Notiziario 13

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8 Le Voci di via Piave 13 | Settembre 2014 ATELIER DELL’ALTRA EDITORIA L’intero weekend sarà dedicato al mondo variegato e poco noto della piccola editoria autoprodotta negli spazi suggestivi di Casa Bainsizza in Via Montello 26, con esposizioni di libelli realizzati a mano con materiali di scarto, libri digitali per il libero scambio, periodici autoprodotti da singoli e da gruppi. I due giorni saranno animati da reading, corti d’autore e laboratori aperti a tutti, all’insegna della creatività e della condivisione. murale di Blu G Gruppo di Lavoro di Via Piave con Unica Edizioni e Liber - I Libri Liberi da Milano ATELIER ATELIER ATELIER DELL’ALTRA EDITORIA DELL’ALTRA EDITORIA DELL’ALTRA EDITORIA 4 4 4- - -5 ottobre 2014 5 ottobre 2014 5 ottobre 2014 Sabato ore 15-20 Domenica ore 10-20 c/o Casa Bainsizza Via Montello 26 Mestre Info gdlpiave @gmail.com [email protected] INGRESSO LIBERO Con Blare Out, Cartiera Clandestina, Casa Editrice Libera e Senza Impegni, La Zampetta nel Colore, Lenticchia d’Acqua, LeVoci diVia Piave, Lieve Malore, Percorso Non Disponibile, Tera e Aqua, Tilia Tarrare, Unica Edizioni e altri ancora. murale di Blu www.blublu.org Nei giorni 4 e 5 ottobre il quartiere Piave ospiterà l’Atelier dell’altra editoria, progetto autoprodotto e autofinanziato dal Gruppo di Lavoro Via Piave in collaborazione con Unica Edizioni e Liber-I Libri Liberi da Milano, con il Patrocinio della Municipalità di Mestre Carpenedo e dell’Etam. Si comincia sabato alle ore 15,00 con QUELLI DI CASA BAINSIZZA, laboratorio condotto dall’artista milanese Federico Zenoni per imparare a fare libelli libroidi e microlibri con le proprie mani. Il laboratorio produrrà il primo libello dell’Atelier, “Quelli di Casa Bainsizza”, microbiografie in forma di intervista alle persone che hanno dato vita a Casa Bainsizza. Alle 18,00 lo spazio dedicato ai cortome- traggi d’autore e all’autoproduzione di film con LA CARTA SI ANIMA – Mate- riali animati diventano cinema, a cura di Gianni Trotter con la collaborazione di Franco Nube. Nell’intermezzo, la scrittura creativa dei giovanissimi con la lettura ad alta voce della pièce LA MEDUSA ASSASSINA. Domenica, appuntamento alle ore 10,00 con l’artista Marco Brunello e la sua Car- tiera Clandestina nel laboratorio METTICI LA FACCIA. Occorre portare la propria foto riprodotta in fotocopia, farà parte dell’installazione. In contemporanea, DISPENSA VE- GAN: Tilia Tarrare, esperta di cucina vegan,“dispenserà” consigli e ricette di alimentazione alternativa. Alle 15,00 VIA PIAVE SIAMO NOI, laboratorio per scrivere insieme il Grande Libro con le microbiografie degli uomini e delle donne del quartiere Piave. Con Lucia Patano, Silvia Turcato e Claudia Vio. In contemporanea Annalisa Monda con I NON-LIBRI guiderà i più piccoli nell’in- venzione di storie senza scrittura. Alle 17,00 INCURSIONI: Luigi Fincato, voce storica di Radio Base, intervista gli autoproduttori dell’Atelier. Alle 18,00 READING JAZZ, con Ulisse Bonaventura al pianoforte e Petru Dinjos al sassofono. Letture ad alta voce di Giorgia Reberschak e Daniela Bertoldo. A cura di Luisa Cazzador e Anna Palma Gasparrini. Distribuiti sui tre piani di Casa Bainsizza, allestiti per l’occasione da Leopoldo Mat- tei e Fabrizio Preo, gli espositori conver- seranno con il pubblico e presenteranno il loro lavoro. Sarà presente LIBER, il salone dell’edi- toria creativa e autoprodotta, organizzato a Milano dalla “Casa Editrice Libera e Senza Impegni” di Federico Zenoni, giun- to quest’anno alla quarta edizione, qui in versione da viaggio. A illuminare l’allestimento le lampade di Annalisa Monda con LUMI DI RICICLO. Per ulteriori informa- zioni consultare il sito del Gruppo di Lavoro Via Piave, curato da Marco Mura. Per i laboratori si consiglia la prenotazione a [email protected]. Claudia Vio Notiziario del Gruppo di lavoro di via Piave aps Stampa a cura: CPM, viale Ancona - Mestre Si ringrazia: TAG Club per il supporto dato In redazione: Fabrizio Preo, Marco Mura, Nicola Ianuale, Lucia Patano, Silvia Turcato, Palma Gasparrini, Franco Nube, Claudia Vio Numero 13 - Settembre 2014 Le Voci di Notiziario del Gruppo di lavoro via Piave aps Politica, violenza e... immigrazione? di Nicola Ianuale e Fabrizio Preo Si terrà a Mestre e Marghera dal 10 al 14 Settembre 2014 la IV edizione del Festival della politica organizzato dalla Fondazione Pellicani il cui tema è Politica e Violenza. S arà affrontato il tema della violenza e politica nelle sue molte- plici sfaccettature di genere, di linguaggio, di convivenza so- ciale, dell’economia, della politica internazionale e della satira (www.festivalpolitica.it). Questa prestigiosa opportunità ci induce a tentare una riflessione sull’ intreccio politica e violenza in rapporto al fenomeno immigrazione. Ovvero sulla possibilità di costruire una pacifica e civile convivenza tra coloro che abitano in questa parte di città con alta presenza d’im- migrati regolari e non. La domanda è: la convivenza democratica, che abbiamo co- struito dal dopoguerra ad oggi, è attrezzata ad integrare e media- re alle differenze di etnia, di cultura, di tradizione e di religione tra chi viene da altri paesi e la società che li accoglie? E ancora: disponiamo degli strumenti necessari, (leggi e ordinamenti), per affrontare sacche di immigrazione poco inclini alla civile convi- venza se non addirittura dedita a comportamenti violenti ed il- legali? Il Gruppo di Lavoro via Piave, la cui natura associativa è la promozione della convivenza sociale, al primo quesito, rispondereb- be che non è sufficiente. Al secondo direbbe che si vive una perico- losa inadeguatezza. Segue a pagina 2 Numero 13 - Settembre 2014 ave aps 4 Settembre 2014 la IV edizione del Festival one Pellicani il cui tema è Politica e Violenza. te- so- ra ull’ ne. za m- co- ia- re alle differenze di etnia, di cultura, di tradizione e di religione tra chi viene da altri paesi e la società che li accoglie? E ancora: disponiamo degli strumenti necessari, (leggi e ordinamenti) , per affrontare sacche di immigrazione poco inclini alla civile convi- venza se non addirittura dedita a comportamenti violenti ed il- legali? Il Gruppo di Lavoro via Piave , la cui natura associativa è la promozione della convivenza sociale, al primo quesito, rispondereb- be che non è sufficiente. Al secondo direbbe che si vive una perico- losa inadeguatezza. Segue a pagina 2

