stefano Tittaè affiancato da padre IuriSandrin, padre MatteoSuffritti, padre Pierre Grech elo scrivente, padre FrancescoGermano.. Insieme a loro,prestano servizio anchequattro suore apostoline,giunte invece quasi dieci annifa: con la superiora suorMonica Vitale, anche suorTosca Ferrante, suor CinziaGiacinti e suor DeborahFraschetti recentemente giuntaa Pisa. Sono molti gli studenti - iscrittialle diverse facoltà universitariedella città - che hanno elettosan Frediano come «casacomune», dove passare untempo significativo dellapropria esperienza di vita. Laloro quotidiana e vivacepresenza allenta il ricordo delsecolare silenzio che in passatosi respirava lungo gli originaricorridoi dell’antico monastero.Nelle sale studio, lungo losplendido chiostro delconvento, arricchito all’internoda un giardino regolato informe geometriche con alberidi arance e colorati fiori, eccogli studenti chini sui libri, conle cuffiettespesso nelleorecchie pertrovare la giustaconcentrazione,davanti aglischermi deipropri pcperennementeaccesi, o inpiedi davanti a lavagne piene dinumeri segnati velocemente odi densi schemi. E tutto questosecondo i ritmi propri dellavita universitaria, in un vissutoumanissimo, fatto di sessionidi esami, cicli di lezioni, distudio «matto edisperatissimo», di attese inmensa: per poi ritornare a sanFrediano, tra gli scaffali cheadornano le pareti della riccabiblioteca piena di libri,attendendo di trovare ilcompagno per giocare -finalmente, nella meritatapausa - a interminabili partitedi biliardino; o fermandosinella grande cucina, mai vuota,per consumare insieme unasemplice merenda o un pranzoo una cena. Sono questi iluoghi assai familiari e semprecari, anche dopo tanti anni, perchi - ora professionista ogenitore - rammenta con tantadolce nostalgia questo tempospeciale, ma ormai passato per

sempre.La comunità «educante» chepresta servizio nella chiesauniversitaria di San Fredianopresta attenzione alladimensione culturale deigiovani studenti, benconsapevole che la società delnostro tempo è in continua erapida mutazione, invita asempre nuovi settori diconoscenza, chiede aperturaalle tante culture che da temposi sono affacciate nel nostropaese. In San Frediano glistudenti si confrontano conquesta cangiante«complessità», per abituarsi alnecessario discernimento sulsenso generale della vita,nonché sulle grandi questionidell’uomo. Sono invitati, adesempio, a far eserciziodell’ascolto della Parola di Dio,in particolare grazieall’esperienza degli EVO, gliEsercizi spirituali nella VitaOrdinaria, rileggendo così la

propriaesistenzasecondo ilmetodo diSant’Ignazio diLoyola,fondatore deigesuiti. I tantifronti del

sapere umano sono affrontatiin un fitto calendario diiniziative portate avanti nelcorso dell’anno accademicodall’intera comunità. Cuoreorganizzativo della chiesauniversitaria è la «consultagenerale», di cui fanno parte ipadri gesuiti, le suoreapostoline, ill gruppo dianimatori del GRUSF e irappresentanti di tutte le realtàformative che gravitano in SanFrediano. Ogni mese seminarie incontri di approfondimentoculturale - realizzati incollaborazione con docentidell’università - animano lavita degli studenti. Studenti chepartecipano volentieri anchealle attività della pastoralegiovanile della diocesi. E poi lefeste e cene speciali, le lauree ei momenti informali diallegria. Le iniziative delgruppo di «pietre vive» guidatoda padre Stefano Titta perl’evangelizzazione attraverso

