N°2 - FEBASI MAGAZINE Maggio 2013

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V FeBaSi Magazine Rivista d’informazione musicale e bandistica della Federazione Bande Siciliane. Anno: III N° 2 Mese: maggio 2013 Federazione Bande Siciliane IN QUESTO NUMERO: L’anniversario della nascita di Richard Wagner. L’orchestra di fiati Febasi, verso Sinnai! Il corso Monografico del compositore Salvatore Schembari. Il concerto di chiusura al corso annuale di direzione. ... e tanto altro!

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VFeBaSi

Magazine

Rivista d’informazione musicale e bandistica della Federazione Bande Siciliane.

Anno: IIIN° 2Mese: maggio 2013

FederazioneBandeSiciliane

IN QUESTO NUMERO:

L’anniversario della nascita di Richard Wagner.

L’orchestra di fiati Febasi, verso Sinnai!

Il corso Monografico del compositore Salvatore Schembari.

Il concerto di chiusura al corso annuale di direzione.

... e tanto altro!

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Direttore Editoriale: Salvatore Butera

Capo Redattore: Giuseppe Scarlata

Redattori: Rosa Maria CrisafiSilvia Di Chiara

Grafiphic Designer: Carmelo Galizia REDAZIONE

SOMMARIO

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Concerti ed esibizioni- Steven Mead con l’Orchestra Fiati delle Madonie.- Anche nel 2013 riparte l’appuntamento col MIDLAND. - “A Cerca... Cultura e Folclore”. Rassegna Musicale della Settimana Santa

Concorsi- Dalla neve al mare: le fasi dell’orchestra giovanile prima del concorso di Sinnai.

Corsi & Stage- A Buseto Palizzolo l’ultima tappa del corso di direzione del M° Salvatore Tralongo.- Dalla Composizione… alla Direzione…

La ricorrenza...- Richard Wagner: 200 anni dalla nascita.- L’omaggio all’opera d’arte totale wagneriana a Palermo.

Banda & dintorni...- A Villalba allestito l’originale Presepe di Pasqua, ideato da Enrico Garofalo.- Un viaggio nella storia della banda: il museo degli strumenti delle bande musicali di Sicilia “Maestro Bruno Castronuovo”.- A Messina slitta il “Rigoletto”.

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Federazione Bande Siciliane

via Romeo n° 19 C.A.P. 95024 - Acireale CTtel. 347 6679487web: www.febasi.ite-mail: [email protected]

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Steven Mead con l’Orchestra Fiati delle Madonie. Concerti ed esibizioni

Si è svolto ad Isnello presso la Chiesa Madre, sabato 19 gennaio 2012, il Concerto dell’Orchestra di Fiati delle Madonie diretta dal maestro Giuseppe Testa con la straordinaria partecipazione di uno dei più rinomati talenti mondiali musicali, Steven Mead. Conosciuto per la sua attività didattica e per le sue virtuosisti-che performances Mead è sbar-cato in Sicilia, ad Isnello, ospite dell’Accademia Musicale “Stupor Mundi” per una delle sue ma-sterclass di alto perfezionamen-to musicale, una “tre giorni” di intenso e divertentissimo studio che ha coinvolto quasi una ven-tina tra studenti e professioni-sti provenienti da ogni luogo.Un esperienza indimenticabil-mente straordinaria per questi e per i 60 musicisti dell’Orchestra di Fiati delle Madonie che hanno vissuto con Mead esperienze irri-petibili dal punto di vista musica-le ma anche per quanto riguarda l’aspetto umano. Un professio-nista che ha dimostrato di essere “grande “ non soltanto per le sue

doti musicali ma anche per il suo contraddistinguibile senso dello humor che lo discosta enorme-mente dalle classiche “freddure” inglesi. Un autentico birbante!!!Si sono strabuzzati gli occhi ma anche le orecchie tutti coloro che hanno avuto modo di ascoltare le sue esibizioni nei brani splen-didamente interpretati dall’Or-chestra di Fiati delle Madonie: “Bliss” di Hermann Pallhuber; “Believe me if all those endea-ring young charms” di S. Man-tia e H. Brasch; “Peace, please!” di Frode Thingnaes e “Over the rainbow” di Arien Harburg sono stati i pezzi dove Mead si espresso con dei “soli” oltre ad un inter-mezzo virtuosistico che ha sim-paticamente divertito il pubblico.Un plauso particolare va alle ban-de musicali “Francesco Bajardi” di Isnello, “Santa Cecilia” di Ce-falù, “Pierluigi da Palestrina” di Collesano e “Ciccio Cirincione” di Campofelice di Roccella che, con questo concerto, hanno posto in essere i presupposti dai quali è nata l’orchestra di “Fiati del-

le Madonie” ovvero quelli aven-ti l’obiettivo di suonare musica impegnata e non commerciale e, soprattutto, di dare un’identità forte ad un territorio che ha sem-pre sofferto la mancanza di un’at-tenzione per i tanti giovani che hanno intrapreso gli studi musi-cali. Già in programma un nuovo concerto dell’Orchestra di Fiati delle Madonie con ospite un altro “fuoriclasse”: si tratta di Vincent David, illustre sassofonista del panorama musicale mondiale.

Giuseppe Ardizzone

A sinistra: foto di gruppo del M° Steven Mead con l’Orchestra di fiati delle Madonie.

In alto: Il M° Steven Mead.

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Anche nel 2013 riparte l’appuntamento col MIDLAND. Concerti ed esibizioni

Oltre cinquanta appuntamenti musicali in giro per la Sicilia.

Il “Midland” rappre-senta un nuovo circuito musicale nato in Sicilia nel 2011 al fine di coin-volgere in una rete di eventi di varia natura tutto il territorio isola-no, una struttura ope-rativa in cui la cultura musicale si caratterizza per una condivisione unitaria fra associazio-ni, musicisti e artisti. Promossa dall’Associa-zione Musicale “Anto-nino Giunta” di Cala-scibetta presieduta da Mario Bruno sotto la guida artistica del M° Carmelo Capizzi, dopo i successi degli anni passati, per questa edi-zione hanno aderito l’ Associazione Musicale e Culturale A.Scarlatti di Aidone, l’Associa-zione MusicaInsieme di Raddusa, Centro Civico di Musica e Cultura di Casteldaccia, l’ Associa-zione Musicale Pierluigi da Palestrina di Colle-sano, l’ Associazione Flavese M.Senettone di Santa Flavia, oltre ad un nutrito gruppo di musicisti professionisti. L’iniziativa è finalizzata ad offrire opportunità formative ed educative di livello, favorendo, al contempo, momenti di

