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N.3 - luglio 2010 IL PONTE - Anno XXXIX Supplemento al n. 27 del 9 luglio 2010 de “IL NUOVO GIORNALE” Autorizzazione Tribunale di Piacenza con decreto n. 4 del 4 giugno 1948

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n.3 - luglio 2010IL PONTE - Anno XXXIX

Supplemento al n. 27 del 9 luglio 2010 de “IL NUOVO GIORNALE”Autorizzazione Tribunale di Piacenza con decreto n. 4 del 4 giugno 1948

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Bimestrale d’informazione e attualitàFondato nel 1971: da don Dante Concari

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don Renzo Corbelletta - don Gino Costantino

Redazione: Paolo Labati ([email protected]) e Renato PasseriniCollaboratori: don Cesare Lugani, don Paolo Camminati, Sabrina Mazzocchi, Loris Caragnano, En-nio Torricella, suor Luisella, Annalisa Cristofoli, Lorenzo Migliorini, Federico Zanelli, Michela Miglio-rini, Gianmarco Zanelli, Alberto Burgazzi, Michele Malvicini, Michele Anselmi, Chiara Ratti, Elena Fogliazza, Gianmarco Ratti, Gian Carlo Anselmi, Claudia Cigalla, Manuela Gentissi.Per le fotografie: Renato Passerini, Foto Cavanna, Oreste Grana, Foto Gaudenzi, Foto Stefano Maggi - “Il colore del Sole”.Redazione, amministrazione e pubblicità: Pontedell’Olio - Tel. 0523 875803Stampa: Grafiche Lama - Piacenza, Strada Dossi di Le Mose 5/7 Tel. 0523 592859 Le collaborazioni sono sempre gradite.Articoli, suggerimenti, notizie, lettere.... possono essere inviate ai recapiti: - fax 0523 871610 - E-mail: [email protected] (temporaneo)Testi e fotografie non si restituiscono se non dietro espressa richiesta.

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Con una solenne celebrazione presieduta da Benedetto XVI si è concluso, l’11 giugno scor-

so a Roma, l’anno “sacerdotale”, l’anno di rifles-sione, di preghiera, di impegno che la chiesa nel 2009 ha indetto con e per i suoi ministri.

Senza retorici moralismi o patetiche parole di buonismo, alla luce delle tante vicissitudini che quest’anno ci hanno coinvolto come chiesa, non posso non pensare alla paradossale situazione creatasi tra la rivendicata spiritualità del prete –all’interno, appunto, dell’anno sacerdotale!- e lo scandalo pubblico che non solo ne coinvolgeva la sua figura, ma che ci lasciava, contemporanea-mente, attoniti, increduli e senza parole.

Non è stato un anno facile questo per noi sacer-doti: una profonda crisi ha investito, infatti, a li-vello mondiale la nostra identità di pastori e di ministri del Signore. Personalmente, innanzi a tutto quello che gradatamente, dal passato come dal presente, emergeva mi sono fermato, mi sono ascoltato, mi sono costretto a non fuggire dalla notizia, ma ho tentato di “com-prenderla” per-mettendole di dialogare con la mia stessa vita. A scandali come questi la storia da secoli ci aveva abituato: chi di noi, infatti, almeno una volta a scuola non ha nominato la simonia, l’eresia, lo scisma, la guerra santa, il papato avignonese …? Ma ogni qualvolta problemi come questi si ripre-sentano ai nostri occhi, sembra essere sempre la prima volta ed è sempre con profondo smarrimen-to e disorientamento che ci scopriamo a viverli e ad affrontarli. Lo scandalo della pedofilia all’in-terno della chiesa quest’anno ci ha tolto il fiato e ci ha costretto in modo repentino ad ascoltare e ad elaborare sentimenti che vedevano muoverci tra rabbia e dolore, tra risentimento, vergogna, profondo imbarazzo, sconcerto.

Come dare e donare futuro a tutto questo? In modo molto drastico -confesso- in questo clima mi sono chiesto se poteva avere ancora un sen-so la figura del prete oggi. In un contesto, infatti, dai contorni così ambigui e mobili come risulta essere la nostra attuale cultura, nella stagione del complesso cammino aperto dal Concilio Vaticano II, proprio la figura del prete sembra dissolvere la

propria identità. Come essere, appunto, preti del e nel nostro tempo? Quali le priorità? Dove trovare un affidabile punto di consistenza?

Non voglio qui però perdermi in complesse questio-ni teologiche, ma semplicemente tentare di essere il più possibile fedele a quello che è l’inizio di tutti i sacerdoti: Gesù. Indubbiamente per ogni sacer-dote c’è un sacerdote che muove e conduce i suoi primi passi. Anch’io, innanzi alla mia storia, non posso che essere grato a chi, nominando il mistero di Dio, mi ha educato a cogliere e accogliere al contempo il mistero della vita e della vita dell’altro, a chi con discrezione e profondo rispetto ha ospita-to i miei pensieri permettendomi di riconoscere in me non solo dimensioni profonde del mio essere, ma di sentirmi anche cercato e amato, parte di un disegno che desiderava che fossero proprio le mie tinte a tracciarlo. La mia fede parte da qui e il mio ministero ha tentato e tenta tuttora, giorno dopo giorno, di essergli sempre fedele.

Ascoltandomi mi accorgo come, innanzi al mi-stero della vita dell’uomo, là dove questi incontra soprattutto il dolore e lo smarrimento, un profon-do senso del pudore ha misurato e centellinato in questi anni il ritmo delle mie parole. Al contempo la felicità, la gioia dell’incontro, la sorpresa di una paura che si scioglie nella “gratitudine” sono il ro-vescio di una medaglia che con orgoglio porto sul cuore.

Ha ancora senso la figura del prete oggi? Sì, credo proprio di sì, ma al contempo credo seriamente che la chiesa sia chiamata nella sua identità più pro-fonda ad una svolta. Dove ci si assume, infatti, un incarico, la vita richiede sempre il coraggio per la crescita –altrimenti non viene fuori nulla. E noi al momento “rischiamo”, paradossalmente, dav-vero molto poco: spesso le nostre azioni risultano statiche, ferme, ancorate a schemi e forme di un passato che poco ha a che fare con la vita odierna. Spesso noi stessi ci dimentichiamo che siamo figli di questa vita, di questo tempo, di questa cultura, e che decifrarne i suoi tratti più fragili e incerti è anche il tentativo di ascoltare e capire noi stessi, di nominare e comprendere dove siamo e chi siamo, di iniziare ad amare la storia nella quale Dio non solo ci ha inseriti, ma che soprattutto ci ha affida-

Editoriale

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to. Come tutti, non so quale sarà il futuro della chiesa, quale sarà il futuro di noi sacerdoti, non so cosa cambierà: si ipotizzano tante soluzioni e si auspicano tanti desideri innanzi alle quali e ai quali ognuno, inevitabilmente, ci mette del suo, ma quello che sarà il nostro avvenire di chiesa solo Dio lo sa.

Sono però certo del fatto che sarà sempre con noi che Lui realizzerà il suo Regno, che sarà sempre alle nostre mani, ai nostri pensieri, al nostro cuo-re, a quella meraviglia della sua creazione che è, appunto, l’uomo ciò a cui farà sempre appello per donare speranza e vita alla vita stessa.

Personalmente non so come saranno in futuro le parrocchie, ipotizzo dei centri di spiritualità, dei luoghi di bellezza e di incanto dove l’uomo pos-sa affidare e lasciare riposare il proprio spirito. E nemmeno so come saranno in futuro le nostre azioni pastorali, come ci muoveremo, come agi-

remo: sono sempre più convinto però che sarà un camminare insieme all’insegna dell’umiltà, della tenerezza e del rispetto che Gesù stesso con la sua vita ci ha donato e come Lui, forse, torneremo a donare in altrettanta umiltà la gioia di una be-nedizione.

Inquieta e disarma Gesù quando nel Vangelo ci dice che solo “il peccato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato”: ma è davvero contro Dio non donare speranza e futuro alla vita dell’uo-mo, chiudere al fallimento le nostre esistenze, vol-gere lo sguardo indietro senza donare amore al presente.

Che sia una buona estate, don Gino

PS mi permetto di indicare tra le letture estive anche “Il respiro della benedizione” di Elmar Salmann … deci-samente un buon inizio!

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Gran finale d’anno alla scuola materna di Vigolzone.

Dopo la visita, ad aprile, ad una fattoria didattica dove tutti i bimbi hanno visto più da vicino

piante, erbe, animali e dove si sono trasformati in esploratori di giochi antichi, di stalle, campi, prati, ecc. ma anche in cuochi ( hanno preparato dolcet-ti con i prodotti della fattoria), i bimbi più grandi hanno partecipato alla festa delle scuole cattoliche che coinvolge, annualmente, più di mille bambini. Poi, tra il 24 ed il 27 maggio, lezioni aperte ai geni-tori che hanno potuto verificare i progressi dei loro bimbi in inglese e attività psicomotoria. Chiusura in bellezza il 28 maggio con la recita di fine anno in cui hanno spiegato, come solo loro sanno fare con can-ti, danze, poesie, tutto ciò che hanno appreso sulle quattro stagioni (che era il tema su cui era impernia-ta tutta l’attività didattica dell’anno). Al termine si è tenuta la consegna dei diplomi, cerimonia che inten-de celebrare e valorizzare un cammino di tre anni e che vuole essere un augurio per il futuro.

Maggio è il mese dedicato a Maria e la sera del 31 la recita del rosario si è tenuta nel giardino dell’asilo con il personale scolastico e quei bimbi e genitori che hanno accolto l’invito per mantenere vivo nelle giovani generazioni il messaggio religioso. Al termine piccolo rinfresco.

Giornata di relax a Cow Boy Land il 4 giugno, dove i nostri bimbi hanno anche tirato con l’arco come gli indiani!

Per ultimo, ma particolarmente importante, un mini progetto di educazione stradale rivolto ai bimbi più grandi con l’uscita, il 25 giugno, lungo le vie del pae-se per imparare i segnali stradali e le buone regole di comportamento nel traffico delle strade. Ringraziamo, per la preziosa collaborazione, la polizia municipale ed i due simpatici vigili che, d’ora in poi, saranno per i bambini, i “Vigili Piero e Daniele”.Buone vacanze, ci vediamo a settembre ed un “in bocca al lupo” ai futuri “Remigini”.