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8 Le Voci di via Piave 13 | Settembre 2014

ATELIER DELL’ALTRA EDITORIA

L’intero weekend sarà dedicato al mondo variegato e poco noto della piccola editoria autoprodotta negli spazi suggestivi di Casa Bainsizza in Via Montello 26, con esposizioni di libelli realizzati a mano con materiali di scarto, libri digitali per il libero scambio, periodici autoprodotti da singoli e da gruppi. I due giorni saranno animati da reading, corti d’autore e laboratori aperti a tutti, all’insegna della creatività e della condivisione.

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GGruppo di Lavoro di Via Piave con Unica Edizioni e Liber - I Libri Liberi da Milano

ATELIERATELIERATELIER DELL’ALTRA EDITORIADELL’ALTRA EDITORIADELL’ALTRA EDITORIA

444---5 ottobre 20145 ottobre 20145 ottobre 2014 Sabato ore 15-20 Domenica ore 10-20 c/o Casa Bainsizza Via Montello 26 Mestre

Info gdlpiave @gmail.com [email protected]

I N G R E S S O L I B E R O

C o n B l a r e O u t , C a r t i e r a C l a n d e s t i n a , C a s a E d i t r i c e L i b e r a e S e n z a I m p e g n i , L a Z a m p e t t a n e l C o l o r e , L e n t i c c h i a d ’ A c q u a , L e V o c i d i V i a P i a v e , L i e v e M a l o r e , P e r c o r s o N o n D i s p o n i b i l e , T e r a e A q u a , T i l i a T a r r a r e , U n i c a E d i z i o n i e a l t r i a n c o r a .

L A B O R A T O R I A P E R T I D I E D I T O R I A C R E A T I V A E A U T O P R O D O T T A - R E A D I N G S - P E R F O R M A N C E - P R O I E Z I O N I - E SP O S I Z I O N E D I L I B R I A U T O P R O D O T T I - L U M I D I R I C I C L O

murale di Blu www.blublu.org

Nei giorni 4 e 5 ottobre il quartiere Piave ospiterà l’Atelier dell’altra editoria, progetto autoprodotto e autofi nanziato dal Gruppo di Lavoro Via Piave in collaborazione con Unica Edizioni e Liber-I Libri Liberi da Milano, con il Patrocinio della Municipalità di Mestre Carpenedo e dell’Etam.

Si comincia sabato alle ore 15,00 con QUELLI DI CASA BAINSIZZA, laboratorio condotto dall’artista milanese Federico Zenoni per imparare a fare libelli libroidi e microlibri con le proprie mani. Il laboratorio produrrà il primo libello dell’Atelier, “Quelli di Casa Bainsizza”, microbiografi e in forma di intervista alle persone che hanno dato vita a Casa Bainsizza.Alle 18,00 lo spazio dedicato ai cortome-traggi d’autore e all’autoproduzione di fi lm con LA CARTA SI ANIMA – Mate-riali animati diventano cinema, a cura di Gianni Trotter con la collaborazione di Franco Nube.Nell’intermezzo, la scrittura creativa dei giovanissimi con la lettura ad alta voce della pièce LA MEDUSA ASSASSINA.Domenica, appuntamento alle ore 10,00 con l’artista Marco Brunello e la sua Car-tiera Clandestina nel laboratorio METTICI LA FACCIA. Occorre portare la propria

foto riprodotta in fotocopia, farà parte dell’installazione.In contemporanea, DISPENSA VE-GAN: Tilia Tarrare, esperta di cucina vegan,“dispenserà” consigli e ricette di alimentazione alternativa.Alle 15,00 VIA PIAVE SIAMO NOI, laboratorio per scrivere insieme il Grande Libro con le microbiografi e degli uomini e delle donne del quartiere Piave. Con Lucia Patano, Silvia Turcato e Claudia Vio.In contemporanea Annalisa Monda con I NON-LIBRI guiderà i più piccoli nell’in-venzione di storie senza scrittura.Alle 17,00 INCURSIONI: Luigi Fincato, voce storica di Radio Base, intervista gli autoproduttori dell’Atelier.Alle 18,00 READING JAZZ, con Ulisse Bonaventura al pianoforte e Petru Dinjos al sassofono. Letture ad alta voce di Giorgia Reberschak e Daniela Bertoldo. A cura di Luisa Cazzador e Anna Palma Gasparrini.