l’arte, e in servizio allaCattedrale di Pisa il 3° sabatodel mese. Il Coro universitario,che ormai da anni è una dellerealtà più seguite e vive dellaparrocchia universitaria, e cheanima la liturgia musicale intutte le messe della domenica edelle solennità, oltre adorganizzare concerti moltograditi in tante occasionidell’anno. Lo storico MSAC(Movimento studenti diAzione cattolica), coordinatoda don Claudio Masini,memoria di San Frediano,parroco per diversi decenni, eancora oggi preziosa presenzatra i giovani e gli adulti chefrequentano la comunità e lachiesa per le confessioni. Nella logica delle «due mense»,alcuni giovani si impegnano aturno nelle domeniche nelservizio all’altare in chiesa, perpoi avvicendarsi, in un realecammino di crescita spiritualee umana, nella carità, aiutandocome volontari le attivitàdell’associazione « SanteMalatesta», storica realtàsolidaristica che si occupadell’accoglienza degliuniversitari stranieriprovenienti da Paesi indifficoltà, o collaborando conla scuola di italiano perstranieri il mercoledì sera, conil coordinamento di Comunione e liberazione. Epoi nel servizio all’Emporio,distribuendo alimenti allaCittadella della Solidarietàdella Caritas Diocesana di Pisa.Gli studenti più vivaci eintraprendenti, pieni dientusiasmo, si ritrovano - unavolta alla settimana -all’oratorio della parrocchiaSan Ranieri al CEP per vivere ildopo scuola con i più piccolidel quartiere. Tutte queste attività sonoespressione della Chiesa di Pisae della istanza formativacentrata sulla «dimensionecomunitaria», per unaevangelizzazione della culturanella fede incarnata comeapprofondimento della visionee del messaggio cristiano. Del resto, obiettivo dellapastorale universitaria èrecuperare il concettodell’università come benecomune, passaggio ineludibileverso una vita piena eresponsabile dei suoi giovanicittadini. Il «Servizio cultura euniversità» della diocesi,guidato dal padre gesuita IuriSandrin intercetta questosforzo e individua nella chiesadi San Frediano un ruolocentrale.

*padre gesuita

DDI FRANCESCO GERMANO*

na «casa» accogliente per gli studenti universitari. È la chiesauniversitaria di San Frediano, affacciata sulla omonima Piazza

San Frediano e collocata sull’importante asse viario che collegal’Arno alla piazza dei Cavalieri - centro politico della città fin dall’epoca medievale. La struttura architettonica romanico-pisana èmenzionata per la prima volta nel 1067 con la doppia intitolazioneai santi Martino di Tours e Frediano. Adiacente alla chiesa, uncomplesso edificio, originariamente usato come antico ospedale(ospicium pauperum) affidato intorno all’anno 1000 ai padri Ca-maldolesi e destinato ad accogliere i poveri e i pellegrini. Uno spa-zio sacro divenuto, nel tempo, centro di una intensa vita di pre-ghiera e di incontro di tanti docenti e giovani universitari prove-nienti dalla vicina sede di Giurisprudenza nello storico palazzodella «Sapienza».

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BLOCK NOTESLA VIA DEL PANEPISA - Si chiama «La via del pane» ed è unpercorso vocazionale sulle scelte di vitapromosso dal Centro diocesano vocazioni.Una domenica al mese, per quattro mesi,dalle ore 9.30 alle ore 19, nei locali delpensionato «Toniolo»: gli incontri de «La viadel pane» inizieranno domenica 10 febbraio(«Non vediamo altro che la nostra fame»),proseguiranno domenica 10 marzo («Forseho sbagliato strada, perché non troviamo quelloche cerchiamo?»), andranno avanti domenica28 aprile («Quando l’incomprensionediventa fondamentale») e si concluderannodomenica 19 maggio («Fame da lupi!Quando sei disposto a tutto pur di mangiare»).Per informazioni ed adesioni telefonare aChiara e Matteo telefono 340. 4630823,don Salvatore 347. 3226118 o suor Rossella320. 7451749.

EDUCATORI GRESTPISA - Formare un gruppo di animatorifornendo strumenti e tecniche utili apensare, progettare, realizzare e gestire unGrest. Permettere a diverse realtàparrocchiali di incontrarsi e confrontarsi,generando scambio di esperienze.Riscoprire il Grest come strumentopastorale che dia continuità e slancio alpercorso pastorale. Sono questi gli obiettividel ciclo di incontri di formazione peranimatori dei Gruppi estivi promosso dallaPastorale giovanile della diocesi. Giovedì 28febbraio, l’incontro preliminare nell’aulamagna del pensionato Toniolo: perconfrontarsi sulla «centralità» della figuradel coordinatore del Grest. Dal 13 al 14aprile, al GiPiDuePisa a Calambroneun’esperienza intensiva volta a forniretecniche di base e non per organizzareattività, giochi, preghiere e momenti diaccoglienza e tempo libero in manieradivertante e funzionale. Il 12 maggio allapalestra del pensionato Toniolo l’incontrofinale: per trovare le giuste motivazioni peraffrontare il Grest con il piede giusto eprepararsi alla consolidata giornata di«Grest senza frontiere».Per ricevere altre informazioni e periscriversi all’iniziativa è possibile scrivereuna mail a [email protected] otelefonare a don Salvatore Glorioso 347.3226118, Andrea Rocchi 348. 5306934,Teresa Mezzetti 340. 4782158 o MarcoBonanni 320. 7771383.