Sara

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Pontedell’Olio,2 giugno 2010: Festa del Corpus Domini:

“Vedrai sorgeregiardini incantatie tua madre diventerà una piantae ti coprirà di foglie”

Alda Merini

Questo è un progetto dedicato al ricordo, alla fede … alla forza e alla tenerezza.

Un nuovo ambone per la parrocchia di Ponte dell’Olio, un “luogo” della Parola. Un modo per ricordarci che c’è un libro che ci parla ogni giorno e che ha espressioni vanno oltre il “det-to”. Questo è lo spazio del Libro, è lo spazio di chi da’ voce alla Parola … è lo spazio dove viene espres-so l’amore per il suo contenuto e l’amore per chi lo traduce. Un contenitore poetico di un contenuto che è sempre stato lì. Una teca, leggera, semplice che dica che eiste un oggetto prezioso da proteggere. Un abbraccio discreto intorno all’uomo che legge. Un albero fiorito tutt’intorno …. Il perpetuarsi ciclico delle stagioni, rami e foglie che tendono alla vertica-lità, che tendono al cielo. L’albero è il simbolo della costante vittoria sulla morte, espressione perfetta del mistero della vita che continuamente rinasce. Un al-bero per Marcello, per Michele e per Simone e per tutti coloro che abitano il nostro cuore.

Il progettista

È stato realizzato un nuovo ambone per la Chiesa di Ponte dell'Olio. Il progettista ha voluto valoriz-zare la Parola, profondamente attuale, che ci viene incontro e ci fa riflettere. L'elemento che mi colpisce maggiormente è quello dell'albero. L'albero è come l'uomo; infatti, ci sono molti genitori che piantano un albero quando nasce un figlio. Come gli uomini, gli alberi seguono un ciclo naturale: nascono, crescono, si sviluppano e muoiono. Anche quando muoiono, se questi hanno radici salde, creano un solco ben visibile nel terre-no, proprio come gli uomini che anche nella loro assenza, lasciano segni indelebili, tracce della loro presenza nei ricordi, nei pensieri e nelle relazioni.

Claudia

Ti accolgo tra le mie pareti sottili che ti mostrano il mondo tutto intorno.

Pareti sottili, non fragili… sono una piccola nicchia dove ognuno può entrare e sostare a leggere, osser-vare, ascoltare suoni di voci, suoni di insetti, la voce del silenzio. Non c’è porta che si chiuda nei tuoi confronti perchè voglio accoglierti in un abbraccio; perché tu possa fermarti. Sono una piccola parte di mondo, se vuoi di un giardino dove giungere e poi provare emozio-ni particolari, strane, avvolgenti.La mia semplicità sta nel mio essere, nel mio mo-strarmi: trasparente, così che lo sguardo possa an-dare oltre, poggiata su un umile porzione di legno, vestita con semplici fiori bianchi che salgono come l’edera che avvolge i muri degli antichi edifici, ma

non li soffoca, li decora soltanto. Fiori bianchi che si stendono oltre le pareti della nicchia, come il protendersi di una mano per dare il ben-venuto all’ospite appena arrivato; fiori bianchi che formano un sentiero; fio-ri bianchi che ciascuno può colorare con le pro-prie emozioni. Sono così, il tuo piccolo spazio nel giardino ver-deggiante, fiorito, dove accolgo ogni mio ospite, dove trovo ogni singola voce…

Manuela

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È stato realizzato un nuovo ambone per la Chiesa di Ponte dell'Olio. Il progettista ha voluto valo-

rizzare la Parola, profondamente attuale, che ci vie-ne incontro e ci fa riflettere. L'elemento che mi colpisce maggiormente è quello dell'albero. L'albero è come l'uomo; infatti, ci sono molti genitori che piantano un albero quando nasce un figlio. Come gli uomini, gli alberi seguono un ciclo naturale: nascono, crescono, si sviluppano e muoiono. Anche quando muoiono, se questi hanno radici salde, creano un solco ben visibile nel terre-no, proprio come gli uomini che anche nella loro assenza, lasciano segni indelebili, tracce della loro presenza nei ricordi, nei pensieri e nelle relazioni.

Un luogo per parlare, un luogo per proclamare, un luogo per dire qualcosa di Dio, e in un cer-

to senso di noi, e di voi...parlare di Dio per espri-mersi, per disegnarlo in un 2010 molto diverso dal suo tempo, parlare di Dio come uomo a una piccola comunità che prova a cercarlo nelle piccole cose di tutti i giorni. E in questa comunità non vi sono più alcuni giovani ragazzi che come tutti, a loro modo lo cercavano.Purtroppo in un modo imprevedibile lo hanno tro-vato, non nel piacere quotidiano ma nel lutto dispe-rato e nell'incapacità di spiegarsi come, perchè...Ed ecco quindi un luogo per cercare oltre che Dio un pò di loro, un luogo per far risuonare la loro parola e la voglia di vivere che trasmettevano a tutti come a dire che il corso della vita continua e loro lo condurranno da una postazione "privilegiata" di cui noi non possiamo essere a conoscenza.Questo nuovo punto di lettura quindi penso sia un luogo speciale dove tutti possono cercare e ascoltare la parola di Dio, la parola di un uomo diverso ma allo stesso tempo uguale a tutti gli uomini, la parola di ragazzi il cui destino avverso ha condizionato la loro voglia di volare.

Samuele

Inizialmente mi hanno un po’ sorpreso il bianco, la trasparenza, anche le dimensioni. L’abitudine era

altra. Ma è stata immediata, subito dopo, la sensa-zione di armonia, di freschezza, di leggerezza che questo nuovo ambone mi rimanda. Senza nulla to-gliere alla sua sacralità è una nuova, dolcissima fonte di ascolto, di riflessione e di pace nel meraviglioso ricordo di splendide creature.

Nicoletta

un nuovo ambone per la parrocchia, un “luogo” per la Parola.

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Pensieri dei più piccoli … di Vigolzone

Quando a seguito della partenza delle suore, don Cesare mi ha chiesto se ero disposta ad insegnare il cate-chismo ai bambini di prima elementare, la mia risposta immediata è stata sì!Dopo anni di inattività avevo voglia di ricominciare e l’entusiasmo dei bimbi il primo giorno mi ha conferma-to che avevo preso la strada giusta: insieme siamo cresciuti, insieme abbiamo camminato con Gesù! Sabrina

Mi è stato chiesto come mai ho deciso di fare catechismo, la risposta è molto semplice. Per me è sempre stato importante stare con i ragazzi; qualche anno fa infatti curavo il gruppo dell’ACR ed era bellissimo.Cosi quest’anno, quando la mia bimba ha incominciato il catechismo, mi sono detta perché non riprendere questa bellissima esperienza e dedicarmi nuovamente ai “cuccioli” cercando di fargli capire quanto bella e impor-tante sia stata la vita di Gesù e le cose meravigliose che lui ha fatto per noi?Spero realmente di potergli trasmettere qualcosa di utile e che loro apprezzino tutto questo come lo apprezzo io. Michela

Una chiamata... è bastata una semplice chiamata di una persona che mi ha sempre tenuto per mano in questo viaggio. Fino ad allora io ero una di quei bimbi che da quel momento avrebbe ascoltato tratti della vita di Gesù anche da me. Però mi sentivo ancora molto parte di quei bimbi che ascoltavano queste storie, perchè alla mia età suonano totalmente diverse da quando le ascolti ancora fanciulla. Questo grazie alle mie due compagne di viag-gio. Sara

Ho imparato a parlare con Gesù. Mi è piaciuto la-vorare sul quaderno, mi son piaciute le preghiere. (Gaia P.)

Vita cristiana

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Conoscendo Gesù ho imparato che bisogna amare tutti. (Tommaso P.)Mi è piaciuto imparare tanti aspetti della vita di Gesù. (Antonio)Ho imparato che il catechismo è importante perché si conoscono Dio e Gesù e si imparano le preghiere. (Noemi)Ho disegnato la vita di Gesù ed ho imparato a pregare. (Lorenzo Ga.)Mi sono divertito ed ho fatto tantissimi disegni di Gesù. (Lorenzo Gu.)Ho imparato che Gesù è venuto a portare la pace ed ha perdonato tutti. (Vittoria)Ho imparato a conoscere Dio e Gesù anche ascoltando don Cesare a messa. (Alessandro)Ascolto le catechiste e don Cesare, ho colorato le pagine del libro di catechismo. (Vladik)Ho imparato a parlare con Gesù e a ringraziare Dio perché ha creato la terra. (Valentina)Ho imparato che Gesù può diventare tutto il mio mondo e che non devo fare agli altri quello che non voglio che facciano a me. (Chiara)Ho imparato a seguire l’esempio di Gesù ed in particolare a non litigare. (Beatrice)Ho imparato che con Gesù posso parlare come ad un amico. (Silvia)Ho conosciuto la storia di Gesù ed insieme ai miei compagni sto camminando sulla sua strada. (Luca)Ho imparato a voler bene a tutti. (Gaia L.)Mi è piaciuto quando Sara ha letto la vera storia di S.Lucia. (Sara)Quando le catechiste hanno raccontato che Dio ha creato il mondo, perché ha fatto cose bellissime. (Aurora)

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Hanno ricevuto la prima Comunione: Albertelli Davide, Agnelli Francesca, Burgazzi Mauro, Burgazzi Sabri-na, Busca Maria Cristina, Callisardi Nicole, Conco Anna, Corosu Desiré, Costa Matteo, Fracassi Nicola, Ghizzi-nardi Loris, Frino Simona, Gatti Alex, Ghetti Lorenzo, Guglielmetti Marco, Malvicini Andrea, Nuccio Clarissa, Prati Lorenzo, Puddu Giulia, Rossi Matteo, Sartori Francesca, Soragna Greta, Tagliaferri Rebecca.

Prima Comunione a Pontedell’Olio

Prima Comunione a Vigolzone

Foto Gianni Cavanna“Che la strada si apra al vostro arrivo,che il vento soffi sempre alle vostre spalle,che il sole inondi e riscaldi il vostro volto,e che Dio vi custodisca sempre nel palmo delle sue mani”.Con queste parole noi catechiste abbiamo salutato i bambini che il 9 maggio hanno ricevuto il sacramento della prima comunione. Questo pensiero vuole essere un augurio, perché Gesù possa camminare sempre al loro fianco.

