Un Seminario interdiocesano a Pisa - Sulla Tua Parola...«“La peste che il tribunale della sanità...

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NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI PISA Redazione: Piazza Arcivescovado 18 56126 Pisa tel: 050 565543 fax: 050 565544 Notiziario locale Direttore responsabile Domenico Mugnaini Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983 [email protected] 8 marzo 2020 «Coronavirus», i Promessi Sposi e le città di oggi DI ANDREA BERNARDINI S upermarket svuotati in poche ore. Code alle farmacie in cerca di mascherine e amuchina per disinfettarsi le mani. La segnalazione dei primi casi sintomatici di Coronavirus ha seminato paura tra la gente e determinato anche qualche comportamento irrazionale. Domenica, nelle chiese della diocesi, si sono ascoltate diverse preghiere spontanee per quelle comunità sorelle del nord private della gioia di celebrare l’Eucarestia: un «bene» che forse diamo troppo per scontato, ma che, come si è visto, scontato non è. Note - e spiegate puntualmente dai sacerdoti - le disposizioni date dai vescovi della Toscana: acquasantiere vuote, comunione distribuita in mano, niente scambio della pace (un gesto che, peraltro, è a discrezione del celebrante per tutto l’anno), accortezza da usare nei confessionali. Ma nessuno «stop» alla vita ordinaria delle comunità. Tanto abbiamo letto in questi giorni a proposito di questo virus non ancora sufficientemente conosciuto. Ci piace qui condividere con voi una lettera che Domenico Squillace, dirigente scolastico di un liceo milanese, ha scritto sul sito del suo istituto rivolgendosi agli studenti che lo frequentano. «“La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c’era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia…..”. Le parole appena citate sono quelle che aprono il capitolo 31 dei Promessi sposi, capitolo che insieme al successivo è interamente dedicato all’epidemia di peste che si abbatté su Milano nel 1630. Si tratta di un testo illuminante e di straordinaria modernità che vi consiglio di leggere con attenzione, specie in questi giorni così confusi. Dentro quelle pagine c’è già tutto: la certezza della pericolosità degli stranieri, lo scontro violento tra le autorità, la ricerca spasmodica del cosiddetto paziente zero, il disprezzo per gli esperti, la caccia agli untori, le voci incontrollate, i rimedi più assurdi, la razzia dei beni di prima necessità, l’emergenza sanitaria…. In quelle pagine vi imbatterete fra l’altro in nomi che sicuramente conoscete frequentando le strade intorno al nostro Liceo che, non dimentichiamolo, sorge al centro di quello che era il lazzaretto di Milano: Ludovico Settala, Alessandro Tadino, Felice Casati per citarne alcuni. Insomma più che dal romanzo del Manzoni quelle parole sembrano sbucate fuori dalle pagine di un giornale di oggi. Cari ragazzi, niente di nuovo sotto il sole, mi verrebbe da dire, eppure la scuola chiusa mi impone di parlare. La nostra è una di quelle istituzioni che con i suoi ritmi ed i suoi riti segna lo scorrere del tempo e l’ordinato svolgersi del vivere civile. Non a caso la chiusura forzata delle scuole è qualcosa cui le autorità ricorrono in casi rari e veramente eccezionali. Non sta a me valutare l’opportunità del provvedimento, non sono un esperto né fingo di esserlo, rispetto e mi fido delle autorità e ne osservo scrupolosamente le indicazioni. Quello che voglio però dirvi è di mantenere il sangue freddo, di non lasciarvi trascinare dal delirio collettivo, di continuare - con le dovute precauzioni - a fare una vita normale. Approfittate di queste giornate per fare delle passeggiate, per leggere un buon libro, non c’è alcun motivo - se state bene - di restare chiusi in casa. Non c’è alcun motivo per prendere d’assalto i supermercati e le farmacie, le mascherine lasciatele a chi è malato, servono solo a loro. La velocità con cui una malattia può spostarsi da un capo all’altro del mondo è figlia del nostro tempo, non esistono muri che le possano fermare, secoli fa si spostavano ugualmente, solo un po’ più lentamente. Uno dei rischi più grandi in vicende del genere, ce lo insegnano Manzoni e forse ancor più Boccaccio, è l’avvelenamento della vita sociale, dei rapporti umani, l’imbarbarimento del vivere civile. L’istinto atavico quando ci si sente minacciati da un nemico invisibile è quello di vederlo ovunque, il pericolo è quello di guardare ad ogni nostro simile come ad una minaccia, come ad un potenziale aggressore. Rispetto alle epidemie del XIV e del XVII secolo noi abbiamo dalla nostra parte la medicina moderna, non è poco credetemi, i suoi progressi, le sue certezze, usiamo il pensiero razionale di cui è figlia per preservare il bene più prezioso che possediamo, il nostro tessuto sociale, la nostra umanità. Se non riusciremo a farlo la peste avrà vinto davvero. Vi aspetto presto a scuola. Domenico Squillace La bella lettera di un dirigente scolastico di un liceo milanese ai suoi studenti n Seminario interdiocesano al servizio delle Chiese di Pisa, Livorno, Lucca, Volterra, Massa Carrara-Pontremoli e Pescia. Aprirà ufficialmente nel nuovo anno pastorale e avrà sede al «Santa Caterina» a Pisa. Nei giorni scorsi gli arcivescovi di Pisa Giovanni Paolo Benotto e di Lucca Paolo Giulietti e i vescovi di Livorno Simone Giusti, di Volterra Alberto Silvani, di Massa Carrara- Pontremoli Giovanni Santucci e di Pescia Roberto Filippini si sono ritrovati al santuario mariano di Montenero per celebrare l’Eucarestia e firmare lo statuto del nuovo Seminario interdiocesano. Presenti i rettori (o i loro delegati) dei singoli seminari diocesani: monsignor Paolo Razzauti, rettore del Seminario di Livorno, monsignor Marco Fabbri (Volterra), don Francesco Bachi (Pisa, con il suo «vice», il livornese don Simone Barbieri), don Luca Dolfi (Lucca), don Giovanni Poggiali (Massa Carrara-Pontremoli) e don Paolo Monti (Pescia). Una grande esperienza di comunione tra diocesi vicine, dunque, prenderà, presto, corpo. Arriva a conclusione di una collaborazione già avviata da molti anni tra vicine comunità di seminario. Già dallo scorso ottobre il «Santa Caterina» ospita l’Istituto teologico interdiocesano «Enrico Bartoletti», ovvero la «scuola» dei seminaristi. Scuola che, fino al recente passato, si trovava a Camaiore. In spirito di comunione e di collaborazione tra Chiesa sorelle, il nostro Seminario già ospita un seminarista di Livorno ed uno di Pescia: dai prossimi mesi diverrà «domicilio» anche per i seminaristi delle altre diocesi. L’idea di un seminario interdiocesano - sostenuta con convinzione dall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto - recepisce anche le esortazioni del prefetto della Congregazione per il clero, il cardinale Beniamino Stella, che a conclusione della sua visita pastorale ai seminari - avvenuta nel 2018 - incoraggiava il «cammino della interdiocesaneità» attraverso la confluenza dei seminaristi toscani verso i seminari di Firenze e Pisa. E le indicazioni contenute nel documento della Congregazione per il clero Il Dono della vocazione presbiterale. Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis che, al 188 recita: «Qualora le circostanze non lo permettano, in dialogo con gli altri Vescovi della Provincia Ecclesiastica o della Conferenza Episcopale, occorre ricercare una soluzione adeguata, affidando i seminaristi al Seminario di un’altra Chiesa particolare o erigendo Seminari interdiocesani, ottenuta l’approvazione della Congregazione per il Clero, sia circa l’erezione del Seminario che per i suoi statuti». Tutti i vescovi che hanno aderito al progetto ne condivideranno la responsabilità. E saranno chiamati, tra l’altro, a scegliere, rettore, vicerettore, padre spirituale, economo e confessore del nuovo seminario interdiocesano. Andrea Bernardini U Avrà sede al «Santa Caterina» e ospiterà i seminaristi di Pisa, Livorno, Lucca,Volterra, Massa Carrara-Pontremoli e Pescia. Nei giorni scorsi a Montenero vescovi e rettori hanno firmato lo statuto SECONDO NOI Un Seminario interdiocesano a Pisa Nel fotoservizio di Roberto Marena vescovi e rettori (o loro delegati) dei seminari di Pisa Livorno, Lucca, Volterra, Massa Carrara- Pontremoli e Pescia a Montenero per la firma dello statuto del nuovo Seminario interdiocesano

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NOTIZIARIODELLA DIOCESI DI PISA

Redazione: Piazza Arcivescovado 1856126 Pisatel: 050 565543fax: 050 565544

Notiziario localeDirettore responsabileDomenico Mugnaini

Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983

[email protected]

8 marzo 2020

«Coronavirus», i PromessiSposi e le città di oggi

DI ANDREA BERNARDINI

Supermarket svuotati in poche ore. Code alle farmacie in cercadi mascherine e amuchina per disinfettarsi le mani. La

segnalazione dei primi casi sintomatici di Coronavirus ha seminato paura tra la gente e determinato anche qualchecomportamento irrazionale.Domenica, nelle chiese della diocesi, si sono ascoltate diversepreghiere spontanee per quelle comunità sorelle del nordprivate della gioia di celebrare l’Eucarestia: un «bene» che forsediamo troppo per scontato, ma che, come si è visto, scontatonon è. Note - e spiegate puntualmente dai sacerdoti - ledisposizioni date dai vescovi della Toscana: acquasantierevuote, comunione distribuita in mano, niente scambio dellapace (un gesto che, peraltro, è a discrezione del celebrante pertutto l’anno), accortezza da usare nei confessionali. Manessuno «stop» alla vita ordinaria delle comunità.Tanto abbiamo letto in questi giorni a proposito di questovirus non ancora sufficientemente conosciuto. Ci piace quicondividere con voi una lettera che Domenico Squillace,dirigente scolastico di un liceo milanese, ha scritto sul sito delsuo istituto rivolgendosi agli studenti che lo frequentano.