aggregazione, stimolo e socializzazione; essa, inoltre, ha lo scopo di permettere ad ogni asso-ciazione di adempiere al suo principale diritto-do-vere che è quello di “fare musica” - come recita il motto dell’organizzazio-ne -, di promuovere la propria musica sul terri-torio al quale appartie-ne ma anche nelle città delle altre associazioni, per incentivare quello scambio culturale che incoraggia i contatti tra le persone e le avvicina, favorendo la tolleranza.In continuità con pre-cedenti esperienze già avviate dai maestri par-tecipanti nel corso degli anni scorsi, “Midland” si sviluppa con la collabo-razione della Fe.Ba.Si. (Federazione Bande Sici-liane), di cui è presiden-te regionale Alfio Zito.Il progetto prevede, fino al prossimo mese di luglio, una serie di eventi musicali ed ap-profondimenti musi-cologici, all’insegna della condivisione del-la cultura musicale. Varie le tipologie delle manifestazioni in cartel-lone: dalle lezioni–con-certo per gli alunni delle scuole agli appuntamen-

ti per la cittadinanza, dai concerti guidati - oc-casioni per conoscere la grande musica attraver-so l’ausilio di professio-nisti – a stage e dibattiti. Tra gli appuntamenti più importanti già andati in scena si ricorda la fiaba teatrale per voce narran-te e orchestra “L’Oiseau Blue” di Giuseppe Lota-rio con la partecipazione di Carlo Greca, Noa di Venti e la Small Band di Calascibetta oltre che a numerosi concer-ti cameristici che hanno visto protagonisti mae-stri come: Luca Roccaro (flauto), Lorenzo Lima (Clarinetto), Vincenzo Palmeri (Oboe), Davi-de Lombritto e Antonio Paeasiliti (Trombone), Alezzia Zanghi, Ema-nuele Spina, Giorgia Vi-tale, Vincenzo Indovino (Pianoforte), Patrizia Pane (Fagotto). Invece a Calascibetta si svolto il seminario “dal Piano-forte all’orchestrazione” con la partecipazione di Nunzio Ortolano. Il compositore ha diretto, su propri brani origina-li, durante il concerto della Filarmonica Gio-vanile Giunta, composta da 70 strumentisti, tut-ti giovanissimi. Hanno

collaborato all’evento anche gli esperti Sergio Adamo, Carmelo Capizzi (direttore dell’associa-zione “Giunta), Rosario Greco, Davide Lom-britto, Filippo Mannu-ca, Leonardo Russo,Giuseppe Campo, Giu-seppe Caramanna, Angelo Gallotta ed Angelo Martines, ol-tre a Luca Roccaro e Carmelo Calò esibiti-si, rispettivamente, al flauto e al sax tenore.Tra gli spettacoli da non perdere a Raddusa tra gli altri concerti propo-sti interessante è il con-certo del de “Swing Ra-dio” previsto per il mese di luglio e sempre nello stesso mese della Sym-phonic Band “Musicain-sieme”. A Calascibetta andranno in scena una serie di concerti diretti dai maestri Carmelo Ca-pizzi, Giuseppe Lotario. Collesano ha ospitato l’orchestra giovanile re-gionale della FEBASI che si è esibita in concer-to, sotto la direzione dei maestri Alfio Zito e Sal-vatore Tralongo e il 19 maggio, nel suggestivo scenario della Basilica San Pietro, si esibiran-no rispettivamente l’Or-chestra Giovanile della

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Fe.Ba.Si., la Filarmoni-ca Giovanile A.Giunta di Calascibetta, sotto la guida del M. Nunzio Ortolano, il 24 agosto si rinnoverà quello che è ormai diventato un appuntamento tradizio-

nale, cioè il Festival dei Maestri, che quest’anno sarà dedicato al M. Mi-chele Netti e infine il 25 agosto, si svolgerà un convegno all’interno del quale verranno presen-tati il libro e il cd che

l’Associazione Pierluigi da Palestrina ha volu-to pubblicare nell’am-bito dei festeggiamenti per il 150° anniversario della sua fondazione. Per non perdere gli ap-puntamenti di tutto

il circuito MIDLAND è possibile registrar-si sul profilo face book “Midland – cir-cuito musicale”.

Fabrizia DonatoGiuseppe Scarlata

Ritorna quest’anno dopo il successo di due anni fa della prima edizione la Rassegna di Musica Sa-cra in occasione della Settimana Santa a Collesa-no. La prima edizione ha avuto luogo il 20 Aprile 2011 presso la chiesa di Santa Maria La Vecchia. Si è trattato di un concerto di marce funebri, proprio in occasione della Settimana Santa, sen-za precedenti per Collesano e paesi limitrofi. Un avvenimento insolito, particolare e suggestivo, molto apprezzato dai partecipanti ed arricchito dagli interventi di Marisa Provenzano sui riti del-la Settimana Santa in Sicilia e di Angelo Asciutto che parlando della Cerca a Collesano ha riportato alla luce i tanti momenti e particolari che nel cor-so dei secoli hanno caratterizzato e continuano a contraddistinguere questa nostra antica tradizione. Quest’anno visto il successo degli anni preceden-ti, l’Associazione Pierluigi da Palestrina ha invita-to alla Rassegna il complesso bandistico popolare Maria SS. Del Soccorso di Caltavuturo diretta dai maestri Orazio Dispenza e Castrenze Borzillieri.Oltre che una serata dedicata ai suoni del “Dolore del-la Passione” si è potuto assistere ad un vero scambio culturale tra bande e direttori: le due bande musicali si sono alternate un tempo ciascuno e sono state di-rette da ben 6 direttori: Orazio Dispensa (maestro di fagotto e docente di musica), Castrenze Borzellieri (maestro di clarinetto e insegnante di musica), Anto-nino Fustaneo (Clarinettista e direttore della banda di Collesano), Paolo Sena (direttore della fanfara dei Carabinieri del battaglione Sicilia), Michele Gerardi e Nino Oddo (entrambi sassofonisti e ormai celebri compositori affermati riguardo a questo repertorio).

Essendo la banda di Caltavuturo ospite della ma-nifestazione, si è esibita per prima eseguendo in ordine: Profondo (O.Dispensa –M. Cancelli) di-rettore Orazio Dispensa; A Robertino (C. Borzel-lieri), Trapani in lacrime (M. Gerardi) direttore Michele Gerardi, 5 dicembre (N. Oddo) direttore Nino Oddo. Il secondo tempo ha visto l’esibizione in concerto della locale banda di Collesano col se-guente repertorio: L’Addolorata (M. Gerardi) di-rettore Michele Gerardi; La Sollevazione di Cristo (N. Oddo) direttore Nino Oddo), Al SS Ecce Homo di Pachino (Sena) direttore Paolo Mario Sena, Pianto (S. Bonaffini) direttore Antonio Fustaneo.