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Foto Stefano Maggi - “Il Colore del Sole”

"Sorpassare una cresima...Un percorso, quello dei nostri ragazzi, che è iniziato 7 anni fa tra qualche pianto, molte incertezze e una strada davanti da vivere, capire e apprezzare. Tante volte li abbiamo dovuti prendere in braccio, coccolare, valorizzare...un gruppo vivacissimo( e per fortuna che lo è stato) che durante il cammino ha saputo esprimersi al meglio, ha colto il bello del cam-minare insieme, ha capito il valore di chi ha camminato con loro...Per arrivare poi a questo anno e l'intensificare di alcuni momenti; le ansie che sono perdurate fino all'ingresso di quel vec-chio portone di legno che apre una chiesa, la nostra chiesa. Ed è stato bello vedere come un sacramento possa sconvolgere i giorni, le attese..vedere l'intraprendenza diventare timidezza, il coraggio volgere a timore in quell'atrio decorato a festa dove abbiamo atteso l'inizio del rito... E poi eccolo, il rito: con il suo ordine, il suo mistero, il susseguirsi di parole, gesti e un'infinità di immagini che la tua mente ripercorre nel vedere i “tuoi” ragazzi sorpassare questo momento. Sei lì con loro ma non sei nella loro mente per capire cosa provano, puoi solo guardare e augurare loro il proseguimento di un cammino ricco di luci. Mi piace un'immagine che ho citato all'inizio:il sorpassare...voglio pensare quel giorno come un traguardo volante, di quelli che si fanno al Giro d'Italia a metà della tappa per valorizzare chi sta attaccando...ecco:quel giorno per i miei ragazzi è stato uno di questi:hanno solo conquistato nuovi sguardi per il loro futuro, nuove esperienze da mettere in gioco nelle loro scelte, nuovi volti da considerare sia che siano momenti felici oppure difficili. E' stato un loro sorpassare perchè già si guarda avanti alle prossime sfide, ai prossimi traguardi, alle prossime esperienze..come un tappa infinita...Auguro loro il meglio di ciò che li può attendere,auguro la voglia di continuare a stare insieme, auguro che la parola gruppo non si perda nel tempo ma che venga riscritta in future pagine, in futuri momenti della loro vita....Un abbraccio da Samu.."

Prima fila (seduti)da sinistra: Gianmario Golutti, Salvatore Cangiano, Luca Ludovisi,Davide Montanari, Al-berto Vallisa, Mattia Tagliaferri, Lorenzo Peroni, Ivan Raggio, Andrea Montanari, Elia Mariottini( i catechisti Andrea e Fabio) - Seconda fila da sinistra: Luca Tacchini, Davide Ferrari, Stefano Damiano, Matteo Vugliani , Luca Orezzi, Luigi Carrozzo, Federico Gazzola, Alessio Cinieri. - In piedi da sinistra: Alessia Campelli, Nadia Timbri, Ilenia Chiapparoli, Mirea Signaroldi, Elisabetta Cesura, Alessia Bessi, Paola Idi, Carlotta Malvicini, Carlo Ferrari, Elvia Contini, Veronica Montanari, Irene Bertonazzi, (i catechisti Samuele, Giorgia e Noemi), Nicole Sartori,Aurora Battaglia, Valentina Scottini.

Santa Cresima a Pontedell’Olio

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6 giugno 2010: Santa Cresima a Vigolzone

Il 18 gennaio 2009: per i quindici ragazzi che si sono presentati alla comunità, è stata la prima tappa del cammino in preparazione al sacramento della Santa Cresima, cammino ricco di entusiasmo, di impegno,

di fatiche, di gioie, di amicizia, di difficoltà, di conquiste…

QuaresimaE’ stata la seconda tappa in cui i ragazzi hanno chiesto a don Cesare di benedire la croce che hanno indossa-to il giorno della Cresima come segno della loro fede: “Abbiate sempre il desiderio ed il coraggio di portare Gesù con voi per le strade della vita”!!! Questo l’augurio a cui hanno risposto: “Scegliamo e indossiamo la croce perché sia per noi costante esempio di vita! Perché possiamo con la nostra vita essere testimonianza

viva del suo Amore …”Pradovera 08 e 09 maggio, due intensi e meravigliosi giorni di ritiro. In questo tempo che ci è stato donato abbiamo imparato a conoscere meglio i nostri com-pagni di viaggio, abbiamo approfondito i doni dello Spirito Santo, pregato. Abbiamo scoperto che ci sono molte persone che ci guardano le spalle e sulle quali possiamo contare, primi fra tutti il padrino e la madri-na. Abbiamo cantato, giocato, litigato e fatto la pace, abbiamo riso e pianto, apparecchiato e sparecchiato la tavola, abbiamo urlato e sussurrato … ci siamo ar-ricchiti spiritualmente perché ognuno ha fatto parte-cipi gli altri dei suoi doni che troppo spesso teniamo nascosti nel cuore. In proposito, queste sono alcune

riflessioni dei ragazzi:“Il ritiro spirituale a Pradovera è stato fantastico. Abbiamo fatto molte attività divertenti, siamo stati tutti insieme, il cibo preparato dai genitori delle nostre catechiste era ottimo, i giochi ci sono piaciuti molto. Tra questi, una caccia al tesoro in cui dovevamo ritrovare i pezzi di un puzzle che rappresentava i sette doni dello Spirito Santo (sapienza, intelletto, consiglio, scienza, fortezza, pietà e timore di Dio). Abbiamo passato insieme dei bei momenti e ci siamo fatti anche molte risate. A Pradovera l'aria fresca di certo non mancava e stavamo all’aperto ben volentieri, dormire con i miei amici ma-schi e giocare assieme a loro è una di quelle esperienze che aiutano a crescere.Inoltre mi è piaciuto restare in movimento ma anche pensare e scrivere, fare riflessioni e preghiere sul tema dello Spirito Santo, organizzare giochi al chiuso, fare il cartellone con la forma delle mani, giocare a palla con gli amici e stare nella stanza delle attività col salviettone. Ciò che non ci è piaciuto è stato il breve brutto tempo che ci ha sorpreso e gli scherzi che ci hanno fatto le ragazze (anche se quando eravamo noi a farglieli era molto più divertente!). In conclusione, tra i momenti belli e un po' meno belli il ritiro a Pradovera mi è piaciuto un sacco (e penso che sia stato così anche per gli altri) ed è stato pieno di momenti bellissimi che porterò sempre nel mio cuore”.

“I due giorni del ritiro a Pradovera sono davvero stati ricchi di gioia, credo che tutti noi ce li ricorderemo per sempre. Mi è piaciuta molto l’idea di svegliarmi con le mie compagne, ma quello che mi ha maggiormente entusiasmato è stato svolgere le attività con la musica ed i teli sdraiati per terra. Anche la caccia al tesoro mi ha fatta divertire molto, peccato però che sia stata breve”.

“Mi è piaciuta molto la caccia al tesoro, scoprire e approfondire i doni dello Spirito Santo, le attività e confrontare le mie idee con i miei compagni”.

“Per me è stata una bella esperienza sotto tutti i punti di vista. Mi sono piaciute tantissimo le attività, soprattutto quando abbiamo scritto tre qualità di ogni nostro compagno. Bello e soprattutto buono è stato il pranzo! Ma la cosa che mi è piaciuta moltissimo è stata che abbiamo finalmente staccato la spina per un po’ dalle stanchezze di tutti i giorni e soprat-tutto dalla scuola per dare campo libero ai pensieri che di solito non riusciamo a percepire per colpa della stanchezza accumulata e per stare insieme in modo nuovo”.

“Partiamo a ritmo di canto dopo aver caricato le valige. Arriviamo. È quasi come sentirsi a casa: i letti, il tepore, la ta-vola grande e noi tutti attorno a mangiare, ridere e cantare. Le attività sono state davvero interessanti anche se non mi è piaciuto molto sparecchiare. È stata un’esperienza bellissima!”.

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06 giugno“Oggi siamo qui per rispondere alla chiamata di Dio, perché con la forza dello Spirito Santo possiamo esse-re con la nostra vita Suoi testimoni nel mondo. Eccoci, siamo pronti”. La candelina accesa con cui si sono presentati al vescovo per ripercorrere le tappe della loro esperienza di fede (battesimo, confessione, prima comunione), voleva essere il simbolo della loro risposta a Gesù.Durante l’omelia il vescovo ha sottolineato l’importanza della condivisione come è narrato nella parabola dei pani e dei pesci. I ragazzi hanno voluto condividere con i loro coetanei meno fortunati qualcosa a cui tene-vano e che loro reputavano importante: i loro abiti.

Ringraziamenti: la celebrazione si è conclusa con il canto che li ha accompagnati durante quest’ anno, l’Em-manuel, Dio con noi. Il loro ringraziamento è stata sostenuto da quello dei loro genitori … presenza preziosa nel nostro cammino perché si sono lasciati coinvolgere, sono stati protagonisti insieme ai loro figli, sempre presenti e disponibili e che hanno voluto dire grazie con questa loro preghiera:“Grazie Signore per averci dato l’immensa gioia di diventare genitori. Sono proprio i nostri figli che oggi ci danno la possibilità di festeggiare questa importante tappa del loro cammino spirituale. Signore, insieme al nostro grazie accogli anche la richiesta che accomuna tutti i nostri cuori: proteggi i nostri figli guidando le loro scelte e rendi noi sufficientemente forti ed equilibrati da poter essere presenti nel loro percorso di crescita”.Un grazie speciale va al nostro parroco che ci ha guidati e sostenuti, alla professoressa Lucia Bolzoni e al coro che hanno accompagnato questo giorno indimenticabile con la loro presenza e i loro canti. I ragazzi hanno voluto ringraziare anche i padrini e le madrine e tutti coloro che hanno reso questo giorno così speciale.13 giugno Messa di ringraziamento. È stato un momento di gioia e di preghiera che li ha visti ancora una volta protagonisti consapevoli della loro fede e della loro amicizia con Gesù.

