2010 - Luglio - FEGIME News

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Anno I - Numero 8 - Luglio 2010 www.fegime.it di Claudio Albertini Q uesta forte ondata di crisi che ha colpito la finanza e l’economia mondiale da oltre un anno, ha solo anticipato un problema che stava comunque emergendo a piccoli assaggi in diversi settori. Insieme ai problemi e alle criticità però sono arrivate anche opportunità da cogliere che possono e devono diventare la Soluzione per uscire il prima possibile da questo em- passe. Per farlo siamo chiamati tutti a una profonda riflessione sul fatto che, in prospettiva, il mes- tiere del distributore di materi- ale elettrico deve cambiare rotta. La fine di un ciclo di sviluppo sia del mercato residenziale civile (naturale conseguenza di una na- zione a crescita demografica zero) che del mercato industriale - che subisce gli effetti della delocaliz- zazione delle aziende in nazioni meno sviluppate e con costi del lavoro più bassi - evidenzia che il business tradizionale non potrà più registrare gli sviluppi a cui eravamo abituati e dovremo dirci contenti e soddisfatti se riusciremo a non perdere ulteriore terreno. Tuttavia le rilevazioni effettuate dai gruppi di acquisto mettono in mos- tra un trend di fatturati in crescita che non devono trarre in inganno e che danno delle indicazioni da leg- gere attentamente. Prima tra tutte, il fatto che le uniche aziende che hanno effettivamente registrato una crescita dei propri fatturati sono quelle che da qualche tempo hanno volto lo sguardo a mercati diversi dal business tradizionale. > Continua a pagina 2 R ispettoso della scadenza comunitaria imposta dalla strategia 20-20-20 (al 2020, -20% Co2,20% rinnovabili e 20% efficienza energetica), il Piano d’azione nazionale per le energie rin- novabili elaborato dal ministero dello Sviluppo economico stabilisce che entro il 2020 l’utilizzo delle fonti energetiche rinno- vabili arrivi a coprire il 17% dei consumi energetici nazionali. Il programma d’azione europeo fissa infatti i capisaldi di una strategia comune per la promozione dell’energia da fonti rinnovabili e stabi- lisce obiettivi nazionali obbligatori. In base all’articolo 4 della diret- tiva ogni Stato membro èobbligato a darsi un traguardo adottando un piano di azione da trasmettere alla Commissione europea entro il 30 giugno 2010. Il Piano prevede che le energie rinnovabili dovranno coprire il 6,38% dei consumi legati ai trasporti, il 28,97% dei con- sumi nel comparto elettrico e il 15% nell’ambito del riscaldamen- to e raffreddamento. Le misure ritenute necessarie per il raggiungi- mento degli obiettivi sono di vario tipo: economiche, di supporto, di cooperazione internazionale. Il Piano raccomanda inoltre, di inter- venire sul quadro esistente dei meccanismi di incentivazione, come i certificati verdi, il Conto energia, l’agevolazione fiscale per gli edi- fici, l’obbligo della quota di biocarburanti, per aumentare la quota di energia prodotta rendendo più efficienti gli strumenti di sostegno. > Dalla crisi al cambiamento ..........................2 > Piano di risparmio nel pubblico ................3 > Illuminazione efficiente ..............................4 > Indagine ISTAT sulle rinnovabili ............... 5 > Angolo dei produttori .................................. 6 CONTENUTI C’È UN MONDO DA CAMBIARE

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Anno I - Numero 8 - Luglio 2010 www.fegime.it

di Claudio Albertini

Questa forte ondata di crisi che ha colpito la finanza e l’economia mondiale da oltre un anno, ha solo

anticipato un problema che stava comunque emergendo a piccoli assaggi in diversi settori. Insieme ai problemi e alle criticità però sono arrivate anche opportunità da cogliere che possono e devono diventare la Soluzione per uscire il prima possibile da questo em-passe. Per farlo siamo chiamati tutti a una profonda riflessione sul fatto che, in prospettiva, il mes-tiere del distributore di materi-ale elettrico deve cambiare rotta.

La fine di un ciclo di sviluppo sia del mercato residenziale civile (naturale conseguenza di una na-zione a crescita demografica zero) che del mercato industriale - che subisce gli effetti della delocaliz-zazione delle aziende in nazioni meno sviluppate e con costi del lavoro più bassi - evidenzia che il business tradizionale non potrà più registrare gli sviluppi a cui eravamo abituati e dovremo dirci contenti e soddisfatti se riusciremo a non perdere ulteriore terreno. Tuttavia le rilevazioni effettuate dai gruppi di acquisto mettono in mos-tra un trend di fatturati in crescita che non devono trarre in inganno e che danno delle indicazioni da leg-gere attentamente. Prima tra tutte, il fatto che le uniche aziende che hanno effettivamente registrato una crescita dei propri fatturati sono quelle che da qualche tempo hanno volto lo sguardo a mercati diversi dal business tradizionale.