Il concerto è stato seguito da un pubblico numero-so e attento, nonostante la zona madonita non sia particolarmente attenta a questo genere , rispetto alle aree nissene, trapanesi e ragusane dove puntual-mente vengono proposti decine di concerti di marce funebri e musiche dedicate alla Passione di Cristo.

Patrizia Severino - Giuseppe Scarlata.

“A Cerca... Cultura e Folclore”. Rassegna Musicale della Settimana Santa Concerti ed esibizioni

A sinistra: Michele Gerardi, Francesco Cillufo, Antonino Fustaneo, Nino Oddo, Paolo Sena.

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Manca ormai poco al concor-so internazionale di Sinnai, in Sardegna. Quest’anno tra le bande partecipanti ci sarà an-che la nostra orchestra giova-nile regionale della FEBASI.Per prepararsi al meglio alla ker-messe internazionale sarda, i no-stri piccoli talenti è già da gennaio che si preparano, studiando i brani che eseguiranno durante la prova di concorso, infatti il CIM (Corso Invernale musicale) per l’edizione 2012/2013 è stato riservato solo ai componenti dell’orchestra, i quali si sono ritrovati per una settima-na durante le vacanze di Nata-le, trascorrendo i giorni innevati del CIM a studiare e festeggia-re le festività con balli e cenoni. E a proposito di cenoni, c’è da lo-dare la simpatica iniziativa dell’o-perativo capo-banda dell’associa-zione “Pierluigi da Palestrina” di Collesano, il quale con l’aiuto del presidente Daniele Carlino e del maestro Antonino Fustaneo, hanno ospitato il 20 e 21 aprile proprio a Collesano l’orchestra giovanile, in un appuntamen-to concertistico che rientra nel circuito regionale “Midland”.Giunti nella località palermitana nella giornata di sabato, i circa 60 musicisti hanno provato per un in-tero pomeriggio e tutta la mattina della domenica. Più di otto inces-santi ore di intenso studio senza nessuna pausa e senza nessuna la-mentela da parte dei ragazzi. La sera del sabato quasi tutti i com-ponenti della banda, coadiuvati dai loro suddetti trascinatori e le

rispettive famiglie, hanno prepa-rato una mega spaghettata segui-ta da una grigliata di carne alla brace oltre che altri prodotti loca-li. Un’iniziativa molto apprezzata dalla Febasi, che hanno non solo gustato le prelibatezze collesane-si, ma che ha permesso ai giovani provenienti da ogni parte della Si-cilia, di stare sempre più in sinto-nia tra di loro e creare quel gruppo amalgamato, senza il quale nes-suna organizzazione associativa culturale non ha scopo di esistere.La sera della domenica, all’in-terno della Basilica di S. Pietro di Collesano, i ragazzi dell’or-chestra diretti dai maestri Al-fio Zito e Salvatore Tralongo, hanno allietato i numerosissimi spettatori con un concerto pro-ponendo i seguenti brani: Con-suel Ciscar (Ferrer Ferran), Ma-riuzza (Salvatore Schembari), Sinfonia Nobilissima (Robert Jager), Diagram (Andrè Wai-gnein) Nuraxi (Federico Agnel-lo), 76 Trombones (D. Wilsonn), Tico Tico (Abreu Zequinha). Il concerto è stato trasmesso per la prima volta in diretta strea-ming, un altro forte segnale da parte della Febasi che ha voluto rendere la piattaforma digitale

del sito internet all’avanguardia e tecnologicamente avanzata, fa-vorendo l’interagire delle associa-zioni federate, grazie al preziosis-simo lavoro del tecnico Daniele Fragale che con il suo contributo ha permesso di mandare on-line il concerto di Collesano, e i fu-turi appuntamenti della Febasi. Alla fine del concerto non sono mancati i ringraziamenti dei pre-sidenti della Febasi e dell’Associa-zione “Pierluigi da Palestrina” di Collesano, dove ancora una volta il presidente Alfio Zito si è con-gratulato con tutto lo staff orga-nizzativo, che ha permesso che il concerto fosse un vero evento per la zona, e per la calorosa acco-glienza rivolta ai ragazzi, facendo-li sentire a casa propria e donando l’affetto e le cure di una famiglia. I ragazzi si riuniranno prossi-mamente per il CEM estivo, che quest’anno si svolgerà in Sardegna, a Sinnai, rimarranno sette giorni in terra sarda dove continueranno a prepararsi per il concorso che si svolgerà nello stesso periodo. Non resta altro che augurare buon lavoro ai nostri piccoli maestri, e un “in bocca al lupo per il concorso”, tutta la Sicilia bandistica è con voi!

Giuseppe Scarlata

Dalla neve al mare: le fasi dell’orchestra giovanile prima del concorso di Sinnai. Concorsi

In alto: L’Orchestra di fiati FEBASI.

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Si è concluso con un concerto l’itinerante corso an-nuale di direzione tenuto dal M° Salvatore Tralongo. Iniziato nel mese di dicembre 2012 a Colle-sano, il corso si è stato ospitato dalle ban-de musicali di San Michele di Ganzaria, Sale-mi, Biancavilla di Catania e Buseto Palizzolo. Ben 14 i corsisti provenienti da diverse parti della Sicilia: Vito Pizzolato e Vito di Trapani da Partinico (PA), Niccolò Scavone, Nicola Giammarinaro e An-drea Candela da Buseto Palizzolo (TP), Rosario Rosa da Salemi (TP) Anna Gandolfo da Calatafimi(TP), Alberto Cardinale e Giuseppe Scarlata da Villal-ba (CL), Gaetano di Dio Fiorentino, Adriano Tai-bi e Angelo Jacona da San Michele di Ganzaria (CT) a cui si aggiungono gli uditori Saveria Maria Emmolo da Santa Croce Camerina (RG), Claudia e Paolo Costa ed Elena Feliciello da Calatafimi. Il corso è stato strutturato itinerante nelle diverse province siciliane proprio per dare la possibilità ai numerosi corsisti di spostarsi in modo più agevole.Diversi sono stati i brani oggetto di studio: Spring Music Michele Mangani, Yorkshire Ballad Ja-mes Barnes, , Aqva Marco Somadossi , Gre-at Moves Marches arr. J.Moss, In the Forest of the King Pierre La Plante, Batman arr. P. King, Mandel Andrè Waignein, Diagram Andrè Wai-gnein, The Mask of Zorro arr. J. Moss grado 3.5, A Longford Legend Robert Sheldon e Cinecittà