Distribuiti sui tre piani di Casa Bainsizza, allestiti per l’occasione da Leopoldo Mat-tei e Fabrizio Preo, gli espositori conver-seranno con il pubblico e presenteranno il loro lavoro. Sarà presente LIBER, il salone dell’edi-toria creativa e autoprodotta, organizzato a Milano dalla “Casa Editrice Libera e Senza Impegni” di Federico Zenoni, giun-to quest’anno alla quarta edizione, qui in versione da viaggio.A illuminare l’allestimento le lampade di Annalisa Monda con LUMI DI RICICLO. Per ulteriori informa-zioni consultare il sito del Gruppo di Lavoro Via Piave, curato da Marco Mura.

Per i laboratori si consiglia la prenotazione a [email protected].

Claudia Vio

Notiziario del Gruppo di lavoro di via Piave aps

Stampa a cura: CPM, viale Ancona - MestreSi ringrazia: TAG Club per il supporto dato

In redazione: Fabrizio Preo, Marco Mura, Nicola Ianuale, Lucia Patano, Silvia Turcato, Palma Gasparrini,

Franco Nube, Claudia Vio

Numero 13 - Settembre 2014

Le Voci di Notiziario del Gruppo di lavoro via Piave aps

Politica, violenza e... immigrazione?di Nicola Ianuale e Fabrizio Preo

Si terrà a Mestre e Marghera dal 10 al 14 Settembre 2014 la IV edizione del Festival della politica organizzato dalla Fondazione Pellicani il cui tema è Politica e Violenza.

Sarà affrontato il tema della violenza e politica nelle sue molte-plici sfaccettature di genere, di linguaggio, di convivenza so-ciale, dell’economia, della politica internazionale e della satira

(www.festivalpolitica.it).Questa prestigiosa opportunità ci induce a tentare una rifl essione sull’ intreccio politica e violenza in rapporto al fenomeno immigrazione. Ovvero sulla possibilità di costruire una pacifi ca e civile convivenza tra coloro che abitano in questa parte di città con alta presenza d’im-migrati regolari e non.

La domanda è: la convivenza democratica, che abbiamo co-struito dal dopoguerra ad oggi, è attrezzata ad integrare e media-

re alle differenze di etnia, di cultura, di tradizione e di religione tra chi viene da altri paesi e la società che li accoglie? E ancora: disponiamo degli strumenti necessari, (leggi e ordinamenti), per affrontare sacche di immigrazione poco inclini alla civile convi-venza se non addirittura dedita a comportamenti violenti ed il-legali?

Il Gruppo di Lavoro via Piave, la cui natura associativa è la promozione della convivenza sociale, al primo quesito, rispondereb-be che non è suffi ciente. Al secondo direbbe che si vive una perico-losa inadeguatezza.

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Numero 13 - Settembre 2014

ave aps

4 Settembre 2014 la IV edizione del Festival one Pellicani il cui tema è Politica e Violenza.

te-so-ra

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re alle differenze di etnia, di cultura, di tradizione e di religione tra chi viene da altri paesi e la società che li accoglie? E ancora: disponiamo degli strumenti necessari, (leggi e ordinamenti), per affrontare sacche di immigrazione poco inclini alla civile convi-venza se non addirittura dedita a comportamenti violenti ed il-legali?

Il Gruppo di Lavoro via Piave, la cui natura associativa è la promozione della convivenza sociale, al primo quesito, rispondereb-be che non è suffi ciente. Al secondo direbbe che si vive una perico-losa inadeguatezza.

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2 Le Voci di via Piave 13 | Settembre 2014

A nostro parere, il processo immi-gratorio è solo supinamente tollera-to, piuttosto che governato.

Avvertiamo la mancanza di un pro-getto complessivo sul fenomeno, vali-do per l’intero paese, che accompagni il processo di inserimento ed integra-zione in modo articolato e selettivo nel rispetto di tutti: immigrati e residenti. Tutto ci pare, invece, lasciato alle com-petenze e alle volontà delle singole am-ministrazioni locali che intervengono quasi sempre in regime di emergenza e spesso con costi non indifferenti.

Ogni comune applica la sua visione politica al fenomeno dell’immigra-zione.

C’è chi rifi uta l’idea stessa d’im-migrazione, ingaggiando una battaglia fatta di “grida Manzoniane”, inutili e al limite dei principi costituzionali, come il divieto di servire kebab nei centri cittadini o il rifi uto di spazi per la preghiera. E chi invece, per malinteso senso di accoglienza, omette di interve-nire in situazioni di degrado e violenza, alimentando il senso di abbandono e di paura, non importa se percepita o rea-le, tra i cittadini che si sentono “invasi” da comportamenti lontani dal proprio costume.

Lo scenario che sta attraversando le nostre città, è che ci troviamo difronte ad una transizione demografi ca e cul-turale, nuova e strutturale, iniziata nel corso degli anni 90 con sconvolgimenti geopolitici che accelerano gli arrivi di immigrati in situazioni di emergenza.

Come successe in passato con “l’in-vasione” degli Albanesi, il cui culmine drammatico si ebbe nell’episodio del-la nave ‘Vlora” che raggiunse il porto di Bari, così ora, la destabilizzazione

della sponda sud del mediterraneo, ha innescato lo sbarco senza sosta d’im-migrati a Lampedusa.

Questo fenomeno migratorio si inserisce in un contesto demografi co dove la popolazione locale è sempre più anziana e spesso meno attrezzata nel gestire l’incontro con una popo-lazione immigrata assai più giovane e perciò portatrice di usi e stili genera-zionali diversi dalle nostra tradizioni.