«“La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesseentrar con le bande alemanne nel milanese, c’era entrata davvero,come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase espopolò una buona parte d’Italia…..”. Le parole appena citatesono quelle che aprono il capitolo 31 dei Promessi sposi,capitolo che insieme al successivo è interamente dedicatoall’epidemia di peste che si abbatté su Milano nel 1630. Sitratta di un testo illuminante e di straordinaria modernità chevi consiglio di leggere con attenzione, specie in questi giornicosì confusi. Dentro quelle pagine c’è già tutto: la certezzadella pericolosità degli stranieri, lo scontro violento tra leautorità, la ricerca spasmodica del cosiddetto paziente zero, ildisprezzo per gli esperti, la caccia agli untori, le vociincontrollate, i rimedi più assurdi, la razzia dei beni di primanecessità, l’emergenza sanitaria…. In quelle pagine viimbatterete fra l’altro in nomi che sicuramente conoscetefrequentando le strade intorno al nostro Liceo che, nondimentichiamolo, sorge al centro di quello che era il lazzarettodi Milano: Ludovico Settala, Alessandro Tadino, Felice Casatiper citarne alcuni. Insomma più che dal romanzo delManzoni quelle parole sembrano sbucate fuori dalle pagine diun giornale di oggi.Cari ragazzi, niente di nuovo sotto il sole, mi verrebbe da dire,eppure la scuola chiusa mi impone di parlare. La nostra è unadi quelle istituzioni che con i suoi ritmi ed i suoi riti segna loscorrere del tempo e l’ordinato svolgersi del vivere civile. Nona caso la chiusura forzata delle scuole è qualcosa cui le autoritàricorrono in casi rari e veramente eccezionali. Non sta a mevalutare l’opportunità del provvedimento, non sono unesperto né fingo di esserlo, rispetto e mi fido delle autorità e neosservo scrupolosamente le indicazioni. Quello che voglioperò dirvi è di mantenere il sangue freddo, di non lasciarvitrascinare dal delirio collettivo, di continuare - con le dovuteprecauzioni - a fare una vita normale. Approfittate di questegiornate per fare delle passeggiate, per leggere un buon libro,non c’è alcun motivo - se state bene - di restare chiusi in casa.Non c’è alcun motivo per prendere d’assalto i supermercati e lefarmacie, le mascherine lasciatele a chi è malato, servono soloa loro. La velocità con cui una malattia può spostarsi da uncapo all’altro del mondo è figlia del nostro tempo, nonesistono muri che le possano fermare, secoli fa si spostavanougualmente, solo un po’ più lentamente. Uno dei rischi piùgrandi in vicende del genere, ce lo insegnano Manzoni e forseancor più Boccaccio, è l’avvelenamento della vita sociale, deirapporti umani, l’imbarbarimento del vivere civile. L’istintoatavico quando ci si sente minacciati da un nemico invisibile èquello di vederlo ovunque, il pericolo è quello di guardare adogni nostro simile come ad una minaccia, come ad unpotenziale aggressore. Rispetto alle epidemie del XIV e del XVIIsecolo noi abbiamo dalla nostra parte la medicina moderna,non è poco credetemi, i suoi progressi, le sue certezze, usiamoil pensiero razionale di cui è figlia per preservare il bene piùprezioso che possediamo, il nostro tessuto sociale, la nostraumanità. Se non riusciremo a farlo la peste avrà vinto davvero.Vi aspetto presto a scuola.

Domenico Squillace

La bella lettera di un dirigente scolastico di un liceo milanese ai suoi studenti

n Seminario interdiocesano alservizio delle Chiese di Pisa,Livorno, Lucca, Volterra, MassaCarrara-Pontremoli e Pescia.

Aprirà ufficialmente nel nuovo annopastorale e avrà sede al «Santa Caterina»a Pisa.Nei giorni scorsi gli arcivescovi di Pisa Giovanni Paolo Benotto e di Lucca Paolo Giulietti e i vescovi di Livorno Simone Giusti, di Volterra AlbertoSilvani, di Massa Carrara- Pontremoli Giovanni Santucci e di Pescia RobertoFilippini si sonoritrovati alsantuariomariano diMontenero percelebrarel’Eucarestia efirmare lo statutodel nuovoSeminariointerdiocesano.Presenti i rettori(o i loro delegati)dei singoliseminaridiocesani: monsignor PaoloRazzauti, rettoredel Seminario diLivorno, monsignor Marco Fabbri(Volterra), don Francesco Bachi (Pisa,con il suo «vice», il livornese donSimone Barbieri), don Luca Dolfi(Lucca), don Giovanni Poggiali (MassaCarrara-Pontremoli) e don Paolo Monti(Pescia).Una grande esperienza di comunionetra diocesi vicine, dunque, prenderà,presto, corpo. Arriva a conclusione diuna collaborazione già avviata da moltianni tra vicine comunità di seminario.Già dallo scorso ottobre il «SantaCaterina» ospita l’Istituto teologico

interdiocesano «Enrico Bartoletti»,ovvero la «scuola» dei seminaristi.Scuola che, fino al recente passato, sitrovava a Camaiore. In spirito dicomunione e di collaborazione traChiesa sorelle, il nostro Seminario giàospita un seminarista di Livorno ed unodi Pescia: dai prossimi mesi diverrà«domicilio» anche per i seminaristi dellealtre diocesi.L’idea di un seminario interdiocesano -sostenuta con convinzionedall’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto

- recepisce anche leesortazioni delprefetto dellaCongregazione peril clero, il cardinaleBeniamino Stella,che a conclusionedella sua visitapastorale aiseminari - avvenutanel 2018 -incoraggiava il«cammino dellainterdiocesaneità»attraverso laconfluenza deiseminaristi toscaniverso i seminari diFirenze e Pisa. E le

indicazioni contenute nel documentodella Congregazione per il clero Il Donodella vocazione presbiterale. RatioFundamentalis Institutionis Sacerdotalische, al 188 recita: «Qualora lecircostanze non lo permettano, indialogo con gli altri Vescovi dellaProvincia Ecclesiastica o dellaConferenza Episcopale, occorre ricercareuna soluzione adeguata, affidando iseminaristi al Seminario di un’altraChiesa particolare o erigendo Seminariinterdiocesani, ottenuta l’approvazionedella Congregazione per il Clero, sia

circa l’erezione del Seminario che per isuoi statuti».Tutti i vescovi che hanno aderito alprogetto ne condivideranno laresponsabilità. E saranno chiamati, tral’altro, a scegliere, rettore, vicerettore,padre spirituale, economo e confessoredel nuovo seminario interdiocesano.

Andrea Bernardini

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Avrà sede al «Santa Caterina» e ospiterà i seminaristi di Pisa,Livorno, Lucca,Volterra,Massa Carrara-Pontremoli e Pescia. Nei giorni scorsi a Montenero vescovi e rettori hanno firmato lo statuto

SECONDO NOI

Un Seminario interdiocesano a Pisa

Nel fotoservizio diRoberto Marenavescovi e rettori (oloro delegati) deiseminari di PisaLivorno, Lucca,Volterra, MassaCarrara-Pontremoli ePescia aMontenero per lafirma dello statutodel nuovoSeminariointerdiocesano

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VITA NOVATOSCANA OGGI8 marzo 2020II

L’AGENDA

IMPEGNI PASTORALI DELL’ARCIVESCOVODomenica 8 marzo 2020 ore 11,30: S. Messaa S. Stefano extra moenia; ore 17: presenta-zione di d. G. Martignetti come nuovo parro-co a Casciavola.Lunedì 9 marzo ore 10: Riunione della CETa Lecceto di Firenze.Martedì 10 marzo a Roma per la Congrega-zione dei Santi; ore 21: presentazione di unlibro su Martini alla Fondazione G. Toniolo.Mercoledì 11 marzo ore 21: Incontro con i fi-danzati della Valdiserchio alla Casa Caritasdi Pontasserchio.Giovedì 12 marzo ore 16: S. Messa al Mona-stero di S. Maria del fiore a Lapo (Firenze).Venerdì 13 marzo ore 9: alla Casa Maffi diMezzana; ore 11: S. Messa e processione eu-caristica a Filettole per la festa del Crocifisso.Sabato 14 marzo ore 9,30: Convegno pro-vinciale delle ACLI ai Cappuccini di S. Giu-sto; ore 18: Cresime a Campo.Domenica 15 marzo ore 11: Cresime al S.Cuore di Pontedera; ore 13,15: incontro conun gruppo di convegnisti; ore 17: S. Messaper il RnS della diocesi al Romito di Ponte-dera.

