&co. Magazine maggio 2010

84
COPIA GRATUITA Remando nella storia La sfida, tra Oxford e Cambridge Lella Costa Talento e disincanto di una grande attrice Apriti sesamo Il tesoro accumulato negli armadi 628esima “Sensia 2010” La più antica manifestazione lombarda apre i battenti rinnovandosi ancora una volta. Un nutrito programma per richiamare pubblico da tutta la regione >> pg. 26 L’ultima speranza del sole delle Alpi Le elezioni amministrative hanno consegnato il Nord Italia alla Lega. Analizziamone le cause e valutiamo le conseguenze >> pg. 10 COP COP COP COP COP COP COP COP OP P P P COP COP COP COP COP P P OP COP P P P COP P P P P COP COP COP COP C C C C P COPIA IA IA IA IA IA IA A A IA A IA IA IA IA A I IA GRA GRA GRA GRA GRA GRA GRA RA RA GRA GRA GRA GRA RA GRA GRA RA R GRA R R R RA R GR GRA R GRA GRA GRA G A G G GR R G G G TUI TUI TUI TUI U TUI UI U TU TU TUI TUI TUI TU UI UI TUI TU U TA TA TA TA TA TA T TA T TA TA TA TA A TA COPIA GRATUITA Anno 4 - n. 4 maggio 2010 10 26 Emanuela Tittocchia teatro, tv e il sogno di un varietà Sensia 2010

description

L'economia, la finanza, l'attualità, il turismo, lo spettacolo, la tecnologia, la moda, il viver sano, il territorio sono solo alcuni degli argomenti che formano il carnet di &co. Magazine!Una free-press mensile elegante, curata nella confezione grafica e nei contenuti, una veste accattivante e immagini di qualità in grado di affascinare il lettore, apprezzata anche dagli operatori di riviste specializzate.Una rivista creata per raccogliere l'attenzione dell'utente durante tutto l'arco della sua esposizione, diversamente dalla stampa gratuita tradizionale che vive lo spazio di un viaggio o di un'occhiata durante un caffè. Un prodotto che sa fare bella mostra sul tavolo di uno studio, nella borsa di un professionista o sulla libreria di casa.

Transcript of &co. Magazine maggio 2010

Page 1: &co. Magazine maggio 2010

COPIA GRATUITA

Remando nella storiaLa sfi da, tra Oxford e Cambridge

Lella CostaTalento e disincanto

di una grande attrice

Apriti sesamoIl tesoro accumulato negli armadi

628esima“Sensia 2010”

La più antica manifestazionelombarda apre i battenti

rinnovandosi ancora una volta. Un nutrito programma per richiamare

pubblico da tutta la regione>> pg. 26

L’ultima speranzadel sole delle AlpiLe elezioni amministrative

hanno consegnatoil Nord Italia alla Lega.

Analizziamone le causee valutiamo le conseguenze

>> pg. 10

COPCOPCOPCOPCOPCOPCOPCOPOPPPPCOPCOPCOPCOPCOPPPOPCOPPPPCOPPPPPCOPCOPCOPCOPCCCC PCOPIAIAIAIAIAIAIAAAIAAIAIA IAIAAIIA GRAGRAGRAGRAGRAGRAGRARARAGRAGRAGRAGRARAGRAGRARARGRARRRRARGRGRARGRAGRAGRAG AGGGRRGGGG TUITUITUITUIUTUIUIUTUTUTUITUITUITUUIUITUITUU TATATATATATATTATTATATATAATACOPIA GRATUITA

Anno 4 - n. 4 maggio 2010

10 26

Emanuela Tittocchiateatro, tv e il sogno di un varietà

Sensia 2010

Page 2: &co. Magazine maggio 2010
Page 3: &co. Magazine maggio 2010

n.4 - Maggio 2010by

Emanuela Tittocchiaarchitettura, teatro, reality e un varietà

L'ultima speranza del sole...la Lega si assicura il Nord Italia

Le produzioni tipiche pavesila parola a Mario Anselmi, assessore all'agricoltura

628esima "Sensia 2010"apre i battenti la più antica manifestazione lombarda

In crociera nel Lodigianoun'esperienza nuova sulla motonave Mattei

Piacenza resiste e ricordala rievocazione del 25 aprile

Remando nella storiala sfi da tra le università di Oxford e Cambridge

Lella Costaa tu per tu con una grande attrice

Italia mon amourun libro in viaggio per l'Italia dei ristoranti

Peugeot: Family feelingil potere taumaturgico della buona tavola

Apriti Sesamoal cambio di stagione rinnoviamo il guardaroba

Rubrica Salutelo sport e la cura dei denti

Un mobile per sognarele tendenze dell'arredamento al salone di Milano

SO

MM

AR

IO

10

52

68&Co. Magazinepubblicazione periodica registrata presso il Tribunale di Pavia il 18 marzo 2007 - n. 675EDITORE: Adverum S.r.l.Via Defendente Sacchi 8, 27100 Paviatel. (+39) 0382 309826, fax (+39) 0382 308672www.adverum.net - [email protected]: tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica sono riservati

PRESIDENTE: Stefano Spalla

DIRETTORE RESPONSABILE: Claudio MilaniVISUAL DESIGNER: Chiara Bogliani

COLLABORAZIONI

Paola Arensi, Alessia Benaglio ,Daniela Capone,Mario Cristiani, Alberto Fiori, Alessandra Lombardi,Fulvio Longoni, Tommaso Montagna, Chiara Pelizza,Simona Rapparelli, Rossana Trespidi, Irina Turcanu

STAMPA:Pv Print s.r.l.V.le della Libertà, 11 - 27100-Pavia

LAYOUT PUBBLICITARI E IMPAGINAZIONE:Adverum S.r.l.

www.adverum.netwww.andcomagazine.it

P St f S

Management

Redazione

Produzione

p partistica sono riservati

6101426424852566064687274

31

60

6 26 13

Page 4: &co. Magazine maggio 2010
Page 5: &co. Magazine maggio 2010

FONDOClaudio Milani

Direttore

mo farne a meno e se, malauguratamente, in pausa pranzo, un maledetto schizzo di sugo ci imbratta l’amato simbolo della posizione raggiunta, è una tragedia. Ac-qua minerale e smacchiatori spray non fanno che peggiorare la situazione e al-lora rientriamo di soppiatto in uffi cio per raggiungere l’ancora di salvezza della cravatta-di-scorta, insostituibile accesso-rio della dotazione base di sopravvivenza del dirigente d’uff.Timido tentativo di libertà, sperimentato dagli americani e rapidamente abortito in Europa, è stato il casual Friday, dis-soltosi all’arricciare del naso del grande capo in persona che d’improvviso si è sentito catapultare dall’uffi cio alla pan-china del parco di sabato pomeriggio e ci ha offerto il medesimo sguardo ri-servato al taccheggiatore della stazione centrale.

I forzatidella cravatta

Sconsolati, sottostiamo al dettato del codice di abbigliamento aziendale e nascondendo il dannato fi lo che sta per lasciare libero il bottone del polsino, un po’ depressi e un po’ orgogliosi del nodo con gola che questa mattina ha rischiato di farci perdere la coincidenza, ci ponia-mo un amletico dubbio cui diffi cilmente troveremo risposta: ma Marchionne ha tanti maglioni uguali o indossa sempre lo stesso?

I tempi sono cambiati e con essi i ca-noni della moda. Oggi non esiste più una moda, ma mille modi di interpre-

tare la moda. Non è certo solo territorio di battute di caccia femminili, anche i maschi, magari fi ngendo di snobba-re l’argomento, sfogliano rotocalchi e seguono i dettami dell’ultimo momen-to. La moda è cambiata, soprattutto da quando Armani, a volte il Premier, il rigido Putin o il dinoccolato Obama, si sono mostrati in pubblico con t shirt gi-rocollo con o senza giacca. Scandalo? No, si tratta solo di tempi nuovi e nuovi costumi, in particolare dall’avvento del marchionniano maglioncino. L’ammi-nistratore delegato di Fiat e Chrysler ne ha fatto quasi un uniforme e si presenta indisturbato al cospetto dei grandi con il suo comodo girocollo. Tranne al Qui-rinale dove anch’egli ha ceduto all’ob-bligo della cravatta. Ma loro, Armani, Berlusconi Marchionne, Obama o Putin (li ho ordinati alfabeticamente) possono permetterselo, sottolineando, dall’alto dell’interminabile fi la di zeri che accom-pagna la cifra iniziale del loro conto in banca, con un fi lo di ar-roganza la differenza che passa tra loro e noi miseri mortali dal conto che a volte fa-tica a guadagnare il terzo zero. Noi, forzati della cravatta, manager ram-panti dall’animo un po’ travet, dobbiamo sotto-stare al ferreo dress-code aziendale, non possia-

5

Page 6: &co. Magazine maggio 2010

maggio 2010 | 6

di Paola Arensi

Emanuela Un architetto con un curriculum invidiabileche dalla gavetta a teatro è sbarcata alla notorietàgrazie alla Talpa

Tittocchia

Page 7: &co. Magazine maggio 2010

7

INTERVISTA

Sogna di condurre un varietà e si muove sulle orme di Raimondo Vianello. Nata a Torino il 23 luglio del 1970, fi glia di un

impiegato Enel e di una commerciante, Ema-nuela Tittocchia non è una donna dello spettaco-lo ”improvvisata”:”Io sono per il lavoro duro e non apprezzo i facili guadagni. Sono convinta che solo investendo tempo e capacità si possa arrivare a risultati degni di questo nome. Ad esempio chiunque, senza molta fatica, potrebbe diventare il protagonista di una soap opera, una fi ction o un fi lm. Ben altra cosa è impegnarsi nel teatro e spendere energie per ore su un palcosce-nico che ti mostra, in carne ed ossa, così come sei” racconta la presentatrice e attrice italiana. Emanuela è fi glia unica e vive a Roma, a pochi passi dal Vaticano, lontana dai propri genitori che risiedono a Torino: “La mia famiglia è mol-to protettiva e non mi ha mai spronata a seguire questa strada preferendo invece una carriera da architetto. I miei genitori, a modo loro molto creativi ma lontani dal mondo dello spettacolo, hanno sempre paura mi affatichi troppo dato che spesso lo stress gioca brutti scherzi e ne risento fi sicamente. Tuttavia ha vinto il mio istinto e ora lo capiscono perché mi vogliono bene. Ho cono-sciuto la mia città d’adozione a sedici anni e me ne sono innamorata: Roma mi rispecchia. Scri-vevo ripetutamente sui miei diari che sognavo di stabilirmi qui un giorno, li rileggo con tenerez-za. E ora che ci vivo da otto anni e mezzo vorrei che anche la mia famiglia si trasferisse in zona. Io abito sola e sogno di incontrare un uomo vero, una persona semplice, un compagno ideale che mi faccia innamorare. Soltanto con una per-sona simile vorrei avere un fi glio. Oggi non ho istinto materno. In passato, immersa in prece-denti relazioni, non ho mai provato questo desi-derio pur amando molto. Però un giorno vorrei adottare un bambino perché quest’idea mi emo-ziona”. E mentre la donna aspetta il suo principe azzurro la diva va a gonfi e vele. Dopo essersi laureata in Architettura al Politecnico torinese con una tesi intitolata Struttura e signifi cato del-lo spazio scenico: un allestimento teatrale a Pontremoli, Emanuela consegue il diploma presso la Scuola di Recitazione del Teatro Nuo-vo di Torino diretta da Enza Giovine: “Durante i quattro anni di corso ho recitato in opere di Campanile, Ionesco, Tardieu, Plauto, Pirandel-lo, Tennessee Williams. Sono stati periodi stu-pendi. La facoltà e la scuola di teatro erano vici-

Tittocchia

Page 8: &co. Magazine maggio 2010

maggio 2010 | 8

ne. Di giorno seguivo lezioni universitarie con frequenza obbligatoria e tre pomerig-gi alla settimana scoprivo la mia passione per il teatro che in realtà esisteva fi n dai tempi delle scuole medie quando non perdevo mai occasione per esibirmi. Il corso di laurea invece l’ho scelto perché dopo il liceo scientifi co sentivo la neces-sità di seguire un percorso capace di dar sfogo alla mia creatività. Non avevo mai pensato di dedicarmi stabilmente al mon-do dello spettacolo ma poi la vita è cam-biata”. La Tittocchia lavora per anni per emittenti televisive del Piemonte, realiz-zando trasmissioni, documentari e servizi esterni su vari temi. Presenta eventi, con-vention, festival di cinema e rassegne di cabaret. Recita in teatro, fi ction tv e pub-blicità, ottiene molta visibilità parteci-pando contemporaneamente alle soap opera Centovetrine e Un posto al sole. Nel 2008 prende parte al reality show La talpa: “Anche se da qui si sono aperte tante porte non so se ripeterei l’esperien-za. Mi sono trovata malissimo anche con persone che, se prese in disparte, appaio-no dolcissime. In quel contesto vinceva il branco, il bullismo e mi sentivo veramen-te a disagio. Spesso i reality sono solo il trampolino di lancio di soggetti che rie-scono a sfondare perché sanno fare più confusione di altri. Di conseguenza, ben-ché, senza presunzione, io possa dire di avere un curriculum interessante, nel rea-lity non riuscivo ad entrare in competi-zione con altre fi gure perché facevano più audience di me. Ciò accade anche se nella maggior parte dei casi questi perso-naggi non sanno fare nulla di particolare. Li ritengo solo viziati, pseudo vip che non hanno capito nulla. Sono di vecchio stampo, parteggio per la crescita profes-sionale. Ricordo scene de La talpa mai andate in onda perché davvero raccapric-cianti. Oltre tutto appena fuori dal pro-gramma una parte di pubblico e di stam-