A cura di Elisa e Simona

Questi i neo Cresimati: Albertelli Silvia, Boreri Greta, Burgazzi Francesca, Calamari Greta, Cappellini France-sco, Gualazzini Matteo, Cardona Anna Maria, Donini Gloria, Malvicini Giulia, Morosoli Nicolò, Negri France-sco, Rolleri Camilla, Sala Giulia, Savinelli Martina.

per i nostri ragazzi di seconda media

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Spazio giovani

Qualche giorno fa Don Gino mi ha chiesto di scrivere un articolo sui giovani. Naturalmente i temi da affron-tare sono infiniti ed è a questo punto che sorge il problema principale: cosa desidero esprimere davvero? Ecco soccorrermi un’occasione svoltasi proprio qui a Ponte dell’Olio,la Festa Giovani che mi ha fornito non pochi spunti.

Quest’anno i Leoni della Notte, prodigatisi per la buona riuscita dell’evento,sono stati dei formi-

dabili padroni di casa. Tutto è stato organizzato nei minimi particolari: il sorprendente ingresso del forno per la cottura della pizza napoletana, i diversi point birra per smaltire le code,i divertimenti per i più piccini con tanto di make-up fantasiosi per i più impavidi,la fun-zionalità del service offerto agli artisti esibitisi nell’incan-tevole scenografia dell’anfiteatro,lo strabiliante spettacolo pirotecnico e tutto quello a cui non ho fatto cenno,sono prove dell’impegno che contraddistingue tanti giovani d’oggi. Insomma pensiamo al grande numero di volontari presenti,continuamente indaffarati a cucinare, servire, rac-cogliere i rifiuti ed affrontare i vari imprevisti che una festa di paese può comportare, ed a tutti coloro,me inclusa, che sono stati lì per godersi quelle cinque serate decisamente riuscite. Naturalmente a fianco dei Leoni non sono mancati i Veterani delle sagre paesane, nonché della buona cucina,che sapiente-mente hanno dato il loro preziosissimo contributo. Eccezionali i pisarei ed ancor di più la mitica signora che li condiva. Insomma un gruppo variegato e ben compatto che ha riconfermato l’eccezionale versati-lità dei giovani d’oggi e la loro voglia di darsi da fare riuscendo peraltro a conciliare le responsabilità ed il divertimento. A conferma di ciò la presenza di Emer-gency che infrequentemente ho notato alle feste di paese. Probabilmente gli avrei assegnato una posta-zione con maggior visibilità, tuttavia il fatto stesso che ci fosse è impagabile. L’opera nel mondo che questa associazione assurge è uno dei miracoli più grandi di oggi: la speranza che infonde a popolazio-ni perennemente sotto l’assedio di guerre, malattie e forme di violenza di cui le nostre menti non posso-no avere il minimo sentore è insostituibile. Le nostre donazioni permettono agli eroi-volontari di questa associazione di portare assistenza medico-chirurgica alle vittime civili delle guerre,delle mine antiuomo e della povertà. I fondi raccolti alla Festa Giovani servono per sostenere l’attività del Centro sanitario pediatrico di Mayo uno dei quattro campi profughi principali in Sudan, paese nel quale la guerra ci-vile ha avuto formalmente termine nel vicino 2005

dopo venti anni di massacri e perversioni che non si riescono ad attribuire all’uomo nonostante quello che la storia insegna. Questo è solo uno dei tanti progetti che Emergency sostiene. (info www.emer-gency.it). Tuttavia,sebbene il bilancio della sagra sia stato positivo,una critica la devo muovere a tutti quelli che non curanti del lavoro degli altri e dell’ambien-te hanno abbandonato la sporcizia sul luogo dei festeggiamenti. Il gruppo dei Leoni ha ben pensa-to di predisporre in più spazi i bidoni per la rac-colta dei rifiuti. Ahimè deve essere stato frainteso l’utilizzo che questi “strani contenitori” avevano... La raccolta dei rifiuti è fondamentale per la salva-guardia di un ambiente sano in quanto si riflette ineluttabilmente sulla salute dei cittadini. E’ qual-cosa che chiunque può realizzare e mi auguro si senta in dovere di fare. La nostra legge prevede esplicitamente il diritto,nonché l’obbligo di tutelare l’ambiente per poterne godere appieno senza pre-giudicarne le bellezze e le risorse. Persino i legi-slatori che approvarono la Costituzione italiana nel 1947,ovvero quando il mondo,sconvolto da quella immensa piaga che fu la II guerra mondiale,aveva come unico obiettivo il raggiungimento della pace comune attraverso l’implementazione delle relazio-ni commerciali,per uno sviluppo economico in cui lo sfruttamento delle risorse del suolo e del sotto-suolo era necessario, ebbero l’avvedutezza d’inte-ressarsi alla materia ambientale dedicandole spazio proprio all’interno degli articoli fondamentali. L’ar-ticolo 9,secondo comma conferisce alla Repubblica italiana la tutela del paesaggio della Nazione. Ecco perché in questa materia non esistono distinzioni alcune tra giovani e non più giovani: l’ambiente è un diritto inderogabile dell’umanità intera. Come scriveva Voltaire nell’opera Candide,pubblicata nel 1759: “Il faut cultiver notre jardin”- “Bisogna pren-dersi cura del proprio orto”, se ciascuno di noi ap-portasse il suo piccolo contributo,il mondo sarebbe un luogo migliore.

Gaia Merli

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Anche quest’ anno, come ormai da copione, si è svolto a Vigolzone il centro estivo.

L’ evento supportato dalla cooperativa Eureca è stato però ridisegnato al fine di proporre un più vasto as-sortimento di attività ed uscite.Inoltre da quest’ anno il Grest accoglie i bambini fin dalla mattina, c’è dunque la possibilità anche di pranzare per poi continuare, sotto scorta di educato-ri e volontari, giochi e lavori vari nel salone parroc-chiale e nel vicino campo da gioco.Un’ esperienza “completa” per ambo le parti che sebbene faticosa, in quanto inizi già alle 8e30 e fini-sca soltanto nel pomeriggio dopo le 18, è comunque ben gestita dagli educatori della cooperativa che non

solo si occupano di dosare le forze dei volontari ma anche di organizzare gite ed esperienze ludiche vol-te a scoprire luoghi vicini a noi ma spesso ignorati (Grazzano Visconti) e al contrario sedi lontane dalla nostra quotidianità e per questo ancor più interes-santi.Inoltre i partecipanti, di età compresa tra i 6 e i 12 anni possono contare inoltre su un’uscita settima-nale in piscina, ed ancora più importante, su una storia, quest’anno “il Mago di Oz”, tema dell’intero centro estivo e fonte di spunti e dialoghi costruttivi tenuti da Don Cesare al fine di influenzare positiva-mente l’esperienza anche sotto il profilo umanistico.

bert

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Finalmente sono tornata a casa, si è appena con-clusa Festa Giovani 2010 e anche questa sera ab-biamo superato di qualche ora la mezzanotte. Ol-trepasso il cancello e mentre cammino verso casa con il mio solito scatolone di “scosalini” da lavare, ripenso alla serata appena trascorsa, partendo dal-la fine: una tavola imbandita, preparata all’interno

degli stands ormai vuoti, attorno al quale ci siamo ritrovati. Una piccola festa alla fine di una grande festa. Un modo per stare ancora insieme quando l’anfiteatro è tutto per noi e si tira un sospiro di sollievo perché anche questa volta è filato tutto li-scio. C’è parecchia stanchezza, dopo cinque serate qualcuno incomincia ad accusare il colpo e non vede l’ora di toccare il materasso di casa, ma-

gari dopo che la sera prima si è gustato la notte di guardia alle attrezzature, eppure, ancora una volta, nessuno molla e siamo tutti in attesa di gustare il risultato delle fatiche culinarie del nostro chef Mau-rizio. Il passaparola dei ragazzi dice infatti che dal pomeriggio si è occupato con puntigliosa attenzio-ne di un enorme pentolone di picüla ad caval e con la fine della serata lo stomaco si apre quindi ci con-

cediamo volentieri uno sfizioso assaggio in compa-gnia! Come già da qualche sera, sono nostri graditi ospiti anche gli uomini della security, che con un languorino pari alla loro stazza si avvicinano alle cu-cine a metà serata domandando: «Che si mangia sta-sera?». Nel corso delle serate hanno gustato pisarei appartati, spiedini, confetti d’anniversario, pasticcini di compleanno… ma stasera faccia-mo le cose in grande!Eccoci allora a tavola, guardo con affetto i “miei” leoni, mi sono man-cati per quattro anni ed è stato bello ritrovarli, ahimè siamo tutti un po’ più vecchi ma niente è cambiato, è un gruppo di amici che solo Festa Giovani fa radunare al completo, eccezion fatta per qualche congedo maternità temporaneo, un gruppo che si diverte mentre lavora dietro al bancone e con poche battute riesce a stemperare la tensione. Que-sta sera leggo negli occhi di tutti la mia stessa sod-disfazione perché ogni cosa è andata bene e questo gradito ritorno ci ha dato la consapevolezza che il direttivo, presieduto dal Bomber, ancora una volta è stato in grado di organizzare al meglio una ma-nifestazione impegnativa e complessa; da soli però

Un grande successo

Fine anno alla Materna

Anche quest’anno alla materna di Pontedell’Olio è stato organizzato da Tiziana e dalle insegnanti un evento speciale per sa-lutare i bambini che dal prossimo anno frequenteranno la scuola elementare. I bambini sono entrati a 2 a 2 nel salone presen-tandosi alle famiglie ed insieme hanno danzato e cantato una melodia di origini brasiliane in segno di ringraziamento per le tante cose ricevute in questi anni all’asilo. Hanno poi cantato un inno all’estate e alla gioia delle meritate vacanze e ad uno ad uno hanno ricevuto il cappello che richiamava quello dei laureati all’università ed un diploma. Alle insegnanti sono stati consegnati dai bambini un regalo e dei fiori ed infine un libro/racconto preparato dalle famiglie con disegni e foto dei vari mo-