MARTINI, GLI ANNI DELLA FORMAZIONEPISA - La memoria dei padri è un atto di giusti-zia. E Martini è stato un padre per tutta la Chie-sa: così papa Francesco a proposito del cardi-nale Carlo Maria Martini (Torino, 15 feb-braio 1927 – Gallarate, 31 agosto 2012), teo-logo, biblista, esegeta, insegnante e rettore,dal 1979 al 2002 arcivescovo di Milano.«Martini. Gli anni della formazione» è un li-bro scritto dal professor Alberto Guasco chesarà presentato il prossimo martedì 10 mar-zo alle ore 21 a Palazzo Toniolo. Insieme all’autore interverranno l’arcivesco-vo Giovanni Paolo Benotto, padre Gian-franco Matarazzo, provinciale d’Italia dellaCompagnia di Gesù e Ettore Bucci dellaScuola Normale Superiore.

CUPPARI PRECURSORE DELLA SOSTENIBILITÀPISA - Il Movimento ecclesiale di impegnoculturale (Meic) di Pisa ricorda la figura delprofessor Pietro Cuppari (Itala, 6 maggio1816 – Pisa, 7 febbraio 1870), insigne agro-nomo italiano (suo è il «Manuale dell’agri-coltore» stampato in diverse edizioni per de-cenni). Il Movimento ecclesiale di impegnoculturale ha programmato per il prossimomercoledì 11 marzo, alle ore 17.30, nell’aulamagna del Dipartimento di Scienze agrarie,un convegno dal titolo «Cuppari, precursoredella sostenibilità». All’incontro porterà ilsuo contributo il professor Gianluca Bruno-ri dell’ateneo pisano.

GLI AFFRESCHI DI BENOZZO GOZZOLIPISA - Il professor Gerardo De Simone (Ac-cademia di Belle Arti a Carrara) è stato chia-mato dagli Amici dei Musei e dei monumen-ti pisani e dal Servizio diocesano «Cultura &Università» a parlare degli affreschi di Be-nozzo Gozzoli conservati all’interno delCamposanto monumentale di Pisa. Appun-tamento per giovedì 12 marzo alle ore 17 al-l’auditorium dell’Opera del Duomo. Il pro-fessor Gerardo De Simone sarà introdottodal padre gesuita Matteo Suffritti.

COSA LEGGEVA LA MADONNA?PISA - Nelle raffigurazioni di Maria - e spe-cialmente nelle Annunciazioni - compare unlibro (o più di uno): tenuto in mano per leg-gerlo, o chiuso con un dito a tenere il segno,o posato su un leggìo. In alcuni dipinti èpossibile distinguere il testo. Il professor Mi-chele Feo ha messo a frutto la sua prepara-zione filologica, paleografica e petrarchista,oltre che la sua memoria d’infanzia, per ri-spondere alla domanda «Che cosa legge laMadonna?». Ne è uscito un libro - Cosa leg-geva la Madonna («La Colombaria», Poli-stampa, 304 pagine 20 euro) che il professorMichele Feo presenterà il prossimo venerdì13 marzo alle ore 15.30 alla chiesa dei Cava-lieri (ingresso da via Consoli del Mare) inoccasione de «I Thé di Toscana Oggi», incon-tri riservati agli abbonati al nostro settima-nale.

A LOURDES IN PULLMANPISA - C’è tempo fino al prossimo 5 maggioper iscriversi al pellegrinaggio in pullman chel’agenzia di viaggi e pellegrinaggi «Millen-nium» ha programmato dal 30 agosto al 4 set-tembre a Lourdes e ad Avignone, cuore dellaProvenza e residenza papale nel medioevo.Per le norme e le condizioni di viaggio occorrefar riferimento al catalogo «Millennium»2020. Gli interessati possono contattare l’a-genzia, a Pisa in via Ugo Camozzo 2, telefo-nando allo 050. 565579/80 o 050.834189 oinviando una mail a [email protected].

Il presidente dellaRepubblica nei luoghi

dell’Eccidio: «Il germe dell’odio

non è sconfitto per sempre. Il timore del diverso, il rifiuto

della differenza,la volontà

di sopraffazione, sono sentimenti

che possono ancoramettere radici,

svilupparsi e propagarsi»

Mattarella a Sant’Anna di StazzemaDI ANNA GUIDI

ulla potrà maicancellare ilricordo di AnnaPardini, uccisa a

soli 20 giorni tra le braccia dellamamma. Nulla potrà eguagliareil dolore di Antonio Tucci chepensava di aver messo al sicuro aSant’Anna la moglie e gli ottofigli, per trovarli invece tra imorti della piazza. Come lapiccola Anna, come la famigliaTucci, furono centinaia ecentinaia i martiri diStazzema». Le parole del Capodello Stato hanno toccato lecorde più sensibili del cuoredi quanti, familiari, superstiti,autorità, forzedell’ordine,cittadini ecittadine dellaVersilia, saliti aSant’Anna loscorso sabato, inuna delle raregiornate di freddodi questo miteinverno.Ad Anna,strappata dallaguerra algirotondo delmondo, come silegge nella targa,è intitolata laprima piazza chesi incontrasalendo inautomobile. Il triste destinodegli otto fratelli Tucci - AnnaMaria, la più grande, aveva 16anni, Carla, la più piccola,appena tre mesi - uccisi senzapietà, è l’emblema di unaviolenza che non cedette ilpasso nemmeno alla fragilitàe all’ innocenza.

LA VISITAl presidente dellaRepubblica Sergio Mattarella

è giunto a Sant’Anna nellatarda mattina. Ha depostouna corona di alloro almonumento sulla piazzadella chiesa e, di seguito, havisitato il Museo. Poi,nell’ardito edificio di cementodella Fabbrica dei Diritti, si èintrattenuto con i familiaridelle vittime. L’incontro èavvenuto in una saletta cheMattarella ha raggiunto dopoaver sorpassato una scalacoperta dal variopinto«tappeto della pace» e dopoaver attraversato uno spazioin cui facevano mostra di ségli scintillanti disegni deibambini chiamati, da unaormai collaudata iniziativa, acolorare di pace il mondo. Dopo lo scambio di parole edi doni, è stata la volta delleorazioni ufficiali, tenutesi

I

nella sala principale, doveerano radunati i sindaci dellaVersilia e della Garfagnana, irappresentanti della Regione edel parlamento (il presidentedel consiglio regionale

Eugenio Giani, i senatori Massimo Mallegni eUmberto Buratti e il giàdeputato Carlo Carli), gliassessori e i consiglieri delleassemblee versiliesi. Hanno

parlato il sindaco diStazzema, Maurizio Verona, Enrico Pieri, perl’associazione Martiri e ilprofessor Paolo Pezzino, peril neonato ComitatoScientifico.Unanime. Nei lorointerventi l’invito atestimoniare i valori dellamemoria e della pace, l’unicomodo per onorare i morti edare un senso al lorosacrificio nel segno di unacondivisa crescita di civiltà. Nella sua replica, SergioMattarella ha affrontato, conriferimenti a PietroScoppola e a Thomas Mann,due temi fondamentali:quello delle cause della guerra«scaturita dalla volontà dipotenza di una nazione che sigiudicava superiore a tutte lealtre», ribaltato nella nostraCostituzione dal «principioopposto della limitazionedella sovranità dello Stato nelquadro di un ordinamentoche assicuri pace e giustiziatra i popoli» e quello del«furto dell’ Europa» tentatodal nazismo e dal fascismo.Forte il richiamo allavigilanza perché « imutamenti epocali in atto cioffrono opportunitàstraordinarie, in ogni campo,ma al tempo stesso provocanopaure, disorientamenti,chiusure. Il germe dell’odionon è sconfitto per sempre. Iltimore del diverso, il rifiutodella differenza, la volontà disopraffazione, sonosentimenti che possonoancora mettere radici,svilupparsi e propagarsi». Il discorso è stato ascoltato inprofondo silenzio dalleautorità e dai familiari dellevittime accolti nelle due saledella Fabbrica e, grazie almaxi-schermo, dalla fitta folla( fra cui molti giunti a piediper i sentieri montani percorsianche dalle SS quellontano12 agosto) radunatanel prato antistante laFabbrica. Al termine unlungo, scrosciante,calorosoapplauso di approvazione egratitudine.

I PRECEDENTIergio Mattarella è stato ilquinto presidente a visitare

Sant’Anna: il primo fu Pertini, nel 1982, a seguire: Scalfaro nel 1998, Ciampi nel 2000, Napolitano nel2013 con il presidente tedescoGauk. Il 12 agosto dell’annoprecedente era stato ilpresidente del ParlamentoEuropeo, Martin Schulz, adinaugurare la Sala Europa,quella in cui si è tenuta lacerimonia.