Page 9: &co. Magazine maggio 2010

9

INTERVISTA

pa mi ha descritta come una ragazza calcolatrice e improvvisata che impazzi-va solo per avere visibilità. E’ stato terri-bile”. La vera passione di questa donna resta il palcoscenico: “Mi sono fatta conquistare dal teatro per i sacrifi ci che mi ha sempre ri-chiesto, per come ci si avvici-na al personaggio analizzando-lo e imparandolo a conoscere in gruppo, discutendo con la compagnia teatrale e il regista, provando e riprovando le bat-tute in palcoscenico, con co-stume o senza, per poi arrivare ad emozionarsi davanti a un pubblico che prova le tue stes-se sensazioni. In scena dimentichi qual-siasi problema e terminata la rappresen-tazione la storia si conclude sempre. Nella vita questo purtroppo non succede, non sai mai in anticipo come e quando volgerà al termine la circostanza che stai vivendo”. Emanuela ama i fi lm stranieri e le commedie italiane degli anni Sessanta e Settanta: “Ho anche due miti: Raimon-do Vianello e Sandra Mondaini. Li ho visti più volte e conosciuti personalmente tanto da sperare, un giorno, di poter con-durre un varietà simile ai loro, con can-tanti, attori e ballerini professionisti. Ov-viamente sarebbero aboliti i raccomandati. I coniugi Vianello sono sempre stati personaggi veri che prima di mettere in scena le loro rappresentazioni provavano a lungo e studiavano la tecni-ca con precisione. Li ho guardati per ore, da piccola, in ginocchio sul tavolo dei miei nonni e alla scomparsa di Vianello ho provato un forte dispiacere”. Dal 2009 la Tittocchia cura la rubrica settimanale “Lettere sull’amore” all’interno della tra-smissione Mattino 5 che lei ha defi nito “uno spazio per chi ha ancora voglia di gioire e soffrire analizzando un misterio-so sentimento”. Nello stesso anno l’attri-

ce partecipa al fi lm tv Non smettere di sognare, regia di Roberto Borch: “E’ sta-ta l’esperienza più appagante della mia vita perché gli attori sono stati rispettati e

considerati come non mai. Abbiamo avu-to un buon successo tanto da essere scrit-turati per la successiva serie. Il regista aveva parlato chiaro: c’erano poco tempo e soldi scarsi, si doveva lavorare sodo, anche fi no alle tre di notte, per realizzare il tutto al meglio e senza sprecare risor-se”. Del segno del leone, ascendente ver-gine, la conduttrice si descrive così: “Le caratteristiche zodiacali corrispondono: sono aggressiva, poco diplomatica, dico sempre quello che penso guardando la gente negli occhi e provo grandi senti-menti. Sono un vulcano di idee tanto che a volte mi spavento da sola. Allo stesso tempo, come quelli che hanno per ascen-dente la vergine, cerco di tirar fuori il lato razionale di me e trattenermi dal fare paz-zie. Una lotta continua tra due modi di essere insomma”. Poi un duro pensiero rivolto alla programmazione televisiva odierna: “I telespettatori parlano di tv spazzatura ma in fondo sono loro che se la cercano perché, probabilmente, piace. Se le persone premessero i tasti del tele-comando per cambiare canale certi pro-grammi senza signifi cato smetterebbero di esistere”. In vista dei mondiali di cal-cio si prepara a tifare: “Amo molto que-

sto sport come mio padre che ha ar-bitrato parecchio e se posso non mi perdo una partita. La mia squadra del cuore è la Juventus. Sarà perché sono

nata nell’epoca di campio-ni come Platinì. I mondiali più belli, in cui avevamo una squadra sincera e spe-ciale, sono stati quelli del 1982. Invece l’ultima vitto-ria mondiale dell’Italia l’ho festeggiata a Roma al Pa-rioli con un gruppo di ami-ci.”. L’estate prossima Emanuela tornerà in Pu-glia, nel Salento, dove tra-scorrerà le ferie con una

cara amica: “Adoro queste terre. Inoltre, più avanti, vorrei visitare l’America e in particolare la Califor-nia. Mi piace anche Londra”. E nel boom della polemica sulle “rifatte” della televisione: “Amo la naturalez-za, tuttavia non giudico chi si fa cor-reggere qualche imperfezione perché nel nostro lavoro l’immagine è im-portante. Ma vorrei invitare le ragaz-zine a non abusare di questi sistemi che comunque restano pericolosi perché c’è di mezzo l’anestesia e qualche rischio. Invece non sopporto gli uomini con le labbra rifatte e pur-troppo ce ne sono molti. Comunque sia i personaggi vivono sempre sotto l’occhio del ciclone e non devono maltrattare paparazzi o fotografi solo perché riescono ad immortalare i loro difetti. Questo fa parte del gioco altrimenti si deve evitare di cercare la celebrità. I giornalisti svolgono semplicemente il loro lavoro. Ovvia-mente quando ti scoprono con l’amante dà fastidio ma, invece di colpevolizzare loro, sarebbe meglio evitare di tradire chi ti ama”.

Page 10: &co. Magazine maggio 2010

maggio 2010 | 10

di Daniela Capone

A ormai più di un mese dalla fi ne delle elezioni, possiamo fi nal-mente iniziare a tracciare le righe

di quest’ultimo periodo di battaglia elet-torale. Cartelloni con foto e promesse, gadgets, slogan ed interviste sono state le armi di questa belligeranza per la con-quista del Pirellone nello scontro politico di Primavera. La politica ha visto nuovi metodi di persuasione, scontri all’ultimo voto e una competitività di solito celata ed invece emersa, esplicitata e palesata nell’ultima tornata amministrativa.

Il mese di aprile ha quindi portato alla luce nomi di vincitori e vinti, partiti politici che hanno scalato ed altri che hanno scavato, scendendo nel consenso popolare.Innegabile è stata la vittoria del centro destra, non solo nel nostro territorio, ma in molte delle regioni andate alle urne a fi ne marzo.A Pavia e nella sua provincia, sono emersi elementi che si sono poi rivela-ti l’esatto rifl esso di ciò che è accaduto nell’Italia intera.

Due principalmente i dati sbalorditivi ed entrambi con provenienza da un unico partito: la Lega Nord.A livello regionale Angelo Ciocca pri-meggia con quasi 19 mila preferenze, mentre nella competizione comunale, a Vigevano, Andrea Sala vince il ballot-taggio schiacciando anche il Pdl e innal-zando il partito del Senatùr al 73%.Nato agli inizi degli anni ’90, il partito di Bossi inizialmente raccolse il consen-so della protesta, sviluppandosi poi sui temi del federalismo fi scale e la difesa

L’ultima speranzadel sole delle Alpi

Page 11: &co. Magazine maggio 2010

11

ATTUALITÀ

del territorio, ha raccolto il favore delle regioni del Nord, e ora sembra addirit-tura candidarsi a voler guidare l’intero Paese.Fiumi di inchiostro sono stati spesi nell’analisi del voto alla Lega, non più fi glio della protesta né, nella sua com-pletezza, frutto di fede e convinzione po-litica, ma un voto territoriale alla ricerca di una nuova identità che nella difesa del territorio di riferimento, della propria casa, accomuna lumbard di antica e nuo-va stirpe. Una preferenza manifestata da

parte di coloro che, persa la fi ducia nella politica, accolgono le promesse di chi si impegna per il cambiamento.Osservando dal punto di vista provin-ciale, la Lega in campagna elettorale ha agito diversamente rispetto agli altri par-titi, alleati e concorrenti.Ciocca e Demartini, consigliere regio-nale uscente del partito di Alberto da Giussano, hanno impostato la campagna elettorale stando in mezzo alla gente, manifestando e dichiarando un’assoluta disponibilità che altri candidati non sono

stati capaci di esprimere.“Il mio motto - sottolinea Angelo Cioc-ca, affi ancato da Roberto Mura, senatore e segretario provinciale del partito ver-de - ancor prima della mia candidatura a consigliere regionale è sempre stato ‘Fare per la nostra gente ’ ed è anche il motivo per cui ho iniziato la mia espe-rienza politica. Fare politica per me signifi ca stare in mezzo ai cittadini ed ascoltare le loro esigenze, signifi ca usci-re dai palazzi e prendere contatto con le mille realtà che ci circondano”.

Potere verde,le recenti elezioni hanno consegnato il Nord alla Lega

che recita il ruolo di alleato forteall’interno della coalizione di centro destra

parte di coloro che, persa la fi ducia nella politica, accolgono le promesse di chi simpegna per il cambiamento.

Osservando dal punto di vista provin-i l l L i l l h

stati capaci di esprimere.“Il mio motto - sottolinea Angelo Cioc-ca, affi ancato da Roberto Mura, senatore e segretario provinciale del partito ver-d i d ll i did

Potere verde,nsegnato il Nord alla Legacita il ruolo di alleato fortecoalizione di centro destra

Page 12: &co. Magazine maggio 2010

maggio 2010 | 12

Roberto Mura, caricando le sue parole di credo politico ci tiene a evidenziare: “La vittoria alle elezioni è un motivo in più per crederci, per lavorare ancora più duramente e poter cambiare. La nostra gente ci ha dato fi ducia ed è nostro do-vere fare in modo che le loro speranze diventino una realtà per il domani ed una sicurezza per i nostri fi gli”.Non meno pathos esprimono le paro-le del neo eletto sindaco Andrea Sala: “Non ci siamo mai arresi, perché la no-stra politica è basata sul lavoro e sullo sviluppo del nostro territorio. Le vittorie ottenute in queste elezioni sono il risul-tato dei nostri sforzi e della capacità di raggiungere gli obiettivi”.Insomma, è innegabile. Il dato che emer-ge in queste elezioni di primavera è che il Nord ormai appartiene alla Lega. E il recente scontro tra Berlusconi e Fini non fa altro che aggiungere tessere al mosaico leghista. Lo si denota dalla convinzione delle parole di Bossi quan-do minaccia di sciogliere il legame con gli alleati, lo si denota dalle poltrone as-segnate in regione Lombardia, lo si de-nota perché la gente è stanca di sentirsi messa da parte. La Lega Nord dichiara di voler cambiare il modo di far politica ed iniziare ad ascoltare la sua gente e su questa dichiarazione raccoglie consensi.Ma è davvero così? Perché si sa…la po-litica è così affascinante proprio perché imprevedibile.Qualche dubbio sinceramente ci assale dopo la lettura della compagine scelta da Formigoni per guidare la Regione che lascia Pavia relegata in un angolo. La Lega ha davvero ascoltato la propria gente lasciando con un pugno di mosche la rappresentanza pavese e ignorando le quasi 20.000 preferenze di quello che si è dimostrato essere il suo uomo di pun-ta?Perché al primo degli eletti in Lombar-dia è successo proprio questo. Ignorando le preferenze dei pavesi, Angelo Ciocca è stato messo da parte senza se e sen-za ma. E ancora, sarebbe così opportu-no minacciare di sciogliere l’alleanza quando proprio quest’ultima ha aiutato

il Carroccio a raggiungere le vette più alte della politica italiana? E non ultimo, il famoso federalismo fi scale riuscirà a sollevare almeno un pezzo d’Italia?Insomma, a tratti questa Lega sembra convincere, o forse è solo l’unica spe-ranza rimasta. Ha sicuramente convinto l’intero Veneto e l’intero Piemonte ma ora tocca ai loro politici dimostrare che il voto di tanti non è stato una sempli-

ce X e che la conversione al Carroccio è stata essenziale per trasformare il Pa-ese, dargli uno scrollone (forse prima al Nord del Paese per poi trascinarselo tutto intero) e sollevarlo dalla crisi, dalla disoccupazione, dal malgoverno, dagli scandali, dai clandestini, dalle malversa-zioni, dalla politica fatta e vissuta solo a fi ni personali e portarlo verso una luce di speranza.

Angelo Ciocca

Page 13: &co. Magazine maggio 2010

13

ATTUALITÀ

Lodiverde comeil resto del Nord

Pietro Foroni

Quando gli si domanda se la Lega Nord deve il suo successo elet-torale, ormai consolidato, al

voto di protesta, Pietro Foroni, presiden-te della Provincia di Lodi, non si lascia nemmeno sfi orare dal dubbio.“Per chi, come me, crede in certi ideali da sempre, la Lega non è mai stata un movimento di protesta. C’è una parola che negli ultimi vent’anni noi militanti non abbiamo mai dimenticato e quella parola è “federalismo”. Ciò signifi ca che abbiamo sempre avuto le idee ben chiare su dove volevamo arrivare e quando hai qualcosa da proporre non puoi essere ca-talogato come sola protesta”.Foroni ammette peraltro che all’esterno del movimento, dunque per l’elettorato, in alcune fasi l’insoddisfazione verso la politica tradizionale possa aver gioca-to un ruolo nel successo di Alberto da Giussano. Ma ora non è più così: “a cosa attribuisco il nostro successo? Princi-palmente alla coerenza. La storia ci ha insegnato dove stanno gli errori delle ideologie e dei partiti: le prime impon-gono dogmi preconcetti e fi niscono con lo scontrarsi con la realtà, che dà loro torto. I partiti, invece, spesso scelgono da che parte stare rispetto ad un qualsiasi tema non in base a ciò che è bene per i cittadini, ma in base alla convenienza, alla logica delle alleanze, o alla necessi-tà di incunearsi in una fetta di elettorato non ancora occupata da altri ”. Ma il tempo è galantuomo e le scelte dettate dalla coerenza alla fi ne pagano:

“chi, a tutti i livelli, ha provato a mettere insieme quelli della spesa proletaria con la grande industria, i Teodem con gli atei o gli anticlericali col solo scopo di vin-cere le elezioni, è esploso velocemente. Chi dell’immigrazione ha fatto una ban-diera ideologica accusando di razzismo chi cercava semplicemente di prevenire gli sconquassi di fl ussi migratori senza regole, se ne deve assumere le respon-sabilità”.“La Lega invece agisce secondo un si-

stema di principi e di valori noti, cui la gente si affi da volentieri perché sono “testati” dai nostri padri, dai nostri non-ni. Poi, dinanzi alle mille sfi de che i cambiamenti del mondo pongono quoti-dianamente, la Lega agisce con pragma-tismo e concretezza, due virtù che ci de-rivano dall’essere sempre in mezzo alla gente. Se la politica decide in base alle “sue” logiche, se impone la sua visione anziché rappresentare quella del popolo, ha fallito in partenza”.

Pietro Foroni,presidente della provincia

di Lodi ovvero la forzadelle idee chiare

e la coerenza per perseguirle

Page 14: &co. Magazine maggio 2010

a curadell'Amministrazione Provinciale

maggio 2010 | 14

Il grande patrimonio dei prodotti agro-alimentari si valorizza con l’adozione di marchi di qualità, condivisi a li-

vello europeo e nazionale e noti con gli acronimi DOP – IGP – STG e per il vino DOC – DOCG e IGT (Denominazione di Origine Protetta – Indicazione Geo-grafi ca Protetta – Specialità Tradizionale Garantita - Denominazione di Origine Controllata – Denominazione di Origine Controllata e Garantita – Indicazione Ge-ografi ca Tipica) introdotti dalla Comuni-tà Europea al fi ne di tutelare produzioni che siano caratterizzate da composizioni o metodi di produzione tradizionali.I prodotti che possono assumere tali de-nominazioni non sono pertanto semplici prodotti tipici, ma rispondono a regole di produzione ben precise e sono quindi sinonimi uffi ciali di tradizione e qualità.La Regione Lombardia ha raggiunto un posto di rilievo a livello europeo per il numero di marchi di qualità che caratte-rizzano la sua produzione agroalimenta-re e di questi, più di 50 provengono dalla sola provincia di Pavia. Dai salumi della Comunità Montana, ai salami d’oca tipici della Lomellina, ai cereali e soprattutto al vino e al riso, la nostra provincia offre una rilevante quantità di sapori intimamente legati al territorio. Le eccellenze enogastronomiche si rive-

lano uno strumento effi cacissimo per far conoscere la storia, la cultura, il paesag-gio, il clima e naturalmente le tradizioni alimentari di questa terra. L’Oltrepò ha la conformazione di un triangolo, simile ad un grappolo d’uva, incuneato tra Emilia Romagna e Pie-monte fi no a toccare la Liguria e non a caso produce vino, che ben si accompa-gna ad una buona fetta di pane bianco e al ben noto Salame di Varzi; prelibato salume che i mercanti che attraversarono nel passato la Via del Sale” (che collega la pianura padana al mare) contribuirono a diffondere sui mercati di tutta Europa.Negli anni ’80 è nato il Consorzio Vo-lontario Produttori del Salame di Var-zi che ha acquisito nel 1989 la DOC e successivamente, nel 1996, il riconosci-mento europeo della DOP. Oggi il Con-sorzio è diventato di Tutela “con compi-ti di assistenza, promozione e servizi di commercializzazione”. I paesi presenti in Oltrepò caratterizza-ti da numerosi castelli, di antica origine

storica, sono abitati da gente semplice e operosa che si è data alla coltivazione dei vigneti e alla trasformazione dell’uva, producendo una grande varietà di vini bianchi freschi e profumati, spumanti di pregio e rossi corposi. Oltre a questa fascia collinare è presente una zona pia-neggiante costituita da un terreno molto fertile coltivato a cereali e ortofrutticoli. La terza fascia, quella montana, è carat-terizzata da frutteti, boschi di querce e faggi e pascoli, dove si vedono pascola-re bovini da carne, tra cui la tipica razza Varzese. Il territorio offre altri prodotti tipici di ottima qualità: formaggi tra cui il Nisso di Menconico e le formag-gette di Cima Colletta, miele e frutti di bosco, funghi, tartufi , erbe spontanee, e tra i trasformati dolci, pane, polenta e marmellate. Il primo posto è comunque occupato dalla produzione di vini DOC, il cui disciplinare menziona ben 42 Co-muni che rappresentano tutta la fascia collinare dell’Oltrepò Pavese. Le uve dell’Oltrepò hanno nomi conosciuti tra