Le diffi denze e le confl ittualità ge-nerate da questi cambiamenti epocali, attraversano i quartieri delle città eu-ropee come: Marsiglia, Valencia, Sa-lonicco, Francoforte, Liverpool, Tori-no…. Le soluzioni a questo problema non sono mai univoche e i risultati non sono immediati.

Vediamo ora, cosa è successo e sta succedendo in uno dei tanti quartie-ri del mediterraneo come può essere via Piave dove le criticità sono ancora alte.

Qui sono stati gettati alcuni semi per favorire la conoscenza e la com-prensione con chi viene da culture diverse. Come per esempio le inizia-tive del Gruppo di Lavoro via Piave: la cena di quartiere, il mercatino del baratto per bambini, la scuola di ita-liano per stranieri, gli incontri con le mamme in attesa di partorire, il coro multietnico, l’edizione di questo noti-ziario ed infi ne la Casa Bainsizza. Un immobile, già occupato da sbandati e spacciatori in una zona mal frequentata, preso in comodato d’uso dal proprieta-rio, restaurato da volontari e trasfor-mato in uno spazio aperto a iniziative di aggregazione e promozione sociale per il quartiere.

In questo lembo di città metropoli-

tana si è potuto sperimentare l’elemen-tare esercizio della politica.

Cioè l’arte di conoscere, governa-re i fenomeni urbani senza deman-dare completamente sempre ad altri le soluzioni dei problemi e non aspet-tando passivamente azioni istituzionali, peraltro sempre più condizionate dalla scarsità di risorse, ma interagendo con esse.

Il fi ne comune è creare strumenti di governance, che vanno dalla repres-sione di chi e dedito ad attività illegali, compito che spetta agli organi compe-tenti; alla promozione di “contamina-zione sociale e culturale”, che compete a tutti: cittadini e istituzioni.

L’esperienza maturata in questa sorta di “laboratorio di urbanistica sociale” ci porta a dire che è necessario creare un mix di interventi calibrati alle diverse situazioni.

Prima di tutto, il recupero com-pleto della legalità, passando poi alle pratiche di convivenza come quelle sopracitate per addivenire, magari un giorno, all’espressione universale di partecipazione alla vita democratica: l’esercizio del voto.

Come è emerso dal sondaggio Inda-gineLast del Febbraio 2014, i cui risul-tati sono stati pubblicati dalla Stampa, l’84,2% dei rispondenti ritiene oppor-tuno che I migranti residenti e regolari, votino alle consultazioni amministrati-ve del proprio comune.

Potrebbe essere questo, un fonda-mentale strumento per favorire il senso di appartenenza alla comunità in cui si vive, sentimento propedeutico alla ci-vile e rispettosa convivenza.

Come dice lo scrittore israeliano David Grossman: “quello che è bene per il mio vicino, va bene anche per me”.

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Le Voci di via Piave 13 | Settembre 2014 7

Piccola rassegna cinematografi ca di settembre in Casa Bainsizza Anche quest’anno nel cortile di casa Bainsizza terremo una piccola rasse-gna di fi lm scelti dentro ad un motivo che ci conduce ad una visione collet-tiva attorno ad un tema di particolare importanza per il periodo storico che stiamo vivendo. L’anno scorso venne affrontato il tema della convivenza con particolare riguardo alle migrazioni. Quest’anno la scelta è stata quella di affrontare il tema spinoso e complesso quale la memoria, quando viene negata e non ha momenti di condivisione. Ci riferiamo particolarmente a quanto sta succedendo in questi giorni in me-dio oriente. Di questo si tratta. Anche per ricordare il motivo per il quale le persone migrano. Quasi sempre alla ri-cerca di opportunità migliori di vita ma spesso in fuga da situazioni di guerra e

devastazioni. Cinema è immagine. Tutto l’immagi-nabile può essere sognato, ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio: una paura. Le città come i sogni, diceva Italo Cal-vino, sono costruite di desideri e pau-re… Come raccontava Marco Polo di ritorno dai suoi viaggi: ci sono soltanto due modi per non soffrire l’inferno che patiamo tutti i giorni. Il primo riesce a molti, accettare l’inferno e diventar-ne parte, fi no al punto di non vederlo più; il secondo è più rischioso, ed esige attenzione e apprendimento continui. “Cercare e sapere riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è infer-no, e farlo durare e dargli spazio…” (Italo Calvino, le città invisibili).

La Cena di Quartiere 2014Anna Palma Gasparrini

La prima proiezione riguarderà una serie di corti d’autore scelti da Gianni Trotter esperto di comunicazione audiovi-sive e tecnologie multimediali e introdurrà, in modo “ri-lassato”, il tema della rassegna, cioè la memoria. Si proseguirà poi con “Jona che visse nella balena, di R. Faenza (1993). Tratto dal romanzo autobiografi co dello scrittore Jona Oberski - La memoria salvata dai bambini; ovvero la tragedia dei lager e la follia dell’antisemitismo (e non solo) ricostruite attraverso lo sguardo candido e innocente di un bambino ebreo olandese, rinchiuso nel campo di Bergenbelsen nel 1942.Si procederà con la proiezione di “Valzer di Bashir” di Ari Folman (2008). Raccontato con la tecnica del fi lm di animazione, dal pacifi sta Israeliano Folman. Mostra gli effetti di Sabra e Chatila dopo averli cercati nella memoria. Non solo Gaza quindi, ma ogni guerra. Per riuscire a cancellare dalla memoria sensi di colpa e immagini agghiaccianti senza ricorrere alla fantasia.Per evitare a giovani ragazzi di trasformarsi in automi assassini. E soprattutto, per non dimenticare mai.Concluderà questa breve rassegna “Private” di Saverio Costanzo (2004). Non c’è sangue al centro della scena, ma una normale famiglia Palestinese di media cultura, che ha la ventura di vivere in una casa situata proprio sul confi ne arabo-israeliano dei territori palestinesi. Un quadro in cui ci sono vittime da una parte e dall’altra.