Daniele Carnevali. Le composizioni sono state scel-te in modo accurate dal maestro Tralongo, le quali hanno permesso di affrontare numerosi argomen-ti di analisi compositiva e di tecnica di direzione. Durante l’incontro di Salemi, con la collaborazione della banda musicale di Salemi-Gibellina, e nell’ul-tima tappa di Buseto Palizzolo, in collaborazione con la locale associazione musicale “G. Candela” e la banda di San Vito lo Capo, i corsisti si sono cimenta-ti nella direzione dei brani studiati durante l’anno.E’ apparso molto soddisfatto il maestro Tralongo che ha avuto parole di apprezzamento per tutti i parte-cipanti, così come è rimasto piacevolmente impres-sionato dalle bande che hanno ospitato gli incontri partecipando come bande-laboratorio, mostrando ottime capacita musicali, rispetto per i corsisti, e serietà nel rimanere attenti per ore e ore di prove.Lo stesso Tralongo si è commosso durante i sa-luti finali, ricevendo il giubbotto dell’Associa-zione “Giacomo Candela”, presieduta dall’in-stancabile Giuseppe Lombardo e dal M° Nicola Scavone, i quali gli hanno conferito anche la nomina di socio onorario visto i numerosi ap-puntamenti che le parti svolgono durante l’anno.Non ci resta quindi che attendere con ansia il prossimo calendario, e vedere quale altre novità porterà il mae-stro Salvatore Tralongo per il prossimo corso annuale.

G.S.

A Buseto Palizzolo l’ultima tappa del corso di direzione del M° Salvatore Tralongo. Corsi & Stage

In alto: Foto di gruppo dei corsisti con il M° Salvatore Tra-longo.

In alto a destra: consegna della targa al Presidente dell’Asso-ciazione “G. Candela”.

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E’ giunta con successo al quarto anno l’inizia-tiva promossa dalla Federazione Bande Sici-liane, quest’anno in collaborazione con l’ As-sociazione Musicale “Arturo Toscanini” di Biancavilla (CT), che ha inoltre ospitato l’evento. Si tratta del corso monografico tenuto da illustri nomi del territorio siciliano che negli anni preceden-ti si è avvalso dei validi contributi dei Maestri Nun-zio Ortolano, Giuseppe Ricotta e Giuseppe Lotario.Quest’anno è stato affidato al M° Salva-tore Schembari, anche lui compositore si-ciliano, che ha dato un importante appro-fondimento sulle tecniche di composizione. L’incontro, rivolto a tutti coloro i quali ama-no la musica per banda e /o orchestra di fia-ti, si è tenuto il 7 aprile a Biancavilla. Uni- ca giornata molto intensa organizzata in due

momenti: nel corso della mattinata la lezione teo-rica, mentre nel pomeriggio il laboratorio musicale con l’Orchestra di fiati “A. Toscanini” di Biancavilla. Gli obiettivi formativi fissati dal corso hanno previsto lo studio e l’analisi della partitura, la nascita di una composizione, le tecniche compositive utilizzate nei brani oggetto di studio. Questa prima parte teorica è stata seguita dalla pratica che si è soffermata sul-la concertazione e direzione dei brani con la banda.Sono stati analizzati i brani composti dal-lo stesso Schembari, Mariuzza - Contest pie-ce, dal punto di vista sia teorico che pratico.Alla fine della giornata ai corsisti è stato con-segnato un attestato di partecipazione. L’i-niziativa è stata vissuta con interesse e come momento formativo sia dai corsisti che dai compo-nenti della banda, entusiasti dell’esperienza posi-tiva che li ha coinvolti, un contributo non indiffe-rente per la loro crescita professionale e artistica.

Rosa Maria Crisafi

Dalla Composizione… alla Direzione… Corsi & Stage

In alto: Il M° Schembari e il presidente Zito, alle spalle i com-ponenti dell’Orchestra di Fiati “Toscanini” di Biancavilla.

In basso: Il M° Schembari in concertazione durante il labora-torio musicale del corso monografico.

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Richard Wagner: 200 anni dalla nascita.La ricorrenza...

Mancano pochissimi giorni per il suo duecentesimo complen-no, Richard Wagner nacque in-fatti a Lipsia il 22 maggio 1813.Anche chi è a digiuno di musica credo abbia sentito questo nome, e non vi è dubbio che Wagner possa essere considerato tra i più grandi musicisti di ogni epoca. Assieme al suo coetaneo Giuseppe Verdi è considerato il massimo esponen-te del melodramma ottocentesco. Wagner è principalmente noto per la riforma del teatro musicale. Diversamente dalla maggioranza degli altri compositori di opera lirica, Wagner scrisse sempre da sé il libretto e la sceneggiatura per i suoi lavori. Le composizioni di Wagner, in particolare quelle del suo ultimo periodo, sono ri-levanti per la loro tessitura con-trappuntistica, il ricco cromati-smo, le armonie, l’orchestrazione e per l’uso della tecnica del lei-tmotiv (temi musicali associati a persone, luoghi o sentimenti).Wagner si accostò tardi alla musi-ca e fu sostanzialmente un autodi-datta, inizialmente fu interessato agli studi letterari e filosofici, e questo è ben chiaro nelle sue ope-re. I suoi unici studi musicali rego-lari furono i sei mesi trascorsi alla Thommasschule di Lipsia sotto la guida di Weinling. Ottenne il ruolo di direttore di coro al teatro Wurzburg e di direttore d’orche-stra a Magdeburg, e parallelamen-te si avvicinò agli ambienti della “Nuova Germania”, un movimen-to letterario con a capo Heinrich Laube, i cui scopi erano la rinasci-ta della cultura nazionale tedesca.

Nel 1838 inizia quello che fu uno dei suoi primi capolavori, il Ri-enzi, anche se ancora non vi è il vero linguaggio wagneriano, in-fatti nell’opera non mancano le influenze di Meyerbeer e Sponti-ni. L’anno successivo, il disastro della tempesta che colpì le co-ste norvegesi diedero l’input per un’opera rimasta impressa nella memoria: L’olandese volante. Ma questi anni non furono per nulla tra i più felici, trascorse infatti il periodo dal ‘39 al ‘42 in condizioni di assoluta povertà a Parigi. Per sopravvivere dovette rassegnarsi a impegnare le fedi matrimoniali al Monte di pietà e scrivere delle trascrizioni di pezzi per banda.I sei anni che separarono la com-posizione del Lohengrin (termi-nato nel ‘47) e l’inizio de L’oro del Reno furono radicali per il processo di evoluzione stilistica del compositore. Questo periodo di inattività musicale fu segnato dalla stesura di numerosi libri te-orici, in cui Wagner spiegò la sua nuova concezione artistica e poli-tica del mondo: Opera e dramma, Opera d’arte dell’avvenire, L’arte e la rivoluzione, opera chiave del pensiero musicale wagneriano.Caratteristica fondamentale di Wagner è la rappresentazione del “dramma” come elemento di in-trospezione. Le opere di Wagner non possono essere considerate opere (o spettacoli musicali) nel senso tradizionale del termine, bensì sono grandiose architetture in cui musica, canto, poesia, re-citazione e psicologia si fondono secondo la logica del Wort-Ton-

Drama (l’opera d’arte totale). Egli stesso definiva le sue opere “azioni” o addirittura “gesta del-la musica divenute visibili”. Que-ste “azioni” pretendono un’at-tenzione quasi religiosa, a cui lo

In alto: ritratto di Richard Wagner.