La qualitàdelle produzioni

tipiche pavesiOltrepò, un dolce dilagare di verdi onde,incuneato tra Emilia, Piemonte e Liguria,

scrigno di prodotti eccelsi e paesaggi di rara bellezza

Provincia di Pavia

Uffi ci: V.le Taramelli, 2 - 27100 Pavia Segreteria dell'Assessore: Tel. 0382.597833 / 597834 fax: 0382.597781 [email protected]

Page 15: &co. Magazine maggio 2010

15

I.P.

le rosse: Barbera, Croatina, Pinot Grigio, Pi-not Nero e Uva Rara, tra le bianche nomi al-trettanto noti come Cortese, Moscato, Pinot Bianco, Riesling Italico e Renano. Il Pinot viene utilizzato nella preparazione di famosi vini spumanti di particolare vanto per l’Ol-trepò, mentre ci sono alcune nicchie di pre-gio come il Sangue di giuda e il Buttafuoco storico. Più di 20 sono le DOC rappresentate come “Oltrepò Pavese” e una produzione altamente signifi cativa di vini a Indicazione Geografi ca Protetta. Negli anni ’60 è nato il Consorzio di Tutela Oltrepò Pavese che in tutti questi anni ha assistito e tutelato i produttori della DOC e ha svolto con com-petenza attività di assistenza e promozione sia in Italia che all’estero, in sinergia con gli Enti Locali e regionali presenti sul territorio. L’Assessorato all’ Agricoltura e alle Riserve Naturali della Provincia di Pavia sostiene iniziative di promozione dei prodotti locali: partecipa a eventi, seminari, convegni, orga-nizza iniziative di divulgazione per operato-ri di prodotti a marchio - in collaborazione con il Settore Turismo e la Camera di Com-mercio - al fi ne di favorire la conoscenza delle produzioni tipiche locali da parte di operatori del mercato agro-alimentare di segmento alto, in particolare gli operatori professionali dell’alta gastronomia.“Credo che la qualità e la varietà degli ali-menti in mostra nei negozi e nei supermer-cati cresca costantemente, ma il linguaggio semplice e incisivo dei prodotti tipici di più antica tradizione, il loro gusto sincero, eser-cita attualmente sul consumatore un fascino crescente – afferma Mario Anselmi Asses-sore all’Agricoltura e Riserve Naturali della Provincia di Pavia – e inoltre, rappresenta una calamita di attrazione che induce i turisti a visitare il territorio pavese e ad acquistare i prodotti locali direttamente dal produttore, negli spacci aziendali o nei mercati e a de-gustarli presso gli agriturismi e i ristoranti”.

MARIO ANSELMI - ASSESSORE ALL'AGRICOLTURA E ALLE RISERVE NATURALI DELLA PROVINCIA DI PAVIA

Page 16: &co. Magazine maggio 2010

maggio 2010 | 16

Il 2 giugno lo spettacolo di oltre 1.000 tra

ciclisti e cicliste da tutta Italia su un per-

corso splendido che interessa tutto l’Ol-

trepò; in più il primo Festival dello Sport,

una settimana di “sport & festa” per tutti,

cantine aperte, sapori, storia, tradizioni

e molto altro ancora! Un “Tour” (anzi un

“Gran Tour”) davvero speciale è in pro-

gramma mercoledì 2 giugno 2010 a Tor-

razza Coste, da dove partirà il “Gran Tour

dei Vigneti”, prova di Coppa Lombardia

e di Campionato Italiano Gran Fondo e

Medio Fondo. Ma non è solo una corsa

ciclistica, grazie all’impegno della Pro-

vincia di Pavia, del Comune di Torrazza

Coste, del Team Bike Oltrepò e dei tanti

volontari impegnati sarà possibile vivere

un evento speciale all’insegna dello sport

e dello stare insieme, fatto di tante inizia-

tive (il Festival dello Sport, una settima-

na di giochi e prove sportive per bimbi,

ragazzi, mamme, papà e nonni, cantine

aperte, degustazioni e molto altro). E

in più la grande lotteria torrazzese con

premi come una Panda Actual, un viag-

gio, uno scooter e molto altro ancora! In

pratica una grande festa che permetterà

a quanti verranno a Torrazza Coste di pro-

vare l’ospitalità della gente dell’Oltrepò.

“Il Gran Tour dei Vigneti – ci spiegano

Giancarlo Versiglia (presidente del Team

Bike Oltrepò) e Massimo Piccinini – sta

crescendo e le adesioni sono già tantis-

sime. Tra l’altro gli appassionati che sce-

glieranno la nostra gara troveranno nel

pacco gara dell’ottimo vino (off erto dalle

Cantine Torrevilla) e altri prodotti tipici

della nostra zona”: E in più il privilegio

di pedalare in luoghi di rara bellezza, in

compagnia di grandi del pedale come

Eugenio Berzin ed Emanuele Bombini,

Per tutti vi sarà il sorriso, la simpatia e la

bellezza di Miriana Trevisan, madrina del-

la gara. “Tutta Torrazza Coste sente que-

sto evento – ci dicono il sindaco Erman-

Gran TourGran Tourdei Vigneti dei Vigneti 20102010

Page 17: &co. Magazine maggio 2010

17

I.P.

no Pruzzi, l’assessore Massimo Campora

e i consiglieri Ennio Tundis e Alessandro

Ghia – gran parte della popolazione è

impegnata nell’organizzazione con entu-

siasmo. Traspare in tutti grande passione

e impegno per un evento che vede im-

pegnati, in unione di intenti, le istituzioni,

le associazioni (in primis l’attivissima Pro

Loco La Nuova Torre 2009, la locale Prote-

zione Civile, il gruppo Matteo Gatti e il GS

Croce Rossa Casteggio) e i tanti sponsor.

“Il ciclismo, i suoi praticanti, i suoi valori

ben si sposano con il nostro territorio –

spiega l’assessore provinciale allo sport

Annita Daglia - e sono convinta che que-

sto evento crescerà sempre di più dando

maggior visibilità e valore a tutto l’Oltre-

pò.” - “Siamo convinti – ci dice l’assessore

provinciale al Turismo Renata Crotti – che

da eventi come il “Gran Tour dei Vigneti”

viene una reale valorizzazione del nostro

territorio, della gente, della storia, delle

tradizioni e dei prodotti enogastronomici

della nostra terra. ”La partenza della Gran

Fondo avverrà in Piazza Vittorio Ema-

nuele II alle 9.00 Due i percorsi (155 km

e 104,5 km). I primi arrivi dei ciclisti sono

previsti per le 11.30 circa. Nel primo po-

meriggio, nell’area del pasta party, vi sarà

il momento delle premiazioni.

Molto più di una gran fondo!

Page 18: &co. Magazine maggio 2010
Page 19: &co. Magazine maggio 2010
Page 20: &co. Magazine maggio 2010
Page 21: &co. Magazine maggio 2010
Page 22: &co. Magazine maggio 2010

maggio 2010 | 22

Page 23: &co. Magazine maggio 2010

23

INTERVISTAI.P.

Il 2010. Un anno importante per Ghi-

slierimusica e per Arìon Choir & Con-

sort ...

Sicuramente. Se non l’anno addirittura

più importante nella storia musicale del

Collegio e di Arìon. Con il 2010 la nostra

Stagione di Concerti, riconosciuta ormai

a livello nazionale, raggiunge l’ottava

edizione consolidandosi tra le maggiori

realtà del territorio pavese. Mi riferisco

da un lato alle collaborazioni con gli enti

pubblici, a partire dal Comune, che da

quest’anno è partner delle nostre attività,

dall’altro alla comunanza di intenti con le

altre realtà culturali del territorio: il Vitta-

dini come il Teatro Fraschini, ad esempio.

Non di meno, prosegue l’importante at-

tività di Ghislierimusica nell’ambito di

ReteOrfeo – Circuito Lombardo di Musi-

ca Antica, che conta sul sostegno della

Regione Lombardia e di Fondazione Ca-

riplo. Una realtà, che, mettendo in rete

quattro tra le maggiori stagioni di musica

antica lombarde (la nostra, la mantovana

dell’Orchestra Barocca Zefi ro, le Settima-

ne Barocche di Brescia e la stagione del

Quartettone di Milano), permette la cir-

cuitazione dei relativi gruppi e consente

l’ospitalità di gruppi di rilevanza interna-

zionale.

E il Ghislieri rispetto al Circuito ha un

ruolo di primo piano.

Ghislierimusica è il capofi la del Circui-

to, il primo partner della Rete. Impegno

che ci onora e ci gratifi ca. Con il gruppo

Arìon Choir & Consort, formazione vocale

e strumentale nata e cresciuta all’interno

del Collegio Ghislieri, stiamo costruendo

un percorso di riferimento per l’esecuzio-

ne di particolari repertori. La riscoperta di

lavori rimasti inesplorati, l’attenzione alle

rarità di scuola italianae.

Una scelta che si è rivelata vincente?

Possiamo dichiararlo con orgoglio. Ce lo

dicono i numeri: 8 anni di attività, 87 ab-

bonati alla stagione, che rimane comun-

que una stagione giovane, la crescita

dell’attività discografi ca. Questo mese di

maggio ci vedrà in edicola con la rivista

“Amadeus”, impegnati nell’esecuzione di

pagine di Perti, autore di grande valore

sebbene poco frequentato. Ma non solo.

Presto uscirà il primo cd per l’etichetta

Sony – Deutsche Harmonia Mundi. Un

riscontro discografi co di caratura inter-

nazionale, che ci fa sperare in un futuro

ancora ricco di soddisfazioni. Davvero, se

mi consentite, un sogno che si realizza,

per me, per i miei cantori, per il nostro

gruppo strumentale, per il Collegio Ghi-

slieri, che ci sostiene da sempre e senza la

cui fi ducia non saremmo quello che oggi

siamo.

Page 24: &co. Magazine maggio 2010

maggio 2010 | 24

di Andrea Pestoni

Visibilmente emozionato al suo esordio da presidente di Asm Vo-ghera Spa in occasione della con-

ferenza stampa di presentazione, Gian Franco Da Prada ha voluto rimarcare l’impegno di Asm e del suo settore co-municazione nell’organizzazione di un evento così importante. “Sono molto onorato di presentare e di partecipare alla Fiera dell’Ascensione in veste di presi-dente di Asm Voghera Spa, perché si trat-ta di una carica davvero molto importante – sottolinea Da Prada – Oltretutto Asm è anche la società organizzatrice dell’even-to e questo non può che riempirmi di gioia. Le mie più vive congratulazioni vanno agli organizzatori dell’evento, che da mesi stanno lavorando per allestire una manifestazione che è davvero il fi ore all’occhiello della nostra città. Tradizio-ne e innovazione si sposano idealmente da una parte per salvaguardare le grandi radici storiche di questa secolare manife-stazione e dall’altra per seguire sempre fedelmente il percorso evolutivo dell’of-ferta fi eristica moderna, che fa dell’in-novazione un passaggio obbligato per migliorare la propria offerta alle migliaia di visitatori che ogni anno invadono la Sensia”. Quest’anno, comunque, sarà l’ultima fi era targata Asm. L’affi damento del Co-mune scade e per le prossime edizioni, come prevede la legge, si dovrà andare alla gara d’appalto per l’affi damento dell’organizzazione.L’amministratore delegato di Asm Vo-ghera Spa, Stefano Bina, non ha dubbi.

“Parteciperemo sicuramente alla gara per l’affi damento della Fiera dell’Ascen-sione e, alla luce del buon lavoro svolto in questi cinque anni, ci auguriamo dav-vero di poter vincere per continuare il nostro cammino di innovazione e di ri-lancio della Sensia, che in questi cinque

anni ha già dato degli ottimi risultati”. Tutto il settore Comunicazione dell’Azienda di via Pozzoni, quindi, af-fi la le armi e si prepara a cercare di ag-giudicarsi l’organizzazione di un evento che negli ultimi cinque anni è stato ve-ramente apprezzato da tutti i vogheresi.

Gian Franco Da Prada“Provo onore ed emozionea guidare ASM Voghera"

Gian Franco da Prada

Page 25: &co. Magazine maggio 2010

25

ATTUALITÀ

Page 26: &co. Magazine maggio 2010

di Andrea Pestoni

628maSENSIA

2010A Voghera prende il via

la più anticamanifestazione Lombarda

Carlo Barbieri - Sindaco di Voghera

Voghera – Uno, due e tre botti, poi le luci che illuminano il cielo vogherese. Lo spettacolo pirotecnico, nella serata di domenica 16 maggio, saluterà le migliaia di visitatori

della Fiera dando appuntamento alla 629esima edizione. Quella di quest’anno è solo la numero 628, tanto basta però per esse-re la manifestazione più antica della regione Lombardia. Che detto così può essere come una medaglia da mettere al petto, ma se ci pensiamo bene… la prima manifestazione lombarda è stata made in Voghera. Una grande responsabilità, questa, che il Comune di Voghera e l’Asm Voghera Spa, ex municipalizzata e ora società per azioni di proprietà comunale a cui è stata affi data l’organizzazione dell’evento, sanno di avere, contestualmente all’onore di poter occuparsi della festa patronale cittadina.

maggio 2010 | 26

Page 27: &co. Magazine maggio 2010

27

I.P.

L’Ottica Baggini,nata nel 1920 dall’in-

traprendenza di Attilio Baggini,è un

negozio storico che vanta 90 anni di

esperienza,professionalità, competenza

e qualità.

Attualmente, il nipote Diani Maurizio ge-

stisce l’attività con successo coadiuvato

dal padre Giacomo e da Deborah.

L’ottica Baggini seleziona al meglio i pro-

pri prodotti, con l’obbiettivo di off rire

sempre tutte le soluzioni possibili alle di-

verse esigenze di vista, dando dunque ai

clienti la possibilità di avere non soltanto

un ausilio visivo ma un oggetto unico e

personalizzato che si adatta alla proble-

matica e all’estetica del viso.

Il negozio tratta diversi marchi per le

montature come Michael Kors, Calvin

Klein, Ck, Ermenigildo Zegna, Lozza,

Guess, Just Cavalli, Ray-Ban, Dsquared e

molti altri ancora e le lenti oftalmiche a

disposizione del cliente sono scelte tra

le più affi dabili e sicure tra quelle pre-

senti sul mercato, sia per il lavoro che

per il tempo libero:per ogni situazione,

il meglio per i vostri occhi e questo vale

anche per le lenti a contatto, anche co-

smetiche...il top in quanto a comfort e

innovazione!Avrete la possibilità di eli-

minare il doppio occhiale, sostituendolo

con uno dotato di lenti progressive di

ultima generazione senza dimenticare la

particolare attenzione che viene dedica-

ta ai bambini e ai loro occhiali..insomma,

qui c’è davvero la risposta ad ogni situa-

zione e cliente!

Il negozio, predispone inoltre di un labo-

ratorio per il montaggio delle lenti e la

consegna immediata degli occhiali.

L’ottica Baggini è situata nelle storica

piazza che rappresenta il cuore della

città, è un invito ad entrare per scoprire

come la qualità e la convenienza possa-

no essere davvero alla portata di tutti! Il

nostro consiglio? Provare per credere,

impossibile non trovare ciò che stavate

cercando!

Ottica Baggini,qualità dal 1920.