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non si va da nessuna parte, sono tanti gli amici da ringraziare: i parroci padroni di casa, il Comune, la Pubblica Assistenza Valnure, l’Associazione Amici di Marcello, l’Associazione Futuro Valnure, le proloco di Carmiano, Cassano, Podenzano, Pontenure e Vi-golzone, tutti gli sponsor e naturalmente i “tre di Biana” che cito specificatamente onde evitare guai in famiglia … insomma “collaborare si può!” come dice Giuseppe, il vice della Pubblica, mentre cerca disperatamente i vassoi e la festa non sarebbe stata possibile se tanti vecchi e nuovi leoni non avessero donato generosamente la loro disponibilità, perché … no leoni no party! Non è facile tornare ed inserirsi nel fitto calenda-rio degli appuntamenti della provincia piacentina, eppure anche quest’anno la numerosa affluenza di pubblico ha decretato il nostro successo, Festa Gio-vani rimane al passo con lo spirito dei giovani, ne interpreta i gusti e le nuove tendenze, soprattutto per quanto riguarda le proposte musicali, una su tutte la splendida esibizione di Nina Zilli, la giovane artista piacentina, premio della critica al Festival di San Remo ha infatti letteralmente acceso la serata d’esordio di fronte ad un anfiteatro mai così gremito.Mi rendo conto adesso che tutto è passato in un lampo, questa sera niente verifica delle scorte col

Teo, niente giro stands per confermare le presenze degli “addetti” ai vari settori, niente appuntamento per il pomeriggio del giorno dopo, tutto è a po-sto per cedere il testimone agli amici della Pubbli-ca, così, dopo aver affettato come tradizione anche il ciambellone della pace, superstizioso scongiuro contro possibili future magagne, non resta davve-ro che tornare a casa, eppure, mentre accendo la macchina so che tutto questo già mi manca: grazie ragazzi perché avete dimostrato che i grandi sogni qualche volta diventano obiettivi e gli obiettivi si possono raggiungere. Chiara

di Pontedel l ’Ol io

la festa dei Giovani

menti dei 3 anni trascorsi insieme: il segno di un ricordare e apprezzare, passo a passo, il lavoro da loro svolto. - Un bimbo….(ha letto Tiziana alla fine) è come un alberello, che mette radici nel terreno più bello. La natura è bella tutta ma un alberello ha qualcosa in più: ha il terreno della scuola e della famiglia, che un po’ gli rassomiglia. Un alberello ha radici che lo sostengono e più sono robuste più facile sarà ogni sua sorte: dare fiori, frutta o ombra non ha importanza, poiché un albero della vita è sempre testimonianza. Elena Fogliazza (Foto Stefano Maggi - Il Colore del Sole)

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Proponiamo due riflessioni “datate” e convergenti su un senso della vita che scadenze non ha e che possono essere utili per rinfrescare la memoria e per prepararsi alla seconda parte della missione popolare.Dalla “Quaresima in Duomo”, padre Bianchi, attraverso la parabola del padre misericordioso, ci mette in guardia dall’orgoglio di essere tra i buoni e sentirsi autorizzati, per questo, a pretendere che la giustizia del “padre” si adegui ai nostri umani schemi; dalla prima parte della missione (incontro degli adulti a Veano), un analogo invito ci viene dalla considerazione che “i nostri pensieri non sono quelli di Dio e le Sue Vie sono a volte incomprensibili a noi”.

Per riflettere

“La vita umana acquista un senso rinnovato quando è illuminata dal-la fede”

Queste parole sono state dette dal nostro ve-scovo mons. Ambrosio nella lettera pastorale

inviata a tutti i fedeli per la Missione Popolare Dio-cesana. A volte, o in certi momenti, è necessario rimboccarsi le maniche ed affrontare tutte le pro-blematiche legate alla nostra vita religiosa: penso che non sia sufficiente limitarsi ad andare a messa la domenica o a dire le preghiere quotidiane, ma è necessario esporsi in prima persona per cercare di diventare almeno un buon cristiano. Durante questa prima parte della missione abbiamo riflettuto su un brano di di Luca, cap IV, versetti 14-30. Lì, Gesù, dopo essere stato a Cafarnao, ritorna nei luoghi di origine per predicare ai suoi concittadini presentan-dosi come il Messia e mal gliene incorse perché venne minacciato di morte. Questo racconto mi ha fatto riflettere e considerare alcuni aspetti della vita: i suoi conterranei non hanno capito nulla di Lui, aspettavano solo dei segni eclatanti che mostrassero la forza e la potenza di Gesù. I vari Pietro, Giovanni e Giacomo hanno lasciato le loro amicizie, professioni affetti, hanno accettato la sua dottrina e sono andati in giro per il mondo a di-vulgarla per farla comprendere a tutti i “pagani”. Al contrario il “ popolo “ eletto non solo non riusciva a recepire la Buona Novella di Gesù, ma addirittura alla fine lo ha eliminato crocefiggendolo perché era ritenuto un personaggio inopportuno e scomodo. Ma è questa l’essenza del Cristianesimo perché il Mistero di Dio, e non c’è dubbio che di mistero si tratti i quanto non razionalizzabile né dimostrabile, deve superare le nostre barriere intellettuali e pe-netrare nell’intimo dei nostri cuori. Infatti i nostri pensieri non sono quelli di Dio e le Sue Vie sono a volte incomprensibili a noi, però sappiamo dalla Croce che il dolore ha un senso: misterioso, incon-cepibile, ma non inutile.

Un’ultima considerazione che rivolgo in particolare a me stesso: se fossi stato nella sinagoga come un qualsiasi ebreo ad ascoltare la Parola di Gesù avrei recepito il suo insegnamento oppure sarei stato tra coloro che Lo avrebbero voluto uccidere?

Franco

Un padre misericordioso

Un uomo aveva due figli e, nonostante non mancasse loro nulla, il più giovane volle la

sua parte di eredità, partì per un paese lontano e sperperò tutte le sue ricchezze. Ridotto in miseria, lavora come mandriano dei porci, il più abietto dei lavori per un israelita. Nei suoi pensieri comincia a farsi strada l’idea di ritornare a casa dal padre, non perché è pentito, ma perché la sua vita è di-ventata troppo dura. È dubbioso che il padre voglia accoglierlo, ma la disperazione lo spinge a tentare,.. e gli va bene … infatti, vedendolo da lontano, il padre ancor prima di sapere perché è tornato, or-dina ai servi di ammazzare il "vitello grasso" e di preparare la festa perché “il figlio morto è tornato in vita”. Questo comportamento offende il primogeni-to, Lui che lo aveva sempre servito senza ricevere nulla in cambio, non può accettare di vedere il pa-dre accogliere così il figlio che lo ha abbandonato. Mi ha colpito il duplice messaggio che padre Bian-chi ha voluto lanciare: Dio perdona anche quando ritorniamo a lui solo per necessità perché quello può essere l’inizio di una vera conversione e Dio non lascia perdere neppure la più piccola occasione per accoglierci alla sua mensa. L’altro aspetto invece riguarda noi che siamo sicuri di essere nel giusto. Quando ci offendiamo perché “il peccatore” viene accolto come il “non peccatore”, diventiamo “pec-catori” perché a spingerci è l’invidia che ci impedi-sce di capire il senso superiore della giustizia divina estranea ad ogni impulso di rivalsa di cui invece la giustizia umana è spesso purtroppo intrisa.

Gianmarco

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USHAHIDI: ovvero cosa si può fare con la ReteA cura di Ennio e Bert

Washington, autunno 2007: una giovane avvocates-sa di origini keniote rifiuta una più che allettante offerta del più importante studio legale della capita-le (quello dell’avvocato che Obama ha scelto come ministro della giustizia, per capirci) e se ne ritorna in Kenia.

Nairobi: la giovane avvocatessa si trova in mezzo alle violenze tribali scoppiate dopo le elezioni del 27 dicembre 2007. Aveva lasciato Washington per aiutare il suo paese. Tutto quello che le riesce di fare è lanciare un post sul suo blog (così parlano in Internet … e significa soltanto che ha scritto un mes-saggio che tutti quelli che si collegano al suo sito possono leggere). Il messaggio diceva più o meno: “c’è qualcuno che vuole reagire alla follia che si è impadronita del paese? Mi aiutate a fare una mappa degli scontri, delle vittime, delle richieste di aiuto?”. La cosa era rischiosa: il governo infatti durante lo scrutinio dei voti aveva bloccato tutta l’informazione. Tre giorni dopo, Ory Okolloh, la giovane avvoca-tessa, è sommersa da informazioni che non riesce più a gestire. Non le resta che inviare un altro mes-saggio di questo tono (più o meno): “c’è qualcuno che riesce a fare un programma per gestire rapi-damente tutte queste informazioni?”. Il 9 gennaio 2008 debutta su internet Ushahidi. In swahili (che è la lingua del Kenia), significa testimone. Il sito di Ory ha fatto, in quei tremendi frangenti, quello che la stampa locale non poteva più fare:ha testimonia-to e documentato la follia della guerra aggirando la censura. Oggi, Ushahidi è lo strumento miglio-re per fronteggiare crisi umanitarie di qualsiasi tipo, tant’è che perfino Washington Post ha utilizzato le sue informazioni per documentare Snowmageddon, la tempesta di neve che ha investito nell’inverno del 2010 la East Coast (la costa est degli Stati Uniti che si affaccia sull’Atlantico).

Sono molte di più di quello che si immagina le per-sone che riescono a realizzare, con la rete, inter-venti umanitari di tale portata. Per questo, c’è tutto un movimento che intende proporre la candidatura della Rete (Internet) al prossimo Nobel per la pace.

Ma, con la Rete, si possono fare anche altre cose …Valnure, 24 giugno 2010, social network di facebo-ok (così parlano in Internet e indica una particolare pagina dove si possono scrivere i messaggi): un tale, che chiameremo M. T., scrive ad un altro che chia-meremo G. O. (per brevità abbiamo ridotto il dialo-go all’essenziale lasciando però alcune crudezze, le sgrammaticature e quant’altro di poco “nobile” del gergo utilizzato dai ragazzi che frequentano questi

social network):

M. T.: Sarò gentile... tu e un tuo amico avete fregato una bicicletta da dietro la chiesa. Il problema è che la bici è la mia. … sappi che non esiterò a venirla a reclamare sotto casa tua! ...il paese è piccolo e non ti preoccupare che so dov'è! …in caso di danni ci rivedremo ugualmente!G. O.: in primo luogo io nn centro e il mio amico ti vuole incontrare domani dietro alla chiesa alle 15:00 presentati abbi le p….M. T.: non me ne frega un […] e cmq p … o non p … riportate li la bici. ...in caso contrario visto che io stasera esco ti mando i carabinieri ...poi glielo dici tu che tu non centri o che è stato il tuo amichetto ecc. ok? io alle 8:30 vado.G. O.: ascolta la bici non la ho presa io il mio amico abita a … c’è su facebook si chiama C. R. io non centro nulla ascoltami per favore tu domani la trovi dietro la chiesa rispondi.. M. T.: ...a domani! ...spero...anche per voi! G. O.: ok domani dietro la chiesa e io non centro.