S

Cinquant’anni fa fu assegnata al paese la medaglia d’oro al valor militare

l 12 agosto del 1944 fu compiuta a Sant’Anna di Stazzemauna delle più orrende stragi di civili italiani della seconda

guerra mondiale. Reparti tedeschi, tra i quali alcuni uominiche parlavano l’italiano, massacrarono centinaia di persone,molte delle quali, sfollate, avevano creduto di trovare un ri-fugio sicuro nel paese nascosto fra i gioghi apuani. Prima disalire a Sant’Anna i tedeschi avevano ucciso a Mulina di Staz-zema don Fiore Menguzzo e i suoi familiari, fra i quali ledue nipotine Colombina ed Elena. A Sant’Anna sterminaro-no senza pietà molti altri bambini e bambine, ragazzi e fan-ciulle, donne, anche incinte, invalidi e anziani, famiglie in-tere e un sacerdote, don Innocenzo Lazzeri. Finito il massa-cro, i nazisti scesero a Valdicastello, uccisero altri civili e altriancora ne deportarono. Ad un altro sacerdote, don Giusep-pe Giuseppe Vangelisti, toccò di verificare lo scempio , dare

soccorso e conforto, benedire e seppellire.Massacro disumano quello di Sant’Anna chestoricamente rimanda all’arretramento dell’e-sercito tedesco sulla Linea Gotica. In zone digrande rilievo strategico, come sulle Apuane oin Lunigiana, i tedeschi subivano la presenzadelle bande partigiane e l’arrivo della XVI SSPanzer-Grenadier Division, comandata dal ge-nerale Simon, era finalizzato alla loro elimina-zione.L’eccidio di Sant’Anna si inserisce pertanto inun ciclo operativo di lotta a queste bande che, apartire dai primi di agosto, colpì vari luoghidel pisano, continuò in Versilia, investì, dopo il12 agosto, le Apuane, per poi proseguire, al dilà dell’Appennino, nell’operazione di MonteSole. Si trattava di azioni terroristiche di ripuli-tura del territorio, veri e propri massacri di tutticoloro, partigiani e civili, che venivano trovatiall’interno dell’area da bonificare.A Sant’Anna, contrariamente a quanto avvenu-

to per le Fosse Ardeatine e per Marzabotto, la memoria è ri-masta a lungo isolata, rinchiusa in un dolore incomunicabi-le che trova la sua spiegazione nella mancata giustizia. Infat-ti, benché l’inchiesta statunitense avesse fin da subito indivi-duato il reparto tedesco responsabile, nessuno fu chiamato arisponderne in tribunale. Dopo il ritrovamento, nel 1994,dei fascicoli occultati nell’armadio della vergogna, all’iniziodel Duemila, la Procura Militare di La Spezia cominciò adindagare nuovamente sulla strage e nel 2005 il Tribunale mi-litare pronunciò una sentenza di condanna per dieci fra uffi-ciali e sottufficiali tedeschi.Confermata nei vari gradi di giudizio della magistratura mi-litare italiana, la sentenza è stata vanificata sia dal rifiuto del-le autorità tedesche di concedere l’estradizione o di far scon-tare la pena in Germania, sia dal non luogo a procedere neiconfronti degli stessi militari condannati, sia ancora dal ri-fiuto dello Stato tedesco di riconoscere gli indennizzi dispo-sti dalla magistratura italiana. Giustizia tardiva confermataanche dalla ricapitolazione dei riconoscimenti ufficiali: lamedaglia d’oro al valor civile a don Innocenzo Lazzeri nel1959, la medaglia d’oro al valor militare al paese il 28 feb-braio 1970. Passeranno trenta anni e più per veder assegnatealtre quattro medaglie d’oro al valor civile: alla memoria didon Fiore Menguzzo (1999) e di Genny Bibolotti Marsili(2003), a Milena Bernabò e a Cesira Pardini, superstiti, ri-spettivamente nel 2004 e nel 2012.

Anna Guidi

I

LA SCHEDA

Visita STORICA

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VITA NOVA TOSCANA OGGI8 marzo 2020 III

Sette GIORNIUNIVERSITÀ, ECCO IL POLO DELLA MEMORIASAN ROSSORE 1.278 posti a sedere, 11 aulee 4 laboratori: sono questi i numeri del Polodella Memoria San Rossore 1938, il nuovoedificio dell’Università di Pisa inauguratonei giorni scorsi e che ospita le attività didat-tiche dei dipartimenti di Civiltà e forme delsapere e di Biologia. Frutto di un’importanteopera di riqualificazione, il nuovo Polo sisviluppa su circa 3.000 metri quadri di su-perficie. All’inaugurazione, dopo il saluto delrettore Paolo Mancarella, sono seguiti gliinterventi dell’assessore comunale Paolo Pe-sciatini, del prorettore per l’edilizia e il pa-trimonio, Walter Salvatore, e dei progettistiche hanno ideato e realizzato l’edificio, tracui l’architetto Alessandro Melis dello stu-dio Heliopolis H21 (in collegamento daLondra) e l’ingegner Fabio Bianchi dell’ate-neo.

LA TORRE PER LA GIORNATA MALATTIE RAREPISA - Anche la Torre di Pisa si è illuminatalo scorso sabato 29 febbraio, in occasionedella Giornata mondiale delle malattie rare.Dal tardo pomeriggio e fino a mezzanotte, ilmonumento pisano - come altri in tutta Ita-lia - si è illuminato con i colori della Giorna-ta a ricordare come sia possibile dare un se-gno di presenza e sensibilizzazione nei con-fronti delle tematiche relative alle malattierare, anche in Italia, nella sua XIII edizionecelebrata in tutto il mondo. Pisa ha un lega-me importante con le malattie rare facendoparte, con l’Azienda ospedaliero-universita-ria pisana, delle reti ERN (European Referen-ce Network) di riferimento europee, istituitenel 2017 per migliorare l’assistenza ai malatirari in tutta Europa, favorendo la condivisio-ne delle migliori conoscenze e buone prati-che dei diversi Paesi membri.

MORTO HOUSTON:LIBERÒ LUCCA DA NAZISTILUCCA- Si è spento Ivan J. Houston, uno de-gli ultimi testimoni della campagna Usa inItalia del 1944. Houston fu il caporale dellaDivisione «Buffalo» dell’Esercito statuniten-se, che liberò il territorio lucchese dalle trup-pe nazifasciste. «Con lui, scompare una voceimportante, una delle ultime, che con la suatestimonianza ha fatto sì che l’orrore di quelperiodo oscuro della storia non venga maidimenticato ma sia da lezione anche per lefuture generazioni»: così Luca Menesini,presidente della Provincia di Lucca: «è questala più importante eredità che ci lascia, oltreal ricordo di una persona che, nel tempo, hamantenuto un forte legame con la terra cheha contribuito a rendere libera».

OFFESE A NETTURBINO STRANIEROPISA - Un operatore ecologico originario delSenegal è stato insultato con offese razzistedopo che la spazzatrice meccanica si era rot-ta ed erano passate decine di minuti primache intervenisse un’altro mezzo. È successo,nei giorni scorsi, in piazza Sant’Omobono aPisa. Kebe Bassirou, 50 enne, padre di tre fi-gli, residente in città dal 1996, avrebbe pro-vato a spiegare ai commercianti che gli si so-no riversati contro le ragioni del ritardo. Poi,su indicazione del responsabile, avrebbecambiato la zona d’intervento per evitare unulteriore surriscaldamento degli animi. L’o-peratore ecologico ha ricevuto la solidarietàdi altri cittadini e dei colleghi.

Acli provinciali a congresso

l circolo de La Rotta vivevaun periodo di difficoltà:grazie all’entusiasmo delnuovo consiglio, è tornato

ad essere un punto diriferimento per tutto il paese. Ilcircolo di Calcinaia ha deciso -come avevano fatto i gestori dimolti (quasi tutti) i circoli Acli -di rinunciare alla sala slot,puntando su occasioni diincontro vero: la gente haapprezzato. A Marina di Pisa ilcircolo Acli non calamita soloanziani, ma anche moltigiovani, in uno scambiointergenerazionale che fa beneagli uni e agli altri. Ci sono circoli che siconfigurano come l’ultima bandierina in paesi in via dispopolamento: accade, adesempio, in Valdicecina. Altri,invece, che stanno pensando asoluzioni alternative al bancone .Sarà bello, il prossimo sabato14 marzo, ascoltare gli operatoridi tutte queste realtà, anche perfarsi un’idea delle millesfumature con cui oggi si puòincarnare lo spirito aclista. Sarà bello ascoltare l’esperienzade Gli Amici della strada chefanno parte della grandefamiglia delle Acli (oggi contacirca 7mila associati nella solaprovincia di Pisa) e chepotranno raccontare ilquotidiano servizio di ascolto eprossimità ai senza fissi dimora.O dei promotori della «scuoladi formazione popolare», cheha tra i suoi meriti anche quellodi far rete tra associazioni delnostro territorio. O deglioperatori di «Aforisma», da anniimpegnata nella formazione allavoro e nella ricollocazione di