Page 28: &co. Magazine maggio 2010

maggio 2010 | 28

Voghera - Il Duomo

“Festa patronale – premette Carlo Bar-bieri, sindaco di Voghera – Ma che con il trascorrere degli anni ed in particola-re nell’ultimo quinquennio, è diventata sempre più una kermesse di più ampio respiro, in grado di travalicare i confi ni cittadini per proporsi come vero epicen-tro commerciale di tutta la provincia”. “La Sensia, come la chiamano comu-nemente tutti i vogheresi, non è solo il principale appuntamento cittadino, ma è anche la più antica manifestazione della Lombardia; un aspetto, questo, che con-ferisce grande prestigio a tutta la nostra Città – prosegue Barbieri - Fino allo scorso anno ho partecipato alla Sensia come semplice cittadino ma quest’anno è davvero un onore partecipare a questo importante evento in veste di Sindaco, perché la Fiera è un momento culmi-nante di svago, di divertimento ma an-che di cultura per tutti i vogheresi”. “Storia, cultura, tradizione e innovazio-ne saranno anche quest’anno i princi-pali ingredienti di una manifestazione che, negli ultimi anni, è diventata anche una importante vetrina commerciale per operatori non solo cittadini, ma anche provenienti dalle province limitrofe –

prosegue il primo cittadino - Quando taglieremo il nastro inaugurale

dell’evento troveremo una struttura pronta, un pro-

gramma completo e di alta qualità, gli

stand commer-ciali ordina-

tamente disposti all’interno del Palafi era e la storica fi era agricola nell’area Fer-mi. Tutto ciò che alle migliaia di visi-tatori può sembrare essersi creato magi-camente dal nulla, è invece è il brillante risultato di mesi di duro lavoro, ed è per

questo motivo che prima di concludere questo mio breve intervento ritengo do-veroso ringraziare in primo luogo Asm Voghera Spa per il fondamentale lavoro svolto in questi cinque anni”.

Page 29: &co. Magazine maggio 2010

29

PAVIA E PROVINCIA

Più di sei secoli di storia fanno del-la Fiera dell’Ascensione non solo la manifestazione più antica della

Regione Lombardia, ma anche un evento storico pieno di aneddoti e curiosità. Ve-diamone qualcuno tra i più signifi cativi e soprattutto tramandati nelle varie gene-razioni. Una delle grandi attrazioni dell'Ascen-

Seicento anni di aneddoti, singolarità e stravaganze

La Sensia curiosa

sione a Voghera un tempo e in parte an-cor oggi, è la funzione della Santa Spina in Duomo. Questa reliquia, che il popolo erroneamente crede donata dalla regina Teodolinda, durante le funzioni è fatta scendere, retta dal sacerdote, dall'alto del tempio in mezzo alle nubi, racchiusa in un preziosissimo ostensorio; e quindi, a funzione fi nita, è fatta risalire. Il pit-

Page 30: &co. Magazine maggio 2010

maggio 2010 | 30

toresco apparecchio ideato dal pittore vogherese Borroni, desta molta impres-sione nel popolino, specialmente delle campagne, che accorre in folla allo spet-tacolo.Ecco un’altra interpretazione della sto-riografi a della Sensia. Anticamente nel giorno dell' Ascensione si usava far salire e scomparire in alto della chiesa una immagine di Cristo. È evidente che dal ricordo tradizionale di questa costumanza è nata nel Borro-ni l'idea della macchina che fa salire la Santa Spina. Nei primi due decenni del secolo XIX non troviamo altro, nei festeggiamen-ti dell'Ascensione, che illuminazione e funzioni religiose. La prima novità appare nel 1824, ed è

l'esposizione di un elefante vivo nel cor-tile del Quartier Grande, che un girova-go faceva ammirare per 25 centesimi.La seconda si ebbe nel 1827 e fu rap-presentata da quel volo dell'asino di cui parlavano alcuni vecchi, ai quali nessu-no voleva prestare fede. Edotti di certe antiche costumanze narrate dal Villani (Cronica, l. VII, cap. 132) e dal Muratori (Antichità ital., Diss. XXIX) e rammen-tando la festa annuale romana di Vesta dell' 8 giugno, in cui un asino era con-dotto incoronato per le strade, noi cre-devamo possibile e antico il volo accen-nato. Avemmo poi conferma che il volo dell'asino a Voghera nulla ha da vedere con tali tradizioni, ma era effettivamente avvenuto il 4 giugno dell'anno 1827. Nel 1838 per iniziativa e sottoscrizione dei

Voghera - le colline della Valle Staffora

Page 31: &co. Magazine maggio 2010

31

INTERVISTA

orario continuato lun-ven dalle 9,00 alle 19,30

ORIGINAL POINTIDEAL LINE

Dove puoi trovare trattamenti di perdita peso, anticellulite, rassodanti, relax, viso-corpo ed estetica tradizionale

cittadini e concorso del Municipio, fanno la loro prima comparsa in programma i fuochi d'artifi zio e la cuccagna, divertimenti che non hanno più abbandonata la festa dell' Ascensione. Nel 1839 viene in uso la corsa nei sacchi, detta corsa dei fantini. Nel 1853 si vedono nuovi giuochi popolari. come sentieri pensili detti rompicolli, triangoli giranti e quei secchielli d'acqua sospesi recanti at-taccato un premio, la cui conquista faceva rovesciare l'acqua in capo al con-quistatore. Nel 1872 appare la tombola col

Voghera - I Comune e il PalaoltrePò

Page 32: &co. Magazine maggio 2010

maggio 2010 | 32

Il bollito mistola ricettapremio di due buoi, conservata ancor oggi con la sostituzio-

ne del premio in denaro; negli anni successivi i divertimenti variano, si moltiplicano modernizzandosi, ma conservando però sempre la tombola. La processione non ha più l'impor-tanza d'una volta, quando il corpo municipale vi interveniva al completo insieme al presidio e si diramavano inviti alle signore della città perché vi prendessero parte. Si innaffi a-vano allora e si ripulivano tutte le vie per le quali doveva passare il corteo e si ricoprivano di tele tese in alto tra una casa e l'altra, mentre si addobbavano di drappi tutte le fi ne-stre. Gli innumerevoli baracconi che prima si erigevano in piazza del Duomo ed ora in quella di San Bovo, e che for-mano la delizia dei bambini, risalgono alla metà del secolo scorso. Rimangono ancora ad attestare la semplicità antica i banchetti dei caratteristici zufoli di terracotta in forma di uc-celli, cavallini e campanelli di foggia rozza e primitiva; delle trombettine, delle ciambelle, dei giocattoli e dei tradizionali lecabon. che forse presero nome dall'immancabile gesto dei bambini allorquando si regala loro un dolce, e che consiste in una preliminare leccatina di degustazione allo zucchero

Page 33: &co. Magazine maggio 2010

33

INTERVISTA

In una capace pentola riunite 1 grossa carota, 1 costa di se-

dano, 1 cipolla, 1 gambo di prezzemolo, 1 foglia di alloro,

2 grani di pepe. Aggiungete 2 litri d' acqua, salate e portate

a bollore. A parte cuocete un cotechino e sgrassatelo. Quan-

do l' acqua raggiunge il bollore aggiungete le diverse carni. Il

consiglio è di farvi dire dal macellaio i vari tempi di cottura dei

singoli pezzi. L' ordine di cottura comunque è questo: 1 kg di

polpa di manzo, 250 g di piedino di vitello, 1 cappone, 300

g di testina di vitello, e il cotechino. Il bollito dovrà cuocere

molto a lungo, anche 4 ore. Se si asciugasse troppo, bagnate

con altra acqua bollente. Come servirla - Una volta cotta, la

carne va tagliata a fette spesse e servita su un grande piatto di

portata, con il manzo ben diviso dal vitello e dal cappone. Tut-

te le carni andranno salate in superfi cie con una manciata di

sale grosso e cosparse con un mestolo di brodo, risultato della

cottura. Il suggerimento è di servirlo con le salse d' accompa-

gnamento in piccole ciotole a parte.Qualcuno lo accompagna

anche con un pezzo di grana, saporito e sostanzioso, da sgra-

nocchiare dopo la carne.

che lo ricopre, prima di procedere al morso risoluti-vo. Naturalmente è giorno di inviti agli amici e parenti lontani, i quali giungendo ricordano immancabilmente l' antico scherzoso detto: a ra Sensia a s' mangia i tre pitans, carna, buì, e manz, cun ra cua dra cagna par fà ra bagna. (AlI' Ascensione si mangiano tre pietanze, car-ne, bollito e manzo. con la coda della cagna per fare il sugo). Con esso si allude forse all' antica semplicità con cui venivano trattati gli ospiti, perché carne. bollito e manzo in vogherese sono sinonimi del lesso. Ma il piatto ricercato del giorno è lo storione, che immanca-bilmente fi gura nel mercato del mattino e più special-mente nella bottega dei principali salumieri. Nel giorno dell' Ascensione è uso tradizionale seminare negli orti le verdure di stagione. In principio del secolo passato la sera dell'Ascensione, dopo lo spettacolo in teatro, vi s'iniziava il ballo, che durava tutta la notte. Nel periodo dal 1875 al 1878, durante il Sindacato di Carlo Gallini, nel salone del Municipio si tenevano ricevimento con rinfreschi a spese del Sindaco.

Page 34: &co. Magazine maggio 2010

maggio 2010 | 34

La Sensia

Artisti locali e nazionali, sport, cultura, musica e tanto divertimento. Come ogni anno, anche il programma della

628esima Fiera dell’Ascensione è completo e diretto alle esigenze delle migliaia di vi-sitatori che ogni anno fanno tappa alla Sen-sia. Quest’anno la Fiera si terrà dal 12 al 16 maggio nella storica sede dell’ex caserma di cavalleria, ma il Palashow aprirà i battenti già a partire dall’8 maggio prossimo. Primo ap-puntamento alle ore 17,00, nella sala della bi-blioteca civica Ricottiana, con la presentazio-ne della seconda edizione del libro sul mitico “Ariston”, scritto da Lorenzo Nosvelli. In sera-ta, invece, l’ormai tradizionale appuntamento con il pugilato. Il ring che verrà allestito nel palashow. Domenica 9 maggio tanti gli appun-tamenti in calendario, il concerto della Rock Music Band (ore 16,00), il saggio musicale della scuola Leonardo Da Vinci (ore 18.00), la danza tra arte e passione a cura della Tarditi Studio Dance (ore 21,00) e il Duilio Pizzocchi Show, risate sotto le stelle a cura del comico bolognese. Lunedì 10 maggio, alla piscina co-

Sport, musica, poesia,danza, spettacolo, mostree molto altro ancora

Page 35: &co. Magazine maggio 2010

35

INTERVISTA

appuntamenti

munale, ci sarà il trofeo Città di Voghera, organizzato dall’associazione vogherese nuoto, mentre alle 21,00, sempre al Pa-lashow, salirà sul palco la Rondoband per un concerto di musica anni 60 e 70. Mar-tedì 11 maggio, vigilia della grande inau-gurazione, grande spettacolo di mimo al teatro San Rocco (ore 21,00) mentre sot-to il tendone del palashow musica anni

70 e 80 con Let’s Groove. Mercoledì 12 maggio, alle ore 18,00, la grande inau-gurazione della 628esima edizione della Sensia, con la celebrazione della Messa e il taglio del nastro alla presenza delle autorità. Alle 21,00 al palashow grande spettacolo con Gabry Gabra & Gem Boy Bikini (direttamente da Colorado Cafe) e la presenza dei coscritti che sfi leranno sul

15 maggio15 maggioore 21.00ore 21.00

i Turbolentii Turbolenti

Page 36: &co. Magazine maggio 2010

(1)

maggio 2010 | 36

palco. Giovedì 13 maggio, alle ore 16,00, nella sala del museo storico vogherese, si terrà un convegno sul bullismo giovani-le, impreziosito dalla partecipazione del mondo scolastico. Alle 21,00, invece, grande appuntamento con il Sensia Day e, direttamente dagli studi di Antenna 3, la festa in piazza tour con l’esibizione di artisti famosi e meno famosi. Allieterà la serata l’orchestra Portofi no Band. Vener-dì 14 maggio, alle ore 11,00, spazio agli appassionati del basket con l’esibizione al palashow della squadra Phoenix Iria. All’area Fermi, invece, ci sarà l’inau-gurazione della Fiera Agricola, storico appuntamento per tutti gli operatori del mondo agricolo. Nel pomeriggio, spazio ad un convegno sul benessere alimentare e ad un concorso fl oreale nel cortile sud dell’ex Cavallerizza. Oltre all’ormai tra-dizionale gara di torte organizzata dalla Pro loco, alle ore 17,00, presso la biblio-teca civica Ricottiana, ci sarà una degu-stazione di salame di Varzi e bonarda a cura di Slow Food mentre la serata sarà caratterizzata da un’esibizione musica-le del Centro Studi Danza prima e dal concorso Sosia Cercasi 2 alle ore 21,00 (presso il Palashow). Alle ore 22,00 spet-tacolo di danza “La febbre del sabato sera” con Lele Dinero, il Tony Manero italiano. Ancora basket sabato 15 mag-gio con la società Olimpia (ore 11,00

al Palashow), mentre alle 17,00, al teatro San Rocco, il prestigioso con-corso internazionale di poesia Città di Voghera. Alle 19,30 lo spettacolo della California Dance Academy, poi lo spettacolo Non solo danza, la pre-miazione del concorso Top Stand e in-

fi ne, alle 21,00, grande spettacolo con i Turbolenti, comici provenienti da Colo-rado Cafè. Domenica 16 maggio ultima giornata della kermesse, con grandi ap-puntamenti. Si inizia subito alla mattina, alle ore 10,00, al Palashow con il grande appuntamento dedicato ai nostri amici a

12 maggio12 maggioore 21.00ore 21.00

Gem Boy BikiniGem Boy Bikini

Page 37: &co. Magazine maggio 2010

37

INTERVISTA

quattro zampe. Qua la Zampa 3 premierà infatti miss e mister dog. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’En-pa di Voghera. Alle ore 15,00 la sfi lata delle carrozze storiche dell’istituto agra-rio Gallini mentre alle 16,00 si esibirà in concerto la Chitarrorchestra. Alle ore 19,45 la palestra Malibù presenterà lo spettacolo Soundtrack. Spettacolo, mu-sica e divertimento alle ore 21,00 sul palco del Palashow con l’iniziativa orga-nizzata dalla G&G Dance School. Alle ore 23,00, infi ne, il grande spettacolo pi-rotecnico che saluta tutti i visitatori della Sensia e da l’appuntamento al prossimo anno, alla 629esima edizione della ker-messe più importante dell’anno. Per tut-ta la durata della Fiera sarà inoltre possi-bile visitare lo stand della Croce Rossa e il mercato degli ambulanti che, nel week end della Sensia, saranno nelle vie limi-trofe dell’ex caserma di cavalleria.

16 maggio16 maggioore 10.00ore 10.00

Qua la Zampa 3Qua la Zampa 3

Page 38: &co. Magazine maggio 2010

maggio 2010 | 38

indirizzi utili

indirizzi utili

Page 39: &co. Magazine maggio 2010

39

I.P.

Page 40: &co. Magazine maggio 2010

maggio 2010 | 40

Page 41: &co. Magazine maggio 2010

41

I.P.

Assicredito:quasi come … e più di una banca

Nel complicato ed a

volte confuso mon-

do assicurativo esiste

una realtà abbastan-

za chiara e trasparen-

te come Assicredito.

Assicredito è un'agen-

zia moderna ed attiva

nel pavese da quasi un decennio con una

vasta clientela ormai consolidata e soddi-

sfatta.