Le proiezioni si svolgeranno presso il cortile di Casa Bainsizza tutti i venerdì di settembre 2014 e avranno ini-zio alle ore 20.30.

Franco Nube

Anche quest’anno, malgrado la pioggia, la cena di quartiere si è fatta. Ci siamo tutti trasferiti in via Sernaglia nella sala della municipalità. Le persone si sono presentate con il loro contributo e, come ogni anno, il tavolo delle vivande si è riempito di piatti con pietanze colorate e saporite dolci e salate .La sala strapiena arredata con panche e sedie ha permesso a tutti, giovani anziani e bambini, di accomodarsi e mangiare. All’esterno si è

distribuita l’anguria in un momento senza pioggia occupando il giardino che si e riempito di persone che piacevolmente chiacchieravano e si appropiavano di uno spazio di solito considerato “pericoloso”. Serata piacevole con musica all’interno grazie al gruppo portoghese “Aqui hà baile” che ha suonato e ha invitato le persone a ballare. Per una serata, via Sernaglia è stata piena di gente che ballava, chiacchierava e utilizzava un luogo in modo diverso.

La cena è riuscita malgrado la pioggia anche quest’anno !!!!!!!!!!!!!!

Arrivederci al prossimo anno!!!!!!!!!!!!!!

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6 Le Voci di via Piave 13 | Settembre 2014

Abbey RoadAbbey Road è un’associazione che si prefi gge una profon-da riqualifi cazione della zona del quartiere Piave e limitrofi attraverso la promozione di eventi di natura artistica e culturale, la stimolazione dell’iniziativa dei privati e l’organizzazione di eventi, la coesione dei commercianti e dei residenti attraverso la libera as-sociazione. Siamo convinti di poter rendere questa strada un posto interessante culturalmente, turisticamente e commercialmente stimolando, soste-nendo ma anche coordinando le iniziative dei privati. L’idea non è altro che una applicazione pratica di una teoria economica valsa il premio Nobel al famoso matematico John Nash (la cui biografi a ro-manzata è stata rappresentata sugli schermi nel fi lm di Ron Howard “A Beautiful Mind” vincitore del premio Oscar come miglior fi lm ed interpretato dall’attore australiano Russell Crowe). Anziché “ri-morchiare” un’avvenente ragazza bionda Abbey Road è ispirata e persegue un obiettivo sociale e decisamente a portata di mano per via Piave: essere interessante per chi ci abita e per chi ci lavora, per chi la attraversa quotidianamente e per chi più semplicemente “non sa cosa fare sta sera”.Abbey Road sostiene le iniziative dei privati, le promuove, incoraggia e ne stimola di nuove, come dire aiuta ad esprimere il potenziale che questa strada ha e ha forse scordato di avere: la vita di quartiere.

L’associazione ad Abbey Road è libera e facoltativa, possono aderire sia gli esercizi commerciali che le persone a livello individuale, siamo un “catalizzatore di entusiasmo” per così dire.In concreto cerchiamo di ispirare e di animare la vita di quartiere aiutando gli esercenti a vitalizzare questa strada organizzando eventi musicali, presentazioni di libri, letture pubbliche, mostre fotografi che o pittoriche “dove meno te lo aspetteresti” ma non solo! Vogliamo invogliare i commercianti ad offrire un servizio più coinvolgente e più familiare alla popolazione residente e non.Passando per via Piave e non solo potresti incontrare il nostro ade-sivo sulla vetrina dei nostri partner… ti incoraggiamo ad entrare e chiedere quale iniziativa abbiamo organizzato in quel posto e come puoi partecipare anche tu.Il futuro di via Piave è tutto da scoprire…

Alessandro Ducecofondatore e presidente di Abbey Road

www.abbeyroad30170.org; [email protected]/abbeyroad30170

Scuola di Italiano Silvia Turcato

Per molti versi, la Scuola di Italiano gestita dal Gruppo di Lavoro Via Piave presso il Centro Civico di via Sernaglia è una scuola come tante: ci sono persone che si metto-no a disposizione per insegnare e persone che vogliono imparare; momenti di studio e pause di svago; un calen-dario scolastico da seguire e momenti conviviali in cui si fa festa tutti assieme. Eppure, soprattutto per i volontari che vivono nel Quartiere, la scuola è un’occasione pre-ziosa per andare oltre la semplice sfera didattica: in poche ore (le lezioni si tengono i martedì e i giovedì dalle 9,00 alle 11,00) si cerca infatti di costruire un rapporto, seppur fragile, con delle persone che fanno ormai parte del nostro tessuto urbano locale. “Una volta uscivo a fare la spesa e mi trovavo circondata da una miriade di volti anonimi” ha commentato una volta un’insegnante, “ma ora esco di casa e vedo Amina, Khadiza, Shazia…” Si cerca di andare oltre le barriere dei pre-concetti, e questo non avviene a senso unico: non c’è solo l’opportunità di conoscere altre cultu-