Iuomini e donne che un lavorol’avevano avuto, ma l’hannoperso.Interessante anche laprospettiva dei serviziocivilisti,arrivati alle Acli perché hannoletto un bando di selezione:impegnati in questo o quelprogetto, in un anno incrocianomigliaia di sguardi e storie di

persone che arrivano nella sedecentrale o nelle dieci zonali onei recapiti per mille motividiversi.Perché l’universo dei servizi Acli- dal centro di assistenza fiscaleal patronato al punto famiglia,ai circoli - calamita, ogni anno,circa 30mila utenti. Il programma dei lavori prevede

alle ore 9.30 la preghierainiziale. Alle ore 9.45 l’aperturadei lavori e l’espletamento degliadempimenti congressuali,poco più tardi l’ascolto delletestimonianze. Poi sarà la voltadel presidente provincialeuscente Paolo Martinelli a fareun bilancio delle iniziativeportate avanti negli ultimiquattro anni. Alle ore 11 i salutiistituzionali. Atteso anche ilsaluto dell’arcivescovo GiovanniPaolo Benotto, deirappresentanti di Comune diPisa e di Provincia. Alle ore11.30 l’apertura del dibattitocongressuale. Alle ore 14.30,dopo il pranzo, l’elezione delnuovo consiglio provinciale, deidelegati al congresso regionale eal congresso nazionale el’approvazione delle mozionicongressuali. Nel corso delcongresso si svolgeràl’assemblea dei presidenti dellestrutture di base per eleggere iconsiglieri di propriacompetenza.

DI ANDREA BERNARDINI

cli provinciali a congresso sabato 14 marzo all’ex convento deiCappuccini, in via dei Cappuccini 4 a Pisa.

130 delegati - eletti nei circoli e nei nuclei associativi- sarannochiamati a rinnovare il consiglio provinciale dell’associazione e ascegliere i delegati per i prossimi congressi regionale e nazionale.«Sarà questa - commenta Paolo Martinelli, presidente provincialeuscente delle Acli - una bella occasione per misurare lo stato di sa-lute dell’associazione e provare a far qualche progetto per i prossi-mi anni. Avremo modo, in particolare, di interrogarci per capire sele nostre associazioni sono ancora in grado di leggere i segni deitempi, se rappresentino ancora luoghi, comunità, laboratori in cuisi prova a ricomporre le fratture del nostro tempo attraverso losguardo del pensiero sociale cristiano».«Viviamo il presente. Costruiamo il domani» è il titolo del con-gresso provinciale.

AIl prossimo sabato 14 marzo dalle ore9.30 all’ex convento dei Cappuccini in San Giusto. Le mille sfumaturedell’aclista oggi

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VITA NOVATOSCANA OGGI8 marzo 2020IV

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VITA NOVA TOSCANA OGGI8 marzo 2020 V

RNS, GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTOPONTEDERA - Era il 14 marzo 2002, quan-do, nel 30° anniversario della nascita delRinnovamento in Italia, il consiglio naziona-le del Rinnovamento nello Spirito veniva ri-cevuto da Giovanni Paolo II nella stessa orain cui il consiglio permanente della Cei ap-provava lo statuto. Nel pomeriggio, nella Ba-silica di san Giovanni in Laterano, il cardina-le Camillo Ruini, allora presidente della CEI,presiedeva una solenne celebrazione eucari-stica di ringraziamento. Dal 2002, il 14 mar-zo (o nei giorni vicini a quella data) i gruppie le comunità del Rns celebrano la festa delRingraziamento. Nella nostra diocesi questaricorrenza sarà celebrata domenica 15 mar-zo, da mattino a pomeriggio, alla chiesa delRomito a Pontedera. In particolare, nel po-meriggio, gli aderenti ai gruppi di Rns saran-no raggiunti dall’arcivescovo Giovanni PaoloBenotto che presiederà una concelebrazioneeucaristica. Sono nove i gruppi di Rns in dio-cesi. Nella città di Pisa esiste un gruppo chefa riferimento alle comunità parrocchiali delSacro Cuore, San Francesco e Santa Cecilia, igruppi «Tenda di Dio» in Sant’Apollinare inBarbaricina e «Piccolo gregge» alla chiesa deiCappuccini (in zona aeroporto). Gruppi diRns si riuniscono anche a Latignano e SanFrediano a Settimo. A Pontedera gli aderentia Rns si riuniscono alla chiesa del Romito.Un altro gruppo si riunisce a Bientina. Grup-pi di Rinnovamento nello Spirito Santo so-no, infine, nella parrocchia del Ss Salvatore aPietrasanta e a Fornaci di Barga. Sono circa250 gli aderenti a Rns in diocesi: a questo nu-mero si aggiungono molti simpatizzanti.

CORONAVIRUS, L’IMPEGNO DI MISERICORDIEPISA -Un impegno notevole che vede coin-volti sorelle e fratelli di ogni parte d’Italia. LeMisericordie sono mobilitate per l’emergen-za Corona Virus a supporto della ProtezioneCivile, del Servizio Sanitario Nazionale e ditutte le comunità che in questo momentostanno affrontando le situazioni più critiche.Già dai giorni scorsi è operativa H24 la salaoperativa nazionale che ha attivato anche unnumero dedicato a tutte le Misericordie chehanno necessità di supporto. Attualmentesono in attività oltre 1650 volontari che stan-no operando all’interno degli aeroporti - tracui il «Galileo Galilei» - per verificare le con-dizioni di salute dei passeggeri in arrivo, inassistenza alle famiglie poste in isolamentonelle zone maggiormente colpite dal virus eda disposizione dei servizi sanitari territoriali.La disponibilità a questo servizio è stata of-ferta anche da un buon numero di volontaridelle Misericordie del territorio pisano.«Seguiamo con estrema attenzione l’emer-genza legata alla diffusione del Corona Virusnel nostro Paese - afferma il presidente dellaConfederazione Nazionale delle Misericor-die d’Italia -. Esprimiamo tutta la nostra soli-darietà ed il nostro sostegno alle popolazio-ni colpite da questa emergenza, ai cittadini,agli amministratori, agli operatori sanitari, aivolontari impegnati, a loro vanno le nostrepreghiere ed i nostri pensieri. Siamo attivi sultutto il territorio nazionale, a vario titolo, adisposizione delle autorità sanitarie, si è in-sediata la nostra Sala Operativa Nazionale.Le Misericordie sono e saranno pronte adimpegnarsi ancora di più per qualsiasi neces-sità si presenti anche nei prossimi giorni».

FESTA DI PRIMAVERA A NICOSIACALCI - «La bellezza salverà il mondo», dice-va il principe Miškin ne L’idiota di Dostoev-skij. Ed è la bellezza che vogliamo far scopri-re e preservare. Domenica 22 marzo, nellaprima domenica di primavera, tra vicoli egiardini ai piedi del convento di Nicosia aCalci, si svolgerà l’annuale appuntamentoorganizzato dall’associazione Nicosia nostra.Come già annunciato, il tema della festa sa-ranno i «tesori» che ci circondano, come Ni-cosia, i luoghi che amiamo, il monte, la na-tura, il territorio, ma anche i tesori come lerelazioni, i valori, le persone, la comunità.Uno di questi tesori è l’Acli «Padre LeopoldoGhezzi», in via Centofanti, che dopo anni dichiusura è un tesoro che desidera rinascere eche riunisce in sé l’amore per il luogo e la vo-glia di stare insieme. L’associazione, con lacollaborazione di volontari, dell’associazio-ne nazionale Carabinieri in congedo e l’unitàpastorale della Valgraziosa, ha promosso eintrapreso un’azione di recupero di questospazio per poterlo nuovamente offrire allacomunità e il ricavato della giornata, tolte lespese, sarà finalizzato a questo.La festa è a ingresso libero e inizierà la matti-na alle 10, con un alternarsi di itinerari gui-dati, laboratori e chiacchierate che invitanoad approfondire il forte legame tra il mondodell’uomo e madre Natura.

Block NOTES

Presentato uno studio del Cesvot.