"Quasi come una banca" è il motto

dell'Agenzia Assicredito di Pavia che

propone, come una banca, una serie di

servizi, permettendo la risoluzione delle

problematiche senza eccessiva perdita di

tempo nella piena fi ducia e soddisfazione

del cliente.

Prodotti come Genial+, un prodotto nuo-

vissimo altamente concorrenziale nel

settore dell'automobile, delle moto e dei

caravan, oltre ai veicoli commerciali.

Assicredito propone una varietà di pro-

dotti assicurativi rivolti alle piccole e

medie aziende artigiane, commerciali ed

industriali come furto, incendio, respon-

sabilità civile.

Assicredito è anche una realtà per la tute-

la della propria abitazione, della persona

edel patrimonio, con prodotti mirati deci-

samente concorrenziali sul mercato, ade-

guati alle nuove problematiche sanitarie

attuali.

Assicredito con il prodotto Assiclassic

propone anche un prodotto specifi co per

veicoli d'interesse storico e collezionisti-

co.

Assicredito con Compass, propone pre-

stiti personali in 24 ore e cessione del

quinto dello stipendio o della pensione.

Page 42: &co. Magazine maggio 2010

maggio 2010 | 42

La Cooperativa OFTAL, Cooperativa So-

ciale di Solidarietà Sociale-Onlus, ha una

lunga esperienza maturata nel campo

dell’assistenza a malati, disabili e perso-

ne svantaggiate non inseribili nel mondo

del lavoro: nasce infatti ’91 su iniziativa

di un gruppo di 14 volontari pionieristici

guidati da un medico di Voghera, Dani-

lo Cebrelli. L’obiettivo dei fondatori fu la

nascita e la gestione di una struttura re-

sidenziale di accoglienza a Montebello

della Battaglia. La struttura è stata ulti-

mata nel ‘93, anno in cui ha aperto le por-

te ai primi ospiti e intitolata poi nel ’94 a

Monsignor Rastelli. Da allora la residenza

è diventata un punto di riferimento per

l’assistenza in provincia di Pavia, come ci

conferma l’attuale presidente di OFTAL,

Giovanni Gastaldo. Infatti, dopo l’accre-

ditamento in Regione come Istituto As-

sistenziale per handicappati nel ‘95, nel

2006 ha ottenuto il riconoscimento di Re-

sidenza Sanitaria per Disabili. L’istituto si

trova in una zona fuori dal centro abitato,

in collina e dispone di 4.000 mq di spazio

verde, 18 camere a due letti disposte su

2 piani, più varie sale per le attività in co-

mune. “La nostra attività risponde all’esi-

genza di dare una risposta di accoglienza

continuativa, di sostituzione dell’ambien-

te familiare mancante a persone bisogno-

se di aiuto solidale e continuo” sottolinea

Gastaldo. Attenta e completa l’attività

che la cooperativa svolge nei confronti

degli ospiti: assistenza di medicina gene-

rale, consulenza psichiatrica e fi siatrica,

infermieristica, socio-educativa, fi siote-

rapica e alla persona, oltre ad un servizio

alberghiero. Una gamma completa di

servizi con al centro sempre la persona.

“Il valore fondante del nostro operato è

la promozione umana e sociale sia degli

utilizzatori che degli erogatori dei servi-

zi” aggiunge il Presidente. “Cerchiamo di

coinvolgere i nostri ospiti in un’intensa

partecipazione nelle attività sociali, così

come ci adoperiamo per il miglioramen-

to continuo dei servizi in termini di effi -

cienza ed effi cacia garantendo un ade-

guato rapporto tra personale e degenti”.

OFTALuna risposta di accoglienza in ambiente familiareper persone bisognose

I.P.

Page 43: &co. Magazine maggio 2010

43

PIACENZA E PROVINCIAdi Irina Turcanu

Oltre sessantacinque anni sono passati dall’inizio della Prima-vera, da quel 25 aprile tanto

bramato e sognato da chi ha detto “no” all’oppressione, ad un regime claustro-fobico, alla disuguaglianza. È un’opera incompiuta la loro, quella dei partigiani, di coloro che hanno donato la propria vita per la libertà e per migliorare il futuro di ignoti posteri. È questo il messaggio tra-smesso dagli organizzatori della Festa della Liberazione celebrata sull’intero territorio piacentino il 25 aprile di ogni anno. Opera incompiuta, sì, perché il cittadino odierno deve continuare a re-sistere nella propria quotidianità, ciò che

il 25 aprile 1945 ha lasciato in eredità è un quadro generale arricchito soltanto da alcuni tasselli, il puzzle, però, è ancora da ultimare. È questo l’obiettivo perse-guito dalle manifestazioni dell’ANPI di Piacenza: fortifi care il desiderio di resi-stere attraverso i ricordi nei cuori delle persone, specie nei giovani, la chiave del futuro. Un compito diffi cile, quello assunto dall’ANPI, facilitato però dalla cospi-cua presenza sul territorio di note fi gure che hanno combattuto in prima fi la per offrire un bene, spesso mal compreso, assoluto: la libertà. Odorano ancora di sangue, di guerra, di paura e di rastrel-

lamento i monti, le colline piacentine. Addentrandosi nelle foreste, l’animo sensibile ode ancora, nella tenue vibra-zione di una foglia mossa dal vento, i passi in fuga celati dai cespugli, dai tronchi degli alberi. Si odono i partigia-ni che si nascondono per salvarsi, per salvarci, per resistere. Tra essi, ci sono i passi di Emilio Canzi, il comandante unico della XIII Zona operativa, la zona relativa all’Appennino Tosco-Emiliano. Nel 1922 fu accusato di aver ucciso un fascista e si riparò, quindi, in Francia dove organizzò le frange antifasciste. Successivamente sarà esiliato in Spagna dove partecipa alla Guerra di Spagna.

25 aprile una data da celebrare lontano da strumentalizzazioni politiche.L’affermazione dell’amor patrio e del desiderio di giustiziache animò i partigiani nel ’45 e che deve ispirare le scelte di oggi

Piacenza: resiste e ricorda

INGRESSO DEI PARTIGIANI A PIACENZA 5 MAGGIO 1945 - SFILATA IN PIAZZA CAVALLI

Page 44: &co. Magazine maggio 2010

Lì sarà catturato e deportato nel campo di concentramento di Anghiari. Resiste, sopravvive e si rifugia nel Piacentino, dove diventerà comandante partigiano. Anche lui come tanti altri, non assapo-ra l’essenza dell’ideale per il quale ha combattuto: muore nel novembre del ’45, in circostanze poco chiare, investito da una camionetta inglese, riporta la te-stimonianza di un comandante partigia-no. Canzi, però, ha un desiderio: essere

sepolto a Peli di Coli, sulla vetta della collina che sovrasta imponente la valle. Sulla tomba è scritto: “A Emilio Canzi partigiano d’Italia MCML qui tra gli alti monti e la gente umile donde con pochi animosi intraprese l’ultima sua battaglia per la libertà dei popoli”. L’epigrafe si conclude rivolgendosi a coloro che non sanno trattenersi dal visitare il sepolcro: “O tu che qui pietoso t’aggiri ascolta la voce che ammonitrice ed implacata s’al-

za da questa tomba”. Porta il suo nome, la divisione dell’ANPI di Piacenza. Dietro al comandante, dietro ai passi di Canzi, lo stesso animo capace di ascolta-re la storia impregnata nella terra, nelle secolari radici degli alberi, ode il velo-ce passaggio di giovanissimi partigiani. Ragazzi poco più che diciottenni, a vol-te non ancora, come Fermo Freschi che spirò l’ultimo soffi o vitale il 24 aprile 1945, a soli ventiquattro anni. Coman-

CARRO ARMATO AMERICANO INGRESSO DEI PARTIGIANI A PIACENZA

Page 45: &co. Magazine maggio 2010

PIACENZA E PROVINCIA

dante della 2° Brigata di manovra “E. Gallinari”, alla testa dei suoi partigiani stava incalzando i tedeschi in ritirata quando, alla vigilia della Liberazione, cadde combattendo, proprio quando con i suoi uomini stava entrando in città. Colui che s’interroga e porge l’orecchio per ascoltare i racconti custoditi dalle montagne, non deve avere paura se, ad un certo punto, proprio a Peli, doves-se sentire passi pesanti, un bastone che

colpisce ritmicamente la terra. Può dar-si che siano le ossa stanche di Natalino Grassi. Quel sussurro, quel “dobbiamo volerci bene”, può darsi che non sia solo un’allucinazione, ma le parole dell’ulti-mo sostenitore dei partigiani di Peli an-cora in vita.Storie grandi di gesta eroiche, storie fantastiche di gesta che hanno reso mi-gliore l’uomo. Storie da rivivere oggi lontano dalle strumentalizzazioni poli-

tiche, in nome solo dell’amor di Patria, dell’anelito di libertà e giustizia che in-dusse giovani e meno giovani a ribellarsi all’iniquo dominio nazista. Nello stesso spirito oggi la rievocazione del 25 aprile deve spingere ognuno di noi a fare tut-to ciò che è in nostro potere per il bene del Paese e di tutta la cittadinanza, senza schieramenti preconcetti con il solo fi ne di far prevalere la giustizia.

5 MAGGIO 1945 - SFILATA IN PIAZZA CAVALLI

Page 46: &co. Magazine maggio 2010

di Paola Arensi

Grazie alla motonave Mattei, una navigazione sull’Adda consente di scoprireil territorio rivierascoda un diverso punto di vista, immersi nel fascinodella natura in un’atmosfera d’altri tempi

La motonave Mattei

Page 47: &co. Magazine maggio 2010

LODI E PROVINCIA

Scoprire il Lodigiano navigando? Oggi si può. Da qualche anno il fi ume Adda non è accessibile sol-

tanto ai pescatori. Infatti, un lungo tratto è stato reso navigabile e grazie alla moto-nave Mattei, chi ama il territorio può am-mirarlo da un punto di vista decisamente diverso e affascinante. Lo spettacolo è decisamente incantevole: spiagge di sassi, boschi verdi ricchi di vegetazione, fl ora e fauna che fanno crescere il deside-rio di vivere la primavera all’aria aperta. Impagabile anche il rumore dell’acqua solcata dal passaggio dell’imbarcazione. Una miscela di relax e scoperte capace di attrarre ogni settimana numerosi turisti. Tutto questo viene gestito dal consorzio Navigare l’Adda costituito nel 2003. I componenti sono enti territoriali: il Parco Adda Sud, i comuni di Bertonico, Ca-stiglione D’Adda, Formigara, Gombito, Montodine e Pizzighettone e l’Azienda regionale per i porti di Cremona e Man-tova. Le crociere sono possibili ogni sa-bato e domenica sia durante il giorno, sia

sfruttando il fascino delle ombre della sera. Tra i numerosi scorci da ammirare si annoverano la tenuta del Boscone, in località Camairago, il centro storico di Pizzighettone e zone protette in cui non è insolito scorgere cervi, daini, cinghia-li, mufl oni e altri animali. Gli interessa-ti possono usufruire di questo servizio partendo dal Lungoadda Mazzini di Piz-zighettone. Si naviga il fi ume da aprile fi no all’arrivo della brutta stagione. La motonave Mattei, imbarcazione stori-ca lodigiana, capace di trasportare 110 passeggeri al coperto, è un battello di 26 metri per 4 costruito nel lontano 1911. Un mezzo nato nei cantieri navali Offi -cina Meccanica di Venezia. Fino ai primi anni Novanta, l’imbarcazione è stata im-piegata come mezzo di appoggio e traino del convoglio adibito alla segnalazione del tratto Piacenza-Pavia in occasione dell’annuale manifestazione motonautica internazionale Pavia-Venezia. L’aliena-zione risale a metà degli anni Novanta. Acquistata dal Consorzio Navigare Adda

In crocieranel Lodigiano

su proposta del Presidente Carlo Pedraz-zini nel 2004, la motonave è stata sot-toposta, grazie anche ad un contributo regionale, ad un radicale intervento di restauro nel 2005. La caratteristica prin-cipale che rende questo mezzo adatto a navigare il fi ume lodigiano è il profi lo della carena, caratterizzato da una prua molto affi lata che consente di procedere provocando un leggero moto ondoso. La dotazione di un motore di manovra, posto in posizione prodiera, facilita la naviga-zione e la manovrabilità anche in spazi ristretti. La sicurezza è garantita in quan-to, nonostante l’età della nave, a bordo sono state installate strumentazioni mo-derne per navigare senza pericoli anche durante la notte o in caso di maltempo. Quindi imbarcarsi è una buona occasio-ne per approfondire la conoscenza di un territorio tutto da scoprire approfi ttando anche della presenza a bordo di un “cice-rone” impegnato a svelarne i segreti dal punto di vista storico-naturalistico.

Page 48: &co. Magazine maggio 2010

di Paola Arensi

Con la primavera sboccia la voglia di trascorrere gior-nate all’aria aperta. Il Lodigiano, che per tradizione è un territorio prettamente agricolo, risponde bene a que-

sta esigenza. Tra le aree utili per scampagnate in compagnia si annovera il Parco Adda Sud che è parco regionale, fl uviale e agricolo, diretto dal presidente Silverio Gori e con sede lega-le a Lodi. L’area comprende comuni delle province di Lodi e Cremona: Abbadia Cerreto, Bertonico, Boffalora d’Adda, Ca-mairago, Castelnuovo Bocca d’Adda, Castiglione d’Adda, Ca-vacurta, Cavenago d’Adda, Cervignano d’Adda, Comazzo, Cornovecchio, Corte Palasio, Galgagnano, Lodi, Maccastorna,

Un paradiso della naturada scoprire in comitiva tra amici o con la famiglia

Parco Adda Sud

Page 49: &co. Magazine maggio 2010

LODI E PROVINCIA

Mairago, Maleo, Meleti, Merlino, Mon-tanaso Lombardo, S. Martino in Strada, Terranova de’ Passerini, Turano Lodigia-no, Zelo Buon Persico, Casaletto Cere-dano, Credera Rubbiano, Crottad’Adda, Formigara, Gombito, Montodine, Mo-scazzano, Pizzighettone, Ripalta Arpina, Rivolta d’Adda, Spino d’Adda. All’inter-no del territorio in questione sono stati individuati itinerari ciclabili, su strade sterrate, asfaltate e tratti di sentiero, non particolarmente impegnativi e alla por-tata di tutti i cicloturisti con un minimo di esperienza e in grado di percorrere di-stanze nell’ordine dei 30 chilometri con biciclette adatte a tratti fuori strada. In questo periodo sono molte le compagnie di amici e le famiglie, provenienti dai ter-ritori vicini, che si divertono a scoprire percorsi collegati tra loro. Piccoli viaggi nella natura che hanno in comune i ponti sul fi ume Adda. Ogni itinerario è specifi -cato da apposita segnaletica che indica:

il chilometraggio, il fi lo conduttore del percorso e le eventuali diffi coltà presenti. Segue una mappa. Sono inoltre descritti gli elementi architettonici e naturalisti-ci, presenti lungo il percorso, che sono degni di essere ammirati. Infi ne, accan-to alle realtà naturali, agricole, religiose e storiche che gli itinerari propongono, non vanno dimenticati le manifestazioni dell’ingegno umano, quali, ad esempio, le opere idrauliche dei canali d’irrigazio-ne Muzza e Vacchelli, oppure i semplici, ma per questo non meno geniali, fontani-li e le marcite che permisero di sfruttare l’acqua affi orante per le produzioni fo-raggiere. Pedalando nel Parco Adda Sud, si incontrano specie arboree e animali di vario genere con un’abbondante avifauna costituita da esemplari che nidifi cano nel Lodigiano o più semplicemente vi migra-no in determinati periodi dell’anno. Per informazioni www.parcoaddasud.it.