re, ma anche di farci conoscere, di far toccare con mano agli stranieri la realtà italiana, che spesso non corri-sponde affatto al Paese che si erano immaginati. Una volta innescata, la curiosità reciproca anima anche le relazioni tra gli studenti, ed ecco che ragazzi fi lippini e senegalesi stringono belle amicizie, donne cinesi si incurio-siscono dei matrimoni tradizionali bengalesi e così via… Ovviamente la Scuola non fl uttua su una nuvo-letta idilliaca: la maggior parte di quei volti sono destinati a rimanere anonimi e molti dei nostri studenti si fanno vedere per poche lezioni e poi spariscono, chiamati chissà dove dalle loro esigenze o dai loro deside-ri. Per cercare di interessarli e trat-tenerli, e al contempo per adeguarsi a una realtà, quella dell’immigra-zione, che è per defi nizione fl uida e dinamica, la scuola cerca sempre di migliorarsi e di ravvivare le modali-tà di insegnamento. In questo senso quest’anno è stato ricco di novità. Innanzitutto, la possibilità di usu-fruire delle stanze di Casa Bainsizza ha permesso di dedicare più spazio e attenzioni alle diverse classi. In secondo luogo, la scansione

dell’anno scolastico in trimestri ha posto fi ne al turnover continuo che caratterizzava gli anni passati ed è stata accolta molto positivamente dagli studenti, che si sono senti-ti parte di un percorso più serio e strutturato, a ulteriore riprova che delle regole precise da rispettare, lungi dall’essere dei limiti imposti, costituiscono la base di una buona convivenza e della riuscita di un progetto costruttivo. Siamo mol-to curiosi di vedere cosa succederà quest’anno, visto che con la costi-tuzione dell’Associazione di Pro-mozione Sociale Gruppo di Lavoro Via Piave aps si aprono delle inedi-te possibilità di collaborazione. Un primo esperimento che ci affascina è quello dell’editoria auto-prodotta, con cui ci riproponiamo di recupera-re quel linguaggio emotivo che vie-ne sempre tralasciato a favore di un lessico più pratico (la salute, la casa, i servizi ecc.). Un secondo progetto è dato dall’iniziativa “Partorire in terra straniera”, un corso di italiano mirato per le donne in gravidanza che si trovano da poco nel nostro Pa-ese e stanno affrontando un momen-to così delicato senza le necessarie basi culturali e linguistiche.

Si è costituita in via Piave una nuova associazione: Abbey Road con lo scopo di riqualifi care il quartiere attraverso la musica e la cultura. Non possiamo che condividere! Buon lavoro.

Le Voci di via Piave 13 | Settembre 2014 3

Piazzale Bainsizza: emblema del degrado!Destino irreversibile o speranza di recupero.

L’area, piazzale Bainsizza, è adiacen-te alla stazione. È bella. Con tanti alberi. Racchiusa da un perimetro

di case. Le case dei ferrovieri, vestigia di un passato fl orido, comunitario, con i bambini a giocare sulle strade, sul prato. Con le donne a raccontarsi sull’uscio di casa o sedute sulle panchine del parco…un sogno! un sogno sva-nito! ora tutto è cambiato. L’area è sempre bella ma è diventata l’emble-ma del nostro tempo caotico e socialmente degradato. Ognuno se ne sta a casa propria, nessuno pare più interessato al proprio vicino, al proprio quartiere. I bambini hanno lasciato il posto a un’umanità composita, aliena al no-stro sentire. L’area è ora praticamen-te occupata, giorno e notte, dal lune-dì alla domenica, da immigrati per lo più del nord Africa, nullafacenti, o meglio occupati in attività che tutti sanno illegali. Spaccio di dro-ga il business principale. Ma anche commercimnio di ogni genere: bici-clette, prodotti alimentari e di abbigliamento, tutta merce la cui provenienza è facile da intu-ire. Una bicicletta nuova dal valore di 200/300 euro si può avere a 30, massimo 50 euro. Un kg di formaggio parmigiano a 3/5 euro. “Me lo procura mio fratello che fa il rappresentan-te” mi dice con bel garbo un giovane di circa 20 anni dall’accento inequivocabile.I clienti? per la droga: quasi tutti Italiani. Certi bei “fi ghetti” fi gli di papà che poi ti ritrovi nei marciapiedi antistanti ai bar, con il calice di spritz in mano e poi a far mattina in discoteca…Lo scambio della merce avviene rapidamente (potenza dei telefonini) e senza il minimo pu-dore davanti a chiunque.

Questa è la cifra del degrado sociale:

il senso d’impunità, l’arroganza beffarda e ostentata, come se tutto fosse normale.Lo scorazzare chiassoso e prepotente per le vie del quartiere d’individui impegnati nel procacciare il cliente o nel consegnare le dosi, in sella a biciclette sempre diverse. Gente no-tissima a tutti, forze dell’ordine comprese, che fanno quello che possono, data l’inspiegabile debolezza di normative in proposito. Il decreto “svuota carceri”, in questo caso ha peggiora-to la situazione. Diventa una perdita di tempo fermare uno spacciatore. Per il tipo di reato commesso lo si vedrà a piede libero dopo po-che ore, con grande mortifi cazione di che ha eseguito il fermo.

E la politica? I legislatori? come intervengono di fronte a tutto questo? Vi sono un forte ritardo e una grave sottovaluta-zione di fronte al degra-do urbano, da parte della politica.

Queste inadeguatezze hanno con-seguenze gravi sul piano sociale. La percezione d’insicurezza e di abbandono vissuto dai cittadini genera sentimenti di paura, fastidio e di odio. Sopratutto verso chi non si conosce, chi viene da lontano, senza nessuna distinzione tra one-sti e disonesti. Purtroppo non è facile distin-guere tra: un drogato, un “senza fi ssa dimora”, uno che pratica il piccolo spaccio o il furto della bicicletta, o una persona in diffi coltà, perché frequentano gli stessi spazi, hanno gli stessi tempi e usano lo stesso codice di com-portamento. Ed ecco trovato il nemico: le marginalità so-ciali! Senza nessuna distinzione.La sfi ducia verso le istituzioni e il senso d’im-

potenza fanno crescere in molti la voglia di re-agire e di arrangiarsi da soli. Per capire cosa sta covando sotto la cenere occorre navigare un po’ in facebook. Basta una scintilla e poi sarà tardi! Di esempi in questo senso è piena la storia!!! Ma non è solo un problema di repressione da parte degli organi preposti, sempre più neces-saria dato il degenerare della situazione . È sopratutto indispensabile saper governa-re questi fenomeni con interventi preventivi, mettendo in primo piano la persona con i suoi bisogni, le sue aspettative. Occorre, prima di tutto, anticipare l’esplodere dei disagi e non semplicemente rincorrerli.