> Continua a pagina 2

Rispettoso della scadenza comunitaria imposta dalla strategia 20-20-20 (al 2020, -20% Co2,20% rinnovabili e 20% efficienza energetica), il Piano d’azione nazionale per le energie rin-novabili elaborato dal ministero dello Sviluppo economico

stabilisce che entro il 2020 l’utilizzo delle fonti energetiche rinno-vabili arrivi a coprire il 17% dei consumi energetici nazionali. Il programma d’azione europeo fissa infatti i capisaldi di una strategia comune per la promozione dell’energia da fonti rinnovabili e stabi-lisce obiettivi nazionali obbligatori. In base all’articolo 4 della diret-tiva ogni Stato membro èobbligato a darsi un traguardo adottando un piano di azione da trasmettere alla Commissione europea entro il 30 giugno 2010. Il Piano prevede che le energie rinnovabili dovranno coprire il 6,38% dei consumi legati ai trasporti, il 28,97% dei con-sumi nel comparto elettrico e il 15% nell’ambito del riscaldamen-to e raffreddamento. Le misure ritenute necessarie per il raggiungi-mento degli obiettivi sono di vario tipo: economiche, di supporto, di cooperazione internazionale. Il Piano raccomanda inoltre, di inter-venire sul quadro esistente dei meccanismi di incentivazione, come i certificati verdi, il Conto energia, l’agevolazione fiscale per gli edi-fici, l’obbligo della quota di biocarburanti, per aumentare la quota di energia prodotta rendendo più efficienti gli strumenti di sostegno.

NEL PIANO PER LE RINNOVABILIUN’OCCASIONE PER IL SETTORE ELETTRICO

Fegime News

> Dalla crisi al cambiamento ..........................2

> Piano di risparmio nel pubblico ................3

> Illuminazione efficiente ..............................4

> Indagine ISTAT sulle rinnovabili ............... 5

> Angolo dei produttori .................................. 6

CONTENUTI

C’È UN MONDO DA CAMBIARE

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DALLA CRISI AL CAMBIAMENTO...

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> segue dalla prima

Se da qualche anno lo sviluppo del mercato del condiziona-mento, inizialmente considerato un po’ improprio, ha con-tribuito a colmare lacune di fatturato che si erano venute a creare, oggi più che mai un fenomeno ancora più evidente è quello determinato dallo sviluppo del mercato fotovoltaico.

Gli ultimi dati di rilevazione sul mercato della distribuzi-one indicano che solo nei primi cinque mesi di questo 2010 il settore ha determinato, a livello italiano, vendite ag-giuntive di soli pannelli per un valore superiore agli 80 milioni di euro senza contare l’indotto generato da tutti i componenti aggiuntivi (strutture, inverter, misuratori, ecc). Gli incentivi hanno aiutato questo processo da un punto di vista economico e parallelamente hanno sensibilizzato il grande pubblico verso il tema dell’efficienza energetica, di cui il fotovoltaico insieme a tutte le altre fonti di energia al-ternativa, rappresentano unicamente la punta dell’iceberg. Il problema infatti nasce dall’energia: tanta ne viene consumata oggi e molta di più ne servirà nei pros-simi anni indipendentemente da quale sarà il suo prezzo che inevitabilmente è destinato ad aumentare. Aumenterà perché un bene prezioso che scarseg-gia, per una nota legge legata a domanda e offerta, non potrà che costare di più e quindi sempre meno aziende e persone potranno permettersi di sprecarla. Proviamo a riflettere su come potrebbe cambiare la nostra vita se l’energia che già oggi rappresenta una grossa parte dei nostri costi abituali, diretti ed indi-retti, dovesse raddoppiare, triplicare, quadruplicare ... Abbiamo bisogno di energia per costruire le nostre case, per riscaldarle durante l’inverno e rinfrescarle durante l’estate, ma anche per costruire le nostre auto e per farle funzionare, abbiamo bisogno di energia per vederci di notte ma anche semplicemente per produrre il cibo per sfamarci ecc, ecc, ecc. Se improvvisamente tutte queste cose dovessero costare il doppio o il triplo potremmo ancora permetterci tutto ciò che oggi ci sembra normale e naturale sia a casa che