Il presidente Federico Gelli:

«I dati che emergonoci parlano di una

società matura e altruista, che pratica

solidarietà e cherispetta e apprezza

chi si dedica agli altri»

Il volontariato visto dalla genteDI CRISTINA SAGLIOCCO

toscani conoscono ed apprezzano ilvolontariato: vivono (o hanno vissuto)questa esperienza 2 toscani su 3 e in200mila si dicono pronti a seguire in

questa o quell’associazione i loroconcittadini o compaesani. Questo emolto altro emerge dalla prima indaginedemoscopica sulla popolazione toscanasvolta da Sociometrica per conto diCesvot. Oggetto principale dell’indagine:capire cosa sanno e cosa pensano i toscanidel volontariato e dei volontari. IlRapporto è stato pensato anche perverificare se il volontariato e il mondo delTerzo Settore siano oggi percepiti evalutati dalla generalità dell’opinionepubblica come un universo positivo,fondamentale per la collettività, o se nonsiano invece attraversati da critiche, dubbio perplessità. Nel leggere il Rapporto, uno dei dati chesalta subito agli occhi è che oltre il 90%della popolazione conosce il volontariatoe che il 66% ne ha una conoscenza diretta,o perché l’ha fatto o perché conoscepersone che lo hanno fatto. Sembra quasiimpossibile a dirsi, ma soltanto il 14%conosce il volontariato tramite i mezzi diinformazione. In un’epoca dominata dallacomunicazione dei media (e non da

quella interpersonale) un risultato diquesto genere fa riflettere e molto: sipotrebbe affermare che il volontariato,con la sua rete di relazioni personali,costituisce una realtà pervasiva capace didiffondersi coinvolgendo quasi tutti.Evidentemente perché chi fa volontariatone parla, ne va fiero e cerca di contagiaregli altri nel fare altrettanto. Nella nostra regione la classe d’età piùfavorevole al volontariato è quella piùimpegnata sul lavoro (dai 30 ai 54 anni) ead essere preferite non sono leassociazioni con grandi brand nazionali einternazionali, ma quelle locali, segno chela prossimità e le relazioni dirette sono glielementi più attrattivi e determinanti persviluppare la disponibilità verso ilvolontariato: tra le categorie consideratepiù «meritorie» di ottenere l’aiuto delvolontariato troviamo al primo posto glianziani non autonomi (49,1%), i malati(35,1%) e i disabili (34,8%). C’ècomunque da sottolineare che per quantosi consideri fondamentale l’apporto deicittadini e della società civile, per ben il74,2% delle persone intervistate le attivitàdi welfare devono essere prevalentementesvolte dallo Stato. Tra le persone intervistate a Pisa eprovincia, il 29% si è detta disponibile afare la propria parte nel volontariato,

mentre il 71% giudica «fondamentale»l’opera portata avanti da chi volontario loè già.Per Federico Gelli, pisano, presidente diCesvot, «i dati che emergono ci parlano diuna società matura ed altruista, che praticasolidarietà e che rispetta e apprezza chi sidedica agli altri, all’ambiente ed ai benicomuni in genere. È una popolazione cheritiene giusto che i cittadini facciano laloro parte, insieme alle istituzionipubbliche, per migliorare la qualità dellavita di tutti, in primis delle persone piùdeboli. Insomma un patrimonio di valori,di pratiche e di disponibilità che superaogni più rosea aspettativa. Ci piacepensare che questo ritratto indurrà ancoradi più la classe politica presente e futuraad avere cura del tessuto sociale di questaregione, la cui popolazione sembraconservare un dna altruistico edisponibile, tanto difficile a ricostruirequando viene a mancare».Il volontariato costituisce e costruiscedunque un tessuto sociale che con la suapresenza incide sul modo di essere dellasocietà. Il valore del volontariato vadunque oltre la somma delle sue singoleazioni, evocando un modo di essere dellasocietà aperto, solidale, comunitario di cuitutti - nessuno escluso - abbiamo semprepiù bisogno.

I

FOCUS

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VITA NOVATOSCANA OGGI8 marzo 2020VI

Premio «Felici» a don Marcello Brunini

l Serra club di Cascina haassegnato al sacerdotelucchese don MarcelloBrunini il premio «Icilio

Felici». La cerimonia, tenutasinei giorni scorsi, è stataospitata nella gipsoteca delcomune di Cascina.

IL PREMIO «FELICI»onsignor Icilio Felici fusacerdote e scrittore molto

conosciuto. Già pievano di SanCasciano di Cascina, fu ancherettore della chiesa deiCavalieri di Santo Stefano inPisa e primo direttore delsettimanale diocesano «VitaNova». Di lui, l’arcivescovo diPisa Giovanni Paolo Benottoha scritto: «Uomo e sacerdote,scrittore e ministro di Dio che halasciato segni profondi nella vitadi tante persone e nella storia

M

Idella Chiesa pisana … e i cuilibri sanno trasmettere emanifestare la perenne giovinezzadei valori di riferimento nutritidalla fede cristiana ed ancoratiprofondamente nel cuore e nellavita dell’uomo di ogni epoca».Il premio, promosso dal SerraClub di Cascina, intenderender merito a figure che,come monsignor Icilio Felici,si sono distinti per la loroattività pastorale e, nelcontempo, per i loro interessiartistici (letterari, musicali opittorici).

DON MARCELLO BRUNINIl vincitore del premio donMarcello Brunini è nato a

Porcari (LU) nel 1951.Ordinato sacerdote nel 1975, èparroco della parrocchia delVarignano in Viareggio edirettore dell’Archivio storicodiocesano di Lucca(riconosciuto patrimoniodell’Unesco).Appassionato di psicologia,nel 1985 ha conseguito lalicenza in questa materia allaPontificia Università Salesianaa Roma e, dal 1993, è iscritto

I

all’albo degli psicologi dellaToscana. La sua analisiintrospettiva della psicologiaumana, unita alla autenticitàdelle fede, lo ha portato, comesi legge nella critica ad un suolibro, a rintracciare nelladebolezza, le tracce di Dio che,abitando in ciascuno di noi,nella storia e nel creato, prendel’uomo per mano affinché siavitale custode del passato egeneratore di futuro. Ledebolezze sono prima di tuttole periferie in cui siconcentrano «gli ultimi dellasocietà» e di cui la suaparrocchia, il Varignano, è unpiccolo microcosmo.

LA CERIMONIAa cerimonia di premiazioneè stata introdotta dal

presidente del Serra Club diCascina, Alberto Beati cui hafatto seguito il saluto delsindaco reggente di Cascina Dario Rollo. Dopo laprolusione del premiato, lacerimonia, come di consueto,si è conclusa con la Messapresieduta dal premiato econcelebrata con don PaoloPaoletti, cappellano del SerraClub di Cascina, nellabellissima pieve romanica diSanta Maria in Cascina.

L

PROMOSSO DAL SERRA CLUB

Sacerdote della diocesilucchese, è parroco a Viareggio, direttoredell’archivio storico diocesano di Lucca e psicologo

DI ANDREA BERNARDINI

he tipo di mondo vogliamolasciare a quelli cheverranno dopo di noi, aibambini che stanno

crescendo?» così si chiede papa Francescoin un videomessaggio in cuiinvita tutta la comunità deicredenti a partecipare - dal16 al 24 maggio - alla Settimana Laudato Si.Rinnovando il suo appelloa «rispondere alla crisiecologica, al grido dellaterra e al grido dei poverinon possono più aspettare.Prendiamoci cura delcreato, dono del nostrobuon Dio creatore». Era il 24 maggio del 2015 -dunque cinque anni fa -quando papa Francescofirmava l’enciclica «Laudato si’». Daallora la sensibilità delle comunitàcristiane - e non solo - verso la «cura delcreato» è cresciuta notevolmente ed èpersino nato un movimento - ilMovimento cattolico mondiale per ilclima - che sta coordinando miriadi diiniziative di diocesi, unità pastorali,parrocchie, conventi, a sostegnodell’ecologia integrale richiamatanell’enciclica. «Papa Francesco ci chiede di ritornare alcuore di ciò che siamo come cristiani:persone che amano i propri vicini comenoi stessi - osserva Tomàs Insua, direttore

C«esecutivo del Movimento cattolicomondiale per il clima. La catastrofeclimatica sta aumentando il rischio difame, malattie e conflitti per i nostri vicinipiù vulnerabili. Ogni minuto chepassiamo riscaldando il pianeta è unatragedia per i più vulnerabili. Papa

Francesco ci fa un appellourgente ad agire qui e oraseguendo i valori della nostrafede».Il quinto anniversario dellaLaudato si’ coincide congrandi eventi che sisvolgeranno entro la finedell’anno. A novembre, alla26esima conferenza delleNazioni Unite sulcambiamento climatico, ipaesi dovranno annunciare ipropri piani per raggiungeregli obiettivi dell’accordo sulclima di Parigi. Un mese

prima, ad ottobre, si terrà Conferenzadelle Nazioni Unite sulla biodiversità,durante la quale il mondo avrà lapossibilità di fissare obiettivi significativiper proteggere il creato.E a cinque anni dalla «Laudato si’», primaancora della Settimana indetta da papaFrancesco, la Coldiretti organizza - perquesto venerdì 6 marzo dalle ore 17 adOrciano - il convegno «Custodi della terra.Il contributo dell’agricoltura e delleimprese nella cura della casa comune». Lasindaca di Orciano Giuliana Menci,l’arcivescovo di Pisa Giovanni PaoloBenotto, il professor Stefano Masini, capo

area «Ambiente e Territorio» della Coldirettinazionale, il presidente della Camera diCommercio Pisa Valter Tamburini e ilpresidente della Coldiretti di Pisa FabrizioFilippi avvieranno una riflessione sugliindirizzi che l’enciclica di papa Francesco«Laudato Si’» rivolge al mondo produttivo. L’agricoltura riveste un ruolo delicato eirriducibile, necessario. Alla luce della Laudato Si’ - riflettoni i coldiretti - laresponsabilità è ancora più evidente: ilrapporto dell’agricoltore con la terra, lepiante e gli animali, è di autentica custodia,non più di solo dominio. Il valoredell’agricoltura e il suo impatto,oltrepassano la dimensione presente, giacchéproiettano sul futuro il destino alimentaredelle generazioni a venire e questo dettaprecisi doveri. In rapporto al superamentodella cultura dello spreco, inoltre, il mondoagricolo ha un proprio bagaglio di saperi epratiche virtuose da mantenere e riproporre. C’è poi la dimensione delle relazioni: la crisiecologica e la crisi sociale sono lo stessofenomeno, insegna la Laudato Si’, e nellacultura agricola le relazioni di fiducia,collaborazione e contiguità sono tuttoracentrali. La produzione agricola che diventavendita diretta, ad esempio, crea comunità efavorisce nuovi scambi fra individui digenerazioni, origine e vite diverse. Nasconocosì i nuovi modelli sostenibili delle impreseagricole moderne: diversificati emultifunzionali, sono modelli che hannomesso al centro i valori e i bisogni di unacomunità e del suo ambiente, conl’obbiettivo dichiarato di non lasciareindietro nessuno.