Perché abbiamo riportato da Internet queste conver-sazioni tra giovanissimi? Per almeno quattro ragioni: 1) internet può essere utilizzata per il bene comune (vedi sopra la storia di Ory) o per beghe personali; 2) nella conversazione riportata l’atteggiamento del soggetto G. O. cambia al presagire di eventuali guai 3) nella comunicazione riportata in piccola parte i nostri giovanissimi sembrano non avere alcuna con-sapevolezza del rispetto dei beni altrui tanto che, 4) appaiono come bambini che nella noia dei caldi pomeriggi estivi evadono con gesti più simili a reati che a passatempi, pronti ad alzare le mani e scon-trarsi per difendere ragioni inesistenti.

Che dire di tutto ciò? Oggi si fa formazione su tut-to... ma davanti alla televisione e davanti ad Internet, le nuove generazioni, da sempre, devono arrangiarsi da sole, coi maestri buoni o cattivi che incontrano o anche senza maestri. È inevitabile che si formino nuove etiche e nuovi linguaggi … e chi mai potrà sapere quanto di negativo e quanto di positivo in essi c’è!!. Sarà il tempo a dirlo. Certo, il fatto che ci siano programmatori che sviluppano, insieme, a tempo di record, in modo assolutamente gratuito un programma della portata di Ushahidi, ci fa, almeno un po’, ben sperare per il futuro. Il resto sono cose da gestire con la formazione e l’attenzione che sem-pre è dovuto alle nuove generazioni ed alle cose nuove che portano con sé ma che, purtroppo a volte manca a volte invece è attenzione negativa che vuo-le ostacolare più che aiutare a crescere.

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Don Gianni Cobianchi, prete di diamante

Don Gianni Cobianchi ha festeggiato a Fiorenzuola i 60 anni di sacerdozio, un prete indimenticato che a Ponte dell’Olio, at-traverso la sua esperienza di curato durata vent’an-ni, ha lasciato ricordi in-delebili nel cuore di tutti coloro che ha incontrato. Anche “Il Ponte” vuo-le partecipare alla gioia di questo anniversario pubblicando di seguito il testo con cui Don Gian-ni Vincini ha introdotto, domenica 6 giugno, la S. Messa celebrativa ac-compagnato dal ricordo di una parrocchiana che ben lo ha conosciuto. Au-guri Don Gianni!!

«Per la grandezza della sua umiltà il mio intervento a nome di tutta la parrocchia sarà poco accetto a don Gianni Cobianchi, sempre refrattario agli elogi personali, e quindi gli chiedo perdono per questo di-spetto, ma anche la verità ha i suoi diritti.Non è frequente trovare tanta unanime convergen-za di plausi e di gratitudine come si riscontra nei confronti di Don Gianni Cobianchi .Un prete stra-ordinario ed un uomo straordinario, meglio ancora meraviglioso. Una persuasiva conferma vivente che la santità coincide con l'umanità realizzata al me-glio, che la perfezione dell'amore è la misura più vera della personalità. Non è un prelato, non è un mon-signore, non è un'eminenza: è un vero sacerdote, missionario di Cristo, senza fronzoli. I suoi 60 anni di sacerdozio li ha interamente spesi - senza mai ri-sparmiarsi - nel costante pensiero di farsi dono con la presenza, con l'annuncio, con la testimonianza.Il suo ministero, ovunque rimpianto, ha spaziato da Ponte dell'Olio (dal 1950 al 1970) al Brasile, da Bar-di a San Nicolò a Trebbia, dall'Ufficio Missionario Diocesano a Nostra Signora di Lourdes, dal nativo S. Giorgio alla sua carità tuttora operativa verso le missioni in particolare verso la Colombia. Da quasi quindici anni a Fiorenzuola dove segue con assidu-ità un inesauribile numero di ammalati, anziani, disabili al Verani, in ospedale, a domicilio. Non gui-da l'auto, non usa il computer, non ha il cellulare, ma questa estraneità alle tecniche ed al mondo me-diatico virtuale, lo rende più vicino al mondo reale

della gente col fraterno e più umano metodo della re-lazione, con la sua affabilità dolce e forte. Diabetico e cardiopatico, ultraottantenne, non si riesce a tener-lo fermo: sempre disponibile per ogni tipo di esigenza pastorale, e per i continui spostamenti in parrocchia usa l'unico strumento che gli è rimasto: la bicicletta.Parla bene, scrive bene, attualizza sempre il Vangelo con puntuali riferimenti alla vita concreta ed alle in-giustizie che colpiscono innocenti. Molto sensibile ai problemi sociali, non è però un prete di sinistra o di destra, ma ben al disopra di questa classificazione, è un prete del Vangelo che ha sposato pienamente la causa di Cristo, e la causa di Cristo indubbiamente è anche la causa della giustizia e dei più deboli. La sua esperienza missionaria lo ha reso molto atten-to alla situazione dei poveri, non solo da noi, ma in tutto il mondo.Davvero un grande dono la sua presenza ed il suo servizio a Fiorenzuola: lo ringraziamo ed insieme con lui ringraziamo il Signore perché dei suoi ma-gnifici 60 anni di sacerdozio, 15 li ha donati a noi, e la nostra non è una festa di chiusura, ma di conti-nuità, un caloroso momento eucaristico di preghiera e di augurio: ad multos annos !» Don Gianni Vincini

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Il ricordo dello sguardo dolce, penetrante e com-prensivo che continua ad irradiarsi dai grandi occhi di Don Gianni mi ha accompagnato dalla mia prima infanzia sino ad oggi attraverso avvenimenti impor-tanti, ora tristi, ora felici della mia esistenza.Uniche ed irripetibili erano le sue lezioni per pre-parare noi bimbetti di prima elementare alla Prima Comunione e alla S. Cresima; bellissime e divertenti le ore di Religione alle Scuole Medie da lui tenute passando anche attraverso le letture di Don Camillo e Peppone; profondi e pieni di sentimenti e valori gli incontri per noi che nel frattempo eravamo diventati giovani.Come dimenticare le spassose partite di calcio che Don Gianni faceva con i suoi ragazzi pontolliesi in-cespicando nella nera tonaca ma portando avanti i valori di Don Bosco?Come sempre ogni bella storia volge al termine: dopo vent’anni a Ponte dell’Olio don Gianni ha con-cluso la sua missione in mezzo a noi e prima della sua partenza ho vissuto in sua presenza un momen-to fondamentale della mia vita: il mio matrimonio con Luigi.Il destino ha poi voluto che dal suo esempio e dai suoi insegnamenti sia nato in noi il desiderio di com-piere un gesto d’amore verso qualcuno: dall’India è arrivata Valentina a completare la nostra avventura umana.

Grazie a Don Gianni di esistere e al Signore di averlo messo lungo il nostro cammino di Fede.

Rosalba Mutti Garolfi.

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Contrappunti

• La Pubblica Assistenza costruisce una nuova sede. E’ un fatto importante che prende corpo grazie anche all’aiuto – nella forma della disponibilità del terreno – fornito dall’amministrazione comunale, che conferma una disponibilità manifestata anche in passato: si deve infatti alla “giunta Giuffredi” la prima sede, in Via Sanbono e alla “giunta Mazza” quella attuale. Pare che l’impegno per la nuova sede sia abbastanza oneroso ma non credo che la Pub-blica si andrebbe ad imbarcare in questa nuova av-ventura, se non avesse una più che buona solidità finanziaria, verosimilmente frutto del sostegno – che in tutti questi anni non è mai mancato – di tanti cittadini.Ecco, da cittadino sostenitore, mi avrebbe fatto pia-cere ricevere una lettera, una breve nota informati-va in cui il consiglio direttivo della Pubblica raccon-tava le ragioni di una decisione così importante e, se non proprio un piano finanziario, un’indicazione del costo del progetto e delle risorse messe in campo per farvi fronte.Perché se per caso, fra qualche tempo, si dovesse ren-dere necessario fornire un contributo straordinario, metterei mano più volentieri al portafoglio e terrei lontano la sgradevole sensazione che anche la Pub-blica possa essere contagiata da quel brutto morbo che colpisce spesso molti pubblici amministratori, quando dimostrano di considerare la “cosa pubbli-ca” come “cosa propria”.

• CosacenefacciamodiunaChiesachedopola morte di un grande scrittore come José Saramago lo attacca con una cattiveria inusitata, per le sue idee ed i suoi scritti. (raccogliendo il plauso di una manciata di cretini che di Saramago non hanno mai letto neanche una riga)? Cosa ce ne facciamo di una Chiesa in cui un suo rappresentate autorevolissimo definisce “chiacchiericcio” le vicende legate ai troppi casi di pedofilia in cui sono coinvolti preti e vescovi, lasciando, tra l’altro, nella bufera i tanti sacerdoti che, quotidianamente, con fatica e disagio, vivono “nel mondo”? Cosa ce ne facciamo di una Chiesa che, alla vigilia delle recenti elezioni regionali, entra “a gamba tesa” contro una candidata alla Presiden-za della regione Lazio, ufficialmente per difendere il diritto alla vita ma in realtà preoccupata di vede-re ridotti i finanziamenti pubblici alle strutture sa-nitarie private di proprietà di enti religiosi? Cosa ce ne facciamo di una Chiesa che, mentre si tagliano pesantemente le risorse alla sanità e alla istruzione pubblica, continua a contrattare appoggio politico, soldi pubblici, ipotizza battaglie su presunti valori e consenso elettorale, forse presumendo che potere e

ricchezza consentano di svolgere al meglio il proprio magistero?Personalmente, avendo come riferimenti, da cristia-no, figure come Francesco d’Assisi, Teresa di Calcut-ta, Helder Camara, Lorenzo Milani (ah, dimentica-vo, Gesù Cristo) e, da cittadino, Alcide De Gasperi, Norberto Bobbio, Giorgio Ambrosoli (ne ho citati solo alcuni, ma non a caso) avrei una prima proposta da avanzare: l’abrogazione dei patti Lateranensi (con i quali Mussolini, è bene ricordarlo, comprò se non il sostegno almeno la neutralità dei cattolici italiani) e la rinuncia ai privilegi che da essi sono derivati.