Cosa si può fare subito per questo lem-bo di Mestre?Anzitutto bisognerebbe riafferma-re il principio di legalità, rintuzza-re l’arrogante spavalderia di chi è dedito all’illecito e qui, purtroppo cozziamo con i limiti di cui sopra. In secondo luogo andrebbe avvia-ta un’azione di recupero umano mediante l’ausilio di mediatori sociali delle stesse nazionalità dei frequentatori del luogo e magari

scopriremo che tutti cattivi non sono!È indispensabile poi un intervento migliorati-vo dell’area che preveda:• Potatura degli alberi per rendere il posto

meno “cupola”. • Una diversa sistemazione delle panchine. • Recinzione dell’area.• Riattivare la telecamera da anni non in servi-

zio, di via Montello• Posizionamento di alcuni giochi per bambini.L’intervento dovrebbe prevedere un diretto coinvolgimento dei genitori della zona.

Fabrizio Preo

E la politica? I legislatori?

come intervengono

di fronte a tutto questo?

Spaccio di droga

il business principale

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4 Le Voci di via Piave 13 | Settembre 2014

Gli ultimi giorni prima delle ferie mi sono ritrovata a passeggiare in via Dante in cerca di informazioni, spunti, idee per poter scrivere questo articolo.

Non avevo un’idea precisa di quello che vi avrei trovato, ma ho cercato, per quanto possibile, di non farmi infl uenzare dalle mia personale opinione sulla vicenda delle panchine: sono uscita per osservare e, soprattutto, per parlare con la gente. Conosco via Dante da quando sono arrivata a Mestre 5 anni fa e mi è sempre piaciuta molto, il via vai di biciclette, le case dei ferrovieri con gli ampi giardini, ognuno diverso: mi è sempre piaciuto osservare i giardini e immaginare chi li cura, gli anziani che ancora vivono in quelle case e che custodiscono la memoria di quella che non è la mia città, e che per tale ragione è ancora più preziosa per me. Che cosa è cambiato in via Dante? I giornali parlano della rimozione delle panchine come di una risposta dell’ammi-nistrazione comunale alle proteste dei cittadini esasperati

Le panchine di via Dante

Lucia Patanodalle abitudini di quelli che ne-gli ultimi tempi erano diventati i più costanti utilizzatori delle panchine: “sbandati, spaccia-tori, ecc.” spesso è vero, sulle panchine si fermavano persone a consumare i pasti presi alla vici-na mensa Caritas, talvolta c’era-no dei ragazzi, più o meno mole-sti, a bere, molto spesso c’erano pozze di vomito secco vicino ai muretti dei giardini. Su Facebo-ok, sui blog e sui commenti agli articoli dei giornali locali si intu-isce l’esasperazione della gente spesso espressa in termini molto poco politically correct.Le panchine, da un po’ di mesi non ci sono più, via Dante è co-munque attraversata da tante bi-ciclette e da tanta gente che pas-seggia, ma che non si ferma più.Parlo con un po’ di gente che incontro per strada, raccolgo i commenti dapprima esasperati di due signore che mi dicono che “purtroppo hanno vinto loro”, quelli che le panchine le occu-pavano per loro affari, spaccio, bivacco e che ai residenti non è rimasta più nemmeno la possibi-lità di usare quella strada della loro città. Senza panchine non ci

si può più fermare, e allora, an-che solo per leggere il giornale, si rientra in casa, da soli. Parlo con la titolare dell’Oste-ria Dante, il ristorante che mi è sempre piaciuto molto e che dà alla via un aspetto ancora più affascinante e la possibilità di essere frequentata non solo dai residenti. Lei mi dice subito che senza panchine si sta meglio, la strada è più pulita e meno pe-ricolosa; lei è da sempre stata favorevole alla rimozione del-le panchine, era una situazione da prendere in mano. Tuttavia, mentre ne parliamo mi dice: “però mi dispiace per gli anziani che abitano in questa strada, pri-ma uscivano a fare una passeg-giata e qui si potevano fermare a riposare e fare due chiacchiere, ora non possono più farlo e que-sto è un peccato, tornano a casa e basta, gli anziani possono ave-re una vita molto noiosa”. Poi la signora mi ribadisce che, in ef-fetti, l’intervento sulle panchine non ha risolto il problema, piut-tosto lo ha spostato da qualche altra parte.Mi trovo a parlare poi con due ragazzi, sono originari del Ban-

Rom e accattoniIn questi giorni sui giornali sono apparsi articoli circa l’opportunità di fare l’elemosina a rom e accattoni. Si sono sentite posizioni che taccia-vano di razzismo quanti invitavano a non dare denaro per non alimentare il racket che sta dietro a queste persone. A questo proposito mi sono fatta delle domande:• sono razzista se penso che queste persone che

girano nella città e “molestano” anziani per farsi dare soldi ed io non le sopporto più.

• sono razzista se non sopporto più di vedere il parco piraghetto occupato nel prato verde dove una volta correvano i bambini con mate-rassi e “barbanera” stesi sopra a tutte le ore.

• sono razzista se non sopporto più di vedere lattine ed altro abbandonate al parco di via piave e alla bainsizza.