sull’ambiente di lavoro? E soprattutto potremmo per-mettercelo nel tempo? La risposta è anche troppo evidente. In questa situazione la nostra unica ancora di salvat-aggio, la nostra ricchezza, sarà legata unicamente alla capacità di risparmiare e centellinare questa risorsa e utilizzarne in minor quantità. Tutto questo rappresenta per il nostro mercato un’opportunità immediata e in-credibile sole se sapremo approcciarla correttamente. Se riusciremo a far capire oggi ai nostri clienti che spendere in tecnologie di risparmio energetico rap-presenta il miglior investimento per il futuro più di tante speculazioni finanziarie di breve ritorno, proba-bilmente riusciremo ad aprire un nuovo filone di attività che potranno garantire la continuità di lavoro, per molti anni, per le aziende di distribuzione di materiale elettrico.

Nel prossimo futuro sono molte le cose destinate a cambi-are: il sistema di illuminazione pubblica e privata; istituzi-oni, aziende e privati dovranno ricorrere a tutte le possibili tecnologie per ridurre i propri consumi, sia elettrici che ter-mici; cambierà il modo di costruire gli edifici e di isolarli per evitare sprechi; cambierà il modo di provvedere al proprio fabbisogno energetico utilizzando fonti alternative e l’unico limite sarà la disponibilità effettiva dei prodotti coinvolti . Tutto ciò avverrà anche se, contrariamente a quanto molti pensano, gli incentivi finiranno. Questo perché l’aumento dei costi di energia renderà competitive queste soluzioni solo se saremo capaci di mettere in primo pano un’altra variabile fondamentale che è quella dei costi e dei risparmi nel tempo. Dovremo acquisire quindi la ca-pacità di far percepire ai nostri clienti di avere a dispo-sizione quella che sicuramente non è la soluzione più conveniente nell’immediato ma la più conveniente nell’arco di vita della fornitura che stiamo proponendo. Se adotteremo una visione di questo genere ci render-emo conto dell’opportunità veramente incredibile che abbiamo di fronte e ci renderemo conto che per quanto ci riguarda là fuori c’è veramente un MONDO DA CAMBIARE

Claudio Albertini

L’economia verde non è un’utopia ma un qualcosa di estremamente concreto, fatta di industrie, macchi-

nari e normative che impattano diret-tamente sul comportamento di consu-matori e aziende. Un’ulteriore conferma è arrivata dal convegno Italian Green day organizzato dalla Fondazione Istud. L’Unione Europea, come noto, ha da tempo deciso di puntare con forza sulle energie verdi e sulla sostenibilità ambi-entale e negli ultimi mesi, in particolare, ha elaborato una serie di direttive che incideranno sulla Green economy del Vecchio Continente. Innanzitutto è stato allargato il raggio d’azione della diret-tiva ecodesign, che stabilisce standard per la progettazione ecocompatibile

dei prodotti che consumano energia. Sempre in quest’ottica, pochi giorni fa è stata approvata dal Parlamento europeo la direttiva sull’etichettatura energetica dei prodotti. Non meno importante l’intervento comunitario in materia di edilizia, considerato che circa il 40% dell’energia viene consumata dagli edi-fici: la nuova direttiva prevede che en-tro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere “a energia quasi zero”, cioè ad altissima prestazione energetica, in cui il fabbi-sogno sarà coperto in misura molto sig-nificativa da energia da fonti rinnovabili. Questa normativa, potrebbe garantire 120 miliardi di euro l’anno di risparmio energetico e la creazione di circa mez-

zo milioni di posti di lavoro entro il 2020. Il testo sul nuovo Conto Energia dovrebbe prevedere l’addio alla tripar-tizione sull’integrazione architettonica degli edifici, sostituiti da una più sem-plice distinzione tra impianti su edifici e a terra. Le tariffe incentivanti saranno decrescenti rispetto alla potenza nomi-nale dell’installazione. In particolare la diminuzione riguarderà gli impianti superiori a 1 Mw, ma la riduzione degli incentivi sarà comunque consistente, compresa tra il - 9 e il - 25%. Da qui al 2020, in Italia l’occupazione aggiuntiva lorda della Green economy potrebbe essere di 250.000 unità, ma quella netta, in realtà, potrebbe essere molto inferiore, pari a circa 97.000 addetti».