• Sapete cheaPalermo c’è damesiun’emer-genza rifiuti pari a quella di Napoli 2008 ? Sapete che da due settimane c’è in Italia un nuovo ministro e che nessuno, ad oggi, conosce i suoi com-piti (alla faccia dei tagli alla spesa pubblica)? Sapete che in Unione Sovietica il principale organo di infor-mazione del paese si chiamava “la Verità” (Pravda) e diceva sempre e solo quello che volevano il Governo o il Partito? Sapete – o vi accorgete – che l’informa-zione televisiva, nell’Italia di oggi (che rappresenta anche l’unico strumento di informazione per 7 citta-dini su 10) è molto simile a quella che c’è nei regimi totalitari? Sapete che il Parlamento sta approvando una legge fatta apposta, vi dicono, per proteggere il diritto alla riservatezza di tutti, ma che in realtà ha l’unico obiettivo di non farvi sapere gli eventuali comportamenti, diciamo non proprio cristallini, dei potenti ?

(Tanto per capirci: non mi interessa affatto sapere se un consigliere provinciale va a letto con donne, uo-mini o transessuali, ma mi interessa, eccome, sapere di un tizio che nella notte del terremoto, all’Aquila, rideva nel proprio letto, pensando ai buoni affari che avrebbe fatto grazie al terremoto).I regimi non democratici possono basarsi su due tipi di oppressione (quelli dittatoriali li usano entrambi): l’oppressione del corpo e l’oppressione della mente. La prima fa ampio uso della violenza fisica, è facil-mente riconoscibile e genera, prima o poi (se non si è nella Cambogia dei Kmer rossi) una ribellione.Le seconda è meno riconoscibile, non provoca dolore fisico, anzi fa sentire bene: un po’ narcotizzati ma felici. Felici perché solleva dalla fatica di sapere, di approfondire, di scegliere, di pensare. Perché pensa-re costa fatica, mantenere la propria autonomia di giudizio costa fatica. La libertà costa fatica.

gianmarco ratti

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Momenti lieti

Vive felicitazioni

a

Ugo Caragnano

e Chiara Pancera

unitisi in matrimonio il 19 giugno scorso nella chiesa di

S. Maria Assunta di Villo'.

e

Giuliano Bezzi

e Emanuela Pedrali

sposi a Veano lo scorso 29 maggio

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Non è quello che io sono che

conta, ma quello che noi siamo,

perchè solo l’amore libera dai

limiti.

Vigolzone, 20 giugno 2010: festa degli anniversari

Torrano, 2010

Famigliari ed amici hanno ricor-

dato e festeggiato il cinquante-

simo di matrimonio di Mazzoni

Giuseppina e Curotti Giovanni.

Con affetto.

Luisa, Luciano e Davide

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Andrea Rossi ha compiuto un anno.

I nostri bimbi

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Testimonianza

Morte del partigiano Aride Boggiani: TESTIMONIANZA di Rinaldo Paganini

Ecco il mio contributo al fatto storico raccontato sul n. 2/2010 del “Ponte” nella rubrica “Ponte in

cammino” relativo alla morte del partigiano Aride Boggiani. Aride Boggiani era il figlio di un bracciante agricolo che accudiva la stalla, ove adesso è la sede di Tele-ponte e abitava in quell’appartamento allora molto dimesso alle spalle della canonica parrocchiale. Gli estensori dell’articolo prospettano due soluzioni sul-la morte del giovane; essendo forse, ancora uno dei pochi viventi del gruppo investito da quel rastrella-mento, posso confermare che la prima ipotesi for-mulata non è corretta mentre la seconda descrizione rappresenta la realtà ed è raccontata con precisione e dovizia di termini.La caserma dei carabinieri (allora vuota, oggi fabbri-cato fatiscente) era la prima casa a sinistra salendo la valle all’entrata in Farini d’olmo e costituiva il ri-covero del gruppo di Gino del Torrazzo (di Carmia-no) incaricato di difendere la strada di Valnure.Non tutti i “ribelli” stavano nella casa per cui una parte venne alloggiata in un rudere nei pressi (tra questi fortunati mi ci trovai anch’io). A sera comin-ciò a nevicare forte; la sentinella citata nell’articolo

era Vittorio Bersani (quello della privativa tabacchi) il quale, ai primi rumori in strada che annunciavano l’arrivo dei tedeschi - mongoli - gridò – il “chi va là” – ricevendosi in risposta una raffica di mitra, per sua fortuna andata a vuoto.Lo scontro era impari per cui tutti quelli asserragliati nella caserma per salvarsi hanno cominciato a saltare dalle finestre dal lato del torrente Nure, con la neve copiosa che attutiva la caduta e a fuggire per salvarsi.Boggiani saltò per ultimo ma ormai i tedeschi si era-no accorti della fuga e fu facile per loro portarsi die-tro e colpirlo. Il buio della notte consentì agli altri la fuga e quindi la salvezza mentre la neve che cadde in gran quantità coprì il corpo di Boggiani di cui non avemmo più notizia. Successivamente eravamo sbandati ma ansiosi di ri-costruire la vicenda toccata a ciascuno: di Boggiani non sapevamo però più nulla. Quando, dopo più di un mese, arrivò il disgelo ed emerse il corpo del ragazzo ricordo la costernazione che ci prese. La pressione del rastrellamento continuava (anche se stava diminuendo): non tanto però da impedirci di celebrare almeno il funerale che avrebbe meritato.

"Uno sguardo sul viale

Un Avviso che vogliamo sia un invito caloroso e sincero: l'associazione Amici di Mar-cello organizza una serata benefica domenica 1 agosto nella parte alta di via Roma. Si potrà mangiare e ascoltare buona musica in compagnia per una serata il cui ricavato è destinato a fini benefici. Dopo aver aiutato i bambini di una città rumena, questo è il primo appuntamento per noi nel 2010 per proseguire il nostro operato e dare conti-nuità al nostro progetto.Non abbiamo ancora deciso quale sarà il fine dei ricavati di questo anno però l'idea è di essere di aiuto anche alla vita del nostro paese. Tutti sono invitati a venire: ci piacerebbe vedere più persone possibili in una sera d'estate che può essere occasione per divertirsi e nello stesso tempo essere di aiuto ad una organiz-zazione nata da poco che prova a rendersi utile nel mondo della beneficenza.Vi aspettiamo in tanti!Associazione Amici di Marcello"

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IL FUMO FA MALE!!

Giovedì 20 maggio 2010 alle ore 21 nel comune di Vigolzone si è tenuta una riunione sulle malattie

respiratorie. I relatori hanno messo in luce come nel corso degli anni le malattie polmonari sono cambiate soprattutto dopo la seconda guerra mondiale. Prima erano frequenti la polmonite e la tubercolosi, dopo sono arrivate le malattie come l'asma e la bronchite. Oggi, la causa fondamentale delle malattie polmo-nari ( tra cui il tumore), è il fumo di sigaretta. Fra i tanti aspetti del problema, due sono stati analizzati con attenzione: il fumo nelle donne e il fumo nei giovani. Nel corso degli anni, cioè dal 1960 ad oggi il tumore nella donna è aumentato del 400%. In un ra-gazzo che comincia a fumare già all'età di 12-13 anni i polmoni possono subire danni irreversibili con in-sufficienza respiratoria (scarsità di ossigeno messo in circolo dai polmoni e anidride carbonica non espulsa totalmente). Nel mondo ci sono ben 1 miliardo e cento milioni di fumatori, al primo posto la Corea del Sud con il 68% di fumatori. La donna fumatrice costituisce il 37% soprattutto nei paesi nordici. In una sigaretta ci sono un’infintà di sostanze nocive (4000 se non ricordo male). Il 90% di esse è responsabile del tumore ai polmoni, il 10% di altri tumori. Evitare o almeno ridurre il rischio di tumore ai polmoni è molto facile, è sufficiente non fumare. Un fumatore vive, mediamente, sette anni in meno rispetto ad un non fumatore e solo questo è già un buon mo-tivo per non cominciare a fumare o per smettere, ricordando che il rischio di ammalarsi non scompare immediatamente, ma dura anche molto a lungo dopo l’ultima sigaretta.

Federico

"PULIAMO IL NURE"

In data 22 Maggio 2010 si è tenuto un evento parti-colarmente significativo per la comunità di Vigol-

zone. "Puliamo il Nure" è il motto che ha animato Federcaccia, Enalcaccia, Pro Loco, ed amministra-zione comunale. In una splendida giornata di sole i lavori sono cominciati alle 08,30 circa ed hanno visto l'attiva partecipazione del Comune, rappresentato per l'occasione dal sindaco Francesco Rolleri, dalla giunta comunale e dagli ausiliari di questo. All'ini-ziativa hanno preso parte anche le scuole primarie e secondarie, giunte sul posto grazie ad un mezzo di trasporto fornito appositamente dalla Pro Loco che ha allestito un punto di ristoro attivo fino alle 12.30 quando tutto è terminato. Grazie all'utilizzo di alcuni idonei strumenti messi a disposizione dal

Comune (una pala meccanica ed un container), i lavori si sono svolti senza eccessive difficoltà. A con-clusione della giornata l'assessore all'ambiente ha ringraziato tutti i presenti per l'ottimo lavoro svolto. Il successo dell’iniziativa e, pur-troppo, la necessità di rimuovere altri rifiuti ancora rimasti sul gre-to del torrente, impongono la ne-cessità di un ulteriore intervento a settembre. Un altro passo avanti insomma nella fondamentale salva-guardia dell'ambiente, una questio-ne che dovrebbe essere sempre in primo piano.

Gianmarco

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Una serata da .... Lions

Nemmeno le nubi minacciose all’orizzonte hanno spaventato il gruppo Lions Valnure Bettola che

sabato si è dato appuntamento per l’ennesima serata di beneficienza.