• sono razzista se non sopporto più i continui furti di biciclette e che ogni mattina sveglian-domi ho paura di non trovare la mia legata in

Rifl essioniÈ arrivato il Commissario...Quest’estate è stata traversata da un “uragano“ che ha interessato il Comune. Ci siamo trovati senza Sindaco e senza governo. Ci consola pensare che comunque la macchina comunale nel suo insieme non è stata coinvolta da scandali ed ha continuato a funzionare siappure con diffi coltà.È arrivato il Commissario per sanare il bilancio: cosa ha fatto? Ha tagliato in modo lineare e questo ha comportato una riduzionedei servizi legati al welfare. Siamo preoccupati delle ripercussioni su un territorio come il nostro,già così diffi cile e complesso.La domanda è come si potrà uscire da questa situazione e quali potranno essere le soluzioni. Su questo si misura la capacità di chi dovrà decidere. Certo serve garantire i servizi evitando tagli indiscriminati. Noi continuiamo ad impegnarci come cittadini in questo territorio, sappiamo che è una goccia in un mare ma crediamo anche che il territorio non vada abbandonato ma vada curato e valorizzato.

Le Voci di via Piave 13 | Settembre 2014 5

Incontri gratuiti dedicati a tutte le mamme e alle donne in dolce attesa.Programma aggiornato dei prossimi incontri:• 2 Ottobre 16.30 Esiste una città “a misura di mamma”?• 6 Novembre 18.30 Incontro con Psicologa aperto anche ai papà.• Diversi ruoli ma stesse persone…quali cambiamenti con• l’arrivo di un bambino? Aspettative ed esperienze a confronto• 4 Dicembre 10.30 I tempi dei bambini...e alle mamme chi ci pensa?

gladesh, a Mestre da molti anni, sono arrivati prima di me, non hanno voglia di parlare, si fanno i fatti loro, però poi piano piano cominciano a raccontare e viene fuori che, alla fi ne, se gli italiani hanno voluto così è bene che abbiano fatto così: “noi siamo ospiti e stiamo bene solo se state bene voi”. Il clima del-la città è sempre più intollerante nei confronti degli stranieri, mi dicono, di chi si comporta bene come di chi non lo fa. Mentre parliamo stiamo appoggia-ti alle rastrelliere per le biciclette, pallido sostituto, scomodo, di una panchina. Uno di loro mi dice che frequenta via Dante, anche lui come me non l’ha mai trovata pericolosa, però ultimamente frequentata da gente “meno bella”. Poi mi parla dei suoi connazio-nali, delle telefonate in piena notte, del tono di voce troppo alto: “non andava bene così”.Io non mi ci sono mai seduta sulle panchine di via Dante, però mio padre, la prima volta che è venuto a trovarmi, è uscito, un libro in mano e si è seduto a leggere in via Dante. Quando è tornato mi ha detto: “come è bello qui…”Io non mi ci sono mai seduta sulle panchine di via Dante, però un po’ mi mancano. Mi chiedo se, come cittadini, avremmo potuto fare qualcosa per evitare che ci venisse sottratto anche questo pezzo di città. Merce rara ormai le panchine, eppure possono es-sere qualcosa di più di un luogo di sosta, luogo di incontri, anche casuali, punto di osservazione della città e dei suoi abitanti.Mi chiedo, e lo chiedo a me stessa per prima, per-ché non siamo usciti anche noi, un libro in mano, a evitare che un altro pezzettino di città ci venisse portato via?

Vado via anch’ioAbitante da sempre del rione Piave, nata qui, testimone oculare dei cambiamenti in corso nella nostra zona, sento con forza la necessità di condividere le mie sensazioni, idee, rifl essioni con quanti leggeranno que-sta lettera aperta.Ci ho pensato tanto, mi sono detta tante volte: prima o poi andrò via da questo quar-tiere di Mestre.Andrò nella zona nord. Lì forse sentirò solo la mia lingua, vedrò solo volti simili al mio, mi sentirò più sicura… Indubbiamente credo di non essere ipocrita nel dire che molti di noi non solo hanno ventilato questo proposi-to, ma anche l’hanno messo in atto. Scappare da cosa? Da chi? Ci ho pensato tanto. Scappare da un cambiamento troppo rapido. Scappare da non sentirti più a casa tua, scappare dai luoghi che non riconosci più perché non sono più tuoi. Ritengo utile

una rifl essione che coinvolga non solo chi ha lasciato la propria patria in cerca di fortuna, ma anche tutti quelli che in pochi anni han-no visto sostanzialmente cambiare il proprio ambiente senza capire bene quello che stava rapidamente succedendo.Non solo. Penso davvero che viviamo un’epoca nuova. Non priva di incognite, dubbi e pericoli. Un’epoca nuova che fac-ciamo fatica a riconoscere ed accettare per-ché non la conosciamo. Specialmente quelli che hanno più di cinquant’anni come me.Viviamo in un tempo globale. In un mondo globale. Non è scappando da un luogo che si sfugge al cambiamento, non rifugiandosi in un eden inesistente.Non è facile, non sarà facile, ma ho deciso di restare. E vorrei aggiungere che mi pia-cerebbe fossimo in tanti a pensarla così.

Ciao a tutti, Laura

giardino.• sono razzista se non sopporto più tutto

quel popolo che spaccia urla e occupa panchine al parco della bainsizza dove una volta sedevano gli abitanti del quartiere.

• sono razzista se non sopporto più chi urla bivacca in giro per la città e che come conseguenza per trovare una solu-zione si sono tolte le panchine rendendo questa città ancora più trascurata

Penso di no. Cosa vorrei?Una città accogliente dove vivere senza paura dove i nuovi cittadini insieme a chi ci vive qui da tanti anni riescano a costruire un modo di abitare diverso dove le regole di convivenza civile vengano rispettate da tutti!!!!!E’ un utopia?

Anna

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