> LO SVILUPPO DELLA GREEN ECONOMY PASSA PER L’EUROPA

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IN ARRIVO UN PIANO PER IL RISPARMIO ENERGETICO NEGLI EDIFICI PUBBLICI

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E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea del 18 giugno la nuova Direttiva 2010/31/

Ce sulla prestazione energetica nell’edilizia.La Direttiva, che sarà in vigore dal 9 luglio, abroga, con effetto dal 1° febbraio 2012, la Direttiva 2002/91/CE e promuove “il miglioramento della prestazione energetica degli edifici all’interno dell’Unione, ten-endo conto delle condizioni locali e climatiche esterne, nonché delle prescrizioni relative al clima degli ambienti interni e all’efficacia sotto il profilo dei costi”.La nuova normativa europea for-nisce disposizioni su metodologia per il calcolo della prestazione ener-getica integrata degli edifici e delle unità immobiliari, applicazione di requisiti minimi alla prestazione en-ergetica di edifici e unità immobil-iari, certificazione energetica degli edifici o delle unità immobiliari, sis-temi di controllo indipendenti per gli attestati di prestazione energeti-ca e i rapporti di ispezione, piani na-zionali destinati ad aumentare il nu-mero di “edifici a energia quasi zero”, spezione periodica degli impianti di riscaldamento e condizionamento d’aria negli edifici.I Paesi membri dell’Unione Europea devono definire una metodologia di calcolo della prestazione ener-getica degli edifici secondo i criteri contenuti all’allegato I, che definisce il “Quadro comune generale per il calcolo della prestazione energetica degli edifici”. La direttiva prevede che per contenere il fabbisogno en-ergetico, gli Stati membri stabilisca-no requisiti degli impianti tecnici per l’edilizia relativamente al rendimen-to energetico globale, alla corretta installazione e alle dimensioni, alla regolazione e al controllo adeguati.I requisiti, stabiliti per il caso di nuova installazione, sostituzione o miglioramento di sistemi tecnici per l’edilizia, si applicano a impianti di riscaldamento, impianti di produzi-one di acqua calda, impianti di con-dizionamento d’aria, grandi impianti di ventilazione.Entro il 31 dicembre 2020 è previsto che tutti gli edifici di nuova costruzi-one siano “edifici a energia quasi zero”.

PRESTAZIONI ENERGETICHE: COME CAMBIERÀ L’EDILIZIA

Un programma di interventi ‘verdi’ che coinvolga i due terzi degli edifici pubblici, per il risparmio, l’efficienza energetica, lo sviluppo della produzione e dell’impiego di energia da fonti rinnovabili. Lo prevede il disegno di legge 3079 “Norme per

il risparmio energetico e lo sviluppo dell’impiego di energia da fonti rinnovabili negli edifici pubblici”, assegnato alla Commissione Attività Produttive della Camera.Il ddl prevede un programma di interventi ‘verdi’ per il risparmio, l’efficienza energetica, lo sviluppo della produzione e dell’impiego di energia da fonti rinnovabili, che coinvolga i due terzi degli edifici pub-blici. Gli interventi dovranno produrre una riduzione di almeno il 30% dell’energia consumata dagli edifici pubblici nell’anno precedente a quello di entrata in vigore della legge e lo sviluppo della produzione e dell’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili pari ad almeno il 30% di quella consumata da tali edifici. Spetterà alle amministrazioni il compito di definire i progetti esecutivi degli interventi, anche avvalendosi del supporto tecnico di soggetti privati.

Comuni, province, regioni e Stato dovranno destinare il 50% dei ris-parmi energetici al rientro dal finanziamento ottenuto per la realizzazi-one degli interventi. Il ddl contiene un elenco delle possibili misure per l’efficienza energetica e l’impiego di fonti di energia rinnovabili. per la

realizzazione degli interventi, gli enti pubblici potranno anche derogare al patto di stabilità interno. La relazione prevede che saranno investiti 16 miliardi di euro in dieci anni. Una volta rientrate dell’investimento fatto, le amministrazioni competenti conseguiranno un puro guadagno economico ed energetico. La Cassa depositi e prestiti Spa istituirà un fondo di rotazione per consentire la deroga del patto di stabilità interno e finanziare i progetti esecutivi realizzati esclusivamente dalle società di servizi energetici (ESCO) e da altri soggetti pubblici.

L’Agenzia del Demanio, su proposta dei rispettivi Comuni, entro il 31 dicembre di ogni anno, bandirà una gara per affidare in locazione a in-vestitori privati, l’uso di superfici pubbliche inutilizzate, per realizzare impianti di produzione di energia elettrica o termica da fonti rinnova-bili. I proventi della locazione andranno a cofinanziare, per almeno il 50%, gli interventi di miglioramento degli edifici pubblici. L’esempio e lo sviluppo di tali interventi nel settore pubblico - conclude la relazione -, oltre ad indurre innovazione tecnologica, consentirebbe una grande crescita delle imprese del settore, con una conseguente crescita degli occupati, pari a circa 300.000 lavoratori in più a regime. Le ripercussioni positive indotte da tali interventi nel pubblico ricadreb-bero anche sullo sviluppo dei medesimi progetti nel settore privato. Vi sarebbero, in ultimo, secondo le stime, effetti di crescita dell’1,2% del Prodotto Interno Lordo (PIL).