ATTI DEGLI APOSTOLI IN SAN FREDIANOPISA - Continua, nella chiesa universitariadi San Frediano, la lettura meditata degliAtti degli Apostoli. Questo giovedì, alle ore18.30, padre Iuri Sandrin, guiderà il sestoincontro. A tema: «A Gerusalemme apostolidi Gesù scatenati» (At 5,12-42). Si leggenegli Atti degli Apostoli: «Molti segni eprodigi erano fatti tra il popolo per le mani degliapostoli; e tutti di comune accordo siritrovavano sotto il portico di Salomone. Manessuno degli altri osava unirsi a loro; il popoloperò li esaltava. E sempre di più si aggiungevanouomini e donne in gran numero, che credevanonel Signore; tanto che portavano perfino imalati nelle piazze, e li mettevano su lettucci egiacigli, affinché, quando Pietro passava,almeno la sua ombra ne coprisse qualcuno. Lafolla accorreva dalle città vicine a Gerusalemme,portando malati e persone tormentate da spiritiimmondi; e tutti erano guariti»...

PUER E SENEXPISA - Interessante il ciclo di incontri di«introduzione multidisciplinare alla Bibbia»promosso dal Servizio diocesano cultura euniversità su iniziativa di alcuni docenti ericercatori universitari. Il tema scelto perquest’anno accademico - ispirato al Vangelodi Luca 1,17 - è «Per ricondurre il cuore deipadri verso i figli. Giovinezza, vecchiaia,rinnovamento». Il tema del quarto incontro«Dare ascolto. Il divenire della personalitàtra puer e senex» è stato sviluppato - loscorso martedì a palazzo Boilleau (a Pisa invia Santa Marta 85) dallo psicanalista,professor Francesco Donfrancesco.

COME CAMBIA L’ESAME DI MATURITÀ?PISA - Come cambia l’esame di maturità?Per capirlo l’Unione cattolica italiana diinsegnanti dirigenti educatori e formatori(Uciim) di Pisa ha invitato a parlare ildirigente scolastico Fortunato Nardelli.Appuntamento giovedì 7 febbraio alle ore16 all’Istituto tecnico industriale «Leonardoda Vinci», a Pisa in via Contessa Matilde.Sono invitati all’iniziativa insegnanti,dirigenti, studenti genitori e quanti altrisono interessati all’argomento. A chi ne faràrichiesta sarà consegnato un attestato dipartecipazione. Uciim è associazioneprofessionale accreditata presso il Miur perla formazione e l’aggiornamento.

La chiesa di San Frediano punto di riferimento per tanti giovani pisani e «fuorisede» a Pisa pervivere un’esperienza fondamentale della loro vita. Le mille proposte portate avanti da padri gesuiti,suore apostoline e animatori delle associazioni

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DI GUIDO MORICONI

orna, a Pietrasanta, lafesta di san Biagio. Unafesta che affonda le sueradici nel Quattrocento

e che ancora oggi coinvolgemigliaia di persone, grazie amolte iniziative di caratterereligioso, culturale edenogastronomiche.

CHI ERA SAN BIAGIOan Biagio, vissuto tra il III e ilIV secolo a Sebaste, allora

nell’Asia Minore e oggi inArmenia, nacque da unafamiglia nobile e fu allevatocome cristiano. Divennevescovo di Sebaste, l’odiernacittà di Sivas nella Turchiaorientale, che al tempo diBiagio era una provinciaromana. A causa della sua fede,Biagio venne imprigionato daiRomani: durante il processorifiutò di rinnegare la fedecristiana e per punizione fustraziato con i pettini di ferro,che si usano per cardare lalana. Morì decapitato. Dellasua vita non si conoscemoltissimo: i pochi fatti certisono riportati nei documentiantichi frammisti alla leggendache si diffuse a partiredall’ottavo secolo. Labenedizione della gola, checome ogni annoverrà impartita aifedeli durantetutta la giornata dimartedì 3 febbraioall’interno delDuomo di SanMartino aPietrasanta, derivadalle conoscenzemediche di Biagioe dalla tradizionesecondo cui ilsanto - durante lasua prigionia -guarì un ragazzoche rischiava dimorire soffocato acausa di una lisca conficcatasiin gola.Le celebrazioni religiose sisvolgeranno nel Duomo di SanMartino, nella centralissimapiazza del Duomo diPietrasanta. Cadendo didomenica, gli orari delle Messeseguiranno quelli dei giornifestivi. Alle ore 8 l’aperturadelle celebrazioni in Duomo;