Il club valnurese, locale cuore pulsante del Lions Club International, la più grande associazione al mondo che raccoglie uomini e donne che offrono il loro tempo per cause umanitarie forte del mot-to “Noi serviamo”, ha scelto la splendida cornice di Grazzano Visconti per far conoscere ai presenti il suo più alto servizio: l’aiuto ai non vedenti. In Corte Vecchia, infatti, c’è stata un’esibizione che ha visto come protagonisti cani e addestratori che hanno stu-pito il pubblico presente con le loro performances: il gruppo “servizio cani guida” dei Lions, che ha sede a Limbiate, ha preparato un percorso ad ostacoli per saggiare le potenzialità dei cani che hanno accompa-gnato senza indugi il loro “protetto” (nel caso speci-fico un addestratore, ma tra qualche mese, al termine dell’addestramento, un non-vedente) lungo il cammi-no segnalandogli ostacoli e pericoli semplicemente attraverso uno stop improvviso.Il servizio ai non vedenti, come già sottolineato fiore all’occhiello dei Lions, nasce nel 1959 per opera di Maurizio Galimberti pilota dell’aviazione reso total-mente cieco da un incidente di volo e che ha riacqui-stato una parziale autonomia grazie all’acquisto di un cane guida in Germania.Forte della sua esperienza si è a lungo battuto perché anche in Italia i non vedenti potessero essere dotati di un cane guida e, con la collaborazione del co-mune e della provincia di Milano, è riuscito nel suo

intento e, al 1999, a quarant’anni dalla fondazione, i cani addestrati e consegnati sono stati oltre 1400.Negli ultimi 10 anni il centro addestramento ha rag-giunto l’importante traguardo della consegna di 50 cani-guida all’anno. I costi di gestioni sono altissimi, un cane pronto per la consegna costa al centro ben 12 mila euro e viene consegnato gratuitamente al non vedente; per questo motivo i vari gruppi Lions promuovono serate per la raccolta di fondi volti a finanziare questa nobile causa. Dopo l’esibizione dei cani, infatti, si è tenuta una cena benefica all’ombra della chiesa parrocchiale che ha visto la partecipa-zione di un’ottantina tra soci ed ospiti che sono stati “coccolati” dalle pro-loco di Vigolzone e Pontenure che hanno servito i classici piatti piacentini accom-pagnati dal buon vino locale.Presenti, oltre al presidente del club Maccagni, an-

che il Governatore distret-tuale Renato Sambugaro.La serata è stata allietata dalla fisarmonica e dal-la voce di Corrado, dai fuochi artificiali e dalla tradizionale lotteria che ha permesso un’ulteriore importante raccolta fon-di per il centro addestra-mento cani di Limbiate.

Sabrina Mazzocchi

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a cura di Antonietta Spelta

Torta di ciliege

INGREDIENTI:

g1 kg di ciliegie mature3/4 di bustina di lievito100 gr di burro420 gr. di farina150 gr. di zuccheroN. 4 uova1 dl di Rumlatte e sale q.b.

ESECUZIONE:Mescolate in una terrina 400 gr di farina con un pizzico di sale e lo zucchero: unite le uova, 80 gr di burro ammorbidito a temperatura am-biente tagliato a fiocchetti e infine il rum. Amal-gamate gli ingredienti fino ad ottenere una pa-sta morbida, aggiungendo, se fosse necessario, poco latte tiepido.Lavate le ciliegie, asciugatele, snocciolatele e tagliatele a metà, ricordate però di appartarne

alcune intere per la decorazione del dolce.Aggiungete le ciliegie e il lievito all’im-pasto quindi mescolate ancora. Ungete la tortiera con il burro rimasto, cospergetelo con la farina, versatevi il composto ottenuto e decorate la su-perficie con le ciliegie intere. Cuocete in forno a 180° C per circa 40 minuti.Prima di portare la torta in tavola, co-spargetela di zucchero a velo o zuc-chero granella.

Rubrica di cucina

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Lucca Giovannin.09.11.1928-m.20.03.2010

Sala Linon.09.03.1929-m.12.06.2010

Migliorini Ugon.28.05.1926-m.28.06.2010

Molinaroli Marian.18.02.1917-m.30.06.2010

Gaiuffi Giustinan.05.05.1919-m.29.06.2010

Rasparini Roberton.06.03.1931-m.08.05.2010

Chinosi Francescon.27.10.1926-m.06.06.2010

Ricordiamoli

Alberoni Luigi (Gino)n.19.10.1935-m.06.07.2010

Moia Alessandron.07.02.1918-m.02.07.2010

Frescaroli Antonio1920 - 2010

Galli Lina ved. Tagliaferrin.17.09.1928-m.28.06.2010

Gioia Lucian.13.12.1927-m.20.06.2010

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LA PRIMA COSA BELLA ovvero, l’amore materno e le sue catene.

Cinema a Vigolzone

Buona affluenza, anche dai paesi limitrofi, al primo martedì (8/6/2010) al Cinema sotto al Castello. In apparenza è la storia di Bruno, un tossico la cui vera dipendenza non è dalle sostanze, ma dalla ma-

dre, dalle sue “storie” scandalose di perenne disponibilità alla vita, da cui Bruno fugge (da Livorno a Milano), senza però liberarsene mai veramente. In realtà è la storia di questa donna bellissima e mamma, sempre disponibile alla vita, che genera gioia e vita e la protegge e la tiene inesorabilmente legata a se dando ai figli quello che sente di dare, stando al centro della loro vita, generosa e ingombrante … così, non a caso, favorisce libertà e spigliatezza nella figlia minore Valeria, e una catena di rifiuto-attrazione nel figlio Bruno. Gli ultimi giorni di Anna sono per Bruno, sollecitato dalla sorella Valeria, l’occasione per incontrare ancora questa madre – donna che gli ha “rovinato la vita”. L’incontro sarà l’occasione per capire molto di più di quanto si aspettasse e la morte suggellerà la liberazione definitiva dalla sua dipendenza. Bella e intensa e senza un filo di retorica la scena finale di Valeria che richiama alla vita un Bruno ipnotizzato, presso il letto vuoto della madre, dagli strumenti ormai inutili: aghi, fili, flebo … insieme, si tufferanno, in un bagno libe-ratorio, quasi un ritorno alle origini, nel mare di Livorno e della loro infanzia.

Pag. 1

ESSERE FAMIGLIA NEL NOSTRO PAESE

Indagine conoscitiva sui minori e le loro famiglie

dei Comuni di Ponte dell’Olio e Vigolzone

Maggio 2010

RISULTATI

In collaborazione con

I primi risultati dell’indagine sono stati analizzati in un incontro pubblico il 12 luglio 2010 presso il parco Villa Rossi. Sul prossimo numero del ponte pubblicheremo una sintesi dei dati.

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Nasce “FuturoValNure”:Nella serata del 28 maggio, presso l’Azienda Agri-

turistica A.M.A. di Vigolzone, si è tenuta la se-rata inaugurale di una nuova associazione culturale interessante tutto il territorio della val Nure : “Futu-roValNure”.L’associazione si prefigge tra gli scopi quello di dif-fondere cultura con iniziative di-rette ai giovani e i meno giovani della vallata, particolarmente a Vigolzone. ( www.futurovalnure.it )La serata è stata particolarmente interessante per la tematica trat-tata e per il calibro degli ospiti invitati: il tema era quello dell’in-formazione giornalistica sotto l’aspetto del rapporto tra “Verità” e “notizia”. Il delicato tema è stato trattato da due autorevoli giorna-listi del “Corriere della Sera” e de “la Repubblica”, La serata, comin-ciata con un certo ritardo sulla ta-bella di marcia, è stata molto in-teressante anche se non c’è stato purtroppo spazio per eventuali

interventi dal pubblico che avrebbe avuto modo di avere risposte di prima mano da relatori di taleim-portanzaA mio avviso la serata è molto riuscita dato il nume-roso e variegato pubblico presente: credo di poter auspicare un prosieguo delle attività sempre su que-sto livello e con attività della stessa qualità.

Vigolzone in

vacanza

"Tanti saluti ai lettori de Il Ponte da Valverde di Cese-natico dove gli anziani di Vigolzone hanno trascorso il soggiorno estivo organiz-zato dall'Amministrazione comunale".

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Orario delle S. Messe feriali, domenicali e prefestiveMesse ferialiOre 8,30 Ricovero Balderacchi RivaOre 18,00 Chiesa San Rocco Pontedell’OlioOre 9,30 solo martedì Chiesa San Rocco Pontedell’OlioOre 20,30 San Giovanni Evangelista Carmiano (Ore 16,30 invernale)Ore 7,00 SS. Mario e Giovanni Vigolzone

Messe prefestive del sabatoOre 10,30 Clinica San Giacomo Pontedell’OlioOre 16,30 San Giovanni Evangelista CarmianoOre 18,00 SS. Mario e Giovanni VigolzoneOre 18,00 Chiesa San Rocco Pontedell’OlioOre 18,00 SS. Cosma e Damiano Grazzano Visconti

Messe domenicaliOre 7,30 SS. Cosma e Damiano Grazzano ViscontiOre 7,30 Madonna della Neve RivaOre 8,00 Chiesa di San Giacomo Pontedell’OlioOre 8,30 SS. Mario e Giovanni VigolzoneOre 8,30 S. Lorenzo Martire Veano / Albarola (**)Ore 8,30 S. Maria Immacolata Bicchignano / Castione (***)Ore 9,00 S. Pietro in Vincoli FolignanoOre 9,30 S. Martino Vescovo TorranoOre 9,30 S. Antonino Martire Albarola / Veano (**)Ore 9,30 S. Giovanni Battista Castione / Bicchignano (***)Ore 9,30 Oratorio BianaOre 10,00 Chiesa di San Giacomo Pontedell’OlioOre 10,00 S. Maria Assunta RecesioOre 10,30 S. Maria Assunta VillòOre 10,30 San Giovanni Evangelista CarmianoOre 10,30 SS. Cosma e Damiano Grazzano ViscontiOre 11,00 SS. Mario e Giovanni VigolzoneOre 11,00 San Martino RivaOre 11,30 San Lorenzo CassanoOre 15,30 Oratorio MontesantoOre 18,00 SS. Mario e Giovanni VigolzoneOre 18,00 Chiesa San Rocco Pontedell’Olio

** prima e seconda domenica del mese a Veano e Albarola*** terza e quarta domenica del mese a Bicchignano e CastioneAbbiamo cercato di tenere vive tutte le preziose realtà parrocchiali della nostra zona e di ripartire in modo adeguato le messe sul territorio. Questo comporta spostamenti e cambiamenti di orari e non piccoli sacri-fici.I Vostri sacerdoti

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Banca di Piacenza