Venerdì 6 marzoconvegno a Orcianocon l’arcivescovoGiovanni PaoloBenotto e il dirigentenazionaleStefano Masini

I Coldirettie la «Laudato Si’»

MONASTERO INVISIBILEPISA - Disponibile il nuovo sussidio del «Mo-nastero invisibile». In questo tempo la nostrapreghiera e le nostre azioni sono offerte al Si-gnore per le vocazioni in difficoltà. La suamisericordia e la nostra vicinanza possanoessere di sostegno alle sorelle e ai fratelli chenei diversi stati di vita: matrimonio, sacerdo-zio, consacrazione, stanno vivendo un tempodi ripensamento e di prova. Non si sentanogiudicati ma accompagnati e sostenuti inquesto tempo di fragilità. Possano riscoprireil senso e il valore della propria vocazione se-gno dell’amore di Dio Padre.

ASSEMBLEA UCSIFIRENZE - I giornalisti iscritti all’Ucsi sonoinvitati la prossima domenica 8 marzo allaCertosa - a Firenze in via del Ponte di Certosa1 - per partecipare all’assemblea regionaledell’associazione. Il programma della assem-blea prevede, alle ore 10.30, il ritrovo allaCertosa e la partecipazione alla Messa festivanella chiesa del monastero, alle 12 l’assem-blea regionale, alle ore 13.30 il pranzo al vici-no ristorante e alle ore 15 la visita guidata al-la Certosa.

L’ATENEO SUL CARRO DI GRETA THUNBERGVIAREGGIO - Una delegazione dell’Univer-sità di Pisa ha partecipato al corso maschera-to del Carnevale di Viareggio che si è svoltodomenica 23 febbraio per sensibilizzare igiovani e l’opinione pubblica sul cambia-mento climatico. Sotto la figura di cartapesta di Greta Thun-berg del carro di Lebigre-Roger intitolato«Home sweet home – Nessun posto è comecasa» che ha vinto l’edizione 2020 del Carne-vale ha sfilato un gruppo in rappresentanzadel dipartimento di Scienze della Terra e delMuseo di Storia Naturale di Calci. Mascheraticon camici e parrucche c’erano dottorandi,studenti, borsisti e sei docenti - GiovanniZanchetta, Monica Bini, Roberto Giannecchi-ni, Elena Maggi, Claudia Vannini e DuccioBertoni. Prima della partenza del corso mascherato, ilpresidente del corso di laurea in scienze am-bientali Giovanni Zanchetta ha presentato ilcorso, spiegando perché iscriversi e cosa offreagli studenti, quindi tutta la delegazione del-l’Università di Pisa ha sfilato con uno stri-scione con su scritto «Scienze ambientali,perché la Terra è l’unico pianeta che abbia-mo».

I GIOVANI AI CONCERTI ROCK: LO STUDIOPISA - Al primo grande concerto nella storiadel rock, il Monterey Pop Festival in Californiadel 1967, le ragazze e i ragazzi ascoltaronol’esibizione in silenzio, seduti e concentrati,al più dondolando dolcemente la testa o sor-ridendo estatici. Si tratta di una novità asso-luta: il loro comportamento, per certi versisorprendente, era molto simile al modo difruire la musica classica da parte dei lorononni e genitori. A raccontare la vicenda tratteggiando questoinsolito parallelo è il professore Alberto Ma-rio Banti dell’Università di Pisa in un saggiopubblicato sulla rivista «Biblioteca teatrale».Nello studio Banti analizza performance e ri-tualità di pubblico e musicisti agli albori delrock, tra anni Sessanta e Settanta del Nove-cento. «Per la musica pop, specie per quellarivolta al pubblico giovanile – spiega Banti –la modalità di ascolto che si palesa a Monte-rey è una novità rispetto al passato, nei con-certi di Elvis Presley o dei primi Beatles i gio-vani infatti partecipavano con applausi, gri-da, danze, risa e pianti, in particolare le ra-gazze, quasi come una affermazione genera-zionale e di genere». Secondo Banti il nuovo comportamento delpubblico è da ricercare in quei mutamentidella musica pop che segnarono proprio lanascita del rock, quindi forme musicali piùcomplesse, brani che superavano i canonicitre minuti e testi che affrontavano temi piùsvariati con ricercatezza poetica (come nel ca-so Bob Dylan è oramai istituzionalmente ri-conosciuto).

LABORATORIO TATTILE ALLA GIPSOTECAPISA La Gipsoteca di Arte Antica ospita unaserie di appuntamenti che vanno sotto il tito-lo di «Vietato toccare», laboratorio dedicatoalla scoperta dell’opera d’arte attraverso il tat-to. Immersi fra le statue in gesso della colle-zione ottocentesca, i partecipanti sarannoguidati a toccare i calchi, imparando a vederecon le dita alcune tra le opere più note e si-gnificative dell’arte greca, etrusca e romana. I laboratori, dedicati in particolare a ipove-denti e non vedenti, ma aperti a tutti, miranoa far vivere ai partecipanti un’esperienza ine-dita di contatto con le opere d’arte medianteuna tattilità che trova eco in tutto il corpo.

Block NOTES l’ INIZIATIVA

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VITA NOVA TOSCANA OGGI8 marzo 2020 VII

LE TESTIMONIANZE

a lasciato il «segno» la Giornatadiocesana delle scuole cattoliche e

di ispirazione cristiana, chel’arcivescovo Giovanni Paolo Benottoha voluto lo scorso 23 febbraio. Già nello scorso numero abbiamoriportate alcune significativetestimonianze di gestori e insegnanti discuole cattoliche e di ispirazionecristiana del territorio. Ma la Giornata èstata vissuta, ad esempio, anche aMarina di Pisa, dove la scuoladell’infanzia paritaria «MariaAusiliatrice» si è ritrovata a viverequesto importante appuntamento conle sue insegnanti, gli ausiliari e alcunivolontari della Cooperativa ONLUSSalesiamo attuale gestore della scuola .«La scelta di fare una giornata diocesanaper le nostre scuole d’ispirazionecristiana - commenta Lucia Quintavalle -è certamente nata dall’emergenzaeducativa in cui ci troviamo ormai datempo; il mondo educativo cristiano,tutti i vescovi, il Papa stesso hannorisposto subito a questa situazione, econtinua a farlo coinvolgendo il fulcrodella nostra società civile: la famiglia». Insieme a molte famiglie marinesi, lacomunità della scuola ha partecipatoalla Messa parrocchiale delle ore 11animandola con le letture e i canti. Unmomento particolarmente forte è statola lettura delle preghiere dei fedelipersonalizzate dai genitori e gliinsegnanti. Significativo anchel’offertorio fatto da alcuni genitori enonni insieme ai piccoli alunni dellascuola che hanno portato i loro disegnicon il messaggio di pace e fraternità .Alla conclusione tutti sul pratodell’oratorio per il lancio dei palloncinibiodegradabili, con altri messaggiappesi.«Abbiamo voluto cogliere l’occasione diquesto momento comunitario -prosegue Lucia Quintavalle - perdivulgare il messaggio inequivocabiledel Papa e della diocesi pisana. Ci èstato consegnato un compito in modoforte e chiaro: “Dobbiamo rafforzare ilrapporto tra la comunità ecclesiale e lapresenza educativa delle scuolecattoliche e d’ispirazione cristiana”».Determinante, ancora una volta, la«comunità educante», termine che daanni è usato nelle case salesiane e nonsolo, per indicare il coinvolgimento ditutte le figure che vivono un rapportoeducativo con le nuove generazioni.E la scorsa domenica 23 febbraio si ècelebrata la giornata delle scuolecattoliche e d’ispirazione cristianaanche a San Piero a Grado. Qui ibambini della scuola dell’infanzia«Immacolata Concezione» accompagnati dai loro genitori,insegnanti e dalle suore che prestanoservizio nella scuola hanno partecipatoattivamente alla Messa. Dal parroco diSan Piero un sentito ringraziamentorivolto a tutti coloro che hannopartecipato e a tutti quelli che si sonoadoperati per la buona riuscitadell’iniziativa.