Page 50: &co. Magazine maggio 2010

d Irina Turcanu

Piacenza non la si vive e la si vede sol-tanto, ma la si ascolta. E da poco la si può ascoltare anche nella sala dei

Teatini, ex Chiesa di San Vincenzo, oggi auditorium. L’edifi cio fu costruito presumi-bilmente a partire dal 1595/1600, sul luogo in cui sorgevano già edifi ci legati alla chie-sa parrocchiale di San Vincenzo, eretta nel 1278, in sostituzione di una più antica fon-dazione medievale. L’edifi cio venne consa-crato nel 1612 e fu eletto a dimora dei Padri Teatini fi no al 1810, quando Napoleone or-dinò la soppressione di tutte le corporazioni religiose. Con lo scioglimento dell’ordi-ne Teatino, la chiesa e l’annesso convento furono incamerati dal Governo, ma dopo una lunga serie di traversie, vennero messi all’asta e passarono alla congregazione dei Fratelli delle scuole cristiane che, dopo il loro ritiro nel 1972, vendettero gli immobili al Comune di Piacenza.Dal connubio fra una sapiente opera di restauro e il ricorso alle più avanzate so-luzioni tecnologiche, è nato l’auditorium dei Teatini. L’ex chiesa ha riacquistato lo splendore originario grazie al recupero de-gli affreschi e delle opere lignee esistenti, come il coro, la cassa dell’organo, le busso-le d’ingresso, e attraverso la ristrutturazio-ne dei locali dell’ex sagrestia, ora adibiti a camerino, magazzino e deposito strumenti. L’intervento di maggiore impatto visivo è l’istallazione di un palcoscenico in legno, indispensabile per i nuovi compiti che at-

Il comune di Piacenza

Page 51: &co. Magazine maggio 2010

PIACENZA E PROVINCIA

tendono l’auditorium. Nel 1997 e successivamente nel 2001, hanno avuto inizio le opere di restauro. Sono stati recuperati così i preziosi af-freschi della chiesa che si è trasformata in un auditorium dotato un ecceziona-le sistema acustico ed un ricchissimo programma nel corso dell’intero anno. Infatti, la Sala dei Teatini resterà aperta al pubblico ogni weekend e nei giorni festivi, inoltre, al momento, è utilizzata come sala prove dall’orchestra giovani-le “Luigi Cherubini” diretta dal maestro Riccardo Muti. I curiosi e gli amanti del-la soave sonorità della musica classica possono assistere, nei giorni prestabiliti, alle esibizioni dell’orchestra ed alle sue esercitazioni, cercando, perché no, di rendere il proprio orecchio acuto e sco-prire così le abilità nel cogliere l’imper-cettibile errore commesso dal giovanis-simo violinista. Un’occasione per vivere la città, attra-verso uno straordinario monumento carico di storia che rinasce a nuova vita per mezzo dell’arte musicale. Un’oppor-tunità per tutti gli amanti della musica e per chi intende avvicinarsi a questo fan-tastico e affascinante mondo attraverso lo straordinario talento di uno dei più grandi direttori d’orchestra del mondo e i virtuosismi di giovani di sicuro av-venire.

ridona un pezzo di storia

Fotografi e di Carlo Pagani

Page 52: &co. Magazine maggio 2010

di Alberto Fiori

Remandonella storiada 156 anni,Oxford e Cambridgesi sfi dano sul fi ume,fra miti, leggendee una rivalitàtutta anglosassone.

La Boat Race 2010

Page 53: &co. Magazine maggio 2010

ATTUALITÀ

Premessa fondamentale: sono inglesi. Quin-di malgrado si lancino sfi de da 156 anni, e che la rivalità fra le antichissime universi-

tà di Oxford e Cambridge sia sentita e conosciu-ta in tutto il mondo, nessuno si è mai sognato di esagerare. Quando hanno voglia di mettere in mostra il massimo della ferocia, gli studenti delle due università evitano di nominare l’ateneo riva-le, chiamandolo semplicemente ed elegantemente “the other place”, l’altro posto. Unica eccezione, la piccola macchia del dicembre del 1849, quando l’equipaggio di Cambridge commise in gara un’in-frazione immediatamente punita con la squalifi ca. Ma da allora basta, manco un ferito, una molotov o una carica della polizia, al massimo qualche sano sfottò dei vincitori ai vinti. D’altra parte, l’Univer-sità di Oxford può vantare il titolo di più antica del mondo, mentre quella di Cambridge, seconda per anzianità, si dice sia stata creata da alcuni studenti fuggiti da Oxford nel 1209.Ed è così tanto tempo che la “Boat Race” va avan-ti, da essere diventata ormai non solo un appun-tamento agonistico, ma un evento d’esportazione, con l’energica fatica dei migliori rampolli d’In-ghilterra sulle acque scure del Tamigi, in un sus-seguirsi di vittorie e sconfi tte che sfi ora di poco la parità assoluta. Ad esempio, con il successo della 156esima edizione, proprio quella del 2010, i “light blues” di Cambridge sono saliti a 80 vit-torie contro le 75 degli avversari di Oxford. Che in realtà, a volerla dire tutta, si erano aggiudicati quattro delle ultime cinque edizioni, lasciando i rivali all’asciutto di entusiasmo per quasi un lu-stro.Per la cronaca, tutta la faccenda dura una ventina di minuti scarsa, si svolge nel centro di Londra, fra i ponti di Putney e Chiswick, su una lunghezza totale di 6.799 metri. In compenso, è stato calco-lato che per ogni palata servono due ore di allena-mento, e considerando che per coprire il percorso ne occorrono almeno 600, è facile capire quanto tempo siano costretti a passare in acqua i diciotto studenti coinvolti, intesi come otto più timoniere per imbarcazione. E a proposito: queste ultime

Page 54: &co. Magazine maggio 2010

devono rigorosamente pesare 96 kg a vuoto ed essere lunghe 19,9 metri.Intorno a queste poche e ferree regole, una nuvola di leggende e dicerie, qual-che volta vere altre meno, ma tutte mol-to inglesi. Come ad esempio la storica vittoria di Oxford del 2003, per 30 mi-seri centimetri di lunghezza appena, o

l’unico parimerito della storia della gara, quello del 1877, o ancora il record asso-luto di velocità, stabilito da Cambridge nel 1998 con un tempo di 16 minuti e 19 secondi, e al contrario quello più lento, toccato sempre a loro nel 1860, quando gli otto canottieri se la presero comoda, mettendoci 23 minuti e 30 secondi. E per

fi nire, i sei affondamenti delle imbarca-zioni, fra cui quello clamoroso del 1912, in cui entrambe fi nirono sul fondo del Tamigi a pochi minuti di distanza una dall’altra e per nessun motivo apparente.Ai lati del fi ume, ad ogni edizione, si ra-dunano migliaia di persone, con le due università al gran completo ma anche

Page 55: &co. Magazine maggio 2010

ATTUALITÀ

turisti, londinesi e chiunque si ritrovi a passare da lì e fi nisca attirato da tanta pacifi ca confusione. Raccontano le cro-nache più recenti, che l’edizione 2010 della gara sia partita come sempre, con l’equipaggio di Oxford al comando, do-minio mantenuto anche nei rilevamenti di Mile Post, Hammersmith Bridge e

Chiswick Stpes. Ma da lì, i ragazzi ter-ribili di Cambridge hanno iniziato una rimonta irresistibile, portando lo sforzo sui 47 colpi al minuto contro i 45 degli avversari, fi no al traguardo, tagliato con il tempo di 17 minuti e 35 secondi, ad una lunghezza e 1/3 di vantaggio.Alla fi ne nessun commento, nessuna

protesta, nessun riconteggio dei voti chiesto dagli avversari, tornati dalle loro parti con la certezza di aver dato il mas-simo e pronti ad inchinarsi di fronte alla (momentanea) superiorità “degli altri”. Dio salvi la regina, e se gli avanza tempo anche buona parte dei suoi sudditi.

Page 56: &co. Magazine maggio 2010

di Tommaso Montagna

Celebre tanto per la sua istrionica passionalità teatrale, quanto per il suo sanguigno impegno so-

ciale, non solo attraverso Emergency di Gino Strada, Lella (al secolo Gabriella) Costa è spesso considerata, complice, suo malgrado, anche l’anagrafe, un’icona del teatro italiano. E se nell’etimologia

greca del termine icona troviamo l’idea di immagine sacra, allora l’attrice mi-lanese, come alcuni altri suoi colleghi, raffi gura la religiosità del palcoscenico. Costellata di riti e miti fi abeschi, senza tempo, che ne sublimano i gesti, quasi ad assopire Crono, almeno per la dura-ta di ogni spettacolo. Un credo che Lel-

la Costa pare seguire ciecamente, tanto che, autodefi nendosi attrice appartenente alla vecchia scuola, diventa, inconsape-volmente, simbolo (inteso come corri-spondenza tra segno e suo signifi cato) di quella estrema professionalità che oggi, troppo spesso, viene messa in castigo, dietro la televisione.

Page 57: &co. Magazine maggio 2010

TEATRO &CO.

Virtuosa della parola, attrice “vecchia scuola”, è uno dei migliori esempi di una grandissima professionalità

oggi, troppo spesso, superata dall’apparenza

Lella Costa

Nei primi anni di carriera lei si è dedica-ta molto al cabaret, ma quanto è cam-biato con la massifi cazione del mezzo

televisivo?

La diffusione massiccia del piccolo schermo ha portato ad un diverso modo di intendere lo sviluppo degli spettacoli. La nuova generazione di comici si è for-mata direttamente con i tempi televisivi, ma la tv in sè non porta molte novità e spesso è semplicemente autoreferenzia-le. Allora, è naturale che lo stesso Zelig, programma cabarettistico di maggior ri-chiamo, venga condotto da Claudio Bi-sio e che sovente annoveri, tra gli ospiti, interpreti che, come il conduttore, vanta-no una formazione teatrale classica.

A proposito di teatro, la sua abilità nell’interpretare monologhi è nota, da cosa nasce questa esigenza di espri-

mersi “da sola”?

Quando cominciai a produrre testi in maniera indipendente, notai che era una modalità per me congeniale. Avevo la reale possibilità di scegliere autonoma-mente temi e contenuti dei miei spetta-coli, che in questo modo risultavano an-che meno costosi, dando loro un’identità e una personalizzazione maggiori. Mi resi subito conto del valore di una simile libertà di espressione, senza più abban-donarla.

Proprio attraverso i suoi monologhi, penso a “Stanca di guerra” oppure “Ali-ce”, sembrerebbe ricoprire un ruolo so-

ciale, per mezzo della sua professione, quasi a diffondere un messaggio…

Sicuramente un attore manda segnali, ma bisogna sempre restare all’interno del canovaccio dello spettacolo teatra-le, che deve essere costruito con rigore. Sarà il pubblico, poi, che dovrà coglier-ne le sfumature, anche se non è detto che ci riesca. Se volessi realmente dif-fondere un messaggio sociale, farei al-tro. Non condivido nel defi nire teatrali le scelte di alcuni, quali Sgarbi e Tra-vaglio, che, pur raccontando vicende reali e fornendo stimolanti rifl essioni,

Page 58: &co. Magazine maggio 2010

"Se volessi realmente diffondere un messaggio sociale farei altro...faccio l’attrice e questo mi basta."

][

Page 59: &co. Magazine maggio 2010

TEATRO &CO.

non creano spettacolo. Ciò che, invece, il teatro dovrebbe essere.

Propugnando questa visione del teatro quale palcoscenico, e non pulpito, lei trova il modo, o meglio l’equilibrio, nel

lasciare il segno senza creare strumentalizza-zioni. Come ci riesce?

Faccio l’attrice e questo mi basta. Non mi occupo di politica. Nel momento in

cui accade il contrario, che un attore si presti al mondo politico intendo, il pub-blico rimane stranito perché non sa più distinguere i rispettivi ruoli. La mia as-sidua ricerca dell’indipendenza, quella libertà di cui si parlava prima, mi ha fat-to capire quanto sia importante non con-fondere i piani del palcoscenico e della vita reale. Tanto che i contenuti dei miei lavori vengono sempre espressi sotto forma di spettacolo.

Parlando di contenuti: recentemente, alla trasmissione di Fabio Fazio, lei si è defi -nita “icona gay” per dimostrare ancora

una volta la volontà di lottare per i diritti di tale comunità. Come vede la situazione italiana in merito alla tematica omosessuale?

La situazione è atroce. E in uno Stato che non riesce a tutelare appieno le mi-noranze, chi possiede meno strumenti si trova maggiormente esposto all’ostraci-smo.

Da ultimo, una mia rifl essione. Andiamo verso un mondo tecnologico: cellulari touch screen, cani-robot che parlano

e via dicendo, ma nel teatro bastano ancora un palco, qualche sedia e un attore…Rimarrà incontaminato?

A dire il vero, la tecnologia multime-diale è già uno strumento utilizzato dal teatro. Un luogo reso unico, invece, dal-la irriproducibilità delle azioni che vi avvengono, perché è sempre diversa la composizione del suo pubblico e quin-di la percezione della rappresentazione. Proprio in questo senso, in un’epoca in cui tutto è altamente riproducibile, il te-atro resta un unicum.

Page 60: &co. Magazine maggio 2010

d Alberto Fiori

ItaliaItaliamon amourmon amour

Ravello - Hotel Palumbo

Ci amano, ci sognano e spendono per dire di essere stati da noi. Un volume attraversa l'italia inseguendo storie straordinarieche nemmeno gli italiani conoscono.