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spettatore deve assistere senza la minima distrazione. Nel teatro di Bayreuth, infatti, per la pri-ma volta le luci venivano spente e l’orchestra era totalmente nasco-sta sotto il palcoscenico, come se la musica sorgesse magicamente dall’immaginazione dello spetta-tore. Il termine “immaginazione” non è casuale. Infatti, la musica di questi drammi è composta da un mosaico di temi conduttori (lei-tmotiv) che tratteggiano un’atti-vità psichica in continuo divenire.Di conseguenza, nessun pezzo a forma chiusa, nessuna aria osta-cola il libero fluire della narrazio-ne, che scorre senza soluzione di continuità dall’inizio alla fine di ogni atto, sottoponendo il canto al commento di un’orchestra smi-

surata per numero di strumenti e ampiezza sonora. Rilevante in Wagner è l’uso del cromatismo, quell’onda incessante di spirali cromatiche che, specie nel Tri-stano, si esaspera al punto da abbandonare la struttura tonale. Tali prerogative, unite alla spro-positata lunghezza delle partitu-re, portarono Wagner ad essere accusato di oscurità e pesantezza, un giudizio che si trascina fino ad oggi tra gli ammiratori dell’o-pera di stampo convenzionale.Tra le opere di Wagner si posso-no leggere, come riporta Franco Cesarini, due titoli: Trauersin-fonie e Huldigungsmarsch. La prima venne scritta nel 1844 per settantacinque strumenti a fia-to e tamburi e tamburi velati.

L’occasione era particolare in quanto si trattava della trasla-zione della salma di Carl Maria von Weber. Wagner basò la sua composizione su due temi del-lo stesso compositore defunto, tratte dall’opera Euryanthe. La Huldigungsmarsch,invece, è una marcia solenne in omag-gio a Luigi II di Baviera, e fu scritta nel 1864 come segno di ringraziamento, donandola al giovane re per il giorno del suo diciannovesimo compleanno.

Bibliografia AA.VV., La garzantina della musicaTheodor Adorno, WagnerFranco Cesarini, Breve storia della musica per strumenti a fiato Giulio Confalonieri, Storia della musica

L’omaggio all’opera d’arte totale wagneriana a Palermo. La ricorrenza...

La “musica dell’avvenire” di Wagner, in occasione del bicentenario dalla nascita del compositore, è omag-giata in diversi teatri italiani, accolta anche dal Tea-tro Massimo di Palermo. Il ciclo di rappresentazioni è cominciato il 22 gennaio con “L’oro del Reno” , per poi continuare il 21 febbraio con “La Valchiria”, “prima giornata” del ciclo “L’Anello del Nibelun-go”, che il Teatro Massimo riproduce interamente, il solo in tutta Italia. Il “Ring” ritornerà in scena in autunno con le ultime due opere, “Sigfrido” (19-30 ottobre) e “Crepuscolo degli Dei” (23 novembre-4 dicembre). La regia de “La Valchiria” è di Graham Vick, già precedentemente impegnato nella messa in scena de “L’Anello”, il quale, però, introduce nuovi elementi scenografici e stilistici, ispirandosi al teatro greco. Della tetralogia wagneriana “L’anello del Ni-belungo” , “La Valchiria” è l’opera maggiormente rappresentata in autonomia dall’intero ciclo, sia per la sua compattezza, composta da tre atti di un’ora e mezza ciascuno, sia per la sua vicinanza alla realtà, trattando intricate storie d’amore, del tutto differen-

ti dall’ambientazione sovrannaturale di Dei germa-nici, elementi primordiali e nani de “L’oro del Reno”. “Mettere in scena il “Ring”, ha dichiarato il regi-sta Graham Vick, è una sfida che raccolgo sempre con entusiasmo; l’ho già affrontata a Lisbona, ma soprattutto nel mio teatro a Birmingham dove ho presentato una mia versione cameristica in due sere che ha avuto molto successo. In più, si aggiunge il piacere di lavorare in un teatro come il Massimo di Palermo che amo moltissimo, che ha dimostra-to negli ultimi anni una maturazione artistica e gestionale significativa, che cerca di rinnovare co-stantemente la proposta culturale e che, alla luce dei suoi traguardi, esige maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Considerando le caratteristi-che di questo nuovo progetto del Teatro Massimo, sto preparando un “Ring” per un pubblico che non l’ha mai visto, un pubblico fresco, entusiasta e in-teressato come quello di Palermo. L’idea nasce dal Teatro stesso e dall’atmosfera che sprigiona. Fra gli elementi che mi affascinano del Ring, c’è la possi-

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bilità di interpretarne le tematiche in modo cosmo-polita, senza tempo, e non soltanto secondo stereo-tipi germanici. Sono poi molto stimolato dai tempi stretti imposti dalle esigenze di programmazione: saranno quattro nuovi spettacoli da mettere in sce-na in successione e da tenere uniti nei significati. Senza contare che è divertente lavorare intorno ad una grande “favola sul potere e i soldi” in un mo-mento in cui se ne lamenta ovunque la mancanza!”.Ed è proprio così, come premesso dal regista, che La Valchiria è stata rappresentata: tra un pubblico sor-preso e stupito da tanta innovazione e sperimenta-zione all’interno di un tempio della musica classica quale il Teatro Massimo! Lo stupore degli spettatori è cominciato prima ancora dell’inizio dello spetta-colo, quando, cercando i propri posti tra palchi e poltrone, tutti già studiavano il palcoscenico con la sua scenografia, del tutto diversa dalle imponen-ti e maestose ambientazioni che il Teatro Massimo usualmente offre nelle sue rappresentazioni. Atto I : una stanza con un tavolo, una sedia , una poltrona, un frassino posto al centro della casa con una spada conficcata nel busto, il tutto a rappresentare la casa di Sieglinde, dove vive succube del suo sposo violento Hunding, vestito come un bullo e con in mano delle catene che brandisce come se fossero una spada. Ed è proprio in questo atto che avviene l’incontro tra Sieglinde e Siegmund, l’innamoramento,il successi-vo riconoscimento come fratelli gemelli e la loro fuga dalla casa. Il regista dà ampio spazio, sottolineando-lo, il dialogo che avviene tra i due, che in un crescen-do si conoscono, si avvicinano e si innamorano, dan-do meno enfasi, invece, al momento dell’estrazione della spada dal frassino da parte di Siegmund, spa-da destinata a dare vittoria a colui che avesse avuto la forza di estrarla. L’atto secondo si apre con una insolita scenografia: una roulotte a rappresentare la dimora del dio Wotan, in ritiro tra le montagne e la foresta quasi-inesistente, composta da alberi taglia-ti sparsi sull’intero palcoscenico lasciato nella sua nudità e vastità, permettendo di intravedere anche pilastri, estintori, fili e luci , elementi dunque facen-ti parte del “dietro le quinte”. In questa atmosfera atemporale sono protagonisti il dio Wotan, nel suo abbigliamento sportivo, Brünnhilde, la Valchiria preferita dal dio, vestita come una ragazza dei no-stri giorni, Fricka, protettrice del matrimonio, ve-