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LA GIORNATADELLE SCUOLECATTOLICHE A MARINA E SAN PIERO

In ricordo di Adriana FiorentiniDI GIUSEPPE MEUCCI

quattro anni dallamorte, Adriana èancora viva inmezzo a

noi.Proprio così: a S.Stefano vogliamo pensaread Adriana come ad unapersona viva, come ad unacompagna di viaggio checon il suo sorriso ci sostienee ci illumina nelle nostregiornate, in cui siintrecciano studio, lavoro,impegno, ricerca, preghiera,servizio, gioco, incontri,relazioni...Il tempo è inesorabile, e acausa degli anni trascorsimolti non hanno avuto unaconoscenza diretta diAdriana.È bello, allora,oltre che opportuno,richiamare alcunecaratteristiche di questanostra sorella maggiore,perché la possiamo sentiredavvero vicina.Una serie di testimonianzelibere sono state raccolte inun volume pubblicatonell’ottobre 2018, dalstitolo «Adriana Fiorentini aPisa 1968-2016. La bellezzadi un cammino tra scienzae fede». Alcune copie diquesto volume sono ancoradisponibili presso lasegreteria della parrocchiadi S. Stefano extramoenia.Partendo da questetestimonianze possiamodisegnare il ritratto di unadonna sensibile edeterminta, dotata di unalevatura scientifica diprim’ordine e capace dirapportarsi in manierasemplice con chiunque,fondata su una fede solidain Gesù e disponibile ad undialogo aperto con tutti.La parabola di Adrianaparte da Milano, dove vivel’infanzia e l’adolescenza;dopo un periodo di circaventi anni trascorso aFirenze, giunge nell’epocadella maturità a Pisa, dovesi svolge la seconda metàdella sua vita. Ed ènell’ambiente di lavoro e diricerca al Cnr e nella realtàecclesiale della parrocchiadi S. Stefano e della diocesiche molte persone hanno lafortuna di incontrarla, inoccasioni diverse, ma tuttesignificative.Adriana amica di famiglia,pronta a entrare in sintonia- lei che non è stata madre -non solo con gli adulti masoprattutto con i piùpiccoli, accompagnandolicon tenerezza nella crescitae nel percorso di fede.

A

Adriana ricercatriceintelligente, tenace e razionalenella conduzione di unprogetto, leader naturale delgruppo di lavoro e insiemedotata di una squisita empatiaverso colleghe ed allieve. Unacompagna di lavoro che tuttiabbiamo sognato di avere.Adriana semplicemente donnadi fede, consacrata al Signorefin da un lontano 8 dicembre.Dio in tutta la sua vita hatracciato in maniera discretauna scia luminosa, che hacontraddistinto il suo modo diessere e di rapportarsi con glialtri con granitica delicatezza.Adriana catechistaappassionata, sempre pronta aprendere per mano la persona,il gruppo, il catechista piùgiovane, per vivere insieme lasplendida avventuradell’annuncio del Vangelo edella maturazione

nell’esperienza di fede.Adriana sempre pronta acondividere, con pazienzaed entusiasmo, i suoi tesoridi cultura e i suoi talenti diumanità, nelle comunitàscientifiche ed ecclesiali dicui è stata partecipe,promuovendo tra l’altro ilsostegno concreto astudenti universitariprovenienti da paesi indifficoltà per conflittibellici o problemieconomici.Adriana che porta nellanostra esperienzaquotidiana un soffio digioia, di bellezza, dispiritualità. Che testimoniauna luminosa vicinanzacon Dio e che si fa ponte sucui ciascuno di noi puòintraprendere un camminodi conversione e di vitanuova.Adriana che (sono paroledell’Arcivescovo nelleIndicazioni Pastorali «DallaChiesa Terrena alla ChiesaCeleste») «ha mostrato ilvolto bello della fede edella fecondità dellasperanza cristiana, dandouna indelebiletestimonianza di fede e divita piena, offrendo unesempio indimenticabile difedeltà al Vangelo».Per tutto questo, facendomemoria di Adriana, siamolieti di poter viverel’Eucarestia, presieduta dalnostro Arcivescovo nellaChiesa di S. Stefano extramoenia, il giorno 8 marzo,Seconda Domenica diQuaresima, in cui ilVangelo (Mt 17,1-9) cipropone l’episodio dellaTrasfigurazione.

a comunità di Santo Stefano extra moenia ricorda AdrianaFiorentini a quattro anni dalla sua morte. Domenica 8 mar-

zo sarà l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto a ricordare que-sta figura di scienziata e fedele laica impegnata nella celebra-zione eucaristica delle ore 11.30. Ospitiamo qui, invece, il ricor-do che di Adriana ha scritto il professor Giuseppe Meucci.

L

Un diploma «alla memoria» ad Alberto Fanfanion una cerimonia che si è svolta nell’aula magnanuova del Palazzo della Sapienza, l’Università di

Pisa ha conferito il diploma di specializzazione allamemoria in Medicina interna al dottor Alberto

Fanfani, il giovane specializzandodell’Università di Pisa che nell’estatedel 2018 rimase vittima del crollo delPonte Morandi a Genova. AlbertoFanfani, fiorentino di 33 anni, si eralaureato in Medicina e chirurgiaall’Università di Firenze e si eratrasferito a Pisa dopo aver ottenuto ilposto alla Scuola di specializzazionein Medicina interna. Al momentodella scomparsa era iscritto al quintoanno del corso. Il 14 agosto 2018Alberto Fanfani stava percorrendo il

ponte Morandi in auto con la fidanzata, MartaDanisi, anche lei tra le vittime del crollo,un’infermiera conosciuta proprio a Pisa lavorando

nello stesso ambiente. Originaria della Sicilia, MartaDanisi si era da poco trasferita a lavorare inPiemonte.Alla cerimonia dell’Università di Pisa hannopartecipato i genitori di Alberto, che hanno ritirato ildiploma, e la mamma e la sorella di Marta. Dopo isaluti del rettore Paolo Mancarella e del presidentedel consiglio comunale di Pisa Alessandro Gennai,sono intervenuti Silvia Briani, direttrice generaleAOUP, don Dante Carraro, direttore di Medici conl’Africa CUAMM, e Stefano Taddei, direttore dellaScuola di specializzazione in Medicina interna.Hanno inoltre portato le loro testimonianze glispecializzandi Livia Giannini e Alessandro Mengozzi. «La nostra comunità ha perso un ragazzo eccezionale- ha commentato il rettore, Paolo Mancarella - Conquesto diploma alla memoria abbiamo cercato diriportare un po’ di giustizia in una storia dove digiustizia ce n’è veramente poca. Lo dovevamo adAlberto e ai suoi familiari».

C

Conferito dall’università di Pisa. Il giovane

di origine fiorentina perse la vita, insieme alla fidanzata Marta

Danisi, a causa del crollo del PonteMorandi a Genova

Domenica 8 marzol’arcivescovoGiovanni PaoloBenotto sarà inSanto Stefano extramoenia percelebrarel’Eucarestia ericordare la figuradi questa laica chetanto si è spesaper la comunità di Porta a Lucca e per la diocesi

Nasce la fondazione «Iltalento all’Opera»:sosterrà i progettidi giovaniricercatori

opo l’annuncio didicembre 2019, in

occasione dell’aperturadell’anno accademico dellaScuola SuperioreSant’Anna, entra nel vivo ilprogetto «Il Talentoall’Opera». È stata costituitaa Pisa una delle primefondazioni filantropichedel terzo settore, conl’obiettivo di raccogliererisorse per sostenereprogetti a favore di giovanistudenti e ricercatori,impegnati sulle grandi sfidedel pianeta. Dinanzi alnotaio Giulia Donadio, exallieva di ScienzeGiuridiche della ScuolaSuperiore Sant’Anna, inquesta prima fase hannodato vita alla Fondazione«Il Talento all’Opera»:Toscana Aeroporti,Associazione UnioneIndustriale Pisana, Acque,List, Sago, Forti Holding.Altri soggetti hannoconfermato l’intenzione diaderire in maniera ufficialeal progetto, nelle prossimesettimane. Presidente della fondazione«Il Talento all’Opera» è statanominata Gina Giani,amministratore delegato diToscana Aeroporti. Fannoparte del Consiglio diamministrazione, inoltre,Patrizia Alma Pacini,presidentedell’Associazione UnioneIndustriale Pisana;Giuseppe Sardu, presidentedi Acque; Alvise Insalaco;amministratore delegato diList; Giovanni Scanavacca,designato da Sago; LuigiDoveri, amministratoredelegato di Forti Holding;Luca Gori, ricercatore dellaScuola SuperioreSant’Anna. «Quella che ha visto lacostituzione de ‘Il Talentoall’Opera’ è stata unagiornata molto importante– sottolinea Sabina Nuti,rettrice della ScuolaSuperiore Sant’Anna –perché abbiamocontribuito a creare una‘squadra’ a sostegno deltalento e del merito».

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Page 8: Un Seminario interdiocesano a Pisa - Sulla Tua Parola...«“La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c’era entrata

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