Page 61: &co. Magazine maggio 2010

I ❤ ITALY

(saremo tutti orfani di padre, secondo loro?), e ovunque basta mettersi a scava-re a mani nude per portarsi a casa l’el-mo di Scipio o tre giri di sciarpa fi rmata Dolce & Gabbana, per dire. Così, nelle librerie, come nelle edicole e per televi-sione, gli speciali sulle quisquiglie made in Italì si susseguono a ritmo incessante, per placare la sete di Tricolore che atta-naglia il mondo, senza alcuna speranza di guarigione. Diciamocelo e per una volta almeno senza più nasconderci nulla: an-

Tutto questo malgrado noi, verrebbe da dire: nonostante la cecità delle istituzioni, l’inciviltà che ci viene

così naturale, l’egoismo imperante e l’as-soluto disinteresse verso l’educazione ci-vica, che un tempo, nemmeno tanto lonta-no, era perfi no materia di studio. L’Italia resta un sogno inarrivabile per buona par-te di questo pianeta e di quelli limitrofi . Un piccolo paradiso, se visto dall’estero, dove il sole splende forte, si mangia come dio comanda, le mamme vestono di nero

Italiamon amour

Isola di Lampedusa - Il Gattopardo Cisternino - Villa Cenci

Page 62: &co. Magazine maggio 2010

diamo per la maggiore ovunque da de-cenni e ancora oggi, chi vuol comunica-re al prossimo che ha fatto i “danè” non ha alcuna scelta se non vestire, viaggiare e mangiare italiano.Ultimo ma non l’ultimo, come amano dire quei buontemponi degli inglesi, arriva nelle librerie di ogni angolo del-la Terra, un volume dal titolo “Great Escape Italy”, che tradotto in idioma corrente sarebbe come dire “le grandi fughe d’Italia”. Calma, non si parla di cose di cui vergognarsi assai, come ce-lebri evasioni dalle patrie galere, nem-meno di cervelli andati altrove o (meno male), di capitali involati verso isole che nemmeno sul planisfero, sono facili da rintracciare. Macché: le grandi fughe d’Italia di cui si parla sono alberghi e ri-fugi a dir poco straordinari dove ritem-prare l’anima e lo sguardo, persi in zone dove artisti d’ogni tipo hanno lasciato un segno del loro passaggio, che sia un romanzo, uno schizzo su un tovagliolo o una foto scattata dai paparazzi, altra cosa che abbiamo esportato ovunque e senza nemmeno saperlo.Alberghi da sogno ad occhi aperti, non valutati in base a stelle e prezzi, ma presi in considerazione perché belli da mozzare il fi ato, antichi o situati in pun-ti dove l’Italia, come dire, è più Italia

del solito.Spesso, su quelle balconate (o nelle ca-mere), si sono consumati amori, scritte storie diventate poi tormenti letterari e girate scene di fi lm entrati nella storia della settima arte. Qualche esempio? Con piacere. Nelle stanze dell’Hotel Palumbo di Ravello, sulla costiera amal-fi tana, è passato qualche capitolo della storia del secolo scorso: Curzio Mala-parte, Truman Capote, Greta Garbo, Ja-cky Kennedy, Grace Kelly, Humphrey Bogart, tanto per buttare lì qualcosa. Un’infi lata di anime tormentate, avrem-mo scoperto poi, che bruciavano notti e vite guardando i faraglioni, senza sapere di avere dentro rocce ben più grosse ed ingombranti. O ancora la Locanda di Ci-priani, a Torcello, angolo di terra emersa della laguna di Venezia con 14 residen-ti registrati in anagrafe. Dopo l’Harry’s Bar e l’Hotel Cipriani, Giuseppe - il ca-postipite - si innamora di quel minusco-lo risvolto della laguna più celebre del mondo e le poche stanze che mette in-sieme diventano la meta di intellettuali, artisti e gente nota in cerca di ispirazione e tranquillità. Tira le fi la quell’irrequieto di Ernest Hemingway, che proprio qui scrive “Di là dal fi ume e tra gli alberi”, mentre divide testa e cuore fra un amore impossibile e divertenti battute di pesca in mare aperto. Dopo di lui, in ordine sparso, si faranno vedere Lady Diana, Maria Callas, il Principe Carlo, Charlie Chaplin e una manica di attori di Hol-lywood pieni d’alcol e malinconie.Non basta ancora vero? Allora sotto con il Grand Hotel Villa Feltrinelli, spettaco-lare edifi cio affacciato sul lago di Garda. E’ proprio qui che Benito Mussolini, fra il 1943 ed i due anni successivi, sceglie di vivere mentre pensa alla Repubblica Sociale Italiana. Sarà la sua ultima re-sidenza, ma il Duce ancora non poteva saperlo.A Padova, sulla Riviera del Brenta, sorge Villa Pisani: 114 stanze in cui è passata la più alta aristocrazia e nobiltà europea. A cominciare dall’11 gennaio

TORCELLO (VENEZIA) - LOCANDA CIPRIANI

Page 63: &co. Magazine maggio 2010

I ❤ ITALY

1807, quando la proprietà passa dalla famiglia Pisani a tal Bonaparte Napole-one, per mille e novecento lire venete. Dopo Waterloo, per storie che sarebbe lungo ripercorrere ora, la proprietà passa agli Asburgo e diventa il luogo di vacan-za preferito da sua altezza l’imperatrice d’Austria Marianna Carolina, che ama portarsi appresso gente del suo stesso rango: Carlo IV, re di Spagna, Alessan-dro I, zar di Russia, Ferdinando II, re di Napoli. Dopo l’annessione del Veneto

all’Italia, Villa Pisani diventa un museo frequentato fra gli altri da D’Annunzio, che qui ambienta una scena di “Fuoco” e Pasolini, che gira alcune sequenze di “Porcile”.E’ un bell’esercizio, per chi ne ha vo-glia, sfogliare il volume (Taschen, 300 pagine, 29,99 euro), e rintracciare storie d’Italia e di italiani che sanno ancora af-fascinare ogni angolo civilizzato di que-sta galassia. Malgrado noi, ovvio.

SEXTANTIO - LE GROTTE DELLA CIVITA

Page 64: &co. Magazine maggio 2010

di Alberto Fiori

Family feelingSe in giro c’è un segmento che promette qualche sprazzo di luce, allora si può star

tranquilli: le case automobilistiche hanno il magico potere di vederlo e immagi-narlo prima degli altri e a quel punto - è cosa certa - non se lo fanno scappare.

Così è per i francesi di Peugeot, che dopo la 3008 hanno preso la decisione di saturare l’offerta del comparto C, quello delle monovolume di taglia media, dove si agitano la Touran di Volkswagen, la Zafi ra dell’Opel, Seat Altea, i vicini di Renault con Scenic e perfi no i parenti prossimi di Citroën, con la loro C4 Picasso. La risposta, come da tradizione Peugeot, è un’altra sequenza numerica da mandare a memoria: 5008.Ma per la casa del Leone ogni novità non è tale se non si aggiunge qualche detta-glio di fi no, accessori che in genere, poco tempo prima, sono stati riserva di caccia per modelli lussuosi e/o costosi, che Peugeot prende e restituisce come patrimonio dell’umanità, alla portata anche di segmenti meno assetati di denaro. Così è stato, nel passato più recente, per il tetto retrattile in metallo, quindi con il fl usso d’aria calda che esce dai poggiatesta per proteggere il collo di chi vuol viaggiare con il cabrio scoperto anche d’inverno e adesso, proprio su 5008, con l’Head Up Display. Trattasi di una lamina trasparente semi-invisibile che sale (e scende) di fronte al guidatore, rifl ettendo pochissimi dati, senza bisogno che questo si disturbi a scendere con lo

sguardo fi no a sbirciare altrove la velo-cità, il cruise control e il Distance Alert, ovvero il sistema che avvisa quando ci si avvicina troppo al veicolo che precede. Credeteci: è una di quelle idee così utili che a breve ci si chiederà come poteva-mo viaggiare prima.Da segnalare anche l’Intelligent Trac-tion Control, sistema antipattinamento (che ha debuttato sulla 3008) abbinato all’Esp: pur senza essere una trazione integrale, permette la partenza e la mar-cia su fondi diffi cili come neve, ghiaccio e pioggia abbondante.Ma su una monovolume, quindi su un’auto che ha ambizioni e pubblico da familiare e si sforza di offrire van-

Peugeot 5008

Page 65: &co. Magazine maggio 2010

AUTO

taggi ancora maggiori, va aggiunta una grande modularità interna, che è uno dei vanti del marchio francese, più una straordinaria vetratura che sa rendere un panorama irripetibile anche quel che in realtà non lo sarebbe per niente. Volen-do, all’interno si può arrivare ai 7 posti estraendo due strapuntini dal piano del bagagliaio, ma chi non ha famiglie al-largate da ospitare può contare su 758 litri di partenza, che salgono pian piano a 823, poi a 1.247 e per fi nire a 2.506, solo imparando a muovere i sedili come si deve. Diffi cile, onestamente, che qual-cosa resti in garage perché non ci sta.Un altro centinaio di litri di capienza vanno conteggiati all’interno, equamen-

Page 66: &co. Magazine maggio 2010

te suddivisi fra spazi, pertugi, pozzetti e porta-amenità, alcuni addirittura cli-matizzati per tenere al fresco litri (re-ali, questa volta) di bevande. Parlando di interni, sobri e ben assemblati, la vocazione ai viaggi familiari si rende evidente con un Pack Video: due grandi schermi a colori da 7” per gli occupan-ti posteriori, sistemati sul “lato B” del poggiatesta del guidatore e del passeg-gero anteriore. Più, ovviamente, una consolle disposta ad accettare di tutto,

dai Dvd ai videogiochi, passando per i lettori mp3. La linea è massiccia - ma come non potrebbe esserlo – sebbene le misure non siano assetate di spazio (4,53 metri lunghezza e 1,64 di altezza). Il frontale imprime forza con il cofano spiovente su cui sfuggono gruppi otti-ci allungati, mentre è meno fantasioso il posteriore, sacrifi cato stilisticamente alla presenza di un portellone da ringra-ziare il cielo, quando è ora di caricare e scaricare il bagagliaio.

La collaborazione fra Mitsubishi ed il Gruppo PSA (Peugeot/ Citroën), è iniziata dando alla luce tre Suv gemelli, nati sulla base tecnologica del Mitsubishi Outlan-der e diventati, con le opportune per-sonalizzazioni, Peugeot 4007 e Citroën C-Crosser. Ma nessuno avrebbe imma-ginato che l’alleanza sarebbe proseguita sul fronte dell’elettrico. A fornire la base è

ancora una volta Mitsubishi, con la sua i-MiEV elettrica, che in casa Peugeot di-venta la i0n, dove quella in mezzo non è la lettera O ma uno zero, ad indicare la totale mancanza di emissioni. Lanciata a breve attraverso la formula del canone di locazione, la i0n è una citycar a quattro porte, lunga 3,48 metri e con un moto-re elettrico che sviluppa 47 kW, pari a 64

CV, capace di raggiungere i 160 km/h di velocità massima e con un’autonomia totale di 130 km. Per ricaricarla al 100% servono 6 ore su una normale presa di corrente, mentre usando le colonnine di ricarica (quando ci saranno), bastano 30 minuti per disporre dell’80% della carica.

i0n, una scossa al futuroi0n, una scossa al futuro

Il parco motori può contare su tre propulsori (un benzina e due diesel), moltiplicati su di-verse potenze. Per i benzina si parte dal 1.6 VTi aspirato da 120 CV con cambio manua-le a cinque marce, disponibile anche nella variante turbo da 156 CV con cambio a 6 rapporti, ambedue Euro 5.I diesel partono invece dal 1,6 litri HDi da 110 CV, con cambio manuale o automatico a 6 rapporti, per fi nire al 2.0 HDi nelle varianti da 150 e 163 CV. I prezzi? Da poco meno di 22mila a poco più di 30mila euro.

Page 67: &co. Magazine maggio 2010

AUTO

Page 68: &co. Magazine maggio 2010

di Alessia Benaglio

Viviamo in una società caratteriz-zata da inafferrabili cambiamenti, continue evoluzioni che avvengo-

no alla velocità della luce: la tecnologia dello smart-phone di oggi, domani sarà già considerata preistoria, saremo col-pevoli di reato per avere rispettato leg-gi emanate il giorno prima e modifi cate il giorno successivo…per non parlare poi delle idee, chi riesce a mantenere la propria per una giornata intera è bravo! Siamo portati a trasformare, rinnovare, riciclare la nostra personalità, il nostro umore e le nostre abitudini ma soprat-tutto il nostro stile. Anche quest’anno la primavera ha portato con sé uno dei cambiamenti più temuti dell’anno che però non possiamo evitare di affrontare: lo stressante “cambio degli armadi”. Un problema che fa sorgere parecchi quesiti: che cosa dobbiamo conservare? Di quali

Page 69: &co. Magazine maggio 2010

MODE & TENDENZE

capi invece dobbiamo disfarci? Saran-no ancora considerati alla moda i nostri vecchi acquisti?Una breve e informale indagine deri-vante da un pomeriggio di shopping compulsivo ha dato risultati che sa-ranno utili per fronteggiare il rinnovo del nostro guardaroba. L’abitudine più diffusa è conservare gelosamente i capi acquistati in passato, soprattutto i jeans, considerati degli evergreen: né gli uo-mini né le donne sono disposti a getta-re i loro jeans preferiti anche se cono stati comprati decenni orsono! Sono assolutamente da tenere anche le cami-cie scartate del marito, del padre o del nonno che possono essere facilmente trasformate in un miniabito se abbinate ad una cintura alta in vita. Sono, invece, da buttare tutti i capi che purtroppo non sono più della nostra taglia; tenerli con la convinzione che un giorno potremo indossarli nuovamente non fa altro che abbassare il nostro livello di autostima.Per stare al passo con il mondo che si evolve dobbiamo anche avere ben chiari quali sono i “must have” per quest’an-no, cioè cosa deve necessariamente comparire nel nostro armadio. Lei non deve esimersi dal comprare cinture di ogni colore e misura, che sono in grado di trasformare e valorizzare anche gli

ApritiSesamo!

abiti più semplici. Di gran moda sono le T-shirt oversize con stampe di attrici o modelle famose e i sandali con tacchi al-tissimi… più sono alti meglio è! Il tocco in più lo danno gli accessori: orecchini vistosi, smalti colorati e collane sovrap-poste. Lui non potrà non avere nel pro-prio guardaroba una camicia di jeans ed un cappello: quelli più in voga per quest’estate saranno il classico panama estivo e l’intramontabile Borsalino.

Page 70: &co. Magazine maggio 2010

Non buttando mai niente e perseverando negli acquisti viene spontaneo doman-darsi a quanto potrebbe ammontare il patrimonio che custodiamo nel nostro armadio. Secondo un’indagine condotta da Added Value per il sito eBay.it circa il 20% del guardaroba degli italiani è inu-tilizzato, nonostante includa vestiti ed accessori nuovi o in ottime condizioni.Il motivo principale per cui gli italiani non vogliono disfarsi degli abiti vecchi consiste nel ritenere che potrebbero tor-nare utili in futuro o per motivi affetti-vi (soprattutto le donne) o forse perché sono ignari del capitale costituito dai capi fossilizzati nel guardaroba. E’ sta-to stimato che se mettessero in vendita quei pezzi di abbigliamento che non usa-no più ne ricaverebbero un guadagno di circa 140 euro a testa. Oltre che essere venduti, i capi inutilizzati potrebbero anche essere barattati. Gli Swap-Party sono una tendenza giunta ormai anche

Page 71: &co. Magazine maggio 2010

MODE & TENDENZE

in Italia: le amiche si ritrovano ad una festa con lo scopo principale di scam-biarsi vestiti, borse e accessori. Ciò che è da cestinare per qualcuna, può essere estremamente chic per un’altra.In tema di rivoluzioni, è doveroso par-lare anche di acconciature e tagli di ca-pelli: il cambiamento più coraggioso e appagante che ci sia. Dalle passerelle di Parigi possiamo carpire qualche dritta per le ultime tendenze: basta ai capelli perfettamente lisci e alla frangia, meglio un look un po’ più naturale, quasi sel-vaggio. Sul fronte maschile, c’è la stessa tendenza: capelli “spettinati” ma curati ed una leggera barba.E proprio vero che una visita dal parruc-chiere o un nuovo paio di scarpe sono sempre in grado di dare una svolta ad una brutta giornata. Ogni riccio un ca-priccio e vale sempre la pena di soddi-sfare i capricci che ogni nostro riccio porta con sé.