stita come un’anziana donna, che ostacola il rappor-to incestuoso instauratosi tra i due fratelli gemelli. Ma Brünnhilde, disobbedendo all’ordine del padre , il dio Wotan, di sacrificare Siegmund nel duello con Hunding , decide di difendere Siegmund. Ecco allora il duello: Siegmund si difende con la spada, Hunding con le catene. Ma il destino di Siegmund è segnato: quando sta per sopraffare Hunding, appare il dio Wotan con una lancia di legno, infrangendo la spada di Siegmund e facendolo dunque morire. La valchiria Brünnhilde fugge atterrita portando con sé Sieglinde. Il terzo atto è il momento di massima espressione dello stile rivoluzionario, cosmopolita e atemporale adottato dal regista, che si presenta come una mostra di arte moderna, privo di qualsiasi orpello, definito nella sua schietta rigidità e nel cini-co realismo. Nella totale assenza di scenografia av-viene la cavalcata delle Valchirie, che, avanzando sul campo di battaglia su cavalli “umani” rappresentati da giovani ragazzi, vestono divise militari, tailleurs e

In alto: storica locandina de “La Valchiria”, opera della casa editrice Schott (1899)

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completi femminili che simboleg-giano l’autorevolezza della donna moderna; esse incitano gli eroi, ve-stiti come dei soldati, ad uccider-si a vicenda, per selezionare i più valorosi da portare nel Walhalla, l’aldilà degli eroi caduti in batta-glia ; gli eroi morti vengono rac-colti in “buste per cadaveri” come quelli della scientifica. Sieglinde, con in grembo il figlio di suo fra-tello, scappa nella foresta , mentre Brünnhilde cerca protezione tra le sue sorelle per evitare l’ira del padre Wotan, che muovendosi dal-la platea giunge sul palcoscenico, dove ripudia e condanna la figlia preferita ad essere preda del primo uomo che la sveglierà dal suo son-no. Nella luce abbagliante che in-veste il nudo e vasto palcoscenico, Brünnhilde e Wotan sono al con-tempo i protagonisti e la scenogra-

fia: la figlia supplica il padre di mitigare la pena facendola proteggere da una cintura di fiamme, cosicchè solo un eroe che non conosce pau-ra possa averla. Ecco allora la tragica maestosità della scena finale: Brünnhilde, spogliandosi dalla sue vesti, si prepara a dormire all’in-terno di “una busta per cadaveri”; cominciano a comparire lingue di fuoco, rappresentate da umani vestiti di rosso, che, seduti a cerchio su delle sedie, girano tramite il pavimento mobile attorno alla Valchiria, accendono delle sigarette e fumano, divenendo l’unica fioca “luce” nel buio improvviso che investe il palcoscenico. Si conclude così, dunque, una rappresentazione che ha osato andare oltre la tradizione, oltre il conservatorismo, oltre la magnificenza delle scenografie operistiche, trasformando la rigida semplicità in una genialità tale da lasciare in bocca l’amaro gusto della tragedia e tale da permettere di vivere la su-spense di ogni momento, gustando l’opera d’arte totale wagneriana se-condo una prospettiva che più ci è vicina, quella della nostra modernità.

Silvia Di Chiara

A Villalba allestito l’originale Presepe di Pasqua, ideato da Enrico Garofalo. Banda & dintorni...

Il valore di un’idea sta nel met-terla in pratica. Se poi è accompa-gnata da originalità può suscitare curiosità e, forse, anche ammira-zione per l’opera realizzata. Un sogno che ha coltivato da tempo ed anche se in parte, l’ha persino realizzato. E’ il caso Enrico Ga-rofalo, 25 anni di Villalba (CL),il quale pensando al presepe natali-zio con la nascita del Bambinello Gesù, da tempo, si è chiesto per-ché non realizzare anche il pre-sepe pasquale con la Passione e Morte del Cristo Risorto? Molto rari i precedenti in Italia di pre-sepi di questo tipo. Per realizzare questa idea ci sono voluti anni

di ricerche per trovare le 87 sta-tue per rappresentare le 21 scene caratteristiche che vanno dalla nascita di Cristo, passando per la condanna con Ponzio Pilato all’in-contro del Signore con la Veronica e dalla Crocifissione alla Resurre-zione nel Sacro Sepolcro. Un’idea , dunque, quella di Enrico, come lo stesso ci ha confessato, nata dalla profonda fede, che è riusci-ta a dare un senso alla sua vita. Non mancano alcuni dettagli importanti, come le luci e la mu-sica, infatti Enrico da buon mu-sicista (frequenta il 3° anno di percussioni presso il liceo musi-cale di Caltanissetta), non ha di-

menticato di inserire alcuni au-dio come il Requiem di Mozart, e diverse marce funebri tipiche della sattimana santa nissena.Non rimane che aspettare la prossima Pasqua per vedere quali novità saranno apporta-te al nuovo presepe, che sicu-ramente Enrico riproporrà più ricco e bello come ogni anno.

G.S.