alle ore 10,30 e alle 12 le Messedel mattino. Il Duomo di SanMartino riaprirà alle ore 15.Alle ore 18 solenneconcelebrazione eucaristicapresieduta da monsignorGiovanni Santucci, vescovo diMassa Carrara e Pontremoli.All’interno della chiesa saràesposta la reliquia del Santo. Latradizionale benedizione dellagola avverrà negli orari diapertura del Duomo (dalle ore8 alle ore 13 e nel pomeriggiodalle ore 15 alle ore 19) neimomenti in cui non vienecelebrata la liturgia. Il giorno successivo, meglioconosciuto come «SanBiagino», le celebrazionieucaristiche saranno alle ore 9e alle ore 17, mentre i fedelipotranno ricevere la

benedizione della gola dalle 10alle 12.30 e dalle 15 alle 17.Ogni anno la festa è abbinata

alla tradizionale Fiera cittadinache prende il nome del Santo.La Fiera si svolgerà nei giorni didomenica 3 e di lunedì 4 nelcentro storico di Pietrasanta. LaFiera rappresenta tradizionaleoccasione d’incontro, diacquisti, di curiosità: per questitre giorni, il centro città sitrasformerà in una ricca vetrinadi proposte commerciali e didivertimento. Molte specie dianimali confluiranno nella«fattoria» in piazza Matteotti.Prodotti tipici saranno offertilungo il viale Oberdan, la«filiera corta degli agricoltori»si troverà in Piazza Crispi, gliartigiani ed i magnifici hobbistidi CoseVive e Quercetarte nellecorti Lotti e dei Glicini ed ilLuna Park in piazza Tommasi:saranno 240 gli espositoriprotagonisti di San Biagioarrivati da tutta la Toscana e damolte regioni italiane. Presentianche numerose associazioni.E per i più piccoli animazione,musica e laboratori in PiazzaStatuto. Torna, inoltre, nella settimanadella festa, ricca più che mai, larassegna dei menù di SanBiagio. Diciannove sono iristoranti del centro storico enon solo che hanno aderitoall’iniziativa, preparando unmenù speciale per soddisfareogni tipo di palato e di tasca. Non solo tradizione. SanBiagio, a Pietrasanta, nonpoteva che essere anche arte ecultura. Tutti aperti i museicittadini e le mostre, e la Saladel Coniglio in via delMarzocco torna ad essereaperta al pubblico.

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VITA NOVA TOSCANA OGGI3 febbraio 2019 VII

Pietrasanta in festa per san BiagioDa domenica 3 febbraiocelebrazionieucaristiche ebenedizione dellagola in Duomo.Nel centro storicola tradizionalefiera cittadina«calamiterà» ben 240espositori. Tutti aperti i museicittadini e le mostre

L’INIZIATIVA

FESTA ANCHE NELLA CITTÀ DI PISAnche la comunità di San Biagio a Pisa fa festa per il suopatrono. I festeggiamenti inizieranno sabato 2 febbraio,

festa della presentazione di Gesù al tempio: alle ore 18celebrazione eucaristica, benedizione delle candele e dellagola. Usciti dalla chiesa tutti potranno recarsi nei localidell’oratorio, dove saranno distribuiti i panini tipici di sanBiagio, le piccette.Domenica 3 febbraio, festa di San Biagio vescovo e martire,celebrazioni eucaristiche alle ore 11 - presieduta dal parroco

don Tiziano Minnucci- e alle ore 18,presiedutadall’arcivescovoGiovanni PaoloBenotto. Durantequest’ultima Messa,saranno presentati allacomunità i bambiniche a maggioriceveranno la primacomunione. Aconclusione dellecelebrazioni, labenedizione dellagola, mentrenell’oratorio sarannodistribuite le piccette.

Venerdì 8 febbraio, appendice alla festa di San Biagio: alle ore17, al chiesino di San Pietro - a Pisa in via Taddei -l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto incontrerà leassociazioni e Acli arte e spettacolo. Alle ore 18, all’hotel SanRanieri, in via Mazzei, incontrerà gli artigiani di Cna e terràuna conferenza sull’attualità del messaggio del beatoGiuseppe Toniolo. Le due iniziative rientrano nel programmadella visita pastorale di monsignor Giovanni Paolo Benotto alvicariato cittadino.