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Il mercato dell’illuminazione in Eu-ropa tra il 2008 e il 2009 ha subito un calo di fatturato del 14%, ma emer-gono nuovi leader nella produzione: sette tra i venti maggiori produttori di apparecchi per l’illuminazione in Europa infatti hanno registrato un aumento di fatturato nonos-tante la crisi economica mondiale. Per questo ristretto ma qualificato gruppo di imprese, l’adozione di nuove strategie in termini di local-izzazione dei processi produttivi, selezione dei canali distributivi ed innovazione nell’utilizzo delle sor-genti luminose è stata un fattore determinante trainante la crescita.E’ quanto rileva il rapporto CSIL “Il mercato degli apparecchi per l’illuminazione in Europa”, XIX ed-izione aggiornato a Giugno 2010.Sempre secondo le informazioni fornite nel rapporto CSIL, negli ul-timi 4 anni è aumentata notevol-mente la presenza sul mercato di LED e fibre ottiche, che ora rappre-sentano il 9% circa delle sorgenti lu-minose utilizzate. In calo le lampade ad incandescenza e fluorescenti

compatte (per queste ultime, -4 punti percentuali dal 2005 al 2009).Complessivamente nel 2009 la produzione Europea degli ap-parecchi di illuminazione è stata pari a 10.092 milioni di Euro (-13.7% rispetto al 2008). Il segmento dell’illuminazione resi-denziale rappresenta il 33% della produzione totale ed ha registrato una minore flessione rispetto a quello dell’ illuminazione tecnica (com-merciale, industriale e per esterni). La Germania si conferma il princi-pale operatore del settore. Le es-portazioni tedesche sono cresciute in media del 6% annuo dal 2004 al 2009, registrando una delle migliori performances di medio periodo nell’Europa occidentale. Nonostante un calo significa-tivo (-14%) tra il 2008 ed il 2009, le esportazioni di apparecchi per l’illuminazione dalla Ger-mania continuano a rappresen-tare più del 27% del totale es-portato nell’area dell’Europa 17.

> IL MERCATO DEGLI APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE IN EUROPA

ILLUMINAZIONE EFFICIENTE,DRIVER DELLA RIPRESA ENERGETICA

Le previsioni degli analisti della società di consulenza individu-ano per il 2011-2016 una crescita notevole del comparto illumi-notecnico a risparmio energetico. Solo per il LED il fatturato au-menterà con un tasso di crescita del 25%

La ricetta anticrisi dettata dall’efficienza energetica coglie ancora una volta nel segno. Secondo l’ultima ind-

agine condotta dalla Frost&Sullivan tra i driver della ripresa eco-nomica per il sistema energeti-co italiano un ruolo importante potrebbe essere giocato dal set-tore dell’illuminazione ad alta ef-ficienza. Parliamo delle tecnologie CFL (Compact Fluorescent Lamps) e LED (Light Emitting Diodes) che

secondo gli analisti guideranno la crescita a breve termine, rispettiva-mente nel segmento residenziale e in quello commerciale.Una distribuzione valida anche a livello europeo dove il comparto in questione potrebbe raggiungere un valore di circa 1.6 miliardi di euro per il quinquennio 2011-2016. Sotto la spinta di una maggiore consapevolezza per i consumatori, in merito ai vantaggi tecnologici, e con l’impiego estensivo in cam-po commerciale, in Italia la mag-giore crescita si avrà nel segmento delle tecnologie LED con un tasso d’aumento del fatturato intorno al 25%. Più ‘freddo’ il mercato delle tecnologie CFL spinto soprattut-to dagli interventi governativi. In questo caso il tasso di crescita pre-visto per il periodo 2011-2016 è di circa il 4%.