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Uninco in Sicilia, uno dei po-chi in Italia, il museo delle ban-de musicali di Ramacca, è sta-to inaugurato il 9 maggio 2009. L’associazione Turistica Pro Loco di Ramacca (CT) con il contributo dell’Assessorato Regionale al Tu-rismo, della Provincia Regionale di Catania e del Comune di Ra-macca ha portato a compimento un progetto di ricerca e valorizza-zione delle proprie tradizioni e ha voluto rendere fruibile strumenti bandistici, rievocazioni di ospiti illustri che hanno soggiornato in questa città (R. Strauss, R. Wa-gner), memorie ed opere dei ma-estri Castronovo: suoni, immagini e costumi che, in un percorso sto-rico, didattico ed artistico voglio-no trasmettere e far riaffiorare nei visitatori emozioni e ricordi che solo le bande possono regalare.Un luogo che racchiude la storia della banda è un luogo che conser-va la storia di un popolo, poiché la banda è stata ed è sempre pre-sente nei momenti più importanti della vita di una comunità: che sia l’inaugurazione di un locale o l’ultimo saluto ad un cittadino, la banda musicale è la colonna sono-ra dell’evento. Un popolo senza musica è un popolo senza radici.Chi visita il museo si troverà a vivere una promenade tra i do-cumenti: entrando per il corri-doio, sul lato sinistro si posso-no osservare alcune partiture di grandi opere liriche, frammenti del repertorio musicale che i ma-estri succedutisi a Ramacca han-no sapientemente trascritto. Sul lato destro, invece, vi sono delle

fotografie che ritraggono la Ban-da Musicale nel corso dei decenni.La prima stanza è dedicata al M° Angelino Castronovo, e a due grandi della musica mondiale: Ri-chard Wagner e Richard Strauss. Angelino Castronovo è protago-nista indiscusso di questo Museo. Ramacchese, un solista eccezio-nale del quale si custodiscono i ricordi per onorarne la memo-ria. Egli riuscì da subito a spic-care tra tutti e a far parlare di sé anche dopo diversi decenni. Andando avanti nel percorso, incontriamo la celebre famiglia Wagner. L’attenzione viene pun-tata sulla figura di un’elegan-te signorina, che ha segnato gli eventi storici di Ramacca e che è nota in tutta Europa per esse-re stata la figliastra dell’illustre Maestro della tetralogia del Ni-belungo: Blandine von Bülow. Blandine è nata da una preceden-te storia avuta dalla moglie del grande Richard, Cosima, e ac-cettata al pari di una figlia. Essa s’innamorò del principe Biagio Gravina di Ramacca, un nobile

decaduto che, nonostante qualche problema, riuscì a sposarla e a te-nerla con sé a Ramacca. Wagner, infatti, accettò le loro nozze e Blandine venne portata all’altare dal nonno Franz Liszt. Dalla Sici-lia, insieme al marito, manterrà i rapporti epistolari con la Germa-nia, nonostante i continui sposta-menti tra Ramacca, Bayreuth, Firenze e Roma, fino alla morte di Biagio, anno in cui la famiglia si trasferì definitivamente a Catania.A Ramacca, paradossalmente, la notorietà di Blandine solle-vò un polverone di maldicenza e pettegolezzo, forse per un com-portamento troppo libero in un paese allora fortemente conser-vatore, tanto che si diffuse la voce di un presunto figlio illegit-timo, ma tutto ciò non fece altro che arricchire di mistero i fattiLa prima fonte della venuta a Ramacca del famoso musicista è citata dallo scrittore Giuseppe Tornello nel 1961. Giunse nel pa-esino siculo insieme alla moglie, Cosima, entrambi ospiti della fi-gliastra Blandine von Bülow, in

Un viaggio nella storia della banda: il museo degli strumenti delle bande musicali di Sicilia “Maestro Bruno Castronuovo”. Banda & dintorni...

A sinistra: angolo espositivo del museo.

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occasione della nascita del nipote. Wagner cercava inoltre ispira-zione per il suo ultimo dramma, il Parsifal, proprio in questi luo-ghi ameni ed in seguito lo ulti-mò a Palermo. La composizione del suo Inno dei mietitori viene attribuita a questo soggiorno ra-macchese, ispirata dalla mera-vigliosa campagna circostante.Un altro celebre compositore che soggiornò a Ramacca fu Ri-chard Strauss, autore di tan-tissimi poemi sinfonici, sinfo-nie, opere e musica da camera.Durante la sua permanenza in Sicilia fu ospite dei conti Biagio Gravina e Blandine von Bülow, ai quali era legato da una profon-da amicizia per via del padre na-turale di lei, il barone Hans von Bülow, anche lui grande musi-cista come il nonno Franz Liszt. Questo fu un grande evento per Ramacca e Strauss, stimolato dalla serenità della villeggiatura ramacchese e dalle colline imbion-dite dal grano maturo, il 7 giu-gno del 1893 completò la stesura del secondo atto del “Guntram”.Lettere di suo pugno indirizza-te alla madre descrivono la ma-gnifica vista dell’Etna che da Ramacca amava ammirare e le passeggiate in compagnia del conte su un delizioso carrettino attraverso i suoi possedimenti.Gli strumenti musicali che abbia-mo modo di osservare in questa sala risalgono ai primi anni del Novecento e sono appartenuti ai maestri ed ai componenti della banda che si sono succeduti negli anni. Tra i fiati, per lo più ottoni, protagonisti assoluti sono le trom-be, simbolo di gioia collettiva.

Spiccano, inoltre, i Flicorni ba-ritoni, i Flicorni contrabbassi in SIb, i due Corni e i Sax Baritoni.La seconda stanza è dedicata al M° Andrea Castronovo. Apprende le prime nozioni musicali nel 1937 dal padre Cosimo. Nel 1939 entra a far parte della Banda Musicale di Ramacca e si esibisce da solista con il flicorno baritono. La passio-ne per la musica lo porta ad orien-tarsi anche verso altri strumen-ti, quali la tromba, ottenendone nel tempo grande padronanza. All’inizio degli anni ‘70 è arran-giatore e compositore per bande. Grazie al suo talento e alla sua multiforme versatilità, nel 1978 diventa Direttore del Circolo Mu-sicale “V. Bellini” di Grammichele. E’ proprio in questi anni che compo-ne diverse opere, tra cui “Silvana”.Fra gli strumenti esposti hanno maggior rilievo i clarinetti, appar-tenuti al periodo che intercorre tra gli anni trenta e gli anni settanta. Sono presenti anche gli strumenti che componevano le orchestrine: il mandolino, il banjo, il tamburello, la chitarra, la fisarmonica, il clari-netto, il violino. Anche se non ri-entrano tra gli strumenti conven-zionalmente utilizzati dalle bande musicali, la loro presenza in que-sto museo è fondamentale: essi, infatti, raccontano un periodo sto-rico in cui gruppi di musicisti del corpo bandistico si aggregavano per allietare con brani “ballabili” festini o serate danzanti, nonché per dedicare serenate amorose, ri-cevendo anche dei compensi. Nel ventennio fascista, queste presta-zioni artistiche vennero proibite a causa del divieto di assembra-mento che non permetteva, ap-