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VI INTERVERRÀ’ L’ARCIVESCOVO

AL CEP

LA FAMIGLIA SALESIANAPER SAN GIOVANNI BOSCO

onferenze, catechesi, incontri di preghiera,giochi in oratorio: così la famiglia

salesiana ha festeggiato il proprio patrono sanGiovanni Bosco. Domenica 20 gennaio alpensionato universitario femminile delleFiglie di Maria Ausiliatrice - secondo ordinedella famiglia salesiana - presentazione dellastrenna del rettor maggiore don AngelFernandez Artime (decimo successore di DonBosco) dal titolo «Perché la mia gioia sia invoi. La Santità anche per te». Alla presenza dimolte studentesse ospiti dell’istituto, deisalesiani cooperatori di Pisa e Marina di Pisa,il relatore don Francesco Galante, giovanesalesiano della comunità di Livorno, haillustrato il documento evidenziandone alcunipunti significativi. Essere santi - ha spiegatodon Francesco - è per tutti, nessuno escluso.La santità non ci chiede di farenecessariamente cose straordinarie, ma dicrescere nei piccoli gesti quotidiani. Dio cichiama alla santità mediante i piccoli gesti,attraverso le cose semplici, quelle che senzadubbio possiamo scoprire negli altri erealizzare in noi stessi nella vita di ognigiorno; incoraggiati anche dal fatto che ilpercorso di santità non è né unico né lo stessoper tutti. Fondamentale è il fatto di vivere lavita di ogni giorno come luogo di incontrocon Dio: ed è ciò che la famiglia salesianaintende attuare nel servizio alla scuola e aglioratori. Giovedì 24 gennaio, venerdì 25 e sabato 26gennaio, nella chiesa di San Ranieri al Cep -per molti anni servita dai salesiani - si è svoltoun triduo di preghiere per don Bosco,conclusosi, ogni giorno, con la Messa. Ilparroco don Claudio Bullo ed il vice-parroco don Innocent Gasigwa Sibomana (nativodella Repubblica del Congo) hanno preparatocon cura questo triduo dimostrando l’affettoverso la famiglia salesiana e quanto essa operasia al Cep che in altri luoghi attraverso isalesiani cooperatori. Il culmine dei festeggiamenti si è avutodomenica 27 gennaio: alle ore 11,30concelebrazione presieduta dal giovanesalesiano don Carmine Ciavarella, venuto daRoma per l’occasione e che ha accettatol’invito con molta gioia. Don Carmine ècresciuto all’oratorio del Cep: infatti mentreera studente universitario è stato ancheanimatore e catechista e di seguito ha espressola solenne promessa di salesiano cooperatore.Una volta laureato, è andato a lavorare aMilano. Però dopo breve tempo la «chiamata»del Signore e di Don Bosco hanno apertocompletamente il suo cuore e lo hanno spintoad entrare nella congregazione salesiana dove- trascorso il periodo di studi previsto - è statoordinato sacerdote, sacerdote di Don Bosco(SdB). Il suo ritorno a Pisa in questa occasioneè stato salutato fraternamente con grandeaffetto da tutti coloro che lo conoscevano findai vecchi tempi. Nella sua omelia don Carmine Ciaravella hacoinvolto i ragazzi che si preparano a riceverela prima comunione e la confermazione,scendendo in mezzo a loro e parlando conlinguaggio semplice ma chiaro di quanto siaalla portata di tutti il fatto di viverecristianamente ogni attimo della nostra vita.Don Carmine Ciaravella ha evidenziato checon la venuta di Gesù si è compiuto quantoannunciato nella Sacra Scrittura e si èinaugurata la sua missione. Dopo la preghieradel Credo, i salesiani cooperatori, come ognianno in questa occasione, hanno rinnovato lapromessa apostolica. Alla conclusione dellacelebrazione eucaristica, il pranzonell’oratorio. I bambini sono stati coinvolti ingiochi dai giovani universitari della parrocchiadi San Frediano. Gli stessi che, ogni venerdì,organizzano l’oratorio e - dopo ildivertimento -tengono un dopo scuola airagazzi che ne hanno bisogno senzadistinzione di età, sesso e religione: don Boscoiniziò l’oratorio proprio così. I festeggiamenti si concluderanno giovedì 31gennaio con la festa Liturgica del Santo e conla Messa alle ore 18.

Carlo Carlotto

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VITA NOVATOSCANA OGGI3 febbraio 2019VIII