PLASMARE LA LUCE PER DEFINIRE UNO SPAZIO

Come illuminare uno spazio dovreb-be risultare un’esigenza sempre, con qualsiasi tipo di architettura. Si potrebbe perfino dire che il-luminare è una parte integrante dell’architettura. Dove si rende necessario visualizzare e valoriz-zare l’achitettura diventa di prin-cipale importanza curare anche l’illuminazione di quel determinato spazio.Il lighting designer in architettura deve quindi lavorare in stretta col-laborazione con l’architetto, ed in-sieme sviluppare soluzioni che si sposino con la struttura progettata. In questo caso l’illuminazione di tutto quello che è all’interno della struttura o la struttura stessa sarà di grande importanza, sia come valor-izzazione dell’estetica degli oggetti in essa racchiusi, come pure per la creazione di effetti che ne amplifich-ino il valore. In tutti quei progetti che coinvolgono strutture storiche si farà attenzione particolare a proget-tare l’illuminazione tenendo bene in mente lo spirito della architettura originale stessa e la sua storicità. Re-alizzando un impianto che si collo-chi in maniera perfetta con le scelte dell’epoca senza stravolgerle o rom-perne l’equilibrio.

La luce deve essere impiegata come materia nelle mani dei professionisti che operano nel settore per la defi-nizione di uno spazio, sottolinen-done il volume, la forma, l’atmosfera, e le sensazioni che sono legate all’architettura stessa della struttura. In questo contesto opera il light-ing designer, nuova figura profes-sionale che senza lasciarsi vincolare troppo da regole predefinite, inte-gra le proprie competenze tecniche, l’esperienza maturata nel settore e la propria creatività interagendo e la-vorando a stretto contatto con tutti i professionisti coinvolti nel progetto di progettazione.

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L’Istat ha presentato un’ana-lisi del sistema energetico italiano nel 2009 e con riferi-mento all’ultimo decennio,

che si basa su dati resi disponibili dai principali produttori di stati-stiche energetiche sul territorio: il Ministero dello Sviluppo Econo-mico, l’Enea e la società Terna. Ad essi si affiancano quelli prodotti dall’Istat necessari per tener conto delle interrelazioni tra la dimensio-ne energetica e le dimensioni eco-nomiche e ambientali del Paese.Viene, inoltre, presentato un con-fronto tra i principali indicatori ener-getici nazionali e quelli di alcuni Pae-si dell’Unione Europea, in vista degli obiettivi ambientali previsti per il 2020.

>PRINCIPALI RISULTATIAl fine di promuovere una cresci-ta sostenibile, l’Unione europea ha fissato nella Strategia europea 20/20/20 tre obiettivi strategici: la ri-duzione del 20%, rispetto ai livelli del 1990, delle emissioni di gas a effetto serra; il raggiungimento della quota di fonti rinnovabili del 20% rispetto al consumo finale lordo; il migliora-mento dell’efficienza degli usi finali dell’energia del 20%. Per l’Italia, tale

strategia si è tradotta in un duplice obiettivo vincolante per il 2020: la riduzione dei gas serra del 14% ri-spetto al 2005 e il raggiungimento di una quota di energia rinnovabile pari al 17% del consumo finale lordo (nel 2005 tale quota era del 5,2%).Nel 2009 risulta ancora predominan-te la quota dei combustibili fossili, e in particolare dei prodotti petroliferi, che incidono per il 41% sul consu-mo interno lordo. La disponibilità di energia da fonti rinnovabili è aumen-tata di 1,8 punti percentuali rispetto al 2008, mentre è diminuita di 0,9 punti la quota di gas naturale e di 1,3 punti quella da combustibili solidi. Se si analizza il periodo 2000-2009, invece, risulta notevolmente dimi-nuita la quota di disponibilità di energia da petrolio (-8,5 punti per-centuali), mentre è salita la quota da fonti rinnovabili (3,8 punti per-centuali) e quella da gas naturale (4,1 punti percentuali). di alcuni Pa-esi dell’Unione europea (Ue), in vista degli obiettivi ambientali previsti per il 2020 nella Strategia europea.Nel periodo 1996-2005 le emis-sioni di gas serra in Italia sono aumentate, secondo i dati Euro-stat, del 9,7%, mentre dal 2005 al

2007 si sono ridotte del 3,7% circa.Nella produzione complessiva di energia elettrica si è registrato un calo della produzione termoelettri-ca tradizionale, che passa dall’81,2% del 2004 al 76,4% del 2009, a van-taggio della quota di rinnovabili, la cui incidenza sulla produzione complessiva passa dal 18,8 per cen-to del 2004 al 23,6 per cento del 2009 (in questo caso il target eu-ropeo è fissato al 25,0% al 2010).Tra i settori utilizzatori finali di ener-gia, la quota più elevata (pari al 35,2%) nel 2009 è attribuita al settore degli usi civili (che include il settore domestico, il commercio, i servizi e la Pubblica Amministrazione); seguono il settore dei trasporti (32,2%) e quel-lo industriale (22,6%). Complessiva-mente gli usi finali di energia sono aumentati dell’8,7 per cento nel pe-riodo 2000-2005 e sono diminuiti del 9,2 per cento negli anni 2005-2009.L’analisi del contributo delle singole fonti al soddisfacimento della doman-da energetica del Paese mostra che, nel 2009, la quota prevalente è attri-buita ai prodotti petroliferi (41,0%), seguiti da gas naturale (35,5%), fonti rinnovabili (10,7 per cento) e combustibili solidi (7,4 per cento).