punto, che più persone si riunis-sero insieme. Numerosi aneddoti sono ad oggi raccontati da coloro che hanno vissuto quel periodo.Un vasto ed originale reperto-rio di carte autografe e di ricor-di appartenenti ai maestri che hanno fatto la storia del Corpo bandistico ramacchese è gelosa-mente custodito in questa stanza. Numerosi sono i riconoscimen-ti e le onorificenze ricevute da parte delle istituzioni nazionali, a merito delle opere composte.La presenza, inoltre, delle di-vise in questa stanza vuole rie-vocare la storia del corpo ban-distico di Ramacca. Ognuna di esse si rifà ad un dato pe-riodo storico della cittadina.L’abito del direttore d’orche-stra Cosimo Castronovo pro-ietta il visitatore nella magica atmosfera dei grandi concerti che negli anni Trenta rappresen-tavano i momenti più rilevan-ti per la comunità ramacchese. Il museo degli strumenti delle bande di Sicilia “Maestro Bru-no Castronovo” può essere pa-ragonato ad un mosaico: attra-verso le sue tessere dislocate tra le stanze e il corridoio, si può ricostruire ciò che è la storia di una cittadina e di una regione.Nel 2012 il museo di Ramac-ca e la Febasi hanno raggiunto un accordo per una convenzio-ne, infatti tutti i soci della fede-razione possono usufruire di un pacchetto agevolato che preve-de la visita al museo e la degu-stazione di prodotti tipici locali.

G.S.

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Quando la crisi colpisce, non c’è settore che tiene, e naturalmen-te i primi a risentirne sono tut-ti coloro che vivono nel mondo dell’arte, perché si sa che l’arte non produce “pane”. Ma quando è troppo è troppo, e succede che un direttore d’orchestra conosciu-to ed apprezzato ovunque, sbalor-dito e amareggiato, decida di non dirigere la “prima” dell’opera in programma ossia il “Rigoletto”, programmato per metà marzo.Un durissimo sfogo nei confronti dei vertici dell’Ente Teatro e del di-rettore artistico Lorenzo Genitori. Riportiamo un comunicato stam-pa, (fonte messina.sicilians.it) la-sciato integrale, affinchè ciascuno tragga poi le proprie conclusioni.“È con profondo dolore –scrive il maestro Antonio Fogliani- che sono costretto a rinunciare alla direzione musicale del Rigoletto di Verdi in programma nelle date del 19, 21 e 23 marzo presso il Te-atro Vittorio Emanuele di Messi-na. La mia decisione è maturata con sofferenza essendo, oltre che artista, messinese di nascita. Si comprenderà quale amarezza in questa mia scelta, che nasce da una totale assenza di comunica-zione con la direzione artistica che, a mio parere, non è in grado a tutt’oggi, di garantirmi la qua-lità dei componenti dell’orche-stra impegnata nella produzione.Come sicuramente molti di voi sapranno, l’orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, seppure selezionata da numero-se audizioni serie ed impegnati-ve, non è mai stata stabilizzata,

pur in presenza di una legge re-gionale che lo prevede da anni.Il C.d.A. del Teatro, piuttosto che prodigarsi a predisporre per tem-po i bilanci dell’Ente e far sì che gli artisti, le maestranze, i forni-tori potessero essere giustamen-te pagati, così come assicurare la regolarità nei pagamenti degli stipendi dei dipendenti del Tea-tro, ha ben pensato di interferire sull’orario di lavoro dell’orchestra. Questa decisione, assunta dall’uf-ficio di produzione e dal diretto-re artistico adducendo come mo-tivazione che “questi orari sono quelli contrattualizzati in tutti gli Enti”, sembra far dimenticare che proprio questi orari sono ricondu-cibili ad Enti dove le orchestre sono STABILI e non precarie.Alcuni miei colleghi in orchestra, dopo anni di precariato, sono sta-

ti costretti a trovare la sicurezza di un posto di lavoro rifugiando-si nell’insegnamento. Anche l’at-tuale dirigenza di questo teatro non è stata in grado di assicurare loro una giusta stabilità. Per la prima volta, a seguito degli scon-tri tra dirigenza e orchestra, gli orari sono stati cambiati proprio per mettere in difficoltà quest’ul-tima. In realtà questi orari mette-ranno in difficoltà l’intera produ-zione, me compreso, che durante il lavoro con l’orchestra non avrei potuto assistere alle prove di re-gia, momento fondamentale per la nascita di un prodotto artisti-co che vede la collaborazione del direttore d’orchestra e del regista.Anche questa mia forte motiva-zione è stata totalmente ignora-ta dal direttore artistico, il quale non ha inteso dare seguito alla

A Messina slitta il “Rigoletto”. Banda & dintorni...

In alto: il direttore Antonio Fogliani.

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mia richiesta in merito alla sosti-tuzione di prime parti “storiche” dell’Orchestra, mostrando la de-bolezza della sua posizione non-ché la sua più totale indifferenza al principio della qualità artistica.Stando così le cose ed essendo gli interlocutori artistici privi di sen-sibilità verso noi musicisti, oltre che di rispetto verso tutti coloro che ruotano attorno alla produzio-ne di questo spettacolo, ho deciso di non “svendere” il mio ruolo di artista, lavorando in un teatro sor-do alla Musica, ostile ai lavoratori e inadempiente nei suoi compiti.Come ultimo esempio faccio no-tare che solo un mio personale intervento con il Teatro Verdi di Trieste ha fatto sì che l’orchestra potesse avere le parti per suonare

Rigoletto. Infatti, fino alla setti-mana scorsa, nessuno, direttore artistico compreso, era riuscito o si era interessato ad ottenere (af-fittando o acquistando) le parti per l’orchestra. Lo stesso Sovrin-tendente mi ha confermato che il fornitore non fa più credito al teatro e nessuno dei responsabili del Vittorio Emanuele procedeva a deliberarne l’affitto presso Casa Ricordi. Non prova vergogna la Dirigenza del Teatro di tutto ciò?Posso affermare senza ombra di smentita alcuna, che svariate volte i nostri orchestrali hanno trovato le parti nei leggii solo po-chi giorni prima (spesso il giorno stesso) del primo giorno di pro-ve. Nonostante questa sciatteria e mancanza di rispetto verso gli

orchestrali, i miei colleghi han-no sempre mostrato un talento e una professionalità indiscutibile. Ma a tutto c’è un limite! Anche in quest’occasione e senza il mio intervento, col Rigoletto, si sa-rebbe creato lo stesso problema.Concludo auspicando che pre-sto il Teatro Vittorio Emanue-le di Messina e miei cari colleghi dell’Orchestra possano riappro-priarsi del loro Teatro e che la nostra Musica possa spazzare via il rumore fastidioso prodotto da chi, per ignoranza o cattiveria, ha reso tragica e irrespirabile l’a-ria nel Tempio dell’arte e dell’ag-gregazione popolare di Messina”.

G.S.

A breve... il nuovo portale!!!

WWW.FEBASI.ITSemplice, innovativo e con maggiore visibilità per le nostre bande!!!