©A

dver

um

Page 72: &co. Magazine maggio 2010

di Alessandra LombardiOdontoiatra

La primavera, come è noto, è la stagione

degli sport pratica-ti all’aria aperta.Si esce più volen-tieri in bicicletta, i ragazzi sfrecciano sugli skate-board e sui pattini a ro-telle. In Europa si

gioca a calcio nei campetti di periferia, mentre negli USA si pratica più volen-tieri il baseball ed il basket. Di conse-guenza aumentano in questa stagione in maniera esponenziale gli incidenti e traumi associati all’attività sportiva, in particolare quelli legati alla faccia e ai denti.Anche per questa ragione negli Stati Uniti il mese di aprile è dedicato alla prevenzione dei traumi dentali e alla sensibilizzazione sull’utilizzo durante la pratica sportiva di dispositivi di sicu-rezza.Così come sono ampiamente diffusi ed in alcuni casi obbligatori, i caschetti sportivi per i ciclisti, le protezioni alle ginocchia e ai gomiti per lo skate-board, i parastinchi per i calcitori professionisti e non, altrettanto dovrebbe diffondersi la cultura di prevenzione dei traumi denta-li.Negli USA l’Association of Ortgodon-tists e l’American Academy of Pedia-tric Dentistry hanno calcolato che più di 200mila traumi dentali ogni anno

La prevenzione e la cura deitraumi dentali sportivi

Mouth gardovvero un sorriso perfettoanche in caso di caduta

potrebbero essere prevenuti dall’uso di un semplice paradenti sportivo, da con-sigliare a tutte le fasce di età, ma in par-ticolare nella fascia cosiddetta preadole-scenziale (quella compresa tra gli 8 ei 12 anni). I paradenti o mouth gard, possono essere di vari tipi: ci sono quelli prefor-mati, che si vendono nelle farmacie o nei negozi sportivi o quelli fatti su misura sullo stampo della bocca del paziente.In mancanza di questo, una brutta caduta durante una partita di calcio o una corsa in bici può essere causa di traumi seri ai denti frontali.In questo caso occorre agire tempesti-vamente, sia in caso di fratture di smal-to, dentina o radicolari, che di avulsio-

Page 73: &co. Magazine maggio 2010

SALUTE &CO.

ni traumatiche o di lussazioni (ovvero quando il dente si perde totalmente op-pure traballa).Infatti, non tutti sanno che, se ci si è rot-to un dente,conservando la parte frattu-rata nel latte o in alternativa in acqua e rivolgendosi subito al proprio dentista, in molti casi è possibile riattaccare il frammento, a patto che la rottura non coinvolga la polpa dentaria (in questo caso è necessaria una devitalizzazione). Anche nel caso di avulsioni traumatiche, l’odontoiatra può tentare un reinseri-mento nell’alveolo, se non è trascorso troppo tempo tra l’avulsione e il reim-pianto.Se invece il dente è lussato, il dentista può fi ssarlo temporaneamente ai denti vicini e controllarne nel tempo la vita-lità.Purtroppo sovente la risposta dei pazien-ti ad un traumatismo sportivo è affi data al pronto soccorso, dove spesso non vi è nemmeno un odontoiatra. Al contrario nel caso di grossi traumi è necessario l’intervento di un chirurgo maxillo-facciale ed è impossibile il trattamento ambulatoriale.

Page 74: &co. Magazine maggio 2010

di Simona Rapparelli

Nuove tendenze per combattere la crisi che ha colpito gravemente il settore nel 2009. Sem-bra questo il comandamento che gli organiz-

zatori del 49esimo Salone del Mobile di Milano di aprile hanno tenuto bene a mente, senza perderlo mai di vista, sia prima della grande esposizione, sia duran-te la kermesse dedicata alle idee innovative dell'arre-damento, con marchi italiani e stranieri. E le nuove tendenze si sono viste eccome, come d'altronde anche la grande affl uenza e il deciso interesse che ha saputo mostrare il pubblico, davvero numeroso: innovativi i disegni, ma anche i materiali, colorati e quasi sempre ecocompatibili, come nel caso, per esempio, di Green Lantern, una lampada-portavaso a forma di cornuco-pia con all'estremità raccolta una pianta che contribui-sce ad alimentare il led che irradia la sua luce nell'am-biente prescelto, una sorta di scambio vitale naturale, anche perché la lampada, creata dal giovane designer Romolo Stanco, è fatta di “legno liquido”, ovvero di un materiale ottenuto in laboratorio che ha per base la lignina. Anche il cuoio e il caucciù ritornano in auge, rivestendo sedie e poltrone, come si faceva una volta ma con pizzico deciso di moderno nei disegni delle coperture, mai scontati. Il legno in particolare sta vi-vendo una sorta di seconda vita, con tante proposte sia curiose (come la libreria concava in teak) sia legate al mondo dell'arredamento d'epoca, ma mai scontate.Ma non solo di verde si è parlato tra gli stand del salone milanese: sono molte le rivisitazioni di mobili ormai appartenenti alla tradizione, ma riscoperti con l'aggiunta di colori e fumetti alla Andy Warhol, o visti attraverso l'occhio giocoso dei bambini. Largo allora a materassini multicolori a forma di puzzle (però, di-

Unmobilepersognare

Nuovi disegni, luci diverse,idee, sorprese e riscoperte,

le tendenze dell’arredamentoal salone di Milano

Page 75: &co. Magazine maggio 2010

SALONE DEL MOBILE 2010

chiarano gli ideatori, rigorosamente per grandi, da utilizzare come “tappeti com-ponibili), tavolini con ripiani seriosi ma con gambe blu, verde acido, rosse e via discorrendo. Per i fanatici dell'esplosio-ne del colore, il settore-cucina poi rivela giochi cromatici e geometrie inaspettate, fornelli ed elettrodomestici si nascondo-no per dare a tutto l'insieme una forma omogenea e adatta a ricevere senza ri-correre alla sala da pranzo ma contando sul fattore-sorpresa delle cromie e delle forme avvolgenti.Il concetto del tutto-tondo ormai sembra completamente tramontato, ma accanto alle strutture squadrate di divani e com-plementi d'arredo, si affacciano motivi più avvolgenti a partire dai letti fi no ad arrivare ai piattini e alle tazze che pre-sentano onde e curvature più dolci e comode anche per la presa e un'armonia tutta loro dovuta all'assenza di angolose spigolature.

Una sezione particolare del Salone del Mobile è dedicata anche al bagno, stan-za su cui da qualche tempo gli esperti del settore puntano molto l'attenzione. Non più luogo deputato solo all'igiene personale ma vera e propria zona benes-sere, sempre più simile ad una spa, se non proprio di lusso sicuramente carat-terizzata dall'high tech e dalla ricerca di materiali e textures che sappiano regala-re gradevoli sensazioni. Oltre a delizia-re la vista con effetti ad arco e giochi di luci soffuse, la stanza da bagno del 2010 deve assolutamente dotarsi di giochi d'acqua ad effetto terapeutico. Via libera quindi a leggere cascate dall'alto, ampi doccioni e rubinetti che siano in grado di modulare i getti per regalare carezze acquatiche o sferzate rivitalizzanti, sa-nitari sospesi dalle forme insolite, quasi sempre nascosti da pannelli multifunzio-ne, siano essi deputati alla lettura (tan-te case produttrici stanno proponendo

mini-librerie per il bagno) o semplice-mente alla proposta di nuovi modi per dividere ambienti e supportare nuove vie per illuminare. A proposito di luci: il led, il mitico diodo destinato a sostituire la lampadina ad incandescenza grazie al suo costo irrisorio e alla durata quasi in-fi nita, è stato un protagonista dell'ultimo salone del mobile. E’ riuscito – ed è un gioco che sa fare con particolare mae-stria – a far risaltare zone oscure, a mi-metizzarsi dentro un bulbo di vetro per simulare modi conosciuti di diffondere la luce, a curare con la cromoterapia ac-cettando di lasciarsi incorporare in un rosone da doccia.Il piccolo led, insomma, ha contribuito a far intravedere al settore arredamen-to nuovi spazi da occupare, accedendo una piccola luce nella via buia della crisi economica che, tutti ci auguriamo, possa fi nire allegramente dentro il caro, vec-chio baule della nonna.

Page 76: &co. Magazine maggio 2010

a cura di Paola ScabiniChef al ristorante "Le Colline"alla Locanda di Montescano

Preparazione

• Pulire gli asparagi, conservando i gambi che verranno usati per fare il brodo (fi g. 1)

• In una padella sciogliere una noce di burro, aggiungere gli asparagi tagliati a pezzi lunghi, rosolare leggermente e salare (fi g. 2)

• Ultimare la cottura, bagnando poco per volta, con il brodo dei gambi.

• Cuocere le tagliatelle, ben al dente, saltare la pasta con il sughetto preparato (fi g. 3)

• Se risulta poco cremosa, aggiungere un po’ di burro e un goccio di brodo di asparagi

• Terminare guarnendo il piatto con scaglie di grana e un fi lo d’olio.

1

2

3

asparagie scaglie di grana Diffi coltà

350 gr. di tagliatelle fresche all’uovo550 gr. di asparagi verdi50 gr. di burro100 gr. di scaglie di grana

Ingredienti per 4 persone

Page 77: &co. Magazine maggio 2010

CUCINA &CO.

Paola Scabini nata a Santa Maria della Versa (PV), il 13 settembre 1982. Dopo anni in giro per l’Europa ha appreso al meglio l’arte culinaria, decidendopoi di tornare nel suo paese d’origine per sfruttare le conoscenze acquisite nelcorso di questa esperienza proponendole nel corso di questi ultimi anni. Come i grandi chef, Paola è una ragazza che ama utilizzare i prodotti tipici locali.E’ molto esigente con se stessa, ed è proprio questa la chiave del suo successo.

lo chef

Page 78: &co. Magazine maggio 2010

di Chiara Pelizza

Il castellodi SartiranaDa oltre sette secoli, domina la piana di Sartirana, centro di potere nel passatoè diventato un crogiuolo di arte, storia e tradizioni

Simile al castello Sforzesco di Mila-no, la fortezza, che domina Sartira-na Lomellina, non pecca di impo-

nenza e valore storico-artistico rispetto al coevo fratello milanese. Costruito verso la fi ne del ‘300 per volere di Gian Ga-leazzo Visconti, fu, nel corso dei secoli,

ampliato e trasformato fi no ad assumere le sembianze che ancora oggi si possono ammirare. E’ storicamente confermato il soggiorno di Gian Galeazzo e Ludovico il Moro. Una parte, che riguarda soprat-tutto il fossato e le mura per la difesa, fu aggiunta verso la seconda metà del 1400

dagli Sforza che, nel frattempo, avevano conquistato il potere. Negli stessi anni fu costruita la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, sede dell’ordine dei Be-nedettini Cistercensi; nel 1525 fu eretta quella della Santissima Trinità costruita per un voto durante un’epidemia di pe-

Page 79: &co. Magazine maggio 2010

ATTUALITÀ

ste e nel 1685 San Rocco. Gli Sforza am-pliarono il corpo principale aggiungendo altre costruzioni al corpo principale che tale rimase fi no al XVI secolo. Sartirana e il suo castello passarono sotto l’infl uen-za spagnola con il cardinale Mercurino Arborio sino all’anno della sua morte

avvenuta nel 1530. Da quel momento, la proprietà fu trasferita agli eredi della fa-miglia Gattinara cui rimase sino al 1934. Dopo questa data il castello entro a far parte del patrimonio del Duca D’Aosta Amedeo di Savoia. Da allora, la struttu-ra dell’imponente castello di Sartirana è rimasta sostanzialmente invariata. Di tipico impianto quadrilatero, con fossato, cortile interno e quattro torri angolari, di cui una insolitamente sago-mata, il castello svetta dominando l’in-tero borgo con il suo dongione tondo posto a lato dell’ingresso. La fortezza è la maggior attrazione del borgo e grazie ad un’attiva e brilante organizzazione, durante l’anno ospita spesso mostre e eventi culturali di notevole importanza. Attualmente ospita il “Centro Studi e Documentazione della Lomellina”, la “Fondazione Sartirana Arte”, con i Mu-sei delle collezioni di argenti, gioielli d’epoca e oggetti di cultura contadina.Borgo di origine medioevale, Sartirana ospitò il primo stanziamento fi sso pro-babilmente da parte della famiglia ro-mana Gens Satria, come riportato dalla testimonianza delle Tavole Alimentarie di Traiano; dal nome della famiglia de-riverebbe il toponimo. Fu poi possedi-mento dei conti Palatini di Lomello e quindi assegnato ai possedimenti del Barbarossa. Già nel 1300 Sartirana, era nota a paesi confi nanti come Terra Forte, concetto rafforzatosi con l’im-ponenza che l’architetto Bartolomeo Fioravanti assegnò al Castello parte-cipando ai lavori di fortifi cazione con l’aggiunta del sopralzo. L’esperienza acquisita dall’architetto nei lavori fatti per lo zar Ivan II di Russia al Cremlino di Mosca e al Castello Sforzesco di Mi-lano, fu trasferita alla rocca più grande della Lomellina. Il castello di Sartirana prossimamen-te ospiterà una mostra di abiti d’epoca realizzati dalle mani esperte di Maria

Page 80: &co. Magazine maggio 2010

Angela Chiesa, sarta di Pieve del Cairo dalla cui fantasia e dal cui talento nasco-no raffi nati costumi di rievocazione sto-rica. Dalle tuniche degli antichi romani ai pregevoli drappi bizantini, attraverso Medioevo, Rinascimento, 1600 e 1700, lo stile Impero e il Risorgimento, le re-alizzazioni arrivano fi no al 1900. Sug-gestive le rifi niture create con cura arti-

gianale dei fronzoli e degli orpelli che arricchiscono gonne e manti delle confe-zioni made in Lomellina. Fondamentale la scelta dei tessuti e dei materiali con cui confezionare damaschi, velluti, sete e preziosi che arricchiscono un lavoro artigianale di grande pregio. Le colle-zioni, che si possono osservare sul sito www.abitidepoca.com, fanno rivivere

attraverso una galleria di esposizione, che sarà allestita nei locali storici del castello, i fasti di epoche passate. La pregevole maestria dell’antico lavoro sartoriale arricchisce la tradizione dei lasciti storici di uso quotidiano quali gli abiti e gli abbellimenti riportati al lustro originale grazie all’ingegno e all’abilità della signora Chiesa.

Page 81: &co. Magazine maggio 2010

INTERVISTA

Page 82: &co. Magazine maggio 2010

L’impianto fotovoltaico é l’unico inve-

stimento sicuro ed ecologico che vi

permette di risparmiare sulle bollette e

guadagnare attraverso il pagamento, da

parte del GSE, dell' energia prodotta, tut-

to questo nel rispetto dell’ambiente che

vi circonda. Il Conto Energia è l’incentivo

statale a cui privati, aziende e Enti posso-

no accedere per installare un impianto

fotovoltaico che si ripaga da solo.

Spesso si rischia di trovarsi impreparati

nella gestione degli aspetti burocratici

ed è per questo che è fondamentale in-

dividuare il partner giusto che ci rappre-

senterà e seguirà per noi tutto l’iter, con-

segnandoci l’impianto “chiavi in mano”.

Emifer srl è un’azienda pavese nata nel

1990 e nota per l’impegno ambientale,

tant’é che nel 2003 ha iniziato a rivol-

gere la sua attenzione al mercato del

fotovoltaico,con un primo corso eff et-

tuato a Milano presso Enerpoint, tuttora

partner dell’azienda.

Emifer si occupa della consulenza, pro-

gettazione, gestione completa della

domanda “Conto Energia”, pratica con-

nessione in rete col gestore locale ed

eventuale attivazione di un fi nanziamen-

to personalizzato.

Emifer é “Service partner inverter Fronius”

e questo garantisce un intervento diretto

e immediato in caso di guasti all’impian-

to con conseguente risparmio di tempo

e denaro,grazie allo staff di tecnici alta-

mente specializzati che seguono corsi

di aggiornamento e sono in grado di in-

tervenire risolvendo qualsiasi problema

possa verifi carsi.

Gli impianti targati Emifer sono garantiti

nel tempo grazie all’utilizzo dei migliori

componenti presenti sul mercato e so-

prattutto, il cliente ha la garanzia di non

essere un numero tra i tanti ma una per-

sona con cui Emifer instaura un rapporto

continuativo di consulenza e assistenza

pre e post istallazione.

L’impianto lo paga il sole e l’investimento

é il più redditizio tra tutti quelli presenti

sul mercato fi nanziario… perché rinun-

ciare a risparmio, guadagno salvaguardia

dell’ambiente? Fare una telefonata per

capirne di più, non costa nulla!

Il fotovoltaico:l’energia pulita che vi fa guadagnare

[email protected]

Page 83: &co. Magazine maggio 2010

ATTUALITÀ

Page 84: &co. Magazine maggio 2010