> ISTAT: DALLE RINNOVABILI IL 10,7% DI ENERGIA NEL 2009

E’ stato pubblicato dal Centro Comune di Ricerche (Ccr) della Commissione euro-pea il rapporto “Renewable Energy Snap-shots” relativo al 2009 da cui emerge che

le fonti energetiche rinnovabili han-no rappresentato il 62% (17GW) del-la capacità di produzione di energia elettrica installata nell’UE-27 nel 2009.

Nel 2008 la percentuale era del 57%.Per il secondo anno consecutivo l’energia eolica ha segnato la quo-ta maggiore con il 38%. In termini as-soluti, le energie rinnovabili hanno co-stituito lo scorso anno il 19,9% (608 TWh) del consumo totale di elettricità in Europa.Per quanto riguarda le altre fonti, l’energia fotovoltai-ca ha contribuito per il 21%, le biomasse per il 2,1%, le centrali idroelettriche per l’1,4% ed il solare a con-

centrazione per lo 0,4%. Infine il resto della nuova ca-pacità installata è diviso tra centrali elettriche a gas (24%), centrali elettriche a carbone (8,7%), olio (2,1%), l’incenerimento dei rifiuti (1,6%) e nucleare (1,6%).

Il rapporto evidenzia che se questo ritmo di crescita dovesse continuare, nel 2020 la produzione di energia elettrica potreb-be arrivare a 1.400 terawattora, pari al 35-40% del consumo totale di elettrici-tà nell’Unione Europea, contribuendo a raggiungere l’obiettivo del 20% di pro-duzione di energia da fonti rinnovabili.Il rapporto sottolinea però la necessità di risolvere alcuni problemi se si vogliono

raggiungere tali obiettivi. È importante garantire un ac-cesso equo alle reti di distribuzione, il sostegno pubblico a R & S, e l’adeguamento delle reti elettriche attuali, che devono poter assorbire l’elettricità da fonti rinnovabili

> UE, dalle fonti rionnovabili il 62% della nuova capacità energetica installata

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ANGOLO DEI PRODUTTORI

Integrare il climatizzatore nell’impianto domotico è certa-mente possibile, ma spesso si tratta di un’implementazione solo parziale che non permette di acquisire dalla macchina alcun dato (come temperatura rilevata, impostata, guasti

ecc.) e questa situazione va imputata anche alle aziende produttrici dei sistemi, spesso gelose delle proprie tecnologie di controllo e dei protocolli proprietari.Oggi è disponibile sul mercato una soluzione che permette la completa integrazione dei condizionatori nell’impianto do-motico, sfruttando il protocollo aperto Konnex e offrendo la possibilità di un pieno controllo su tutti i parametri del con-dizionatore.DK-AC-KNX-1 è stata progettata da Intesis per i condiziona-tori DAIKIN, ma l’azienda propone anche dei gateway per un’ampia gamma di condizionatori per l’ambito residenziale,

commerciale o professionale, come Mitsubishi, Sanyo, LG, Toshiba, AirZone.È in grado di interfacciare il condizionatore con un impianto di domotica basato su Konnex. La piccola interfaccia viene col-legata direttamente da un lato alla macchina interna DAIKIN e dall’altro al bus KONNEX. Può essere configurata all’interno dell’impianto domotico e consente il completo controllo del climatizzatore.Inoltre, insieme al dispositivo, Intesis fornisce LinkBox, un soft-ware per la configurazione e il monitoraggio della IntesisBox: si tratta di un’applicazione per Windows XP che comunica con l’interfaccia tramite una porta seriale. Grazie a LinkBox sarà possibile configurare in tutta tranquillità (magari anche in uffi-cio) l’interfaccia IntesisBox, per poi scaricare la configurazione tramite cavo seriale.

> IL BIANCO ASSOLUTO DELLE NUOVE DECLINAZIONI ESTETICHE AXOLUTE

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> INTEGRARE IL CLIMATIZZATORE NELL’IMPIANTO DOMOTICO

Axolute, la proposta alto di gam-ma di BTicino per ambienti evoluti, arricchisce il proprio catalogo con Axolute white

solution, la nuova declinazione stilistica caratterizzata dal monocromatismo del bianco assoluto, per una rinnovata es-tetica del punto luce.Una gamma di dispositivi pensati per soddisfare richieste differenti in ter-mini di pregio e ricchezza delle finiture, che dalle metalliche a quelle in corian, esibiscono un’unica scelta cromatica, il bianco, senza rinunciare alle caratter-istiche visive e tattili proprie di ciascun materiale. Quattro le nuove finiture, completa-mente bianche, declinate nelle due forme archetipo di Axolute: il rettan-golo, espressione di equilibrio e rigore, e l’ellissi, morbida superficie convessa:

due profili esatti ai quali sono state ab-binate diverse combinazioni materiche.E così la zama è la proposta pensata per la forma ellittica, mentre l’alluminio è associato a quella rettangolare: due

varianti metalliche laccate in bianco brillante, proprio come i meccanismi, per un effetto omogeneo e lucente.Due le ulteriori nuove proposte ma-teriche, pensate per rispondere ad esigenze di maggiore ricercatezza e val-ore. Corian® Glacier White, dedicato alla forma ellittica, è espressione della mas-

sima purezza formale: rinuncia alla cor-nice e definisce un linguaggio estetico unico per l’intera placca. Effetto satinato e di grande pregio, in-fine, per il vetro bianco latte, proposto nella versione rettangolare, a garanzia di un effetto luminoso e di grande pre-gio. La scelta univoca del bianco coin-volge quindi anche i meccanismi, carat-terizzati da un effetto laccato brillante ed intenso e segnati dal taglio opalino dei led identificativi dei comandi, anche questi bianchi e perfettamente integra-ti nel prodotto. Un’ulteriore possibilità cromatica che va ad aggiungersi ai più scuri e già a catalogo tech e antracite, e che può essere abbinata a qualunque placca Axolute esistente, a garanzia di un’ampia varietà di opzioni stilistiche.

> DA HAGER SISTEMA VIDEO E TVCC “SENZA FILI”

L’ultima novità proposta da Hager sicurezza (www.hager-sicurezza.it) si chiama EzyDrive ed è il primo sistema video che si allaccia comodamente alla rete elettrica già esistente dell’edificio, senza l’intervento di costosi passaggi di cavi, per-mettendo di realizzare un sistema Video e TVCC senza fili di ultima generazione. Pratico, veloce e non invasivo, diversa-mente dagli altri, non necessita di cablaggi dedicati, PC o DVR per registrare il segnale video proveniente dalla telecamera: trasmette il segnale e le relative registrazioni direttamente sulla linea elettrica pre-esistente, grazie alla tecnologia Pow-erline® con trasmissione dati ad alta velocità basata sullo standard HomePlug®.Ogni telecamera analogica è collegata e gestita localmente dall’EzyDriveCAM, un “mini-DVR intelligente” dotato di sche-da di memoria e batteria tampone ricaricabile che lo rende immune da black-out e garantisce la registrazione dell’evento anche in caso di assenza dell’alimentazione. Inoltre, ogni dis-positivo può essere utilizzato come sistema stand-alone o messo in comunicazione con PC o smartphone per visualiz-zare il video o gestire tutte le funzioni disponibili. Il software in dotazione con EzyDriveCAM permette di configurare tutti

i parametri dei dispositivi connessi alla stessa rete e di vedere gli stream video live o registrati.Per creare il proprio sistema Video e TVCC “senza fili” è suf-ficiente collegare EzyDriveCAM alla rete elettrica e alla tel-ecamera analogica (alimentazione 12Vdc + segnale video). L’estrema facilità di installazione e le dimensioni estrema-mente ridotte di EzyDriveCAM (occupa lo spazio di due pac-chetti di sigarette) permettono di nasconderlo vicino alla tel-ecamera (ad esempio, nel controsoffitto).La scheda di memoria (SD) integrata registra localmente vid-eo in formato MP4 ad alta risoluzione (fino a 640x480 / 25 fps) e consente di salvare la ripresa video secondo 4 pratiche modalità. In modalità “continua” la registrazione della tel-ecamera è sempre attiva, mentre, se il sistema è impostato secondo la modalità “a tempo”, avviene seguendo una speci-fica programmazione oraria definita dall’utente. La modalità “motion detection” attiva la registrazione dopo la rilevazi-one di movimento in una delle 2 aree disegnate e regolate indipendentemente per sensibilità e geometria (come zone in prossimità di porte e finestre o in cui si trovano oggetti di valore da monitorare con attenzione), evitando spiacevoli in-convenienti come falsi allarmi dovuti a movimenti involontari o accidentali.